LUNEDÌ 29 GIUGNO 2020 CulturaeSpettacoli · Fabi, «cantautore da sempre im-pegnato nel sociale»....

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36 L’ECO DI BERGAMO LUNEDÌ 29 GIUGNO 2020 ne ferroviaria i profughi dalle terre dell’alto Vicentino, po- veri detriti sballottati e qua so- spinti dai marosi della guer- ra», scriveva questo giornale il 10 giugno del 1916, in una pagi- na riprodotta fra le illustrazio- ni del volume. «I poveretti so- Molte fedi sotto un cielo diverso In mare aperto. La rassegna delle Acli ritornerà a settembre, impostata sui dialoghi on line: da mercoledì le Card Rocchetti: «Dobbiamo fare i conti con quanto è successo. Bisogna ripensare le nostre strade, sondarne di nuove» «facciano giorno», a partire dal vescovo Beschi (20 settembre). Più «laico» il «Focus del lunedì sera», un fatto della settimana commentato in diretta, in 30’, da alcune fra le più importanti firme del giornalismo italiano: Michele Niccolò Fabi 9 SETTEMBRE Paolo Magri 16 OTTOBRE Alessandro Baricco 14 OTTOBRE Cultura e Spettacoli [email protected] www.ecodibergamo.it Pepe Mujica 18 SETTEMBRE Bianca Berlinguer 28 SETTEMBRE Gad Lerner 29 OTTOBRE Massimo Recalcati 7 OTTOBRE Milena Gabanelli 16 NOVEMBRE Enrico Letta 2 OTTOBRE Serra (14 settembre), Bianca Ber- linguer (28 settembre), Marco Damilano (5 ottobre), Ezio Mau- ro (12 ottobre), Ferruccio De Bortoli (19 ottobre), Mario Cala- bresi (26 ottobre), Ritanna Ar- meni (2 novembre), Oliviero della spiritualità israelitica. Al- trettanto farà Sumaya Abdel Qa- der il venerdì mattino, giorno san- to per l’Islam. Intrigante intrec- cio fra spiritualità e cucina sabato a mezzogiorno, con «Ricette e precetti»: quattro appuntamenti per altrettante ricette dal mondo ebraico, islamico, cristiano orto- dosso e sikh. Frutto della collaborazione con Lab80 la sezione «Cinema dello Spirito» (4 film). Anche con Bergamo Scienza sono previsti due appuntamenti, sul rapporto etica-tecnoscienza. «Alle otto del mattino», ancora, è una serie di tre interventi (14, 21, 28 novem- bre) di don Davide Rota sul libro di Giobbe. Da ultimo, come tradizione, una serata sul pontificato di Papa Francesco, con padre Antonio Spadaro, direttore di «Civiltà cat- tolica», e Marco Politi, vaticani- sta. Dal primo luglio sarà possibile sottoscrivere la Card di Molte fedi (presso la sede di via San Bernar- dino, 59 o on line sul sito), che consente una via riservata alle iscrizioni e l’accesso esclusivo ad alcuni incontri. Ai soli sottoscrit- tori sono dedicati: la serata con Massimo Recalcati del 7 ottobre; tre spettacoli teatrali con, rispet- tivamente, Lella Costa («Edith Stein, una ragazza troppo intelli- gente»); Laura Curino («Passioni, barricate e… sottogonne»); Lucil- la Giagnoni («Conversazione not- turna intorno al Magnificat»); un corso di tre serate del filosofo Sil- vano Petrosino sulle fiabe (30 ot- tobre, 6 novembre «Cappuccetto rosso», 20 novembre «Biancane- ve»). Anche per il 2020 Molte fedi ha promosso i «Circoli di R-esisten- za». Il libro attorno a cui si ritro- veranno i gruppi di lettori è «Vive- re e morire oggi» di Rosanna Vir- gili e Ines Testoni. ©RIPRODUZIONE RISERVATA Il libro di Enzo Segalla Papa Giovanni, scelta simbolica che ci è parsa importante». Poi due «Dialoghi» con due fi- gure politiche di rilievo: Pepe Mujica, già presidente dell’Uru- guay, e David Sassoli, presidente del Parlamento Europeo. Il Pre- mio «Costruttore di Ponti» (lo scorso anno assegnato a Romano Prodi) quest’anno viene assegna- to a Filippo Grandi, Alto Com- missario Onu per i rifugiati. E poi una cinquantina di ap- puntamenti visibili dal sito: www.moltefedi.it, rubricati in di- verse sezioni. Per le «Narrazio- ni», a cadenza settimanale, gran- di nomi del mondo intellettuale, letterario, scientifico: Massimo Recalcati (7 ottobre, «Co- me Noè»); Alessandro Baricco (14 ottobre, «Ora pensate l’impensabile»); Elena Loewenthal (21 otto- bre «Storie ebraiche per de- cifrare il mondo»); Antonio Scurati, che presenterà «L’uomo della Provvi- denza», il secondo vo- l u m e della trilogia «M» – Mussolini - in uscita a fine set- tembre); Gad Lerner (29 ottobre, «Storie partigiane»); Cristina Cattaneo (10 novembre, «Nau- fraghi senza volto»). Il percorso di Geopolitica, sugli scenari che potranno aprirsi dopo la pandemia, sarà articolato, ana- logamente alla scorsa edizione, su tre livelli: Italia (9 ottobre, Nando Pagnoncelli e Lucia Annunziata); Europa (2 ottobre, Enrico Letta); mondo (16 ottobre, Paolo Magri); su «Ripensare lo sviluppo» inter- verrà, il 22 ottobre, Roberto Savio. Proprio la modalità strea- ming ha