LUGLIO AGOSTO 2012 4 - ssic-ti.ch · 3 LA POLTRONA luglio-agosto 2012 Intervista a Mario Branda On....

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EDITORIALE

1 luglio-agosto2012

Informazionead ogni costo?

ci disturba affatto. La SSIC Sezio-ne Ticino è invece contraria alasciare in bella mostra scritte diaziende coinvolte (e magari estra-nee all'accaduto) in situazionidelicate. L'effetto che si innesca èpericoloso soprattutto per il fattoche ad essere coinvolte sono dellepersone, che meritano di esseretutelate. Il caso concreto che ha portato laSSIC TI a chiedere un incontro coni vertici della Polizia cantonale, dalquale è poi scaturito il coinvolgi-mento anche del Ministero pub-blico e l'invio della lettera citata inentrata, può servire per megliocapire le possibili conseguenze difoto pubblicate con eccessiva leg-gerezza e superficialità. In occa-sione di un recente infortunio suun cantiere del Luganese (la cro-naca riferiva di una caduta daltetto con gravi conseguenze), lefotografie pubblicate pochi minu-ti dopo l'accaduto su Internet mo-stravano in primo piano il cartellodi cantiere con il nome dell'impre-sa di costruzione e la notizia davaindicazioni sulle cause e sul luo-go dell'incidente, sull'età e sullanazionalità dell'infortunato oltreche sulla gravità delle ferite, anco-ra prima che l'infortunato fossevisitato dai medici (per fortuna, ilgiorno successivo il lavoratore èstato dimesso dall'ospedale).Quale prima conseguenza dellapubblicazione online del nomedella ditta, vi sono state alcunetelefonate di persone che, com-prensibilmente in apprensione,volevano sapere se il lavoratoreinfortunatosi fosse il loro parenteimpiegato in quella ditta. Dalle fotografie si constatava poiche l'edificio non era provvisto diponteggi e questo metteva subitoin cattiva luce l'impresa a causadella mancanza di protezioni late-rali sul tetto. Nel caso specifico,l'operaio non è però caduto versol'esterno dell’edificio (come sipoteva facilmente presupporre)in quanto la rimozione delle lastredi copertura del tetto era da svol-gere dall’interno, senza salire sultetto, grazie all'uso di un ponteg-gio mobile, nel rispetto dellenorme di sicurezza. Il danno d'im-magine per la ditta è stato pertan-to immediato e di un certo rilievo.Questo caso è uno dei tanti che ciha indotti a segnalare la proble-matica al Comando della Poliziacantonale, chiedendo che in que-ste situazioni ci sia un po’ più didiscrezione e di rispetto, sia per levittime e i loro congiunti, sia per

Alcune settimane fa, l'Associazio-ne ticinese dei giornalisti ha presoposizione molto critica in meritoad una lettera firmata dal Procura-tore Generale, Avv. John Noseda, edal Comandante della Polizia can-tonale, col Matteo Cocchi, e tra-smessa ad inizio giugno a tutti imedia accreditati presso la Poliziacantonale. In sostanza, la missivachiedeva ai giornalisti di nonritrarre o di oscurare eventualiinsegne o scritte presenti all'inter-no di una fotografia che, in caso diincidente sul lavoro, possono por-tare all’identificazione dell'impre-sa di costruzione, rispettivamentedelle vittime dell'infortunio. Oltre al buon senso, a sostegno diquesta richiesta vi è l'art. 74 cpv 4del nuovo Codice di procedurapenale (CPP), secondo il qualenon è possibile divulgare l'iden-tità, o informazioni che ne con-sentano l'identificazione, di unavittima di una procedura giudi-ziaria pubblica. A tal propositooccorre ricordare che a seguitod'infortuni gravi sul lavoro, vienedi principio avviata un'inchiestagiudiziaria, concretizzando di fat-to l'ipotesi prevista dall'articoloappena citato.La reazione dell'Associazione ti-cinese dei giornalisti a questoappello è stata molto dura, invo-cando tra le altre cose il mancatofondamento legale della disposi-zione, valutata come un'interpre-tazione molto restrittiva dell'arti-colo 74 cpv 4 del CPP. I giornalistisi rifanno addirittura al principiodella libertà d'informazione (co-me se qualcuno la volesse mette-re in discussione) e alla salvaguar-dia del giornalismo d'inchiesta,appellandosi alla libertà deimedia di riferire avvenimenti diinteresse pubblico (qual è l’inte-resse pubblico di conoscere ilnome della ditta coinvolta in uninfortunio?).Una reazione esagerata e al disopra delle righe.Di fronte ad esempio agli inciden-ti stradali, è prassi oscurare siste-maticamente le targhe dei veicolicoinvolti e nessuno parla di viola-zione del diritto d'informazione.Rendere illeggibili i cartelli di can-tiere, con i mezzi informaticimoderni, è oltretutto semplicissi-mo e nulla toglie alla sostanzadell’informazione. Va altresì dettoche il fatto di comunicare (possi-bilmente in modo corretto) unevento negativo come un infortu-nio sul lavoro, ha pure una valen-za preventiva e di sensibilizzazio-ne all'indirizzo dell'intero mondoprofessionale. Un fattore, questo,tutt’altro che negativo e che non

EDITORIALE

LA POLTRONAIntervista a Mario Branda,Sindaco di Bellinzona

INFORTUNI SUL LAVOROOccorre continuità e perseveranza

IL CEMENTOUn po’ di storia

DIRETTORI DEI LAVORIConsegnati i primi certificati

PARLIAMO DI...Spunti per la gestione dei progetti con MS Project®

NOVITÀ FORMATIVAL’elicottero sul cantiere: direttive per la sicurezza

HGCAperitivo estivo

ResponsabileNicola Bagnovini

Editore ©SSIC Sezione TicinoViale Portone 46500 Bellinzonatel. 091 825 54 23fax 091 825 75 38 www.ssic-ti.che-mail: [email protected]

Fotografie redazionaliSSIC TI, Bellinzona

StampaTipo Print Roncoroni+SulmoniMendrisio

GraficaGuido Robbiani

Tiratura 2'700 copie6 volte all’anno

In copertina: il portale della Galleria Vedeggio-Cassarate inauguratail 26 luglio 2012. L’apertura al traffico è avvenutalo stesso giorno alle ore 16.30.Foto: SSIC TI, Bellinzona.

