L'orto e l'anima

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Tecniche e saperi nel tempo 133 In epoca fascista il tipico orto da reddito, gestito nell’ambito della famiglia, si estendeva da un minimo di 500 a un massimo di 1000 mq, e le colture si avvicendavano su quaranta aiuole di dodici metri quadrati ciascuna. Oggi molte verdure si acquistano al mercato. L’orto serve soprattutto a integrare la spesa con prodotti gustosi e di stagione, anche se non mancano i grandi orti e le piccole coltivazioni da reddito. Se l ’orto non c è Non tutti hanno la possibilità di avere uno spazio da dedicare all’orto, ma chi ha questa passione può ritagliarsi uno spazio sul terrazzo, sul balcone o su un davanzale, come si faceva nell’antica Roma. Infatti diversi ortaggi possono essere coltivati in vaso o in cassette riempite di buon terriccio. Durante il periodo di vegetazione occorre somministrare una concimazione organica per aiutare la produzione. L’irrigazione, senza bagnare le foglie, deve essere moderata ma costante e va incrementata nella stagione calda. Indispensabile la luce e almeno qualche ora di sole. Le piante classiche da tenere sul balcone o il davanzale sono le aromatiche come salvia, rosmarino, erba cipollina, basilico, maggiorana. Per il modesto prelievo e la limitata esigenza di terra sono adatte al balcone della cucina. Sul terrazzo si può allestire un ricco orto pensile. Nelle cassette di circa 80x35x35 cm si possono coltivare peperoni, pomodori, fagiolini nani, coste, zucchini e cetrioli. Bisogna calcolare non più di due piante a vaso, una sola di zucchino e cetriolo. In cassette di circa 40x18x18 cm crescono con soddisfazione cicorie e lattughe da taglio, rucola, ravanello, sedano, prezzemolo, crescione, bietole da taglio e peperoncino. Anche i grandi vasi tondi, dai 50 cm di diametro in su, possono diventare una piacevole presenza sul balcone e sul terrazzo. I pomodori ciliegina, per esempio, che sono molto ramicati e frutticano in continuazione, sono molto decorativi (g. 93). La natura selvaggia non è così ostile come veniva rappresentata nella simbologia religiosa, anzi, potrebbe essere quasi un giardino dell’Eden, bello da vedere e buono da mangiare, dove si raccoglie senza la fatica di coltivare. Infatti in tempi dif cili alcune erbe commestibili che si trovano nei prati, ai margini dei boschi, tra i sassi, tra la macchia mediterranea o nei pascoli d’alta quota hanno contribuito ad alleggerire il peso della fame. Per raccoglierle e mangiarle senza correre rischi occorre però conoscerle: alcune varietà di genziana che si usano in erboristeria e il tossico veratro bianco possono essere confusi perché hanno foglie molto simili e vivono nello stesso ambiente. Inoltre, è bene fare attenzione al luogo dove le piante crescono, che non deve essere inquinato dal traf co stradale o da corsi d’acqua sospetti.

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dal giardino dell'eden agli arti urbani

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Tecniche e saperi nel tempo

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In epoca fascista il tipico orto da reddito, gestito nell’ambito della famiglia, si estendeva da un minimo di 500 a un massimo di 1000 mq, e le colture si avvicendavano su quaranta aiuole di dodici metri quadrati ciascuna.

Oggi molte verdure si acquistano al mercato. L’orto serve soprattutto a integrare la spesa con prodotti gustosi e di stagione, anche se non mancano i grandi orti e le piccole coltivazioni da reddito.

Se l ’orto non c’è Non tutti hanno la possibilità di avere uno spazio da dedicare all’orto, ma

chi ha questa passione può ritagliarsi uno spazio sul terrazzo, sul balcone o su un davanzale, come si faceva nell’antica Roma. Infatti diversi ortaggi possono essere coltivati in vaso o in cassette riempite di buon terriccio. Durante il periodo di vegetazione occorre somministrare una concimazione organica per aiutare la produzione. L’irrigazione, senza bagnare le foglie, deve essere moderata ma costante e va incrementata nella stagione calda. Indispensabile la luce e almeno qualche ora di sole.

Le piante classiche da tenere sul balcone o il davanzale sono le aromatiche come salvia, rosmarino, erba cipollina, basilico, maggiorana. Per il modesto prelievo e la limitata esigenza di terra sono adatte al balcone della cucina.

Sul terrazzo si può allestire un ricco orto pensile. Nelle cassette di circa 80x35x35 cm si possono coltivare peperoni, pomodori, fagiolini nani, coste, zucchini e cetrioli. Bisogna calcolare non più di due piante a vaso, una sola di zucchino e cetriolo. In cassette di circa 40x18x18 cm crescono con soddisfazione cicorie e lattughe da taglio, rucola, ravanello, sedano, prezzemolo, crescione, bietole da taglio e peperoncino. Anche i grandi vasi tondi, dai 50 cm di diametro in su, possono diventare una piacevole presenza sul balcone e sul terrazzo. I pomodori ciliegina, per esempio, che sono molto rami!cati e frutti!cano in continuazione, sono molto decorativi (!g. 93).

