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“L’unico vero viaggio verso la scoperta non consiste nella ricerca di nuovi paesaggi, ma nell’avere nuovi occhi”: nel 1909 Marcel Proust, ben sottolineava l’importanza del viaggio quale esperienza di vita foriera di prospettive diverse. Nell’ affrontare il presente e sfidare il futuro.

Studi come “Gem 2.0 – Giovani e mobilità” (indagine tesa a fornire dati sulla percezione dei giovani in Italia rispetto alle opportunità di mobilità internazionale) rappresentano un momento propizio per redigere bi-lanci su quanto fatto finora e rilanciare proposte concrete per il futuro.

Uno dei dati che affiora dalla ricerca è la disinformazione come causa di mancata partecipazione dei giova-ni ai programmi europei di mobilità: emerge quindi la necessità di continuare ad implementare le nostre politiche attive sul territorio al fine di divulgare i dettagli della nuova programmazione 2014-2020. A tal fine è fondamentale partire dalle esperienze di chi ha preso parte ai passati programmi (Erasmus, Leonardo, Gioventù in Azione..), sottolinearne gli aspetti positivi ed il valore aggiunto acquisito in termini di crescita personale e professionale.In questo periodo di forte crisi economica e sociale abbiamo il dovere di dare ai giovani tutti gli strumenti utili per aumentare competenze, perfezionare la formazione, implementare le conoscenze per valorizzare il curriculum. Dunque, rendersi più appetibili in un mondo del lavoro sempre più competitivo.

Abbiamo la responsabilità di promuovere l’importanza dell’educazione non formale da affiancare all’educa-zione formale: una percentuale troppo elevata degli intervistati (il 68.2%) non sa nemmeno cosa sia l’edu-cazione non formale, ignorandone quindi il valore aggiunto. Di conseguenza un numero esiguo di giovani è a conoscenza di metodi di riconoscimento delle competenze acquisite in questo ambito: spetta quindi a noi, entro il 2020, l’importante compito di ridurre questo gap rendendo sempre più note le occasioni che programmi come Erasmus+ offrono. In tal senso, la capillare campagna di informazione che l’Agenzia ha già iniziato da tempo raggiungendo fisicamente, nella prima parte del 2014, più di 30 comuni italiani non può che rappresentare un punto di partenza orientato nella giusta direzione.C’è quindi bisogno di uno sforzo congiunto tra Istituzioni, organizzazioni, scuole e giovani, per definire una strategia di comunicazione ed informazione che raggiunga anche i territori della Penisola più svantaggiati, perché crediamo che per costruire l’Europa ci sia bisogno di ogni angolo del continente.

Programmi europei di mobilità importanti quindi non solo in termini di know-how e di innovazione, ma anche per promuovere una cittadinanza attiva e responsabile, per confrontarsi con culture differenti dalla nostra, per acquisire una consapevolezza europea.Le generazioni di oggi hanno fortune che i nostri genitori, ed ancora prima i nostri nonni, non hanno avuto: conoscere l’Europa senza difficoltà di movimento, senza barriere in entrata ed in uscita. Certamente dal-l’indagine condotta emerge che uno degli ostacoli alla partenza è relativo al costo del viaggio, ma l’impegno che ci assumiamo oggi è anche quello di far capire che, partecipando a tali programmi Europei, si ha la possibilità di viaggiare (per finalità formative, di apprendimento non formale, conoscenza linguistiche, non di certo per divertirsi, ben s’intenda!) ad un costo esiguo dal momento in cui le spese di viaggio, il vitto e l’alloggio, sono in parte ricoperte dal finanziamento europeo che si riceve all’approvazione del progetto.

Soprattutto è importante far capire che non è necessario essere studenti, o diplomati o laureati, per fare un’esperienza di mobilità: il capitolo Gioventù, gestito dall’Agenzia Nazionale per i Giovani, consente infatti, a tutti i giovani tra i 13 ed i 30 anni, al di là del loro livello di istruzione, di effettuare un’esperienza di mobilità attraverso scambi di giovani, il Servizio Volontario Europeo, la formazione e la messa in rete degli operatori giovanili (target che può superare i 30 anni), la cooperazione per l’innovazione e lo scambio di buone prassi ed il dialogo strutturato tra giovani e decisori politici.Da questa ricerca quindi abbiamo le basi per portare avanti un lavoro di squadra in favore delle future generazioni.

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Elaborare una seconda edizione di una ricerca sul tema della mobilità è arduo; Farlo in un momen-to di cambiamento e di lancio dei nuovi programmi comunitari rivolti ai giovani lo è ancora di più, ma una piattaforma come il Forum Nazionale dei Giovani non può esimersi dal farlo vista l’atten-zione che, da sempre, riserva al tema della mobilità. L’indagine “Gem 2.0 – Giovani e mobilità” ha lo scopo di aggiornare i dati sulla percezione dei giovani in Italia rispetto alle opportunità di mobilità internazionale. Si pone anche l’obiettivo di offrire informazioni a tutte le organizzazioni giovanili, e ai giovani in generale, rispetto i nuovi programmi e le loro caratteristiche al fine di comprendere al meglio le linee guida della programmazione europea 2014-2020. È bene, innanzitutto, precisare che la nuova programmazione si avvia in un contesto che presenta notevoli differenze rispetto al passato. Viviamo, infatti, uno stato emergenziale della situazione giovanile più preoccupante ri-spetto a qualche anno fa. Ciò ha determinato un aggiornamento degli obiettivi ai quali mirano le Istituzioni europee. È utile, pertanto, ripensare la questione giovanile nel nostro Paese cercando di approfondire il significato e l’importanza dei programmi europei rivolti ai giovani, per avere piena consapevolezza di quanto, queste opportunità, possano significare per un’intera generazione che sta pagando a prezzo altissimo le conseguenze della crisi economica e sociale che sta vivendo tutta l’euro zona a non solo. Nonostante gli sforzi e le evidenti difficoltà che le Istituzioni europee, in pri-mis, stanno affrontando per portare i Paesi europei oltre questa crisi economica, sociale e valoriale, alcuni dati ci invitano a riflettere sulla condizione attuale dei giovani in Europa e Italia. Un dato su tut-ti impone un’energetica azione di contrasto alla disoccupazione giovanile che in Europa è ormai del 22.5% (fonte Eurostat Aprile 2014), mentre in Italia raggiunge il 43.3% (fonte Eurostat Aprile 2014). Nella consapevolezza che dietro i crudi numeri e le percentuali si celano i nomi, i volti e le storie di tanti giovani reali, diventa, certamente, fondamentale individuare delle azioni concrete e immediate che non mettano a repentaglio la tenuta sociale nei Paesi europei. Nello specifico, è utile individua-re nella fase di transizione dalla scuola al lavoro il passaggio cruciale per costruire un futuro solido per tanti giovani. È in questa fase, infatti, che moltissimi giovani scelgono la propria strada tra le varie opportunità di formazione universitaria o tra quelle offerte dal mercato del lavoro. Ed è proprio in questa fase che le opportunità di formazione e di mobilità internazionale svolgono, o dovrebbero svolgere, un ruolo fondamentale. Garantire contesti di formazione e di partecipazione attiva utili ad orientare le scelte importanti della vita è la vera scommessa della mobilità internazionale. È utile considerare i programmi di mobilità internazionale come delle occasioni nelle quali i giovani possano apprendere e acquisire maggiori competenze spendibili anche nel mondo del lavoro. Nel 2013/2014 sono stati, infatti, più 300 mila i giovani europei che hanno utilizzato uno dei program-mi europei rivolti alla mobilità internazionale. Questi programmi hanno grandi potenzialità, ma in parte sono frenati dalla scarsità di risorse e dalla conseguente attività promozionale inconsistente. Quest’ultima, se potenziata, potrebbe incidere significativamente sul coinvolgimento dei giovani che ancora si attesta in Europa intorno all’1-2%. Il nuovo programma di mobilità internazionale “Erasmus Plus” potrebbe invertire la rotta grazie alla possibilità di integrare le iniziative per la mo-bilità europea studentesca, come l’Erasmus, con i programmi rivolti a giovani e alle organizzazioni giovanili come “Gioventù in azione”. Erasmus Plus, inoltre, ingloba i programmi per l’apprendimento che favoriscono lo studio, la formazione e il lavoro dei giovani all’estero con tirocini o apprendistato che facevano già parte dell’LLP Programme. Siamo convinti che questi nuovi programmi rivestano un ruolo cruciale per lo sviluppo della nostra cara Europa e per la formazione dei cittadini europei di domani. È indispensabile, per raggiungere questo obiettivo, che le Istituzioni Europee e quelle di tutti i Paesi membri, si attivino per riconoscere le competenze acquisite dai giovani in contesti di educazione non formale e di mobilità internazionale, oltre ad impegnarsi per l’attivazione di tutte quelle politiche utili a sostenere le generazioni a rischio esclusione. Partendo da tutte queste considerazioni, attraverso l’indagine “Gem 2.0” – Giovani e Mobilità” si è voluto aprire una finestra sulla conoscenza del mondo giovanile italiano rispetto a queste opportu-nità e al tempo stesso offrire un momento di confronto e informazione utile a tutti.

