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POLITECNICO DI MILANO Corso di Laurea in Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio LOCALIZZAZIONE DI CENTRALI A BIOMASSA UN APPROCCIO BASATO SU GIS Anno Accademico 2009/2010 Relatore: prof. Giorgio Guariso Correlatrice: ing. Giulia Fiorese Elaborato di laurea di: Manuela Ciddio Matr. 714712

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POLITECNICO DI MILANO

Corso di Laurea in Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio

LOCALIZZAZIONE DI CENTRALI A BIOMASSA UN APPROCCIO BASATO SU GIS

Anno Accademico 2009/2010

Relatore: prof. Giorgio Guariso

Correlatrice: ing. Giulia Fiorese

Elaborato di laurea di:

Manuela Ciddio Matr. 714712

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I

INDICE 1 INTRODUZIONE ................................................................................................................. 1 2 BIOMASSE ED ENERGIA .................................................................................................. 3 2.1 PROVENIENZA ........................................................................................................... 4 2.2 FILIERA ENERGETICA .............................................................................................. 4 2.3 PROCESSI DI CONVERSIONE .................................................................................. 5 2.3.1 Processi termochimici .......................................................................................... 8 2.3.2 Processi biochimici .............................................................................................. 8 2.4 STIMA DELLA DISPONIBILITA' DI BIOMASSA ................................................... 9 2.4.1 Sottoprodotti agricoli ......................................................................................... 10 2.4.2 Sottoprodotti forestali......................................................................................... 11 2.4.3 Residui della lavorazione del legno ................................................................... 12 2.5 COGENERAZIONE E TELERISCALDAMENTO ................................................... 13 2.5.1 Cogenerazione .................................................................................................... 13 2.5.2 Teleriscaldamento .............................................................................................. 15 2.6 CARATTERISTICHE TECNICHE DEGLI IMPIANTI ............................................ 18 3 PERCORSO METODOLOGICO ....................................................................................... 20 3.1 SCHEMA METODOLOGICO.................................................................................... 21 3.2 INQUADRAMENTO TERRITORIALE DELL'AREA DI STUDIO ......................... 21 3.3 PROCEDURE DI ANALISI MULTI - CRITERI ....................................................... 23 3.3.1 Individuazione dei vincoli legislativi ................................................................. 24 3.3.2 Analisi di prossimità .......................................................................................... 25 3.3.3 Normalizzazione dei criteri ................................................................................ 26 3.3.4 Combinazione lineare pesata dei criteri ............................................................. 28 3.3.5 Elaborazione di una mappa di idoneità del territorio ......................................... 31 3.4 INTERROGAZIONI SPAZIALI ................................................................................. 32 3.4.1 Calcolo dei coefficienti aggregati ...................................................................... 32 3.4.2 Localizzazione.................................................................................................... 32 4 CASO DI STUDIO

LA PROVINCIA DI CREMONA ..................................................................................... 35 4.1 STATO AMBIENTALE DELL'AREA DI STUDIO .................................................. 35 4.1.1 Sistema fisico, amministrativo e demografico ................................................... 37

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II

4.1.2 Sistema agronomico e produttivo ....................................................................... 39 4.1.3 Sistema infrastrutturale ...................................................................................... 42 4.1.4 Sistema delle aree protette ................................................................................. 44 4.2 VINCOLI, FATTORI D'INTERESSE E MAPPA DI IDONEITA' ............................ 45 4.2.1 Vincoli legislativi ............................................................................................... 45 4.2.2 Fattori d'interesse ............................................................................................... 49 4.2.3 Combinazione lineare pesata dei criteri (AHP) .................................................. 55 4.2.4 Mappa di idoneità ............................................................................................... 56 4.3 LOCALIZZAZIONE DELLE CENTRALI ................................................................. 57 4.3.1 Coefficienti aggregati ......................................................................................... 58 4.3.2 Localizzazione.................................................................................................... 58 5 CONCLUSIONI .................................................................................................................. 61 5.1 IL METODO ............................................................................................................... 62 5.2 I RISULTATI .............................................................................................................. 63 BIBLIOGRAFIA ................................................................................................................... 64 APPENDICE 1 DISPONIBILITA’ DI BIOMASSA A CREMONA .................................... 66

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INTRODUZIONE

Negli ultimi anni, l’Unione Europea ha posto sempre maggiore attenzione nei

confronti delle problematiche ambientali, cercando di promuovere politiche e fissare

target volti alla realizzazione di un sistema economico-ambientale energetico

sostenibile.

La politica energetica europea si prefigge come obiettivo una riduzione dell’impiego

di combustibili di origine fossile per soddisfare i propri fabbisogni e integrare tali

quote con fonti energetiche alternative.

Il crescente interesse per le energie rinnovabili si inserisce in questo contesto dando

vita a un settore d’avanguardia in rapida espansione su grande scala, i cui vantaggi

sono legati ad aspetti sia di tipo economico che sociale.

L’impiego di energie derivanti da fonti rinnovabili consente di ottenere benefici sul

piano ambientale e raggiungere un maggior livello di autonomia

nell’approvvigionamento energetico, oltre che creare valore aggiunto locale

generando occupazione e sviluppo.

Una valida opportunità in questo settore è oggi rappresentata dall’impiego delle

biomasse. Queste presentano alcuni vantaggi importanti: per esempio, la possibilità

di essere reperiti su tutto il territorio e la possibilità di stoccaggio, fattori che ne

consentono un utilizzo programmato.

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Capitolo 1 Introduzione

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Le biomasse rappresentano inoltre una concreta alternativa all’utilizzo dei

combustibili fossili, tra i maggiori responsabili dell’immissione in atmosfera di gas

serra. Il loro impiego si trova pertanto in linea con gli impegni presi dallo stato

italiano nei confronti della comunità internazionale con la ratifica del Protocollo di

Kyoto e l’Obiettivo Europeo 20-20-20, in cui si richiede a ogni stato membro una

riduzione del 20% delle emissioni di CO2 e la produzione di una quota di energia

proveniente da fonti rinnovabili pari al 20% dell’energia prodotta entro il 2020.

L'obiettivo generale del presente lavoro consiste nella messa a punto e validazione di

una metodologia per l’ottimale localizzazione di una serie di impianti a

cogenerazione (con produzione combinata di elettricità e calore), nel rispetto dei

vincoli ambientali e paesaggistici.

Le biomasse sono infatti una forma di energia strettamente legata alla disponibilità e

alla distribuzione sul territorio, fattori vincolanti ai fini dello sfruttamento di questa

risorsa. Ciò implica la necessità di sviluppare un metodo di collocazione del centro di

trasformazione che sia aderente al territorio in ogni passo della procedura, attraverso

gli strumenti che sono più adeguati per questo tipo di problemi.

L’approccio metodologico scelto sfrutta la potenzialità di un sistema informativo

geografico (GIS) per l’elaborazione di numerose mappe tematiche, a partire dalle

quali con opportune interrogazioni spaziali si tenta di individuare i siti maggiormente

adatti alla localizzazione delle centrali.

La procedura si basa sull’utilizzo del software ArcGIS (versione 9.3) e della sua

estensione ext_ahp, che permette l’implementazione dell’Analisi Gerarchica come

metodo di Analisi a Molti Criteri tra i diversi vincoli e fattori d’interesse individuati

nel corso dell’elaborazione.

La metodologia proposta sarà infine validata sul territorio della Provincia di

Cremona, particolarmente ricca dal punto di vista agricolo e forestale. La biomassa

disponibile sarà destinata all’alimentazione di centrali a cogenerazione, cui è

associata una rete di teleriscaldamento.

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BIOMASSE ED ENERGIA

In questo capitolo viene affrontato in un quadro generale il tema delle biomasse e

delle modalità con cui possono essere utilizzate come fonte di energia.

Si definisce biomassa qualsiasi sostanza di matrice organica, vegetale o animale,

destinata a fini energetici; in ragione del fatto che il tempo di sfruttamento è

paragonabile a quello di rigenerazione, la risorsa rientra tra le fonti energetiche

rinnovabili.

L’utilizzo delle biomasse presenta una grande variabilità in funzione

dell’eterogeneità delle sostanze disponibili, per questo sono state sviluppate molte

tecnologie di conversione energetica, a scala industriale e domestica, che sfruttano

processi di tipo termochimico o biochimico in relazione alle caratteristiche delle

sostanze impiegate.

Proposto un metodo per la stima della disponibilità di biomassa, alla fine del capitolo

vengono elencate le principali caratteristiche tecniche di impianti a motore

cogenerativo destinati alla progettazione di una rete di teleriscaldamento, così da

ricavare informazioni sulla quantità di risorsa necessaria al funzionamento di una

centrale.

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Capitolo 2 Biomasse ed energia

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2.1 Provenienza

Con il termine di biomassa si intende un materiale di natura animale o vegetale che

non ha subito nessun trattamento o condizionamento chimico e che in campo

energetico può essere usato come combustibile.

In questa definizione rientra un’enorme quantità di materiali, molto differenti tra

loro, ma tutti aventi in comune una matrice di origine organica.

Delle biomasse fanno parte ad esempio:

• i sottoprodotti delle produzioni erbacee, arboree e delle prime lavorazioni

agroindustriali;

• i sottoprodotti delle operazioni forestali, per il governo dei boschi e per la

produzione di legname da opera, e delle prime lavorazioni del legno o altro

(residui dei tagli dell'erba, delle foglie, ecc.);

• le colture (arboree ed erbacee) destinate specificatamente alla produzione di

biocarburanti e biocombustibili;

• i reflui zootecnici destinati alla produzione di biogas;

• la parte organica dei rifiuti urbani;

• i residui inutilizzabili di produzioni destinate all'alimentazione umana o

animale (pule dei cereali, canna da zucchero, ecc.).

2.2 Filiera energetica

Una filiera energetica è una serie di fasi che permettono, a partire dalla materia

prima, cioè la biomassa, di soddisfare il fabbisogno energetico di uno o più

utilizzatori.

Queste fasi coinvolgono alcuni passaggi essenziali: l’approvvigionamento, la

raccolta e il trasporto, la trasformazione in un vettore energetico e il suo utilizzo

all’interno di un sistema per la conversione di energia.

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Capitolo 2 Biomasse ed energia

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Il processo è schematizzato in Figura 2.1.

2.3 Processi di conversione

La biomassa, attraverso la crescita, consente alle piante di convertire la CO2

atmosferica in materia organica nel processo di fotosintesi, permettendo l’accumulo

dell’energia solare e la trasformazione in energia chimica, secondo la reazione:

6CO2 + 12H2O + energia solare � C6H12O6 + 6O2 + 6H2O

Quando viene bruciata per estrarne l’energia immagazzinata nei componenti chimici,

l’ossigeno presente nell’atmosfera si combina con il carbonio delle piante e produce,

tra le altre cose, anidride carbonica, uno dei principali gas responsabile dell’effetto

serra. Tuttavia, la stessa quantità di anidride carbonica viene assorbita dall’atmosfera

durante la crescita delle biomasse stesse, creando un processo ciclico.

Fino a quando le biomasse bruciate sono rimpiazzate con nuove biomasse,

l’immissione netta di anidride carbonica nell’atmosfera risulta quindi nulla.

Il ciclo della biomassa può essere rappresentato come in Figura 2.2.

Processo di trasformazione

Energia termica

Biomassa

Sistema energetico

Energia elettrica

Utilizzatori

Figura 2.1 Filiera energetica

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Capitolo 2 Biomasse ed energia

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Allo stato naturale (tal quale, tq), la biomassa è costituita da una frazione umida e da

una frazione secca (sostanza secca, ss), composta essenzialmente di fibra grezza. La

scelta del processo di conversione energetica è legata quindi alle proprietà chimico-

fisiche della biomassa, in particolare al rapporto C/N, tra il contenuto di carbonio (C)

e di azoto (N), e della sua umidità (u).

I processi di conversione utilizzati attualmente sono riconducibili a due categorie:

processi di natura termochimica e biochimica (McKendry, 2002).

I massimi rendimenti possibili sono ottenuti attraverso la scelta di processi diversi a

seconda delle caratteristiche della biomassa impiegata. Uno schema semplificato con

alcuni esempi di applicazione è mostrato in Figura 2.3.

Figura 2.2 Ciclo della biomassa

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Capitolo 2 Biomasse ed energia

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Tutti i processi di conversione energetica delle biomasse si basano sull’estrazione del

contenuto calorico della sostanza impiegata o nel suo immagazzinamento in un

vettore energetico da utilizzare successivamente.

L’affidabilità delle tecnologie oggi disponibili permette di scegliere tra diversi

processi di conversione quello che si adatta meglio alla tipologia di sostanza iniziale

e allo scopo energetico (produzione diretta di energia termica e/o elettrica o

produzione di un combustibile in forma diversa da utilizzare in appositi impianti di

combustione).

Le tecnologie attualmente sviluppate, suddivise per tipologia di reazione, sono

elencate in Tabella 2.1.

BIOMASSE

SECCHE

Residui agroalimentari(soia, orzo, vite, granoturco)

Scarti industria del legno(scarti legnosi)

Residui forestali(residui legnosi)

Colture energetiche(SRF)

BIOMASSE

UMIDE

Reflui zootecnici(reflui bovini e suini)

Scarti industria agroalimentare(pomodoro)

Residui agroalimentari(pomodoro e barbabietola)

CONVERSIONE TERMOCHIMICA

CONVERSIONE BIOCHIMICA

Figura 2.3 Processi di conversione energetica relativi alle diverse tipologie di biomasse

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Capitolo 2 Biomasse ed energia

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Tabella 2.1 Processi di conversione della biomassa

Processi termochimici Processi biochimici

Combustione diretta Digestione anaerobica

Carbonizzazione Digestione aerobica

Gassificazione Fermentazione alcolica

Pirolisi Produzione di metanolo

Steam explosion Estrazione di oli e produzione di biodiesel

2.3.1 Processi termochimici

I processi di conversione termochimica sono basati sull’azione del calore che

permette le reazioni chimiche necessarie a trasformare la materia in energia e sono

utilizzabili per i prodotti che hanno le seguenti caratteristiche:

• un elevato rapporto tra il contenuto di carbonio e quello di azoto (C/N > 30)

• un ridotto contenuto di umidità (u < 30÷50% sul tq)

• un sufficiente potere calorifico inferiore (pci > 2400 kcal/kg ss)

Le biomasse più adatte a subire processi di conversione termochimica sono:

• legna e tutti i suoi derivati (segatura, trucioli, ecc.)

