L'Osservatore Romano 051 - 2015 03 04

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Spedizione in abbonamento postale Roma, conto corrente postale n. 649004 Copia € 1,00 Copia arretrata € 2,00 L’OSSERVATORE ROMANO GIORNALE QUOTIDIANO Unicuique suum POLITICO RELIGIOSO Non praevalebunt Anno CLV n. 51 (46.889) Città del Vaticano mercoledì 4 marzo 2015 . y(7HA3J1*QSSKKM( +,!"!%!z![! Il vicepresidente statunitense incontra i capi di Stato di Guatemala, Honduras ed El Salvador Sviluppo per non emigrare Accordo raggiunto tra Mosca e Kiev Salvo il gas per l’Europa In Pakistan i talebani ostacolano le misure antipolio Quel milione di vaccini sprecati L’esercito iracheno e gruppi tribali alla riconquista di Tikrit Offensiva contro l’Is Ma la minaccia terroristica non si allenta NOSTRE INFORMAZIONI Provvista di Chiesa Il Santo Padre ha nominato Ve- scovo di San Diego (Stati Uniti d’America) Sua Eccellenza Reve- rendissima Monsignor Robert Walter McElroy, finora Vescovo titolare di Gemelle di Bizacena e Ausiliare di San Francisco. ISLAMABAD, 3. Oltre un milione di dosi di vaccino antipolio, del valore di 3,7 milioni di dollari, donati dal fondo delle Nazioni Unite ( Unicef), sono andati sprecati in Pa- kistan a causa della guerriglia talebana e delle sue conseguenze sociali e politiche. Secondo fonti Unicef, uno su dieci bambini pachistani non sopravvive al quinto com- pleanno e la maggior parte delle morti sono dovute a malattie facilmente curabili, tra cui in primis la polio. Oltre alle difficoltà incontrate dalla cam- pagna nazionale antipolio — molti addetti sono stati uccisi e molte comunità radicali islamiche si oppongono — anche le banche del sangue, secondo i medici, non sono propriamente monitorate esponendo rego- larmente molti pazienti a sangue infetto. E ieri la minaccia di attentati ha costretto le autorità di Quetta, una delle principali città del Pakistan, a sospendere le vaccinazioni. Il Pakistan resta uno dei Paesi più colpiti dalla polio, assieme alla Nigeria e all’Af- ghanistan. Un gruppo di emigranti messicani a San Antonio in Texas (Ap) Truppe irachene in azione nella provincia di Salahuddin (Afp) Il dolore dei familiari di un operatore antipolio ucciso a Karachi (Ap) BRUXELLES, 3. Dopo una maratona negoziale durata oltre sei ore, l’Unione europea è riuscita nella notte a raggiungere un’intesa tra Russia e Ucraina sul gas, garanten- do così le forniture sia a Kiev che all’Europa e la cruciale attuazione degli accordi di Minsk. Ed entro la fine di marzo sarà convocato un nuovo vertice trilate- rale per cercare un accordo sulle forniture per il periodo estivo, dato che l’attuale pacchetto invernale giunge a scadenza a fine mese. «Siamo riusciti a salvaguardare l’applicazione del pacchetto inver- nale per le forniture all’Ucraina e a garantire il transito verso l’Ue», ha dichiarato il vicepresidente della Commissione europea, Maroš Šefčovič, al termine del vertice, do- ve ha portato avanti la mediazione tra il ministro russo dell’Energia, Alexander Novak, e l’omologo ucraino, Vladimir Demchishin. «Il risultato del vertice può aiutare a superare le differenze sulle fornitu- re di gas tra Ucraina e Russia, e questi sforzi — ha commentato in una nota l’Alto rappresentante Ue per la politica estera e di sicurezza comune, Federica Mogherini — so- no parte del sostegno concreto dell’Ue all’attuazione degli accordi di Minsk». L’intesa siglata a Bruxelles pre- vede, come detto, il pieno rispetto del pacchetto invernale sulle forni- ture concordato lo scorso ottobre con la società energetica ucraina Naftogaz, che s’impegna a rispetta- re il sistema dei prepagamenti, a ordinare sufficienti quantità di gas per coprire il fabbisogno domestico per marzo al colosso russo Gaz- prom e garantire il transito delle forniture all’Ue. Gazprom, a sua volta, s’impegna a consegnare cen- toquattordici metri cubi al giorno di gas nei punti stabiliti. Le forni- ture nelle città orientali ucraine di Lungansk e Donetsk, roccaforte dei separatisti filorussi, sono sono inve- ce una questione altamente com- plessa in termini legali, tecnici e politici, per cui — hanno reso noto fonti ufficiali da Bruxelles — la questione non è stata ancora af- frontata direttamente. Mosca e Kiev hanno inoltre espresso la loro volontà di conti- nuare i trilaterali sul seguito del pacchetto invernale, che scade a fi- ne mese. Le parti sono state invita- te a presentare le loro proposte per il prossimo incontro che si terrà prima della fine di marzo. Il sistema messo in piedi a fine ottobre con la mediazione dell’ex commissario Ue all’Energia, Günther Oettinger, aveva funzio- nato per tutto l’inverno, sino a quando, circa una settimana fa, so- no iniziate di nuovo le accuse in- crociate tra Kiev e Mosca e le mi- nacce di stop alle forniture. La Russia ha accusato Kiev di aver tagliato il gas all’est del Paese do- po una serie di esplosioni lungo il gasdotto nella zona controllata dai ribelli, e ha così inviato forniture parlando di aiuti umanitari. Ma poi, ha accusato Kiev, Mosca ha mandato la fattura. Da qui il rimpallo di responsabi- lità su chi ha tagliato cosa e in quali quantità, e le minacce russe di tagli alle forniture anche verso l’Ue. «Impossibile verificare sul posto», hanno ammesso alla Com- missione europea, dove Šefčovič ha proposto di separare la questione Donbass da quella del pacchetto invernale, senza il cui rispetto ca- deva anche la discussione per quel- lo estivo. Intanto, il cancelliere tedesco, Angela Merkel, ha invitato oggi i rappresentanti di Ucraina, Russia e Francia a prendere parte a un altro round di colloqui sulla grave crisi nell’est ucraino. Il vertice dovrebbe tenersi venerdì prossimo a Berlino. Lo ha reso noto il portavoce dell’Esecutivo tedesco, Steffen Sei- bert, precisando che nella capitale si discuterà dell’attuazione del ces- sate il fuoco di Minsk a livello di alti funzionari. BAGHDAD, 3. Sui fronti iracheni, si- riani e, secondo alcune fonti, anche su quello libico il cosiddetto Stato islamico (Is) continua a dimostrarsi in crescente difficoltà sul piano mili- tare, anche se non si allenta la sua minaccia terroristica. Dopo che i peshmerga curdi han- no interrotto in Siria le comunica- zioni dell’Is con le sue basi in Iraq, ora proprio in questo Paese si regi- stra un’offensiva contro le milizie jihadiste a Tikrit, a centocinquanta chilometri a nord di Baghdad, da parte delle truppe governative ap- poggiate da forze tribali sia sciite che sunnite. Questa convergenza nella lotta contro i terroristi viene evidenziata da alcuni commentatori: lo scontro tra sciiti e sunniti è stato infatti una costante nella storia ira- chena degli ultimi decenni. L’inizia- tiva governativa, che secondo fonti di Baghdad avrebbe già riportato sotto il controllo dell’esercito vari di- stretti periferici di Tikrit e inflitto pesanti perdite all’Is, sembra quindi corrispondere non solo a una strate- gia militare, ma anche e soprattutto politica, nel senso di una rinnovata coesione nazionale contro la minac- cia jihadista. La provincia irachena di Salahud- din, della quale Tikrit è il capoluo- go, è abitata in maggioranza da una popolazione sunnita il cui malcon- tento per le politiche, giudicate di- scriminatorie, dell’ex primo ministro sciita Nuri Al Maliki avevano fatto guadagnare in passato simpatie all’Is, che al sunnismo dichiara di appartenere. I miliziani avevano as- sunto il controllo di Tikrit nello scorso giugno, muovendo da nord, dopo avere conquistato Mosul. Secondo il governatore di Sa- lahuddin, Rahed Ibrahim Al Jubury, le forze regolari dell’esercito sono appoggiate da non meno di diecimi- la volontari delle milizie sciite, ma anche da tremila uomini di clan tri- bali sunniti. Secondo fonti citate dalla Bbc, a ridosso del fronte per seguire la bat- taglia si troverebbe anche il generale iraniano Qasem Soleimani, coman- dante della Qods, la forza dei pa- sdaran, incaricata delle operazioni all’estero. La presenza di Soleimani e dei suoi uomini per coordinare le milizie sciite che si battono contro l’Is è stata più volte segnalata in Iraq negli ultimi mesi. E anche que- sto aspetto sembrerebbe confermare un riposizionamento delle alleanze, dopo decenni di sostanziali contrap- posizioni tra Iraq e Iran. Secondo la televisione pubblica di Baghdad, l’attacco è stato sferrato da tre direzioni — da sud, nord e ovest — con la copertura di un in- tenso fuoco di artiglieria e di bom- bardamenti di jet iracheni. Non è coinvolta in questa offensiva, invece, la coalizione internazionale guidata dagli Stati Uniti che da mesi sferra raid aerei contro l’Is in Iraq e in Si- ria. Secondo fonti del Pentagono ci- tate dalle agenzie di stampa, le auto- rità di Washington sarebbero state colte di sorpresa dalla notizia dell’at- tacco in grande stile delle truppe ira- chene a Tikrit. Tra gli sviluppi politici, intanto, la stampa turca segnala un possibile mutamento della posizione del Go- verno del presidente Recep Tayyip Erdoğan che ora potrebbe coinvol- gersi più direttamente nella coalizio- ne contro l’Is e appoggiare l’offensi- va su Mosul annunciata per il mese prossimo. Secondo l’ex governatore di Mosul, Useiyn Nujaifi, fratello del vicepresidente iracheno Osama Nujaifi, che la settimana scorsa ha visto Erdoğan ad Ankara, la Turchia potrebbe contribuire non con trup- pe, ma con appoggio logistico e for- niture militari. Da Ankara non sono venute conferme ufficiali, ma nean- che smentite. Il ministro della Difesa turco, Ismet Yilmaz, ha comunque dichiarato che il suo Governo «por- terà avanti a tempo debito una valu- tazione su un ulteriore contributo». Secondo Yilmaz, atteso nei prossimi giorni in Iraq per colloqui con il Governo di Baghdad e con quello del Kurdistan iracheno a Erbil, la Turchia già «ha iniziato a dare un contributo concreto» alla coalizione, ed «è pronta ad assumersi le sue re- sponsabilità se anche altri lo fanno». CITTÀ DEL GUATEMALA , 3. Lo svi- luppo sociale è l’unico freno possi- bile alle migrazioni dai Paesi pove- ri. Su questa convinzione si è in- centrato l’incontro aperto ieri a Cit- tà del Guatemala tra il vice presi- dente degli Stati Uniti, Joe Biden, e i capi di Stato dei Paesi centroa- mericani del cosiddetto triangolo del nord, cioè Honduras, El Salva- dor e appunto Guatemala. All’in- contro, che si concluderà oggi, par- tecipa inoltre Vanessa Rubio, sotto- segretario agli Esteri del Governo del Messico, dal cui territorio passa l’immigrazione irregolare centroa- mericana verso gli Stati Uniti, che si aggiunge a quella messicana. L’incontro di Biden con il presi- dente guatemalteco Otto Pérez Molina, quello honduregno Juan Orlando Hernández Alvarado e quello salvadoregno Salvador Sán- chez Cerén, ha lo scopo di valutare il piano, denominato Alleanza per la prosperità messo a punto dai Paesi del triangolo nord e sostenuto dagli Stati Uniti. Ai colloqui sta parteci- pando anche il presidente della Banca interamericana di sviluppo (Bid), il colombiano Luis Alberto Moreno, poiché l’istituto finanzia- rio regionale agisce come segreteria tecnica del piano. Un rapporto dif- fuso proprio in questi giorni dalla Bid ricorda che i migranti o quanti hanno intenzione di diventarlo rap- presentano il nove per cento dei circa trenta milioni di abitanti dei tre Paesi centroamericani. Alleanza per la prosperità, presen- tata lo scorso novembre nelle sue li- nee generali, ha tra gli obiettivi principali quello di sanare una delle maggiori piaghe regionali, cioè la massiccia migrazione verso gli Stati Uniti di minori non accompagnati che fra il 2013 e il 2014 sono stati oltre sessantamila, come ha ricorda- to il ministro degli Esteri guatemal- teco, Carlos Raúl Morales, riferen- do sui colloqui. Da parte sua, Biden ha garantito il massimo impegno di Washington per il successo del piano, che pre- vede stanziamenti per quasi venti miliardi di dollari. Il piano punta a quattro obiettivi: promuovere il set- tore produttivo, sviluppare il cosid- detto capitale umano, migliorare si- curezza pubblica e accesso alla giu- stizia, rafforzare le istituzioni. «È tempo di prendere decisioni per il triangolo nord del centro America. Questo è un momento in cui si possono realizzare le opportunità o perdere», ha detto il vicepresidente statunitense, ricordando che pover- tà e violenza endemica «hanno fer- mato il progresso della regione» ri- spetto al «resto dell’emisfero che prospera». Medici e procedure Il rischio di curare CARLO PETRINI A PAGINA 5

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L’OSSERVATORE ROMANOGIORNALE QUOTIDIANO

Unicuique suum

POLITICO RELIGIOSO

Non praevalebunt

Anno CLV n. 51 (46.889) Città del Vaticano mercoledì 4 marzo 2015

.

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3J1*QS

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![!

Il vicepresidente statunitense incontra i capi di Stato di Guatemala, Honduras ed El Salvador

Sviluppo per non emigrare

Accordo raggiunto tra Mosca e Kiev

Salvoil gas per l’E u ro p a

In Pakistan i talebani ostacolano le misure antipolio

Quel milione di vaccini sprecati

L’esercito iracheno e gruppi tribali alla riconquista di Tikrit

Offensiva contro l’IsMa la minaccia terroristica non si allenta

NOSTREINFORMAZIONI

Provvista di ChiesaIl Santo Padre ha nominato Ve-scovo di San Diego (Stati Unitid’America) Sua Eccellenza Reve-rendissima Monsignor RobertWalter McElroy, finora Vescovotitolare di Gemelle di Bizacena eAusiliare di San Francisco.

ISLAMABAD, 3. Oltre un milione di dosi divaccino antipolio, del valore di 3,7 milionidi dollari, donati dal fondo delle NazioniUnite ( Unicef), sono andati sprecati in Pa-kistan a causa della guerriglia talebana edelle sue conseguenze sociali e politiche.Secondo fonti Unicef, uno su dieci bambinipachistani non sopravvive al quinto com-pleanno e la maggior parte delle morti sonodovute a malattie facilmente curabili, tracui in primis la polio.

Oltre alle difficoltà incontrate dalla cam-pagna nazionale antipolio — molti addettisono stati uccisi e molte comunità radicaliislamiche si oppongono — anche le banchedel sangue, secondo i medici, non sonopropriamente monitorate esponendo rego-larmente molti pazienti a sangue infetto. Eieri la minaccia di attentati ha costretto leautorità di Quetta, una delle principali cittàdel Pakistan, a sospendere le vaccinazioni.Il Pakistan resta uno dei Paesi più colpitidalla polio, assieme alla Nigeria e all’Af-ghanistan. Un gruppo di emigranti messicani a San Antonio in Texas (Ap)

Truppe irachene in azione nella provincia di Salahuddin (Afp)

Il dolore dei familiari di un operatore antipolio ucciso a Karachi (Ap)

BRUXELLES, 3. Dopo una maratonanegoziale durata oltre sei ore,l’Unione europea è riuscita nellanotte a raggiungere un’intesa traRussia e Ucraina sul gas, garanten-do così le forniture sia a Kiev cheall’Europa e la cruciale attuazionedegli accordi di Minsk.