Lorenzo FlorestaGiuseppe Failla

Consigliere Direttivo FNGPortavoce FNG

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Il Forum Nazionale dei Giovani, riconosciuto con la Legge 30 dicem-bre 2004, n. 311 dal Parlamento Italiano, è l’unica piattaforma nazio-nale di organizzazioni giovanili italiane, con 75 organizzazioni al suo interno, per una rappresentanza di circa 4 milioni di giovani.Il Forum è nato ufficialmente nel febbraio 2004, dopo un anno cir-ca di un percorso faticoso ma entusiasmante delle organizzazioni fondatrici. La volontà di coloro che credono in questo progetto è dare voce alle giovani generazioni creando un organismo di rap-presentanza che possa mettere a sistema la rete di rapporti tra le organizzazioni giovanili ed essere promotore degli interessi dei giovani presso Governo, Parlamento, le istituzioni sociali ed econo-miche e la società civile.La forza del Forum sta nella eterogeneità delle sue associazioni, specchio delle modalità differenti di impegno civile dei giovani. Fanno parte del Forum associazioni studentesche e ambientaliste, giovanili di partito, sindacati, associazioni laiche e religiose, enti di promozione sportiva, il mondo scout, i Forum regionali e tante altre realtà. Il Forum Nazionale dei Giovani è membro del Forum Europeo della Gioventù (European Youth Forum, YFJ) che rappre-senta gli interessi dei giovani europei presso le istituzioni europee ed internazionali.In sintesi, la piattaforma intende creare uno spazio per il dibattito e la condivisione di esperienze tra le associazioni giovanili di diversa formazione e natura e le istituzioni Italiane ed Europee; impegnarsi per il coinvolgimento dei giovani alla vita sociale, civile e politica del Paese, coinvolgendoli nei processi decisionali del Paese; favorire la costituzione di Forum, Consigli e Consulte regionali e locali dei giovani.

La missione che il Forum si prefigge è quella di porre al centro del dibattito politico e dell’iniziativa sociale il valore dei giovani: la crescita personale e l’integrazione delle nuove generazioni rappre-sentano nei fatti le sfide decisive per garantire la qualità sociale e la democrazia nel nostro Paese.

Commissione Esteri, Mobilità e Cooperazione InternazionaleCoordinatrice: Sara Massini

La commissione propone azioni tese al coinvolgimento dei giovani nelle politiche internazionali di cooperazione e di scambi cultura-li. L’interesse generale è condiviso anche con altre commissioni portando avanti iniziative, progetti e campagne interdisciplinari. La commissione continua a sostenere le partnership già esistenti attivandone delle altre e portando avanti campagne e progetti sul territorio.Si ritiene importante continuare il lavoro iniziato con l’European Youth Forum al fine di contribuire, in modo propositivo e costrutti-vo, alle nuove sfide che i giovani europei stanno affrontando.

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L’idea del progetto GeM 2.0 – Giovani e Mobilità, proposto dalla Commissione Esteri, Mobilità e Coope-razione Internazionale riprende da GeM – Giovani e Mobilità il concetto cardine sulla consapevolezza dei giovani sulla mobilità transnazionale, come mezzo fondamentale attraverso il quale si possono realmente incrementare le proprie possibilità di occupazione e di potenziamento del proprio sviluppo personale.Accrescere il capitale umano, significa rafforzare la competitività dei giovani in ottica di un contesto sempre più globale dove le competenze interdisciplinari e multi linguistiche hanno un’importanza rilevante. Inoltre, si ritiene che le attività di mobilità internazionale contribuiscono attraverso la conoscenza dell’altro a com-battere le devianze xenofobe, individualiste e di intolleranza.Uno dei bisogni individuati è quello della divulgazione delle informazioni pratiche sulle opportunità presen-ti, infatti grazie al questionario si informeranno direttamente i giovani delle associazioni afferenti al Forum. Da un lato promozione dall’altro analisi dei dati che ci permetterà di instaurare un dialogo consapevole con le istituzioni preposte affinché si possano avanzare idee innovative relative alla mobilità dei giovani in generale.In aggiunta ai risultati ottenuti dalla prima edizione della ricerca, quello che si vuole mettere in evidenza in GeM 2.0: Giovani e Mobilità è aggiornare i dati, fornire nuovi input ai giovani che hanno voglia o necessità di fare esperienza all’estero, ma anche di avvisare sui cambiamenti che avverranno nel 2014 sui programmi di mobilità.

GeM 2.0 : Giovani e Mobilità: background della ricerca e obiettivi– a cura di Giuseppe Craparo e Laura Birtolo

La ricerca “GEM 2.0” nasce come riedizione e approfondimento della ricerca “G.E.M: Giovani e Mobilità”, alla luce della nuova configurazione dei programmi europei dedicati alla mobilità internazionale dei giovani. L’Europa nel 2014 avvia “Erasmus+” che già nella sua natura di unificazione di esperienze di formazione fruite in diversi contesti (formali e non formali) dà una direzione ben precisa agli obiettivi che attraverso il programma si vogliono raggiungere. La crisi mondiale ha avuto come primo e più importante effetto quello di rendere il mondo del lavoro poco accessibile ai giovani. Dunque, nonostante la moltitudine di opportunità offerte dall’Europa e le competen-ze acquisite nei diversi contesti formativi, i giovani hanno giovato di una parte delle esperienze all’estero (quelle incluse nel mondo dell’educazione non formale) più come esperienze di vita che come possibilità reale di creazione di un bagaglio di competenze spendibili nel mondo del lavoro. Il primo obiettivo del nuovo programma di mobilità è quello di rendere queste opportunità – siano esse di educazione non formale sia di educazione formale – riconosciute dal mondo del lavoro aumentando, in tal senso, per i giovani l’accesso al lavoro. In un mondo in cui la globalizzazione non è un miraggio ma una realtà, in cui le frontiere sono sempre più valicabili, in cui le culture “diverse” quotidianamente si incontrano per dar vita ad un dialogo interculturale nuovo, non ci si può non fermarsi a riflettere sulle effettive opportunità messe a disposizione dall’Europa e dalle sue istituzioni. L’Europa è un bacino di metodi, azioni ed esperienze che si nutrono dei diversi retro-terra culturali in cui nascono e crescono per poi espandersi nel resto del territorio.

