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Londra 2012, Ufo e complotti 06-01-2011 Una storia di mascotte, complotti celati in codice nel logo olimpico, poteri forti e alieni. Sembra materia adatta per qualche «giallo» scritto da una bella penna, ma intanto è una curiosità che da un po’ circonda i Giochi 2012 di Londra. Li circonda e non li molla, anche nell’anno nuovo, perché se parla in continuazione nell’universo di Internet e perché qualche settimana fa la materia è perfino sbarcata sulle autorevoli pagine del Guardian, a firma di Steve Ross. Tutto nasce lo scorso maggio, quando furono svelate Wenlock e Mandeville, i pupazzi ufficiali della prossima Olimpiade estiva. Due autentici obbrobri, capaci di riabilitare «What’is it?» l’indecifrabile «collega» scelto per Atlanta 1996. Gli organizzatori hanno spiegato che quei personaggi informi, con un solo occhio, si ispirano a gocce di metallo fuso sfuggite allo stampo durante la costruzione dello stadio.Ma i media non hanno impiegato molto a vederci sagome di extraterrestri. E una fetta non trascurabile di osservatori si è spinta oltre: ci stiamo preparando all’avvento del Nuovo Ordine Mondiale. La trama di base è questa: mentre gli occhi del mondo saranno puntati su Londra nel 2012, nello stadio olimpico si verificherà uno sbarco spettacolare di extraterrestri. O così penseranno gli spettatori, perché in realtà si tratterà di una finta invasione, organizzata appunto dal Nuovo Ordine Mondiale come pretesto per un colpo di stato globale. Terrorizzata dall’apparizione degli alieni, la popolazione rinuncerà a ogni forma di libertà civile, mentre «loro» — un’ancora imprecisata schiera di cosche d’alto livello, quali il gruppo Bilderberg, i Massoni, gli Illuminati, oltre a varie dinastie come la Casa Reale inglese, i Rockefeller e i Rothschild — avranno instaurato un governo che imporrà una sola economia e un’unica religione. Le prove di tale congiura starebbero innanzitutto nel logo olimpico. Ricomponendo i quattro numerali squadrati del disegno emergerebbe «zion» (c’è persino il puntino sulla «i»): segno certo che si vuole edificare qui la Nuova Gerusalemme. Il secondo indizio sta nella toponomastica delle strade attorno al quartiere olimpico: Grande strada orientale, via del Falegname, viale dell’Angelo, via della Chiesa... Tutte di ispirazione biblica. Infine, il principe William sarebbe scelto come sovrano di questa Nuova Gerusalemme: per il lignaggio regale, per la data di nascita (il 21 giugno, solstizio d’estate) e per il fatto che compirà 30 anni nel 2012, l’anno appunto della 30ª Olimpiade. Per quel che riguarda la finta invasione degli Ufo, si fa riferimento alla cerimonia finale di Los Angeles 1984: una navicella atterrò nello stadio e un alieno salutò la folla. Si vuole che sia stata una sorta di prova generale, tant’è che i sostenitori del «London Zion» hanno setacciato tutto il materiale promozionale dei Giochi 2012 scovando simboli sospetti, navi spaziali e altri oggetti volanti, sfere luminose nei cieli, stadi in fiamme, occhi onnipresenti. Poi sono arrivati Wenlock e Mandeville e la teoria è decollata. Al Logoc (il comitato organizzatore) ovviamente negano e sorridono: «Sul logo continuiamo a ricevere giudizi e interpretazioni; ma rappresenta solo l’anno, nulla di più». I credenti, invece, rilanciano con una domanda sibillina: se vi avessero detto che ci sarebbe stato l’11 settembre 2001, voi ci avreste creduto? Non resta che attendere: hai visto mai che qualcosa succede per davvero?,... Del resto non hanno detto i Maya che nel 2012 (il 21 dicembre, per la precisione) il mondo subirà una svolta epocale? Nota: nelle foto, il logo (marchio registrato del Logoc) dei Giochi 2012 e le due mascotte, Wenlock e Mandeville Mistero Bufo 1 Mistero Bufo 1

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Londra 2012, Ufo e complotti 06-01-2011

Una storia di mascotte, complotti celati in codice nel logo olimpico, poteri forti e alieni. Sembra materia adatta per

qualche «giallo» scritto da una bella penna, ma intanto è una curiosità che da un po’ circonda i Giochi 2012 di Londra.

Li circonda e non li molla, anche nell’anno nuovo, perché se parla in continuazione nell’universo di Internet e perché

qualche settimana fa la materia è perfino sbarcata sulle autorevoli pagine del Guardian, a firma di Steve Ross. Tutto

nasce lo scorso maggio, quando furono svelate Wenlock e Mandeville, i pupazzi ufficiali della prossima Olimpiade

estiva. Due autentici obbrobri, capaci di riabilitare «What’is it?» l’indecifrabile «collega» scelto per Atlanta 1996. Gli

organizzatori hanno spiegato che quei personaggi informi, con un solo occhio, si ispirano a gocce di metallo fuso

sfuggite allo stampo durante la costruzione dello stadio.Ma i media non hanno impiegato molto a vederci sagome di

extraterrestri. E una fetta non trascurabile di osservatori si è spinta oltre: ci stiamo preparando all’avvento del Nuovo

Ordine Mondiale. La trama di base è questa: mentre gli occhi del mondo saranno puntati su Londra nel 2012, nello

stadio olimpico si verificherà uno sbarco spettacolare di extraterrestri. O così penseranno gli spettatori, perché in

realtà si tratterà di una finta invasione, organizzata appunto dal Nuovo Ordine Mondiale come pretesto per un colpo di

stato globale. Terrorizzata dall’apparizione degli alieni, la popolazione rinuncerà a ogni forma di libertà civile, mentre

«loro» — un’ancora imprecisata schiera di cosche d’alto livello, quali il gruppo Bilderberg, i Massoni, gli Illuminati, oltre

a varie dinastie come la Casa Reale inglese, i Rockefeller e i Rothschild — avranno instaurato un governo che

imporrà una sola economia e un’unica religione. Le prove di tale congiura starebbero innanzitutto nel logo olimpico.

Ricomponendo i quattro numerali squadrati del disegno emergerebbe «zion» (c’è persino il puntino sulla «i»): segno

certo che si vuole edificare qui la Nuova Gerusalemme. Il secondo indizio sta nella toponomastica delle strade attorno

al quartiere olimpico: Grande strada orientale, via del Falegname, viale dell’Angelo, via della Chiesa... Tutte di

ispirazione biblica. Infine, il principe William sarebbe scelto come sovrano di questa Nuova Gerusalemme: per il

lignaggio regale, per la data di nascita (il 21 giugno, solstizio d’estate) e per il fatto che compirà 30 anni nel 2012,

l’anno appunto della 30ª Olimpiade. Per quel che riguarda la finta invasione degli Ufo, si fa riferimento alla cerimonia

finale di Los Angeles 1984: una navicella atterrò nello stadio e un alieno salutò la folla. Si vuole che sia stata una

sorta di prova generale, tant’è che i sostenitori del «London Zion» hanno setacciato tutto il materiale promozionale dei

Giochi 2012 scovando simboli sospetti, navi spaziali e altri oggetti volanti, sfere luminose nei cieli, stadi in fiamme,

occhi onnipresenti. Poi sono arrivati Wenlock e Mandeville e la teoria è decollata. Al Logoc (il comitato organizzatore)

ovviamente negano e sorridono: «Sul logo continuiamo a ricevere giudizi e interpretazioni; ma rappresenta solo

l’anno, nulla di più». I credenti, invece, rilanciano con una domanda sibillina: se vi avessero detto che ci sarebbe stato

l’11 settembre 2001, voi ci avreste creduto? Non resta che attendere: hai visto mai che qualcosa succede per

davvero?,... Del resto non hanno detto i Maya che nel 2012 (il 21 dicembre, per la precisione) il mondo subirà una

svolta epocale?

Nota: nelle foto, il logo (marchio registrato del Logoc) dei Giochi 2012 e le due mascotte, Wenlock e Mandeville

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"Quelle sfere di notte davanti a me e la certezza

che loro esistono"

11-01-2011

Eccomi a raccontarvi la mia personale esperienza, che tratterò senza aggiungere alcun orpello per ingigantire

l’accaduto. Unico vezzo, la voglia di marcare con enfasi quei passaggi che proveranno a trasmettervi il mio stato

d’animo di allora ed attuale. La soddisfazione di essere io ad aver assistito ai fatti, fa sì che qualsiasi cosa mi

risponderà le gente (seppur lecitamente, ci mancherebbe…) non scalfirà più le mie convinzioni. Alla fine dell’agosto

2009 (primo episodio) , verso le 21 di una sera tersa e dal cielo stellatissimo (lo ricordo bene: l’intento era di fumarmi

una sigaretta rimirando il cielo) e marcato ancor di più dalla mancanza di luci cittadine, mi trovavo in aperta

campagna. All’improvviso, esattamente davanti a me e a una distanza tra i 500-700 metri, da ovest si è materializzata

una sfera dalla grandezza iniziale (rispetto alle stelle) pari a quella di una moneta da 50 centesimi. Si muoveva in

modo estremamente lento, cambiando colore e passando dall’argento vivo al blu-verdognolo per poi divenire rossa-

arancione. Non emetteva alcun rumore e per percorrere il pezzo di cielo che dalla mia zona porta verso la costa di

San Benedetto del Tronto (un’area spesso attraversata da aerei di linea, che impiegano circa 5 minuti a sorvolarla) ci

mise quasi 30 minuti. In questo tempo cambiò forma, appiattendosi ed allungandosi piu volte. Quella sera l’evento mi

scosse, ma senza turbarmi piu di tanto: ero sicuro di aver visto qualcosa di stravagante, ma fui io il primo a pormi le

domande di rito: sarà la solita lanterna cinese? O un pallone sonda? Ma eccoci alla seconda notte. Il giorno dopo, alla

stessa, ora mi recai all’aperto con l’ovvio intento di rivedere lo stesso fenomeno: fu così - ma questa volta era ancora

più vicino - che un oggetto (lo stesso oggetto del giorno prima) si materializzò: stimo che fosse a non più di 300 metri.

Compì lo stesso giro, ma questa volta più lentamente fino a veri e propri “stop” e “galleggiamenti” a mezz’aria, con

abbassamenti di quota ed improvvisi balzi. Dopo i fatidici 30 minuti, sparì: schizzò in lontananza verso il mare, a una

velocità tale che fu impossibile seguirlo. Andai a dormire sconcertato, non ebbi una notte serena ma imputai tutto

unicamente a uno scherzo del mio subconscio: ipotizzavo che non avesse metabolizzato l’accaduto (sempre più

evidente). Insomma, proprio non pensavo a qualcosa di “fantascientifico”. Ma il giorno successivo lessi sulle pagine di

cronaca del quotidiano locale di luci avvistate sulla costa adriatica… E così arriviamo alla terza notte. Aspettai con

ansia la sera e, come da copione, l’oggetto riapparve spuntando sempre da ovest. Decisi di attirare in qualche modo

l’attenzione (mi vergogno a scriverlo, ma era la realtà) e così presi un accendino e poi una lampada. So che è stupido,

ma cominciai a sbracciarmi davanti a quella sfera, desideravo attirare (con tutto il cuore) l’attenzione. La sfera si

fermò, mi colse un’ansia mista di felicità, stupore e un po’ di paura. Ma poca paura, in verità… La sfera si bloccò, si

fece più grande (una mela tra le stelle) e alla mia destra, a distanza di circa 500 metri, virò lentamente e si diresse

verso di me. Il colore in quel momento era rosso. Arrivò lentissimamente sopra la mia cantina, quindi diventò di colore

blu-verdognolo. Esattamente sopra e all’improvviso, vidi comparire ai suoi lati due cerci più piccoli. Attorno c’erano dei

raggi, esattamente otto per ciascun cerchio. Mi parvero prendere potenza, come se fossero i reattori di un jet. Ma a

differenza di questi, non emettevano alcun rumore. La luce aumentò, cosi come lo spessore dei raggi (immaginate,

per avere un’idea, un piccolo sole come lo disegnano i bambini; questi però erano due e affiancavano a destra e a

sinistra la sfera grande). D’improvviso schizzarono via in alto nel cielo, scomparendo in 2/3 secondi. Non ci furono

scie, non si sentì alcun rumore (da me, in campagna, con la totale assenza di rumori, se un uccellino cinguetta

sembra di essere a un rave party…). La quarta sera. Aspetto il solito incontro, armato di ogni sorta di macchine

fotografiche: la sfera apparve ancora una volta, scattai una foto con la camera digitale ma non colsi. L’oggetto, quasi

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avesse capito i miei intenti, si “smaterializzò“ come una lampada che perde intensità di luce fino a scomparire…

Aspettai ancora, non lo vidi per ore. Deluso, presi l’auto per andare a dormire in paese, a 4 km dalla mia cantina. Ma,

come uscii dall’azienda, due velocissime palle verdognole grandi come una vettura mi passarono sopra il cofano della

Land Rover a un metro di altezza. Quella volta i brividi mi colsero davvero: ora so che sono loro. Non ho più dubbi: so

che cosa ho visto e, soprattutto, so che esistono, ci osservano e mappano il terreno. Ne sono certo, da quella sera

scruto sempre di più il cielo, ma soprattutto, se leggo notizie in merito agli avvistamenti, sono certo di sapere quali

sono reali e quali boiate. Vorrei lo avessi vissuto tu, Flavio. Avresti potuto trasmettere ed avere voce in capitolo, ma

forse ci scelgono loro. A me, forse con un po’ di megalomania, piace pensarla così. Un caro saluto a tutti e un

ringraziamento per il lavoro (oggi pionieristico) che svolge questo blog, che regala sorrisi a chi non sa e sempre piu

certezze a chi sa.

Roberto

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Dibattiti bUFI: le tesi su Roswell 17-01-2011

Cari amici, ci siamo. Mentre infervora il dibattito sulle sfere di luce avvistate da due frequentatori del blog (e da altri

amici di Mistero bUFO, pare di capire...) siamo pronti con il primo atto dei Dibattiti bUFI. La squadra dei Credenti e

quella di Miscredenti ha presentato le rispettive tesi in merito ai fatti di Roswell 1947. Mi complimento innanzitutto per

la qualità dei lavori prodotti, segno di impegno e di scrupolo nella ricerca. Ora sottopongo i due testi, diciamo così, alla

giuria popolare. Vi chiedo di essere il più equilibrati possibile e, se di partenza siete più orientati per un partito

piuttosto che per l'altro, cercate di vedere gli aspetti solidi e convinenti anche dell'altro campo. Mi impegno a fare

altrettanto quando, stando a sentire le opinioni che verranno messe in rete, esprimerò il mio giudizio. Le tesi sono

entrambe molto lunghe: l'idea originaria, cioè di pubblicarle una di seguito all'altra, è impraticabile perché il post

diventerebbe infinito. Ho così raccolto i due lavori in due file distinti: avanti dunque con i giudizi...

Credenti.doc

Miscredenti.doc

IL MIO VERDETTO

Voto per il pareggio e non per ignavia ma per una serie di ragioni che partono da un presupposto: ho visitato il museo

di Roswell e ho maturato la convinzione che l'ipotesi aliena sia più che plausibile. Ma questo rischia di diventare un

pregiudizio nei confronti dei "miscredenti", così come d'altro canto potrebbe trasformarsi, per eccesso di zelo e di "par

condicio", in un modo per valutare male la soluzione "credente". Il mio voto, dunque, non è tanto nel merito del caso

Roswell, ma nel modo in cui i due gruppi hanno operato. Entrambi hanno proceduto con rigore e con logica. Il

pareggio nasce da queste considerazioni: secondo me i credenti hanno ben evidenziato le troppe contraddizioni degli

"officials", compresa la castroneria dei manichini; viceversa mi è molto piaciuto, e mi ha intrigato, il ragionamento dei

"miscredenti" sull'episodio di Socorro. Toc-toc: la seduta è tolta, la corte esce. Appuntamento al prossimo dibattito

Al cinema è arrivato "Skyline"

Per gli appassionati di cinema fantascientifico, segnalo che da venerdì nelle sale italiane è proiettato "Skyline", di

Greg e Coline Strause. Il film è ambientato a Los Angeles. Dopo una notte di divertimento senza regole, un gruppo di

amici vede qualcosa nel cielo. Esattamente, nota dei raggi di luce abbastanza regolari e ben poco di origine naturale.

Gli strani raggi svegliano tutta la città, hanno dei poteri e attirano le persone come le api al miele. Il gruppo di ragazzi

riesce a comprendere in quale fattaccio assurdo l’umanità è caduta (diventando preda degli eventi). La luce attira le

persone, che poi svaniscono nel nulla; o meglio, in un qualcosa che non si riesce a definire. Queste forze extraterresti

vogliono così eliminare per sempre l’uomo dal pianeta Terra. Nel cast: Eric Balfour, Scottie Thompson, David Zayas,

Donald Faison, Brittany Daniel, Neil Hopkins, Crystal Reed, J. Paul Boehmer, Tanya Newbould, Pam Levin, Phet

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Mahathongdy, Tony Black. La durata è di 92 minuti. La sceneggiatura è stata scritta da Joshua Cordes e Liam

O’Donnell. La colonna sonora è stata curata da Matthew Margeson.

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La mia sfera gentile e danzante

15-01-2011

Ho letto il racconto del signor Roberto ed ho rivissuto quanto è capitato a me personalmente il 10 dicembre scorso.

Non tanto per l'oggetto, quanto per le sensazioni descritte. Perché l'anonimato? A leggere molti dei vostri commenti

viene un certo tipo di timore... E se ne parlo adesso è perché ritengo di doverlo fare. Di questa esperienza ne ho

parlato la sera stessa con mio marito, il quale non crede minimamente a UFO, extraterrestri etc. Mi ha preso in giro

fino a rotolarsi dalle risate, anche vedendo la foto, alla quale però non ha saputo dare alcuna spiegazione logica. Il

giorno dopo, quasi alla stessa ora, con una curiosità fuori misura, mi sono di nuovo affacciata e quell'oggetto era di

nuovo lì, leggermente più lontano e con un riflesso, forse dovuto dal sole, arancio/rossastro. Mio marito era in casa e

l'ho chiamato a gran voce per fargli assistere al fenomeno. "Non ci posso credere", queste le sue prime parole. Io

avevo pronta la mia macchinetta e mio marito era corso a cercare la sua macchina fotografica, più potente della mia.

Passa qualche minuto, io non lo perdo d'occhio, è sempre lassù fermo. Faccio due foto. Mio marito, giudicando la

visuale troppo ristretta, si precipita in strada. Io seguo lui con lo sguardo e intanto tengo d'occhio l'oggetto. Come mio

marito punta l'obiettivo, quella sfera sparisce letteralmente ad una velocità inaudita. Dopodiché sono stata io a

prendere in giro lui: quella cosa nel cielo si è fatta vedere e fotografare solo da me... Anche lui l'ha vista, ma non si è

lasciata fotografare da lui! Ci sarà un motivo... E poi, che cos'era quella cosa? Qualcuno può dirmelo? Anche se io

sono tranquilla così, a me basta così. Non so se riuscite a capire cosa intendo. No, credo di no. Per la cronaca, ho

inviato queste immagini al CUN un paio di giorni dopo l'avvistamento: immagino che quelli del Centro Ufologico

Nazionale stiano esaminando l'autenticità delle foto. Di questa mia avventura non ne ho parlato a nessun altro tranne

che a Flavio, che ho incontrato nei giorni scorsi a Madonna di Campiglio.

10 dicembre 2010 - ORE 13.35-13. 40

Veneto, centro città (a voi sapere la località non cambia proprio niente!). Sono fuori per la classica sigaretta. Cielo

terso, azzurro, nessuna nuvola, gabbiani a bassa quota che attirano la mia attenzione. Volati altrove i gabbiani, vedo

un oggetto fermo ad alta quota che sembra girarsi, non completamente, su se stesso. Molto lentamente, come se

ondeggiasse. Anzi, era un dondolamento che non lo faceva spostare minimamente dal punto visivo. Ho distinto due

sfere luminose argento/bianche molto vicine e ogni tanto una pulsazione forse rossastra/arancio all'interno delle due

(non intermittente). L'oggetto è rimasto circa tre minuti senza cambiare posizione sulla mia testa; sono rientrata in

casa e dopo avere preso la mia Canon Digital Ixus 40 (quasi scarica), sono tornata fuori. L'oggetto era ancora lì, nello

stesso punto, con lo stesso movimento. Ho fatto una foto alla cieca: nel piccolo schermo della macchinetta, l'oggetto

era minuscolo. Dopodiché la sfera si è allontanata con un'andatura costante, non veloce; si muoveva tranquillamente

ed è sparita dietro il tetto di casa. Non ho notato nessuna persona presente o veicoli di passaggio. L'oggetto era

completamente silenzioso. Subito ho pensato a dei palloncini ad elio liberati, ma quando ho notato che la sfera

dondolava senza spostarsi di un millimetro ho capito che non poteva trattarsi di uno o più palloncini e tantomeno di

una lanterna cinese. Da queste parti vedo molto spesso aerei ed elicotteri passare: sono sempre più che evidenti (non

molto lontano da casa mia c'è un aeroporto). Non ho avuto paura, ma mi ha colto un picco di adrenalina. Non riuscivo

a staccare gli occhi da quell'oggetto, era quasi come se fosse lì per me, strano, assurdo, surreale, ma questo è quello

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che ho provato. La cosa mi è parsa "simpatica". Quasi come un "saluto" ! Il "dondolamento" mi ha ricordato come il

vezzo di una bambina che dice, "guardami, guarda come sono bella!". A voi capire cos'era. "Sbranatemi" pure, non mi

interessa, io l'ho visto e ho avvertito qualcosa di assolutamente incredibile. Il giorno dopo, più o meno alla stessa ora,

c'era di nuovo, questa volta più lontano e più a destra rispetto al giorno prima, ma sempre nel mio piccolo campo

visivo. Ho scattato altre due foto, prima che questa volta sparisse letteralmente, davanti all'incredulità di mio marito!

L'ingrandimento che ho provato a fare della foto del 10 dicembre mi conferma le due luci vicine. Ma c'è un'ombra

triangolare alle spalle e ad occhio nudo non si vedeva...

Deneb10

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La "scala di Londra" e il consiglio di prepararsi al

contatto alieno

23-01-2011

E'un gennaio piuttosto ricco sul piano dell'elaborazione ufologica. Le novità riguardano la Royal Society e la "Scala di

Londra". Vediamole, grazie anche al contributo che mi ha passato il Cun, il Centro Ufologico Nazionale.

ROYAL SOCIETY - La rivista Philosophical Transactions, gestita dalla Royal Society, nell'ultimo numero ha chiesto ai

governi del mondo di prepararsi a un possibile incontro con una civiltà extraterrestre. Ha sottolineato che questo

incontro potrebbe essere ruvido. Il magazine sostiene che se il processo di evoluzione in tutto l’universo segue i

modelli darwiniani, come accade sulla Terra, le forme di vita che contatterebbero gli esseri umani potrebbero

“condividere la loro tendenza alla violenza e allo sfruttamento delle risorse". Per questo motivo, gli scienziati chiedono

alle Nazioni Unite di istituire un gruppo di lavoro dedicato agli “affari extraterrestri” con la capacità di delineare un

piano da seguire nell'eventualità di un contatto alieno. “Dobbiamo essere pronti al peggio nel caso ricevessimo una

civiltà extraterrestre" avvisa Simon Conway Morris (docente all'Università di Cambridge), convinto che la vita biologica

nell’universo debba avere caratteristiche simili a quelle della Terra. Morris è certo che se esistono alieni intelligenti

“saranno come noi; dato che la nostra storia non è così gloriosa, dovrebbe farci pensare e metterci in guardia”. Il

professor John Zarnecki, della Open University, e Martin Dominik, dell’Università di St. Andrews, chiedono in questo

articolo un piano “responsabile” guidato da esperti e scienziati per evitare gli “interessi di potere e opportunismo” nel

caso gli alieni arrivino sul nostro pianeta. La mancanza di coordinamento è facilmente superabile con la creazione di

un “piano generale di lavoro”, analogo a quello costituito per monitorare gli asteroidi, guidato attraverso uno sforzo

realmente globale e governato da un gruppo politico con sufficiente legittimità. La rivista affronta anche la domanda

su che cosa succederà alle religioni nel caso dovessimo entrare in contatto con forme di vita aliene: "I teologi non

resteranno senza lavoro - afferma Ted Peters, del Pacific Lutheran Theological Seminary in California - ma dovranno

riformulare i dogmi religiosi per tener conto di una visione più ampia delle creazioni di Dio".

LA SCALA - Non stiamo parlando del teatro milanese, ma della "London Scale” (Scala di Londra) per i contatti

extraterrestri. E' un'evoluzione della Scala di Rio (valori da 0 a 10, usati per quantificare l'impatto di ogni annuncio

pubblico riguardo all'evidenza di intelligenza extraterrestre) e anche della celebre equazione di Drake. In termini

matematici è definita dalla formula LSI (che sta per London Scale Index) = Q x δ, dove δ varia da 0 a 10 e

dove Q è la somma dei valori di questi quattro parametri: 1) la forma di vita annunciata; 2) la natura delle prove; 3) il

tipo di metodo utilizzato nella scoperta; 4) la distanza dalla Terra in cui è stata trovata questa nuova forma di vita. La

somma è moltiplicata per un fattore di fiducia di chi ha effettuato l'annuncio. Questo va da fraudolento (0),

prevalentemente non veritiero (0,1), controverso ma non scartabile (0,2), testato ma necessita di ulteriori prove (0,3),

prevalentemente veritiero (0,4) e, infine, certo o molto affidabile (0,5).

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"Apollo 20", nel volume in italiano il ruolo di

Armstrong e Aldrin

31-01-2011

L'avevo preannunciato a suo tempo e ora mi sembra giusto chiudere il cerchio. Mi riferisco alla controversa questione

dell'Apollo 19 e dell'Apollo 20, le due presunte "ghost missions" (la prima delle due, però, abortita) che sarebbero

state svolte congiuntamente da statunitensi e sovietici per recuperare i resti di una nave madre aliena sulla faccia

oscura della Luna. A questa vicenda, che si sarebbe svolta senza il coinvolgimento diretto della Nasa, ho già dedicato

due post (devo dire ricchi di commenti). Il terzo l'avevo promesso una volta letta la versione italiana del libro di Luca

Scantamburlo ("Apollo 20, la rivelazione") perché ero stato avvertito che, rispetto al testo in inglese (oggetto del

secondo post), ci sarebbero stati aggiornamenti e novità. La lettura del volume è quasi completa e poi ho avuto anche

un confronto epistolare con l'autore del saggio per verificare, appunto, gli aspetti non ancora resi pubblici. Per cui,

eccomi qua di nuovo pur sapendo che molti di voi storceranno il naso. Eppure l'idea che mi ero fatto mesi fa non è

affatto cambiata. Anzi, ribadisco e confermo che secondo me non sono solo bufale, forzature e mistificazioni; la

sensazione più netta che provo è che qualcosa non quadri e che sia necessario lasciare al tempo - di solito

galantuomo - il giudizio finale. Premetto anche che quella che troverete qui è una sintesi estrema della lettura del

volume: molti altri dettagli e particolari coerenti con la storia meritano di essere letti insieme alle contraddizioni e alle

incongruenze messe in luce dall'autore per contestualizzare la complessa vicenda. Dunque, avanti con gli aspetti da

evidenziare:

1) L'astronauta David Scott (Apollo 15) - la cui voce è presente nel falso video della cosiddetta "City" - è stato per sua

stessa testimonianza storica coinvolto decenni fa in un progetto segreto dell'Usaf ("Blue Shuttles", progettati per il

Manned Spaceflight Engineer) poi abortito, in qualità di addestratore degli astronauti militari (Air Force Space

Division). Questo è emerso da un suo memoriale letto e studiato da Scantamburlo: questo aspetto, insieme ad altri,

fanno pensare all'autore del saggio che le manipolazioni audio e video di parte del materiale di Apollo 20 diffuso su

YouTube siano state appositamente predisposte per lanciare criptici messaggi e lasciare indizi per i più attenti, ma

anche per richiamare l'attenzione dei protagonisti di queste presunte vicende occulte della storia delle missioni

spaziali. I cosiddetti Blue Shuttles sarebbero dovuti decollare proprio dalla base aerea di Vandenberg, che sarebbe

stata utilizzata sia per Apollo 19 sia per Apollo 20.

2) Alexei Leonov - il famoso cosmonauta sovietico e preteso pilota del modulo lunare "Fenice" di Apollo 20 - è stato

effettivamente presente negli Stati Uniti nel 1993, come sostenuto dal comandante di Apollo 19

("moonwalker1966delta"), anche se resta da dimostrare la sua presenza a San Antonio.

3) I primi due uomini sbarcati sulla Luna, Neil Armstrong e Buzz Aldrin - questa è una delle affermazioni più "pesanti"

di Scantamburlo, sulla base della testimonianza che ha raccolto durante i contatti con il comandante di Apollo 19 -

avrebbero fatto parte del nuovo equipaggio di riserva di Apollo 19, che fu poi impegnato all'interno del simulatore di

volo al Kennedy Space Center in Florida nel tentativo di salvare la vita ai compagni dell'equipaggio primario in

difficoltà nello spazio a causa dell'incidente della capsula (febbraio 1976) al termine della manovra di inserimento

nell'orbita lunare. Grazie al Centro di Controllo di Houston, direttamente collegato al KSC, l'equipaggio di riserva fu

determinante nell'aiutare gli astronauti di Apollo 19, passando i dati di telemetria. Houston fu chiamato in causa dal

Controllo Missione di Vandenberg dopo l'incidente nello spazio per motivi legati all'uso del simulatore presente al

KSC. Fino alla pubblicazione del libro, Scantamburlo aveva celato i nomi di Aldrin ed Armstrong, perché ancora alla

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ricerca di indizi e dettagli storici che potessero in qualche modo fornire delle conferme. Pur non trovandoli in modo

esplicito, ha sottolineato una serie di misteriose parole pronunciate pubblicamente proprio da Armstrong in una sala

della Casa Bianca, nel luglio del 1994, in occasione del venticinquesimo anniversario dell'allunaggio di Apollo 11.

Inoltre, Scantamburlo ha interpellato Aldrin per posta elettronica su questi presunti retroscena che lo vedrebbero

protagonista. Non ha ricevuto risposte: l'autore interpreta il silenzio dell'ex astronauta della Nasa come un "no

comment".

3) Apollo 19 e 20 sarebbero dunque state missioni spaziali militari congiunte Usa-Urss sotto l'egida del Dipartimento

della Difesa americano, ma effettuate con mezzi civili Nasa. Insomma, missioni Apollo occulte, riprogrammate

segretamente dopo la loro cancellazione per motivi di budget. Sarebbero state delle "Orange Missions" (ovvero

Coloured Missions), ma un'altra oscura missione spaziale (il cui nome in codice o nome ufficiale è svelato per la prima

volta nel libro, nome emerso dalle rivelazioni di uno dei due presunti comandanti intervistati da Scantamburlo) le

avrebbe precedute anni prima. Si tratterebbe di una misteriosa spedizione che avrebbe avuto probabilmente luogo ai

tempi dell'Apollo 11, ufficialmente la prima missione di allunaggio americana. Prima o dopo Apollo 11 non è certo: ma

su questa missione Scantamburlo non ha ancora raccolto elementi e dettagli.

4) Certe lettere maiuscole romane accanto ai crateri lunari - come ad esempio D ed Y per i crateri "Izsak D" ed "Izsak

Y" indicati da William Rutledge (presunto comandante di Apollo 20) - sono in effetti usate dagli addetti ai lavori

nell'ambito della topografia lunare; Scantamburlo ha trovato e letto i testi scientifici che lo dimostrano e che spiegano il

principio di nomenclatura per fissarne l'uso. In primavera il film "Apollo 18 Mission" Un altro dei motivi che mi porta a

riproporre la storia di Apollo 19 e 20 è il fatto che in primavera uscirà il film "Apollo 18". La numerazione è diversa,

d'accordo, ma la storia è simile: una missione oltre l'ultima passata ufficialmente alla storia, Apollo 17, per trovare

tracce di vita extraterrestre. Ecco il link se volete maggiori dettagli. Sarà anche e solo un triller fantascientifico, ma

chissà perché l'hanno fatto e perché, soprattutto, proprio su quel tema... Riporto anche la tesi di Roberto Pinotti del

Cun: potrebbe trattarsi di un altro modo per "acclimatare" la gente all'idea che non siamo soli nel cosmo.

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Ufo "ascensore" a Gerusalemme Colombia, Ovni

e morie di pesci 01-02-2011

Un globo luminoso che fa "l'ascensore" sopra la Spianata delle Moschee di Gerusalemme e una preoccupante moria

di pesci registrata in Colombia subito dopo l'avvistamento di un Ovni. Sul fronte avvistamenti & fenomeni strani, ecco

due episodi - il primo è di venerdì scorso, ma le agenzie internazionali e l'Ansa (il cui testo pubblico qui sotto) hanno

battuto la grancassa oggi pomeriggio - destinati a far discutere. Cominciamo dunque con quanto capitato in Israele,

riportando, come detto, il testo ufficiale d'agenzia.

"Ha destato eccitazione internazionale una sfera luminosa, di natura imprecisata, ripresa la notte di venerdì mentre

sorvolava la Spianata delle Moschee di Gerusalemme. In pochi giorni il filmato dell' "Ufo sul Duomo della Roccia",

proposto su YouTube da un cineamatore, è stato visionato da quasi 200 mila persone, fra cui sedicenti esperti di

fenomeni paranormali. Nel filmato la sfera luminosa viene mostrata mentre si trova in verticale sulla Spianata delle

Moschee e sul vicino Muro del Pianto, luoghi particolarmente sacri all'ebraismo e all'Islam. La sfera quindi scende,

rimane sospesa a bassa quota per una manciata di secondi e poi risale repentinamente verso il cielo a velocità

vertiginosa, seguita dai commenti sbigottiti del cineamatore Eligal Gedaliovic (42enne) e dei suoi compagni. Secondo

il quotidiano Maariv, alcune settimane fa turisti statunitensi hanno ripreso immagini simili. In quella occasione, precisa

il giornale, la sfera luminosa aveva fatto una apparizione sopra al Muro del Pianto in pieno giorno. Un traffico di

astronavi sui cieli di Gerusalemme era stato mostrato ancora poche settimane fa durante un festival di film di

fantascienza organizzato dalla locale "Cinemateca". Adesso la stampa locale scrive che la distanza fra fantasia e

realtà potrebbe non essere più così elevata. «Si sa - aggiunge un esperto - che i Luoghi sacri sono un polo di

attrazione irresistibile per gli alieni»." Ecco a voi il link di Youtube

Quelle strane e impossibili bruciature

Passiamo invece alla moria di pesci coIombiana. Riporto quanto mi è giunto da Nuove Frontiere della Conoscenza,

che a sua volta ha ripreso dal sito Segnali dal Cielo. "Il caso si è verificato nel villaggio di El Llanito, sotto la

giurisdizione della città di Barrancabermeja, che si trova nel nord-est della Colombia. Secondo i media locali, lo scorso

venerdì molti abitanti del villaggio hanno avvistato un Ufo. Gli stessi abitanti hanno trovato circa 2000 pesci morti dopo

che lo strano oggetto volante, dotato di una luce lampeggiante, era stato visto volare per pochi secondi sopra la

regione. I pesci galleggiavano nella palude e, a differenza di precedenti morie determinate dalla scarsità di ossigeno,

nella circostanza presentavano evidenti segni di scottature. Secondo vari testimoni, il fenomeno è durato 20 secondi.

Anche la radio RCN ha riportato le parole della gente: tutti hanno riferito che dopo l'apparizione dell'oggetto volante, è

cominciata la moria nel Llanito. Le autorità ambientali hanno disposto prelievi dell'acqua e analisi sugli animali

deceduti".

Il libro di Mitchell: il cosmo è cosciente

Mistero Bufo 13Mistero Bufo 13

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Visto che ho parlato della versione in italiano del volume sull'Apollo 20, vi segnalo un'altra novità libraria relativa ad

astronautica e alieni. Mi riferisco a Edgar Mitchell, uno dei componenti di Apollo 14: di ritorno dalla Luna, ha

confessato di aver avvertito "presenze" e si è fatto paladino della necessità che i governi, a cominciare da quello

statunitense, ammettano l'esistenza e il contatto con gli extraterrestri. Mitchell, lo ricordo, è stato in particolare a fianco

della cittadinanza di Roswell: a nome suo ha chiesto che sia diramata la verità (secondo lui chiara e indiscutibile)

relativa ai fatti del 1947. Comunque sia, adesso Mitchell ci propone "La via dell'esploratore" (Edizioni Verdechiaro,

288 pagine, euro 18,70). Racconta la sua sensazione, ovvero di "essere stato connesso con l'intero universo". Cito

una recensione apparsa sul sito "Noi e gli extraterrestri": "Mitchell intuì che la sua presenza, quella dei suoi compagni

astronauti e persino quella del pianeta visibile attraverso il vetro dell’Apollo, erano parte di un deliberato processo

universale. Lo stesso cosmo luccicante era, in qualche modo, cosciente. L’esperienza fu così travolgente che Mitchell

capì che la sua vita non sarebbe stata più la stessa. La direzione che il suo lavoro prese nei seguenti venticinque anni

fu un viaggio di tutt’altro genere, che l’avrebbe condotto nelle profondità dell’umano, alla scoperta dell’ineffabile

mistero della coscienza e dell’esistenza". Gli Alieni e l'Assoluto sono forse la stessa cosa?

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Un Ufo in picchiata anche in India Lo vedono

cinque piloti d'aereo

04-02-2011

Allucinazioni, bufale, falsari in azione. D'accordo, la vicenda dell'Ufo-saliscendi nella notte di Gerusalemme davanti

alla Spianata delle Moschee sarà pure riconducibile a questo, però si dà il caso che qualcosa di simile, anzi, di molto

simile, si è verificata nei cieli dell'India. Testimoni? Cinque piloti di linea, indiani ma anche di compagnie internazionali.

Ne ha parlato il giornale Deccan Herald, riportando fatti registrati lo scorso 26 gennaio nei pressi del confine dell'area

Bengal-Bihar. Il primo ad essersi accorto di questa massa globulare, pulsante e incandescente, comunque dotata di

un andamento rotatorio, è stato un pilota di lungo corso dell'Air India, in rotta con il suo A319 da Kolkata a Nuova

Delhi. Alla quota di 34 mila piedi, entrando nello spazio aereo di Gaya, ha avvistato questo strano oggetto. "Scendeva

a una velocità impressionante" ha dichiarato il comandante Rishi, avvisando il controllo del traffico dell'aeroporto di

Dum Dum. All'inizio non ci aveva fatto molto caso, ma mentre si avvicinava a Varanasi, il globo era diventato più nitido

e brillante. Gli Atc di fronte alla segnalazione hanno attivato uno stato di pre-emergenza, ma hanno anche deciso di

trovare ulteriori riscontri all'avvistamento. In breve hanno potuto verificare che da altri quattro aeromobili, uno della

Finnair, uno della Cathay, uno cinese e uno svedese, il fenomeno era stato seguito e, dunque, confermato. Identica

anche la quota: tra 34 mila e 37 mila piedi, lo spazio per i "giochi" di questo globo. Sui radar, anche quelli militari,

peraltro, non c'era alcuna traccia di questa sfera. Ovviamente, si è provato a dare la spiegazione più logica e

razionale, interpellando gli astronomi: una stella cadente, un meteorite o un pezzo di metallo perso da qualche

satellite. Tuttavia il fatto che non siano state riportate scie sembra allontanare l'ipotesi, mentre l'assenza di tracce

radar pare escludere una serie di cause endogene. E c'è anche chi ha fatto notare una cosa: in questo caso, si

dovrebbe trovare un'evidenza sul terreno. Ma questa traccia, per il momento, non è stata ancora rinvenuta.

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I dibattiti bUFI / 2

10-02-2011

Numero 2 - La"vague belge" 1989-1991

- Dal 1989 al 1991 il Belgio fu teatro di una serie di avvistamenti di massa di Ufo, in particolare di oggetti triangolari. Il

fenomeno coinvolse anche l'Air Force, con vasto impiego di intercettori

- Si vuole che questo "flap" durato così a lungo sia, assieme alle famose "luci di Phoenix", uno degli eventi più

convincenti a sostegno della tesi dell'esistenza degli extraterrestri

- Gli scettici e i denigratori degli ufologi, invece, lo considerano pura mistificazione e il frutto di una strategia mediatica

Le due squadre, Credenti e Miscredenti,

hanno dieci giorni da oggi per presentare le proprie tesi, a sostegno della veridicità o meno della relazione "aliena"

Regolamento

1) Saranno costituite una squadra di Credenti e una di Miscredenti

2) Non c'è limite numerico di adesione all'una o all'altra squadra

3) I componenti di ciascun team dovranno sfruttare il gruppo di Facebook "Quelli di Mistero bUFO" per scambiarsi

email private e dialogare allo scopo di realizzare una tesi comune sul quesito proposto

4) Il caposquadra dei Credenti e quello dei Miscredenti inoltreranno, secondo le consuete modalità dei commenti al

blog, i rispettivi testi nei tempi indicati dal "bando" della discussione

5) Le tesi dovranno essere equilibrate e contenere spunti di discussione e/o di provocazione e, se possibile, elementi

inediti sul tema del dibattito

6) I due lavori saranno pubblicati come post e oggetto di analisi critica: saranno esaminati i singoli passaggi e la

valutazione di ciascuna sezione contribuirà a formare il giudizio conclusivo. Vincerà la tesi che avrà ottenuto la

valutazione più alta.

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Il 2012, Die Hard 4 e due ipotesi 10-02-2011

Nel libro "Gli anni alieni", Robert Silverberg immagina il momento del contatto con gli alieni in una maniera particolare:

gli extraterrestri sbarcano, ci colonizzano ma, di fatto, non instaurano un vero dialogo con noi. Hanno reazioni solo di

fronte ai tentativi di ribellione degli umani. Le punizioni sono a gradazione crescente, ma una delle più efficaci è

l'azzeramento improvviso dell'energia elettrica: all'improvviso salta tutto il delicato equilibrio del pianeta, la sua

economia, le sue relazioni politiche e sociali. E il loro giogo si fa così più pesante. La sintesi del romanzo si lega con

un suggerimento proposto da un frequentatore di Mistero bUFO, che ha visto al cinema il film "Die Hard 4". La trama è

presto sintetizzata: il governo americano disloca in una base segretissima tutto il suo potere economico, sotto forma di

un gigantesco back-up di dati; la realtà di Wall Street, di tutti i colossi economici, e dei conti corrente di tutti i cittadini

americani salvati in un mega silos sotterraneo del quale solo pochi conoscono l'esistenza. Ora, il nostro amico si fa

una domanda, che gira anche a voi: "Ma se nel 2012, invece della fine del mondo, arrivasse una gigantesca tempesta

magnetica che ci cancellasse tutti gli hard-disks, compresi quelli delle banche in cui risiedono i nostri soldi? Non

sarebbe "un nuovo inizio"? Senza più soldi, ma anche senza più debiti..." Be', senza debiti sarebbe un bel vantaggio,

almeno nel mio caso... Comunque, la tesi è interessante e io la elaboro aggiungendo: magari la tempesta magnetica

la provocheranno "Loro", per poi arrivare e, come raccontato da Silverberg, per dominarci a piacimento fino a una

data "ics". Oppure ancora: posto che il mondo sta vivendo vari focolai di tensione (la new entry è l'instabilità della

fascia nordafricana, che si aggiunge a quella, ormai incancrenita, del Medio Oriente), se non addirittura di vera follia,

non è che gli alieni, anziché attaccarci, aspetteranno che ci "sistemiamo" per bene da soli per poi arrivano a imporre

un nuovo ordine, morbido o duro che sia? Certo, sto scivolando un po' nella fantascienza, ma non mi sembra un male

usare la fantasia...

"Mistero bUFO" nella Top 500

Una novità che vi segnalo e vi giro, anche perché il merito è soprattutto di chi, in questi due anni e mezzo, ha seguito

e sostenuto l'iniziativa da me varata: Mistero bUFO è entrato in questi giorni nella classifica "Top 500" dei blog.

Precisamente siamo arrivati alla posizione numero 480 e, se non erro, solo altri due blog del Corriere ci precedono.

Come avrebbero detto ai tempi dell'antica Roma, ad maiora. E grazie

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I misteri di Adam Kadmon

14-02-2011

Originariamente avevo pensato di farne il tema di uno dei futuri dibattiti bUFI, ma ho deciso di anticipare l'argomento e

di proporlo secondo i canoni classici del post commentato. Il personaggio che desidero "darvi in pasto" è Adam

Kadmon, figura misteriosa (ufficialmente non ha un'identità e vive in incognito) che tratteggia uno scenario a dir poco

inquietante: non solo gli alieni esistono, ma da anni stanno sfruttando un patto scellerato stipulato a suo tempo con

pochi potenti della terra (riassumibile, dopo vari passaggi, nel famoso Majestic 12) per colonizzarci, utilizzarci come

cavie, addirittura mangiarci. La contropartita sarebbe la condivisione della loro tecnologia, ma da utilizzare a sua volta

in maniera tutt'altro che trasparente, con un livello di governo ombra e strisciante, alimentato da traffici malandrini

quali quello del commercio di droga. Ecco perché, sostiene Adam, il fenomeno dei narcotrafficanti non è debellato e

mai lo sarà. Di Adam Kadmon s'è occupata nei giorni scorsi "Italia 1" nella trasmissione "Mistero". Il titolo era,

giustappunto; "Adam Kadmon e gli alieni". So che molti di voi criticano la qualità e l'attendibilità di certi programmi

che, indiscutibilmente, non hanno un taglio scientifico e puntano parecchio sull'aspetto emotivo. Eppure, credo che nel

filmato relativo a quella parte della puntata di "Mistero", che vi likerò, ci siano anche aspetti interessanti: ad esempio la

previsione, formulata anni prima dell'11 settembre, di un grave attentato a New York; sarebbe una delle prove

dell'esistenza di una dimensione che ci sfugge e grazie alla quale siamo controllati, se non addirittura schiavizzati. In

assoluto non c'è nulla di nuovo e nemmeno di rivoluzionario, di certe questioni si è già parlato (pure nel blog). Però mi

ha colpito la sintesi, se vogliamo coerente, che Adam Kadmon traccia a sostegno delle sue idee. Rivedete dunque

quello spezzone di puntata all'indirizzo di questo link. E qui vi segnalo anche l'indirizzo web del suo sito. Buona

discussione.

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Perego, il console degli Ufo

16-02-2011

L'amico Ivan Ceci ha pubblicato un volume su Alberto Perego, figura illustre della diplomazia italiana che ha avuto

anche una profonda relazione con l'ufologia. Ho chiesto pertanto a Ivan di scrivere e inviarmi un post sul suo lavoro.

Ecco il suo contributo, che comincia da una serie di note biografiche sul personaggio.

Ferrarese e della ricca borghesia

Alberto Perego nasce a Ferrara nel 1903 in una famiglia appartenente alla ricca borghesia italiana. A ventiquattro

anni, dopo aver conseguito la laurea in giurisprudenza a Bologna, entra per concorso nella carriera diplomatico

consolare ricoprendo da subito importanti incarichi di rappresentanza presso ambasciate e sedi diplomatiche italiane

all’estero. Il Ministero degli Affari Esteri Italiano, all’epoca sotto la direzione di Galeazzo Ciano, lo invia dapprima in

Brasile a Rio De Janeiro in qualità di segretario di ambasciata, poi in Africa, dove raggiungerà la carica di console

generale presso la sede diplomatica di Susa, Tunisia. Dopo il matrimonio a Roma, nel 1937, con una donna austriaca,

Perego sarà inviato dallo stesso Ciano in estremo Oriente, prima a Bangkok e in seguito a Singapore,con l’incarico di

curare le delicate relazioni con il Giappone in vista dell’alleanza contro l’Inghilterra. In quegli anni, come ricorderà

anche Ciano nel suo Diario, Perego sarà anche protagonista di una delicata azione di intelligence per il recupero dei

piani delle basi inglesi a Singapore. Piani che Mussolini, aveva intenzione di donare al Giappone per rinsaldare i

rapporti diplomatici in vista di una futura alleanza contro gli Inglesi. Finita la guerra Perego viene messo a riposo dal

tribunale per le epurazioni istituito subito dopo la fine del conflitto mondiale e si stabilisce a Roma trova impiego

presso la Chinotto-Neri in qualità di rappresentante delle vendite di acque minerali.

La "croce" sui cieli del Vaticano

Sarà proprio a Roma, sul tetto dello stabilimento Neri, che Perego assisterà, la mattina del 6 novembre 1954, alla

comparsa della famosa formazione “a croce” sui cieli del Vaticano, composta da centinaia di piccoli globi luminosi, del

tutto simili alle odierne flotillas sudamericane. Quell’avvistamento, testimoniato direttamente da Perego e da molti altri

testimoni oculari, fu solo l’inizio del suo interesse per la questione dei dischi volanti.

Dapprima convinto dal suo approccio estremamente pragmatico che fossero apparecchi russi, Perego si convinse

pian piano, anche a seguito di numerosi altri avvistamenti, effettuati da lui stesso e raccolti dalle moltissime persone

che si recavano da lui per raccontare le loro esperienze, che il fenomeno non poteva avere una matrice umana ma

che al contrario dovesse avere inevitabilmente un’origine extraterrestre. Nel giugno del 1957, a soli due anni e mezzo

dal suo primo avvistamento (racconterà poi di averne avuti in tutto circa 70, in diverse parti del mondo) pubblicò sue

spese il suo primo rapporto sugli Ufo, dal titolo “Svelato il mistero dei dischi volanti”.

In quel primo libro, che egli dedica simbolicamente ai Deputati della Republica italiana, Perego mostra di aver già

compreso appieno non soltanto la dimensione e l’importanza del fenomeno, ma anche le infinite implicazioni sociali,

politiche, religiose che sottendono al fenomeno Ufo. In assoluto anticipo sui tempi, insomma, quando ancora la parola

“ufologia” non era utilizzata, egli introduce nel dibattito ufologico, concetti che saranno ripresi solo cinquant’anni più

tardi, quali per esempio la relazione tra gli avvistamenti Ufo in tutto il mondo e la delicata situazione internazionale

durante la guerra fredda, quando il mondo era effettivamente ad un passo dalla terza guerra mondiale sotto la

minaccia dell’impiego delle armi nucleari. Perego era ben consapevole che il fenomeno Ufo non fosse solo una

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questione scientifica, bensì anche profondamente politica, perché riguardava non solo la nostra storia ma anche il

nostro presente e soprattutto il nostro futuro.Più volte tentò, invano, di sensibilizzare la classe politica italiana rispetto

alla necessità di prendere formalmente atto del fenomeno e di avviare tutta una serie di riforme istituzionali e sociali al

fine di prepararsi a quello che lui stesso considerava “il più grande evento della storia mondiale”. Nonostante l’apatia

della classe politica, Perego ricevette l’attenzione di molte importanti personalità del mondo politico, scientifico e

persino religioso. Tra queste l’allora Ministro delle Forze Armate Giulio Andreotti, il Senatore Angelo Cerica, il

Maresciallo dell’Aria Lord Dowding, il Generale della Nato Alfred Gruenther, e persino la Segreteria del Presidente

americano John Fitzgerald Kennedy al quale egli volle dedicare il suo terzo rapporto intitolato “L’aviazione di altri

pianeti opera tra noi. Rapporto agli italiani”. Amico ed estimatore di George Adamski, con il quale ebbe un intenso

scambio epistolare, Perego organizzò nel 1959 con l’aiuto degli amici Mario Maioli ed Eufemio Del Buono, la visita del

contattista polacco in Italia, dove tenne numerose conferenze e dove ebbe occasione di incontrare Papa Giovanni

XXIII. Nel 1958, forse consapevole della necessità di avere uno strumento e un sostegno Perego fonda a Roma il

suo Centro Italiano Studi Aviazione Elettromagnetica, che in pochi anni riunisce attorno a sé migliaia di simpatizzanti e

iscritti da ogni parte del mondo, come ben testimoniano i giornali dell’epoca. Perego riceve ogni giorno nello studio del

suo appartamento di via Ruggero Fauro ai Parioli decine di testimoni di avvistamenti ufo, gente semplice, che si

rivolge a lui nella speranza di essere ascoltata e creduta. In breve tempo diviene così il punto di riferimento

dell’ufologia italiana e sempre nel 1958 pubblica il suo secondo libro intitolato: “Sono extraterresti”. In questo secondo

lavoro, Perego insiste sull’aspetto socio-politico del fenomeno Ufo e mette i rilievo come questa “aviazione sterna”

(così la chiamava) intervenisse sistematicamente per cercare di impedire un conflitto atomico tra le superpotenze,

allora e per molti anni a venire, coinvolte nel teso e aspro scenario della Guerra Fredda. Perego cita luoghi, nomi,

date dei più importanti avvistamenti Ufo in tutto il mondo, ricostruendo ed analizzando di ciascuno di essi cause ed

effetti, tempi e caratteristiche. Fu il primo a comprendere, dunque, non soltanto la realtà del fenomeno Ufo, ma anche

la sua attualità. A tali conclusioni Perego giunse non solo grazie alla sua sensibilità politica e alla sua capacità di

analisi. Fu senza dubbio stimolato, come dicevo prima, da alcune esperienze di avvistamento vissute in prima

persona che influenzarono profondamente la sua vita al punto da dedicarla in modo esclusivo e quasi ossessivo allo

studio e alla divulgazione della verità sulla presenza extraterrestre.

Il coinvolgimento in “Amicizia"

Ma ciò che forse segnò più di ogni altra cosa la sua visione del fenomeno Ufo fu l’entrare in contatto con quel

sodalizio di persone (noto solo a pochi fino a qualche anno fa) che tra gli anni ’50 e la fine degli anni ’70, asseriva di

essere in contatto con alcuni gruppi di extraterrestri aventi diverse basi segrete sotto il suolo italiano. Questa vicenda,

oggi nota con il nome di “Amicizia” grazie al libro pubblicato nel 2007 da Stefano Breccia su indicazione dell’amico

scomparso Bruno Sammaciccia, all’epoca era totalmente sconosciuta alla stampa ma certo non a Perego che già nel

suo secondo libro aveva pubblicato in anteprima assoluta straordinarie foto di Ufo provenienti da Pescara, delle quali

egli era entrato in possesso proprio attraverso i protagonisti della vicenda di “Amicizia”. Ma a denunciare il profondo

livello di coinvolgimento di Perego nella vicenda non vi sono soltanto le foto da lui pubblicate nei suoi libri. Egli, infatti,

dimostra di conoscere dettagli riguardanti le loro basi sotterranee, la loro strategia di intervento rispetto alle crisi

internazionali, addirittura riguardo alla loro fisionomia fisica e ad alcune delle loro caratteristiche morali e filosofiche.

Caratteristiche e dettagli di cui noi, oggi, possiamo confermare l’esattezza grazie ai raccconti dei testimoni, come

Gaspare De Lama, che dopo cinquant’anni di silenzio hanno scelto di parlare. Ci troviamo, insomma, di fronte ad un

personaggio chiave della storia dell’ufologia italiana, un uomo che non solo visse e fu testimone di eventi eccezionali,

ma che fu anche capace di interpretare quegli eventi alla luce della sua straordinaria sensibilità politica, cercando

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sempre in essi un significato più profondo della semplice evidenza fenomenica.

L’eredità di Perego e mie riflessioni

Perego fu insomma un uomo moderno, contemporaneo, capace di intuire prima e meglio di altri la straordinaria

importanza e soprattutto le conseguenze di un fenomeno che oggi si impone prepotentemente al Mondo intero.

Fu per questo anche un uomo molto incompreso e mortificato da una società che forse non era pronta a fare i conti

con una realtà così complessa e “rivoluzionaria”. Ma ciò che rende Perego una figura di straordinaria importanza nella

storia dell’ufologia italiana è la sua capacità di aver portato la comprensione del fenomeno ufo ben al di là del

semplice dibattito accademico o scientifico sull’esistenza o meno della vita extraterrestre. Aver proiettato il problema

in una dimensione politica, o meglio ancora, socio-politica permettendo una rapida evoluzione nella comprensione

del fenomeno. Precursore dell’esopolitica in un tempo in cui si era appena iniziato ad utilizzare l’espressione “dischi

volanti” e “Ufo”, egli costituì, di fatto, l’avanguardia di un’intera scuola di pensiero che oggi si va sviluppando,

soprattutto all’estero, verso una comprensione più larga del fenomeno Ufo. Egli tra l’altro fu il primo in Italia ad

utilizzare in uno dei suoi libri l’espressione “congiura del silenzio”, così come fu uno dei pochi, se non il solo, a

schierarsi dalla parte di una ricerca ufologica dalla marcata impronta etica, morale, e civile. Non è un caso se Perego

apprezzasse così tanto la figura di Hermann Oberth, il fisico rumeno che osò sbattere la porta in faccia al Presidente

degli Stati Uniti per ribadire la sua convinzione ad utilizzare l’energia atomica per i soli scopi pacifici e non militari.E

non è un caso se Perego stesso espresse, al contrario, parole molto dure nei confronti del Prof. Allen Hynek (da molti

considerato il padre dell’ufologia moderna) quando in un capitolo del suo ultimo libro “Gli Extraterrestri sono tornati” lo

definì testualmente “Il più celebre tra i pezzenti della storia”, a causa della sua ambigua vicinanza con gli ambienti

militari statunitensi. Per Perego l’ufologia doveva dunque proseguire sulle orme di Oberth, non di Hynek, e questo

dimostra ancor più la sua carica morale, la sua voglia di mantenere la ricerca ufologica sui binari dell’indipendenza da

ogni forma di potere, al servizio dello sviluppo sociale e culturale di tutta l’umanità. Per questi motivi dispiace ricordare

che proprio questa figura di spicco della storia culturale del nostro paese, fu lasciata cadere, ben prima della sua

morte, in un vergognoso oblio. Oblio non soltanto personale, tanto che di lui, quando cominciai a scriverne la

biografia, non si sapeva assolutamente nulla, neanche quando era nato e quando era morto, ma anche un oblio

intellettuale, tanto che le sue opere non sono state mai ristampate, né in Italia né all’estero. Ogni volta che rileggo i

suoi libri non posso fare meno di pensare a quale ruolo avrebbe oggi il nostro paese nello scenario ufologico

internazionale se invece di relegare lui e le sue teorie nell’oblio, l’ufologia italiana avesse continuato sulla strada

tracciata da Perego. Di certo oggi di esopolitica di parlerebbe molto di più in Italia, e all’estero guarderebbero alla

ricerca che si fa nel nostro paese in questo campo sicuramente con maggiore rispetto e ammirazione.

