l'Olivo News n.2 Pieralisi Giugno 20132 N. 2/2013 NEWS Un progetto per la messa a punto di un...

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NEWS n.2 / 2013 II Trimestre / Anno XXIX Poste Italiane Spa Spedizione in Abbonamento Postale 70% Filiale di Ancona n Prezzi anomali? C’è il rischio frodi n Biologico ai raggi X n Contraffazione, sequestrati migliaia di litri di olio n Nasce un’impronta digitale di prodotto e territorio P2 n Extravergine, è la regionalità il fattore premiante n Olio Dop promosso P3 n Registro Sian obbligatorio per tutti n Via libera alla nuova etichetta d’origine n Vietata la dicitura “bassa acidità” in etichetta P4 n Bilancia commerciale ancora in attivo n Il mercato Usa vale oltre 400 milioni di euro P5 n Lavori ed interventi estivi nell’oliveto P6 n La nuova guida del Gambero Rosso esalta il DMF Leopard n Ricambi Pieralisi, nuovo negozio online n Novità ai vertici del Gruppo Pieralisi P7 n I frantoiani rilanciano con l’olio artigianale n Le donne nell’olivicoltura sono più istruite e più dinamiche n E in Sicilia nasce l’Igp extravergine d’oliva P8 Avevamo sottolineato, nel numero precedente, le complesse e per certi versi contraddittorie leggi all’interno delle quali il frantoiano si trova a dover sottostare. Questa volta vogliamo viceversa mettere in luce le normative - comunitarie e dunque con valenza anche nel nostro Paese - che gli consentono di poter valorizzare al meglio le proprie produzioni. Sono due in particolare. La prima è la “Co- municazione interpretativa sui rifiuti e sui sottoprodotti” n.59 del 2007, che individua i requisiti necessari per la categoria dei sottoprodotti (origine della sostanza, cer- tezza dell’impiego, impiego nel processo di produzione, requisiti merceologici di qualità e ambiente, assenza trattamenti preventivi preliminari, valore economico di mercato). Si tratta di una disposizione che certifica come un sottoprodotto, nel caso in cui ven- gano rispettati i requisiti sopra menzionati, diventi a tutti gli effetti un prodotto e non un rifiuto. Passaggio ulteriormente specificato nella seconda norma, la direttiva 2008/98/CE, dove si elencano le condizioni necessarie affinché il sottoprodotto possa essere distinto dal rifiuto. E sono cinque: sarà ulteriormente utilizzato, potrà essere utilizza- to direttamente senza alcun ulteriore trattamento diverso dalla normale pratica industriale, è prodotto come parte integrante di un processo di produzione, l’ulteriore utilizzo è legale, soddisfa la protezione della salute e dell’ambiente non comportando impatti negativi. Sono due norme che, per quel che concerne il settore olivicolo, danno piena legittimità alle tante altre sostanze da sfruttare in un’oliva dopo che ne è stato estratto l’olio, trasformandosi in prodotti e dunque risorse. Una legittimità che si concretizza al meglio nelle opportunità offerte dal Leopard, il Decanter Multi Fase frutto della tecnologia Pieralisi, che permette di recuperare all’interno del tamburo il famoso paté costituito dalla polpa e dall’umidità dell’oliva senza tracce di nocciolino. Il paté trova impiego per fini zootecnici come integratore alimentare, ma anche agronomici come ammendante del suolo, come combustibile negli impianti a biogas, nell’alimentazione umana come ingrediente della salute per produrre pane e prodotti da forno e per ottenere paté da olive spalmabile, grazie alle sue straordinarie quantità di polifenoli, carboidrati, acidi grassi mono e polinsaturi, zuccheri semplici, proteine. Ultima sperimentazione in ordine di tempo, l’impiego del paté nell’industria cosmetica per il suo elevato contenuto in polifenoli, difesa naturale contro l’invecchiamento della pelle. Ma tutto questo non deve far passare in secondo piano l’alta qualità, ancora più eccelsa, dell’olio estratto con il Leopard. Per questo si tratta di una tecnologia che sta trovando tante adesioni da parte dei frantoiani che hanno avuto modo di sperimentare direttamente i positivi risul- tati. Questo spiega perché, a fronte dei 40 frantoi che hanno lavorato con successo nel 2012 utilizzando il Leopard DMF (31 in Italia e 9 all’estero), in questa prima parte del 2013 si è già arrivati ad altri 48 nuovi impianti, distribuiti in tutta Italia, ma anche all’estero (Francia, Croazia, Algeria, Libia, Australia, Marocco, Sud Africa, Portogallo, Turchia e Cile). Una capillarità che dimostra come il Leopard si presti perfettamente ad ogni latitudine e soprattutto con ogni partita di cultivar lavorata. Al riguardo meritano di essere segnalate le aziende che nel corso dell’ultima campagna olivi- cola, proprio con il contributo offerto dalla nuova tecnologia DMF Pieralisi, hanno ottenuto prestigiosi riconoscimenti nei vari concorsi italiani ed internazio- nali. Tra queste, in Abruzzo, la Tenuta Sant’Ilario di Laila Colancecco e il Frantoio Zappacosta. In Campa- nia il Frantoio Ferraro e altre due aziende che hanno molito nello stesso impianto: l’azienda agricola Le Tore e l’Azienda Agricola L’Arcangelo. Nelle Marche l’azienda F.lli Chiodi. In Sicilia l’’Azienda Consoli Pasquale & F.lli Snc e i Frantoi Cutrera. In Toscana l’Azienda Franci Snc e l’Azienda Colli Etruschi. In Croazia l’Azienda Jukic. A loro si aggiungono tutte le Aziende che si sono viste attribuire “tre foglie” dalla speciale Guida del Gambero Rosso ed i cui nomi sono riportati nell’articolo all’interno. II frantoiano libero dalla morsa dei rifiuti Le normative comunitarie riconoscono piena legittimità ai sottoprodotti che grazie al Leopard del Gruppo Pieralisi diventano una preziosa risorsa, in aggiunta ad una qualità dell’olio più eccelsa