Ed entro la fine di marzo saràconvocato un nuovo vertice trilate-rale per cercare un accordo sulleforniture per il periodo estivo, datoche l’attuale pacchetto invernalegiunge a scadenza a fine mese.«Siamo riusciti a salvaguardarel’applicazione del pacchetto inver-nale per le forniture all’Ucraina e agarantire il transito verso l’Ue», hadichiarato il vicepresidente dellaCommissione europea, MarošŠefčovič, al termine del vertice, do-ve ha portato avanti la mediazionetra il ministro russo dell’E n e rg i a ,Alexander Novak, e l’omologoucraino, Vladimir Demchishin. «Ilrisultato del vertice può aiutare asuperare le differenze sulle fornitu-re di gas tra Ucraina e Russia, equesti sforzi — ha commentato inuna nota l’Alto rappresentante Ueper la politica estera e di sicurezzacomune, Federica Mogherini — so-no parte del sostegno concretodell’Ue all’attuazione degli accordidi Minsk».

L’intesa siglata a Bruxelles pre-vede, come detto, il pieno rispettodel pacchetto invernale sulle forni-ture concordato lo scorso ottobrecon la società energetica ucrainaNaftogaz, che s’impegna a rispetta-re il sistema dei prepagamenti, aordinare sufficienti quantità di gasper coprire il fabbisogno domesticoper marzo al colosso russo Gaz-prom e garantire il transito delleforniture all’Ue. Gazprom, a suavolta, s’impegna a consegnare cen-toquattordici metri cubi al giornodi gas nei punti stabiliti. Le forni-ture nelle città orientali ucraine diLungansk e Donetsk, roccaforte deiseparatisti filorussi, sono sono inve-ce una questione altamente com-plessa in termini legali, tecnici epolitici, per cui — hanno reso notofonti ufficiali da Bruxelles — laquestione non è stata ancora af-frontata direttamente.

Mosca e Kiev hanno inoltreespresso la loro volontà di conti-nuare i trilaterali sul seguito delpacchetto invernale, che scade a fi-ne mese. Le parti sono state invita-te a presentare le loro proposte peril prossimo incontro che si terràprima della fine di marzo.

Il sistema messo in piedi a fineottobre con la mediazione dell’excommissario Ue all’E n e rg i a ,Günther Oettinger, aveva funzio-

nato per tutto l’inverno, sino aquando, circa una settimana fa, so-no iniziate di nuovo le accuse in-crociate tra Kiev e Mosca e le mi-nacce di stop alle forniture. LaRussia ha accusato Kiev di avertagliato il gas all’est del Paese do-po una serie di esplosioni lungo ilgasdotto nella zona controllata dairibelli, e ha così inviato fornitureparlando di aiuti umanitari. Mapoi, ha accusato Kiev, Mosca hamandato la fattura.

Da qui il rimpallo di responsabi-lità su chi ha tagliato cosa e inquali quantità, e le minacce russedi tagli alle forniture anche versol’Ue. «Impossibile verificare sulposto», hanno ammesso alla Com-missione europea, dove Šefčovič haproposto di separare la questioneDonbass da quella del pacchettoinvernale, senza il cui rispetto ca-deva anche la discussione per quel-lo estivo.

Intanto, il cancelliere tedesco,Angela Merkel, ha invitato oggi irappresentanti di Ucraina, Russia eFrancia a prendere parte a un altroround di colloqui sulla grave crisinell’est ucraino. Il vertice dovrebbetenersi venerdì prossimo a Berlino.Lo ha reso noto il portavocedell’Esecutivo tedesco, Steffen Sei-bert, precisando che nella capitalesi discuterà dell’attuazione del ces-sate il fuoco di Minsk a livello dialti funzionari.

BAGHDAD, 3. Sui fronti iracheni, si-riani e, secondo alcune fonti, anchesu quello libico il cosiddetto Statoislamico (Is) continua a dimostrarsiin crescente difficoltà sul piano mili-tare, anche se non si allenta la suaminaccia terroristica.

Dopo che i peshmerga curdi han-no interrotto in Siria le comunica-zioni dell’Is con le sue basi in Iraq,ora proprio in questo Paese si regi-stra un’offensiva contro le miliziejihadiste a Tikrit, a centocinquantachilometri a nord di Baghdad, daparte delle truppe governative ap-poggiate da forze tribali sia sciiteche sunnite. Questa convergenzanella lotta contro i terroristi vieneevidenziata da alcuni commentatori:lo scontro tra sciiti e sunniti è statoinfatti una costante nella storia ira-chena degli ultimi decenni. L’inizia-tiva governativa, che secondo fontidi Baghdad avrebbe già riportatosotto il controllo dell’esercito vari di-stretti periferici di Tikrit e inflittopesanti perdite all’Is, sembra quindicorrispondere non solo a una strate-gia militare, ma anche e soprattuttopolitica, nel senso di una rinnovatacoesione nazionale contro la minac-cia jihadista.

La provincia irachena di Salahud-din, della quale Tikrit è il capoluo-go, è abitata in maggioranza da unapopolazione sunnita il cui malcon-tento per le politiche, giudicate di-scriminatorie, dell’ex primo ministro

sciita Nuri Al Maliki avevano fattoguadagnare in passato simpatieall’Is, che al sunnismo dichiara diappartenere. I miliziani avevano as-sunto il controllo di Tikrit nelloscorso giugno, muovendo da nord,dopo avere conquistato Mosul.

Secondo il governatore di Sa-lahuddin, Rahed Ibrahim Al Jubury,le forze regolari dell’esercito sonoappoggiate da non meno di diecimi-la volontari delle milizie sciite, maanche da tremila uomini di clan tri-bali sunniti.

Secondo fonti citate dalla Bbc, aridosso del fronte per seguire la bat-taglia si troverebbe anche il generaleiraniano Qasem Soleimani, coman-dante della Qods, la forza dei pa-sdaran, incaricata delle operazioniall’estero. La presenza di Soleimanie dei suoi uomini per coordinare lemilizie sciite che si battono control’Is è stata più volte segnalata inIraq negli ultimi mesi. E anche que-sto aspetto sembrerebbe confermareun riposizionamento delle alleanze,dopo decenni di sostanziali contrap-posizioni tra Iraq e Iran.

Secondo la televisione pubblica diBaghdad, l’attacco è stato sferratoda tre direzioni — da sud, nord eovest — con la copertura di un in-tenso fuoco di artiglieria e di bom-bardamenti di jet iracheni. Non ècoinvolta in questa offensiva, invece,la coalizione internazionale guidatadagli Stati Uniti che da mesi sferraraid aerei contro l’Is in Iraq e in Si-ria. Secondo fonti del Pentagono ci-tate dalle agenzie di stampa, le auto-rità di Washington sarebbero statecolte di sorpresa dalla notizia dell’at-tacco in grande stile delle truppe ira-chene a Tikrit.

Tra gli sviluppi politici, intanto, lastampa turca segnala un possibilemutamento della posizione del Go-verno del presidente Recep TayyipErdoğan che ora potrebbe coinvol-gersi più direttamente nella coalizio-ne contro l’Is e appoggiare l’offensi-va su Mosul annunciata per il meseprossimo. Secondo l’ex governatoredi Mosul, Useiyn Nujaifi, fratellodel vicepresidente iracheno OsamaNujaifi, che la settimana scorsa havisto Erdoğan ad Ankara, la Turchiapotrebbe contribuire non con trup-pe, ma con appoggio logistico e for-niture militari. Da Ankara non sonovenute conferme ufficiali, ma nean-che smentite. Il ministro della Difesaturco, Ismet Yilmaz, ha comunquedichiarato che il suo Governo «por-terà avanti a tempo debito una valu-tazione su un ulteriore contributo».Secondo Yilmaz, atteso nei prossimigiorni in Iraq per colloqui con ilGoverno di Baghdad e con quellodel Kurdistan iracheno a Erbil, laTurchia già «ha iniziato a dare uncontributo concreto» alla coalizione,ed «è pronta ad assumersi le sue re-sponsabilità se anche altri lo fanno».

CITTÀ DEL GUAT E M A L A , 3. Lo svi-luppo sociale è l’unico freno possi-bile alle migrazioni dai Paesi pove-ri. Su questa convinzione si è in-centrato l’incontro aperto ieri a Cit-tà del Guatemala tra il vice presi-dente degli Stati Uniti, Joe Biden,e i capi di Stato dei Paesi centroa-mericani del cosiddetto triangolodel nord, cioè Honduras, El Salva-dor e appunto Guatemala. All’in-contro, che si concluderà oggi, par-tecipa inoltre Vanessa Rubio, sotto-segretario agli Esteri del Governodel Messico, dal cui territorio passal’immigrazione irregolare centroa-mericana verso gli Stati Uniti, chesi aggiunge a quella messicana.

L’incontro di Biden con il presi-dente guatemalteco Otto PérezMolina, quello honduregno JuanOrlando Hernández Alvarado e

quello salvadoregno Salvador Sán-chez Cerén, ha lo scopo di valutareil piano, denominato Alleanza per laprosperità messo a punto dai Paesidel triangolo nord e sostenuto dagliStati Uniti. Ai colloqui sta parteci-pando anche il presidente dellaBanca interamericana di sviluppo(Bid), il colombiano Luis AlbertoMoreno, poiché l’istituto finanzia-rio regionale agisce come segreteriatecnica del piano. Un rapporto dif-fuso proprio in questi giorni dallaBid ricorda che i migranti o quantihanno intenzione di diventarlo rap-presentano il nove per cento deicirca trenta milioni di abitanti deitre Paesi centroamericani.

Alleanza per la prosperità, presen-tata lo scorso novembre nelle sue li-nee generali, ha tra gli obiettiviprincipali quello di sanare una delle

maggiori piaghe regionali, cioè lamassiccia migrazione verso gli StatiUniti di minori non accompagnatiche fra il 2013 e il 2014 sono statioltre sessantamila, come ha ricorda-to il ministro degli Esteri guatemal-teco, Carlos Raúl Morales, riferen-do sui colloqui.

Da parte sua, Biden ha garantitoil massimo impegno di Washingtonper il successo del piano, che pre-vede stanziamenti per quasi ventimiliardi di dollari. Il piano punta aquattro obiettivi: promuovere il set-

tore produttivo, sviluppare il cosid-detto capitale umano, migliorare si-curezza pubblica e accesso alla giu-stizia, rafforzare le istituzioni. «Ètempo di prendere decisioni per iltriangolo nord del centro America.Questo è un momento in cui sipossono realizzare le opportunità operdere», ha detto il vicepresidentestatunitense, ricordando che pover-tà e violenza endemica «hanno fer-mato il progresso della regione» ri-spetto al «resto dell’emisfero cheprosp era».

Medici e procedure

Il rischio di curare

CARLO PETRINI A PA G I N A 5

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L’OSSERVATORE ROMANOpagina 2 mercoledì 4 marzo 2015

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Per l’apertura in aprile di un’ambasciata statunitense

La speranza di Obamasu Cuba

In vista di un possibile cessate il fuoco bilaterale

Militari colombianiper il dialogo con le Farc

L’AVA N A , 3. «Questa è la mia spe-ranza». Gli Stati Uniti puntano ariaprire l’ambasciata a Cuba entrometà aprile, prima del summit delleAmeriche a Panamá. Lo ha detto ieriil presidente statunitense, BarackObama, confermando le notizie inmerito delle ultime settimane. Quan-to alla piena normalizzazione dellerelazioni, il capo della Casa Biancaha avvertito che la questione è piùcomplicata e che ci vorrà più tempo.Il vertice di Panamá è in calendarioil 10 e l’11 aprile prossimi. «Bisognatener presente che la nostra aspetta-tiva non è mai stata quella di unaimmediata piena normalizzazionedelle relazioni — ha dichiarato il pre-sidente Obama — c’è ancora moltolavoro da fare».

Il disgelo delle relazioni tra StatiUniti e Cuba è stato annunciato loscorso 17 dicembre da Obama e dalpresidente cubano, Raúl Castro, indue discorsi in contemporanea. En-trambi i leader hanno riconosciuto ilfondamentale ruolo di mediazionesvolto da Papa Francesco. Washing-ton ha subito deciso di revocare le

restrizioni su viaggi e rimesse in de-naro verso l’isola caraibica e ha ac-cettato di liberare tre agenti cubanidetenuti negli Stati Uniti per spio-naggio. L’Avana ha rilasciato unodegli agenti segreti americani dete-nuto a Cuba da vent’anni e ha di-sposto la liberazione di «persone ri-guardo alle quali gli Stati Uniti ave-vano espresso il loro interesse», ov-vero 56 prigionieri politici detenutinell’isola. Resta da capire se il Con-gresso approverà o meno il piano diObama per la normalizzazione deirapporti, e in particolare la finedell’embargo. In effetti la decisioneultima spetta proprio a Capitol Hill,dove i democratici non controllanopiù nessuno dei due rami dell’As-semblea.

E oggi, intanto, all’Avana si apreil terzo round di colloqui tra il Go-verno cubano e l’Unione europea invista di un accordo sul dialogo poli-tico e la cooperazione bilaterale.Questa volta — dicono fonti diplo-matiche citate dalla stampa — si cer-cherà di andare avanti anche sullequestioni politiche.La sala stampa delle delegazioni statunitense e cubana (Ap)

L’AVA N A , 3. Entra nel vivo il dialo-go per la pace in Colombia. Il Go-verno colombiano ha annunciatoieri l’invio di sei ufficiali dell’e s e rc i -to all’Avana per i negoziati sul ces-sate il fuoco con le Farc (Forze ar-mate rivoluzionarie della Colom-bia). «Chi meglio dei militari, de-gli stessi combattenti, può indicarela migliore strada verso il cessate ilfuoco definitivo?» si è chiesto ieri aMadrid il presidente colombiano,Juan Manuel Santos, intervenendo

a un evento organizzato dal quoti-diano «El País».

Il presidente Santos ha quindiprecisato che cinque generali e unammiraglio si uniranno ai protago-nisti dei colloqui che il Governocolombiano e gli esponenti delleFarc stanno conducendo a Cubadalla fine del 2012 in vista di unadistensione dei rapporti che possacondurre non solo al cessate il fuo-co, ma anche alla piena integrazio-ne del gruppo nella vita politicacolombiana. I militari parteciperan-no direttamente alle trattative.

Nel dettaglio, le parti devonoancora concordare un cessate ilfuoco bilaterale, anche se i ribellidelle Farc hanno annunciato unatregua unilaterale nel dicembrescorso. A Madrid Santos ha insisti-to sul fatto che il cessate il fuocobilaterale entrerà in vigore solo altermine dei colloqui di paceall’Avana. «Il cessate il fuoco defi-nitivo deve essere regolato da nor-me molto chiare» ha sottolineatonel suo discorso a Madrid.

Una delle questioni centrali deldialogo a L’Avana riguarda in par-ticolare la questione agraria: le Farchanno presentato un proprio pro-getto di riforma agraria in diecipunti.

Pechino investe nel sud America

CinamericanaNonostante l’accordo europeo la Grecia ha bisogno di nuovi aiuti

Ip otesiterzo salvataggio

Bandiere greche in una strada di Atene (Reuters)

«Le Figaro» aggiralo sciopero

In visita a Bruxelles il presidente Mattarella rilancia il confronto

Immigrazione questione europea

I funeralia Mosca

di Boris Nemtsov

MOSCA, 3. Migliaia di personehanno reso oggi omaggio a BorisNemtsov nella camera ardente alle-stita nel centro Sakharov a Mosca,prima dei funerali del leaderdell’opposizione russa ucciso a col-pi di arma da fuoco venerdì nottea poca distanza dal Cremlino. Ac-canto alla bara, la madre, l’ex mo-glie e i figli di Nemtsov.

