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Lo Zen e l'arte di regolare un basso elettrico Regolare il proprio basso elettrico deve essere solo un mezzo per raggiungere la “pace interiore”. Quindi,  mentre si regola un basso elettrico, l'importante è partire e continuare con enthousiasmos, cioè, alle corte, “tenendoci”. E' questo che contraddistingue la regolazione effettuata con Qualità (che non è solo una questione soggettiva e neanche una questione meramente oggettiva, ma questo è un altro discorso). Cosa significa 'tenerci' ? Non è altro che un senso di identificazione con quello che fai. Quando provi questa sensazione, vedi anche il suo rovescio; la Qualità. Non sempre è possibile mantenere la “pace interiore”, mentre lo strumento sembra irridere beffardamente i nostri sforzi. Quello che, ad ogni costo, bisogna evitare sono le trappole interne per l'enthousiasmos. Esse si possono suddividere in tre tipi: quelle che bloccano la comprensione affettiva, dette "trappole del valore"; quelle che bloccano la comprensione conoscitiva, dette "trappole delle verità"; e quelle che bloccano il comportamento psicomotorio, dette "trappole muscolari". 1 Trappole del valore: Costituiscono senz'altro il gruppo più ampio e più pericoloso. Tra le trappole del valore, la più diffusa e perniciosa è la rigidità , cioè l'incapacità di cambiare il valore dei dati per rimanere fedeli a valori prestabiliti. Tipo, il manico deve essere dritto o le sellette devono stare ad una certa altezza, perchè così mi hanno detto, o a me solo così piacciono, o così mi hanno detto le tiene il bassista dei (qui, gruppo a piacere ). La seconda  è la trappola interiore dell'ego. L'ego non è del tutto scollegato dalla rigidità dei valori, anzi è una delle sue molte cause. Il fatto di aver regolato perfettamente 20 bassi, adottando una certa procedura o tecnica, non deve farvi pensare di aver capito tutto. Un'eccessiva stima di voi stessi, infatti, indebolisce la capacità di riconoscere i fatti nuovi. L'ego isola dalla realtà della Qualità. Quando i fatti vi dimostrano che avete preso un granchio non siete inclini ad ammetterlo. Quando false informazioni vi fanno sembrare bravo, siete inclini a crederci. Se la modestia non vi viene facile o naturale, un modo per uscire dalla trappola è quello di simularla. Se decidete di accettare l'ipotesi di non essere un granché, e se i fatti ne dimostrano l'esattezza, ecco una spinta per il vostro enthousiasmos : potete continuare a lavorare finché viene il momento in cui i fatti dimostrano che l'ipotesi è sbagliata. L'ansietà , altra trappola, è in qualche modo l'opposto dell'ego. Siete talmente sicuri di sbagliare che non osate muovere un dito. Spesso è proprio questa, e non la 'pigrizia', la vera ragione per cui è tanto difficile incominciare qualcosa. La trappola dell'ansietà può condurre ad ogni tipo di errore per eccesso di zelo. Aggiustate cose che non hanno bisogno di essere aggiustate e vi agitate per guai immaginari. Questi errori, una volta commessi, sono del tipo che conferma la tendenza originale a sottovalutarvi. E così via. Il modo migliore per spezzare questo circolo vizioso credo sia quello di informarsi il più possibile, leggendo e carpendo tutto quello che trovate sull'argomento su cui vi sentite insicuri (usate il tasto cerca, eh, eh). 

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Lo Zen e l'arte di regolare un basso elettrico

Regolare  il  proprio basso elettrico deve essere solo  un mezzo per   raggiungere  la  “pace  interiore”.Quindi,   mentre si regola un basso elettrico, l'importante è partire e continuare con   enthousiasmos,cioè, alle corte, “tenendoci”. E' questo che contraddistingue la regolazione effettuata con Qualità (chenon è solo una questione soggettiva e neanche una questione meramente oggettiva, ma questo è un altrodiscorso).

Cosa significa 'tenerci' ? Non è altro che un senso di identificazione con quello che fai. Quando proviquesta sensazione, vedi anche il suo rovescio; la Qualità.