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le imprese, e non certo con l’in-tento di voler nascondere nientea nessuno. ll Procuratore generalee il Comandante della Polizial’hanno capito perfettamente.Sembra che l’Associazione ticine-se dei giornalisti abbia avutoqualche dubbio in più, ma sonoconvinto che le spiegazioni diquesto articolo faranno sì che ilbuon senso prevalga sulla vogliadi notizia a ogni costo e che labuona collaborazione fin quiavuta con tutti i loro affiliati nonne risentirà.

Vittorino AnastasiaDirettoreSSIC Sezione Ticino

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LA POLTRONA

luglio-agosto2012

Intervista aMario Branda

On. Branda, grazie a una brillan-te elezione, dallo scorso mese diaprile lei ricopre la prestigiosacarica di Sindaco della capitaledel Cantone Ticino. A pochimesi dall'insediamento, comevaluta in generale il ruolo dellacittà di Bellinzona per rapportoagli altri grossi centri del Canto-ne e, in tal senso, quale indi-rizzo politico sta prendendo ildelicato tema delle fusioni nelBellinzonese?

Nel corso degli ultimi anni si sonomosse parecchie cose in Ticino. NelSottoceneri vi sono state aggrega-zioni importanti che hanno accen-tuato il ruolo ed il peso politico diLugano. Il Sopraceneri, e sicuramente ancheil Bellinzonese, hanno perso «forza»nei rapporti con il Cantone e con le altre regioni del Ticino. È unasituazione che non fa bene a nessu-no e che va, per quanto possibile,corretta. Le sfide che si porranno a breve sca-denza, penso in particolare, all’a-pertura della linea di AlpTransit chefarà di Bellinzona la prima fermataa Sud delle Alpi, vanno colte a livel-lo regionale offrendo un progettopolitico ed istituzionale coerente ecoeso. Sono convinto che il Bellin-zonese abbia un potenziale consi-derevole: Zurigo ad un’ora e mezzodi treno, Lucerna a poco più di un’o-ra, Lugano a 12 minuti, la Lombar-dia e Milano ad un’ora di viaggioaprono scenari impensabili solofino a pochi anni fa. La nostraregione ha parecchio da offrire:spazi, infrastrutture, collegamenti,cultura, qualità di vita. Possiamoimparare da esperienze come quel-la di Visp dove, con l’apertura dellagalleria del Lötschberg, il baricentrosi è spostato da Briga. Anche da noinon mancano le incognite, ma leopportunità sono davvero interes-santi.Il processo aggregativo ha eviden-temente una valenza strategica: mipare di poter dire che in questi mesisi sono stabiliti buoni contatti con icomuni vicini e che vi sia oggiun’attenzione ed una sensibilità peril tema delle aggregazioni che faben sperare. Colgo l’occasione perriaffermare un concetto che mi staa cuore: con l’aggregazione nasceevidentemente un nuovo comune,le comunità locali ed i villaggi tut-tavia non scompaiono. Un’aggre-gazione ha senso e funziona unica-mente se queste comunità vengonorafforzate e sostenute nella loroattività di promozione del territorioe nei loro progetti di vita sociale eculturale. Si pensi solo alle moltepersone attive benevolmente nelle

società sportive, musicali e cultu-rali, negli enti patriziali e religiosi. I sostenitori del progetto aggrega-tivo del Bellinzonese hanno benpresente questo aspetto e nonmancheranno di sostenere questivalori.

Uno dei temi di attualità, anchein previsione della votazionedel prossimo 23 settembre, èquello riferito al Semisvincoloautostradale di Via Tatti. Un progetto che, unitamenteall'ampliamento del posteggiodi stazionamento di lunga du-rata vicino alla Scuola Arti eMestieri, potrebbe cambiarel'assetto viario dell'intera regio-ne, così come pianificato dallaCommissione regionale dei tra-sporti del Bellinzonese. On. signor Sindaco, qual è laposizione del Municipio di Bel-linzona su questo argomento?

Il Municipio di Bellinzona si èespresso a favore di questo proget-to in considerazione anche di undiscorso di valenza regionale. Milasci però aggiungere che fonda-mentali per la mobilità sarannoanche la ferrovia e, soprattutto, iltrasporto pubblico e quello lento.Bellinzona ed il Bellinzonese, datala propria configurazione, si presta-no particolarmente allo sviluppo diquesto tipo di mobilità.

Tra i compiti della nostra Asso-ciazione professionale vi è pureil monitoraggio degli appaltipubblici correlati al settoreprincipale della costruzione.

On. Branda, quali sono i prin-cipali progetti edificatori checaratterizzeranno, nei prossimianni, lo sviluppo della città diBellinzona?