Come ha potuto constatare l’An-sa sul posto, erano presenti i vicepremier, Arkadi Dvorkovich eSerghiei Prikhodko, la portavocedel capo dell’Esecutivo Medvedev,Natalia Timakova, l’ex premierMikhail Kasianov, ora all’opp osi-zione, e l’ambasciatore statunitense,John Tefft, che ha portato le con-doglianze del presidente america-no, Barack Obama. In un’intervistaalla Reuters, Obama ha detto chel’omicidio di Nemtsov «è l’indica-zione di un clima che in Russiacontinua a peggiorare».

Presente anche una folta delega-zione dell’Unione europea, mentreun portavoce del presidente russo,Vladimir Putin, ha fatto sapere cheil leader del Cremlino non parteci-perà al funerale. Al suo posto ci sa-rà il rappresentante di Putin inParlamento, Garry Minkh.

Nemtsov verrà sepolto questopomeriggio a Mosca.

Intanto, nove partecipanti al cor-teo di domenica scorsa in memoriadel leader dell’opposizione sonostati condannati a pene da otto aquindici giorni per avere disobbe-dito agli ordini della polizia.

Il presidente colombiano Santosa Madrid (Ansa)

PE C H I N O, 3. La Cina è sempre piùsudamericana. Ammontano a 22,1miliardi di dollari i prestiti elargitidalla Repubblica popolare cinese aiPaesi dell’America latina nel 2014,una cifra che supera anche i ventimiliardi messi insieme dalla Bancamondiale e dalla Banca interameri-cana di sviluppo (Bid). Gli investi-menti sono largamente concentratisu Brasile, Argentina, Venezuela edEcuador, secondo quanto si appren-de da uno studio dell’InterAmeri-can Dialogue, uno dei maggioricentri statunitensi di analisi econo-mico-so ciale.

Il Brasile è stato il principalefruitore dei prestiti cinesi, con 8,6miliardi di dollari, seguito dall’Ar-gentina con sette miliardi, dal Ve-nezuela con 5,7 e dall’Ecuador con820 milioni di dollari. Nel caso diVenezuela, Argentina ed Ecuador —si legge nello studio — l’alta con-centrazione dei prestiti risponde«alle difficoltà» di questi Paesi adaccedere al mercato internazionaledei capitali.

Per la maggior parte, i crediti ci-nesi riguardano i settori delle mi-niere, dell’energia e delle infrastrut-ture (trasporti e trasmissione elettri-ca). Secondo i ricercatori, si trattadi fondi che continueranno ad af-fluire nei prossimi anni, «dal mo-mento che la Cina considera i pre-stiti come strumenti diplomatici» silegge nel rapporto. Nel 2013 i con-tributi cinesi erano aggirati sui 13miliardi di dollari, in particolare in

Venezuela, che ne aveva captati ol-tre dieci miliardi, lasciandone unoal Messico, 749 milioni alla Giamai-ca, 691 milioni all’Ecuador, 289 mi-lioni all’Honduras, 101 milioni allaCosta Rica.

Che i cinesi guardino con sempremaggiore interesse all’America lati-na non è una novità, dato il note-vole potenziale, in termini energeti-ci e imprenditoriali, di questi Paesi.E la questione dei prestiti interna-zionali, non solo in America latina,sarà uno dei punti chiave dellaConferenza consultiva politica delpopolo, che comincia oggi, edell’Assemblea nazionale del popo-lo, al via il prossimo 5 marzo: dueappuntamenti chiave della politicacinese. Da questi vertici si attendesoprattutto la previsione sulla cre-scita del Dragone. E soprattuttosulla qualità della crescita, verocruccio della classe dirigente chevuole coniugare una ripresa deiconsumi interni con un made inChina focalizzato sul l’innovazioneinvece che sulla riproduzione serialedi merci straniere. Il quotidiano ci-nese «Global Times» nei giorniscorsi aveva tracciato una mappadelle riforme che potrebbero esserevarate, elencando i grandi temi alcentro delle attenzioni della politicacinese, come l’agricoltura, già og-getto del documento numero unodel 1° febbraio scorso, o la giustizia,al centro del dibattito del quartoplenum dell’Assemblea di ottobrescorso.

PARIGI, 3. Primo caso al mondo diaggiramento, grazie alla tecnolo-gia, di uno sciopero. Accade oggiin Francia al prestigioso e piùantico quotidiano francese, «Le Fi-garo», che per uno sciopero nazio-nale dei tipografi non è nelle edi-cole, come tutti gli altri giornali.Ma a «Le Figaro» la proprietà e igiornalisti non ci stanno e cosìhanno deciso di concedere l’acces-so completamente gratuito allaversione digitale del giornale diffu-sa on line e solitamente riservataagli abbonati.

ATENE, 3. Ipotesi terzo salvataggio.La Grecia infatti «potrebbe aver bi-sogno di un terzo salvataggio quan-do l’attuale piano scade» il prossi-mo giugno. A farlo presente è statoieri il vice presidente della Commis-sione Ue, Valdis Dombrovskis, inuna intervista a Riga, in Lettonia,

secondo quanto riferisce Bloom-berg. Immediata la smentita di Bru-xelles: i Paesi dell’eurozona nonstanno discutendo il lancio di unterzo piano di salvataggio per Ate-ne, ha detto un portavoce dell’Eu-rogruppo. Ciò nonostante, la noti-zia è stata confermata anche dalle

dichiarazioni del ministro delle Fi-nanze spagnolo, Luis de GuindosJurado, che ha parlato di un pianoda 30-50 miliardi. L’estensione diquattro mesi dei prestiti greci haevitato un crack bancario, ma nonsembra sufficiente a risolvere i pro-blemi di cassa dello Stato.

PARIGI, 3. «Il sorvolo dei droni suParigi? Servono regole comuni»:così il commissario Ue ai Traspor-ti, Violeta Bulc, ha reso noto cheBruxelles sta studiando norme chepossano regolarizzare l’uso dei ve-livoli senza pilota, di recente avvi-stati nei cieli della capitale france-se. Si pensa infatti a un quadronormativo che possa conciliare losviluppo delle potenzialità dell’in-dustria high tech per il civile conle esigenze di sicurezza, salvaguar-dia e ambiente.

D ronip ericolosi

BRUXELLES, 3. «Il problema deiprofughi è drammatico e interpellatutta l’Unione europea». Così ilpresidente della Repubblica italia-na, Sergio Mattarella, è intervenutoquesta mattina incontrando a Bru-xelles il presidente del Parlamentoeuropeo, Martin Schulz. Il capodello Stato ha affrontato conSchulz anche il tema della crisi libi-ca, ribadendo che occorre sostenerelo sforzo diplomatico dell’O nu.Mattarella successivamente ha in-contrato l’Alto rappresentante Ue

per la politica estera e di sicurezzacomune, Federica Mogherini, il pre-sidente del Consiglio europeo, Do-nald Tusk, e il presidente dellaCommissione europea, Jean ClaudeJuncker. Nel pomeriggio Mattarellaincontrerà il sovrano belga Filippo.

Ieri il presidente si è recato aBerlino. Incontrati i vertici delloStato tedesco, Mattarella ha volutolanciare un messaggio preciso:«L’Europa deve cambiare passo,deve riprendere a crescere» perché«solo così si potrà continuare ad

alimentare le speranze delle nuovegenerazioni». Queste infatti sono«le più duramente colpite dalla cri-si e aspirano a traguardi di crescitaambiziosi e alla loro portata». Ilpresidente Mattarella ha fatto valerel’importanza e l’efficacia delle rifor-me varate finora dal Governo diMatteo Renzi, certificate anche da-gli ultimi dati Istat sulla disoccupa-zione. Importanza ed efficacia, que-ste, riconosciute dal presidente te-desco, Joachim Gauck, e dal can-celliere Angela Merkel.

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L’OSSERVATORE ROMANOmercoledì 4 marzo 2015 pagina 3

P ro b a b i l erinvio

delle elezionilegislativein Egitto

IL CA I R O, 3. Reazioni contrastantisi stanno registrando in Egitto peril probabile rinvio delle elezioniparlamentari, il cui inizio era pre-visto per il 21 marzo, dopo la boc-ciatura di una parte della leggeelettorale decretata dalla Corte su-prema. Le elezioni devono sanareuna situazione che si protrae daquasi tre anni. La Camera bassadel Parlamento egiziano, infatti, èstata sciolta a giugno 2012 per de-cisione della magistratura.

Ora i giudici della Corte supre-ma hanno respinto, in particolare,la divisione in circoscrizioni elet-torali prevista dal nuovo testo le-gislativo, avallando le perplessitàespresse da diversi commentatori.Tra questi l’ex parlamentare e po-litologo Amr El Shobaki che allavigilia del verdetto aveva scritto su«Egypt Independent» che «la di-visione diseguale dei 420 seggi peri candidati individuali ci ha conse-gnato 119 circoscrizioni con dueseggi, 77 con uno e 35 con tre, ilche prova un’assenza di visionep olitica».

La maggioranza dei movimentiche dovrebbero partecipare alleelezioni (parte dell’opposizione hagià annunciato un boicottaggio)ha accolto favorevolmente il ver-detto, invitando il Governo aemendare le norme. In particolare,Yahya Qadri, vice presidente delMovimento nazionale guidato daAhmed Shafiq, ex primo ministrodel deposto presidente Hosni Mu-barak, ha definito la sentenza«una prova del ritorno dello Statodi diritto e dell’applicazione dellaCostituzione».

Particolarmente dura, al contra-rio, è stata la presa di posizionedel partito Al Nour, d’ispirazionesalafita, il cui portavoce, NaderBakar ha spiegato che il movi-mento «rispetta le sentenze deitribunali, ma critica chiunquemetta il Paese in guai simili». AlNour, comunque, aveva già messoin dubbio la costituzionalità dellalegge elettorale.

Resta ora aperta la questione diquando si svolgeranno effettiva-mente le elezioni. La commissioneelettorale ha annunciato che appe-na le norme saranno emendate va-rerà un nuovo calendario elettora-le. Dal presidente della repubbli-ca, Abdel Fattah Al Sissi, tuttavia,è arrivato un appello a riformarela legge in non più di un mese.

Le prime reazioni internazionalisono giunte dalla Gran Bretagna.Tobias Ellwood, ministro britanni-co con la delega per il Vicinooriente, ha chiesto di tenere ele-zioni regolari il più presto possibi-le, in un comunicato nel qualeesprime preoccupazione per il fat-to che l’Egitto non abbia avuto unParlamento completo per oltredue anni e mezzo.

L’incontro tra l’inviato dell’Onue i membri del Parlamento di Tripoli (Reuters)

Possibile ripresa dei colloqui mediati dall’Onu tra le fazioni

Rilancio diplomatico in LibiaRA B AT, 3. Si profila un rilancio diplomatico in Li-bia, dove i due Governi contrapposti, quello rico-nosciuto dalla comunità internazionale che ha se-de a Tobruk e quello islamista di Tripoli, hannoacconsentito di riprendere i colloqui di pace con-vocati in Marocco dall’inviato delle Nazioni Uni-te, Bernardino León.

Secondo esponenti del Congresso generale na-zionale, l’assemblea di Tripoli, i negoziati in Ma-rocco riprenderanno giovedì. Fonti concordi cita-te dal quotidiano «Libya Herald» aggiungonotuttavia che il Parlamento di Tobruk ha subordi-nato il via libera alla ripresa dei colloqui al sod-disfacimento di alcune condizioni. In particolare,insiste per essere riconosciuto formalmentedall’Onu come l’unico legittimo e chiede inoltreche l’offensiva militare avviata dalle forze del ge-nerale Khalifa Haftar nell’est del Paese sia defini-ta operazione antiterrorismo, con conseguente ap-poggio della comunità internazionale.

Il Parlamento di Tobruk proprio ieri ha ratifi-cato la nomina di Haftar a comandante in capodelle forze armate. Le truppe di Haftar sono

all’offensiva nell’est del Paese contro i gruppijihadisti che dichiarano di aderire al cosiddettoStato islamico.

Proprio il ruolo di Haftar è uno dei punti dimaggiore frizione con il Governo islamista di Tri-poli. Ancora ieri, il ministro dell’Interno di taleesecutivo, in un’intervista al quotidiano «Al QudsAl Arabi» lo ha definito un criminale di guerra,sostenendo che andrebbe processato per i reaticommessi contro i civili nella città di Bengasi.

In questi giorni il generale Haftar sta coordi-nando un’avanzata verso Derna, centro strategicosulla costa settentrionale della Cirenaica da otto-bre sotto il controllo di tali gruppi. Non ci sonoconferme, comunque, della notizia circolata coninsistenza durante il fine settimana scorso del riti-ro delle milizie jihadiste da Derna.

Proprio questa mattina, inoltre, l’Is in Libia habersagliato i campi petroliferi di Al Bahi e AlMabrouk, danneggiandoli «in ampia misura», se-condo quanto ha riferito il portavoce del corpomilitare di guardia alle installazioni, Ali Al Hassi.Il portavoce non ha specificato con che tipo di

armi pesanti sia stato sferrato l’attacco, ma ha ag-giunto che è stato danneggiato anche l’oleo dottoche collega i due campi e il terminal petroliferodi Sidra, il maggiore del Paese.

Inoltre, anche in Libia, come sugli altri frontidella sfida jihadista, alle difficoltà sul piano mili-tare l’Is continua a rispondere con il ricorso alterrorismo. Ieri è stato diffuso un video che mo-stra un attentatore suicida di nazionalità tunisinacondurre un attacco a Bengasi contro le forze delgenerale Haftar. Secondo il sito web libico AlWasat, nel filmato l’attentatore minaccia diretta-mente il Governo della Tunisia.

Sempre ieri, è stato diffuso un nuovo rapportodelle Nazioni unite secondo il quale la capacitàdella Libia di impedire il flusso di armi nel Paeseè quasi inesistente. Gli estensori del rapporto ri-tengono necessario un inasprimento dell’e m b a rg osulle armi, che il Governo di Tobruk chiede inve-ce di allentare. Il rapporto raccomanda inoltre lacreazione di una forza di monitoraggio marittimoper aiutare la Libia a prevenire sia il flusso di ar-mi sia l’esportazione illegale del petrolio.

Vi a g g i odel premierisraeliano

a Washington

WASHINGTON, 3. È giunto ieri ne-gli Stati Uniti il premier israelianoBenjamin Netanyahu. Oggi è atte-so il suo discorso davanti al Con-gresso a Washington.

La visita, che giunge a pochigiorni dalle elezioni politicheisraeliane in programma per il 17marzo, ha suscitato non pochepolemiche: a invitare Netanyahusono stati i repubblicani, che do-po le elezioni di medio terminedel novembre scorso hanno otte-nuto il controllo di entrambi i ra-mi del Congresso.

La Casa Bianca ha contestato ladecisione. Si prevede che Neta-nyahu, che ieri è intervenutoall’Aipac (American Israel PublicAffairs Committee), utilizzi il di-scorso al Congresso per chiederenuove sanzioni internazionali con-tro il programma nucleare irania-no. Il presidente Obama ha giàdetto che porrà il veto a un’even-tuale legge del genere perché met-terebbe a rischio i colloqui in cor-so a Ginevra. Ieri, in un’intervistaalla Reuters, Obama ha detto cheun accordo conclusivo con l’Iransul nucleare resta difficile. Il presi-dente ha affermato che la condi-zione posta a Teheran è che ilcongelamento della sua attivitànucleare sia verificabile per alme-no dieci anni.