Ivan Ceci

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"In viaggio tra voi e l'Universo"

20-02-2011

Da Alacran-

proveniente da mondi lontani anni luce da questo - osservando Il Pianeta

Terra.-

Tutti sono impegnati In questa trovata, civiltà, a un continuo travaglio, tutti affaccendati circolano in mezzi articolari

che si spostano sulla superficie del Pianeta, in stirate tappeti dove costoro con le sue chiamate

macchine, vi transitano da una parte all'altra usando questo rudimentale mezzo, per trasportare alimenti, attrezzi,

compositi materiali per costruzioni, ed infine per spostarsi costoro stessi, di città in città; Strana parola la sua definita

civiltà, la chiamano civiltà Umana; Che poi proviene chissà: nel ripetere la sua qualificazione individuale, nel appellarsi

al singolo individuo che tutti si chiamano e lo chiamano, al singolo individuo Umano; Vi si distingue e vi sono: il

maschio Umano, e la femmina Umana; Meraviglioso Pianeta questo, era tanto che non vedevamo tante bellezze

naturali che tutte insieme ne fanno una rigogliosa natura, della quale queste genti vi si nutre di tutto un po del ricavo di

queste piantagioni che molte, fatte a proposito da costoro, per il suo sostentamento nutritivo, da dove ricavano per le

sue chimiche energetiche, a rimpiazzare al suo consumo, che costoro, chiamano "mangiare;- E' notevole di quanto

carnivori siano, si mangiano fin anche altri esseri viventi, li chiamano sottospecie, mucca, vitello, pecore,

daini,cervi,maiali, pesci che vivono nelle acque, come le tartarughe, le balene, i tonni, e tutte le altre specie sino ad

arrivare alle cozze; viventi nelle acque; per poi proseguire: galline, conigli lepri, e tutti i frutti che gli alberi le donano

rigogliosamente; Sembrerebbe veramente un, Shangri-la paradisiaco, hanno tutto a portata di mano, ma ancora non

si capisce bene cosa fanno tanta gente che vanno e vengono tediosamente affaccendati, parrebbero; Chi pensava

trovare in questi paraggi così sparuti di questi quadranti di

questo universo, un così meraviglioso Pianeta; Nei tempi successivi ci incanalammo a poter discernere della di

costoro comunicazione, che essi chiamano comunicazione verbale; si tratta di emanare dei suoni gutturali compositi,

che nella sua aspirazione dei suoi polmoni emanando dell'aria, fanno vibrare delle chiamate da costoro, corde vocali,

situate nella concavità chiamata Gola"; della cambiante in conseguenziale modulazioni da questa suddetta chiamata

bocca, ne emanano complicati suoni, prodotti delle armoniche vibrazioni di risonanze acustiche: miriade di svariate e

complesse onde sonore, espandono nell'aria, che queste captate da

altri esseri chiamati Umani, costoro li selezionano e come risposta: emanano altri similari stridenti suoni, che costoro

sinteticamente chiamano, parole; I tempi si susseguivano e noi tutti a trattare di comprender la di costoro

letteratura, l'insegnata scolastica per decifrare gli emessi suoi suoni chiamate, parole, di qui vi e tutto un insegnativo

sia grammaticale che lessi-cale, per poter discernere ed accedere alle sue comprensioni di questa

sempre sua chiamata comunicazione verbale; Al fine sembrerebbe che ne siamo in procinto di verifica, la qualità

dell'apprendimento datoci, per poter una volta presenti al cospetto di costoro, poter contra-scambiare con la, di

essi dialettica verbale, che ci potrà facilitare al fine l'interscambio comunicativo; Siamo arrivati a capire che tutto quello

che L'umano Essere fa, lo realizza attraverso il suo Cervello, e solo costui il cervello ne è consapevole di tutto ciò che

elabora codesta macchina binaurale-composito, il cervello, dell'umano Essere; Nessuno altro potrebbe percepire i

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suoi suoni emanati nel volersi esprimere; Come per esempio: gli animali, sottospecie viventi ad essi, nessuno sa cosa

vogliono dire gli Umani, quando fanno uscire quei strani sibili e suoni gutturali, che essi sostengono che confacendo

tale cose, parlano e si riferiscono a vicenda; quindi è il cervello di uno di essi che dialoga in un formato idoneo ed

interpretativo solamente per un altro cervello sempre Umano, che lo può ascoltare, e contraccambiare le possibili altre

discussioni che possano derivarsi a vicenda; per chiarire di ciò si dice: nessun altro essere che non sia Umano, può

capire quello che un Umano pronuncia;- Discesi per primo sul Pianeta, nell'altra faccia non illuminata, che chiamano

sera o notte; Trovai locali ripieni di gente che mangiava e

contemporaneamente parlavano tutt'intorno a certi chiamati tavoli, e seduti in certe non so come dire, ma loro le

chiamano sedie; Preferì dare un largo giro per costatare e vedere da vicino come si disimpegna, la di costoro

esistenza; Vagai tutta una notte in diverse località e in diversi ambiti, al fine decisi di fermarmi per fare un resoconto di

ciò che avevo osservato e darle una qualifica a quanto appreso; Facilitato che costoro non potevano

vedermi, perché il nostro essere vibra in altre alte scale di risonanze armonica, e quindi la nostra apparenza non è

osservabile nell'apparente presenza in qui costoro popolo Umano ne è nella sua presente presenza, in

qui le di costoro vibrazioni li fa apparire in questa apparenza presente che essi vi sono inondate ed inzuppati e

coopartecipi di questa sua creata realtà; Dove coabitano e convivono, dove la di costoro si realizza, la

presenza sua, presente.- Mentre altri di noi elaboravano complicati quesiti per raggiungere la

metamorfosi della nostra trasposizione in della di costoro, e prendere a nostra volta le simili sembianti, dei chiamati

Umani; Una volta trasposti il nostro essere in sembianti apparenti a simili Uomini,

decidemmo di contattarli; Trasportammo uno a caso di loro, sulla nostra dimora, parcheggiata lontano da sguardi

indiscreti e curiosi, dietro la faccia del satellite del pianeta Terra, la luna; Impaurito e completamente in distonia

cerebrale per lo spavento, considerammo di riportarlo la dove l'avevamo trovato per non gravare

ulteriori disagi, possibilmente gravi; Dopo lunghissime tentativi che ahimè fallirono tutti, decidemmo di contattarli con

quello che loro chiamano telefono, ci era parso in un primo momento che questa era una buona idea; ma

ché: Non trascrivo tutto quello che ci venne detto a discapito di fra-intendimenti e di createsi burlesche fantomatiche

risposte, a qui non sapevamo ne da dove incominciare a persuaderli o con che cosa rispondere nel

merito; Evidentemente vi era una sopravvalutazione di costoro umani, implementando burlesche contraddittori con

frasi oltre-tanto chiamate da costoro comiche; come: nel presentarci, ci dicevano: si, ed io, sono il papa; Un-altro: si,

ed io sono, Elvis presly, un-altro faceva finta di ascoltarmi per poi finiva dicendomi: ora mi dica veramente: dové il

trucco?; e non vi-era modo di proseguire la conversazione, perché con ultime parolacce, riattaccavano il

telefono. Dopo un lungo resoconto di quanto accadeva, si riunì il consiglio: determinando che potevamo presentarci,

ai suoi capi, Ebbene: ci presentammo davanti ai capi di stato di tutto il Pianeta, che dopo aversi ripreso dallo

sconcerto e stupore, ogni uno di loro ci manifestarono le difficoltà che ne trarrebbero, nel rivelare all'umanità tutta, tale

evento; Ogni uno di loro con parole diverse ma in sostanza era questo il problema generale, tutti avevano bisogno di

tempo per consultarsi mondialmente fra di loro, capi di stato; O per lo meno: con quelle nazioni più confacenti al

superiore potere; Il tempo trascorse e mentre taluni scientifici dietro nostro invito vollero

visitare la nostra dimora, ritornando sul pianeta più sconvolti di prima; Si resero conto di quanto la nostra complessa

evoluzione e completamente irraggiungibile per costoro; Noi discendiamo da una Stirpe chiamata: gli

Arràbbra, la nostra dinastia, i nostri antenati ancestrali oltrepassano i tempi della creazione di questo quadrante

cosmologico all'incirca 15 miliardi di anni Luce, dall'intendere Umano, le dissi ad uno dei capi con tutto il suo

entourage, che mi ascoltavano con molta attenzione ed attentamente in una riunione che fu preparata all'interno di

grandi stabili sotterranei ben protetti ed isolati, sul Pianeta Terra;- Ci presentammo con quale era, la nostra vera

natura aldilà della metamorfosi appresa per il contatto, e molti di costoro caddero in spaventoso spaventoso ;

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Ritornando la calma in quel grande salone ci ripristinammo nel travaso all'apparenza Umana, davanti gli sbigottimenti

di tutti costoro che assistevano alle nostre complesse metamorfosi; Si parlò di quanto tutto il

quadrante a qui appartiene questo sistema solare e tutta la galassia, che costoro chiamano: La via Lattea, e di che

tutto ciò nei prossimi millenni a venire ne verrà influenzato della collisione inevitabile con la Grande

Galassia Andromeda, e altre trenta o quaranta altre galassia, che tutti insieme entreranno in collasso gravita-torio

distruggendosi a vicenda; Anche se molti scientifici terrestri ne erano già al corrente, noi le manifestammo

le perplessità astronomiche ad venire, nei futuri millenni; E per quindi proseguimmo dicendo: Che per sopravvivere si

dovevano già dall'immediato presente immedesimarsi da subito, ad inoltrarsi ad esperimentare tecnologie

adatte ai complessi viaggi interplanetari attraverso le dimensioni equivalenti varianti, ed non solo; I possibili viaggi

spaziali nei dintorni del sistema proprio Solare, che questi le possano essere di aiuto nel capire di nuovi materiali a

scoprire e di nuove vedute ad assimilare; Che di quelli inevitabili eventi Cosmologici, se non si è preparati, non vi è,

scampo;- Proseguirono nel tempo, in altre parti del Pianeta, di tali riunioni, Rinnovandogli la nostra incondizionata

amicizia e possibilità di donarle delle tecnologie, che potevano nel tempo sviluppare, ed inserirli nel suo contesto in

questa apparenza apparente di vostra esistenza concepita propria, di realtà; Facendole notare che ben altre

dimensioni vi si trovano contemporaneamente parallelamente a questa, ed infinità di altre specie Viventi vi si trovano,

di qui molti sono da tenera a bada, per la sua irrinunciabile natura "bestiale.- Ma che tutto sommato con l'avvento di

queste nuove per costoro tecnologie, gli Umani, vi si troveranno un bel più,

passo avanti,a tali possibili scontri, chissà mai, in un lontano futuro, con altre specie di uguale temperanza.- Dopo

parecchio tempo nell'esame delle possibilità a comunicare a tutto il Pianeta, della nostra Esistenza e presenza, ci

raccomandarono di non farlo, prendendo come necessaria: le possibili scatenanti divergenze

inimmaginabili, che con ciò: si sobillerebbero destabilizzando le menti a livello individuale e per quindi, vi sarebbero

alla veritiera comunicazione, addirittura rivoluzioni e calpestamenti degli ordini e leggi vigenti,

impossibili da prevedere: di qui questa società ne è regolata;- Come ultima risposta ci fecero sapere i governanti che

meglio sarebbe stato lasciare i popoli nel suo trascorrere normale delle sue convivenze, sia nel sociale che

in quello spirituale; nel rispetto degli ordini e leggi forgiate vigenti, che qualunque altra cosa sopravvenga a questo

attualmente, ne sarebbe,: sconvolgente a tal punto di una insurrezione di massa, rompendo e scardinando gli equilibri

già prestabiliti di Ordini, e Leggi vigenti. Tutto sommato non è ancora tempo, il mondo non è così evoluto per

conoscere tali verità sconvolgenti, bisognerebbe prepararlo, attraverso gli anni a venire, piano piano al capirne , a

pezzo per pezzo del capire.- Noi ci troviamo in questo quadrante di questa dimensione transitoriamente,

aspettando le congiunzioni astrali favorevoli, per riavviarci verso i profondi spazi siderali ad inoltrarci in altri Universi

molto lontano da questa dimensionale realtà, di qui la vita, a preso sembianza nell'essere Umano, in questo piccolo

mondo, chiamato Pianeta Terra; Di qui nel sembrare, molti ne hanno contribuito; - Quando le condizioni saranno

favorevoli si riprenderà il viaggio aldilà delle distanze, a intendere Umano, la dove altri Mondi di altri Universi ci

attendono; la dove risiede la nostra Gente la nostra Stirpe, è come si dice comunemente, il nostro Shangri-là o Eden,

la nostra Dimora.- Nella nostra complessità esistenziale, vi si trovano: miriadi di Esseri di

complesse esistenze Altre, dei quali tutti ne facciamo parte e partecipi, da questo unificante Pensiero, di tante altre

concezioni di intendere nel capirne del capire, l'evoluzione dell'Essere nelle Esistenze diverse, che nelle diverse

dimensionali dimensioni, possa evolversi ed ascendere ad innumerabili molteplici altri alti consapevoli arricchimenti,

nelle offerte che gli universi ci "porgono all'intelletto", in qui L'essere, ne possa essere destinatario, a possibili suoi,

raccolti.- Questo è: L'anelo che ogni essere vivente, senziente della sua apparente presenza, nell'esistere del suo

presente, possa esserne consapevolmente consapevole di Esistere.

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Alacran

Allegato:"NASA Ringmakers of Saturn UFOs 2010"; su Youtube a questo link

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Da Ben 10 all'alieno dei terremoti Ufo tra cartoon

e multimedialità

26-02-2011

E se l'Alacran del quale si sta discutendo ormai da giorni fosse una persona con dieci identità differenti come Ben 10?

Sì, Ben 10, ovvero Ben Tennyson, il ragazzino protagonista dei cartoon che vive con il nonno, ex impiegato dei

servizi segreti Usa con tanto di mandato operativo sulla questione Ufo? E' grazie al suo parente che scopre un

orologio, l'Omnitrix, mediante il quale può tramutarsi in personaggi alieni dotati di superpoteri e in grado di salvare la

terra...D'accordo, è un salto in avanti con la fantasia (però Alacran può sempre smentirci...), ma è pura realtà il

successo che sta avendo questo tipo di storia. Che poi si traduce in un successo commerciale sotto forma di giochi,

gadget e quant'altro. Un po' come il fenomeno di Hello Kitty, insomma. Dirò un'ovvietà, ma mi pare che la materia

aliena sia ormai sdoganata a tutti i livelli. E tanto per restare a Ben 10, vado a proporvi quanto il collega Roberto

Rizzo ha scritto di recente, per la precisione verso la fine del 2010 quando le avventure del ragazzo divennere anche

uno spettacolo teatrale itinerante per l'Europa: "Se non sapete cos' è un Omnitrix, significa che: primo, avete più di 10

anni; secondo, non avete figli (maschi) di quell' età. Se invece sapete cos' è, vuol dire che Benjamin Tennyson, per

tutti Ben 10 (il numero va letto in inglese, ten), nonno Max e cugina Gwen sono personaggi di famiglia. Lo dicono i

dati. Quelli dell' Npd, il sistema che monitora le vendite di giocattoli, stimano che Ben 10 è il gioco (dai pupazzetti ai

puzzle, dai videogame alle figurine, ecc.) più venduto in Italia con un incremento del 193% rispetto al 2009. Mentre

secondo il canale tv Cartoon Network il cartone animato «Ben 10» ha un audience mensile di 6 milioni di spettatori ed

è la serie per ragazzi più seguita tra quelle trasmesse sulla piattaforma di Sky". Un fenomeno in piena regola.

L'extraterrestre, piaccia o non piaccia, e a prescindere che esista o meno, è diventato ormai parte integrante della

nostra società. Ed è anche evidente che l'aspettativa dei più è che dia una mano a salvare il nostro malconcio pianeta

e un'umanità che va a rotoli: se pensate, rispetto al pessimismo - per dire - dell'ultimo Spielberg, è un ribaltamento di

posizione. E sul tema dell'alieno in versione multimediale, c'è un'interessante novità: la Fema (Federal Emergency

Management Agency) ha appena prodotto un videogame nel quale un alieno giunge dallo spazio e salva un bambino

da un terremoto imminente. Il gioco, intitolato "The Day the Earth Shook", scaricabile direttamente dal sito, sarebbe

propedeutico a insegnare tecniche di emergenza e di sopravvivenza nel caso di un evento sismico. Ma non manca chi

legge altri messaggi. Uno su tutti: è un altro capitolo dell'acclimatamento in corso. Acclimatamento alla realtà non

terrestre.

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"Acclimatiamoci" all'alieno: 3 tesi 28-02-2011

Come annunciato in risposta a un commento suo, estrapolo da un contributo del nostro amico "il positivista" i tre

interrogativi che si pone sulla questione dell'acclimatamento. Tre punti per tre tesi che giro alle vostre osservazioni

dirette. Diciamo che è un dibattito a latere rispetto a quelli che vengono proposti con la formula già nota delle due

squadre che dissertano su un argomento raccogliendo i contributi da un lato dei Credenti e dall'altro di quello dei

Miscredenti. Avanti allora con il tema di questo post speciale.

1) Teoria classica dell’acclimatamento

È un modo da parte dei potenti per farci accettare in maniera progressiva e naturale l’esistenza di altre forme di vita

intelligenti nello spazio.

2) Teoria del marketing e della "vendita"

Secondo il principio che “tira più un Ufo che un carro di buoi”, chi a vario titolo si occupa di fare “marketing “ ha

compreso che basta una spruzzatina di Ufo per far salire l’interesse. Quindi, usa questo mezzo per “vendere” di più.

3) Teoria della spirale, o loop della morte

Si scrive di Ufo, questo aumenta l’interesse sull’argomento che genera nuovi “avvistamenti” o presunti tali, il che

genera nuovi articoli destinati a incrementare l’interesse. Il tutto in un crescendo di informazioni autoreferenziali con

aumento esponenziale

Si parte con le "AbUfate"

Volevo lanciare la prima "AbUfata", incontro conviviale - per i seguaci/simpatizzanti del blog - di taglio "very easy"

(niente stelle Michelin, ci si ritrova per una pizza o dintorni, si chiacchiera e si paga... alla romana). Mi riprometto di

organizzarle non solo a Milano, ma è inevitabile partire proprio da qui. In linea di massima, la prima convocazione è

per sabato 2 aprile, diciamo verso le 12.30-13, alla pizzeria Fabbrica in via Pasubio 2. Dato che sarà necessario

prenotare un tavolo ad hoc per tempo, vi chiedo di mandarmi la vostra adesione entro il 21 marzo p.v. a questa email:

[email protected]

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Ufo-beffa del '67, dagli Xfiles esce la burla che

mandò in tilt il MoD

05-03-2011

A proposito di Xfiles appena "liberati" dai vincoli di segretezza. C'è una storia carina che rimbalza dalla Gran

Bretagna. La storia di una solenne burla, al cospetto della quale impallidisce perfino la vicenda delle famose teste di

Modigliani, recuperate a Livorno ma - lo si scoprì dopo che fior di critici d'arte avevano fatto la loro figuraccia -

realizzate con il Black & Decker. Siamo al 4 settembre 1967, giorno nel quale il comando meridionale dell'esercito di

Sua Maestà, quattro unità di Polizia, elicotteri della Raf, gruppi dotati di bombe e un manipolo dell'intelligence del MoD

entrarono in allarme e in piena azione. Erano giunte varie telefonate che riferivano della presenza di sei dischi volanti

(come quelli della foto), non grandissimi ma inconfondibili, allineati in perfetto ordine tra Sheppey e il Canale di Bristol.

La "guerra dei mondi", evidentemente scoppiata, fu presa maledettamente sul serio dai militari. Uno dei dischi volanti

venne fatto esplodere mediante una deflagrazione controllata, altri due furono spediti a laboratori per le analisi e le

valutazioni del caso, uno fu infine scannerizzato mediante i raggi X. Probabilmente fu quest'ultima indagine a spiegare

tutto: il disco non aveva nulla di alieno. Il MoD ammise - ma il testo ufficiale della relazione è stato svelato proprio

l'altro giorno - che si trattò di una burla riuscita benissimo. Addirittura, si ipotizza il contorno "culturale e filosofico"

dello scherzo: i Pink Floyd avevano appena pubblicato "The Piper at the Gates of Dawn", un album basato, diciamo

così, su un "rock spaziale". Pare che un gruppo di studenti e di apprendisti del Royal Aircraft Establishment, nella

vicina Farnborough, abbia preso l'ispirazione dai motivi musicali per pianificare una beffa che avrebbe dovuto far

chiasso per un po' di giorni. Un altro aspetto curioso è che uno degli agenti del MoD, una volta andato in pensione (si

era nel 1997, 30 anni dopo i fatti), chiese il permesso di raccontare l'episodio. Lo invitarono a lasciar perdere,

"altrimenti - gli disse il superiore - va a finire che ci prendono per il culo...". Beh, 44 anni dopo non è che si possa fare

diversamente... Peraltro, i cari Miscredenti - che vedo già esultare e sciogliersi in baccanali di giubilo - si mettano

tranquilli. Sempre dagli Xfiles appena resi disponibili si apprende che la paura di un attacco alieno e di fenomeni di

abduction fu motivo di grandi problemi e di fitte discussioni tra le Nazioni Unite e la Cia. Riflessione: non si teme una

cosa se non ci sono elementi che giustificano la paura, non credete?

Via ai salotti ufologici su Skype

Segnalo una nuova iniziativa, promossa da "Prisma, Grima e il Portale del tempo": sfruttando Skype, saranno

organizzati veri e propri salotti anche a sfondo ufologico. Il primo appuntamento è per giovedì 10 marzo alle 22,

ovviamente in videoconferenza. Per maggiori dettagli cliccate su questo link

Nasa e Ufo: conferenza a Milano

Interessante anche l'iniziativa che si terrà il 15 marzo alle 21.30 a Villa Pallavicini di Milano (via Meucci 3;

metropolitana, linea 2, fermata Crescenzago). Luca Boschini, ingegnere elettronico, progettista aerospaziale e

astrofilo, terrà una conferenza dal titolo "Nasa e Ufo: misteriosi casi nello Spazio". Ecco la sintesi del suo intervento:

"Gli extraterrestri sono tra noi e la notizia viene mantenuta celata, o esistono spiegazioni più "terrestri" ai curiosi

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avvistamenti degli astronauti? Un'accurata analisi del materiale originale tenterà di dare una risposta all'inquietante

quesito". Organizza il Cicap della Lombardia, al cui sito rimando per ulteriori informazioni.

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Il colonnello che sussurra agli Ufo

09-03-2011

Werner Bissoni, il nostro caro Wernazzo, mi ha proposto e girato questa interessante intervista. Ve la passo per i

vostri commenti.

John Alexander è un ex colonnello dell'Us Army, nella quale ha servito per 32 anni, dal 1956 al 1988. Nonostante il

ritiro, recentemente è stato impegnato nuovamente dal governo statunitense con incarichi di consulenza militare,

come in Afghanistan, e in generale ha intrapreso personalmente avventurose iniziative di diverso tipo in tutto il

mondo. Nella sua carriera, oltre ad alcune partecipazioni come comandante nelle Forze Speciali in Vietnam e

Thailandia, ha gestito e presenziato in alcuni programmi segreti di ricerca utili soprattutto allo sviluppo delle "No lethal

Weapons". Inoltre ha condotto progetti finalizzati alla comprensione e all'utilizzo delle facoltà paranormali e all'utilità

di tecniche rivoluzionarie come la "Programmazione Neuro Linguistica", in campo militare. Viene menzionato ad

esempio nel libro (che è diventato recentemente un film) "L'uomo che fissava le capre" di John Ronson, dove si

analizza l'influenza delle tematiche New Age nell'esercizio e nell'organizzazione delle funzioni militari, ispirato

soprattutto dal lavoro di Jim Channon, il vero protagonista e ideatore del "First Earth Battallion". Grazie alla sua scelta

di intraprendere una carriera militare solida e meritevole, ottenuti diversi successi ed importantissimi riconoscimenti in

seguito ad alcuni studi e relative pubblicazioni scientifico-militari, John Alexander durante gli anni di servizio si è

guadagnato un livello di accesso ad informazioni classificate di altissimo livello. Visto il grande interesse personale e

la sua predisposizione per il paranormale e l'ufologia, ha potuto approfondire tali questioni controverse da posizione

privilegiata, senza per questo rinunciare alla propria carriera, riuscendo al contrario ad ottenere facoltà di ricercare per

l'esercito in questi ambiti solitamente pericolosi a fini di prestigio, ottenendo dati e risultati notevoli. Durante questi

ultimi anni ha scritto alcuni libri in merito, soprattutto riguardanti la questione ufo, da cui se da un lato emerge un

atteggiamento disincantato e severo nei confronti del mito creatosi intorno ad essa, dall'altro si evince chiaramente la

sua netta convinzione riguardo l'esistenza di oggetti volanti extraterrestri in visita sul nostro pianeta. Vista l'uscita

imminente del suo ultimo libro, ho colto l'occasione per rivolgere alcune domande al Colonnello Alexander in merito

alla questione Ufo.

WB: Durante la sua carriera, ha mai avuto contatti diretti con degli Ufo?

JA: Non particolarmente, sono stato testimone di alcuni avvistamenti ma di profilo minore, come indicato nel libro.

WB: Che cosa pensava che fossero a quel tempo? E oggi, dopo molti anni, cosa pensa che siano?

JA: Al tempo non avevamo idea di cosa fossero, mentre invece oggi sappiamo che sono oggetti reali, ma che vanno

totalmente al di là della comune comprensione. Non ci sono risposte semplici in merito.

WB: So che lei nega il fatto che esista un cover-up da parte di alcuni governi, cosa pensa in proposito di casi di ufo

crash, come Roswell?

JA: Sono direttamente sceso in campo contro i così detti "Ufo-chrash", come Roswell, poichè i dati in nostro possesso

non hanno senso. Ho molta difficoltà a credere che "essi" viaggino per così tanto, compiendo tutta questa distanza

solo per poi schiantarsi qui da noi.

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WB: Ancora a proposito del cover-up: crede che sia possibile che esso esista o sia esistito senza che lei ne sia mai

venuto a conoscenza?

JA: No, non esiste nessuna politica di cover-up. Detto questo c'è e c'è stato un piccolo numero di investigatori di

basso livello (gerarchico) che sospetto abbia avvertito e convinto alcuni testimoni di stare zitti. Ribadisco, nessuna

politica specifica, questi individui erano solamente convinti di dover agire così.

WB: Quale livello di segrtezza ha raggiunto?

JA: Molto più alto di quanto si possa immaginare

WB: Che cosa crede che l'umanità debba aspettarsi dagli sviluppi della questione ufo, nei prossimi anni?

JA: Non molto. La comunità ufologica è il suo stesso peggior nemico. Le loro storie assurde spaventano i veri

ricercatori. Il campo è tossico alla carriera.

WB: Lei crede sia ragionevole pensae che alcuni Ufo siano in realtà prototipi segreti dell'Us Army o della Cia?

JA: Sì ci sono molti aeromobili strani in sviluppo, ma questo non li rende simili a quelli extraterrestri

WB: Pensa che sia possibile che questi modelli giungano da una retroingegneria extraterrestre?

JA: No.

WB: Ha mai sentito qualcosa in proposito dell'esistenza di mezzi extraterrestri sul nostro pianeta, personalmente o

confidenzialmente magari da persone graduate e credibili, appartenenti ai servizi segreti o ai militari?

JA: Non da fonti credibili. In proposito abbondano i miti.

WB: Ma lei è sicuro che gli Ufo non siano di provenienza umana, giusto?

JA: Sì

WB: Che cosa pensa delle abductions?

JA: La cosa è complessa. Ci sono sempre state interazioni tra umani ed entità non umane per millenni. Solo alcune di

esse sono in relazioni con gli ufo.

WB: Durante i suoi studi sul paranormale, ha mai assistito a fenomeni reali che non sono (ancora) spiegabili

scientificamente?

JA: Moltissimi.

WB: Come mai secondo lei, seppur ci siano molti studi scientifici che confermano l'esistenza di questi fenomeni, ci

sono molti scienziati che insistono nel negarli?

JA: Anche qui, il campo di studio di questi fenomeni è tossico per la carriera; se ne sei toccato non riesci più ad

andartene. Purtroppo questi scienziati semplicemente si rifiutano persino di considerare i dati. E ce ne sono!

WB: Che cosa vorrebbe dire a questi scienziati e alle persone estremamente scettiche che negano gli ufo e i veri casi

di fenomeni paranormali?

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JA: Che è tutto vero. Ciò di cui c'è davvero bisogno è che si renda possibile studiare questi fenomeni senza

danneggiare o rischiare un'intera carriera. Ne vale la pena oltre ogni dubbio.

Werner Bissoni

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Il triangolo della Pennsylvania

15-03-2011

Nell'annunciarvi che stasera entrerò in un covo di miscredenti (la conferenza organizzata dal Cicap a Milano sulle

evidenze aliene nello spazio: ho già capito l'andazzo, si smonterà tutto e di più...) dal quale potrei anche non

riemergere, vi do in pasto il caso del "triangolo della Pennsylvania". Su segnalazione anche del Fizu, che nella sua

nuova vita slovacca, oltre alla relazione sull'ondata belga per i nostri dibattti, si sta occupando delle inquietanti

sparizioni di umani sui Monti Tatra, vi giro il link di Youtube: la discussione nella rete monta sempre di più e anche un

esperto di foto e immagini quale lui mi garantisce che il filmato è autentico e che non si tratta di elaborazioni

computerizzate. Non si scappa, dunque: quello lì o è un aereo (segreto) militare o... Ma perché è ancora più

importante e significativo questo avvistamento? Perché un oggetto praticamente identico è al centro, appunto, del flap

belga di vent'anni fa del quale renderemo conto quanto prima. Buona visione, allora; e avanti con i commenti. Ah,

dimenticavo: i fatti risalgono al 5 gennaio 2011 e sono avvenuti nel cielo di Murrysville.

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Nella tana dei Miscredenti 16-03-2011

Dunque, sono andato nella Tana dei Miscredenti. E sono sopravvissuto, tornando sano e salvo e prendendomi

addirittura un piccolo "scalpo" (lo scoprirete a fine post). La Tana dei Miscredenti per l'occasione era situata a Villa

Pallavicini di Milano, sede, martedì 15 marzo, della conferenza "Nasa e Ufo: misteriosi casi di Ovni nello spazio"

organizzata dal Cicap, che, come ben saprete, sta per Comitato italiano per il controllo delle affermazioni sul

paranormale. Associazione rispettabile, fondata nel 1989 da Piero Angela e frequentata da nomi illustri della Scienza

(a cominciare da Margherita Hack), ma anche un gruppo che, dal mio punto.di vista di credente, non supererebbe la...

prova della cadrega. Confesso che quando ho letto bene lo scopo della serata - stroncare certe apparizioni "celesti" -

mi è venuta l'orticaria: non perché sia sbagliato criticare, o porre dei vincoli di metodo e di logica, ma perché mi pare

che di fronte a un tema tanto vasto e articolato (almeno questo l'hanno riconosciuto), l'approccio dovrebbe essere

identico a quello che si ha davanti a un foglio bianco. Al contrario, mi pare che ci siano fior preconcetti di partenza.

Vabbé, non divaghiamo... Giocava l'Inter? E chissenefrega... Meglio gli Ufo "spaziali" raccontati in questo locale con

sedie e tavoli come se si fosse all'osteria: un look da circolo culturale alternativo. Sul palco, a mostrare foto e filmati,

Luca Boschini progettista spaziale che si professa - l'ha detto chiaro e tondo nell'intervista pubblicata dal Corriere

nelle pagine Cultura & tempo libero a latere di un mio articolo sulla storia degli Ufo a MIlano - profondamente scettico.

Così per un'ora e mezzo ha spiegato che certi filmati di avvistamenti orbitali altro non sono che pezzi di ghiaccio che

si staccano dalle navicelle o dalle stazioni spaziali, oppure detriti, oppure fenomeni di riflessioni, magari determinati da

astronauti che desideravano giocare un po' con la macchina fotografica. Il tutto è stato condito da un tono abbastanza

irridente francamente fastidioso. Ora, nessuno mette in discussione alcune cose: le bufale sono la stragrande

maggioranza; certi episodi sono davvero spiegabilissimi in maniera "terrestre"; è sacrosanto pretendere rigore e

attenzione; perfino è quasi accettabile la tesi di Angela "zero approfondimenti, cento prove; cento approfondimenti,

zero prove", una formula che, comunque, ha in nuce lo stesso concetto del "tendente all'infinito" usato in fisica.

Ovvero: i cento approfondimenti non saranno mai fattibili, per cui è doveroso lasciare un margine, per quanto minimo,

di incertezza. Ve la faccio breve. Il limite di questa serata è stato di pretendere - poi, in verità, una certa retromarcia è

stata fatta - di generalizzare una tesi a fronte di alcune foto e di alcuni filmati, anche se il conferenziere ha dichiarato

di avere ulteriore materiale a supporto. Per nulla convincente è stato anche l'endorsement totale e acritico della Nasa:

loro sì che sono bravi e trasparenti, visto che mettono a disposizione tutto il materiale che volete. Tutto? Ma dai:

chissà quanta roba sarà stata tagliata o accantonata sotto silenzio.E questo gli è stato ben detto dai non pochi

Credenti in sala. Già, la notizia (colpo di scena?) è che c'eravamo pure noi. Embedded e poi usciti allo scoperto.

Magari qualcuno ha usato toni un po' naif nell'esporre il proprio pensiero, ma almeno c'è stato contraddittorio e il

relatore non è parso brillantissimo nelle repliche. Anzi, alla fine era chiaramente sulla difensiva a suon di "io non

escludo...", "certo, potrebbe anche essere...". Io mi sono permesso di girargli un messaggio che mi aveva mandato il

Fizu. Dunque, da Miscredente a Miscredente. Il messaggio era questo: "Gli chiedi, parlando appunto dei filmati dello

Shuttle, che cosa sono quelle tracce che 'escono' dall'atmosfera terrestre? E' come se fossero decine e decine di

missili... Se ti dice che sono fenomeni atmosferici, chiedi dimostrazione perché non pare proprio che lo siano. Io ho

sempre pensato che i filmati che li ritraevano fossero in 'reverse playing' e che quelle fossero meteore. Ma quella

soluzione non mi ha mai convinto del tutto...". Ebbene, l'ho lasciato parlare senza comunicargli la riflessione finale del

Fizu: per lui erano sempre e comunque pezzi di ghiaccio... Totale: un paio di settimane fa ho assistito a un'altra

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conferenza di uno scenziato, il professor Guaita, biochimico che è anima del Gruppo astronomico di Tradate. Ha

parlato, tra l'altro, delle straordinarie scoperte di una sonda Cassini, che portano come minimo alla certezza che in

altre parti del sistema solare ci sono le condizioni ideali per lo sviluppo della vita. Una posizione, la sua, da scienziato

che da un lato pretende prove solide ma che dall'altro lascia ampie aperture, dando pure credito all'ufologia. La

differenza, insomma, è stata evidente...

p.s.: qual è stato lo "scalpo"? Be', nulla di definitivo. Però Boschini ha detto - era pure messo nero su bianco su una

slide - che il primo americano a volare nello spazio fu John Glenn. No, Glenn fu il primo a orbitare attorno alla Terra e

fu solo il quinto astronauta yankee. Il primo in assoluto fu Alan Shepard: con discrezione, gliel'ho fatto notare. Ahi, ahi,

signora Longari, avrebbe detto MIke Bongiorno...: secondo me "cannare" una cosa del genere, in una serata a tema

specifico, non è il massimo e rovina un po' di cose. O no?

nota: crediti Nasa per le immagini qui pubblicate

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Costruiamo l'acchiappa-Ufo

21-03-2011

Dedicato agli ingegneri e agli appassionati di elettrotecnica. Il collega dell'on line Federico Cella - un Miscredente

"scelto", per cui ho anche il sospetto che abbia inviato la cosa per prendermi per i fondelli: indagherò a fondo... - mi ha

passato il link di un sito che ha ripescato un ritaglio del 1968 di Flying Saucer Review, rivista - pare piuttosto seria e

rispettata - del British Journal of Ufology. Lo schema che vedete a fianco (in calce al post vi passo il link per aprire il

file ed eventualmente stamparlo) è quello di un "Acchiappa-Ufo". Nel senso che, risparmiandovi i dettagli del circuito

(anche perché non sono in grado di farlo), questo è rilevatore di campo magnetico. Ora, dato che per ora un disco

volante (o un Ufo dalle fogge diverse) non è mai stato periziato con apparecchiature ad hoc (altrimenti, il dibattito su

"esistono" e "non esistono" sarebbe già morto e sepolto), si era pensato, in quegli anni così fervidi per la materia a noi

cara, di catturare le anomalie magnetiche che molti Ovni avrebbero lasciato in una zona dopo il loro passaggio. E'

stato anche stabilito il raggio d'azione dell'aggeggio: da 1 a 3 miglia nel caso di Ufo di taglia piccola, da 5 a 10 miglia

nel caso di quelli grandi. L'Ufo-buster non risentirebbe dei cambi di pressione e di temperatura e ha una sensibilità

molto accentuata. Ma, questa, come abbiamo detto, è solo una semplice e suggestiva ipotesi. Il commentatore non

manca di sottolineare che le anomalie magnetiche sono associabili pure ai terremoti e che certe luci, accreditate

appunto di essere oggetti volanti condotti da extraterrestri, in realtà potrebbero essere la prova visiva di un movimento

tellurico nella zona. Peraltro, date le caratteristiche, il marchingegno può funzionare benissimo anche nel caso di

presenze paranormali. Dunque, se non beccate un Ufo o un terremoto, magari acchiappate un fantasma. Proposta:

qualcuno dei nostri amici che ha dimestichezza con l'elettronica e dintorni, perché non prova a realizzarne uno? Ecco

il link dal quale stampare il circuito.

Mistero Bufo 41Mistero Bufo 41

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C'è un Ufo a Nitra: ma perché?

22-03-2011

Il nostro caro Fizu, ormai prossimo ad affrancarsi dalle fiamme della miscredenza e della dannazione, mi passa

questa curiosa testimonianza dalla sua nuova residenza. A voi la lettura

Come forse avrete letto in qualche spoiler su e giù per il blog, ho recentemente lasciato la patria terra per trasferirmi a

lavorare in Slovacchia... Ad oggi abito in Nitra, ridente cittadina universitaria a circa 80 km dalla capitale Bratislava.

Per vincere la nostalgia di casa e della famiglia, nonché una travolgente noia domenicale, e non ultimo un dopo-

sbronza abbastanza persistente, circa 2 settimane fa imboccai il "lungo-Nitra" (Nitra è infatti attraversata dal... Nitra),

deciso a profonde inspirazioni di aria pulita ed ispirazioni fluviali, panta rei etc... Giunto ad uno dei ponti, valutai

l’opportunità di passare sull’altra sponda (contenetevi) ed essendo in prossimità del quartiere universitario decisi di

andare a vedere gli istituti, le palazzine di studenti etc... tanto per capire con gli occhi che aria tirava ... Dopo aver

attraversato il ponte, cominciai ad intravedere un alquanto inusuale edificio. Ero già al corrente che a Bratislava vi

fosse una torre panoramica soprannominata “l’Ufo”, ma a vederla dalle foto online mi era parsa abbastanza

deludente. Qui invece rimasi basito. Cominciai quindi a scattare sghignazzando una serie di foto con lo smartphone,

di cui potete apprezzare (si fa per dire) un estratto. In tempi brevi penso di mettere la serie completa su Picasa (vanno

apprezzate a andezza naturale, comunque basta cliccare sulle foto nel post per ingrandirle).Premetto di non aver

indagato molto sulle origini dell’edificio e sul significato che l’architetto abbia voluto dare a questa strana “cupola”, che

di sicuro richiama un Ufo... Però un poco ho indagato, con qualche studente che vagava nei dintorni alla domenica

mattina... E un poco nei giorni successivi... Non sono venuto a capo di molto, se non del fatto che alla ricorrente

domanda che mi veniva posta: “Ma perchè ti interessa?”, io regolarmente rispondevo, cautamente: “Beh... perché

sembra un disco volante appoggiato sul tetto!” A questo punto, generalmente, seguiva una sgranata di occhi

dell’interlocutore, che però non aveva nulla di divertito. A questa seguiva una nuova mia domanda specifica sul tema.

Qualcosa tipo “che ne pensi di Ufo, alieni e così via?”.... Al quesito ho ricevuto tutta una serie di evasioni interessanti.

Badate bene: non risposte, ma evasioni. Cresce quindi la mia curiosità in merito al perché tale domanda non trovi, in

risposta, un’opinione su cui discutere, fosse anche la “cojonella”, fosse anche il classico “ma perché, tu credi agli

Ufo?”. Piuttosto, le risposte erano del tipo: “Qui in Slovacchia non ne discutiamo molto”. Non volevano avere né

un'accezione da snob, né da complotto in corso; semplicemente, davano la sensazione che non facessero parte della

cultura popolare del posto... Il che, per una città con un Ufo posato su uno dei maggiori atenei nazionali, pare strano.

O forse siamo noi che siamo strani... Eppure nei negozi di giocattoli abbondano Robot adiocomandati, pupazzetti di

Star Wars e giochetti vari a tema “alieno”. Continuerò la mia sottile indagine... Nel contempo volevo invitarvi a

condividere eventuali esempi di architettura che in qualche modo richiamino o citino il tema a noi tanto caro... tanto

per fare un poco di rete neurale... Una specifica: quella che dentro di me ho soprannominato “L’Ufo di Nitra” è, come

struttura, anche abbastanza illogica e sgraziata. Pur assomigliando ad una classica sala panoramica, si trova in

posizione molto ribassata, forse tre o quattro metri dal suolo, e non offre panorama su nulla, data la sua elevazione e i

dintorni, ben poco panoramici. Anche l’idea di una sala conferenze o di un’aula rimane abbastanza strana, con

lavagne o schermi che a determinate ore del giorno risulterebbero del tutto illegibili a causa dei riflessi del sole. Ci

resta la possibilità di un locale notturno, magari stravagante o a tema... Ma essendoci sopra un ateneo universitario,

lo ritengo abbastanza impossibile e comunque non lo è... Quindi “coincidenza” (in quanto chi l’ha progettato non era

antecedente alle “saucers”) o richiamo voluto? Nel mio invito a condividere luoghi simili vorrei che manteneste

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inalterata la casualità dell’immagine o comunque il richiamo involontario: nel senso che linkare la foto di un

“monumento agli Ufo" non servirebbe. Cerchiamo invece i mille segni nascosti nel mondo del “complotto Ufo” , un

poco come il NWO, il IV Reich o la Massoneria... (Ovviamente scherzo! Però voi linkate!)

Il Fizu

(Dovidenia bUFI!)

Le "ammissioni" della Nasa

Un amico di Facebook mi ha segnalato questo spezzone di un notiziario televisivo Usa. A proposito di Nasa, c'è

qualcosa di interessante... Ecco il link

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Zohal, il primo disco "umano"

26-03-2011

Notizia curiosa catturata dal Daily Mail tramite l'agenzia iraniana Fars: il primo disco volante di natura umana, e non

aliena come vogliono prassi e tradizione, è stato realizzato da un gruppo di tecnici e scienziati della repubblica

islamica. C'è anche un'immagine dell'aggeggio (la riportiamo ricordando che i "credits" sono della stessa Fars): ci

pare un cosiddetto "rendering" computerizzato, più che una foto reale; l'oggetto si trova sopra un non ben identificato

paesaggio con montagne, roccia e un po' di vegetazione. Il commentatore del quotidiano inglese ha giustamente fatto

osservare che le forme sono molto simili a quelle dei "flying saucers" stile anni 50 e 60, con particolare riferimento alle

produzioni cinematografiche di Hollywood.A noi pare anche una grande trottola, simile a quelle che vinci al Luna Park

o che trovi sulle bancarelle dei cinesi. Be', che dire: un disco deve essere un disco; mica puoi farlo quadrato o a forma

di sasso; non penso che ci sia molto da inventare sul piano dell'estetica ed è inevitabile che la letteratura e la storia

della materia forniscano gli spunti migliori... Comunque sia, non è ancora chiaro su quali basi Zohal - il nome di

battaglia del disco: Saturno, in italiano - riesca a librarsi e a navigare per aria. E non sono ben chiare nemmeno le

dimensioni. Pare però che sia piccolo (in grado di volare anche indoor) e che dunque, in buona sostanza, sia un

drone. L'agenzia stampa degli studenti iraniani spiega infatti che Zohal fissa "l'inizio di di una nuova era nel trasporto,

nel lancio e nel volo, all'insegna della facilità d'impiego e dell'azzeramento del rumore". Ed è anche il capostipite di

una generazione di velivoli ad andamento verticale, pensato soprattutto per fotografie aeree. L'equipaggiamento è di

tutto rispetto: autopilota, stabilizzatore d'immagine, Gps, un dispositivo separato per le videoregistrazioni, ovviamente

tutte in alta definizione". L'applicazione primaria sarà di sicuro militare: non a caso la presentazione del disco volante-

drone ha avuto per padrino l'ayatollah Ali Khamenei, massima autorità del Paese, e si è svolta durante una mostra

destinata alle tecnologie strategiche. Ma la domanda più importante è un'altra. Posto che l'Iran sta sviluppando un

programma sui missili di lunga gittata, chi ci dice che Zohal non sia anche la prova d'orchestra per arrivare a un "Ufo"

grande come si deve e dotato di equipaggio? E gli alieni, che cosa direbbero in tal caso? Va a finire che perdono il

posto di lavoro...

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La strana storia degli Ufo islamici 29-03-2011

Visto che abbiami parlato di Ufo in Iran, Werner Bissoni, il nostro Wernazzo, mi ha passato questo interessante post

che ha pubblicato anche sul sito "Insolitanotizia Blogspot".

Gli Ufo sono stati avvistati da molti secoli nei cieli di tutto il mondo. In moltissimi testi antichi e in tutte le tradizioni

religiose c'è sempre almeno una storia che parla di oggetti volanti misteriosi, come nella Bibbia, nei Veda e in

tantissimi altri. Tali oggetti quali spesso sono percepiti come manifestazioni portentose riconducibili alle prodigiose

facoltà divine. Autori come Von Daniken o Sitchin hanno ottenuto un grande successo proprio per aver riletto in

chiave ufologica gran parte di queste storie, precedentemente interpretate come mere manifestazioni divine,

trasformandole in contatti con esseri extraterrestri. Secondo questa teoria, gli alieni sarebbero appunto quello che i

nostri antenati chiamavano dei. Ormai questo genere di esegesi è diventata molto conosciuta anche grazie alla rete,

ed è ormai un classico dell'ufologia- Ma per quanto vi siano episodi analoghi anche nella tradizione islamica, tale

corrente religiosa non sembrava essere particolarmente interessata alla faccenda. Invece, forse cavalcando l'onda di

progressiva apertura generale nei confronti dell'esopolitica, anche l'Islam si scopre attento alla questione Ufo, tanto

che recentemente Louis Farrakhan, il "National Minister Assistant" della famosa organizzazione americana "Nation of

Islam" (NOI), fa sapere che la propria religione è molto interessata agli Ufo e che in questo modo si spera di unire

tutte le confessioni della Terra e, in qualche modo, di "salvare" il mondo. Per chi non lo sapesse, il NOI è quel nutrito e

famoso movimento afro-americano musulmano fondato negli anni 50 da Elija Muhammad, che ebbe come suo

principale esponente Malcolm X, secondo il quale l'islamicità del popolo afro-americano è basata sul fatto che gli

schiavi neri importati dall'Africa provenivano in gran parte da nazioni la cui religione originale era appunto quella

musulmana. Per quanto ci siano delle differenze tra la religione islamica tradizionale e la dottrina seguita dal NOI, oggi

tale organizzazione è molto seguita e gode di rispetto nell'opinione pubblica americana, soprattutto dopo che

storicamente ha contribuito in maniera decisiva ai cambiamenti sociali degli anni 60 durante le famose lotte per la

parità e per i diritti civili negli Stati Uniti, raggiungendo risultati universali per la considerazione delle minoranze e nelle

battaglia antirazzista. Un elemento di carattere ufologico legato all'Islam, che è emerso dall'oblio, è una curiosa storia

raccontata volentieri dallo stesso Elija Muhammad. Spesso si riferiva a una misteriosa "Eath Orbiting Mother-Plane"

(una sorta di nave-madre orbitante intorno alla Terra), dotata di numerosissimi e portentosi armamenti. Anche se non

è ben chiaro che cosa vi succedesse a bordo, non è il solo esempio. Infatti, nei testi coranici si fa sovente riferimento

agli Ufo, che sono denominati - usando la traduzione in inglese - "Airborne Wheels" (wheels sta per ruote, ingranaggi,

cerchi; mentre airborne significa anche aerotrasportato, aereo). Ma secondo la mitologia islamica, la "Eath Orbiting

Mother-Plane" non sarebbe un'astronave aliena, ma un oggetto costruito dalla razza umana in un lontanissimo

passato. Secondo la leggenda, il "Wheel" originale sarebbe stato costruito in un'isola riconducibile all'attuale

Giappone da alcuni "scienziati" con l'aiuto di Dio, con il principale scopo di creare le montagne sulla Terra.

Ovviamente, se si volesse affrontare questa leggenda razionalmente ci si troverebbe di fronte ad alcune

incongruenze: innanzitutto chi possedeva millenni fa la tecnologia per costruire un'astronave? Perché tanto lavoro per

costruire delle montagne? Comunque, Farrakhan allude anche a un misterioso complotto, secondo il quale, in

riferimento alla questione Ufo, dice che "Many have died or have been killed to keep from sharing what they have

seen". Insomma, come nella più classica casistica cospirazionista, molti sarebbero morti o sarebbero stati uccisi al

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fine di mantenere il segreto. Mah... Il NOI, sempre tramite le dichiarazioni del religioso musulmano, si batte anche

affinché aumenti la "disclosure". Le sue parole sono chiare: "Faremo sì che il Governo degli USA divulghi i propri

archivi e che gli americani siano informati di questa realtà". Il riferimento, è ovvio, è sempre all'esistenza degli Ufo.

Sembra che abbiano radunato un bel gruppo di ricercatori autofinaziandosi, al fine di acquisire prove in merito. E

ancora: "The founder of the Nation of Islam, Fard Muhammad (Elija Muhammad, n.d.a), taught us about these objects

that the world calls UFOs, and he gave us great details as to the materials that they were constructed of and that most

of these objects come from this planet Earth,"Ovvero: "Ha detto Ishmael Muhammad, il leader nazionale del NOI a

AOL News, che Elija Muhammad ha insegnato ai suoi discepoli molte cose sui materiali e sul modo con cui sono

costruiti quelli che il mondo chiama Ufo e che la maggior parte di essi sono fatti su questa Terra". Secondo Ishmael

Muhammad, alcune decadi fa, addirittura l'FBI entrò con una scusa in uno dei Templi per una perquisizione,

portandosi via molto materiale "caldo", compresi tutti i documenti sui quali c'erano i dettagli e i diagrammi di questi

Ufo. Ma non solo: lui stesso sarebbe stato preso a bordo di uno di questi "Wheel", dove avrebbe ascoltato la voce di

Elija Muhammad. Certo la voce del NOI non è la rappresentanza del popolo musulmano nella sua interezza, ma per

quanto riguarda gli Stati Uniti è certamente significativa. Ora, resta da vedere se, come già detto, sia l'ennesimo salto

sul carro vincente (vedi la Chiesa Cattolica) per cavalcare l'emotività della massa sensibile al fenomeno Ufo, oppure

se siamo in presenza di un'autentica tradizione islamica riletta in chiave contemporanea, passando per le misteriose

rivelazioni di Elija Muhammad, che per quanto possa aver metaforizzato qualcosa, di certo non era un semplice

sprovveduto cantastorie. Una cosa è comunque ampiamente condivisa, trasversalmente da tutti i popoli e da tutte le

religioni: la questione Ufo è quantomai realistica e penetra la storia dell'umanità in maniera capillare e misteriosa da

sempre. Il livello di consapevolezza esige ormai una conoscenza più corretta. Sembra che i tempi siano maturi,

finalmente, per conoscere la verità.

Werner Bissoni

Sabato 2 aprile la prima abUFATA

Confermo che la prima abUFATA - un boccone e quattro chiacchiere assieme, se paga "a la romana..." - si terrà

sabato 2 aprile alla pizzeria "La Fabbrica" in viale Pasubio 2 a Milano (praticamente è all'angolo con Corso Como).

Appuntamento per le 13. Alcuni di voi mi hanno già annunciato la presenza, ma chiedo, per non trovarci poi nei guai

con la tavolata, una riconferma a questo indirizzo email: [email protected]. Attenzione se venite con l'auto: la piazza

attigua è sottosopra per la realizzazione di un parcheggio sotterraneo e i disagi rimbalzano anche nelle aree attorno.

Insomma, o parcheggiate più lontano, o venite con i mezzi pubblici (c'è ad esempio, comodissima, la fermata

Garibaldi della metropolitana: in 2-300 metri si arriva al locale), o vi armate di pazienza finché non trovate il posto

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Alieni, diversità e coesistenza

01-04-2011

Ricevo questo contributo da un frequentatore della nostra comunità (che desidera rimanere anonimo) e lo pubblico ad

uso dei vostri commenti.

In una serata insonne, mi è passato per la testa un pensiero che ho ritenuto interessante da un punto di vista

filosofico. Non è supportato da alcuna osservazione, pertanto diciamo che è semplicemente un esercizio mentale. I

presupposti di base sono di carattere comparativo; in altre parole, cercare di utilizzare le nostre esperienze in un

campo/fenomeno/applicazione per cercare di capirne un altro. L’idea è questa: nei secoli l’uomo ha sempre avuto un

comportamento progressivo nei confronti di quello che si e’ sempre considerato un “diverso”. Questi comportamenti

poi si sono riflessi a livello antropologico e sociale e poi strutturati sotto forme di legislazione. Si pensi all’evoluzione

delle leggi raziali durante il nazismo, ma anche alle leggi per i diritti civili, negli anni 60-70. Che cosa c'entra tutto

questo con gli alieni? Prima di tutto, fissiamo dei presupposti. Supponiamo che il contatto ci sarà e che sarà su vasta

scala. Supponiamo poi che il contatto sia paritario, o comunque non distruttivo, per cui sarà possibile una co-

esistenza tra noi e loro. Detto questo, l’esercizio mentale che pongo ai lettori di questo forum è questo: la diversità

dell’alieno ci porterà a considerarli come nuovi immigrati. In base alle nostre esperienze con il “diverso” che si sono

succedute nei secoli, e al fatto che spesso la storia si ripete, è possibile individuare percorsi sociali, antropologici e

sopratutti legislativi nel regolare la coesistenza tra noi e loro? Pongo questa domanda a tutti, credenti e scettici. In

altre parole, non si tratta di discutere come il contatto avverrà (o se è già avvenuto), ma di come la società

cambierebbe una volta che questo tipo di esperienza sarà diventata cosa comune, coinvolgendo ognuno di noi nella

nostra quotidianità (per esempio: quando avremo un vicino di casa alieno, i nostri figli avranno marziani in classe, etc

etc). Molti obietteranno che tale confronto non è corretto, perché noi e loro saremmo veramente diversi, mentre nel

passato le diversità (di razza, religione, sesso) erano artificialmente poste dall’uomo stesso. Questa è

un'osservazione fondatissima. Tuttavia, all’effetto pratico, in passato molte categorie sociali erano cosiderate

"diverse". In questa luce il confronto si pone non nel merito della diversità, ma piuttosto nelle conseguenze che l’aver

imposto la diversità hanno portato nella società. Un’altra obiezione, altrettanto fondata, è sulla questione della parità.

Molti diranno che se loro arriveranno qui, lo faranno da esseri superiori. Se questo fosse vero, noi saremmo ridotti in

schiavitù: non vedo molte alternative. Per chi la pensa così, propongo un confronto diverso: come potremo utilizzare

certi percorsi sociali e antropologici che hanno caratterizzato le battaglie del passato da parte di popolazioni

sottomesse (dall’oppressione degli ebrei, a quella degli afroamericani, dall’oppressione sovietica, fino a quella

nordafricana). Portremo identificare infine percorsi storici che ci aiuteranno nel guidare il modo con cui sarà costituita

la resistenza? Quali modelli ritenete che verranno usati? Infine, in ultimo commento sulla questione della coesistenza

tra noi e loro. Non penso ci siano soluzioni alternative alla distruzione totale del genere umano. Sarò drastico, ma se

non saranno loro, saremo noi a non lasciare che la nostra amata Terra venga ceduta al conquistatore. Nella nostra

innata stupidità e conflittualità interna, abbiamo la capacità bellica di distruggere noi e di rendere la Terra un inferno

invivibile (probabilmente anche per l’invasore) nel giro di poche ore. Quindi, se mai esisteremo, sono indotto a

pensare che esisteremo con un certo livello di coesistenza. Ma chi la pensa diversamente, è libero di speculare, non

ci sono risposte giuste o sbagliate. Il campo è aperto. Ho chiesto di mantenere questo post anonimo semplicemente

perché non voglio “possederlo” e perché non ho particolari opinioni a riguardo. In altre parole, lancio un tema libero,

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nel quale ciascuno può dire ciò che vuole senza paura di offendere nessuno. D’altronde, si tratta di un semplice

esercizio mentale. Isaac Asimov fece lo stesso quando promulgò le famose tre leggi della robotica...

Alien 2011

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Il mistero delle mutilazioni 06-04-2011

Non abbiamo ancora trattato questo tema, ma oltre ad essere pieno di risvolti misteriosi, si vuole sia legato in qualche

modo all'ufologia: parliamo delle mutilazioni animali. L'amico Werner, che se ne occupa da tempo, ci ha preparato

questo inquadramento-relazione.

La mutilazione animale (o "cattle mutilation") è un fenomeno piuttosto controverso, che per il fatto di essere

storicamente relazionato ad avvistamenti di nefandi elicotteri neri o di strane aeronavi sconosciute, è di fatto

considerato generalmente un sottoinsieme dell'ufologia. In realtà per la peculiarità e l'inspiegabilità di alcune

caratteristiche tipiche, dovrebbe essere considerato un mistero a sé, anche perché non esiste nessun indizio che

leghi indissolubilmente e senza ombra di dubbio le assurde menomazioni trovate sul bestiame alle misteriose

apparizioni di oggetti non identificati nei nostri cieli. E' praticamente impossibile stabilire se tale fenomeno sia un

enigma esclusivamente contemporaneo o abbia radici più antiche, anche perché con tutta probabilità tali aberrazioni

avrebbero potuto essere considerate anticamente dei prodigi diabolici o semplicemente delle strane aggressioni da

parte degli animali predatori. Già Charles Fort, però, celebre scrittore ed indagatore del mistero, riporta casi di

cadaveri di pecore, conigli, vacche e altri animali da allevamento orrendamente mutilati, spesso ritrovati in

concomitanza ad apparizioni di luci misteriose, come nel Galles dei primi del Novecento. Ma secondo la collezione di

fatti inspiegabili raccolta dall'eccentrico ricercatore americano, casi simili sarebbero riportati anche in alcune cronache

più antiche. Recentemente, invece, prima che il fenomeno salisse decisamente alla ribalta con alcuni casi celebri che

diffusero letteralmente il panico in alcune zone degli Stati Uniti nella seconda metà del XX secolo, si ha notizia di

qualcosa di avvenuto nei primi anni 60 tra Kansas e Pennsylvania. Ma sulla natura degli episodi non vi è certezza.

Il primo caso finalmente documentato di mutilazione animale (per quanto assai ambiguo), avvenuto nel settembre del

1967 ad Alamosa nel Colorado, è il'attacco ai danni del cavallo Lady, diventato in seguito famoso come “Snippy the

horse” (da: to snip: tagliare-tagliuzzare). Dal punto di vista ufologico la cattle mutilation è interessante per due fattori:

primo, come abbiamo detto, spesso è correlata ad avvistamenti di elicotteri sconosciuti, Ovni o ad insoliti e misteriosi

fenomeni luminosi; inoltre vi sono testimonianze (più o meno credibili) di vacche o altri animali in volo, catturati da

"dischi volanti" (tra cui anche alcuni controversi filmati, per lo più falsi). Secondo, la natura di tali mutilazioni e le

tecniche riconducibili ad esse sono assolutamente stupefacenti e sconcertanti per l'elevatissimo livello tecnologico,

assolutamente inusuali e non rapportabili ad alcun fine scientifico noto. Inoltre, una procedura così furtiva ed

eccentrica e le modalità di tale fenomeno sono tanto assurde da poter ipotizzare un possibile coinvolgimento

extraterrestre. Ecco gli elementi caratteristici propri della mutilazione animale:

- le vittime sono di solito bestie da allevamento o da cortile (vacche, cavalli, pecore, etc.)

- seppur in presenza di severe recisioni e ferite da taglio varie, sia esternamente che internamente alla carcassa non

vi è la minima traccia di sangue, o segno di alcun tipo (trascinamento, impronte di passi o pneumatici etc.) che possa

far pensare a uno spostamento del cadavere e alla macellazione dell'animale in altro luogo (se non il trasporto per via

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aerea, ovviamente)

- la notevole precisione e qualità del taglio simile solo a quello chirurgico, nonché la sorprendente caratteristica

cauterizzazione immediata della zona adiacente alla resezione, tipica di un apparecchio di taglio al laser, con

temperature stimate in alcune centinaia di gradi; il problema, però, è che sovente mancano i residui microscopici di

carbone che caratterizzano l'incisione laser chirurgica e veterinaria. E questo nonostante l'esame anatomo-patologico

abbia confermato comunque la presenza di emoglobina e collagene “cotti”, a prova che il tessuto è stato asportato

con una tecnologia in grado di generare abbastanza calore da provcare una cauterizzazione all'istante

- la rimozione di occhi, mammelle e organi genitali

- la rimozione dell'ano, simile per profondità e tecnica a quella chirurgica veterinaria

- la rimozione della lingua e di una o di tutte e due le labbra

- la rimozione di un singolo orecchio

- la rimozione della carne e della pelle attorno alla mascella e sotto l'orecchio

- la rimozione degli organi del basso ventre

- l'inspiegabile deterioramento degli organi rimanenti, senza presentare danni ai tessuti circostanti

- la mancanza di segni tipici di animali predatori (morsi, lacerazione di carni o pelle, impronte)

- l'assenza di segni di animali ed insetti necrofagi e il rifiuto di questi di nutrirsi della carcassa

- l'inusuale agitazione e tendenza dei capi di bestiame rimasti a non voler dormire

- lo strano odore di medicina o “chimico” proveniente dal cadavere

- la presenza sul corpo e sul terreno circostante di strani buchi o segni apparentemente simmetrici, di origine e

ragione ignote.

In seguito alla prima ondata negli anni 60 e ad alcuni casi nella decade successiva, la discussione sul fenomeno

esplose negli Stati Uniti. Dopo le pressioni della stampa e dell'opinione pubblica, le autorità si affidarono all'FBI al fine

di far luce sul fenomeno. Nel 1979 fu così avviata l'“Operation Animal Mutilation”. A capo di questa operazione fu

messo l'agente Kenneth Rommel, ma l'inchiesta si concluse con un nulla di fatto; infatti, secondo la relazione

conclusiva (per lo meno per il pubblico dominio) la mutilazione animale era nella maggior parte dei casi da ricondursi

a fenomeni naturali e nei pochissimi altri era probabilmente spiegabile con episodi sempre di matrice naturale anche

se non ancora ben compresi e comunque a quel momento non determinabili. Insomma: niente di strano, anche

quando le spiegazioni non c'erano affatto. Ovviamente, per il quieto vivere, non si potè fare altro che chiudere

l'indagine non ascrivendo il fenomeno ad alcun responsabile particolare. In un'altra indagine, effettuata dalla “Bureau

of Alcohol, Tobacco, Firearms and Explosives” (ATF) e contemporanea alla precedente e conclusasi anch'essa con

un buco nell'acqua, iniziarono però ad emergere talune caratteristiche differenti. Tra queste una in particolare, che

aprì la porta ad un ultima spiegazione possibile: ovvero che qualcuno, e non qualcosa, avesse provocato le

mutilazioni. Con fini ignoti. L'elemento che fece pensare ad una sorta di rituale avente come vittime gli animali fu il

ritrovamento nei fluidi corporei delle bestie di residui riconducibili a sostanze usate in medicina, solitamente al fine di

far rilassare e non far soffrire; il che prevedeva anche una certa pietà, o più misteriosamente un particolare interesse

a non corrompere l'organismo della vittima con le tipiche sostanze naturalmente secrete in seguito ad uno stato di

stress e di paura. Ad oggi la mutilazione animale è in pieno svolgimento soprattutto negli Stati Uniti e in Inghilterra,

dove si registrano la quasi totalità dei casi. Ma sono pochi i ricercatori scientifici che rischiano la propria carriera

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studiando al fenomeno. Per la comunità scientifica, in generale, è comunque una fastidiosa anomalia da ricondurre,

nei casi più astrusi, a imprecisabili fenomeni naturali o a leggende metropolitane. Ecco le tesi a sostegno di questa

teoria. Cause di mancanza o mutilazione di bocca, labbra, ano, genitali: sarebbero una scomparsa o una ritenzione

dei tessuti dovuta ad una particolare disidratazione, o l'azione di specifici parassiti o insetti saprofagi che, cercando di

entrare nella carcassa, attaccano punti dove la pelle è più sottile e penetrabile. Cause di mancanza o mutilazione

degli occhi o di organi interni molli: sarebbero insetti saprofagi come la “Sarcophaga Carnaria” o animali che si

nutrono di carogne come ad esempio alcuni avvoltoi, che preferibilmente attaccano gli occhi e tendono a farsi strada

facendo dei buchi per nutrirsi degli organi interni molli. Cause dell'assenza di sangue nelle carcasse: all'interno del

corpo il sangue talvolta si accumulerebbe nella sua totalità nei punti più in basso della carcassa, trasformandosi poi (a

contatto col terreno) in componenti organici base; quello all'esterno del corpo, invece, verrebbe assorbito dal terreno

dove gli insetti lo farebbero sparire, o il sole disseccare. Cause delle incisioni chirurgiche: sarebbero da imputarsi a

strappi e tagli dovuti alle contrazioni post-mortem e/o alla disidratazione, dal momento che la pelle tende a tirarsi e a

ritirarsi in seguito al decesso (?). Causa delle resezioni chirurgiche degli organi interni: sarebbe l'azione di batteri o

insetti saprofagi che si nutrirebbero selettivamente di alcune sostanze presenti solo in alcuni organi.

Come si vede, le caratteristiche spiegabili razionalmente sono solo alcune, di quelle tipiche della "cattle mutilation".

