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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI NAPOLI FEDERICO II Progetto: “INNOVAZIONE DELLA FILIERA OLIVICOLA ATTRAVERSO LO SVILUPPO TECNOLOGICO FINALIZZATO AL RAFFORZAMENTO DELLE SINERGIE AZIENDALI E DELLA QUALITÀ DEL PRODOTTOMisura 124 – Regione Lazio domanda d’aiuto n° 8475921138 concessione n°16/124/10 del 24/12/2014 Portici, 28 Settembre 2015

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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI NAPOLI FEDERICO II

Progetto:

“INNOVAZIONE DELLA FILIERA OLIVICOLA ATTRAVERSO LO SVILUPPO TECNOLOGICO

FINALIZZATO AL RAFFORZAMENTO DELLE SINERGIE AZIENDALI E DELLA QUALITÀ DEL

PRODOTTO”

Misura 124 – Regione Lazio

domanda d’aiuto n° 8475921138

concessione n°16/124/10

del 24/12/2014

Portici, 28 Settembre 2015

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PREMESSA

L’Unità Operativa del Dipartimento di Agraria dell’Università degli Studi di Napoli

Federico II ha portato avanti, come da Progetto1, tre differenti analisi:

I. Stima dell’incremento di efficienza economica in seguito all’adozione del

software di tracciabilità.

II. Miglioramento della performance delle aziende attraverso un processo di

autovalutazione interna ed esterna effettuata attraverso un uso interattivo del

software prodotto.

III. Analisi delle preferenze dei consumatori relativamente al protocollo di

tracciabilità implementato.

I. La prima linea ha come obiettivo un’analisi costi-benefici relativa all’introduzione del

software di tracciabilità. Tale approfondimento permetterà da un lato di definire e

classificare in modo organico i costi ed i benefici derivanti dalla tracciabilità e

dall’altro consentirà una ottimizzazione delle procedure. Infatti, in una realtà

caratterizzata da aziende di piccola e piccolissima dimensione poter gestire il lotto

minimo di produzione in modo tecnicamente ed economicamente efficiente

rappresenta un elemento strategico per migliorare la competitività (pag. 9-11 del

Progetto).

II. La seconda linea ha l’obiettivo di implementare un approccio dinamico al

miglioramento della performance aziendale. Infatti, ampliando le funzioni del

software realizzato si potrebbe tendere ad ottenere non solo un aiuto valido alla

tracciabilità del prodotto ma anche a quella dei costi. In altri termini, inserendo nel

software informazioni relative ai costi del processo produttivo di tutti gli operatori

1 “Innovazione della filiera olivicola attraverso lo sviluppo tecnologico finalizzato al rafforzamento delle sinergie aziendali e della qualità del prodotto” Misura 124 – Regione Lazio, domanda d’aiuto n° 8475921138, concessione n°16/124/10 del 24/12/2014.

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coinvolti, sarebbe possibile per il singolo conoscere la propria performance

individuale. Tale processo di autovalutazione all’interno della cooperativa

consentirebbe una rilevazione più veloce di possibili errori di gestione e quindi una

repentina correzione di questi. […..]. Inoltre, i dati economici dei singoli potrebbero

essere facilmente comparati con quelli presenti nelle banche dati della Rete di

Informazione Contabile Agricola (RICA). Tale confronto risulta utile per permettere

agli imprenditori coinvolti una valutazione della propria performance economica con

realtà esterne alla cooperativa di appartenenza. Potersi confrontare in modo diretto e

dinamico con un benchmark interno ed uno esterno consentirà l’implementazione di

un processo di miglioramento continuo della performance economica innovativo per

le realtà economiche coinvolte. L’approccio all’autovalutazione proposto potrebbe

poi ampliarsi ed incorporare altri aspetti del processo produttivo che, valicando gli

aspetti economici, possa riguardare anche elementi quali l’impronta di CO2 prodotta

dal processo produttivo individuale (pag. 9-11 del Progetto).

III. L’ultima linea riguarda, invece, l’anello finale delle filiera produttiva. Infatti, sia la

tracciabilità che il minor impatto ambientale di un prodotto e del suo processo

possono rappresentare anche leve di marketing strategiche. Conseguentemente, uno

studio su come il consumatore riesca ad individuare tali caratteristiche rappresenta la

logica chiusura di un programma come quello descritto nella presente idea

progettuale (pag. 9-11 del Progetto).

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I

STIMA DELL’INCREMENTO DI EFFICIENZA ECONOMICA

IN SEGUITO ALL’ADOZIONE DEL SOFTWARE DI TRACCIABILITÀ

1.1 - Premessa

Le possibilità di rilancio di numerose produzioni tipiche agroalimentari italiane

passano per diverse possibili azioni, molte delle quali sono state così ampiamente

sfruttate da divenire un attributo di rilevanza quasi normale tra quelli che il

consumatore si aspetta caratterizzi un determinato prodotto. Un esempio in tal senso

potrebbero essere le stesse denominazioni di origine quali DOP, IGP, IGT (per fermarsi

a quelle più stringenti dal punto di vista dei protocolli di produzione). D’altro canto, lo

sviluppo di segmenti di consumatori sempre più informati ed esigenti, soprattutto sulle

caratteristiche attinenti la sicurezza alimentare, rende possibili strategie aziendali basate

sull’introduzione di innovazioni di processo e di prodotto tali da consentire una spinta

diversificazione e, dunque, la conquista di proprie, specifiche, nicchie di mercato. Una

delle innovazioni più di punta in tal senso è rappresentata proprio dalla tracciabilità che

permette al consumatore di conoscere con certezza non solo l’origine geografica del

prodotto, ma anche le caratteristiche delle diverse fasi produttive, dal campo fino allo

scaffale. Del resto non è un caso che si sia sviluppata un’ampia letteratura sul ruolo che

questa politica può svolgere nell’aumentare la competitività dei prodotti italiani a cui i

consumatori nazionali, ed in generale quelli europei, associano un’immagine fortemente

positiva.

L’idea progettuale di introdurre un protocollo di tracciabilità per l’olio extravergine

di oliva prodotto dalla Cooperativa Ciera dei Colli, è dunque, assolutamente in linea con

le nuove tendenze di consumo. Pertanto, in questa prima parte del rapporto sarà

affrontato l’aspetto relativo alla stima dell’incremento di efficienza economica

conseguibile con l’adozione di un software di tracciabilità. In buona sostanza,

l’applicazione del software dovrebbe consentire di ottenere vantaggi, sia qualitativi che

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quantitativi, per la produzione di olio extra vergine di oliva prodotto dalle aziende della

cooperativa, attraverso un’accurata selezione delle partite di olive da trasformare, una

migliore gestione di taluni importanti aspetti relativi alla tecnica di produzione, quali il

piano di fertilizzazione, di difesa e di raccolta, oltre che miglioramenti relativi alla

gestione contabile e ad una maggiore efficienza nei rapporti e nella comunicazione tra le

aziende dei soci ed il “centro amministrativo/funzionale” della cooperativa stessa.

Dal punto di vista strumentale, la realizzazione della tracciabilità prevede

l’implementazione di un software georeferenziale in un’unica rete che permetta di

superare il supporto cartaceo con una comunicazione più tempestiva tra la produzione,

le piattaforme logistiche e i punti vendita; complementari al software sono:

a) l’uso di dispositivi magnetici, cosiddetta etichetta RFID, necessari per la

trasmissione dei dati georeferenziati dalla singola parcella/lotto aziendale ad una

banca dati centralizzata;

b) applicazioni mobile da utilizzare tramite strumenti informatici touchscreen (tablet

e smartphone), facili da maneggiare e utilizzare direttamente sul campo da parte

degli agricoltori per l’informatizzazione dei quaderni di campagna Web/mobile;

c) l’utilizzo di un’etichetta narrante consultabile tramite QR code, applicato sulla

confezione per la vendita al consumatore finale. L’etichetta narrante va a

costituire, perciò, l’ultimo anello del protocollo di tracciabilità adottato: quello

che consente al consumatore finale di avere maggiori informazioni sulle

caratteristiche organolettiche e chimico-fisiche dell’olio che si sta per acquistare,

sulla provenienza delle olive trasformate (l’azienda e finanche l’appezzamento) e

sui principali aspetti relativi alla tecnica colturale adottata.

L’uso del software, degli strumenti informatici touchscreen e dell’RFID consentirà

l’implementazione di banche dati relative a tutte le fasi del processo produttivo, dall’uso

degli input caratterizzanti le specifiche tecniche colturali adottate, ai rapporti con i

fornitori, con i clienti, i consulenti e con il centro di trasformazione della cooperativa

stessa. In particolare, la trasmissione dei dati relativi alla tecnica colturale ed alla fase di

produzione delle olive, dovrebbe consentire di ottimizzare la programmazione del

conferimento all’impianto di trasformazione, sia in termini di tempistica che di

selezione delle olive. Tale selezione andrebbe a tener conto dell’esigenza di separare le

olive sulla base della cultivar, della provenienza, legata all’unicità georeferenziale della

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singola azienda e della tecnica colturale adottata, sì da consentire di ottenere

inequivocabilmente le tre tipologie di olio prodotto e cioè:

1) olio extravergine di oliva bio italiano monovarietale, Ciera;

2) olio extravergine di oliva italiano biologico;

3) olio extravergine di oliva italiano convenzionale.

Infine, la disponibilità dei suddetti dati dovrebbe tradursi anche in una migliore gestione

della documentazione necessaria per le certificazioni, sia quelle per la produzione

integrata e biologica, che quelle per la vendita alla GDO (Global Gap, Haccp, etc.).

1.2 - L’Analisi Costi Benefici

1.2.1 - Il metodo utilizzato

Al fine di stimare l’incremento di efficienza economica conseguente all’introduzione

del protocollo di tracciabilità si è partiti dalla classificazione dei costi e dei benefici

connessi all’implementazione dell’innovazione prevista dal progetto.

Seguendo il metodo utilizzato da Lombardi et al. (2013), per l’Analisi Costi Benefici

(ACB) relativa all’introduzione dell’innovazione prevista per la tracciabilità dell’olio

extravergine di oliva prodotto dalla cooperativa Ciera dei Colli, si prenderanno in

considerazione le diverse categorie di costo interessate dall’introduzione ed

implementazione dell’innovazione che saranno messi a confronto con i vantaggi

potenzialmente conseguibili.

Preliminarmente, risulta utile fare alcune precisazioni. L’ACB effettuata si riferisce

sì all’introduzione dell’innovazione nel caso specifico della società cooperativa Ciera

dei Colli ma ha lo scopo di valutare anche la convenienza o meno alla sua adozione

(trasferibilità), in aziende analoghe. Questo rende necessarie alcune considerazioni.

Come già specificato sopra, per le aziende che costituiscono la cooperativa Ciera dei

Colli è ipotizzabile la possibilità di beneficiare, singolarmente, dei vantaggi conseguenti

all’introduzione della tenuta “elettronica” dei quaderni di campagna, del protocollo di

tracciabilità tramite l’RFID e della possibilità di aggiungere il QR code all’etichetta

dell’olio venduto al consumatore finale. Per quanto riguarda i costi, quelli relativi

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all’investimento iniziale saranno sostenuti globalmente dai soci, essendo le aziende

riunite in cooperativa, su ciascuno dei quali dovrebbe ricaderne una quota parte da

determinare secondo uno spcifico criterio scelto tra i numerosi disponibili (De

Benedictis e Cosentino, 1979; Torquati, 2003). Tuttavia, considerato che le

ripercussioni in termini sia di variazioni di costi di gestione che di benefici ritraibili

dall’introduzione dell’innovazione, sono grandemente influenzate dalle caratteristiche

strutturali della cooperativa, di cui la dimensione della base produttiva non è che un

aspetto, ci è sembrato giusto condurre l’analisi nell’ipotesi che i costi ed i benefici

conseguibili siano estensibili ad un’ipotetica azienda olivicola, avente analoghe

caratteristiche dell’insieme (cooperativo) delle aziende considerate. Più precisamente, ci

riferiamo alla possibilità di estendere l’innovazione ad aziende che, come quelle che

costituiscono la cooperativa Ciera dei Colli, sarebbero caratterizzate da dimensioni

molto ridotte, per lo più a gestione familiare e tali da essere spinte al ricorso

all’associazionismo. Tale forma di integrazione risulta, infatti, fondamentale per le

aziende considerate che, altrimenti, vedrebbero messa seriamente in pericolo la

possibilità di continuare l’attività agricola. L’olivicoltura familiare che caratterizza le

aziende è tale che la cooperativa tende ad allargare la propria sfera di azione fino

all’esecuzione delle operazioni colturali nelle aziende dei soci secondo un livello molto

spinto di integrazione funzionale al mantenimento dell’attività agricola. Del resto, la

valutazione della convenienza alla trasferibilità dell’innovazione non può prescindere

dall’ipotesi di una realtà aziendale avente analoghe caratteristiche, dimensionali e

strutturali, della cooperativa Ciera dei Colli la cui estensione è di 60 ha (di cui 40 ha per

la produzione convenzionale e 20 ha per il biologico) e la cui produzione media annua

di olio è pari a 6.000 lt2. Ciò al fine di poter ipotizzare che le economie di scala

conseguibili dalle aziende della cooperativa, in virtù della gestione associata, potrebbero

essere conseguibili da altre aziende, riunite in forma associativa e tali da dar origine ad

un “insieme aziendale” avente analoga dimensione fisica, analoga dotazione di capitale

di esercizio (parco macchine, attrezzi e quant’altro) analoghe possibilità di

trasformazione delle olive e di confezionamento del prodotto finito. In definitiva con

costi di produzione/trasformazione analoghi a quelli medi sostenuti dalle aziende della

2 Tale produzione è stata stimata sulla base di interviste ai dirigenti e ai tecnici della Cooperativa. La produzione media annua della Cooperativa si ripartisce nel seguente modo: 3.500 lt all’anno di olio convenzionale, 1.500 lt all’anno di olio mono varietale e 1.000 lt all’anno di biologico.

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cooperativa. Solo sotto queste ipotesi, l’analisi che sarà illustrata di seguito potrà

ragionevolmente essere estesa ad altre aziende olivicole, meglio se operanti nell’area

geografica in cui opera la cooperativa Ciera dei Colli.

1.2.2 - I costi ed i vantaggi della tracciabilità

Da quanto esposto precedentemente risulta chiaro che è importante capire da un lato

quanto l’implementazione di un protocollo di tracciabilità, come quello introdotto dalla

Cooperativa Ciera dei Colli, possa incidere sui costi di produzione e trasformazione e,

dunque, sul prezzo finale di vendita e, dall’altro, quali possano essere i potenziali

vantaggi.

Le voci sui costi ed i benefici associati all’introduzione della tracciabilità sono

identiche a quelle presentate nel Progetto3 e sottoposte a verifica attraverso interviste sia

ai referenti tecnici della Cooperativa che a testimoni privilegiati.

Ciò premesso, l’ACB è stata effettuata mettendo a confronto le variazioni di costo, di

investimento e di gestione, connesse all’introduzione dell’innovazione ed i benefici

ritraibili sia in termini di premium price per l’olio così prodotto che di vantaggi

conseguibili con l’adozione del protocollo di tracciabilità4.

Nella Tabella 1.1 sono riportate le voci di costo e di benefici, distinte per categoria, e

la variazione dei costi di gestione connesse all’introduzione dell’innovazione.

Nel procedere alla determinazione delle voci che entrano nell’ACB, abbiamo ritenuto

opportuno ripartire i costi fissi su un periodo pari a 5 anni. Questa scelta ci è sembrata la

3 “Innovazione della filiera olivicola attraverso lo sviluppo tecnologico finalizzato al rafforzamento delle sinergie aziendali e della qualità del prodotto” Misura 124 – Regione Lazio, domanda d’aiuto n° 8475921138, concessione n°16/124/10 del 24/12/2014. 4 Com’è noto, le cooperative che svolgono attività di trasformazione di prodotti agricoli hanno l’obiettivo di determinare il grado di trasformazione da raggiungere prima di vendere il prodotto. Ciò avviene mettendo a confronto il valore di trasformazione unitario (o anche prezzo di trasformazione) con il prezzo di mercato del prodotto greggio dove

PT= (Vt-CTt)/Q PT è il prezzo di trasformazione, Vt è il valore di trasformazione, CTt è il costo totale della trasformazione che non comprende quello della materia prima mentre Q è proprio la quantità di prodotto greggio trasformata. La trasformazione conviene fino al punto in cui PT risulta maggiore o tutt’al più uguale al prezzo di mercato della materia prima trasformata (De Benedictis e Cosentino, 1979). Nel caso in esame noi abbiamo considerato la sola convenienza all’introduzione della tracciabilità e quindi abbiamo messo a confronto i costi aggiuntivi connessi a tale innovazione con i potenziali benefici ritraibili in termini di premium price e di riduzione di costi di gestione.

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più ragionevole sulla scorta di due considerazioni. Da un lato abbiamo considerato la

velocità con cui si susseguono innovazioni nel campo delle politiche di marketing e di

informazione del consumatore. Se dovesse affermarsi il prototipo presentato da Coop

Italia all’EXPO 2015 che prevede l’accesso alle informazioni sul prodotto allo scaffale

tramite uno schermo, avvicinando semplicemente la mano al prodotto, il QRcode

sarebbe destinato a diventare obsoleto in un breve volgere di anni. D’altro canto

nell’andare a ripartire annualmente il costo del finanziamento siamo partiti dal

presupposto che l’impresa o la Società cooperativa ricorrano ad un finanziamento

presso un istituto bancario. Attualmente le condizioni di finanziamento degli

investimenti in agricoltura non sono omogenee su tutto il territorio nazionale ma

variano in relazione a numerosi elementi, alcuni dei quali incidono maggiormente in

alcune regioni piuttosto che in altre. E’ noto, per esempio che, al di là della stretta

creditizia dovuta all’applicazione di regole di erogazione dei finanziamenti stabilite a

livello europeo, esiste un divario notevole nell’accessibilità al credito tra aziende del

Nord, del Centro e del Sud Italia. Ciò in dipendenza del diverso impatto della crisi

economica generale nelle diverse aree del paese che contribuisce a creare un diverso

livello di “fiducia” e, dunque, di merito creditizio, delle imprese a seconda della loro

localizzazione. Questo contribuisce a far sì che gli istituti bancari applichino condizioni

diverse di erogazione dei finanziamenti, in pratica tassi di interesse diversi che, tuttavia,

risentono anche dell’importanza che il settore agricolo riveste nell’area in cui si opera.

Dopo di che, le condizioni praticate dipendono dal cosiddetto “rating” dell’impresa che

richiede il finanziamento. Com’è noto il rating esprime la probabilità di default del

debitore e tiene conto sia di parametri oggettivi che soggettivi. Oggettivi quali la

patrimonializzazione, soggettivi quali l’affidabilità dell’imprenditore sulla base di

garanzie cosiddette personali. Di conseguenza, quanto più il rating aumenta, passando

da A a C e a seguire, tanto più il merito creditizio diminuisce con conseguente aumento

del tasso praticato per l’ammortamento del debito.