• sottoprodotti colturali di tipo ligneo-cellulosico (paglia di cereali, residui di

potatura della vite e dei fruttiferi, ecc.)

• scarti di lavorazione (lolla, pula, gusci, noccioli, ecc.)

2.3.2 Processi biochimici

I processi di conversione biochimica sono dovuti al contributo di enzimi, funghi e

microrganismi, che si formano nella biomassa sotto particolari condizioni.

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Per questo tipo di conversione, sono adatte le biomasse che presentano le seguenti

caratteristiche:

• un ridotto rapporto carbonio/azoto (C/N < 30)

• un elevato contenuto di umidità (u > 30÷50% sul tq)

Risultano quindi idonei alla conversione biochimica:

• colture acquatiche

• alcuni sottoprodotti colturali (foglie e steli di barbabietola, ortive, patata,

ecc.)

• reflui zootecnici

• scarti di lavorazione (borlande, acqua di vegetazione, ecc.)

• biomassa eterogenea immagazzinata nelle discariche controllate

Attualmente il trattamento biochimico della biomassa è quello più diffusamente

utilizzato e per questo ha raggiunto una buona efficienza sia dal punto di vista

economico sia del rendimento energetico.

I numerosi impianti che utilizzano questo processo di conversione (in primo piano la

Germania, in Italia principalmente al nord) hanno implementato perlopiù la tecnica

della digestione della biomassa da parte di un consorzio di microrganismi che opera

in condizioni anaerobiche.

La tecnologia legata a questo tipo di impianti è semplice e in grado di rispondere alle

esigenze energetiche di imprese di piccole e medie dimensioni, all’interno delle quali

l’imprenditore agricolo non è semplicemente un fornitore di biomassa, ma attore nei

processi di gestione dell’impianto e fruitore del calore prodotto.

2.4 Stima della disponibilità di biomassa

La stima della quantità di biomassa utile da destinare alle centrali è effettuata a

partire dalla disponibilità sul territorio, secondo formulazioni diverse in funzione del

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Capitolo 2 Biomasse ed energia

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comparto di provenienza della biomassa (Fiorese, Scenari di utilizzo delle biomasse

a scopo energetico con una applicazione alla Provincia di Cremona).

2.4.1 Sottoprodotti agricoli

La quantità di sottoprodotto tal quale derivante dal comparto agricolo si ottiene

applicando la formula:

( )iiiitq SPattualeUsoprodottoSPRSQi

−⋅⋅⋅= 1/

dove:

itqQ = quantità di sottoprodotto i tal quale [ton tq]

Si = superficie coltivata con il prodotto i [ha]

Ri = resa della coltura i [ton tq/ha]

SP/prodottoi = quantità di sottoprodotto ottenibile da un’unità di prodotto

colturale i [/]

Uso attuale SPi = frazione di sottoprodotto i attualmente già impiegata [%]

Sottraendo l’umidità presente, si calcola la quantità di sostanza secca per ogni tipo di

prodotto, secondo la formula:

( )itqss SPUmiditàQQii

−⋅= 1

dove:

issQ = quantità di sottoprodotto i secco [ton ss]

itqQ = quantità di sottoprodotto i tal quale [ton tq]

Umidità SPi = umidità [%]

Tutti i parametri relativi alle colture di frumento, granoturco, orzo e soia sono

riassunti in Tabella 2.2.

(2.1)

(2.2)

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Capitolo 2 Biomasse ed energia

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Tabella 2.2 Parametri per la stima dei sottoprodotti agricoli

Frumento

tenero Granoturco Orzo Soia

R [ton tq/ha] 6,3 11,77 6,22 4,34

SP/prodotto 0,69 1,3 0,8 1,5

Uso attuale [%] 0,7 0,5 0,8 0,05

Umidità SP [%] 0,15 0,55 0,15 0,52

Fonte: Regione Lombardia, ENEA, 2000

2.4.2 Sottoprodotti forestali

La quantità di sottoprodotto tal quale derivante dal comparto forestale si ottiene

applicando la formula:

ttisottoprodoMVPTSQ iiiitqi%⋅⋅⋅⋅=

dove:

itqQ = quantità di sottoprodotto i tal quale [ton tq]

Si = superficie occupata da alberi della famiglia i [ha]

Ti = percentuale di alberi della famiglia i tagliata [%]

Pi = produttività della famiglia i [m3/ha]

MVi = massa volumica della famiglia i [ton tq/m3]

% sottoprodotti = percentuale di sottoprodotti ricavabile [%]

Sottraendo l’umidità presente, si calcola la quantità di sostanza secca per ogni

famiglia di alberi, secondo la formula (2.2).

Tutti i parametri relativi alle famiglie delle fustaie e dei cedui sono riassunti in

Tabella 2.3.

(2.3)

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Capitolo 2 Biomasse ed energia

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Tabella 2.3 Parametri per la stima dei sottoprodotti forestali

Fustaie Cedui

T [%] 0,076 0,076

P [m3/ha] 200 100

MV [ton tq/m3] 0,90 0,90

% sottoprodotti [%] 0,20 0,20

Umidità SP [%] 0,40 0,40

Fonte: Istat, ENEA, 2000

2.4.3 Residui della lavorazione del legno

La quantità di sottoprodotto tal quale derivante dal comparto industriale si ottiene:

( )iitq SPattualeUsoSPQi

−⋅⋅= 1addetto/addetti

dove:

itqQ = quantità di sottoprodotto i tal quale [ton tq]

addettii = numero di addetti dell’industria i

SP/addetto = quantità di sottoprodotto ottenibile per ogni addetto

dell’industria i [t/anno/addetto]

Uso attuale SPi = frazione di sottoprodotto i attualmente già impiegata [%]

Sottraendo l’umidità presente, si calcola la quantità di sostanza secca per ogni

industria, secondo la formula (2.2).

Tutti i parametri relativi alle industrie del legno sono riassunti in Tabella 2.4.

Tabella 2.4 Parametri per la stima dei sottoprodotti industriali

Industria del legno

SP/addetto [t/anno/addetto] 11,20

Uso attuale SP [%] 0,50

Umidità SP [%] 0,15

Fonte: Cerullo e Pellegrini, Stima delle quantità di residui legnosi prodotti in Italia

(2.4)

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Capitolo 2 Biomasse ed energia

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2.5 Cogenerazione e teleriscaldamento

Il potenziale energetico contenuto nelle biomasse può essere sfruttato per svariati

settori di utenza, oggi ben sviluppati e in continua evoluzione.

Gli impianti sono solitamente a motore cogenerativo, con la produzione combinata di

energia elettrica e calore.

Le applicazioni maggiormente diffuse sono il riscaldamento domestico o industriale,

tramite impianti singoli o a rete (teleriscaldamento), la produzione di vapore di

processo, la produzione di energia elettrica in impianti centralizzati o distribuiti,

l’uso di combustibili liquidi (biodiesel e bioetanolo) sia per autotrazione che per il

riscaldamento.

2.5.1 Cogenerazione La maggior parte dell’energia elettrica prodotta in Italia e nel mondo è generata

attraverso impianti motori termici, nei quali calore ad alta temperatura viene

trasformato prima in energia meccanica e poi, per mezzo di generatori elettrici, in

energia elettrica. Nel caso delle centrali termoelettriche, il calore proviene dalla

combustione di un combustibile, come può essere la biomassa.

La trasformazione più complessa che si realizza in questi impianti è quella da calore

a energia meccanica e si ottiene sfruttando un ciclo termodinamico. Ricordando il

secondo principio della termodinamica, si evidenzia quindi l’esistenza di un limite

massimo teorico della quota di calore che può effettivamente essere convertito in

lavoro (rendimento del ciclo di Carnot), che equivale a dire che non tutto il calore

fornito può essere trasformato in lavoro.

Durante il processo di combustione, viene liberata l’energia chimica contenuta nel

combustibile con cui è alimentato l’impianto e successivamente viene trasformata in

energia elettrica, in misura pari a quanto espresso dal rendimento globale di

conversione dell’impianto.

La maggior parte della quota di energia che non viene convertita viene persa sotto

forma di calore scaricato dal ciclo termodinamico, la restante parte rappresenta altre

perdite di vario genere.

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Capitolo 2 Biomasse ed energia

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La cogenerazione nasce dal tentativo di recuperare in maniera utile tutto o parte del

calore che deve necessariamente essere scaricato da un impianto motore termico.

Questo calore in alcuni casi può essere utilizzato con vantaggio nell'industria (ad

esempio sotto forma di vapore), oppure può essere destinato ad usi civili (come per il

riscaldamento degli edifici).

Un impianto strutturato perché sia possibile recuperare questo calore si definisce a

produzione combinata. Il motore cogenerativo di questi impianti converte l’energia

primaria (del combustibile) in energia elettrica e in energia termica, prodotte

congiuntamente ed entrambe considerate utili.

Impianti di questo tipo possono essere schematizzati come in Figura 2.4.

Energia

combustibile

Impianto

motore

Calore

scaricato

Perdite

Energia

elettrica

Perdite

Calore

recuperato

Figura 2.4 Impianto motore cogenerativo

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Capitolo 2 Biomasse ed energia

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2.5.2 Teleriscaldamento Il teleriscaldamento, o riscaldamento collettivo, è un sistema di distribuzione del

calore, sotto forma di acqua calda o vapore, formato da una serie di tubazioni

interrate che scorrono presso le utenze allacciate alla rete.

Gli edifici da servire prelevano il calore dalla rete attraverso degli scambiatori e

possono così utilizzarlo in sostituzione alle singole caldaie domestiche per il

riscaldamento degli ambienti e per l’acqua calda sanitaria (Figura 2.5).

In fase di progetto ci sono molti impianti con annessa una rete di teleriscaldamento e

parte della domanda sarà coperta dall’utilizzo delle biomasse.

Gli impianti di estensione urbana già esistenti e in esercizio sono basati sul

funzionamento di motori a cogenerazione con una potenza installata complessiva di

circa 600 MWe e 1400 MWt; di questi, 55 MWt sono prodotti tramite combustione

di biomassa (ITABIA, 2008).

In Italia questi impianti sono concentrati soprattutto lungo la fascia alpina, in

particolare in Trentino Alto Adige e Lombardia, ma alcuni impianti sono stati

realizzati anche in zone del centro e del sud, come in Toscana e Basilicata.

In Alto Adige, per esempio, ci sono 33 impianti di teleriscaldamento e circa il 20%

del fabbisogno energetico della provincia di Bolzano è soddisfatto dalle biomasse.

Figura 2.5 Rete di teleriscaldamento

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Capitolo 2 Biomasse ed energia

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Nella stagione invernale 2004-2005, le centrali di teleriscaldamento a biomassa

dell’Alto Adige hanno combusto un totale di 515.500 msr (metro stero alla rinfusa)

di biomassa, equivalente a circa 30 milioni di litri di gasolio e a una riduzione delle

emissioni di CO2 pari a 87.000 tonnellate (Provincia Autonoma di Bolzano, 2005).

Anche in Lombardia ci sono alcuni impianti destinati al teleriscaldamento, in

particolare in Valtellina si trovano le importanti centrali di Sondalo (8.600 ton

ss/anno di biomassa) e di Tirano (25.500 ton ss/anno di biomassa). Gli impianti sono

distribuiti sul territorio lombardo come riportato in Tabella 2.5.

Tabella 2.5 Impianti di teleriscaldamento da biomassa in Lombardia

Comune Potenze

MWt-MWe

Caldaie

Rete

km

Utenze

Collio (BS) 12,5 1 18 320

Corte Franca (BS) 0,25 1 0,07 3

Ospitaletto (BS) 0,9 1 0,5 2

Piancogno (BS) 5,5 2 12,5 200

Sellero Novelle (BS) 12,9 1 14 415

Sondalo (SO) 10 2 17,3 339

Tirano (SO) 20 3 30,4 641

S. Caterina Valfurva (SO) 12 2 3,6 38

Marchirolo (VA) 1 1 0,36 8

Gerosa (BG) 0,65 1 n.d. 4

Peghera di Taleggio (BG) 0,5 1 n.d. 4

Gargnano (BS) 0,65 1 n.d 3

Fonte: ITABIA, 2008

Le biomasse da legno, come il cippato, sono il combustibile ideale per alimentare reti

di teleriscaldamento di piccole e medie dimensioni. Le prime possono servire un

numero limitato di edifici, magari del settore pubblico, mentre le seconde, lunghe

anche diversi chilometri, sono in grado di riscaldare interi centri abitati.

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Capitolo 2 Biomasse ed energia

17

Limitare l’estensione delle reti consente di ridurre la dispersione del calore lungo le

tubazioni, problema che in alcune grandi città diventa anche molto rilevante nei

sistemi di teleriscaldamento alimentati dalla combustione di risorse fossili o dai

rifiuti.

Un impianto di teleriscaldamento che sfrutti la combustione di biomassa prevede due

principali prerequisiti di fattibilità:

• la necessità di riscaldamento per molti mesi l’anno

• la disponibilità di materia prima locale, possibilmente con più fonti di

approvvigionamento

Alcuni dei vantaggi economici e ambientali assicurati da impianti di

teleriscaldamento di questo tipo sono:

• risparmio in bolletta, grazie agli alti rendimenti dell’impianto

• riduzione delle emissioni di CO2, grazie all’utilizzo di una fonte rinnovabile

• utilizzo razionale e vantaggioso di biomassa di scarto

• riduzione delle emissioni inquinanti, poiché un unico impianto centralizzato,

dotato di avanzati sistemi di abbattimento dei fumi, prende il posto di molte

singole caldaie spesso inefficienti

• sicurezza e affidabilità della fornitura

• assenza delle spese di gestione e manutenzione proprie degli impianti termici

• benefici economici e occupazionali, con la creazione di nuovi posti di lavoro

legati alla centrale e alla filiera energetica del biocombustibile

Si individuano tuttavia anche degli svantaggi, che riguardano:

• l’accettabilità sociale dovuta all’impatto paesaggistico e ambientale della

centrale, tanto meno rilevante quanto più è ridotta la dimensione degli

impianti;

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Capitolo 2 Biomasse ed energia

18

• le conseguenze sul traffico, che sarà appesantito da mezzi adibiti al trasporto

della biomassa;

• lo stoccaggio, che rende necessaria la disponibilità di grandi superfici da

destinare a magazzini come garanzia di maggiore autonomia;

• la posa delle reti di teleriscaldamento, i cui disagi possono essere ridotti

sfruttando le opere di scavo anche per altre reti (fibra ottica per telefonia e

televisione, metano, manutenzione della rete idrica) o per interventi di

costruzione o manutenzione di strade o marciapiedi.