Per la verità sono stati condotti diversi esperimenti per verificare la compatibilità dei segni tipici della mutilatione con le

normali attività di batteri e predatori. In particolare Robert T. Carrol, scettico ricercatore scientifico, dimostrò che i tagli

sulla pelle e il deterioramento di alcuni organi da lui ottenuti in laboratorio corrispondevano a quelli osservati in casi

presunti di mutilazione animale. Ma se così fosse per tutti gli elementi tipici di questa aberrazione, non saremmo qui a

indagarne il mistero, visto che altre ricerche scientifiche, ad esempio quella del National Institute for Discovery

Science, affermano che nelle analisi necroscopiche effettuate sono riscontrabili anomalie inspiegabili, non riconducibili

a fenomeni naturali. Per quanto riguarda invece la possibilità non naturale di tale attività, ma comunque di origine

umana, si individuarono nelle inchieste svolte a livello nazionale tre possibili motivazioni di intervento:

- Crudeltà verso gli animali: per quanto sia una devianza tristemente diffusa, essa raramente viene applicata ad

animali di stazza considerevole come vacche o cavalli, ma più comunemente è circoscritta ad animali molto piccoli o

domestici, come cani o gatti. È anche raro che per perpetrare tale crimine si utilizzino tecniche e strumenti sofisticati,

come invece sembra avvenire nei casi autentici di mutilazione animale, anche se a tal proposito sono stati citati alcuni

casi patologici di veterinari o medici che nel loro sadismo non mancavano di applicare la loro scienza.

- Mutilazione a fini di culto: intesa come alternativa alla crudeltà fine a se stessa, essa ad esempio può giustificare

l'assenza di sangue presupponendo che esso sia bevuto o raccolto dagli accoliti. In oltre è noto come alcuni organi

possano essere d'interesse per sacrifici rituali effettuati da alcune sette esoteriche, così come l'asportazione di un feto

da un animale gravido.

Per quanto sia l' FBI che l' ATF presero in considerazione seriamente tale ipotesi, ed alcuni casi marginali fossero con

probabilità riconducibili a tale attività, alla fine entrambe le inchieste conclusero che l'ipotesi “culto” non era da

considerarsi plausibile come causa della vera mutilazione animale. Anche se nell'opinione pubblica la cosa fece

scalpore e ci fu chi si convinse di tale ipotesi, in realtà i fatti non hanno mai avallato tale conclusione.

- Ipotesi psico-traumatica: da citarsi giusto per dovere di cronaca, è il più assurdo tentativo di spiegazione,

contemplato negli anni 70 in seguito ai primi casi di sindrome post traumatica nei reduci della guerra in Vietnam;

secondo questa tesi, ad effettuare tali sevizie sarebbero stati ex soldati che nella loro psicosi avrebbero cercato sfogo

ricreando sulle povere bestie le terribili torture patite o inflitte durante il conflitto.

Per quanto in differenti periodi dell'inchiesta queste tesi vennero prese in considerazione, attraversando l'opinione

pubblica a folate di credulità, gli inquirenti non ritennero mai l'ipotesi d'intervento umano la chiave per risolvere il

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mistero; tant'è che non si individuarono né persone né gruppi da ritenere responsabili e se è noto alle autorità ogni

tipo di crudeltà compiuta dagli uomini su animali vittime, fin dall'inizio la cattle mutilation è stata considerata

ragionevolmente al di fuori di tale attitudine.

Questo fino agli anni 80, ma considerato che questo fenomeno continua ad apparire inarrestabile, negli ultimi anni

sono sorte alcune nuove tesi di pari passo con l'insinuarsi di possibili teorie cospirazioniste di presunto coinvolgimento

e relativo insabbiamento della questione Ufo da parte del governo. In alternativa, i parlato di azioni delle frange più

segrete dell'apparato militare.Di recente una tra gli esperti più attivi è Linda M. Howe: oltre ad essere una capace

ricercatrice ufologica, sembra essere un'autorità in materia, anche se le sue conclusioni parziali restano improntate

esclusivamente sul coinvolgimento ufologico.

Ma anche nell'ipotesi che a compiere tale profanazione sui nostri animali siano esseri extraterrestri, resterebbero

comunque alcune perplessità che nessuno è ancora in grado di spiegare razionalmente:

- Perché avrebbero bisogno di fluidi o parti anatomiche animali?

- Perché dover uccidere degli animali, considerando ragionevole una relativa superiorità tecnologica extraterrestre,

grazie alla quale replicare facilmente tali sostanze in laboratorio?

- Perché lasciare tracce così ambigue ed evidenti del proprio operato, abbandonando i resti degli animali nelle

vicinanze del luogo di origine, nella totale incuranza nell' essere ricondotti a colpevoli, quando potrebbero

tranquillamente non lasciare alcun indizio delle loro nefandezze?

- Sono del tutto indifferenti delle nostre reazioni, o lo fanno apposta per palesare il loro coinvolgimento?

Altri, come detto, puntano invece il dito verso azioni segrete militari, come la sperimentazione di armi a microonde,

giustificando tale ipotesi con il frequente avvistamento dei famigerati elicotteri neri, in relazione al manifestarsi del

fenomeno. Difficile intendere come possa essere utile per gruppi segreti delle Forze Armate americane farsi notare

nel compromettente atto di mutilare animali, per di più con ipotetiche tecnologie (semi) segrete, quando potrebbero

approfittare delle numerose basi in loro possesso nelle quali poter commettere ogni genere di esperimento, senza

essere visti da nessuno. L'unica spiegazione possibile, oltre alla generale diffusione della strategia del terrore,

potrebbe essere una deliberata agenda per insinuare nella popolazione una condivisa diffidenza nei confronti degli

Ufo e dei loro occupanti, utilizzando mezzi militari sconosciuti o camuffati per far cadere la colpa di tali aberrazioni su

ipotetici visitatori allogeni. In conclusione, poco si può dire sul perché di tale pratica sanguinaria. Mancano, oltre ad un

chiaro movente, delle prove solide e una seria volontà di analisi da parte della comunità scientifica. Per quanto ci

siano tutta una serie di dati e di osservazioni che escludono in maniera assoluta qualsiasi spiegazione di origine

naturale, come al solito, quando si tratta di misteri di competenza ufologica, il mito si fonde con la realtà creando tutta

una serie di leggende, di mistificazioni, ma anche di insabbiamenti clamorosi da parte delle autorità. Un bel mistero,

difficile da comprendere, senza ipotesi particolarmente convincenti: al momento qualsiasi ulteriore speculazione, su

chi e sul perché, resterebbe aleatoria ed inconcludente. Intanto, impunemente, le vacche continuano a crepare.

W.B.

(le foto sono tratte dal sito Ufologia)

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I cento anni dalla nascita di Hynek il padre

dell'ufologia scientifica

11-04-2011

Mentre cresce il dibattito sui documenti che sono stati recuperati negli archivi dell'Fbi, segnalo che nel fine settimana

a San Marino si terrà l'annuale e ormai tradizionale simposio internazionale promosso dal Cun. Nell'occasione sarà

ricordata la figura di Joseph Allen Hynek, fondatore dell’ufologia scientifica, del quale ricorre il centenario della

nascita. Vladimiro Bibolotti, presidente del Centro Ufologico Nazionale, mi ha mandato questa interessante

testimonianza sull'astrofisico statunitense.

"E' assolutamente falso affermare che gli Ufo non sono mai stati visti da persone con una formazione scientifica.

Alcuni fra i migliori e più coerenti rapporti provengono da testimoni di questo tipo. Quattro di queste osservazioni sono

state fatte da astronomi professionisti mentre si trovavano in servizio nei loro osservatori; altre cinque da tecnici

specializzati, una delle quali è stata riferita dal direttore aggiunto di uno dei nostri laboratori tecnici a livello

nazionale... Tutti, tranne tre, si riferiscono a congegni fortemente illuminati che si muovevano in aria...". Con queste

parole, apparse nel 1963 sullo Yale Scientific Magazine, l’astrofisico consulente scientifico dell'Usaf sulla questione

degli oggetti volanti non identificati, il professor Joseph Allen Hynek, prendeva posizione contro le superficiali

affermazioni dell'Aeronautica Militare americana. Nel 1966, nel corso del dibattito parlamentare a cura del Comitato

Servizi Armati della Camera dei Rappresentanti scaturito a seguito delle pressioni dell'opinione pubblica americana,

sconvolta dall'ondata di avvistamenti dell’agosto-settembre 1965, l'astrofisico attaccava clamorosamente la

metodologia dell'Usaf nella ricerca ufologica. La stampa aveva poco prima definito Hynek "fantoccio dell'Usaf" in

quanto non aveva escluso che potesse essere fondata la risibile ipotesi, avanzata dalle autorità, che gli avvistamenti

fossero spiegabili come “gas di palude” . Ma si deve a lui, in buona parte, se al termine del dibattito parlamentare si

deciderà di proporre al presidente degli Stati Uniti la creazione di una commissione civile per studiare, al di là delle

pastoie militari, l'annosa questione. Fu un caso di coscienza: Joseph Allen Hynek aveva seguito il problema dalle

origini, partendo da scettico. Lentamente il dubbio si era insinuato in lui, convincendolo infine che gli Ufo meritano

indubbiamente l'attenzione della scienza. E aveva agito di conseguenza, assumendosi le proprie responsabilità. Egli,

che fino a quel momento aveva controfirmato, avallandoli, i rapporti periodicamente emessi dall' Usaf, era ora in

polemica con se stesso. Ma era anche in pace con se stesso. Non è una contraddizione di termini: e i colleghi

avevano ascoltato con attenzione le affermazioni "controcorrente" dell'autorevole astronomo ed astrofisico, preside

della facoltà di astronomia della Northwestern University. Sulla rivista "Science" dell'1 agosto 1966, Hynek pubblicava

poi una clamorosa lettera che doveva suscitare polemiche a non finire in seno al mondo scientifico americano. Si

trattava di un'appassionata difesa della necessità di affrontare scientificamente il problema degli Ufo, ma senza

alcuna prevenzione: "... c'è una tendenza, nella scienza del XX secolo, a dimenticare che vi saranno una scienza del

XXI secolo e una scienza del XXX secolo, dalle cui posizioni la nostra conoscenza dell'universo potrà apparire del

tutto diversa da quella attuale...". Intanto veniva costituita la Commissione Condon per uno studio scientifico del

problema degli Ufo. Ma Hynek continuava a sensibilizzare, nel frattempo, gli ambienti scientifici d'avanguardia. Si

cominciava così a parlare di un "Collegio Invisibile" di scienziati, costituito da studiosi di vari Paesi che si dedicavano

silenziosamente ad un'attenta analisi del problema. Hynek ne era al centro e i contatti da lui stabiliti andarono

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intensificandosi. Il 24 settembre si apre a Praga il XVIII Congresso Internazionale di Astronautica. Per sette giorni,

nella camera di un albergo della capitale cecoslovacca, alla sera si riuniva la cosiddetta "Commissione Zero", con la

partecipazione di scienziati di vari Paesi, anche del blocco orientale. Hynek ne era l'anima. Diversi gli argomenti

discussi, fra cui l'imminente costituzione di una commissione sovietica. Ma il tentativo di dare vita ad un comitato

scientifico per lo studio degli Ufo nell'Urss doveva però scontrarsi con la stroncatura pubblicata dalla Pravda del 29

febbraio 1968. Cadeva così nel nulla la richiesta di collaborazione avanzata ai sovietici dalla "Commissione Condon",

che Hynek aveva sollecitato. Ma ormai Hynek si attendeva il risultato che doveva in effetti successivamente scaturire

dall' équipe dell'Università del Colorado. Conclusioni addomesticate, tese addirittura a far chiudere (come poi

accadde) il “Project Blue Book” dell’Usaf, di cui Hynek era consulente scientifico. La divulgazione del “Memoriale

Low”, dato in pasto alla stampa dal numero due della commissione, documentava come l’Usaf avesse sollecitato le

conclusioni negative che poi risultarono, a dispetto del fatto che la maggioranza dei casi presi in considerazione dal

“Rapporto Condon” risultasse inspiegabile. Deciso a impedire che l'argomento venisse definitivamente affossato come

tutto lasciava prevedere, il 29 luglio 1968 vediamo l'astrofisico partecipare ad un "Simposio sugli Ufo" tenutosi di

fronte al Comitato per la Scienza e l'Astronautica della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti. Egli ne era stato il

principale organizzatore. Nel corso del simposio, Hynek aveva affermato che il "Rapporto Condon", ormai in via di

ultimazione, risultava troppo limitato per l'obiettiva portata del fenomeno degli Ufo, rilevando altresì come tutta

l'impostazione del Progetto dell'Università del Colorado fornisse già elementi sufficienti perché le indagini fossero

ulteriormente proseguite, con criterio e metodologia scientifici, "da privati cittadini animati da un serio interesse". Ma

ormai la farsa dell'Università di Boulder doveva compiersi. Comprendendo che negli Usa ben difficilmente avrebbe

trovato il necessario appoggio per portare avanti il proprio discorso, Hynek decideva allora di rivolgersi altrove. Il 16

ottobre la stampa comunicava così che una riunione informale di scienziati ed altri specialisti di questioni spaziali

tenuta contemporaneamente al XIX Congresso della Iaf (la Federazione Astronautica Internazionale) si era appena

conclusa al Waldorf-Astoria Hotel di New York. I giornali non mancavano di sottolineare come la riunione in questione

fosse stata organizzata dal professor Hynek, dell'osservatorio Dearborn della Northwestern University. Scopo di essa

era stato esplorare la possibilità di cooperare su basi internazionali allo studio degli Ufo. Ai partecipanti era stato

chiesto di parlare liberamente, con la promessa che, salvo patti contrari, i loro nomi non sarebbero stati fatti dai

giornalisti intervenuti. Erano presenti scienziati di nove Paesi. Un non indicato delegato italiano aveva chiesto la

creazione di un centro internazionale destinato a occuparsi non solo degli Ufo ma anche dei loro piloti, potenzialmente

ostili nei nostri confronti. Il suo intervento non aveva peraltro riscosso consensi perché nessuno dei partecipanti ed

osservatori era giunto ad esprimere l'opinione che gli Ufo fossero effettivamente pilotati. Uno scienziato iugoslavo

aveva chiaramente sottolineato che nessun dato attendibile era stato raccolto, nel suo Paese, su questo problema.

Un membro dell'Istituto svedese delle ricerche per la difesa aveva detto che la sua organizzazione aveva intrapreso

uno studio sugli Ufo in seguito alle pressioni dell'opinione pubblica. Il delegato cecoslovacco aveva dichiarato che nel

suo Paese non si avevano notizie di avvistamenti, aggiungendo però che un gruppo di astronomi aveva ricevuto

l'incarico di studiare il problema degli Ufo alla luce dei vari rapporti provenienti da altri Paesi. Le opinioni si

presentavano discordi. Gli scienziati riuniti nel grande albergo di Manhattan per il Congresso della Iaf non potevano

dunque non soprassedere, rimandando qualsiasi eventuale programma alla pubblicazione del "Rapporto Condon". Al

corrente del suo contenuto e dei complessi retroscena legati all'indagine, Hynek non poteva non rispondere negli

stessi termini. Ultimo, ma non certo per importanza, fra i testi scritti in polemica con le conclusioni del progetto

dell'Università del Colorado, Hynek pubblicava così anch' egli un libro: "The Ufo Experience: a Scientific Enquiry", in

cui l'argomento non poteva che essere affrontato di petto. Così nacquero la “classificazione Hynek” dei fenomeni Ufo

e l'ufologia scientifica. Coniugato in seconde nozze con la sua Mimi, dalla quale ebbe cinque figli, Hynek costituì poi il

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“Center for Ufo Studies” a Evanston, oggi diretto dal sociologo Mark Rodeghier. Consulente per il film di Steven

Spielberg "Incontri ravvicinati del terzo tipo", nel quale è protagonista di una “comparsata” alla Hitchcock mente gli

alieni scendono sulla “Torre del Diavolo” del Wyoming, il professore morì di cancro al cervello nel 1986 dopo una

frenetica attività di divulgazione. Più volte venuto in Italia, la rappresentanza del Cufos fu da lui affidata per il nostro

Paese al Centro Ufologico Nazionale allora diretto dall’amico Roberto Pinotti.Hynek riteneva l' “ipotesi extraterrestre”

un po’ stretta per il fenomeno Ufo. “Chi viaggiasse nello spazio dalle stelle a qui - diceva - viaggerebbe anche nel

tempo. E forse in altre dimensioni spazio-temporali, che esistono…”. Forse dovremmo pensare a dimensioni

iperspaziali. Non solo. Aveva anche notato come Hollywood avesse, dai primi anni 50, preso a dedicarsi al tema degli

alieni in modo sistematico. “Se io fossi al governo e avessi capito che siamo visitati da extraterrestri” diceva a Pinotti

“sarei preoccupato dal devastante impatto che la cosa avrebbe su di noi. Pertanto userei cinema e Tv per

‘acculturare’ la gente nel medio e lungo periodo. In modo da prepararla allo shock che il fatto che non siamo soli

comporterebbe…”. “Non siamo soliI”: il motto del film di Spielberg, appunto. “Io adesso non posso dire cose del

genere. I miei colleghi astronomi mi criticherebbero. Da sociologo, tu un giorno forse potrai e dovrai farlo” confidò a

Pinotti. “Se queste ‘produzioni orientate’ continueranno a Hollywood, sia sul grande che sul piccolo schermo, sarai in

grado di poterlo affermare in futuro…” Sono in effetti continuate. E Pinotti, ricevuto il testimone, lo ha denunciato nel

suo libro “Fantacinema, effetto Ufo”.

Vladimiro Bibolotti

Ovni e vita nel cosmo a San Marino

Due giorni per parlare di Ufo e di ricerca della vita nello spazio, a San Marino nel Teatro "Titano". Il 16 mattina avrà

luogo il 12° Simposio sull’esplorazione dello spazio e la vita nel Cosmo che affronterà la ricaduta di importanti

anniversari quali i 50 anni del lancio di Yuri Gagarin (ma si tratterà pure il tema degli “astronauti russi non dichiarati”

che avrebbero tragicamente anticipato il primo uomo nel cosmo), i 30 del volo del primo Shuttle, ora mandato in

pensione dalla Nasa, il futuro dell’astronautica, che gli Usa intendono affidare in parte a società aerospaziali private, e

le prospettive del Seti (Ricerca di Intelligenze Extra-Terrestri), il programma internazionale di ricerca radioastronomica

teso a rilevare trasmissioni aliene dal cosmo. Gli interventi prevedono delegati italiani, russi e dell’Onu. Nel

pomeriggio del 16 e nella giornata del 17 avrà luogo il 19° Simposio sugli Oggetti Volanti non Identificati e sui

fenomeni connessi: oltre a ricordare Hynek si parlerà del Console Alberto Perego, pioniere italiano degli studi sul

fenomeno, del quale ricorre il trentennale della scomparsa.

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Fbi, Ufo, "crash" ed extraterresti Quando dai

dischi volanti sbarcano i cialtroni 13-04-2011

L'amico Paolo Toselli mi passa questa sua riflessione, apparsa anche sul suo blog, con la quale si può archiviare la

nota vicenda di questi giorni: mi riferisco alle presunte rivelazioni dell'Fbi su Ufo e alieni.

Su internet, sulla carta stampata e in TV è dunque rimbalzata la notizia, ripresa da un quotidiano locale dello stato

dello Utah (USA), che nuovi documenti dell’FBI resi pubblici di recente proverebbero, a seconda dei titoli sparati dalle

varie testate, che “gli alieni esistono: parola dell’FBI”, “dagli archivi rivelazioni sugli alieni”, “nelle carte FBI nuova luce

sugli UFO”, “dagli archivi dell’FBI spuntano gli UFO: ‘tre precipatorono negli USA nel 1950’”, e così via. E tutti a

commentare la notizia, senza accorgersi che era vecchia di almeno 33 anni! Già, come sempre più sovente è

dimostrato, molti giornalisti, così come gli “ufologi-so-tutto-io-perché-navigo-su-internet”, hanno la memoria corta, o

non hanno alcuna memoria. Inoltre pressoché a nessuno viene in mente di far un benché minimo

approfondimento.Infatti, le grandi rivelazioni di questi giorni sono più che datate e sono già state commentate più e più

volte, da credenti e miscredenti, all’estero e anche in Italia. Ebbene sì, forse non molti lo ricorderanno, ma nel mio

piccolo, 15 anni fa (accipicchia come passa il tempo!) ho firmato il libro “FBI: Dossier UFO – I veri X-Files” pubblicato

dal Gruppo Editoriale Armenia (Milano, 1996). Basato su documenti ufficiali declassificati ricostruivo l’interesse

dell’FBI per il fenomeno UFO, ma anche per gli ufologi e i contattisti. Per la prima volta veniva pubblicata in Italia una

selezione di veri documenti dell'FBI sull’argomento, con un inquadramento storico ed epistemologico. Naturalmente

mi occupavo anche del “promemoria” indirizzato al capo dell’FBI, J.Edgar Hoover, dall’agente speciale Guy Hottel,

documentandone la vera fonte e ricostruendo la trasformazione di una burla in “storia”.

Vi ripropongo di seguito un estratto ripreso dal mio libro (pp. 74-79).Quando nel 1978 furono rilasciate dall’FBI

centinaia di pagine a seguito della Legge sulla Libertà di Informazione, l’attenzione di molti ufologi si concentrò su un

documento datato 22 marzo 1950. Si trattava di una sola pagina, composta da quattro paragrafi, indirizzata

dall’Agente Speciale Guy Hottel al Direttore dell’FBI, che recita testualmente:

“Un investigatore dell’Air Force ha affermato che tre cosiddetti dischi volanti sono stati recuperati nel New Mexico.

Essi sono stati descritti di forma circolare con la parte centrale in rilievo, approssimativamente del diametro di 15

metri. Ognuno era occupato da tre corpi di fattezze umane ma alti neanche un metro, vestiti con indumenti d’aspetto

metallico di una trama molto raffinata. Ogni corpo era fasciato in una maniera simile agli abiti schermati utilizzati dagli

aviatori e i piloti addetti ai collaudi.”

“In accordo con Mr. [censurato nell’originale, NdA], l’informatore, i dischi furono rinvenuti nel New Mexico poiché il

Governo possiede in questa zona un complesso radarico di grande potenza e si ritiene che il radar abbia interferito

con il meccanismo di controllo dei dischi”.

Da allora, numerosi appassionati e ricercatori UFO hanno sventolato questo documento di fronte alle telecamere e al

pubblico definendolo una prova schiacciante dei dischi volanti precipitati. L'ufologo Larry W. Brian del gruppo Citizens

Against UFO Secrecy (CAUS), giunse addirittura a portare l’FBI in tribunale per costringere l’agenzia a divulgare il

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nome dell’informatore - le cui generalità sono state censurate sulla copia del documento al momento del rilascio

ufficiale. Bryant ha perso la causa, in quanto la corte convenne con l’FBI che il nome era stato negato secondo le

regole e le disposizioni a tutela della privacy previste dal FOIA.Malgrado a prima vista appaia sensazionale, ad una

attenta analisi il contenuto del documento ha molte attinenze con una storia che circolava in certi ambienti proprio in

quegli anni. Il 12 ottobre 1949, il giornalista Frank Scully pubblicava sul settimanale di spettacolo e cronaca rosa

Variety un’accusa ben precisa: il governo americano aveva recuperato in gran segreto alcune astronavi precipitate nel

deserto tra il New Mexico e l’Arizona. Scully asseriva che il 25 marzo 1948 un disco volante era precipitato in una

zona rocciosa a est di Aztec, New Mexico. Quando il personale dell’Air Force e gli scienziati mandati dal governo

giunsero sul luogo e riuscirono ad entrare all’interno di un disco attraverso un’apertura che si era creata nell’impatto si

sarebbero trovati di fronte ai corpi di sedici creature umanoidi di bassa statura vestiti in “stile 1890”. La loro pelle

aveva assunto una colorazione simile al cioccolato forse per l’ingresso dell’aria terrestre attraverso il varco. Dopo un

approfondito esame gli scienziati conclusero che probabilmente l’astronave “volava su linee di forza magnetica”.

Doveva provenire con molta probabilità da Venere, perché, secondo quanto riferì a Scully il suo informatore, celato

dietro lo pseudonimo di “Dr. Gee”, che aveva partecipato alle operazioni di recupero, “su questo pianeta sarebbero

stati più alti di tre o quattro volte” il che giustificava il fatto che misuravano solo da 90 centimetri a un metro. I

venusiani era del tutto simili a noi, eccetto la statura e l’apparente immunità dalla caduta dei denti.Poco tempo dopo

un altro disco sarebbe caduto in Arizona, e ulteriori sedici corpi sarebbero stati recuperati dalle macerie. Una terza

astronave sarebbe stata ritrovata nei pressi di Phoenix, con, questa volta, due occupanti morti a bordo. Scully

asseriva che le sue fonti erano un texano, addetto alle ricerche petrolifere, e uno scienziato governativo specializzato

in magnetismo. Nel febbraio 1950 Scully poneva venti domande all’USAF dalle pagine di Variety pretendendo che

uno dei cadaveri rinvenuti nel Nuovo Messico fosse mostrato al pubblico in una esposizione a Chicago! E qualche

mese dopo, a settembre, l’incredibile vicenda prendeva forma di un libro firmato dallo stesso Scully, intitolato Behind

the Flying Saucers, che divenne ben presto un best-seller. In diversi iniziarono ad avere dei sospetti sulla credibilità

delle vicende narrate da Scully, e già nel 1952 la rivista True pubblicò un articolo del giornalista J.P. Cahn, che

smontava l'intera storia, ma bisogna aspettare il 1985 perché sia disponibile un’analisi chiarificatoria e definitiva, e

cioé quando William Moore presentò al Simposio annuale della maggiore associazione ufologica americana, la

MUFON, una relazione dal titolo “Crashed Saucers: Evidence in the Search of Proof”.

In sintesi, Moore basandosi sul fatto che gli informatori di Scully erano in realtà due ben noti artisti della truffa, Silas M.

Newton e Leo A. GeBauer (il misterioso “Dr. Gee”) ripercorreva, passo a passo, la genesi e l’evolversi della storia. Tra

il settembre e l’ottobre 1949 Newton, che all’epoca aveva una sessantina d’anni, iniziò a raccontare le sue storie sui

dischi precipitati al suo amico di Denver, George Koehler. Il tema centrale del suo racconto era che un disco volante

era precipitato nelle vicinanze di una potente installazione radar sul confine tra il New Mexico e l’Arizona, che gli alieni

morti erano alti circa un metro, erano vestiti con abiti fatti di un tessuto metallico, e che non avevano indumenti intimi

ma i loro corpi erano fasciati o nastrati. Causa della morte era stato l’urto. (Tenete a mente questi quattro elementi

significativi: 1. Sito con radar di grande potenza tra l’Arizona e il New Mexico; 2. un metro d’altezza; 3. indumenti

metallici; 4. corpi fasciati) Koehler, che evidentemente credeva a Newton senza porsi troppi problemi, ripeté la storia

ai primi di ottobre ad un certo numero di conoscenti compreso Morley P. Davies, un rappresentante della Walter J.

Thompson di Denver. Davies, a sua volta, raccontò l’episodio almeno a due dei suoi consociati, Jack M. Murphy e L.J.

van Horne, che erano direttore e vicedirettore della locale agenzia della Ford Motor. A metà dicembre, Murphy e van

Horn a loro volta narrarono la storia, ora di quarta mano, al venditore d’auto di Kansas City, Rudy Fick che era

passato per Denver rientrando a casa da Ogden, Utah. Tornato a Kansas City, Fick narrò ormai una versione di

quinta mano della vicenda al direttore del Wyandotte Echo, un settimanale locale. Nel passaggio, il nome di “Koehler”

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si era trasformato in “Coulter” e il numero dei dischi volanti in possesso del governo degli Stati Uniti era salito da tre o

quattro ad “una cinquantina”, quaranta dei quali erano stati portati al “United States Research Bureau di Los Angeles”

per essere studiati. I particolari circa l’installazione radarica di grande potenza, l’altezza di un metro degli alieni e la

maniera in cui erano vestiti vennero conservati. Flick aggiunse che anche lo stesso “Coulter” aveva visto i dischi. La

storia, attribuita da Flick al suo amico di Denver, e in principio a “Coulter”, apparve sull’edizione del 6 gennaio 1950

del Wyandotte Echo, e da questo venne ripreso da numerosi altri giornali americani. Ciò attrasse l’interesse sia

dell’FBI che dell’Air Force Office of Special Investigations (AFOSI). A partire dal marzo 1950, tutta una serie di

comunicazioni sulla materia sono transitate tra i Quartier Generali dell’OSI a Washington, D.C., e varie unità

operative, una delle quali datata 14 marzo 1950 (giusto otto giorni prima dell’”Hottel Memo” di cui sopra). Nel

documento si affermava che la conversazione di Newton del 24 novembre 1949 con Bruce Cabot al Lakeside Country

Club, era stata seguita da un commentatore giornalistico della radio locale KFI (il cui nome era stato cancellato) che,

in un programma mattutino, annunciò che nel corso di un party in un country club di Hollywood era venuto a

conoscenza di una serie di informazioni sui dischi volanti. Tuttavia precisava anche che la discussione fu intrapresa

attorno ad un giro di drinks e che "la storia veniva tanto meglio quanto più i drinks aumentavano". All’epoca l’OSI

tentò di interrogare Newton, ma senza successo in quanto Newton apparentemente era partito per il Wyoming subito

dopo aver diffuso l’incredibile storia.In ogni caso, un agente di stanza al Quartier Generale dell’OSI a Washington ha

sicuramente trasmesso la storia di Fick, ora di settima mano, sino a giungere all’agente speciale Guy Hotten, uno dei

suoi contatti all’ufficio FBI di Washington, col quale l’OSI sovente lavorava fianco a fianco, che a sua volta il 22 marzo

1950 produsse un memorandum indirizzato a J. Edgar Hoover.

Sempre secondo Moore, prova che Silas Newton, attraverso la sua ultima conversazione del 1949 con George

Koehler, era la fonte delle informazioni ottenute dall’agente Hottel, ora di ottava mano, è che sia la storia di Newton a

Koehler sia il rapporto redatto da Hottel per Hoover contengono gli stessi quattro punti chiave (vedi installazioni

radariche di grande potenza nel New Mexico - è scomparso l’accenno all’Arizona -, il metro d’altezza degli alieni, gli

indumenti metallici e i corpi fasciati). Non a caso il rinvenimento del disco precipitato ad Aztec nasce proprio nel luogo

in cui proliferano le dicerie, Hollywood. E’ infatti proprio tra il 1948 e il 1949 che un attore di nome Mike Conrad decise

di fare un film basato sull’idea che i dischi volanti avevano la loro base in Alaska. E in modo da creare un interesse

per la sua opera, iniziò a far circolare voci a Hollywood che il film (intitolato The Flying Saucer) conteneva immagini

ravvicinate di un ‘vero’ disco volante in possesso del governo americano. Come fatto aggiunto Conrad ingaggiò un

uomo che, per i giornalisti, si fece passare per un agente dell’FBI, il quale confermava che la polizia federale era in

possesso del filmato e che lo stesso era stato messo al sicuro.Questa storia, pubblicata su alcuni giornali, fu un

ulteriore sprone per Scully, che probabilmente si era bevuto in buona fede il tutto, ad annunciare, attraverso le

colonne di Variety, la storia che gli era stata narrata da Newton e GeBauer, con il dettaglio aggiuntivo che gli alieni

provenivano da Venere. Solo in un secondo tempo Conrad, messo alle strette dalle indagini condotte da James B.

Shiley dell’Air Force Office of Special Investigations, ammise che la sua storia era stata diffusa esclusivamente per

scopi pubblicitari, ma era troppo tardi. Newton, che in quel momento non era a conoscenza che la storia di Conrad

era un falso, diffondeva una storia simile, con qualche abbellimento, attraverso chiunque conoscesse a Hollywood e

dintorni. Pare comunque che lo scopo di Newton e GeBauer nel diffondere la storia del dischi precipitati non fosse di

venderla per ricavarci dei soldi, ma commercializzare un (finto) strumento rivelatore di petrolio dopo essersi fatti una

certa fama comparendo su un libro di successo. Il mistero era dunque svelato. Tra l’altro, già nel settembre 1952, a

seguito di una serie di interviste a Scully, Newton e Koehler, il giornalista J. P. Cahn del San Francisco Chronicle

riuscì a procurarsi un frammento del famoso metallo che resisteva a 10.000°: era un comune pezzo d’alluminio. Lo

stesso Cahn, già all’epoca, aveva scoperto che il misterioso scienziato dottor Gee era in realtà Leo GeBauer,

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commerciante in componenti per radio di Phoenix, Arizona. E finalmente, il 14 ottobre 1952, Leo GeBauer e Silas

Mason Newton vennero condannati per truffa: avevano venduto un rilevatore miracoloso di petrolio, alla modica cifra

di 800.000 dollari, e che in realtà altro non era se non un comune trasformatore BF di recupero, del valore di 3 dollari

e mezzo.

Meditate gente, meditate!

Paolo Toselli

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Dibattiti bUFI / 2 - La Vague Belge

18-04-2011

Amici, ci siamo. Dopo una gestazione un po' tormentata, ecco che possiamo aprire la discussione sul secondo tema

proposto dai Dibattiti bUFI: la Vague Belge, ovvero la serie di avvistamenti molto particolari che caratterizzò il Belgio

alla fine degli anni 80 e all'inizio dei 90.E' un argomento molto controverso, con tanti punti non chiariti, per non dire

molto misteriosi. Fu un'ondata (o flap) che coinvolse e mise sotto pressione anche l'aviazione militare belga. E questo,

oltre ad essere un dato di fatto storico, aumenta l'interesse per la materia. Le squadre dei Credenti e dei Miscredenti

hanno preparato i rispettivi lavori in due file che trovate alla fine di questa breve introduzione. A voi il compito

di commentare i due testi e stabilire quale dei due schieramenti è stato più puntuale e convincente nelle sue tesi. 

Credenti.doc

MISCREDENTI.RTF

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JFK e quella richiesta sugli alieni 21-04-2011

A proposito di Usa e alieni, in questi giorni non s'è parlato solo degli Xfiles (freschi o stagionati che siano) che

sarebbero apparsi sul sito dell'Fbi. L'edizione on line del Daily Mail (e dal suo sito riproduco anche delle immagini) ha

pubblicato un articolo nel quale si parla di una lettera - liberata dai vincoli di segretezza - di John Fitzgerald Kenney

all'allora Capo della Cia: dieci giorni prima del suo assassinio, JFK chiedeva che gli venissero messi a disposizione

documenti molto riservati sugli Ufo. La memoria segreta è una delle due lettere scritte dall'ex presidente degli Usa, il

12 novembre 1963: la seconda riguarda le relazioni con l'Urss, ma potrebbe a sua volta avere un aggancio, diciamo

così, "extraterrestre". Lo vedremo tra poco. E' uno scrittore ad aver svelato la cosa: William Lester. Stava cercando

materiale per il suo nuovo libro "A Celebration of Freedom: JFK and the New Frontier" e sostiene che la Cia gli ha

passato il materiale nel rispetto del "Freedom of Information Act". Ovviamente, le speculazioni non potevano non

mancare. La prima ipotesi è la più scontata: anche questo interesse per una materia tanto scottante è alla base della

decisione di assassinarlo. Siamo dunque nel pieno della terapia della cospirazione: c'era chi non voleva, per nessuna

ragione al mondo, che scoprisse la verità sugli oggetti volanti non identificati.

La variante di questo scenario è semplice e si lega alle relazioni diplomatiche tra gli Usa e i sovietici, non certo

idilliache in quel periodo: secondo la tesi, JFK avrebbe temuto che l'Urss potesse equivocare sugli avvistamenti di

dischi volanti, sigari e altri oggetti volanti; se li avesse "battezzati" come statunitensi, avrebbe potuto far scattare la

rappresaglia, addirittura con un attacco nucleare. Conoscendo invece fino in fondo la realtà aliena, avrebbe potuto far

filtrare informazioni appropriate all'allora grande nemico. Insomma, un tema affascinante. Se volete approfondirlo,

ecco il link del Daily Mail on line.

Un Ufo "dolomitico": pare vero!

Segnalazione del nostro Suntheory: "Su Facebook, una persona mi ha chiesto un parere sulla foto che ti allego: che

ne dici?". L'immagine è quella che vedete sopra: un bell'Ovni in volo sulle Dolomiti. Se devo essere sincero, sulle

prime non mi ha molto convinto (a furia di stare con i Miscredenti, si impara a "miscredentare", si dirà mai così?...). Ma

ad ogni modo era già previsto che il setaccio lo manovrasse il nostro massimo esperto di foto & tarocchi: il fizu. Udite,

udite: il signor no ha detto "ni". Anzi, ha detto sì: di Ufo si tratta, nel senso letterale della parola, oggetto volante non

identificato. Ecco il suo expertise, che potrete commentare, assecondare, contraddire, ribaltare: "Non ho una risposta

debunkante... La foto non parrebbe modificata/taroccata. E' sicuramente qualcosa ad alta velocità rispetto alla posa

della macchina (uno smartphone) che comunque era stata impostata a risoluzione inferiore rispetto al suo potenziale.

La macchina ha un fuoco fisso, non modulabile, quindi bisogna supporre che l'oggetto fosse parecchio vicino, piccolo

e veloce; ma in quel caso risulterebbe più dettagliato (ad esempio per un uccello si "vedrebbero" le ali) oppure più

lontano, grande e meno veloce (sempre comunque abbastanza veloce). Ma in quel caso il fotografo avrebbe dovuto

vederlo mentre lo inquadrava. Dai colori non sono riuscito a ricondurre uccelli od insetti tipici delle Dolomiti e mi pare

una livrea anomala per aerei ed elicotteri. Esistono dei minimi pixels che potrebbero far supporre che la foto sia stata

taroccata, nel senso che siano stati "coperti" con gli stessi colori delle nuvole dei dettagli intorno all'oggetto... Ma non

risultano modifiche: anche se il formato nativo della macchina (penso "cif") è stato modificato in jpeg, potrebbe essere

comunque un normalissimo processo di trasferimento con qualche porgramma specifico del cellulare. Foto

interessante: oggetto volante non identificato".

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La tesi dell'astronomo Ansbro "Astronavi aliene

sopra la Terra"

23-04-2011

Questo è un post, diciamo così, "tecnico" per augurare a tutti voi una felice Pasqua, con tanti dischi volanti nelle uova

di cioccolato. Per dilettarvi nel fine settimana, vi propongo un tema a mio avviso interessante: è appena apparso sul

sito del Centro Ufologico Ionico e mi è stato suggerito. Ve lo giro integralmente per i commenti, dando il giusto merito

agli amici del Cui per aver scovato questa storia.

La notizia che vi riportiamo è stata scarsamente presa in considerazione, ma ha delle implicazioni notevoli.

L'importante astronomo Eamonn Ansbro ha dichiarato di aver trovato le prove che "astronavi extraterrestri sorvolano

la Terra". Ma prima di entrare nel dettaglio della notizia, vediamo di capire chi è Eamonn Ansbro. Membro della Royal

Astronomical Society, in passato è stato vicepresidente dell'Associazione Internazionale degli Astrofili. I suoi successi

scientifici includono le scoperte di un involucro d'idrogeno attorno agli anelli di Saturno nel 1974, di un "Moonquake"

(terremoto lunare) nel 1975 e una "Nova" nel 1976. Nel 1981 ha fondato la Optiglas Irelend Ltd., che ha sviluppato e

realizzato sistemi ottici avanzati, esportati in quindici Paesi. Ha scritto e pubblicato oltre 40 articoli e testi di

Astronomia e Spazio. In particolare, va segnalato questo: " Ansbro, E., and Overhauser, C. "SETV: Opportunity for

European Initiative in the Search for Extraterrestrial Intelligence," First European Workshop on Exo/Astrobiology ESA,

Frascati, Italy, 21-23 May, 2001. ESA SP-496, pp. 285-288. Expanded abstract in Astrobiology 1 (2) 2001". Nato in

Inghilterra, attualmente si trova in Irlanda e ha un particolare interesse per la ricerca di segnali di Intelligenze

Extraterrestri all'interno del nostro Sistema Solare (SETA e SETV). Ansbro ha recentemente istituito il Kingsland

Observatory, vicino Boyle nella contea di Roscommon (Irlanda), per gli studi che riguardano l'OSETI (Optical SETI) e

in particolare per la ricerca di Sonde Extraterrestri vicino la Terra (incluse quelle le cui traiettorie sono prevista dalla

Teoria Astronautica di T. Roy Dutton) e di firme ottiche eventualmente associate alla attività di "Earthlights" in

Norvegia. L'apparecchiatura a Kingsland include cinque riflettori, di sedici e trentasei centimetri, con due di questi

muniti di speciali telecamere CCD. Ebbene, in un intervista apparsa sul quotidiano online "Roscommon Herald" lo

scorso 19 aprile, Ansbro ha dichiarato che "astronavi spaziali extraterrestri appaiono su specifici percorsi orbitali

intorno alla Terra". Inoltre afferma che lui e altri scienziati, ricostruendo anni di dati e registrazioni di provenienza

locale (e non solo), sono altamente convinti che queste astronavi sono una realtà. Anzi, sarebbe meglio non parlare

più di UFO (Unidentified Flying Object), bensì di IFO (Identified Flying Object)... di origine extraterrestre. Ansbro

dichiara inoltre che "ancora non abbiamo dimostrato la nostra scoperta alla comunità scientifica, perché mancano le

risorse, ma siamo in grado di provare che ci sono astronavi spaziali extraterrestri". Infine dichiara:"Quando si

raccolgono tutti i dati e li si applicano a questa teoria, scopriamo che si adattano con i grafici temporali computerizzati

e che possiamo prevedere gli avvistamenti futuri e scoprire che cosa succede".

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"World Invasion": che gli alieni chiedano i danni a

Hollywood

25-04-2011

Mal me ne incolse: sono andato a vedere "World Invasion", ultimo prodotto del "cinema-pop corn" statunitense, cento

milioni di dollari che sarebbe stato preferibile destinare a miglior causa, e ne sono uscito con una convinzione:

speriamo davvero che gli alieni cattivi arrivino e spazzino via, più che il genere umano, un regista quale questo

Jonathan Liebesman. In subordine, in un impeto di generosità, chiedano i danni a lui e a quelli di Hollywood. La mia

personale critica (e se qualcuno non la condivide, prego, si accomodi: due chiacchiere le scambio volentieri) procede

su due livelli. Per linee generali, World Invasion celebra il peggio della retorica filoamericana: i Marines che non

mollano mai e che logicamente alla fine trionfano (e per carità, onore e rispetto per questo corpo scelto: ma anche

loro, i superduri, qualche bella legnata l'hanno dovuta incassare nella storia, o no?); la Hollywood degli effetti speciali

elevata ad "enne" (ma non sempre la cosa funziona...); battute di uno scontato che più scontato non si può (per tacere

di quelle ultravolgari: ce n'è una addirittura sconcertante); il finalino classico secondo il quale nulla è irreparabile,

nemmeno le devastazioni portate da extraterrestri assatanati e feroci, che prima bombardano la Terra di meteoriti, poi

spazzano via tutte le grandi città del pianeta e infine contano di "cucinarsi" Los Angeles, sotto il cui terreno hanno

piazzato una mostruosa nave madre. Qualcuno ha anche tentato di venderci che questo film è la metafora di

un'America che non controlla più il mondo, che perde le guerre e che, pur di non ammettere i propri errori, scarica le

colpe su chi proviene dal cosmo. Ma fateci il piacere... Spieghiamolo in maniera più semplice, usando il concetto del

buon Fantozzi in merito alla "Corazzata Potemkin": questo film è una cagata pazzesca (ovviamente, non sono poi così

d'accordo sul giudizio fantozziano relativo al film di Eisenstein). Ma andando oltre la visione generale - e, sia chiaro, io

non faccio l'antiamericano tout court o per partito preso; anzi, detesto quelli che mettono gli yankees nel mirino a

prescindere - il film è debole e pessimo anche nella trama aliena.La storia ricorda, in maniera maldestra, il percorso

narrativo di "Gli anni alieni", il romanzo di Robert Silverberg che ho già citato in altri post: anche qui siamo, come

detto, a Los Angeles, e anche qui l'alieno è cattivo, implacabile e dominatore (però nel libro, di ben altra pasta rispetto

a World Invasion, c'è pure una sfumatura che lo contraddistingue: gli E.T., in linea di principio, se ne fregano di noi e

diventano furiosi solo quando sono attaccati; nel film, al contrario, attaccano e distruggono da subito e senza pause).

Ma ci sono anche scampoli di District 9 (altra bella boiata che celebra l'equazione alieni = gamberoni da rinchiudere in

campo di concentramento, con corpi, sotto lo scheletro-corazza, gelatinosi e schifosi) e la tesi dell'ultimo Spielberg

("La Guerra dei mondi": anche qui, niente a che vedere, pur non essendo stato il massimo del regista in materia di

extraterrestri), ovvero che i nostri fratelli dell'universo non sono per nulla docili e disposti a dialogare. Pure questo è

uno stereotipo discutibile, ma tant'è: sono tornato a casa, ho dato un'occhiata alla videoteca e ho visto che film quali

"Il pianeta proibito", "Solaris", "Incontri ravvicinati del terzo tipo" o "2001 Odissea nello spazio", oppure serial televisivi

come "Shado", "Spazio 1999" e "Taken", erano sempre al loro posto. Mi sono rincuorato.

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Seti k.o.: "loro" cerchino noi 27-04-2011

Frenata, dunque, sul progetto Seti: bimbi, non c'è più 'na lira... (anzi, dollari). Questa la novità annunciata negli Stati

Uniti da coloro che portano avanti l'idea, ormai di lungo corso, di ricercare la vita nell'universo. Sulla home page di

Corriere.it troverete la notizia con i dettagli. Mi piacerebbe sentire i vostri commenti in proposito, precisato che, con

tutta probabilità, non si tratta di un addio definitivo a quella ricerca, ma la rinuncia - magari temporanea - alle sue parti

più costose. Mi auguro che sia così, in fondo. Perché se è vero che per ora i risultati sono stati relativi o scarsi o

addirittura nulli, questo non significa, a mio avviso che il concetto di base sia sbagliato. Del resto, sappiamo tutti che

questa indagine equivale a scandagliare un "territorio" smisurato, ai limiti della nostra immaginazione, e che ogni

nuova avventura richiede pazienza. Cristoforo Colombo non impiegò forse il suo bravo tempo per arrivare alle Indie

Occidentali? E poi, come diceva Einstein (mutuato anche da Mourinho, ho visto...) "la volontà è tutto". Aggiungo due

mie personali riflessioni, per avviare il dibattito. La prima: sarebbe meglio che i fondi venissero tagliati in altri settori,

non in quelli della ricerca. La seconda: se non ci mettiamo più a cercare loro, che siano loro, a maggior ragione, a

cercare noi. Sempre che non l'abbiano già fatto, non lo stiano facendo e non ci abbiano già trovato

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Quattro storie di basi aliene

07-05-2011

Notte: stellata o no, fate voi... comunque tira vento e l’aria è elettrica... Il bosco è appena finito e la radura si staglia

davanti ai suoi occhi... Occhi, altri occhi, occhi di altri... Forse farebbe freddo se lo potesse sentire sulla pelle, forse

quel panorama gli darebbe i brividi se fosse del tutto lucido e forse si renderebbe conto... però è troppo tempo che va

avanti così, e parte di quel tempo è già stato dedicato alle domande...sue... di altri... Affanna, la pelle inumidita sotto il

giubbotto... cammina da parecchio, sentieri che sa essere solo suoi. Una voce, un ronzio nella testa già da qualche

giorno, meglio non farli aspettare... Cammina, deve fare attenzione che è buio... Cammina nella notte, Pierfortunato;

ha i dubbi del mondo nella testa... magari sorride perché ad un altro che gli raccontasse simili storie gli darebbe del

pazzo... E di colpo la notte finisce, finisce la radura, finisce il vento... è dentro... è dentro per svolgere un compito di

cui non sa il fine... è dentro... in una base aliena... E il ronzio dalla testa, per fortuna, sparisce anche stavolta. Il link

Notte: stellata o no, non importa molto... tocca fare silenzio e non ci sono i presupposti: Martin e Jurek stanno più di là

che di qua, febbricitanti, feriti quasi a morte, maledetti crucchi! Per fortuna abbiamo incontrato Slavek che ci ha

mostrato questo rifugio e medicato i compagni alla bene e meglio... gemono... silenzio, dannazione! Che sennò mi

sento di morire anche io... Una grotta... Slavek ci ha raccomandato di non addentrarci, è piena di crepacci, lui ci

veniva col padre da ragazzino... e poi girano strane voci tra gli abitanti della zona, qui sui Tatra ne hanno viste

parecchie, roba dell’altro mondo... ma meglio le luci misteriose di queste bestie che si fanno la guerra, su questo non

c’è dubbio... Tocca a me... il giro di guardia... tocca a me perché lo posso fare solo io... Tra poco scoprirò in un

anfratto uno strano imponente oggetto, qualcosa che alcuni nel futuro cercheranno ma che non troveranno, qualcosa

che altri chiameranno “manufatto alieno” o “base segreta”... ed alcuni di questi pagheranno caro la loro voglia di

comprendere... Martin morirà tra pochi giorni per le ferite di guerra... Jurek invece ce la farà... Slavek non lo vedrò mai

più... ma grazie comunque. Il link

Notte: stellata o no, non si sa... dalla finestra non si vede... Bruno è dannatamente concentrato su quelle foto... la

mente vaga nel passato, le sue dichiarazioni, i suoi programmi... gli Italiani... presto la sua carriera fallirà... ma ancora

non lo sa... Forse ci ha creduto o forse ha solo tirato il filo per vedere a che punto si spezzava... E’ l’informazione,

bellezza! Però adesso quelle foto parlano chiaro... e forse hanno ragione loro... il Console...De Carlo... Basi aliene

sulla nostra beneamata penisola... gente che ci entra e che esce... Scorrazzano con questi astrodischi segreti... Gli

pare il racconto annoiato di una borghesia snob, l’assenzio tiepido ed i suoi fumi... i giochi delle notti tarde... Ma quelle

foto... l’hanno chiamato “Amicizia”... il contatto, le relazioni... e gli Americani ancora che la fanno lunga sulla “minaccia

Aliena” con i loro teatrini da avanspettacolo di periferia, consapevoli o meno che la Terra è invece un porto di mare

per specie e razze sconosciute ai più... aliene...! Il link Giorno: sono i primi della loro razza a vedere le stelle di

giorno... Neil è tranquillo, gli eroi spesso non si rendono conto di essere tali, lui e Buzz lavorano sodo... come se i

giorni passati non esistessero e quelli futuri non importassero. Alcuni dicono che fu l’apoteosi dell’Uomo, altri del

Teatro... Alcuni dicono che avevano paura di fronte ai visitatori di altri mondi, raccoltisi ad ammonirli come bambini,

altri che furono confortati dalla compagnia del genere umano che, da casa, li guardava nella scatola delle immagini.

Già in passato, e presto nel futuro, l’uomo aveva guardato con curiosità le immagini della Luna provenienti dalle

sonde di ricognizione. Torri chilometriche, tunnel, passaggi ed inequivocabili fatture artificiali si delineavano sulla

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superficie di quello che doveva essere il più grande deserto esplorato dall’uomo. Che forse deserto non era e tuttora...

non è... C’e’ chi sospetta che l’anagrafe dei “moonwalkers” sia tronca di un pezzo... che manchino i nomi di chi in gran

segreto fu inviato lassù ad investigare o a trattare... e forse non tornò. Ma Neil e Buzz non lo sanno perché sono i

pionieri e devono rendere conto della loro situazione... per ora hanno ancora “l’astronave aliena sotto controllo” ...

quindi si può stare tranquilli. Il link Questi quattro mini racconti hanno come filo conduttore l’interessante tematica

delle “basi aliene”, siano esse sulla Terra (nel sottosuolo, sui fondali marini, camuffate, invisibili, accessibili attraverso

portali dimensionali etc...), sulla Luna o su Marte. Sono partito da Zanfretta che asserisce di essere entrato varie volte

in una sala di controllo aliena (o di aver fatto un viaggio nella sua mente), ho proseguito quindi con la “leggenda” dei

monti Tatra, nella quale fantasia e storia si miscelano per dare continuità ad oltre 100 anni di misteri bUFI (una base

aliena, o una base segreta russa). Il terzo racconto riprende la vicenda di “Amicizia”: un gruppo di contattisti che

avrebbe intrattenuto cordiali rapporti con varie razze aliene in basi situate sulla Terra (o ci avrebbe marciato alla

grande con racconti improbabili e fotoshoppate d’epoca). La quarta e ultima storia tratta infine delle controverse

strutture lunari (ombre... come la famosa foto di Cydonia su Marte?) scovate nel tempo da appassionati ed insiders, la

cui esistenza ci farebbe supporre di avere una sorta di “guardiola aliena” all’ingresso della nostra casa planetaria (o al

più di non sapere interpretare le tre dimensioni, quando ridotte a due). Sono spunti di riflessione quantomeno

interessanti e rispondenti ad una certa logica dell’assurdo. Si perché fanno parte di tutti quegli “spin off” relativi al

racconto principale (gli Ovni) che hanno come effetto il rafforzamento della credibilità della fenomenologia UFO senza

che questa principale abbia un minimo di veridicità. O forse si attestano sullo stesso piano di non comprovabilità, per

gli scettici, che vi identificano l’ennesimo indizio della magnificente fantasia e creduloneria umana... caratteristica

peraltro molto invidiata dagli Alieni stessi... Personalmente vorrei chiarire (qualora fosse necessario) il mio totale

distacco da tali espisodi: ne ho dato un semplice indizio a scopo interlocutorio e li ritengo artificio della mente umana,

se non della speculazione. In ogni caso, è un filone investigativo e speculativo molto affascinante.

A vous... Il Fizu Il 15 maggio "abUFATA" a RomaDomenica 15 maggio, al ristorante pizzera "O professore", locale

della zona dell'Eur, si terrà la seconda "abUFATA", incontro conviviale di tipo "easy" tra i lettori di Mistero bUFO

(traduzione: quattro chiacchiere assieme davanti a una pizza), Appuntamento tra le 12.30 e le 13. Essendo a Roma, a

maggior ragione si pagherà... alla romana. Chi vuole aderire deve inviare una mail di conferma entro giovedì 12

maggio a questo indirizzo: [email protected]

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Ma dove sono mai i loro animali? Nasce un

centro per scovarli 30-04-2011

Caspita: è logico. Però nessuno ci aveva pensato in maniera seria e concreta, al di là - se non vado errato - di quanto

fatto qua e là dal cinema o dai fumetti. La notizia curiosa è questa e sta racchiusa in una tesi: se esistono gli

extraterrestri, forse hanno anche degli animali domestici pronti ad accompagnarli nelle loro missioni di esplorazione

dell'universo. Su questo presupposto, che a qualcuno appare stravagante e a qualcun altro no, si basa l'iniziativa

dell'Aidaa, che sta per Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente: aprirà un Centro Studi Ufologico sugli

Animali Extraterrestri. Lo scopo iniziale dell'organismo sarà di raccogliere il maggior numero di informazioni e di

segnalazioni in merito alla presenza di possibili animali domestici nel caso di incontri ravvicinati del quarto tipo;

l'ambizione di "fine livello", invece, prevede la costituzione di un vero e proprio archivio degli avvistamenti di animali

domestici extraterrestri, per poi realizzare un libro che sarà venduto con finalità benefiche: il ricavato, infatti, andrà a

sostenere gli «animali domestici terrestri» attraverso donazioni a gattili o a canili che verranno indicati in un secondo

tempo. «Sappiamo che parlare di animali extraterrestri è rischioso: si può facilmente sconfinare nel fantascientifico;

però quello che noi vogliamo non è dimostrare se sugli Ufo avvistati ci sono o meno gli animali domestici - afferma

Lorenzo Croce, presidente di Aidaa -: l'intento, semmai, è di raccogliere le informazioni possibili, valutarle e tradurle

sia in un archivio a disposizione degli esperti, sia, più concretamente, in un volume che possa aiutare i nostri amici

pelosi terrestri: hanno sempre bisogno di fondi e solo con qualche trovata si incrementano le risorse". Quanti di voi

stanno sghignazzando? Tanti. Vi vedo già intenti a sganasciarvi... In effetti, se non siamo ancora riusciti ad

acchiappare ET (oddio, per la verità c'è chi sostiene che è già successo...), non sembra più agevole mettere le mani

su qualche Fido o su qualche Mio Mao del cosmo... Eppure, depurato dall'aspetto folkloristico e dalle facili ironie,

l'assunto non è proprio una corbelleria: magari gli alieni hanno davvero i loro animali e, chissà, come noi si magnano

l'equivalente di polli, oche, vitelli e pesci. E forse, buttiamola lì, vengono sulla Terra a spolpare i nostri compagni di

viaggio perché un organo catturato serve per le loro bestie. Vabbé, vedremo cosa succederà con questa ricerca.

Intanto, mi viene un dubbio: un gatto alieno miagolerà o che diavolo di verso farà mai? Tigrino chieda consulenza al

suo... Tigrino. Io farò la stessa con Märklin, il mio micio. Post scriptum: anche il professor Teodorani, emerito

felinomane, dica la sua, visto tra l'altro che è da un po' che latita sul blog...

La targa del Cun al nostro blog

Come vi avevo già comunicato, nel recente congresso internazionale di San Marino, il Cun (Centro Ufologico

Nazionale) ha voluto consegnare (in... contumacia: ero in Cina per la F1) una targa al sottoscritto per il blog Mistero

bUFO. In realtà desidero condividere il riconoscimento con tutti voi, che in questi due anni e sei mesi avete alimentato

la discussione in maniera intelligente e costruttiva. Nella foto sopra ecco Roberto Pinotti, fondatore del Cun e ora suo

segretario, mentre mostra la targa (qui sotto, nel dettaglio)

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Redsun '70: Buzz e Neil su Marte L'ultima sfida

di Scantamburlo

02-05-2011

So di gettare benzina sul fuoco e di calamitare un bel po' di critiche, ma lo faccio ugualmente per almeno tre motivi.

Primo: sono convinto che la discussione monterà; altri blog ne stanno già parlando. Secondo: va detto come fatto di

cronaca (ovvero che l'interessato ha pubblicato il documento in questione, in data 17 aprile) e perché è una sorta di

appendice/estensione delle sue tesi su Apollo 19 e Apollo 20, temi che abbiamo trattato con ampio spazio su Mistero

bUFO. Terzo: ve lo già confessato, questo intreccio tra missili, capsule con uomini a bordo e alieni mi intriga

parecchio, essendo stato un fan delle spedizioni Gemini e Apollo (delle Mercury, invece, ho solo un vaghissimo

ricordo: ero troppo piccolo). Ad ogni modo sto parlando, l'avrete capito, di Luca Scantamburlo, il free lance che si

occupa di missioni spaziali e misteri, includendo nella materia pure la questione dell'esistenza o meno di civiltà

extraterrestri. L'ultima sua produzione è un testo-testimonianza acquisito mediante un contatto con un informatore

della Rete che rimane celato dietro lo pseudonimo di "bravoxsierra24": nel 1970, Neil Armstrong e Buzz Aldrin, gli

astronauti di Apollo 11 e del primo allunaggio, sarebbero sbarcati su Marte nell'ambito di una delle missioni

ultrasegrete (il Project Redsun) portate a termine dagli americani anche grazie alla collaborazione con i sovietici.

Questa è la sintesi estrema, per il dettaglio e la lettura del testo, vi rimando allo schema che l'autore autorizza per la

consultazione, ovvero la lettera che trovate sia in calce cliccando sui nomi dei file (uno per ciascuna pagina) sia sul

suo sito, www.angelismarriti.it Anticipo già il mio pensiero, per lanciare la discussione. Pure qui in tre punti: 1) è una

vicenda che mi convince molto meno rispetto a quelle (da prendere a loro volta con le pinze) di Apollo 19 e 20, perché

ritengo che nel 1970 non ci fosse proprio la tecnologia adeguata a un viaggio tanto complicato da rivelarsi difficoltoso

anche oggi, nell'era di Internet e di computer potentissimi (non è casuale che lo sbarco dell'uomo, perlomeno quello

"certificato" coram populo, è ipotizzato verso il 2030); 2) capisco le esigenze della privacy, ma prima o dopo le identità

vanno svelate, se si vuole rendere credibile tutto il lavoro; 3) Aldrin si licenziò dalla Nasa nel 1971 ed ebbe un lungo

periodo di difficoltà a causa della depressione e dell'alcolismo; siamo proprio sicuri che fosse l'uomo giusto, in quel

momento, da spedire nello spazio per un viaggio tanto lungo e complicato, oltretutto con il rango di comandante (che

sa di compensazione troppo scontata per essere stato il numero due su Apollo 11, cosa che Buzz soffrì parecchio)?

Ad ogni modo, a voi i commenti... (nota: la foto, che ritrarrebbe Aldrin su Marte, è tratta dallo stesso documento di

Luca Scantamburlo)

redsun1.rtf.doc

redsun2.rtf.doc

redsun3.rtf.doc

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Post scriptum: a proposito del buon Buzz, che ebbi modo di intervistare un paio di estati fa in Svizzera, sto leggendo il

libro "Dark Mission", ovvero l' "altra" storia della Nasa. Proprio all'inizio del volume si parla della comunione

massonica che Aldrin (però senza che Armstrong si unisse al rito) avrebbe consumato dopo l'allunaggio, nel corso di

un periodo teoricamente destinato al riposo dell'equipaggio. Durante la comunione sarebbe pure avvenuta una

particolare congiunzione astrale, prevista e raccomandata dai massoni a mo' di corollario. Nessuno ne ha mai sentito

parlare?