Ve ne sono diversi. Sicuramente, inprimo luogo, la realizzazione di unaseconda casa per anziani comuna-le, progetto purtroppo rallentatonegli scorsi anni da una serie diricorsi. È comunque ferma volontàdi questo Municipio dare avvio ailavori durante questa legislatura.Poi vi è la sistemazione del compar-to comprendente la nuova stazioneFFS. Si tratta di un’opera di valenzastrategica, in misura importantepromossa e finanziata dalle ferro-vie. Importante è anche la realizza-zione della nuova sede dell’Istitutodi ricerche in bio-medicina e deilaboratori di oncologia e di ricercasperimentale del neurocentro cui lacittà tiene moltissimo. Infine vi è larealizzazione della nuova sede deipompieri, magazzini comunali edecocentro e la sistemazione di VialeStazione. Come si vede, i temi ed iprogetti non mancano.In questo senso vorrei ancora ag-giungere che la nostra Città contamolto sul rispetto delle normeapplicabili nel settore degli appaltipubblici, sul rispetto delle normedel diritto del lavoro e, in definitiva,sulle competenze e sulla professio-nalità delle imprese e degli artigianiticinesi.

L’On. Mario Branda, Sindaco di Bellinzona.Foto: Ti-Press.

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INFORTUNI SUL LAVORO

5 luglio-agosto2012

Occorre continuità e perseveranzaLa Suva ha recentemente emana-

to la statistica relativa agli infortu-ni professionali avvenuti duranteil 2011 nel settore principale dellacostruzione. Tra i vari indicatori,quelli che presentano le variazionipiù significative riguardano il nu-mero degli occupati e degli infor-tuni. Sia a livello cantonale, sia alivello nazionale, il numero degliinfortuni professionali è in effettiaumentato nell'ultimo anno, pas-sando dai 1'962 casi riscontrati inTicino nel 2010, ai 2'103 del 2011,mentre in Svizzera si è passati da28'739 a 30'268 incidenti. Per poter valutare l'evoluzionedegli infortuni è però indispensa-bile tener conto anche del nume-ro di occupati attivi nel settore eperciò si parla di frequenza: l'indi-catore che tiene conto del nume-ro di casi annunciati alla Suva,delle persone attive e del periododi tempo di riferimento (nelnostro ambito, la frequenza vieneespressa in numero di infortuniall'anno ogni 1'000 lavoratori atempo pieno). Ebbene, la frequen-za degli infortuni in Ticino riscon-trata nel 2011 è stata di 220.3 casiogni 1000 lavoratori, contro i 199del 2010 (cfr. grafico). Analizzandodi primo acchito questo datoaffiora subito una forte preoccu-pazione che viene però relativiz-zata considerando il fatto che,proprio nel 2011, la Suva hacambiato il sistema di calcoloper la stima del numero di per-sone attive svolta partendodalla massa salariale assicurata.Con il nuovo sistema di stima (checonsidera diversamente le singoleclassi e sottoclassi professionali)risulta sensibilmente diminuito ilnumero degli occupati per il set-tore principale della costruzione,anche se sappiamo che tutto ciònon trova un riscontro effettivonella realtà occupazionale. Questoimportante cambiamento rendedi fatto impossibile il confrontodei dati 2010/2011 per quantoriguarda la frequenza degli infor-tuni. Per valutare in modo sensatol'evoluzione degli infortuni, sonostati pertanto ricalcolati con ilnuovo sistema i valori riferiti alnumero di occupati dal 2003 adoggi. Questa analisi mostra comel'evoluzione sia sostanzialmenteparallela a quella riscontrata neglianni precedenti. L'aumento ef-fettivo della frequenza degliinfortuni sui cantieri dal 2010 al2011 è stato del +2%, essendopassata da 215.9 a 220.3 infor-tuni all'anno ogni 1000 occupa-ti a tempo pieno. Detto questo per consentire unacorretta chiave di lettura dei dati

statistici riferiti al 2011, rimane ilfatto che durante l'anno scorso visia stato un peggioramento dellasituazione infortunistica. Per capire le cause di questoaumento degli incidenti è utileanalizzare più a lungo termine gliindicatori statistici. Essi evidenzia-no infatti una certa ciclicità diquesto fenomeno negativo (1990,1994, 1997, 2000, 2006 e 2008).Ciò deve far riflettere e in praticadimostra come sia fondamentalemantenere alta la guardia a livellodi sensibilizzazione, di prevenzio-ne e di formazione a tutti i livellioperativi. Dare per scontati valoriacquisiti nell'ambito della sicurez-za è sbagliato. Fondamentale èper contro garantire continuitàall'impegno nella prevenzionedegli infortuni: giorno dopo gior-no, mese dopo mese, anno dopoanno, cercando la collaborazionedi tutti gli operatori attivi nel set-tore della costruzione. Dalle istitu-zioni ai committenti, dai progetti-sti ai direttori dei lavori, dai datoridi lavoro ai lavoratori, ognuno nelproprio ambito può contribuire amigliorare la sicurezza. Il progetto sviluppato a livellonazionale e denominato «Chartadella sicurezza» (www.charta-sicurezza.ch) va proprio in questosenso, grazie al coinvolgimentodelle associazioni padronali, deiprogettisti e dei sindacati. Lo stes-so discorso vale per le modifiche,proposte dalla Suva e approvaterecentemente dal Consiglio diStato, riferite al Regolamento diapplicazione della Legge sullecommesse pubbliche (art. 41),dove per le commesse edili il pro-gettista è tenuto a sviluppare un

concetto di sicurezza per lo svol-gimento del cantiere che prevedele misure proprie pianificate nellevarie fasi di lavoro. Per cantieri diuna certa complessità, durante lafase dei lavori dovrà inoltre essereadottato un piano di sicurezza esalute sul cantiere, coordinato trala Direzione dei lavori e tutte leditte coinvolte nell'appalto.Gli strumenti, le occasioni forma-tive e le iniziative a favore dellasicurezza sono molteplici, bisognasoltanto continuare a considera-re prioritario questo problema.È comunque risaputo che pro-grammare la sicurezza è possibilesolo per determinati aspetti, piùdifficile è per contro adeguare laprevenzione degli infortuni allemutevoli situazioni che si posso-no creare sul cantiere da unmomento all'altro. L'unica soluzio-ne che intravvedo per rimediare aquesta situazione passa dallanecessità di instaurare una vera epropria cultura della sicurezza intutti gli attori coinvolti nel proces-so edificatorio. Bisogna insommaimparare a leggere le situazioninuove ed inaspettate con unocchio attento alla prevenzioneinfortuni. Bisogna sapersi fermaredi fronte al pericolo, porvi rimedioe solo quando è garantita la sicu-rezza continuare il lavoro. Occorrebadare a se stessi, ma anche aicolleghi, cercando di combatterele cattive abitudini e l'assuefazio-ne al pericolo. In questo ambito,sono soprattutto i lavoratori chepossono fare di più.