Non   sempre   è   possibile   mantenere   la   “pace   interiore”,   mentre   lo   strumento   sembra   irriderebeffardamente i nostri sforzi. Quello che, ad ogni costo, bisogna evitare sono le trappole  interne  perl'enthousiasmos. Esse si possono suddividere in tre tipi: quelle che bloccano la comprensione affettiva,dette  "trappole del  valore";  quelle  che bloccano  la  comprensione conoscitiva,  dette  "trappole  delleverità"; e quelle che bloccano il comportamento psicomotorio, dette "trappole muscolari".

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Trappole del valore:

Costituiscono senz'altro il gruppo più ampio e più pericoloso.

Tra le trappole del valore, la più diffusa e perniciosa è la rigidità, cioè l'incapacità di cambiare il valoredei dati per rimanere fedeli a valori prestabiliti. Tipo, il manico deve essere dritto o le sellette devonostare ad una certa altezza, perchè così mi hanno detto, o a me solo così piacciono, o così mi hanno dettole tiene il bassista dei (qui, gruppo a piacere ).

La seconda  è la trappola interiore dell'ego. L'ego non è del tutto scollegato dalla rigidità dei valori, anziè  una  delle   sue molte  cause.   Il   fatto  di  aver   regolato  perfettamente  20 bassi,   adottando una certaprocedura o tecnica, non deve farvi pensare di aver capito tutto.Un'eccessiva stima di voi stessi, infatti, indebolisce la capacità di riconoscere i fatti nuovi. L'ego isoladalla realtà della Qualità. Quando i fatti vi dimostrano che avete preso un granchio non siete inclini adammetterlo. Quando false informazioni vi fanno sembrare bravo, siete inclini a crederci.

Se la modestia non vi viene facile o naturale, un modo per uscire dalla trappola è quello di simularla. Sedecidete di accettare l'ipotesi di non essere un granché, e se i fatti ne dimostrano l'esattezza, ecco unaspinta per il vostro enthousiasmos : potete continuare a lavorare finché viene il momento in cui i fattidimostrano che l'ipotesi è sbagliata.

L'ansietà, altra trappola, è in qualche modo l'opposto dell'ego. Siete talmente sicuri di sbagliare che nonosate muovere un dito. Spesso è  proprio questa, e non la  'pigrizia',   la vera ragione per cui è   tantodifficile incominciare qualcosa. La trappola dell'ansietà può condurre ad ogni tipo di errore per eccessodi zelo. Aggiustate cose che non hanno bisogno di essere aggiustate e vi agitate per guai immaginari.Questi errori, una volta commessi, sono del tipo che conferma la tendenza originale a sottovalutarvi. Ecosì  via. Il  modo migliore per spezzare questo circolo vizioso credo sia quello di informarsi il  piùpossibile, leggendo e carpendo tutto quello che trovate sull'argomento su cui vi sentite insicuri (usate iltasto cerca, eh, eh). 

Poi, c'è la trappola della noia. E' il contrario dell'ansietà e, di solito, è legata a problemi dell'ego. Esserestufi significa perdere di vista la Qualità, non vedere le cose con freschezza, non avere più la "mentalitàdel principiante": il vostro basso corre gravi pericoli.Quando siete annoiati, fermatevi! Andate a donne (o a uomini, eh, dipende), bevetevi una birra (o unagrappa, idem come prima), parlate con amici della Magica (o con altri gobbi come voi). Decidete cheavete lavorato abbastanza. Fate qualsiasi cosa ma non lavorate più al basso.L'impazienza è simile alla noia, ma spesso ha una causa: la sottovalutazione del tempo richiesto da unlavoro. L'impazienza è la prima reazione contro un intralcio e, se non si sta attenti, può trasformarsipresto in rabbia.  

La cosa migliore da imparare davvero, è saper riconoscere una di quelle trappole quando ci siete cascatie lavorarci sopra prima di ritornare a lavorare sul basso.