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Il "nuovo" alieno di Roswell 04-05-2011

Nella rete di Internet gira già da qualche giorno, ma io, nel vederlo, ero rimasto un po' perplesso. Tuttavia, ora ho

deciso di proporvelo perché può essere un tema interessante di discussione e perché si lega in tutto e per tutto al

caso Roswell, inclusi i recenti sviluppi sui presunti "Xfiles" liberati dal Federal Bureau of Investigation: sto parlando,

qualcuno l'avrà capito, del video che ritrarrebbe uno degli alieni recuperati nel fatidico crash del 1947 nei pressi della

località del New Mexico. Si tratterebbe di uno degli extraterrestri sopravvissuti allo schianto, un grigio proveniente da

Zeta Reticuli. Il filmato originale pare molto lungo (almeno 3 ore, se ho ben capito); questo è solo uno spezzone di

qualche minuto. Ve lo propongo "nudo e crudo", invitandovi a dire la vostra: ecco il link. La tentazione di dire che è un

falso, ovviamente, è forte. Ma c'è un dettaglio - la sequenza dei numeri che scorrono in calce alle immagini - che

farebbe supporre il contrario: non sono caratteri digitali, quindi non sembrebbe un'elaborazione computerizzata. A

meno che i falsari di oggi non siano riusciti a taroccare pure le tecnologie di ieri... Questo post, basato su un filmato,

mi porta anche a preannunciarvi che presto nel blog ci saranno delle novità. Quali? Vietato dirlo, per ora: così

monterà anche la vostra curiosità. Vi dico solo che di mezzo c'è il nostro amico Fizu... A proposito. Proprio il Fizu mi

segnala pure questa "notiziola", per chiudere... Leggete qui

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Ceronetti e gli alieni romanzati "L'ufologia è nata

dal tronco fulminato della morte di Dio"

10-05-2011

"Sì, può affermare che io credo all'esistenza di altri esseri nell'universo: nel cosmo non siamo soli. Ma al di là di

questa affermazione e di quanto scritto nel mio romanzo, preferisco non dire nulla". Guido Ceronetti, 84 anni, poeta,

scrittore e giornalista, ma anche filosofo, drammaturgo e teatrante, una delle figure più erudite e dalla sensibilità

umanistica più spiccata della nostra letteratura, risponde con gentilezza al telefono. Ma con pari fermezza rinuncia ad

alimentare il tema della discussione che gli è stato proposto: la sua relazione, intima e personale, con la questione di

E.T. "Spero capisca, è una cosa molto personale" aggiunge chiedendo scusa per la rinuncia. Ci mancherebbe, non

c'è nulla di male. E comunque lo spunto per il nostro blog rimane: Ceronetti ha appena pubblicato per Adelphi un

romanzo (in lingua italiana, rimarca l'autore in modo provocatorio) nel quale la dimensione extraterrestre è legata a filo

doppio con la trama. "In un amore felice", il 75enne Aris, claudicante per una gamba danneggiata, e Ada, una giovane

veggente, intrecciano una storia d'amore e di richiami particolari sullo sfondo della rivolta di Budapest e della brutale

invasione sovietica. L'alieno, assieme al senso di ignoto che lo accompagna, diventa centrale e il fulcro del libro

stesso: uno strano insetto, per dire, si posa su un carrarmato intento a reprimere i manifestanti, creando sconcerto tra

i soldati dell'Urss e speranze tra i partigiani della resistenza ungherese, mentre sullo sfondo non si contano più gli

avvistamenti di dischi volanti. Non solo: giovani donne sono rapite, sequestrate e uccise da esseri che di sicuro non

appartengono alla nostra razza. Per questo motivo, Aris e Ada (che deve pure fronteggiare l'ossessione di una lunga

serie di messaggi difficili da decifrare) decidono di indagare a fondo e si ritrovano a frequentare anche un ritrovo di

ufologi. Ceronetti aggiunge la figura di Nikole Tesla, genio dell'elettromagnetismo al quale furono attribuiti poteri

sovrumani, e anticipazioni della Bibbia. Lorenzo Mondo, in un'eccellente recensione sul sito de La Stampa, ha scritto

testualmente: "Non saranno i Giganti di cui parla la Genesi, dimoranti in stelle lontane, invaghiti delle figlie degli

uomini, a suscitare tanto travaglio? E non saranno questi angeli decaduti a mostrare che anche nelle infinità delle

galassie sopravvivono desideri e affanni, che nessun riparo è concesso nella lotta tra il Bene e il Male?" Detto che

Ada finirà ostaggio "di orde invisibili negli spazi insolubili", vale la pena di concludere con quanto Ceronetti scrive

nell'introduzione: "L'ufologia è nata dal tronco fulminato della morte di Dio e dal rinnegamento degli angeli". L'Elia che

nel libro dei Re ascende al cielo su un carro di fuoco, forse si imbarca su un disco volante. E ogni momento,

sottolinea il protagonista maschile del romanzo, "può essere per ciascuno l'ora del carro di fuoco".

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Una troupe tv ha visitato l'Area 51 La tesi

sovietica sul caso Roswell 14-05-2011

Gira in queste ore su Internet (abbiamo anche noi il richiamo sull'home page di Corriere.it) la nuova tesi sul caso di

Roswell: sarebbe stato tutta opera dei sovietici, risoluti a spaventare gli Stati Uniti in un momento storico (poco dopo

la fine del secondo conflitto mondiale) nel quale la tensione tra le due potenze stava già aumentando. In realtà è una

tesi vecchia: una cosa del genere era già stata avanzata anni e anni fa e ritenuta non verosimile. Ci ritornerò sopra tra

poco perché prima ha la precedenza una notizia anche questa in circolazione da poche ore sul web (il mio riferimento

è l'articolo di Roberto Mattei sul sito "2duerighe"): una troupe televisiva legata al produttore Peter Yost ha avuto il

permesso di entrare, per la prima volta nella storia, nella famosa Area 51, la zona supersegreta e off limits all'interno

della Nellis Air Force Base, nel Nevada. Come noto, sull'Area 51 e sulle sue comunque singolari operazioni (tanto per

dirne una: da e per la base, con Las Vegas quale sede di partenze e arrivi, volano degli aerei dalla livrea

assolutamente anonima, dei Boeing 737 senza alcuna scritta) è fiorito di tutto: è il posto nel quale si sperimentano

velivoli dalla tecnologia più avanzata rispetto a quella in uso in un certo periodo (e qui siamo nel vero, soprattutto

pensando agli F117 Stealth e al B2, il bombardiere B2 che sfrutterebbe addirittura generatori di antigravità per volare);

è il posto dove sono ricoverati dischi volanti alieni, con tanto di corpi di extraterrestri recuperati dopo crash di velivoli

cosmici; è il posto nel quale si consuma, da anni, uno scambio di tecnologia con i fratelli dell'universo; è il luogo,

infine, zeppo di laboratori il cui funzionamento non è immaginabile nemmeno con un grande sforzo della fantasia.

Ecco, tutto ciò starebbe per essere svelato e, udite udite, nella maniera più clamorosa. La spedizione di Yost avrebbe

infatti avuto accesso perfino agli angoli più remoti dell'Area 51 e avrebbe documentato tutto provando che sospetti,

dicerie, fughe di notizie, testimonianze più o meno sensazionali avevano colto nel segno: è, sarebbe, tutto vero. In

una conferenza stampa tenuta a Los Angeles, Yost ha assicurato che molto di quello che ci è stato tenuto nascosto è

di "rilevanza notevole". Entro la fine della primavera questi filmati saranno finalmente resi pubblici e divulgati,

probabilmente mediante canali quali Discovery Channel o History Channel. Se volete approfondire, ecco l'articolo che

ho citato. Un passo indietro, adesso, per tornare alla relazione Urss-Roswell. La tesi è rilanciata nel nuovo libro della

statunitense Annie Jacobsen (che, guarda caso, si intitola "Area 51"): l'obiettivo del complotto, diretto personalmente

da Stalin, sarebbe stato di spaventare gli americani. Il velivolo schiantatosi sarebbe stato un cacciabombardiere

Horton Ho 229 catturato dall'Urss ai nazisti (il velivolo aveva una velocità stimata di mille chilometri all'ora) e gli esseri

che lo pilotavano sarebbero stati non alieni ma creature deformi create grazie alla collaborazione del nefasto

professor Josef Mengele, l'angelo della morte di Auschwitz che, secondo i dati storici, è riuscito a scappare e a far

perdere le proprie tracce. Ripeto: s'era già ipotizzato lo zampino dei sovietici, sebbene non in questi termini e senza

dettagli che paiono più fantascienza della... fantascienza. Ma la tesi era stata ben presto riposta nel cassetto:

scartando anche l'ipotesi aliena, per Roswell restava più che altro l'opzione del velivolo speciale e segreto, ma di

costruzione americana. Secondo: mi pare assolutamente improbabile che i sovietici abbiano deciso di permettere a

Mengele di "circolare", qualora l'avessero davvero acciuffato; sarebbe stato ben più d'immagine e utile - se vogliamo

metterla su un piano esclusivamente cinico - consegnare alla giustizia planetaria un criminale di tal fatta. Ma anche

ipotizzando che la Jacobsen ci ha preso, automaticamente si smonta una delle tesi storiche su Roswell: non era un

pallone meteorologico, come poi gli Usa hanno voluto sostenere. Non solo: la tesi del complotto e del negare la realtà

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era solo vera, non una bufala nella bufala come i miscredenti hanno a lungo sostenuto. Certo, una verità di segno

diverso, ma pur sempre occultata. Per quale motivo, allora, se uno mi ha mentito per anni, dovrei adesso credere che

quanto sostiene è vero? In realtà, la domanda è un'altra: da un mesetto, ormai, si sta parlando del caso Roswell

(ricordate la vicenda degli archivi Fbi liberati dai vincoli di segretezza? Oppure il filmato dell'alieno vivo?) e ora si

aggiunge la visita all'Area 51; sarà un caso?

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National Geographic e la possibilità di un attacco

extraterrestre

18-05-2011

Non ho ancora ben capito se domenica prossima sarà lanciato il servizio-inchiesta sull'Area 51 e soprattutto quale

emittente (National Geographic, History Channel o Discovery Channel?) lo manderà in onda. Di sicuro, però, il 22

maggio è il giorno scelto da National Geographic per la "prima" di un altro documentario che si annuncia interessante

o, comunque, foriero di discussione. Titolo: "When Aliens Attack". La possibilità che la Terra si ritrovi alle prese con un

attacco extraterrestre è valutata da vari punti di vista e prospettive, non senza una serie di premesse a mo' di sfondo,

se vogliamo scontate ma necessarie per introdurre il tema. Così, tra l'altro, si ricorda la frase di Carl Sagan "Se

nell'universo non ci fossero forme di vita oltre a quelle che esistono sulla Terra, saremmo di fronte a uno spreco

enorme", oppure si sottolinea che solo nella nostra galassia ci sono dai 10 ai 50 miliardi di pianeti simili al nostro. "Se

non pensassi che non ci fossero chance più che buone di intercettare altre intelligenze, non farei questo mestiere,

anche perché non è così remunerativo e ti espone pure al rischio di non essere creduto o, peggio, di essere

dileggiato" afferma il dottor Seith Shostek, astronomo veterano del programma Seti. La sua professione di fede è

totale: "Se sento qualcuno dichiarare "no, non ci sono alieni nello spazio attorno a noi", io rispondo: "allora credi nei

miracoli". Il miracolo, ovviamente, starebbe nel fatto che non esistono". La lista degli intervistati è nutrita e miscela,

come d'obbligo in questi casi, sia i credenti sia i miscredenti, questi ultimi ben rappresentati dal colonnello Brian De

Toy, già responsabile di studi strategici a West Point: "Io sono uno scettico che crede... nei miracoli. Un anno fa ero in

Afghanistan e in Irak: gli alieni con i quali avevo a che fare stavano là; e di loro sono ancora oggi abbastanza

preoccupato. Degli altri, no, per nulla". Ad ogni modo, c'è anche chi si è premunito. Partendo dal presupposto che

l'Uomo nelle sue conquiste ha trattato male le popolazioni con le quali si è confrontato e che, per analogia, ci sono

buone possibilità che gli extraterrestri ci "paghino" con la stessa moneta, il dottor Travis Taylor, per vent'anni

dipendente del Dipartimento della Difesa e della Nasa, si è messo al computer e ha scritto il seguente volume:

"Introduzione alla difesa planetaria". "Il punto - spiega - non è se ci sono o non ci sono, ma che cosa hanno in mente?

E se i loro progetti fossero poco pacifici, com'è molto probabile che sia, la domanda diventa questa: come

proteggiamo il pianeta?"

In ricordo di Carlo Sabadin

Gli amici del gruppo ufologico "Sentinel" mi segnalano che il 26 giugno terranno a Milano il primo convegno "Scienza

e Mistero" in ricordo del loro presidente Carlo Sabadin, prematuramente scomparso un anno fa. Nella foto, ecco la

locandina dell'incontro. Maggiori dettagli e informazioni possono essere trovate sul sito di "Sentinel Italia" o su questo

link di Facebook

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Il mio pellegrinaggio zanfrettiano E il mistero di

"quota mille"

24-05-2011

Pellegrinaggio nei "luoghi zanfrettiani". L'ho fatto nei giorni scorsi, grazie alla disponibilità del collega Rino Di Stefano,

colui che da 30 e passa anni è la memoria storica di uno dei casi più singolari e famosi - un caso tuttora irrisolto, è

bene sottolineare - dell'ufologia mondiale. Torriglia, Marzano di Torriglia, il passo della Scoffera: ho visto di persona il

teatro nel quale, dal 1978 al 1981, si sarebbero consumate le "abduction" da parte degli alieni di Piero Zanfretta,

metronotte genovese incappato, ahilui, in una vicenda che gli ha cambiato la vita (in peggio). Nel blog di questa storia

ne abbiamo già parlato un paio di volte, ma l'argomento non smette di affascinare, Adesso ve lo posso proporre con

tutti i dettagli "contestualizzati" e con uno sviluppo-appendice che mi era sfuggito e che dunque può rappresentare

una novità: la strana, misteriosa vicenda di "quota mille", sempre dalle parti di Torriglia. Ho scelto il sistema più

semplice per raccontarvi la mia gita ufologica: foto e argomenti raggruppati in vari capitoletti. Per raccontare

visualizzando lo scenario.

VILLA "CASA NOSTRA" - Ecco "Casa Nostra", la villa di Marzano di Torriglia che Piero Zanfretta, la notte del 6

dicembre 1978, doveva controllare. All'epoca era di proprietà di un dentista, che se ne liberò quando il posto, portato

alla ribalta dai media, si trasformò in meta di curiosi. Zanfretta, allertato dalla luce anomala e intensa che aveva notato

nel parco dell'abitazione, posteggiò la propria Fiat 127 esattamente in quella nicchia della strada (molto stretta) dove

vedete quella Punto.Quindi entrò dal cancelletto bianco della villa che dà sulla strada, tenendo con la mano sinistra

una torcia e con la destra la pistola in sua dotazione. Particolare come minimo strano: quando Zanfretta fu rinvenuto

in stato di choc, "bollente" tanto quanto la sua macchina e questo nonostante la rigida temperatura, anche la casa

mostrava qualcosa di anomalo. L'ingresso, oggi con una porta a vetrata, era stato completamente divelto. Ma

dall'abitazione risultarono mancare solo due uccellini impagliati... Il resto era rimasto dov'era: Difficile, dunque, che

fossero ladri tradizionali. Non solo. L'orto e il giardino (una parte adesso è stata modificata, con la creazione di alcuni

terrapieni) erano devastati, come se fosse passato un tornado (esistono foto e documenti agli atti). E pur essendo

praticamente inverno, c'erano ampie zone di erba bruciata.

IL PODERE E GLI ALBERI - L'incontro con gli alieni - due "bestioni" alti tre metri, brutti, rugosi e terrificanti, i fatidici

Dargos - avvenne nella zona dove vedete quei pini. Zanfretta scivolò con circospezione lungo il muro della casa, ma

una volta girato l'angolo ricevette una spinta che lo mandò per terra. Puntò la torcia contro gli esseri, provò a reagire

ma finì tramortito. Avrebbe poi raccontato di essere stato trasferito a bordo di un disco volante e lì esaminato, non

prima di essere stato costretto a tenere attorno alla testa una sorta di casco che gli procurava fastidio e dolore, ma

che a suo avviso serviva per comunicare con gli extraterrestri per via telepatica. In tutte le altre esperienze di

abduction, il metronotte ha sostenuto di essere sollevato assieme alla sua 127, tant'è che i colleghi, per verificare se

mentisse o meno, una volta gli "punzonarono" le sospensioni senza che lui lo sapesse. I tiranti d'acciaio furono

davvero ritrovati spezzati. E in zona non c'erano gru o altri mezzi per alzare il veicolo...

LA STRADA DELLA SCOFFERA - Una strada strettissima, con tornanti secchi e punti nei quali, se incroci un veicolo

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in senso opposto, sei costretto a fermarti e a lasciar passare. I chilometri che conducono al passo della Scoffera, più o

meno dalle prime propaggini dell'abitato di Torriglia, sono stati la scena di almeno altri due episodi inquietanti.

Zanfretta era pedinato dai colleghi e non lo sapeva: lui davanti, loro su una macchina a seguirlo. Decisione maturata

dopo che una notte la sua auto pareva essere impazzita ed era finita fuori controllo. Il metronotte, via radio, annunciò

che non riusciva più a tenerla e che era in balia di una forza misteriosa. Dal riscontro delle emissioni della radio di

bordo, collegata con la centrale operativa, risultava che la vettura aveva effettuato un tragitto piuttosto lungo e

complicato in pochissimi minuti. L'anomalia si ripetè quella seconda volta, però con i colleghi testimoni diretti. Entrata

nella galleria che conduceva a Torriglia, l'auto svanì. Fu ritrovata alla Scoffera, ovviamente con Zanfretta inebetito dal

nuovo incontro. Tempo di percorrenza calcolato grazie ai segnali radio: 4 minuti. Si era di notte, c'erano nebbia e

ghiacco sulla strada e l'itinerario, come detto, prevedeva vari punti critici. Il giorno successivo, Rino Di Stefano ripetè il

percorso alla luce del sole e tirando a rotta di collo: 15 minuti il tempo impiegato.

IL CONFLITTO A FUOCO - Anche i colleghi di Zanfretta furono testimoni di un avvistamento difficile da dimenticare.

Seguivano Zanfretta di nuovo e videro una luce fortissima, a forma di nube; più probabilmente, però, secondo loro si

trattava di un oggetto volante. Due fari si accesero dalla nube e la loro auto si bloccò di colpo. Scesero e si misero a

sparare a quella "roba" che vedevano nel cielo notturno. Scaricarono quattro caricatori senza alcun effetto: ad un

certo punto i fari si spensero e l'auto riprese a funzionare. A uno di questi agenti fu ordinato di fermarsi lì, di sentinella,

in attesa che gli altri riuscissero a trovare e a recuperare Zanfretta. Quest'uomo, descritto come un marcantonio di

due metri che nella carriera non aveva mai avuto paura di nulla, si mise a piangere come un bambino: aveva paura di

rimanere lì. Zanfretta in una delle sedute di ipnosi regressive disse di aver visto tutta la scena dal disco volante. Le

sue parole furono: "Ma quelli sono matti, mi sparano addosso...". Finita qui? No. Uno degli agenti, quindici giorni dopo,

si suicidò senza un apparente valido motivo: era felicemente sposato, aveva una vita normale e regolare, oltre,

appunto, a un lavoro stabile e a zero problemi economici.

IL TORNANTE DELLE ORME - Sempre risalendo la strada che porta al passo, si trova un altro luogo diventato

famoso: il tornante dove furono rinvenute orme di calzature enormi, misurate dai carabinieri e fotografate con tanto di

confronto con le dimensioni degli stivali di servizio. Tutt'attorno c'erano le stesse bruciature riscontrate a "Casa

Nostra". Su tutte, ne spiccava una a ferro di cavallo e dal diametro di almeno una dozzina di metri (una porzione di

questa è a sua volta immortalata in un'immagine diventata famosa). Zanfretta fu rinvenuto poco distante dall'area

nella quale c'era il maggior numero di impronte. Purtroppo, una volta terminati i rilievi dei carabinieri, intervenne un

gruppo di ufologi che, nella foga di raccogliere documentazione, riuscì a contaminare e a rovinare in maniera

irreparabile lo scenario.

IL SENTIERO E LA CASA DI SINATRA - Vedete questo sentiero di crinale angusto e proprio sul ciglio di un burrone

pericoloso e profondo? Lì sotto, a sinistra guardando l'immagine, c'è Rossi, il paese natale della madre di Frank

Sinatra (vedete la stele dedicata al famoso cantante). In alto, ci sono il bosco e la montagna dove Piero Zanfretta

sostiene si trova la scatola affidatagli dagli alieni: conterrebbe un prisma dorato immerso di una teca speciale. Lui è il

custode e solo lui avrebbe accesso a questa zona che, di notte, gli si apre grazie a un tunnel di luce. Abitanti di Rossi

hanno confermato di aver visto fenomeni luminosi stranissimi nella vallata e lungo il pendio.La cosa incredibile è che

Zanfretta si reca in quel posto (e lo fa ancora oggi) di notte, scarpinando a suo rischio e pericolo su un viottolo che

pure di giorno sarebbe meglio lasciare dov'è. Una volta lo ritrovarono aggrappato al ramo di un arbusto, stremato: era

scivolato e stava cadendo nel burrone. Voi andreste di notte da quelle parti, a percorrere un sentiero così?

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QUOTA MILLE - Le vicende di Torriglia non si esauriscono con la storia di Piero Zanfretta. C'è un'appendice che mi

era sfuggita leggendo il libro di Rino Di Stefano e che il collega mi ha ricordato. Dieci anni dopo l'episodio di "Villa

Casa Nostra", dunque nel 1988, avvenne qualcosa di speciale, che durò ben otto mesi. Lasciando il centro e

proseguendo lungo la strada che risale verso l'interno degli Appennini, si arriva a una curva che dà su uno spiazzo. Si

chiama "quota mille", in quel punto siamo per la precisione a 1031 metri sul livello del mare. Lì sopra c'è quella cresta

che vedete nella foto e, subito sotto, c'è un ampio pianoro. Ecco, per otto mesi quel pianoro ha ospitato, con tanto di

partenze e ritorni, un oggetto dalla forma discoidale che emetteva una luce strana, come se illuminasse anche

dall'esterno all'interno e non solo nel verso opposto. Era visibile pure di giorno e attorno ad esso, di tanto in tanto,

erano avvistati degli esseri che non sembravano umani. La gente di Torriglia, alla sera era solita trasferirsi numerosa

a "vedere lo spettacolo": le auto erano parcheggiate a bordo strada e tutti stazionavano in contemplazione, come se

fossero al cinema. Una mattina, quattro ragazzi arrivati a "quota mille" con due scooter decisero di rompere gli indugi

e di salire lungo il sentiero a vedere che cosa fosse quell'oggetto (nessuno, nemmeno le forze dell'ordine che peraltro

avevano dovuto verbalizzare, seppur di malavoglia, le testimonianze, avevano avuto il fegato di farlo). Nel momento

stesso in cui imboccarono la stradina, quella "cosa" si alzò e fece per spostarsi verso di loro. I ragazzi se la diedero a

gambe, spaventatissimi: uno di loro stava perfino dimenticando l'amico, lasciandolo giù dal motorino. Ci sono foto?

Rino mi assicura di sì, anche se se in quegli anni non esistevano ancora camere digitali e telefonini, con i quali

oggigiorno si riprende di tutto e di più.Ma la gente di Torriglia non volle dargliele. Perché? Per la ritrosia tipica dei

liguri, perché il caso Zanfretta aveva lasciato anche una popolarità pericolosa, perché nessuno ci stava a passare per

matto. Solo due quotidiani, La Stampa e il Giornale, seguirono il caso, un altro episodio strano di understatement di

un fatto di cronaca. Ma quell'oggetto fu visto anche dal vicesindaco, da un paio di assessori, dal prete, dal

responsabile del presidio sanitario e dal guardiacaccia. E anche da alcuni carabinieri. Una luce innocua? Sarà, ma

c'era un operaio che ogni giorno, per andare a lavorare, doveva percorrere quella strada. Se la faceva così addosso

che preferì aggiungere venti chilometri all' andata e venti al ritorno per cambiare itinerario e per non passare più da

"quota mille". Ed è proprio lì, in quella zona, che lo scorso dicembre, dopo decenni di stop, sono ripresi gli

avvistamenti di luci strane. Se ben ricordate, Zanfretta aveva detto che nel 2010 qualcosa sarebbe successo. E

tutt'oggi non è sereno e tranquillo...

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Rapimenti alieni nel folklore celtico? Le indagini

e le scoperte del Reverendo Robert Kirk

30-05-2011

Caso Zanfretta, alieni, (presunti) rapimenti da parte dei fratelli del cosmo. Visto l'interesse suscitato dal precedente

post sui casi di Torriglia e dato che me ne aveva accennato durante la "abUFATA" svolta a Roma, ho chiesto a Ivan

Ceci di trattare una storia particolare, che si perde addirittura nei secoli. La storia e le tesi del reverendo Kirk.

Nel 1815 il celebre romanziere scozzese Walter Scott fece pubblicare a sue spese un breve e misterioso trattato del

XVII secolo dal titolo “The Secret Commonwealth of Elves, Fauns & Fairies” , ovvero Il regno segreto degli Elfi, dei

Fauni e delle Fate. Il libro, ultimato nel 1691 e rimasto inedito fino al XIX secolo, trattava una materia molto cara a

Walter Scott e ad altri studiosi dell’età romantica, quella cioè della riscoperta delle leggende legate al folklore e alle

tradizioni popolari. Tuttavia a rendere celebre l’opera non fu la sua importanza storico-letteraria, né l’aver avuto un

così celebre editore, bensì la strana vicenda biografica che aleggiava, e aleggia tuttora, intorno a colui che lo scrisse.

L’autore, il reverendo Robert Kirk di Aberfoyle, piccolo villaggio situato al centro della Scozia, era infatti convinto che

le creature descritte nel suo trattato, elfi, fauni e soprattutto fate, non fossero affatto, come riteneva l’opinione

comune, esseri immaginari e fantastici, bensì creature realmente esistenti, che convivono in forme organizzate

insieme agli esseri umani sulla Terra e che di tanto in tanto entrano in contatto con alcuni di loro trasportandoli nella

terra delle fate, fairyland, appunto. Kirk era così convinto della sua teoria che passò molti anni della sua vita

raccogliendo le testimonianze di coloro che affermavano di essere entrati in contatto con questi strani esseri. Il

risultato delle sue indagini fu appunto il Regno Segreto, opera che non solo Kirk non riuscì mai a far stampare ma che

forse, secondo alcuni, dovette procurargli non pochi problemi con le gerarchie ecclesiastiche se è vero che non

appena essa fu completata e pronta per la pubblicazione, il reverendo scomparve misteriosamente senza lasciare

alcuna traccia. Ma cosa conteneva quel trattato di così sconvolgente rispetto ad altri testi coevi che narravano dello

stesso argomento? Innanzitutto, come ho già detto, il fatto che l’autore stesso trattasse la materia con un

atteggiamento quasi scientifico e molto poco narrativo dando molta importanza alle informazioni ottenute di prima

mano e catalogando il tutto con maniacale precisione. Ma a rendere particolare questa opera sono soprattutto le

storie raccolte da Kirk e le conclusioni a cui lui giunse dopo aver censito tutti i dati. Questi esseri, spiega per esempio

Kirk, possiedono una natura intermedia tra l’uomo e gli angeli, (These siths or fairies […] are said to be of a middle

nature betwixt man and angels, as were daemons thought to be of old) hanno un aspetto etereo - che però

all'occorrenza è capace di mostrarsi simile agli uomini - e hanno la capacità di apparire e svanire a loro piacimento

(intelligents studious spirits, and light, changeable bodies -like those called astral- […] they can make them appear or

disappear at pleasure). Intellettualmente sono estremamente intelligenti e curiosi e vivono organizzati nel sottosuolo

all’interno delle cavità terrestri, cavità da cui possono entrare e uscire grazie alla natura aerea dei loro corpi. La loro

civiltà, continua il testo, era estremamente evoluta e fiorente già da molto prima che l’uomo abitasse la terra e le sue

tracce sono ancora presenti sulle high mountains della Scozia. Ciò che però sembra colpire di più l’interesse del

reverendo sono gli strani racconti di coloro che affermarono di essere stati ‘trasportati’ via dalle fate. Alcuni dei suoi

intervistati, infatti, riferivano, di essere stati trasportati istantaneamente , durante l’incontro con le fate, in luoghi pieni

di luce dove le lampade emanavano una luce perenne che si alimentava senza combustibile (having for light

continual lamps and fires, often seen without fuel to sustain them) e dove occasionalmente alcuni rapiti avevano

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osservato questi esseri mentre infliggevano atroci tormenti ad altri esseri umani ([…] for the hideous spectacles seen

among them, as the torturing of some wight). Per lo più i rapiti, secondo Kirk, erano donne, alcune addirittura incinte,

ma anche i bambini spesso erano vittime di queste misteriose sparizioni. Il fatto curioso, che però si ricollega ad alcuni

particolare degli odierni casi di abductions, è che al posto della persona “rapita” veniva lasciato un “clone”

esattamente identico all'originale che restava in casa finché la persona non fosse stata riportata indietro. (Women are

yet alive who tell they were taken away when in child-bed to nurse fairy children, a lingering viracious image of theirs

being left in their place - like their reflection in a mirror -). Tra l’altro questi esseri pare che utilizzassero una specie di

"bacchetta magica" che, rivolta contro un uomo, poteva immobilizzarlo con un "lampo" senza creare, specifica il testo,

danni fisici permanenti (These arms have somewhat of the nature of thunderbolt, subtly and mortally wounding the

vital parts without breaking the skin). Le loro armi, osserva Kirk, sembravano costruite con una tecnologia superiore

alle capacità umane (cut by arts and tools beyond human). Curiosamente alcune delle ferite inferte da questi

dispositivi furono anche rinvenute direttamente da Kirk sui corpi di alcuni animali da bestiame (of wich wounds some i

have observed in beasts and felt them with my hands). C'è forse un legame con le cosiddette "cattle mutilations",

ovvero mutilazioni animali, registrate ai giorni d'oggi su centinaia di capi di bestiame in tutto il mondo? Difficile

stabilirlo con certezza, ma è curioso notare che gli animali esaminati da Kirk, così come nei casi odierni, risultavano

privi di liquidi e sangue. Esattamente come nei casi di cattle mutilations studiati oggi! Il reverendo, però, volle essere

più chiaro sulle possibili intenzioni di questi esseri. "Questi esseri - scrisse - non sembrano essere consapevoli del

male che possono infliggere (They do not all the harm which appearingly the have power to do , no are they perceived

to be in great pain) e tra l’altro non comunicano tra di loro se non emettendo uno strano sibilo che però si tramuta

istantaneamente nella lingua locale nel momento in cui si trovano di fronte ad un essere umano (They apparel and

speech is like that of the people and country wich they live […] they speak but little and that by way of whistling)". Ma il

reverendo Kirk ci tiene ad illustrare anche il loro sistema filosofico. Essi non credono in nessun Dio e non hanno una

religione. La loro filosofia si basa sulle seguenti idee: niente può morire; tutte le cose si evolvono ciclicamente in modo

che ogni volta si rinnovano e migliorano; il movimento è l’unica legge che regola l’universo. Molte altre sarebbero le

cose da dire su questo intrigante trattato, ma forse è bene lasciare il piacere della ricerca e della scoperta come

sempre al lettore.

In ogni caso l’opera di Kirk, sia che venga considerata solo un semplice affresco delle tradizioni popolari della Scozia

del XVII secolo, sia che venga utilizzata, come già fece il celebre fisico e ufologo francese Jacques Valleé, per

interpretare alcuni dei moderni casi di "incontro ravvicinato" con esseri extraterrestri, resta una pietra miliare per lo

studio del folklore nordico, soprattutto perché a partire da essa iniziò il lavoro di tanti altri studiosi delle tradizioni e

delle leggende scozzesi. Kirk ebbe infatti ilmerito grande di spingersi (pur con i suoi mezzi limitati) oltre le credenze

del suo tempo per tentare di certificare quella che lui era convinto fosse una realtà da investigare e comprendere e

che per la sua epoca era considerata solo una fantasia popolare.

Un esempio di uno spirito, se vogliamo, molto moderno e contemporaneo, che ci stimola a riflettere anche sul modo in

cui noi tutti ci rapportiamo a determinate tematiche considerate "di frontiera" dalla scienza ufficiale. In Italia l’opera di

Robert Kirk è stata tradotta e pubblicata solo nel 1980 ( Il regno segreto, a cura di Mario M. Rossi,Milano , Adelphi) in

un'edizione che però non tiene in alcun conto l'ipotesi ufologica e che quindi non riesce a "leggere" in questa chiave

alcune sfumature dell'indagine compiuta da Kirk. Consiglio dunque di leggere, se possbilie, il testo di Kirk in una delle

edizioni pubblicate in lingua originale, per esempio quella gratuitamente disponibile su internet all’indirizzo

http://www.sacred-texts.com/neu/celt/sce/ .

Ivan Ceci

Chi ha foto dell'Ufo di "quota mille"?

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Come avevo anticipato in uno dei commenti al post precedente, lancio un messaggio, nella speranza che qualcuno lo

raccolga. Il messaggio è rivolto a chi - diretto testimone o erede di un testimone dell'epoca - fosse per caso in

possesso di immagini dell'oggetto che per otto mesi, nel 1988, avrebbe stazionato nella cosiddetta "quota mille" sopra

l'abitato di Torriglia. Mi rendo conto che è una "caccia" difficile. Ma se qualcuno leggesse mai queste righe e volesse

mettersi in contatto, scriva a [email protected]

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I segnali della vita extraterrestre? Forse sono già

nei dati del Seti 01-06-2011

Vi ricordate delle difficoltà del Seti, il progetto con il quale nel cosmo si stanno ricercando intelligenze di natura

extraterrestre? Ne abbiamo parlato recentemente in un post. Pare che adesso ci siano delle novità interessanti,

positive e non negative: si è tornati a scandagliare l'universo. Ma non solo: ci sono riflessioni ancora più importanti. Se

n'è occupato il sito Ufoplanet.Ufoforum.it, il cui testo riprendo (con l'autorizzazione degli autori) per girarlo ai vostri

commenti.

In questi giorni è giunta notizia che il Seti tenta di andare avanti nonostante la crisi. La nuova caccia alla vita su altri

pianeti è partita nei giorni scorsi grazie al Green Bank Telescope in West Virginia, il più grande radiotelescopio del

mondo, fornito di una parabola di cento metri quadrati orientabile in qualunque direzione. Il radiotelescopio ha da poco

iniziato ad analizzare i segnali di una rosa sceltissima di 86 pianeti extrasolari, individuati tra quelli che hanno, per le

loro caratteristiche, maggior probabilità di avere degli «inquilini». Ma siamo sicuri che fin'ora non abbiamo ancora

sentito niente di speciale? Quarant'anni di progetto Seti hanno fatto accumulare una quantità di dati enorme. E'

possibile che da qualche parte, tra questi dati, si trovi l'impronta di una civiltà extraterrestre, insomma un segnale che

non abbiamo ancora riconosciuto? I rilevatori Seti possono essere ingannati da molti segnali terrestri: rediazione

diffusa dai telefoni cellulari, radar per applicazioni militari e cosi via. Gli astronomi del Seti prestano sempre attenzione

a queste fonti di interferenza e di solito riescono a identificarle correttamente. Rimangono però alcune intriganti

eccezioni: il progetto META, per esempio ha registrato diversi segnali non casuali che potevano essere trasmissioni

intelligenti. Ma allora questi segnali ci potrebbero essere già stati? Il problema è che ogni volta che gli astronomi

riposizionano i loro telescopi, puntandoli nella direzione da cui era provenuto il segnale, non trovano nulla: i segnali

non si ripetono mai. Forse erano davvero trasmissioni intermittenti di una civiltà aliena, il raggio di un faro che si è

posato sulla Terra prima di spostarsi. O forse erano semplici interferenze tadio ancora non identificate. Un ulteriore

problema nasce dall'interpretazione dei dati registrati dai telescopi. Osserviamo fotoni emanati da lampi di raggi

gamma e ne spieghiamo l'origine in termini di palle di fuoco generate da un cataclisma, rileviamo fotoni provenienti da

altre stelle con un eccesso di infrarossi e deduciamo che la stella è avvolta da polveri; troviamo uno spettro termico e

sosteniamo che proviene da un corpo nero. Eppure tutte queste osservazioni potrebbbero essere spiegate anche in

termini di attività extraterrrestri. Le civiltà aliene potrebbero comunicare tra loro scambiandosi lampi di raggi gamma,

uno dei segni della presenza di una sfera di Dyson è un eccesso di infrarossi, per osservatori ignari come noi il

metodo comunicativo più efficace, non è distinguibile dalla radiazione liberata da un corpo nero. In pratica la difficoltà

è che siamo incastrati su un pezzo di roccia avvolto da un'atmosfera densa, e cerchiamo di dare un senso all'Universo

interpretando quei pochi fotoni che i nostri telescopi riescono - ogni tanto- a intercettare. E' una vera e propria sifda. A

volte gli scienziati potrebbero sbagliarsi, è vero. D'altra parte, se possiamo spiegare queste osservazioni come

fenomeni naturali non c'è bisogno di postulare l'esistenza degli alieni. Quindi quando osserviamo per esempio, che gli

spettri di quasi tutte le galassie presentano un redshift, (il fenomeno per cui la frequenza della luce, quando osservata

in certe circostanze, è più bassa della frequenza che aveva quando è stata emessa) è più che sufficiente attribuire il

fenomeno all'espansione dell'universo, una spiegazione abbastanza fantastica di per sé. Non ci serve immaginare,

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come è stato fatto in un racconto di fantascienza che i redshift siano i gas di scarico di astronavi aliene in

allontanamento dal nostro pianeta. Dobbiamo sperare che civiltà avanzate producano segnali inequivocabili e

chiaramente distinguibili da rumore. Dobbiamo sperare che i loro segnali siano forti; se la nostra attuale generazione

di telescopi rivelerà una sensibilità inadeguata a qyuesto compito avremo sprecato quarant'anni e oltre di

osservazioni.E dobbiamo sperare infine che i segnali vengano ripetuti frequentemente. Sarebbe un peccato

gravissimo se avessimo già registrato un segnale ma non potessimo dimostrare che proviene da una civiltà aliena

avanzata. Intanto aspettano questi segnali che ci tolgano ogni dubbio tifiamo per il «Green Bank» che punterà la sua

immensa parabola per 24 ore su ogni corpo celeste, alla ricerca di segnali radio che possano rivelare una qualche

attività intelligente. «Abbiamo scelto i pianeti con una temperatura fra 0 e 100 gradi - ha spiegato Dan Werthimer, uno

dei fisici coinvolti - ovviamente non siamo sicuri che proprio in questi ci sia vita, ma sono un buon punto di partenza».

Il telescopio americano è in grado di registrare quasi un gigabyte di dati al secondo, e farà scansioni in un ventaglio di

frequenze 300 volte superiore a quelle del «concorrente», il radiotelescopio di Arecibo, a Porto Rico. Questo altro

radiotelescopio, utilizzato in passato per analoghi progetti, è stato orientato su stelle simili al Sole invece che su

pianeti simili alla Terra. E, per gli esperti, forse è questo il «particolare» che potrebbe fare la differenza. Per riuscire a

elaborare l'enorme massa di dati accumulata dal «Green Bank» servirà un anno e anche un aiuto da parte degli utenti

di Internet: chiunque vorrà «donare» un po' di capacità di calcolo del proprio pc di casa potrà infatti farlo collegandosi

con il sito Seti home. Si torna all'uno per tutti e tutti per uno, come ai vecchi tempi, sperando di non invecchiare senza

niente in mano.

Crediti: http://ufoplanet.ufoforum.it

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Norimberga 1561, 450 lunghi anni di una storia

di Ufo e di arte

04-06-2011

Mi stavo dimenticando dell'episodio, ma ha provveduto a ricordarmelo una bella puntata di History Channel dedicata

ai cosiddetti astronauti dell'antichità e al concetto che da tanto tempo siamo regolarmente visitati dagli extraterrestri.

Dunque, se noi italiani stiamo celebrando i 150 anni dell'Unità, l'ufologia, nel 2011, non può non ricordare i 450 che

sono trascorsi dal famoso episodio di Norimberga. La città tedesca, il 14 aprile 1561, fu infatti teatro del più clamoroso

avvistamento di possibili Ovni del passato. Migliaia di oggetti volanti a forma di lancia, croce, o fuso, apparverso sopra

la città e si tuffarono in una battaglia degna dell'Apocalisse. Il 7 agosto 1566 un evento simile fu osservato anche a

Basilea, in Svizzera. Entrambi i casi furono immortalati da artisti ed è a questo punto che domando ai miscredenti: voi

che cosa sostenete, per smentire che si trattò effettivamente di Ufo e di alieni? Voglio essere magnanimo e vi ricordo

che gli storici e gli esperti di meteorologia affermano che si sarebbe trattato di fenomeni di "parelios", comuni

nell'Europa del nord, descritti e illustrati in centinaia di cronache popolari e xilografie. Peraltro, la tesi non convince del

tutto. Soprattutto - e su questo punto condivido in pieno il parere - colpisce la meticolosità con la quale gli artisti

dell'epoca hanno voluto riprodurre l'avvenimento: deve essersi trattato di uno choc probabilmente non giustificabile

con un fenomeno naturale. Ad ogni modo, pubblico qui una bella sintesi degli eventi di Norimberga fatta dal sito

Videomisteri (http.//videomisteri.altervista.org), che aggiunge un'appendice per inquadrare il contesto storico (si era

sei anni dopo la Pace di Augusta e la divisione, in Germania, tra cattolici e luterani). A voi, dunque, lettura e

commenti.

"Ciò che accadde sopra i cieli della città di Norimberga è stata probabilmente una grande battaglia tra flotte ufologiche

nemiche. All'alba del 4 aprile 1561, gran parte degli abitanti della città furono testimoni di un avvenimento forse unico

nella storia dell'umanità: decine e decine di oggetti volanti erano impegnati a darsi battaglia sul cielo di Norimberga.

Le cronache del tempo descrissero la battaglia nei minimi particolari e affinché della vicenda ne rimanesse perpetua

memoria furono eseguite diverse incisioni su legno e stampe su carta.

Il disegno dell'epoca (incisione su legno eseguita da Hans Glaser subito dopo il fatto e conservata a Zurigo, presso la

Collezione Vichiana) è certamente esaustivo di quanto accaduto: vi si vedono sfere di varie grandezze e di vari colori,

isolate o allineate o in formazione, strani velivoli crociati e altrettanto strane croci con sfere, cilindri di varie forme e

grandezze, assai simili ai cannoni e alle colubrine, con sfere all'interno o sfere al momento dell'espulsione dalla

canna, tubi diritti, ricurvi o rotti, due paia di gigantesche ali dietro al sole ed un'enorme oggetto volante, di color nero, a

forma appuntita, assai simile alla punta di una lancia, che se ne sta al di sotto della battaglia aerea. L'avvenimento si

protrasse per più di un'ora ed ebbe termine allorquando diverse sfere furono abbattute e si schiantarono al suolo, in

fiamme, alla prima periferia della città, causando un enorme incendio. Stando a quanto ha voluto trasmetterci l'artista,

il fuoco durò certamente molte ore perché consentì al popolo atterrito di avvicinarsi per controllare che cosa fosse mai

piovuto dal cielo. I velivoli erano certamente guidati forme di vita intelligenti poiché le cronache parlano di "larghi tubi"

dai quali fuoriuscivano improvvisamente piccoli tubi che, a loro volta, lanciavano sfere colorate. Per quanto riguarda le

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grandezze delle sfere, osservando le persone in basso a destra, se ne deduce che dovevano certamente avere un

diametro di almeno una decina di metri".

Convention 2012: come la vorreste?

Nel 2012, a occhio e croce tra fine la fine di febbraio e l'inizio di marzo per rispettare i due anni dalla prima edizione,

mi riprometto di organizzare la seconda convention di Mistero bUFO. Rispetto all'incontro del 2010 - nel quale sei

relatori (tra i quali anche Piero Zanfretta) furono "dati in pasto" al pubblico presente, in una specie di corrida ufologica

- conto di cambiare un po' di cose. Ad esempio, sto pensando più che altro a una "one to one" con un personaggio di

spicco: un talk show, in buona sostanza, all'insegna dell'uno contro tutti. E mi piacerebbe anche organizzare qualcosa

di ludico, ad esempio una "caccia al tesoro ufologica" con una sfida tra Credenti e Miscredenti. Però sono disponibile

a recepire qualsiasi idea/contributo che verrà da voi. Il tempo non ci manca... Ultima notizia: sto cercando di ottenere

la masterizzazione dei post 2010 del blog, allo scopo di proseguire l'inziativa avviata con la catalogazione di quelli del

2008 e del 2009. Seguiranno successivamente, sulla falsariga dei ben più famosi Xfiles (prima, seconda, terza

stagione e così via...), pure i post del 2011. Chi fosse interessato ai Cd (non so ancora dirvi se saranno disponibili con

un minimo contributo oppure, come si dice a Milano, ... a gratis) può scrivere a questa mail: [email protected]

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Qui Saturno: è solo un esagono?

09-06-2011

Questo viaggio attorno e dentro aspetti non ancora ben chiariti di un pianeta quale Saturno offre lo spunto per un post

particolare, per certi aspetti unico perché in parte esula dalla materia che trattiamo, ovvero Ufo, alieni e dintorni.

L'autore, Riccardo Manzotti, ci tiene proprio a precisare che il suo lavoro non ha lo scopo di approdare a certi

lidi.("Sono uno scettico razionalista" ha confidato in una email). Però, allo stesso tempo, ha l'accortezza di lasciare dei

dubbi e delle porte aperte di fronte alle sue conclusioni, vale a dire la presenza di strutture lineari oltre al famoso

esagono scoperto dalla sonda Cassini 2006. E questi dubbi che si possono appena intuire, possono essere la base

del dibattito che mi piacerebbe aprire tra di voi. Ma chi è Roberto Manzotti? E' un ricercatore di psicologia che ha

tutt'altri orizzonti rispetto alle nuvole di Saturno. Si occupa infatti di basi neurali e fiische dei processi fenomenici

coscienti. Per diverso tempo ha pure trattato dei processi cognitivi in agenti artificiali (AI e visione artificiale). Sostiene

che l'unico legame con Saturno sia proprio la sua esperienza pregressa con immagini acquisite da robot: "Mi ha

lasciato - spiega - una certa sensibilità per "vedere" che cosa può esserci in una nuvola di pixel e se tutto ciò sia il

frutto di artefatti o di dati originali". L'ipotesi LGM (Little Green Men) che lui punta ad escludere, nel senso di

un'intelligenza aliena che "gestisca" queste strutture, può in realtà essere rimessa in gioco sfruttando una domanda

che lo stesso Riccardo si pone: "quanti fenomeni extraterrestri non sono ancora spiegati?" Beh, io,

provocatoriamente, la giro così: "quanti fenomeni extraterrestri non ancora spiegati sono da mettere in relazione

all'esistenza degli extraterrestri?". Partendo, magari, dall'esagono e dalle strutture lineari di Saturno. Se siete

interessati all'argomento e a discuterlo, vi invito comunque a cliccare su questo link per leggere la relazione di

Riccardo e per trovare le immagini. (Nota: il documento è impaginato con una veste particolare, ma le singole pagine

possono essere visualizzate singolarmente)

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La Sicilia e il tempo "ballerino"

11-06-2011

Avrete tutti letto in questi giorni, immagino, la storia degli orologi impazziti in Sicilia. Ovviamente, molti di voi avranno

anche pensato subito ai famosi fatti di Caronia di qualche anno fa. Ecco, il nostro Werner Bissoni sul suo blog,

"Insolitanotizia", ha trattato in modo molto chiaro ed incisivo la questione. La riprendo volentieri in toto, perché il testo

è esaustivo, ben argomentato, ad ampio spettro e anche pepato là dove serve che lo sia. Eppoi, Werner è uno dei

nostri... Aggiungo due cose. Ho già provveduto a contattare il professor Francesco Venerando, colui che era stato

incaricato di coordinare il gruppo istituzionale di studio varato dal Governo dell'epoca (sottolineo la parola Governo;

mica parliamo di pizza e fichi) per gli episodi di autocombustione nella zona tra Palermo e Cefalù, con epicentro

appunto a Canneto di Caronia. Ebbene, il fenomeno degli orologi impazziti sembra avere altri scenari siciliani, più che

quelli diventati famosi. Però il fatto che quell'area sia apparentemente esclusa non significa per forze di cose che le

stranezze siano inferiori o meno importanti: semmai, dopo gli incendi spontanei, diciamo che si è aggiunto un altro

filone non da poco. E comunque, per vostra cultura, Venerando è abbastanza fiducioso che in tempi brevi possano

riprendere i monitoraggi interrotti da anni senza alcun apparente motivo tranne quello di non voler dare risposte al

cittadino, di qualunque natura esse siano. Seconda questione. Come rimarca anche Bissoni, è già calata dall'alto la

risposta garantista e razionale: è tutta colpa di un provvisorio sganciamento della rete elettrica siciliana da quella che

la unisce al resto dell'Italia. Ebbene, come mi ha fatto notare un amico per email, c'è chi ha fatto verificare il proprio

impianto di casa durante il manifestarsi degli episodi. Non c'erano anomalie di alcun tipo. E, chissà come mai, gli altri

elettrodomestici non creavaro problemi. Immagino che funzionassero a carbonella... Vi lascio comunque a Werner e

al suo post.

Da qualche giorno in Sicilia sta succedendo qualcosa di davvero curioso ed anomalo. Un numero imprecisato ma

cospicuo di orologi digitali continuano a segnare un ora di 15 -20 minuti avanti rispetto a quella corretta, e non importa

se vengono riposizionati: il giorno dopo l'anomalia si ripete sempre uguale. Il fenomeno è talmente diffuso che in

poche ore un messaggio lanciato su Facebook da due tecnici informatici, ha ottenuto moltissime visite e conferme,

tanto che ormai se n'è occupata anche la stampa, prima quella locale, poi la nazionale. Le poche ipotesi razionali

addotte per spiegare le cause di questo strano fenomeno senza precedenti, si concentrano sulla fornitura elettrica e

ad eventuali sbalzi d'intensità della corrente; si è notato ad esempio che proprio in questi giorni sono in corso lavori di

manutenzione all'unica cablatura che collega l'isola al continente. I responsabili però sostengono che i picchi relativi

alla fornitura elettrica alternativa con cui è momentaneamente rifornita la Sicilia, sono del tutto nella norma, e che

quindi questa non è la risposta; analogamente per completezza, qualcuno poi ci dovrebbe spiegare il meccanismo

che legherebbe gli sbalzi di potenziale all'accelerazione del tempo percepito dai sensori degli orologi digitali, i quali

tutti vanno solamente avanti e tutti di 15-20 minuti. Come al solito c'è chi tira fuori spiegazioni alternative ma senza il

minimo criterio logico, come l'influsso magnetico derivante dall'attività vulcanica dell'Etna, per arrivare ai soliti demoni,

fantasmi, extraterrestri. In fondo sarebbe solo una curiosa anomalia, se non fosse che qualche anno fa, fenomeni ben

più strani e misteriosi hanno coinvolto sempre la Sicilia, durante la famosissima ondata di avvenimenti insoliti avvenuti

a Canneto di Caronia nel 2004, ed in seguito a Riesi. Dunque si tratta di un nuovo mistero che riguarda l'isola, l'ultimo

di una lunga lista; infatti se come dicono i teutofoni "einmal ist keinmal" ovvero "una volta è nessuna volta", l'ennesimo

fenomeno bizzarro ed inspiegabile che riguarda questa terra, sembra suggerire invece che qualcosa di

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profondamente strano, ancora incompreso, pervada la Sicilia con una certa regolarità. Malgrado le ridicole conclusioni

della magistratura, che per chiudere in fretta l'imbarazzante pagina dei misteriosi fatti di Caronia attribuì a sconosciuti

piromani gli incendi spontanei e gli enigmatici fenomeni verificatesi durante l'ondata di qualche anno fa, in verità

l'unico vero gruppo scientifico che si occupò della faccenda aveva idee ben diverse. Infatti, prima che venisse

inspiegabilmente smantellato il team di specialisti, chiamato ad indagare sugli strani eventi del 2004 direttamente dalla

Presidenza del Consiglio dei Ministri, il loro portavoce Francesco Venerando dichiarò che secondo i risultati degli

esami scientifici effettuati fino a quel momento, le cause avrebbero dovuto cercarsi in un qualcosa in grado di

emettere potenti fasci di microonde concentrati, i quali avrebbero innescato i fenomeni elettromagnetici responsabili

delle anomalie avvenute a Caronia. Durante gli ultimi giorni d'indagine si stavano concentrando gli sforzi proprio per

individuare la sorgente di questi flussi, la quale sembrava provenire dal mare aperto antistante il paesino siciliano.

Certo è assai strano che proprio nel momento in cui vennero fuori questi risultati, il Gruppo Istituzionale fu chiuso e

privato dei fondi necessari, immediatamente prima di poter offrire risposte certe; per di più nonostante che nel tempo

c'è stato chi ha legittimamente inviato ulteriori richieste alle istituzioni per rinnovare e continuare le indagini

scientifiche in loco, nessuna iniziativa è stata intrapresa e addirittura neanche risposta è mai giunta; probabilmente

l'imbarazzo e tale e la volontà di tenere celate le cause è tale che neanche si ha il coraggio di parlarne; insomma ci si

è ritrovati a sbattere contro il classico muro di gomma, come se davvero qualcuno avesse (e abbia tutt'ora) interesse

che la verità rimanga sepolta in fondo al mare. Comunque per ora non esiste nessun collegamento tra gli orologi

impazziti e i fatti di Caronia, se non appunto l'inquietante incidenza di eventi anomali che riguardano la Sicilia. E

questi di cui abbiamo parlato sono solo i più noti. Ma perchè le istituzioni non vogliono ottenere e fornire risposte? C'è

un qualche coinvolgimento o qualcosa di inammissibile su cui si sta chiudendo un occhio? Sentenze come quella sui

fatti di Caronia sono emblematiche, e non fanno altro che dare adito a dubbi inquietanti. Tornando agli orologi, magari

si scoprirà che è tutta colpa dell'erogazione elettrica, ma non so se ci si rende bene conto di cosa vuol dire in termini

statistici l'alto numero di anomalie che in poco tempo si è concentrato nella regione in questione. Non capita tutti i

giorni, neppure tutti i mesi e nemmeno ogni anno che si senta parlare di orologi che viaggiano "avanti nel tempo", e

non si è mai sentito di fenomeni come quelli vissuti dalla popolazione di canneto di Caronia, altrove. Insomma sembra

davvero ci sia qualcosa di molto strano, circoscritto in quella zona d'Italia, ma sembra anche che non ci sia la volontà

effettiva di risolvere davvero la questione, specialmente se indagare vorrebbe dire scoprire qualcosa di ingestibile. Ci

sarà da ridere se un giorno un magistrato archivierà tutto, risolvendo brillantemente come a Caronia, anche

l'eventuale indagine sul mistero degli orologi impazziti. E i colpevoli? Come per i fatti del 2004 la soluzione sarà

semplice e risolutiva: alla fine si concluderà che a mettere in scena il tutto erano i soliti siciliani mitomani, che per

cause imprecisate si divertivano a mettere avanti l'ora del proprio orologio, millantando un mistero che non è mai

esistito.

Werner Bissoni

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Si trova in Antartide una "porta" dello spazio-

tempo?

13-06-2011

La notizia è di questi giorni, è apparsa pure su Corriere.it, e, a richiesta di molti di voi, la ripropongo per la

discussione. Si tratta dell'ipotesi che in Antartide siano stati scoperti dei vortici spazio-temporali. Utilizzo, per lanciare

il dibattito, il testo apparso sul sito "Segnalidalcielo": mi sembra completo ed esaustivo e per la documentazione

l'autore ha attinto a varie fonti (indicate nel post originale).

Il continente più gelido, remoto e inospitale della Terra, l'Antartide che possiede temperature che toccano anche i -80

gradi centigradi, potrebbe nascondere un vero e portale dimensionale con tanto di museo archeologico, sotto la

spessa coltre di ghiaccio che avvolge il 95 per cento del suo territorio e che raggiunge una profondità media di oltre

2000 metri. Qui, 4 mila scienziati, di 46 paesi del mondo, conducono da oltre cinquant'anni le ricerche più impensabili

e sempre in questo luogo avvengono strani e incredibili fenomeni scientifici, alcuni dei quali ancora inspiegabili. Gli

studiosi stavano lavorando a un comune progetto di climatologia quando hanno assistito a un evento da film di

fantascienza: un insolito vortice, stazionava in quota senza mai muoversi di un solo centimetro, nonostante le elevate

raffiche di vento spostassero le nuvole tutt’intorno. All'inizio si era pensato a una tempesta polare ma, la staticità del

mulinello e l'inconsueta nebbia che lo avvolgeva, hanno spinto i ricercatori a indagare sul fenomeno. Gli uomini hanno

approntato un pallone meteo legato ad un argano, completo di una radio sonda per il rilievo delle proprietà fisiche

(temperatura, umidità relativa, pressione e velocità del vento) e un cronometro scientifico per la registrazione dei

tempi di lettura. L'oggetto è stato poi rilasciato e fatto risucchiare all'interno del vortice per il tempo strettamente

necessario alle misurazioni. Dopo alcuni minuti un risultato inquietante: il cronometro segnava la data del 27 gennaio

1965 e tutti i dati calcolati indicavano valori incompatibili con le normali caratteristiche di una tromba d'aria.

L'esperimento è stato ripetuto più volte e sempre con gli stessi risultati. Uno degli scienziati che ha partecipato ai vari

test, lo statunitense Mariann McLein non solo conferma l'accaduto ma evidenzia anche che l'intero episodio è stato

segnalato ai servizi segreti militari e alla Casa Bianca. Da prime indiscrezioni pare che si tratti di una “porta” spazio-

temporale, cioè uno “tunnel” che permette non solo uno spostamento geometrico attraverso lo spazio ma anche un

cambiamento temporale. Una sorta di viaggio attraverso il tempo (avanti e indietro) e lo spazio. A qualcuno potrà

sembrare paradossale ma quanto è avvenuto in Antartide potrebbe trovare una spiegazione razionale nella teoria del

“Ponte di Einstein-Rosen”.All'inizio del secolo scorso, i due scienziati congetturarono una “galleria gravitazionale” o

wormhole, cioè una “scorciatoia” da un punto dell'universo a un altro che consentirebbe di viaggiare tra di essi più

velocemente di quanto impiegherebbe la luce a percorrere la distanza attraverso lo spazio normale. Come vedete non

sono concetti da rubrica di misteri ma vere e proprie nozioni di fisica che ciascuno di noi può approfondire anche

attraverso il web. Questo fatto sensazionale arriva in coincidenza di un'altra strabiliante scoperta fatta dai satelliti

americani e diffusa dalla rivista Daily Galaxy: la presenza di una struttura antichissima sotto il suolo antartico.La

scoperta ha alimentato la curiosità di ufologi e sostenitori delle teorie del complotto, secondo i quali i militari americani

stiano nascondendo il rinvenimento di un UFO o una grande apparecchiatura tecnologicamente avanzata mai vista

prima. Ad avvalorare questa ipotesi il fatto che gli scavi siano iniziati in segreto e con una certa celerità. Qualunque

cosa sia si tratterebbe di un oggetto vecchio di 12 mila anni! Al momento le autorità statunitensi negano qualsiasi

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scoperta archeologica a quelle latitudini ma, come esposto da un funzionario del Parlamento Europeo, la scoperta è

di una tale portata che tutta la comunità scientifica continua a chiedersi cosa mai stia venendo alla luce in quell'area.

Che esista qualche analogia tra la scoperta fatta dai satelliti e il misterioso “mulinello” spazio-temporale? Noi

ovviamente non lo sappiamo ne possiamo confermare la veridicità di tutti questi fatti ma, con le informazioni contenute

in questo articolo, speriamo di avervi potuto dare tutti i riferimenti necessari per indagare ulteriormente sul caso.

Tratto da: www.segnalidalcielo.it

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Dibattiti bUFI / 3 - Dieci motivi per essere

credenti o miscredenti 16-06-2011

Un po' per scherzarci sopra, un po' perché è vero, è noto che ho diviso la "popolazione" di chi commenta i post di

Mistero bUFO tra Credenti e Miscredenti. In realtà, ci sono anche le categorie intermedie: ad esempio, i "Convertibili",

i "Miscredenti a geometria variabile", i "Non so". Certo, costoro sono in minoranza: se vogliamo fare un paragone con i

partiti della prima Repubblica, sono equiparabili al Psdi, al Pli, al Pri o al Psiup. La Dc e il Pci - le due corazzate - sono

indiscutibilmente le altre due famiglie. Magari un giorno mi divertirò a indire le elezioni bUFE, per capire l'esatta

composizione del nostro "parlamento". Ma intanto lancio il terzo dei dibattiti bUFI su un tema a mio avviso

interessante, che si presta ad essere sviluppato a piacimento assecondando le proprie convinzioni. L'argomento è il

seguente: indicate 10 buoni motivi per essere considerato un Credente. E i Miscredenti indichino i dieci loro punti di

forza. Questa volta, più che un voto a ciascuna delle due squadre, il Dargos One valuterà i singoli contributi e stilerà

una hit parade di categoria e una assoluta. Da questo momento, avete due settimane per inviare i vostri contributi.

Il podio secondo me

Bravi. Tutti belli e interessanti i commenti. Ma avevo promesso un podio. Eccolo, secondo il mio personalissimo punto

di vist (con riserva di criticarmi).

1) Nickfee

2) Haidi

3) Lareteufo

Le mie 10 ragioni

1) Perché ho voglia di conoscere un fratello del cosmo

2) Perché sono quasi sicuro che li conosceremo "in pace".

3) Perché vorrei chiedergli se prova le stesse emozioni, le stesse gioie, gli stessi dolori nostri.

4) Perché l'Ulisse omerico andava oltre le colonne d'Ercole per inseguir virtute e conoscenza. E' tempo di superare le

nostre colonne d'Ercole. Di umani, intendo

5) Perché quando vedi i graffiti di Uluru non puoi non pensare che gli aborigeni abbiano visto degli astronauti

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6) Perché l'"archeologia spaziale" ce l'ha già spiegato, che sono arrivati

7) Perché sono convinto dalla testimonianza di una persona quale Piero Zanfretta

8) Perché la logica dice che non può che essere così: non abbiamo ancora messo a fuoco il modo, ma ce la faremo

9) Perché guardando il cosmo intuisci che qualcuno ti starà cercando di sicuro

10) Perché noi umani abbiamo bisogno, per non sparire come razza, di confrontarci con chi è in grado di spiegarci

quanto miseri siamo

p.s. 11) O.T.: Per fare un mazzo così al Positivista

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"6 giorni sulla Terra" e "Super 8" Nelle sale il

cinema alieno

18-06-2011

Con buona pace dei miscredenti (che, immagino, non si capaciteranno dell'attenzione che la materia continua a

riscuotere), ci sono ben due novità sul fronte della cinematografia aliena. Una è italiana ed è approdata in prima

visione in una quarantina di sale della penisola proprio in queste ore: si tratta del film "6 giorni sulla Terra", del regista

Varo Venturi. Si vuole che per l'Italia sia una sorta di ripresa di possesso del genere dopo anni di completo

disinteresse. Venturi è poi uno dei collaboratori del biochimico Corrado Malanga, personaggio che tanti criticano e

contestano per i suoi studi sui presunti rapimenti di umani ad opera degli extraterrestri. "6 giorni sulla Terra" è proprio

un viaggio nelle "abductions": il protagonista, lo scienziato David Piso, sfrutta tecniche ipnotiche per scavare

nell'inconscio degli addotti, per farsi raccontare le esperienze di costoro e per stabilire un dialogo con le personalità

extraterrestri che manovrano il malcapitato. Durante una di queste sedute, una giovane aristocratica cade in una

trance perenne e si dimostra comandata da un'entità mesopotamica (qui tornano le tesi di Zecharia Sitchin...) che ha

pessimi propositi per la nostra povera razza, destinata ad essere sottomessa e dominata. Da questo punto di

partenza si dipana una trama complicata, tra grigi, governi che coprono, unità militari occulte, demoni che si

dimostrano, in realtà, un'interfaccia degli stessi alieni. Gli effetti speciali abbondano (sarà per questo motivo che i

distributori statunitensi hanno già acquistato la pellicola), ma chi ha assistito all'anteprima non manca di sottolineare

qualche esagerazione/ingenuità. Si vedrà, insomma, se il giudizio del pubblico sarà pari alle attese (alte) Venturi, ad

ogni modo, è preso nella parte: "Non è fantascienza, ma real-scienza - ha dichiarato in un'intervista a La Repubblica -:

ci basiamo su teorie scientifiche rivoluzionarie che abbattono i confini dei nostri credo". La seconda novità si riferisce

a un film americano che esce in questi giorni. Si intitola "Super 8" e uno spot era stato lanciato addirittura nel corso

del Superbowl 2011, la finalissima del football Usa. Successivamente era stato diffuso un cosiddetto "teaser trailer", al

quale adesso si aggiunge un full trailer. Inoltre, è stata presentata una nuova sinossi. La pellicola è ambientata

nell’estate del 1979: un gruppo di amici, in una piccola cittadina dell’Ohio, sta effettuando alcune riprese in Super 8

per un film. Ma all’improvviso i ragazzi assistono ad un disastro ferroviario, anche se il loro sospetto è che non si tratti

di un incidente. Di lì a poco la cittadina sarà vittima di strane sparizioni e di oscuri eventi. Un vice-sceriffo locale

cercherà di scoprire la verità: si rivelerà qualcosa di più terrificante di quanto chiunque potesse immaginare. A occhio,

ci sono tante analogie con la vicenda di Roswell.