consigliato di ampliare lo spazio delle rubriche, degli ap- puntamenti fissi, settimanali - stesso giorno stessa ora -, un po’ come in radio e tv. Tra gli altri, domenica mattina, ore 9-9.15, «Ascolta, si leva l’alba», riflessio- ni spirituali attorno a parole che da parte delle popolazioni ospitanti». Gli sfollati vennero ospitati a Bergamo, ma anche a Seria- te, Ranica e Brembate, distri- buiti secondo il criterio di te- nere unite le famiglie; gli al- loggi si reperirono presso resi- denze pubbliche e private o istituti religiosi; a Ranica, per esempio, quasi tutti furono ospitati presso la ditta Zopfi. I profughi avevano diritto a un sussidio, tranne che pochi, «dei quali era certa l’attuale agiatezza», ai quali non venne corrisposto alcun aiuto, «da essi del resto nemmeno ri- chiesto», scriveva, ancora, il nostro giornale. V. G. ©RIPRODUZIONE RISERVATA no giunti a Bergamo dopo le 20, un viaggio di oltre 12 ore e dopo una dolorosa peregrina- zione di alcuni giorni. A rice- verli il prefetto di Bergamo con tutte le più alte autorità ci- vili e delle organizzazioni assi- stenziali. I profughi vengono rifocillati con bevande calde. Sdraiati sulle cataste dei loro sacchi, disorientati e stanchi, ispirano compassione». E la compassione, etimolo- gicamente intesa, si fece senti- re se Segalla, a seguito dello spoglio dei resoconti giornali- stici, parla di «una calorosa di- mostrazione di umanità, che fa giustizia di alcuni luoghi co- muni secondo i quali i profu- ghi si trovarono in genere a su- bire atteggiamenti ringhiosi ai connazionali esuli da Chiuppano ma anche da Con- co, Schio, Marostica, Crosara, si può leggere ora, di Bortolino Enzo Segalla, «Grande guerra. I profughi di Chiuppano a Ber- gamo e Mortara» (pp. 112). Fonte principale, per la nostra provincia, proprio gli archivi de «L’Eco di Bergamo», le cui cronache sono oggi impre- scindibili per ricostruire quel- le drammatiche circostanze: «A gruppi arrivano alla stazio- natale di Nicolò Rezzara, ani- ma del solidarismo cattolico in Bergamasca fra Otto e No- vecento, si riversarono in Ber- gamo e provincia, nel giugno del 1916, alcune centinaia di sfollati, che avevano dovuto abbandonare la loro terra a se- guito dell’Offensiva di Prima- vera scatenata dagli Austriaci fra Trentino e Veneto. Su quel dimenticato episo- dio, e sulla fraterna accoglien- za riservata dai bergamaschi Generosità Fuggiti sotto l’offensiva di primavera degli Austriaci, trovarono rifugio in case, conventi, officine Un esodo di cui si è persa la memoria, nonostante le mille rievocazioni della Grande guerra in occasione del recente centenario. Dal- l’alto Vicentino, e segnata- mente da Chiuppano, paese Giugno 1916, quei vicentini ben accolti dai bergamaschi VINCENZO GUERCIO Molte fedi «non molla», per usare un’espressione simbolo della locale resistenza alla pande- mia. Si adatta alle mutate circo- stanze, rivede i palinsesti e lancia una sua proposta, non meno ricca delle edizioni pre-Covid, «In ma- re aperto», per aiutare ad «abitare l’incertezza, ripensare il futuro», secondo che suonano titolo e sot- totitolo dell’edizione 2020. «A febbraio avevamo già scelto il tema e definito il programma», racconta Daniele Rocchetti, pre- sidente Acli Bergamo, che pro- muove la rassegna. «Ciò che è ac- caduto ci ha obbligato a rivedere radicalmente argomento e proposte. Non possiamo immagi- nare di ripartire senza fare i conti con quanto è successo. Per farlo, serve ripensare le strade finora percorse, son- darne di nuove possibili. Vorrem- mo offrire uno spazio per orien- tarci nelle questioni economiche, sociali, geopolitiche. Qualcuno dice che la cultura non dà pane, noi siamo convinti che insegni a dividerlo. E, in tempi come questi, non è cosa di poco conto». L’edizione 2020 – date le con- dizioni previste per il prossimo autunno - sarà quasi interamente in streaming: «Questa modalità ci ha obbligato a pensare format e tempi diversi rispetto agli in- contri in presenza. Abbiamo av- viato una feconda collaborazione con “L’Eco di Bergamo”. Quasi tutti gli appuntamenti “in diretta” saranno presso gli studi di Media Center». Si inizierà nel segno della mu- sica, con due concerti di livello. Il primo (9 settembre) con Niccolò Fabi, «cantautore da sempre im- pegnato nel sociale». Il secondo (15 settembre) con Simone Cri- sticchi: «Una serata di musica e di parole nella chiesa dell’Ospedale Bergamini (9 novembre), Milena Gabanelli (16 novembre). Ancora: «Di sapienza ebraica», venerdì sera, prima dell’inizio dello Shabbat, con Miriam Came- rini, illustrerà per tre volte (25 settembre, 9 e 23 ottobre) parole