Su queste condizioni preliminari si innestano poi differenze legate alla tipologia

dell’impresa richiedente ed alla destinazione del finanziamento. Per quanto riguarda la

tipologia d’impresa si distingue tra quelle qualificabili come microimprese e quelle non

qualificabili come tali. Per quanto riguarda la destinazione, il finanziamento può essere

richiesto, ad esempio, per le seguenti categorie che si differenziano anche in ordine

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all’orizzonte temporale interessato potendo ricadere in investimenti di lungo, medio o

breve periodo:

• investimenti di miglioramento;

• impianti fissi non realizzati in concomitanza con altre opere di miglioramento;

• mezzi di produzione durevole, quali macchinari ed attrezzature agricole e di

filiera;

• spese per innovazione, ammodernamento e riqualifica delle filiere produttive;

• spese per il miglioramento degli standard qualitativi aziendali;

• spese per acquisto bestiame da vita (capi da riproduzione e capi da latte);

• anticipo pluriennale premi PAC.

Sulla base delle considerazioni precedenti, della categoria nella quale ricade l’impresa,

in termini di rating e di tipologia imprenditoriale e della tipologia di destinazione del

finanziamento, si vanno a definire tutti gli elementi che entrano nel Piano di

ammortamento: durata, valore del tasso e sua tipologia, se fisso o variabile, ed in

definitiva l’entità della rata di restituzione che dipende dal Piano di ammortamento

impiegato. Nell’andare a definire questi elementi per il finanziamento previsto per

l’investimento di cui al Progetto della cooperativa Ciera dei Colli, abbiamo fatto ricorso

ad interviste a testimoni privilegiati rappresentati sia da imprenditori agricoli che hanno

avuto accesso al credito che a direttori di istituti bancari operanti in diverse aree

agricole. Le informazioni raccolte ci hanno portato alle seguenti conclusioni. La

tipologia di prestito cui un’azienda come la società cooperativa Ciera dei Colli dovrebbe

richiedere, ricade nelle spese per innovazione, ammodernamento e riqualifica delle

filiere produttive e per il miglioramento degli standard qualitativi aziendali. Sarebbe,

perciò, da considerare un prestito cosiddetto a breve termine. Non sarebbe infatti

auspicabile, perché non ragionevole, estinguere un prestito dalle caratteristiche di quello

che qui si sta considerando, in termini di entità e di velocità di superamento tecnologico,

in un periodo superiore ai 5 anni. Per quanto riguarda poi, il tasso da adottare, sempre

sulla base delle interviste effettuate, considerata la durata del finanziamento, abbiamo

considerato un tasso variabile del 4,5%. In generale, difatti, gli Istituti di credito

operano con tassi fissi per prestiti con garanzia ipotecaria e di durata superiore ai 6 anni.

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Il piano di ammortamento simulato è quello progressivo alla francese5 con il pagamento

di rate annue costanti composte da una quota a rimborso del capitale ed una quota a

rimborso di interessi6.

Come si evince dalla Tabella 1.1, il finanziamento necessario per l’introduzione ex

novo dell’innovazione proposta dal progetto ammonta a 23.595 Euro il che comporta

una quota annua di 5.374,7 Euro. A questi costi bisogna aggiungere il costo per la

formazione interna per l’utilizzo del software7, i costi di gestione ed il costo per la

stampa del QRcode. Per tutte e tre queste categorie è stato considerato un valore

annuale pari, rispettivamente a 670 Euro, a 1.500 Euro e a 500 Euro. Ne consegue un

costo totale annuo connesso all’investimento di 8.044,7 Euro. Come già riportato

precedentemente, attualmente la produzione totale annua di olio extravergine di oliva,

convenzionale, biologico e monovarietale, della cooperativa Ciera dei Colli è pari a

6.000 lt. Questo significa che l’investimento analizzato comporta un incremento dei

costi di produzione pari a circa 1,34 Euro al litro.

A fronte di tale costo ci sono una serie di benefici come di seguito elencati:

1. come emerge dall’analisi relativa alla “Stima della disponibilità a pagare un premio

di prezzo per un olio in bottiglia con QR code/etichetta narrante” illustrata in

dettaglio nel capitolo III, i consumatori italiani sono disponibili a pagare, in media,

un premio di prezzo pari a 85 centesimi di Euro per una bottiglia di olio da 1 litro

con QRcode che rimanda ad una etichetta narrante;

5 Il Piano di ammortamento “Francese” è quello più diffuso in Italia. La rata prevede una quota capitale crescente e una quota interessi decrescente. All’inizio si pagano soprattutto interessi; a mano a mano che il capitale viene restituito, l'ammontare degli interessi diminuisce e la quota di capitale aumenta. Con il tasso fisso le rate annue restano costanti mentre se si adotta un tasso variabile, variano sia il tasso di interesse che l’importo delle singole rate (rata variabile). Da tener presente che, attualmente il tasso variabile risulta più conveniente e comunque la rischiosità della sua adozione è tanto più bassa quanto più breve è il periodo di ammortamento. Ovviamente, nel simulare il Piano di ammortamento calcoliamo la rata ipotizzando un determinato tasso in quanto nulla può essere detto, con precisione, sulla sua variazione. Del resto, non vi sono ragioni per ritenere che, a breve, il tasso debbasubire variazioni in aumento. 6 Per la precisione la formula adottata è la seguente: QAm = V0 (rqn/qn-1) dove V0 è l’importo del finanziamento, r il tasso di interesse, n la durata, in anni, dell’ammortamento. Anche se si è fatto riferimento ad un finanziamento a tasso variabile, è ovvio che qui non si può che riportare la rata calcolata con il tasso ipotizzato il quale potrebbe subire tanto variazioni in aumento quanto in diminuzione. Tuttavia, la situazione attuale non fa prevedere tendenze all’aumento dei tassi. 7 Il costo totale per la formazione interna risulta pari a 3.350 Euro. Anche in questo caso si è proceduto ad una ripartizione annua, in considerazione del fatto che si tratta di formazione di capitale umano. Il metodo adottato è stato quello della ripartizione di tipo lineare su un periodo di 5 anni come quello previsto per il costo fisso dell’investimento.

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2. l’RFID permette una gestione ottimale dei beans utilizzati per il trasporto delle olive.

Come noto le perdite economiche, e dunque i costi a ciò connessi, dovute ad una non

perfetta gestione dei beans, possono essere notevoli. Difatti, giustamente, nel

progetto viene valutato il beneficio economico ritraibile dall’applicazione dell’RFID,

per la possibilità di conoscere in ogni momento la posizione di questi costosi

contenitori. In particolare, nel caso della cooperativa Ciera dei Colli, è stato stimato

un beneficio annuo totale pari a 4.902 Euro che, ripartito sulla produzione

complessiva, consente un risparmio pari a 82 centesimi a litro di olio;

3. l’etichetta RFID consentirebbe, inoltre, almeno nel caso della cooperativa Ciera dei

Colli, un ulteriore beneficio derivante da una migliore efficienza del sistema

cooperativo in termini di costi di logistica; trasporto; conferimento e raccolta;

risparmio legato alla riduzione del tempo lavorativo gestione logistica tempi di

trasporto pari a 16 centesimi per litro di olio;

4. Considerando un’ottimizzazione dei piani di concimazione, di difesa e di raccolta, nel

caso specifico della Ciera, è stato ipotizzato anche un miglioramento quantitativo e

qualitativo della produzione che va ad aggiungersi ai benefici di cui ai punti 2 e 3.

Ciò ci consente di dedurre che l’innovazione di tracciabilità proposta nell’ambito del

progetto presenta una differenza tra benefici e costi che risulta ampiamente positiva e

tale da giustificarne l’implementazione anche in altre realtà. Infatti sommando i

benefici derivanti dai punti 1, 2 e 3 si ottiene un valore complessivo del beneficio

pari a 1,83 Euro al litro, valore ampiamente superiore al costo unitario dovuto

all’innovazione pari a 1,35 Euro al litro.

In altri termini l’innovazione proposta, permette, nel caso della Cooperativa Ciera dei

Colli un beneficio netto pari a poco meno di 50 centesimi al litro (0,48 Euro).

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II

MIGLIORAMENTO DELLA PERFORMANCE DELLE AZIENDE ATTRAVERSO UN PROCESSO DI

AUTOVALUTAZIONE INTERNA ED ESTERNA EFFETTUATA ATTRAVERSO UN USO

INTERATTIVO DEL SOFTWARE PRODOTTO

2.1 Premessa La presente parte del rapporto riferisce in merito all’indagine sui costi di produzione

e sulla redditività dei fattori produttivi delle aziende aderenti alla Cooperativa La Ciera

dei Colli, realizzata dall’Unità del Dipartimento di Agraria di Portici nell’ambito delle

azioni programmate in attuazione del progetto Innovazione della filiera olivicola

attraverso lo sviluppo tecnologico finalizzato al rafforzamento delle sinergie aziendali e

della qualità del prodotto.

La finalità di fondo perseguita è stata sostanzialmente quella di ipotizzare e

descrivere un percorso metodologico che, se adottato a regime perfezionando il quadro

conoscitivo necessario, può costituire uno degli strumenti utilizzabili per valutare

l’impatto delle scelte cooperative sui costi e sulla redditività dei fattori produttivi delle

aziende associate. Le analisi in questione possono altresì contribuire a migliorare le

azioni di consulenza tecnica finalizzate al miglioramento dell’efficienza aziendale.

Gli obiettivi operativi specifici perseguiti con l’indagine riguardano:

a) studio della variabilità, tra le aziende della Cooperativa, dei costi di produzione e

degli indicatori di redditività e relativi fattori determinati

b) analisi dell’impatto degli esiti del progetto di innovazione sulla redditività della

produzione oleicola

c) implementazione di una procedura semplificata per la stima degli indicatori di

risultato.

Il lavoro svolto si è articolato in tre fasi:

- rilevamento dei dati relativi al processo produttivo elementare della coltivazione

dell’olivo nelle singole aziende

- elaborazioni dei dati aziendali

- implementazione di una procedura semplificata, unitamente a due esempi applicativi.

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2.2 - Aspetti dell’olivicoltura laziale

Il richiamo degli elementi di conoscenza relativi al settore olivicolo regionale e

locale risponde all’esigenza di delineare il contesto olivicolo nel quale opera la

cooperativa La Ciera dei Colli, anche per contribuire a valutare realisticamente la

replicabilità del modello organizzativo e tecnico che la stessa esprime.

La coltivazione dell’olivo risulta significativa per l’agricoltura del Lazio, regione che

presenta circa 68 mila aziende olivicole per altrettanti ettari coltivati ad olivo.

Questi dati collocano la regione al settimo posto a livello nazionale per superficie ed

al sesto per numero di aziende, con un livello di specializzazione (sia per azienda che

per superficie) decisamente superiore al dato medio nazionale (Tabella 2.1).

Dal punto di vista economico la produzione olivicola nel Lazio contribuisce quasi al

3% del valore della produzione agricola regionale e quasi al 6% del valore della

produzione del comparto a livello nazionale (Tabella 2.2).

La provincia di Frosinone rappresenta l’area maggiormente olivicola della regione,

con il 24% della superficie ed il 30% delle aziende laziali (Tabella 2.1).

Questi dati vengono evidenziati anche dagli indici di specializzazione che segnalano

come il 69% delle aziende del Frusinate coltivi l’olivo, dato di oltre 8 punti percentuali

superiore alla media regionale, cui corrisponde l’impiego del 18% della SAU

provinciale (+ 7,3% rispetto alla media regionale).

A fronte di ciò si segnala come gli oliveti del Frusinate siano mediamente più piccoli

rispetto alle altre aree delle regione, con soli 0,79 ettari di media (-20% rispetto alla

media regionale). Tale differenza diventa particolarmente significativa se confrontata

col dato della provincia di Rieti (1,63 ha), in cui generalmente gli oliveti presentano

un’estensione più che doppia rispetto a Frosinone.

Il limite strutturale viene confermato anche dalla SAU aziendale media per

provincia, che vede a Frosinone il valore più basso dell’intera regione (3,04 ettari), pari

a quasi la metà del dato medio (5,71 ha) e a quasi un terzo rispetto a Rieti (8,38 ha), che

fa registrare la maggiore SAU media (Fonte: ISTAT, VI Censimento agricoltura, 2010).

Tutte le caratteristiche dell’olivicoltura frusinate vengono ulteriormente amplificate

se si considerano i cinque comuni dell’area in cui opera la Cooperativa La Ciera dei

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Colli8, dove la presenza dell’olivo risulta fortemente caratterizzante. Infatti, gli indici di

specializzazione mostrano come l’olivo sia presente in quasi tutte le aziende, occupando

complessivamente circa 1/3 della SAU dei comuni della Cooperativa.

In particolare, il dato dell’ISs risulta particolarmente significativo, facendo registrare

un valore praticamente doppio rispetto alla media provinciale e quadruplo rispetto a

quella regionale.

A questo dato si aggiunge la ridotta superficie media degli oliveti che, con appena di

0,71 ettari, risulta più bassa del 10% rispetto alla media provinciale e del 28% rispetto al

dato regionale.

Il limite strutturale dell’olivicoltura dell’area assume ancora maggior significato se si

considera la localizzazione delle aziende e l’ubicazione degli uliveti, che in molti casi

rende difficile, se non impossibile, la meccanizzazione del processo produttivo.

Tabella 2.1 – Olivicoltura laziale: Aziende e superfici

Territorio Aziende Superficie sup/

Numero ISa Ettari ISs azi

Lazio 67.996 60,9 67.438 10,6 0,99

Viterbo 13.641 55,1 13.663 7,0 1,00

Rieti 6.455 60,7 10.510 11,8 1,63

Roma 15.495 64,7 16.634 9,6 1,07

Latina 11.749 52,2 10.320 11,6 0,88

Frosinone 20.656 69,1 16.311 17,9 0,79

Area Ciera 2.514 86,9 1.786 33,9 0,71

Italia 902.075 44,7 1.123.330 8,7 1,25

Fonte: ns. elaborazioni su dati ISTAT, VI Censimento agricoltura, 2010. Nota: ISa (Indice di specializzazione per azienda) = azienda con olivo/aziende totali; ISs (Indice di specializzazione per superficie) superficie a olivo/SAU totale.

8 Attualmente la Cooperativa La Ciera dei Colli opera nei seguenti comuni: Aquino, Boville Ernica, Fontana Liri, Monte San Giovanni Campano, Roccasecca.

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Tabella 2.2 – Valore della produzione agricola ed olivicola: Lazio e Italia a confronto (dati medi del triennio 2012-2014)

Territorio Comparto PLV

(000 €)

% su

Agricoltura

% su

Italia

Lazio Olivicoltura 86.286 2,9 5,7

TOT Agricoltura 2.980.207 100,0 5,1

Italia Olivicoltura 1.518.767 2,6 100,0

TOT Agricoltura 58.008.691 100,0 100,0

Fonte: ns. elaborazioni su dati ISTAT, Produzione, consumi intermedi e valore aggiunto di agricoltura, silvicoltura e pesca, 2015.

2.3 Realizzazione dell’innovazione tecnologica-organizzativa per la valorizzazione commerciale dell’olio e miglioramento del prezzo all’azienda

La valutazione relativa all’economicità dell’introduzione delle innovazioni

organizzative sperimentate presso la cooperativa La Ciera dei Colli è trattata in altra

parte del presente rapporto e prende in considerazione gli aspetti generali della

problematica, ipotizzando la possibile futura adozione dell’innovazione da parte di un

organismo associativo che abbia la dimensione economica della cooperativa citata e non

usufruisca degli aiuti resi possibili dalla misura 124 del PSR 2007-2013

In questa parte del lavoro la valutazione è riferita specificamente all’impatto

presumibile dell’innovazione sulla redditività della produzione dell’olio da parte delle

aziende aderenti alla cooperativa. Per fare ciò risulta necessario procedere alla stima del

possibile incremento del prezzo dell’olio all’azienda, correlato alla adozione

dell’innovazione da parte della cooperativa.

La stima che segue è basata sull’ipotesi che siano i soci a far fronte ad una

ricapitalizzazione specifica, sottoscrivendo volontariamente quote proporzionate alla

superficie olivetata posseduta. Ciò per un duplice ordine di motivi: rappresenterebbe

una espressione significativa dell’atteggiamento positivo dei soci verso l’innovazione,

consentirebbe la creazione di un fondo di ammortamento in vista degli aggiornamenti e

degli ampliamenti dell’iniziativa di ammodernamento della cooperativa.

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Va detto che il tasso di remunerazione del capitale investito utilizzato per le

simulazioni (4%) è tale da rendere appetibili i piccoli investimenti necessari da parte dei

soci e, comunque, da consentire se, necessario, il ricorso ad un prestito bancario.

Le informazioni fornite dal progetto iniziale, unitamente ai risultati sia dell’indagine

di mercato (cfr. cap. 3) sia delle analisi sulla redditività della produzione di olio nelle

aziende della cooperativa, costituiscono la base informativa utilizzata per l’impianto del

bilancio parziale dell’intervento di innovazione e per la stima dell’incremento del

prezzo ritenuto possibile (Tabella 2.3)

La componente attiva dell’iniziativa è composto da due parti; una rappresentata dai

maggiori ricavi che potranno scaturire dall’azione di innovazione e di valorizzazione;

una seconda costituita dai minori costi correlati alla razionalizzazione gestionale che

l’innovazione rende possibile.

L’indagine di mercato ha consentito di stimare in 0,85 euro per litro di olio

l’incremento potenziale del prezzo al consumo, inoltre, le simulazioni di calcolo hanno

evidenziato che un effetto apprezzabile sulla redditività delle aziende coinvolte lo si

consegue arrivando a trattare almeno 100 ettolitri di olio. Pertanto, complessivamente il

maggiori ricavi sono stimati in complessivi 8.500 euro.

I risparmi previsti dal progetto riguardano alcune operazioni gestionali per un totale

anno di euro 5.857.

I maggiori costi comprendono la quota di ammortamento degli investimenti, gli

interessi sugli stessi, l’aggiornamento degli operatori, la stampa delle etichette, per un

totale di 8.179 euro che tenendo conto dei ricordati risparmi su altre voci di costo

gestionali danno luogo ad un incremento netto dei costi pari a 2.322 euro.

La differenza tra i maggiori ricavi e i maggiori costi costituisce un reddito da

distribuire ai soci conferenti sotto forma di un incremento di prezzo, stimato in euro

0,62 per litro di olio e pari al 12,4% del prezzo di vendita dell’olio comune e dell’11,3%

del prezzo dell’olio biologico.

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Tabella 2.3 - Cooperativa La Ciera dei Colli: Costi e ricavi correlati alla introduzione dell’innovazione

Descrizione Importo (euro)

A - Condizioni di riferimento

- Importo investimenti 23.600 - Durata 5 - Tasso interesse per fondo ammortamento 0,02 - Tasso i remunerazione dell’investimento 0,04

B - Maggiori ricavi

- Produzione totale (hl) 100 - Maggiore prezzo (€/hl) 85

Totale 8500 C - Maggiori costi annuali (€)

- Ammortamento 4.535 - Costi gestionali 2.700 - Totale interessi 944 - Risparmi per effetto dell'innovazione -5.857

Totale 2.322 D - Reddito Netto (E - D)

- Totale (€) 6.178

- RN per litro di olio 0,62 2.4 Rilevamento delle informazioni e caratteristiche strutturali delle aziende

Il rilevamento dei dati elementari relativi al processo produttivo di coltivazione

dell’olivo è avvenuto mediante interviste effettuate con il supporto di uno specifico

questionario9 (Appendice 1).