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La diversità culturale, oggi come non mai, è agli occhi di tutti una risorsa fruibile velocemente e spendibile in un ampio spazio geo-grafico. Sono disposti, ogni giorno, bandi e programmi per acqui-sire conoscenze, riconoscere le competenze e investirle in nuove attività. La mobilità internazionale è sinonimo di opportunità di formazione, lavoro e volontariato e, soprattutto, di crescita perso-nale e sociale. I giovani, oggi, possono, e usano, la mobilità come strumento di sviluppo delle proprie competenze e qualità. Il libro verde sulla mobilità giovanile afferma che «La mobilità per l’ap-prendimento, ovvero la mobilità transnazionale volta all’acquisizio-ne di nuove competenze, è uno dei mezzi fondamentali attraverso i quali una persona, soprattutto se giovane, può incrementare le proprie possibilità di occupazione e potenziare il proprio sviluppo personale. Gli studi confermano che la mobilità per l’apprendimen-to accresce il capitale umano, dato che gli studenti acquisiscono nuove conoscenze e sviluppano nuove competenze linguistiche e interculturali. Inoltre i datori di lavoro riconoscono e apprezzano tali vantaggi. Gli Europei che sperimentano la mobilità da giovani studenti hanno maggiori possibilità di essere mobili anche più tardi nella vita, sul mercato del lavoro» (libro verde http://ec.europa.eu/education/lifelong-learningpolicy).

La Commissione Europea punta a far diventare la mobilità interna-zionale un’opportunità per tutti, sia per aumentare la competitività sia per sostenere la cittadinanza europea.

Ci si è dunque chiesti quale fosse la situazione in Italia e si è de-ciso di portare avanti una ricerca pilota che si proponesse come strumento di monitoraggio futuro della mobilità internazionale in Italia, sondando tanto le motivazioni che spingono a partire, quan-to le informazioni sulle opportunità all’estero e come queste sono veicolate. Come verrà descritto di seguito, infatti, la ricerca “GeM 2.0” si preoccupa di comprendere quanti e quali tipologie di giova-ni viaggiano, quanti si muovono attraverso i programmieuropei, e quali sono sia le aspettative che le reali competenze che un giova-ne si porta con sé al termine di un’esperienza all’estero.

L’ipotesi di ricerca si basa sull’idea che possa esistere una corre-lazione tra quantità di informazione diffusa, conoscenza e parte-cipazione ai programmi europei.Inoltre, si è cercato di valutare il ruolo che l’esperienza pregressa e le aspettative future hanno nel reiterare le esperienze di mobilità. In questa seconda edizione sono state esplorate anche la quantità d’informazioni che i giovani hanno sul programma Erasmus plus, le certificazioni delle competenze e l’educazione non formale, capi-saldi della mobilità europea futura.

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Contesto e analisi dei bisogni

Alla luce delle crescenti sfide che le giovani generazioni affrontano per la propria cresci-ta personale e professionale, la mobilità internazionale per motivi di studio, lavoro e di volontariato rappresenta una ricca esperienza di vita e di apprendimento in settori for-mali e non formali. L’ idea del progetto che ha dato vita alla ricerca “GeM 2.0” parte dalla consapevolezza che la mobilità internazionale è uno dei mezzi fondamentaliattraverso cui una persona può incrementare le proprie possibilità di occupazione e potenziare il proprio sviluppo personale allo scopo di affrontare al meglio le sfide quotidiane. Ac-crescere il capitale umano significa rafforzare la competitività dei giovani,in una società sempre più globalizzata dove le competenze interdisciplinari e multilinguistiche hanno un’importanza rilevante. Per tal motivo, si ritiene che le attività di mobilità internazionale contribuiscano, attraverso la conoscenza dell’altro, a combattere le devianze xenofobe, individualiste e di intolleranza. Con il progetto di ricerca “GeM: 2.0” ci si è interrogati sulla frequenza della mobilità giovanile internazionale in Italia, sulle motivazioni che spingono a farlo o meno e su quanto la divulgazione delle informazioni pratiche sulle opportunità presenti favorisca tale frequenza. Da questi scopi generali nasce l’idea di un booklet informativo di divulgazione dei risultati della ricerca che possa fungere da punto di in-terrogazione per le istituzioni preposte al sostegno della mobilità internazionale e alle associazioni con lo stesso scopo in Italia sia sul versante informativo sia su quello crea-tivo di spinta al miglioramento degli strumenti ad oggi presenti per favorire la mobilità internazionale giovanile.

Il progetto di ricerca GeM 2.0 si compone di tre fasi volte alla raccolta dei dati:

- Fase 1: Sensibilizzazione e redazione del questionario ad opera dello Steering Group del progetto;- Fase 2: costruzione e lancio del sito internet www.giovaniemobilita.it ;- Fase 3: Pubblicazione del questionario virtuale sul sito www.giovaniemobilita.it e ste-sura del report;

Obiettivi generali del progetto GeM 2.0

- Avere un overview della conoscenza delle opportunità di mobilità internazionale in Italia;- Imbastire azioni di confronto e momenti di elaborazione con le Istituzioni preposte alla promozione, valutazione e riconoscimento delle attività di mobilità e di educazione non formale;- Impegnare le associazioni “di settore” nella divulgazione e promozione delle proprie attività al fine di incrementare il numero di associazioni e giovani consapevoli;

Risultati attesi del progetto GeM 2.0

Tra i risultati attesi vi è una maggiore diffusione delle informazioni circa i bandi e i pro-grammi e l’elaborazione di idee innovative che accompagnino il dialogo tra i giovani e i principali stakeholders per una maggiore promozione delle attività di mobilità interna-zionale. Ulteriore risultato atteso è un maggiore sostegno nella promozione di tali atti-vità da parte delle Istituzioni e Autorità competenti, attuando anche forme di riconosci-mento che contribuiscano a incentivare i giovani alla partecipazione attiva permettendo una maggiore consapevolezza dell’importanza di questi strumenti.Inoltre ci si aspetta di chiarire la conoscenza e diffusione della certificazione europee delle competenze e la conoscenza e diffusione delle metodologie di educazione non formale per imbastire azioni consapevoli e forti di promozione.

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Metodo di raccolta e analisi dei dati

La ricerca “GeM 2.0” è stata svolta tramite un questionario costrui-to dallo Steering Group preposto dalla Commissione Esteri, Mobili-tà e Cooperazione Internazionale del Forum Nazionale dei Giovani. Il questionario (vedi Appendice A) è strutturato in tre parti, si com-pone di 17 domande con diverse modalità di risposta (chiusa e aperta) e tre scale Likert a 5 e a 7 punti. La prima parte è relativa alle informazioni generali riguardanti età, genere, occupazione,grado di istruzione,frequenza nella mobilità internazionale in generale, esperienze all’estero e con i programmi europei dedicati, ostacoli incontrati nella mobilità. La seconda parte del questionario è quella più consistente. Ha l’obiettivo di definire le conoscenze relative ai programmi di mobi-lità e la frequenza del loro utilizzo. In particolare, approfondisce gli elementi relativi alle aspettative riposte in un’esperienza all’estero e alle effettive competenze acquisite in base ad un’auto-valutazio-ne delle stesse, e come questeabbiano una valenza nel riuscire ad accedere al mondo del lavoro. Una terza parte è dedicata alla valutazione dei risultati rispetto al-l’informazione diffusa riguardo i programmi di mobilità e i mezzi di comunicazione più efficaci. Valuta il livello di conoscenza di Era-smus+, dell’educazione non formale e delle certificazioni europee preposte al riconoscimento delle competenze. Quest’ultima parte, inoltre, raccoglie suggerimenti sulle strategie efficaci ed attuabili per la diffusione del nuovo programma.