A p p ro v a t oun rimpastonel Governo

g i o rd a n oAMMAN, 3. Il re Abdullah II binHussein di Giordania ha approva-to ieri un rimpasto governativoche vede l’ingresso nell’Esecutivodi alcuni tecnici, tra cui due don-ne. Secondo un comunicato citatodall’agenzia ufficiale Petra, il pre-mier Abdallah Nassur ha ricevutola fiducia del sovrano per la nomi-na di Imad Fakhury a ministrodella Pianificazione, di Nayef Fa-yez a ministro del Turismo, diMaha Ali a ministro dell’Industriae Commercio, di Labib Khadra aministro dell’Università e di MajdShweikeh a ministro dell’Informa-zione.

Diversi osservatori notano co-munque che nessun dicasterochiave per la sicurezza e la stabili-tà del regno ha cambiato direzio-ne politica, in un momento chevede la Giordania impegnata du-ramente nella lotta contro il cosid-detto Stato islamico.

Truppe del Ciad riprendono il controllo di Dikwa in Nigeria

Un’altra cittàstrappata a Boko Haram

Un uomo arrestato perché sospettato di essere membro di Boko Haram (Reuters)

C o n f e re n z ainternazionale

sull’eb ola

BRUXELLES, 3. Valutare l’efficaciadella risposta alla diffusione delvirus dell’ebola in Africa occiden-tale e pianificare e sostenere sullungo termine i Paesi maggior-mente coinvolti. Questi gli obietti-vi principali della conferenza in-ternazionale ad alto livello convo-cata per oggi a Bruxelles sul con-trasto al tremendo virus. Il sum-mit è presieduto da Onu, Ue, Ua,Ecowas, Guinea, Sierra Leone eLiberia (i tre Paesi più colpiti). Fi-nora sono oltre 22.900 le personecontagiate dal virus, 9.200 dellequali sono morte. L’Unione euro-pea ha stanziato 1,2 miliardi di eu-ro per contenere il contagio. Inparticolare, la Commissione Ue hadestinato 210 milioni per lo svi-luppo dei Paesi più colpiti. Inol-tre, l’Esecutivo di Bruxelles ha so-stenuto le ricerche urgenti su po-tenziali cure contro il devastantevirus, vaccini e test diagnosticicon circa 140 milioni di euro dalprogramma Horizon 2020.

Suu Kyi incontrail presidente

del MyanmarNAY P Y I D AW, 3. Il presidente delMyanmar, Thein Sein, ha incon-trato oggi nella capitale il leaderdell’opposizione e premio Nobelper la Pace, Aung San Suu Kyi.La riunione bilaterale si è incen-trata sulla modifica della Costitu-zione e sulle prossime elezioni ge-nerali. L’ultimo incontro tra il ca-po dello Stato e Suu Kyi — leaderdella Lega nazionale per la demo-crazia — aveva avuto luogo il 9marzo dell’anno scorso. A gen-naio, il Parlamento di Naypyidawha proposto al presidente di tene-re colloqui a sei — cui partecipino,oltre a Thein Sein e Suu Kyi, an-che il ministro della Difesa, i duespeaker delle Camere e un rappre-sentante etnico — il prima possibi-le, per elaborare un quadro dimodifica della Costituzione.

In Bangladesh tra continue violenze e minacce

I dirittiviolati degli indigeni

DACCA, 3. Nuove violazioni dei di-ritti civili e politici verso le mino-ranze etniche del Bangladesh: adarne notizia è un rapporto sui di-ritti dei popoli indigeni pubblicatoa Dacca dalla Fondazione Kapa-eeng (Kf), un’organizzazione per lasalvaguardia dei diritti umani.

Secondo i dati raccolti, almenoquindici persone appartenenti alleminoranze etniche sono state uccisein diversi attacchi nelle ChittagongHill Tracts, territorio situato nelsud-est del Paese, confinante conl’India e in prossimità della frontie-

ra con il Myanmar. In altre aree,centoventidue tra donne e ragazzeindigene sono state sottoposte aviolenza sessuale e fisica (sessanta-sette i casi registrati nel 2013). Allostesso tempo, circa novecento fami-glie indigene si trovano ad affronta-re una minaccia di sfratto dalle loroterre. Il presidente del comitato de-gli Adivasi (termine col quale è in-dicato l'eterogeneo insieme dei po-poli indigeni) e leader del Kf hadetto che il Governo non è riuscitoa proteggere i diritti delle popola-zioni indigene.

ABUJA, 3. Le truppe del Ciad impe-gnate in Nigeria contro le milizie diBoko Haram hanno ripreso il con-trollo di Dikwa, nello Stato nordo-rientale nigeriano del Borno, chedel gruppo jihadista è consideratola principale roccaforte. Nel darneieri notizia, un portavoce dell’eser-cito di N’Djamena ha aggiunto cheBoko Haram ha subito pesanti per-dite e che nei combattimenti è statoucciso anche un soldato ciadiano.

Sempre ieri, anche l’esercito nige-riano aveva rivendicato la riconqui-sta di ampie zone del nord-est fino-ra sotto il controllo di Boko Ha-

ram. Secondo quanto riferito dalministero della Difesa di Abuja, imilitari hanno liberato una trentinadi località in un’operazione che si èconcentrata in particolare nell’a re atra Kukawa Geri e Gujba, nelloStato dello Yobe. «Dopo aver libe-rato con successo gran parte dellecittà, l’attenzione delle truppe si èora concentrata sul consolidamentodella sicurezza nella aree per agevo-lare il ritorno dei cittadini alla nor-malità e per fare in modo che sisvolgano in modo pacifico le pros-sime elezioni» si sottolinea in uncomunicato ministeriale.

Stallo politico-istituzionalein Thailandia

BA N G KO K , 3. Il premier della Thai-landia, generale Prayuth Chan-ocha, al potere dal maggio 2014 do-po un golpe, ha chiesto alle partipolitiche — peraltro non ammessenelle nuove istituzioni provvisorie,incluso il Parlamento — di abbassa-re i toni e ritirare le accuse riguardola preparazione della nuova Costi-tuzione. Sotto accusa sono non soloi metodi autoritari con cui le rifor-me verrebbero condotte, ma ancheelementi come la non eleggibilitàdella maggioranza del Senato (e inprospettiva anche della Camera),un premier non eletto dal Parla-mento, la ridotta presenza femmini-le nelle future istituzioni e, più ingenerale, i dubbi che comincianoad acquistare consistenza sulla realevolontà democratica dell’attuale si-stema transitorio di potere. Le trat-tative chiamano in causa i duemaggiori partiti, quello dei Demo-cratici, vicini alle élite del Paese che

appoggiano la presa di potere deimilitari, e il Pheu Thai, maggiorita-rio nel precedente Governo civile.

I Democratici — che da oltre unventennio non vincono un’elezione,ma sono quasi sempre restati allaguida del Paese del sud-est asiatico— hanno chiesto che la futura Cartacostituzionale sia sottoposta a unreferendum per l’a p p ro v a z i o n e .

Una simile consultazione popola-re aveva approvato la Costituzionescritta dai militari dopo il colpo diStato del 2006 (e in vigore fino aoggi), che, a sua volta, aveva sosti-tuito quella redatta nel 1997, l’unicadiscussa e poi approvata in Thai-landia da un Parlamento nel pienodelle sue facoltà. I Democraticihanno anche criticato la possibilitàche il Senato sia costituito per metàda personalità vicine al potere e perl’altra metà da individui nominatida un comitato scelto da una nonben definita assemblea popolare.

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L’OSSERVATORE ROMANOpagina 4 mercoledì 4 marzo 2015

Episodi simili, in cui al pianto siaccompagna l’esortazione a perdo-narsi reciprocamente i peccati, con-fermano che la figura del re peniten-te testimonia un’autoumiliazione so-lo apparente, mentre in realtà è unostrumento per rafforzare l’autoritàdel sovrano, diretto rappresentante

è offrire alcune chiavi di lettura percomprendere il significato simbolicoe storico dell’evento, liberandolo daitratti leggendari di cui è stato carica-to nel tempo.

L’antefatto dell’umiliazione di Ca-nossa è l’esclusione, per ordine delPapa, di Enrico IV dalla comunione

aveva portato, infatti, all’edificazionedi numerose fortezze e roccaforti,poi diventate residenze dei nobili fe-deli al re: questo processo di inca-stellamento, iniziato in alcune regio-ni anche prima della metà dell’XI se-colo, provoca l’insofferenza della po-polazione sassone, che chiede la de-molizione delle fortificazioni. Dal ri-fiuto del re ha inizio una rivolta che,a causa dell’appoggio di numerosiprincipi laici e di ecclesiastici, dege-nera in una vera e propria guerra ci-vile e rischia di minare l’unità del re-gno.

Anche Gregorio VII, al secolo Il-debrando di Soana, è eletto in unperiodo di turbolenze per la comu-nità cristiana, appena uscita dalloscisma d’Oriente e al cui interno si èaffermata una nutrita schiera di ri-formatori, tra i quali spicca il teolo-go Pier Damiani, mossi dalla volon-tà di salvaguardare la Chiesa dalleingerenze della nobiltà romana.

Gregorio VII coniuga la necessitàdi un rinnovamento con uno stile divita rigorosamente ascetico e la con-cezione dell’assoluta preminenza delsuccessore di Pietro: la disobbedien-za al Papa è perciò interpretata co-me una forma di idolatria. Anchedopo la morte del Pontefice, che av-viene mentre è in esilio a Salerno nel1085, la sua idea del primato del sa-c e rd o t i u m rispetto al re g n u m , del po-tere spirituale rispetto a quello tem-porale continua a essere oggetto diun’aspra controversia, di cui la lottaper le investiture costituisce un capi-tolo fondamentale.

Con l’episodio di Canossa, Wein-furter fa iniziare dunque quel pro-cesso di razionalizzazione che il so-ciologo Max Weber ha definito co-me «disincanto del mondo», la dis-soluzione cioè dell’unità tra poterereligioso e potere secolare e la ridefi-nizione del codice di valori e dellenorme della società europea.

Gregorio VII ed Enrico IV

Tre giorni a piedi nudinella neve

Con l’episodio di Canossainizia il disincanto del mondodescritto da Max WeberE la ridefinizione del codice di valoridella società europea

Eduard Schwoiser, «Enrico IV a Canossa» (1862)

L’importanza delle parole

Prove di libertà di pensiero

di CL AU D I O TOSCANI

«Il primo rispetto che si deve è per leparole»: questo l’appunto di diario più inlinea con il titolo della recente pubblica-zione di Cesare Viviani Non date le paroleai porci (Genova, Il Melangolo, 2014, pa-gine 142, euro 13). Che prosegue racco-mandando di «pronunciarle con discre-zione, con premura, con cura, mai comestrumenti nelle nostre mani, mai con di-sinvoltura o indifferenza, mai come unfrasario da repertorio, mai per riempire isilenzi, mai con padronanza». Il che è diper sé il più appropriato riassunto-com-

giudizi.Viviani è poeta e narratore, ermeneuta

e terapeuta: i suoi libri, in versi o in pro-sa, si incardinano attorno a tre fonda-menti che sono i suoi assoluti, e perciòstesso le sue ossessioni: il tempo incal-zante della vita (tra anni e malanni); l’an-goscia della morte (antica quanto l’uomoe tuttavia da sempre sgradita al singolo ealla specie); l’inevitabilità del dubbio sulnulla dell’aldilà (che riesce tanto facil-mente quanto inspiegabilmente megliodella speranza in qualcosa).

«Prove di libertà di pensiero» è il sot-totitolo di questo apparente volumetto incui, in realtà, ci si muove assediati da unimprevisto incontro-scontro-riscontrod’argomenti d’ogni tipo. Quindi, nonpoesia, ma «linguaggio semplice e disa-dorno»; non «prosa di racconto», se nonin un paio di larvali occasioni; non sag-gio, o teoria o sistema; né eco di psicoa-nalisi, sedute o setting, confronti o con-fessioni.

Come lo si legge, allora, questo libro?Il tono è da monologo sapienziale, comefosse un moderno Ecclesiaste, nient’affattoentusiasta della vita che brilla per insen-satezza, illusione di senso, vanità, assenzadi seguito ultraterreno. Verrebbe da chie-dere a Viviani come si spiega che i più dinoi riescano a vivere: forse perché nonsmentiscono o non smontano ogni possi-bile pensiero nel loro contrario. O forseperché non giungono su ogni tema criti-cando, contestando, ribaltando. Tant’èche lui stesso non sa se questo atteggia-mento sia frutto di una intelligenza supe-riore alla media o della media piùdeb ole.

L’aforisma è per definizione una nor-ma di saggezza, ma nasconde il tranello— a cui Viviani, bisogna dirlo, sfugge —dell’apologia, della celebrazione,dell’esaltazione. Perché se osservare icomportamenti altrui dà la sensazione diporsi sopra la mischia, denunciare non èsentenziare, costa rischio intellettuale edesistenziale. Tant’è che, è stato detto,scrivere aforismi oggi è molto più difficileche ai tempi di Giacomo Leopardi, giu-sto per prendere un solido punto di rife-rimento cui Viviani stesso sembra accon-s e n t i re .

Ciò che coinvolge, e non sempre inmodo indolore, culturalmente sospeso odialetticamente indenne, è il fatto chel’autore porta spesso il faro delle sue ri-flessioni su contenuti, questioni e concettireligiosi. Ora infatti, pare certo che nonci sia altra spiegazione alla nascita e allacrescita delle religioni che quella dell’an-goscia della morte. Ora si arresta di fron-te al mistero di Cristo, che dà per il per-sonaggio più storicamente ammirato eascoltato dell’intera storia dell’umanità,ma non arriva a conciliarsi con il pensie-ro che sia figlio di Dio. Ora si convincesulle sole due forme d’amore possibile,quello della madre e quello di Dio, sem-brando in pace con l’idea della sua esi-stenza. Ora categorizza sulla umana de-bolezza che si costruisce un Dio e sulsenso di potenza, invece, che lo nega ene prende il posto. Infine, limpidamenteasserisce che l’unico modo di immaginarela divinità è rappresentarla come il rifu-gio dell’universo.

Gli studi di Pierre Blet su giansenismo e gallicanesimo

Saggi appassionanti come romanzi

Più che alla penitenza ecclesiastical’umiliazione del sovranorinvia al rituale della “deditio”Un insieme di atti di sottomissioneinflitti ai perdenti

di GI O VA N N I CERRO

«N on preoccupa-tevi, a Canos-sa noi nonandremo, nécol corpo né

con lo spirito», così dichiarava il 14maggio 1872 il cancelliere Otto vonBismarck davanti al parlamento diBerlino. Di fronte al rifiuto di Pio IXdi accreditare l’ambasciatore tedescopresso la Santa Sede, Bismarckesprimeva la volontà del Reich dinon cedere alle pressioni esterne:con l’espressione «andare a Canos-sa» egli intendeva designare un attodi sottomissione vissuto comeun’umiliazione volontaria e pubbli-ca. Questa è, infatti, l’i n t e r p re t a z i o -ne più diffusa dell’episodio che sisvolse tra il 25 e il 28 gennaio 1077alle porte del castello della marchesaMatilde e che coinvolse il sovranoEnrico IV e il Pontefice Gregorio VII,impegnato in un generale rinnova-mento della Chiesa.

Il volume Canossa. Il disincantodel mondo del medievista tedescoStefan Weinfurter (Bologna, il Muli-no, 2014, pagine 276, euro 22) pro-pone un vivido ritratto dei protago-nisti e un’accurata ricostruzionedell’epoca alla luce della storiografiapiù aggiornata. L’intento dell’op era

dei fedeli, la qualescioglie i suoi sudditidall’obbligo di obbe-dienza. Questo atto discomunica deve essereperò inserito nel con-testo più ampio delloscontro tra Enrico IV ei principi dell’imp eroche, sotto la protezio-ne del Papa, miravanoa destituirlo. È perbloccare il viaggio diGregorio VII, deciso aincontrare gli avversaridel re ad Augusta, cheEnrico IV valica le Al-pi e si presenta a Ca-nossa come un ribellesconfitto.