Le informazioni rilevate per ciascuna azienda hanno riguardato, sinteticamente:

9 E’ stato utilizzato un questionario, strutturato sulla base di precedenti lavori, e integrato al fine di tener conto delle specificità dell’indagine relativa ai soci della Cooperativa La Ciera dei Colli.

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• Informazioni generali e struttura aziendale:

- localizzazione dell’azienda, SAU totale e relativa ripartizione tra le diverse colture

praticate

- macchine e attrezzi aziendali utilizzati per la coltura oggetto di indagine

- fabbricati e impianti fissi utilizzati.

• Tecnica di coltivazione adottata, descritta analiticamente, con la specificazione del

fabbisogno di lavoro per ciascuna operazione, dei mezzi tecnici impiegati e della

quantità di prodotto raccolto. Rilevamento del costo degli eventuali noleggi e dei

prezzi dei mezzi tecnici impiegati e dei prodotti venduti.

Le aziende della Cooperativa coinvolte sono state 18 (Tabella 2.3), di cui 15

utilizzate per le analisi, con caratteristiche strutturali non omogenee. Infatti:

- 13 praticano la coltivazione biologica e 3 quella convenzionale,

- 2 posseggono la trattrice aziendale,

- 9 con SAU olivetata < 1; 6 con SAU olivetata => 1,

- 1 operano la raccolta manuale e le altre meccanica con agevolatore.

Le aziende esaminate sono tutte a conduzione diretta del coltivatore e i fattori

produttivi impiegati sono interamente di proprietà dell’imprenditore.

Tabella 2.4 - Aziende aderenti alla cooperativa La Ciera dei Colli AZIENDA

(n.) SAU (ha)

Superficie a olivo (ha)

1 3,00 1,50 2 3,00 2,00 3 2,00 2,00 4 1,00 0,20 5 2,97 0,67 6 3,00 1,00 7 0,28 0,21 8 0,34 0,09 9 0,26 0,26 10 0,37 0,34 11 0,41 0,19 12 3,50 0,80 13 0,72 0,37 14 0,62 0,49 15 1,70 0,61 16 1,41 1,23 17 0,58 0,19 18 1,70 1,31

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2.5 Criteri di calcolo adottati

La scelta di fondo operata per la stima dei costi di produzione e degli indicatori di

redditività si basa sul calcolo del Costo di Produzione di Riferimento (CPR) totale

attribuibile al processo produttivo, inteso come sommatoria dei costi espliciti (Ce) e di

quelli impliciti. Questi ultimi sono rappresentati dall’insieme dei compensi di

opportunità attribuibili ai fattori conferiti dall’imprenditore, qui denominato Reddito

Netto di Riferimento (RNR).

Calcolo dei costi espliciti

I costi espliciti comprendono:

- salari

- noleggi

- acquisto dei mezzi tecnici e materiali (fertilizzanti, antiparassitari, ecc.) e servizi,

- quote di ammortamento, manutenzione e assicurazione,

- imposte ed altri oneri di carattere generale.

Nello specifico, le voci relative a eventuali salari, noleggi, mezzi tecnici e materiali

costituiscono la componente dei costi specifici, mentre le quote (ammortamento,

manutenzione, assicurazione), le imposte e gli oneri generali costituiscono costi

congiunti poiché per loro natura presentano carattere generale e richiedono il ricorso a

specifici criteri per l’attribuzione al singolo processo produttivo.

In particolare, le quote relative alle macchine e agli attrezzi sono stimate sulla base di

ipotesi di durata economica (ammortamento) o di coefficienti tecnici (manutenzione e

assicurazione) ed attribuite al processo produttivo in rapporto all’impiego effettivo in ore

(macchine e attrezzi). Quelle riguardanti i fabbricati sono stimate in base alla superficie

occupata dalla coltura rispetto alla SAU totale dell’azienda.

Gli oneri generali attribuiti sono attribuiti in rapporto alla PLV (Tabella 2.5), fissando

un tetto massimo di 200 euro per ettaro e uno minimo di 100 euro per ettaro.

La differenza tra PLV e Ce definisce la remunerazione effettiva dei fattori conferiti

dall’imprenditore concreto, ovvero il Reddito Netto (RN).

Stima del Reddito Netto di Riferimento

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Questa determinazione comporta la specificazione dei costi di opportunità o

Remunerazioni Unitarie di Riferimento (RUR) da attribuire ai fattori produttivi conferiti

dall’imprenditore, tenendo conto degli impieghi alternativi ipotizzabili e delle relative

remunerazioni.

I fattori produttivi conferiti sono così distinti:

- lavoro manuale

- capitale di esercizio e fabbricati

- capitale terra

- direzione e amministrazione.

Per il lavoro prestato dai componenti della famiglia dell’imprenditore la fissazione

della RUR fa riferimento al compenso medio previsto per gli operai agricoli comuni a

tempo indeterminato, quale risulta dalla statistica che annualmente viene elaborata dal

Ministero del Lavoro. Tale compenso, al lordo degli oneri sociali che gravano sugli

addetti agricoli, è calcolato per il 2014 e con riferimento alla regione Lazio in 10,00

euro/ora.

Per il capitale d’esercizio e d’investimento è stato preso a riferimento il rendimento

medio dei Titoli di Stato nel 2014, calcolato in misura dell’1,2% al netto delle imposte.

Questa voce comprende sia il capitale d’esercizio propriamente detto, ovvero macchine

e attrezzi, capitale di anticipazione, sia i fabbricati e gli impianti fissi.

Per la remunerazione del capitale terra, comprensivo del soprassuolo (oliveto),

tenendo conto dell’andamento dei canoni di affitto, il rendimento è stato fissato nella

misura dell’1,5%.

La remunerazione del lavoro di direzione e amministrazione è stata fissata in

rapporto alla PLV, fissando un tetto massimo di euro 150 per ettaro.

Indici di redditività

L’indice di redditività base (IR) è rappresentato dal rapporto tra RN/RNR, ovvero tra

il reddito realmente conseguito ed il reddito netto atteso. La natura dell’indice fa sì che i

valori superiori all’unità segnalino situazioni di buona redditività, con RN superiore alle

attese, mentre un IR inferiore all’unità evidenzia una sotto-remunerazione dei fattori. In

sostanza, allorquando il numeratore e il denominatore assumono lo stesso valore (IR =

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1), si evidenzia un equilibrio tra costi ricavi e l’entrata nell’area della redditività

soddisfacente.

La redditività unitaria dei fattori è stimata ripartendo il RN in modo proporzionale

alla composizione del RNR e dividendo la quota parte attribuita a ciascun fattore per la

quantità conferita.

L’analisi comprende anche il calcolo dei punti di pareggio, ovvero il valore che deve

assumere il prezzo affinché, data la resa produttiva, l’IR raggiunga il valore 1, oppure

con quale resa produttiva si raggiunge l’equilibrio costi ricavi, dato il prezzo di

riferimento.

Stratificazione del campione analizzato e confronti tra situazioni organizzative

I risultati delle simulazioni effettuate giustificano la stratificazione del campione per

classe di dimensione delle superfici olivetate oggetto di rilevamento a fini della

determinazione dei valori medi degli indicatori. Le classi considerate sono state due:

1 - < 1 ettaro

2 - => 1 ettaro.

Allo scopo di fornire indicazioni in merito alle possibili variazioni tendenziali di tipo

economico cui possono andare incontro le aziende olivicole con la loro adesione alla

cooperativa e a seguito dell’introduzione dell’innovazione attuata del progetto

finanziato in applicazione delle misura 124 del PSR 2007-2013, le analisi sulla

redditività sono state ripetute ipotizzando tre diverse situazioni possibili.

La situazione base considerata è stata quella relativa alla cooperativa nello stato

precedente all’introduzione dell’innovazione. Sulla base delle informazioni rilevate e

tenendo conto dello stato di transizione della cooperativa verso una gestione associata

estesa ad altre funzioni, si è ritenuto opportuno stimare i costi come se le aziende

fruissero dei servizi della Cooperativa solo per quanto riguarda:

- il trasporto delle olive dal campo al frantoio e la molitura delle stesse

- la certificazione del prodotto

- l’accesso agli aiuti pubblici.

- la vendita dell’olio e la fruizione di un maggior prezzo rispetto ai non associati di 50

centesimi a litro di olio (per il periodo considerato euro 5,5 per l’olio biologico e 5

per l’olio comune).

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I vantaggi economici considerati per le aziende aderenti hanno riguardano:

- la fruizione di un prezzo del prodotto più elevato rispetto alle aziende non associate

- la non corresponsione del costo della molitura

- la non corresponsione del costo di certificazione.

La seconda situazione ipotizzata è stata simile a quella prima delineata, salvo un

incremento del prezzo, stimato in 0,62 centesimi a litro in base alle ipotesi formulate

sulle ricadute economiche conseguenti alla valorizzazione commerciale correlata

all’introduzione dell’innovazione (cfr.§ 2.3).

La terza situazione ipotizzata simula la non adesione alla cooperativa e prevede:

- la fruizione di un prezzo inferiore rispetto ai soci della cooperativa

- la gestione diretta dei rapporti amministravi connessi alla fruizione degli aiuti

pubblici10 e alla certificazione del prodotto biologico.

- il pagamento della molitura.

10 Gli aiuti considerati sono quelli previsti dalle misure agroambientali a favore dell’agricoltura biologica.

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Tabella 2.5 – Criteri di stima dei costi di produzione e della redditività a) Calcolo dei costi espliciti (Ce) e del Reddito netto (RN)

Ce = Sal + Nol + Mt + Qfab + Qma + Og Dove: Sal = salari Nol = noleggi Mt = mezzi tecnici e materiali Qfab = quote fabbricati e impianti (attribuite in relazione alla superfice servita) Qma = quote macchine e attrezzi aziendali (attribuite al processo produttivo in rapporto alle

ore di impiego) Og = Oneri generali (in rapporto alla PLV) RN = PLV – Ce Dove: RN = Reddito netto PLV = Produzione lorda vendibile

b) Calcolo del Reddito Netto di Riferimento RNR= RUR_lavf*LAVf + RUR_cap*CAP+ RUR_capf*CAPf + Dir Dove: LAVf = numero di ore di lavoro familiare CAP = capitale di esercizio e di investimento conferito CAPf = capitale terra Dir = compenso attribuibile all’imprenditore per le funzioni di direzione

e amministrazione (in rapporto PLV) RUR_lavf = Remunerazione Unitaria di Riferimento del lavoro familiare RUR_cap = Remunerazione Unitaria di Riferimento del capitale di esercizio e di investimento RUR_capf = Remunerazione Unitaria di Riferimento del capitale terra (suolo e soprassuolo)

c) Costo di Produzione di Riferimento (CPR)

CPR = Ce + RNR

d) Indice di Redditività IR = RN/RNR (al lordo degli aiuti) IRs = (RN-Aiuti)/RNR (al netto degli aiuti)

e) Remunerazione effettiva dei fattori La remunerazione effettiva dei fattori produttivi è ottenuta ripartendo il RN tra gli stessi in modo proporzionale alla composizione del RNR e, per ciascuno, dividendo per la quantità conferita (lavoro in ore, capitali in euro). Detto criterio può essere formalmente esposto come di seguito:

lavfRURIRLAVF

LAVFlavfRURIRLAVF

RNRLAVFlavfRURRN

lavfRUE _**_*

*_*_ ===

capRURIRCAP

CAPcapRURIRCAP

RNRCAPcapRURRN

capRUE _*)*_(*

*_*_ ===

capfRURIRCAPF

CAPFcapfRURIRCAPF

RNRCAPFcapfRURRN

capfRUE _*)*_(*

*_*_ ===

Dove: RUE_lavf Remunerazione unitaria effettiva del lavoro familiare RUE_cap Remunerazione unitaria effettiva del capitale di esercizio RUE_capf Remunerazione unitaria effettiva del capitale fondiario

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2.6 I risultati delle analisi aziendali Come ricordato nel precedente paragrafo, sulla base delle risultanze dell’indagine di

campo, le aziende sono state stratificate per classe di superficie olivicola rilevata. Per

ciascuna di esse e di conseguenza per ciascun gruppo omogeneo, sono stati ottenuti tre

diversi risultati, simulando l’ipotesi di adesione alla Cooperativa, nella situazione prima

e dopo l’adozione l’attuazione dell’innovazione relativa alla tracciabilità del prodotto, e

quella di una non adesione. Circa le ipotesi relative ai prezzi considerati per le tre

situazioni poste a confronto si è già detto nel precedente paragrafo.

I risultati acquisiti si prestano ad una doppia lettura dei principali indicatori stimati,

una tendente a mettere in evidenza le differenze che intercorrono tra le tre diverse

situazioni organizzative ipotizzate ed una seconda volta a segnalare le differenze che

intercorrono tra le due classi di ampiezza degli oliveti delle aziende analizzate.

Le aziende aderenti alla Cooperativa presentano un incremento della PLV rispetto

all’ipotesi di non adesione che oscilla tra il 2-4%, con valore maggiore nella seconda

classe, per effetto combinato del miglior prezzo e della mancata fruizione diretta degli

aiuti pubblici.

Il miglioramento determinato dall’introduzione dell’innovazione risulta più

consistente, collocandosi tra il 10-11% (Grafico 2.1).

La stratificazione per classe di SAU olivetata mostra inoltre una tendenza

all’intensificazione del processo produttivo nelle piccole aziende; infatti, il dato della

PLV/ha è leggermente maggiore nella classe 1, caratterizzata da oliveti di modesta

estensione (media = 0,42 ha). Tale tendenza è emersa anche in precedenti indagini sulle

aziende aderenti alla Rete di Informazioni Contabili (RICA) (Coppola A e Tosco D,

2014.). In generale, le piccole aziende sono caratterizzate da un lato da maggiori rese

produttive e dell’altro da un più alto fabbisogno di lavoro e di conseguenza anche un

maggiore RNR quando, come in questo caso, il lavoro è di origine familiare (Grafico

2.2). Quest’ultimo fattore risulta ovviamente influenzato anche dal livello di

meccanizzazione del processo produttivo, che in dette aziende generalmente risulta

meno elevato.

In particolare, il fabbisogno di lavoro risulta di 340 ore/ha nelle aziende della classe

1, per ridursi di poco più del 40% nella seconda classe (circa 200 ore/ha). La

diminuzione dell’alto fabbisogno di manodopera per la raccolta dell’olive risulta legato

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essenzialmente all’ottimizzare del fabbisogno di lavoro, attraverso una

razionalizzazione del cantiere di lavoro.

Complessivamente il CPR nella classe 1 oscilla tra i 4.950 €/ha ed i 5.600 €/ha, a

seconda dell’ipotesi organizzativa, mentre si colloca tra i 3.300-3.900 €/ha nella

seconda classe. Appare evidente, quindi, come il costo totale, per tutte e tre le situazioni

organizzative, diminuisca sensibilmente passando dalla prima alla seconda classe di

SAU, in una misura che va dal 66% al 69% (Grafico 2.3). I dati di dettaglio, non

mostrati dal grafico, dicono come ciò avvenga sia per la componente dei costi espliciti

che per quella dei costi impliciti, anche se è indubbio che l’effetto principale si abbia

per il secondo aggregato, a causa della riduzione del fabbisogno di lavoro.

La diminuzione dei costi espliciti, invece, risulta da ascrivere soprattutto alla

possibilità di contenere la voce delle quote, in particolar modo quelle di ammortamento.

Ciò fa supporre, a conferma di quanto accennato in precedenza, che la correlazione

tra questa capacità di contenimento dei costi e la superficie olivicola coltivata, sia

determinata da economie di scala che influenzano i risultati economici di queste

tipologie aziendali.

L’effetto sul costo della mancata adesione alla Cooperativa a parità di classe di

ampiezza, legato sostanzialmente al costo della molitura, risulta più contenuto. La sua

misura oscilla tra il 12-15%, con valore minimo nella classe 1 e massimo nella classe 2.

Viceversa, non risultano sostanziali differenze tra le ipotesi di adesione alla

Cooperativa, con e senza innovazione.

La maggiore capacità da parte delle aziende più grandi di contenimento dei costi,

anche di natura esplicita, si traduce in un vantaggio anche in termini di RN per ettaro, a

dispetto del minor valore di PLV/ha (Grafico 2.4). Ciò appare particolarmente evidente

nell’ipotesi di non adesione alla Cooperativa, nella quale il divario raggiunge il 7%,

mentre nelle ipotesi cooperative (con e senza innovazione) questa distanza si dimezza

(3-4%).

Per quanto concerne la misurazione della redditività, sono esposte elaborazioni che

riguardano sia l’andamento dell’indice IR medio per ipotesi organizzativa e per classe di

SAU (Grafico 2.5) sia l’andamento dell’indice delle singole aziende (Grafico 2.6).

Relativamente alla prima distinzione si osserva come la classe 2 distanzi nettamente

l’altra in tutte le ipotesi considerate, ovvero in caso di adesione alla Cooperativa (con e

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senza innovazione) e nell’ipotesi di mancata adesione, con un vantaggio che oscilla tra

il 63-71%. Questo risultato mette in evidenza l’importanza dell’elemento strutturale e

dell’ottimizzazione dei costi di produzione per il miglioramento della redditività.

Ancora una volta la distanza massima si osserva nell’ipotesi non cooperativa, mentre

è analoga la variazione nell’ipotesi cooperativa, con e senza innovazione.

L’adesione alla Cooperativa mostra un evidente miglioramento dell’IR (media =

+38%), con valore massimo nella prima classe (41%), minimo nella seconda (36%).

Appare evidente come i vantaggi dell’adesione alla Cooperativa si facciano sentire

maggiormente nelle aziende caratterizzate da un minore RN di partenza.

In termini assoluti, invece, il maggiore progresso lo fa segnare la classe 2, con +0,25

punti di redditività, contro il +0,17 della prima classe.

La valorizzazione dell’olio prodotto, nelle modalità previste dal progetto potrebbe

consentire un ulteriore miglioramento dei risultati dell’IR stimabile in media intorno al

15-16%, ovviamente confrontato con l’ipotesi di aziende già aderenti alla Cooperativa.

L’incremento percentuale dell’IR risulta in questo caso sostanzialmente identico per

le diverse classi di superficie.

I dati mostrano anche come senza innovazione nessuna categoria di aziende riesca a

raggiungere una redditività pienamente soddisfacente (IR =1) e come le uniche

prossime alla soglia di equilibrio siano quelle della classe 2, nell’ipotesi di

cooperazione, il cui IR si colloca infatti a 0,95.

Per le aziende della classe di superficie maggiore, quindi, l’adesione alla Cooperativa

consente un miglioramento della redditività tale da far loro sfiorare il raggiungimento di

una redditività pienamente soddisfacente.

Per le più piccole, invece, l’adesione alla Cooperativa consente di transitare da una

redditività bassa, corrispondente ad un compenso del lavoro di circa 4 €/ora, ad una

redditività economicamente più sostenibile ma comunque da ritenersi insoddisfacente

(remunerazione di circa 6€/ora).

La valorizzazione del prodotto consentirebbe, invece, di superare del 9% la piena

redditività nelle aziende della classe 2, mentre per la classe 1 l’IR si collocherebbe su un

valore pari ai 2/3 del livello di equilibrio.