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NEWSn.2/2013II Trimestre / Anno XXIX

Poste Italiane SpaSpedizione in Abbonamento Postale 70%Filiale di Ancona

nPrezzianomali?C’èilrischiofrodinBiologicoairaggiXnContraffazione,sequestratimigliaiadilitridiolionNasceun’improntadigitalediprodottoeterritorio

P2nExtravergine,èlaregionalitàilfattorepremiantenOlioDoppromosso

P3nRegistroSianobbligatoriopertuttinVialiberaallanuovaetichettad’originenVietataladicitura“bassaacidità”inetichetta

P4nBilanciacommercialeancorainattivonIlmercatoUsavaleoltre400milionidieuro

P5nLavoriedinterventiestivinell’oliveto

P6nLanuovaguidadelGamberoRossoesaltailDMFLeopardnRicambiPieralisi,nuovonegozioonlinenNovitàaiverticidelGruppoPieralisi

P7nIfrantoianirilancianoconl’olioartigianalenLedonnenell’olivicolturasonopiùistruiteepiùdinamichenEinSicilianascel’Igpextravergined’oliva

P8

Avevamo sottolineato, nel numero precedente, le complesse e per certi versi contraddittorie leggi all’interno delle quali il frantoiano si trova a dover sottostare. Questa volta vogliamo viceversa mettere in luce le normative - comunitarie e dunque con valenza anche nel nostro Paese - che gli consentono di poter valorizzare al meglio le proprie produzioni. Sono due in particolare. La prima è la “Co-municazione interpretativa sui rifiuti e sui sottoprodotti” n.59 del 2007, che individua i requisiti necessari per la categoria dei sottoprodotti (origine della sostanza, cer-tezza dell’impiego, impiego nel processo di produzione, requisiti merceologici di qualità e ambiente, assenza trattamenti preventivi preliminari, valore economico di mercato). Si tratta di una disposizione che certifica come un sottoprodotto, nel caso in cui ven-gano rispettati i requisiti sopra menzionati, diventi a tutti gli effetti un prodotto e non un rifiuto. Passaggio ulteriormente specificato nella seconda norma, la direttiva 2008/98/CE, dove si elencano le condizioni necessarie affinché il sottoprodotto possa essere distinto dal rifiuto. E sono cinque: sarà ulteriormente utilizzato, potrà essere utilizza-to direttamente senza alcun ulteriore trattamento diverso dalla normale pratica industriale, è prodotto come parte integrante di un processo di produzione, l’ulteriore utilizzo è legale, soddisfa la protezione della salute e dell’ambiente non comportando impatti negativi.Sono due norme che, per quel che concerne il settore olivicolo, danno piena legittimità alle tante altre sostanze da sfruttare in un’oliva dopo che ne

è stato estratto l’olio, trasformandosi in prodotti e dunque risorse.Una legittimità che si concretizza al meglio nelle opportunità offerte dal Leopard, il Decanter Multi

Fase frutto della tecnologia Pieralisi, che permette di recuperare all’interno del tamburo il famoso paté costituito dalla polpa e dall’umidità dell’oliva senza tracce di nocciolino. Il paté trova impiego per fini zootecnici come integratore alimentare, ma anche agronomici come ammendante del suolo, come combustibile negli impianti a biogas, nell’alimentazione umana come ingrediente della salute per produrre pane e prodotti da forno e per ottenere paté da olive spalmabile, grazie alle sue straordinarie quantità di polifenoli, carboidrati, acidi grassi mono e polinsaturi, zuccheri semplici, proteine. Ultima sperimentazione in ordine di tempo, l’impiego del paté nell’industria cosmetica per il suo elevato contenuto in polifenoli, difesa naturale contro l’invecchiamento della pelle.

Ma tutto questo non deve far passare in secondo piano l’alta qualità, ancora più eccelsa, dell’olio estratto con il Leopard. Per questo si tratta di una tecnologia che sta trovando tante adesioni da

parte dei frantoiani che hanno avuto modo di sperimentare direttamente i positivi risul-tati. Questo spiega perché, a fronte dei 40 frantoi che hanno lavorato con successo nel 2012 utilizzando il Leopard DMF (31 in Italia e 9 all’estero), in questa prima parte del 2013 si è già arrivati ad altri 48 nuovi impianti, distribuiti in tutta Italia, ma anche all’estero (Francia, Croazia, Algeria, Libia, Australia, Marocco, Sud Africa, Portogallo, Turchia e Cile). Una capillarità che dimostra come il Leopard si presti perfettamente ad ogni latitudine e soprattutto con ogni partita di cultivar lavorata. Al riguardo meritano di essere segnalate le

aziende che nel corso dell’ultima campagna olivi-cola, proprio con il contributo offerto dalla nuova tecnologia DMF Pieralisi, hanno ottenuto prestigiosi riconoscimenti nei vari concorsi italiani ed internazio-nali. Tra queste, in Abruzzo, la Tenuta Sant’Ilario di Laila Colancecco e il Frantoio Zappacosta. In Campa-nia il Frantoio Ferraro e altre due aziende che hanno molito nello stesso impianto: l’azienda agricola Le Tore e l’Azienda Agricola L’Arcangelo. Nelle Marche l’azienda F.lli Chiodi. In Sicilia l’’Azienda Consoli Pasquale & F.lli Snc e i Frantoi Cutrera. In Toscana l’Azienda Franci Snc e l’Azienda Colli Etruschi. In Croazia l’Azienda Jukic. A loro si aggiungono tutte le Aziende che si sono viste attribuire “tre foglie” dalla speciale Guida del Gambero Rosso ed i cui nomi sono riportati nell’articolo all’interno.