La natura selvaggia non è così ostile come veniva rappresentata nella simbologia religiosa, anzi, potrebbe essere quasi un giardino dell’Eden, bello da vedere e buono da mangiare, dove si raccoglie senza la fatica di coltivare. Infatti in tempi dif!cili alcune erbe commestibili che si trovano nei prati, ai margini dei boschi, tra i sassi, tra la macchia mediterranea o nei pascoli d’alta quota hanno contribuito ad alleggerire il peso della fame. Per raccoglierle e mangiarle senza correre rischi occorre però conoscerle: alcune varietà di genziana che si usano in erboristeria e il tossico veratro bianco possono essere confusi perché hanno foglie molto simili e vivono nello stesso ambiente. Inoltre, è bene fare attenzione al luogo dove le piante crescono, che non deve essere inquinato dal traf!co stradale o da corsi d’acqua sospetti.

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In generale le erbe spontanee si raccolgono in primavera, quando sono appena spuntate e prima che vadano a !ore. Nei climi montani si raccolgono in maggio o giugno, a seconda dell’altitudine.

Le specie protette, indicate nell’elenco del Corpo forestale dello Stato, non vanno raccolte, mentre delle altre è bene prelevare soltanto il necessario, lasciando alcune piante per assicurarne la riproduzione.

Ogni località ha le sue erbe commestibili. Le più usate in cucina sono il radicchio selvatico o dente di leone, le ortiche, i germogli del luppolo e della

Figura 93I pomodori ciliegia a grappolo crescono bene anche in vaso appoggiati a spalliere o tutori, e alcune varietà di zucchino possono essere coltivate ad alberello, legandole a un tutore durante la crescita, così occupano meno spazio.

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vitalba, il silene, la rucola, il !nocchietto selvatico, la mentuccia, il timo, lo spinacio «buon Enrico», la porcellana.

Per le insalate, i dolci, gli sciroppi e la guarnizione dei piatti si usano !ori di acacia, di sambuco nero, primule, viole, bellis perennis e rose. Con le bacche di rosa canina e il sambuco nero si può fare la marmellata, mentre quello con le bacche rosse è tossico. I !ori di calendula, borragine, tagete, nasturzio e glicine si possono aggiungere alle insalate, mentre le violette, le primule, i gelsomini, i petali di rosa e le foglie di menta si possono candire e presentare come un dolce giardino da mangiare.

Al lavoro! Il terreno deve essere in posizione soleggiata, ben drenato e in luogo non

eccessivamente ventoso. Per essere agevolmente coltivate le aiuole, scandite da vialetti, non devono essere più larghe di 120 cm. Chi si vuol divertire può rompere gli schemi adottando forme diverse come cerchi, triangoli, spirali, scacchiere, senza trascurare l’accessibilità per le cure e la raccolta.

La suddivisione in spazi regolari facilita la distribuzione di avvicendamenti e rotazioni, consentendo così di alternare sulla stessa aiuola piante di famiglie diverse.

La programmazione per l’anno successivo dovrebbe avvenire già nel mese di agosto, in modo da predisporre le aiuole per le semine autunnali. Oggi sono in commercio moltissimi ortaggi a radice nuda o in piccoli contenitori già pronti per il trapianto. Chi invece vuole avere ortaggi particolari, diversi dai soliti F1, deve documentarsi sui cataloghi di sementi, rivolgersi ai rivenditori di !ducia, acquistarli per posta anche all’estero o farseli dare da un amico. Il lavoro di semina e trapianto è più lungo e delicato, ed è soggetto a tutte le traversie già sperimentate da illustri predecessori, ma quando riesce bene è grati!cante.

Per rendere l’orto allegro e decorativo si possono usare strutture come recinzioni (!gg. 94, 95), tutori per rampicanti, graticci e divisori per aiuole (!gg. 96, 97) reperibili nei negozi specializzati o costruiti in proprio con frasche, tronchi e rami di potatura, che quando non servono più possono !nire nel compostaggio o nel camino (!gg. 98, 99).

Il contenimento della terra è necessario quando le aiuole sono rialzate rispetto al piano di passaggio oppure quando si devono affrontare i dislivelli del terreno in pendenza (!g. 100).

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Figura 94Recinzioni in legno con pali e traversi tondi o a spigoli vivi. Le assicelle della staccionata, !ssate con viti o chiodi, possono avere forme irregolari o essere tutte uguali.

Figura 95Recinzione in legno con elementi verticali di vario tipo, !ssati anche senza chiodi con rami intrecciati di abete, nocciolo, salice. Perché i rami siano "essibili devono essere «appassiti», cioè né freschi né secchi. Questa struttura richiede un paziente lavoro e tantissimo materiale, ma l’effetto è impagabile.

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Figura 96Divisioni di aiuole realizzate con rami di nocciolo raccolti in primavera quando sono senza foglie e lasciati appassire per renderli "essibili.

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Figura 97I sostegni per !ori e ortaggi alti e per piselli realizzati con rami e ramaglie di recupero sostituiscono le reti in plastica e possono essere smaltiti nel compostaggio o bruciati.

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Figura 98Elementi per sostegni orizzontali in nocciolo, canna, bambù, ramaglie miste. Vari tipi di pali in legno di castagno, nocciolo, abete impregnato di varie sezioni. Tutori in plastica, bambù, canna, cannuccia, legno.

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Figura 99Scala per invitare piante rampicanti, come zucche o fagioli, a dirigersi verso la struttura di sostegno o pergolato. Piramide per piante rampicanti formata da tre pali legati con corda di cocco al vertice.