2.6 Caratteristiche tecniche degli impianti

Le caratteristiche tecniche di seguito illustrate si intendono riferite a impianti

analoghi a quelli presenti in diverse località italiane (ad esempio Tirano e Sondalo) e

austriache (Lienz).

Tali impianti sono costituiti da due caldaie alimentate a biomasse: una ad acqua, per

la produzione di sola energia termica, e una a olio diatermico, appartenente al gruppo

di cogenerazione. Le principali caratteristiche sono riassunte in Tabella 2.6.

Tabella 2.6 Caratteristiche tecniche degli impianti

Caldaia

Potenza nominale

termica

[MWt]

Potenza nominale

elettrica

[MWe]

Ore di

funzionamento

[h/anno]

Caldaia ad acqua* 6 / 4368

Caldaia a olio** 6,38 1,1 8160

* Si ipotizza che la caldaia funzioni a piena potenza solamente nella stagione invernale, che

nei mesi estivi e primaverili non sia in funzione e che per la restante parte dell’anno funzioni

al 75% della potenza nominale. ** Si ipotizza che la caldaia sia in funzione tutto l’anno, eccetto i periodi di manutenzione.

L’energia prodotta è funzione della potenza dell’impianto ed è ricavabile dalla

seguente formula:

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Capitolo 2 Biomasse ed energia

19

∑ ⋅⋅=i iip hPE 3600

dove:

Ep = energia prodotta [MJ/anno]

Pi = potenza nell’i-esimo periodo dell’anno [MW]

hi = ore di funzionamento nell’i-esimo periodo dell’anno [h/anno]

In Tabella 2.7 sono riportati i risultati.

Tabella 2.7 Energia prodotta in un impianto

Energia prodotta [MJ/anno]

Caldaia ad acqua 80.740.800

Caldaia a olio 185.068.800

Totale 265.809.600

Le moderne caldaie domestiche alimentate a biomassa raggiungono rendimenti

elevati, superiori anche all’80%. Supponendo un potere calorifico inferiore pari a

17.178 MJ/ton ss (sostanza secca), si calcola la quantità di biomassa necessaria al

funzionamento di ogni impianto tramite la formula:

( )b

oa PCIEEB

11 ⋅⋅+=η

dove:

B = biomassa necessaria al funzionamento annuale di un impianto [ton ss]

Ea = energia prodotta dalla caldaia ad acqua [MJ]

Eo = energia prodotta dalla caldaia a olio [MJ]

η = rendimento medio stagionale delle due caldaie, pari all’80%

PCIb = potere calorifico inferiore della biomassa, pari a 17.178 MJ/ton ss

La quantità di biomassa necessaria al funzionamento di un impianto di cogenerazione

per un anno risulta quindi essere di 19.342 ton ss/anno.

(2.5)

(2.6)

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20

3

PERCORSO METODOLOGICO

In questo capitolo è affrontata nel dettaglio la metodologia proposta per la

localizzazione delle centrali a biomassa.

La scelta localizzativa ultima deve essere in grado di rispondere alle esigenze di

tutela e valorizzazione del territorio, volgendo all’individuazione dei siti

maggiormente compatibili nei confronti dell’insediamento degli impianti.

L’obiettivo si realizza attraverso l’acquisizione e l’elaborazione di informazioni che

esprimano opportunità e limiti delle risorse fisiche, ambientali e antropiche del

territorio e delle interrelazioni tra loro, creando modelli analitici implementati

all'interno di Sistemi Informativi Geografici (GIS).

La decisione si basa su una molteplicità di criteri, vincoli e fattori, intorno ai quali

sviluppare un processo di analisi che porti ad assegnare al territorio analizzato dei

coefficienti di compatibilità.

La scala di dettaglio con cui è affrontato il problema è a livello comunale, pertanto si

propone infine un metodo di scelta dei comuni che, tra quelli contenenti siti a

idoneità maggiore nei confronti dell’insediamento, possono essere preferiti per la

localizzazione.

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Capitolo 3 Percorso metodologico

21

3.1 Schema metodologico

Il percorso seguito nel lavoro trae origine da idee fornite da metodologie

precedentemente sviluppate e opportunamente adattate all’obiettivo specifico

(Candura et al., 2009; Menconi et al., Herrera-Seara et al., 2010; Fei et al., 2008).

In Figura 3.1 è riportato lo schema metodologico adottato.

3.2 Inquadramento territoriale dell’area di studio

La prima operazione consiste in un inquadramento generale dell’area di studio e

nella raccolta dei dati cartografici. Si organizza in questo modo una banca dati

georeferenziata in grado di evidenziare le principali risorse e gli elementi

Raccolta e organizzazione dei dati

Procedure di analisi multi - criteri

Individuazione dei vincoli legislativi

Calcolo dei coefficienti aggregati

Analisi di prossimità

Normalizzazione dei criteri

Combinazione lineare pesata dei criteri

Elaborazione di una mappa di idoneità del territorio

Localizzazione

Inquadramento territoriale dell'area di studio

Interrogazioni spaziali

Figura 3.1 Schema metodologico

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Capitolo 3 Percorso metodologico

22

caratteristici del territorio, con particolare attenzione all’individuazione

dell’eventuale presenza di parchi, aree protette e aree a elevata valenza paesaggistico

ambientale. In questa fase sono valutati con cura i potenziali punti di raccolta della

biomassa presenti, il sistema della mobilità e la distribuzione della popolazione, allo

scopo rispettivamente di cercare di rendere i singoli impianti autonomi rispetto

eventuali approvvigionamenti esterni, di abbassare i costi aumentando l’efficienza

delle centrali e di sfruttare al massimo l’energia e il calore prodotti da ciascun

impianto della rete.

In ArcGIS vengono caricati e organizzati i dati nei seguenti ambiti:

• Confini amministrativi

• Rete elettrodotti

• Aree agricole

• Centri di raccolta della biomassa

- Boschi

- Cascine

- Industrie del legno

• Urbanizzato

• Sistema della mobilità

- Autostrade

- Rete ferroviaria

- Rete stradale

• Bellezze paesistiche

- Bellezze individuali

- Bellezze d’insieme

- Monumenti naturali

• Aree protette

- Zone di Protezione Speciale

- Siti d’Importanza Comunitaria

- Parchi regionali e nazionali

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Capitolo 3 Percorso metodologico

23

- Parchi locali d’interesse sovracomunale

- Riserve naturali

• Zone idriche

- Corsi d’acqua naturali principali

- Aree idriche

- Stagni e paludi

- Laghi

- Fiumi e torrenti

3.3 Procedure di analisi multi - criteri

L’analisi multi-criteri può essere realizzata, nell’ambito di un gis, secondo tecniche

di approccio diverse. In particolare, in questo lavoro è stato utilizzato per la prima

parte un metodo che si basa sulla logica booleana e per la seconda la combinazione

lineare pesata dei criteri.

La logica booleana permette di effettuare analisi di appropriatezza di un territorio

sulla base di sovrapposizioni di mappe (overlay) che rappresentano i criteri

dell’analisi stessa. Questi possono essere combinati tra loro attraverso l’intersezione

e/o l’unione secondo lo scopo, producendo una mappa finale che rappresenta

l’appropriatezza del territorio esaminato rispetto a un determinato uso. Questa

include le aree a vocazione massima che soddisfano contemporaneamente tutti i

criteri, ossia è sufficiente che un’area non soddisfi uno solo di essi per essere

considerata non adatta.

Questo primo metodo è risultato quindi adeguato per la creazione della mappa

complessiva dei vincoli esclusivi, che necessitano di essere rispettati integralmente.

Al contrario, nella combinazione lineare pesata (Weighted Linear Combination -

WLC) ai criteri viene attribuito un peso in funzione della loro importanza rispetto

all’obiettivo, in modo che possano essere combinati tra loro in maniera proporzionata

al proprio peso. Il risultato ottenuto in questo modo permette di conoscere, per

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Capitolo 3 Percorso metodologico

24

ciascuna parte del territorio esaminato, il grado di appropriatezza in una data scala

per quel determinato uso.

Tra le diverse possibili procedure di analisi multi-criteri, è stata scelta quella

dell’Analytic Hierarchy Process (Saaty, 1980) che prevede l’articolazione gerarchica

degli elementi interessati dal problema decisionale, l’identificazione delle priorità e

infine la verifica della coerenza logica delle preferenze espresse.

Questo metodo è stato utilizzato per le analisi di prossimità, ossia i fattori selettivi

rispetto ai quali i portatori d’interesse che intervengono nella decisione possono

esprimere le proprie priorità in funzione dello scopo.

3.3.1 Individuazione dei vincoli legislativi

Ogni territorio comprende in generale delle aree all’interno delle quali non è

possibile localizzare determinate strutture; si tratta di siti già occupati da

infrastrutture stradali e ferroviarie, elettrodotti, zone idriche, zone protette e zone

residenziali. Queste aree sono inoltre soggette a vincoli normativi che prevedono per

ciascuna di esse delle opportune fasce di rispetto.

Ai fini della localizzazione delle centrali a biomassa, si riassumono in Tabella 3.1 i

principali vincoli, con le rispettive fasce di rispetto.

Tabella 3.1 Vincoli e fasce di rispetto

Vincolo Fascia di rispetto

Autostrade 60 m (D.Lgs 30/04/92 e L. 214/03)

Strade 30 m (D.Lgs 30/04/92 e L. 214/03)

Ferrovie 30 m (art. 49 D.M. 753/80)

Elettrodotti 28 m (DPCM 23/04/1992) - 70 m (di

sicurezza)

Zone idriche 150 m (L. 43/85)

Zone protette e bellezze paesistiche 500 m (L. 29/06/1939 N. 1497)

Aree residenziali 0 m

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Capitolo 3 Percorso metodologico

25

Il software ArcGIS dispone di una funzione di buffering (Buffer) che permette di

creare un’area di contorno agli oggetti geografici. In questo modo vengono generate

nuove mappe che includono, attorno alle categorie individuate, le fasce di rispetto

alle distanze desiderate.

Laddove è presente più di uno shape per ambito (come avviene per le zone idriche e

per le zone protette e bellezze paesistiche), è utile inoltre sfruttare gli strumenti

Union, che permette di unire due o più temi, e Dissolve, che consente di aggregare

gli elementi di un tema che possiedono un valore comune in un campo degli attributi,

per organizzare in modo più compatto le informazioni. Si ottiene così una sola

mappa per ciascun ambito sottoposto a vincolo.

Come già introdotto, per trattare i vincoli esclusivi si è scelto di seguire la logica

booleana. La prima operazione necessaria consiste nella conversione del formato di

ogni mappa (Polygon To Raster); si procede poi assegnando valore 0 alle aree

vincolate e 1 a quelle disponibili (Reclassify).

Con una semplice operazione di overlay si ottiene una mappa dei vincoli

complessivi, in cui il valore di ogni cella è ottenuto secondo la seguente formula:

dove:

Vi = valore booleano assegnato alla cella i nella mappa finale dei vincoli

Vi,k = valore booleano assegnato alla cella i nella mappa k dei vincoli

m = numero di vincoli considerati

3.3.2 Analisi di prossimità

Con analisi di prossimità si intende l’individuazione dei criteri selettivi, che nel caso

in esame consistono nell’interesse espresso in termini di distanza da determinati siti.

Nell’ambito delle centrali a biomassa, i fattori rispetto ai quali risulta più o meno

interessante la localizzazione sono:

(3.1) mkconVV kiki <<∏= 1,

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Capitolo 3 Percorso metodologico

26

• Aree protette e bellezze paesistiche

• Centri urbani

• Elettrodotti

• Strade e autostrade

• Centri di raccolta della biomassa

In ArcGIS sono state quindi elaborate le mappe relative ai diversi fattori, calcolando

le distanze dai punti d’interesse con lo strumento Euclidean Distance.

3.3.3 Normalizzazione dei criteri

Per consentire il confronto tra i diversi criteri, questi devono essere normalizzati.

Vengono quindi riclassificati in 10 classi i valori contenuti nelle mappe delle

distanze, assegnando un punteggio da 1 (zone sfavorite) a 10 (zone favorite). Il

punteggio viene fissato in ordine crescente o decrescente di distanza secondo

l’interesse che si ha che una distanza sia massimizzata o minimizzata.

La scala di compatibilità è riportata in Tabella 3.2.

Tabella 3.2 Scala di compatibilità

Punteggio Definizione

0 Vincolato o incompatibile

1 Scarsamente compatibile

2 Debolmente compatibile

3 Poco compatibile

4 Moderatamente compatibile

5 Mediamente compatibile

6 Abbastanza compatibile

7 Compatibile

8 Sufficientemente compatibile

9 Molto compatibile

10 Estremamente compatibile

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Capitolo 3 Percorso metodologico

27

Le classi di valutazione possono essere fissate in modi differenti: in particolare, si

sceglie una suddivisione in classi di uguale ampiezza (rispetto alla massima distanza

misurata per quello specifico sito) per aree protette, bellezze paesistiche, centri

urbani e centri di raccolta della biomassa, mentre si preferisce definire un’ampiezza

minore per le distanze più brevi nel caso di elettrodotti, strade e autostrade, così che

le distanze maggiori siano fortemente svantaggiate rispetto alle zone nei pressi delle

reti.

Mappa della distanza dalle aree protette e delle bellezze paesistiche

Costruire un impianto il più possibile distante da bellezze paesistiche o naturali

contribuisce alla sensibile diminuzione dell’impatto visivo e alla valorizzazione del

territorio nel rispetto delle aree tutelate. E’ opportuno quindi che, anche al di fuori

della fascia di rispetto già individuata, le centrali siano edificate il più lontano

possibile da questi siti.

Mappa della distanza dai centri urbani

Il calore prodotto dalla combustione negli impianti di cogenerazione viene destinato

al teleriscaldamento delle utenze domestiche allacciate alla rete. Poiché il trasporto

del calore avviene tramite l’acqua riscaldata che circola nei tubi, risulta conveniente

insediare gli impianti il più vicino possibile ai centri urbani, così da ridurre le perdite

dovute all’attraversamento dei tubi stessi e aumentare l’efficienza della centrale.