Il Grafico 2.6 mostra la variazione dell’IR nelle aziende analizzate, ordinate per

redditività crescente, nelle diverse ipotesi considerate. Ciò consente di evidenziare

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plasticamente i benefici dell’adesione alla Cooperativa e dell’eventuale valorizzazione

del prodotto.

Inoltre, il grafico permette anche di distinguere, per ogni ipotesi considerata, le

aziende in sottogruppi, sulla base del valore dell’IR.

In particolare, nell’ipotesi di mancata adesione alla Cooperativa, si evince come per

circa i 2/3 delle aziende l’IR risulti inferiore a 0,50. Delle restanti unità produttive,

comunque, nessuna raggiunge la soglia di equilibrio, anche se tre di esse la sfiorano,

con un livello pari ad almeno il 90% di essa.

Prendendo in considerazione i dati in dettaglio si osserva che, in assenza di

sostanziali differenze nel prezzo del prodotto, poiché quasi tutte le aziende producono in

biologico, la caratteristica principale che contraddistingue le aziende più redditive è la

capacità di contenimento dei costi.

L’ipotesi di adesione alla Cooperativa determina la netta riduzione della quota di

aziende con IR inferiore a 0,5, che scende al 20% del totale. In questo caso, inoltre, si

osserva anche un gruppo, altrettanto numeroso, che supera la soglia di equilibrio, con

valori compresi tra 1,22 e 1,31.

Il miglioramento di redditività determinato dall’adesione alla Cooperativa, oscilla in

termini di IR assoluto tra 0,13 e 0,33 punti, con valori tendenzialmente proporzionali al

livello di partenza. In valori relativi, invece, questo miglioramento incide

tendenzialmente in misura maggiore nelle aziende con bassa redditività di partenza.

Infatti, nelle aziende con IR inferiore a 0,5 l’incremento medio raggiunge il +49%

(massimo +106%), che scende progressivamente nelle fino ad arrivare al 36% delle

aziende con IR>0,5, con incremento minimo al +30%.

L’introduzione dell’innovazione provoca un ulteriore miglioramento della redditività

che, seppur più contenuto, risulta non trascurabile. Infatti, in termini assoluti oscilla tra

0,05 e 0,22 punti, mentre in percentuale si colloca tra il +12% ed il +22%. Anche in

questo caso l’incremento è in assoluto maggiore nelle aziende più redditive ma come

incidenza percentuale è più alto in quelle meno redditive.

Al fine di mettere maggiormente in evidenza la struttura dei costi di produzione e di

esporre in modo più analitico la redditività totale ed unitaria dei fattori produttivi, per la

sola ipotesi organizzativa relativa alla gestione cooperativa nella situazione successiva

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all’implementazione dell’innovazione, i dati medi dei due sottogruppi, riferiti all’ettaro

di superficie, sono esposti con il dettaglio (Tabelle 2.6 e 2.7).

Come si può osservare, nelle aziende della prima classe i costi impliciti incidono sul

costo totale per l’80% rispetto al 77% del secondo raggruppamento. Questo dato è in

buona parte dovuto all’incidenza del lavoro, che da solo contribuisce ai costi impliciti in

una misura va dall’85% del primo gruppo al 79% del secondo.

Delle altre componenti del RNR la principale è la remunerazione del capitale terra,

essendo minima la remunerazione spettante al capitale d’esercizio, a dimostrazione

della bassa capitalizzazione delle aziende. La prima voce passa dall’11% del primo

gruppo di aziende al 16% delle aziende con oliveti oltre l’ettaro.

Complessivamente i costi espliciti, incidono sul CPR totale dei due gruppi in una

misura rispettivamente del 20 e del 23%.

In entrambe la prima voce esplicita è rappresenta dai mezzi tecnici, che raggiungono

il 42% nelle aziende più piccole ed il 50% nel secondo gruppo. La differenza per tale

voce, invece, risulta minima in valore assoluto, a riprova di una sostanziale omogeneità

delle scelte tecniche adottate.

L’incidenza percentuale delle quote di ammortamento e manutenzione risulta simile

nei due gruppi, superando in entrambi di poco 1/3 dei costi espliciti (rispettivamente

34% e 36%), anche se in assoluto questa voce pesa maggiormente nella classe1, a causa

del deficit strutturale già discusso in precedenza. Nelle aziende più piccole, inoltre, in

conseguenza delle inadeguatezze strutturali, in due dei casi trattati si è accertato il

ricorso al noleggio per la raccolta del prodotto, voce che sull’intero sottogruppo incide

in media sui costi espliciti per il 9%.

Come già in precedenza osservato, analizzando i valori medi degli indicatori, la PLV

per ettaro risulta leggermente più alta nelle aziende del primo gruppo, a causa di una

resa produttiva media maggiore (+5%). Tuttavia, il RN per ettaro risulta più elevato,

seppur di poco, nelle aziende del secondo gruppo (+3%), a causa della minore incidenza

dei costi espliciti. Nello stesso tempo il RNR diminuisce in misura ancora maggiore,

con la conseguenza che il valore dell’IR aumenta del 64%, passando dalla prima alla

seconda classe (0,67 vs 1,10).

I valori che assumono i Punti pareggio in termini di prezzo e in termini di resa

produttiva, ovvero con quale prezzo si può conseguire il livello di equilibrio costi ricavi

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(IR = 1), fermo restate la resa e, viceversa, con quale resa si raggiunge tale obiettivo

fermo restante il prezzo, segnalano che, specie per il primo gruppo, un miglioramento

significativo della redditività può essere conseguito solo attraverso l’utilizzo integrato

della valorizzazione commerciale del prodotto e dell’adeguamento strutturale. Infatti,

per queste realtà, allo stato, il prezzo di equilibrio supera gli 800€ per ettolitro d’olio.

Per quanto riguarda il secondo gruppo, con un prezzo medio di 604 euro per ettolitro,

derivante dai prezzi correnti e dall’ipotizzato incremento correlato alla valorizzazione

del prodotto, il livello di equilibrio si raggiunge con una resa produttiva di 5,5 hl/ha, a

fronte dei 5,9 hl/ha rilevati.

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Grafico 2.1 – Produzione lorda vendibile (PLV) media, per classe di superficie, nelle diverse ipotesi organizzative considerate (Importi in euro, dati per ettaro)

Grafico 2.2 – Fabbisogno di lavoro medio, per classe di superficie (Dati in ore per ettaro)

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Grafico 2.3 – Costo di produzione di riferimento (CPR) medio, per classe di superficie, nelle diverse ipotesi organizzative considerate (Importi in euro, dati per ettaro)

Grafico 2.4 – Reddito netto (RN) medio, per classe di superficie, nelle diverse ipotesi organizzative considerate (Importi in euro, dati per ettaro)

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Grafico 2.5 – IR medio, per classe di superficie, nelle diverse ipotesi organizzative considerate

Grafico 2.6 – Andamento dell’IR nel gruppo di aziende analizzato, nelle diverse ipotesi organizzative considerate (aziende ordinate per IR crescente)

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Tabella 2.6 – Costo di produzione e redditività tendenziali della produzione dell’olio nell’ipotesi di adesione alla Cooperativa che adottata l’innovazione: Valori stimati per le aziende ricadenti nella classe di superficie olivetata < 1,00 ha

A- COSTO DI PRODUZIONE DI RIFERIMENTO (CPR) (Dati per ettaro) A1.Costi espliciti (Ce) (Euro) (%) 1.Salari 0,00 0,0 2.Noleggi* 88,89 9,1 3.Mezzi tecnici e materiali 409,41 41,7 4.Quote (ammortamenti, manutenzioni, ass.) 334,46 34,1 5.Oneri generali 148,27 15,1 Totale 981,02 100,0 19,7 A2.Reddito Netto di Riferimento (RNR) 1.Lavoro familiare 3.397,88 84,7 2.Interessi 25,36 0,6 3.Costo d'uso del capitale terra 450,00 11,2 4.Direzione e amministrazione 137,23 3,4 Totale 4.010,48 100,0 80,3 Totale CPR 4.991,51 100,0 B - RICAVI 1.Produzione vendibile - Olio: Quantità 6,2 Prezzo 595,3 3.677,84

C - ANALISI DEI RISULTATI 1. Reddito netto (RN = PV - Ce) 2.696,81 2. Indice di redditività 0,67 3. Punto di pareggio in termini di prezzo 807,98 4. Punto di pareggio in termine di resa produttiva 8,38 5. Remunerazioni unitarie dei fattori produttivi - Lavoro familiare (euro/ora) 6,75 - Capitale di esercizio (%) 0,81 - Capitale fondiario (%) 1,01 - Direzione e amministrazione (% sul CPR) 2,02 6. Fabbisogno di lavoro (ore) 340 * Il ricorso al noleggio è operato da due aziende sulle nove ricadenti nel gruppo.

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Tabella 2.7 – Costo di produzione e redditività tendenziali della produzione dell’olio nell’ipotesi di adesione alla Cooperativa che adotta l’innovazione: Valori medi stimati per le aziende ricadenti nella classe di superficie olivetata => 1,00 ha

A- COSTO DI PRODUZIONE DI RIFERIMENTO (CPR) (Dati per ettaro) A1.Costi espliciti (Ce) (Euro) (%) 1.Salari 0,00 0,0 2.Noleggi 0,00 0,0 3.Mezzi tecnici e materiali 390,15 50,0 4.Quote (ammortamenti, manutenzioni, ass.) 283,48 36,3 5.Oneri generali 107,14 13,7 Totale 780,78 100,0 23,5 A2.Reddito Netto di Riferimento (RNR) 1.Lavoro familiare 2.021,13 79,4 2.Interessi 25,25 1,0 3.Costo d'uso del capitale terra 400,00 15,7 4.Direzione e amministrazione 99,57 3,9 Totale 2.545,95 100,0 76,5 Totale CPR 3.326,73 100,0 B - RICAVI 1.Produzione vendibile - Olio: Quantità 5,9 Prezzo 603,7 3.573,14

C - ANALISI DEI RISULTATI 1. Reddito netto (RN = PV - Ce) 2.792,36 2. Indice di redditività 1,10 3. Punto di pareggio in termini di prezzo 562,04 4. Punto di pareggio in termine di resa produttiva 5,51 5. Remunerazioni unitarie dei fattori produttivi - Lavoro familiare (euro/ora) 11,11 - Capitale di esercizio (%) 1,33 - Capitale fondiario (%) 1,67 - Direzione e amministrazione (% sul CPR) 3,33 6. Fabbisogno di lavoro (ore) 202

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2.7 Implementazione di una procedura semplificata per la stima dei costi di produzione e della redditività dei fattori

Allo scopo di consentire agli operatori della cooperativa la possibilità stimare gli

indicatori di costo e di redditività secondo i criteri utilizzati con il presente lavoro è stata

messa a punto una procedura semplificata implementata su foglio elettronico e prodotti

due esempi di calcolo.

La prima simulazione si riferisce ad aziende caratterizzate da un basso livello di

meccanizzazione del processo produttivo, esemplificato dall’assenza di trattrici e

dall’impiego di agevolatori elettrici per la raccolta delle olive.

La seconda simulazione si riferisce ad aziende meccanizzate, con impiego della

trattrice per le diverse operazioni.

La procedura informatica implementata, studiata per un impiego agevole, prevede

una struttura essenziale, nella quale è possibile distinguere le seguenti sezioni:

- Investimenti

- Agrotecnica

- Risultati e variabili di simulazione.

Nella sezione Investimenti sono riportati i dati relativi a fabbricati, macchine ed

attrezzi impiegati per la coltivazione dell’olivo. Per ciascun investimento vanno indicati

la natura, il valore a nuovo e la durata economica, in anni e in ore (eccetto per i

fabbricati).

La tabella Agrotecnica riporta la struttura della tecnica di produzione dell’olio,

riferita alla superficie di un ettaro. Per certi versi rappresenta la tabella madre della

procedura, infatti, da essa è possibile ottenere il fabbisogno di lavoro, i costi specifici

della coltura (es. mezzi tecnici), oltre agli elementi necessari per la ripartizione dei costi

congiunti (es. ripartizione delle quote macchine sulla base dell’impiego orario).

Nell’ultima sezione sono riportati innanzitutto le variabili di simulazione, ovvero

quei valori che, stante la struttura di riferimento ipotizzata, con facilità possono essere

oggetto di cambiamento (anche di natura ipotetica) da parte dell’utente al fine di

simulare la stima degli indicatori. Tra dette variabili vi sono resa e prezzo del prodotto,

ma anche gli aiuti pubblici, i prezzi dei mezzi tecnici, nonché i costi di opportunità

unitari dei fattori produttivi apportati dall’imprenditore (costi impliciti).

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I risultati sono espressi sotto forma di indicatori di costo e di redditività, riferiti ad un

ettaro di superficie coltivata. In particolare essi sono sintetizzati dalle seguenti voci:

- Produzione lorda vendibile (PLV)

- Reddito netto (RN)

- Indice di redditività (IR): ottenuto dal rapporto tra il RN ed il RNR

- Remunerazione unitaria reale dei singoli fattori conferiti, ovvero lavoro, terra,

capitale e direzione.

Va precisato che la metodologia di calcolo utilizzata ricalca sostanzialmente quella

generale, esposta nel paragrafo 2.3, alla quale si rimanda per maggiori dettagli.

La Tabella 2.8, infine, espone, a fini sostanzialmente esemplificativi, i risultati di una

delle due tipologie messe a punto con la procedura suddetta.

I risultati delle simulazioni sono esposti secondo uno schema simile a quello

utilizzato per le analisi di base (Tabelle 2.6 e 2.7).

L’esempio descritto è quello dell’ipotesi di un’azienda dotata di trattrice, SAU di 3

ettari, produzione di olio biologico, con prezzo all’azienda derivante dalla

valorizzazione dovuto alla certificazione relativa al presente progetto, ovvero di 612

€/hl, contro i 550€/hl di partenza (cfr. § 2.3).

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Tabella 2.8 – Costi di produzione e redditività di una singola azienda stimati mediante l’ausilio della procedura di calcolo elaborata (Dati per ettaro) A - COSTO DI PRODUZIONE DI RIFERIMENTO (CPR)

A1.COSTI ESPLICITI (Ce) (Euro) (%)

1.Mezzi tecnici e materiali 669,20 61,3

2.Quote (ammortamenti, manutenzioni, assicurazioni) 328,70 30,1

3.Oneri generali 94,27 8,6

Totale 1.092,17 100,0

A2.REDDITO NETTO DI RIFERIMENTO (RNR)

1.Lavoro familiare 1.570,00 78,2

2.Costo d'uso del capitale terra 300,00 15,0

3.Interessi 42,19 2,1

4.Direzione e amministrazione 94,27 4,7

Totale 2.006,46 100,0

Totale Costi 3.098,63

B - RICAVI

1.Produzione vendibile (PV)

- Olio di oliva 3.025,00

- Aiuti -

Totale 3.025,00 C - ANALISI DEI RISULTATI

1.Reddito Netto (RN = PV - Ce) 1.932,83

2.Indice di redditività al lordo degli aiuti (IR = RN / RNR) 0,96

3.Indice di redditività a seguito dell'innovazione (IRi) 1,13

4.Remunerazioni unitarie dei fattori conferiti (lordo aiuti) Prezzo Dopo

attuale innovazione

- Manodopera (euro/ora) 9,63 11,33

- Capitale d'esercizio e d'investimento (%) 1,83 2,15

- Capitale terra (%) 1,44 1,70

- Direzione e amministrazione (% sulla PV) 2,89 3,40

5.Punto di pareggio in termini di prezzo (€/q) 563,39 -

6.Punto di pareggio in termini di resa produttiva (q/ha) 5,6 5,1

7.Fabbisogno di lavoro (ore) 157

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2.8 – Alcune riflessioni conclusive sull’analisi aziendale

Buona parte dell’olivicoltura italiana è caratterizzata da strutture produttive deboli la

cui sopravvivenza economica è stata in passato resa possibile dagli aiuti pubblici e da

un ampio impiego di manodopera familiare part-time a basso costo di opportunità e/o di

manodopera salariata sottopagata. La minore disponibilità di manodopera familiare, lo

sviluppo della raccolta meccanizzata, unitamente alla sempre più forte presenza sul

mercato di olio di importazione a basso costo, hanno creato crescenti difficoltà

economiche a questo settore. Difficoltà destinate ad aumentare con l’entrata in vigore

della riforma del primo Pilastro della PAC che porterà ad una diminuzione di questo

tipo di sostegno pubblico.

Strumenti importanti per fronteggiare l’indicata problematica sono rappresentati

dalla valorizzazione commerciale del prodotto e dalla diffusione dell’associazionismo,

soluzioni che devono necessariamente procedere di pari passo nelle realtà agricole

caratterizzate da strutture deboli e da alti costi di produzione. Non vi è dubbio che

l’olivicoltura dell’area dei Colli Monticiani abbia queste connotazioni e che la

cooperativa La Ciera dei Colli costituisca una valida soluzione per garantire

un’accettabile livello di economicità della produzione.

Il contributo conoscitivo che scaturisce dalle analisi di cui al presente rapporto

giustifica questa affermazione, considerando anche l’indirizzo della cooperativa di

apportare innovazioni che razionalizzino la gestione amministrativa e tecnica e rilancino

l’azione di valorizzazione commerciale del prodotto.

Per quanto attiene alle specifiche risultanze delle analisi innanzitutto va evidenziato

il fatto che la redditività delle aziende, intesa come remunerazione unitaria dei fattori

impiegati, risulta inadeguata per le aziende con gli oliveti più piccoli. Nello stesso

tempo è anche vero che, date le caratteristiche ambientali del territorio e gli ordinamenti

produttivi nello stesso praticabili, i valori del Reddito Netto ritraibile vanno considerati

significativi nelle aziende che dispongono di manodopera familiare a basso livello di

costi di opportunità. Nel complesso, l’indagine svolta ha consentito di disegnare il

quadro di un’olivicoltura tradizionale, con conduttori spesso part-time e anziani a basso

costo opportunità per i quali l’adesione alla cooperativa, soprattutto se accompagnata da

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politiche di valorizzazione del prodotto, può effettivamente rappresentare

un’opportunità per mantenere in vita le proprie unità produttive.

D’altro canto, qualsiasi valutazione riguardante gli indicatori economici, specie delle

aziende più marginali, non può prescindere dalla considerazione che spesso si tratta di

attività integrative di redditi familiari la cui componente principale è di tipo extra-

agricolo, che, peraltro, contribuiscono a preservare un livello accettabile di vitalità

economica e presidio ambientale di realtà territoriali che rischiano una

sottoutilizzazione delle risorse se non proprio un loro abbandono.

In questa situazione l’ipotesi di l’adesione alla cooperativa e la correlata

valorizzazione della produzione ha comportato per le aziende interessate un

miglioramento della redditività della produzione di olio stimabile di circa il 40%. Stante

le stime del progetto di attuazione della misura 124 e i riscontri effettuati attraverso le

simulazioni di calcolo che hanno utilizzati le informazioni progettuali e quelle rilevate

con l’indagine di campo, un ulteriore incremento della redditività, intorno al 15%,

appare possibile a seguito dell’introduzione dell’innovazione. Quest’ultima azione

risulta realizzabile, nella realtà oggetto di indagine, solo attraverso una forma

associativa dei produttori.