L’implorazione diEnrico IV in veste dapenitente e a piedi nu-di si protrae per tregiorni nella neve: co-me spiega Weinfurter,più che alla penitenzaecclesiastica, questamodalità rinvia al ri-

tuale medievale della deditio, ovveroun insieme di atti di sottomissionepubblici inflitti alla parte perdentein un conflitto.

Lo stesso pianto del re rientra neitradizionali rituali di contrizione deisovrani salici e ha ben poco a chevedere con l’espressione di emozioni

di Dio sulla terra, e per rinsaldarel’unità del popolo in nome del vin-colo di pace fraterna.

Questa immagine della regalità sa-crale va incrinandosi durante il lun-go regno di Enrico I V, che copre unmezzo secolo (dal 1056 al 1106) den-so di rivolgimenti. Una delle fontipiù dettagliate dell’epoca, il L i b rodella guerra sassone di Brunone, ciconsegna il ritratto di Enrico IV co-me un tiranno oppressivo e sacrile-go, mal sopportato dai Sassoni, ge-losi della propria indipendenza. Lapolitica di controllo del territorio

spontanee. Quandonel 1043 morì sua ma-dre, l’imperatore Enri-co III, padre di EnricoI V, presentatosi alla ce-rimonia funebre scalzoe in abito da peniten-te, si stese a terra epianse pubblicamente,invitando l’assembleadei nobili a fare altret-tanto.

mento del libro perché,se non si ha rispetto perle parole, non si ha ri-spetto per nessuno: nonsi usano le parole solocome strumenti utili aipropri interessi o comemezzo di potere suglialtri.

Potrebbero bastarequesti pochi prelievi daltesto in questione, che èuna raccolta di suggesti-ve annotazioni in formadi stringato florilegio as-severativo dei più dispa-rati temi di interesseumano (civili, sociali,economici, politici, cultu-rali, psicologici e morali,con un implacabile sfon-do religioso), a dare lecoordinate del libro, trainterrogativi e riscontri,idee e utopie, ipotesi e

Zenos Frudakis, «Freedom» (Philadelphia)

Max Weber

«Leggete padre Blet» era solito rispondere GiovanniPaolo II alle domande dei giornalisti su Papa Pacelli:secondo Karol Wojtyła il rigore scientifico dello sto-rico francese era il migliore antidoto alla leggendanera che getta la sua ombra su Pio XII dagli anniSessanta del Novecento. Il nome di Pierre Blet (1918-2009), infatti, è legato soprattutto al libro Pie XII etla Seconde Guerre mondiale après les archives du Vati-can (1999), in cui difende Papa Pacelli dalle accuse diantisemitismo e complicità al nazionalsocialismo sup-portando ogni argomentazione con documenti con-servati presso l’Archivio Segreto Vaticano.

Blet inizia il noviziato dai gesuiti il 7 settembre1937 a Laval, ma i suoi studi vengono interrotti guer-ra. Ordinato sacerdote il 31 luglio 1950, otto anni do-po si laurea alla Sorbona con la tesi Les assembléesgénérales du clergé de 1615 à 1666; come tesi comple-mentare presenta il lavoro Correspondance du nonce enFrance, Ranuccio Scotti: 1639-1641.

Un saggio del “metodo Blet” si può trovarenell’articolo di Umberto Dell’Orto dedicato ai suoistudi su giansenismo e gallicanesimo, pubblicato sulnumero di ottobre-dicembre 2014 del trimestrale «LaScuola Cattolica» del Seminario arcivescovile di Mi-lano, tra le più antiche riviste teologiche italiane (èstata fondata nel 1873). Dal testo, nato dallo studiodei suoi saggi e dei testi preparati per le lezioni distoria della Chiesa che teneva alla Pontificia Univer-sità Gregoriana di Roma, emerge la capacità di Bletdi collocare i fenomeni nei contesti istituzionali, poli-tici, diplomatici e sociali in cui sorsero e si sviluppa-rono; con precisione e amore per il dettaglio, dipa-nando intrecci complessi come trame di romanzi, emettendo in evidenza gli aspetti imprevedibili e pa-radossali dei processi storici che hanno dato formaalla modernità.

Particolarmente sottile e interessante è l’analisidell’alleanza (solo tattica, mai autentica) tra gianseni-sti e illuministi francesi, che accelerò il crollodell’Antico Regime; una svolta epocale che trovòproprio nei giansenisti le sue vittime più eccellenti.In pochi decenni, infatti, i seguaci di Port-Royalsparirono completamente; nel 1803 anche il loro gior-nale «Nouvelles Ecclésiastiques» terminò le pubbli-cazioni. (silvia guidi)

Dominique Fajeau, «Des mondes à entrevoir» (2007)Installazione al Musée de Port Royal

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L’OSSERVATORE ROMANOmercoledì 4 marzo 2015 pagina 5

I francescani di Parigi ricordano Veuthey

Il tesorodi padre Léon

Nuova aula capitolare all’abbazia di Farfa

Monaci come modelliNel dicembre scorso l’abbazia di Farfa hainaugurato una nuova aula capitolare, ricavata dalrefettorio e dedicata al beato Placido Riccardi,di cui quest’anno si celebra il centenario dellamorte. La decorazione dell’aula capitolare è stataaffidata a Francesco Verolache con i suoi dipinti ha ripercorso le tappeprincipali della vita di san Benedetto e della storiadi Farfa, ma i personaggi principali — a esclusionedei beati — hanno il volto dei monaciattualmente presenti nell’abbazia. Nel dipintocentrale sono raffigurati tre momenti della vitadi Benedetto — il miracolo del vaglio risanato,la tentazione e il miracolo della fonte — le altre telesono dedicate a lui e a santa Scolastica(nel bozzetto qui accanto), a san Lorenzo Siroe il drago, a san Tommaso da Moriana,ai beati Placido Riccardi e Ildefonso Schuster.

di CARLO PETRINI

«H urrah! Fi-nalmenteabbiamouna lineaguida che

ci dice come riconoscere la mal-nutrizione dei nostri pazienti.Questo porta a oltre trecento ilnumero di linee guida per i medi-ci del Regno Unito». Così, sul«British Medical Journal», uneditorialista ironizzava sul prolife-rare di linee guida in campo bio-medico.

Le linee guida caratterizzano lapratica medica da circa trent’anni.Secondo la definizione dell’Insti-tute of Medicine statunitense, essesono «raccomandazioni di com-portamento clinico, prodotte at-traverso un processo sistematico,allo scopo di assistere medici epazienti nel decidere le modalitàdi assistenza più appropriate inspecifiche circostanze cliniche».Le linee guida sono, dunque, iltentativo di riassumere in modooggettivo e neutrale le conoscenzedisponibili riguardo a diagnosi eterapia di una data malattia. Daqueste derivano i protocolli di cu-ra, cioè schemi predefiniti di com-portamento diagnostico o tera-peutico. In molti Stati esistonoiniziative nazionali e istituzioniapposite per l’elaborazione di li-nee guida. Alcune sono concepitecome semplici raccomandazioni dicomportamento che il singolo me-dico può decidere se adottare. Al-

cy for Healthcare Research andQuality, sono disponibili oltreduemila linee guida. Il proliferareè alimentato, tra l’altro, dal fattoche spesso (pseudo)linee guidavengono elaborate anche da isti-tuzioni non deputate allo scopo,e talvolta prive di competenzeadeguate. Per esempio, molteAziende sanitarie, che dovrebberoessere tra i principali destinatariper l’applicazione delle linee gui-da, elaborano esse stesse proprielinee guida con metodi non sem-pre rigorosi. La crescente quantitànon sempre è accompagnata dallaqualità.

Esistono strumenti per valutarela qualità delle linee guida, deno-minati con acronimi evocativi espesso ironici. Uno di questi pro-viene dal Grade (Grading of Re-commendations Assessment, Deve-lopment and Evaluation), gruppodi lavoro sorto nel 2000 per unacollaborazione informale traesperti interessati al problemadell’inadeguatezza degli strumen-ti di valutazione in ambito sanita-rio. Il gruppo ha sviluppato unmetodo efficace per la valutazio-ne delle linee guida e delle racco-mandazioni. Nel tempo, impor-tanti istituzioni hanno dato sug-gerimenti per migliorare il meto-do e lo hanno poi adottato comestrumento di valutazione. Moltoutilizzato è anche Agree (Ap p ra i -sal of Guidelines for Research andEvaluation), con il quale le lineeguida sono valutate mediante variparametri: obiettivi, coinvolgi-

stesso tempo, l’allargamento amolte voci può compromettere ilrigore scientifico e la qualità.

L’enorme numero di linee gui-da costituisce anche un ostacoloper una loro adeguata conoscen-za. Un sondaggio effettuato inGermania è eloquente. A 2.500

cifici — bambini, anziani, personecon altre patologie oltre a quellatrattata nella linea guida — talvol-ta non si distinguono adeguata-mente le diverse possibili condi-zioni del paziente.

Nel Codice di deontologia me-dica italiano, all’articolo 3 si af-

Medici e procedure

Il rischio di curare

Riap ertoil museo di Baghdad

L’École franciscaine deParis ha dedicato il27 febbraio scorsouna giornata di stu-dio al servo di Dio

Léon Veuthey (1896-1974), france-scano conventuale svizzero.

Di padre Léon (al secolo Clodo-vis) si ricordano soprattutto i lun-ghi anni come professore presso lafacoltà di San Bonaventura a Romae come direttore spirituale deglistudenti. Ma bisogna ricordare an-che il suo insegnamento prima aFriburgo, poi all’università Urba-niana a Roma (1932-1942), il suoservizio come assistente generaledell’Ordine (1945-1954), la direzionespirituale di tanti fedeli collegati al

spiritualità francescana — e un ric-chissimo epistolario.

A ricordare Veuthey il 27 feb-braio scorso a Parigi è stato il no-stro antico collega padre Gianfran-co Grieco, che, insieme ad altri stu-diosi francescani conventuali, hacollaborato con il padre ErnestoPiacentini alla pubblicazionedell’opera omnia.

Durante la giornata, sono stati ri-letti e riproposti i nodi fondamen-tali del pensiero del frate svizzero:l’itinerario spirituale francescano, leotto riflessioni mistiche che com-mentano le Beatitudini di Matteo —definite da padre Léon «poesia so-prannaturale del Vangelo» —l’ascensione spirituale e la contem-plazione francescana.

Alla giornata di studio hannopartecipato studiosi laici legati allastoria e alla spiritualità del Poverel-lo di Assisi, i frati delle tre famigliefrancescane, e , in particolare, i fratiminori di rue Marie Rose 7, dovehanno sede le Éditions franciscainesche nei giorni scorsi hanno pubbli-cato il volume La Vie retrouvée deFrançois d’As s i s e (Paris, 2015, pagine166, euro 14,90) annunciatodall’«Osservatore Romano» il 26gennaio scorso in un’intervistaall’autore, Jacques Dalarun.

Un approfondimento sull’attuali-tà del pensiero filosofico e teologi-co di padre Léon è stato inseritonel ciclo delle otto giornate di stu-dio (tra il 24 ottobre 2014 e il 29maggio 2015) che l’École franciscai-ne de Paris ha proposto per l’annoaccademico 2014-2015, dal titolo «Ifrati cappuccini, conventuali e mi-nori nella società della loro epoca».

Significative anche le altre gior-nate di studio dedicate all’attualitàdel pensiero di Guglielmo daOckham; al pensatore e storico del-la filosofia francescana Paul Vi-gnaux; all’influenza di Duns Scotosul pensiero contemporaneo; allapresenza francescana in Vietnamdal 1975 a oggi e in Giappone nelCinquecento e nel Seicento; e aifrati minori e cappuccini in Franciadopo la grande guerra (1915-1918) edopo la seconda guerra mondialesino al 1960.

Le linee guida rappresentanoil tentativo di riassumerein modo oggettivo e neutralele conoscenze disponibiliriguardo una data malattia

mento delle parti in causa,rigore metodologico, chia-rezza, applicabilità, indi-pendenza editoriale.

Applicando questi o altrimetodi di valutazione rigo-rosi, si ottengono risultatispesso poco incoraggianti.Per esempio, uno studiopubblicato nell’a u t o re v o l e«Journal of the AmericanMedical Association» mo-

Léon Veuthey

«Queste distruzioni costituiscono un disastro senza precedenti nellastoria universale» spiega Alain Desreumaux, cofondatore e presidentedella Société d’études syriaques, intervistato da Samuel Lieven su «laCroix» del 2 marzo scorso, dopo il saccheggio del Museo di Mosul daparte dei jihadisti e in occasione della riapertura del Museo diBaghdad, avvenuta il 28 febbraio scorso, dopo dodici anni di chiusura.Proprio lo scempio compiuto a Mosul ha rischiato di far passare sottosilenzio questa felice riapertura: creato dall’esploratrice e scrittricebritannica Gertrude Bell e aperto poco prima della sua morte nel 1926come Museo archeologico di Baghdad, il museo fu chiuso nel 1991durante la guerra del Golfo, mai riaperto sotto il regime di SaddamHussein e infine impunemente saccheggiato tra l’8 e il 12 aprile 2003alla caduta del dittatore iracheno.

Secondo alcuni espertispesso la redazione dei protocolliè influenzatada industrie farmaceuticheo lobby con interessi commerciali

osservanza delle linee guida», oc-corre «censurare l’appiattimentodel medico alle linee guida» e«deve prevalere l’attenzione al ca-so clinico particolare».

L’utilizzo di linee guida si in-treccia anche con la cosiddetta“medicina difensiva”. Secondol’Office of Technology Assess-ment statunitense, il fenomenodella medicina difensiva si «veri-fica quando i medici prescrivonotest, procedure diagnostiche o vi-site, oppure evitano pazienti otrattamenti ad alto rischio, princi-palmente (...) per ridurre la loroesposizione a un giudizio di re-sponsabilità per m a l p ra c t i c e ». Lamedicina difensiva riguarda dun-que l’errore del singolo medico —e non deve essere confusa con lamalasanità, che è un errore distruttura (le lunghe liste d’attesa,per esempio, sono malasanità,non m a l p ra c t i c e ). L’applicazionerigorosa di linee guida, in questocontesto, è un fenomeno conmolte sfaccettature: può essere ungiusto modo con cui il medico sicautela da possibili accuse, cosìcome può essere un cedimentodel medico di fronte al suo dove-re di valutare caso per caso.

Le problematiche qui evocate,tuttavia, non devono offuscarel’importanza delle linee guida: es-se permettono di salvare molte vi-te anche in contesti dove le strut-ture e le risorse sanitarie non so-no ottimali.

no influenzate da industrie far-maceutiche o lobby con interessic o m m e rc i a l i .

Tuttavia, il problema forse piùrilevante consiste nel rischio chela rigida applicazione delle lineeguida distolga l’attenzione dallespecificità di ogni singolo pazien-te. Per esempio, sebbene vi sianomolte linee guida per gruppi spe-

guida. Il «New EnglandJournal of Medicine»,in un editoriale al ve-triolo, ha denunciatoche, su 685 esperti coin-volti nella stesura di li-nee guida per i medicistatunitensi, il trentacin-que per cento ha dichia-rato di avere conflitti diinteresse e che troppospesso le linee guida so-

movimento Crociata di Carità e poidel Focolare, e anche il suo lavoropastorale in una parrocchia di peri-feria a Bordeaux, in Francia (1954-1965). Successivamente, tornò a in-segnare filosofia francescana al Se-raphicum, la facoltà teologica diSan Bonaventura, e visse a Romasino alla morte, avvenuta il 7 giu-gno 1974 al Policlinico Gemelli.