II frantoiano libero dalla morsa dei rifiutiLe normative comunitarie riconoscono piena legittimità ai sottoprodotti che grazie al Leoparddel Gruppo Pieralisi diventano una preziosa risorsa, in aggiunta ad una qualità dell’olio più eccelsa

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2N. 2/2013 NEWS

Un progetto per la messa a punto di un sistema di allerta per la preven-zione del rischio di frodi tramite il monitoraggio dei prezzi dei prodotti oleari commercializzati con poten-ziali ribassi anomali. Lo ha avviato l’Inea - Istituto Nazionale di Econo-mia Agraria - su specifica richiesta dell’Ispettorato centrale per la qualità e la repressione delle frodi (Icqrf). Nel sistema, il prezzo al consumo viene individuato come indice princi-pale di anomalie nel settore e utilizza come input una serie di dati, quali: costi di produzione e certificazione, prezzi al mercato all’origine, margini di costi per la distribuzione. Il sof-tware restituisce una proiezione del prezzo al consumo che, quando ri-sulta più alto dell’effettivo prezzo del prodotto al punto vendita, produce una segnalazione d’allarme per l’Ic-qrf. Il paniere di prodotti bersaglio sul quale si è partiti per il monitoraggio del prezzo è costituito da oli 100% italiani e oli mediterranei. All’interno di queste due macro divisioni vengo-no monitorate le categorie di oli DOP, extra vergine di oliva 100% italiano,

Prezzi anomali? C’è il rischio frodiUn progetto dell’Inea su richiesta dell’Ispettorato centrale per la qualità e la repressione

Biologico ai raggi XUna summa dell’olivicoltura internazionale, con schede det-tagliate sui migliori oli biologici al mondo, prezioso vademecum per operatori, aziende e consu-matori attenti alla qualità dei prodotti. È la nuova “Guida ai migliori oli extravergini di oliva biologici del mondo 2013”, l’uni-ca nel settore, edita dal Premio Biol, il concorso-evento di Andria. La guida comprende un capitolo introduttivo su come riconoscere l’olio, seguito dalla corposa se-zione sui migliori extravergini bio dell’annata presentati per aree geografiche in singole schede. Queste ultime offrono tipo di cultivar, il profilo aromatico con il peso delle componenti frut-tato-amaro-piccante, i risultati dell’analisi sensoriale, foto del prodotto e tutti i riferimenti azien-dali. Il quadro completo degli strumenti, dunque, per scegliere l'olio in base ai propri gusti.

Contraffazione, sequestratimigliaia di litri di olioHa interessato anche il settore dell’olio l’attività di controllo e contrasto dei Nuclei antifrodi carabinieri (Nac) del Comando Carabinieri Politiche Agricole e Alimentari nel corso dell’anno 2012. Un’attività che ha visto il controllo di oltre 2500 aziende, con 438 soggetti deferiti all’autorità giudiziaria, l’accertamento di illeciti finanziamenti comunitari per oltre 8 milioni di euro, il sequestro di 7 mila tonnellate di prodotti alimentari e 3 milioni di euro di beni sottratti al circuito illegale.L’azione dei Carabinieri ha interessato l’intero territorio nazionale con controlli nelle aziende, sulla grande distribuzione organizzata, nei princi-pali centri commerciali, nei mercati, negli agriturismi e sul circuito della ristorazione. Per quanto riguarda l’olio si segnalano 2.600 litri di extravergine di oliva con etichettatura ingannevole e 60 mila confezioni ed oltre 1.700 litri di olio falsamente indicato come extra vergine di oliva. Sono stati anche sequestrati oltre 20.000 litri di olio extravergine d’oliva del valore di circa 160 mila euro commercializzato in paesi comunitari ed extracomunitari come “olio extravergine Dop” per mancanza della certificazione del Con-sorzio di tutela e dei documenti di tracciabilità del prodotto.

extra vergine di oliva, biologico e olio di oliva. I prezzi dei suddetti prodotti saranno rilevati nei principali mercati all’origine italiani, merce nuda (iva esclusa), che sono: Puglia, Calabria, Lazio, Marche, Sicilia, Toscana, Um-bria e Liguria. Il software elaborato permette di individuare prodotti carat-terizzati da ribassi anomali da tenere sotto osservazione e discriminare segnali di rischio vero da falsi allarmi

verificando la relazione al contesto temporale e geografico e monitorare la frequenza degli eventi fraudolenti. La procedura prevede anche l’analisi delle etichette e la verifica della loro rispondenza alla normativa vigente. Quelle non a norma saranno riportate in una banca dati che sarà utilizzata per un’analisi delle principali irrego-larità riscontrate. “È evidente che non si tratta di un sistema esaustivo e siamo consape-voli che non sempre un prezzo basso è indice di frode: si può trattare di un’azione di marketing del punto vendita attraverso la promozione di prodotti civetta, di smaltimento di prodotto invenduto prima dell’arrivo sul mercato di quello di nuova pro-duzione e quindi di una strategia di prevenzione delle perdite” ha riferito Alberto Manelli direttore generale di Inea, “tuttavia - ha poi continuato - rappresenta uno strumento che può offrire degli utili spunti per concentrare in maniera più mirata i controlli ad opera delle amministra-zioni competenti, riducendone i costi e aumentandone l’efficacia”.