Obiettivi della ricerca

- Valutare la conoscenza relativa ai programmi di mobilità interna-zionale rivolti ai giovani;- Valutare la frequenza di partecipazione ai programmi suddetti;- Valutare l’efficacia dei mezzi di comunicazione alla diffusione delle informazioni relative ai programmi di mobilità internazionale;- Valutare le esperienze all’estero: sia le aspettative sia le cono-scenze ecompetenze acquisite in tali occasioni e la loro valenza percepita nel trovare un lavoro; - Valutare la conoscenza del programma Erasmus+, delle certifica-zioni e dell’educazione non formale.

Analisi dei dati

Sono state effettuate, tramite il programma statistico SPSS, 19del-le statistiche descrittive (frequenza, tendenza centrale, deviazione standard).

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Per quanto concerne la distribuzione dei partecipanti su tutto il territorio nazionale, il 44.8 % (n = 78) provenivadal Nord, il 41.4 % (n = 72)dal Sud e solo il 12.6% (n = 22) dal Centro (Tabella1) .

Prima parte: i giovani intervistati, mobilità e ostacoli

La ricerca ha coinvolto un totale di 174 partecipanti di età compresa fra i 15 e i 36 anni (media = 25.60,), composto da 100maschi (57.5%) con una età media di 26 anni e 73 femmine (42.9%) con una età media di 25 anni: la differenza delle età medie fra i due gruppi non è risultata statisticamente significativa. Solo un partecipante non ha dichiarato il genere di appartenenza.

È interessante rilevare la presenza di differenze significative tra i due gruppi (maschi e femmine) per quanto concerne la percentuale degli universitari, maggiore nelle femmine (18.9% vs 17.2% nei maschi), e quella degli inoccupati, maggiore nei maschi (17,2% vs 5.9% nelle femmine) (vedi Tabella 4).

Dalle analisi della distribuzione di frequenza incrociate per le variabili area geografica e genere, è emerso che tra i maschi: 10 (5.8%) provenivano dal Centro, 46 (26.6%) dal Nord, 42 (24.3%) dal Sud, due non avevano dichiarato l’area di provenienza; del gruppo delle femmine, 12 (6.9%) provenivano dal Centro, 31 (17.9%) dal Nord, 30 (17.3%) dal Sud (Tabella 2).Per quanto riguarda l’occupazione prevalente del campione, la maggior parte erano studenti universitari (n = 61; 35.9%),seguiti dai lavoratori (n = 46; 27.1%) e dagli inoccupati (n = 39; 22.9%). Il 7.1% (n = 12) del campione era studente delle scuole superiori mentre il 6.5% (n = 11) erano stagisti, solo lo 0.6% (n = 1) del nostro campione era studente-lavoratore (Tabella 3).

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Nel campione complessivo, la maggior parte degli inoccupati proveniva dal Sud (11.2%) mentre la fetta più ampia di giovani lavoratori del campione (11.8%) proveniva dal Nord così come gli universitari (14.7%) (Tabella5).

È interessante rilevare la presenza di differenze significative tra i due gruppi (maschi e femmine) per quanto concerne la percentuale degli universitari , maggiore nelle femmine (18.9% vs 17.2% nei maschi), e quella degli inoccupati, maggiore nei maschi (17,2% vs 5.9% nelle femmine) (vedi Tabella 4).

Incrociando i dati del grado di istruzione con la tipologia di occupazione è stato rilevatoche la maggior parte dei giovani occupatierano in possesso di una laurea magistrale (il 12%), così come la maggior parte degli inoccupati(il 10.8%) (Tabella 7). Dalla comparazione dei dati relativi alla provenienza e al livello di istruzione è emerso che la maggior parte dei partecipanti con una laurea magistrale il 16.3% proveniva dal Sud Italia, il 10.8% dal Nord,il 2.4% dal Centro.

Ultimo elemento descrittivo analizzato riguarda il grado di istruzione. Dai risultati è emerso che il 33.1% aveva un diploma di scuola superiore, il 30.1% una laurea magistrale, il 22.9% una laurea triennale, il 12% un master, l’1.8% era in possesso di una licenza di scuola media inferiore (Tabella 6)

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Incrociando mobilità e titolo di studio, il 32.7% del nostro campione era composto da diplomati, il 30.9% erano in possesso di una laurea magistrale, Il 22.7% di una lau-rea triennale, l’11.7% aveva una specializza-zione post-laurea.

In merito ai motivi della scelta ad andare all’esterno, per il 39% era dovuto ad esigen-ze turistiche, per il 28.4% alla formazione, per il 12.9%ad un motivo non specificato, per il 10.3% ad un tirocinio, per il 9.5% al lavoro(Tabella 13)

Tra i giovani che non erano andati all’estero (solo il 2.3% del nostro campione), la motivazione più frequente (Tabella 14)era la mancanza di disponibilità economica (83.3%) rispetto alla mancanza di interesse (16.7%). Dei giovani che erano stati all’estero,le mete più visitate in ordine erano:Europa centrale (27%), Europa del sud (21.7%), Europa del nord (19.7%), Paesi al di fuori del-l’Europa (17.3%), Europa dell’Est (14.4%)(Tabella 15).

Nel 78.4% di coloro che erano stati all’estero, in un pae-se al di fuori dell’Europa,avevano avuto problemi con i documenti. Nello specifico, il 34.4% dei casi riguardava

la richiesta del visto, il 3.1% la richiesta sia di visto che del permesso di soggiorno,l’1.9% del solo permesso di sog-giorno (Tabella 16). È emerso inoltre che le difficoltà relative alla mobilità internazionale non erano elevate: generalmente il campione ha considerato “più o meno normale” i costi necessari per tali esperienze, così come le procedure necessarie per richiedere i documenti, ove necessario. “Normale” era anche la difficoltà esperita nella raccolta dei documenti così come delle tempistiche a disposizione per farlo (Tabella 17).

Insomma, andare all’Estero è semplice! E questo risulta coerente con il fatto che le maggiori difficoltà rilevate nel nostro campione sembrano riguardare i costi. Rispetto a questa variabile è interessante notare che per quanto i costi per andare all’estero siano valutati come“più o meno normali”, il costo richiesto risulta comunque oneroso da sostenere per il nostro campione che, come si ricorderà, è composto, per la maggior parte, da giovani universitari.

I risultati ottenuti evidenziano che il 97.7 % degli intervistati aveva già fatto una esperienza di mobilità all’estero (Tabella 9); la maggior parte dei quali erano maschi (56.6% contro il 41% delle femmine).

In merito al rapporto fra mobilità e tipologia di occupazione, la maggior parte dei giovani erano universitari (35.9%), il 27.1% lavoratori e il 20.6% inoccupati. Il 7.1% erano studenti delle scuole superiori, il 6.5% stagisti. Solo uno(0.6%) era studente lavoratore (Tabella 11).

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In questa parte sono stati analizzati i dati relativi alle conoscenze dei programmi euro-pei di mobilità e la frequenza del loro utiliz-zo. Inoltre, sono stati rilevati dati interessanti rispetto alla valutazione delle aspettative riposte in un’esperienza all’estero e alle ef-fettive competenze acquisite in base ad un’auto-valutazione delle stesse. Infine,è stato analizzato il rapporto tra aspettative, competenze acquisite e come queste, se-condo il campione, influiscono sull’accesso al mondo del lavoro.

Coerentemente con la natura del campione, il programma europeo più conosciuto è ri-

sultato l’Erasmus universitario (20.8%) seguito dal Leonardo da Vinci (14.9%) e dal Servizio Volontario Euro-peo (13.9%); con la stessa percentuale la conoscenza relativa al intercultura (10.6%) e gli scambi giovanili con il programma gioventù in azione (10.6%). Agli ultimi posti per riconoscimento da parte del nostro campione sono i training course con il programma gioventù in azione, il comenius, il grundtvig e i workcamp (Vedi ta-bella 19).