Nicola BagnoviniVicedirettoreSSIC Sezione Ticino

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Evoluzione della frequenza degli infortuni professionali ogni 1’000 lavoratori a tempopieno nel settore principale della costruzione, in Ticino e in Svizzera.In funzione della modifica delmetodo di stima del numero dioccupati, apportata dalla Suvanel 2011, il grafico mette pure aconfronto i valori antecedentitale modifica ma ricalcolati con il nuovo sistema statistico.Fonte dei dati: Suva Lucerna.

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tra 142 e 121 milioni di anni fa. [...] Lo spessore di questa formazione,che nelle Gole è pari a ca. 140 metri,varia da pochi metri a 300-400metri in corrispondenza dei baciniprofondi. [...]Le gallerie di estrazione della cavasotterranea sfruttata per la produ-zione industriale di cemento si svi-luppano quasi interamente nellaMaiolica. [...]»

Passaggi estratti dal capitolo«Dalla malta di calce al calce-struzzo tecnologico» di MariusLeutenegger (giornalista e titolaredi uno studio di Zurigo che offreservizi di consulenza alla stampascritta e audiovisiva a imprese eassociazioni).

«La ricerca di un legante resistente»«Quando l'uomo accese il fuoco perla prima volta? Come imparò a fab-bricare il vetro, la ceramica o ilferro? Le origini di tante importantitecniche sono avvolte dal mistero.Lo stesso si può dire dello sviluppodei leganti per I'edilizia. Le più anti-che testimonianze di un precursoredel cemento risalgono alle grandiciviltà dell'Asia anteriore. Durantescavi effettuati in Anatolia, nell'at-tuale Turchia, furono trovati fra lerovine resti di malta di calce chedatano all'incirca 11mila anni fa. [...]La scoperta della malta di calce fuprobabilmente dovuta al caso,all'attenta osservazione della na-tura e a un lungo processo, giacchéessa è tutt'altro che ovvia. Il calcare,quando viene scaldato a tempera-ture superiori agli 800 gradi, emetteCO2 e si trasforma in una polverebianca, chiamata calce viva oppureossido di calcio. Questa polvereviene “spenta”: impastata con I'ac-qua, dà luogo a una reazione chimica che sprigiona calore, faevaporare una parte dell'acqua eindurire nuovamente la polvere

IL CEMENTO

6 luglio-agosto2012

Un po’ di storia

Durante la recente inaugurazionedel Percorso del cemento – realiz-zato sull'area della ex Saceba aMorbio inferiore (vedi articolopubblicato sul numero di mag-gio-giugno 2012 di questa rivista)– la Holcim ha consegnato a tutti i presenti un prezioso omaggio. Si tratta del libro, realizzato perl'occasione, intitolato: «Il cemen-tificio nel parco – Storia dellaSaceba e della riqualifica territo-riale realizzata dopo la sua chiu-sura» a cura di Giovanni Buzzi ePaola Pronini Medici (compren-dente vari altri qualificati contri-buti), edizione Casagrande.Appena ho sfogliato questo gra-dito omaggio, mi sono reso contodella varietà e della ricchezza dicontenuti del volume formato daoltre 200 pagine di storia, testimo-nianze, imprenditorialità, progettie immagini correlate al mondodella costruzione, con particolareriferimento al cemento. Oltre adescrivere la storia del cementifi-cio sorto nelle Gole della Breggianel 1961, dismesso progressiva-mente a partire dal 1981 e defini-tivamente chiuso nel 2003, questolibro rappresenta dunque un tas-sello significativo da aggiungerealla memoria dei cinquant'anniche – come scritto dalla Direttricedel progetto di riqualifica, PaolaPronini Medici – hanno cam-biato il volto di una regione e nonsolo: gli anni del cemento. «Nelventennio di boom edilizio chesegue la sua messa in opera, laSaceba rifornisce infatti il cantonecon 150 mila tonnellate di cementoall'anno, coprendo quasi la metàdel fabbisogno cantonale in unperiodo in cui il consumo di cemen-to pro capite è quasi il doppio diquello nazionale e il triplo dellamedia europea».Alcuni aspetti che, con il consen-so dei curatori del libro citato inentrata, mi è sembrato interes-sante divulgare anche tramite larivista tecnica metroCUBO sonoquelli legati alla scoperta e allastoria del cemento. Informazioniforse già note agli specialisti, macomunque interessanti anche percoloro che, per motivi diversi, so-no confrontati quotidianamentecon questo straordinario prodottoper la costruzione.Tra i molti approfondimenti con-tenuti nel libro – che spazianodalla geologia all'ingegneria, dal-l'architettura alla storia sociale edeconomica – ho scelto i passaggiriproposti di seguito.

Nicola BagnoviniVicedirettore SSIC Sezione Ticino

Passaggi estratti dal capitolo «Lavocazione delle pietre» di PaoloOppizzi (geologo e Direttore delParco delle Gole della Breggia).