Nasce un’impronta digitaledi prodotto e territorioÈ un interessante progetto per carat-terizzare l’olio extravergine di oliva e capire come il territorio possa influire sulla qualità del prodotto quello av-viato presso la Cooperativa olivicola Plenilia di Pianella (Pe), cliente Pie-ralisi, e sostenuto da uno specifico finanziamento del Psr dell’Abruzzo. Il progetto è denominato “Oliando” e vede coinvolti, oltre alla Cooperativa soggetto capofila, anche il centro di ricerca Cotir in collaborazione con Unaprol e Coldiretti Abruzzo. La caratterizzazione dell’origine delle produzioni sarà sviluppata tramite due tecniche: i sistemi informativi geografici (Gis) e la risonanza ma-gnetica nucleare (Nmr). Si punta insomma a creare una sorta di

impronta digitale, ottenuta attraver-so i più moderni sistemi di ricerca scientifica, che consentono di colle-gare le caratteristiche qualitative del prodotto al territorio di provenienza, nella fattispecie quello delle colline pescaresi. Con il risultato di rendere questo olio unico e inimitabile. “Alla fine del progetto - spiega Gianfranco D’Addario, presidente della Coopera-tiva Plenilia di Pianella - disporremo di una banca dati che ci permetterà di individuare le relazioni tra le pecu-liarità ambientali del nostro territorio e la qualità dei nostri oli”.L'aspetto innovativo del progetto è l'integrazione della tecnica Gis con quella NMR per lo sviluppo di un modello di studio multidisciplinare.

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3II Trimestre / Anno XXIX

Extravergine, è la regionalità il fattore premianteL’indagine di mercato SWG per Olio Capitale sovverte i risultati di 6 anni fa: l’identità territoriale diventa primo fattore nell’acquisto a discapito del prezzo. Più della metà degli italiani utilizza un unico olio in cucinaÈ la regionalità la caratteristica mag-giormente ricercata dagli italiani in un olio, seguita dalle certificazioni di qualità e dalla garanzia di produ-zione biologica. Nel 50% dei casi gli intervistati hanno infatti indicato di cercare un olio prodotto in una par-ticolare regione italiana, nel 40% un olio certificato Dop o Igp e nel 35% un olio biologico.Questo il risultato di una indagine condotta da SWG per Olio Capitale di Trieste per conoscere le tendenze d’acquisto e le tipologie di consumo del mercato italiano dell’extra vergine d’oliva. Lo studio, condotto con meto-do CAWI, ovvero tramite questionario on-line, ha coinvolto 1.500 famiglie con l’obiettivo di comprendere le dinamiche di evoluzione del mercato, gli orientamenti dei consumatori, le strategie necessarie ad arrivare prima e meglio sulle tavole e nelle cucine degli Italiani.All’interno del campione complessivo sono stati analizzati i comportamenti e gli orientamenti dei responsabili degli acquisti familiari, delle persone deputate alla preparazione dei pasti in famiglia, dei consumatori, dei cultori dell’olio extra vergine d'oliva. Tenuto conto del fattore determinan-

te legato alla regionalità dell’olio, l’indagine evidenzia che, tra le provenienze più ambite, spicca su tutte l’olio pugliese (22%), seguito dal toscano (16%) e dal ligure e si-culo (entrambi 8%). Nell’ideale podio degli oli più amati si ritrova pertanto l’intera Italia olivicola, con al primo posto la grande produzione meridio-nale, seguita da quella di dimensioni certamente più contenute del Centro e Nord Italia.Confrontando i risultati con una

Olio Doppromosso“L’olio extravergine Dop italiano è un olio di ottima qualità”: è quanto ha dichiarato Massimi-liano Dona, segretario generale dell’Unione Nazionale Consu-matori commentando i risultati delle analisi effettuate su alcuni tipi di olio extravergine Dop per verificarne la rispondenza alle caratteristiche previste dai disci-plinari di produzione.L’attività di analisi è stata ese-guita per rilevare eventuali ano-malie a tutela della trasparenza del mercato e della buona fede pubblica. Sono stati analizzati tre campioni provenienti dal Nord, dal Centro e dal Sud: il ‘Riviera ligure Dop’, il ‘Sabina Dop’ e il ‘Monti Iblei Dop’. La verifica è stata effettuata mediante con-trolli analitici su acidità, concen-trazione degli alchilesteri, analisi spettrofotometrica all’ultraviole-to e prove sensoriali.

analoga indagine condotta nel 2007, si evidenzia una interessante inver-sione di tendenza: mentre 6 anni fa l’origine incideva solo per l’8% sulla scelta, oggi è diventata il pri-mo fattore con il 34%. Allo stesso tempo il prezzo che nel 2007 faceva propendere la scelta dell’acquisto per il 31%, oggi si ferma all’8%. Oltre un italiano su 3, inoltre, dichiara di comprare olio direttamente dal pro-duttore: in questo modo può avere la certezza assoluta della provenienza delle olive.L’analisi di mercato si è soffermata anche su tendenze e tipologie di consumo: è ancora contenuta la percentuale di italiani che utilizzano abitualmente, a seconda delle prepa-razioni in cucina, più di un tipo d’olio d’oliva o extra vergine d’oliva. Nel 55% dei casi viene utilizzato un unico olio per tutti i consumi e gli usi, il 36% ne usa due (uno per il condimento a crudo e in cottura) ed è del 10% la virtuosa percentuale di italiani che ne usa diversi tipi a seconda degli usi e degli abbinamenti in cucina. Un quadro da cui si può dedurre che l’uso d’olio d’oliva o extra vergine d’oliva sia diffuso e consolidato nelle famiglie.

