Lucia o dell'Acqua

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SICILIA Comune di Siracusa Assessorato alle Politiche Culturali Regione Siciliana Assessorato al Turismo Comunicazioni e Trasporti Città Patrimonio dell’Umanità il Bello del Mondo associazione culturale l’Arco e la Fonte siracusa Ideazione, progettazione e coordinamento Nino Portoghese, Annibale Vanetti Progetto grafico Gianni Latino Produzione e documentazione audiovisiva Erica servizi multimediali, Siracusa Stampa Tipografia Grafica Saturnia, Siracusa o dell L U C I A O D E L L A C Q U A

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Lucia o dell'Acqua - Catalogo

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SICILIAComune di SiracusaAssessorato alle Politiche Culturali

Regione SicilianaAssessorato al TurismoComunicazioni e Trasporti Città Patrimonio

dell’Umanità

il Bello del Mondo

associazione culturalel’Arco e la Fontesiracusa

Ideazione, progettazione e coordinamentoNino Portoghese, Annibale Vanetti

Progetto graficoGianni Latino

Produzione e documentazione audiovisivaErica servizi multimediali, Siracusa

StampaTipografia Grafica Saturnia, Siracusa

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E’ difficile sottrarsi all’influenza costante che l’acqua ha avuto sulla storia, sulle idee, sull’am-biente che ci circonda, soprattutto per la nostra cultura mediterranea. Ogni aspetto della nostra vita è influenzato da questo rapporto simbiotico e archetipico. L’acqua dei fiumi, quella del mare, che abbraccia le nostre coste, è da sempre oriz-zonte, meta, confine, speranza e dialogo.Il tema della mostra di arte contemporanea, proposto dall’associazione culturale “L’Arco e la Fonte”, rappresenta un momento importante di riflessione su quel contatto antico e ancestrale che ci fa comprendere chi siamo e, al contem-po, ci impone di rispettare ciò che ci appartiene. Accanto agli strumenti tecnici di tutela e con-trollo, è necessario che le Istituzioni affianchino strategie di sensibilizzazione in grado di stimola-re quel senso di appartenenza e di orgoglio ne-cessari per ottenere un amore per la cultura che nasca da una risposta sociale corale e costante.In quest’ottica, il progetto culturale “Lucia o dell’Acqua” rappresenta un contributo impor-tante per la divulgazione di quei valori profondi, insostituibili e inestimabili del nostro territorio, che ciascuno ha il dovere di proteggere e il dirit-to di sentirsene parte. Diffondere e promuovere una cultura dell’Ac-qua, inoltre, è un obiettivo prioritario, poiché permette di offrire alla collettività gli strumenti necessari affinché dalla conoscenza e dal coin-volgimento possa svilupparsi la tutela e, anche dai piccoli gesti quotidiani di ciascuno di noi, possa nascere il primo segno di consapevolezza e di rispetto.

Roberto VisentinSindaco di Siracusa

Il tema scelto da “L’Arco e la Fonte” è, certa-mente, innanzitutto un omaggio a Siracusa e, per altri motivi, alla sua Santa Patrona Lucia. Siracusa è “città d’acqua”, fu fondata proprio per questo, ce lo ricordano molti storici e scritto-ri; vicina a due corsi d’acqua, il Ciane e l’Anapo, bagnata dalle acque dello Jonio; il suo centro storico è, addirittura, un’isola vicinissima alla terraferma. Questa mostra offre la possibilità di una risco-perta della storia in una prospettiva diversa da quella tradizionale, fatta di nomi e date, è un modo esso stesso innovativo per riaffermare nella cultura di tutti il valore di un bene estre-mamente prezioso.Un bene di cui si sta rischiando di perdere la concezione di patrimonio, perciò di cosa da salvaguardare e valorizzare. Sensibilizzare la so-cietà civile sui delicati temi del risparmio ener-getico e idrico vuol dire, infatti, che qualsiasi in-tervento strutturale ha necessariamente bisogno dell’aiuto del singolo sia come azione diretta sia, soprattutto, come azione culturale. Il simbolismo legato all’acqua è, poi, influenzato sia dai miti del mondo pagano, sia dalla valenza culturale introdotta dal Cristianesimo: il Batte-simo nell’acqua di Lucia le darà la forza di di-stribuire i suoi beni ai poveri e poi di affrontare il martirio.La partecipazione a questa rassegna di arte contemporanea da parte di Artisti affermati del nostro territorio e di Artisti lombardi, l’approfon-dimento della tematica attraverso l’intervento pluridisciplinare di danza, musica e performan-ce teatrale, ci consente di prevedere una sicura riuscita della manifestazione.