Di lui restano i ventitré volumidell’opera omnia — che include saggidi filosofia, pedagogia, teologia e

tre sono direttive che delimitanorigidamente le opzioni diagnosti-che o terapeutiche accettabili.

Ma questo atteggiamento haluci e ombre. Per quanto riguardale luci, le linee guida promuovo-no un uso clinicamente appro-priato degli interventi di cui ènota l’efficacia e definiscono unconsenso sulle modalità di utiliz-zo di interventi diagnostici e tera-peutici, rispetto all’utilità deiquali vi sono opinioni talvolta di-scordanti. La disponibilità di li-nee guida facilita l’aggiornamentodei medici, che altrimenti dovreb-bero leggere un numero enormedi studi, talvolta tra loro contrad-dittori. Il fatto che nella profes-sione medica vi siano divergenzedi opinioni e incertezze non devesorprendere: i risultati delle ricer-che spesso non sono univoci enecessitano di interpretazioni. Lelinee guida sono in genere conti-nuamente aggiornate sulla basedei nuovi studi e sono quindi piùaggiornate rispetto ai libri.

Veniamo ora ad alcune ombre,e in particolare alle conseguenzedell’enorme proliferare di lineeguida. Nel sito della NationalGuideline Clearinghouse statuni-tense, nato per volontà dell’Agen-

stra come quasi il cinquanta percento delle linee guida per i me-dici sia basato su insufficienti evi-denze scientifiche. Analogamente,in uno studio pubblicatonell’«International Journal of Cli-nical Practice», sono valutate,sulla base di criteri riconosciuti alivello internazionale, le linee gui-da sulla prevenzione delle patolo-gie cardiovascolari elaborate dallesei società scientifiche britannichepiù autorevoli nel settore. I risul-tati mostrano gravi inadeguatezzee scarsa qualità. In un editorialeche accompagna lo studio si sol-levano dubbi sulla validità dellelinee guida elaborate unicamenteda società scientifiche e si propo-ne che la formulazione di lineeguida sia «l’arena dove trovanoespressione la partecipazione, laresponsabilità e l’a u t o - re g o l a z i o n ee dove la politica sanitaria (...)può affermarsi», cioè un luogo incui si incontrano i diversi attoridelle politiche sanitarie per trova-re delle soluzioni comuni. L’allar-gamento a molte voci è certamen-te garanzia di pluralismo. Inoltre,esso risponde a una sempre piùdiffusa esigenza di coinvolgimen-to nelle decisioni e partecipazioneche i cittadini manifestano. Allo

medici di famiglia è stato inviatoun questionario con 45 domandesul corretto trattamento di tre tipidi malattie: soltanto il quarantaper cento degli interpellati ha di-mostrato di avere una conoscenzasufficiente dei contenuti delle li-nee guida.

Problematici sono anche even-tuali conflitti di interesse in cui sipossono trovare gli autori di linee

ferma che «il medico tiene contodelle linee guida diagnostico-tera-peutiche accreditate da fonti au-torevoli e indipendenti, quali rac-comandazioni e ne valuta l’appli-cabilità al caso specifico». Signi-ficative in proposito sono alcunesentenze della Corte di Cassazio-ne, secondo cui «la diligenza delmedico non si misura esclusiva-mente attraverso la pedissequa

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L’OSSERVATORE ROMANOpagina 6 mercoledì 4 marzo 2015

Nelle Filippine iniziative di assistenza alle donne in gravidanza

Per combattere l’i n d i f f e re n z aANTIPOLO CI T Y, 3. Aiutare le donnein gravidanza che sono in difficoltà,che attraversano momenti di crisi edi ripensamento, a non ricorrereall’aborto, a salvare i bambini e co-struire famiglie forti. È con questospirito che Pregnancy Support Ser-vices of Asia (Pssa) terrà il suo quar-to seminario regionale di formazionead Antipolo City, nelle Filippine,dal 6 all’8 marzo prossimi. L’o rg a -nizzazione no-profit sarà affiancatadalla Commissione per la famiglia ela vita dell’arcidiocesi di Manila edall'associazione Coppie per Cristo.

La conferenza si terrà alla St. Mi-chael Retreat House e si concentreràsull’importanza della tutela della vi-ta e dei valori familiari, allo scopodi promuovere un modo sano di vi-vere la gravidanza, sostenendo l’assi-stenza sanitaria responsabile perdonne e bambini e sviluppando fortilegami tra i nuclei familiari. L’obiet-

tivo è quello di difendere la vita erafforzare l’istituto famigliare inAsia. Nei centri specializzati già atti-vi le future madri possono ricevereun’assistenza psicologica sia per pre-venire eventuali crisi, sia per affron-tare quelle in corso.

La Pssa è affiliata a Heartbeat In-ternational, associazione internazio-nale che conta più di milleottocentocentri per l’assistenza soprattuttopsicologica alla gravidanza.

Questa attenzione nei confrontidella maternità e della vita nascentesi inserisce nel quadro dell’imp egnocontro ogni forma di egoismo che laChiesa nelle Filippine si è impegna-ta a vivere in questo tempo di qua-resima, soprattutto sotto la spintadalla recente visita di Papa France-sco. Le parole del Santo Padre, dicel’arcivescovo di Lingayen-Dagupane presidente della Conferenza epi-scopale filippina, monsignor Socra-

tes Villegas, suonano come «unasveglia nelle coscienze di tutti i filip-pini». Infatti, sottolinea, «l’indiffe-renza è oramai un male nazionaleanche qui: l’indifferenza nei con-fronti dell’altro e l’egoismo ci stannoconquistando sempre di più. Dob-biamo rischiare la nostra vita per ilbenessere di tutti».

Secondo il presule, «quello messoin luce dal Pontefice è il grandeproblema dei nostri tempi. L’e s s e reindifferenti nei confronti di Dio, deimali della società, dell’altro è unapiaga che noi dobbiamo cercare dicombattere con ogni mezzo. Il pe-riodo quaresimale, fatto di penitenzae di riflessione sul mistero della Cro-ce, è quello adatto per questo tenta-tivo. Guardando a Cristo possiamosuperare il richiamo dell’egoismo,frutto anche del benessere».

In quest’ottica, sottolinea ancorail presule, «la Messa celebrata da

Papa Francesco a Manila durante ilsuo viaggio apostolico nelle Filippi-ne è stato un grande raggio di soleper tutti noi». La sua origine è statanell’eucaristia e la sua luce si spandelontano. «Quello che dà molta spe-ranza — aggiunge il presule — è che,fra i milioni di fedeli accorsi adascoltare il Papa, il cinquanta percento aveva meno di venti anni».

Si tratta, conclude il presidentedella Conferenza episcopale, di«una fonte di speranza senza eguali.I mali della nostra società a voltenon vengono combattuti perché co-loro che li generano o li provocanosono oramai persone adulte di età ein qualche modo non lasciano spa-zio alla potenza del bene. Invece igiovani possono e devono cambiarele cose. I nostri ragazzi hanno vistoe sentito le parole del Papa e diquelle hanno fatto tesoro».

Messaggio di quaresima

Nelle periferie di Jakarta

JA KA R TA , 3. Per i fedeli di Jakarta laquaresima è un tempo privilegiatoper la missione nelle periferie. Lecomunità dell’arcidiocesi, dalle par-rocchie più grandi a quelle più pic-cole, dalle congregazioni religiose agruppi e associazioni laicali, cercan-do di rispondere all’appello lancia-to da Papa Francesco hanno avvia-to — riferisce Fides — un impegnospeciale per raggiungere e portare ilVangelo in situazioni di disagio,povertà, emarginazione.

La missione in periferia è il temacentrale della lettera pastoraledell’arcivescovo di Jakarta, IgnatiusSuharyo Hardjoatmodjo, e conse-gnata a tutte le comunità locali.Nel testo l’arcivescovo chiede dipregare «affinché ciascuno di noi,le famiglie e la nostra comunità,siano sempre più grate e premuro-se», incoraggiando ogni fedele a«incarnare lo spirito della gratitudi-

ne». La quaresima è «un tempo dipellegrinaggio spirituale che saràpiù significativo se è contrassegnatodalla preghiera», che permette di«cogliere i frutti di redenzione dellavita nuova, donataci da Dio», incui fare tutto a sua gloria, scrivemonsignor Suharyo.

L’arcivescovo riflette sulla «dina-mica eucaristica» e la propone co-me modello per ogni credente: co-me Cristo si fa «pane spezzato»che si offre per alimentare la vitadei discepoli, così ogni cristiano èchiamato a «farsi pane» offrendo sestesso per la vita del prossimo. So-prattutto accompagnando e curan-do «i lebbrosi del nostro tempo»,gli emarginati di oggi, quanti sonoreietti e abbandonati, vivononell’indigenza, sono vittime ditratta di esseri umani o della crimi-nalità.

Contro la comunità cristiana in India

Va n d a l i s m ie intimidazioni

NEW DELHI, 3. Continuano in In-dia gli attacchi e gli episodi divandalismo che hanno comeobiettivo la comunità cristiana.Negli ultimi giorni, in particolare,l’odio si è concretizzato in dan-neggiamenti a diverse chiese es t ru t t u re .

Un caso di vandalismo a è statosegnalato a Goa, in India occiden-tale. Uomini non identificati han-no colpito e danneggiato una sta-tua della Madonna di Lourdesnella parrocchia di un villaggio.

In un altro Stato indiano, il Ke-rala, il cimitero cristiano nel di-stretto di Pathanamthitta è statooggetto di atti vandalici per duegiorni consecutivi: molte tombe elapidi sono state distrutte. Ancheil muro del cimitero è stato detur-pato da graffiti.

A Mangalore, nello Stato delKarnataka, in India centrale, unasala di preghiera cattolica alla pe-riferia di città è stata fatta oggettodi lancio di sassi, che hanno rottole finestre. Secondo i cristiani lo-cali «alcuni elementi antisocialistanno cercando di creare insicu-rezza e panico».

Alcune organizzazioni non go-vernative ricordano che «gli attac-chi e i frequenti atti di vandalismocontro obiettivi cristiani che si re-gistrano in diverse parti del Paesedestano preoccupazione: le autori-tà civili hanno il compito di fer-mare i violenti, garantire pace earmonia nella società, tutelare lostato di diritto e la libertàre l i g i o s a » .

Il clima in India dunque nonsembra cambiare, anche se negliultimi tempi si osservano alcuni ti-midi segnali di miglioramento.Soprattutto, fa sperare che abbiaun seguito l’impegno assunto dalGoverno nei giorni scorsi di assi-curare maggiore attenzione nei ri-guardi dei frequenti attacchi allecomunità cristiane e alle altre mi-noranze. Altro impegno assunto

era stato quello di non appoggiarealcuna legge anticonversione, no-nostante le richieste degli estremi-sti indù, che spesso obbligano icristiani convertiti a tornare sui lo-ro passi.

Negli ultimi mesi sono staticentinaia i fedeli minacciati vio-lentemente proprio per la loroscelta, volontaria, di abbandonarel’induismo.

Appello del cardinale Charles Maung Bo

Serve il dialogo in MyanmarYANGON, 3. Il cardinale CharlesMaung Bo, arcivescovo di Yan-gon e primo porporato dellastoria della Chiesa birmana,lancia un appello congiunto aivertici delle forze armate delMyanmar e alle milizie etniche.Il cardinale esorta le parti inlotta a incontrarsi per riprende-re i negoziati di pace e metterecosì fine a un conflitto armatoche imperversa da decenni eche ha causato migliaia di vitti-me e feriti, anche fra i civili.

Partecipando al tradizionalepellegrinaggio annuale presso il santuario mariano di Nyaun-glebin, nella regione di Bago,nel centro-sud del Paese, assie-me a vescovi e sacerdoti, il por-porato ha rinnovato il suo mes-saggio di unità e riconciliazio-ne. Nel contesto delle celebra-zioni, ha anche liberato alcunecolombe quale gesto di pace earmonia fra persone, fedi ed et-nie. Rivolgendosi ai militari, ilcardinale Bo ha rinnovato conforza l’invito a riaprire i collo-qui con i gruppi armati, in par-ticolare il Kachin Independen-

ce Army e le milizie ribelli Ko-kang nello Stato Shan. E hasottolineato che è importanteincontrarsi faccia a faccia perscrivere davvero la parola fineai conflitti nel Paese. «Le per-sone stanno soffrendo a causadella guerra — avverte il porpo-rato — e sta all’esercito, che siconsidera padre della nazione,guidare i negoziati».

Nei giorni scorsi il porporatoha incontrato — per la primavolta, nelle nuove vesti di cardi-nale — oltre cinquantamila fe-deli, provenienti da diverse zo-ne del Myanmar per partecipa-re al pellegrinaggio mariano. Inquell’occasione ha rinnovato ilproprio impegno per la pace ela riconciliazione fra i diversig ru p p i .

Nel Paese vivono 135 etnie,che hanno sempre faticato aconvivere in maniera pacifica,in particolare con il Governocentrale e la sua componente dimaggioranza. Il conflitto inter-no finora ha causato circa due-centomila sfollati.

Religiose in missione nelle fabbriche cambogiane

O peraienon schiave

PHNOM PENH, 3. «Quando siamoarrivate a Pochentong abbiamoparlato con 300 operaie tessili, ab-biamo visitato le loro case per ca-pire quali fossero le necessità piùurgenti». Così madre Eulie, mis-sionaria francese in Cambogia,racconta i primi passi del CentroLindalva, un’iniziativa nata nellazona industriale di Pochentong,nei pressi dell’aeroporto di PhnomPenh, per aiutare le operaie chelavorano spesso in condizioni dischiavitù nelle fabbriche tessili eper fornire sostegno alle famiglie.

La Cambogia ha sottoscritto leconvenzioni internazionali controil lavoro minorile e ha approvatole linee guida per il salario mini-mo. Tuttavia la quotidianità deilavoratori si scontra non di radocon una realtà molto diversa. Alavorare nelle fabbriche sono so-prattutto donne e ragazze tra i 18e i 25 anni. Non esistono asili e ibambini rimangono a casa da soli:alcuni girano per la città chieden-do l’elemosina, altri sono rinchiusiin casa dai genitori per evitare chediventino vittime della tratta.

Il Centro Lindalva creato dallemissionarie francesi riesce aospitare e assistere soltanto ottantabambini. Si tratta di un’oasi nelmezzo di uno slum che offre, in unambiente semplice, la possibilità difrequentare una scuola in aule benattrezzate. Il centro dà alle mammeanche la possibilità di seguire uncorso di aggiornamento professio-nale e offre aiuto psicologico.

Uno squarcio di luce in unarealtà durissima, per le donne inparticolare. Molte di loro lavoranoinfatti in condizioni pessimeall’interno di fabbriche tessili checonfezionano pantaloni, t-shirt ecamicie per il mercato asiatico edeuropeo. Bisogna produrre di piùe nel minor tempo possibile, alprezzo più basso. Anche facendogli straordinari, lo stipendio bastaa malapena alla sopravvivenza.

All’inizio dell’anno in Cambo-gia — riferisce l’agenzia Misna — ilsalario minimo era pari a 62 euro.Secondo la Asia Floor Wage, lacampagna organizzata da sindaca-ti e associazioni per i diritti uma-ni, sarebbe necessario guadagnarealmeno quattro volte tanto.

Le testimonianze che arrivanodalla Cambogia sono impressio-nanti. Oum Ratha ha 15 anni e vi-ve con i genitori e i due fratelli inuna minuscola baracca. Accanto alsuo letto ha appeso poster di in-dossatrici e attori: sogna, cometanti altri ragazzi, una vita miglio-re. La famiglia di Oum si è trasfe-rita in città dalla campagna pertrovare lavoro in un’industria tes-sile o calzaturiera. Di lavoro se netrova in abbondanza, ma lo sti-pendio non garantisce affatto con-dizioni di vita accettabili. Oum hadovuto lasciare la scuola. «Per es-sere assunta ho mostrato al miocapo il documento di mia sorellamaggiore», racconta la ragazzaall’agenzia Misna. Adesso lavoradodici ore al giorno dal lunedì alsabato compreso. E la domenica?«Dormo e, se qualcuno mi prestaun libro, leggo anche un po’», di-ce Oum.