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4N. 2/2013 NEWS

Nuova etichetta d’origine per l’olio d’oliva e regole più severe per il prodotto offerto ai consumatore nei ristoranti. Lo annuncia la Commissio-ne europea dopo che l’Organizzazio-ne mondiale per il commercio non ha opposto alcuna critica alla proposta. Così, da gennaio 2014, sull’etichet-ta dell’olio d’oliva verrà riportata l’origine del prodotto con caratteri di mezzo centimetro nel campo visivo principale. Il nuovo provvedimento, sostenuto con forza dall’Italia, do-vrebbe soddisfare le richieste delle organizzazioni di produttori sulla tutela dell’origine dell’olio d’oliva in etichetta per aiutare il consumatore a scegliere in favore della qualità. Attualmente infatti l’origine dell’olio d’oliva è riportata nel dorso della confezione e in piccoli caratteri. Inoltre, per proteggere sempre me-glio i consumatori, la Commissione europea aveva introdotto anche

Registro Sian obbligatorio per tutti a partire dal 1° gennaio 2014Tracciabilità obbligatoria anche per gli oli di sansa e raffinati senza più alcuna deroga

Via libera alla nuova etichetta d’origine

Il decreto ministeriale 8077/2009 è ormai superato e dovrà essere aggiornato a causa dell’emanazio-ne, da parte dell’Unione Europea, del regolamento 299/2013, il 26 marzo scorso.Il nuovo regolamento europeo sta-bilisce che “le persone e i gruppi di persone fisiche o giuridiche che detengono, ai fini dell’esercizio della loro professione o a fini commerciali, olio d’oliva ed olio di sansa, dalla fase dell’estrazione al frantoio fino all’imbottigliamento incluso, hanno l’obbligo di tenere registri di entra-ta e di uscita per ogni categoria di questi oli”.La nuova normativa europea esten-de quindi il campo di applicazione della tracciabilità obbligatoria anche agli oli di sansa e agli oli raffinati, prima esclusi, ma soprattutto non ammette deroghe. Il DM 8077/09 invece prevedeva, all’articolo 7

comma 3 che fossero esclusi dal re-gistro telematico di carico e scarico “gli olivicoltori che commercializzano olio allo stato sfuso e/o confeziona-to, purché ottenuto esclusivamente dalle olive provenienti da oliveti della propria azienda, molite presso il proprio frantoio o di terzi.” In base alla nuova formulazione la platea degli esentati si riduce a sole tre categorie, ovvero per gli operatori che detengono oli esclusivamente “utilizzati per la preparazione di prodotti diversi dagli oli destinati all’alimentazione; destinati all’au-toconsumo; preconfezionati ed etichettati”. In base all’attuale formulazione della bozza di decreto, inoltre, non sarebbero tenuti al registro di carico e scarico anche quegli olivicoltori che cedessero l’intera loro produ-zione, in olive od olio, a un frantoio o a un commerciante. È sufficiente

invece confezionare anche una sola bottiglia per far scattare l’obbligo.Rimane il dubbio degli oli a denomi-nazione d’origine e quelli biologici. Tutti gli attori della filiera hanno chiesto di avere un unico registro dove effettuare le annotazioni, in un’ottica di semplificazione e snel-limento burocratico.Dal 1 gennaio 2014, quindi, tutti gli operatori dovranno dotarsi di Pin per accesso al sistema Sian ricordando che “le annotazioni nei registri si effettuano entro e non oltre il sesto giorno successivo a quello dell’ope-razione, giorni festivi compresi.” Le novità non riguardano solo la platea di operatori interessati dal registro Sian ma anche i control-li. A vigilare sarà il Dipartimento dell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agro-alimentari del Mipaaf.

(Teatro Naturale)

Vietatala dicitura “bassa acidità”in etichettaInserire la semplice dicitura “bassa acidità” in una etichetta di olio extravergine d’oliva è vie-tato. Lo ha chiarito il Dipartimen-to dell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agro-alimentari - Direzione Generale della pre-venzione e del contrasto alle frodi agro-alimentari in risposta ad uno specifico quesito posto.“In base all’art. 5, lettera d) del regolamento n. 29/2012 l’indi-cazione dell’acidità o dell’acidità massima può figurare unica-mente se accompagnata dalla menzione, in caratteri delle stesse dimensioni e nello stes-so campo visivo, dell’indice dei perossidi, del tenore in cere e dell’assorbimento nell’ultravio-letto, determinati a norma del regolamento (CE) n. 2568/91.L’articolo in questione non sem-bra derogare l’utilizzo nel dispo-sitivo di etichettatura di marchi contenenti un riferimento all’aci-dità e, pertanto, devono essere considerati un mero riferimento che implica il rispetto della pre-detta disposizione comunitaria.Del resto, quando il Reg. (UE) n. 29/2012 ha voluto preve-dere una deroga per l’utilizzo di marchi comprendenti talune diciture disciplinate dallo stesso, lo ha esplicitamente previsto. Si veda in proposito il paragrafo 3 dell’art. 4, in riferimento alla designazione dell’origine, e l’ultimo paragrafo dell’art. 5, in relazione alle caratteristiche organolettiche”.Pertanto l’indicazione della bas-sa acidità in etichetta, anche se corrisponde a un marchio, non è possibile.

una disposizione che prevede per i ristoranti, e in generale per il settore della ristorazione, l’utilizzo di bottiglie di olio d’oliva munite di un sistema di protezione che ne impedisce il riutilizzo quando il prodotto a cui si riferisce l’etichetta sia terminato. Ma il provvedimento è stato poi ritirato.Le nuove misure dovranno essere pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale dell’Ue entro questo mese di giugno

ed entrare in vigore dal 2014. Sod-disfazione è stata espressa dal neo ministro dell’agricoltura Nunzia De Girolamo, secondo la quale “sarà finalmente possibile verificare con maggiore facilità le caratteristiche dell’olio e la sua origine, con i con-sumatori che potranno comprendere in modo più semplice la provenienza e sapere se si tratta di olio italiano o proveniente da altri Paesi”.