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  • 36 L’ECO DI BERGAMOLUNEDÌ 29 GIUGNO 2020

    ne ferroviaria i profughi dalleterre dell’alto Vicentino, po-veri detriti sballottati e qua so-spinti dai marosi della guer-ra», scriveva questo giornale il10 giugno del 1916, in una pagi-na riprodotta fra le illustrazio-ni del volume. «I poveretti so-

    Molte fedi sotto un cielo diversoIn mare aperto. La rassegna delle Acli ritornerà a settembre, impostata sui dialoghi on line: da mercoledì le CardRocchetti: «Dobbiamo fare i conti con quanto è successo. Bisogna ripensare le nostre strade, sondarne di nuove»

    «facciano giorno», a partire dalvescovo Beschi (20 settembre).Più «laico» il «Focus del lunedìsera», un fatto della settimana commentato in diretta, in 30’, daalcune fra le più importanti firmedel giornalismo italiano: Michele

    Niccolò Fabi 9 SETTEMBRE

    Paolo Magri 16 OTTOBRE

    Alessandro Baricco 14 OTTOBRE

    [email protected]

    Pepe Mujica 18 SETTEMBRE

    Bianca Berlinguer 28 SETTEMBRE

    Gad Lerner 29 OTTOBRE

    Massimo Recalcati 7 OTTOBRE

    Milena Gabanelli 16 NOVEMBRE

    Enrico Letta 2 OTTOBRE

    Serra (14 settembre), Bianca Ber-linguer (28 settembre), Marco Damilano (5 ottobre), Ezio Mau-ro (12 ottobre), Ferruccio De Bortoli (19 ottobre), Mario Cala-bresi (26 ottobre), Ritanna Ar-meni (2 novembre), Oliviero

    della spiritualità israelitica. Al-trettanto farà Sumaya Abdel Qa-der il venerdì mattino, giorno san-to per l’Islam. Intrigante intrec-cio fra spiritualità e cucina sabatoa mezzogiorno, con «Ricette e precetti»: quattro appuntamentiper altrettante ricette dal mondoebraico, islamico, cristiano orto-dosso e sikh.