Nel Centro Lindalva si cerca didare aiuto ai più bisognosi, mal’impegno si estende a tutta laprovincia del Takéo, nella zonameridionale della Cambogia, dovele suore visitano i paesi per con-vincere le persone a non abbando-nare la campagna. «In diversivillaggi — racconta la religiosa —abbiamo avviato programmi ali-mentari e fondato piccoli circoli.Qui si riuniscono le donne che sisostengono a vicenda con micro-c re d i t i » .

†Il Presidente, il Segretario e il Sottose-gretario, insieme a tutti gli Officiali delPontificio Consiglio per gli OperatoriSanitari sono spiritualmente vicini alRev.do Mons. Charles Namugera, Offi-ciale del Dicastero, per la scomparsa delpapà

Signor

BENEDICT NAMUGERAIn questo particolare momento in cui

solo la Fede ci è di conforto e sostegno,assicuriamo le nostre preghiere a suffra-gio della benedetta anima, certi dellaRisurrezione finale.

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L’OSSERVATORE ROMANOmercoledì 4 marzo 2015 pagina 7

Intervento del cardinale Nichols in vista delle elezioni generali

Lotta alla povertàe all’e m a rg i n a z i o n e

LONDRA, 3. «Gli immigrati arrivanoin Gran Bretagna per lavorare duroe per dare un contributo molto po-sitivo alla nostra società e Londrasenza di loro si fermerebbe». Èquanto ha dichiarato all’emittentetelevisiva inglese Bbc l’a rc i v e s c o v odi Westminster e presidente dellaConferenza episcopale di Inghilterrae Galles, cardinale Vincent Nichols,in merito al dibattito sull’immigra-zione nel Regno Unito in vista delleelezioni generali del 7 maggio.

Durante l’intervista, il porporatosi è detto sconcertato per il fattoche il tema dell’immigrazione costi-tuisca una questione tanto impor-tante nel dibattito politico. «Glielettori — ha spiegato il presidentedella Conferenza episcopale — devo-no tenere bene a mente che stiamoparlando di persone che rischianodi annegare cercando di raggiungerel’Europa o di essere arrestate a Ca-lais perché cercano disperatamentedi venire in questo Paese».

Secondo l’arcivescovo di West-minster, ogni partito deve essere te-stato riguardo al modo in cui inten-de affrontare il tema dell’immigra-zione. «Quello che voglio continua-re a dire — ha ribadito il porporato— è che si tratta di persone. Quellestesse persone che ogni giorno an-negano nel mar Mediterraneo cer-cando di entrare in Europa. Quelle

stesse persone che si trovano dietrole sbarre a Calais, in Francia, perchédisperatamente cercano di superare ivarchi. Dobbiamo mantenere e con-siderare in qualche modo la personaumana in prima linea e ricordareche questa città non sarebbe lastessa senza il contributo di tuttequelle persone che vengono in que-sto Paese».

La stragrande maggioranza degliimmigrati, ha proseguito il presiden-te della Conferenza episcopale, «la-vora sodo e contribuisce a far cre-scere la società. Sono sconcertato,dobbiamo fare un passo indietro echiederci: “Qual è il nostro atteggia-mento nei confronti del mondo checi circonda?”, “Ci vedono come gio-catori che contribuiscono a costruireinsieme qualcosa che è meglio pertutti?”».

La Conferenza episcopale di In-ghilterra e Galles, pochi giorni fa,ha pubblicato una lettera con laquale si evidenziano le questionichiave da porre all’attenzione deglielettori e viene chiesto di votare icandidati che hanno a cuore il temadella povertà. In precedenza anche ivescovi anglicani, in una lettera di52 pagine, avevano condannatol’eredità del thatcherismo e la suaenfasi del consumismo e dell’indivi-dualismo. «I politici conservatori —ha detto ora il cardinale Nichols —

hanno accusato i vescovi anglicanidi presentare la “lista della spesa”delle richieste della sinistra». Inve-ce, ha spiegato il porporato, si trattadi spingere le persone «a mettersi ingioco e a porsi domande come:“Che tipo di società vogliamo?”,“Che speranza offriamo ai giovani?”Le persone stanno avendo difficoltàa seguire questa lunga campagnaelettorale. Non vogliamo che smetti-no di seguirla. È assolutamentesconvolgente che in un Paese riccocome il nostro ci siano ancora per-sone che dipendono solo dalla cari-tà. I fatti oggettivi sono sotto gli oc-chi di tutti: se lanciamo uno sguar-do, attorno a questo Paese si vedo-no grandi sacche di povertà e gran-di aree di ricchezza. Questa è unadifferenza che crea una tensione rea-le. Se il problema non viene affron-tato la gente perde la speranza».

«Credo che come società — haconcluso il porporato — dobbiamocreare un posto che possa essere oc-cupato anche dai giovani provenien-ti dalle tradizioni islamiche. A voltela mancanza di speranza spinge lepersone che vivono in realtà chiusein se stesse a essere manipolate.Penso che ogni religione attiri sem-pre l’estremismo ed è dovere deisuoi leader assicurarsi che questiestremismi non trovino un posto».

D all’1 all’8 marzo la settimana della Caritas in Portogallo

Una solafamiglia umana

A Madrid le Giornate dei delegati diocesani e dei presidenti nazionali

Laici protagonisti

A Varsavia per la quaresimachiese aperte tutto il giorno

In Irlanda la prima Conferenza sulla tutela dei minori

No alla culturadel silenzio e della negazione

DU B L I N O, 3. «Non dobbiamo di-menticare l’eredità di tradimenti,traumi e vergogna lasciati dagliabusi, perché essi hanno distruttole vite dei bambini, segnandoli inmodo indelebile». Lo ha dichiaratodomenica scorsa, al termine dellaprima conferenza nazionale sullatutela dei minori, svoltasi ad Athlo-ne, il primate d’Irlanda e arcivesco-

vo di Armagh, monsignor EamonMartin.

Secondo il presule, affinché tali«terribili atti» non si verifichinopiù all’interno della Chiesa, è indi-spensabile una «responsabilità con-divisa che non sarà mai un onerescomodo o un ostacolo all’op erapastorale, quanto piuttosto unaparte intrinseca e necessaria dellamissione ecclesiale, che mette così

al centro le necessità dei bambini edei più vulnerabili». In diverse oc-casioni, il presule ha sottolineatoche «gli abusi rimarranno una feri-ta nel fianco della Chiesa fino algiorno in cui ogni singola vittimadi abusi avrà ottenuto la guarigio-ne personale che merita».

Secondo l’arcivescovo, è necessa-rio che venga coltivata una «cultu-ra della salvaguardia e andrà man-tenuta alta l’allerta sul problema,attraverso una formazione adeguataper sacerdoti, religiosi e laici ri-guardo agli abusi». Va invece ab-bandonata — sostiene il presule —quella «cultura del silenzio e dellanegazione», che in passato ha per-messo gli abusi sessuali da parte diministri della Chiesa. «Non possia-mo essere compiacenti — ha ammo-nito l’arcivescovo — perché è pro-prio quando si abbassa la guardiache il rischio cresce».

Un altro strumento per evitaregli errori del passato sarà la crea-zione di servizi di sostegno ed ac-compagnamento per le vittime diviolenze, con cui i rappresentantidella Chiesa in Irlanda ascolteran-no la sofferenza delle vittime, ga-rantendo tutto il loro appoggio echiedendo loro perdono.

«La cura dei sopravvissuti agliabusi — ha concluso l’a rc i v e s c o v odi Armagh — non è un compitoesterno alla Chiesa, ma è una parteintrinseca della sua missione. Il le-game di fiducia tra sacerdoti, ve-scovi, religiosi e fedeli cattolici puòessere ricostruita solo in un climadi trasparenza e attuando praticheper la salvaguardia dei minori chesiano davvero professionali».

LISBONA, 3. Un appello affinché lasolidarietà sia «più operativa e ge-nerosa» è stato rivolto ai portoghesida don José Teasing, portavoce del-la Commissione episcopale per lapastorale sociale e della mobilitàumana e membro della Caritas, inun messaggio pubblicato in occa-sione della settimana della Caritas2015, che ha avuto inizio domenicascorsa. La celebrazione della setti-mana di quest’anno (1-8 marzo) —scrive don José Teasing nel messag-gio intitolato «In un solo cuore,una sola famiglia umana» — «cigiunge come un richiamo di atten-zione affinché la nostra solidarietà,in tempi di crisi, ci stimoli in termi-ni di creatività e innovazione e di-venti più operativa e generosa».Teasing asupica anche che «il tem-po di quaresima che la Chiesa cat-tolica vive sia un’occasione di con-versione personale e comunitaria af-finché si viva con tutte le conse-guenze che ne derivano. In un solocuore come in una sola famigliaumana».

In questo contesto, nel messag-gio della settimana della Caritas, il

portavoce della Commissione epi-scopale per la pastorale sociale edella mobilità umana ha sottolinea-to che «i membri della prima co-munità di Gerusalemme avevanoun cuore solo e un’anima sola.Questa memoria, giunta fino a noidi generazione in generazione, cipermetta di uscire da noi stessi.Nella prima comunità — ha aggiun-to — nessun uomo viveva nel biso-gno e tutto era messo in comune».Teasing ha ricordato anche che laCaritas Internationalis ha avviatonel 2013 una campagna contro lafame nel mondo, con il motto«Una sola famiglia umana, cibo pertutti» e che «giustamente PapaFrancesco — ha ricordato — ha am-monito contro lo scandalo mondia-le di milioni di persone che ancoraoggi hanno fame». L’ente caritativodella Chiesa promuove in questasettimana, oltre alla colletta pubbli-ca in tutto il Portogallo, i cui fondiraccolti andranno a favore dei di-versi progetti sociali delle Caritasdiocesane, un programma specificonelle diverse diocesi con convegni,mostre, donazione di sangue.

VA R S AV I A , 3. Un invito ai fedeliaffinché riscoprano l’antica tra-dizione quaresimale di pregarenelle quaranta chiese stazionalidi Varsavia è stato rivolto neigiorni scorsi dal cardinale Kazi-mierz Nycz, arcivescovo di Var-savia, e da monsignor HenrykHoser, arcivescovo di Varsavia-Praga.

Le celebrazioni sono iniziateil mercoledì delle ceneri con unaliturgia nella chiesa di San Sal-vatore al centro della capitalepolacca dove, nell’agosto 1946,venne officiata la cerimonia fu-nebre in memoria delle vittimedel nazismo.

Per tutta la quaresima, a tur-no, una delle chiese stazionalisarà aperta dalle 6 di mattina al-le 21 e durante tutta la giornata,oltre alle consuete celebrazioni

liturgiche, nelle chiese sarà pos-sibile partecipare all’adorazionedel Santissimo, recitare l’Ange-lus e il Rosario, seguire la Viacrucis e ricevere il sacramentodel perdono.

Il “p ellegrinaggio” alle stazio-ni quaresimali di Varsavia termi-nerà la domenica delle palme.

Con il ripristino di questaantica tradizione i presuli auspi-cano che i fedeli possano vivereuna forte esperienza comunitariae dare una testimonianzatangibile della fede degli abitan-ti della città. «Iniziamo la prati-ca di preghiere nelle chiese sta-zionali — hanno sottolineato ilcardinale Nycz e l’a rc i v e s c o v oHoser — con la speranza chepossa maturare e crescere neglianni, coinvolgendo sempre piùfedeli».

MADRID, 3. «Cristiani laici, Chiesanel mondo» è stato il tema delleGiornate dei delegati diocesani edei presidenti nazionali del-l’apostolato dei laici che si sonosvolte nei giorni scorsi in Spagna, aMadrid.

Durante i lavori, monsignor Ja-vier Salinas Viñals, vescovo di Mal-lorca e presidente della Commissio-ne episcopale per l’apostolato deilaici (Ceas), ha invitato la comunità«a vivere il tempo presente comenovità, vincendo lo spirito di scon-fitta che molte volte si instilla nellanostra vita cristiana. L’impegno pa-storale — ha sottolineato il vescovodi Mallorca — bisogna viverlo comedono e come novità», anche se ciònon significa «chiudere gli occhisul lavoro che già si sta realizzandoin ciascuna delegazione o associa-zione». Nel corso dei lavori è statoricordato anche il cinquantesimoanniversario del decreto Ap o s t o l i c a mactuositatem del concilio Vaticano II.«Dobbiamo imparare a vedere conlo sguardo misericordioso di Dio.Vedere dove sono i nostri punti diforza e di debolezza — si legge inuna nota redatta al termine dell’in-

contro — ma abbiamo bisogno divederli tutti insieme al fine di forni-re un migliore servizio alla Chiesa.E i protagonisti di questo compitosono le nostre associazioni e dele-gazioni, ma non come semplicistrutture o organizzazioni, ma comepersone che cercano di vivere la fe-de, essendo responsabile della mis-sione assegnata».

Monsignor Antonio Ruiz Carta-gena, direttore della Commissione

dell’apostolato dei laici della Con-ferenza episcopale spagnola, ha of-ferto un quadro dell’articolazionedell’impegno dei laici negli ultimidecenni, mettendo in evidenza il la-voro di coordinamento realizzatotra le varie associazioni e i risultatifin qui ottenuti.

Le Giornate hanno anche previ-sto un tempo per il lavoro di grup-po, durante il quale si è cercato dirispondere a numerose domande,

fra queste come sviluppare unamaggiore comunione ecclesiale traassociazioni e delegazioni o qualiattività concrete promuovere per uncoordinamento effettivo nell’imp e-gno missionario ed evangelizzatore.Dalle risposte date dai partecipantiè emerso un interesse crescente per«portare il Vangelo in ogni angolodella nostra società, a partire dalleparro cchie».

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L’OSSERVATORE ROMANOpagina 8 mercoledì 4 marzo 2015

Messa a Santa Marta

Quando il Signoreesagera

A colloquio con il cardinale Blázquez Pérez, arcivescovo di Valladolid

Famiglia al centro

La nomina di oggi riguarda gli Stati Uni-ti d’America.

Robert Walter McElroyvescovo di San Diego

(Stati Uniti d’America)

Nato a San Francisco il 5 febbraio 1954,dopo aver frequentato il Saint Joseph mi-nor seminary, si è specializzato in storiapresso la Harvard University a Cambrid-ge, Massachusetts (1975) e la StanfordUniversity a Palo Alto, California (1976).Ha compiuto gli studi ecclesiastici pressoil Saint Patrick seminary a Menlo Park,California, poi ha ottenuto la licenza allaJesuit School of theology a Berkeley, Ca-lifornia (1985). Infine ha conseguito i dot-torati in teologia morale presso la Pontifi-cia università Gregoriana (1986) e inscienze politiche alla Stanford University(1989). Ordinato sacerdote il 12 aprile1980, per l’arcidiocesi di San Francisco èstato vicario parrocchiale di Saint Cecilia(1980-1982), segretario personale dell’a rc i -vescovo John R. Quinn e cerimoniere(1982-1985), vicario parrocchiale di SaintPius a Redwood City (1989-1995), vicariogenerale (1995-1997), parroco di SaintGregory a San Mateo e consultore arci-diocesano (1997-2010). Nominato vescovotitolare di Gemelle di Bizacena e ausiliaredi San Francisco il 6 luglio 2010, ha rice-vuto l’ordinazione episcopale il successivo7 settembre.