La costruzione di un unico camino all’interno degli impianti, che vanno a sostituire

le singole caldaie domestiche, rende inoltre più facile il controllo e il trattamento

delle emissioni, attenuando il problema dei fumi che sarebbero emessi proprio in

vicinanza dei centri abitati.

Mappa della distanza dagli elettrodotti

I costi di allacciamento delle centrali alla rete elettrica possono essere notevolmente

abbassati riducendo la distanza tra gli elettrodotti e gli impianti, garantendo la fascia

di rispetto prevista dalla normativa.

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Capitolo 3 Percorso metodologico

28

Mappa della distanza da strade e autostrade

Al di fuori della fascia di rispetto, risulta ragionevole localizzare gli impianti nelle

vicinanze della rete stradale. In questo modo vengono ridotti i costi, i tempi e gli

impatti dei trasporti e non diviene necessario costruire nuove strade per servire le

centrali.

Distanza dai centri di raccolta delle biomasse

Per minimizzare i costi di trasporto della biomassa e ridurre le emissioni dei mezzi, è

utile che le centrali siano localizzate alla minore distanza possibile dai centri di

raccolta.

La biomassa in entrata alla centrale non proviene da un’unica fonte: in questo lavoro

si è assunto che i centri di raccolta siano costituiti dalle cascine (comparto agricolo),

dai boschi (comparto forestale) e dai distretti industriali.

Identificati i layers per il calcolo delle distanze di ciascuna tipologia di centro, si

normalizzano i valori di ognuno di essi e si crea la mappa totale del fattore biomassa

come somma pesata dei tre contributi, in relazione all’effettiva disponibilità di

biomassa proveniente da ogni comparto.

3.3.4 Combinazione lineare pesata dei criteri

Definiti i fattori e normalizzati su una scala comune di valori, l’analisi multi-criteri

WLC per la combinazione di tutte le mappe richiede l’assegnazione di pesi ai criteri,

che possono avere anche diversi livelli d’importanza in funzione delle motivazioni

del decisore, dell’obiettivo prefissato e del contesto socio-economico in cui si opera.

La stima dei pesi rappresenta una fase molto delicata del processo per la sua

intrinseca soggettività, ma esiste una letteratura molto vasta su come essi possano

essere determinati.

La tecnica utilizzata nel presente lavoro si basa sul metodo dell’autovettore

principale sviluppato da T. L. Saaty nell’ambito dell’Analytic Hierarchy Process

(AHP). In questo metodo tutti i criteri vengono esaminati a coppie tra loro per

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Capitolo 3 Percorso metodologico

29

stabilire quali di essi è più importante e in che misura per il raggiungimento

dell’obiettivo.

Il problema decisionale viene strutturato in una gerarchia: il livello più alto

rappresenta l’obiettivo generale della decisione (localizzare gli impianti), il livello

inferiore consiste nei criteri o nei fattori determinanti per il raggiungimento

dell’obiettivo (distanze dai siti d’interesse) e alla fine della gerarchia compaiono le

alternative da valutare (i vari siti candidati).

Il confronto a coppie tra i criteri per determinare il vettore delle priorità (ossia il peso

di ciascun criterio) è stato eseguito in ambito gis attraverso l’apposita estensione

ext_ahp di ArcGIS.

L’utilizzo di tale estensione permette di sviluppare i pesi a partire dal confronto

dell’importanza relativa di coppie di criteri ai fini della localizzazione delle centrali.

Il confronto avviene nell’ambito di una matrice quadrata i cui valori esprimono

l’importanza dei criteri posti sulle righe rispetto a quelli posti sulle colonne. Nel

presente lavoro è stata utilizzata una scala di valutazione che varia da 1 a 9, dove

ogni livello della scala corrisponde alle valutazioni in Tabella 3.3:

Tabella 3.3 Scala di Saaty

Intensità di preferenza Valore associato Definizione

Uguale 1 Uguale importanza

Debole 3 Moderata importanza della

prima sulla seconda

Significativa 5 Essenziale importanza

Forte 7 Importanza dimostrabile

Fortissima 9 Estrema importanza

2, 4, 6, 8 Valori intermedi

Ottenuta la matrice dei confronti a coppie, per calcolare il vettore dei pesi da

assegnare a ogni criterio basta determinare il massimo autovalore λ e il relativo

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Capitolo 3 Percorso metodologico

30

autovettore vλ che, normalizzato in modo che la somma dei suoi elementi sia pari a 1,

permette di calcolare il vettore dei pesi relativi ai criteri.

Una volta attribuiti i pesi, i criteri vengono combinati tra loro attraverso la

combinazione lineare pesata in ambito gis, effettuata anch’essa con lo stesso

strumento, per ottenere una mappa dell’appropriatezza del territorio basata sulla

seguente relazione:

dove:

F = appropriatezza in relazione ai fattori selettivi

wi = peso del fattore i

xi = valore del fattore i

L’estensione ext_ahp di ArcGIS consente di calcolare, oltre ai pesi, anche autovalori,

autovettore e rapporto di consistenza CR per la verifica della coerenza dei giudizi

espressi e l’accettabilità del risultato, definito come:

RI

CICR=

Nella formula (3.3), l’indice CI (Consistency Index) è il valore ottenuto come:

1−−=

n

nCI

λ

dove:

λ = massimo autovalore della matrice dei confronti

n = dimensione della matrice dei confronti

(3.2)

(3.4)

(3.3)

∑=i ii xwF

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Capitolo 3 Percorso metodologico

31

L’indice RI (Random Consistency Index) è definito invece secondo la Tabella 3.4,

dove alla dimensione della matrice dei confronti è associato il relativo valore

dell’indice:

Tabella 3.4 Random Consistency Index

Nel caso meno restrittivo, per poter considerare la matrice dei confronti consistente,

viene posto come vincolo CR < 0.1.

3.3.5 Elaborazione di una mappa di idoneità del territorio

La mappa finale di idoneità del territorio alla localizzazione degli impianti si ottiene

infine moltiplicando la mappa complessiva dei fattori con quella dei vincoli

attraverso lo strumento Raster Calculator.

In questo modo, a ogni cella viene associato un valore corrispondente alla formula:

iii FVI ⋅=

dove:

I i = idoneità della cella i

Vi = valore associato ai vincoli nella cella i

Fi = valore associato ai fattori nella cella i

Il risultato di questa elaborazione è una mappa che rappresenta i valori di

appropriatezza di ciascuna unità territoriale (celle) rispetto alla localizzazione delle

centrali, espressa in una scala che si estende da 0 a 10, dove i valori prossimi allo 0

rappresentano le aree meno idonee e i valori più vicini a 10 quelle candidate

all’insediamento degli impianti. Questo calcolo, oltre a tenere conto di tutti i fattori

RI 0 0 0.58 0.9 1.12 1.24 1.32 1.41 1.45 1.49

n 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

(3.5)

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Capitolo 3 Percorso metodologico

32

selettivi, conferma il rispetto dei vincoli normativi e precauzionali: si ricorda, infatti,

che tutte le celle in cui esiste almeno un vincolo avranno valore pari a 0, cioè

risulteranno non idonee alla localizzazione di un impianto.

3.4 Interrogazioni spaziali

La mappa di idoneità ottenuta nella prima parte del lavoro è suddivisa in numerose

celle, molte delle quali riportano lo stesso valore nella scala di idoneità.

Per questo motivo risulta necessario definire un criterio di scelta tra i siti a

compatibilità maggiore che porti all’effettiva localizzazione di ciascuna centrale. Lo

scopo si può raggiungere attraverso il calcolo di un coefficiente aggregato.

Con opportune interrogazioni spaziali e formulazione di query si procede infine alla

selezione dei siti che rispondono a determinazione condizioni ritenute significative

nei confronti dell’obiettivo (soglia minima di abitanti per comune ospitante la

centrale, distanza minima tra due centrali).

3.4.1 Calcolo dei coefficienti aggregati

In questo lavoro si è scelto di calcolare un coefficiente aggregato per ciascun

comune, sommando i punteggi di ogni cella contenuta all’interno del confine

amministrativo attraverso lo strumento Zonal Statistics. In questo modo viene

generata una mappa in cui a ogni comune è associato un punteggio pari alla sua

idoneità complessiva all’insediamento.

Questa scelta risulta accettabile nell’ottica di dettaglio in cui si sta lavorando, ossia

quella di individuare per gli impianti i comuni ospitanti, piuttosto che il sito specifico

all’interno di essi.

3.4.2 Localizzazione

La selezione dei comuni a compatibilità maggiore si ottiene in ArcGIS attraverso lo

strumento Make Raster Layer, che permette la formulazione di semplici query SQL

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Capitolo 3 Percorso metodologico

33

con cui estrarre in una nuova mappa gli elementi che soddisfano determinate

condizioni.

In relazione allo scopo del lavoro, le condizioni di ammissibilità da verificare sono:

• soglia minima di abitanti ritenuta conveniente per la realizzazione di un

impianto

• imposizione di una distanza tra le centrali perché la rete risulti

adeguatamente distribuita su tutta la provincia

Occorre inoltre evidenziare la natura dinamica del problema: la costruzione di un

impianto implica l'utilizzo della biomassa presente nelle sue vicinanze, ciò significa

che, di localizzazione in localizzazione, la classifica di compatibilità cambia.

Questo si verifica in funzione dei siti da cui proviene la biomassa destinata agli

impianti già localizzati: la compatibilità degli ultimi impianti sarà molto bassa perché

dovranno raccogliere residui sparsi nella provincia e quindi con elevati costi di

trasporto.

Alla luce di considerazioni e obiettivi, la localizzazione viene realizzata in ArcGIS

iterando la procedura di selezione del comune di volta in volta con punteggio

maggiore che verifica la condizione sulla popolazione e non ricade nell’area

prossima alle localizzazioni già effettuate ai passi precedenti, avendo l’accortezza di

modificare la mappa di compatibilità a ogni iterazione in funzione della distanza dai

siti già individuati.

In particolare, la procedura può essere così schematizzata:

1. selezione tramite query del comune con il punteggio più alto nella mappa dei

coefficienti aggregati

2. verifica delle condizioni di ammissibilità

3. esclusione dell’area intorno alla centrale (Buffer)

4. calcolo della distanza dalla centrale (Euclidean Distance)

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Capitolo 3 Percorso metodologico

34

5. normalizzazione della mappa della distanza, tramite la formula:

dove:

jistdD,

= valore normalizzato della distanza tra le celle i e j

jiD , = valore della distanza tra le celle i e j

6. combinazione tra la mappa della distanza normalizzata e la mappa dei

coefficienti aggregati (Raster Calculator), secondo la formula:

dove:

iC = mappa dei coefficienti aggregati all’iterazione i (si definisce C0 la

mappa ottenuta nel Paragrafo 3.4.1)

istdD = mappa della distanza all’iterazione i

7. iterazione del processo

Iterata la procedura per un numero di volte pari a quanto reso possibile dalla

disponibilità di biomassa sul territorio, si ottiene infine la selezione dei comuni

ritenuti globalmente idonei all’insediamento delle centrali.

max

,

,

,

ji

jistd D

DD

ji= (3.5)

(3.6) istdii DCC ⋅= −1

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35

4

CASO DI STUDIO: LA PROVINCIA DI CREM ONA

In questo capitolo vengono esposti e commentati i risultati ottenuti dall’applicazione

del metodo fin qui illustrato all’ambito della provincia di Cremona.

A un inquadramento generale dell’area di studio, segue la stima quantitativa della

disponibilità di biomassa sul territorio, in base alla quale definire il numero di

centrali insediabili.

A questo punto, vengono illustrate tutte le mappe cartografiche generate con ArcGIS,

rappresentative di vincoli e fattori di interesse, che hanno portato all’elaborazione

della mappa di compatibilità della zona.

Infine, si procede con la localizzazione vera e propria delle centrali attraverso

l’individuazione dei comuni candidati a ospitare gli impianti.

4.1 Stato ambientale dell’area di studio

L’analisi dello stato ambientale della provincia di Cremona è stata realizzata tramite

l’interpretazione, la valutazione e l’omogeneizzazione di molti dati, anche sulla base

di precedenti articoli (Fiorese et al., 2004-2005).

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Capitolo 4 Caso di studio: la Provincia di Cremona

36

L’inquadramento generale è stato elaborato a partire dalle informazioni contenute nel

Rapporto Ambientale della Valutazione Ambientale Strategica del PTCP della

Provincia di Cremona (2009) e nel Rapporto sullo Stato dell’Ambiente in Lombardia

(2006). La cartografia del territorio utilizzata è invece interamente disponibile sul

GEOportale della Regione Lombardia. Le mappe utilizzate sono elencate in Tabella

4.1.

Tabella 4.1 Mappe cartografiche utilizzate

Confini

Confine provinciale (Provincia_09_poly.shp)

Limite amministrativo (Limite_amministrativo_pol_09_line.shp)

Rete elettrodotti

Rete elettrodotti (Elettrodotto_line.shp)

Aree agricole

Aree agricole (Area_agricola_poly.shp)

Centri di raccolta della biomassa

Boschi (Bosco_poly.shp)

Cascine (Cascina_poly.shp)

Industrie del legno (Distretti_industriali_poly.shp)

Urbanizzato

Urbanizzato (Urbanizzato_areale_poly.shp)

Sistema della mobilità

Autostrade (Autostrade_line.shp)

Rete ferroviaria (Rete_ferroviaria_line.shp)

Rete stradale (Rete_stradale_line.shp)

Bellezze paesistiche

Bellezze individuali (Bellezze_individue_SIBA_point.shp)

Monumenti naturali (Monumenti_naturali_poligonali_poly.shp)

Bellezze d’insieme (Bellezze_insieme_SIBA_poly.shp)

Aree protette

ZPS (Zone_di_Protezione_Speciale_poly.shp)

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Capitolo 4 Caso di studio: la Provincia di Cremona

37

SIC (Siti_Importanza_Comunitaria_poly.shp)

Parchi regionali e nazionali (Parchi_regionali_nazionali_SIBA_poly.shp)

Parchi locali d’interesse sovra comunale

(Parchi_locali_interesse_sovracomunale_poly.shp)

Riserve naturali (Riserve_naturali_poly.shp)

Zone idriche

Corso acqua naturale principale (Corso_acqua_naturale_principale_line.shp)

Area idrica corso acqua naturale principale

(Area_idrica_corso_acqua_naturale_principale_poly.shp)

Area idrica secondaria (Area_idrica_secondaria_poly.shp)

Stagno e palude (Stagno_e_palude_poly.shp)

Lago (Lago_poly.shp)

Fiumi, torrenti, corsi acqua pubblici e relative sponde

(Fiumi_torrenti_corsi_acqua_pubblici_e_relative_sponde_SIBA_line.shp)

4.1.1 Sistema fisico, amministrativo e demografico

Il territorio della provincia di Cremona si estende su 1.770,57 Km2 ed è interamente

pianeggiante, gradualmente degradante verso il Po, con un’altitudine media che

oscilla fra i 20 e i 100 m sul livello del mare.