Cesare Alessandro SperanzaAssessore Beni e Attività CulturaliComune di Siracusa

Comune di Siracusa

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Angelo Cortese

Le riflessioni di Angelo Cortese intorno ai principi di Verità e Bellezza, si trasformano in visioni di acqua e cieli che appartengo-no al mondo della mitologia. La pittura si fa discorso sacro di origine Orfica: un viaggio per iniziati, alla cui fine la salvezza si rive-la in una visione escatologica basata sulla metempsicosi. Polo sacrale di A-LETHEIA (dis-velamento) è luogo d’una salvezza – divinizzazione che avviene nell’assunzione al Cielo: evento cosmico, unione sacra da cui nasce il Purificato, il Fanciullo Divino. Un percorso che implica il passaggio dall’apparente molteplicità del Divino (la vittima sacrificale) all’unità salvifica del suo principio (dai Molti all’Uno).

Siracusa, 1941.Studia presso la scuola d’Arte di Sira-cusa e l’Istituto Statale di Palermo. Dal 1960 frequenta per quattro anni il cor-so di scenografia presso le Accademie di Firenze e Roma.Dal 1964 insegna decorazione pitto-rica presso l’Istituto Statale d’Arte di Siracusa e poi di ruolo presso l’Istituto Statale d’Arte di Catania. Negli anni ’70 matura il suo interesse per le tecni-che calcografiche e svolge un’intensa attività artistico-culturale in vari centri d’Italia. Nel ’98 lascia l’insegnamento e si dedica esclusivamente alla pittura. Essenzialmente la sua opera è attra-versata da tre periodi: quello giovanile che lo vuole impegnato in una poeti-ca pittorico-musicale, di reminiscenza Kleeiana, una seconda fase citazioni-sta di recupero mitologico, e una terza di sapore intimistico con un forte recu-pero della memoria. Attualmente vive e lavora nella sua città natale.

Angelo Nuovo, olio su tela, cm 150x200

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Aletheia, 1985, olio e grafite su tela, cm 120x100

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Andrea Decani

Cernusco Lombardone (MI), 1948.Frequenta i corsi di scultura a Brera con Marino Marini e Alik Cavaliere. Dopo un trentennio di attività e ricer-ca, (in particolare sullo spazio sce-nico), inizia di recente la sua attività espositiva.Negli anni ’80 conduce una ricerca sul valore simbolico, espressivo e struttu-rale della Croce, che ha il suo esito in una happening artistico-multimediale presso il quartiere Rondò a Sesto San Giovanni. Successivamente affronta il tema della Cariatide, motivo classico le-gato alla simbologia del destino umano. Del 2004 è la personale Il mito da Nar-ciso all’immagine riprodotta presso lo Spazio Arte Sesto San GiovanniNello stesso anno inizia la sua parteci-pazione ai progetti organizzati dall’As-sociazione l’Arco e la Fonte di Siracusa:Nostos, galleria l’Arco e la Fonte, SR; Periplo - Blumare/Oltremare/Profondo, Monastero del Ritiro, SR; Migrazioni, Palazzo del Governo, SR; La visione negata, San Nicolò dei Cordari, SR; Diafania, galleria l’Arco e la Fonte, SR; Tragodia - tragico/sacro/sacrificio, San Nicolò dei Cordari, SR; Zagara e Rais, la Sciabica, Ispica, RG; La visione ne-gata - martyrium - violenza/sacro/re-denzione, Galleria civica Montevergini, SR - palazzo Costa, Vizzini CT.Vive e lavora a Sesto San Giovanni (MI).

Abbiamo prima sete - è l’atto di natura -E dopo, quando stiamo per morire,Chiediamo supplichevoli un po’ d’acquaA dita che ci passano vicine.

Ed è figura d’un bisogno più altoLa cui risposta adeguataSono le grandi acque occidentaliChiamate Eternità.

Annegare non è così penosoCome quel tentativo di riemergere.Dicono che tre volte chi sprofondaTorna a vedere il cielo,Poi discende sempreAll’odiata dimoraDove da lui dilegua la speranzaPerchè Dio se lo prende.Ed il volto cordiale del Creatore,Per quanto bello a vedersi,E’ schivato, bisogna riconoscerlo,Come un’avversità.