«Le formazioni geologiche utilizzate per la produzione di cemento»«La principale ragione dell'insedia-mento dei cementifici nelle Gole –nell'Ottocento a livello artigianale enel Novecento su scala industriale –risiede nella disponibilità dellamateria prima: la roccia calcareadella Maiolica Lombarda (che con-tiene 70%-90% di CaO) e le marnedella Scaglia. [...] Il calcare è una roccia sedimentariadepositatasi in condizioni di mareaperto, composta principalmenteda calcite (CaCO3), talvolta conimpurità argillose o quarzitiche.Questa roccia può formarsi da pro-cessi prevalentemente chimici (pre-cipitazioni da soluzioni acquosesoprassature), organogeni (resti dianimali o vegetali cementati da salidi calcio) o clastici (rocce con originichimiche o organogene successiva-mente smantellate e ricomposte).La marna è anch'essa una roc-cia sedimentaria contenente peròun’importante componente terrige-na. Essa deriva dalla diagenesi difanghi carbonatici (35%-65%) eminerali argillosi. [...]La Maiolica è costituita in prevalen-za da calcari di colore bianco agrana finissima composti da fram-menti dei gusci calcarei di Nanno-plancton, con noduli e liste di selcedi colore grigio-nero. Il nome Maio-lica, ripreso dalla terminologia deicavatori lombardi, è stato adottatonella letteratura geologica da Anto-nio Stoppani sin dalla metà dell'Ot-tocento. Il termine “Biancone”, usatoanche in Ticino, è invece impropriopoiché si riferisce a una formazionesimile ma caratteristica della Piat-taforma trentina. La deposizione della Maiolica, [...], è avvenuta nel periodo compreso

La Maiolica Lombarda:una roccia calcarea di 120-140 milioni di anni.

Un antico forno a calce a fossanella valle di Blenio.

«Il cemento idraulico

Chimicamente il cemento consiste in una miscela di silicati e alluminati di calcio prodotta mediantela cottura ad alta temperatura di calcare e argilla oppure marna. Il materiale ottenuto, denominatoclinker, viene macinato finemente e addizionato con gesso, che funge da ritardante di presa. Il pro-dotto finale, chiamato cemento Portland, è usato come legante nella preparazione del calcestruzzo(cemento+acqua+ghiaia) ed è alla base di quasi tutti i tipi di cemento attualmente utilizzati nell'edilizia. L'aggiunta di acqua al cemento induce delle reazioni chimiche esotermiche che deter-minano la solidificazione della massa in alcune ore e I'indurimento progressivo nell'arco di diversesettimane. La produzione del cemento Portland richiede differenti ossidi: di calcio (CaO), di silicio(SiO2), di alluminio (AI2O3), di ferro (Fe2O3) e di magnesio (MgO). La componente principale provienedal calcare e dalla marna. Contrariamente al cemento vero e proprio, la calce idraulica è ottenutamediante cottura della sola marna e la sua qualità varia a seconda del contenuto in argilla, dellatemperatura e della durata della cottura.»

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7 luglio-agosto2012

ritrasformandola in calcare. Se lacalce spenta viene impastata consabbia e acqua, si ottiene la maltadi calce. Questo legante viene chia-mato anche “calce aerea” dalmomento che più a lungo asciugaall'aria e più indurisce. Nel 1000 a.C.circa i Fenici impastarono la maltadi calce con polvere ottenuta dapietre vulcaniche o frantumandomattoni. Grazie a queste compo-nenti aggiuntive essi ottennero unlegante che poteva essere impiega-to anche sott'acqua: una “maltacon proprietà idrauliche”. [...] I Greci diedero a questa tecnicacostruttiva il nome di emplecton. Lasi potrebbe definire l'antenato delcalcestruzzo. I Romani perfezionarono questainvenzione realizzando per laprima volta grandi costruzioni dicalcestruzzo. A tal fine usarono illoro opus caementicium fatto dicalce viva, acqua, sabbia, mattonisbriciolati e, occasionalmente, ce-nere vulcanica. I fornaciai romani,detti magistres calcarium, cuoceva-no la pietra calcarea a una tempe-ratura di mille gradi. Il legante così ottenuto era resisten-te anche sott'acqua, tanto che oggimolte opere architettoniche realiz-zate in calcestruzzo romano, la piùfamosa delle quali è indubbiamen-te il Colosseo a Roma, sono ancorain piedi. [...]Nel 1824 l'inglese Joseph Aspdinfece cuocere una miscela di calcare,silice e allumina. Con questo suolegante produsse delle pietre artifi-ciali che, seppur comparabili alcemento romano, erano di qualitàsuperiore. Per ragioni pubblicitarie,dato che queste pietre artificialiavevano lo stesso colore delle cele-bri pietre di calcare naturale dellapenisola di Portland, nel canaleinglese della Manica, chiamò il suoprodotto “cemento Portland”. In realtà, fu solo nel 1843 che suofiglio William Aspdin, in una fabbri-ca fondata a Londra, produsse quelcemento come lo conosciamo oggi.Egli scoprì una innovazione decisi-va: il processo di sinterizzazione.Durante tale processo le materieprime vengono portate a una tem-peratura di 1450 gradi in modoperò da non farle fondere. Si “cuo-ciono” per così dire fino a formaredel clinker, dopodiché esso vienefinemente macinato. L'unica cosache accomunava ancora il nuovocemento a quello dei romani era ilnome. Le proprietà del prodotto,che erano state perfezionate – inparticolare riguardo alla durezza –,fecero sì che esso soppiantasse inbreve il cemento romano. In tuttaEuropa esplosero la domanda e laproduzione: era nata la moderna

industria del cemento. [...]»