Del 50% di chi non utilizza i programmi europei, le moti-vazioni più frequenti sono di tipo specifico (il 34%) e sono riassumibili in tre grandi aree: “non hanno mai avuto l’oc-casione”, “hanno iniziato a lavorare”, “hanno fatto espe-rienze di lungo termine all’estero in precedenza (come l’università o hanno vissuto l’infanzia in un altro paese)”. Seguono la mancanza di risorse economiche (27.7%) e la mancanza di tempo (22.3%). Infine, la disinformazione è anche tra le motivazioni di non partecipazione ai pro-grammi (10%).

È interessante il dato che, rispetto alla mobilità con i programmi europei, specifica quali tipi di azioni sono maggiormente utilizzate (Tabella 20). Naturalmente (Tabella 21) quello più utilizzato è l’Erasmus (30.4%), seguito da training course (22.8%) e dagli scambi interculturali (19.6%) con il programma gioventù in azione. Agli estremi opposti si situano i programmi grundtvig, intercultura e comenius. Ad un livello medio basso, invece, troviamo il Leonardo da vinci (8.2%), il Servizio di Volontariato Europeo (7%) e i workcamp (5.7%).

In questa parte sono stati analizzati i dati relativi alle conoscenze dei programmi europei di mobilità e la frequenza del loro utilizzo. Inoltre, sono stati rilevati dati interessanti rispetto alla valutazione delle aspettative riposte in un’esperienza all’estero e alle effettive competenze acquisite in base ad un’auto-valutazione delle stesse. Infine,è stato analizzato il rapporto tra aspettative, competenze acquisite e come queste, secondo il campione, influiscono sull’accesso al mondo del lavoro.

Coerentemente con la natura del campione, il programma europeo più conosciuto è risultato l’Erasmus universitario (20.8%) seguito dal Leonardo da Vinci (14.9%) e dal Servizio Volontario Europeo (13.9%); con la stessa percentuale la conoscenza relativa al intercultura (10.6%) e gli scambi giovanili con il programma gioventù in azione (10.6%). Agli ultimi posti per riconoscimento da parte del nostro campione sono i training course con il programma gioventù in azione, il comenius, il grundtvig e i workcamp (Vedi tabella 19).

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Prima di andare ad esplorare quali sono le aspettative del nostro campione quando si avvicina ad una nuova esperienza all’estero e, di conseguenza, anche quanto si aspetta che tali esperienze contribuiscano ad una accessibilità maggiore al mondo del lavoro, è bene valutare quali sono stati gli outcomes che i giovani intervistati hanno ravvisato nelle loro esperienze di mobilità. Il nostro campione, nel 97.7% dei casi, aveva già fatto esperienze di mobilità all’estero, dichiarandosi d’accordo o fortemente d’accordo sulle affermazioni che riguardavano: l’aver imparato a vivere in un ambiente multiculturale, l’acquisizione di conoscenze sulle diverse tradizioni locali, il miglioramento della lingua inglese e l’apprendimento della lingua del luogo. Inoltre,erano d’accordo nell’affermare che tali esperienze all’estero avevano favorito l’apprendimento di nuove competenze e che avevano dato loro modo di mettere in rilevo le differenze con il proprio paese d’origine, ma ciò era da attribuire a tali esperienze così come al cambiamento di opinione sulla cultura del luogo (vedi Tabella 22).

Sulla base di questi elementi,ci si è posti il seguente interrogativo: cosa si aspettano i giovani del nostro campione da una esperienza all’estero?

Come si può evincere dal grafico a torta, la maggior parte dei giovani intervistati si aspetta di conoscere una nuova cultura (22.8%) o di imparare una nuova lingua (20,8%), per il 18.4% c’è l’aspettativa di arricchire il curriculum, quindi la possibilità di conoscere persone nuove (17.3%). Pochissimi si aspettano di trovare lavoro all’estero (Tabella 23). Tale ultimo dato è corroborato dalla risposta al quesito su: “quanto le tue esperienze all’estero con questi programmi ti hanno permesso di trovare più facilmente lavoro”. La mag-gior parte dei partecipanti ha risposto 1 su una scala da 1 a 10.

Fino ad oggi, dunque, e per il campione considerato, le esperienze all’estero (che per il nostro campione sono per la maggior parte erasmus universitario, scambi e training course con il programma gioventù in azione) non hanno prodotto una maggiore occupazione.

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In questa ultima parte valuteremo i risultati sull’informazione diffusa circa i programmi di mobilità e i mezzi di comunicazione più efficaci. Valuteremo quale è ad oggi il livello di conoscenza di Erasmus+, dell’educazione non formale e delle certificazioni europee preposte a tali riconoscimenti. In quest’ultima parte, inoltre, sono stati raccolti anche i suggerimenti rispetto a strategie efficaci ed attuabili per la diffusione del nuovo programma. Come si diceva prima, uno dei dati che emerge dalla ricerca è che la disinformazione è tra le cause della non partecipazione ai programmi europei. Ad oggi, sono diverse le campagne pubblicitarie e i mezzi di comunicazione utilizzati al fine di diffondere tra i giovani la conoscenza di tali programmi, e ognuno ha la propria valenza.

Dall’analisi dei dati emerge che il livello di trasmissione delle informazioni tramite internet è “buono” e nello stesso range si trovano le reti amicali e le associazioni giovanili e le newsletter. Le istituzioni quali le scuole e l’università sono considerate mediocri. I mezzi di comunicazione di massa classici quali la stampa, la tv, la radio sono considerati insufficienti nella loro funzione di diffusione delle informazioni rispetto alle opportunità di mobilità internazionale per i giovani con i programmi europei (Tabella24). Per quanto riguarda la conoscenza del nuovo programma Erasmus+, il nostro campione ha dichiarato per il 35.2% di aver sentito parlare di questo nuovo programma; il 31.8% di aver seguito l’intero processo di costituzione dei nuovi capisaldi del programma mentre il 29% di non aver assolutamente idea di cosa si trattasse.

Per quanto riguarda la conoscenza del nuovo programma Erasmus+, il nostro campione ha dichiarato per il 35.2% di aver sentito parlare di questo nuovo programma; il 31.8% di aver seguito l’intero processo di costituzione dei nuovi capisaldi del programma mentre il 29% di non aver assolutamente idea di cosa si trattasse.

Coloro che ne avevano sentito parlare e che avevano seguito il processo della costruzione del nuovo programma, avevano appreso la maggior parte delle informazioni in iniziative promosse da associazioni giovanili (34%); seguono i siti web di riferimento con il 29% e, infine, le campagne di promozione e sensibilizzazione da parte delle rappresentanze italiane delle Istituzioni Europee (come ad esempio: Convegni, campagne promozionali istituzionali) (21.2%).

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Infine, osservando la tavola di contingenza che incrocia i dati delle attività svolte all’estero con la mobilità dei giovani con i programmi europei, si può notare come nel 39% delle esperienze erano stati utilizzati sia metodi di educazione non formale che di educazione formale. Nel 36% dei casi solo metodi di educazione non formale, mentre nel 18% dei casi solo attività di tipo formale (Tabella 31).

Insomma, nelle esperienze dei giovani del campione, esiste già, per quanto concerne i programmi europei, quella commistione di educazione non formale e formale ormai attuata ufficialmente nel nuovo programma Erasmus+.