E. DickinsonAnnegare non è così penoso..., 2009 legno policromo, cm 10x20x61

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Abbiamo prima sete ..., 2009, legno policromo, cm 11x49x13

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Diana Forassiepi

Di origine toscana ma nata a Sesto S. Giovanni (MI). Dopo la maturità compie studi di pittura e disegno con Giovanni Fumagalli alla Civica Scuola d’Arte “Fa-ruffini” della città natia. Collabora a molte iniziative culturali, fra cui “Piazzetta Artistica nei Quartieri” presentato alla Biennale di Venezia nel 1976. Coordina e partecipa al “Gruppo Arti Visive” promosso dall’Assessorato locale alla Cultura dal 1978 al 1985. Dal 2003 partecipa alle rassegne d’ar-te a tema proposte dall’Associazione Culturale “L’Arco e la Fonte” di Siracu-sa: Blu eventi, Cripta del Collegio, SR; Nostos, galleria l’Arco e la Fonte, SR; Periplo - Blumare/Oltremare/Profondo, Monastero del Ritiro, SR; Migrazioni, Palazzo del Governo, SR; La visione negata, San Nicolò dei Cordari, SR; Diafania, galleria l’Arco e la Fonte, SR; Tragodia - tragico/sacro/sacrificio, San Nicolò dei Cordari, SR; Zagara e Rais, la Sciabica, Ispica, RG; La visione nega-ta - martyrium - violenza/sacro/reden-zione, Galleria civica Montevergini, SR, palazzo Costa, Vizzini CT.Vive e lavora a Sesto S. Giovanni (MI).

Dai resti consumati di un mare vittima della violenza della nostra società post-tecnologica, Diana parte per la sua rifles-sione estetica su di un paesaggio non più umano ma fatto di oggetti consumati; non più ambiente produttivo ma costituito da scorie. L’artista raccoglie con amore le “disiectae membra”, avvolgendole pietosa-mente in un sudario o enfatizzando alcuni significativi elementi di questi resti sacrifi-cali attraverso l’ostensione di velari o manti sospesi, in una sorta di drammatico teatro delle “Vanitas”.

Sudario del mare, 1990, assemblage e gessi cm 32x47

(retro pagina) La morte del mare, 1990, tela assemblage acrilico cm 30x40, (part.)

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Paolo Fichera

Sabaudia (LT), 1949.Si diploma all’Istituto Statale d’Arte di Siracusa e all’Accademia di Belle Arti di Roma.Dal 1969 ha esposto in personali e collettive a Roma, Milano, Siracusa, Dusseldorf (D); Candela (FO), Marano Principato (CS) e Norcia (PG). Dal 2004 partecipa ai progetti organiz-zati dall’Associazione l’Arco e al Fonte di Siracusa: Naufragio, galleria l’Arco e la Fonte, SR; Periplo - Blumare/Oltremare/Profondo, Monastero del Ritiro, SR; Mi-grazioni, Palazzo del Governo, SR; La vi-sione negata, San Nicolò dei Cordari, SR; Diafania, galleria l’Arco e la Fonte, SR; Tragodia - tragico/sacro/sacrificio, casi-na Cuti, SR; Zagara e Rais, la Sciabica, Ispica, RG; La visione negata - martyrium - violenza/sacro/redenzione, Galleria ci-vica Montevergini, SR, palazzo Costa, Vizzini CT; Tragodia pathos/nomos/logos, galleria Civica Montevergini, SR.“La superficie pittorica diventa, allora, un campo di battaglia in cui si scontrano titanicamente le energie psichiche e la potente pennellata in un luogo abitato da misteriosi ed enigmatici frammenti di un racconto che non si lascia, così, identifi-care” (Nino Portoghese). Vive e lavora a Roma.

Nelle opere di Fichera rivivono le angosce liquide di Edward Munch, le catastrofiche visioni post diluvio di Max Ernst, i bagni misteriosi di Giorgio De Chirico. Come nei gorghi labirintici di Jackson Polloch, le sue figure nascoste evocano i versi di William Shakespeare ne “La Tempesta”: “Cinque tese sott’acqua / tuo padre si giace; / si son fatte sue ossa / coralli di brace; / sono gli occhi d’allora / perle chiare. / Nulla di lui v’è ancora / votato a rovina. / Che non subisca stupenda / trasformazione marina”.