«La produzione di cemento in Svizzera»«In Svizzera, il secolo XIX è statoun'epoca di grandi cambiamenti:nasce la moderna industria mani-fatturiera e viene proclamato loStato federale (1848). Tuttavia la“nation building” della Svizzera si èsviluppata lungo parecchi decenni.L'espansione delle infrastrutturestatali ha svolto un ruolo di primopiano: tutto il Paese è stato dotatodi una fitta rete di linee ferroviarie,di strade e di uffici postali, ovunquesono state edificate scuole. Tale svi-luppo sarebbe stato impensabilesenza il nuovo materiale da costru-zione: il cemento. In un primo tempo, la produzione dicemento in Svizzera era modesta.Nel 1833 Karl Herosé cominciò aprodurre in Argovia il cosiddettocemento romano; ma questo le-gante era decisamente di qualitàinferiore al cemento Portland pro-dotto in Inghilterra a partire daglianni venti dell'Ottocento, e il pio-niere dell'industria cementizia sviz-zera cadde in fallimento. Eppure lamateria prima presente in Argoviaera perfettamente idonea così co-me lo era I'ubicazione del cementi-ficio di Herosé. Il principale proble-ma del cemento romano era datodal fatto che la materia prima uti-lizzata – la marna – era soggetta avariazioni naturali. Non era perciòpossibile prevedere esattamente lavelocità di presa e le proprietà diresistenza del prodotto finale. Ilcemento Portland, invece, è compo-sto di una miscela esattamentedefinita di calcare e argilla le cuiproprietà sono stabili. In Svizzera la fabbricazione di ce-mento cominciò a decollare solocon lo sviluppo delle ferrovie. Lacostruzione della nuova rete di tra-sporto nella seconda metà dell’Ot-tocento funse da catalizzatore del-l’industria per due motivi: da unlato per la costruzione della ferro-via servivano grandi quantità dileganti, dall’altro con la ferrovia sipotevano trasportare più facilmen-te grandi quantitativi del nuovomateriale ora prodotto su grandescala. [...]»

«Il futuro dell'industria del cemento»«Con la scoperta del modernocemento Portland il calcestruzzo èdiventato un materiale da costru-zione indispensabile. Oggi e allenostre latitudini più della metà ditutte le opere edili sono di calce-

struzzo. Questo materiale da co-struzione predominerà anche infuturo, giacché, da un lato, le ma-terie prime per la produzione dicemento sono pressoché illimitatee, dall'altro, il calcestruzzo viene co-stantemente perfezionato e adat-tato a sempre nuove esigenze. Negli ultimi decenni il settore deimateriali da costruzione ha cono-sciuto una forte spinta innovativa,anche a seguito delle mutate con-dizioni di fondo: I'energia è semprepiù cara, le direttive di legge inmateria di tutela ambientale sonopiù rigorose e l'opinione pubblicachiede che l'industria agisca inmaniera sostenibile. I produttori di cemento hanno perciò dovutoripensare per molti versi il propriomodo di agire e cercare nuove strade. I nuovi impianti produttivi hannocontribuito in misura decisiva aridurre i consumi energetici sebbe-ne la quantità di cemento prodottacontinui a crescere, tanto che daalcuni anni diminuisce il consumoenergetico complessivo dell’indu-stria. Le nuove tecniche di produzio-ne si ripercuotono anche sull'emis-sione di sostanze inquinanti: dal1990 sono diminuite del 48 percento le quantità di C02 emessedurante il processo di combustione.Inoltre oggi l'industria sfrutta inmisura maggiore le alternative esi-stenti ai costosi combustibili fossili.Ogni anno finiscono nei forni deicementifici svizzeri 250 mila tonnel-late di fanghi di depurazione, difarina animale, di materie plasti-che, di rifiuti di gomma, di solventi,di olii esausti. Questi materialicoprono ormai quasi il 40 per centodel fabbisogno annuo di combusti-bile per la produzione del clinker. Anche per quanto riguarda lematerie prime necessarie per la pro-duzione di cemento si ricorre sem-pre più a soluzioni alternative. [...]Ma non sono soltanto le sfide eco-logiche ed economiche ad avercaratterizzato negli ultimi tempiI'industria del cemento: le nuovetecniche costruttive richiedono in-cessantemente nuovi materiali spe-ciali da costruzione. Perciò è statasviluppata una ampia gamma ditipi di cemento che si differenzianotra loro per tempo di presa, resi-stenza, solidità e caratteristiche dilavorazione e che sono stati otti-mizzati per impieghi diversi nell'e-dilizia. Gli alti investimenti nellaricerca fanno sì che il cemento, oltrea vantare un glorioso passato,possa svolgere un ruolo decisivoanche in futuro.»

Due immagini del libro intitolato «Il cementificio nel parco – Storiadella Saceba e della riqualificaterritoriale realizzata dopo la sua chiusura», a cura di GiovanniBuzzi e Paola Pronini Medici (Edizioni Casagrande), dal qualesono stati estrapolati i passaggicon sfondo grigio di pagina 6-7.

Pure le foto di pagina 6 sonostate riprese dalla stessa pubblicazione.

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DIRETTORI DEI LAVORI

9 luglio-agosto2012

Consegnati i primi certificatiLo scorso 19 giugno ha avuto

luogo, nell’Aula Magna dellaSUPSI di Trevano, la cerimoniadi consegna dei Certificate ofAdvanced Studies (CAS) perDirettori dei lavori nell'ambitodell'edilizia e del genio civile.