La provincia è storicamente distinta in tre aree territoriali (Cremonese, Cremasco e

Casalasco), nei cui tre comuni di riferimento risiede più di un terzo della

popolazione.

La popolazione della provincia di Cremona, dopo un costante calo numerico iniziato

nel dopoguerra, ha raggiunto il valore minimo nel 1991, attestandosi sui 327.970

abitanti. Negli anni successivi tuttavia, il numero dei residenti è tornato a crescere,

raggiungendo quota 360.223 nel 2009 (ISTAT).

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Capitolo 4 Caso di studio: la Provincia di Cremona

38

La provincia è suddivisa in 115 comuni, prevalentemente di piccole dimensioni e

caratterizzati da una bassa densità di popolazione, con centri urbani inseriti in un

contesto perlopiù rurale (Figura 4.1).

La provincia è attraversata da quattro fiumi (il Po, che costituisce l’intero confine

meridionale del territorio, l’Adda, il Serio e l’Oglio) e da un fitto reticolo idrografico

composto da colatori, canali e rogge utilizzati soprattutto a scopo irriguo.

Figura 4.1 Aree agricole e urbanizzato

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Capitolo 4 Caso di studio: la Provincia di Cremona

39

Tutte le zone idriche sono rappresentate in Figura 4.2.

4.1.2 Sistema agronomico e produttivo La favorevole configurazione del territorio, la ricchezza delle acque, la loro

canalizzazione e il ricorso a sviluppate tecniche agronomiche sono alla base di una

realtà produttiva molto avanzata, punto di forza dell’economia cremonese. Tra le

Figura 4.2 Zone idriche

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Capitolo 4 Caso di studio: la Provincia di Cremona

40

colture prevalgono il foraggio e i seminativi, seguite dalle colture industriali e da

quelle arboree e orticole.

Al Censimento dell’Agricoltura 2000 dell’ISTAT risultavano presenti in provincia

5.117 aziende, pari al 7% circa di quelle rilevate nel contesto regionale, con una

quota di superficie agricola utilizzata (SAU) pari al 91,6% del totale.

Le produzioni agricole prevalenti sono le colture foraggere, quelle cerealicole, in

particolare il mais in quanto fonte di alimentazione per il bestiame, le colture

industriali, quali girasole, colza, soia, barbabietola da zucchero e pomodori.

La natura del territorio di Cremona non favorisce la silvicoltura: secondo i dati del

Piano generale di Indirizzo Forestale del 2004, in provincia esistono poco più di

5.500 ettari coperti da colture arboree, la massima parte dei quali si trova sui terreni

in prossimità del Po e si riduce, quanto a specie, al pioppo, che fornisce materia

prima di buona qualità all’industria del legno, particolarmente sviluppata nel

Casalasco.

In Tabella 4.2 sono riassunti alcuni dati relativi al sistema agronomico.

Tabella 4.2 Quadro degli indicatori relativi al sistema agroforestale

Forma di utilizzazione del territorio in ha 2003 2004 2005 2006

Seminativi 123.116 124.758 118.188 124.942

Coltivazioni legnose agrarie 411 411 667 304

Coltivazioni foraggere permanenti 12.002 12.002 12.521 12.512

Orti familiari 220 220 113 113

Vivai e semenzai 250 250 832 840

Superficie agraria utilizzata (tot.) 135.999 137.641 132.321 138.711

Tare delle coltivazioni 2.600 2.600 2.600 2.600

Boschi 7.800 7.800 7.800 7.900

Altri terreni 1.500 1.500 1.000 1.381

Superficie agraria e forestale (tot.) 147.899 149.541 143.721 150.592

Superficie improduttiva 29.158 27.516 33.336 26.465

TOTALE 177.057 177.057 177.057 177.057

Fonte: Dati Amministrazione provinciale

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Capitolo 4 Caso di studio: la Provincia di Cremona

41

Il tessuto produttivo provinciale è costituito da micro e piccole imprese.

Nel campo manifatturiero si sono sviluppati i seguenti settori:

• settore meccanico e metallurgico, per la produzione di acciaio, fusione di

metalli, fabbricazione di accessori per autoveicoli, motori, generatori e

macchine per l’industria alimentare e l’agricoltura;

• settore agroalimentare, per la lavorazione delle carni, produzione di pasta,

pasticceria, dolciario, bevande, lavorazione delle granaglie e fabbricazione di

alimenti per animali;

• industria tessile, dell’abbigliamento, pelli e calzature;

• industria del legno, con la produzione di elementi di carpenteria e

falegnameria per l’edilizia, fogli da impiallacciatura e compensati.

Alcuni dati sono riportati in Tabella 4.3.

Tabella 4.3 Quadro degli indicatori relativi al sistema produttivo

(Classificazione ATECO ’91)

Indicatori U.I. Addetti

Industrie manifatturiere 4.726 34.944

• prodotti in metallo, macchinari e mezzi di trasporto 2.028 16.780

• alimentari, bevande e tabacco 649 5.675

• tessili, dell’abbigliamento e vestiario 534 4.220

• petrolifere, chimiche gomma-plastica, min. non metalliferi 428 3.704

• legno, carta editoria 610 3.390

• mobili e altre industrie, prodotti di recupero e riciclaggio 497 1.175

Industrie delle costruzioni 4.111 6.613

Industrie produzione e distribuzione elettricità, gas, acqua 60 844

Industrie estrazione di minerali 46 167

Totale attività industriali 8.963 42.568

Fonte: Dati InfoCamere, 2002

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Capitolo 4 Caso di studio: la Provincia di Cremona

42

Stima della disponibilità di biomassa

La disponibilità di biomassa sul territorio cremonese viene stimata attraverso le

formule e i parametri illustrati nel Capitolo 2. Per il comparto agricolo è stato scelto

di limitare i conti alle coltivazioni più diffuse: granoturco, frumento tenero, orzo e

soia.

I risultati sono riassunti in Tabella 4.4, mentre per il dettaglio dei dati utilizzati e i

risultati parziali riferiti a ciascun comune si rimanda all’Appendice 1.

Tabella 4.4 Disponibilità di biomassa a Cremona

Provenienza Quantità utilizzabile

[t ss/anno] %

Sottoprodotti agricoli 124.046 92,41

• Granoturco 102.710 76,52

• Frumento tenero 3.650 2,72

• Orzo 1.748 1,30

• Soia 15.938 11,87

Sottoprodotti forestali 736 0,55

• Fustaie 467 0,35

• Cedui 269 0,20

Lavorazione del legno 9.453 7,04

Totale 134.235 100

4.1.3 Sistema infrastrutturale La città di Cremona è collocata all’esterno dei grandi flussi di comunicazione

nazionali e internazionali.

La rete ferroviaria fa di Cremona un nodo alla convergenza di quattro linee

provenienti da Codogno, Olmeneta, Piadena e Castelvetro Piacentino.

La viabilità ordinaria fa convergere su Cremona alcune strade statali e una decina di

strade provinciali, sulle quali viaggia l’80% delle merci, che attraversano aree molto

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Capitolo 4 Caso di studio: la Provincia di Cremona

43

urbanizzate e presentano una concentrazione di traffico elevata e basse velocità di

normale circolazione. La rete autostradale passa a est dell’abitato di Cremona con la

Piacenza-Brescia collegata a sud con l’autostrada A1 mediante la bretella di

Fiorenzuola.

Il sistema della mobilità è rappresentato in Figura 4.3.

Figura 4.3 Sistema della mobilità

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Capitolo 4 Caso di studio: la Provincia di Cremona

44

4.1.4 Sistema delle aree protette La percentuale di territorio provinciale sottoposto a tutela è pari al 14,6%, contro una

media regionale del 22,1%; tuttavia il territorio cremonese presenta valori in linea

con quelli delle altre province di pianura.

In Figura 4.4 sono rappresentate le aree protette e le bellezze paesistiche presenti sul

territorio.

Figura 4.4 Aree protette e bellezze paesistiche

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Capitolo 4 Caso di studio: la Provincia di Cremona

45

In provincia di Cremona sono presenti 4 parchi regionali di tipo fluviale e agricolo: il

Parco dell’Adda Sud, il Parco del Serio, il Parco dell’Oglio Nord e il Parco

dell’Oglio Sud.

Si rileva la presenza di parchi locali di interesse sovracomunale e di riserve naturali

regionali; i monumenti naturali, pressoché irrilevanti come estensione (0,1%), sono

ambienti naturalisticamente molto pregiati.

Per quanto riguarda il sistema Rete Natura 2000, nella provincia di Cremona sono

presenti:

• 6 pSIC di cui 3 ricadenti in aree protette

• 5 SIC tutti sottoposti a vari gradi di tutela

• 6 ZPS di cui 4 ricadenti in aree protette

• 2 ZPS/SIC entrambe sottoposte a tutela

• 3 ZPS e 7 SIC distribuiti all’interno di aree protette tra la provincia di

Cremona e le province confinanti

4.2 Vincoli, fattori d’interesse e mappa di idoneità

L’individuazione dei vincoli legislativi e dei fattori di interesse e il loro studio

nell’ambito delle procedure di analisi multi-criteri hanno portato all’elaborazione di

una serie di mappe cartografiche, rappresentative di tutti i tematismi che concorrono

alla definizione della mappa di idoneità del territorio.

4.2.1 Vincoli legislativi

Le Figure 4.5, 4.6, 4.7, 4.8, 4.9 illustrano le aree vincolate e le aree disponibili in

relazione agli ambiti soggetti a normative che regolano le fasce di rispetto per la

sicurezza.

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Capitolo 4 Caso di studio: la Provincia di Cremona

46

Figura 4.5 Mappa dei vincoli su strade, autostrade e ferrovia

Figura 4.6 Mappa dei vincoli sugli elettrodotti

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Capitolo 4 Caso di studio: la Provincia di Cremona

47

Figura 4.7 Mappa dei vincoli sulle zone idriche

Figura 4.8 Mappa dei vincoli sulle zone protette e bellezze paesistiche

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Capitolo 4 Caso di studio: la Provincia di Cremona

48

Figura 4.9 Mappa dei vincoli sulle aree residenziali

Figura 4.10 Mappa dei vincoli

Dalla sovrapposizione delle mappe dei vincoli sui singoli ambiti si ottiene infine la

mappa dei vincoli complessiva (Figura 4.10).

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Capitolo 4 Caso di studio: la Provincia di Cremona

49

Figura 4.11 Fattore d’interesse: aree protette e bellezze paesistiche

4.2.2 Fattori d’interesse I fattori d’interesse alla base dell’analisi sono espressi in termini di distanze da

opportuni siti. Le Figure 4.11, 4.12, 4.13, 4.14, 4.15, 4.16, 4.17, 4.18 illustrano questi

criteri normalizzati rispetto alla scala di valori compresi tra 1 (scarsamente

compatibile) e 10 (estremamente compatibile).

Come esposto nel Capitolo 3, le classi in cui sono state suddivise le distanze sono

differenti per ciascun fattore; nelle Tabelle 4.5 e 4.6 sono riportate quindi le

ampiezze di ciascuna classe con il rispettivo punteggio assegnato.

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Capitolo 4 Caso di studio: la Provincia di Cremona

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Figura 4.12 Fattore d’interesse: centri urbani

Figura 4.13 Fattore d’interesse: elettrodotti

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Capitolo 4 Caso di studio: la Provincia di Cremona

51

Figura 4.14 Fattore d’interesse: strade e autostrade

Tabella 4.5 Classi di valutazione (distanze espresse in m)

Punteggio Aree protette e

bellezze paesistiche Centri urbani Elettrodotti

Strade e

autostrade

1 0-1.800 15.300-17.000 3.600-18.000 3.600-13.000

2 1.800-3.600 13.600-15.300 3.200-3.600 3.200-3.600

3 3.600-5.400 11.900-13.600 2.800-3.200 2.800-3.200

4 5.400-7.200 10.200-11.900 2.400-2.800 2.400-2.800

5 7.200-9.000 8.500-10.200 2.000-2.400 2.000-2.400

6 9.000-10.800 6.800-8.500 1.600-2.000 1.600-2.000

7 10.800-12.600 5.100-6.800 1.200-1.600 1.200-1.600

8 12.600-14.400 3.400-5.100 800-1.200 800-1.200

9 14.400-16.200 1.700-3.400 400-800 400-800

10 16.200-18.000 0-1.700 0-400 0-400

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Capitolo 4 Caso di studio: la Provincia di Cremona

52

Figura 4.15 Fattore d’interesse: cascine

Centri di raccolta delle biomasse

Il fattore relativo ai centri di raccolta della biomassa si ottiene come combinazione

lineare pesata delle mappe relative a tre comparti, che in questo lavoro sono stati

individuati come segue:

• comparto agricolo: cascine (Figura 4.15)

• comparto forestale: boschi (Figura 4.16)

• comparto industriale: industrie del legno (Figura 4.17)

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Capitolo 4 Caso di studio: la Provincia di Cremona

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Figura 4.17 Fattore d’interesse: industrie del legno

Figura 4.16 Fattore d’interesse: boschi

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Capitolo 4 Caso di studio: la Provincia di Cremona

54

Figura 4.18 Fattore d’interesse: centri di raccolta della biomassa

Tabella 4.6 Classi di valutazione (distanze espresse in m)

Punteggio Cascine Boschi Industrie del legno

1 17.100 – 19.000 23.400 – 26.000 70.200 – 78.000

2 15.200 – 17.100 20.800 – 23.400 62.400 – 70.200

3 13.300 – 15.200 18.200 – 20.800 54.600 – 62.400

4 11.400 – 13.300 15.600 – 18.200 46.800 – 54.600

5 9.500 – 11.400 13.000 – 15.600 39.000 – 46.800

6 7.600 – 9.500 10.400 – 13.000 31.200 – 39.000

7 5.700 – 7.600 7.800 – 10.400 23.400 – 31.200

8 3.800 – 5.700 5.200 – 7.800 15.600 – 23.400

9 1.900 – 3.800 2.600 – 5.200 7.800 – 15.600

10 0 – 1.900 0 – 2.600 0 – 7.800

Il fattore complessivo relativo ai centri di raccolta della biomassa (Figura 4.18) si

ottiene come combinazione lineare delle tre mappe in Figura 4.15, 4.16, 4.17, pesate

come indicato in Tabella 4.4.