(retro pagina) Bagno notturno, 2009, acrilico su carta, cm 20x19

Onda grande, 2009, acrilico su carta cm 17x12

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Giovanni Garipoli

Siracusa, 1943.Sin dall’infanzia ha “respirato” in fami-glia l’interesse per i materiali naturali, quali la pietra e il legno. Con la maturità, l’interesse per la creazione artistica è di-ventato passione, sostenuta da una forte motivazione interiore e dallo studio dei grandi maestri del “900. Alcune sue opere si trovano in pubblici spazi urbani di Siracusa. Dal 2004 parte-cipa alle rassegne d’arte a tema proposte dall’Associazione Culturale “L’Arco e la Fonte”: Tredici artisti per il tredici dicem-bre, galleria l’Arco e la Fonte, SR; Periplo Blumare/Oltremare/Profondo, Monaste-ro del Ritiro, SR; Migrazioni, Palazzo del Governo, SR; La visione negata, San Nicolò dei Cordari, SR; Diafania, galleria l’Arco e la Fonte, SR; Tragodia - tragico/sacro/sacrificio, casina Cuti, SR; Zagara e Rais, la Sciabica, Ispica, RG; La visio-ne negata - martyrium - violenza/sacro/redenzione, Galleria civica Montevergini, SR, palazzo Costa, Vizzini CT.Vive e lavora a Siracusa.

Garipoli opera come se cercasse all’inter-no del tronco di legno di palma il cuore pulsante della materia e il respiro di una vita universale.Nel paziente e controllato lavoro di scavo, come per l’azione persistente di una goc-cia d’acqua, mette in luce percorsi ed an-fratti che, a poco a poco, propongono alla meditazione e alla contemplazione una figura simbolica cosmica che ha quasi la funzione di un potente Mandàla capace di reintegrare l’uomo decostruito e disorien-tato, in una visione totale ed assoluta.

(retro pagina) Mandàla, 2009, legno di palma, ø cm 50

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Giuseppe Giardina

Nato in Libia nel 1940. I suoi interessi spaziano dalla pittura alla ceramica, dalla scultura alla narrativa. Ha pubblicato i romanzi: “L’ombra lace-rata” per le Edizioni L’Ariete di Siracusa e “Il re degli aquiloni” per l’ Autore Libri Firenze.Nel 2005 si è aggiudicato il terzo posto nel concorso letterario “Sabbie” indetto dal Silfio di Roma.Numerose le mostre personali e collet-tive in Piemonte, Liguria e Sicilia. I suoi presepi in ceramica sono stati esposti a Taormina e a Roma nel 2005.Dal 2007 partecipa alle rassegne d’arte a tema proposte dall’Associazione Cultura-le “L’Arco e la Fonte” di Siracusa: Zagara e Rais, la Sciabica, Ispica, RG seconda e quarta edizione. La visione negata martyrium-violenza/sacro/redenzione, Galleria Civica Montevergini, SR, palazzo Costa, Vizzini, CT. Vive e lavora a Siracusa.

Il Passaggio del Mar Rosso. E allora il mare si schiuse come docili lab-bra, come ubbidienti valve di azzurra con-chiglia, perchè scivolasse via la Tua perla più preziosa: Israele. (G.G.)

Tsunami. L’assalto buio e vorace di una mano as-sassina, lesta a strappare dal respiro del cielo migliaia di grappoli di stelle innocenti, a inchiodare nel fango la fragile farfalla del sogno umano. (G.G.)Il passaggio del Mar Rosso, 2009

terracotta decorata, ø cm 50

(retro pagina) Tsunami, 2004, terracotta smaltata, cm 41x30x43

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Ferdinando Greco

Quando il cuore e’ nel tramonto e nello strazio a volte avviene che improvvisamente cresce il desiderio della luce del giorno, non solo, si vorrebbe anche guardare la pianura da alte cime montagnose e da li’ pensare all’eterno come se l’infinito del creato confluisse dentro il cuore. (F.G.)