La cerimonia ha chiuso il percorsoiniziato il 17 ottobre 2011 conl'avvio della prima edizione diquesto corso di formazione conti-nua indirizzato ad architetti, inge-gneri, impresari costruttori diplo-mati, tecnici ST/SSS e professioni-sti che operano nell'ambito dellecostruzioni.Sono 23 le candidate e i candidati(cfr. elenco riportato in calce) chehanno certificato con successo gliesami di questa formazione spe-cifica. La cerimonia ufficiale diconsegna degli attestati è statacaratterizzata da una folta quantoqualificata partecipazione. Particolarmente gradita la presen-za del Consigliere di Stato, Onore-vole Marco Borradori che, insiemeal Direttore della Società svizzeraimpresari costruttori Sezione Tici-no, Ing. Vittorino Anastasia, e alDirettore del Dipartimento am-biente costruzioni e design SUPSI,Dr. Luca Colombo, hanno avutomodo di portare il loro saluto alleneo diplomate e ai neo diplomati,testimoniando nel contempo l’im-portanza che questo corso rivestenon solo per la SUPSI, ma pureper l’intero settore professionaledell’edilizia e del genio civile.

Da diversi anni era infatti forte-mente avvertita la necessità di uncorso di formazione per Direttoridei lavori in questo specificoambito professionale. La sua genesi ha trovato originenella collaborazione fra diverseAssociazioni professionali dellaConferenza delle associazioni tec-niche ticinesi del settore, la CAT, laSIA, l’OTIA, la SSIC Sezione Ticino el’Amministrazione cantonale conla Divisione delle costruzioni e laSezione della logistica.L’obiettivo di questa cooperazio-ne è stato quello di offrire aglispecialisti del settore – ingegneri,architetti, ma anche disegnatori,tecnici edili e impresari costruttori– un approfondimento per assu-mere con competenza il delicatoed importante ruolo del Direttoredei lavori nell’edilizia e nel geniocivile.

Questo iter formativo, preparato eseguito con cura dal suo respon-sabile Ing. Manuel Lüscher, haanche permesso ai professionistigià attivi nel ramo delle costruzio-

ni di completare le conoscenzeacquisite sul campo con nozioniteoriche oltre a molte specifichenozioni pratiche, necessarie persvolgere al meglio il complessocompito del Direttore dei lavori. In questa prima sessione delcorso, le materie trattate per rap-porto all’attività di cantiere (checomplessivamente hanno com-portato 188 ore di lezione) sonoriportate di seguito.• Attori e rapporti contrattuali

collegati al cantiere (20 ore).• Gestione economica del can-

tiere (32 ore).• Programma lavori (24 ore).• Gestione dell’avanzamento del

cantiere (20 ore).• Modalità di gestione e di con-

trollo della qualità del cantie-re (32 ore).

• Sicurezza nell’ambito della co-struzione (8 ore).

• Protezione dell’ambiente sulcantiere (20 ore).

• Contratti collettivi di lavoro easpetti sociali (12 ore).

• Tipologie di cantiere e di com-mittente (20 ore).

Il bilancio complessivo in meritoallo svolgimento di questo corsoè stato molto positivo, e riscontrie rispondenza sono stati tali che, agrande richiesta da parte delmondo professionale, verrà orga-nizzato, già a partire dal prossimomese di settembre, una nuovaedizione per rispondere in modoottimale all’urgente necessità delterritorio di avere figure di riferi-mento specializzate in grado di

far fronte con efficacia e puntua-lità alle esigenze del settore dellacostruzione.

Per informazioni:Manuel LüscherIstituto scienze della Terra Tel. +41 (0)58 666 62 00E-mail: [email protected]

Il gruppo delle neo diplomate e dei neo diplomati con il Direttore del Dipartimentoambiente costruzione e designdella SUPSI, Dr. Luca Colombo, e il responsabile del corso ing.Manuel Lüscher.

Hanno conseguito il Certificate of Advanced Studies(CAS) in «Direttori dei lavori nell’ambito dell’edilizia e del genio civile»:

• Alfieri Antonio• Baldini Francesco• Barbero Fabrizio• Bortolon Marco• Brenna Michel• Cereghetti Jan• Conconi Piero• De Dominicis M. Francesco• Invernizzi Alain• Jeftic Miroljub• Napoli Deianira• Negri Alekseij-Aron• Pantani Ruggero• Pawlowski Stanislao• Perosa Massimo• Pesenti Simone• Petrillo Vito• Schnidrig Silke• Selmi Marco• Stefanini Josè• Strozzi Marco• Tomamichel Samir• Valle Marcello

Scuola universitaria professionale della Svizzera italianaDipartimento ambiente costruzioni e designIstituto scienze della Terra

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PARLIAMO DI...

11 luglio-agosto2012

Spunti per lagestione deiprogetti conMS Project ®®

Tra il 27 ed il 23 a.C. Marco Vitru-vio scrisse la sua opera più nota, ilDe architettura, ed in essa è possi-bile ritrovare molti concetti cherisultano tuttora validi, nonostan-te siano passati più di 2 millennidalla sua stesura. Questo grandearchitetto e scrittore romano con-siderava l’architetto come un pro-fessionista di largo respiro, conun’ampia cultura di base, cono-scenze tecniche, economiche egiuridiche: l’architetto non erasolo chi progettava l’opera, maanche il responsabile dell’efficacianella sua realizzazione; in pratica ilnostro Project Manager con in piùla funzione di progettista. Al pari di ogni altro sforzo umano,anche i progetti sono sottoposti avincoli, fra i quali quelli che gene-ralmente sono considerati i piùimportanti sono il costo, il tempoe la qualità. È proprio in questoambito che MS Project®, cosìcome altri software simili, ci mettea disposizione alcuni strumentiinteressanti. Molti professionisticonoscono questo strumento perl’allestimento di programmi dilavoro con la classica rappresenta-zione di Gantt o PERT. MS Project®offre però altre interessanti carat-