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Capitolo 4 Caso di studio: la Provincia di Cremona

55

4.2.3 Combinazione lineare pesata dei criteri (AHP) La matrice dei confronti a coppie che è stata utilizzata per l’Analisi Gerarchica dei

fattori d’interesse è rappresentata in Tabella 4.7.

Tabella 4.7 Matrice dei confronti a coppie

Fattori Centri

urbani Biomassa Strade Elettrodotti Paesaggio

Centri

urbani 1 3 5 5 7

Biomassa 1/3 1 3 3 5

Strade 1/5 1/3 1 1 3

Elettrodotti 1/5 1/3 1 1 3

Paesaggio 1/7 1/5 1/3 1/3 1

Dal file di report prodotto da ArcGIS si ricavano le informazioni riportate in Tabella

4.8 e la mappa dei fattori d’interesse complessiva (Figura 4.19), come somma pesata

dei singoli criteri.

Tabella 4.8 Risultati dell’Analisi Gerarchica

Autovalori Autovettore

principale Pesi CR

5,1269 0,868 0,5042 (centri urbani)

0,0283*

0,0015 0,4221 0,2452 (biomassa)

0,0015 0,1763 0,1024 (strade)

-0,1299 0,1763 0,1024 (elettrodotti)

0 0,079 0,0459 (paesaggio)

* CR < 0,1

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Capitolo 4 Caso di studio: la Provincia di Cremona

56

Figura 4.19 Mappa dei fattori d’interesse

4.2.4 Mappa di idoneità La mappa dei vincoli (Figura 4.10) e la mappa dei fattori d’interesse (Figura 4.19)

sono alla base dell’elaborazione della mappa di idoneità della zona.

In quest’ultima ogni unità territoriale risulta rappresentata da un punteggio che

esprime la sua compatibilità nei confronti dell’insediamento in relazione a tutti i

criteri, esclusivi e selettivi, individuati nel corso dell’analisi (Figura 4.20).

La mappa può essere resa più comprensibile introducendo in legenda le definizioni

associate a ogni valore della scala di compatibilità (come illustrato nel Cap.3).

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Capitolo 4 Caso di studio: la Provincia di Cremona

57

4.3 Localizzazione delle centrali

Per realizzare l’ultima fase del lavoro e quindi individuare i comuni adatti a ospitare

le centrali, si procede con il calcolo dei coefficienti aggregati e le opportune

interrogazioni spaziali.

Figura 4.20 Mappa di idoneità

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Capitolo 4 Caso di studio: la Provincia di Cremona

58

Figura 4.21 Mappa dei coefficienti

4.3.1 Coefficienti aggregati In Figura 4.21 sono illustrati, raggruppati in classi, i coefficienti aggregati calcolati

per ogni comune.

4.3.2 Localizzazione

Per la localizzazione vera e propria delle centrali, si definiscono le due condizioni da

verificare nei seguenti termini:

• soglia minima di abitanti: 3.000 abitanti

• distanza minima tra due centrali: 5 km

Ricordando che la quantità di biomassa necessaria al funzionamento di un impianto

di cogenerazione è di 19.342 ton ss/anno (Cap. 2), la biomassa disponibile a

Cremona (134.235 ton ss/anno, Tabella 4.4) permette la realizzazione di 7 centrali

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Capitolo 4 Caso di studio: la Provincia di Cremona

59

Figura 4.22 Comuni prescelti

nella provincia: 6 avranno a disposizione l’intera quantità necessaria, mentre l’ultima

potrà servirsi della parte restante, ossia di 18.183 ton ss/anno.

La difficoltà di applicazione del vincolo dinamico sulla distanza può essere superata

procedendo per selezioni successive, andando a individuare i 7 comuni in modo tale

che siano i primi, in ordine decrescente di punteggio, a soddisfare le condizioni in

funzione delle localizzazioni già realizzate. Si ricorda inoltre che, ad ogni passo

iterativo, la mappa dei coefficienti cambia con l’esaurirsi della biomassa disponibile.

Il risultato delle selezioni è rappresentato in Figura 4.22 e i comuni candidati sono

elencati in Tabella 4.9, dove viene riportato anche il numero di abitanti (fonte:

ISTAT, 2009).

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Capitolo 4 Caso di studio: la Provincia di Cremona

60

Tabella 4.9 Comuni prescelti

Comune Num. abitanti

Casalmaggiore 14887

Castelleone 9535

Cremona 72267

Rivolta d’Adda 7900

Soncino 7658

Crema 33930

Ostiano 3054

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61

5

CONCLUSIONI

Il lavoro svolto ha confermato la validità dei criteri per l’individuazione delle aree

idonee all’insediamento di centrali a biomasse e consentito di verificare la

complessità dell’operazione di localizzazione.

In tal senso lo studio ha indicato la metodologia della valutazione multi-criteri come

la più opportuna in quanto capace di trattare contestualmente diverse problematiche.

I risultati di localizzazione a cui si è pervenuti possono costituire quindi, soprattutto

per la metodologia adoperata, un utile riferimento in casi analoghi che possono

attenere anche a interventi di pianificazione di altro genere.

L’applicazione di sistemi a supporto delle decisioni in combinazione con l’uso di

ArcGIS si è dimostrato uno strumento molto potente per effettuare analisi di

appropriatezza del territorio. Queste ultime solitamente richiedono l’uso di dati

territoriali sull’ambiente fisico e naturale e di dati di tipo socio-economico. In tale

contesto il ruolo degli strumenti gis è essenziale in quanto permette di effettuare

agevolmente le operazioni e le trasformazioni necessarie per l’integrazione dei dati in

un unico database territoriale.

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Capitolo 5 Conclusioni

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5.1 Il metodo

L'implementazione e la validazione di una metodologia dedicata alla localizzazione

di impianti a cogenerazione alimentati a biomassa ha permesso di trattare all’interno

di un unico processo diversi aspetti:

• aspetto normativo (vincoli legislativi in termini di fasce di rispetto)

• aspetto ambientale e paesaggistico (tutela di aree protette e bellezze

paesistiche)

• aspetto economico (prossimità alle reti stradali ed elettriche già esistenti sul

territorio e ai centri di raccolta della biomassa)

Le principali caratteristiche che la metodologia implementata possiede sono:

• trasferibilità a più contesti rurali: il percorso costruito può essere facilmente

riproducibile in differenti situazioni caratterizzate dalla presenza di

allevamenti, attività agricole e con un elevato valore paesaggistico

ambientale;

• flessibilità e adattabilità alle trasformazioni naturali e indotte nel territorio: il

lavoro offre un gradiente di idoneità che permette di essere modulato in base

alle continue trasformazioni del territorio;

• ripercorribilità e trasparenza: ogni passaggio metodologico è semplice,

rigoroso, giustificato e ripercorribile in modo tale che qualsiasi utente o

valutatore esterno possa capirne la logica e adattarlo a un differente contesto;

• multidisciplinarietà: la sua costruzione è avvenuta con un approccio integrato,

che ha permesso di definire l'oggetto di indagine in modo ampio e preciso,

compatibilmente con la conoscenza disponibile, e di ridurre il grado di

incertezza o comunque di incorporarlo nell'analisi;

• chiarezza grafica: ArcGIS è uno strumento molto utile in quanto permette al

decisore di visualizzare in maniera automatica i risultati di una scelta e

agevola la ricerca di possibili alternative;

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Capitolo 5 Conclusioni

63

• soggettività: attraverso procedure di partecipazione possono scaturire

indicazioni sui pesi da attribuire ai criteri nell’ambito del processo di

valutazione, che può essere ripetuto variando la matrice dei confronti a

coppie utilizzata nell’Analisi Gerarchica.

5.2 I risultati

La validazione del metodo ha portato per la Provincia di Cremona a selezionare i

seguenti comuni per l’insediamento delle centrali: Casalmaggiore, Castelleone,

Cremona, Rivolta d’Adda, Soncino, Crema e Ostiano.

Si possono fare alcune considerazioni:

• i comuni ospitanti sono ben distribuiti sul territorio: per tener conto dei

vantaggi di una rete di teleriscaldamento di piccole dimensioni e

dell’esaurirsi della biomassa, sono stati imposti vincoli e previste

elaborazioni in modo tale che le aree prossime alle centrali già selezionate

venissero penalizzate nella classifica di compatibilità;

• la scala di dettaglio è comunale: il metodo fornisce risposte localizzative

univoche solo nella parte finale della procedura attraverso il calcolo dei

coefficienti aggregati, estesi ai comuni; si potrebbe in alternativa pensare

a criteri differenti, ad esempio l’aggregazione geometrica di celle

contigue, per le quali definire un’estensione specifica indipendente dai

limiti amministrativi (con lo strumento Block Statistics).

L’applicazione del metodo a un caso di studio reale conferma l’adeguatezza e

l’utilità degli strumenti utilizzati. Tale metodologia, così sviluppata e validata, può

quindi costituire un sistema a supporto delle decisioni nell'ambito della

pianificazione e programmazione dello sviluppo di filiere agroenergetiche.

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APPENDICE 1

DISPONIBILITÀ DI BIOMASSA A CREMONA

Nell’Appendice 1 sono contenute le tabelle con i dati relativi alla stima della

disponibilità di biomassa sul territorio della Provincia di Cremona.

A1.1 Sottoprodotti agricoli

Tabella A1.1 Superficie coltivata per tipo di coltura (in ettari)

Frumento tenero Granoturco Orzo Soia

Acquanegra Cremonese 0,00 396,79 7,00 4,30 Agnadello 0,00 58,43 12,00 0,00 Annicco 0,00 909,86 20,00 18,00 Azzanello 1,00 478,98 4,00 5,23 Bagnolo Cremasco 0,00 18,25 29,00 0,00 Bonemerse 12,04 211,20 9,00 17,70 Bordolano 0,00 175,93 4,00 0,00 Ca' d'Andrea 60,22 647,65 10,00 230,47 Calvatone 100,49 371,97 27,00 188,78 Camisano 0,00 545,48 12,00 3,92 Campagnola Cremasca 0,00 47,10 1,00 0,00 Capergnanica 0,00 120,98 0,00 0,00 Cappella Cantone 0,00 662,75 10,00 14,65 Cappella de' Picenardi 15,64 646,08 4,00 102,02 Capralba 0,00 279,63 25,00 3,09 Casalbuttano ed Uniti 3,90 1291,77 12,00 63,27 Casale Cremasco-Vidolasco 7,95 205,78 9,00 2,16 Casaletto Ceredano 0,78 150,03 3,00 0,00 Casaletto di Sopra 28,74 542,05 0,00 0,00 Casaletto Vaprio 0,00 157,83 115,00 0,00 Casalmaggiore 85,35 426,46 42,00 133,79

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Appendice 1 Disponibilità di biomassa a Cremona

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Casalmorano 7,91 418,00 18,00 21,21 Casteldidone 91,24 386,48 8,00 132,97 Castel Gabbiano 0,00 59,39 0,00 0,00 Castelleone 50,49 1990,90 43,00 150,78 Castelverde 54,98 1209,95 55,00 64,35 Castelvisconti 0,00 575,48 5,00 11,87 Cella Dati 118,15 1082,74 50,00 56,47 Chieve 3,55 46,18 0,00 0,00 Cicognolo 0,00 474,04 15,00 56,04 Cingia de' Botti 138,66 396,43 16,00 122,73 Corte de' Cortesi con Cignone 11,06 723,95 7,00 0,64 Corte de' Frati 14,07 572,14 11,00 80,34 Credera Rubbiano 15,50 218,75 32,00 10,00 Crema 5,40 844,26 78,00 12,94 Cremona 164,68 2325,64 28,00 87,70 Cremosano 0,00 66,68 17,00 9,13 Crotta d'Adda 20,01 320,26 35,00 27,07 Cumignano sul Naviglio 8,00 280,37 0,00 7,00 Derovere 45,64 401,67 43,00 50,07 Dovera 9,48 305,11 14,00 11,62 Drizzona 6,98 390,16 2,00 31,22 Fiesco 8,91 362,84 0,00 0,00 Formigara 0,00 561,10 2,00 3,00 Gabbioneta-Binanuova 13,82 577,40 17,00 15,33 Gadesco-Pieve Delmona 72,06 537,57 8,00 152,01 Genivolta 3,56 801,17 24,00 7,54 Gerre de' Caprioli 3,05 42,68 0,00 7,30 Gombito 0,00 509,86 18,00 0,00 Grontardo 13,05 615,46 7,00 10,04 Grumello Cremonese ed Uniti 18,18 1313,14 64,00 97,88 Gussola 66,50 914,14 12,00 117,53 Isola Dovarese 22,85 83,14 4,00 1,00 Izano 0,00 171,23 3,00 8,64 Madignano 25,04 295,83 11,00 10,43 Malagnino 0,00 374,08 15,00 59,07 Martignana di Po 61,58 202,67 12,00 122,45 Monte Cremasco 0,00 17,66 0,00 0,00 Montodine 0,00 307,96 14,00 0,00 Moscazzano 11,72 213,22 24,00 20,44 Motta Baluffi 54,24 704,99 13,00 109,06 Offanengo 0,00 219,95 9,00 0,00 Olmeneta 16,06 744,77 36,00 97,06 Ostiano 25,70 627,53 21,00 38,24 Paderno Ponchielli 38,91 1135,32 35,00 30,27 Palazzo Pignano 0,00 71,92 6,00 8,09 Pandino 0,00 45,30 14,00 6,60 Persico Dosimo 45,87 711,02 6,00 114,62 Pescarolo ed Uniti 72,91 723,52 16,00 32,64 Pessina Cremonese 51,23 816,74 34,00 102,84

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Appendice 1 Disponibilità di biomassa a Cremona