Rovello Porro (Como) 1939, vive e lavora a Saronno (Varese).Ha studiato a Milano dove ha insegna-to al Liceo Artistico Statale per diversi anni e da sempre avverte l’esigenza di dipingere «come un bisogno profondo». Negli anni ’60 concepisce l’opera d’ar-te come un oggetto in bilico tra valore e cosa, mentre nel decennio successivo inizia la serie dei Cataloghi reperti, dove si trovano tombini, santi e ritratti intesi come materiali archeologici di una Pom-pei odierna. Gli anni Ottanta e Novanta sono contraddistinti dai Paesaggi portati via e dai Mutanti dove al centro del fare pittorico vi è l’Essere umano e l’arte di-venta una finestra “ultimale”. In questi ultimi anni nei suoi quadri ha accentuato i toni del drammatico con tratti di lirismo struggente dosato sapientemente. Per Greco il quadro è frutto della sua stes-sa vita tanto da assimilarlo a un diario visivo, dove la scrittura è sinergica al dipingere con la coscienza, afferma egli stesso, che «in me c’è un’ansia di ac-cumulare sentimenti, rimandi, e l’opera pretenderebbe un rapporto vitale con chi la guarda… non si finisce mai di scoprire… è il tempo che ha lavorato, il processo che ho impiegato, le fasi della vita che ho attraversato…», tutto indis-solubilmente legato con «un’ansia auto-biografica». In Greco, quindi, «Scrittura e pittura coincidono, si rimandano l’una all’altra» come due forze dinamiche predisposte a raccontare la complessità dell’esistenza umana con forme vitali e in costante divenire, come lo è la costru-zione dei suoi quadri.

l’infinito dentro il cuore, 2008 vinilici, sabbia pvc su tela, cm 82x77

(retro pagina) Disgelo, 2005 vinilici, sabbia e oggetti in PVC e alluminio cm 100x100x7

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Jano Lauretta

Rosolini (SR), 1938. Studia scultura presso l’Istituto Statale d’Arte di Palermo e Siracusa, dove in-segna dal “60 al “74 plastica, scultura e disegno dal vero. Numerosi i consensi di critica e pubblico alle manifestazioni artistiche a cui ha partecipato dal 1956. Da segnalare la sua presenza alla Bien-nale Internazionale d’Arte Moderna di Malta nel 1995 e alla mostra internazio-nale di scultura “Ca’ la Ghironda” di Zola Predosa (BO) nel “96. Suo è il momu-mento in pietra dura di Modica realizzato a Rosolini, dedicato a NIcholas Green e sistemato nella piazza omonima nel 2001. Più recentemente partecipa alla collettiva “Arte, Fede, Follia”, un progetto itinerante da Siracusa a Castellanza (VA) e ad altre rassegne d’arte a tema propo-ste dall’Associazione Culturale “L’Arco e la Fonte” di Siracusa. Nell’Ottobre 2008 è vincitore del “Premio Regionale Abruz-zo” al XXXV Concorso Internazionale d’Arte Moderna di Sulmona.Vive e lavora a Rosolini (SR).

Brandelli di figure vaganti alla deriva, galleggianti su zattere in balia di venti e correnti marine. Eppure in queste tracce smembrate, corrose, frantumate in lacera-ti frammenti di sé, percepiamo l’emergere dell’anima che è in ogni luogo o cosa gra-zie ad un amoroso dialogo con la materia. Come un naufrago salvato dalla furia dei marosi, la vera vita della scultura è nella purezza delle forme, in una verità liberata dal peso della morta riproduzione.

Eco delle origini, 1989, olio su tela, cm 152x87, (part.)

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Disiectae membra, 1989, legno, cm 200x60x65

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Francesco Rinzivillo

Comiso (RG), 1966.E’ una figura decisamente dinamica nel panorama artistico contemporaneo, il suo linguaggio sfida il potere assoluto delle configurazioni tradizionali, ogni ap-proccio retorico e qualsiasi descrizione statica della realtà.Nel segno fa confluire le immagini astrat-te dei suoi ricordi, aprendosi “sincera-mente” al mondo dell’esperienza, dive-nuto sempre più complesso in ogni sua rappresentazione.“Attraversare il confine” ricercando unospazio “altro”, è il riferimento principa-le del suo operare sperimentale. Tra le più significative esposizioni personali: Escapes, Palazzetto Mirto, Palermo; Art/X_for, Galleria La Calandra, Ispica (RG); EXTREMA_mente, Museo Civico, Caltavuturo (PA); Timeless – installazio-ne – Modica; Black-out Back_in – in-stallazione, spazio cultura M. Assenza – Pozzallo (RG); Il viaggio dell’Eroe il limite, la soglia Teatro Garibaldi Modica (RG); In[tra] Limitem, spazio cultura M. Assenza Pozzallo (RG); LIMèS, Galleria Quadrifoglio, Siracusa; Rosso e Materia, Fattoria delle Torri, Modica (RG); In-certi confini, Ispica (RG); Tracce, Centro Stu-di “F. Rossitto”, Ragusa.