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Le abduction a "Radio 24"

20-06-2011

Seguito coerente e dovuto rispetto all'ultimo post, quello relativo ai film "Super 8" e, soprattutto, a "6 giorni sulla

Terra". Vi segnalo che l'argomento delle "abduction" è stato trattato oggi da Radio 24, l'eccellente emittente che fa

capo a "Il Sole 24 Ore". Se n'è occupato, in particolare, Gianluca Nicoletti nel suo spazio intitolato "Melog 2.0" e

dedicato a questioni che riguardano la società e il costume. Per risentire la puntata bisogna connettersi al sito

(www.radio24.it), cliccare sulla finestra "Programmi" e scendere nel menù fino a trovare, appunto, Melog 2.0. Nicoletti

ha mediato il dibattito coinvolgendo il regista di "6 giorni sulla Terra", Varo Venturi, e il neuropsichiatra Giuseppe Neri.

E' un disco volante oppure no?

Un lettore del blog mi ha inviato questa foto. Se la ingrandite, proprio nella nube immediatamente a destra dello

squarcio luminoso vedete un oggetto "sospetto". A voi il giudizio: che cosa ne dite?

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Ma c'è un "building" su Marte?

25-06-2011

Nella rete Internet il filmato ha cominciato a circolare tra la fine di maggio e la prima settimana di giugno. Lo posto

solo ora perché tendenzialmente preferisco procedere con i passi felpati, quando di mezzo ci sono Youtube siti affini.

Ma tanti lettori mi hanno invitato a lanciare il tema, tra questi Cesare, un mio collega dell'automobilismo. Si tratta di

un'immagine ottenuta da Google Mars che sembrerebbe documentare l'esistenza di un "building", un edificio. Le

coordinate sono: 71 49'19.73"N; 29 33'06.53"W. Questo è il parere di Cesare: "Oggi ho inserito le coordinate sul mio

programma e il 'building' si vede esattamente così come ha mostrato il tecnico americano che lo ha segnalato. Quindi,

quella struttura, di qualunque cosa si trattti, è davvero visibile in quel modo. Se poi si usa l'opzione 3D, diventa

ancora più visibile. Io non parlerei di bufala. C'è chi ha sostenuto che potrebbe trattarsi di un' immagine distorta

provocata dai pixel, ma mi pare poco credibile perchè in quella zona tutto è stato mappato alla perfezione. Prova

anche tu con il tuo computer e vedrai che è impressionante". In effetti il "building" non lascia indifferenti. Dicevo di

Youtube: potete vedere dei filmati a questo link, oppure a questo. Nel primo c'è il building, nel secondo qualcosa di

differente (ma ugualmente interessante)

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Carl Sagan e la questione degli Ufo Non fu solo

scetticismo

01-07-2011

Ricevo e volentieri "posto" questa riflessione di Angelo Pugliese su Carl Sagan

Desidero portare un contributo innovativo a questo blog parlando di un grande astrofisico. Questo è possibile se si

parla di Carl Sagan, il “padre spirituale” (e materiale) delle missioni Viking e Voyager della Nasa per l'esplorazione di

Marte e dei pianeti gioviani, nonché ideatore del messaggio di Arecibo e infine autore di “Contact”. Il romanzo, edito a

metà degli anni 80, diventò nel 1997 anche un bellissimo film - uscito postumo dopo la morte dello scienziato - nel

quale la protagonista è una grande Jodie Foster. Se si naviga nel web, sembra che Carl Sagan sia sempre stato uno

scettico a priori in merito al fenomeno ufologico. Ma pochi conoscono un suo libro del 1966 scritto in collaborazione

(nonostante si fosse in piena guerra fredda) con un suo omologo sovietico, Iosif Shklovski. Nel volume viene dedicato

un capitolo intero all'ipotesi che la civiltà sumera potesse avere avuto un contatto con gli “uomini-pesce” (le famose

raffigurazioni di uomini dotati di scafandro) che altro non sarebbero stati se non presunti astronauti extraterrestri. Ma

non basta: nello stesso libro, il coautore russo ipotizza che una delle due lune di Marte, Phobos, sia il prodotto

artificiale di una avanzata civiltà marziana vecchia di qualche milione di anni e probabilmente estinta. Ecco la

citazione in inglese: "... Since Mars does not have a large natural satellite such as our moon, the construction of large,

artificial satellites would be of relatively greater importance to an advanced martian civilization in its expansion into

space... The launching of massive satellites from Mars would be a somewhat easier task than from Earth, because of

the lower martian gravity... Perhaps Phobos was launched into orbit in the heyday of a technical civilization on Mars,

some hundreds of millions of years ago..." Lo stesso romanzo “Contact” pare essere un modo di raccontare una storia

più facile da comunicare nei panni dello scrittore rispetto a quelli, ben più complicati, dello scienziato che ha un ruolo

ben definito. Forse un “contatto” extraterrestre già c'è stato e Carl Sagan qualcosa in più sapeva.

Angelo Pugliese

(credit per l'immagine pubblicata: Nasa)

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Un elicottero "trasferisce" un disco I russi pronti

al fatidico annuncio?

28-06-2011

Guardate questo filmato sul quale sta montando il dibattito nella rete, con tanto di immancabili polemiche. E' un video

di Youtube, d'accordo, ma pare genuino: dura un minuto e dieci secondi e propore un elicottero russo impegnato a

trasferire, con tanto in imbragatura sotto la pancia, un disco volante. Il filmato sarebbe stato "scippato" alle autorità

militari, non si sa bene se grazie a un mister "ics" che ha ripreso ciò che era bene non fosse ripreso, oppure mediante

l'acquisizione dello spezzone da un file destinato agli archivi. Che quello sotto l'elicottero sia un oggetto non

convenzionale, non ci piove. Una volta venisse confermata l'autenticità delle immagine, ci pioverebbe ancora di meno.

A quel punto sarebbe da stabilire: si tratta di un velivolo o di un mezzo militare supersegreto, oppure siamo in

presenza di un qualcosa non costruito da umani? Apro volentieri il dibattito, che immagino sarà ricco e articolato.

Aggiungo un'indiscrezione in più: pare che i russi siano pronti ad annunciare quello che da sempre tanti attendono,

ovvero la conferma dell'esistenza di una realtà aliena. Lo farebbero a breve. Pronti ad anticipare gli americani. Che

dire? Se sono E.T., fioriranno...Miscredenti, preparatevi: la vostra campana sta per suonare.

http://www.youtube.com/watch?v=DTfBH-Wy1-o

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"Ho visto quella luce sopra Cattolica. Adesso mi

danno del matto, ma io sono sicuro: era

intelligente"

04-07-2011

Questo è un post che - sono pronto a scommettere - farà discutere a lungo. Lo battezzo "La conversione di un

miscredente". Un miscredente "light" perché Giuseppe (il cognome per ora non lo svelo, in fondo non è

indispensabile) ha ammesso di non essere mai stato, a priori, contro l'ipotesi aliena. Ad ogni modo, pubblico la sua

vicenda, che è di questi giorni, così come lui me l'ha scritta per email. Con tanto di annotazioni, commenti,

osservazioni, ricerche. Alcuni passaggi sono davvero divertenti perché spiegano come certi eventi possano modificare

la vita di una persona normalissima, che ha un lavoro e una famiglia. E' una storia molto simile a quella di Delphie e di

altri nostri lettori e, ovviamente, riporta alla memoria un altro episodio famoso nella zona adriatica: l'avvistamento di

massa, sul lungomare di Bellaria, avvenuto il 19 dicembre 1978 e documentato dal fotografo Elia Faccin. Ne avevo

fatto un post che può essere recuperato andando a ritroso nella cronologia del blog. Ecco a voi, comunque, Giuseppe

e la sua luce "intelligente".

Email numero 1 (giunta sabato 2 luglio)

Gentilissimo Flavio Vanetti, so che ieri dalle mie parti si festeggiava la "notte rosa", quindi la faccenda si presterebbe

a facili battute: invece, appena terminati i fuochi d’artificio, verso mezzanotte, sulla spiaggia di Cattolica – l’hanno vista

tutti, c’erano ancora centinaia di persone che avevano appena finito di assistere allo spettacolo pirotecnico – è

arrivata una luce che poi si è fermata all'incirca sulla nostra verticale, ben visibile e non molto in alto. Ti può

confermare la cosa anche mia moglie, nota miscredente; infatti la cosa è cominciata proprio così, con lei che ha visto

con me la luce arrivare e mi faceva battute del tipo “ti son venuti a prendere”; poi, chissà perché, si è zittita…Ora, non

so cosa diranno, ma la cosa è durata a lungo e, dammi retta, è evidente che si trattava di qualcosa di intelligente che

si muoveva con una propria razionalità, come dimostra il modo in cui se n’è andata. Io ho avuto proprio l’impressione

che volesse farsi vedere, sostando a lungo in quel modo sopra le nostre teste (tra l’altro, si può congetturare sul fatto

che proprio lì davanti, tutta illuminata, al largo, c’era l’ultima nata della Costa Crociere, un bestione ben visibile anche

dall’alto). Sotto trovi il mio numero, a voce faccio prima a spiegarti tutto l’avvistamento, durato parecchio e visto,

ripeto, da centinaia di persone (per esempio: ho appena preso il caffè e la barista mi ha subito chiesto se ieri sera

avessi visto anch’io quel fenomeno). Ora, due parole su di me: sono insegnante, sono - immagino… - sano di mente,

ci vedo molto bene, ho 44 anni, abito a Cattolica da sempre, sto molto all’aria aperta ed amo osservare i fenomeni

naturali. Ma è la prima volta che assisto ad un evento di questo tipo, che da ieri sera mi ha fatto passare - quasi

definitivamente - nella categoria dei credenti. Domanda che da stamattina rivolgo a tutti quelli che mi dicono “eh sarà

stato…”: conoscete qualche velivolo che voli senza fare rumore – è la cosa che più mi ha impressionato – e che

riesca a stare immobile per lungo tempo a 90° sulle vostre teste? Soprattutto, avete mai visto su un velivolo una luce

come quella? Per ultimo, quando se n’è andato scomparendo in alto in direzione Nord/Ovest, avete fatto caso che,

pur apparentemente muovendosi lentamente, ha percorso un tratto di cielo ad una velocità mai vista da un aereo

Mistero Bufo 112Mistero Bufo 112

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conosciuto? Aggiungo che non c’entrano niente le lanterne cinesi, fenomeno che conosco: la luce di ieri sera si

muoveva come un velivolo, solo che non faceva rumore, era diversa da tutte le altre luci che io abbia mai visto in

questo mondo e soprattutto se ne stava ferma in aria come un nostro elicottero non saprebbe mai fare. Certo,

siccome la luce era di un colore tra l’arancione, il vermiglio e il rosa fucsia, ed era la notte rosa, sto ancora pensando

ad uno scherzo di qualche buontempone, ma sul web ancora non ne ho trovato traccia. E poi, scherzo fatto con quale

tecnologia? Se avessi visto solo una luce ferma in alto, potrei anche pensare allo scherzo; ma siccome l’ho vista

arrivare, e soprattutto partire, mi sembrava in tutto e per tutto un velivolo. Casomai ci diranno che è uno scherzo per il

solito discorso del debunking e del cover-up, ma io, per quello che ho visto, son più disposto a credere ad una origine

sconosciuta del fenomeno. Tra l’altro, ti ripeto, la luce era davvero particolare.

Email numero 2 (giunta domenica 3 luglio)

Intanto ti dico che sto sperimentando che cosa significhi parlare di queste cose: da due giorni i miei familiari, dai

genitori ai cognati, se parlo dell’avvistamento di venerdì mi fissano con uno sguardo a metà tra lo scherno e il

compatimento: mia moglie, che pure era con me, continua a dire “non mi interessa, tanto un’altra spiegazione ci deve

pur essere”. Ieri ho sondato un amico, che è il cronista locale del Carlino, fingendo di riportare voci di altri e lui subito

ha detto “saranno stati ubriachi”. Ma lui ha anche ammesso di non essere stato in spiaggia a quell’ora. In breve, se

sostenessi di aver visto un elefante con le ali, sarei più credibile. Ma io andrei avanti lo stesso, se sei d’accordo,

anche perché mi sono documentato qui http://www.fabioronci.it/2010/08/24/ho-visto-un-ufo-sul-mare-adriatico-presso-

il-porto-di-cattolica su un episodio accaduto lo scorso anno sempre a Cattolica: anche Ronci, l’autore del blog,

accenna al fatto che le luci da lui avvistate non emettevano suoni. Un mio amico, oltretutto, ha confermato di aver

notato lo stesso fenomeno. In più, ho letto questo sulle luci in Adriatico:

http://www.ilrestodelcarlino.it/rimini/2009/08/12/217513-cielo_quelle_luci_anomale.shtml. Ciò conferma che quanto ho

visto venerdì sera non rientra tra i fenomeni artificiali/naturali conosciuti/osservati: ti ricordo inoltre che la luce non era

esattamente sul mare, ma, direi, sulla costa, il che esclude strane manovre militari o strane rifrazioni dovute all’acqua

marina (a meno che qualcuno voglia sostenere che i militari facciano esercitazioni sulla testa di migliaia di turisti

quando avrebbero a disposizione decine di chilometri di mare lontani dalla costa). Quindi: 1) non è un aereo; 2) non

è un elicottero; 3) non è una lanterna cinese; 4) non è un flare; 5) non è una luce sismica; 6) non è un bengala;

7) non è un fuoco d’artificio; 8) non è un’allucinazione (altri l’hanno visto, e poi non ne ho mai avuta una in 44

anni…); 9) non è un fascio di luce proveniente da qualche discoteca; 10) non è un fascio di luce modello penna

laser; 11) sono molto sicuro di quello che ho visto: è durato parecchio e quindi ritengo difficile che possa essermi

ingannato. Aggiungo che – ma lo sai già – non deve esserti sospetto il fatto che i giornali locali non ne abbiano

parlato. Inoltre io sulla spiaggia sono rimasto sorpreso dalla sostanziale indifferenza, quando non si trattava di

scetticismo, di molte persone, che sapevano solo dire “sarà…” senza concludere la frase: credo davvero che anni e

anni di denigrazione ai danni di chi intende solo raccontare ciò che vede inducano molti a fare spallucce. Ho pensato

anche al fatto della Notte Rosa, anche perché su youtube ci sono due video di avvistamenti mi sembra 2007 e 2008:

quindi la faccenda si presterebbe al ridicolo, agli occhi di uno scettico. Però anche in questo caso, molto

semplicemente, potrebbe esserci una spiegazione razionale, e cioè che la Notte Rosa, assieme a Ferragosto, è la

sola sera in cui è permesso l’accesso notturno alla spiaggia (diversamente, ci trovi i vigilantes). La spiaggia è la zona

con meno inquinamento luminoso e con un orizzonte aperto a quasi 200 gradi: la questione potrebbe essere quindi

capovolta. Ovvero: che cosa potremmo vedere se andassimo in spiaggia tutte le notti a guardare il cielo? Bene, non

riesco a trovare argomenti sufficienti per negare la pubblicazione del post e spiegare in altro modo ciò che ho visto.

Pertanto, se vuoi procedi pure: come dice mia moglie – ma ribaltandone il significato - “un’altra spiegazione ci deve

pur essere”. Vediamo se tra i lettori del blog ne troviamo uno in grado di darcela.

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Giuseppe

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Andrea e le sei sfere in formazione

07-07-2011

Andrea di Roma mi ha voluto inviare questa sua testimonianza. Dopo la vicenda di Cattolica, documentata nel post

precedente, siamo di nuovo in presenza di un avvistamento di sfere luminose che si muovono per il cielo in maniera

singolare e che lasciano di stucco chi le osserva. Usque tandem, Miscredenti...

Vi premetto che non sono un miscredente e che la questione ufologica mi appassiona da sempre. Tuttavia in 34 anni

e almeno fino ad un paio di settimane fa non ho mai avuto esperienze che si possano definire di avvistamento di Ufo.

Soprattutto, il mio interesse alla "materia" è tale sino ad un certo punto: non sono insomma di quei tipi che si

abbeverano di cospirazioni, governi ombra, rettiliani al potere e così via.. Ma veniamo a quanto mi è capitato: il giorno

8 giugno intorno alle 22.30 mi trovavo in macchina non lontano da Cinecittà, più precisamente in via Quinto Publicio

nei pressi dell'incrocio con via Palmiro Togliatti. Ero distratto e stavo ascoltando qualche sciocchezza alla radio.

Alzando lo sguardo dal cruscotto, nei pressi della penultima curva prima di inserirmi in via Togliatti, ho notato nel cielo

compreso tra le sagome di alcuni palazzoni e un gruppo di alberi delle luci arancioni, piuttosto intense. Inizialmente

non ho dato peso alla cosa: ho pensato alle luci di segnalazione di qualche impalcatura. Tuttavia, avanzando lungo la

strada, mi sono reso conto che non erano fisse nel cielo. O meglio: in quello spazio di cielo erano apparentemente

immobili, ma almeno un paio di loro compivano dei movimenti circolari. Realizzato che non poteva trattarsi di quanto

supposto in precedenza, ho fermato la macchina e sono sceso dalle parti di un centro sportivo che ospita numerosi

campi per il calcio a cinque. Non potevo credere ai miei occhi. Le luci erano di dimensioni notevoli, di color arancione

brillante e si stavano muovendo verso Est, anche se non in maniera particolarmente veloce. Erano almeno sei,

disposte ad "X". Io sono andato letteralmente nel panico. Ho cercato di fare un paio di foto con il mio terrificante

cellulare (e pensare che sono un fotografo...) e quello che potete vedere è il massimo che sono riuscito ad ottenere:

cioè solo tre luci, le ultime del gruppo che, muovendosi verso Est, è sparito dalla mia vista dietro ad altri palazzoni

della zona. Ho fatto anche un micro-filmato, ma è una mezza schifezza ed è abbastanza insignificante. Sono

rimontato di corsa in macchina e ho cercato di inseguire la formazione, che però è sparita.Non riesco a capire quali

velivoli possano mettersi in una formazione ad "X", di notte sui cieli di Cinecittà, ad una quota relativamente bassa e

sopratutto compiendo movimenti circolari. Nelle vicinanze c'è un aeroporto militare, ma le luci provenivano da tutt'altra

parte. Ho pensato a degli elicotteri, però avrebbero avuto altre luci di segnalazione (rosse e verdi di navigazione, oltre

allo strobe light bianco e intermittente) e poi non credo che possano volare in formazioni massicce di cinque-sei

elementi senza emettere il minimo rumore. Ho sbirciato un po' su Internet e ho letto di numerose segnalazioni in zona.

Io abito in tutt'altra parte di Roma, per cui non ho il "polso" di quel che succede in quell'area. Vi invio il file della foto in

tre formati: originale, originale con evidenza del cielo e un altro nel quale ho ridotto il "rumore digitale". La qualità è

quella che è, ma la testimonianza, ve l'assicuro, è reale e genuina.

Andrea

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Nitra, oggetti non identificati e un (quasi) ex

miscredente

12-07-2011

Ufficialmente trasferitosi in Slovacchia dalla scorsa primavera per esigenze di lavoro, ma in realtà "associato" a un

collegio di rieducazione e conversione gestito dai Dargos, il nostro caro Fizu comincia a dare le prime soddisfazioni.

Un Miscredente che avvista, descrive Ovni e che - anche se poi cerca di arrampicarsi sulle spiegazioni razionali -

ammette di essere venato dal dubbio? Sì, è il suo caso. Ed è storia di pochi giorni fa. Non sono questi chiari segnali di

una redenzione ormai all'orizzonte? Lo sono, lo sono. A dispetto di quanto dichiara nel "cappello" dei tre-fenomeni-tre

che ha vissuto e che ora ci racconta. Chissà come mai, pure lui è finito nel novero di coloro che hanno visto delle

sfere luminose comportarsi con apparente fare "intelligente". E quando alla sfera dice "dai, rifallo", ecco che si è

manifestata la stessa liaison emotiva avvertita da Delphie e da altri lettori che hanno avuto analoghe vicende. A voi,

ad ogni modo, il compito di giudicare l'esperienza del Fizu: incontro ravvicinato di secondo tipo, forse? P.S.: visto che

è una tesi alla quale fai ricorso per giustificare il primo avvistamento, ti dico che gli aerei di un certo livello, militari e

civili, non possono non avere le luci di navigazione accese. A maggior ragione se operano nelle vicinanze, o

all'interno, di uno spazio aereo controllato quale un aeroporto internazionale.

"Ci ho pensato su e, dato che nel giro di 24 ore ho osservato una lunga serie di fenomeni strani, ho deciso di portare

la mia testimonianza. Inutile che adesso, Flavio, ovunque tu ti trovi, cominci a saltare e ad esultare. I dubbi sono tanti,

ma riesco ancora ad aggrapparmi a spiegazioni razionali. Pertanto questa non sarà la tanto ambita (da te)

conversione.

Primo avvistamento

Ore 22.20 circa, Sabato 09-07 Nitra (SK). Come al solito, con gli occhi sparati in cielo durante una sigaretta, sono

stato attratto da due luci molto luminose e molto veloci che hanno attraversato la porzione visibile della volta celeste

in circa 1/3 del tempo normalmente impiegato dagli aerei di linea. Le luci, di un bianco deciso, procedevano in fila

indiana: apparentemente appartenevano ad un unico velivolo, quindi era come se il velivolo ne avesse una sul muso

e una sulla coda. Non erano fisse, l’intermittenza (in sincro) avveniva circa ogni 2 secondi (buio) e 1 secondo (luce).

Nel momento di massima luminosità parevano lasciare una sorta di alone. Nessun’altra luce potenzialmente

appartenente al velivolo è stata avvistata, quindi era come se un aereo non avesse luci sulle ali, ma solo due strobo

(molto lente e molto luminose), una a poppa e una a prua. Preziosa per l’avvistamento era la presenza di alcuni

cumuli da bel tempo, SOTTO cui è passato l’oggetto, permettendomi di stimare l’altitudine dell’OVNI ben sotto i

2500/3000 mt di quota; e, a naso, la distanza tra le due luci era di circa 100 metri... Ovviamente, però, potrei

sbagliarmi. L’oggetto ha coperto una lunga porzione di cielo in direzione Sud-Nord descrivendo un vago arco tendente

ad Ovest (ho oltre 200 gradi di visuale totalmente privi di ostacoli), per “spegnersi” improvvisamente poco dopo essere

passato sulla mia verticale. Essendoci Luna, sono praticamente certo che non si sia infilato in una nuvola, dato che la

porzione di cielo in cui è “sparito” era totalmente sgombra. Testimoni: io e la mia fidanzata.

Non ho avvertito rumori, cosa che generalmente non accade con il ricco traffico civile (sono su una rotta di passaggio

Ovest-Est e viceversa, molto frequentata). Il filmato preso con il telefonino presenta un fatto curiosissimo: nonostante

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io sia certo di aver ripreso per circa 40 secondi, cercando di inquadrare (senza successo) le luci, dura appena un

secondo! Come se avessi schiacciato REC ed immediatamente dopo STOP... Ribadisco il fatto di aver visto per 40

secondi il timer girare.

Ed eccomi alla fase di razionalizzazione: errore nello stimare la quota per via dell’angolazione nel momento in cui

l’oggetto è sembrato passare SOTTO le nuvole. Data la distanza tra le due luci, è lecito supporre che si tratti di due

aerei in formazione. Percezione falsata dell’alone e della luminosità delle luci per via di vento in quota. Risultato: due

aerei militari con le sole strobo accese in volo di esercitazione o trasferimento.

Secondo avvistamento

Ore 10.45 circa, domenica 10-07, Nitra (SK). Avvistata una scia di decollo in verticale. Come se fosse partito un razzo

a circa 30/40 km da casa mia. Allego una foto. Da notare anche l’interruzione repentina della scia: non ho avvistato

velivoli che potessero “proseguire” sulla traiettoria della scia. Data poi la “sfumatura” subìta dalla scia stessa nei

minuti immediatamente successivi alla foto, ho concluso che avrei dovuto vedere l’aereo in cielo, dal momento che si

era appena formata.

Terzo avvistamento

Dalle ore 22.16 alle ore 23.00, 11-07 Nitra (SK). Avevo puntato la sveglia per controllare che il passaggio del/gli

oggetto/i della sera precedente non fosse un caso isolato (un controllo che suggerisco ad eventuali testimoni), e

quindi potenzialmente riconducibile ad aerei di linea. Sono stato attratto subito (ho un occhio abbastanza sviluppato

nell’osservazione del cielo) da una piccola luce azzurrina nella volta che incrociava da Sud a Nord, del tutto simile alla

tipologia di satelliti che si possono osservare in quota nelle serate limpide. Dopo un paio di secondi, la luce, delle

dimensioni di una comune stella, ha compiuto una “brillanza” di circa 2/3 secondi, divenendo circa 3 volte più grande

ed immensamente luminosa (più della Luna) ... ho pensato ad un satellite colpito dai raggi solari ed al conseguente

“flare” , un fenomeno molto suggestivo che può protrarsi anche per alcuni secondi... Se non fosse che: passato

l’ipotetico flare (e chiamata a gran voce la fidanzata), l’oggetto è “scomparso” per poi produrne un altro pochi secondi

dopo ... mi pare che non sia in linea con il fenomeno dei “flares” ... Finito anche il secondo “flare” e rimasta stavolta la

lucina azzurra, ho dovuto cambiare balcone per tentare di seguirla nella sua rotta... Cambiato balcone e reidentificato

l’oggetto, questo ... HA VIRATO verso Nord producendo il terzo flare e lasciandomi basito... La luce poi, si è

affievolita sino a sparire nonostante fosse praticamente sulla mia verticale.

Sconsolato dal fatto che la mia fidanzata non fosse riuscita a vederlo, sono tornato sul “balcone iniziale” ed ho

rimesso gli occhi al cielo... Dopo pochi minuti ho notato una lucina azzurra che incrociava da est a ovest. Dentro di me

ammetto di aver pensato “dai ... rifallo !”. Ed effettivamente ha cominciato a brillare nuovamente, questa volta per

lungo tempo... Ho chiamato nuovamente la mia fidanzata, la quale è giunta a brillamento finito... Era comunque

presente la lucina azzurra e mentre gliela indicavo, questa ha virato di 90 gradi a sinistra (specifico che tutte le virate

descritte erano molto strette e del tutto incompatibili con le virate del traffico aereo civile) per brillare nuovamente per

alcuni secondi... Finalmente, quindi, anche la mia fidanzata è riuscita a vedere il fenomeno... Finito questo ulteriore

“flare”, la luce si è affievolita per poi sparire...

Nei 20 minuti successivi ho osservato altri 3 oggetti compiere le stesse manovre e le stesse intensificazioni luminose

come se seguissero una sorta di “circuito”... Ammetto di:

- aver mormorato “non è possibile”, dopo 40 minuti consecutivi di osservazione

- essermi commosso

- non aver avuto la sensazione di osservare dischi alieni o aver avuto particolari sensazioni “personali”

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- aver pensato ad una fortuitissima coincidenza di effetti ottici data da bolidi e satelliti in quota che mi hanno dato

l’illusione di virate e brillamenti... anche se la velocità degli oggetti era abbastanza lenta ed incompatibile con stelle

cadenti e quant’altro...

Dopo un primo tentativo di inquadrare col telefono i brillamenti, risultato in un’immagine disturbatissima e piena di

“rumore”, ho riposto il telefono in tasca e mi sono goduto lo spettacolo... Voglio specificare che, come detto in

precedenza, il cielo sopra Nitra è assai trafficato, essendo la Slovacchia una porzione di passaggio per moltissime

rotte da e verso l’Est Europa e l’Asia. E’ quindi possibile osservare decine e decine di aerei inseguirsi giorno e notte

sulle aerovie standard e realizzare che nonostante le svariate altitudini dei velivoli sia sempre riconoscibile lo standard

luminoso degli aeromobili: luci sulle ali, strobo, luce rossa sotto l’aereo... Insomma, un velivolo civile risulta il 99%

delle volte identificabile come tale… Invece in nessuno dei casi sopra riportati è stato possibile (per me) ricondurre gli

oggetti a voli di linea. Ho controllato eventuali “flares” tramite una serie di applicazioni (Iridium Flares, Satellite AR),

senza trovare riscontri. Ho pure verificato l’eventuale “finale” dell’aeroporto di Bratislava. Ma è improbabile che si

trattasse di velivoli in quel tratto del circuito dello scalo per questi motivi:

- Gli aerei sarebbero stati troppo alti a circa 70 km dalla pista

- Le virate erano troppo strette

- Non tutte le virate (in realtà solo 2 su 5) erano in direzione dell’aeroporto

- Avrebbero dovuto essere fenomeni ricorrenti, mentre era la prima volta che lo notavo (anche considerando i venti)

Conclusioni

Che cosa penso? Come già detto, rimango scettico ma del tutto meravigliato per una serie di situazioni non facilmente

posizionabili nelle varie casistiche convenzionali... Di certo anche nelle prossime sere mi appiccicherò la volta celeste

in faccia: spero di vedere altro… e soprattutto di riuscire ad immortalarlo con la reflex… More to come…"

Il Fizu

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Ricercatore annuncia: "Ho la prova: non terrestri

i detriti di Roswell"

13-07-2011

Aggiungo carne al fuoco al dibattito in corso grazie al precedente post e agli avvistamenti del nostro Fizu. Anzi, più

che di carne si tratta di... benzina. Si torna infatti al famoso caso di Roswell del 1947 - pietra miliare dell'ufologia e

delle discussioni ad essa correlate - perché un insegnante del New Mexico Institute potrebbe aver trovato la prima

prova scientifica che i detriti rinvenuti nel famoso ranch di Mac Brazel, il luogo del presunto crash dell'oggetto alieno,

non sono di natura terrestre. Ne parla in lungo e in largo il sito del Centro Ufologico Ionico: non voglio "scippare" nulla

del testo pubblicato e per questo motivo vi rimando al link con l'articolo. Ovviamente, aspetto qui i vostri commenti.

Nelle foto che pubblico, tratte dallo stesso sito, ecco un'immagine di uno dei frammenti esaminati e la carta satellitare

"Landsat Multi-Spectral" che mostra il terreno dei detriti, evidenziando chiaramente una bruciatura (o un'area

disturbata) che copre proprio la precisa ubicazione del campo dei reperti, così come descritto dai testimoni.

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Amicizia, la storia che parla di noi 17-07-2011

(f.van.) Metto all'o.d.g. del nostro blog una vicenda che non abbiamo ancora trattato ma che rappresenta uno dei casi

principali (e più controversi) dell'ufologia: la storia di "Amicizia", un fenomeno di contattismo di massa che sarebbe

durato decenni e che si sarebbe svolto (anche) in Italia. Materia tosta, sia per i "duri e puri" della fede aliena, sia per i

miscredenti. "Amicizia", ad ogni modo, è stata più che altro oggetto di stroncature - facili e scontate, ciò è inevitabile -

da parte dei "contras": è per questo motivo che i non pochi testimoni hanno sempre preferito il low profile.

Raccogliendo l'invito/contributo di Ivan Ceci, appassionatosi alla questione e relatore in questi giorni a Pomezia in una

serata dedicata al caso, lancio e apro la discussione invitando tutti allo sforzo di un dibattito equilibrato e misurato. A

prescindere che sia stata vera o no, "Amicizia" suggerisce secondo me una linea precisa e interessante: è l'uomo che

può aiutare se stesso; e l'alieno, per una volta tanto, non è visto come un nemico, ma come un catalizzatore di virtù.

Se applicassimo questo principio già alle relazioni quotidiane, a prescindere da eventuali E.T., forse le cose

funzionerebbero meglio.

Tra il 1956 e la fine degli anni 70 in Italia un largo gruppo di persone, appartenenti alle più diverse categorie sociali ,

fu coinvolto in quello che è senza alcun dubbio il più importante e meglio documentato caso di contattismo mai

registrato nel nostro Paese. La vicenda è passata alla storia con il nome di “Amicizia” ed è rimasta segreta per più di

tre decenni fino a quando, nel 2007, è stata resa nota al pubblico attraverso il libro “Contattismi di Massa” curato

dall’ingegner Stefano Breccia. Nel libro l’autore ha raccolto e riordinato le memorie di uno dei maggiori protagonisti

della vicenda, Bruno Sammaciccia. A seguito della pubblicazione del volume, altri testimoni di quella straordinaria

storia si sono poi fatti avanti per raccontare gli eventi da loro vissuti molti decenni prima. Questo affinché il messaggio

più profondo dell’esperienza non andasse perduto. Furono di certo anni particolari quelli in cui si svolse "Amicizia";

anni in cui qualcosa di unico accadde nei nostri cieli. Ma se la maggior parte degli italiani potè solo leggere i resoconti

e le testimonianze raccolte dai primi giornalisti attenti al fenomeno, quali Bruno Ghibaudi (che pubblicò negli anni

centinaia di articoli su varie testate, tra queste la Settimana INCOM, Il Tempo e La Stampa), altri ebbero invece la

fortuna di vivere di persona un’esperienza assolutamente fuori dall’ordinario, che finì per cambiare per sempre le loro

vite. Uno di questi è il pittore Gaspare De Lama, che nel dicembre 1961 avvistò e fotografò, insieme alla moglie e alla

madre, un disco volante sui cieli di Milano. Fotografie straordinariamente nitide, che furono poi pubblicate anche sulle

pagine della Domenica del Corriere poche settimane più tardi, accompagnate da un breve resoconto dei fatti. Eppure,

nonostante la quantità e la qualità delle testimonianze giunte fino a noi, non è facile riassumere in poche righe ciò che

questa storia fuori dal comune (durata più di vent' anni) ha significato per coloro che l’hanno vissuta e che ancora oggi

la ricordano facendone testimonianza per le generazioni future. Ci sono aspetti che lasciano ancora oggi a bocca

aperta. E non è soltanto la straordinaria documentazione fotografica prodotta dai testimoni, che pure rappresenta

qualcosa di unico nel panorama e nella casistica ufologica internazionale. E non sono neanche i vari fenomeni, gli

incontri amichevoli con gli alieni, la materializzazione e smaterializzazione di oggetti, gli avvistamenti di dischi volanti

“su appuntamento”. Così come non è neanche, tutto sommato, il numero e l’attendibiltà dei testimoni coinvolti in vari

momenti (tra questi anche il celebre Console Alberto Perego, che non a caso pubblicò il suo primo libro “Svelato il

mistero dei Dischi Volanti” proprio nel 1956). Ciò che rende "Amicizia" non un semplice caso ufologico, bensì “il caso

ufologico” più rilevante della nostra storia recente, è il fatto che questa vicenda non ci parla soltanto della presenza tra

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noi di altre culture, ma ci parla soprattutto di noi. Del nostro presente e del nostro futuro, di ciò che siamo e di ciò che

ci apprestiamo a diventare. Non solo, dunque, di noi e di Loro, ma di noi tra Loro. I W56, così i terrestri chiamavano gli

alieni “amici”, (che tra l’altro avevano un aspetto assolutamente simile al nostro, tanto da poter essere tranquillamente

scambiati per uno di noi), consideravano infatti la Terra un Pianeta tanto raro quanto prezioso, sul quale la vita si era

sviluppata rigogliosa e ricca. Un pianeta da proteggere che l’Umanità invece stava (e ancora sta) distruggendo. I W56

appartenevano a diverse razze, provenienti da diversi sistemi solari, uniti sotto la bandiera di una comune missione:

monitorare lo sviluppo della vita sulla Terra e dare vita ad un progetto di contatto su larga scala a partire da piccoli

gruppi di persone sparse in tutto il Pianeta. Far comprendere loro che l’Umanità non è sola nell’Universo e che

quest’ultima ha la possibilità, se vuole, di entrare a far parte di una famiglia più grande, a patto però di cambiare

profondamente il proprio stile di vita. Un progetto che per alcuni potrà sembrare incomprensibile, fuori da una ipotetica

logica extraterrestre, ma che, se ci si pensa bene, non è diverso da quanto sta accandendo oggi in alcuni luoghi

remoti del nostro pianeta. Giusto alcuni mesi fa l’organizzazione internazionale Survival, che si occupa della tutela dei

popoli incontattati del Pianeta (popoli cioè che non hanno avuto contatti con la nostra “civiltà”), ha pubblicato un video

straordinario nel quale venivano mostrati alcuni gruppi di indigeni al confine tra il Brasile e il Perù minacciati dal

progressivo disboscamento forestale perpetrato dal Governo peruviano, che rifiuta di riconoscerne l’esistenza pur di

non assumersi la responsabilità di quanto sta accadendo a questi popoli. Vi invito a guardarlo bene e a riflettere.

Come giustamente si fa notare nel servizio, questi popoli hanno il diritto di scegliere se entrare o meno in contatto con

la nostra cultura. Non può essere loro imposto. E allora la domanda che io pongo è questa: e se ribaltassimo la

situazione e immaginassimo di essere noi quegli indigeni? I nostri sguardi non sarebbero gli stessi nel momento in cui

vedessimo volare sopra le nostre teste qualcosa di sconosciuto? E soprattutto, se anche noi avessimo qualcuno lassù

che si sta battendo per lasciarci una scelta? La scelta di entrare a far parte di una famiglia più grande e più evoluta?

Sono certo interrogativi importanti e di non facile soluzione. Anche il paragone con il caso italiano può sembrare

azzardato. Ma io sono convinto che “Amicizia” abbia rappresentato, nel suo significato più profondo, qualcosa di

molto, molto simile. E il fatto che questa esperienza non sia probabilmente terminata alla fine degli anni 80,ma che

continui anche oggi, magari in qualche altra parte del Pianeta, ci fa capire che al di là di quanto noi possiamo pensare

riguardo alle prospettive di miglioramento della nostra specie, là fuori c’è qualcuno che ha in noi più fiducia di quanta

ne abbiano noi in noi stessi. La scelta se tendere loro una mano, dunque, spetta soltanto a noi.

Ivan Ceci

Post scriptum: in questo link trovate la puntata di Dossier Alieni nella quale si è parlato di "Amicizia"

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"Retroingegneria", quanti dubbi Ma il Caret

Program è affascinante

20-07-2011

Nel suo (vano) tentativo di rientrare nel solco della miscredenza, il nostro amico Fizu ha deciso di sottoporre al vostro

giudizio queste sue riflessioni sulla cosiddetta retroingegneria, vale a dire lo sfruttamento di tecnologie che sarebbero

di natura aliena. Diciamo che nel corso del processo di "rieducazione", i Dargos gli hanno concesso un'ora d'aria...

Scherzi a parte, è un testo documentato, con considerazioni puntuali e - udite, udite - perfino condivisibili. Compresa

l'"apertura" alle argomentazioni del Caret Program, che difende le tesi delle quali stiamo parlando.

Vi è mai capitato di lasciar cadere vicino ad un formicaio un accendino e il giorno dopo notare che le formiche

avevano cominciato a fumare? Avete notato che gli Indiani d’America, dopo aver visto per anni ed anni le locomotive

attraversare le loro terre, hanno costruito ed adottato il loro autoctono sistema ferroviario? Avete mai notato

l’onniscienza di un bibliotecario? Se avete risposto "no" a tutte e tre le domande, siete sulla via giusta per affrontare in

maniera efficace il tema che vado a proporvi. Ovvero: la “reverse engineering”. Rimaniamo sempre in ambito alieno,

ovviamente, e parliamo di una serie di detrazioni compiute ai danni dell’intelligenza umana.Tali detrazioni trattano una

serie di conquiste tecnologiche e ne attribuiscono la paternità agli alieni. E noi?

Noi siamo dei copioni che hanno approfittato di qualche disco volante schiantatosi, o alla meno peggio di oscure

relazioni tra la nostra civiltà ed una o più razze extraterrestri. Vediamo brevemente qualche esempio di “oggetti”

(diventati poi di uso comune) che avremmo “preso in prestito” dai cugini d’oltre atmosfera. Intanto preciso che una

delle affermazioni dei credenti in tal senso è che “negli ultimi 50 anni, la tecnologia umana è progredita in maniera

unica ed inspiegabile; pertanto deve aver ricevuto aiuti o stimoli esterni”... Possibile? Molte cose sono cambiate dal

900 ad oggi, è vero: dai dagherrotipi al tv LED ce ne vuole, lo ammetto; ma perché attribuire agli alieni il merito delle

nostre conquiste? Probabilmente per faciloneria... Invece di andarsi a leggere qualche articolo su come i sistemi

comunicativi possono aver aiutato la velocità della diffusione delle idee e la condivisione di esse, e di come la “rete

pensante” umana possa aver trovato una sua dimensione sicuramente più efficiente di quella fatta con carta, penna e

viaggi a cavallo, ecco, questi figuri, in modo del tutto simile alle teorie che generalmente negano la scienza,

preferiscono un “tadah” che viene dall’esterno. Ovviamente il punto di contatto sarebbe il solito incidente di Roswell,

un mucchio di detriti fumanti da cui sarebbero finalmente emerse, come da una scatola-balocco le seguente cose:

- La tecnologia aerospaziale che ci ha permesso di andare sulla Luna

- I microchip

- La fibra ottica

- Le vernici e la tecnologia stealth

- Le microonde

Insomma quasi ogni applicazione di tali tecnologie, nonché i derivati civili, sarebbero da imputare alla maldestra guida

di un disco volante. In poche parole, ciò che oggi contraddisingue la nostra modernità (computer, trasmissione dati,

materiali peculiari, tecniche aeronautiche e così via) non sarebbe frutto della nostra evoluzione. Possibile? Possibile

che senza quel disco volante non avremmo i laser, o i robot che operano i pazienti? Vi è da notare la curiosa

situazione secondo cui l’incontro tra razze si sia trasformato in una... razzia. La tecnologia che tanto era lontana dalla

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nostra comprensione è stata assorbita in brevissimo tempo e applicata in ancor meno. La fisica e la chimica sono

state riscritte a tempo di record per soddisfare le esigenze aliene, l’industria rimodellata in un batter d’occhio e i

governi (tutti insieme! Anche se Roswell si trova negli Usa) hanno cominciato ad usare le loro nazioni come immensi

parchi giochi per questi nuovi "giocattoli".E' impressionante come il linguaggio e la tecnologia (ricordiamo che la

tecnologia tende all’efficienza e all’ergonomia) di una razza aliena sia siano stati talmente simili ai nostri da adattarsi

come un guanto alle esigenze umane. Possibile? Eppure quando penso alle "reverse engineering", solitamente

immagino roba mirabolante: raggi traenti, scudi di energia, invisibilità, bolle dimensionali e "scifi" del genere. La

risposta complottista vorrebbe tali innovative ed incredibili tecnologie ben custodite negli hangar dell’Area 51. Ma a 70

anni di distanza, comincia ad essere difficile da credere. Oppure, potrebbe essere la prova che queste innovazioni

sono lontane dall’essere riprodotte da noi, scimmie glabre, e che si sia riusciti a “rubare” solo alcuni concetti poi

riprodotti alla bell'e e meglio. Ma davvero senza quel crash (o episodi equipollenti) ci troveremmo ancora ad un livello

di progresso grezzo ed immaturo? Il mio pensiero è che tutti i nostri avanzamenti siano frutto di una lunga storia di

ricerca che unisce (ad esempio) l’”atomos” di Democrito al Cern, Keplero ai rover marziani, l’astronomia egizia ai

telescopi orbitanti... e così via. Un’appassionante storia, quella della scienza, abbordabile da chiunque e

comprensibile senza particolari conoscenze specifiche: esistono tanti libri in tal senso che suggerirei a coloro che

preferiscono pensare ai conigli nei cilindri, salvo invece ignorare come ciò che oggi può sembrare un traguardo

impensato sia invece la somma di tanti piccoli passi e di tanti uomini. Sul fatto invece che possano esistere studi

basati su tecnologie aliene e non ancora rivelati all’umanità (o semplicemente messi in commercio), esiste un caso

affascinante e controverso: quello del Caret Program. Trovate dettagli in questo link. Rivelato dal misterioso insider

Isaac, il Caret Program contiene una serie di informazioni che rispondono a un’idea più sostenibile di come potrebbe

verosimilmente andare il tentativo di appropriarsi della tecnologia di una razza aliena. Il caso, ma soprattutto le varie

foto e i filmati di “droni” prodotti dall’uomo usando la tecnologia aliena, è stato ampiamente criticato e parzialmente

“sbufalato”. Rimangono però alcuni punti oscuri, sui quali è tuttora in corso una discussione. Come in molti altri casi,

ad esempio, il lavoro di Isaac non è stato impostato su una linea di business, ma sempicemente su una di denuncia?

Come mai non si è assistito a viral marketing e non sono stati pubblicati filoni di libri? Come mai Isaac non è andato

nei talk show?... Quindi, perché farlo? Una burla, forse? Possibile?

Il Fizu

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"The Secret", il fumetto ufologico che ipotizza

un'umanità migliore

28-07-2011

Otto episodi. Otto storie a sfondo ufologico. Tutte a fumetti. E' la scommessa della collana "The Secret", edita dalla

Star Comics di Perugia e curata da Giuseppe Di Bernardo. Una scommessa vinta? "Questo è il vero mistero..."

ridacchia questo quarantenne sceneggiatore-disegnatore dal curriculum particolarmente interessante: negli anni 90

ha dato forma a Diabolik, quindi ha lavorato anche per Carlo Lucarelli e le sue puntate televisive orientate al genere

noire. "Nella serie 'The Secret', però, non disegno, ma passo gli input a una decina di colleghi che si occupano di

illustrare le storie che ho ideato", spiega, aggiungendo di aver pure uno sfogo radiofonico su un'emittente fiorentina,

Radiostrega, che indaga sui misteri della notte. Diciamo dunque che il personaggio è interessante e che pure quanto

ha elaborato è accattivante. Io ho letto il secondo episodio, intitolato "Predatori di anime" e l'ho trovato molto originale.

Di mezzo ci sono anche riferimenti a casi di abduction, come quello di Valerio Lonzi, e un evidente ricalcare le teorie

del discusso Corrado Malanga, convinto che gli alieni si impossessino e controllino un certo numero di esseri umani.

"A Malanga ho chiesto il permesso di citare i suoi lavori. Il risultato è che non solo mi ha detto di sì, ma ha addirittura

acconsentito che nel racconto apparisse un personaggio che, sostanzialmente, è il suo alter ego. Con annesse

vicissitudini personali legate alla professione e alle tesi". La prima uscita risale a maggio ("Il fattore del cigno nero"),

quindi sono seguiti "Predatori di anime", appunto, "Fili invisibili" e "L'avvento del quinto mondo". La parte finale

prevede una puntata sugli Annunaki (saranno dunque trattate pure le teorie di Zecharia Sitchin), una che ritorna alle

"memorie aliene attive" di Malanga e una, per concludere, ambientata nella piana di Giza, davanti alle piramidi egizie.

Il punto di partenza della serie è l'11 settembre 2001 (e non mancano i riferimenti "alieni" a quel giorno drammatico

del mondo), ma le ispirazioni sono numerose di vario ordine: "Mi sono rifatto alle esperienze degli ipnologi Usa e a

casi come quelli di Zanfretta o di Lonzi, tra i più importanti in Italia sul fronte dell'ufologia - spiega Di Bernardo -. Non

solo: entra in gioco anche Peter Kolosimo, del quale sono stato un appassionato. Anzi, a lui mi lega un episodio

particolare, che a mio avviso prova la sincronizzazione degli eventi: comperai 'Non è terrestre', il primo libro suo che

ho letto, nel giorno in cui Kolosimo moriva. Sentii la notizia alla radio e rimasi un po' turbato..." Di Bernardo ha scelto

Adam Mack quale personaggio centrale dei racconti. Scelta non casuale: "John Edward Mack è stato il principale

ricercatore sul fronte delle abduction. Adam, invece, deriva da Adamo, il primo uomo. Idealmente, Adam Mack è colui

che darà inizio a una nuova umanità".Tesi suggestiva, che si lega di sicuro a una voglia di nuovo che qua e là è

percettibile nelle varie comunità. "E' un tema attuale e si lega anche alla questione aliena: ho proposto questa collana

perché ultimamente mi sono reso conto che l'argomento-quesito 'siamo soli oppure no?' è particolarmente sentito:

basta vedere con quale frequenza ricorre in televisione...". L'idea del fumetto a sfondo alieno è dunque logica, anche

se non sono mancati i detrattori. "Diciamolo meglio: non sono mancati e non mancano quelli che, metaforicamente, ci

tirano le pietre. Gli 'incavolati' sono numerosi. A me è successo, nel giorno in cui usciva la puntata sulle scie chimiche,

di ricevere una email di un tizio imbestialito. Recitava: 'No, le scie chimiche pure qui?..." Vendere 35 mila copie (la

tiratura di ogni puntata) è dunque una bella sfida, a causa anche della diffidenza del pubblico e dal fatto che il fumetto

è un prodotto da cogliere sul momento, altrimenti lo perdi. "Però se il vero mistero, come ho già detto, è capire come

stanno andando le cose sul piano commerciale, considero positivo che la casa editrice non mi abbia confidato nulla:

se l'iniziativa fosse un fiasco, di sicuro me l'avrebbero già comunicato". Ma Di Bernardo è credente, in tema di Ufo e di

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extraterrestri? "Aborro questo termine, che presuppone l'accettazione di una verità calata dall'alto. Penso piuttosto

che ci si debba 'accorgere' di qualcosa, ritenendo anche centrale l'aspetto soggettivo delle esperienze: io non mi sono

ancora accorto di nulla, pur tenendo il naso spesso rivolto al cielo. Ma non dispero di riuscire a farlo, prima o poi. E in

fondo mi auguro che succeda".

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L'ultimo terrestre: ecco al cinema la

provocazione aliena di Pacinotti 30-07-2011

Mi vedo costretto a citare la concorrenza (o tempora, o mores...) perché nell'edizione cartacea di oggi - sezione

spettacoli e televisione - La Repubblica ha pubblicato una bella intervista a Gianni Pacinotti, alias Gipi. Di chi stiamo

parlando? Di un disegnatore di fumetti, pisano, 47 enne, che si è orientato al filone alieno: sta forse diventando un

trend nella categoria, dal momento che nel precedente post avevo parlato di Giuseppe Di Bernardo e della sua serie

"The Secret"? Chiss... Peraltro, Gipi è andato più in là, nel senso che si è spinto addirittura al set cinematografico:

quale opera prima e di debutto, ha realizzato "L'ultimo terrestre", un film che gli regala l'ambizione di sfondare a

Venezia, rassegna nella quale sarà in concorso (apertura il 31 agosto). Per la trama, Pacinotti si è ispirato a un libro di

fumetti ("Nessuno si farà del male") di un collega, Giacomo Monti. "La storia era bellissima: io l'ho presa a prestito e

l'ho adattata e modificata. Per quanto riguarda il personaggio principale, mi sono basato su un disturbo della

personalità che impedisce al soggetto di riconoscere e nominare i sentimenti che prova, come l'autore. La situazione

è drammatica, ma la racconto in maniera buffa grazie alla bravura di Gabriele Spinelli". Già, ma gli alieni, che hanno

la fisionomia classica, quella dei grigi in stile Roswell, dove e come appaiono? "L'intuizione di Monti - spiega Gipi

nell'intervista - è stata di disegnare un'Italia in cui l'arrivo degli extraterrestri non suscita emozione: è solo la seconda

notizia del Tg1. Sul tema, peraltro, avevo già girato un cortometraggio nel 2001, ambientato nella campagna pisana:

gli extraterrestri sbarcavano ed erano presi a sassate, al grido 'dovevate restare negli anni 50'...". Trovo geniale l'idea

dell'alieno che arriva e... fregauntubo alla gente. Ed è anche acuta la spiegazione che fornisce Pacinotti: "La

disillusione della società è tale che perfino un evento così sopra le righe la lascia indifferenti". Bella e arguta

provocazione, alla quale rispondo... provocando a mia volta: non potrà mai essere così; e solo dall'avvento degli alieni

potremo avere una vera svolta per le nostre miserie.

L'Ufo triangolare della "Vague belge": una smentita che non convince

Visto che siamo entrati nel terreno delle provocazioni, chiudo questa puntata con un'altra stilettata alla ciurma dei

miscredenti chiassosi che nella rete di Internet hanno salutato con gaudio la notizia secondo la quale la foto dell'Ufo

triangolare della "Vague belge" del 1990 (vedi il dibattito bUFO di qualche mese fa) è un falso (lo ha ammesso, così si

vuole, colui che ha ordito la truffa). A parte il fatto che a questi falsari darei un bel calcio nel sedere, resta comunque

un fatto che va oltre la confessione (vera o falsa che sia). Nel corso della "Vague belge" ci sono stati fior di interventi

di F16 dell'aviazione, decollati su allarme (pure questo risulta agli atti). Secondo voi andavano a intercettare una foto

falsa e un somaro che si divertiva a lavorare con l'antenato di un photo editor?

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I "SottoSopra" e noi terrestri 03-08-2011

Una delle caratteristiche del blog - a mio avviso positiva - è il fatto che alcuni di voi commentatori a volte passate

dall'altra parte della barricata e diventate autori di post. In qualche caso, poi, proponete addirittura dei racconti. Nei

primi tempi di Mistero bUFO, ad esempio, è stato così con Tigrino e con il suo "I Custodi del Tempo", seguito

successivamente da iniziative di altri lettori. Adesso tocca a Haidi, che mi ha sottoposto un testo a mio avviso

interessante, intitolato "I SottoSopra". Certi passaggi possono sembrare mutuati da episodi famosi dell'ufologia (ad

esempio, il concetto degli alieni che vivono sotto terra appartiene alla trama del Caso Amicizia, oggetto di uno degli

ultimi post), però non manca una rielaborazione intelligente, con rilessioni assolutamente autonome e acute. Potete

trovare questo racconto cliccando sul link che indico qua sotto.

I SottoSopra.doc

Documentario sul Caso Zanfretta

Lungi dal passare di moda, la vicenda di Piero Zanfretta e dei suoi casi di abduction dal 1978 al 1981 è stata oggetto

di un documentario messo in rete da Cun Network: Zanfretta è intervistato assieme a Rino Di Stefano, il collega che

da 30 anni segue la vicenda; ci sono anche riprese nei luoghi dei fatti, dunque la trasposizione video della mia visita di

fine primavera dalle parti di Marzano di Torriglia e del passo della Scoffera. Il filmato è stato diviso dall'autore, per

comodità, in cinque parti. A questo link le trovate in sequenza. Buona visione

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Page 132: Londra 2012, Ufo e complotti - Corriere della Sera...Londra 2012, Ufo e complotti 06-01-2011 Una storia di mascotte, complotti celati in codice nel logo olimpico, poteri forti e alieni.

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Anche l'Espi "apre" agli Ovni 01-08-2011

Ricevo dal Cun e pubblico volentieri questo intervento apparso sul sito del Centro Ufologico Ionico. Si tratta di una

conclusione, a mio avviso interessante, delle riflessioni e dei lavori di alcuni ricercatori e scienziati sugli Ufo, per conto

dell'European Space Policy Institute.

L'European Space Policy Institute, con sede a Vienna, nacque nel novembre del 2003 a seguito di una decisione del

Consiglio direttivo dell'Esa (Agenzia spaziale europea). A questo gruppo di scienziati e tecnici partecipa anche l'Asi

(Agenzia spaziale italiana). Tra i compiti dell'istituto ci sono la scrittura di studi scientifici e la raccolta di pareri di

esperti, che hanno il compito - a medio e a lungo termine - di giustificare le decisioni (in termini di priorità) nel contesto

spaziale e politico d'Europa, allo scopo di sviluppare strategie e posizioni. Gli Ufo hanno fatto la loro apparizione

(anche) in questo contesto. Per la precisione, nel documento "Espi Perspectives, N°43 - January 2011". In un articolo

di 12 pagine, in lingua inglese, dal titolo "Ufos's and Exogenous Intelligence Encounters" e scritto da Philippe Ailleris

(fondatore dello Uap Observations Reporting Scheme) si parla della problematica degli "Unidentified Flying Objects" e

degli Ir (Incontri ravvicinati) in un contesto razionale, ma non ridimensionante e censorio. E' insomma un documento

importante, dal punto di vista scientifico e strategico, che si aggiunge alla moltitudine di altri "files" che ormai, da

qualche anno in qua, sono all'ordine del giorno. Ecco qui tradotta la conclusione del testo in questione:

"Cinquant'anni dopo l'inizio dell'esplorazione spaziale, una delle principali e affascinanti questioni scientifiche rimane

senza risposte: se la vita extraterrestre esiste nell'Universo. In uno spiccato contrasto, la credenza in intelligenze

esogene e la presenza di esseri extraterrestri nel nostro ambiente è divenuta un fenomeno culturale diffuso alle fine

degli anni 40 (del Novecento, ndr). L'ipotesi che avvistamenti di Fenomeni Aerospaziali Anomali potessero forse

rappresentare visite di astronavi extraterrestri ha generato grande interesse e invaso la coscienza moderna su scala

mondiale, e sicuramente continuerà ad essere così per il prossimo futuro. Indipendentemente dalla spiegazione (o

spiegazioni) finale per quanto riguarda la natura del fenomeno Ufo, la sua influenza sul perseguimento delle

esplorazione spaziali e sulla grande ricerca di vita extraterrestre diventa non trascurabile. Anche se al momento non ci

sono prove scientifiche di un origine extraterrrestre del fenomeno Ufo, per varie ragioni resta importante per noi, per

tenerne traccia e continuare a studiare tutti i rapporti di eventi anomali. Primo, la presenza sulla Terra di dispositivi di

origine esogena potrebbe rassomigliare ad anomalie nella nostra atmosfera. In secondo luogo, la continua analisi di

eventi anomali potrebbe fornirci una nuova comprensione della natura della Fisica. Infine, ogni analisi di eventi

atmosferici inspiegabili o percezioni aeree inusuali potrebbe portare ad una comprensione più profonda del nostro

pianeta e la sicurezza dei viaggi aerei. Inoltre, e soprattutto, la controversia Ufo ci fornisce preziose informazioni sulla

nostra società e il suo modo di pensare, ci incoraggia a mantenere un atteggiamento di umiltà e scientifica apertura

mentale, sempre cauta per via della nostra presunzione antropocentrica. Indubbiamente, la diretta, convincente ed

inequivocabile prova dell'esistenza di intelligenze extraterrestri sarebbe la più straordinaria scoperta nella storia

dell'Umanità. Tuttavia, c'è ancora molto da imparare sulla strada che va verso questo obiettivo".

(Traduzione a cura di Antonio De Comite)

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L'Ufo di San Paolo e l'Ufo Cit­roën Il Seti riparte

con Jodie Foster

13-08-2011

Lo scorso 23 luglio in una località dello stato di San Paolo si è registrato un episodio strano, con vari testimoni: una

strana "ruota" ha solcato il cielo notturno. Se ne sono occupati tutti i principali telegiornali, oltre, ovviamente, alla carta

stampata. A circa un mese di distanza, nella rete Internet si sostiene che l'episodio è spiegabilissimo e che è stato

"sbufalato". Nulla di alieno o di simil-alieno, insomma. Però un mio amico, appena tornato dal Brasile, mi ha passato

un link nel quale c'è chi si è preso la briga di analizzare a fondo le immagini. L'amico mi ha anche mandato un suo

appunto, che vi giro: "L'avvistamento è avvenuto nella città di Embu, stato di San Paolo, e Rede Globo ha trasmesso

le immagini al telegiornale. L'oggetto è rimasto nel cielo per circa sei ore ed è stato visto da migliaia di persone. Cosa

unica, nel link si può vedere lo stesso oggetto ripreso da diverse telecamere e da diverse visuali (i testimoni sono

contrassegnati da testimone come 1, 2,3,4 e così via). Il giorno dopo c'è stato un lungo dibattito televisivo, nel quale

uno scettico non ha negato la veridicità delle immagini ma ha prospettato l'ipotesi che si trattasse di un modello

radiocomandando. Qui viene il bello. Per caso, l'indomani ho conosciuto il proprietario della società più grande del

Brasile che si occupa di riprese video attraverso radiomodelli. Questa procedura è usata da National Geographic per

realizzare i suoi documentari e dai proprietari di grandi "fazendas" per avere una visone totale e aerea della proprietà.

Si tratta di velivoli molto sofisticati, che costano circa 30000 dollari: sono in grado di trasportare una telecamera di

circa 15 chili di peso. Ma quei modeli possono volare solo per circa 50 minuti e a una quota di 1500 metri (oltre, i

comandi radio non funzionano) e per circa 90 minuti se la quota è inferiore. L'oggetto di Embu, invece, era ad una

altezza chiaramente superiore ai 1500 metri ed è rimasto visibile, come detto, per circa sei ore. Aggiungo che Embu si

trova sulla famosa "rotta ufologica" che interessa anche Vargina, nello stato di Minas Gerais". Il filmato in questione si

trova a questo link. Aspetto i vostri commenti, Mistero bUFO a Ferragosto non chiude...

Una scultura "aliena" pensando alla DS

Questa invece è una curiosità, peraltro carina e destinata soprattutto ai cultori delle vecchie Cit­roën (sono in

questa schiera: cultore e... praticante). La casa del Double Chevron ha indetto un concorso per giovani artisti e al

recente salone del Mobile di Milano ha esposto delle opere a tema citroennistico realizzate da Ora-Ito, 34 anni,

personaggio singolare che miscela varie etnie e culture (ma non è giapponese! Mi hanno detto che si chiama

Morabito, in realtà). Il geniale ragazzo ha presentato due sculture concettuali, "Evomobil" e "Ufo", basate

rispettivamente sulla Cit­roën Traction Avant e sulla altrettanto famosa DS. Essendo il nostro un blog ufologico, vi

propongo quest'ultimo lavoro: secondo me è splendido. Peccato che si tratti di un pezzo unico...

Le donazioni rilanciano la ricerca di segnali intelligenti nel cosmo

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Dalla California, buone notizie sul fronte del Seti (Search for Extraterrestrial Intelligence), il programma di ricerca di

segnali intelligenti nel cosmo gestito dall'Università di Berkeley. La crisi dei mesi scorsi, che aveva determinato il

rallentamento delle attività e la chiusura di alcune importanti sezioni, pare superata grazie a una serie di donazioni.