Nominaepiscopale

La prima edizione della mostra «Las edades del hombre»allestita nel 1988 nella cattedrale di Valladolid

Reso noto il programma

Papa Francescoin visita

a Pompei e a Napoli

All’ambasciata di Spagna

L’ultimo Eden

«Mare ultimo Eden. La via biblica allasostenibilità»: è il tema dell’incontro inprogramma alle 18 di mercoledì 4 marzo,all’ambasciata di Spagna presso la SantaSede. In sintonia con i ripetuti appelli diPapa Francesco al rispetto del creato,l’incontro — che si svolge alla presenzadell’ambasciatore Eduardo GutiérrezSáenz de Buruaga — vuole essere uncontributo a risvegliare le coscienze sullaquestione della salvaguardia del mare. Ailavori, incentrati sulla lectio magistralisdel biologo marino Ferdinando Boero,partecipano l’arcivescovo VincenzoPaglia, presidente del PontificioConsiglio per la famiglia, EmmanueleF.M. Emanuele, presidente dellafondazione Terzo pilastro Italia eMediterraneo, e Rosalba Giugni,presidente di Marevivo, associazioneimpegnata da trent’anni in un’attività diricerca, protezione e sensibilizzazioneambientale.

Ai piedi della Madonna del Rosario, poi tra gli abi-tanti di Scampia e i detenuti del carcere di Poggiorea-le: sono alcuni dei principali momenti della visita pa-storale di Papa Francesco del prossimo 21 marzo aPompei e a Napoli, il cui programma è stato diffusooggi, martedì 3, dalla Sala stampa della Santa Sede.

Com’è noto, il viaggio si apre con una sosta nelsantuario di Pompei, dove il Pontefice giungerà lamattina di sabato 21, proveniente in elicottero dal Va-ticano, per pregare davanti alla venerata immaginemariana.

Sempre in elicottero è poi previsto il trasferimentonel capoluogo partenopeo, dove il Pontefice pronun-cerà ben sei discorsi: il primo nel campo sportivo diScampia, durante l’incontro con la popolazione e lediverse categorie sociali del difficile rione.

La celebrazione della messa avverrà alle 11 nellacentrale piazza del Plebiscito, e sarà seguita dal pran-zo condiviso da Francesco con una rappresentanza deireclusi nella casa circondariale di Poggioreale.

Nel pomeriggio, il Papa si recherà in duomo, per lavenerazione delle reliquie di san Gennaro e l’i n c o n t rocon il clero, i religiosi e i diaconi permanenti dell’a rc i -dio cesi.

Completano l’agenda l’appuntamento con i malatinella basilica del Gesù Nuovo e il successivo incontrocon i giovani sul lungomare Caracciolo. Dalla vicinastazione marittima, in Pontefice ripartirà infine in eli-cottero per fare rientro in Vaticano.

Per Francesco si tratta dell’ottavo viaggio pastoralein Italia: il primo fu a Lampedusa l’8 luglio 2013, ilpiù recente al sacrario militare di Redipuglia il 13 set-tembre 2014. Prima di lui anche Benedetto XVI si erarecarono a Napoli e a Pompei, rispettivamente il 21ottobre 2007 e il 19 ottobre 2008.

Continuano — seguendo la quotidiana li-turgia della parola — le riflessioni di PapaFrancesco sul tema della conversione.Dopo l’invito di lunedì «ad accusare noistessi, a dirci la verità su noi stessi, a nontruccarci l’anima per convincere che sia-mo più buoni di quello che realmentesiamo», nella messa celebrata martedì 3marzo a Santa Marta, il Pontefice ha ap-profondito «il messaggio della Chiesa»che «oggi si può riassumere in tre parole:l’invito, il dono e la “finta”». Un invitoche, come si legge nel libro del profetaIsaia (1, 10.16) riguarda proprio la conver-sione: «Prestate orecchio all’insegnamen-to del nostro Dio. Lavatevi, purificate-vi!», ovvero: «Ciò che voi avete dentroche non è buono, quello che è cattivo,quello che è sporco, deve essere purifica-to».

Di fronte alle sollecitazioni del profeta:«Allontanate dai miei occhi il male dellevostre azioni», «Cessate di fare il male!Imparate a fare il bene», c’è chi dice:«Ma, Signore, io non faccio il male; vadoa messa tutte le domeniche, sono unbuon cristiano, faccio tante offerte». Acostoro ha idealmente chiesto Francesco:«Ma tu sei entrato nel tuo cuore? Sei ca-pace di accusare te stesso nelle cose chetrovi lì?». E nel momento in cui si avver-te la necessità della conversione, ci si puòanche chiedere: «Ma come posso conver-tirmi?». La risposta viene dalla Scrittura:«Imparate a fare il bene».

«La sporcizia del cuore» infatti, hapuntualizzato il Papa, «non si toglie co-me si toglie una macchia: andiamo in tin-toria e usciamo puliti. Si toglie col fare».La conversione è «fare una strada diver-sa, un’altra strada da quella del male».Altra domanda: «E come faccio il be-ne?». La risposta viene ancora dal profe-ta Isaia: «Cercate la giustizia, soccorretel’oppresso, rendete giustizia all’orfano,difendete la causa della vedova». Indica-zioni che, come ha spiegato Francesco,ben si comprendono in una realtà comequella di Israele, dove «i più poveri e ipiù bisognosi erano gli orfani e le vedo-ve». Per ognuno di noi significa: vai «do-ve sono le piaghe dell’umanità, dove c’ètanto dolore; e così, facendo il bene, tulaverai il tuo cuore. Tu sarai purificato!Questo è l’invito del Signore».

Conversione significa quindi che siamochiamati a fare il bene «ai più bisognosi:la vedova, l’orfano, gli ammalati, gli an-ziani abbandonati, che nessuno ricorda»;ma anche «i bambini che non possonoandare a scuola» o i bambini «che nonsanno farsi il segno della Croce». Perché,ha evidenziato con amarezza il Pontefice,«in una città cattolica, in una famigliacattolica ci sono bambini che non sannopregare, che non sanno farsi il segno del-la Croce». E allora occorre «andare daloro» a portare «l’amore del Signore».

Se faremo questo, si è chiesto il Papa,«quale sarà il dono del Signore?». Egli«ci cambierà», ha detto riprendendo lafrase in cui il profeta Isaia afferma: «An-che se i vostri peccati fossero come scar-latto, diventeranno bianchi come neve; sefossero rossi come porpora, diventerannocome la lana». Persino di fronte alla no-stra paura o titubanza — «Ma, padre, ioho tanti peccati! Ne ho fatti tanti, tanti,tanti, tanti!» — il Signore ci conferma:«Se tu vieni per questa strada, nella qua-le io ti invito, anche se i vostri peccati

fossero come scarlatto, diventerannobianchi come neve».

Ha commentato il Pontefice: «È unaesagerazione! Il Signore esagera; ma è laverità», perché Dio, di fronte alla nostraconversione, «ci dà il dono del suo per-dono» e «perdona generosamente». Dionon si limita a dire: «Ma io ti perdonofino a qui, poi vedremo il resto...». Alcontrario, «il Signore perdona sempretutto, tutto». Ma, ha puntualizzato Fran-cesco chiudendo il suo ragionamento, «setu vuoi essere perdonato» devi incammi-narti sulla «strada del fare il bene».

Dopo l’analisi delle prime due paroleproposte all’inizio dell’omelia — l’«invi-to», ovvero: mettiti in cammino per con-vertirti, per fare il bene; e il «dono»,cioè: «ti darò il perdono più grande, ticambierò, ti farò purissimo» — il Papa èpassato alla terza parola, la «finta». Ri-leggendo il brano del Vangelo di Matteo(23, 1-12) in cui Gesù parla degli scribi edei farisei, Francesco ha fatto notare che«anche noi siamo furbi», da peccatori:«sempre troviamo una strada che non èquella giusta, per sembrare più giusti diquello che siamo: è la strada dell’ip o cri-sia».

Proprio a questo si riferisce Gesù nelbrano proposto dalla liturgia. Egli «parladi quegli uomini cui piace vantarsi comegiusti: i farisei, i dottori della legge, chedicono le cose giuste, ma che fanno ilcontrario». A questi “furbi”, ha spiegatoil Pontefice, piacciono «la vanità, l’o rg o -glio, il potere, il denaro». E sono «ipo-criti» perché «fanno finta di convertirsi,ma il loro cuore è una menzogna: sonobugiardi». Infatti «il loro cuore non ap-partiene al Signore; appartiene al padredi tutte le menzogne, a satana. E questaè la “finta” della santità». È un atteggia-mento contro il quale Gesù ha usatosempre parole molto chiare. Egli infatti

preferiva «mille volte» i peccatori agliipocriti. Almeno «i peccatori dicevano laverità su loro stessi: “Allontanati da meSignore, che sono un peccatore!”» (Luca,5, 8). Così, ha ricordato il Pontefice, ave-va fatto «Pietro, una volta». Un ricono-scimento che invece non affiora mai sullabocca degli ipocriti, i quali dicono: «Tiringrazio Signore, perché non sono pec-catore, perché sono giusto» (cfr. Luca, 18,11).

Ecco allora le tre parole su cui «medi-tare» in questa seconda settimana dellaquaresima: «l’invito alla conversione; ildono che ci darà il Signore e cioè un

perdono grande»; e «la “trapp ola”, cioè“fare finta” di convertirsi e prendere lastrada dell’ipocrisia». Con queste tre pa-role nel cuore si può partecipare all’Euca-ristia, «la nostra azione di grazie», nellaquale si sente «l’invito del Signore: “Vi e -ni da me, mangiami. Io cambierò la tuavita. Fai la giustizia, fai il bene ma, perfavore, guardati dal lievito dei farisei,dall’ip o crisia”».

di NICOLA GORI

Famiglia, parrocchia e scuola: sono le trerealtà sulle quali puntano i vescovi spagnoliper realizzare una pastorale di annuncio e diformazione alla fede. Ne parla in questa in-tervista al nostro giornale il presidente dellaConferenza episcopale, l’arcivescovo di Val-ladolid Ricardo Blázquez Pérez, creato car-dinale nel concistoro del 14 febbraio scorso.

Dopo quasi un secolo Valladolid ha un arcive-scovo cardinale. Che significato ha la scelta diPapa Francesco?

Nella storia della diocesi di Valladolid cisono stati altri tre porporati: Juan IgnacioMoreno Maisonove, creato nel 1868, Anto-nio Marías Cascajares Azara, nel 1895, e JoséMaría Cos Macho, nel 1911. Alla notizia hoprovato un sano senso di orgoglio, ma so-

incisivi. Radio María ha un raggio di azionepiù ampio. Esistono inoltre in quasi tutte lediocesi bollettini di comunicazione e dievangelizzazione. I mezzi non mancano; mala ricezione da parte della società non sem-pre è buona.

Come procede la recezione da parte della Chiesaspagnola dei frutti del recente Sinodo dei vescovidedicato alla famiglia?

Sono convinto che la convocazione del Si-nodo sulla famiglia, con l’assemblea giàsvoltasi e con quella del prossimo ottobre,sia stata una decisione giusta e provvidenzia-le, vista da un lato l’importanza della fami-glia e dall’altro la sua situazione attuale. In

ampiamente e con grande speranza. La co-munità cristiana si è sentita coinvolta fin dalprimo momento.

Negli orientamenti pastorali preparati nel 2013,la famiglia, la parrocchia e la scuola sono indi-cati come canali privilegiati per la trasmissionedella fede. Perché questa scelta?

La Conferenza episcopale ha voluto colle-gare queste tre realtà fondamentali proprioin vista della trasmissione della fede e dellaformazione nella fede. Da allora ogni diocesio gruppo di diocesi ha avviato le proprie ini-ziative. In molti casi è necessario un risve-glio religioso a cominciare dai bambini; allostesso modo si sta affrontando l’educazione

attualmente si lavora molto nel campo voca-zionale, ma i risultati sono scarsi. La straor-dinaria fioritura dei decenni passati contrastacon la grande penuria attuale. La crescitadelle vocazioni al ministero sacerdotale nonè rilevante né stabile. La vita consacrata èancora più duramente colpita, nonostante visiano nuove fondazioni fiorenti e alcune giàesistenti che più o meno si mantengono. Levocazioni nascono nelle comunità cristianevive e nelle famiglie sane, in senso umano ecristiano. Speriamo che l’Anno della vitaconsacrata sia un’opportunità per accrescereanche la nostra vitalità vocazionale.

prattutto ho espresso grati-tudine al Papa. È stato ungesto che ha unito più pro-fondamente la diocesi alsuo vescovo. E a esprimerela propria gioia non è statasolo la comunità cristiana,ma anche la società civile ele sue autorità.

La priorità per la Chiesaspagnola è attualmentel’evangelizzazione della cultu-ra. Che iniziative avete messoin campo?

Nel campo dell’evange-lizzazione della culturadobbiamo sottolineare an-zitutto la lunga serie dimostre dedicate a «Lasedades del hombre», che sitengono da oltre venticin-que anni: la prima è stataproprio a Valladolid. Ca-stilla y León, come altre re-gioni della Spagna, ha unricco e prezioso patrimonio religioso-cultura-le. Queste mostre sono un’opportunità perrestaurarlo e mostrarlo, rispettandone la di-mensione sia catechetica sia artistica. Sonomolto visitate e valorizzate. Ad aprile verràinaugurata una nuova mostra su «Santa Te-resa de Jesús, maestra de oración» ad Ávila,città in cui nacque cinquecento anni fa, e adAlba de Torres (Salamanca), città in cui mo-rì. Anche nelle facoltà di scienze della comu-nicazione sono state allestite delle esposizio-ni. Quanto al campo più specifico della co-municazione, la Conferenza episcopale è ti-tolare di Radio COPE e di tredici reti televisi-ve. Sono media importanti, che vorremo fos-sero più chiaramente evangelizzatori e più

tutte le diocesi è un tema prioritario. Attra-verso la celebrazione della festa della SantaFamiglia, le giornate e gli incontri specifici,il tema è al centro dell’attenzione di tutti.Inoltre nella nostra diocesi c’è un centro diorientamento familiare con molte attività ebuoni risultati. Ci sono movimenti apostoliciche hanno come obiettivo principale la fami-glia e il matrimonio. Stiamo anche rinnovan-do i corsi di preparazione al matrimonio,perché in molti casi è la stessa fede cristianaa dover essere illuminata, rafforzata e rinno-vata. Le sfide che il matrimonio e la famigliaoggi ci pongono sono comuni alla nostraarea culturale, sociale e religiosa. Ai questio-nari per le assemblee sinodali si è risposto

sua azione s’incentri soprattutto sull’aiuto apersone e famiglie povere e sull’educazioneall’amore e alla solidarietà. Essa si fa econella società delle necessità più basilari e diquelle più profonde. La Caritas fa parte del-la Chiesa. E i poveri sanno che la Chiesa stacon loro e difende la loro causa.

Qual è la realtà delle vocazioni nella Chiesaspagnola?

Le vocazioni al ministero sacerdotale e al-la vita consacrata sono motivo di gratitudineperché ogni vocazione è come un miracolodi Dio; ma allo stesso tempo sono una ne-cessità pressante. Sono convinta che tra noi

affettiva e sessuale dei ra-gazzi, degli adolescenti edei giovani. Si invitano co-stantemente le famiglie acollaborare. Ogni istituzio-ne ha una propria naturaspecifica che deve essere ri-spettata, ma deve conver-gere nella trasmissione del-la fede.

La crisi economica pone mol-te sfide alla Chiesa. Come sipossono aiutare i tanti chehanno perso il lavoro?

La Chiesa è consapevoledella dura e perdurante cri-si. Spesso si tratta di unacrisi cronicizzata. La Cari-tas, presente ovunque nellediocesi, è uno strumentoefficace; la società la stimo-la molto. Ha anche espe-rienze concrete nell’a f f ro n -tare il problema della di-soccupazione, sebbene la

Giorgio De Chirico, «Il figliol prodigo» (1922)