Le analisi hanno comunque evidenziato che in assenza di un contributo finanziario

pubblico, quale quello fruito dalla cooperativa, affinché si abbia un’effettiva ricaduta

economica sulle aziende associate, la quantità di olio prodotto e commercializzato per

anno deve raggiungere almeno i 10.000 litri. La stessa cooperativa, per poter continuare

nell’azione intrapresa, facendo fronte agli aggiornamenti e agli ampliamenti necessari,

dovrà porsi il problema dell’ampliamento della base associativa.

Un margine significativo di miglioramento della redditività sembra sussistere anche

per quanto riguarda la razionalizzazione della tecnica di produzione. Ci riferisce in

particolare alla raccolta e alla necessità di migliorare le modalità di meccanizzazione

dell’operazione, anche attraverso la forma associativa, per abbassare gli attuali alti

fabbisogni di lavoro.

Infine, si ribadisce che lo scopo principale del presente lavoro è stato quello di

indicare un percorso metodologico e strumenti di calcolo di facile applicazione per

valutare l’impatto delle innovazioni tecniche e gestionali che la cooperativa volta per

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volta si propone di adottare (o di suggerire ai propri associati) per migliorare

l’efficienza complessiva.

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III

ANALISI DELLE PREFERENZE DEI CONSUMATORI RELATIVAMENTE

AL PROTOCOLLO DI TRACCIABILITÀ IMPLEMENTATO

3.1 – Premessa

L’introduzione di un protocollo di tracciabilità per l’olio extravergine di oliva prodotto

dalla Cooperativa Ciera dei Colli, permette di fornire al consumatore finale

informazioni di dettaglio sul prodotto e sul processo che stato impiegato per ottenerlo.

In altri termini è possibile fornire al consumatore una “etichetta narrante”. L’etichetta

narrante va a costituire, perciò, l’ultimo anello del protocollo di tracciabilità adottato:

quello che consente al consumatore finale di avere maggiori informazioni sulle

caratteristiche organolettiche e chimico-fisiche dell’olio che si sta per acquistare, sulla

provenienza delle olive trasformate (l’azienda e finanche l’appezzamento) e sui

principali aspetti relativi alla tecnica colturale adottata.

In questo progetto è stato ipotizzato che l’etichetta narrante fosse consultabile tramite

QR code applicato sulla confezione per la vendita al consumatore finale.

L’utilizzo dell’etichetta narrante pone due ordini di problemi. Il primo riguarda le

informazioni da fornire al conumatore; il secondo riguarda il gradimento di una etichetta

narrante consultabile trmite QR code da parte dei consumatori italiani di olio extra

vergine di oliva.

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In questa parte del progetto queste due problematiche sono state affrontate e risolte

attraverso la somministrazione di un questionario ad hoc somministrato ad un campione

rappresentativo di 1.000 famiglie italiane.

Per individuare le informazioni che il consumatore desiderebbe leggere in una etichetta

narrante tramite QR code è stata utilizzata la metodologia Best-Worst preceduta da

focus group ed interviste in profondità; mentre il gradimento dei consumatori italiani

verso una etichetta narrante consultabile trmite QR code è stata valutata tramite una

valutazione contingente che ha permesso di stimare non solo il potensziale gradimento,

ma anche la disponibilità a pagare un premio di prezzo per questa innovazione.

Nei prossimi paragrafi illustreremo la struttura del questionario, corredato da alcune

analisi descrittive sul campione; seguirà la presentazione dell’analisi Best-Worst che ha

permesso di individuare le caratteristiche del processo e del prodotto che i consumatori

desidererebbero leggere in una etichetta narrante collegata ad una bottiglia di olio extra-

vergine; infine verrà discusso il valore stimato della Disponibilità a Pagare (DAP) un

premio di prezzo per poter fruire di questa innovazione.

3.2 – Il questionario ed il campione

I dati sono stati raccolti attraverso la somministrazione di un questionario ad-hoc ad un

campione di 1000 responsabili di acquisto rappresentativi della popolazione italiana.

Il questionario, riportato in Appendice II, si compone di cinque sezioni. La prima

sezione consiste nella determinazione delle classiche variabili socio-demografiche (Tab.

3.1) tra le quali sesso, età, regione di residenza, fascia di reddito e grado di istruzione.

Nella seconda sezione viene chiesta la quantità mensile consumata delle diverse

tipologie di olio quali, olio extra-vergine di oliva, olio di oliva, olio di semi (Tab. 3.2), e

la frequenza di acquisto (“Mai”; “Più volte in un anno”; “Una volta al mese”; “Più volte

al mese”; “Una volta alla settimana”; “Più volte alla settimana”) del solo olio extra

vergine di oliva riferita ai diversi canali distributivi (supermercato, negozi tradizionali,

mercatini degli agricoltori, Gruppi di Acquisto Solidale, vendita diretta, siti internet).

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Nella tabella 3.2 è dato osservare che il consumo medio di olio extra-vergine di oliva si

attesta intorno ai 4 litri per mese, quantitativo che si riduce notevolmente per il consumo

di olio non extra-vergine e per l’olio di semi.

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Nella Fig. 3.1 inerente la frequenza di acquisto presso i diversi canali presi in esame si

osserva che la partecipazione ai Gruppi d’Acquisto Solidale e ai mercatini degli

agricoltori per l’acquisto specifico di olio extra-vergine di oliva non è molto comune

(rispettivamente l’83% e 63% del campione non acquista “mai” olio presso di loro);

ancor meno frequente è l’utilizzo dei siti internet (86% mai).

Di particolare interesse risulta essere anche il confronto tra la frequenza di acquisto di

olio extra-vergine di oliva presso i supermercati e/o ipermercati, i negozi tradizionali e

l’acquisto diretto presso il produttore (Fig. 3.2- 3.3- 3.4).

Come si può osservare dalla Figura 3.3 la frequenza di acquisto di olio extravergine di

oliva presso i negozi tradizionali, come le piccole salumerie e negozi di alimenti è molto

bassa con il 58% degli intervistati che dichiara di non acquistare “Mai” il prodotto

attraverso questo canale distributivo.

Fig. 3.1- Frequenza di acquisto olio extra-vergine di olive presso i diversi canali distributivi

Questa percentuale scende al 46% in riferimento alla modalità di acquisto presso il

produttore.

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Fig. 3. 2 - Frequenza di acquisto di olio extra-vergine di oliva presso supermercati e ipermercati.

Fig.3. 3 - Frequenza di acquisto di olio extra-vergine di oliva presso negozi tradizionali

Fig. 3. 4- Frequenza di acquisto di olio extra-vergine di oliva direttamente dal produttore.

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La scelta più comune riguarda l’acquisto presso i supermercati e/o ipermercati.

Questi risultati da una parte confermano il trend ormai acclarato della progressiva

scomparsa dei negozietti tradizionali a vantaggio dell’inesorabile affermazione della

GDO; ma nello stesso tempo evidenziano che una fetta non irrilevante di consumatori

sceglie la vendita diretta in azienda presso il produttore come forma di filiera corta per

l’acquisto di prodotti alimentari.

La terza sezione del questionario è dedicata alle informazioni obbligatorie e facoltative

presenti in etichetta. In particolare, per quelle facoltative come: cultivar e origine

territoriale delle olive; annata di produzione e data di molitura; analisi sensoriale

dell’olio e abbinamenti cibo\olio suggeriti; indicazioni sul frantoio e sulla tecnica di

molitura impiegata; tecnica di produzione delle olive adottata; acidità dell’olio ed

altre analisi, indicazione sull’azienda/e di produzione delle olive, viene chiesto al

consumatore, attraverso la somministrazione di sette cartellini contenenti ciascuno tre

diverse informazioni facoltative tra quelle elencate precedentemente, di indicare per

ogni combinazione l’informazione più importante e quella meno importante. Tale

procedura di analisi Best-Worst fornisce il livello di importanza che il consumatore

attribuisce alle diverse informazioni non obbligatorie sulle etichette di olio extra-vergine

di oliva. Al termine dell’analisi Best-Worst viene chiesto al consumatore di indicare,

quali altre informazione riterrebbe opportuno ricevere in etichetta per migliorare

l’orientamento all’acquisto di olio extra-vergine di oliva.

La quarta sezione del questionario si addentra nell’analisi della conoscenza del QR-

code, e soprattutto, nella determinazione della Disponibilità a Pagare (DAP) per una

bottiglia di olio extra-vergine di oliva dotata di questo dispositivo. Dopo una breve

descrizione del QR-code, del suo funzionamento e delle informazioni aggiuntive che

esso è in grado di fornire se decodificato attraverso un app-mobile, il consumatore è

invitato ad esprimere quanto sarebbe disposto a pagare in più per la bottiglia di olio

extra-vergine di oliva (quella che è usualmente acquistata) dotata di QR-code in

etichetta. I range di prezzo possibili per testare la DAP del consumatore vanno da 0

euro ad oltre 6 euro.

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La tabella 3.3 riassume la conoscenza dello strumento QR-code espressa dai

consumatori sia su prodotti alimentari che non- alimentari mentre la figura 3.4 evidenzia

graficamente gli stessi risultati.

Fig. 3.4- Utilizzo del QR-Code su prodotti alimentari e non-alimentari

Come si può osservare dai risultati il 30% circa degli intervistati ha precedentemente

utilizzato il QR-code sia su prodotti alimentari sia su altre tipologie di prodotti.

La quinta sezione del questionario segna l’inizio di una serie di domande atte a

conoscere una serie di caratteristiche personali e attitudinali del consumatore che

potrebbero determinare un diverso approccio alla valutazione e all’utilizzo del QR-code

sui prodotti alimentari. In particolare è stato utilizzato il set di 29 items suggerito da

Altuna & Konuk (2009) per determinare gli atteggiamenti (attitudes) dei consumatori

nei confronti del mobile marketing e, quindi, del QR-code. Gli atteggiamenti (attitudes)

individuali rappresentano, di fatto, il legame tra i “personal traits” più astratti, come ad

esempio i valori o l’etica individuale (Inglehart, 1997; Rokeach, 1973) e l’effettivo

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comportamento manifestato. La determinazione degli atteggiamenti (attitudes) dei

consumatori intervistati risulta, come vedremo nel paragrafo 3.5, una importante chiave

di lettura della loro disponibilità a pagare per un prodotto alimentare dotato di uno

strumento di mobile marketing come il QR-code.

3.3 – L’analisi Best-Worst per l’individuazione delle informazioni rilevanti

dell’etichetta narrante

Al fine di analizzare quali fossero gli attributi dell’olio di oliva extra-vergine che i

consumatori desiderano avere fra le informazioni aggiuntive a quelle obbligatorie, è

stata implementata una analisi Best-Worst (BW). Tale approccio alla elicitazione delle

preferenze consiste nel sottoporre ai consumatori un insieme di attributi rilevanti per il

prodotto considerato chiedendo loro di scegliere quello maggiormente preferito e quello

meno preferito. L’analisi BW è stata sviluppata da Louviere e Woodworth (1990) come

una variante a scelta multipla del metodo a scelte binarie di Thurstone (1927). Alla

base dell’analisi vi è un preciso processo cognitivo (Finn e Louviere, 1992) per cui gli

intervistati, spinti a scegliere più volte due oggetti in diversi gruppi di tre o più oggetti,

riescono ad esprimere al meglio la differenza esistente fra la percezione di quello più e

di quello meno preferito.

Nell’analisi qui riportata, la prima fase è stata rappresentata da uno studio esplorativo

per individuare un insieme di attributi importanti nella scelta di un olio di oliva. Come

già fatto in altre ricerche (Dekhili e d'Hauteville, 2006), sono stati utilizzati due metodi.

Il primo è stato rappresentato dall’analisi dell’ampia letteratura esistente

sull’argomento. Il secondo è stato invece relativo alla preparazione di questionario

online che è stato sottoposto ad un campione di 50 individui in cui veniva chiesto di

elencare le informazioni facoltative preferite. Il 50% degli intervistati possedeva un

livello di conoscenza del prodotto elevato essendo rappresentanti del settore e testitomi

privilegiati; la restante parte era, invece, rappresentati da consumatori con nessuna

conoscenza particolare del comparto e dell’olio di oliva.

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I risultati ottenuti in questa fase introduttiva hanno permesso di individuare sette

attributi facoltativi, ritenuti dai consumatori influenti sul processo di scelta e di acquisto

dell’olio extra-vergine di oliva.

In dettaglio le informazioni sono le seguenti:

1. Cultivar e origine territoriale delle olive

2. Annata di produzione e data di molitura

3. Indicazioni sul frantoio e sulla tecnica di molitura impiegata

4. Analisi sensoriale ed eventuali abbinamenti suggeriti

5. Tecnica di produzione adottata

6. Acidità ed altre analisi utili

7. Indicazioni sull'azienda che ha prodotto le olive

Da un punto di vista metodologico, la somministrazione dei sette attributi descritti è

stata effettuata seguendo quanto previsto dal disegno sperimentale 11.7 di Cochran and

Cox (1957). I consumatori hanno dovuto indicare l’attributo maggiormente preferito e

quello meno in 7 choice set formati, ognuno, da tre attributi (Appendice II).

I dati rilevati sono stati analizzati al fine di ottenere l’ordinamento completo dei 7

attributi in base alle preferenze espresse.

Da un punto di vista metodologico, la somministrazione dei sette attributi descritti è

stata effettuata seguendo quanto previsto dal disegno sperimentale 11.7 di Chocran and

Cox (1957). I consumatori hanno dovuto indicare l’attributo maggiormente preferito e

quello meno in 7 choice set formati, ognuno, da tre attributi (Appendice II).

I dati rilevati sono stati analizzati al fine di ottenere l’ordinamento completo dei 7

attributi in base alle preferenze espresse.

In particolare, è stato calcolato quante volte il singolo attributo è stato scelto come

preferito (Best) e come meno preferito (Worst). Successivamente, al numero totale dei

Best è stato sottratto il totale dei Worst. In questo modo, per ogni attributo è stato

ottenuto un indice “B-W score”. Tale indice fornisce un primo ordinamento delle

caratteristiche analizzate. A livello aggregato, è possibile dividere il “B-W score” per il

numero di intervistati. Tale procedura restituisce un punteggio B-W medio per ogni

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elemento. Questo può essere interpretato come il numero medio di volte che un attributo

è stato scelto come più o meno importante, in relazione al disegno sperimentale.11

Al fine di rendere maggiormente interpretabili i risultati ottenuti, il B-W score è stato

pesato e ricondotto, attraverso la radice quadrata del rapporto fra il numero di Best e il

numero di Worst (sqrtB/W), ad una scala completamente positiva (Lee, Soutar, e

Louviere, 2008). In particolare è stato calcolato lo “Standardised ratio scale”

(equazione 1), dove l’attributo maggiormente preferito assume valore pari a 100 e gli

altri vengono computati in rapporto al primo, ossia gli sqrt (i=1…..n) vengono

moltiplicati per il fattore indicato di seguito:

Weighting factor ratio scale = [1]

La seconda standardizzazione effettuata, al fine di rendere maggiormente intuitivo

l’ordinamento dell’importanza degli attributi, usa il “Weighting factor importance weight“

(equazione 2)

Weighting factor importance weight = [2]

Con tale approccio, l’importanza totale viene posta uguale a 100 e suddivisa fra i diversi

attributi in base alla importanza relativa di questi.

Nella tabella 3.4, è possibile osservare i risultati ottenuti. In generale, la cultivar, le info

sull’azienda, l’acidità e le info sulla tecnica di produzione si caratterizzano per una

11 Nel disegno sperimentale qui riportato ogni attributo appare nei 7 choice set per 3 volte. Conseguentemente, ogni consumatore avrebbe potuto scegliere quello specifico attributo come preferito al massimo per 3 volte. Il B-W score può variare quindi in un range compreso fra 0 a 3, intervallo al quale va confrontato il valore medio.

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differenza fra Best e Worst positiva (B-W). Mentre le info sul frantoio, l’annata di

produzione e l’analisi sensoriale hanno il B-W negativo.

Passando ad analizzare il B-W medio, l’attributo “Cultivar” ha un valore di 0,71, le info

sull’azienda un valore di 0,58, l’acidità 0,11 e le info sulla tecnica di produzione 0,02.

Tali risultati indicano che delle tre possibilità che gli intervistati avevano di indicare

ogni attributo come il preferito, nessuna delle caratteristiche analizzate è stata scelta in

media almeno una volta. In sintesi, un B-W medio pari a 0,71 per cultivar indica che in

media ogni consumatore ha scelto tale attributo come preferito 0,71 volte, valore

inferiore all’unità.

Tabella 3.4 – Risultati analisi B-W

In particolare nessuno degli attributi che mostrano una media positiva, si caratterizza

per un valore elevato dell’indice. La media più alta in valore assoluto è quella relativa

ad “Analisi sensoriali ed abbinamenti al cibo” con un valore pari a -1,06 circa. In altre

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parole, I consumatori mostrano per questo attributo il giudizio più netto, ponendolo

all’ultimo posto della graduatoria indicata.

Passando, poi, alle scale standardizzate, quanto sottolineato in precedenza appare ancora

più chiaro. In particolare, la scala standardizzata con il “ratio scale”, indica che benché i

primi due attributi siano i più importanti avendo un valore pari a 100 per la “Cultivar” e

a 92 per le “info sull’azienda”, gli altri 4, “acidità”, ”info sulla tecnica”, ”info sul

frantoio”, ”annata di produzione”, mostrano comunque un valore superiore alla media

dell’indice (valore medio indicatore 50). Solo “Analisi sensoriali ed abbinamenti con il

cibo” si caratterizza per un valore pari a 40.

Infine, l’ultima scala, quella pesata con l’ “importance weight”, rende ancora più

intuitivi il risultato ottenuto. Infatti se si osservano i valori relativi ai primi 6 attributi le

quote relative alle diverse importanze parziali sono molto vicine anche se si nota la già

descritta maggiore rilevanza per i primi due attributi (Cultivar e Info sull’azienda).

Anche in questo caso, appare evidente la differenza mostrata dal valore posseduto

dall’ultimo attributo “analisi sensoriale”, la cui importanza parziale è pari solo all’8% di

quella totale.

3.3.1 - Alcune osservazioni sull’applicazione operativa dei risultati B-W al QR code

I risultati ottenuti dall’analisi B-W mostrano potenziali ricadute operative

particolarmente importanti e dall’elevata valenza strategica. Appare chiaro, in linea con

quanto altri studi sulle preferenze del consumatore hanno mostrato negli ultimi dieci

anni, che la provenienza dell’olio di oliva extra-vergine è l’attributo maggiormente

influente. L’analisi B-W realizzata, però, indica che tale caratteristica va oggi declinata

in due modi diversi. Il primo rimane, come sempre, la provenienza territoriale e

l’origine geografica delle olive. Il secondo, invece, è relativo alla specifica azienda

produttrice. Conoscere non solo la regione di provenienza ma l’azienda produttrice è

una richiesta di informazione che va a soddisfare il bisogno sempre maggiore del

consumatore attuale di tracciabilità del prodotto e di fiducia per un “reale” produttore al

quale, teoricamente, potrebbe fare una visita, telefonargli o altro. Inoltre, essendo la

zona dove ha sede la Cooperativa “la Ciera” un’area con discreti caratteri paesaggistici,

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vicina a luoghi di interesse turistico e vicina ad un enorme bacino quale è quello di

Roma, immettere nel QR code informazioni circa la localizzazione dell’azienda, la

storia del luogo, le emergenze turistiche, link con portali come Tripadvisor ecc,

potrebbe rappresentare non solo un elemento di valorizzazione del prodotto ma anche

una leva per lo sviluppo locale in chiave di agricoltura multifunzionale.