Sono stati quasi duemila i benefattori che hanno messo a disposizione risorse per un totale provvisorio di 200 mila

dollari: non sono tantissimi, ma consentiranno di riaprire, almeno fino al termine del 2011, l'Allen Telescope Array. Tra

i donatori, lo scrittore di fantascienza Larry Niven, l'ex astronauta Bill Anders (Apollo 8) e soprattutto Jodie Foster,

l'attrice che nel 1997, nel film "Contact", aveva impersonato proprio una scienziata del Seti.

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Un oggetto nel golfo di Bothnia Disco volante o

nuova Stonehenge?

06-08-2011

"Arrivano gli alieni", annuncia dunque Maria Cuffaro in una scena del film "L'ultimo terrestre", in concorso a Venezia

(ve ne ho parlato in uno dei precedenti post). Nulla di più, ma intanto il tema extraterrestre continua a frequentare le

ribalte importanti, oltre che i notiziari delle agenzie di stampa mondiali. Le ultime novità riguardano il golfo di Bothnia,

compreso tra Svezia e Finlandia, sul cui fondale sono state fatte scoperte perlomeno originali, e la Francia, che sta

vivendo - così pare - un periodo fertile sul fronte degli avvistamenti. Vi passo le due notizie così come sono state

annunciate. Ma prima di farlo, vi segnalo un'altra storia, quella di un giornalista sportivo della Bbc, Mike Sewell. E'

stato testimone di uno strano avvistamento, mentre al mattino presto si recava all'aeroporto londinese di Stansted, e

non ha esitato a raccontarlo ai propri colleghi, infischiandosene delle facili battute che l'hanno bersagliato. Questo è il

link con il racconto radiofonico di Sewell.

Il fondale del golfo di Botnia, nel mare compreso tra la Svezia e la Finlandia, potrebbe conservare i resti di un disco

volante. Lo hanno annunciato gli studiosi che, durante le ricerche del relitto di una nave contenente casse di

champagne, hanno scorto fra le immagini restituite dai sonar un oggetto dalla forma circolare, di circa 20 metri di

diametro - secondo molti simile a quella dell'astronave Millennium Falcon della serie «Guerre Stellari» - adagiato a

poco più di 100 metri di profondità. La notizia è balzata sulle prime pagine dei quotidiani svedesi, che hanno iniziato a

interrogarsi sulla possibilità che si tratti del primo vero indizio di una forma di vita aliena. «In questo lavoro si vedono

un sacco di oggetti bizzarri - spiega Peter Lindberg,guida della ricerca - ma in 18 anni non ho mai visto nulla di

simile». Anche lo stato del fondale circostante la struttura farebbe pensare ai segni dell'atterraggio di una navicella,

ma secondo Lindberg quella dell'astronave aliena non è l'unica possibile interpretazione. L'oggetto misterioso

potrebbe, infatti, rappresentare «una nuova Stonehenge», cioè un tempio preistorico sommerso.

A Locarno gli alieni spopolano e uniscono Indiana Jones e Agente 007

Tornando al cinema, voglio proporvi l'articolo pubblicato oggi sul "Corriere della Sera" del collega Maurizio Porro,

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critico cinematografico di grande vaglia. Sta seguendo il festival di Locarno e ha parlato di "Cowboys & Aliens", il film

di Jon Favreau che in autunno uscirà anche in Italia. Alla "prima" nella località svizzera hanno presenziato pure

Harrison Ford (Blade Runner, ma anche, tra l'altro, Indiana Jones) e Daniel Craig, l'agente 007 dei nostri giorni: sono

protagonisti assieme ad Adam Beach, Paul Dano, Sam Rockwell e Olivia Wilde.

Cowboy sotto la pioggia. Harrison Ford, cui è stato assegnato in omaggio anche un Pardo alla carriera, e Daniel

Craig, cioè Indiana Jones e James Bond i due eroi serializzati più amati del cinema, sono arrivati nel weekend più

grigio e piovoso della storia del Festival. Di base a Lugano ma in elicottero ad Ascona, veri divi bagnati e fortunati,

forse anche capricciosi, hanno presenziato alla prima europea di Cowboys & Aliens di Jon Favreau (Iron man) che la

Universal farà uscire in Italia il 14 ottobre. Nel cast, per il certificato del bio western, anche Brendan Wayne, nipote di

John, e la splendida Olivia Wilde, star di «Dr. House» , che arriva vestita da musical in lustrini e tacchi alieni. Il film sta

tutto nella strana coppia del titolo, il mix di due generi che sembrano (ed infatti sono) non amalgamabili, come mettere

il sale nel caffè. Finché resiste il western, pure merito di personaggi smemorati e amorali e di un tocco di humour (si

svolge nella cittadina di Absolution), il tono è divertente e si genuflette di fronte ai ricordi di Ford e Hawks; poi il gioco

si complica coi mostri digitali alla Ridley Scott, ma arrivano pure gli indiani e una fanta sfida finale assicura il ritorno

degli umani. Il 69enne Harrison e il 43enne Daniel con prezioso, magico e misterioso bracciale, sono virilmente nemici

e poi amici e assicurano il copyright. E a Locarno è tutta una dichiarazione d’amore per il western, l’aria aperta del

Montana, il nitrire dei cavalli, l’etica della vecchia fattoria: peccato non averli mai fatti i western ma erano fuori moda e

poi sono invecchiato io (Ford); era il mio sogno fin da bambino (Craig), io adoro pure i fucili (è il tocco freudiano della

Wilde). L’incontro, benedetto dal direttore Olivier Père, è anche un modo per fare il punto sul cinema: Harrison Ford,

con l'aria particolarmente mesta, dice che «fare film è sempre meglio che lavorare, better than a real job» (una

vecchia battuta) ma che non vorrebbe mai fare il regista perché «si lavora di più, si guadagna meno e bisogna avere il

controllo del film» . Comunque gli alieni sono tornati in massa, a Locarno sono le star dei primi giorni, e anche se

Favreau li riconosce come tipici degli Anni 80 spielberghiani, qui sfracelli ne fanno molti e volando acchiappano al lazo

le vittime portandole in aria. Se Craig ha di fronte un nuovo 007 che assicura speciale, diretto da Sam Mendes, Ford,

eroe delle «Star Wars» di Lucas, prediletto da Spielberg, è già pronto al giubileo della carriera, manca solo la

lacrimuccia. «Mi sento soprattutto fortunato per aver incontrato registi e attori di così gran talento e per aver fatto

cinema in un momento in cui era il divertimento più popolare in tutto il mondo. Mi diverte ancora fare cinema ma se

non c’è niente che mi piaccia resto volentieri anche a casa».

Maurizio Porro

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Dibattiti bUFI / 4 - C'è acqua Dunque ci sarà

pure la vita

09-08-2011

Vi chiamo a raccolta, credenti e miscredenti, per dibattere su un tema che parte dal recente annuncio della Nasa, che

ha confermato la presenza di acqua salata su Marte (sebbene in certe condizioni e in certi periodi). Aggiungendo a

questa notizia l'evidenza che Europa - quarto satellite naturale, per dimensioni, di Giove - è ricoperta interamente di

ghiacci e che al di sotto di essi ci sono probabilmente dei mari, oppure che la sonda Cassini ha determinato la

presenza di un oceano nel cuore di Titano, la più grande luna di Saturno, vado a sottoporvi la tesi per la discussione:

se c'è acqua, allora c'è anche la vita. Vita nel sistema solare, dunque a distanze non impossibili (anche in funzione

delle nostre conoscenze tecnico-scientifiche) per un eventuale contatto con altri esseri e altre civiltà. Mi aspetto i lavori

delle due "squadre" entro un mese da oggi.

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Il bis "alieno" di Guido Ceronetti "Ma forse sono

già arrivati"

11-08-2011

Di nuovo Guido Ceronetti alle prese con gli alieni. Dopo il romanzo "In un amore felice", del quale abbiamo parlato

qualche post fa, ecco un bell'elzeviro apparso sulle pagine culturali del Corriere della Sera. Ve lo ripropongo

integralmente per i vostri commenti.

Bell'articolo, tempo fa sul «Corriere», di Edoardo Boncinelli sugli Alieni, tema ben più appassionante di qualsiasi

debito mondiale e titoli di borsa, finalmente: perché fonde, liquefa, liquida, dissolve tutte le miserie, le economie, le

insolubilità del nostro malconcio pianeta. Solo per questo, dire Alieni o extraterrestri è linguaggio di verità. La

liberazione dalla temporalità e dalla gravitazione (gli alieni ignorano il tempo che ti batte al polso e l'ultima ora, la

gravità non li condiziona) ti pone nella verità, ti fa divorziare dai legami stolti, stende morte le vanità insopportabili.

L'articolo di Boncinelli si riferisce al libro di un fisico, che non conosco; ma qui mi basta accennare al problema degli

I.R.3 (Incontri Ravvicinati del Terzo Tipo) dal punto di vista del pensiero non scientifico, che resta validissimo o degno

di discussione, come la faccia in ombra della luna è parte della luna, se la luna esiste e il suo «debil raggio» rischiara i

mortali. L'alienità non è umanoide. E spesso gli Incontri non sono soltanto «ravvicinati» ma inoltrati, parte

dell'irrazionalità fondamentale della vita. Legittimamente accompagnante l'articolo in questione, il pezzo di Eva

Cantarella pone i mostruosi Ciclopi come presenze aliene dell'illo tempore; e non si tratta di fumo, ma di memoria

tradizionale, di quando i due lobi del cerebro non erano separati e il potere intuitivo della Psiche era altissimo. Ma c'è

dell'altro, che i Ciclopi. Il libro della Genesi, che non è un'accozzaglia di deliri come vorrebbero i razionalisti

(Schopenhauer non mancò di rilevarlo), parla di giganti (nefilìm) generati dai connubi tra «figli di Dio» e «figlie degli

uomini» (desiderabili anche da spaziali), in un tempo e in un luogo del tutto alieni per la percezione causale (Genesi,

6). Gli incontri con Esseri Alieni - il cui nome stesso vacilla, assottigliandosene l'estraneità alla dubbiosa esistenza

planetaria - apparterrebbero dunque ad un immemorabile passato e, problematicamente, ad un futuro lineare: è più

semplice tuttavia evocarli come Eterno Presente. Perciò non mentono i contattisti che raccontano aver incontrato, di

notte, in luoghi solitari, esseri quasi sempre giganteschi, talvolta di esserne stati rapiti e addirittura violentati: sono

presenze enigmatiche, che da sempre coesistono con l'occupazione umana dei fiumi e delle foreste. Per i Celti, che

non avevano templi visibili, le foreste erano le abitazioni degli Dei (dei «figli di Dio» noti come popoli degli elfi, dei

coboldi, dei nani); distruggendole, li abbiamo fatti fuggire come uccelli spaventati. Bisogna, se si vuole, invece di

negare, comprendere, accogliere la verità parallela alla conoscenza scientifica (non sottostante, ma parallela) rivelata

dai testi portati dalla risacca dei secoli, verità che è psichica e telepatica nella sincronicità junghiana. Nella ricerca

radiotelescopica di segnali di vita nell'Altrove, l'infinità di vita di quel che chiamiamo spazio , l'inafferrabilità sonora

galattica e intergalattica, dove agonizzano mute le Nane Bianche, si possono fare appassionanti scoperte astrofisiche;

ma l'attesa di un qualcosa di simile ad una esplorazione umanoide in vista di un contatto da film di Spielberg potrebbe

costringere gli intrepidi ricercatori a rinnovare i loro strumenti di ascolto per sequele, ancora, di millenni. Boncinelli,

intelligentemente, conclude con uno sguardo scettico: «Conosco gente che giura che gli extraterrestri esistono e altra

che giura che non esistono», osserva. Io posso dire, con convinzione, che la loro esistenza è perfino ovvia in una

conoscenza al di fuori della percezione spazio-temporale dominante, senza essere per nulla provata

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sperimentalmente (e non subliminalmente). Allora il grande Urlo di Munch diviene udibile dal fiordo alla costellazione

del Granchio, e il segnale in Morse, sparito ufficialmente nel 1997, rimanda un ininterrotto Sos da qualche Titanic

stellare che sta naufragando a distanza di Anni Luce ancora pensabili come distanze. Dal momento però che la

nostra conoscenza, per nulla lacunosa, della sofferenza d'uomo, e animale o vegetale (l'albero grida) ci condiziona

sempre, in tutto, anche quel che la percezione telepatica ci rivela degli esseri che bramiamo incontrare rammenta

noiosamente il bene e il male del destino umano - mentre, chissà, potrebbe essere tutt'altra, e non irradiare Sos.

Guido Ceronetti

RIPRODUZIONE RISERVATA

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Alieni, istruzioni per un incontro

16-08-2011

Ecco, su richiesta di alcuni di voi, l'articolo che era uscito nella sezione "Cultura" del Corriere della Sera a firma di

Edoardo Boncinelli, docente di Fondamenti biologici della conoscenza all’Università Vita-Salute San Raffaele. Da

questo testo, intitolato "Alieni, istruzioni per un incontro", ha tratto spunto Guido Ceronetti per l'intervento che avete

letto. Quindi, se volete fare il bis...

Ci sarà qualcun altro nell'immensità, in questa «stanza smisurata e superba», o siamo soli nell' universo? E

soprattutto, come sarà fatto questo qualcuno? È difficile dire che cosa preferiremmo, ma la nostra mente non ha

potuto trattenersi dal fantasticare anche su un tema del genere, pur così astruso e privo di appigli. La fantascienza si

è sbizzarrita a più riprese, anche se a tratti con immaginazione limitata e potenza rappresentativa un po' anemica, sul

tema della natura degli ultraterrestri, gli abitanti di altri mondi abitati. Il filone dei marzianini verdi si è presto esaurito e

l'immaginazione si è rivolta ad altri mondi e altri protagonisti, dandoci anche veri e propri capolavori. Il tema ritorna

ogni tanto anche alla ribalta della cronaca e qualche anno fa è stato messo in piedi il Seti, Search for ExtraTerrestrial

Intelligence, un progetto internazionale «di ascolto» scientifico di eventuali voci intelligibili nel cosmo. Al livello del

grande pubblico però raramente il tema è stato trattato con il dovuto rigore. È quello che fa ora il fisico Elio Sindoni nel

suo affascinante libro "Siamo soli nell'Universo?" (Editrice San Raffaele). Il tema è affrontato in chiave scientifica,

anche se l'autore non disdegna alcune appetitose incursioni nelle più riuscite rappresentazioni e nei numerosi racconti

fantastici di ieri e di oggi sul tema extraterrestri. Molti sono convinti che esistano, anche perché si vanno scoprendo in

questi anni un numero sempre maggiore di pianeti più o meno simili al nostro che orbitano intorno alla loro stella,

come noi intorno al Sole. Ma se gli extraterrestri esistono perché non li abbiamo ancora visti? Il fatto è che per poterci

incontrare in qualche maniera occorre che siano soddisfatte alcune condizioni. Se si tratta soltanto di forme di vita

elementari, non potranno infatti certo venire a trovarci, nemmeno via radio: occorre andare noi a trovare loro. Per farsi

vivi in qualche maniera bisogna che anche loro abbiano sviluppato una forma di vita intelligente e progettuale, con un

livello tecnologico comparabile, se non superiore, al nostro. E infine le distanze potrebbero rivelarsi tali da rendere

tutto enormemente più difficile. Occorre insomma che si verifichi una sorta di doppia o tripla contemporaneità. Loro

devono sviluppare una civiltà tecnologica contemporaneamente a noi, nell' ipotesi molto verosimile che le civiltà,

soprattutto quelle molto avanzate, abbiano una durata limitata. La loro civiltà deve durare cioè tanto a lungo da

sovrapporsi alla nostra, e il periodo di sovrapposizione non deve essere troppo breve. L' universo è grande, quindi

potenzialmente c'è posto per tutti, ma è così grande che attraversarne anche solo una piccola parte richiede un tempo

quasi inimmaginabile. Occorre quindi avere il tempo per affrontare un viaggio intergalattico per arrivare a incontrarsi.

In conclusione sarà comunque molto difficile avere un contatto materiale, anche se certamente non impossibile.

Occorre che «quelli là» esistano e che «si sbrighino» a raggiungere un rispettabile livello tecnologico. Solo a queste

condizioni l' incontro potrà avvenire. Fra mille, duemila o diecimila anni? Impossibile dirlo. Da notare che in tutti questi

discorsi è nascosto un interrogativo veramente velenoso: quanto può durare la nostra tecnologia e quanto potremo

durare noi? Per calcolare la probabilità di un vero incontro, anche solo via onde radio, questa valutazione è

fondamentale, ma fa girare la testa solo a pensarla, una cosa del genere. È possibile immaginare la nostra fine?

Possiamo immaginare un mondo senza uomini? Leopardi ci provò nel "Dialogo di un folletto e di uno gnomo". Gli

uomini sono tutti morti e i due protagonisti parlano dell'evento, definendolo un «caso da gazzette», che ovviamente

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non ci sono più. Ma «la terra non sente che le manchi nulla, e i fiumi non sono stanchi di correre, e il mare, ancorché

non abbia più da servire alla navigazione e al traffico, non si vede che si rasciughi». Ma noi non ci saremo. Da brivido,

anche se questo non è l'unico elemento che fa girare la testa in tutta l'argomentazione relativa alla vita «altra» nello

spazio. Tutti i numeri sono impressionanti, dalla quantità di galassie nel cosmo a quella di stelle presenti in una

galassia, dalle distanze fra le varie regioni del cielo agli anni che sono trascorsi dall' inizio del tutto. Si tratta di una

lettura edificante e che dovrebbe servire a porre nella giusta prospettiva la meschinità di molte delle nostre

preoccupazioni quotidiane e delle nostre «battaglie», così appassionatamente presenti alla nostra mente e così

ardentemente combattute. Le considerazioni presentate in questo libro, e più in generale la contemplazione del cielo

e della sua immensità, costituiscono da sempre il miglior antidoto possibile all' animosità di molte nostre controversie

e beghe giornaliere. O almeno così dovrebbe essere. Ma insomma gli extraterrestri esistono o non esistono, a

prescindere dal loro livello di evoluzione e di civiltà? Non lo sa nessuno. Ci sono altrettante buone ragioni per pensare

di sì come per pensare di no. A favore di una risposta positiva milita l'enormità di molti numeri. Le stelle presenti

nell'universo sono un numero con più di venti cifre e una loro consistente frazione sembra avere pianeti intorno a sé.

L'universo stesso ha più di tredici miliardi di anni e dovrebbe campare ancora almeno tre volte tanto, anche se il Sole

non ne ha per più di quattro-cinque miliardi di anni. Possibile che in tutta questa abbondanza non ci sia spazio per la

vita? Contro questa eventualità milita una nostra valutazione dell'improbabilità del fenomeno vita. Il numero di forme di

vita possibili nasce quindi dal prodotto di un numero grandissimo per uno piccolissimo. Questa operazione non può

dare meno di 1, perché noi esistiamo, ma può dare appunto soltanto 1 oppure 2, 5, 10 o anche di più. Tutto questo è

diligentemente esposto nel libro. Non poteva essere diversamente, dato che a parlare è uno scienziato, ma questo gli

fa molto onore perché so per esperienza quanto sia difficile mantenere l'obbiettività su un tema così appassionante.

Conosco gente che giura che gli extraterrestri esistono e altra che giura in maniera altrettanto convinta che non

esistono. Ognuno ci può proiettare le proprie paure e le proprie aspettative, ma come la prenderemmo se ci fossero

davvero e un bel giorno si facessero vivi?

Edoardo Boncinelli

(RIPRODUZIONE RISERVATA)

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Chongqing, ci risiamo: ritorna l'Ufo sulla città

cinese Apollo 18, a settembre esce il film

18-08-2011

Due notizie di cronaca, da aggiungere ai dibattiti in corso sui post più recenti: al cinema sta per uscire Apollo 18 (in

realtà si tratta della trasposizione sul grande schermo di buona parte della trama di Apollo 20, la presunta "ghost

mission" della quale ci siamo occupati anche nel nostro blog), ma soprattutto nelle scorse ore l'aeroporto cinese di

Chongqing, che nel luglio del 2010 fu già al centro di un controverso avvistamento, è tornato nel mirino degli Ufo. Nel

senso più letterale del termine di "oggetto volante non identificato": il traffico aereo è stato bloccato per un bel po' e,

oggi come allora, le autorità si sono affrettate a parlare di lanterne o di palloni. Diciamo che, a occhio e croce, è

probabile che sia così (contenti, miscredenti? Fa pure rima...); ma è strano e curioso come ci sia fretta di archiviare o

di ridurre ai minimi termini. Del resto, osservava qualcuno, se fosse un disco volante vero, pieni di alieni, ce lo

verrebbero a raccontare? Obiezione pertinente... Comunque, aspetto che compaiano pure le foto (con relativo

codazzo di sberleffi: ah, ah, ah, le foto cinesi...) e nell'attesa vi ripropongo un paio di immagini che furono messe nella

rete poco dopo l'avvistamento del 2010.Questa, invece, è la notizia battuta dalle agenzie di stampa, datata Shanghai:

"Un Ufo ha sorvolato l'aeroporto di Chongqing, bloccando per un'ora il traffico aereo. Lo scrive lo Shanghai Daily.

Intorno alle 12.30 un oggetto volante non identificato è stato avvistato sulla pista dell'aeroporto internazionale Jiangbei

di Chongqing. In quel momento diversi aerei erano già pronti per decollare e sono stati fermati; altri voli, invece, sono

stati ritardati o dirottati. La municipalità di Chongqing non ha voluto confermare l'evento, confermato invece dalle

autorità aeroportuali. Queste ultime hanno annunciato un'indagine in merito, anche se si propende per una lanterna

aerea, come quelle usate durante le cerimonie di preghiera o funebri, o un grande pallone. La notizia

dell'avvistamento dell'Ufo ha fatto il giro della rete creando molto interesse. Non è la prima volta che viene avvistato

un Ufo a Chongqing, la più popolosa città cinese. L'anno scorso, diversi giorni dopo un paio di avvistamenti, le autorità

spiegarono che gli oggetti volanti erano in realtà dei grossi aquiloni". P.S.: grossi aquiloni? Mah... Se dicessero che si

tratta di grossi "tarocchi", ad esempio un fotomontaggio, ci crederei di più...

 

 La "ghost mission" ora sugli schermi

Torniamo invece ad Apollo 18. Questa che pubblico, è la locandina del film diretto da Gonzalo Lopez: presentato nello

scorso dicembre, uscirà nelle sale il 2 settembre (prima visione negli Usa; in Europa, immagino, arriverà più avanti). A

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questo link, invece, trovate il trailer ufficiale. Come detto, la trama ricalca in buona parte la vicenda della presunta

missione Apollo 20 (successiva a quella di Apollo 19, abortita per un incidente), della quale ha parlato Luca

Scantamburlo nei suoi libri: americani e sovietici, nel 1976, avrebbero unito sforzi economici e tecnologici per arrivare

in gran segreto sulla faccia oscura della Luna e recuperare reperti da una nave madre aliena che sarebbe precipitata

sul suolo del satellite della Terra. E' stato dato il nome di Apollo 18 probabilmente per fare riferimento alla missione

congiunta Usa-Urss, questa sì ufficialmente avvenuta e riconosciuta e passata alla storia come Apollo-Soyuz: ci fu il

famoso aggancio tra le due navicelle nello spazio, con strette di mano tra gli astronauti di due nazioni che stavano

avviando, con difficoltà, il disgelo nelle relazioni diplomatiche. Però il film non parla solo del recupero della nave aliena

e di questo progetto negato da tutti: miscela anche colpi di scena "de paura" (come dicono a Roma) e ha una frase ad

effetto quale tormentone, "ecco perché non siamo più tornati sulla Luna". Diciamo che il film, se non altro, qualche

curiosità la scatena. A priori, almeno. Auguriamoci che, a posteriori, non meriti stroncature. Sarebbe anche

interessante se Luca Scantamburlo volesse dire la sua, per un giudizio in relazione al suo lavoro.

Novità anche dalla Galleria Tremonzelli

E giusto per concludere, sempre in tema di ritorni, ecco che si riparla di nuovo della galleria Tremonzelli, sulla A19 tra

Palermo e Catania. Gli episodi strani, legati a improvvisi black out, si sono ripetuti nei giorni scorsi. Vi passo il link di

Sicilia Informazioni, che ha raccontato i fatti.

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Gli alieni potrebbero distruggerci per proteggere

altre civiltà

19-08-2011

Siamo cialtroni, inaffidabili, inattendibili, spreconi, devastatori, autolesionisti, egoisti. Dunque, meritiamo di essere

distrutti per proteggere altre civiltà. Noi nel senso, l'avrete capito, di umani. E chi ci ammazza (nel senso più crudo el

termine)? Loro, ovvio: gli alieni. Il bello è che non lo sta dicendo un buontempone, o un gruppo di alcolizzati. No, lo sta

sostenendo uno scienziato legato alla Nasa, Shawn Domagal-Goldman, con un gruppo di suoi colleghi della

Pennsylvania State University. Ne ha parlato il sito on line del Guardian (il link dell'articolo è questo), facendo

riferimento a uno studio molto ampio intitolato "Il contatto con gli extraterrestri sarebbe vantaggioso o dannoso?

Analisi di uno scenario": anche di questo testo vi allego il testo (Aliens_encounter.pdf); è davvero interessante e

merita di essere letto con attenzione (è in inglese, però). Lo studio è molto ramificato e considera una serie di ipotesi.

La prima, ad esempio, prevede che si riesca a instaurare una relazione per noi vantaggiosa, presumendo che la

nostra civiltà sia inferiore a quella dei fratelli del cosmo: il contatto faciliterebbe dunque la soluzione di gravi problemi,

dall'inquinamento, alla fame, alla povertà, alle malattie. Un secondo scenario definisce la tesi del "pasto alieno":

arriveranno per mangiarci, per ridurci in schiavitù e per "cannibalizzare" pezzi del nostro corpo. Una terza propone

l'ipotesi che l'Uomo alla fine ce la faccia comunque a sopravvivere a un attacco, magari aiutato da razze rivali di

quelle che desiderano sottometterci: in tal caso, avendo acquisito esperienza e tecnologia dalla lotta vinta, ci

sarebbero dei vantaggi da travasare nelle attività di ogni giorno. Ma c'è anche, dicevo, la prospettiva peggiore: se gli

alieni sono superiori per mezzi, intelletto e possibilità operative, e se sono vagamente "ecologisti", ecco che non

sfuggirebbe loro quanto di male hanno combinato questi esseri a due zampe che si credono convinti di essere molto

bravi. Uno dei termometri per valutare lo scempio che stiamo riservando alla Natura, e al Pianeta Terra, sarebbe

l'effetto serra. Quindi, posto che la nostra è una civilità in evoluzione rapida, e che i danni, prima o poi, potrebbero

raggiungere una sorta di "ecosistema cosmico", ecco che diventerebbe necessario intervenire: zac (o "zot", nel senso

di una bella fulminata con un'arma che ci sistema in pochi istanti) e arrivederci a tutti. "Spazzarci via sarebbe il modo

migliore per salvare la Terra ed evitare che i disastri si estendano su una scala più ampia, contaminando altre civiltà"

afferma Domagal-Goldman assieme alla sua équipe di Penn State. E' interessante pure un'altra riflessione: anche se

non ci fosse ancora stato un contatto (pare di capire che la loro tesi sia questa), non c'è alcun motivo per non credere

che non possa verificarsi, sollecitato appunto da certi comportamenti dell'uomo. Quindi: se non vogliamo beccargli gli

extraterrestri cattivoni, invertiamo rotta e righiamo diritto. (p.s.: funzionerebbe a prescindere che Loro esistano o

meno...).

.

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Arriva in Italia Travis Walton l'addotto di "Bagliori

nel buio"

22-08-2011

Due giorni a contatto con Travis Walton, l'uomo al centro di uno dei più controversi casi di abduction e figura centrale

di "Bagliori nel buio": accadrà il 24 e il 25 settembre prossimi all'Hotel Pineta Palace, in via San Lino Papa a Roma.

Walton interverrà a un convegno internazionale sull'interazione tra umani e alieni e racconterà della sua esperienza,

oltre a commentare il famoso film. Organizza Massimo Fratini, coordinatore di radiologia all'Università La Sapienza e

responsabile del sito www.segnidalcielo.it del quale mi piace citare una frase che caratterizza il suo profilo su

Facebook: "La terra non appartiene all'uomo, è l'uomo che appartiene alla Terra. Tutte le cose sono collegate, come il

sangue che unisce una famiglia. Non è stato l'uomo a tessere la tela della vita, egli ne è soltanto un filo". Qui sotto,

invece, tratta dal sito www.chupacabramania.com (mamma mia, ma gli alieni avranno la nostra stessa fantasia??),

ecco una sintesi (e le relative conclusioni) della vicenda di Walton.

5 novembre 1975

White Mountains, Northeastern Arizona-USA

"Sette uomini Mike Rogers, Allen Dalis, John Goulette, Dwayne Smith, Kenneth Peterson, Steve Pierce e Travis

Walton stavano lavorando in un giorno assolato nella foresta Apache-Sitgreaves National Forest. Verso le 18 di sera

si avviano verso la loro abitazione, il sole era già calato e mentre viaggiano su di un camion notano una strana luce

nella foresta che si muove nella loro direzione, quando si avvicinano alla luce misteriosa fermano il camion poco

distanti dall'oggetto misterioso e si rendono conto che si tratta di un disco volante che sembrava sospeso nell'aria.

L'oggetto di un colore dorato aveva contorni chiari e delineati contro il cielo, la luce che emetteva tingeva con un

colore dorato le zone d'erba e gli alberi intorno ad esso. Il diametro del disco volante si aggirava sui 15/20 piedi

ovvero 4,5/6 metri, largo invece 8/10 piedi, circa 2,5/3 metri, dotato di una cupola superiore bianca, privo di qualsiasi

cosa che indicasse la presenza di uno sportello, una finestra, nessuna antenna e non emetteva alcun suono,

sembrava sospeso nell'aria. A quel punto Travis Walton decide di avvicinarsi all'oggetto misterioso incuriosito davanti

agli sguardi allarmati ed ai richiami insistenti dei colleghi. A circa 2 metri dall'oggetto misterioso Travis si sente

riempire di curiosià di voler sapere cosa si cela all'interno dell'oggetto e immerso nella luce dorata emessa

dall'oggetto osserva le sue curve lineari. A quel punto l'oggetto misterioso incomincia a vacillare ed un raggio molto

luminoso verde e blu fuoriesce dalla parte inferiore dell'oggetto e colpisce Travis alla testa ed al torace con un suomo

come quello di un filo dell'alta tensione che si spezza.Travis afferma di non aver avvertito nulla in quell'attimo ma i

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suoi colleghi affermano che il corpo di Travis si è piegato all'indietro e i suoi piedi si sono staccati dal terreno mentre

veniva spinto in aria per oltre 3 metri sbattendo violentemente la spalla destra al suolo cadendo mollemente sul

terreno. Gli uomini fuggirono immediatamente dal luogo dell'avvistamento ma decisero di tornare indietro a cercare

Travis, ma non lo trovarono, non rinvennero nulla, nè orme, nè segni di colluttazione, nulla indicava la presenza

dell'oggetto misterioso che aveva colpito Travis poco prima. A quel punto gli uomini decisero che dovevano rivolgersi

alle autorità, ma non furono creduti, in quell'epoca non si sentiva spesso parlare di Ufo e vennero derisi a lungo.

Travis fu ritrovato dopo 5 giorni in stato semincosciente e con una puntura molto evidente sul braccio destro. I ragazzi

che assistettero all'avvistamento dell' ufo furono sottoposti alla macchina della verità che diede esito positivo, per

quanto riguarda Travis invece fu sottoposto a studi più approfonditi e fu effettuata su di lui l'ipnosi. Il dottor Jean

Rosembanen, psichiatra, studiò il caso di Travis Walton e la sua conclusione fu che l'uomo aveva immaginato di

essere stato rapito dagli alieni e non riuscì del tutto a spiegare l'accaduto e tantomeno ciò che videro gli altri ragazzi

quella sera. Howard Kandell, un altro medico, trasse invece la conclusione che Travis aveva vagato per cinque giorni

nel bosco: Ma le analisi dimostrarono che Travis non era malnutrito, tutt'altro, e che nel braccio destro, dove vi era il

segno di una puntura, aveva subito un prelievo di sangue".

Le valutazioni sulla vicenda

"L'esperienza di Travis Walton è senza dubbio uno dei migliori casi con testimonianza di abduction. L'uomo descrive

la sua esperienza di abduction in modo molto chiaro, racconta per filo e per segno il suo risveglio, il dolore che

provava nel muoversi al torace ed alla testa, la bocca e la lingua impastata da un sapore metallico, la mancanza di

sensazione di fame, racconta di come si è trovato in un luogo simile ad un ospedale, ma che sembrava

completamente costituito da pareti in liscio metallo, racconta come abbia scambiato gli alieni per strani medici con un

camice arancione e mascherine e protezioni bianche. Travis racconta nei minimi particolari la sua colluttazione

durante la fuga con le creature umanoidi e le descrive come spugnose al tatto, alte circa 153 centimetri, pelle liscia di

colore grigio, dotate di mani piccole, delicate, prive di unghie, piedi molto piccoli, prive di capelli non emettevano suoni

e la testa era spropositatamente grande con occhi ovali anch'essi esageratamente grandi di colore marrone scuro,

privi di sopracciglia e ciglia e le loro bocche erano sottili e strette, nasi e lobi delle orecchie molto piccoli.(potevano

essere Grigi?) Walton racconta dell'incontro con un umano sull'astronave, che in seguito si rivelerà un pleiadiano

"buono", che non parla mai con Travis ma semplicemente gli indica la via per fuggire dall'astronave, ed è in grado di

aprire le "porte" dell'astronave con la sola forza del pensiero, Travis nella sua fuga incontra altri pleiadiani,i due

maschi e una femmina. Insieme offrono all'addotto una specie di mascherina, come quelle utilizzate per l'ossigeno,

che Travis, reticente, indossa. A quel punto tutto diventa buio per la vittima, che si risveglierà fuori dall'astronave."

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Wiltshire, il "serpente nel grano" che alimenta

infinite discussioni 26-08-2011

Vi propongo un tema controverso ma suggestivo, che immagino sarà foriero di discussioni: il pittogramma comparso

nella notte del 28 luglio scorso a West Woodhay Down (Wiltshire, terra già abbastanza nota agli ufologi). Nella rete è

facile trovare commenti entusiasti e, soprattutto, legati a una natura non terrestre del reperto. "E' difficile asserire che

sia una realizzazione terrestre!" dice uno. "Neanche un bravo disegnatore saprebbe realizzarlo su carta. Bisogna

avere una visione d'insieme per ottenere un disegno di così alta precisione e solo da un elicottero sarebbe possibile

vederlo totalmente. Ma non è possibile perché il disegnatore o si trova sull'elicottero, oppure disegna a terra, non vi

sembra?" aggiungono altri. Ecco ulteriori annotazioni e osservazioni: "Il crop rappresenta un simbolo che molti

conoscono, ovvero quello del Serpente Quetzalcoatl o quello del Serpente di Shiva con la lingua a forma di Trishula. Il

serpente, impresso in un campo di frumento, possiede una lunghezza di circa 200 metri ed è composto da circa 80

cerchi concentrici che si trovano tra il corpo e la parte esterna del rettile. Solo il corpo del serpente (o del drago, se

preferite) è composto da circa 29 cerchi e potrebbe rappresentare anche un serpente a sonagli. Il serpente

rappresenta il "potere femminile", simbolo polivalente, universalmente presente in tutte le culture. E' l'antenato mitico,

il vivificatore, il simbolo stesso della cura; è l'animale che riconduce alle sorgenti della vita e della libido". A voi la

penna (o la tastiera): di sicuro, essendo apparso in una notte, la spiegazione non è facile. Per la cronaca, il contadino

- che si tratti di alieni o no - è imbestialito: ha calcolato che ci ha rimesso almeno due tonnellate di grano in fase di

maturazione, quindi per lui questo disegno è un disastro sul piano economico. Sarebbe interessante se intervenisse e

dicesse la sua pure Dario Gambarin, il nostro amico "cropparo" veneto-bolognese che è uno specialista di land art e

che, oltre al "volto di alieno in campo di grano", ha realizzato altre pregevoli opere. Tutte portate a termine con il

trattore, "reo" confesso e per nulla extraterrestre...

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Come si compila un rapporto Ufo Il caso di San

Rocco di Bernezzo

29-08-2011

Dal momento che parliamo spesso di avvistamenti e di casi strani, l'amico Werner mi ha proposto di affrontare la

questione di come si compila un rapporto Ufo. Proprio in questi giorni ha ultimato un lavoro su un episodio del 2010 e

di questo ci racconta nel post che pubblico. Alla fine della sua relazione, trovate il file pdf relativo all'indagine.

Essendo socio del CISU (Centro Italiano Studi Ufologici), mi sono reso disponibile per approfondire un caso di

avvistamento ufologico avvenuto nella mia zona. Quindi ho avuto l'occasione per indagare, intervistare il testimone e

redigere un rapporto formale da consegnare agli archivi. Per quanto non si tratti di un fatto epocale, il caso su cui ho

investigato è certamente interessante, così come lo è stato il cimentarmi in questa esperienza, utile anche per

mettere in pratica tanti anni di studio e per conseguire una certa dimestichezza nel rapportarmi nel modo più corretto

nei confronti di un testimone di un oggetto volante non identificato. In effetti esiste un manuale destinato agli

inquirenti, nelle cui pagine si affrontano nel dettaglio tutti gli accorgimenti indispensabili per effettuare l'indagine nel

suo complesso: a parte tutti gli aspetti tecnici, ci sono ampi suggerimenti su come svolgere l'intervista al testimone,

sull'atteggiamento da tenere nei suoi confronti, sulle domande e sulle tecniche essenziali per ottenere l'insieme dei

dati importanti al fine di proporre un'idea, la più verosimile possibile, della realtà dei fatti avvenuti. Inoltre nel “Manuale

di Metodologia di Indagine Ufologica” fornitomi dal CISU (curato nella sua ultima edizione da Edoardo Russo, attuale

direttore del centro), ci sono tutte le istruzioni per compilare un rapporto d'indagine, strumento indispensabile per

permettere a terzi di cogliere tutte le sfumature dei dettagli relativi all'avvistamento e al testimone, al fine di

comprendere nel modo migliore l'evento nel suo complesso. Per questa ragione, ogni aspetto del rapporto deve

essere curato con la massima precisione e con assoluta fedeltà, riportando ad esempio esattamente le parole

dell'intervistato anche qualora risultino grammaticamente scorrette, senza ritoccare o aggiungere nulla di proprio, se

non nelle considerazioni personali e nel riepilogo definitivo dei fatti. L'intervista, ovvero il cuore del lavoro, è

certamente la parte più difficile: fare domande senza influenzare il testimone, ma ottenendo il massimo del realismo

possibile, è un' arte; bisogna operare una maieutica tutta particolare, per la quale servono esperienza e un talento

specifico. Da questo dipende gran parte della bontà del risultato di un'indagine. In sostanza, anche se il rapporto è un

approfondimento necessario, utilissimo per valutare con una certa completezza la portata di un avvistamento

ufologico, purtroppo non sempre viene effettuato: questo succede per diversi motivi, non non ultima la ritrosia di alcuni

testimoni ad essere intervistati. Infatti il minimo indispensabile viene rappresentato dal questionario base, secondo

uno standard disponibile su tutti i siti on line dei centri ufologici più importanti. Con questo documento, colui che

segnala un'avvistamento può, grazie ad alcune domande fondamentali, ricreare uno scenario approssimativo di ciò

che ha visto, senza dover sostenere l'"esame" di un inquirente. Ovviamente si tratta spesso di domade un po' forzate

e prive della possibilità di approfondimento, quindi molto spesso risulta fondamentale procedere con un'intervista,

affinchè il testimone possa esprimere con parole sue le specificità e le caratteristiche particolari della situazione

vissuta. Infatti capita spesso che alcuni dettagli, come ad esempio i colori o la forma di un Ufo, siano piuttosto

complicati da descrivere sommariamente, senza giri di paole che permettano una comunicazione più esaustiva, cosa

che risulta sovente impossibile da espletare in un questionario prestampato. E' appunto per questo che si procede

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con un'intervista approfondita, la quale, tra l'altro, non di rado si è dimostrata decisiva per individuare eventuali truffe e

mistificazioni, o più semplicemente per stabilire l'effettiva natura prosaica e identificabile di quello che all'inizio

sembrava essere un oggetto anomalo e misterioso. Veniamo al caso in questione: l'avvistamento è avvenuto a San

Rocco di Bernezzo, a pochi chilometri da Cuneo, in data 22/07/2010 alle ore 22,04 da parte del sig. xxxx. e

parzialmente da sua moglie xxxx, mentre erano nel giardino dell'abitazione dei genitori di quest'ultima. Il testimone,

avvertito dalla sua compagna, vede per qualche secondo un'intensa luce sferica incandescente muoversi nel cielo,

500-700 metri davanti a sé; è grande più di un elicottero e dopo alcune variazioni di intensità e di luminosa,

nell'allontanarsi linearmente a velocità sostenuta si spegne di colpo e rivela le fattezze apparenti di un velivolo a forma

di “V”, o a boomerang. Il testimone perde di vista l'oggetto quando questo, dopo un paio di minuti di volo lineare,

mentre si allontana si confonde all'orizzonte in un blocco nuvoloso scuro. Il rapporto consta di una ventina di pagine,

nelle quali potrete vedere i disegni, leggere tutto ciò che c'è da sapere su questo caso e rendervi conto di come si

trascrive un'indagine: per gli appassionati questa è un'occasione di conoscere il lavoro standard di un ufologo. Ecco il

rapporto dell'avvistamento, se volete leggerlo e commentarlo: ufotrscrizionecisu.pdf

Werner Bissoni

L'alieno "nascosto" di Steve Jobs

Guardate un po' qua. E' una scoperta del nostro amico Fizu ed è anche una sorpresa a prima vista inimmaginabile.

Qualcuno, però, ha elaborato la mela di Apple, oppure magari era proprio Steve Jobs ad aver nascosto un

messaggio. Per anni, finché non è stato scoperto... Questo il link da cliccare: vedere per credere.

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Wikileaks e i documenti sugli Ufo Il Cun presenta

il "libro bianco"

02-09-2011

Rilancio il messaggio contenuto nell'ultimo commento del precedente post per chiamarvi a raccolta. Secondo l'amico

Paolo, Wikileaks avrebbe appena messo in rete una serie di cablogrammi e di documenti segreti nei quali (sempre

che facciano fede certe dichiarazioni rilasciate a suo tempo da Julian Assange, non ultima un'intervista televisiva alla

Cbs) potrebbero esserci riferimenti agli Ufo. Io ho provato a effettuare delle ricerche mirate, ma mi sono apparsi

riferimenti a materiale anche di quest'anno ma già noto (ad esempio alla presunta guerra del 2004 tra gli Usa e una

flotta aliena). Pertanto, oltre a invitare Paolo a essere più preciso, indicando magari un link specifico, invito voi tutti a

dare la caccia... al tesoro. E sempre in tema di documenti e annunci, segnalo quanto avevo già ventilato un paio di

mesi fa: il 22 ottobre a Roma (luogo e orari del convegno saranno comunicati più avanti) presenterà il suo "Libro

bianco" nell'ambito di una giornata dedicata all'informazione ufologica e alla necessità di una corretta informazione

sulla materia. Le promesse del dossier sono importanti e ambiziose: da un lato si vuole evitare che ci si arrocchi su

casi vecchi o già dimostrati come falsi, dall'altro si assicura di presentare almeno una dozzina di "files" poco

conosciuti o addirittura inediti, frutto anche di materiale proveniente dal mondo militare. "Il Libro bianco sarà un punto

di non ritorno" commentano al Cun: non resta che aspettare il 22 ottobre. E chi di noi avesse modo di presenziare,

be', poi potrebbe dire la sua...

Gli Ufo "piramidali" di Airboy

Segnalazione di un amico, che è anche un autore di fumetti. Per diletto si è dedicato alla rivisitazione di Airboy, la

collana originariamente edita da Hillman Periodicals che si basa sulle gesta di un aviatore americano creato dalla

fantasia degli scrittori Charles Biro e Dick Wood e dalla mano del disegnatore Al Camy. Il periodo in questione è

quello della Seconda Guerra Mondiale, definito l'età dell'oro dei libri comici. Ebbene, in una di queste avventure,

Airboy si trova a scontrarsi con Ufo piramidali e un mostro che si installa in Egitto. Trovate un forum di discussione a

questo link, dove c'è anche la possibilità di scaricare il fumetto stesso. La domanda è semplice:gli Ufo a forma di

piramide sono particolarmente ricorrenti, di questi tempi. Ma anni e anni fa, seppure in un contesto preciso quale

quello di un fumetto, qualcuno ne aveva già parlato. E' solo un caso?

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Alieni e "occultismo", un volume ci racconta i

punti di contatto

05-09-2011

Questo è, se mi passate la definizione, un pre-post. Ovvero, la segnalazione di un libro che mi riprometto di leggere

che, successivamente, potrebbe essere commentato insieme a voi. Il volume è "Extraterrestri, le radici occulte di un

mito moderno" (di Enzo Pennetta e Gianluca Marletta, edizioni Rubbettino, prezzo 11 euro). Il titolo mi pare già di per

sé eloquente: gli autori si riprongono di trovare un punto di contatto tra alieni e occultismo. A mo' di passo iniziale, e di

invito alla lettura, vi propongo questa scheda, di commento e di riflessione, postata su "Corriere metapolitico" di Aldo

La Fata e Dalmazio Frau.

Alzi la mano chi non ha mai sentito dire, almeno una volta, che (forse) siamo tutti “un po’ extraterrestri”? Che (sempre

forse) la nostra comparsa sulla terra si spiega con l’intervento di ingegnosi esseri alieni che, all’alba della nostra

storia, avrebbero modificato geneticamente qualche scimmiotto per creare l’homo sapiens? E’ chi, almeno una volta,

non ha sentito o letto che “sono stati gli alieni” a costruire le piramidi d’Egitto, che erano alieni gli “angeli” della Bibbia

e che, (forse), pure Gesù era un bambino prodigio venuto dalle stelle? “Deliri!”, dirà qualcuno; “ipotesi azzardate ma

interessanti”, sosterrà qualcun altro: molto di più, diciamo noi. Si tratta infatti dei veri e propri “postulati dogmatici” di

una pseudo-religione che, ogni giorno che passa, affascina e irretisce sempre più persone d’ogni estrazione culturale

e/o confessionale. Una pseudo-religione di cui, tuttavia, la maggior parte della gente ignora del tutto le origini: origini

ambigue, sotterranee e spesso inquietanti che questo libro, forse per la prima volta, mette in luce.Dalle evocazioni di

“entità extraterrestri” da parte del luciferino Aleister Crowley alle ipotesi magico-aliene del suo discepolo (nonché

ingegnere missilistico) Jack Parson, dai primi contattisti alle nebulose “apparizioni Ufo” fino a quei veri e propri

fenomeni di possessione che oggi vengono chiamati “abductions” o “rapimenti alieni” questo libro ricostruisce la

genesi di un mito moderno la cui finalità ultima sembra essere la sostituzione di domineiddio con l’attesa messianica

di un contatto con presunti “salvatori extraterrestri”. “Il mito degli extraterrestri e l’attesa “messianica” che si addensa

intorno alla figura dell’Alieno fanno ormai stabilmente parte dell’immaginario dell’uomo contemporaneo.Pochissimi,

tuttavia, sospettano quali legami vi siano fra questo mito–apparentemente connotato in chiave scientifica e

tecnologica- e le correnti più ambigue e nebulose dell’occultismo moderno. In questo saggio, per la prima volta, i due

autori ricostruiscono le radici “occulte” e ignorate del mito extraterrestre, attraverso i suoi legami con lo spiritismo

ottocentesco,la nascita del contattismo, la mediazione di singolari personaggi a cavallo tra scienza e magia, il ruolo

del cinema, l’affermazione dell’“archeologia spaziale” e dell’”interpretazione extraterrestre” dei Libri Sacri; con sullo

sfondo la realtà, tanto ambigua quanto evanescente, dei cosiddetti “fenomeni Ufo”. Tutti elementi, questi,

caratterizzanti un mito che è anche una delle più incredibili quanto riuscite parodie moderne della religione”.

Due parti e tredici capitoli

Ecco il sommario del volume. Parte prima: 1) L'inizio del fenomeno: dai "marziani all'incidente di Roswell; 2) Tra

missili ed esoterismo; 3) Alle radici del fenomeno; 4) Sorge la nuova era; 5) L'arcobaleno; 6) 2001: la Rivelazione

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secondo Kubrick; 7) Apocalisse gnostica. Parte seconda: dottrine e prodigi: 8) Archeologia spaziale: quando gli alieni

costruivano piramidi; 9) A immagine e somiglianza degli alieni: esegesi extraterrestre delle sacre scritture; 10) Una

chimera nel cielo: i mille volti del "fenomeno Ufo"; 11) L'ipotesi parafisica; 12) Faccia a faccia con l'abisso: rapimenti,

deliri o esperienze sovrannaturali? 13) L'angelo di tenebra. Letture teologiche del fenomeno UFO

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Il successo de "L'ultimo terrestre" e il ritratto di

un'Italia cinica

09-09-2011

Come ampiamente previsto, "L'ultimo terrestre", film del pisano Gian Alfonso Pacinotti, ha avuto successo al Festival

di Venezia. Non credo si tratti di puro e semplice battage preventivo (che non è mancato, sia chiaro, e che in assoluto

non è cosa disdicevole: la pubblicità è pur sempre l'anima del commercio), l'impressione è che l'argomento sia

parecchio piaciuto. Ecco comunque l'articolo della collega Giuseppina Manin, uscito nelle pagine degli spettacoli del

Corriere della Sera.

-Più sei disperato più speri nell'arrivo degli Ufo. Se poi sei disperatissimo, anche arrivassero, non te ne importerebbe

più niente. È quello che succede nell'Italia spaventosa e disillusa de L'ultimo terrestre , opera prima di Gian Alfonso

Pacinotti detto Gipi, 48 anni, pisano, talento del fumetto, terzo italiano in concorso dopo Emanuele Crialese e Cristina

Comencini, accolto ieri con un quarto d'ora di applausi e molte risate, stavolta di apprezzamento per le battute

comiche del film da oggi nelle sale con il marchio Fandango. Una parabola grottesca, cupa e surreale su di noi, che

abbiamo perso ogni senso del bene e del male, e per trovare qualcuno che ce lo ricordi possiamo solo contare su un

intervento dall'alto. Archiviati gli angeli, custodi o vendicatori che siano, a suonare le trombe del giudizio arrivano così

gli alieni. Piccolini, testone pallido, occhioni neri, sbarcano di soppiatto, si intrufolano nelle nostre vite, danno una

mano ai buoni, puniscono i cattivi. «Ma quando ti aspetti che il cambiamento arrivi dal cielo vuol dire non sei messo

molto bene», commenta amaro Gipi, che per il film si è ispirato a un romanzo a fumetti di Giacomo Monti. «Non ho

alcun interesse per la fantascienza né per gli alieni - premette -. Perciò ho voluto mostrarli nel modo più banale e

stereotipato possibile. Tra le tante specie documentate dagli ufologi, ho scelto la stirpe dei "grigi", una delle popolari

tra gli addetti ai lavori, scelta anche da Spielberg per i suoi Incontri ravvicinati ».Un incontro ravvicinato però lo

confessa anche lui: «Durante un volo ho visto una sfera luminosa accanto alla fusoliera. E mi son detto: toh, ecco un

Ufo. Quel giorno mi sono accorto che ero invecchiato. Non credevo più a Et». D'altra parte l'aveva già preso in giro

qualche anno fa in un corto, Vaffanculo del terzo tipo , dove gli alieni atterravano nella campagna pisana e venivano

presi a sassate dai locali al grido: «Andatevene via, dovevate arrivare negli anni 60». D'ogni buon conto, per

documentarsi stavolta si è valso della consulenza di Corrado Malanga, massimo esperto in materia di Ufo. «Un pazzo

totale», sostiene Gipi. Ma di creduloni e furbastri il mondo abbonda. Come anche di indifferenti e cinici. Nulla ormai fa

più scalpore. Nel film, la notizia dello sbarco la dà Maria Cuffaro in coda al Tg3 senza particolare enfasi. Più attento, il

Papa dedica all'evento l'enciclica «Adventus Martianis». Ma la vita continua come prima, senza particolari traumi.

«Proprio come da noi. Se ascoltiamo la notizia di 80 immigrati morti di stenti su un barcone e la scordiamo il giorno

dopo, vuol dire che siamo assuefatti a tutto. Perché gli Ufo dovrebbero agitarci più di tanto?». Difatti Luca, l'intronato

protagonista della storia (Gabriele Spinelli) ha ben altro per la testa: una vicina troppo carina, un amico trans, un

padre ubriacone. Quest'ultimo, il bravo Roberto Herlitzka, ha la fortuna di ritrovarsi in casa un'aliena servizievole che

gli fa da colf, da cuoca e anche da compagna di letto. Ma quando lui riprende ad alzare il gomito, lei lo lascia con un

biglietto: «So già come sarebbe andata a finire. Addio, terrestre». Va meno bene agli imbonitori ufologi. Scocciati dalle

tante balle sul loro conto, gli alieni li bruciacchiano con lampi spaziali. «Visto che noi la ignoriamo, si occupano loro di

far giustizia - spiega Gipi -. I cattivi non la passeranno liscia». Cattivi cattivissimi. «Truffaut si raccomandava di

mostrarli sempre in modo sfumato, io ne ho fatto delle macchiette terribili. Come tante della nostra classe dirigente.

Truffaut non poteva immaginare l'Italia 2011».

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Giuseppina Manin

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Mistero bUFO cambia "l'abito"

13-09-2011

Interrompo solo per un attimo il flusso delle discussioni sul tema del blog per pubblicare questo post che definirei "di

servizio". Mi serve per ufficializzarvi una novità ormai in arrivo e che, salvo slittamenti, diventerà operativa alla fine del

mese di settembre: Mistero bUFO avrà una nuova veste grafica, dal momento che migrerà dalla piattaforma di

Movable Type a quella di Wordpress (procedura che ha già coinvolto altri blog del Corriere e che riguarderà

progressivamente tutti gli altri). Quali saranno i vantaggi del cambiamento? Be', li sperimenterò nella lezione di

formazione, ma il look sarà diverso (la nuova testatina sarà quella che vedete nell'immagine qui pubblicata) e

dovrebbero esserci pure meccanismi più agili. Una novità, poi, vi risulterà gradita in particolare: è la possibilità di

visualizzare, rispetto ad oggi, un maggior numero di post "vecchi": si passerà dai tre attuali ai dieci che ho chiesto,

ritenendo questo un numero adeguato. Anche la visualizzazione dei commenti dovrebbe essere più immediata.

L'avvento della piattaforma di Wordpress sarà poi l'occasione per far partire un'evoluzione multimediale della quale vi

avevo già accennato e alla quale sta lavorando il nostro amico Fizu: si tratta di quello che abbiamo denominato il

Cinegiornale bUFO, vale a dire uno spazio nel quale lo stesso Fizu commenterà (senza eccedere nella miscredenza,

ma con lo scopo dichiarato di dimostrare i rischi che si incorrono con i file video e con le foto) immagini e quant'altro.

Qui trovate anche la testatina del Cinegiornale: sarà utilizzata come sigla d'inizio.

Tecnicamente, il Fizu produrrà filmati con i suoi potenti mezzi negli Universal Studios di... Nitra, Slovacchia, e li

metterà on line su Youtube. Voi avrete il link ad hoc per seguire il Cinegiornale bUFO dentro il blog. Si tratta di un

esperimento: se son rose, fioriranno; e non è da escludere, nel futuro, che si possa essere promossi a un contenitore

di Corriere Tv. Infine, un'ultima notizia: dall'ultimo rilevamento (ecco il link), continua l'avanzata di Mistero bUFO nella

classifica dei Top 500 blog: siamo arrivati a quota 255.

E' morto Hickson, il pescatore "rapito"

Mentre il buon Tigrino, tornato in piena forma, ci segnala quanto diffuso da un'agenzia di stampa, ovvero che secondo

i bookmakers sarà la Svezia il Paese che darà per primo l'annuncio del contatto ufficiale con razze aliene, dagli Stati

Uniti rimbalza la notizia della morte, all'età di 80 anni, di Charles E. Hickson sr. L'11 ottobre 1973 Hickson, assieme

all'amico Calvin Parker, stava pescando sul fiume Pascagoula (Mississippi) quando venne rapito da un'astronave

extraterrestre. Così almeno dissero i due, una volta lasciati liberi. Anzi, per la verità sulle prime non dissero nulla,

temendo di finire ridicolizzati. Però alla fine decisero di raccontare tutto alla polizia e, dopo il loro racconto, furono

sottoposti a varie sedute di ipnosi e a test con la macchina della verità. Non si contraddissero mai. La loro storia

ricorda molto quella di Travis Walton, il boscaiolo che due anni dopo fu rapito in una foresta dell'Arizona, di rientro dal

lavoro assieme a cinque colleghi. Come ho già ricordato in un post ad hoc, Walton, la cui vicenda è stata raccontata

nel film "Bagliori nel buio", il prossimo 24 settembre sarà ospite di un convegno a Roma.

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Super 8, un'occasione mancata

15-09-2011

Ultimamente, non ci prendo molto con la cinematografia aliena. In attesa di vedere "Apollo 18" e soprattutto l'"Ultimo

terrestre", nella speranza che la pellicola di Gipi, accolta con favore al Festival di Venezia, mi risollevi l'umore, sono

incappato in "Super 8". Film abbastanza strombazzato, premiato dalla critica d'oltre Atlantico (7,5 su 10 è il voto in vari

siti Internet), che ospita un cast nel quale, a fianco di Elle Fanning, Amanda Michalka e Kyle Chandler, c'è quel Ryan

Lee che interpreta la parte di "dentone" Cary e che è già una superstar di Hollywood (e qui, se permettete, mi auguro

che uno come Marlon Brando - giusto per citare il primo nome che mi frulla nel cranio - si rivolti nella tomba...).

Dunque, c'erano condizioni ideali per andare alla scoperta, anche perché alla voce "produttore" si legge il nome di tale

Steven Spielberg (il regista, invece, è J.J.Abrams): sono uscito piuttosto deluso e mi consola constatare che,

spulciando qua e là nelle recensioni, molti esperti (e non) concordano. La trama è presto sintetizzata. Siamo nel 1979,

nell'Ohio, dove un gruppo di ragazzi, trascinato da un ciccione con la mania della regia, vuole girare un film con

vecchie cineprese per pellicole in Super 8. La stazione della cittadina è scelta per alcune riprese, di notte. Ma arriva

un treno, un pick up sbuca all'improvviso sui binari, va incontro al convoglio e innesca uno spaventoso incidente. Gli

effetti speciali (monstre per tutto il film, con severe prove pure per i timpani) tengono banco, ma nonostante una

catastrofe che più catastrofe non si può, ecco che il conduttore del pick up viene rinvenuto ancora vivo dai ragazzi (e

già questo nella realtà sarebbe assai improbabile). E' un docente proprio di quel gruppo di giovani e - si scoprirà -

porta un segreto in sé: è in simbiosi con un essere alieno al quale dà la caccia l'aeronautica americana più o meno al

completo, con un capo cattivissimo e anche bastardo. Nella parte mediana del film, infatti, si vede che questo

professore, quando era arruolato nell'arma, era stato testimone insieme ad altri colleghi del rinvenimento di un disco

volante, caduto anni prima e trasferito in una base segreta (sull'insalata c'è insomma il "condimento" di Roswell e

dell'Area 51). Il povero essere catturato - che è proposto nel perfetto look di oggi dell'extraterrestre made in

Hollywood, metallo e fogge da superinsetto - vorrebbe riparare l'astronave e tornarsene a casa. I malvagi terrestri,

invece, non se ne danno per intesi e lo rendono schiavo. Così lui s'incazza e dà vita a decenni di autentici macelli,

installandosi sotto terra e catturando vittime (appese come salami nei cunicoli e infine divorate: dunque, c'è anche

qualcosa dell'Odissea di Omero, ripensando al Ciclope e alla sua caverna-trappola). In quella cittadina si diverte non

poco e il deragliamento del treno - per mano del professore simbiotico - è opera sua (sarà la cinepresa dei ragazzi,

involontariamente, a documentarlo): il convoglio, infatti, trasporta gli elementi che formano la sua astronave e

l'aeronautica non molla il colpo. Alla fine, uno dei ragazzi, destinato alle fauci, riesce a convincere il mostro che può

ancora riuscire nel suo intento. Facendo gli occhi da gattone, l'alieno risparmia il gruppo, riassembla l'astronave e se

ne va. Come sempre, non succede mai nulla di irreparabile... Perché parlo - ovviamente in maniera del tutto opinabile

- di occasione persa? Perché secondo me la trama ha comunque un fascino e una solidità. Peccato che sia stata

sviluppata pensando probabilmente a un pubblico di giovani dediti alle playstation e ai vari Mazinga; peccato che ci

sia un mix di tanti déjà vu (il treno che trasporta merce "proibita" è alla base di una bella e nota puntata di "Xfiles",

così come della famosa serie si riprende il concetto dell'autorità che vuole nascondere la verità); peccato che certi

momenti da brividi autentici siano rovinati da afflosciamenti che portano a ridere, più che a farsela sotto. Peccato,

infine, per quel finale dolciastro e scontato. Senza arrivare alla genialità di un Kubrick, un buon regista avrebbe

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valorizzato con classe l'atmosfera di suspance (tagliando su effetti speciali ridondanti e su battute banali) e, magari,

avrebbe disegnato un epilogo diverso. Duro, terribile, senza speranza. O, all'opposto, intrigante e pieno di interrogativi

come nelle ultime scene di "Blade Runner". Sì, so di chiedere troppo, di questi tempi...

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Dacci oggi il nostro Ufo quotidiano

18-09-2011

Due segnalazioni da altrettanti siti che si occupano della nostra stessa materia. Dal Centro Ufologico Ionico riprendo e

propongo un'intervista al nuovo responsabile del Geipan. Invece qui vi passo il link che rimanda a "2duerighe.com",

che si è appena occupato di due temi già trattati da noi: l'ipotesi che il "contatto" sia già in corso da tanto tempo e la

questione dell'Apollo 20. Se leggete bene in particolare questa seconda parte, troverete un passaggio interessante,

che si riferisce a un "virgolettato" che ha tenuto banco in un ambiente astronautico. Essendo la Luna prepotentemente

tornata d'attualità, vorrei sapere che cosa ne pensate dalle interpretazioni date dall'autore del testo, già sapendo

l'opinione di molti di voi in merito alla storia di Apollo 20 e, ovviamente, senza la pretesa di rilanciare la sua possibile

attendibilità Intanto, però, cominciamo con il Geipan.

Xavier Passot ha preso il comando del GEIPAN, organismo che studia i fenomeni aerospaziali non identificati. E' a

Tolosa che si studiano tutti i PAN (Phénomènes Aérospatiaux Non-identifiés), più conosciuti con il nome di UFO.