Riguardo alle fonti “alternative” di conoscenza sul programma, sono stati citati dal nostro campione più volte sia l’Agenzia nazionale per i giovani che la rete amicale; altra fonte di approfondimento sul programma Erasmus+ è stato l’aggiorna-mento fatto in maniera personale, presso enti di formazione o corsi ad hoc, per chi lavora nell’ambito della progetta-zione europea. Agli intervistati è stato chiesto anche di dare dei consigli in merito alle strategie più opportune per comunicare ai giovani italiani le regole della nuova mobilità in Europa a partire dal 2014. Il nostro campione consiglia di incentivare le iniziative da parte delle associazioni giovanili (28.6% ), in secondo luogo ci propone di promuovere delle lezioni a scuola (27%) e di sostenere campagne promozionali in tv (25.1%). Considerano come efficaci, anche se meno rispetto a quelle sopra elencate, le campagne promosse dalle istituzioni europee (17.1%) (Tabella 28). Ci accingiamo quindi ad analizzare i dati relativi alla conoscenza delle metodologie di educazione non formale e delle certificazioni europee nell’ambito dei programmi dedicati ai giovani. Solo il 31.8% degli intervistati sapeva di cosa si stesse parlando, mentre il 68.2% no (Tabella 29). La percentuale di giovani che conosceva certificazioni ed educazione non formale era così distribuita: il 16.5% conosceva solo lo youthpass, a questo si aggiunge un 6.3% che conosceva sia lo youthpass sia l’educazione non formale e un 1.7% che conosceva sia lo youthpass sia altre certificazioni (come l’europassmobility). Il 4.5% era informato solo sui metodi di educazione non formale (Tabella 30). Insomma si può parlare di un numero esiguo di intervistati a conoscenza dei metodi e delle certificazioni nell’ambito della mobilità europea per i giovani.

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ISTRUZIONI

Il Forum Nazionale dei Giovani nell’ambito del progetto G.E.M (Giovani e Mobilità) sta conducendo una ricerca sul mobilità internazionale nei giovani italiani. Il questionario che ti sottoponiamo ha lo scopo di approfondire alcuni aspetti delle tue esperienze di vita in tale ambito; I dati verranno utilizzati solo a scopo di ricerca e non verranno rivelati a terzi nel rispetto della privacy garantita dal Decreto Legge del 30 giugno del 2003, n. 196.

Ti preghiamo di rispondere con sincerità poiché ciò che dichiarerai non sarà oggetto di giudizio ma servirà a rendere completa la ricerca.

1. Doveabiti?___________________________________________________________

2. Età____________

3. Genere

□ Maschio

□ Femmina

4. Occupazione

□ Studente scuola superiore

□ Studente universitario

□ Occupato

□ Inoccupato

□ Frequento un corso di formazione professionale

□ Stagista

5. Istruzione:

□ Scuola media inferiore

□ Scuola media superiore

□ Diploma di laurea triennale

□ Diploma di laurea magistrale

□ Master

6. Seimaistatoall’estero?

□ Si per .... (puoi segnare anche più di una risposta)

□ ....lavoro

□ ....formazione

□ ....turismo

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□ ....tirocinio/apprendistato

□ altro

□ No , perché....

□ ....nonmiinteressa

□ ....nonhodisponibilitàeconomiche

□ ....nonhotempo

□ ....nonsononatoinItaliaenonhoancoraidocumenti necessariperquestiprogrammi

□ altro

6.1 Rispondisolosehairisposto“si”alladomandaprecedente?

Hai mai avuto bisogno di uno dei seguenti documenti?

□ ....Visto

□ ....PermessodiSoggiorno

□ ....entrambi

□ ....nessunodeidue

6.2 Rispondi solo se hai risposto “si” alla domanda

PerqualiPaesihaiavutobisogno/haifattorichiestadiVistoe/oPermessodiSoggiorno?

□ ....Paesidell’UnioneEuropea

□ ....Paesinondell’UnioneEuropea

6.3 Rispondi solo se hai risposto “si” alla domanda

Che tipo di difficoltà hai incontrato (sbarra una o più caselle, per ognuna di quelle segnate indica il grado di difficoltà con una crocetta):

normale più o meno normale difficile molto difficile

(1) (2) (3) (4)

□ Costi elevati 1234

□ Procedure complesse e/o poco chiare 1234

□ Raccoltadeidocumentirichiesti 1234

□ Tempistiche 1234

□ Altro 1234

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7 Nelle tue esperienze all’estero, dove sei stato?

(Puoi scegliere anche più di una risposta)

□ Europa del Nord

□ Europa Centrale

□ Europa dell’Est

□ Europa del Sud

□ Al di fuori dell’Europa

8 I programmi di mobilità che conosco sono (può scegliere anche più di una risposta):

□Erasmus

□Scambio giovanile con il programma Gioventù in Azione

□Training Course con il programma Gioventù in Azione

□Leonardo Da Vinci

□Comenius

□Grundvig

□ Intercultura

□SVE(ServizioVolontarioEuropeo)

□Workcamps

9 Hai mai partecipato ad uno di questi programmi?

□Si,quale/i_______________________________________________________________________

□No,perchè.........

□...nonnesonulla

□....nonmiinteressa

□....nonhodisponibilitàeconomiche

□....nonhotempo

□....nonsononatoinItaliaenonhoancoraidocumenti necessariperquestiprogrammi

□altro:_________________________

10 Da una esperienza all’estero ti aspetti di (segna con un crocetta massimo due opzioni tra quelle

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proposte):

□conoscereunaculturanuova

□Imparareunanuovalingua

□Conoscerepersonenuove

□Divertirti

□Arricchireilmiocurriculum

□Trovarelavoro

□Nulla

11 Le informazioni sui programmi europei che conosco provengono da (sbarra una o più caselle, per ognuna di quelle segnate indica la qualità segnando con una crocetta il suo valore):

insufficientemediocresufficientebuonoeccellente

(1) (2) (3) (4) (5)

□Eurodesk 12345

□Televisione 12345

□Stampa 12345

□Radio 12345

□internet 12345

□conoscenti/amici 12345

□associazioni giovanili 12345

□Newsletter 12345

□università/scuola 12345

□Altro 12345

12 Sehaifattoesperienzeall’estero, leggi leseguentiaffermazionierispondialladomandaproposta segnando con una crocetta il valore che ritieni più opportuno. Pensando alle tue esperienzeall’estero,quantosonovereleseguentiaffermazioni?

Fortemente d’accordo D’accordo In disaccordo Fortemente in disaccordo

(1) (2) (3) (4)

Hoacquisitoconoscenzesullalinguadelluogo 1234

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Homiglioratolamiaconoscenzadell’inglese 1234

Hoacquisitoconoscenzesullediversetradizionilocali 1234

Ho avuto difficoltà ad ambientarmi 1 2 3 4

Hocambiatolamiaopinionesullepersoneesullaculturadelluogo 1234

Hoprolungatoilmioperiododipermanenza 1234

Hoacquisitonuovecompetenze 1234

Ho visto molte differenze con il mio Paese di origine 1 2 3 4

Hoimparatoavivereinunambientemulticulturale 1234

13 Hai mai sentito parlare di “Erasmus plus”? Dal prossimo Gennaio 2014 cambieranno leregole della mobilità in Europa e le opportunità formative offerte dall’ Unione Europa (puoi scegliere anche più di una risposta):

□Si,hoseguitoilprocesso

□Nehosentitoparlare,manonsobenedicosasitratti

□Nonneavevoidea

13.1 Se si, dove ne hai sentito parlare?

□Neisitiwebdiriferimento

□ Campagne di promozione e sensibilizzazione da parte delle rappresentanze italiane delleIstituzioniEuropee(es:Convegni,campagnepromozionali)

□Iniziativedapartedelleassociazionigiovanili(es:Convegni,campagnepromozionali)

□Ascuola

□ Altro, specificare …….