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5II Trimestre / Anno XXIX

Bilancia commerciale ancora in attivo

Per il secondo anno consecutivo il saldo in valore della bilancia com-merciale italiana degli oli di oliva e sansa assume un segno positivo. Gli scambi con l’estero del 2012 - si evince da un’elaborazione Ismea sui dati Istat - si chiudono infatti con un surplus di 114 milioni di euro, dovuto a un minor esborso per le importa-zioni (-4,5%) accompagnato da un incremento del 2,5% del fatturato legato all’export.L’Italia ha acquistato olio dall’estero per circa 1,1 miliardi di euro a fronte di introiti che hanno superato 1,2 miliardi. Nei quantitativi scambiati le importazioni superano invece l’export per 183 mila tonnellate, un dato in riduzione del 18% rispetto al 2011.Nel complesso i volumi importati hanno sfiorato le 600 mila tonnel-late, con una flessione del 4,2% maturata per lo più nel segmento dell’olio di oliva - che rappresenta il 93% del totale - mentre per gli oli di sansa la flessione è stata del 3,4%.In particolare - sottolinea l’Ismea - sono diminuiti del 12% gli approv-vigionamenti dalla Spagna (il primo fornitore dell’Italia), con le vendite di Madrid frenate prima dalle pro-spettive e poi dalle conferme di un

Il mercato Usa vale oltre 400 milioni di euroVale oltre 400 milioni di euro il mercato dell’olio italiano negli Stati Uniti dove nel 2012 sono state esportate 133 mila ton-nellate (+5,3% rispetto all’anno prima) tra vergini ed extravergini. Numeri che confermano come il Paese a stelle e a strisce sia di gran lunga il mercato di rife-rimento per i produttori italiani, coprendo quasi il 30% del valore delle esportazioni. Ma proprio negli Usa dilaga il falso made in Italy agroalimen-tare che vale oltre 4 miliardi di dollari. Per questo motivo Mini-stero dello sviluppo economico, Istituto per il commercio estero e Unaprol hanno organizzato una serie di seminari dedicati a stampa specializzata e buyer, organizzati nell’ambito della prima intesa operativa per l’olio di oliva. Obiettivo: sensibilizzare verso il vero prodotto di alta qua-lità italiana nuove fasce di consu-matori e soprattutto giovani con alto reddito capaci di orientare le loro scelte di acquisto verso l’olio extra vergine di oliva di qualità superiore.

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Olio: la bilancia commerciale

Anno .000t mln€ Import Export Saldo Import Export Saldo 2000 438 298 -140 815 821 62001 520 301 -219 925 775 -1502002 560 324 -236 1.067 869 -1982003 532 316 -216 1.100 877 -2232004 585 337 -248 1.349 1.023 -3262005 495 373 -122 1.372 1.228 -1442006 462 325 -136 1.498 1.353 -1452007 542 328 -213 1.359 1.125 -2342008 517 336 -181 1.291 1.169 -1222009 497 327 -170 1.006 1.015 82010 612 381 -231 1.203 1.166 -362011 625 402 -223 1.209 1.237 292012* 599 416 -183 1.154 1.269 114Var.%12/11 -4,2% 3,5% -18,0% -4,5% 2,5% 294,9%

* Stime Ismea

forte calo produttivo per la nuova campagna olivicola.Quanto alle esportazioni, le 416 mila tonnellate spedite oltre frontiera segnano il nuovo record nazionale, facendo registrare una progressione del 3,5% su base annua. Decisivo

anche in questo caso il contributo dell’olio di oliva, in primis vergine ed extravergine, prodotti che insieme rappresentano il 70% delle vendite all’estero. Molto positiva la dinamica anche per il lampante, con volumi più che raddoppiati rispetto al 2011.

Olio,gliscambiconl’esterosisonochiusinel2012conunsurplusdi114milionidieuroAumentailfatturatodell’export(+2,5%),scendeinvecequellodell’import(-4,5%)

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conseguente riduzione dell’alternan-za produttiva. L’irrigazione può indurre incrementi della produzione (anche di oltre il 50%) per l’aumento dell’allegagione, la diminuzione della cascola nelle prime fasi di sviluppo dei frutti e il più intenso accrescimento degli stessi.La carenza idrica comporta minore sviluppo vegetativo, minore attività fotosintetica, minor numero di infio-rescenze, maggior aborto dell’ovario e minore allegagione, riduzione del peso dei frutti, del rapporto polpa-nocciolo e del contenuto in olio; comporta inoltre un anticipo dei processi di maturazione dei frutti, una diversa composizione chimica e sensoriale dell’olio (maggior pre-senza di sostanze fenoliche, minor presenza di sostanze aromatiche, e quindi oli più amari e piccanti, meno profumati), fino all’insorgenza del difetto sensoriale di fieno/legno in caso di stress idrico nell’ultima fase di maturazione dei frutti.Un uso improprio della pratica irrigua può peraltro indurre negli alberi una eccessiva produzione di rami a legno ed uno squilibrio in senso vegetativo che dovrà essere opportunamente gestito, con dispendio di risorse e

6N. 2/2013 NEWS

Gestione dell’inerbimento

Nonostante la buona resistenza alla siccità, la carenza di acqua rappre-senta il principale fattore limitante la produttività dell’olivo in molte aree olivicole. L’irrigazione pertanto costituisce una pratica che può potenziare notevolmente l’attività vegeto-produttiva dell’olivo. Nelle piante giovani che, avendo un apparato radicale ancora poco sviluppato e superficiale, hanno limi-tate capacità di approvvigionamento idrico, l’apporto irriguo accelera l’accrescimento ed il completamento della struttura scheletrica ed anticipa l’entrata in produzione, mentre nelle piante adulte favorisce il rinnovo della vegetazione e l’ottenimento di eleva-te produzioni. Il maggior sviluppo dei germogli costituisce il presupposto indispensabile per un’elevata frutti-ficazione nell’anno successivo, con

Lavori ed interventi estivi nell’olivetoAttenzioneallacarenzaidrica,opportuninuovisfalcisuiterreni,attivitàdimonitoraggioperlamosca

di manodopera. Inoltre, le piante vengono maggiormente esposte ad alcuni attacchi parassitari e vengono modificate le caratteristiche compo-sitive degli oli (minor contenuto in sostanze fenoliche).