    Frutto della collaborazionecon Lab80 la sezione «Cinema dello Spirito» (4 film). Anche conBergamo Scienza sono previsti due appuntamenti, sul rapportoetica-tecnoscienza. «Alle otto delmattino», ancora, è una serie di tre interventi (14, 21, 28 novem-bre) di don Davide Rota sul librodi Giobbe.

    Da ultimo, come tradizione,una serata sul pontificato di PapaFrancesco, con padre Antonio Spadaro, direttore di «Civiltà cat-tolica», e Marco Politi, vaticani-sta.

    Dal primo luglio sarà possibilesottoscrivere la Card di Molte fedi(presso la sede di via San Bernar-dino, 59 o on line sul sito), che consente una via riservata alle iscrizioni e l’accesso esclusivo adalcuni incontri. Ai soli sottoscrit-tori sono dedicati: la serata con Massimo Recalcati del 7 ottobre;tre spettacoli teatrali con, rispet-tivamente, Lella Costa («Edith Stein, una ragazza troppo intelli-gente»); Laura Curino («Passioni,barricate e… sottogonne»); Lucil-la Giagnoni («Conversazione not-turna intorno al Magnificat»); uncorso di tre serate del filosofo Sil-vano Petrosino sulle fiabe (30 ot-tobre, 6 novembre «Cappuccettorosso», 20 novembre «Biancane-ve»).

    Anche per il 2020 Molte fedi hapromosso i «Circoli di R-esisten-za». Il libro attorno a cui si ritro-veranno i gruppi di lettori è «Vive-re e morire oggi» di Rosanna Vir-gili e Ines Testoni.

    ©RIPRODUZIONE RISERVATA

    Il libro di Enzo Segalla

    Papa Giovanni, scelta simbolicache ci è parsa importante».

    Poi due «Dialoghi» con due fi-gure politiche di rilievo: Pepe Mujica, già presidente dell’Uru-guay, e David Sassoli, presidentedel Parlamento Europeo. Il Pre-mio «Costruttore di Ponti» (lo scorso anno assegnato a RomanoProdi) quest’anno viene assegna-to a Filippo Grandi, Alto Com-missario Onu per i rifugiati.

    E poi una cinquantina di ap-puntamenti visibili dal sito: www.moltefedi.it, rubricati in di-verse sezioni. Per le «Narrazio-ni», a cadenza settimanale, gran-di nomi del mondo intellettuale,letterario, scientifico: Massimo

    Recalcati (7 ottobre, «Co-me Noè»); Alessandro

    Baricco (14 ottobre, «Orapensate l’impensabile»);

    Elena Loewenthal (21 otto-bre «Storie ebraiche per de-cifrare il mondo»); AntonioScurati, che presenterà

    «L’uomo della Provvi-denza», il secondo vo-

    l u m e della trilogia «M» – Mussolini - in uscita a fine set-tembre); Gad Lerner (29 ottobre,«Storie partigiane»); Cristina Cattaneo (10 novembre, «Nau-fraghi senza volto»).

    Il percorso di Geopolitica, sugliscenari che potranno aprirsi dopola pandemia, sarà articolato, ana-logamente alla scorsa edizione, sutre livelli: Italia (9 ottobre, NandoPagnoncelli e Lucia Annunziata);Europa (2 ottobre, Enrico Letta);mondo (16 ottobre, Paolo Magri);su «Ripensare lo sviluppo» inter-verrà, il 22 ottobre, Roberto Savio.

    Proprio la modalità strea-ming ha consigliato di ampliarelo spazio delle rubriche, degli ap-puntamenti fissi, settimanali - stesso giorno stessa ora -, un po’come in radio e tv. Tra gli altri, domenica mattina, ore 9-9.15, «Ascolta, si leva l’alba», riflessio-ni spirituali attorno a parole che

    da parte delle popolazioniospitanti».

    Gli sfollati vennero ospitatia Bergamo, ma anche a Seria-te, Ranica e Brembate, distri-buiti secondo il criterio di te-nere unite le famiglie; gli al-loggi si reperirono presso resi-denze pubbliche e private oistituti religiosi; a Ranica, peresempio, quasi tutti furonoospitati presso la ditta Zopfi. Iprofughi avevano diritto a unsussidio, tranne che pochi,«dei quali era certa l’attualeagiatezza», ai quali non vennecorrisposto alcun aiuto, «daessi del resto nemmeno ri-chiesto», scriveva, ancora, ilnostro giornale. V. G.