13.2 Quali pensi siano le strategie più opportune per comunicare ai giovani italiani le regole della nuova mobilità in Europa a partire dal 2014 (segna con un crocetta massimo due opzioni tra quelle proposte)

□CampagnepromozionaliinTV

□ Campagne di promozione e sensibilizzazione da parte delle rappresentanze italiane delleIstituzioniEuropee(es:Convegni,campagnepromozionali)

□Iniziativedapartedelleassociazionigiovanili(es:Convegni,campagnepromozionali)

□Lezioniascuola

□Nonso

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14 Conosci le certificazioni e lemetodologie formativenell’ambitodei programmi giovanilieuropei ed internazionali?

□Si

□No

Se si, danne qualche esempio: …..

15 Sai cos’è lo Youth Pass?

□Si

□No

16 Che tipo di attività educativo/formative hai seguito durante i programmi di mobilità a cui hai partecipato?

□EducazioneFormale

□EducazioneNonFormale

□Entrambe

17 Su una scala da 1 a 10 (dove 1 è il punteggio minimo e 10 il punteggio massimo) indica quanto le tue esperienze all’estero con questi programmi ti hanno permesso di trovare più facilmente lavoro.

(inserisciquiaffiancounvaloreda1a10)___________________

TI RINGRAZIAMO PER LA TUA COLLABORAZIONE! ☺

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APPENDICE B

Tabella 1

 località   

  Frequency  Percent  ValidPercent 

Cumulative 

Percent 

Valid    2  1,1  1,1  1,1 

CENTRO  22  12,6  12,6  13,8 

NORD  78  44,8  44,8  58,6 

SUD  72  41,4  41,4  100,0 

Total  174  100,0  100,0   

Tabella 2

 genere * località Crosstabulation 

 localita 

Total   CENTRO  NORD  SUD 

genere  maschio  Count  2  10  46  42  100 

% of Total  1,2%  5,8%  26,6%  24,3%  57,8% 

femmina  Count  0  12  31  30  73 

% of Total  ,0%  6,9%  17,9%  17,3%  42,2% 

Total  Count  2  22  77  72  173 

% of Total  1,2%  12,7%  44,5%  41,6%  100,0% 

Tabella 3

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Tabella 4

Tabella 5

Tabella 6

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Tabella 7

Tabella 8

Tabella 9

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Tabella 10

Tabella 11

Tabella 12

Tavola di contingenza instruzione * Mobilita 

  Mobilita  Totale 

0  1 

instruzione 

media inferiore 

Conteggio  0  3  3 

% entro instruzione  0,0%  100,0%  100,0% 

% entro Mobilita  0,0%  1,9%  1,8% 

media superiore 

Conteggio  2  53  55 

% entro instruzione  3,6%  96,4%  100,0% 

% entro Mobilita  50,0%  32,7%  33,1% 

laurea triennale 

Conteggio  1  37  38 

% entro instruzione  2,6%  97,4%  100,0% 

% entro Mobilita  25,0%  22,8%  22,9% 

laurea magistrale 

Conteggio  0  50  50 

% entro instruzione  0,0%  100,0%  100,0% 

% entro Mobilita  0,0%  30,9%  30,1% 

master 

Conteggio  1  19  20 

% entro instruzione  5,0%  95,0%  100,0% 

% entro Mobilita  25,0%  11,7%  12,0% 

Totale 

Conteggio  4  162  166 

% entro instruzione  2,4%  97,6%  100,0% 

% entro Mobilita  100,0%  100,0%  100,0% 

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Tabella 13

Perché sei stato all’estero? 

  Risposte  Percentuale di casi 

N  Percentuale 

Esperienza all’estero a 

Per lavoro  33  9,5%  20,1% 

Per formazione  99  28,4%  60,4% 

Per turismo  136  39,0%  82,9% 

Per tirocinio  36  10,3%  22,0% 

Per altro  45  12,9%  27,4% 

Totale  349  100,0%  212,8% 

a. Gruppo a dicotomie incluso nella tabella al valore1. 

Tabella 14

Non vado all’estero perché.. 

  Risposte  Percentuale di casi 

N  Percentuale 

Non vado 

all’esteroperchè a 

Non mi interessa  1  16,7%  16,7% 

Non ho soldi  5  83,3%  83,3% 

Totale  6  100,0%  100,0% 

a. Gruppo a dicotomie incluso nella tabella al valore1. 

Tabella 15

Frequenze dove sono stati 

  Risposte  Percentuale di casi 

N  Percentuale 

Dove sono stati a 

Europa del nord  89  19,7%  53,9% 

Europa centrale  122  27,0%  73,9% 

Europa dell’est  65  14,4%  39,4% 

Europa del sud  98  21,7%  59,4% 

Fuori dall’Europa  78  17,3%  47,3% 

Totale  452  100,0%  273,9% 

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Tabella 16

Frequenze documenti 

  Risposte  Percentuale di casi 

N  Percentuale 

documenti a 

Documenti per il 

visto 55  34,4%  34,4% 

Permesso di 

soggiorno 3  1,9%  1,9% 

Entrambi i 

documenti 5  3,1%  3,1% 

Nessun 

documento 97  60,6%  60,6% 

Totale  160  100,0%  100,0% 

a. Gruppo a dicotomie incluso nella tabella al valore1. 

 

 

Tabella 17 Frequenze difficoltà con i documenti 

  Risposte  Percentuale di casi 

N  Percentuale 

Difficoltà con i documenti a 

In Europa  16  21,6%  22,2% 

Al di fuori 

dell’Europa 58  78,4%  80,6% 

Totale  74  100,0%  102,8% 

a. Gruppo a dicotomie incluso nella tabella al valore1. 

Tabella 18

Che tipo di difficoltà hai incontrato 

  costi  procedure  documenti  tempi  altro 

N  Valid  105  100  99  103  62 

Missing  69  74  75  71  112 

Mode  2  2  1  1  1 

Variance  ,695  ,761  ,604  1,020  ,608 

Minimum  1  1  1  1  1 

Maximum  4  4  4  4  4 

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Tabella 19

Frequenze conoscenza dei programmi europei 

  Risposte  Percentuale di casi 

N  Percentuale 

Programmi europei a 

erasmus  157  20,8%  94,6% 

scambio  77  10,2%  46,4% 

Training course  64  8,5%  38,6% 

Leonardo da vinci  112  14,9%  67,5% 

comenius  59  7,8%  35,5% 

grundtvig  41  5,4%  24,7% 

intercultura  80  10,6%  48,2% 

sve  105  13,9%  63,3% 

workcamp  58  7,7%  34,9% 

Totale  753  100,0%  453,6% 

a. Gruppo a dicotomie incluso nella tabella al valore1. 

Tabella 20

Frequenze tipologia di programmi europei utilizzati 

  Risposte  Percentuale di casi 

N  Percentuale 

Programmi europei di 

mobilità a 

Erasmus  48  30,4%  55,8% 

Scambi 

interculturali 31  19,6%  36,0% 

Training 

course 36  22,8%  41,9% 

Leonardo 

da vinci 13  8,2%  15,1% 

Comenius  1  0,6%  1,2% 

Grundtvig  6  3,8%  7,0% 

Intercultura  3  1,9%  3,5% 

SVE  11  7,0%  12,8% 

Workcamp  9  5,7%  10,5% 

Totale  158  100,0%  183,7% 

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Tabella 19

Frequenze conoscenza dei programmi europei 

  Risposte  Percentuale di casi 

N  Percentuale 

Programmi europei a 

erasmus  157  20,8%  94,6% 

scambio  77  10,2%  46,4% 

Training course  64  8,5%  38,6% 

Leonardo da vinci  112  14,9%  67,5% 

comenius  59  7,8%  35,5% 

grundtvig  41  5,4%  24,7% 

intercultura  80  10,6%  48,2% 

sve  105  13,9%  63,3% 

workcamp  58  7,7%  34,9% 

Totale  753  100,0%  453,6% 

a. Gruppo a dicotomie incluso nella tabella al valore1. 