Il suo interesse per il limite come confine, per il quale si pone l’impossibilità di acces-so, pena un essenziale, radicale cambia-mento, lo porta a riflettere su ciò che costi-tuisce e produce la separazione. Al di là di fantastiche visioni di nebulose ai confini dell’universo, oltre le Colonne d’Ercole, il bisogno di navigare per acque silenziose, nasce per lui da un’ancestrale necessità di Assoluto. Con Barnett Newman può ben dire: “L’uomo è un essere tragico e il cuore di questa tragedia è il conflitto della Parte col Tutto, dicotomia che fa parte della nostra più profonda natura, che motiva la nostra lotta per la perfezione e suggella la nostra sventura. L’essere umano è solo, solitario e isolato e, tuttavia, in qualche luogo c’è un posto riservato a lui, è parte di qual-cosa. Questo conflitto è la sua più grande tragedia”.Impressioni Liminari 1, 2009

stampa digitale su dibond cm 100X170

(retro pagina) Impressioni Liminari 3, 2009 stampa digitale su dibond cm 100X170, (part.)

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Jano Sicura

Ferla (SR), 1950. Studia presso la Scuola Libera d’Arte di Stoccarda e, in seguito, presso l’Acca-demia di Belle Arti “Karlsruhe” dal Prof. Max Karninskì. Nel 1997 entra a far parte dell’Associazione Opus di Siracusa e co-stituisce il gruppo “Arti Visive” Siracusa, Stoccarda. Dal 1998 insegna pittura e disegno all’Accademia Popolare di Leom-berg (D). Nel 2000 fonda, a Canicattini Bagni (SR), l’associazione culturale “Je-fArt” e, dal 2006, è direttore del Museo d’Arte Contemporanea di Vizzini (CT). Dallo stesso anno partecipa alle rassegne d’arte a tema proposte dall’Associazione Culturale “L’Arco e la Fonte” di Siracusa: Migrazioni, Palazzo del Governo, SR; Za-gara e Rais, la Sciabica, Ispica, RG; La vi-sione negata - martyrium - violenza/sacro/redenzione, Galleria civica Montevergini, SR, palazzo Costa, Vizzini CT, Tragodia - pathos/nomos/logos, galleria Civica Mon-tevergini, SR.Numerose le mostre personali e collet-tive a partire dal 1983 in Germania, Ro-mania, Svizzera e Italia. Vive e lavora tra Siracusa e Heidelberg (D).

Acqua come traccia tesa all’esplorazione dello spazio pittorico, automatismo di gesti tesi e nervosi, danza di segni incisi nella carta, graffiture, trans-formazoni di sedi-mentati frasciami. Il gesto si fa materia fila-mentosa che, avvinghiandosi su se stessa, diventa matassa in equilibrio sospeso sul liquido trasparente, sfidando la legge di gravità in un gioco di rimandi concettuali (quale la forma dell’acqua?) che si tingono emotivamente dei riflessi luminosi dal fon-do: alla ricerca dell’anima dell’acqua.

(retro pagina) La forma dell’acqua, 2010installazione, cm 300x70, (part.)

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Corrado Signorelli

Avola (SR), 1953. Dopo la maturità artistica, consegue la laurea in Architettura ma volge l’at-tenzione all’arte e alle valenze spazio-superficie, conducendo ricerche mate-riche a partire da un contesto pittorico. Negli anni “90 la sua ricerca si indirizza verso la definizione di spazi e superfici caratterizzati dal rilievo e dal vuoto, con forti ed aggettanti rotture. Ai vari mate-riali è affidata un’ingannevole fisicità per un effetto specchiante dell’immagine: segni, forme, immagini che si riflettono e si moltiplicano, grazie anche a giochi di luce ed ombra fluidi e sospesi .Dal 2005 partecipa alle rassegne d’arte a tema proposte dall’Associazione Cultura-le “L’Arco e la Fonte” di Siracusa: Periplo Blumare/Oltremare/Profondo, Monaste-ro del Ritiro, SR; Migrazioni, Palazzo del Governo, SR; La visione negata, San Ni-colò dei Cordari, SR; Zagara e Rais, la Sciabica, Ispica, RG; La visione negata - martyrium - violenza/sacro/redenzione, Galleria civica Montevergini, SR, palazzo Costa, Vizzini CT.Vive e lavora a Siracusa.