Riportare le analisi chimiche quale l’acidità e le info sulla tecnica di produzione

andrebbe a valorizzare le caratteristiche salutistiche dell’olio di oliva. Tale task

informativo, però, dovrebbe essere conciso e “tradotto” in messaggi facili da elaborare

per consumatori che mediamente non sono esperti di chimica o di agronomia.

Le info sul frantoio e sull’annata di produzione e di imbottigliamento rappresentano

attributi preferiti leggermente in meno rispetto ai precedenti ma molto nuovi e ancora

poco utilizzati in termini di marketing. Quindi la loro introduzione nel QRcode è

consigliata.

Infine, un discorso a parte merita l’attributo connesso all’analisi sensoriale e agli

abbinamenti con il cibo. Come ampiamente discusso, la minore preferenza per tale

caratteristica è apparsa netta. Mentre non è emerso un attributo particolarmente preferito

avendo ottenuto per i primi sei indagati risultati molto simili in termini di peso e di

importanza, l’aspetto sensoriale si discosta nettamente dal gruppo precedente. Tale

indicazione, però, non significa non includere tale caratteristica nel QR code. Anzi

essendo il profilo sensoriale dell’olio extra-vergine Ciera non caratterizzato da note

particolarmente spiccate, va descritto nelle informazioni. La descrizione, anche in

questo caso andrebbe fatta con messaggi diretti ed elaborabili dal consumatore

sottolineando la caratteristica del prodotto che si connota per avere un profilo sensoriale

equilibrato con un’incidenza contenuta del piccante e dell’amaro. Il trasferimento di tale

informazione è di particolare importanza perché gli attributi prima citati non risultano

graditi, allo stato attuale, alla maggioranza dei consumatori (Del Giudice et al., 2015).

Inoltre, è lecito attendersi, seguendo quanto accaduto per altri prodotti come ad esempio

il vino o il formaggio, che l’aspetto sensoriale non sarà tralasciato nelle campagne

informative promozionali generiche implementate per il prodotto. Conseguentemente,

essendo l’olio Ciera un prodotto di qualità, destinato ad un segmento di consumatori che

cerca un olio particolare, non tralasciare l’informazione e la formazione su tale aspetto è

da ritenersi strategico.

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3.3.2 - Etichetta narrante: alcune note

Le informazioni ed i risultati riportati in precedenza devono essere tradotti in

un’etichetta narrante per l’olio di oliva extra-vergine Ciera che possa essere accessibile

attraverso il QR code. In sintesi:

Provenienza: indicazione dell’area di provenienza delle olive. Si consiglia di riportare

tale indicazione anche con l’aiuto visivo di una mappa che possa localizzare l’area in

relazione alla Regione Lazio e all’Italia.

Info sull’azienda: riportare i contatti e le caratteristiche dell’azienda o delle aziende

produttrici della specifica partita di olio. Riportare anche link utili ad emergenze

turistiche dell’area nonché a ristoranti ed osterie dove è possibile saggiare l’olio in

questione.

Analisi chimiche: riportare le principali analisi chimiche relative alla qualità dell’olio e

agli aspetti nutrizionali del prodotto. In particolare, va riportato il valore dell’acidità

anche se, come è ovvio che sia per un olio di qualità, più basso di quello imposto

dalla normativa attuale.

Info sulla tecnica di produzione: riportare le caratteristiche salienti della tecnica di

produzione, in particolare la tempistica della molitura al fine di sottolineare il tempo

breve che intercorre tra la raccolta e la molitura.

Info sul frantoio e annata di produzione: riportare l’annata di produzione delle olive e

la data di imbottigliamento. Inoltre riportare il frantoio sulla mappa e dare poche

informazioni sulle caratteristiche di questo.

Analisi sensoriale: riportare le valutazioni del panel e sottolineare l’assenza di note

sensoriali spiccate (amaro e piccante) nel profilo dell’olio extra-vergine Ciera.

Inserire anche possibili abbinamenti con cibi che permettano di esaltare il prodotto.

Infine, sul QR code presente in etichetta si consiglia di inserire una frase simile a quella

seguente: La invitiamo a leggere il QR code per conoscere l’olio extra-vergine Ciera,

il territorio e i produttori.

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3.4 – La stima della disponibilità a pagare un premio di prezzo per un olio in bottiglia

con QR code/etichetta narrante

La valutazione contingente si è affermata negli ultimi trent’anni come uno dei più validi

supporti alla stima dei beni senza mercato o che non hanno ancora uno specifico

mercato. Superata una certa diffidenza verso uno strumento che si basa su dichiarazioni

di pagamento ipotetiche, oggi risulta un mezzo, quando correttamente utilizzato, del

tutto affidabile. Un aspetto cruciale del metodo è costituito dall’indagine di campo, in

particolare dal questionario. Il recente contributo di Carson e Groves (2007) illustra e

sintetizza molto bene un trentennio di dibattito su questo argomento. Il nostro studio

segue in larga parte le raccomandazioni di questi autori.

Per quanto riguarda il format attraverso il quale formulare il quesito inerente la

disponibilità a pagare, la letteratura più recente ha visto definitivamente tramontare i

disegni statistici a banda multipla. Dopo le osservazioni critiche di Cameron e Quiggin

(1993) alla doppia banda, Bateman et al. (2009) hanno dimostrato che anche la banda e

mezza risulta potenzialmente distorsiva.

Anche il dibattito open-ended vs close-ended sembra essere giunto ad una analisi

conclusiva. Mentre per i beni pubblici è preferibile utilizzare il metodo close-ended a

banda singola (Carson, Groves, 2007), per le indagini di mercato inerenti beni privati di

cui non si necessita conoscere il beneficio sociale, può essere impiegato anche il

modello open-ended, che a parità di osservazioni possiede una maggiore efficienza

statistica. In questa indagine, essendo il bene di natura privata, ed essendo la nostra una

indagine di mercato abbiamo optato per il formato open-ended.

Un aspetto che invece è utile considerare è quello relativo alla quota di indifferenti, cioè

coloro che presentano una assoluta indifferenza nei confronti del bene/servizio oggetto

di valutazione. In taluni casi questi possono assumere un notevole peso, e se non

adeguatamente ponderati nel modello statistico, potrebbero dare luogo a stime distorte.

Nel nostro caso studio gli indifferenti sono risultati 564 su un campione complessivo di

1006 responsabili di acquisto, pari, quindi, al 56%, una cifra sicuramente rilevante.

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Tenendo presente tali considerazioni abbiamo utilizzato per la stima della disponibilità a

pagare il modello econometrico suggerito da Reiser e Shechter (1999).

Ipotizzando che gli individui intervistati appartengano a due popolazioni diverse, una

indifferente alla presenza di un QR code sulla bottiglia di olio, che rimanda ad una

etichetta narrante, e l’altra disponibile a pagare un premi di prezzo per lo stesso, è

possibile stimare le variabili che influenzano l’indifferenza e la distribuzione della DAP

per il QR code attraverso una mistura di distribuzioni casuali.

Sia p la probabilità che un individuo scelto dalla popolazione sia indifferente al QR

code (DAP = 0), e sia F(x) con x>0 la distribuzione cumulata che descrive il

comportamento degli individui sensibili al QR code e quindi disponibili a pagare un

premio di prezzo.

In tale contesto quando si chiede all’individuo i-esimo la disponibilità a pagare un

premio di prezzo per una bottiglia di olio extra-vergine di oliva con QR code, sono

possibili tre eventi:

Da cui discende, considerando l’intero campione, ed indicando con δi = 1, l’i-esimo

individuo con DAP = 0, la seguente funzione di verosimiglianza:

[3]

La funzione di verosimiglianza [3], assumendo anche la presenza di covariate, può

essere riscritta come prodotto della [4] e della [5]:

[4]

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e

[5]

Quindi, la [4] e la [5] possono essere massimizzate separatamente.

Per quanto riguarda la [4], assumendo che p sia funzione, per semplicità, di una sola

covariata x, ed assumendo che si distribuisca come una logistica, otteniamo la seguente

soluzione al problema di ottimizzazione:

[6]

In altri termini è possibile stimare p attraverso un semplice modello Logit nelle

covariate xi sul sub-campione individuato come indifferente al QR code.

Per quanto riguarda la massimizzazione della [5] assumendo che F si distribuisca come

una Lognormale:

e che σ sia costante e che µ vari in maniera lineare rispetto alle covariate:

è possibile stimare β0, β1, σ e µ, attraverso un semplice modello OLS.

Il valore medio della disponibilità a pagare per l’intera popolazione si otterrà attraverso

la seguente formula:

[6]

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Il principale punto di forza del modello di Reiser e Shechter sta nella semplicità con cui

è possibile stimare la distribuzione della disponibilità a pagare per un bene in presenza

di individui indifferenti.

3.5 - La stima della Disponibilità a Pagare (DAP) per una bottiglia di olio extra-

vergine con QR code

La tabella 3.5 riporta i risultati del modello Logit impiegato per la stima di p, cioè la

probabilità di essere indifferenti al QR code su una bottiglia di olio.

Tabella 3.5 - Modello Logit per la stima di (1-p): la probabilità di essere disponibili a pagare un premio di prezzo per il QR code su una bottiglia di olio

Parametro Errore Standard Statistica Z p-value

Costante -1,335 0,251 -5,314 <0,0001 Consumo olio (lt) 0,019 0,011 1.770 <0,1 UtilizzatoreQRcode -0,690 0,136 -5,079 <0,0001 Atteggiamento verso QR code 0,439 0,069 6,073 <0,0001 (1-p)* 0,439 N. osservazioni 1006 N. indifferenti 564 Log_Lik -645,030

* Valore stimato nella media delle variabili indipendenti

Come emerge dalla tabella 3.5, la probabilità di essere disponibili a pagare un premio di

prezzo per il QR code su una bottiglia di olio, risulta maggiore nel caso di individui che

hanno un atteggiamento positivo verso il mobile marketing come fonte di utili di

informazioni sui prodotti presenti sul mercato e che consumano una quantità di olio

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extra-vergine maggiore rispetto al resto della popolazione12. La stessa probabilità si

riduce nel caso in cui i consumatori abbiano già fatto uso in passato di un QR code su

un prodotto si alimentare che non alimentare.

Mentre il segno delle prime due covariate, attitudine e consumo di olio, è in linea con le

attese, può sorprendere il segno della variabile “precedente utilizzatore del QR code”. In

realtà la cosa non sorprende se si considera che allo stato attuale la gran parte delle

aziende del settore EVO, e non solo, che utilizzano il QR code, ne fanno un uso poco

funzionale al consumatore che si trova allo scaffale, infatti, quasi sempre il QR code

rimanda alla pagina web dell’azienda produttrice, dove non sempre è semplice ritrovare

le notizie di interesse utilizzando uno smartphone.

L’idea che si propone in questo progetto è, invece, del tutto diversa, il QR code

rimanderebbe ad una pagina web che funge da etichetta narrante.

Risulta infine interessante notare che la probabilità di essere disponibili a pagare un

premio di prezzo per il QR code su una bottiglia di olio è risultata non influenzata da

covariate quali: reddito, età istruzione o circoscrizione territoriale.

Il valore medio di (1-p), stimato nella media delle variabili indipendenti, è risultato pari

a 0,439. Valore identico alla percentuale dei non-indifferenti nel campione totale

(43,9%).

La tabella 3.6 riporta la stima dei parametri della distribuzione della disponibilità a

pagare nell’ambito della sub-popolazione non-indifferente al QR code su una bottiglia

di olio.

In questo caso la disponibilità a pagare un premio di prezzo per una bottiglia di olio

tende a crescere nel caso di individui che hanno un atteggiamento positivo verso il

mobile marketing come fonte di utili di informazioni sui prodotti presenti sul mercato e

che consumano una quantità di olio extra-vergine maggiore rispetto al resto della

popolazione. La stessa disponibilità si riduce nel caso in cui i consumatori abbiano già

fatto uso in passato di un QR code su un prodotto sia alimentare che non alimentare.

Difatti sono le stesse covariate ad essere implicate anche i due modelli sono del tutto

indipendenti.

Anche in questo caso bisogna sottolineare che la disponibilità a pagare un premio di

prezzo non è in alcun modo influenzata da covariate quali: reddito, età istruzione o

12 Tale atteggiamento (attitude) è stato misurato, come già illustrato in precedenza, utilizzando la scala di Altuna & Konuk (2009).

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circoscrizione territoriale. In questo modello è stata anche testata la variabile prezzo

dell’EVO pagato dal consumatore. In altri termini la disponibilità a pagare un premio di

prezzo non opera come un differenziale di prezzo rispetto a quello che già di paga

normalmente.

Tabella 3.6 - Modello OLS per la stima della disponibilità a pagare dei consumatori non indifferenti. Variabile dipendente: log DAP

Parametro Errore Standard Rapporto t p-value

Consumo olio (lt) 0,020 0,007 2,958 <0,05 Utilizzatore QRcode - 0,204 0,103 - 1,989 <0,01 Atteggiamento verso QR code 0,045 0,019 2,317 <0,05 Media variabile dipendente* 0,162 Errore Standard della Regressione 1,090 DAP media della popolazione (Euro) 0,86 DAP media della popolazione troncata superiormente a 5 (Euro) 0,84 N. osservazioni 442 Log_Lik -663,75

* Valore stimato nella media delle variabili indipendenti

Utilizzando i dati ottenuti dai modelli in tabella 3.5 e 3.6 abbiamo stimato la media della

distribuzione della disponibilità a pagare utilizzando la formula [6].

Il valore medio della DAP relativo all’intera popolazione italiana, è pari a 86 centesimi

di Euro. È stata prodotta anche una stima più robusta della media che ha tenuto conto

degli outliers. Cioè degli individui che avevano espresso un valore della DAP

particolarmente elevato. Trattando opportunamente gli outliers la stima della DAP

divienta pari a 84 centesimi, difatti rimane molto stabile, indice di una buona qualità

delle risposte degli intervistati.

Utilizzando un valore medio tra i due stimati perveniamo alla conclusione che i

consumatori italiani sono disposti, in media, a pagare un premio di prezzo pari ad 85

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centesimi di Euro per una bottiglia di olio extra-vergine con etichetta narrante,

consultabile tramite QR code, che riporta le informazioni sul processo e sul prodotto da

loro desiderate.

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APPENDICE

I questionari somministrati Appendice 1 – Questionario per il rilevamento dei processi produttivi

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI NAPOLI FEDERICO II DIPARTIMENTO DI AGRARIA

RILEVAMENTO DEI PROCESSI PRODUTTIVI ELEMENTARI RELATIVI ALLE COLTIVAZIONI ARBOREE

QUESTIONARIO (giugno 2015)

La Federico II adotta tutte le misure di sicurezza per tutelare la riservatezza delle informazioni fornite che saranno divulgate esclusivamente in forma aggregata

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A – INFORMAZIONI GENERALI 1. Rilevamento a) Rilevatore b) N° Questionario c) Annata agraria alla quale si riferiscono le informazioni d) Data di rilevamento

2. Azienda a) Codice b) Ubicazione dell’abitazione dell’imprenditore - Provincia - Comune c) Ubicazione del centro aziendale - Provincia - Comune - Distanza dalla strada rotabile - Distanza dal centro abitato B – STRUTTURE AZIENDALI 1. SAU a) Titolo di possesso e irrigazione

Azienda SAU (ettari) Irrigabile Asciutta Totale

- in proprietà

- in affitto - altra forma Totale b) Ripartizione colturale

Azienda Coltivazione

Superficie (ettari)

Coltivazione Principale

(stesso anno)

Coltivazione Secondaria/e (stesso anno)

2. Fabbricati, manufatti e impianti fissi utilizzati per la coltura oggetto di rilevamento Azienda Descrizione

UM

Dimensione Superficie servita

Anno di costruzione

Costo a

nuovo (euro)

Durata presunta

(anni)

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3. Macchine utilizzate per la coltura oggetto di rilevamento Azienda Descrizione Anno di

acquisto Costo a nuovo (euro)

Durata presunta

(anni)

4.Attrezzi utilizzati per la coltura oggetto di rilevamento Azienda Descrizione Anno di

acquisto Costo a nuovo (euro)

Durata presunta

(anni)

C – COLTURA 1. Specie e cultivar a) Specie b) Cultivar 2. Superficie a) Titolo di possesso

- Proprietà - Affitto - Altra forma

b) Terreno in affitto: canone annuo (euro/ha) c) c1) Valore medio del terreno nudo (euro/ha) c2) Valore medio di suolo e soprassuolo (euro/ha)

d) Metodo di produzione Convenzionale Integrato Biologico In conversione da convenzionale a biologico 3. Caratteristiche della coltivazione a) Tipo di impianto Coetaneo Disetaneo b) Età dell’impianto (anni)

c) Durata presunta dall’anno di piena produttività (anni)

d) Stazione produttiva Improduttiva Produttività

crescente Produttività stazionaria

Produttività decrescente

e) Eventuale quota annua di sostituzione

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delle piante (%) f) Portainnesto g) Distanze fra le piante h) Forma di allevamento

i) Consociazione ad altre colture. Se sì, quali

4. Caratteristiche del terreno a) Natura del terreno Grossolana Argillosa Sabbiosa Medio impasto b) Pendenza media Pianeggiante (p<5%) Acclive (5<p<15 %) Molto acclive (15<p<30 %) Estremamente acclive (p>30 %) c) Altitudine media (m.s.l.m.) D – TECNICA DI COLTIVAZIONE DELL’ANNO IN PIENA PRODUZIONE

1. Agrotecnica-I SAU del campo oggetto di rilevamento(ha) ………

DESCRIZIONE

Epo

ca

Operazione manuale/ macchine aziendali

Macchine noleggiate

Prez

zo/T

ariff

a

Ope

rato

re

UM

Qua

ntit

à

UM

Nol

Q

uant

ità Nol

69

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1. Post-raccolta, conservazione e trasformazione

E – ALTRE INFORMAZIONI 1. Destinazione della produzione

Cod Destinazione % 01 Autoconsumo 02 Mercato 03 Altro (specificare) 2. Vendita della produzione per tipologia di acquirente Cod Tipologia acquirenti

Conferimenti per anno

(% quantità)

Prezzi medi ultime annate

UM…… Anno …….

Anno …….

Anno …….

Anno …….

Anno …….

Anno …….