SfalcioIn terreni inerbiti, dopo un primo sfal-cio delle erbe alla fine delle piogge in-vernali (aprile), è opportuno eseguire altri tagli quando il cotico raggiunge 15-20 cm di altezza, per limitare la competizione idrico-nutrizionale nei confronti degli olivi; possono essere utilizzati barra falciante o trinciaerba; il taglio va eseguito a 5-6 cm da terra per non pregiudicare la capacità di ricaccio; la biomassa prodotta va lasciata in superficie come strato pacciamante. Si ricorda l’importanza dell’inerbimento e della trinciatura

Raggrinzamento dei frutti a seguito di stress idrico

delle erbe ai fini del miglioramento della struttura fisica, dell’apporto di sostanza organica, della migliore agibilità del terreno durante le opera-zioni di raccolta, della protezione del terreno da smottamenti ed erosione.

Al via il monitoraggio In estate è opportuno iniziare l’attività di monitoraggio per la mosca dell’oli-vo; a partire da fine giugno - inizio

luglio è utile istallare trappole (2-3/ha) per valutare l’andamento della po-polazione adulta di mosca e prelevare periodicamente campioni di olive su cui verificare il livello di infestazione, costituito da uova e giovani larve. Prende il via la generazione carpo-faga di tignola (Prays oleae) che si svilupperà a carico dei giovani frutti in accrescimento; è quindi opportuno monitorare il volo degli adulti instal-lando in campo trappole a feromone ed effettuare campionamenti perio-dici dei frutti per valutare l’entità dell’infestazione. Si consiglia di avvalersi delle indica-zioni dei sistemi di avvertimento set-timanali - Notiziari agrometereologici, o del supporto specifico di tecnici direttamente in azienda.La cocciniglia mezzo grano di pepe (Saissetia oleae) si prepara alla deposizione delle uova; piuttosto frequente è anche la cocciniglia co-tonosa (Philippia oleae); l’emissione di melata determina lo sviluppo di fumaggine, che crea una patina scura sulle foglie riducendo l’attività fotosintetica. Una razionale gestione dell’oliveto, oltre che i numerosi nemici naturali, sono generalmente sufficienti a contenerne i danni. In

caso di elevate infestazioni, nel mese di luglio è opportuno intervenire con oli minerali bianchi sulle forme giova-nili dell’insetto.Forti temporali estivi o grandinate possono favorire la diffusione della rogna; in tal caso, soprattutto su varietà sensibili (es. Frantoio), è opportuno effettuare trattamenti a pieno campo a base di rame, che svolgono una azione preventiva, purché impiegati in maniera tempe-stiva prima dell’inizio del processo infettivo.

Potare in estate?La potatura estiva è utile nella fase di allevamento delle giovani piante per selezionare i germogli che formeran-no le branche principali, e nelle piante adulte in squilibrio vegeto-produttivo, in cui polloni e succhioni siano par-ticolarmente numerosi, ovvero nei seguenti casi:- apparato radicale e chioma non in equilibrio- potatura o ombreggiamento ec-cessivi- pianta troppo vigorosa per ecces-so di irrigazione o di concimazione azotata.

Barbara Alfei

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7II Trimestre / Anno XXIX

Il significativo incremento del nume-ro delle aziende presenti nella nuo-va edizione della guida Oli d’Italia 2013 del Gambero Rosso, va di pari passo con un generalizzato aumen-to della qualità dei prodotti. Segno, questo, della volontà da parte dei produttori di mettersi sempre di più in gioco in un settore che dimostra le sue straordinarie potenzialità anche sui mercati esteri.Quest’anno ad aumentare in modo significativo è stato il numero degli

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La nuova guida del Gambero Rosso esalta il DMF LeopardSalgonoda138a183le“TreFoglie”,numerosequellediaziendecheusanolatecnologiaPieralisi

oli che hanno guadagnato le “Tre Foglie”, passati dai 138 dello scor-so anno a 183 di questa edizione.Un dato estremamente importante in quanto le “Tre Foglie” rappresen-tano il massimo riconoscimento della guida dell’eccellenza made in Italy e che rispettano i parame-tri del disciplinare Unaprol I.O.O% Qualità Italiana che garantiscono al consumatore provenienza e qualità. Tra le aziende premiate emergono quelle che hanno prodotto l’olio con

l’estrattore Leopard DMF, decanter multi fase, a conferma delle eccel-lenti performance che l’innovativo sistema di estrazione messo a pun-to dal Gruppo Pieralisi garantisce.Ecco i frantoi che hanno utilizzato con successo il decanter DMF e i rispettivi oli premiati dalla guida Oli d’Italia 2013: Frantoio Franci (Gr) con Gran Cru Monocultivar Frantoio, Villa Magra e Monocultivar Olivastra Seggianese; Frantoio Monteschavo (An) con 4 Ore Monocultivar Carbon-

cella e 4 Ore Monocultivar Sargano; Coop. Agr. Colli Etruschi (Vt) con Evo Dop Tuscia Monocultivar Cani-nese, Io Bio Monocultivar Caninese e Colli Etruschi Classico; Frantoi Cutrera (Rg) con Primo DopMonti Iblei Monocultivar Tonda Iblea, Gran Cru Monocultivar Nocellara del Belice, Gran Cru Monocultivar Cerasuola e Riserva Monocultivar Tonda Iblea; Tenuta Sant’Ilario di Colancecco Laila (Te) con Elio Classico.

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Con l’obiettivo di rafforzare la ripresa e favorire le potenzialità di sviluppo sui mercati internazionali, il Gruppo Pieralisi annuncia l’ingresso di Mau-ro Frattesi nel ruolo di Direttore Generale. Mauro Frattesi, 58 anni, Ingegnere meccanico da 110 e lode, vanta un curriculum di tutto rispetto e un’esperienza pluriennale d’altissimo livello acquisita in realtà industriali di rilievo del panorama internazionale. Opererà nella sede principale del Gruppo a Jesi.