L’acqua assomiglia all’animadell’uomo. È irrequieta, non ha posa.Si spande per le vie che scendonoverso l’origine di ogni cosa.

L’acqua è eternanon ha Destino.Questa che vedi nel bicchierel’acqua luce delle fontanel’acqua nera delle tempesteil fango delle franeil torbido degli stagniil dondolio delle ondeil tendere verso la lunadelle maree,

Acqua della fineacqua del principiol’anima ti attraversaGiuseppe Conte

L’acqua assomiglia all’anima, 2007acrilici, pigmenti su tela, cm 120x120

(retro pagina) Dall’acqua nasce l’anima, 2010 olio su tela, cm 120x120

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Adriano Urbano

Adriano Urbano nato a Palermo. Si dedicato alla scenografia e opera nel campo della grafica e della pittura. E stato titolare della Cattedra di Scenogra-fia allAccademia di Belle Arti P. Vannuc-ci di Perugia. Ha insegnato allAccademia di Belle Arti di Catania e di Urbino. Docente di Sce-notecnica e di Storia dello Spettacolo allAccademia di Belle Arti M. Minniti di Siracusa. Facoltà di Belle Arti di Siviglia con un seminario: Segno e Materia. Ha tenuto personali a Shiraz (Iran), Ca-tania, Venezia, Brescia, Alessandria, Nizza di Sicilia, Perugia, Aqui Terme, Stresa, Acireale, Firenze, Vienna, Bolo-gna, Siracusa, Roma. Partecipazioni a mostre: Sassoferrato, Catania, Forl, Patern, Tre-castagni, Gualdo Tadino, Adrano, Paler-mo, Perugia, Citt della Pieve, Siracusa, Roma, Vizzini, Ispica.

Lento emergere di forme depositate sulla tela, sottili determinazioni luminose rivela-no straordinarie intensità. Memoria del già visto e traccia della visione presente, an-gosce e tremori che l’animo nutre di fronte alla forza misteriosa della natura: il paesag-gio marino assume i più diversi aspetti ma si rivela nella luce che la materia sprigiona tutt’intorno.

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Oltre il Limite, olio su tela, cm 71x143

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Annibale Vanetti

Marnate (VA), 1952.Dopo gli studi al Liceo Artistico di Busto Arsizio (VA), prosegue la sua formazione artistica frequentando studi di architettu-ra e di progettazione grafica. Negli anni ‘70 partecipa ad un progetto di musica d’avanguardia, incidendo un album per la Casa Discografica PDU a Milano.Dopo l’abilitazione all’insegnamento di Ed. Artistica, frequenta la Facoltà di Filosofia alla Statale di Milano e, in se-guito, approfondisce gli studi filosofico-teologici all’Ist. di Scienze Religiose “S. Metodio” di Siracusa.Inizia la sua attività espositiva nel 1986, quando si trasferisce a Siracusa, dove vive e lavora. Numerose sono state le collaborazioni ad iniziative culturali an-che in qualità di relatore a corsi di for-mazione per docenti su temi di storia dell’arte e iconografia sacra. Dal 2001 è coordinatore artistico e animatore dei progetti elaborati dall’Associazione cul-turale “l’Arco e la Fonte” di Siracusa.

Come potemmo vuotare il mare bevendolo fino all’ultima goccia?(...) Quanto di più sacro e di più possente il mondo possedeva fino ad oggi, si è dissan-guato sotto i nostri coltelli; chi detergerà da noi questo sangue? Con quale acqua po-tremo noi lavarci? Quali riti espiatori, quali giochi sacri, dovremo noi inventare?

La Gaia scienza, aforisma 125 - l’uomo folle Friedrich Nietzsche

Rispose Gesù: “chiunque beve di quest’ac-qua avrà di nuovo sete; ma chi beve dell’ac-qua che io gli darò, non avrà mi più sete, anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna”

L’incontro con la Samaritana Giovanni 4, 13-14

(retro pagina) Polittico di Alfeo o delle acque sacrificali, 2009grafite, pigmenti, colle e carte su tela e legnocm. 185 x 185

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L U C I A O D E L L ’ A C Q U A