Tabella 20

Frequenze tipologia di programmi europei utilizzati 

  Risposte  Percentuale di casi 

N  Percentuale 

Programmi europei di 

mobilità a 

Erasmus  48  30,4%  55,8% 

Scambi 

interculturali 31  19,6%  36,0% 

Training 

course 36  22,8%  41,9% 

Leonardo 

da vinci 13  8,2%  15,1% 

Comenius  1  0,6%  1,2% 

Grundtvig  6  3,8%  7,0% 

Intercultura  3  1,9%  3,5% 

SVE  11  7,0%  12,8% 

Workcamp  9  5,7%  10,5% 

Totale  158  100,0%  183,7% 

Tabella 21

Non utilizzo i programmi europei perché.. 

  Risposte  Percentuale di casi 

N  Percentuale 

Non utilizzo i programmi 

europei perché a 

No ne so nulla  10  10,6%  12,2% 

Non mi interessa  4  4,3%  4,9% 

Non ho i soldi  26  27,7%  31,7% 

Non ho tempo  21  22,3%  25,6% 

Non sono  italiano  1  1,1%  1,2% 

Altro   32  34,0%  39,0% 

Totale  94  100,0%  114,6% 

Tabella 22

Statistiche descrittive “cosa è successo con le esperienze all’estero” 

  N  Minimo  Massimo  Media  Deviazione std. 

Ho avuto difficoltà ad 

ambientarmi 176  0  4  3  1,041 

Ho prolungato il mio periodo 

di permanenza 176  0  4  3  1,089 

Ho cambiato la mia opinione 

sulle persone e sulla cultura 

del luogo 

176  0  4  2  ,807 

Ho visto molte differenze 

con il mio Paese di origine 176  0  4  2  ,864 

Ho acquisito conoscenze 

sulla lingua del luogo   176  0  5  2  ,855 

Ho acquisito nuove 

competenze 176  0  4  2  ,890 

Ho migliorato la mia 

conoscenza dell’inglese 176  0  4  2  ,762 

Ho acquisito conoscenze 

sulle diverse tradizioni locali

 

176  0  4  2  ,727 

Ho imparato a vivere in un 

ambiente multiculturale 176  0  4  1  ,719 

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Tabella 23

Frequenze aspettative 

  Risposte  Percentuale di casi 

N  Percentuale 

aspettative a 

Conoscere una nuova 

cultura 129  22,8%  75,9% 

Imparare una nuova 

lingua 118  20,8%  69,4% 

Conoscere persone 

nuove 98  17,3%  57,6% 

Divertirmi   67  11,8%  39,4% 

Arricchire il mio 

curriculum 104  18,4%  61,2% 

Trovare lavoro  48  8,5%  28,2% 

Nulla   2  0,4%  1,2% 

Totale  566  100,0%  332,9% 

a. Gruppo a dicotomie incluso nella tabella al valore1. 

Tabella 24

Statistiche descrittive “mezzi di comunicazione” 

  N  Minimo  Massimo  Media  Deviazione std. 

Radio   174  0  5  1  ,929 

Tv   174  0  5  1  1,021 

Altro   174  0  5  1  1,338 

Euro desk   174  0  4  1  1,165 

Stampa   174  0  5  1  1,026 

Università/ scuola  174  0  5  2  1,309 

Newsletter   174  0  5  4  1,481 

Associazione   174  0  5  4  1,454 

Amici   174  0  5  4  1,303 

Internet   174  0  5  4  1,305 

  Tabella 26

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Tabella 27

Dove ha sentito parlare di Erasmus plus? 

  Risposte  Percentuale di casi 

N  Percentuale 

Dove hai sentito parlare di 

Erasmus plus a 

Nei siti web di 

riferimento 60  29,6%  52,6% 

Campagne di 

promozione e 

sensibilizzazione 

43  21,2%  37,7% 

Iniziative da parte delle 

associazioni giovanili 69  34,0%  60,5% 

A scuola  13  6,4%  11,4% 

Altro   18  8,9%  15,8% 

Totale  203  100,0%  178,1% 

Tabella 28

Consigli per una promozione efficace 

  Risposte  Percentuale di casi 

N  Percentuale 

Consigli promozione 

efficace a 

Campagne promozionali 

in TV 100  25,1%  59,9% 

Campagne di 

promozione e 

sensibilizzazione da 

parte delle 

rappresentanze italiane 

delle Istituzioni Europee  

69  17,3%  41,3% 

Iniziative da parte delle 

associazioni giovanili 114  28,6%  68,3% 

Lezioni a scuola  109  27,3%  65,3% 

Non lo so   7  1,8%  4,2% 

Totale  399  100,0%  238,9% 

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Tabella 29

Conosci le certificazione e le metodologie dei programmi europei per i giovani? 

  Frequenza  Percentuale  Percentuale valida  Percentuale 

cumulata 

Validi 

NO  120  68,2  68,2  68,2 

SI  56  31,8  31,8  100,0 

Totale  176  100,0  100,0   

 

 

Tabella 30 

 

Conosci le certificazioni e le metodologie? Quali? 

  Frequenza  Percentuale  Percentuale valida  Percentuale cumulata 

Validi 

No, non le 

conosco 120  68,2  68,2  68,2 

Si, lo 

youthpass 29  16,5  16,5  84,7 

Si 

l’educazion

e non 

formale  

8  4,5  4,5  89,2 

Si, 

youthpass 

ed 

educazione 

non 

formale 

11  6,3  6,3  95,5 

SI, Altro  5  2,8  2,8  98,3 

Si, Altro e 

lo 

youthpass 

3  1,7  1,7  100,0 

Totale  176  100,0  100,0   

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Tabella 31

Tavola di contingenza mobilità con i programmi e attività  

Conteggio 

  attività  

Totale Nessuna   Educazione 

Formale 

Educazione 

non formale 

Entrambe 

 

Mobilità con 

i programmi 

NO  55  10  14  11  90 

Percentuale no  61 %,  10%  16%  13%  100% 

SI  6  15  30  33  84 

  Percentuale si  7%  18%  36%  39%  100% 

Totale  61  25  44  44  174 

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L’idea del progetto GeM 2.0 – Giovani e Mobilità, proposto dalla Commissione Esteri, Mobilità e Cooperazione Internazionale riprende da GeM – Giovani e Mobilità il concetto cardine sulla consapevolezza dei giovani sulla mobilità transnazionale, come mezzo fondamentale attraverso il quale si possono realmente incrementare le proprie possibilità di occupazione e di potenziamento del proprio sviluppo personale.

Accrescere il capitale umano, significa rafforzare la competitività dei giovani in ottica di un contesto sempre più globale dove le competenze interdisciplinari e multi linguistiche hanno un’importanza rilevante. Inoltre, si ritiene che le attività di mobilità internazionale contribuiscono attraverso la conoscenza dell’altro a combattere le devianze xenofobe, individualiste e di intolleranza.

Uno dei bisogni individuati è quello della divulgazione delle informazioni pratiche sulle opportunità presenti, infatti grazie al questionario si informeranno direttamente i giovani delle associazioni afferenti al Forum. Da un lato promozione dall’altro analisi dei dati che ci permetterà di instaurare un dialogo consapevole con le istituzioni preposte affinché si possano avanzare idee innovative relative alla mobilità dei giovani in generale.

In aggiunta ai risultati ottenuti dalla prima edizione della ricerca, quello che si vuole mettere in evidenza in GeM 2.0: Giovani e Mobilità è aggiornare i dati, fornire nuovi input ai giovani che hanno voglia o necessità di fare esperienza all’estero, ma anche di avvisare sui cambiamenti che avverranno nel 2014 sui programmi di mobilità.