01 Commerciante 02 Industria 03 Dettagliante 04 Vendita diretta 05 Agriturismo 06 Ristorazione convenzionale 07 Operatore di altro Paese UE 08 Operatore di altro Paese extra-UE 09 Altra impresa agricola

10 Conferimento a Cooperativa 11 ………………………………………

DESCRIZIONE E

poca

Operazione manuale/ macchine aziendali

Macchine noleggiate

Prez

zo/T

ariff

a

Ope

rato

re

UM

Qua

ntità

UM

noll

Qua

ntità

N

ol

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3. Certificazione e identificazione del prodotto Cod Tipo di certificazione % su

quantità totale prodotta

01 Prodotto convenzionale

02 Prodotto tradizionale (ai sensi del DM 350/99)

03 Marchio di Impresa

04 Denominazione d’Origine Protetta (DOP) (specificare)………………………………………………………

05 Indicazione Geografica Protetta (IGP) (specificare)………………………………………………………

06 Marchio collettivo (1)……………………………………………………

07 Prodotto biologico

08 Prodotto integrato

09 Altro ……………….……………………………………………………… (1) registrato con riferimento alla normativa nazionale 4. Aiuti pubblici a sostegno diretto o indiretto del reddito (importi aziendali)

Azienda

Tipologia Importo (euro)

Premio unico Indennità compensativa Premio accoppiato (se riguardante la coltura oggetto di analisi) Misure agro - ambientali (se riguardante la coltura oggetto di analisi) F – NOTE

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GUIDA AL RILEVAMENTO DEI PROCESSI PRODUTTIVI (giugno 2015)

La presente guida fornisce istruzioni riguardanti il rilevamento dei processi produttivi elementari, finalizzato all’analisi dei costi di produzione e della redditività dei fattori produttivi conferiti.

I dati e le informazioni attengono, quindi, alla descrizione: - delle caratteristiche delle aziende cui si riferisce il processo oggetto di

rilevamento - della tecnica di produzione - delle modalità di vendita dei prodotti e di altri aspetti attinenti alla gestione del

processo produttivo aventi rilevanza ai fini delle analisi. Le istruzioni sono articolate in due parti (I, II). Nella prima si forniscono le note esplicative relative alla compilazione delle

diverse parti del questionario, nella seconda sono esposti due esempi di compilazione delle agrotecniche, uno relativi ad una coltivazione erbacea ed una arborea.

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I –NOTE ESPLICATIVE PER LA COMPILAZIONE DEL QUESTIONARIO A - INFORMAZIONI GENERALI

Le informazioni raccolte in questa sezione delineano le caratteristiche delle produzione rilevata e

delle aziende presso le quali è diffusa. 1. Rilevamento

2. Azienda a) Codice Va attribuito un codice alfanumerico, le cui prime due posizioni

comprendono la prima lettera del cognome e la prima lettera del nome del rilevatore, le altre tre posizioni comprendono la numerazione progressiva di tutti i questionari compilati dallo stesso rilevatore (es. AC001, AC002, ecc.), il quale appronterà un elenco delle aziende presso cui sono stati effettuati i rilevamenti, con l’accoppiata codice nominativo, da utilizzare per eventuali contatti successivi.

b) Ubicazione dell’abitazione dell’imprenditore

Provincia Denominazione Comune Denominazione

c) Ubicazione del Centro aziendale Provincia Denominazione Comune Denominazione - Distanza dalla strada rotabile Non considerare allorquando l’azienda non è dotata di

fabbricati - Distanza dal centro abitato ” “

a) Rilevatore Nome e cognome del rilevatore. b) N° Questionario Numero progressivo apposto dal rilevatore per identificare il

questionario. c) Annata agraria alla quale si

riferiscono le informazioni Anno a cui si riferisce il rilevamento.

d) Data di rilevamento Data del rilevamento.

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B - STRUTTURE AZIENDALI 1. SAU a) Titolo di possesso e irrigazione Azienda Inserire il codice aziendale di cui al precedente punto A2a.

- in proprietà

Comprende il terreno la cui proprietà appartiene all’imprenditore o a componenti familiari conviventi

- in affitto

Considerare anche gli affitti non formalizzati con contratti e quelli di tipo stagionale

- altra forma Comodati gratuiti, possesso di fatto, ecc. b) Ripartizione colturale Azienda Inserire il codice aziendale di cui al precedente punto A2a. SAU (ettari) Superficie occupata da una o più coltivazioni nel corso dell’anno Coltivazione principale E’ da intendersi la coltivazione che, all’interno di una avvicendamento

annuale, risulta più importante dal punto di vista economico (valore della produzione annuale).

Coltivazione secondaria/e E’ da intendersi la coltivazione (o le coltivazioni) che, all’interno di una avvicendamento annuale, risulta meno importante dal punto di vista economico (valore della produzione annuale).

2. Fabbricati, manufatti e impianti fissi utilizzati per la coltura oggetto di

rilevamento (o per l’allevamento) Il rilevamento deve riguardare i fabbricati (es. magazzini, ricovero macchine, ecc.) e gli impianti

di vario tipo (serre, impianti di irrigazione, ecc.) impiegati per la coltura oggetto di rilevamento, in maniera esclusiva o meno.

Azienda Inserire il codice aziendale di cui al precedente punto A2a. CodF Sarà inserito a cura del Centro di elaborazione. Descrizione Descrizione analitica delle caratteristiche che connotano il fabbricato/impianto U.M. Unità di misura: va scelta in relazione alla tipologia del fabbricato/impianto (mq

se si tratta di un magazzino, mc se si tratta di un fienile). Dimensione Dimensione del fabbricato/impianto espressa in termini dell’U.M. di cui alla

colonna precedente. Superficie servita Superficie aziendale servita dal fabbricato/impianto. Esempi:

- ricovero macchine: superficie totale dell’azienda; - silos per mais ceroso: superficie mediamente destinata a tale coltura (che

potrebbe essere superiore a quella interessata dal rilevamento); - impianto di irrigazione: superficie irrigua servita dall’impianto - serra: superficie coperta.

Anno di costruzione

Indicare l’anno di costruzione e in nota l’anno in cui è stato eventualmente effettuato un intervento di ristrutturazione.

Durata presunta (anni)

Riportare la durata economica presunta, espressa in anni. L’informazione va fornita tenendo conto della casistica a conoscenza dell’imprenditore intervistato e delle specificità dell’azienda oggetto d’indagine.

Costo a nuovo (euro) Costo presunto che andrebbe sostenuto, con riferimento ai prezzi di mercato al momento del rilevamento, per costruire un fabbricato/impianto aventi le stesse caratteristiche di quello oggetto di rilevamento.

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3. Macchine utilizzate per la coltura oggetto di rilevamento (o per l’allevamento)

Il rilevamento deve riguardare le macchine impiegate per la coltura oggetto di rilevamento, in maniera esclusiva o meno. Azienda Inserire il codice aziendale di cui al precedente punto A2a. CodM Sarà inserito a cura del Centro di elaborazione. Descrizione Descrizione analitica delle caratteristiche del mezzo meccanico. Anno di acquisto Indicare l’anno di acquisto e in nota l’anno in cui è stato eventualmente

effettuato un intervento di manutenzione straordinaria. Costo a nuovo (euro) Costo di acquisto di una macchina della stessa tipologia, con riferimento ai

prezzi di mercato al momento del rilevamento. Durata presunta (anni) Riportare la durata economica presunta, espressa in anni. L’informazione va

fornita tenendo conto della casistica a conoscenza dell’imprenditore intervistato e delle specificità dell’azienda oggetto d’indagine

Impiego per operazioni allevamento (%)

Per i soli questionari sugli allevamenti va indicata la quota di impiego della macchina destinata alle operazioni di allevamento in senso stretto, considerando quindi solo le mansioni connesse alla gestione della mandria (mungitura, preparazione e somministrazione degli alimenti, pulizia stalla, ecc.) escludendo invece le attività connesse alla produzione dei foraggi.

4. Attrezzi utilizzati per la coltura oggetto di rilevamento (o per l’allevamento)

Il rilevamento deve riguardare gli attrezzi impiegati per la coltura oggetto di rilevamento, in maniera esclusiva o meno. Azienda Inserire il codice aziendale di cui al precedente punto A2a. CodA Sarà inserito a cura del Centro di elaborazione. Descrizione Descrizione analitica delle caratteristiche dell’attrezzo. Anno di acquisto Indicare l’anno di acquisto e in nota l’anno in cui è stato eventualmente

effettuato un intervento di manutenzione straordinaria. Costo a nuovo (euro) Costo di acquisto di una macchina della stessa tipologia, con riferimento ai

prezzi di mercato al momento del rilevamento. Durata presunta (anni) Riportare la durata economica presunta, espressa in anni. L’informazione va

fornita tenendo conto della casistica a conoscenza dell’imprenditore intervistato e delle specificità dell’azienda oggetto d’indagine

Impiego per operazioni allevamento (%)

Per i soli questionari sugli allevamenti va indicata la quota di impiego degli attrezzi destinata alle operazioni di allevamento in senso stretto, considerando quindi solo le mansioni connesse alla gestione della mandria (mungitura, preparazione e somministrazione degli alimenti, pulizia stalla, ecc.) escludendo invece le attività connesse alla produzione dei foraggi.

C – COLTURA 1. Specie e varietà a) Specie Riportare codice e denominazione della specie rilevata.

- Codice: Per la codificazione della specie utilizzare i COD_attività. Nel caso in cui la specie o il miscuglio non fosse riportato nell’elenco va segnalato al centro di elaborazione, il quale provvederà all’attribuzione del codice.

- Denominazione. Se trattasi di miscugli, specificare le varie specie utilizzate, con l’indicazione dell’incidenza percentuale di ciascuna.

b) Cultivar - Ove possibile rilevare l’informazione dall’etichetta della confezione della semente utilizzata. Se è stato utilizzato materiale di moltiplicazione non selezionato prodotto da lungo tempo dalla stessa azienda o da altra azienda dell’area, riportare la dicitura “Ecotipo locale”.

- Se si tratta di miscugli specificare la cultivar di ciascuna specie utilizzata.

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2. Superficie a) Titolo di possesso

- Proprietà (Vedi tabella B1) - Affitto (Vedi tabella B1) - Altra (Vedi tabella B1)

b) Terreno in affitto: canone annuo (euro/ha)

Se il campo oggetto di rilevamento è in affitto va specificato il canone di effettivamente versato. Se il terreno è in proprietà va comunque segnalato il livello medio degli affitti per la stessa categoria di terreni, nell’area oggetto di rilevamento.

c) Valore medio del terreno nudo (euro/ha)

Il valore, da determinare con riferimento al mercato fondiario locale, deve essere riferito al terreno nudo, escludendo quindi l’eventuale soprassuolo, i fabbricati, gli impianti fissi di irrigazione, ecc. Da rilevare anche nel caso in cui il terreno risulti in affitto.

c2) Valore medio di suolo e soprassuolo (euro/ha) (solo arboree)

Per le sole colture arboree bisogna riportare anche il valore complessivo del suolo e del soprassuolo. Da rilevare anche nel caso in cui il terreno risulti in affitto.

d) Metodo di produzione - Convenzionale - Integrato: se l’impiego dei fitofarmaci e dei concimi azotati è posto

sotto controllo ai fini della fruizione degli appositi aiuti pubblici. - Biologico: se tale stato è attribuito a norma di legge. - In conversione da convenzionale a biologico: se tale stato è attribuito a

norma di legge. 3. Precessione e successione colturale (colture erbacee) a) Segue/precede altre colture nello stesso anno? Se sì, quali

Informazioni utili per definire i tipi di rotazione in cui si inserisce il processo produttivo oggetto di rilevamento nelle varie realtà agricole. b) E’ consociata con altre colture? Se sì,

quali 3. Caratteristiche della coltivazione (colture arboree) a)

Tipo di impianto

Specificare se l’impianto è costituito da piante approssimativamente della stessa età (impianto coetaneo), oppure da piante di età diversa (impianto disetaneo).

b) Anno di impianto (anni) L’informazione assume particolare importanza per gli impianti destinati ad essere espiantati in modo coevo.

c) Durata presunta dall’anno di piena produttività (anni)

Occorre tener conto del comportamento dei coltivatori dell’area in cui ricade l’azienda.

d) Stazione produttiva Improduttiva: comprende gli anni che vanno dalla messa a dimora all’anno in cui si raccoglie il primo prodotto in quantità significativa.

Produttività crescente: si riferisce alla fase durante la quale la resa aumenta fino a stabilizzarsi.

Produttività stazionaria: fase durante la quale la resa produttiva per anno è tendenzialmente costante.

Produttività decrescente: fase durante la quale resa produttiva è in netto calo.

e) Eventuale quota annua di sostituzione delle piante (%)

Si riferisce ai vecchi impianti di specie molto longeve (es. nocciolo, castagno, olivo, limone) per i quali in molte zone si procede alla sostituzione delle piante che man mano deperiscono.

f) Portainnesto h) Distanze fra le piante h) Forma di allevamento i) Consociazione ad altre colture

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4. Caratteristiche del terreno a) Natura del terreno Utilizzare possibilmente analisi del terreno disponibili presso

l'azienda. b) Pendenza Dato medio del corpo aziendale. c) Altitudine media Dato medio del corpo aziendale. d) Irrigazione Va specificato se è praticata l’irrigazione e le sue caratteristiche. I

dati relativi agli eventuali impianti fissi e mobili di irrigazione vanno riportati nelle tabelle B2, B3, B4.

5. Sistema di protezione

Se la coltivazione oggetto di indagine è coltivata con l’ausilio di sistemi protettivi, ne va specificata la natura in questa sezione. In particolare, vanno indicate la tipologia ed il materiale costitutivo, nonché la descrizione analitica di tutti gli elementi costitutivi del sistema. Le informazioni sui costi di realizzazione degli eventuali impianti di protezione delle colture vanno riportate nella Tabella B2. D – TECNICA DI PRODUZIONE

Con riferimento alle scelte operate dall'imprenditore relativamente alla coltura oggetto di

rilevamento su uno specifico corpo aziendale, vanno descritte, operazione per operazione, la tecnica di coltivazione e tutte le eventuali fasi successive di lavorazione e conservazione eseguite in azienda prima della vendita.

Per ciascuna operazione vanno riportate in sequenza (vedi esempi), ove ricorrano e su righe distinte, le seguenti informazioni e le relative codificazioni: • tipo di intervento e la modalità di esecuzione • mezzo tecnico o il materiale impiegato • prodotto raccolto: Occorre riportare sia i prodotti principali (Es. olive o olio) sia gli eventuali prodotti

secondari (es. legna di potatura). Lo schema adottato distingue tra le operazioni in campo (agrotecnica) e post-raccolta. Le operazioni eseguite con periodicità superiore all’anno (es. potatura, concimazioni di fondo)

vanno riportate comunque, anche se non svolte nell’anno di riferimento per il rilevamento. In questo caso occorrerà indicare i fabbisogni correlati all’operazione e specificare, con la descrizione dell’operazione anche il numero di anni che intercorre tra due interventi successivi (es. potatura ogni due anni o potatura biennale). 1. Agrotecnica

Le operazioni relative all’agrotecnica vanno rilevate esclusivamente per i prodotti di origine vegetale e solo nelle interviste ai produttori.

E’ importante ricordare che i occorre rilevare i dati con riferimento ad una superficie omogenea e che tale dato va specificato nella cella SAU del campo oggetto di rilevamento.

Inoltre, i dati vanno riferiti ad un annata produttiva tipo, non caratterizzata eventi eccezionali (es. attacchi mosca olearia nel 2014) e tenendo conto delle eventuali alternanze tra le annate delle rese produttive.

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2. Post-raccolta, conservazione e trasformazione In questa sezione si riportano tutte le operazioni relative alle fasi di trasformazione del prodotto e

più in generale di post-raccolta, inclusi i trasporti, la cura e la conservazione (es. molitura e trasporto da e verso il frantoio, eventuale attesa durante la molitura, ecc.).

Nella pagine seguente si riporta una descrizione dettagliata dei campi da compilare per il rilevamento della tecnica di produzione. DESCRIZIONE Descrivere in modo esauriente:

- tipo di operazione eseguita - caratteristiche delle macchine e degli attrezzi impiegati, del mezzo tecnico o del

materiale utilizzato; per ogni mezzo tecnico va utilizzata una apposita riga. - tipo di prodotto (e di eventuale sottoprodotto) raccolto. Per maggiori chiarimenti vedere gli esempi allegati.

Epoca Mese nel corso della quale è stata eseguita l’operazione (es. agosto = 08). UM Riportare l’unità di misura in cui è espressa la quantità di lavoro, di mezzo tecnico o di

prodotto. Quantità Lavoro: ore totali di lavoro prestato dalla manodopera impiegata per l’esecuzione

dell’operazione. Se è impiegata la macchina, le ore di lavoro si riferiscono anche al conduttore; qualora il cantiere di lavoro comporti l’impiego di altri addetti, le relative ore vanno riportate nella riga successiva, con la dicitura lavoro manuale di supporto. Se la manodopera è salariata va indicato il relativo compenso nella colonna Prezzo/Tariffa. Mezzo tecnico/materiale/prodotto: quantità impiegata o raccolta.

UMNol Riportare l’unità di misura in cui è espressa la quantità di lavoro dell’operazione eseguita a noleggio.

QuantitàNol Inserire la quantità di lavoro noleggiato in conformità all’unità di misura di cui precedente colonna.

Prezzo/Tariffa Noleggio: indicare la tariffa unitaria di noleggio (per ora, per ettaro, per quintale, ecc.) in coerenza con l’unità di misura e le quantità riportate nelle precedenti colonne. Salariati: salario orario lordo. Mezzo tecnico/materiale: prezzo del mezzo tecnico per unità di prodotto. Prodotto: prezzo di vendita per unità di prodotto.

Operatore Indicare da chi è stata svolta l’operazione: − F: familiare − S: Salariato fisso − A: Avventizio − N: Noleggio Nel caso di esecuzione da parte di figure differenti indicare ogni figura coinvolta su righe distinte.

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E - ALTRE INFORMAZIONI 1. Destinazione della produzione

Va stimata l’incidenza percentuale delle diverse destinazioni relative al prodotto oggetto d’indagine. 2. Vendita della produzione per tipologia di acquirente

Va stimata l’incidenza percentuale per quantità di prodotto delle diverse situazioni riscontrate negli ultimi tre anni ed i relativi prezzi.

3. Certificazione e identificazione del prodotto

Va stimata l’incidenza percentuale delle diverse tipologie di identificazione relative al prodotto oggetto d’indagine. 4. Aiuti pubblici a sostegno diretto o indiretto del reddito

Riportare gli eventuali aiuti di cui fruisce l’azienda, distinguendo tra le principali tipologie.

Si ricorda che i premi accoppiati alla produzione e quelli riguardanti le misure agroambientali (es. biologico, integrato) vanno riportati soltanto se riguardano la coltura oggetto di indagine. F – NOTE Utilizzare questa sezione del questionario per fornire specificazioni e chiarimenti che possono contribuire a migliorare l’utilizzazione delle informazioni rilevate.

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******************************************************************************************************** Gentile Signora/e l’Università di Napoli Federico II sta conducendo una ricerca sull’olio extra-vergine di oliva. L’intervista durerà circa 15 minuti. La preghiamo di leggere attentamente le domande e di rispondere in tutta serenità. Non ci sono risposte giuste o sbagliate - siamo solo interessati alla sua personale opinione. Tutte le risposte sono confidenziali e verranno raccolte in maniera anonima. ************************************************************************************************

Acquisto e consumo di olio

D.1 Nella sua famiglia è Lei che si occupa della spesa alimentare, olio in particolare? 1. Si, in maniera esclusiva ☐ [PROSEGUIRE] 2. Si, in maniera parziale ☐ [PROSEGUIRE] 3. No ☐ [CHIUDERE]

D.2 Indichi per favore il suo genere. 1. Uomo 2. Donna

D.3 Quanti anni ha?