    ©RIPRODUZIONE RISERVATA

    no giunti a Bergamo dopo le20, un viaggio di oltre 12 ore edopo una dolorosa peregrina-zione di alcuni giorni. A rice-verli il prefetto di Bergamocon tutte le più alte autorità ci-vili e delle organizzazioni assi-stenziali. I profughi vengonorifocillati con bevande calde.Sdraiati sulle cataste dei lorosacchi, disorientati e stanchi,ispirano compassione».

    E la compassione, etimolo-gicamente intesa, si fece senti-re se Segalla, a seguito dellospoglio dei resoconti giornali-stici, parla di «una calorosa di-mostrazione di umanità, chefa giustizia di alcuni luoghi co-muni secondo i quali i profu-ghi si trovarono in genere a su-bire atteggiamenti ringhiosi

    ai connazionali esuli daChiuppano ma anche da Con-co, Schio, Marostica, Crosara,si può leggere ora, di BortolinoEnzo Segalla, «Grande guerra.I profughi di Chiuppano a Ber-gamo e Mortara» (pp. 112).Fonte principale, per la nostraprovincia, proprio gli archivide «L’Eco di Bergamo», le cuicronache sono oggi impre-scindibili per ricostruire quel-le drammatiche circostanze:«A gruppi arrivano alla stazio-

    natale di Nicolò Rezzara, ani-ma del solidarismo cattolicoin Bergamasca fra Otto e No-vecento, si riversarono in Ber-gamo e provincia, nel giugnodel 1916, alcune centinaia disfollati, che avevano dovutoabbandonare la loro terra a se-guito dell’Offensiva di Prima-vera scatenata dagli Austriacifra Trentino e Veneto.

    Su quel dimenticato episo-dio, e sulla fraterna accoglien-za riservata dai bergamaschi

    GenerositàFuggiti sotto l’offensiva di primavera degli Austriaci, trovarono rifugio in case, conventi, officine

    Un esodo di cui si èpersa la memoria, nonostantele mille rievocazioni dellaGrande guerra in occasionedel recente centenario. Dal-l’alto Vicentino, e segnata-mente da Chiuppano, paese

    Giugno 1916, quei vicentiniben accolti dai bergamaschi

    VINCENZO GUERCIO

    Molte fedi «non molla»,per usare un’espressione simbolodella locale resistenza alla pande-mia. Si adatta alle mutate circo-stanze, rivede i palinsesti e lanciauna sua proposta, non meno riccadelle edizioni pre-Covid, «In ma-re aperto», per aiutare ad «abitarel’incertezza, ripensare il futuro»,secondo che suonano titolo e sot-totitolo dell’edizione 2020.

    «A febbraio avevamo già sceltoil tema e definito il programma»,racconta Daniele Rocchetti, pre-sidente Acli Bergamo, che pro-muove la rassegna. «Ciò che è ac-caduto ci ha obbligato a rivedere radicalmente argomento e proposte. Non possiamo immagi-nare di ripartire senza fare i conti con quantoè successo. Per farlo, serve ripensare le strade finora percorse, son-darne di nuove possibili. Vorrem-mo offrire uno spazio per orien-tarci nelle questioni economiche,sociali, geopolitiche. Qualcuno dice che la cultura non dà pane,noi siamo convinti che insegni adividerlo. E, in tempi come questi,non è cosa di poco conto».

    L’edizione 2020 – date le con-dizioni previste per il prossimo autunno - sarà quasi interamentein streaming: «Questa modalitàci ha obbligato a pensare formate tempi diversi rispetto agli in-contri in presenza. Abbiamo av-viato una feconda collaborazionecon “L’Eco di Bergamo”. Quasi tutti gli appuntamenti “in diretta”saranno presso gli studi di MediaCenter».

    Si inizierà nel segno della mu-sica, con due concerti di livello. Ilprimo (9 settembre) con NiccolòFabi, «cantautore da sempre im-pegnato nel sociale». Il secondo(15 settembre) con Simone Cri-sticchi: «Una serata di musica e diparole nella chiesa dell’Ospedale

    Bergamini (9 novembre), MilenaGabanelli (16 novembre).

    Ancora: «Di sapienza ebraica»,venerdì sera, prima dell’inizio dello Shabbat, con Miriam Came-rini, illustrerà per tre volte (25 settembre, 9 e 23 ottobre) parole