teristiche per la gestione del pro-getto che pochi conoscono o uti-lizzano, nonostante siano di relati-vamente semplice applicazione.Mi riferisco ad esempio al metododell’«Earned Value», che con solidue indicatori, SPI (SchedulePerformance Index, indice di pre-stazione dei tempi) e CPI (CostPerformance Index, indice di pre-stazione dei costi) permette divalutare in modo facile e imme-diato gli scostamenti in terminieconomici e temporali del nostroprogetto. Per meglio illustrarequanto indicato, a titolo d’esem-pio, nell’immagine sottostante èriportato un programma lavoridal quale si possono estrapolaremolte informazioni estremamen-te utili. Prendendo quale esempiola riga 0, (evidenziata in nero) l’in-dice SPI=0.63 ci indica che il pro-getto ha un importante ritardo (ivalori inferiori a 1 significano ritar-do) mentre l’indice CPI=0.98 ciinforma che allo stato attuale,limitatamente alle opere eseguite,vi è un lieve superamento deicosti (i valori inferiori a 1 corri-

spondono ad un superamento delpreventivo). Essendo il grado dicompletamento complessivo delprogetto solo al 35% (colonna “%Comp”) il Project Manager ha lapossibilità di apportare i necessaricorrettivi per riportare il progettoall’interno dei parametri preventi-vati. Queste riflessioni, al pari dimolte altre, possono essere effet-tuate per singola voce, gruppo divoci o per l’intero progetto, per-mettendo di avere sotto controlloin ogni momento il progetto esoprattutto, in caso di bisogno, diprovvedere all’implementazionetempestiva di attività correttive.Spero di aver dato uno spunto diriflessione per chi fosse interessa-to all’argomento e mi permetto diricordare che il Centro di Forma-zione Professionale SSIC TI di Gor-dola organizza regolarmente corsiriguardanti MS Project® o più ingenerale il management del pro-getto ( www.ssic-ti.ch/corsi.html).

Adam GerosaDirettore succursale Pöyry Infra SA, Bellinzona

L’elicotterosul cantiere:direttive perla sicurezza

In funzione dell'ubicazione o diparticolari situazioni logistiche dicantiere, può capitare di dover farcapo all'elicottero per trasportareattrezzature, macchinari o mate-riali, come pure per l'esecuzionedi determinati lavori.In questo ambito, l'informazione el'istruzione delle persone presentiin cantiere è fondamentale perridurre il rischio di incidenti e otti-mizzare tali attività. L'Ufficio fede-rale dell'aviazione civile (UFAC)sta peraltro applicando le nuovedirettive di volo che contemplanorestrizioni riferite, ad esempio, allamerce ammessa in cabina, ai sac-chi per il trasporto, al sorvolodelle zone abitate o delle vie ditransito. Al di là di ciò, è importan-

te conoscere i pericoli e il com-portamento corretto da adottarenelle varie situazioni in cui l'elicot-tero opera sui cantieri (in partico-lare nella preparazione del mate-riale e dell’area di carico e scari-co). Per questo motivo, l'Ufficio diconsulenza per la sicurezza sullavoro della SSIC TI ha accoltovolentieri la proposta di collabo-razione fatta da Heli Rezia SA –azienda con sede ad Ambrì e cheopera pure partendo dalla base diSan Vittore – nel senso di propor-re una giornata di formazione(teorica e pratica) destinata aglioperatori del settore principale

NOVITÀ FORMATIVA

della costruzione. Trascorsa lamattinata di teoria, dopo il pranzoin comune è prevista l'esercitazio-ne pratica, dove i corsisti potran-no interagire realmente con l'eli-cottero, utilizzare alcuni dispositi-vi classici di aggancio e sgancio,oltre che imparare a comunicarecon il pilota, con e senza radio.L’appuntamento è per giovedì 18 ottobre 2012, dalle ore 8.15alle 17.00, presso la Base di HeliRezia SA a San Vittore, mentre ilprogramma dettagliato del corsoe il tagliando d'iscrizione sonodisponibili all’indirizzo Internetwww.ssic-ti.ch/sicurezza.html.

Per maggiori informazioni contattare la SSIC Sezione Ticino(ing. Nicola Bagnovini,tel. 091 825 54 23).Foto: Pierre Gillard.

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12 luglio-agosto2012

HGC Aperitivoestivo

Il 14 di giugno scorso nella nostrasede di Cadro, rispettivamente il15 a Losone, abbiamo invitatoclienti e fornitori al nostro «aperi-tivo estivo». Ad onor del verobisogna dire che a fronte di unmassiccio numero di persone an-nunciatesi, a Cadro ci siamo ritro-vati in pochi, e questo dovuto allaconcomitanza dell’incontro di cal-cio agli europei. Erano stati instal-lati 2 televisori per l’evento, ma sivede che molti hanno preferitoseguire la partita in altro ambito.Si potrebbe dire pochi ma buoni,ed effettivamente i presentihanno approfittato della bellaserata in compagnia per unoscambio di idee tra clienti, forni-tori e collaboratori della HGC, traun bicchiere e l’altro guardandoperché no anche la partita.Altra musica a Losone, dove l’af-fluenza è stata notevole. A Losoneeravamo già alla terza edizione, egli ospiti hanno festeggiato allagrande la bella serata. Anche lameteo è stata dalla nostra parte.In generale si può dire che tutti gli ospiti hanno gradito questoincontro, invitandoci a farlo diven-tare tradizione, e perchè non allar-garlo alle sedi di Genestrerio eCastione. L’idea ci è parsa buona,e vedremo con il nostro gruppo difornitori cosa potremo fare l’annoprossimo.Per il momento voglio ringraziaretutti i partecipanti dicendo loro«arrivederci».

Karin MartiDirettrice HGC Regione Ticino

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