[RISPOSTA NUMERICA - <18 CHIUDERE]

D.4 In quale regione vive? 1. Valle D’Aosta 2. Piemonte 3. Lombardia 4. Liguria 5. Veneto 6. Trentino Alto Adige 7. Friuli Venezia Giulia 8. Emilia Romagna 9. Toscana 10. Marche 11. Umbria 12. Lazio 13. Campania 14. Abruzzo 15. Molise 16. Puglia 17. Calabria 18. Basilicata 19. Sicilia 20. Sardegna

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D.5 Qual è il suo comune di residenza?

[BOX DI TESTO PICCOLO]

D.6 Da quante persone è composta la sua famiglia Lei incluso? n._____ [RANGE 1-20]

D.07 Durante l’ultimo mese la Sua famiglia quanto olio extra-vergine di oliva ha consumato?

Litri _____ [range da 0 a 50] + Nell’ultimo mese non è stato consumato olio Durante l’ultimo mese la Sua famiglia quanto olio di oliva ha consumato?

Litri _____ [range da 0 a 50] + Nell’ultimo mese non è stato consumato olio

Durante l’ultimo mese la Sua famiglia quanto olio di semi ha consumato?

Litri _____ [range da 0 a 50] + Nell’ultimo mese non è stato consumato olio

SE 0 litri PER OLIO EXTRA-VERGINE DI OLIVA CHIUDERE

D.8 Che olio di oliva extra-vergine ha comprato l’ultima volta? Marca (Es. Bertolli, Dante, Carapelli,COOP, etc)

[BOX DI TESTO PICCOLO]

[NON RICORDO- che si può cliccare]

Tipologia (Es. Delicato, Robusto, DOP, biologico, 100% italiano, etc.)

[BOX DI TESTO PICCOLO]

[NON RICORDO- che si può cliccare] Prezzo al litro [2 BOX DI TESTO NUMERICO PER NUMERO INTERO E DECIMALE – RANGE POSSIBILE DA

1.00 € - 40,00 €]

D.9 Indichi, per favore, con che frequenza la Sua famiglia acquista olio di oliva extra-vergine presso le seguenti modalità distributive: [RISPOSTA SINGOLA PER RIGA]

1 2 3 4 5 6 7

Mai Più volte in un anno

Una volta al mese

Più volte al mese

Una volta alla

settimana

Più volte alla settimana

Ogni giorno

Supermercati, Ipermercati, etc.

☐ ☐ ☐ ☐ ☐ ☐ ☐

Negozi tradizionali (es: ☐ ☐ ☐ ☐ ☐ ☐ ☐

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salumerie, piccoli negozi di alimenti)

Mercatini degli agricoltori

☐ ☐ ☐ ☐ ☐ ☐ ☐

Gruppi di Acquisto Solidale ☐ ☐ ☐ ☐ ☐ ☐ ☐

Direttamente in azienda (spaccio aziendale)

☐ ☐ ☐ ☐ ☐ ☐ ☐

Siti Internet

D.10 Indichi, per favore, in che modo utilizza l’olio extra-vergine di oliva: [RISPOSTA SINGOLA PER RIGA]

1 2 3 4 5 6 7

Mai Più volte in un anno

Una volta al mese

Più volte al mese

Una volta alla

settimana

Più volte alla settimana

Ogni giorno

Condimento a crudo

☐ ☐ ☐ ☐ ☐ ☐ ☐

Cucinare (escluso frittura) ☐ ☐ ☐ ☐ ☐ ☐ ☐

Friggere

☐ ☐ ☐ ☐ ☐ ☐ ☐

Informazioni in Etichetta

D.11 L’etichetta che lei trova su una bottiglia, o lattina, di olio extra-vergine di oliva contiene informazioni utili al consumatore. Alcune di queste sono obbligatorie: - denominazione dell’olio (extra-vergine, vergine, olio di oliva composto da oli di oliva raffinati e oli di oliva vergini, olio di sansa) - nome del Produttore (nome -ragione sociale - marchio) - sede di produzione o imbottigliamento - data di scadenza (18 mesi dall’imbottigliamento) - origine delle olive e dell'olio, indicando il Paese di provenienza (Stato membro della UE o extracomunitario) o l'eventuale miscela di oli di origine diversa. Altre sono facoltative come, ad esempio, “olio da Agricoltura Biologica”, “olio a Denominazione di Origine Protetta” , “olio ad Indicazione Geografica protetta” che possono essere riportate se opportunamente certificate da un Ente terzo. Le informazioni facoltative potrebbero essere molto più numerose, come: Cultivar e origine territoriale delle olive, Annata di produzione e data di molitura, Analisi sensoriale dell’olio e abbinamenti cibo\olio suggeriti, Indicazioni sul frantoio e sulla tecnica di molitura impiegata, Tecnica di produzione

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adottata, Acidità dell’olio ed altre analisi utili, Indicazione sull’azienda (o sulle aziende) che ha prodotto le olive.

Ognuno dei 7 cartellini che troverà di seguito, riporta 3 diverse informazioni facoltative sull’olio extra-vergine di oliva che lei potrebbe trovare in etichetta. Potrebbe selezionare, per ogni cartellino che le sarà mostrato, l’informazione facoltativa che Lei considera più importante e quella che lei considera meno importate quando acquista una bottiglia di olio? Indichi per ogni cartellino un solo attributo come più importante ed un solo attributo come meno importante [RISPOSTA SINGOLA PER COLONNA – UN ITEM PUO’ ESSERE SELEZIONATO SOLO 1 VOLTA – NON PUO’ ESSERE SIA IL PIU’ IMPORTANTE CHE IL MENO IMPORTANTE – CARTELLINI MOSTRATI NELL’ORDINE DA 1 A 7 SENZA ALCUNA ROTAZIONE]

Informazioni facoltative olio – Cartellino # 1 Meno

importante Più Importante

Cultivar e origine territoriale delle olive : Viene indicata la cultivar o le cultivar utilizzate ed il luogo di produzione fino al livello comunale .

Annata di produzione e data di molitura: Viene riportata sia l’annata di produzione che quella di molitura. Se si utilizzano misture di oli (blend) sono riportate le diverse annate e le diverse date di molitura.

Analisi sensoriale dell’olio e abbinamenti cibo\olio suggeriti: Viene riportata l’analisi sensoriale (intensità del fruttato, amaro, piccante, dolce) certificata da un panel riconosciuto che suggerisce anche gli abbinamenti.

Informazioni facoltative olio – Cartellino # 2 Meno

importante Più Importante

Annata di produzione e data di molitura: Viene riportata sia l’annata di produzione che quella di molitura. Se si utilizzano misture di oli (blend) sono riportate le diverse annate e le diverse date di molitura.

Indicazioni sul frantoio e sulla tecnica di molitura impiegata: Viene riportato il nome, la localizzazione del frantoio e le tecniche impiegate (ciclo continuo, ciclo discontinuo, mole in pietra, etc.)

Tecnica di produzione adottata:

Sono fornite informazioni sulla tecnica di produzione adottata (convenzionale, agricoltura integrata, agricoltura biologica, agricoltura biodinamica, etc.).

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Informazioni facoltative olio – Cartellino # 3 Meno

importante Più Importante

Indicazioni sul frantoio e sulla tecnica di molitura impiegata: Viene riportato il nome, la localizzazione del frantoio e le tecniche impiegate (ciclo continuo, ciclo discontinuo, mole in pietra, etc.)

Analisi sensoriale dell’olio e abbinamenti cibo\olio suggeriti: Viene riportata l’analisi sensoriale (intensità del fruttato, amaro, piccante, dolce) certificata da un panel riconosciuto che suggerisce anche gli abbinamenti.

Acidità dell’olio ed altre analisi utili:

Viene riportato il valore massimo dell’Acidità, l’Indice dei perossidi, il Tenore delle cere, l’Assorbimento ultravioletto, etc.

Informazioni facoltative olio – Cartellino # 4 Meno

importante Più Importante

Analisi sensoriale dell’olio e abbinamenti cibo\olio suggeriti: Viene riportata l’analisi sensoriale (intensità del fruttato, amaro, piccante, dolce) certificata da un panel riconosciuto che suggerisce anche gli abbinamenti.

Tecnica di produzione adottata:

Sono fornite informazioni sulla tecnica di produzione adottata (convenzionale, agricoltura integrata, agricoltura biologica, agricoltura biodinamica, etc.)..

Indicazione sull’azienda (o sulle aziende) che ha prodotto le olive:

Sono indicati i nomi delle aziende che hanno prodotto le olive, la loro localizzazione, il numero di ettari ad olivo che coltivano, etc.

Informazioni facoltative olio – Cartellino # 5 Meno

importante Più Importante

Tecnica di produzione adottata: Sono fornite informazioni sulla tecnica di produzione adottata (convenzionale, agricoltura integrata, agricoltura biologica, agricoltura biodinamica, etc.)..

Acidità dell’olio ed altre analisi utili:

Viene riportato il valore massimo dell’Acidità, l’Indice dei perossidi, il Tenore delle cere, l’Assorbimento ultravioletto, etc.

Cultivar e origine territoriale delle olive : Viene indicata la cultivar o le cultivar utilizzate ed il luogo di produzione fino al livello comunale .

Informazioni facoltative olio – Cartellino # 6 Meno Più

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importante Importante

Acidità dell’olio ed altre analisi utili: Viene riportato il valore massimo dell’Acidità, l’Indice dei perossidi, il Tenore delle cere, l’Assorbimento ultravioletto, etc.

Indicazione sull’azienda (o sulle aziende) che ha prodotto le olive:

Sono indicati i nomi delle aziende che hanno prodotto le olive, la loro localizzazione, il numero di ettari ad olivo che coltivano, etc.

Annata di produzione e data di molitura:

Viene riportata sia l’annata di produzione che quella di molitura. Se si utilizzano misture di oli (blend) sono riportate le diverse annate e le diverse date di molitura.

Informazioni facoltative olio – Cartellino # 7 Meno

importante Più Importante

Indicazione sull’azienda (o sulle aziende) che ha prodotto le olive:

Sono indicati i nomi delle aziende che hanno prodotto le olive, la loro localizzazione, il numero di ettari ad olivo che coltivano, etc.

Cultivar e origine territoriale delle olive : Viene indicata la cultivar o le cultivar utilizzate ed il luogo di produzione fino al livello comunale .

Indicazioni sul frantoio e sulla tecnica di molitura impiegata:

Viene riportato il nome, la localizzazione del frantoio e le tecniche impiegate (ciclo continuo, ciclo discontinuo, mole in pietra, etc.)

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D. 12 Quali altre informazioni le piacerebbe leggere in etichetta riguardanti l’olio extra-vergine di oliva che non sono state precedentemente indicate?

[BOX DI TESTO PICCOLO]

[BOX DI TESTO PICCOLO]

[BOX DI TESTO PICCOLO] [BOX DI TESTO PICCOLO]

[BOX DI TESTO PICCOLO [NESSUN’ALTRA] Lo spazio disponibile su una generica etichetta di una bottiglia di olio non è in grado di riportare tutte le informazioni facoltative che il consumatore desidererebbe avere. Allo stato attuale le aziende stanno cercando di venire incontro a questa esigenza attraverso il QR code, cioè una immagine rettangolare con quadratini bianchi e neri che una volta fotografata con una specifica App per cellulare rimanda il consumatore ad un sito internet dove troverà tutte le informazioni di dettaglio sul prodotto. In questo modo Lei può ottenere le informazioni che desidera allo scaffale prima dell’acquisto. Le due foto di seguito riportano l’immagine di un QR code su una bottiglia di olio extra-vergine di oliva.

Le informazioni facoltative per essere fornite in maniera credibile al consumatore richiedono un protocollo di tracciabilità molto rigoroso e certificato che fa aumentare i costi di produzione dell’olio. D.13. I QR code sono oggi disponibili su molti prodotti presenti sul mercato. Lei lo ha mai utilizzato?

1. Si, su un prodotto alimentare ☐ 2. Si, su un prodotto non alimentare ☐ 3. No ☐

D.14 Immagini, ora, di trovarsi nel luogo dove acquista abitualmente l’olio extra-vergine di oliva e di trovare sullo scaffale la bottiglia di olio che ha acquistato l’ultima volta e che ci ha indicato in precedenza. Immagini anche che questa bottiglia sia ora dotata di un QR code che le permette di ottenere maggiori informazioni sul prodotto. Quanto sarebbe disposto a pagare in più per questo litro di olio rispetto al prezzo pagato l’ultima volta?

Nulla Da 0,1 Euro a 1, 0 Euro

Da 1,1 Euro a 2, 0 Euro

Da 2,1 Euro a 3, 0 Euro

Da 3,1 Euro a 4, 0 Euro

Da 4,1 Euro a 5,0 Euro

Da 5,1 Eu 6, 0 Eu

Incremento prezzo ☐ ☐ ☐ ☐ ☐ ☐ ☐

Lei ha indicato l’intervallo da 0,1 Euro a 1, 0 Euro, Potrebbe essere più preciso

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0,1 Euro 0,2 Euro 0,3 Euro 0,4 Euro 0,5 Euro 0,6 Euro 0,7 Euro 0,8 Euro 0,9 Euro 1,0 Euro Ovviamente se sceglie un altro range si apre una finestra diversa

Il mobile marketing

Negli anni recenti si è molto sviluppato il marketing per telefonia mobile, noto anche con il nome di mobile marketing, cioè quel complesso di pratiche che consentono alle aziende produttrici di beni e servizi, sia alimentari che non alimentari, di comunicare e stabilire contatti con il proprio pubblico potenziale in modo interattivo e rilevante attraverso dispositivi di connessione mobile, cioè cellulari, smartphone, ipod, ipad, tablet, netbook. Alcune di queste attività vedono il consumatore come attore passivo, ad esempio quando riceve un SMS con informazioni pubblicitarie, oppure quando viene contattato telefonicamente per illustrargli un prodotto o una promozione, in altri casi il consumatore ha un ruolo attivo, come quando utilizza App per cellulare/smartphone etc., che gli forniscono informazioni in tempo reale sui prodotti o servizi. Esempi di marketing attivo per telefonia mobile sono l’App di TripAdvisor che fornisce giudizi dei clienti su un ristorante dove si desidera pranzare, oppure le offerte dei ristoranti o degli alberghi in una certa zona zona, l’App del Gambero Rosso che permette di conoscere in tempo reale il giudizio degli esperti su un vino. Anche il QR code è uno strumento di marketing di telefonia mobile perché le consente di ottenere allo scaffale, prima dell’acquisto, una serie di informazioni di dettaglio sul prodotto.

Nel prosieguo di questa intervista definiremo tutte queste attività con il termine mobile marketing , mentre utilizzeremo il termine dispositivo mobile per indicare: cellulari, smartphone, ipod, ipad, tablet e netbook.

Di seguito ci sono alcune affermazioni sul mobile marketing. Indichi in quale misura Lei è d’accordo o in disaccordo con ciascuna di esse utilizzando la seguente scala:

1 2 3 4 5

Pienamente d’accordo Completamente in

disaccordo

Misura degli atteggiamenti/attitudini (Altuna e Konuk, 2009), 1. Ricevere sul mio dispositivo mobile informazioni pubblicitarie legate ai miei interessi è gradevole e divertente 1 2 3 4 5

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2. Ricevere sul mio dispositivo mobile informazioni pubblicitarie legate ai miei interessi è piacevole 1 2 3 4 5

3. Il mobile marketing è una buona fonte di informazioni in tempo reale 1 2 3 4 5

4. Il mobile marketing fornisce tutte le informazioni che mi servono sui prodotti 1 2 3 4 5

5. Utilizzo il mobile marketing come riferimento per gli acquisti

6. Mi fido deI mobile marketing

7. Nel complesso il mobile marketing mi piace

8. Il mobile marketing è divertente da utilizzare

9. Il mobile marketing è eccitante

10. Il mobile marketing è una buona fonte di informazioni aggiornate sui prodotti

11. Il mobile marketing permette un accesso immediato alle informazioni sui prodotti

12. Il mobile marketing, per me, è utile

13. Il mobile marketing fa ottenere migliori prodotti ai consumatori

14 Il mobile marketing fornisce una fotografia reale del prodotto o del servizio pubblicizzato

15 Ho più fiducia nelle marche pubblicizzate tramite mobile marketing rispetto a quelle che non lo sono

16 Il mobile marketing mi aiuta ad innalzare il mio tenore di vita

17 Il mobile marketing mi aiuta a trovare i prodotti che mi interessano

18 Il mobile marketing mi aiuta a trovare quei prodotti che hanno le caratteristiche che sto cercando

19 Il mobile marketing mi aiuta a trovare il miglior prodotto di marca per uno specifico prezzo

20 Sono disposto a pagare di più per un prodotto che utilizza il mobile marketing

21 La maggior parte dei prodotti che utilizzano mobile marketing hanno esattamente le caratteristiche che vengono dichiarate

22 Sono rimasta/a colpito dal mobile marketing

23 Interagire tramite il mio dispositivo mobile con le mie marche preferite è divertente

24 Ricevere buoni sconto sul mio dispositivo mobile, per me, è utile

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25 Mi diverto ad utilizzare App che tramite la geolocalizzazione del mio dispositivo mobile mi permettono di trovare offerte, negozi, amici, persone, nei dintorni del luogo in cui mi trovo (Groupon, Groupalia, Trovamici, etc.)

26 App per dispositivi mobili e portali Internet sono un punto di riferimento per i miei acquisti

27 Il mobile marketing è irritante

28 I contenuti del mobile marketing sono spesso fastidiosi

29 Il mobile marketing è confusionario

DATI SOCIO-DEMOGRAFICI S.1 Può indicarci il suo stato civile?

1. Celibe/Nubile 2. Coniugato/Convivente 3. Separato/Divorziato 4. Vedovo/a

S.2 Quale è il grado d’istruzione più alto da lei raggiunto?

1. Nessun titolo di studio 2. Licenza di scuola elementare 3. Licenza di scuola media inferiore 4. Diploma di scuola media superiore 5. Laurea (triennale) o Diploma di laurea 6. Laurea (5anni) o Laurea Vecchio ordinamento o Dottorato

S.3 Qual è la sua attuale occupazione?

1. Dirigente pubblico/privato 2. Libero professionista/Imprenditore 3. Artigiano/commerciante 4. Dipendente pubblico/privato 5. Operaio 6. Casalinga 7. Studente 8. Disoccupato/in cerca di occupazione 9. Pensionato 10. Altro (specificare):___________________

S.4 Qual è il suo reddito? Introdurre range

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In quale fascia di reddito netto mensile, considerando tutte le entrate al netto delle imposte, tra le seguenti, rientra la sua famiglia? (Leggere, una alla volta, le classi di reddito)

1 Meno di 1.000 € 5 Tra 3.001 e 4.000 € 2 Tra 1.001 e 1.500 € 6 Tra 4.001 e 5.000 € 3 Tra 1.501 e 2.000 € 7 Oltre 5.000 € 4 Tra 2.001 e 3.000 € 0 Non risponde

Il questionario è concluso L’Università degli Studi Napoli Federico II la ringraziano molto per il tempo che ci ha dedicato Grazie molte a presto

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