68

Piadena 99,15 468,81 26,00 205,37 Pianengo 3,09 228,73 29,00 1,15 Pieranica 0,00 30,52 0,00 0,00 Pieve d'Olmi 46,77 820,95 35,00 17,41 Pieve San Giacomo 20,10 481,98 32,00 66,34 Pizzighettone 44,77 960,93 24,00 75,28 Pozzaglio ed Uniti 46,07 648,79 11,00 222,78 Quintano 0,00 15,65 0,00 0,00 Ricengo 1,50 263,94 8,00 0,00 Ripalta Arpina 3,00 205,33 2,00 0,00 Ripalta Cremasca 0,00 378,09 30,00 3,75 Ripalta Guerina 0,00 82,71 15,00 0,00 Rivarolo del Re ed Uniti 186,84 696,30 36,00 238,65 Rivolta d'Adda 1,41 267,14 46,00 0,00 Robecco d'Oglio 9,23 822,22 14,00 32,51 Romanengo 4,00 257,31 12,00 8,00 Salvirola 2,23 247,67 0,00 0,00 San Bassano 5,93 603,53 23,00 32,36 San Daniele Po 197,13 485,66 18,00 50,03 San Giovanni in Croce 111,62 374,11 4,00 161,21 San Martino del Lago 68,68 346,26 0,00 74,59 Scandolara Ravara 33,36 777,92 0,00 93,40 Scandolara Ripa d'Oglio 1,30 388,26 50,00 1,66 Sergnano 24,67 313,97 12,00 15,99 Sesto ed Uniti 22,90 1497,97 38,00 59,32 Solarolo Rainerio 59,23 468,92 12,00 118,15 Soncino 28,73 1912,09 54,00 1,53 Soresina 13,43 1488,00 9,00 37,47 Sospiro 65,40 823,93 28,00 48,56 Spinadesco 29,22 745,79 49,00 46,29 Spineda 104,71 299,21 12,00 87,17 Spino d'Adda 2,15 174,94 55,00 4,19 Stagno Lombardo 125,95 1170,06 18,00 136,53 Ticengo 5,00 327,33 17,00 7,17 Torlino Vimercati 0,00 179,62 11,00 17,98 Tornata 32,27 294,16 17,00 218,55 Torre de' Picenardi 102,59 795,09 2,00 124,51 Torricella del Pizzo 17,77 896,59 0,00 61,62 Trescore Cremasco 0,00 81,72 18,00 0,00 Trigolo 3,30 725,67 6,00 7,72 Vaiano Cremasco 0,00 37,64 5,00 0,00 Vailate 10,65 379,48 5,00 0,00 Vescovato 13,59 886,05 15,00 66,61 Volongo 24,38 450,33 6,00 17,97 Voltido 13,43 720,35 5,00 102,42 TOTALE 3292,70 59657,51 2066,00 5367,85

Fonte: ISTAT, 2000

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Appendice 1 Disponibilità di biomassa a Cremona

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Tabella A1.2 Sottoprodotti agricoli utilizzabili (in ton ss)

Frumento tenero Granoturco Orzo Soia Totale

Acquanegra Cremonese 0,00 683,14 5,92 12,77 701,82

Agnadello 0,00 100,60 10,15 0,00 110,75

Annicco 0,00 1566,47 16,92 53,45 1636,83

Azzanello 1,11 824,64 3,38 15,53 844,66

Bagnolo Cremasco 0,00 31,42 24,53 0,00 55,95

Bonemerse 13,35 363,61 7,61 52,56 437,13

Bordolano 0,00 302,89 3,38 0,00 306,27

Ca' d'Andrea 66,75 1115,03 8,46 684,32 1874,56

Calvatone 111,39 640,40 22,84 560,53 1335,17

Camisano 0,00 939,13 10,15 11,64 960,92

Campagnola Cremasca 0,00 81,09 0,85 0,00 81,94

Capergnanica 0,00 208,29 0,00 0,00 208,29

Cappella Cantone 0,00 1141,03 8,46 43,50 1192,99

Cappella de' Picenardi 17,34 1112,33 3,38 302,92 1435,97

Capralba 0,00 481,43 21,15 9,17 511,75

Casalbuttano ed Uniti 4,32 2223,98 10,15 187,86 2426,32

Casale Cremasco-Vidolasco 8,81 354,28 7,61 6,41 377,12

Casaletto Ceredano 0,86 258,30 2,54 0,00 261,70

Casaletto di Sopra 31,86 933,22 0,00 0,00 965,08

Casaletto Vaprio 0,00 271,73 97,28 0,00 369,01

Casalmaggiore 94,61 734,22 35,53 397,26 1261,61

Casalmorano 8,77 719,65 15,23 62,98 806,62

Casteldidone 101,14 665,39 6,77 394,82 1168,11

Castel Gabbiano 0,00 102,25 0,00 0,00 102,25

Castelleone 55,97 3427,64 36,37 447,70 3967,69

Castelverde 60,94 2083,12 46,53 191,07 2381,66

Castelvisconti 0,00 990,78 4,23 35,24 1030,25

Cella Dati 130,97 1864,10 42,30 167,67 2205,04

Chieve 3,94 79,51 0,00 0,00 83,44

Cicognolo 0,00 816,13 12,69 166,40 995,22

Cingia de' Botti 153,70 682,52 13,53 364,42 1214,17

Corte de' Cortesi con Cignone 12,26 1246,39 5,92 1,90 1266,47

Corte de' Frati 15,60 985,03 9,31 238,55 1248,48

Credera Rubbiano 17,18 376,61 27,07 29,69 450,56

Crema 5,99 1453,52 65,98 38,42 1563,91

Cremona 182,55 4003,95 23,69 260,40 4470,58

Cremosano 0,00 114,80 14,38 27,11 156,29

Crotta d'Adda 22,18 551,38 29,61 80,38 683,54

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Appendice 1 Disponibilità di biomassa a Cremona

70

Cumignano sul Naviglio 8,87 482,70 0,00 20,78 512,35

Derovere 50,59 691,54 36,37 148,67 927,17

Dovera 10,51 525,29 11,84 34,50 582,15

Drizzona 7,74 671,72 1,69 92,70 773,85

Fiesco 9,88 624,69 0,00 0,00 634,56

Formigara 0,00 966,02 1,69 8,91 976,62

Gabbioneta-Binanuova 15,32 994,08 14,38 45,52 1069,30

Gadesco-Pieve Delmona 79,88 925,51 6,77 451,35 1463,51

Genivolta 3,95 1379,34 20,30 22,39 1425,97

Gerre de' Caprioli 3,38 73,48 0,00 21,68 98,54

Gombito 0,00 877,80 15,23 0,00 893,03

Grontardo 14,47 1059,61 5,92 29,81 1109,81

Grumello Cremonese ed Uniti 20,15 2260,77 54,14 290,63 2625,69

Gussola 73,71 1573,83 10,15 348,98 2006,67

Isola Dovarese 25,33 143,14 3,38 2,97 174,82

Izano 0,00 294,80 2,54 25,65 322,99

Madignano 27,76 509,32 9,31 30,97 577,35

Malagnino 0,00 644,04 12,69 175,39 832,12

Martignana di Po 68,26 348,93 10,15 363,58 790,92

Monte Cremasco 0,00 30,40 0,00 0,00 30,40

Montodine 0,00 530,20 11,84 0,00 542,04

Moscazzano 12,99 367,09 20,30 60,69 461,08

Motta Baluffi 60,12 1213,75 11,00 323,83 1608,70

Offanengo 0,00 378,68 7,61 0,00 386,29

Olmeneta 17,80 1282,24 30,45 288,19 1618,69

Ostiano 28,49 1080,39 17,76 113,54 1240,19

Paderno Ponchielli 43,13 1954,63 29,61 89,88 2117,25

Palazzo Pignano 0,00 123,82 5,08 24,02 152,92

Pandino 0,00 77,99 11,84 19,60 109,43

Persico Dosimo 50,85 1224,13 5,08 340,33 1620,39

Pescarolo ed Uniti 80,82 1245,65 13,53 96,92 1436,92

Pessina Cremonese 56,79 1406,14 28,76 305,36 1797,05

Piadena 109,91 807,13 21,99 609,79 1548,82

Pianengo 3,43 393,79 24,53 3,41 425,17

Pieranica 0,00 52,54 0,00 0,00 52,54

Pieve d'Olmi 51,84 1413,39 29,61 51,69 1546,54

Pieve San Giacomo 22,28 829,80 27,07 196,98 1076,13

Pizzighettone 49,63 1654,39 20,30 223,52 1947,84

Pozzaglio ed Uniti 51,07 1116,99 9,31 661,49 1838,85

Quintano 0,00 26,94 0,00 0,00 26,94

Ricengo 1,66 454,41 6,77 0,00 462,84

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Appendice 1 Disponibilità di biomassa a Cremona

71

Ripalta Arpina 3,33 353,51 1,69 0,00 358,52

Ripalta Cremasca 0,00 650,94 25,38 11,13 687,45

Ripalta Guerina 0,00 142,40 12,69 0,00 155,09

Rivarolo del Re ed Uniti 207,11 1198,79 30,45 708,61 2144,96

Rivolta d'Adda 1,56 459,92 38,91 0,00 500,40

Robecco d'Oglio 10,23 1415,58 11,84 96,53 1534,18

Romanengo 4,43 443,00 10,15 23,75 481,34

Salvirola 2,47 426,40 0,00 0,00 428,87

San Bassano 6,57 1039,07 19,46 96,08 1161,18

San Daniele Po 218,52 836,14 15,23 148,55 1218,43

San Giovanni in Croce 123,73 644,09 3,38 478,67 1249,87

San Martino del Lago 76,13 596,14 0,00 221,48 893,75

Scandolara Ravara 36,98 1339,31 0,00 277,33 1653,62

Scandolara Ripa d'Oglio 1,44 668,45 42,30 4,93 717,12

Sergnano 27,35 540,55 10,15 47,48 625,52

Sesto ed Uniti 25,38 2578,99 32,14 176,14 2812,65

Solarolo Rainerio 65,66 807,32 10,15 350,82 1233,94

Soncino 31,85 3291,96 45,68 4,54 3374,03

Soresina 14,89 2561,82 7,61 111,26 2695,58

Sospiro 72,49 1418,52 23,69 144,19 1658,89

Spinadesco 32,39 1283,99 41,45 137,45 1495,28

Spineda 116,07 515,14 10,15 258,83 900,19

Spino d'Adda 2,38 301,19 46,53 12,44 362,54

Stagno Lombardo 139,61 2014,44 15,23 405,39 2574,67

Ticengo 5,54 563,55 14,38 21,29 604,76

Torlino Vimercati 0,00 309,24 9,31 53,39 371,94

Tornata 35,77 506,44 14,38 648,93 1205,52

Torre de' Picenardi 113,72 1368,87 1,69 369,70 1853,98

Torricella del Pizzo 19,70 1543,62 0,00 182,96 1746,28

Trescore Cremasco 0,00 140,69 15,23 0,00 155,92

Trigolo 3,66 1249,35 5,08 22,92 1281,01

Vaiano Cremasco 0,00 64,80 4,23 0,00 69,03

Vailate 11,81 653,33 4,23 0,00 669,37

Vescovato 15,06 1525,47 12,69 197,78 1751,01

Volongo 27,02 775,31 5,08 53,36 860,77

Voltido 14,89 1240,19 4,23 304,11 1563,42

TOTALE 3649,91 102709,65 1747,67 15938,46 124045,69

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Appendice 1 Disponibilità di biomassa a Cremona

72

A1.2 Sottoprodotti forestali

Tabella A1.3 Superficie boschiva (in ettari)

Fustaie Cedui

Conifere Latifoglie Miste Semplici Composti

Acquanegra Cremonese 0,00 0,00 0,00 0,56 0,00

Agnadello 0,00 1,11 0,36 0,00 0,00

Annicco 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00

Azzanello 0,00 0,00 0,00 0,00 9,63

Bagnolo Cremasco 0,00 0,00 10,25 0,00 0,00

Bonemerse 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00

Bordolano 0,00 0,00 0,00 0,00 4,00

Ca' d'Andrea 0,00 9,91 0,00 0,00 0,04

Calvatone 0,00 0,00 1,30 0,71 0,32

Camisano 0,00 4,90 0,00 0,00 7,73

Campagnola Cremasca 0,00 0,00 0,08 0,00 0,00

Capergnanica 0,00 1,81 0,00 0,00 0,00

Cappella Cantone 0,00 0,00 1,05 1,98 0,00

Cappella de' Picenardi 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00

Capralba 0,00 0,00 0,60 0,00 0,00

Casalbuttano ed Uniti 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00

Casale Cremasco-Vidolasco 0,00 0,00 11,01 0,00 0,00

Casaletto Ceredano 0,00 0,00 0,00 0,00 6,31

Casaletto di Sopra 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00

Casaletto Vaprio 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00

Casalmaggiore 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00

Casalmorano 0,00 0,00 0,00 0,09 6,16

Casteldidone 0,00 0,00 0,00 0,41 0,00

Castel Gabbiano 0,00 0,00 0,00 17,61 0,00

Castelleone 0,00 7,25 37,49 1,82 0,00

Castelverde 0,00 0,00 0,00 0,00 10,93

Castelvisconti 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00

Cella Dati 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00

Chieve 0,00 2,00 0,00 0,00 0,00

Cicognolo 0,00 5,89 0,00 0,53 0,00

Cingia de' Botti 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00

Corte de' Cortesi con Cignone 0,00 0,00 0,00 0,49 14,83

Corte de' Frati 1,47 0,00 0,00 0,00 0,00

Credera Rubbiano 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00

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Appendice 1 Disponibilità di biomassa a Cremona

73

Crema 0,00 0,00 0,00 1,64 0,00

Cremona 0,00 0,00 0,00 1,38 0,00

Cremosano 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00

Crotta d'Adda 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00

Cumignano sul Naviglio 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00

Derovere 0,00 0,00 0,88 1,03 0,00

Dovera 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00

Drizzona 0,00 0,51 77,13 0,00 0,00

Fiesco 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00

Formigara 0,00 0,00 0,00 0,81 1,34

Gabbioneta-Binanuova 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00

Gadesco-Pieve Delmona 0,00 0,77 0,00 0,00 0,00

Genivolta 0,00 0,98 0,00 0,00 0,00

Gerre de' Caprioli 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00

Gombito 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00

Grontardo 0,00 0,00 0,50 0,00 0,00

Grumello Cremonese ed Uniti 0,00 0,00 0,00 0,00 11,43

Gussola 0,00 5,45 0,19 0,00 0,00

Isola Dovarese 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00

Izano 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00

Madignano 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00

Malagnino 0,00 0,00 0,00 0,00 0,50

Martignana di Po 0,00 0,00 0,00 0,68 0,25

Monte Cremasco 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00

Montodine 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00

Moscazzano 0,00 1,11 14,11 1,50 0,00

Motta Baluffi 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00

Offanengo 2,11 9,09 0,00 0,00 0,00

Olmeneta 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00

Ostiano 0,00 0,00 0,00 0,00 8,70

Paderno Ponchielli 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00

Palazzo Pignano 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00

Pandino 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00

Persico Dosimo 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00

Pescarolo ed Uniti 0,00 0,00 0,00 0,00 4,70

Pessina Cremonese 0,00 2,01 0,00 0,00 1,85

Piadena 0,00 0,06 0,11 0,00 0,00

Pianengo 0,05 0,00 0,00 0,00 0,00

Pieranica 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00

Pieve d'Olmi 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00

Pieve San Giacomo 0,00 3,07 0,00 0,24 0,00

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Appendice 1 Disponibilità di biomassa a Cremona