Organismo dipendente dal CNES (Centre National d'Études Spatiales), il GEIPAN (Groupe d'Études et d'Informations

sur les phénomènes aérospatiaux non identifiés) è guidato dal mese di luglio da un nuovo direttore, Xavier Passot,

appunto, 57 anni, ingegnere specializzato nei satelliti, appassionato di astronomia. Si dichiara aperto "aperto a

qualunque ipotesi".

Qual è il vostro compito?

"Continuerò il lavoro del mio predecessore, ossia l'identificazione dei PANS. Il GEIPAN di Tolosa è il solo organismo

civile nel mondo che si occupa di questi fenomeni. Negli altri paesi l'argomento è trattato dai militari, non

necessariamente grandi comunicatori".

I fenomeni non identificati sono frequenti?

"Noi riceviamo dalle due alle quattro segnalazioni al giorno. Tutte non danno luogo all'apertura di un dossier. Abbiamo

circa 200 dossiers aperti e molto ritardo. I testimoni sono impazienti e attendono di sapere i risultati sul nostro sito. Il

10 percento dei fenomeni studiati restano inesplicabili. Esempi sono punti luminosi molto lontani che si muovono a

zig-zag, oppure delle aeronavi volanti di forme bizzarre relativamente a bassa quota e silenziose. Questo non significa

che si tratta di dischi volanti".

A quanto risale l'osservazione di un PAN a Tolosa?

"L'ultima è molto recente ed è datata 24 agosto. Una persona ha visto un mezzo volante di forma triangolare

illuminato da svariati rettangoli arancioni, alle ore 3 del mattino, via dei Champs-Élysées, verso Matabiau".

E' una cosa seria?

"Si parte dall'ipotesi che le persone siano in buona fede. Le truffe sono rarissime. Noi andiamo ad interrogare queste

persone, ma una testimonianza unica, precisa quanto sia, ha meno peso".

Recentemente siete stati invitati ad una "Cena Ufologica". Credete agli UFO?

"Sono aperto a tutte le ipotesi, pronto ad accettare verità scomode. E sono molto contento di aver discusso con degli

appassionati. Ho presentato loro molti casi, con delle foto che mostravano delle cose bizzarre che sono state spiegate

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razionalmente. Delle scie sfocate nel cielo che, alla fine, furono provocate da un insetto davanti l'obiettivo fotografico.

Oppure dei punti luminosi arancioni osservati con un binocolo che, in realtà, mostravano delle piccole mongolfiere

thailandesi (ndr note anche come "lanterne cinesi") di carta con una candela all'interno, lanciate nel cielo nel contesto

di matrimoni".

Se scopriste una prova di vita extraterrestre sarebbe classificata "Top Secret"?

"No, il CNES mi ha dato mandato di totale trasparenza".

Ps: la "Cena Ufologica". Una volta al mese, l'associazione di ufologia, creata da degli appassionati di UFO, organizza

una cena con una personalità. Il 14 settembre 2011 sera è stato ospite Xavier Passot, che come direttore del GEIPAN

è lo specialista francese dello studio di questi fenomeni.

Traduzione a cura di Antonio De Comite

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Gli Ufo sono entità "immateriali" Lo dichiara l'Fbi

in un documento

21-09-2011

Gianluca Marletta, che avevamo menzionato per il suo lavoro su Ufo e occultismo, mi segnala questa notizia che ha

pubblicato nel suo blog. Ve la propongo per i commenti, dicendo però la mia: tutto sommato, nella mia veste di

credente, appoggio di più l'idea tradizionale, ovvero dell'alieno che giunge dallo spazio (diciamo che è anche un'idea

più "romantica", in fondo). Però, nello spirito di massima apertura e di massima dialettica, ospito pure questo

contributo, prendendo atto che ormai sono spuntati miscredenti di altro genere. Li chiamerò "i miscredenti del terzo

tipo". Quelli "tradizionali", tipo i nostri amici "il positivista" e "il Fizu", rischiano di essere scavalcati... a sinistra, come si

direbbe in politica. Ecco comunque il testo di Marletta: quando usa la parola Ufo, secondo me intende parlare di alieni.

Ufo viene impiegato come termine estensivo e, allo stesso tempo, sintetico di un concetto.

Gli Ufo sono entità immateriali. E' questa la sconcertante conclusione a cui giunge un documento della polizia

federale Usa da poco desecretato e rintracciato dal lavoro del nostro amico Adriano Forgione (il documento integrale

é disponibile sul sito ufficiale “The Vault”: questo è il link). Altro che “extraterrestri” o marziani con le antennine venuti

giù da chissà quale galassia su futuristiche astronavi, le “entità” che si spacciano per “alieni” sarebbero in realtà realtà

sottili, assimilabili ai jinn o anche ai demoni, come affermano da decenni i partigiani dell’Ipotesi Parafisica. Uno degli

aspetti più interessanti del documento è la sua data: 8 luglio 1947. Testimonianza del fatto che, appena a ridosso dei

primi grandi “flags” ufologici, c’era già qualcuno che, in sede ufficiale, metteva seriamente in dubbio la popolare

interpretazione extraterrestre, propendendo per chiavi di lettura più metafisiche. Solo 20 anni dopo, John Keel, nel

suo "Ufo, operazione cavallo di Troia", avrebbe proposto al grande pubblico la cosiddetta “ipotesi parafisica”, da noi

riproposta recentemente nel libro "Extraterrestri, le radici occulte di un mito moderno".

Alcuni passaggi del documento ufficiale (evidentemente frutto di una riflessione sugli avvistamenti e sui cosiddetti

“incontri ravvicinati”) sono davvero sorprendenti:

5 – “Essi NON vengono da un qualche ‘pianeta’, nel nostro senso della parola, ma da un ‘pianeta eterico’ (…)”;

6 – “I corpi dei ‘visitatori’ (…) si ‘materializzano’ automaticamente all’atto di entrare nel nostro livello vibratorio più

basso (apporti)”;

7 – “La regione da cui essi provengono NON è il ‘piano astrale’ ma corrispondono ai LOKAS o ai TALAS (n.d.a. nella

tradizione indù, questi termini indicano i vari “piani della realtà”, sia in senso superiore che in senso inferiore e infero).

Gli studiosi di esoterismo comprenderanno meglio questi termini”

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Una petizione da inviare alla Nasa: diteci che

cosa c'è sulla Luna

25-09-2011

Rilancio volentieri un'iniziativa raccolta a sua volta dal nostro Werner e dal sito Insolitanotizia: si tratta di una petizione

da firmare e da inviare alla Nasa per chiedere una spiegazione definitiva e credibile di certe "stranezze" che appaiono

in tante foto del suolo lunare. Tema secondo me interessante, da non lasciare cadere. Al limite per arrivare alla

conclusione che non c'è nulla di strano da quelle parti (anche se i dubbi sono sempre di più).

"Lo scettico non sempre approfondisce; il complottista spesso esagera. Come fare? Scienza, informazione, Ufo,

paranormale, fenomeni sconosciuti, scie chimiche, archeologia e tutte le misteriose contraddizioni di questo mondo.

Ricerco al fine di offrire un'informazione seria e verificata il più possibile, su ciò che la scienza ancora non vuole o non

riesce a comprendere completamente. Ovviamente è il mio punto di vista, e mi aspetto che voi diciate la vostra". Jose

Escamilla, noto film maker e produttore di discussi documentari inerenti le anomalie lunari, lancia questa petizione

contro la Nasa, il Dipartimento della Difesa americano, e il presidente Barack Obama, chiedendo la verità sulla foto

che vedete qui pubblicata. Si tratta di un'immagine del suolo lunare presa durante una delle tante missioni della Nasa,

in cui si vede chiaramente un'azione di "tampering" ovvero una cancellatura, creata probabilmente con l'aerografo da

qualche tecnico dell'agenzia spaziale americana, con l'intento di nascondere qualcosa che sulla Luna non dovrebbe

esserci. Ovviamente questa foto ha valore simbolico, poichè ce ne sono tantissime di analogamente manomesse, e

non solo della Luna. Di cosa si tratta? Una costruzione aliena? Un macchinario segreto americano? I resti di un

edificio di qualche antica civiltà? Come questa, centinaia di altre immagini targate Nasa sono state contraffatte negli

anni, sia cancellando o colorando oggetti misteriosi, sia ritagliando porzioni intere dell'immagine e sostituendole con

dei fondali clonati da altre foto. Perché operare tali mistificazioni, se non ci fosse nulla da nascondere? Solo per

rendere più belle ed evocative le immagini dello sbarco? No di certo, non in questo caso per lo meno. Sta di fatto che,

facendo queste cose e nascondendosi dietro a reticenze imbarazzanti, la Nasa non ha fatto altro che alimentare

speculazioni di ogni genere, permettendo addirittura complotti e accuse non sempre credibili come alcune relative

all'effettivo sbarco dell'Apollo 11. Personalmente credo che sulla Luna ci siano andati, ma che le foto che ci hanno

propinato non fossero tutte originali: il perché, però, se si vuole restare equilibrati, non è possibile dirlo con certezza,

anche se le ipotesi e le alternative non sono poi molte. Per questo ho firmato questa petizione. Lo so, è inutile: non

certo perché lo chiediamo io ed Escamilla, la Nasa rivelerà finalmente i suoi segreti sulla Luna; ma mi sembra giusto

non rimanere in silenzio di fronte a questa irriverente presa in giro. A chi interessa chiedo di fare altrettanto, giusto per

lasciare un segno del proprio passaggio. Vogliamo la verità, a qualunque prezzo, anzi la pretendiamo in quanto diritto

dell'umanità. La petizione può essere firmata a questo link

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Il pianeta di diamante, il metodo scientifico e il

nesso con gli alieni 06-10-2011

Mentre la rivista Nature pubblica uno studio che accredita l'origine extraterrestre dell'acqua  (ecco il link, tratto da

Corriere.it), vi propongo di aprire la discussione su un tema che, in prima battuta, può sembrare estraneo alla tematica

ufologica. Invece, indirettamente, lo è perché si parla di metodo scientifico e di interpretazioni di una certa scoperta.

Devo questa segnalazione al nostro Nicola (NickF) e la riflessione è di uno degli scopritori del famoso "pianeta di

diamante". Il testo concentra appunto l'attenzione sulla diversità del valore attribuito ad una qualsiasi scoperta

scientifica. In particolare, l'autore osserva come il valore della sua scoperta sia stato "celebrato" all'unisono, mentre se

avesse fatto una scoperta altrettanto rivoluzionaria nel campo delle scienze applicate al clima (usando esattamente lo

stesso metodo e probabilmente anche la stessa pubblicazione), molti non specialisti, e al di fuori della scienza,

avrebbero messo in discussione le sue tesi. Secondo me è uno spunto molto interessante per sottolineare il modo

molto soggettivo in cui uno interpreta a piacimento qualcosa che viene prodotto sempre nello stesso modo. Se

applichiamo il concetto ad alieni, dischi volanti e cotillons, possiamo  davvero divertirci. Ecco il testo originale, in

inglese: 

"Diamond planets, climate change and the scientific method. Recently my colleagues and I announced the discovery

of a remarkable planet orbiting a special kind of star known as a pulsar. Based on the planet’s density, and the likely

history of its system, we concluded that it was certain to be crystalline. In other words, we had discovered a planet

made of diamond. Following the publication of our finding in the journal Science, our research received amazing

attention from the world’s media. The diamond planet was featured in Time Magazine, the BBC and China Daily, to

name but a few. I was asked by many journalists about the significance of the discovery. If I were honest, I’d have to

concede that, although worthy of publication in Science, in the field of astrophysics it isn’t that significant. Sure, there

are probably somewhere between six and a dozen quite important theoretical astrophysicists around the world who

would have been thrilled at the news (after all, the diamond planet fills a gap in the binary pulsar family). But in the

overall scheme of things, it isn’t that important. And yet the diamond planet has been hugely successful in igniting

public curiosity about the universe in which we live. In that sense, for myself and my co-authors, I suspect it will be

among the greatest discoveries of our careers. Our host institutions were thrilled with the publicity and most of us

enjoyed our 15 minutes of fame. The attention we received was 100% positive, but how different that could have

been. How so? Well, we could have been climate scientists. Imagine for a minute that, instead of discovering a

diamond planet, we’d made a breakthrough in global temperature projections. Let’s say we studied computer models

of the influence of excessive greenhouse gases, verified them through observations, then had them peer-reviewed

and published in Science. Instead of sitting back and basking in the glory, I suspect we’d find a lot of commentators,

many with no scientific qualifications, pouring scorn on our findings. People on the fringe of science would be quoted

as opponents of our work, arguing that it was nothing more than a theory yet to be conclusively proven. There would

be doubt cast on the interpretation of our data and conjecture about whether we were “buddies” with the journal

referees. If our opponents dug really deep they might even find that I’d once written a paper on a similar topic that had

to be retracted. Before long our credibility and findings would be under serious question. But luckily we’re not climate

scientists. Our work is part of the astonishing growth in our knowledge of the universe, made possible by huge leaps

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forward in instrumentation and telescope technology. It may come as a big surprise to many, but there is actually no

difference between how science works in astronomy and climate change – or any other scientific discipline for that

matter. We make observations, run simulations, test and propose hypotheses, and undergo peer review of our

findings. We get together (usually in nice locations around the world) and discuss and debate our own pet theories,

become friends and form a worldwide community. If you are a solid state physicist, an astronomer, or doing laser

optics, the world is happy to celebrate your discoveries, use them in new products such as WiFi, and wonder about

the growth in knowledge and technology. Of course we all make mistakes. But eventually the prevailing wisdom of the

community triumphs and the field advances. It’s wonderful to be a part of that process. But on occasion those from the

fringe of the scientific community will push a position that is simply not credible against the weight of evidence. This

occurs within any discipline. But it seems it’s only in the field of climate science that such people are given airtime and

column inches to espouse their views. Those who want to ignore what’s happening to Earth feel they need to be able

to quote “alternative studies”, regardless of the scientific merit of those studies. In all fields of science, papers are

challenged and statistics are debated. If there is any basis to these challenges they stand, but if not they fall by the

wayside and the field continues to advance. When big theories fall, it isn’t because of business or political pressures –

it’s because of the scientific process. Sadly, the same media commentators who celebrate diamond planets without

question are all too quick to dismiss the latest peer-reviewed evidence that suggests man-made activities are

responsible for changes in concentrations of CO2 in our atmosphere. The scientific method is universal. If we

selectively ignore it in certain disciplines, we do so at our peril".

Divertitevi a distruggere la Terra

Segnalazione dal Fizu: ha trovato un link dove si simulano gli effetti sulla Terra di un ipotetico bombardamento dallo

spazio. Il link è questo e rimanda a una mascherina nella quale possono essere inseriti vari parametri, a cominciare

dalla distanza dalla quale si vuole far partire òa massa destinata a colpire il Pianeta. Alla fine, una volta compilati tutti i

dati e dato il comando "esegui", il programma stabilisce che ne sarà della nostra cara e amata briciola nel Cosmo.

Buon divertimento e speriamo che il link non sia già nelle mani di qualche razza aliena che conta di sistemarci per le

feste...

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Cina, ritorna la storia del villaggio "addotto" dagli

Alieni manipolatori 30-09-2011

Hanno rapito un intero villaggio in Cina. Hanno, o avrebbero. Chi l'ha fatto? Alieni che sarebbero dediti alla

manipolazione degli esseri umani. In ogni caso la notizia, risalente a un anno fa (ottobre 2010), è tornata di attualità in

questi giorni e ha innescato un ricco dibattito nella rete Internet: era stata definita una bufala, ma qualcuno adesso

eccepisce. Ad ogni modo, siamo a Taiyuan, nella Provincia nordoccidentale dello Shanxi (dove si trovano i Guerrieri di

Terracotta di Xi'an), già passata alle cronache ufologiche per un caso nell'antica città di Pingyao. E' l'11 ottobre 2010,

sono le 20.40 e nel cielo appaiono due oggetti luminosi che si mettono a percorrere traiettorie circolari. Molti residenti,

incuriositi ma anche preoccupati, telefonano alle forze dell'ordine, fornendo dettagli. Uno degli oggetti è piccolo, l'altro

molto più grande e largo. Un osservatore, ipotizzando che si tratti di elicotteri da ricognizione (per quanto molto,

troppo silenziosi), viene colpito da un altro particolare strano: se fossero mezzi civili o militari in servizio, si

noterebbero dei fari nella parte sottostante. Ma queste luci non ci sono. Nel frattempo i centralini sono assediati da

altre chiamate e, a giudicare dalle telefonate, l'avvistamento coinvolge un'area più vasta di quella di Taiyuan. La

notizia di quanto sta succedendo arriva inevitabilmente anche agli organi di informazione. Un gruppo di reporter si

reca alla stazione ferroviaria di Taiyuan e verifica che, sopra le nubi, c'è veramente una fonte luminosa lattiginosa,

che si muove e che ha un diametro di almeno dieci metri. Il comportamento è irregolare: all'insù, poi all'ingiù; a destra,

a sinistra. Alle 21.10 è tutto terminato: dopo mezz'ora, gli oggetti sono spariti. Ma il risvolto più inquietante prende

corso tre giorni dopo, il 14 ottobre: un sito (UFOdigest.com) riferisce che nelle non lontane montagne di Qinling,

famose anche per la presenza dei Panda protetti dal WWF, è scomparso un villaggio intero che si trovava sulla

sommità di uno dei monti. Un anno dopo si torna a parlare di questo episodio e dei militari che hanno presidiato e

isolato la zona. Agli scettici molti aggiungono questa riflessione: è tutto falso? D'accordo. Ma da quando in qua un

Governo come quello cinese (e non solo cinese, probabilmente) ammetterrebbe una tale verità?

p.s. per quanto riguarda presunti rapimenti alieni, guardate il filmato in questo link (che riporta anche del caso cinese

appena descritto): telecamere a circuito chiuso avrebbero immortalato un caso avvenuto in California.

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La Cometa Elenin, gli Alieni e i rischi del 2012

12-10-2011

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=yxQpG7tbxEA[/youtube]Stimolato da una chiacchierata telefonica

sull'argomento e rinfrancato nella sua miscredenza (ebbene sì: è fuggito dal recinto dove i Dargos l'avevano rinchiuso

per "educarlo"; la caccia è però in corso, sarà di sicuro riacciuffato), il Fizu si è lanciato in questa dissertazione sulla

cometa Elenin. La pubblico volentieri perché è interessante e perché - lo dico sottovoce, altrimenti rischio di essere

catturato a mia volta - contiene tante riflessioni condivisibili. Anche se sul 2012 . alla fine  si approda anche lì -

preferisco mantenere un atteggiamento più prudente e di "laica" attesa.  Segnalo anche che a questo sul sito della

trasmissione "Misteri" (Italia 1)  trovate un altro filmato, anche se di taglio opposto: nei due video, insomma, avete il

confronto tra l'approccio scientifico al tema e quello legato ad altri tipi di "letture".

Nel dicembre del 2010 l’astronomo russo Leonid Elenin scopriva la sua prima cometa: la C/2010 X1, in seguito

ribattezzata cometa “Elenin”. La scoperta, tuttavia, venne alla ribalta globale per alcune sue implicazioni relative:

innanzitutto sarebbe passata abbastanza vicina alla Terra (il 17 ottobre 2011) e, secondariamente, metteva in

evidenza il genere di sorprese che il mare cosmico può portare dalla sera al mattino. E fin qui tutto bene. Il calcolo

della traiettoria eseguito da numerosi istituti scientifici rivelò che la Elenin non presentava un pericolo per la Terra in

alcuna maniera, anche se si trattava di un calcolo approssimativo che si sarebbe raffinato col tempo. A questo punto

subentrava nell’agorà dell’astrofisica il solito rigattiere del buon senso che, apparecchiato il banchetto, sfoggiò la

temibile equazione “cometa+direzione Terra+calcolo approssimato=estinzione di massa”… Di lì a breve il codazzo di

banchetti si fece prolifico, arricchendo la teoria di inquietanti risvolti. Il pubblico, avvezzo ormai ad aspettarsi disastri e

a trovarne la premonizione nei più disparati segni, gongolava. Elenco di seguito le teorie più articolate ed interessanti

che si sono sviluppate negli ultimi mesi.

- La cometa Elenin nasconde dietro la sua coda una flotta di Alieni pronti ad invaderci. Una teoria sicuramente

eclatante, purtroppo subito smentita in maniera scientifica, ma portata avanti sino all’ultimo momento possibile: cioè

fino al momento in cui i telescopi la fotografarano.

- La cometa Elenin nasconde dietro la sua coda il pianeta Nibiru, o pianeta X che dir si voglia. Affascinante, risibile per

chiari motivi di dimensione, ma, come teoria, tenacissima.

Passiamo al complottismo più diretto (in quanto già negli esempi precedenti vi era una vena di “la NASA nasconde…”)

- La cometa Elenin è il pianeta Nibiru. Tout court...

- La cometa Elenin/pianeta Nibiru anche qualora non collidessero con la Terra (al tempo di questa teorizzazione il

calcolo della traiettoria si era fatto più accurato…) ne causerebbero la distruzione a causa delle terribili forze

gravitazionali in gioco. Tipicamente pseudoscientifico, il teorema fu smontato dimostrando come un corpo di tale

massa, già all’ingresso nel sistema solare, avrebbe causato eventi cataclismici (e non vi erano stati), ed era assurdo

pensare ad esclusivi effetti localizzati.

- La coda, che contiene sostanze letali, ci investirà uccidendoci tutti. Raffinatissima...

A supporto di tutto ciò (l’ho tenuta per ultima, in quanto è la mia tesi preferita) si sarebbe provato l’occultamento di

questa/altre verità ad opera di un’élite  non meglio identificata (ma di cui faceva parte tutta la NASA) , ovviamente a

danno del popolo. Dai diramati russi che allertavano le forze di terra per possibili piogge di meteoriti, ad un dispaccio

NASA destinato ad istruire i propri dipendenti in caso di catastrofe, dai terremoti ai vulcani, tutto veniva

impugnato come segno dell’arrivo della cometa…pianeta…insomma la Elenin… Ma la prova delle prove… le mille

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pistole fumanti si nascondevano nel nome stesso della cometa. Come in un giallo mozzafiato, l’indizio era da sempre

sotto gli occhi di tutti… Extintion Level Event  Notable Impact Nemesis … ELENIN… un nome in codice che avrebbe

avvisato “chi sapeva” di recarsi nei rifugi, nelle arche della sopravvivenza… E questo provava ineluttabilmente tutto!

Tra le risate generali degli scettici tutti, in ogni caso, le teorie sono sopravvissute sino all’ultimo, riproducendosi in

filoni anche di un certo spessore (si vedano i video su youtube), sino all’ineluttabile incontro con la scienza, quella

vera. Scienza malandrina che, pur avendo affermato i propri limiti nell’ottica di superarli, aveva comunque previsto,

data la ridotta dimensione della Elenin… ( in quanto, oltretutto…era anche piccina) che avrebbe potuto non rispettare

mai l’appuntamento ottobrino, in quanto distrutta dalla forza di gravità del Sole. E difatti, qualche settimana fa,

passando vicina vicina al Sole, la povera cometa si è inizialmente spaccata per proseguire in un progressivo

sgretolamento che ne farà probabilmente col tempo, polvere cosmica. Ovviamente rimangono le teorie rinnovate che

vorrebbero anche questo evento come segno dell’ineluttabile fine, al grido di “il frammento impazzito”… Anche questo

è un segnale di come esista oramai una cultura del catastrofismo e del complottismo,  che inspiegabilmente si radica

in moltissime persone, innanzitutto attirando attenzione spasmodica ed in seguito, se ben gestito, attirando danari.

Qualcuno ha detto 2012? La cometa Elenin ha più o meno volontariamente messo in evidenza (qualora ve ne fosse

stato bisogno) i meccanismi che gestiscono il mito del 2012. La vera e profonda differenza è che per il 2012 c’è

tempo, ed è cominciato molto prima dell’avvistamento del dicembre 2010. Inoltre, c'è un ulteriore vantaggio rispetto

alla cometa: mentre i sostenitori della Elenin scudo-per-gli-alieni bene o male hanno avuto il coraggio di fronteggiare

la scienza sul suo campo, i sostenitori del 2012 possono invece beffarsi di qualsiasi scienza, non avendo la loro teoria

nessuna base, appiglio o alito che sappia anche vagamente di scienza. Una partita facile, quindi, una macchina ben

congeniata e oliata da film, libri, riviste, convegni…  parecchi soldi scorrono da tasca a tasca… la caratura dei

sostenitori del 2012 è identica a quella dei sostenitori di Elenin-nano-stella-di-neutroni  (è stato detto anche questo),

pronti a beffarsi dei dati scientifici (là dove ottenibili) a favore della pura fuffa. Il 2012 mi spaventa, a suo modo sta

generando una forte sottocultura e la curva di estremizzazione (necessaria a mantenere vivo il fenomeno) è già

parecchio avanzata rispetto al tempo che manca al non evento. Temo che la gente possa lasciarsi andare ad isterie

collettive e a comportamenti anomali se i media tutti, invece di cavalcare il sensazionalismo, non si uniranno nel dare

il giusto peso a teorie come queste, anziché rischiare di giocare con la pelle delle persone in cambio di qualche

tallero. Grazie alla Elenin quindi, benché non fosse nulla di particolare (piccola, lontana:  la sua distanza minima dalla

Terra sarebbe stata di poco inferiore a quella di Venere), è diventata il centro dell’attenzione di molti creduloni e di

altrettanti fomentatori, magari regalandoci una chiave per leggere meglio le future sciagure che inevitabilmente i corvi

gracchieranno (sempre che un frammento impazzito non ci distrugga tutti).

Il Fizu

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L'Adriatico si trasforma nell'"autostrada" degli

Ufo Spuntano altre strane luci nel Riminese

15-10-2011

Vi ricordate la testimonianza di Giovanni, alla Notte Rosa di Cattolica? Storia narrata nel blog all'inizio di luglio e

risalente a poche settimane prima, se non ricordo male. Giovanni, comunque, fu protagonista di un avvistamento di

sfere luminose dall'andamento particolare, analoghe a quelle nelle quali si sono imbattuti altri lettori di Mistero bUFO.

Ebbene, il nostro amico si è rifatto vivo per segnalarmi che qualcosa di veramente molto simile è capitato a due

persone di sua conoscenza. "Si tratta di testimoni assolutamente credibili, anche perché, come me, di partenza erano

dei 'miscredenti'. Uso 'erano' perché adesso lo sono molto, ma molto di meno. Ed è ozioso star qui a pensare che

potrebbero aver avvistato un aereo o un pallone sonda o chissà quale cosa facilmente giustificabile. No, non

sarebbero mai usciti dalla loro miscredenza se non per segnalare un fatto oggettivamente diverso dal normale. Tra

l'altro, come potrete leggere nelle due testimonianze che gli amici hanno accettato di scrivere, il loro racconto è

coerente con quello di tanti altri che descrivono episodi simili, incluso il mio: in particolare, la velocità costante degli

oggetti, l'andamento in linea  retta, le grandi dimensioni dell'Ufo, l'assenza di inquinamento luminoso, la limpidezza

della serata. Parlando di nuovo con la prima delle due persone, quella che ha avvistato nella zona delle colline

riminesi, mi sono reso conto che ha osservato una cosa praticamente uguale alla mia durante la Notte Rosa,

soprattutto per le dimensioni. Infine, un altro comune amico, anche lui ex miscredente, ha visto due oggetti, a sua

volta in collina e a Cattolica, in serate diverse da quelle degli altri due, ma sempre tra la fine di settembre e i primi di

ottobre". Insomma, l'Adriatico ritorna protagonista di Ovni e dintorni. E non si può non andare a ritroso nel tempo e

arrivare al caso, già citato anche da noi, dell'avvistamento di massa fotografato anni e anni fa da Elia Faccin. "Sulle

nostre spiagge c'è un discreto... traffico; e questo già da un po' di tempo", commenta Giovanni. Come dargli torto? 

Il primo avvistamento

"Risale alla sera del 2 ottobre, alle ore 20.30 nelle campagne delle colline riminesi;  per la precisione, a metà strada

circa tra Mondaino e Montegridolfo, sulla Strada Provinciale. Nel cielo, in direzione Nord-Est (verso l'Adriatico) è

comparso un globo luminosissimo e dai contorni ben definiti, bianco con sfumature verdi/azzurre che si muoveva in

linea retta allontanandosi verso il mare. E' stato possibile seguirlo con lo sguardo sino a quando si è nascosto dietro le

colline in direzione Pesaro, dando quindi l'impressione di essere un oggetto di dimensioni notevoli e non troppo alto

sull'orizzonte. La velocità con cui si spostava era piuttosto bassa e ha consentito all'avvistatore di fermare il proprio

mezzo e di seguirlo nella traiettoria con una certa facilità. Non sono stati riscontrati rumori o altri fenomeni. Le

condizioni meteorologiche al momento dell'avvistamento erano ottimali: cielo limpido, nessuna foschia, e una mezza

Luna crescente, molto luminosa".

Il secondo avvistamento

"Risale al 29 settembre, alle 20.40, ed è stato effettuato dal centro abitato di Cattolica. Approfittando del buio nella

strada antistante la propria abitazione (causa guasto all' illuminazione pubblica), l'avvistatore ha potuto seguire, quasi

sulla perpendicolare, un globo luminoso bianco che si dirigeva con velocità costante da Est a Ovest. Lo ha

accompagnato con lo sguardo per pochi secondi: poi lo ha visto sparire oltre le case. Anche in questo caso, non è

stato notato alcun rumore e la serata era particolarmente limpida".

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Tra nuraghi, "protosardi" e uomini blu alieni 18-10-2011

Nel gruppo di Facebook a noi dedicato (Quelli di Mistero bUFO) e curato con encomiabile passione dal buon

Suntheory, si è discusso, e si sta discutendo ancora, di un post pubblicato dal sito "Segnali dal cielo". Il tema ha un

suo fascino ed è intrigante: vale la pena di segnalarlo e di trasferirlo anche qui per un dibattito. Mi limiterò a sintesi e a

stralci, rimandando, com'è giusto che sia, al link dove troverete l'articolo nel dettaglio e nella sua interezza. Il testo si

rifà a Raimondo De Muro, scrittore e organizzatore culturale, che ha dedicato la sua vita alla divulgazione delle

tradizioni della sua Sardegna. E tra i racconti della  "nuragheologia" si parla di un contatto con gli extraterrestri, i

cosiddetti "uomini blu" (non quelli del deserto africano, ovviamente). Ecco le parole precise di De Muro: "Quanto agli

'uomini blu', con tale denominazione venivano chiamati gli abitanti di altri mondi in contatto con i protosardi, secondo

un rituale che presentava diverse varianti. In altre parole, certi protosardi comunicavano con gli extraterrestri

mettendosi sopra i nuraghi o in un altro luogo dove regnava il silenzio, stesi col corpo nudo su una pietra levigata, in

linea con le stesse che emanano micro onde cosmiche capaci di essere ricevute dai recettori umani. Oltre a ciò

occorreva una grande concentrazione che consentiva di ricevere questi suoni muti." Ma gli uomini blu, osserva il

commentatore del post, ricordano anche i W56 del Caso Amicizia. Di nuovo De Muro: "“Se vuoi avere le orecchie

accese, mettiti in testa il casco con le orecchie riceventi, come facevano gli antichi, quando andavano al nuraghe per

ascoltare le voci dei pianeti. Narra la storia antica che il casco con le antenne (fatto di sottili fili di rame e pelle di

daino), come la protuberanza carnosa (fatta di sensibili organi riceventi) che ha la forma di un vomere, degli uomini

blu, sono stati ricordati con le statue di bronzo nascoste in luogo sicuro e che gli stranieri hanno interpretato per un

elmo cornuto e un copricapo di ferro”.

Sabato il Cun presenta i casi del suo "Libro Bianco"

Come già preannunciato alla fine in estate, sabato prossimo, 22 ottobre, il Cun (Centro Ufologico Nazionale)

presenterà a Roma il suo "Libro Bianco", un dossier nel quale si trattano casi inediti o con dettagli non ancora svelati,

come i contatti avuti da una personalità quale Einstein con chi segue la materia ufologica. Appuntamento nella sala

convegni di Villa Maria, in Largo Berchet 4: la sessione del mattino comincerà alle 10.30, quella pomeridiana alle 15;

saranno presenti anche personaggi di livello internazionale dell'ufologia. Il Libro Bianco, secondo il Cun, si propone di

diventare una sorta di "punto di non ritorno" per quanto riguarda certi argomenti. Nel corso della giornata verrà

presentata anche la prima edizione di un premio giornalistico. Chi non avrà modo di partecipare di persona potrà

collegarsi, tramite questa url, al canale televisivo del Cun.

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Dibattiti bUFI / 5 - Gli Alieni sono i disubbienti

dell'universo?

20-10-2011

Riprendiamo la tradizione dei dibattiti bUFI con uno spunto a mio avviso interessante, suggerito da Haidi. Il tema che

vi propongo per la discussione è il seguente: "E se gli extraterrestri fossero in realtà dei 'disubbidienti' dell'universo?"

Presumo che l'interessata abbia in mente qualcosa per aprire il dibattito. Ma a occhio e croce, l'interpretazione del

termine "disubbidienti" può essere la più ampia immaginabile e possibile, senza alcuno schema a priori. Una chiave di

lettura, ad esempio, potrebbe essere che, ipotizzando la loro esistenza, il manifestarsi non a tutti e in certi momenti

contravviene il comune schema secondo il quale ci si presenta e ci relaziona, tra umani, con il prossimo. Ma

"disobbedire" potrebbe anche significare violare un certo ordine cosmico, in base al quale noi e loro dovremmo

rimanere separati e indipendenti. Insomma, sbizzarritevi in tesi da credenti e da miscredenti. Sono accettati anche i

pareri dei "non so". Alla fine, come al solito, stilerò la mia personale classifica dei commenti postati.

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"Gli alieni? Siamo in contatto con loro dal 1947"

23-10-2011

Lancio di agenzia nel cuore di una domenica critica per l'Italia, visto l'ennesimo ultimatum della Comunità europea,

e tragica per gli sportivi, a causa l'incidente mortale di Marco Simoncelli a Sepang: si parla di Ufo e Alieni. A New York

ha parlato Richard Dolan, noto studioso della materia, e ha detto, in buona sostanza, che i contatti con altre civiltà ci

sono e da parecchio tempo. Coperti e sabotati da chi governa (in questo caso si riferisce agli Usa). Due tesi tutt'altro

che inedite, ma fa effetto che ci sia una così decisa e pubblica dichiarazione. D'altra parte, i credenti non possono dire

altro che questo: dove sta la novità? Ecco comunque il testo dell'agenzia LaPresse, redatto da Valeria

Rubino, corrispondente da New York.

«Ci sono stati incontri continui con gli Alieni a partire dal 1947. Sono probabilmente civiltà molto diverse dalla nostra.

Hanno l'abilità di entrare ed uscire da questa realtà in qualche modo, di cambiare dimensione. La Nasa, la Cia e le

forze governative tentano di insabbiare la verità e controllano non solo i media, ma anche la comunità scientifica ed

accademica». È l'allarme lanciato da Richard Dolan, uno dei più noti ricercatori sul fenomeno Ufo, autore anche di

una storia in due volumi sui contatti che sarebbero già avvenuti tra l'umanità e gli extraterrestri. Dolan è intervenuto

alla conferenza «Ufos and the evolution of consciousness», ieri  a New York alla Community Church di  Manhattan. Il

ricercatore ha studiato per oltre 20 anni l'argomento della possibile vita extraterrestre e ha pubblicato diversi libri,

basati anche su documenti governativi blindati, in cui spiega come il governo americano e i servizi segreti nascondono

la verità sul fenomeno. «Non so chi  siano, ma credo di aver comunicato con alcuni di questi esseri. Ho l'obbligo

morale di essere cauto, quindi non do nulla per certo o per scontato. Ma la nostra società cambierà completamente

appena sarà rivelata la verità. È solo questione di tempo, ma  ormai le testimonianze venute fuori sono troppe. È

sicuro che il governo continuerà a fare di tutto per impedirci di sapere; sarà una dura lotta, forse ci vorranno molti

anni».

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Il Rapporto Cometa, il dossier che (stranamente)

nessuno commenta

01-11-2011

Il Cun ha appena presentato un suo libro bianco sugli Ovni;  il Cisu tra pochi giorni, nel suo convegno di Torino,

tratterà l'interessante tema del tema ufologico e alieno nei 150 anni dell'unità dell'Italia. E parlerà a sua volta

di dossier che svelano dettagli interessanti, come l'avvistamento che, tanti anni fa, è avvenuto nella tenuta della

presidenza della Repubblica a Castel Porziano. Insomma, c'è un fervore attorno a documenti, files (più o meno "X"...),

testi non troppo conosciuti. L'occasione mi sembra dunque propizia per aprire il dibattito anche su un altro famoso

rapporto: il "Cometa", realizzato in Francia. Angelo Pugliese ci ha scritto questa sorta di sintesi, propedeutica alla

discussione.

Che cosa rende così speciale il “Dossier Cometa” (o Report) nell'ambito della letteratura ufologica mondiale degli

ultimi 15 anni? Probabilmente il fatto che questo rapporto (autoprodotto da una associazione senza scopo di lucro ) è

stato indirizzato alla presidenza della Repubblica francese e al primo ministro dei tempi. Lo hanno redatto

esponenti dell'allora Centro Studi di Alta Difesa  e del CNES ( l'agenzia spaziale francese): si tratta del documento

pubblico sul tema più spregiudicamente votato all'apertura nei confronti dell' ipotesi extraterrestre quale spiegazione

del fenomeno degli Ovni. Da allora  fino ad oggi pare che non ci sia mai stata una risposta ufficiale da parte

dell'Eliseo: né nel periodo della gestione Chirac, né in quella attuale di Sarkozy. Un intervento da quel fronte avrebbe

conferito al rapporto un' ulteriore legittimazione politica: non essendo giunto, determina una lacuna non da

poco, questo va detto. Ma d'altra parte non c'è stata nemmeno un' opera di demolizione della credibilità del lavoro

svolto e delle sue conclusioni: anche questa, in fondo, è una risposta “silenziosa” che non va sottovalutata. Che

qualcosa di “rivoluzionario” sia contenuto nel testo francese lo si capisce dalle parole finali dell' introduzione a pagina

16, che elenca alcuni consigli e raccomandazioni che il comitato si permette di fare alle massime autorità francesi. Ad

esempio: 1) sensibilizzare i referenti politici, militari  e amministrativi sul fenomeno ad ogni livello; 2) tenere conto della

specificità degli oggetti volanti non identificati nell'ambito del sistema di sorveglianza dello spazio esterno; 3) creare

una struttura ai più alti livelli dello Stato  per sviluppare azioni sia in campo scientifico che tecnologico legate al

fenomeno; tali interventi potranno poi essere messi in “rete” attraverso accordi internazionali con l'Ue ed

eventualmente anche con gli Stati Uniti. Già da questo, si può facilmente intuire che gli alti ufficiali delle Forze armate

che hanno contribuito alla stesura del Dossier non hanno avuto  assolutamente una visione del fenomeno riduttiva o

quantomeno relegata al “folkloristico”, come invece probabilmente a volte  emerge nei  toni e nelle dichiarazioni dei

loro omologhi di altri Paesi occidentali. Ma è nei capitoli successivi, nei quali si analizzano interazioni e soprattutto

le  modalità di reazione e di comunicazione  rispetto al fenomeno extraterrestre, che si ricavano dei concetti davvero

notevoli. Nel decimo capitolo del  rapporto, per esempio, si teorizza una classificazione tra Stati che sono “non

coscienti” del fenomeno e quelli che invece “sono coscienti”; inoltre, si individua anche la categoria di quei governi che

interagiscono col fenomeno stesso. Altrettanto importante è il contenuto di un paragrafo contenuto sempre nello

stesso capitolo, nel quale si analizzano le possibili ulteriori manifestazioni del fenomeno nel futuro: si va da una

apparizione di massa degli Ufo che abbia il senso di un contatto pubblico (propedeutico a una  forma di interazione

pacifica) alla scoperta di un piccola base nel continente europeo (questa considerazione è davvero interessante...)

fino all'ipotesi una sorta invasione, indicata però come poco probabile. L'analisi delle implicazioni politico-religiose del

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fenomeno attraverso le varie fasi della storia dell'umanità sfocia infine in una serie di considerazioni conclusive

sull'evidente difficoltà degli organi nazionali e internazionali a controllare le varie “derive” (idolatriche o estremistiche)

che potrebbero essere  risvegliate dall' annuncio ufficiale della presenza extraterrestre sulla Terra. Il rapporto Cometa

è stato finora il più chiaro tentativo di dare una scossa da parte di personalità che avevano, nei loro settori di

competenza, la necessaria credibilità tecnica e istituzionale per analizzare il fenomeno ufologico e, magari, compiere

quel fatidico "ultimo miglio". Che  ciò sia accaduto in Francia non può meravigliare, vista ancora la presenza del

gruppo di studio Geipan all'interno del CNES a dodici anni dalla pubblicazione di quel dossier. Ancora oggi possiamo

ritrovare sul sito dell'agenzia spaziale francese il formato pdf del rapporto a questo link. Più che domandarsi se questo

“Report” sia attendibile o meno, credo che valga la pena di porsi questo quesito: è stato utile, oppure no, per arrivare

a una accelerazione del processo di comunicazione che dovrebbe anticipare una nuova serie di maggiori informazioni

sui “fenomeni ufologici”? Ritengo che questa sia la domanda più interessante.

Angelo Pugliese

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In un libro la storia degli Ufo "avanti Cristo"

22-11-2011

Nel recente convegno del Cisu a Torino è stato presentato anche un interessante libro di Pietro Torre: "Strane luci

nella storia d'Italia" (Edizioni Upiar, 24 euro il prezzo). Il sottotitolo è: catalogo nazionale delle osservazioni di

fenomeni aerei insoliti, dall'Antica Roma al XIX secolo. E' una scelta interssante, perché a ben vedere gli avvistamenti

strani non partono dal 1947 e dall'incontro di Kenneth Arnold con i suoi "flying saucers". No, nella storia, nell'arte, in

tante altre testimonianze della nostra civilità, ci sono reperti, possiamo anzi dire prove, di qualcosa di particolare che

ha colpito l'Uomo. Corpi luminosi, sfere infuocate, globi volanti e quant'altro fanno dire che quei fenomeni sono

paragonabili agli Ovni dei nostri giorni. Però a causa delle caratteristiche linguistiche, culturali e sociali che

differenziano le varie epoche del passato, è complessa l'analisi delle fonti e viene meno la corretta interpretazione dei

racconti, non raramente visti e giudicati dal punto di vista mistico-religioso. Per questo motivo, quello degli Ufo nel

passato è un tema molto fluido, che spesso si è prestato a ricostruzioni fantasiose e prive di rigore storico. Realizzare

il cosiddetto PreUfoCat, questo volume appunto, è stata opera meritoria che ha il pregio di riordinare gli eventi sul

piano cronologico e di commentarli uno per uno. Si parte, pensate un po', addirittuta dal 4000 avanti Cristo e dalle

incisioni rupestri della Val Camonica, si toccano personaggi del calibro di Michelangelo Buonarroti e si approda ai

"boati" in Umbria della fine del XIX secolo. In totale sono censiti con sicurezza ben 952 episodi. E di altri, meno certi,

si rende conto in un'appendice. Di fronte a questo bel lavoro, che colma di sicuro una lacuna, non ci si può

comunque non domandare una cosa, sulla quale i miscredenti dovrebbero riflettere: come mai, perfino "ante Christum

natum", si vedevano tante cose che si vedono oggi? Al loro di abbagli, eventi naturali o suggestioni, è possibile che

esagerazioni, forzature e vaneggiamenti durino da secoli? Non è più logico pensare che ci sia anche dell'altro?

 

L'Apocalisse dallo Spazio di Luca Scantamburlo

Seconda segnalazione libraria, in attesa di una terza (alla quale dedicherò uno dei prossimi post) per un lavoro di

Paolo Bolognesi. Ora però mi fermo a un altro volume che farà di sicuro discutere, "Apocalisse dallo Spazio" (Edizioni

Lulu.com) di Luca Scantamburlo, che ben ricorderete per le vicende di Apollo 19 e Apollo 20. Cito testualmente la

scheda di presentazione del libro, per spiegare la sua genesi. "Apocalisse. La prima parola dell'ultimo libro del Nuovo

Testamento. Quale sarà la "Rivelazione" che ci attende nei prossimi anni? In questo libro - ideale seguito del saggio

"The American Armageddon" - Luca Scantamburlo indaga la provenienza e la natura degli enigmatici Anunna, divinità

sumeriche adorate in Mesopotamia migliaia di anni fa. Più conosciute con il loro termine accadico - Anunnaki - tali

creature sono forse i Vigilanti di enochica memoria? Questo libro solleva anche il velo sul sottile legame esistente fra

gli studi di Zecharia Sitchin e quelli compiuti da alcuni astronomi Gesuiti di fine Ottocento e primi Novecento. Il

fantomatico Pianeta X - forse proprio l'astro adorato fra il Tigri e l'Eufrate - è in fase di avvicinamento al Sole? Luca

Scantamburlo conduce il lettore ad interrogarsi sugli avvenimenti odierni, ed a riflettere sull'eventuale ritorno degli dèi

dello Spazio e del loro misterioso luogo d'origine: Nibiru".  Maggiori informazioni sul sito di Luca a questo indirizzo,

dove trovate anche novità riferite alla questione di Apollo XIX: Scantamburlo ha  incontrato  una persona che all'epoca

dei fatti era  ufficiale di complemento in una base militare italiana. Assieme al suo soldato semplice intercettò una

strana comunicazione radio in lingua inglese, in cui un equipaggio in volo era in evidente stato di emergenza

(successivamente sentirono al telefono pure un operatore radar di una base aerea vicina). Il messaggio di emergenza

sarebbe stato lanciato dagli astronauti della presunta "ghost mission", abortita nel momento dell'inserimento nell'orbita

lunare.

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Lars von Trier, nel segno della fine di tutta

l'Umanità la sua artistica "miscredenza"

26-10-2011

Sono tempi un po' così e non mi stupisce che un grande regista, Lars von Trier, abbia trattato il tema della possibile

fine dell'Umanità. In relazione, anche -  il passaggio è inserito un po' di sfuggita, per quanto evidente e notabile - alla

possibilità che non si sia soli nell'Universo. Il film è Melancholia ed è stato presentato in primavera al Festival di

Cannes, manifestazione durante la quale von Trier ebbe i suoi bravi guai per una serie di inopportune frasi sul

nazismo, per le quali fu costretto a scusarsi. Ideologia e arte, peraltro, devono restare separate e in questo momento

mi interessa il von Trier cineasta, autore di film a mio giudizio molto belli anche perché, spesso, non fanno sconti e

sono di una durezza impressionante (basti pensare a Dogville, straordinario affresco sulla falsità e sulla cattiveria

degli uomini). Anche Melancholia si inserisce nel filone. Con passi e tempi da Ingmar Bergman, parla del rapporto

conflittuale tra due sorelle (Justine e Claire) e il mondo che le circonda, cominciando dalla famiglia. Tutto ruota attorno

alla festa di nozze di Justine, sfarzosa ma destinata ad andare in fumo addirittura prima della sua fine. Il ritratto di

Claire, invece, è quello della sorella che si prende carico di una Justine ormai distrutta dalla depressione. Sullo

sfondo, in attesa di entrare in scena e di diventare, di fatto, il protagonista e la ragione stessa del film, c'è il pianeta

Melancholia, dieci volte più grande della Terra, che minaccia la nostra esistenza essendo possibile una

tremenda collisione cosmica. Il marito di Claire rassicura la moglie, il figlioletto e la stessa Justine (che, invece, con i

suoi splendidi silenzi sembra aver capito tutto), escludendo che il "ballo di morte" tra Terra e Melancholia avverrà

davvero. Invece, dopo una serie di fenomeni premonitori (dalla sparizione della stella Antares dalla sua costellazione,

a nevicate nel periodo estivo, a fenomeni elettromagnetici che paralizzano la vita normale), quello che si temeva, e

che forse solo per autorassicurarsi si sosteneva non si sarebbe verificato, succede davvero. Melancholia non passa

sufficientemente lontano dalla Terra: impatta contro di essa e non basta certo la "grotta magica" (una serie di bastoni

che formano una specie di capanna) nella quale si rifugiano Justine, Claire e il bambinetto a evitare il peggio. Qui c'è,

visto in chiave ufologica, c'è anche il messaggio "miscredente" del regista danese: "Nell'universo siamo soli", dirà

sconsolata Justine. Chissà come mai, visto che si parla sempre più di frequente di alieni e dei famosi cambiamenti del

2012, anche un regista di questo spessore ha voluto dire la sua...

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Tra Ufo ed extraterrestri nei 150 anni dell'Italia

unita A Torino il convegno organizzato dal Cisu

29-10-2011

Un incontro, una ricorrenza e una bella idea. Parliamo del Cisu (Centro Italiano Studi Ufologici) e del congresso che

terrà tra due settimane nella sua sede naturale, quella Torino che, in quanto prima capitale italiana, vive con uno

spirito particolare i 150 anni dall'unificazione del Paese. Applicata al caso degli Ufo, la ricorrenza si è prestata a una

lettura originale: rivisitare gli anni dell'Italia unita dal punto di vista degli oggetti volanti non identificati. Vi lascio

comunque al testo-lancio della manifestazione, che trovate cliccando su questo indirizzo Internet. 

Il Centro Italiano Studi Ufologici, in occasione della ricorrenza dei 150 anni dell’Unità d’Italia, dedicherà ai “150 Anni di

Ufo in Italia” il suo 26° Convegno nazionale di ufologia che avrà luogo a Torino, sabato 12 novembre 2011, con inizio

alle ore 15.00 presso il Palazzo Capris in via Santa Maria 1. Nel corso dell’incontro verranno ripercorsi i 150 anni della

storia dell’Italia dal punto di vista ufologico, con la presentazione dei 15 casi più rappresentativi – uno per decennio –

dall’impresa dei Mille ai giorni nostri. Sempre in tema di rivistazione storica, nel corso del convegno sarà presentato il

libro di Pietro Torre “Strane luci nella storia d’Italia”, che raccoglie tutte le segnalazioni di fenomeni anomali nel nostro

Paese dall’antichità al 1900. Dal volume verranno estrapolati gli “Ufo dell’Unità d’Italia”, le segnalazioni raccolte dal

1861 al 1871, che serviranno da spunto per riflessioni e confronti tra Ufo di ieri ed Ufo di oggi. Verranno quindi

analizzati i “marziani” dell’Ottocento, ossia gli elementi culturali e scientifici che già all’epoca contribuivano alla

creazione del “mito” degli extraterrestri. Non mancherà poi un vero e proprio “X-File” italiano, con una relazione

sull’avvistamento di un Oggetto Volante Non Identificato osservato nella tenuta della presidenza della Repubblica a

Castel Porziano, con intervento dei servizi segreti italiani e documentazione finora inedita, ritrovata negli archivi

militari americani. Infine, in omaggio a Torino prima capitale d’Italia, verrà ricordato il ruolo della città quale vera e

propria “capitale ufologica”: ieri sede delle prime associazioni e pubblicazioni ufologiche e oggi del Centro Italiano

Studi Ufologici.

Quanto sei "fuffaro"? Un test te lo calcola

Per quanto impegnato a fondo - dal momento che i Dargos lo stanno braccando e gli hanno dato tempo fino a metà

novembre -  per completare e rifinire il suo personalissimo "Ben Hur" (si tratta del lancio del Cinegiornale bUFO,

l'avrete capito), il nostro amico Fizu ha avuto il tempo di segnalarmi una cosa carina: è un questionario destinato a

valutare il valore "fuffa" di una teoria scientifica, o parascientifica, che ciascuno di noi può avere. Ma nella parola

"fuffaro" c'è un'assonanza che riconduce alla parola Ufo. E magari qualcuno, sugli Ufo, una propria teoria

scientifica ce l'ha... (ah, dimenticavo: se solo un Miscredente - uno a caso: il Positivista - la mette sul ridere e parla di

Ufo-fuffa, finisce nella Camera del Miele senza passare dal via). Ecco il link, ad ogni modo.

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Come pensereste di descrivere l'Uomo a un

alieno? Gli astronauti rispondono. E voi?

07-11-2011

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=dV51U3dHXcc&feature=channel_video_title[/youtube]

La creatività che contraddistingue la mia natura, personale e professionale, mi porta ad usare lo strumento "curiosità"

per esplorare nuovi mondi e conoscere persone diverse fra loro, perché sono convinta che ognuno possa ispirare

nuove idee e visuali alternative alla propria, fornendo inoltre emozioni che a loro volta si tramutano nuovamente in

creatività, in un ciclo di condivisione infinita. All'inizio della missione MagISStra, quando l'astronauta italiano Paolo

Nespoli si apprestava a partire per il viaggio verso la ISS (Stazione Spaziale Internazionale), dove, senza precedenti,

vi sarebbe rimasto per quasi sei lunghissimi mesi, si è subito evidenziata la volontà di condividere questa esperienza

con il grande pubblico attraverso uno dei social netrwork più usati al mondo: Twitter. La mia notoria passione per le

stelle e per lo spazio ha fatto sì che fossi una delle prime a seguire Paolo Nespoli su Twitter, attraverso il mio account

@pressarea. Emozionante e divertente seguire le fasi di preparazione al lancio con la Soyuz, dalla base di Baikonur,

quando Paolo Nespoli, con gli astronauti Cathrine (Cady) Coleman e Dmitri Kondraryev, si trovava in quarantena nella

base spaziale del Kazakhstan. Non potevo credere ai miei occhi quando l'Agenzia Spaziale Europea mi ha contattata

invitandomi ad incontrare gli astronauti Paolo Nespoli, Cady Coleman e Samantha Cristoforetti per il primo evento

italiano di Space Tweetup, nella sede ESRIN di Frascati. Onorata ed emozionata, ringrazio ancora la ESA per questa

occasione davvero unica.

Q & A - “Mi presento, sono Viviana Vincenzi, su Twitter sono @pressarea e sono una creativa. Mi occupo di

webdesign e grafica digitale: lo spazio, voi astronauti, il vostro lavoro, è per me fonte di ispirazione, è come sognare di

volare con voi alla ricerca di bellezza e nuovi mondi da scoprire. L'aspetto umano, la modalità di comunicazione, la

parte emozionale, in questo scambio, sono per me importantissimi, sono fattori che accendono la fantasia e che

avvicinano le persone. C'è una stretta relazione tra la modalità di comunicazione, la condivisione e la crescita

personale” Con questa premessa ho posto la mia domanda. "Voi, che avete la possibilità di viaggiare nello spazio e di

avere una visuale più ampia di noi sulla terra e di tutto ciò che ci gravita intorno, lo spazio, le stelle, i pianeti, come

descrivereste la razza umana ad una eventuale civiltà extraterrestre? Quali peculiarità, quali fattori riterreste esplicativi

per presentarci a loro, semmai un giorno dovesse accadere quest'incontro?" Silenzio, gli sguardi dei tre astronauti

s'incrociano in un momento di stallo e Samantha (Cristoforetti) spezza quell'atmosfera surreale suggerendo un sorriso

e la via giusta per affrontare la risposta: "Questa è una domanda per un filosofo nello spazio! Paolo, è tua!" Paolo

(Nespoli) traduce la domanda a Cady (Coleman) e si gira poi verso Samantha per darle la parola. “Rispondi tu che sei

più fresca di idee!" Ma Samantha gira nuovamente a lui il microfono e lui a Cady. Cady: "Credo avrei più di una

risposta a questa domanda. Credo però che, quando succede una cosa del genere, non vai a pensare a questo in

prima istanza, ma sarei concentrata sull'instaurare un rapporto con questa persona, o con questa "cosa"; non

penserei a rappresentare una parte di popolazione, qui, per esempio l’Italia, per voi italiani, per me gli americani o

l'umanità nella sua globalità; cercherei solo di relazionarmi a loro, di instaurare un rapporto.  Come quando incontri

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una persona che non conosci, la prima cosa è creare una connessione. Credo sarebbe questo che farei.” Paolo: "Per

me è molto difficile scegliere qualche cosa. Credo che se incontrassi degli extraterrestri sono certo che sarei molto

curioso, ma non so se sarei capace di comunicare con loro, sarebbe da vedere. Ho una visione della razza umana nei

suoi diversi aspetti, spesso molto positivi, qualche volta grigi, altre volte ho proprio una visione “nera”, ma non mi

pongo il problema di rappresentare tutto ciò, forse già io rappresento tutto questo e quindi direi loro solo:

“Guardatemi”. E ciò che arriverebbe a loro sarebbe in qualche modo rappresentativo. Certo, si potrebbe fare come

una presentazione documentale, tipo, questa è la razza umana, fisica, mentalità, etc, mah….  Forse la domanda non

è da fare nello spazio, ma più in generale,  quali sono i valori della razza umana, quali sono le caratteristiche, quali

sono le cose buone e quali le cattive, ma tutti noi conosciamo già questi aspetti… Non è vero Samantha?” Samantha:

"Ho avuto qualche minuto in più per pensare alla mia risposta e credo che sia una, la cosa importante, anzi forse due

gli aspetti che trovo rappresentativi e da evidenziare in una situazione del genere: la prima è la curiosità. Curiosità,

aspetto che si trova nei bambini già subito dopo la loro nascita, la curiosità verso tutto, verso loro stessi, verso il

proprio corpo, verso le persone, scoprire, mettere le dita nelle spine! Penso che sia una peculiarità innata, come ciò

che amiamo individualmente ed è poi quello che ci fa diventare da grandi un astronauta, un grafico, un designer.

L’altro aspetto è ciò che caratterizza gli umani, il nesso che ne dà origine, come punto di forza, o se volete, di

debolezza: noi abbiamo bisogno di “bonding”, “legami” , siamo una specie che non può vivere da sola, il legame, per

noi, è molto importante. Amare ed essere riamati, apprezzare ed essere apprezzati e probabilmente con “loro”,

sarebbe la stessa cosa".

Il perché della mia domanda. Parto sempre dal fatto che ho una percezione visiva immediata alle parole e soprattutto

alle emozioni delle persone. E' come un link che rimanda tale visione all'interno delle mie creazioni grafiche. Ma non

solo. E' quindi la parte emotiva che traspare per prima ed è ciò che mi piace osservare, perchè è da lì che credo si

possa imparare ed elaborare. Una domanda del genere ha messo in primo piano due aspetti: la possibilità di

prendere in considerazione l'ipotesi dell'esistenza di esseri extraterrestri in grado di comunicare con noi e la personale

reazione dei tre astronauti allo stesso ipotetico evento. Non c'è stata una risposta che facesse capo ad un protocollo,

ad un pensiero globale, di rappresentanza e con mia sorpresa, nemmeno alla possibilità di escludere questa

eventualità, dal momento che non vi è nulla di ufficiale in questo senso. Avrebbero potuto liquidare la faccenda in

qualunque modo, eliminando la possibilità di dare adito all'argomento civiltà extraterrestre.  Invece no, hanno

accettato il “gioco” di fantasia, tutte e tre le risposte sono state personali, intime, profonde. Nessuna paura, nessun

rifiuto preconcetto, nessuna base preconfezionata, solo la parte umana che cerca istintivamente la costruzione

relazionale, il contatto profondo che parte da una mente aperta, forse molto più vasta di quanto i nostri occhi riescono

a vedere. Altro aspetto importante è la consapevolezza di ognuno di loro nel rappresentare sé stessi e non “a titolo

di”, ed è questa immagine che pongo alla ribalta: non è forse ogni piccolo gesto, ogni nostra singola azione e parola

che genera la visione di ciò che risultiamo agli occhi degli “altri”… tutti? E se fosse uno di voi ad avere il

“contatto”?  Pochi giorni fa, Paolo Nespoli è intervenuto allo IAB Forum dove ha rilasciato un'intervista all'interno della

quale, senza alcuna sollecitazione, ha fatto una sorta di dichiarazione che senz'altro torna utile al dibattito (trovate

tutto nel video in apertura di post, ndr): “Lo Spazio è veramente grande. Milioni di stelle, milioni di galassie. Ho letto da

qualche parte che le stelle sono molte di più di tutti i granelli di sabbia, di tutte le spiagge del mondo. C’è tanta roba là

dietro! C’è tantissimo! Sono convinto che da qualche parte ci siano degli alieni, perché non è possibile non ci sia un

pianeta lì sopra….”

Viviana Vincenzi

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Bagliori nel buio: l'Ufo della Nfl e le luci di

Riccione

04-11-2011

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=j0jcqw6-nZA&feature=player_embedded[/youtube]Post breve, basato su

filmati e immagini che potrete commentare. Comincio con un filmato che da un paio di settimane tiene banco negli

Usa: si riferisce a qualcosa di strano apparso durante la ripresa televisiva di New Orleans Saints-Indianapolis Colts,

match della Nfl di football giocato lo scorso 23 ottobre. Dopo uno stacco pubblicitario e prima di tornare con le

immagini sul campo di gioco, la Nbc ha "zoommato" su uno dei monumenti più noti della città della Louisiana, la

cattedrale di St.Louis. Durante l'inquadratura, è comparso un oggetto strano (ma forse erano perfino due), a forma di

bastone o di canna da pesca: è apparso prima da destra verso sinistra e poi da sinistra a destra. Il movimento era a

scatti e questo, obiettivamente, se da un lato è un elemento interessante, dall'altro alimenta il sospetto di un falso.

Peraltro, si era in diretta televisiva e, se non altro, non sono compatibili con la tesi del farlocco aspetti quali la

rielaborazione successiva del filmato. Ad ogni modo, gli scettici hanno già emesso il loro verdetto: si tratta di un

insetto finito nei paraggi dell'obiettivo. Ma la valutazione del video frame-by-frame evidenzia appunto questo Ufo a

forma allungata. Questo è il link di un sito che ha trattato il fatto mentre in alto, invece, trovate il filmato così come si

trova su Youtube

Le cinque sfere "catturate" da un Iphone

Torno per un attimo al post relativo agli avvistamenti sulla Riviera adriatica. Mi ha scritto Gianluca da Riccione e mi ha

inviato delle foto di luci strane apparse nel cielo notturno. Le ha scattate con il suo Iphone.  Ecco la testimonianza così

come l'ha scritta: "Si tratta di cinque scatti in formato normale (io pubblico però solo i due più nitidi, ndr) e il loro

duplicato in formato HDR. Sono state fatte con un Iphone dotato di fotocamera da 5 megapixel. Al momento non mi

sono accorto di nulla, ma solo dopo averle scaricate e riviste sul pc mi sono accorto della presenza di cinque puntini

con luce fissa. Non ho idea della distanza alla quale si trovassero dal mio punto d'osservazione (riva del mare davanti

a Riccione). Tra la prima e l'ultima foto sono passati all'incirca 40 secondi, con un'angolazione di circa 130°". A voi il

giudizio...

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Pino Scaccia: "Area 51, tra luci azzurre e bugie.