Novità ai verticidel GruppoPieralisi

NOTIZIE DALL'AZIENDA

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“L’olio artigiano non è concorrente con quello confezionato dalle aziende industriali. È un olio fatto a regola d’arte. È un altro prodotto”. Questa la filosofia che ha fatto da sfondo al terzo congresso dell’Associazione italiana frantoi oleari (Aifo) tenutasi a Sorrento dove ha lanciato un nuovo progetto sul fronte della produzione di qualità. “Riteniamo l’olio artigianale la nuova frontiera della qualità - ha detto il vicepresidente di Aifo, Giam-paolo Sodano - perché realizzato spesso da imprese di medio-piccole dimensioni e che deve la sua qualità alla sapiente miscela delle diverse cultivar realizzata dal frantoiano nel rispetto della tradizione. Noi vogliamo tutelare queste tradizioni codificando-le in un disciplinare di produzione e in una certificazione di processo, e non solo di prodotto, che sarà adottata dalle imprese riunite in un consorzio, su base volontaria”.Una certificazione che offre garan-zie specifiche tanto sull’adozione di specifiche modalità produttive, quanto sul rispetto di adeguati livelli di sicurezza alimentare e sulla con-servazione delle cultivar, fondamen-tale presupposto per la tutela della biodiversità. “Le imprese riunite nel consorzio - ha aggiunto Sodano - dovranno ri-spettare il disciplinare di produzione dell’olio artigianale, mantenere la

L'Aifo convinta: “Non è un concorrente di quello delle aziende industriali. È un altro prodotto”

Le donne nell’olivicoltura sonopiù istruite e più dinamicheI risultati del monitoraggio dell'Associazione Pandolea evidenziano la crescita delle “quota rosa”Cresce la “quota rosa” nell’olivicoltura. Ed è un bene per tutto il settore, soprattutto perché accompagnata da un grado di istruzione più elevato ed una capacità organizzativa efficace nella gestione dell’azienda agricola. Lo evidenzia Pandolea, l’associazione delle donne dell’olio, che traccia i risul-tati di un monitoraggio dove si evidenzia che quasi un’impresa su tre in Italia vede oggi al timone una presenza femminile. Quasi la metà (45%) ha un diploma di scuola media superiore, mentre sale il numero delle laureate (19%), relegando a percentuali più marginali (22 e 13%) le imprenditrici che hanno rispettivamente una licenza media inferiore o solo elementare. Ma per quest’ultime c’è voglia di aggiornarsi, come testimonia il fatto che il 26% delle donne intervistate dichiara di aver seguito corsi di formazione e di queste la maggior parte proviene dal Sud Italia. Le donne impegnate in olivicoltura seguono principalmente argomenti che afferiscono alla gestione economica ed agronomica. Una su due in Umbria e Lombar-dia seguono anche corsi relativi a marketing e commercializzazione. “Le donne - riferisce Loriana Abbruzzetti, presidente di Pandolea - sono molto più recettive nei confronti della multifunzionalità intesa come attività complementare di reddito che permette di unire l’agricoltura post moderna con le nuove esigenze della collettività”. Il 22% delle imprenditrici olivicole, infatti, svolge anche attività agrituristica e nel 7% dei casi unisce a questo esercizio anche un’attività di ristorazione. I dati del monitoraggio hanno permesso di tracciare il profilo delle im-prenditrici olivicole a livello nazionale e a livello territoriale interessando un campione di circa 800 imprenditrici. I dati sono stati resi noti nel convegno “imprenditrici super no Extra” nell’ambito dell’iniziativa perle di extra vergine, organizzata dall’associazione delle imprenditrici dell’olio extra vergine di oliva Pandolea a Tuttofood di Milano.

Titolo di studio a livello nazionale

8N. 2/2013 NEWS

I frantoiani rilanciano con l’olio artigianale

Società editricePIERALISISpa

Direttore ResponsabileStefanoBrecciaroli

Redazione,amministrazione e pubblicitàViaDonBattistoni,[email protected]

Progetto grafico e realizzazioneOPTIMAComunicazionewww.optimacomunicazione.it

StampaSTAMPANOVAJesiAnAut. Trib. di AN N. 28 del 30.07.1984

NEWS

13%Licenza

elementare

22%Licenza

medie Inferiori

19%Laurea

45%DiplomamedieSuperiori

1%Nessuno

tracciabilità del processo produttivo, dotarsi e rispettare il codice etico volontario e aderire ad un sistema di certificazioni e controlli. Come contraltare, le imprese del consorzio potranno disporre di informazioni tecniche e commerciali, di formazione tecnica e di marketing, delle azioni di promozione collettiva compresa la partecipazione congiunta a eventi e fiere e infine avranno accesso a convenzioni con fornitori di servizi. Chi non rispetterà i patti sarà immedia-tamente espulso dal consorzio. Solo in questo modo il consumatore sarà sicuro di acquistare un olio di alta qualità di cui è garantita l’origine, la genuinità e la trasparenza”.

Sarà presentato a luglio al Ministero delle Politiche Agricole la proposta di disciplinare dell’Igp olio extraver-gine d’oliva di Sicilia, un progetto che vede riuniti tutti i soggetti della filiera per rilanciare la produzione di qualità dell’isola. “L’Igp - ha spiegato il presidente di Aipolivo, Maurizio Lunetta - è un’opportunità in più per avere quel valore aggiunto di qualità ed identificazione, limitando gli effetti

di una frammentazione che pone ai margini di redditività le imprese olivicole siciliane”. In Sicilia, terza regione per produzione dietro Puglia e Calabria, vanta 20 milioni di piante distribuite su 185 mila ettari ed una produzione di 50 mila tonnellate di olio, con un fatturato che si aggira sui 220 milioni. Ma appena il 3% è certificato da una delle sei Dop presenti nell’isola.

E in Sicilia nasce l’Igp extravergine d’oliva