74

Pizzighettone 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00

Pozzaglio ed Uniti 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00

Quintano 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00

Ricengo 0,00 0,00 2,39 0,00 0,00

Ripalta Arpina 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00

Ripalta Cremasca 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00

Ripalta Guerina 0,00 0,00 0,00 0,00 0,34

Rivarolo del Re ed Uniti 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00

Rivolta d'Adda 0,00 0,00 0,65 0,55 61,22

Robecco d'Oglio 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00

Romanengo 0,00 0,00 0,00 2,08 0,00

Salvirola 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00

San Bassano 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00

San Daniele Po 0,00 0,00 0,00 36,38 0,00

San Giovanni in Croce 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00

San Martino del Lago 0,00 1,35 0,00 0,00 0,00

Scandolara Ravara 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00

Scandolara Ripa d'Oglio 0,00 1,16 0,00 0,00 0,00

Sergnano 0,00 0,00 0,00 0,50 0,00

Sesto ed Uniti 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00

Solarolo Rainerio 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00

Soncino 0,00 33,65 0,00 34,99 0,00

Soresina 0,00 0,00 0,00 8,07 0,60

Sospiro 0,00 0,00 0,00 0,00 0,10

Spinadesco 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00

Spineda 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00

Spino d'Adda 0,00 0,00 0,00 0,71 0,00

Stagno Lombardo 0,00 7,14 0,00 0,00 30,00

Ticengo 0,00 0,00 13,40 0,00 0,00

Torlino Vimercati 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00

Tornata 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00

Torre de' Picenardi 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00

Torricella del Pizzo 0,00 0,80 1,77 11,64 0,00

Trescore Cremasco 0,00 7,52 0,00 0,00 0,00

Trigolo 0,00 0,00 0,00 0,64 11,49

Vaiano Cremasco 0,00 0,00 0,00 0,00 4,45

Vailate 0,00 0,00 0,00 0,19 0,00

Vescovato 0,00 0,00 0,00 0,00 1,67

Volongo 0,00 0,00 0,00 0,08 1,30

Voltido 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00

TOTALE 3,63 107,54 173,27 127,31 199,89

Fonte: ISTAT, 2000

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Appendice 1 Disponibilità di biomassa a Cremona

75

Tabella A1.4 Sottoprodotti forestali utilizzabili (in ton ss)

Fustaie Cedui Totale

Acquanegra Cremonese 0,00 0,46 0,46

Agnadello 2,41 0,00 2,41

Annicco 0,00 0,00 0,00

Azzanello 0,00 7,90 7,90

Bagnolo Cremasco 16,83 0,00 16,83

Bonemerse 0,00 0,00 0,00

Bordolano 0,00 3,28 3,28

Ca' d'Andrea 16,27 0,03 16,30

Calvatone 2,13 0,85 2,98

Camisano 8,04 6,34 14,39

Campagnola Cremasca 0,13 0,00 0,13

Capergnanica 2,97 0,00 2,97

Cappella Cantone 1,72 1,63 3,35

Cappella de' Picenardi 0,00 0,00 0,00

Capralba 0,98 0,00 0,98

Casalbuttano ed Uniti 0,00 0,00 0,00

Casale Cremasco-Vidolasco 18,07 0,00 18,07

Casaletto Ceredano 0,00 5,18 5,18

Casaletto di Sopra 0,00 0,00 0,00

Casaletto Vaprio 0,00 0,00 0,00

Casalmaggiore 0,00 0,00 0,00

Casalmorano 0,00 5,13 5,13

Casteldidone 0,00 0,34 0,34

Castel Gabbiano 0,00 14,45 14,45

Castelleone 73,45 1,49 74,94

Castelverde 0,00 8,97 8,97

Castelvisconti 0,00 0,00 0,00

Cella Dati 0,00 0,00 0,00

Chieve 3,28 0,00 3,28

Cicognolo 9,67 0,44 10,10

Cingia de' Botti 0,00 0,00 0,00

Corte de' Cortesi con Cignone 0,00 12,57 12,57

Corte de' Frati 2,41 0,00 2,41

Credera Rubbiano 0,00 0,00 0,00

Crema 0,00 1,35 1,35

Cremona 0,00 1,13 1,13

Cremosano 0,00 0,00 0,00

Crotta d'Adda 0,00 0,00 0,00

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Appendice 1 Disponibilità di biomassa a Cremona

76

Cumignano sul Naviglio 0,00 0,00 0,00

Derovere 1,44 0,85 2,29

Dovera 0,00 0,00 0,00

Drizzona 127,45 0,00 127,45

Fiesco 0,00 0,00 0,00

Formigara 0,00 1,76 1,76

Gabbioneta-Binanuova 0,00 0,00 0,00

Gadesco-Pieve Delmona 1,26 0,00 1,26

Genivolta 1,61 0,00 1,61

Gerre de' Caprioli 0,00 0,00 0,00

Gombito 0,00 0,00 0,00

Grontardo 0,82 0,00 0,82

Grumello Cremonese ed Uniti 0,00 9,38 9,38

Gussola 9,26 0,00 9,26

Isola Dovarese 0,00 0,00 0,00

Izano 0,00 0,00 0,00

Madignano 0,00 0,00 0,00

Malagnino 0,00 0,41 0,41

Martignana di Po 0,00 0,76 0,76

Monte Cremasco 0,00 0,00 0,00

Montodine 0,00 0,00 0,00

Moscazzano 24,99 1,23 26,22

Motta Baluffi 0,00 0,00 0,00

Offanengo 18,39 0,00 18,39

Olmeneta 0,00 0,00 0,00

Ostiano 0,00 7,14 7,14

Paderno Ponchielli 0,00 0,00 0,00

Palazzo Pignano 0,00 0,00 0,00

Pandino 0,00 0,00 0,00

Persico Dosimo 0,00 0,00 0,00

Pescarolo ed Uniti 0,00 3,86 3,86

Pessina Cremonese 3,30 1,52 4,82

Piadena 0,28 0,00 0,28

Pianengo 0,08 0,00 0,08

Pieranica 0,00 0,00 0,00

Pieve d'Olmi 0,00 0,00 0,00

Pieve San Giacomo 5,04 0,20 5,24

Pizzighettone 0,00 0,00 0,00

Pozzaglio ed Uniti 0,00 0,00 0,00

Quintano 0,00 0,00 0,00

Ricengo 3,92 0,00 3,92

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Appendice 1 Disponibilità di biomassa a Cremona

77

Ripalta Arpina 0,00 0,00 0,00

Ripalta Cremasca 0,00 0,00 0,00

Ripalta Guerina 0,00 0,28 0,28

Rivarolo del Re ed Uniti 0,00 0,00 0,00

Rivolta d'Adda 1,07 50,70 51,77

Robecco d'Oglio 0,00 0,00 0,00

Romanengo 0,00 1,71 1,71

Salvirola 0,00 0,00 0,00

San Bassano 0,00 0,00 0,00

San Daniele Po 0,00 29,86 29,86

San Giovanni in Croce 0,00 0,00 0,00

San Martino del Lago 2,22 0,00 2,22

Scandolara Ravara 0,00 0,00 0,00

Scandolara Ripa d'Oglio 1,90 0,00 1,90

Sergnano 0,00 0,41 0,41

Sesto ed Uniti 0,00 0,00 0,00

Solarolo Rainerio 0,00 0,00 0,00

Soncino 55,24 28,72 83,96

Soresina 0,00 7,12 7,12

Sospiro 0,00 0,08 0,08

Spinadesco 0,00 0,00 0,00

Spineda 0,00 0,00 0,00

Spino d'Adda 0,00 0,58 0,58

Stagno Lombardo 11,72 24,62 36,35

Ticengo 22,00 0,00 22,00

Torlino Vimercati 0,00 0,00 0,00

Tornata 0,00 0,00 0,00

Torre de' Picenardi 0,00 0,00 0,00

Torricella del Pizzo 4,22 9,55 13,77

Trescore Cremasco 12,34 0,00 12,34

Trigolo 0,00 9,96 9,96

Vaiano Cremasco 0,00 3,65 3,65

Vailate 0,00 0,16 0,16

Vescovato 0,00 1,37 1,37

Volongo 0,00 1,13 1,13

Voltido 0,00 0,00 0,00

TOTALE 466,94 268,57 735,50

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Appendice 1 Disponibilità di biomassa a Cremona

78

A1.3 Residui della lavorazione del legno

Tabella A1.5 Attività economiche legate all’industria del legno e residui

utilizzabili (in ton ss)

Unità locali Addetti Residui

Acquanegra Cremonese 0 0 0,00

Agnadello 0 0 0,00

Annicco 8 18 85,68

Azzanello 0 0 0,00

Bagnolo Cremasco 6 29 138,04

Bonemerse 2 5 23,80

Bordolano 2 10 47,60

Ca' d'Andrea 0 0 0,00

Calvatone 3 19 90,44

Camisano 2 17 80,92

Campagnola Cremasca 0 0 0,00

Capergnanica 1 2 9,52

Cappella Cantone 2 7 33,32

Cappella de' Picenardi 1 7 33,32

Capralba 3 2 9,52

Casalbuttano ed Uniti 4 11 52,36

Casale Cremasco-Vidolasco 2 1 4,76

Casaletto Ceredano 4 39 185,64

Casaletto di Sopra 0 0 0,00

Casaletto Vaprio 2 14 66,64

Casalmaggiore 29 219 1042,44

Casalmorano 0 0 0,00

Casteldidone 1 2 9,52

Castel Gabbiano 2 10 47,60

Castelleone 15 36 171,36

Castelverde 5 4 19,04

Castelvisconti 2 5 23,80

Cella Dati 0 0 0,00

Chieve 1 3 14,28

Cicognolo 5 58 276,08

Cingia de' Botti 4 18 85,68

Corte de' Cortesi con Cignone 2 5 23,80

Corte de' Frati 0 0 0,00

Credera Rubbiano 2 2 9,52

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Appendice 1 Disponibilità di biomassa a Cremona

79

Crema 37 87 414,12

Cremona 65 101 480,76

Cremosano 6 30 142,80

Crotta d'Adda 0 0 0,00

Cumignano sul Naviglio 0 0 0,00

Derovere 0 0 0,00

Dovera 9 39 185,64

Drizzona 3 17 80,92

Fiesco 1 0 0,00

Formigara 1 3 14,28

Gabbioneta-Binanuova 2 1 4,76

Gadesco-Pieve Delmona 3 3 14,28

Genivolta 2 4 19,04

Gerre de' Caprioli 1 0 0,00

Gombito 2 3 14,28

Grontardo 4 13 61,88

Grumello Cremonese ed Uniti 2 14 66,64

Gussola 6 76 361,76

Isola Dovarese 2 1 4,76

Izano 5 8 38,08

Madignano 4 3 14,28

Malagnino 0 0 0,00

Martignana di Po 3 18 85,68

Monte Cremasco 2 0 0,00

Montodine 5 16 76,16

Moscazzano 2 9 42,84

Motta Baluffi 1 3 14,28

Offanengo 5 19 90,44

Olmeneta 0 0 0,00

Ostiano 6 9 42,84

Paderno Ponchielli 4 7 33,32

Palazzo Pignano 4 7 33,32

Pandino 10 45 214,20

Persico Dosimo 4 2 9,52

Pescarolo ed Uniti 5 18 85,68

Pessina Cremonese 1 10 47,60

Piadena 7 14 66,64

Pianengo 8 42 199,92

Pieranica 4 10 47,60

Pieve d'Olmi 1 1 4,76

Pieve San Giacomo 3 98 466,48

Page 83: LOCALIZZAZIONE DI CENTRALI A BIOMASSA · L'obiettivo generale del presente lavoro consiste nella messa a punto e validazione di ... processi di tipo termochimico o biochimico in relazione

Appendice 1 Disponibilità di biomassa a Cremona

80

Pizzighettone 9 25 119,00

Pozzaglio ed Uniti 4 3 14,28

Quintano 1 3 14,28

Ricengo 3 5 23,80

Ripalta Arpina 1 1 4,76

Ripalta Cremasca 4 4 19,04

Ripalta Guerina 0 0 0,00

Rivarolo del Re ed Uniti 1 8 38,08

Rivolta d'Adda 18 20 95,20

Robecco d'Oglio 2 1 4,76

Romanengo 5 5 23,80

Salvirola 1 0 0,00

San Bassano 7 30 142,80

San Daniele Po 1 1 4,76

San Giovanni in Croce 2 4 19,04

San Martino del Lago 0 0 0,00

Scandolara Ravara 3 177 842,52

Scandolara Ripa d'Oglio 0 0 0,00

Sergnano 4 31 147,56

Sesto ed Uniti 4 2 9,52

Solarolo Rainerio 4 121 575,96

Soncino 12 37 176,12

Soresina 25 77 366,52

Sospiro 3 2 9,52

Spinadesco 2 5 23,80

Spineda 1 1 4,76

Spino d'Adda 9 19 90,44

Stagno Lombardo 0 0 0,00

Ticengo 1 0 0,00

Torlino Vimercati 0 0 0,00

Tornata 0 0 0,00

Torre de' Picenardi 2 7 33,32

Torricella del Pizzo 0 0 0,00

Trescore Cremasco 2 2 9,52

Trigolo 5 2 9,52

Vaiano Cremasco 8 32 152,32

Vailate 16 27 128,52

Vescovato 5 47 223,72

Volongo 3 13 61,88

Voltido 0 0 0,00

TOTALE 508 1986 9453,36

Fonte: ISTAT, 2000