Orgoglioso di aver anticipato le ammissioni degli

Usa"

14-11-2011

La Casa Bianca è dunque intervenuta, tramite un suo alto funzionario, sulla questione aliena. E ha detto cose

perlomento discutibili, se non altro perché, più che chiarire, hanno sortito un effetto contrari0: maggiori dubbi,

maggiore incertezza, il sospetto che da quelle parti non la raccontino giusta. Grazie alla segnalazione di un amico, mi

è venuto in mente un bel servizio realizzato qualche anno fa da Pino Scaccia, collega della Rai. Si era occupato

dell'Area 51 e dei suoi misteri, ma anche delle bugie che circondano la base segreta nel Nevada. Pino, che ringrazio,

ha accettato di scrivere questo post per Mistero bUFO.

Pochi sanno che il mistero della cosidetta Area 51 cominciò a diradarsi quasi per caso. Le vedove di cinque operai

(civili) morti per incidente dentro quella base intentarono causa allo Stato. Ma quando il giudice cominciò a studiare la

vicenda  si rese conto che… quella base non esisteva. Fu tutto messo a tacere con il presidente Bill Clinton che mise

il segreto militare. Il governo americano ammise finalmente l’esistenza di quella base nel 2003, io ho l’orgoglio di

averla scovata molti anni prima, nel 1995. Ricordo che fu un viaggio lungo e pieno di insidie nel deserto: 150

chilometri partendo da Las Vegas stando molto attenti a non farsi prendere dai militari.La realtà è che quella base

supersegreta sorta accanto al lago Groom ospitava sicuramente numerosi “black projects”. Ma non solo aerei spia e

nuovi ordigni, forse l’Area 51 ospitava segreti e misteri molto più oscuri. La base era oltre una montagna, non ci si

poteva arrivare ma Glenn Campbell, un appassionato di Ufo poi rifugiatosi in Messico per sfuggire all’arresto, mi

regalò uno scoop con le immagini della base negata e che mostrai al Tg1. E anche una serie di documenti incredibili.

Le rivelazioni intanto di un esperto di fisica, Bob Lazar, che disse di aver visto con i suoi occhi dentro l’area ben nove

navi spaziali. Dichiarazioni  confermate dal generale George Weinbrenner (vedi nota in calce al post, ndr) che firmò

un rapporto con le testimonianze raccolte fra il personale della base a proposito di almeno trenta corpi di piccoli

umanoidi conservati in condizioni criogeniche particolari. Alti sotto il metro e mezzo, pelle grigiastra, tutti esseri

macrocefali, occhi leggermente obliqui, niente naso, assenza di peli e capelli, orecchie piccole, bocca quasi a fessura.

Bob Lazar andò oltre mostrandoci un verbale rigorosamente top secret secondo cui il 10 dicembre 1964 un’astronave

aliena sarebbe atterrata nel perimetro della base. Un distaccamento armato comandato da un colonnello si sarebbe

avvicinato all’astronave. Improvvisamente dall’oggetto volante sarebbe uscito un umanoide di corporatura tozza e un

potente fascio di luce avrebbe paralizzato tutti i soldati. Fantasie? Prima di andar via conosciamo una giovane

ragazza bionda, Sharon Singer che ci racconta: “Una grande luce azzurra. Mia madre mi ha sempre parlato di quella

luce. A distanza di tanti anni è ancora sotto choc. Una luce talmente forte che non le ha permesso di vedere altro. Ha

intuito un paio di figure, non molto alte, ma non è riuscita a distinguere altro”.  L’astronave  vista dalla signora Singer

sarebbe atterrata in uno spiazzo che tutti conoscono a Groom Lake City perché c’è una cassetta postale. Adesso,

dentro un’auto in disuso, qualcuno ha appoggiato un pupazzo: piccolo, tutto grigio. Come quello visto dal generale

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Weinbrenner.

 Pino Scaccia

NOTA SUCCESSIVA ALLA PUBBLICAZIONE - (p.sc.) Evidentemente la luce azzurra ha offuscato anche me... Sedici

anni dopo ho confuso gli appunti, ma ripristiniamo subito la verità. A Wright Patterson, pioniere dell'aeronautica

americana, era stata in effetti dedicata una base (tuttora attiva) ma il generale che firmò quel rapporto si chiama

George Weinbrenner (e non Patterson come avevo scritto in prima istanza). Ho trovato nel frattempo anche il nome

dell'ufficiale che avrebbe guidato il presunto conflitto a fuoco con gli alieni: colonnello Coleman. Complimenti: non vi

sfugge niente!  (Pino Scaccia)

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La Casa Bianca: "Gli Alieni? Mai pervenuti"

08-11-2011

Questa è proprio bella. La Casa Bianca, tramite il responsabile del dipartimento scientifico-tecnologico, ci fa sapere,

con toni abbastanza sconvenienti, che gli Alieni non esistono. O meglio, che potrebbero esistere (bontà sua...) dal

momento che l'Universo è sterminato (e dunque - aggiungo io - negare questa possibilità sarebbe un esercizio di rara

stupidità che cozzerebbe contro le più elementari logiche), ma che per ora non ci sono stati né contatti né reperti del

loro avvento sulla Terra. Ecco, mi pare sconsolante che a questo livello, in replica a una petizione popolare,

si argomenti in maniera tanto generica, superficiale, come se si estraesse dal cassetto la risposta standard già pronta

ad uso degli scocciatori. Magari dalla White House avrebbero potuto spiegarci meglio, tanto per dire, il "pedinamento"

subìto molti anni fa da un bombardiere B 47 dell'U.S. Air Force ad opera di un Ovni che non ha mollato l'aereo

per parecchie ore o un bel po' di altri casi noti e meno noti. Ma, a parte rimandare al mittente le ironie sottolineate dal

dispaccio dell'Ansa diffuso nella tarda serata italiana di rete, si può anche capire questo atteggiamento. Per quale

motivo dovrebbe essere Obama il primo ad ammettere certe cose? Perché non lasciare la "patata bollente" a Hu

Jintao, o a Medvedev (Putin di nuovo, tra poco), o a Sarkozy? Penso che solo una concertazione tra vari governi

potrà, mi auguro presto, fare chiarezza sul tema. E magari ammettere certe cose... Intanto, mentre qui sotto potete

leggere il dispaccio Ansa, mi auguro che i Dargos  fulminino sul posto questo Phil Larson...

(ANSA) - WASHINGTON, 7 NOV - Brutte notizie per gli appassionati di Ufo, extraterrestri, marziani, vari ed eventuali.

Dall' America arriva un comunicato ufficiale che li deluderà e spegnerà il loro entusiasmo: non si ha alcuna notizia di

vita fuori dalla Terra. E peggio, dal punto di vista dei fan di «ET», nessun oggetto volante non identificato, nessun

omino verde, venusiano, o forma vivente proveniente dello spazio celeste ha mai toccato il suolo terrestre, o s'è mai

messo in contatto con noi poveri umani.  A stabilirlo non è uno studioso che vuole farla finita con tanti ciarlatani, ma

niente meno che la Casa Bianca, nella persona di Phil Larson, capo del Office of Science & Technology Policy della

White House, una commissione che fa parte dell'amministrazione Obama.  Larson ha postato on-line il suo

implacabile verdetto, rispondendo a una petizione popolare sottoscritta da ben 5000 americani che hanno chiesto lumi

sugli extraterrestri inviando la loro richiesta al nuovo sito denominato «we the People», uno strumento voluto da

Obama grazie al quale ogni cittadino può porre al governo una domanda e ottenerne risposta.  Il titolo del suo

messaggio è pieno di ironia: «Stiamo cercando ET, ma ancora non abbiamo le prove che esista». Quindi, un po' più

serio, scrive: «Grazie per aver firmato la petizione con cui chiedete al governo Obama se esistono gli extraterrestri. Il

governo americano non ha alcuna prova che ci sia vita fuori dal nostro pianeta, o che una presenza extraterrestre

abbia contattato o si sia incontrata con un membro della razza umana. Inoltre - aggiunge senza pietà - non ci sono

informazioni credibili secondo cui esistano delle testimonianze, delle prove, che siano rimaste sinora nascoste alla

nostra conoscenza. Tuttavia - ammette Larson - ciò non significa che il tema della vita nello spazio non sia al centro di

discussioni e di ricerche.  Al momento ci sono tanti progetti a cura della Nasa che lavorano proprio su questo tema.

Tanti scienziati e matematici hanno affrontato questo argomento da un punto di vista strettamente statistico. La loro

conclusione è che, in teoria, tenuto conto dei trilioni di trilioni di stelle e pianeti che compongono l'universo, è possibile

che esista un pianeta simile al nostro in cui ci sia vita. Tuttavia - conclude Larson - c'è la convinzione che le

probabilità di avere contatti siano assolutamente minime, vista la distanza enorme che separa la Terra da questi

ipotetici altri mondi».

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Obama e gli Alieni, una risposta scontata

10-11-2011

Roberto Pinotti, già presidente del Centro Ufologico Nazionale e tutt0ra segretario generale dell'ente di ricerca

costituito nel 1966, mi ha inviato questo contributo/commento che integra la discussione avviata dalla controversa

uscita di un rappresentante dell'amministrazione di Barack Obama. Mi riferisco, ovviamente, al precedente post,

intitolato "La Casa Bianca: 'Gli alieni? Mai pervenuti'". Quella di Pinotti è una valutazione molto decisa, che lascio al

vostro giudizio. 

La risposta negativa della Casa Bianca in tema di Ufo e alieni era prevedibile e assolutamente scontata. La “faccia

pulita” di Barack Obama, nominalmente a capo di un’America imperiale gendarme del mondo che gestisce l’odierno e

globalizzato Nuovo Ordine Mondiale, può ingannare solo gli sprovveduti che non si rendono conto che il potere negli

Usa è da tempo, come denunciato dal presidente Eisenhower nel 1960, nelle mani del “comparto militare-industriale”.

Un potentato trasversale e sovranazionale costituito da petrolieri, industriali, fabbricanti di armi, banchieri,  scienziati

militarizzati e vertici militari che da tempo governato il mondo a dispetto di qualunque struttura elettiva, parlamentare e

democratica. Chi governa non sono i presidenti, ma i burocrati di stato. E' questa struttura, indistinta ma onnipresente,

che decide in concreto guerre, politiche, andamento dei mercati e quant’altro. Circa il problema Ufo e alieni,

notoriamente dal 1953 documenti della Cia successivamente liberalizzati attraverso la legge sulla libertà di

informazione (Foia o Freedom Of Information Act) documentano l’avvenuta realizzazione di una sistematica politica di

“debunking” (discredito) tesa a screditare il fenomeno con l’applicazione di una vera e propria “silence policy” (politica

del silenzio) per tema di effetti negativi (allarme, panico, isterismo collettivo) in un’opinione pubblica ancora

impreparata al concetto che non siamo soli nell’universo. Di più. Studi dell’intelligence Usa indicano che un’eventuale

ammissione del fatto che gli Ufo sono astronavi extraterrestri comporterebbe nei confronti degli onnipotenti nuovi

venuti il crollo della leadership mondiale degli Usa, che sarebbero dimensionati al ruolo di piccola potenza locale. Una

leadership planetaria alla quale gli Stati Uniti non rinunceranno mai. Ecco perché, contrariamente alle posizioni

espresse dagli ambienti del Vaticano e a differenza degli stati europei, latino-americani e asiatici che hanno

parzialmente ammesso la realtà del problema aprendo i loro archivi ufficiali, gli Usa negheranno tutto fino all’ultimo. E

quando dovessero ammettere la realtà delle cose, ci diranno che gli alieni (da cui non è finora venuta alcuna azione

ostile) sono probabilmente infidi, mostruosi e cattivi, al solo scopo di accreditarsi come difensori e leader dell’umanità.

Il gioco, innescato dagli anni Cinquanta anche attraverso la propaganda di Hollywood mediante “produzioni orientate”

in tal senso a carattere cinematografico-televisivo, è da tempo sociologicamente palese e scoperto. Cover up,

disinformazione e bugie sull’argomento continuano a continueranno a venire da chi da tempo adopera i presidenti

degli Usa come comodi personaggi di facciata e teme una verità esterna al sistema che lo travolgerebbe.

Roberto Pinotti

Sociologo e giornalista aerospaziale (UGAI)

Il convegno di Torino: ecco il mio articolo sul Corriere

Sull'edizione del Corriere della Sera di domenica 13 novembre ho pubblicato un articolo sul convegno dei Cisu di

Torino, basato sul taglio curioso: la storia dell'Unità d'Italia vista da una prospettiva ufologica. Sono stati affrontati i

casi principali di questi 150 anni. Tra questi anche un approfondimento della vicenda dell'autista del presidente della

Repubblica Antonio Segni, protagonista di un incontro ravvicinato del terzo tipo nella tenuta di Castel Porziano.

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L'episodio fu scovato proprio da Roberto Pinotti, autore del commento pubblicato in questo post, ma il Cisu ha poi

contribuito a fornire ulteriori e importanti dettagli. Questo è il pdf della pagina (cliccate sulla parola ufo sottolineata;

quindi, nella maschera che si aprirà, ricliccate sempre sulla stesso "ufo" sottolineato e troverete il file): ufo

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Nick Pope: "I Governi sugli Ufo? Brancolano nel

buio. Ma gli Ovni esistono e sono una minaccia

potenziale"

17-11-2011

Pubblico un altro bel contributo di Werner Bissoni: un'intervista a Nick Pope, giornalista, saggista e ricercatore

britannico impegnato nell'ufologia dopo aver lavorato per un quarto di secolo per il Ministero della Difesa. Alla fine di

ottobre è anche intervenuto al congresso del Cun, durante il quale è stato presentato il Libro Bianco.

Nick Pope, che tipo di lavoro ha svolto per il suo Paese, durante il suo incarico relativo agli Ufo?

"Il mio lavoro era investigare tutti gli avvistamenti Ufo riportati al MoD, e valutare se qualsiasi elemento contenuto in

essi rappresentasse una minaccia o fosse più in generale di interesse per la Difesa".

 Come ottenne questo incarico? Quali furono le circostanze e le caratteristiche per le quali scelsero lei?

"Avevo già lavorato per molti anni al Ministero della Difesa. Chi mi reclutò nel progetto Ufo è una persona per la quale

avevo lavorato durante la prima Guerra del Golfo, nel Joint Operation Centre. Fu impressionato dal mio lavoro, così

mi offrì l'incarico".

Le fecero fare un corso d'aggiornamento particolare prima di iniziare a lavorare?

"Semplicemente feci una settimana di preparazione con la persona responsabile dell'incarico, alla quale sarei

succeduto. Al tempo era la normale prassi".

Durante questa preparazione che tipo di informazioni, quale atteggiamento traspariva e quale punto di vista le venne

fornito dalle istituzioni, riguardo al fenomeno Ufo?

"Ebbi solamente accesso a tutti i files che il MoD aveva accumulato in precedenza, in modo da sapere cosa

sapevamo e cosa non sapevamo in merito alla cosa".

In base alle sue dichiarazioni so che lei crede nell'esistenza degli Ufo: secondo la sua opinione ci sono degli elementi

per presumere che il fenomeno possa rappresentare una minaccia per la Difesa?

"Sono convinto che ci sia vita là fuori, nell'universo, ma non so con certezza se siamo stati visitati, o no. Non ho potuto

ricavare una certezza. Ma qualunque cosa gli Ufo siano, il fatto che talvolta volino vicino ad installazioni militari, e che

a volte abbiano rischiato di provocare delle collisioni con aerei, dimostra che esiste una minaccia potenziale".

Se così è, perchè le istituzioni negano sempre questo fatto, non mostrando preoccupazione ma anzi, ostentando un

atteggiamento abbastanza disinteressato?

"Durante il mio incarico governativo non ebbi mai prove di un 'cover up' o di una cospirazione in atto. Detto questo, i

governi cercano sempre di minimizzare l'argomento e di celare gli scopi del loro coinvolgimento. La ragione di tale

atteggiamento è l'imbarazzo di dover ammettere che non tutti gli avvistamenti Ufo possono essere spiegati

razionalmente, poiché occasionalmente ci sono 'near misses' (quasi collisioni) con aerei commerciali e perché nei

tentativi di intercetto con caccia e jet da parte dei militari, quando degli Ufo sono rintracciati sui radar, gli Ufo superano

in velocità e surclassano gli aerei nella manovra".

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All'interno delle istituzioni e-o nei servizi segreti, esistono delle task force specializzate, che gestiscono segretamente,

più in profondità, una pianificata sorveglianza del fenomeno? Rispetto ai files desecretati, ci sono altri documenti e

altri studi inerenti agli Ufo che non vengono divulgati?

"Non credo che ci sia necessariamente una task force specializzata. Ma gli americani, gli inglesi e la vecchia Unione

Sovietica, unitamente ad altri governi, sono sicuro che hanno trafficato con la parapsicologia, con l'occulto, in aree

come la telecinesi e la visione a distanza. Non so se poi queste tecniche, come la visione a distanza, siano state

usate nella ricerca sugli Ufo".

Secondo lei, esisterebbe una ragione concreta per la quale la gente dovrebbe essere tenuta all'oscuro della reale

portata del fenomeno Ufo?

"Come ho detto prima, durante il mio lavoro per il governo non ho incontrato alcun tipo di evidenza di una copertura in

atto, così non sono d'accordo sul fatto che la gente è tenuta all'oscuro. Ma è anche vero che la politica della

minimizzazione del fenomeno ha portato il governo ad adottare un atteggiamento, come per mettersi sulla difensiva,

cosa che ha dato la percezione (alla gente) che il governo nascondesse qualcosa. Credo che l'unica cosa che

davvero hanno da nascondere è il fatto imbarazzante che loro non hanno assolutamente la soluzione del mistero Ufo.

A nessun governo piace dire 'noi non sappiamo'...".

Quindi secondo lei istituzioni come quella americana o inglese non conoscono neanche in parte la vera natura del

fenomeno Ufo?

"Per ora no, non che io sappia".

Che funzione ha la disclosure? E' un qualcosa fatto autenticamente per informare le masse o è un passaggio di

un'agenda istituzionale più complessa?

"Molte nazioni del mondo stanno declassificando e rilasciando i loro Ufo files. Ma questi documenti evidentemente

non contengono prove definitive sul fatto che siamo stati visitati da una civiltà aliena, sempre che esistano davvero (le

prove). In genere questi rilasci sono il risultato di campagne portate avanti dai ricercatori Ufo o dai media, o spesso in

seguito allo sfruttamento del Freedom of Information Act".

Ma è una vera disclosure o solo un osso gettato alle masse, per far finta di non aver altro da nascondere?

"I files sono certamente genuini, in questo senso è vera. Ma poiché i documenti non dicono agli ufologi ciò che essi

vorrebbero sapere, ovvero che siamo stati visitati dagli alieni), alcuni pensano che la declassificazione di questo

materiale sia solamente un esercizio di pubbliche relazioni, mentre il materiale davvero interessante è ancora

mantenuto segreto",

Ha mai visto un Ufo personalmente?

"No, non mi è mai capitato".

Ha mai visionato prove incontrovertibili dell'esistenza degli Ufo, come foto, video, tracce al suolo...?

"Ho visto alcune evidenze davvero interessanti (foto, video, registrazioni di tracciati radar, rapporti di piloti, etc.), ma

non prove definitive. Credo che le prove definitive dovrebbero coinvolgere il recupero di un artefatto di qualche tipo, e

per quanto esistano storie di ufo crash e di impianti alieni, io devo ancora essere convinto per ognuno di questi".

Che cosa pensa che possono essere? Dato che non lo sa con certezza, qual è la sua ipotesi migliore?

"Non lo so. Inspiegato significa non spiegato. Sospetto che non ci sia una singola, netta spiegazione per il mistero

Ufo. Alcuni possono certamente essere prototipi segreti e droni. Altri potrebbero essere una sorta di fenomeni

atmosferici esotici di origine plasmatica. Ho già detto altrove che non è si può escludere la possibilità che alcuni

possano essere fenomeni di origine extraterrestre. Magari sono qualcosa a cui neanche abbiamo ancora pensato..

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per i quali non abbiamo neanche le parole per descriverli".

Qual è il caso più eclatante a cui ha lavorato?

"The Rendlesham Forest incident, dal 1980. Nel 1994, mentre lavoravo per il progetto ufologico del Ministero della

Difesa (MoD) mi dedicai a rivisionare questo avvenimento. é facilmente il caso Ufo più interessante ed indiscutibile

d'Inghilterra. Sono apparso in diversi show televisivi per discutere questo incidente, e c'è un bel po' di materiale

relativo sul mio website (www.nickpope.net)".

In base alla sua esperienza, esiste una parte di cerchi nel grano che non siano di origine umana? Se sì, a cosa pensa

che servano? E chi ne sarebbe l'autore?

"No, non credo. Penso siano tutti fatti da esseri umani. Le ragioni sono tante: per qualcuno sono una cosa tra arte e

graffiti. Altri amano il pericolo di uscire di notte e agire nel pericolo di essere scoperti. Altri ancora lo fanno perché si

divertono a prendere in giro la gente".

E cosa mi dice sulle abductions? Pensa che sia un fenomeno reale? Cosa vi si nasconde dietro? Ha qualche caso da

discutere con noi?

"Esattamente come il fenomeno Ufo, probabilmente non esiste una singola spiegazione: credo in effetti che ci

possano essere diverse spiegazioni per il fenomeno dei rapimenti alieni. Alcuni casi sono truffe, altri sono attribuibili a

sorta di allucinazioni od ossessioni. A questo possiamo aggiungere sogni lucidi, paralisi del sonno, sindrome delle

false memorie, a vari altri fattori. Comunque, questo non basta per spiegare tutti i casi, e sospetto ci siano altri fattori

in gioco qui. Studi scientifici sugli addotti dimostrano che non si è in presenza di patologie psicologiche o finzioni, anzi

sembra che questi, riportando alla mente le loro esperienze esibiscono reazioni fisiologiche (ad esempio aumento

della frequenza cardiaca e della respirazione) non riscontrabili in gruppi di controllo di persone sicuramente non

addotte. Ebbi effettivamente del lavoro da fare su questo fenomeno durante il mio lavoro al MoD, e il mio archivio

personale racchiudeva all'incirca un centinaio di casi. Uno, indiscutibile, coinvolse un'ex modella di nome Brigitte

Barclay, con la quale lavorai per anni".

In conclusione quali sono i risultati, il bagaglio di esperienze che il suo lavoro per le istituzioni le ha lasciato?

"Il mio punto di vista è che il fenomeno Ufo rimane non spiegato. Dovrebbe essere investigato in maniera appropriata,

nell'ottica della difesa, della sicurezza nazionale, e in materia di sicurezza aerea, così come per i potenziali benefici

scientifici. Nonostante non lavori più per il governo rimango molto interessato alla faccenda e faccio un intenso lavoro

mediatico in televisione, radio e su alcuni giornali".

Quali sono le sue aspettative per il futuro, in termini ufologici? Avremo mai un contatto massivo?

"I governi continueranno a rilasciare documentazione e l'interesse sul fenomeno crescerà sempre più, così come

possiamo vedere dal numero crescente di programmi televisivi che parlano di Ufo. Non sono sicuro sul fatto che ci

sarà un contatto di massa, ma sa mai accadrà sarà certamente un giorno storico".

Qual è secondo lei la chiave per aumentare la comprensione del fenomeno, per la scienza, l'ufologia e per i ricercatori

in generale?

"In questo i media giocano un ruolo fondamentale e io cerco di lavorare duro per questo, in questa mia nuova cerriera

di giornalista e di divulgatore. Mi piacerebbe vedere gli ufologi diventare più scientifici nelle loro investigazioni, e più

critici nel loro modo di pensare, specialmente riguardo le teorie cospirazioniste. Poi, oltre a smettere di guardarsi a

vicenda come rivali, gli ufologi e il SETI dovrebbero rendersi conto che stanno cercando la stessa cosa, ma seguendo

strade diverse e in diversi luoghi".

Cosa vorrebbe dire a coloro che negano l'esistenza del fenomeno e ridicolizzano la questione Ufo?

"Vorrei dire a queste persone che dovrebbero mettere da parte i loro preconcetti e guardare alle prove migliori in

maniera imparziale. Me è cosa difficile perché l'ufologia è piena di mistificazioni e frodi, con settarismi e fanatismi".

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E a coloro che sono convinti si tratti solo di armi segrete di origine umana?

"Come menzionato in precedenza alcuni tra gli avvistamenti Ufo potrebbero essere causati da persone che osservano

prototipi segreti di aerei o droni. Chiaramente questa non è una soluzione a tutti i casi inesplicabili, anche perché i

progetti segreti di solito sono condotti in aree militari dove il pubblico non ha accesso".

 

Werner Bissoni

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Perù, la piccola mummia forse è di un alieno

19-11-2011

 Cotta e servita per voi direttamente da Tgcom: in Perù, due anni fa, hanno ritrovato una mummia dalle caratteristiche

molto particolari. Adesso, ventiquattro mesi dopo, si scopre che non si tratterebbe di un corpo umano, ma di quello

di un alieno. Così, almeno, la pensano coloro che l'hanno esaminato. Ripropongo quanto è apparso, alle 18.36 di

oggi, sul sito di notizie in tempo reale diretto da Paolo Liguori.

"E' mistero su una piccola mummia ritrovata due anni fa a 3250 metri vicino al monte Viracocha (dal nome della

massima divinità Inca) in Perù. L'antropologo Renato Davila Riquelme, direttore del Museo "Ritos Andinos", in base

ad alcuni parametri fisici, ipotizza che possa trattarsi addirittura di un alieno. La notizia ha trovato grande diffusione

sui media locali. La mummia, probabilmente una vittima sacrificale, è alta circa 50 centimetri e ha una testa

triangolare sproporzionata rispetto al resto del corpo. Le cavità oculari sono molto grandi rispetto alla composizione

generale del volto. E anche se la "fontanella" è aperta, tipica dei neonati, la presenza dei molari evidenzia che non si

tratterebbe di un bambino. Inoltre l'antropologo spiega che alcune "alette", larghe due centimetri, nella parte bassa del

mascellare superiore, rappresentano una caratteristica mai trovata in alcuna etnia. Secondo Davila Riquelme, "medici

russi e spagnoli l'hanno già analizzata descrivendola come la mummia di un extraterrestre e per questo hanno deciso

di sottoporla ad ulteriori studi".

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"Shiranui", un mistero dal sapore ufologico sui

fondali del mare del Giappone

28-11-2011

Il mio amico Mauro Berruto, coach dell'Italia del volley, approfittando di questi giorni nei quali è impegnato nella World

Cup in Giappone, ha voluto ricordarmi questa bella storia relativa alla città giapponese di Kumamoto e all'area

limitrofa (con la nazionale ha appena completato la seconda fase del torneo, da quelle parti). Leggete dello

"shiranui" e dite la vostra. In Internet ci sono anche testi più lunghi, con un maggior numero di dettagli. Ufo, storia,

razze aliene, più un pizzico riconducibile (forse) alle favole popolari: il mix è intrigante.

Lo shiranui (letteralmente fuoco sconosciuto) è un fenomeno inspiegabile che si verifica ogni anno, nella notte tra il 31

luglio e il 1º agosto, nel cielo sovrastante il mare al largo della città giapponese di Kumamoto. Verso l'alba,

innumerevoli luci di color arancione si accendono sopra e dentro l'acqua, muovendosi freneticamente. Sono state

proposte numerosi spiegazioni (plancton in risalita, presenza di pescherecci al largo, pesci sconosciuti), ma ognuna

non spiega la totalità del fenomeno. Gli ufologi hanno una loro teoria, che si riallacerebbe a quelle sostenenti

l'atterraggio di alieni nell'antichità: a causare lo Shiranui sarebbe una razza aliena vivente sul fondo del mare, intenta

a celebrare il suo approdo sullaTerra. Per quanto ardita, questa teoria trova un supporto nella regolarita del ripetersi

ininterrotto dello shiranui da centinaia di anni, indipendentemente dalle condizioni atmosferiche e anche in periodi

particolari per la storia del Giappone (il fenomeno si manifestò anche in piena Seconda Guerra mondiale) e dai

continui avvistamenti di Ufo  in cielo durante il fenomeno. Su scala ridotta, lo stesso sconcertante fenomeno accade

a Oshima (a sud di Tokyo), e in questo caso gli Ufo sembrano diretti verso antiche tombe raffiguranti, tra l'altro, esseri

strani, simili a quelli ritratti dai dog, che per molti altro non sarebbero che esseri alieni scesi sulla terra in epoche

remote.

(credit della foto pubblicata: www.reggie.net; credit per il testo: Wikipedia)

 

 

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"Loro mi dissero che venivano in pace"

25-11-2011

Su uno dei temi centrali dell'ufologia, riconducibile alle domande "Sono già venuti oppure arriveranno? E qualora

dovessero arrivare, avrebbero intenti pacifici o ostili?", voglio riproporre un post apparso nel 1997 sul sito "Non solo

Ufo" che riportava un servizio di Guido Ferrari della Televisione della Svizzera Italiana. L'articolo, suggeritomi da una

frequentatrice del nostro blog, mi sembra ancora oggi molto interessante e legato anche ai recenti argomenti che

abbiamo discusso. 

Ho incontrato e intervistato, per la TV della Svizzera Italiana, Guy Kirkwood (nella foto sopra è a sinistra, ndr), alias

Mel Noel - questo era lo pseudonimo dietro cui si è nascosto a lungo - a Mesquite, nel Nevada, nel dicembre 1995,

inoccasione di un convegno internazionale sugli Ufo. Il mio stupore è stato duplice: prima di tutto quello di trovarmi

davanti, in carne ed ossa, un personaggio di cui avevo letto e che sentivo appartenente ad un mondo strano e

affascinante che sta a cavallo tra la fantascienza e la realtà, che ti incuriosisce perché ti pone in questione in modo

profondo un sarà "veramente vero" quello che dice, quello che ha vissuto, e se è così allora... E devo dire che Noel mi

sembra credibile. Altro forte stupore: Noel sembra uscire da un film di Spielberg. Faccia larga bruciata dal sole, capelli

grossi, spettinati, occhiali Polaroid, vecchio giaccone di pelle da aviatore, un fisico molto prestante per uno ormai

vicino ai settanta. Davvero un personaggio. La mia prima percezione, dopo poche battute dell'intervista, fu che Noel

fosse angosciato: toccare un tema per lui doloroso, legato quasi ad un senso di disperazione.

“Se agissero sulla nostra psiche?”

Mi raccontò che nel 1953 e 1954 lui e altri giovani piloti di una pattuglia militare di Sabre F-86 avevano avvistato e

filmato più volte una formazione di Ufo nei cieli del Colorado. Quella era la missione per la quale erano stati

particolarmente addestrati: erano state mostrate loro centinaia di fotografie di Ufo, scattate soprattutto da civili, erano

stati avvertiti di possibili effetti della vicinanza di Ufo sugli strumenti di volo. Al posto della mitragliatrice, sull'aereo, era

stata montata una cinepresa speciale (le Gun-Camera; alcune cineprese usufruivano di pellicole standard, altre ad

infrarossi, n.d.r.). Dopo una serie di uscite senza risultato, nel dicembre del 1953 ebbero tuttavia un primo contatto,

senza tuttavia riuscire a scattare fotografie. Sedici oggetti a forma di disco volavano in formazione a V, vicino alla

pattuglia. Due settimane più tardi avvistarono cinque Ufo simili ai precedenti e li fotografarono usando le

apparecchiature."A quel punto - continuò Noel - cominciavamo a preoccuparci della nostra salute: se gli Ufo agiscono

sugli strumenti di bordo, danneggeranno anche il nostro corpo, la nostra psiche?" Dopo un contatto con riprese

riuscite, i piloti, dopo l'atterraggio, ebbero un collasso, come capita talvolta ai piloti dopo un combattimento. "Bisogna

capire che eravamo molto giovani, io avevo 24 anni. Entrare in contatto con qualcosa di così misterioso e di

intelligente ci sconvolgeva". Chiesero di essere dimessi dall'incarico e lo furono. Noel mi disse che, mentre volavano

accanto agli Ufo, in cuffia e in inglese, avevano chiaramente sentito dei messaggi. Veniva detto che "loro" venivano in

pace, chela Terra era in pericolo per l'uso incontrollato dell'energia atomica, che l'uomo aveva la possibilità di evitare il

disastro se solo avesse seguito i valori dell'amore. Noel e gli altri piloti si chiesero se non avessero avuto delle

allucinazioni o se non fossero stati vittima di un impossibile scherzo. Per Noel era una comunicazione reale e ciò lo

sconvolse.

Un mondo che non avrebbe voluto

Durante l'intervista, l'emozione di allora riaffiorò: "I dischi volanti osservati erano a forma lenticolare - continuò Noel -

con una specie di cupola sopra; erano di una cinquantina di metri di diametro e di una decina di altezza. Quando

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erano fermi nel cielo erano circonfusi da una nebbiolina argentea. Quando poi partivano si sarebbe detto che

attraversassero i toni dello spettro". Le fotografie scattate simultaneamente dagli aerei furono consegnate alla base e

di esse Noel non seppe più nulla (venivano regolarmente inviate a Wright-Patterson, ndr). Tuttavia me ne consegnò

un paio più tardi e purtroppo non gli domandai come mai le avesse. Successivamente, gli chiesi di raccontarmi del

suo caposquadriglia, il colonnello Patterson, il quale più tardi scomparve in circostanze misteriose. Noel parlava a

bassa voce. Era stanco e abbattuto. Mi disse che, nonostante i tanti avvertimenti ricevuti, il mondo corre come un

treno senza pilota verso l'abisso. Cercai di sdrammatizzare l'atmosfera, ma Noel, dopo un po', proseguì il suo

discorso dicendomi che il mondo che lascia ai suoi nipoti non è quello che avrebbe voluto. "Il progresso dov'è? Un

tempo le madri stavano a casa a curare i figli. Ora sono necessari i salari dei due coniugi per tirare avanti e i figli sono

educati da strutture anonime. Cosa vuole che si ottenga? Ciò che conta e che tutto giustifica è la produzione, il

guadagno. E poi le armi atomiche e tutte le altre diavolerie. L'ultima invenzione, ma già in via di automatizzazione, è il

sistema Haarp - io ne sentivo parlare per la prima volta - che è in grado di influenzare i campi magnetici, di

sconvolgere le meteore ecc. Sono tutte cose segrete. gestite da gruppi incontrollabili. È a conoscenza del sistema di

gallerie che collega i punti strategici degli Stati Uniti?" e mi mostrò la fotografia di un'enorme scavatrice, scoperta per

caso in un cunicolo scavando le fondamenta di una gigantesca costruzione.

Le note di Timothy Good

Non ho voluto e forse nemmeno ho potuto, allora, fargli altre domande sulla sua vita; così, per scrivere questo

articolo, ho risfogliato ìl volume di Timothy Good "Above Top Secret", una vera miniera di informazioni. Leggo che

Noel, lasciato il militare, fu pilota professionista civile, continuò a studiare il fenomeno Ufo collaborando con il suo

amico Gordon Cooper, già pilota militare e astronauta. Cooper, come è noto, il 27 novembre 1978, in una sua

dichiarazione scritta letta alle Nazioni Unite, affermò che nel 1957 avvistò più volte formazioni di Ufo nei cieli della

Germania.

Come Noel e Cooper, decine di piloti civili e anche militari hanno fatto le stesse dichiarazioni. Inoltre vi sono fotografie,

riprese filmate e altri documenti. In un'altra circostanza Cooper dichiarò che nel 1957 un team militare 

cinematografico da lui diretto, filmò l'atterraggio di un Ufo vicino alla base militare di Edwards, negli Usa. Good scrive

ancora che Noel gli disse che quando era pilota militare, fu avvertito che parlare di quanto aveva osservato in merito

agli Ufo gli sarebbe costato 10 anni di prigione e 10.000 dollari di multa. Otto anni dopo aver lasciato il militare, Noel

ne parlò alla radio con lo pseudonimo di Noel, appunto. Poco prima dell'emissione, fu avvicinato da due uomini della

Cia e diffidato, ma Noel non diede loro retta, senza conseguenze. Ma ritorniamo alla caffetteria del casinò dì

Mesquite-Nevada. Noel ogni tanto apriva una vecchia valigetta di cuoio - che aveva colpito la mia fantasia - per

mostrare qualche documento. Ora parlava veloce, con lo sguardo lontano fissato su un'immagine cupa. E devo dire

che anche altri testimoni anziani, del calibro di Noel, mi hanno trasmesso un sentimento di viva preoccupazione e

anche di rabbia e di impotenza di fronte alla cecità dei potere. Da parte mia penso che non si debba cedere al

catastrofismo - quante cose inaspettate sono avvenute nella storia - ma rimanere vigili e fare quello che si può,

ognuno al proprio posto.  Forse un giorno sapremo di più su questo e altri misteri, ma ciò non può distoglierci, fin da

ora, dal vivere in modo responsabile.

Guido Vergani

(nota: le immagini pubblicate sono tratte dal sito "Non solo Ufo")

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Il Libro Bianco del Cun, parte 1: misteri nei cieli 03-12-2011

Il caso del 1986 in Brasile e l'aereo dell'Usaf pedinato nel 1957

Lo scorso 22 ottobre a Roma, il Cun (Centro Ufologico Nazionale) ha presentato il suo Libro Bianco. In pratica è una

rassegna su un certo numero di casi (internazionali) dell'ufologia considerati a "prova di bomba" (e di miscredente), Il

lavoro svolto è davvero importante, sia per la quantità di materiale offerto sia per la qualità dei contenuti. Dedico

pertanto un paio di post del blog per riportare quanto illustrato, detto che chi fosse interessato alla totalità del Libro

Bianco (trasferito su un pratico Cd), può contattare direttamente il Cun mediante i link che trova sul suo sito. Per

cominciare, vi propongo due episodi catalogati tra i cosiddetti "casi tipo": il primo si riferisce a quanto accadde in

Brasile tra San Paolo, Rio de Janeiro e Anàpolis la notte del 18 maggio 1986; il secondo evento, invece, è la

ricostruzione del famoso "pedinamento" di un ricognitore RB-47 dell'Usaf da parte di  un oggetto non identificato.

L'evento avvenne il 17 luglio 1957 nella parte meridionale-centrale degli Stati Uniti. I collegamenti sono qua sotto: si

tratta di file pdf un p0' pesanti; abbiate pazienza nell'aprirli, con la solita procedura di cliccare una seconda volta sul

nome del file nella pagina che si aprirà.

 NUUBrevFA-Ita

UFORB47-Ita

Mistero Bufo 214Mistero Bufo 214

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Il Libro Bianco del Cun, parte 2: i discorsi all'Onu

08-12-2011

Gairy, Hynek e McDonald: tre richieste di verità

Ecco la seconda "puntata" di Mistero bUFO dedicata al Libro Bianco che il Cun (Centro Ufologico Nazionale) ha

presentato a Roma lo scorso 22 ottobre. Dopo avervi proposto il caso del "pedinamento" di un aereo dell'Usaf nel

1957 da parte di Ovni e quello degli episodi avvenuti in Brasile in una notte del maggio 1956, pubblico tre importanti

interventi fatti addirittura alle Nazioni Unite. Molti pensano che Governi e autorità in senso lato preferiscano tacere la

verità sugli Ufo. Qualche volta capita che esperti della materia, che di questa "copertura" sono assolutamente convinti,

si esprimano senza reticenze e con la massima libertà concettuale e d'espressione. I discorsi che trovate nel link in

calce (ricordo che aprono file in pdf, dunque un po' macchinosi) sono stati tenuti da sir Eric Gairy, nel 1978 primo

Ministro di Grenada, da parte del dottor Josef Allen Hynek, uno dei massimi ufologi della storia, e da James E.

McDonald, professore dell'Università dell'Arizona. Ricordo infine che contattando il Cun è possibile avere l'intero Libro

Bianco, trasferito su un comodo Cd.

Discorso Gairy Onu-1978

Discorso Hynek ONU-1978

Discorso McDonald ONU-1967

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"Gli Ufo di Hitler? Una bella storia. Senza prove"

19-12-2011

Il maggior esperto planetario del cosiddetto filone Ufo-dischi volanti-nazismo è un italiano. Meglio, è un appassionato

ufologo del Cisu: Maurizio Verga, comasco, 48 anni, imprenditore nella moda e con una curiosità che lo spinge "ad

approfondire ogni argomento che mi interessa senza accettare nulla, in un senso e nell'altro, per partito preso". Verga

è anche l'inventore e il curatore di Wikiufo, l'equivalente di Wikipedia applicato alla materia degli Ovni. "Dal 1981 -

spiega - ho vari interessi, ufologici e paraufologici. Adesso, ad esempio, mi sto occupando del cosiddetto 'mito

marziano'. Comunque, ho sempre seguito il filone delle armi segrete tedesche, che non sono solo le ben note V1 e V2

ma anche le cosiddette 'armi meravigliose' e così pure aggeggi da fantascienza quali il dispositivo che spara il raggio

della morte. Era inevitabile che approdassi anche alla storia dei dischi volanti. Mi sono costruito l'archivio più fornito al

mondo e ho pure creato un sito in lingua inglese, www.naziufo.com,  che mette a disposizione parecchio materiale".

History Channel si è accorto di lui e qualche anno fa ha realizzato un servizio di un'ora sugli Ufo di Hitler nel quale

Maurizio Verga è protagonista. Di recente, il documentario è stato riproposto. "History Channel ha visto il mio sito e ha

capito soprattutto che c'era un approccio diverso alla questione: è per questo che mi ha dato credito. Ovviamente, non

posso che esserne lusingato. Ad ogni modo, il materiale più significativo è quello contenuta in Wikiufo, sotto una voce

appositamente dedicata. Ho citato anche personaggi sconosciuti ai più e una serie di informazioni inedite. Però

l'aspetto fondamentale è che ho documentato tutto".

Che cosa c’è di vero, allora, sui dischi volanti di Hitler?

"Servono alcune premesse di ordine storico. Nel 1950 Giuseppe Belluzzo, già ministro di Mussolini nel 1924, un tipo

davvero 'tosto' esperto di turbine,  scrive sul Giornale d'Italia: “Quei dischi volanti li ho inventati io. Le nazioni vincitrici

del secondo conflitto mondiale hanno solo sviluppato una mia idea” Ma su Der Spiegel, a marzo di quello stesso

anno, compare l'intervista a un altro tecnico che dichiara: 'I dischi sono stati fatti e sperimentati da me'. In

realtà aveva lavorato all'idea di un elicottero in grado di superare il muro del suono, velivolo di sicuro originale ma non

imparentato con i dischi volanti. Non è finita. Dal ’52 al ’54 spuntano altri personaggi, in concomitanza con vari

avvistamenti di oggetti volanti. Tutti ingigantiscono un po’ le loro testimonianze, ma il risultato è che se ne parla in

tutto il mondo e si comincia anche a sostenere che in realtà questi velivoli  potrebbero essere opera terrestre. Questa

è una verità storica, però tutte le affermazioni hanno un difetto: non sono documentate. Non ci sono i prototipi, ad

esempio. Alcuni di questi presunti velivoli, poi, erano aerodinamicamente impossibili. Pertanto, c’è chi ha sfruttato e

ha galoppato la situazione, vuoi per rendere più credibili loro stessi e trarre dei vantaggi, vuoi per sfruttare quella che

io chiamo la 'fascinazione del male', cioè la tecnologia nazista che ha sempre fatto presa e clamore".

Pare di capire che è necessario fare un bel passo indietro, allora...

"Quanto ho appena raccontato appartiene agli anni 50: di Ufo si era cominciato a parlare da poco e c'era, inoltre, un

contesto storico ben preciso. Poi ci fu un ritorno di fiamma negli anni 80: l'argomento tornò a tenere banco

all'improvviso, addirittura con soluzioni estremiste legate al presunto IV Reich e all'Antartide quale posto della razza

eletta".

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La fantasia ha galoppato...

"Assolutamente sì, parliamo pure di 'panzane' galattiche, magari buone per farci al massimo dei film: in primavera, per

dire,  uscirà una pellicola finlandese, in lavorazione su IronSky (www.ironsky.net), che parla della storia di una base

lunare tedesca. C’è anche stata una componente ideologica e politica, a causa di gruppi neonazisti: le storie degli

anni 50 sono state riprese e amplificate. Tra le varie esagerazioni non manca nemmeno la 'joint venture' con i

giapponesi che avrebbe permesso ai nazisti, nel 1944, di sbarcare su Marte.... Insomma, le forzature sono state

numerose e assortite. Ci sono stati personaggi, come Renato Vescovo, che hanno sostenuto che i dischi volanti

erano di costruzione inglese; e c'è chi ha dipinto lo scenario in base al quale società segrete tedesche sarebbero state

in contatto con gli extraterrestri per dominare il mondo. I cattivi, dunque, alleati con gente non meno malvagia".

Lo zampino alieno è davvero da escludere in questa storia?

"La vicenda non è monolitica. Il filone principale vuole che si tratti di manufatti 'terrestri' e tedeschi. Però esistono

sfumature e variazioni sul tema, come quella secondo la quale negli anni 30 i nazisti avrebbero recuperato un disco

volante alieno e sfruttato quella tecnologia. Sinceramente lo ritengo molto improbabile, così come è improbabile che

non ci sono evidenze perché, al finire della guerra, i nazisti avrebbero distrutto tutte le prove".

Ma Maurizio Verga, in tema di alieni e Ufo, è un credente oppure no?

"Non ho un approccio negazionista tout court, mi piace capire e scavare nei temi per afferrare quello che c’è alle

spalle. E non mi fido di chi dice delle cose senza supportarle con prove concrete. Insomma, non credo tanto per il

gusto di credere: preferisco valutare le situazioni. Vale anche su altri fronti, ad esempio quello religioso: più che

essere credente o ateo, mi ritengo agnostico".

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Dibattiti bUFI / 6 - Rissa Usa-Urss sulla sonda

marziana Il complotto va esteso alla questione

aliena?

29-11-2011

E' di nuovo tensione tra Usa e Russia, dopo che quest'ultima, per bocca del generale Nikolay Rodionov, ha accusato

Washington di aver sabotato, tramite una stazione radio sperimentale in Alaska, una sonda destinata a sbarcare su

Marte.  Per ulteriori dettagli vi rimando all'articolo pubblicato da Corriere.it (lo trovate a questo link). Ma la diatriba, in

apparenza solo circoscritta all'ambito politico e spaziale, in realtà è molto più ampia e, volendo, può anche approdare,

mediante un processo a cascata, anche alla materia del nostro blog. Ovvero. Rodionov ha apertamente scomodato la

teoria del complotto da parte degli Usa, finalizzato alla creazione di una superbomba. Non solo: si fa pure esplicito

riferimento al silenzio degli Usa, una strategia già usata sul tema scottante dell'Area 51, con annessi e connessi

(inclusa la tesi che nella base supersegreta ci sarebbero prove dell'esistenza degli extraterrestri, con tanto di risvolti di

ordine tecnologico). L''argomento che vi propongo per la discussione è dunque questo: credete davvero che gli Usa la

raccontino giusta su tutti i fronti, in particolare, nel nostro caso, su quello alieno? Questo modo di fare non li scredita a

tutto tondo, innescando il sospetto che davvero non vogliano ammettere certe cose?

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C'e' una nave aliena dalle parti di Mercurio?

09-12-2011

In diretta dal sito di Discovery News, su segnalazione del collega Paolo Virtuani di Corriere.it (ha delle serie pendenze

con i Dargos, sta cercando di risalire la china e se non altro e' apprezzabile lo sforzo...): c'e' (ci sarebbe) una nave

spaziale aliena mascherata dal pianeta Mercurio.  Ian O'Neill, analista di Discovery, scrive cosi', riportando la

descrizione fatta da un frequentatore di Youtube  (tale siniXster: e il nome, in verita', non e' molto promettente...) che

ha usato il sito web SECCHI della Us Navy (la Marina statunitense, ndr) e ha prodotto un video:  "Sembra proprio che,

mentre documentava una massiva eruzione della corona solare, una delle apparecchiature di osservazione della

Nasa abbia scoperto una nave spaziale aliena celata dal piccolo pianeta Mercurio. Quello che appare, e' straordinario:

l'oggetto e' cilindrico su entrambi i lati e al centro e' dotato di una forma che a mio avviso fa si' che non possa essere

altro che una nave spaziale". Come forse molti di voi ricorderanno, tempo fa s'era parlato di ipotetici vascelli alieni

anche dalle parti degli anelli di Saturno: traffico in aumento, se lo scoprono i nostri governanti va a finire che ci

piazzano uno Spaziovelox per raggranellare qualche soldo... Comunque, vi passo in visione pure il video per i vostri

commenti (nel caso il vostro pc vi chieda un aggiornamento di Adobe Flash, cliccate pure no: dovrebbe funzionare

ugualmente)

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=6X96xI1gLdQ&feature=player_embedded[/youtube]

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Il Libro Bianco del Cun, parte 3: frasi celebri sugli

Ufo

12-12-2011

Concludo la rassegna sul Libro Bianco presentato dal Cun a ottobre a Roma con un post semplice e a mio avviso

interessante: una rassegna di "hanno detto" - in materia ufologica - di eminenti personaggi della scienza, della

psicologia, della politica e del mondo militare. Da Einstein a Jung, a Lenin, a Rubbia, a Gorbaciov, a Reagan e a tanti

altri: ecco che cosa hanno pensato, o pensano, alcuni "grandi" del pianeta sul tema dell'esistenza di certi fenomeni e,

soprattutto, della possibilità che ci siano la vita e civiltà evolute oltre la nostra Terra.

"I dischi volanti? La gente ha indiscutibilmente visto qualche cosa".

 (Albert Einstein)

"Il problema più importante che dobbiamo affrontare alle Nazioni Unite dopo la guerra del Vietnam, è il fenomeno

Ufo".  Dichiarazioni al "New York Post", 27-6-1967. Ma il 23-1-1970 U Thant, interrogato dai giornalisti a proposito

degli Ufo al suo arrivo a Ottawa in Canada, rispose: "Ci sono cose sulle quali mi è stato proibito di parlare".

(U Thant,  Segretario Generale delle Nazioni Unite)

"E’ mia opinione che i dischi volanti siano vere apparizioni  materiali, entità di natura sconosciuta proveniente

probabilmente dagli spazi  e che erano già visibili, forse da lungo tempo agli abitanti della Terra, ma che per il resto

non hanno rapporti di sorta col nostro mondo". Intervista all’Europeo, 10 agosto 1958.

(Carl Gustav Jung)

"Se riuscissimo a stabilire delle comunicazioni interplanetarie, tutti i concetti filosofici, morali e sociali dovranno essere

riveduti. Ciò imporrebbe la fine della regola della violenza quale mezzo e metodo di

progresso...(1920)".                           (Vladimir Il'i Ul'janov Lenin, durante un' intervista allo scrittore britannico Herbert

George Wells )

"Certamente gli UFO sono reali e sono di origine interplanetaria. Le prove accumulare sulla esistenza  degli

UFO  sono moltissime ed io accetto la realtà della loro esistenza".  "Sono convinto che questi oggetti esistano e che

non sono fabbricati da nazion della Terra." "Io non vedo altra alternativa che l'accettare il fatto che siano di origine

extraterrestre".

(Lord Hugh Dowding , Air Chief Marshall, commanding officer della Royal Air Force durante la Seconda Guerra

Mondiale, dichiarazione  nel 1954)

"Sono convinto da molto tempo che i dischi volanti sono reali e di origine interplanetaria. In altre parole, noi siamo

osservati da esseri che vengono da un altro

pianeta".                                                                                                                                     (Albert M. Chop, Direttore

Ufficiale della Stampa della NASA e suo portavoce  già esperto civile dell'Aeronautica Militare degli Stati Uniti, in fatto

di UFO, e portavoce Stampa dell'A.T.I.C.)

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"Questi oggetti volanti sono stati costantemente osservati dagli scienziati dell'Osservatorio Centrale Aerologico di

Mosca, e in considerazione anche  dei ripetuti avvistamenti da parte americana, indiana e giapponese negli ultimi

vent'anni, non rimane alcun dubbio circa la loro esistenza".         

(Prof. Felix Zigel, astronomo sovietico, Scuola di aviazione di Mosca)

“Ci sono quintali di materiale ufficiale sugli UFO tenuti segreti negli archivi nazionali. E’ probabile che altre civiltà

stellari stiano cercando di mettersi in contatto con il nostro mondo. Io ho visto un UFO nell’ottobre del 1969”.

(Jimmy Earl Carter, Presidente degli Stati Uniti)

"Abbiamo grandi problemi di cui occuparci e forse non riusciamo e non possiamo occuparci anche di UFO. Ma è un

capitolo che non bisognerebbe lasciare cadere del tutto".

(Carlo Rubbia, Premio Nobel)

Il presidente Reagan già nel 1981 ha insistito: "Noi possiamo venire invasi dallo spazio". Nel dicembre del 1985, nel

suo primo incontro con Gorbaciov. Reagan disse: "la Terra può essere oggetto di un attacco proveniente dallo

spazio". Più avanti, il 21-9-87, parlando a nome degli Stati Uniti, Reagan pose di nuovo la questione. Il 6-5-88, tre

mesi prima di lasciare la presidenza, Reagan insisté ancora sul pericolo di una invasione extraterrestre.

(Ronald Reagan,  Presidente degli Stati Uniti)

In una riunione a Mosca nel 1987, in presenza di scienziati e scrittori, Gorbaciov accennò a cosa gli aveva detto

Reagan nel 1985, in merito alle attività ET sul pianeta, commentando: "non entrerò nel merito di una ipotesi del

genere, nonostante ciò penso che sarebbe prematuro preoccuparsi per un intrusione così". Tale concetto è stato

ribadito il 23 giugno 06 a Venezia al Forum su “ I media tra i cittadini e il potere". (Michail Gorbaciov, ultimo Presidente

dell’Unione Sovietica)

"Gli Ufo volano da oltre mezzo secolo in totale libertà sui cieli del nostro pianeta, il governo degli Stati Uniti sviluppa

armi segrete per fronteggiare possibili attacchi provenienti dal cosmo, da un giorno all'altro potrebbe scoppiare una

guerra intergalattica e il vero motivo per cui è stato ordinato alla Nasa di realizzare una base sulla Luna entro il 2020 è

la volontà della Casa Bianca di monitorare da vicino i velivoli extraterrestri che vanno e vengono dalla Terra".

Discorso pubblico a Toronto il 25 settembre 2005.

(Paul Hellyer  ex Ministro della Difesa ed ex Vicepremier del Canada)

"Sapete che dovremo fare i conti con un attacco proveniente da  abitanti di altri pianeti? Tutti i Paesi della Terra

devono unirsi e formare un fronte comune". Discorso d'addio ai cadetti dell'Accademia Militare di West Point il 12

Maggio 1962

 (D. Mac Arthur, Generale USA)

"Sono convinto che gli esseri extraterrestri che stanno osservando la Terra ci abbiano visitato per  millenni in quelli

che oggi chiamiamo dischi volanti".

(Prof. Hermann Oberth, pioniere dell’astronautica)

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Ecco il Cinegiornale bUFO

16-12-2011

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=H04Gt9piwA0 [/youtube]Il dado è tratto. Lo avrebbe detto, secondo

Svetonio, Giulio Cesare al passaggio del Rubicone, dando il via alla seconda guerra civile. Ma lo diciamo anche noi di

Mistero bUFO per annunciare la partenza dell'iniziativa multimediale anticipata fin dall'estate. Mi riferisco al vero di un

"cinegiornale" (bUFO, ovviamente) che ha lo scopo di proporre e commentare filmati e foto di Ovni e dintorni. Il

conduttore è e sarà il nostro buon Fizu, al quale lascio il compito di essere un arbitro imparziale di quanto appare

nella rete, anche se ben sappiamo, ahinoi, che nell'era della ipertecnologia è facilissimo taroccare. Noi ci proviamo,

comunque, e chissà che nella messe di cose non vere si becchi qualcosa di interessante. Questa prima puntata ha un

taglio volutamente introduttivo e "soft". Il Fizu, che merita plauso e ringraziamento da parte di tutti noi, lavorerà per

sviluppare di volta in volta temi interessanti e curiosi. Ovviamente aspettiamo un contributo, in termini di consigli e

suggerimenti, anche da parte vostra.

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In un film l'abduction di Linda Cortile

22-12-2011

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=Aw-LNg6tOdM[/youtube]In attesa di poter esprimere un giudizio su Apollo

18, il film in arrivo anche in Europa (e che qualche amico del blog ha già visionato, provvedendo a stroncarlo...), vi

segnalo che sul grande schermo potrebbe approdare quanto prima un'altra vicenda a sfondo alieno e già trattata da

sceneggiati e documentari. E' la storia di Linda Cortile, pseudonimo di Linda Napolitano. Ho letto infatti che negli Usa

ci sarebbe di nuovo interesse ad occuparsi - dopo quello di Travis Watson ("Bagli0ri nel buio") - del caso di questa

donna che fu protagonista di un'avventura classificata come uno dei più clamorosi episodi di abduction. Fatti con

parecchi testimoni e, addirittura, avvenuti davanti a un pezzo grosso dell'Onu. Chi era? Leggete fino in fondo e lo

scoprirete. Ecco allora la vicenda, riportata sintetizzando il racconto scritto Roberto Malini e Margherita Campaniolo

nel loro dizionario enciclopedico sugli Ufo (Edizioni Giunti Demetra).

E’ la notte del 30 ottobre 1989, Linda Cortile e suo marito stanno dormendo nel loro appartamento al dodicesimo

piano di un grattacielo tra Monroe street e l’FDR drive, nella zona tra Brooklyn Bridge e Manhattan Bridge. Nella

stanza di fronte a quella dei genitori, invece, riposano i due figli maschi della coppia. Alle 3 del mattino, Linda si

sveglia e si accorge di non riuscire a muoversi: è paralizzata, i suoi muscoli non rispondono ai suoi comandi. L’unico

movimento che può fare è ruotare gli occhi e guardarsi attorno, ma non ha nemmeno il tempo per rimanere sbigottita

e cercare di capire che cosa l’ha bloccata a quel modo: all’improvviso, tre figure dall’aspetto semiumano, dalla pelle

grigia, dotate di teste grosse e sproporzionate, con occhi neri, grandi e mandorla, penetrano nella stanza e si

avvicinano al letto. La signora Cortile (o Napolitano), terrorizzata, non pensa tanto a se stessa quanto ai suoi bambini

e a suo marito. Teme che quegli esseri mostruosi – per quanto delle dimensioni di nani – possano fare del male al

marito o ai figli. Ma proprio in quel momento la toccano e Linda balza fuori dal letto, rannicchiata in posizione fetale,

levitando nell’aria. Assieme alle creature esce dalla stanza volando e passando per la finestra chiusa. Sopra il

grattacielo, un raggio blu scende sulle quattro figure e le attira verso una sorgente luminosa, che in realtà è un disco

sospeso nel cielo. Una volta entrata nell’Ufo, la Cortile si ritrova su un lettino: gli esseri cominciano a “visitarla”,

maneggiando strumenti strani e usando anche tecniche dolorosissime, come la trapanazione dell’interno di una narice

con una punta rotante. La poveretta perde i sensi, ma quando si riprende è di nuovo nella sua camera, a fianco del

marito. Istintivamente corre nella stanza dei figli e trova i due ragazzi distesi nei letti ma rigidi e privi di respiro. Solo

dopo qualche minuto le loro membra si sciolgono e la situazione si nornalizza. Ma ce n’è d’avanzo per non lasciare

questa avventura senza un seguito. L’indomani la donna chiama l’ufologo Budd Hopkins, che la convince a sottoporsi

all’ipnosi regressiva. Linda non solo ricorda quanto ha appena vissuto, ma nella sua memoria riaffiorano analoghe e

precedenti esperienze, caratterizzate a loro volta dalla manipolazione del suo corpo da parte degli esseri alieni. Una

radiografia rivela addirittura la presenza di un minuscolo corpo cilindrico nella sua testa (evidentemente impiantato

con il trapano), ma giorni dopo l’oggetto sparisce e Linda riferisce che l’espianto è avvenuto nel corso di un altro

rapimento. Ma la storia ha un seguito per certi versi ancora più sconcertante e clamoroso. Sei mesi dopo i fatti, due

guardie del corpo contattano Hopkins con una lettera e gli riferiscono che la notte del 30 ottobre 1989 erano in

servizio e accompagnavano in un auto un importante uomo politico. Mentre transitavano sul Ponte di Brooklyn, l’auto

si blocca all’improvviso e il motore si spegne. Uscendo dalla vettura e guardandosi attorno, uno dei agenti nota un

disco luminoso fermo nell’aria, al di sopra di un grattacielo di Manhattan. Il collega non può che confermare. Il “pezzo

grosso” pure. Scambiandosi i binocoli, i testimoni notano un dettaglio sconvolgente: gli umanoidi e la donna, in

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vestaglia da notte, che uscivano da una finestra del dodicesimo piano e finivano  “catturati” dalla luce mediante un

raggio tra il celeste e il blu. La lettera riporta particolari addirittura sconosciuti alla signora Cortile: l’Ufo, ripartito verso

l’alto, si è poi fermato nel cielo e infine è entrato nel fiume Hudson. Tutta questa ricostruzione è stata

successivamente confermata, sempre con una lettera a Hopkins, da una donna che era a sua volta rimasta in panne,

come tanti altri automobilisti, sul ponte. L’identità dell’uomo politico? Si dice che fosse Javier Perez de Cuellar,

all’epoca segretario generale dell’Onu.

Tutta l'annata 2010 è ora scaricabile

Dopo il cinegiornale bUFO, ecco un'altra novità per il nostro blog. Se date un'occhiata sulla colonna di destra,

ora trovate anche il "tassello" grazie al quale, cliccandovi sopra, potete scaricare tutti i post del 2010. Quelli del 2008 e

del 2009 sono su Cd (a richiesta, se ne possono ancora avere delle copie), mentre questo meccanismo on line sarà

ripetuto pure negli anni a venire (ovviamente finché il blog esisterà). Insomma, Mistero bUFO come gli Xfiles: per ogni

stagione, una raccolta di quanto viene pubblicato.

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Dibattiti bUFI / 7 - Gli alieni ci evitano?

27-12-2011

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=VGNzsKqx2vA[/youtube]Settimo appuntamento con i dibattiti bUFI, in

attesa di chiudere il 2011 - do un'anteprima - con un post dal taglio miscredente. Ma questo non significa aprire le

gabbie e lasciare campo libero agli amici "miscre": diciamo che, una tantum, anche loro hanno diritto a un po' di

ricreazione; non tutti fanno infatti la fine del Positivista, che sta proseguendo con profitto (e in silenzio) la sua fase di

recupero e di affiliazione alla schiera dei credenti. Ad ogni modo, tornando a noi, il tema che propongo per la

discussione è il seguente: gli Alieni non sono propensi a palesarsi (salvo rare eccezioni, come sostengono gli addotti)

perché non intendono mescolarsi con l'Uomo, razza cialtrona e dalla dubbia moralità? Oppure ancora - e qui riprendo

il tema dello spot di Greenpeace che circola da qualche mese e che trovate nel filmato di Youtube - scappano dalla

Terra perché vedono quanto noi siamo "cattivi" con il nostro pianeta e con l'ambiente che la natura ci ha dato? Buona

discussione.

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