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Trappole della verità

Queste hanno a che fare con i  dati  che si  imparano nelle aule dell'intelligenza classica. I problemisuscitati   da   questi   dati   vengono   trattati   in   modo   appropriato   utilizzando   la   logica   dualisticaconvenzionale e il metodo scientifico. C'è pero una trappola che sfugge, la trappola della logica sì­no,la logica binaria.Sì  o no...  questo o quello...  uno o zero. L'intera conoscenza umana è  costruita sulla base di questadiscriminazione elementare a due termini.Dato che non ci siamo abituati, di solito non ci accorgiamo che esiste un terzo termine logico possibileequivalente al sì e al no, il quale è in grado di espandere la nostra conoscenza in una direzione nonriconosciuta. Non esiste nemmeno il termine per indicarlo, per cui dovrò usare la parola giapponese mu.Mu  significa "nessuna cosa". Come "Qualità",  mu punta il dito fuori dal processo di discriminazionedualistica, dicendo semplicemente: nessuna classe, "non uno, non zero, non sì, non no". Afferma che ilcontesto della domanda è tale per cui la riposta sì o la risposta no sono errate e non dovrebbero esseredate. Il suo significato è: "Non fare la domanda".Mu è appropriato quando il contesto della domanda diviene troppo angusto per la verità della risposta. Che il  mu  esista nel mondo naturale in cui la scienza indaga è evidente. Solo che, come al solito, ilnostro retaggio ci impedisce di vederlo. 

La mente dualistica tende a pensare che il verificarsi  del  mu  in natura sia una specie di imbrogliocontestuale,   o   comunque   un   fatto   non   pertinente,   ma   il  mu  lo   si   trova   dappertutto   nell'indaginescientifica e la natura non imbroglia: nessuna risposta della natura è non pertinente. E' un grave errore,una specie di disonestà, sbarazzarsi alla leggera delle risposte mu della natura. Riconoscerle e valutarlesarebbe di grande aiuto nell'avvicinare  la  teoria  logica alla pratica sperimentale. Ogni scienziato dilaboratorio sa che molto spesso i risultati sperimentali forniscono risposte mu alle domande dì­no percui   gli   esperimenti   erano   studiati.   In   questi   casi   egli   dà   la   colpa   alla   cattiva   impostazione   degliesperimenti e si rimprovera per la propria stupidità.

Invece, la risposta  mu  è  importante perché  ha detto allo scienziato che il contesto della domanda ètroppo angusto per ottenere risposte dalla natura, e che quindi egli deve ampliarlo. Così, la conoscenzache lo scienziato ha della natura viene incredibilmente accresciuta, e proprio questo, fin dall'inizio, eralo scopo dell'esperimento. L'affermazione che la scienza cresce più  grazie alle ripsoste  mu  che nongrazie a quelle sì­no è assolutamente fondata. Il sì o il no confermano o smentiscono un'ipotesi. Il mu

dice che la risposta è al di là dell'ipotesi. Il mu è il "fenomeno" che fondamentalmente ispira la ricercascientifica!

Nella regolazione del basso la risposta mu è una delle principali ragioni di calo di enthousiasmos. Nondovrebbe  esserlo!   Quando   ottenete   una   risposta   indeterminata,   delle   due   l'una:   o   le   proceduresperimentali non fanno quello che voi credete, oppure dovete ampliare il contesto della vostra ricerca.Controllate gli esperimenti e ristudiate le domande.

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Trappole muscolari

E' ora di passare alle trappole psicomotorie. Si tratta qui del campo dell'intelligenza più direttamentecollegato a quel che riguarda il buon funzionamento del basso.

In questo caso, la trappola per l'enthousiasmos  più frustrante in assoluto è l'attrezzatura inadeguata.Procuratevi gli attrezzi giusti, e cercate di non “arrangiarvi”,  e non ve ne pentirete ...

A parte gli attrezzi scadenti, un'altra trappola fondamentale per l'enthousiasmos è la scomodità. Badatedi avere un'illuminazione adeguata; E' incredibile il numero di errori che si evitano con un pò di luce.Un certo disagio fisico è inevitabile, ma troppo, come nel caso degli ambienti troppo caldi o troppofreddi, può sviare enormemente le vostre valutazioni, se non state attenti. Se avete troppo freddo, peresempio, cercherete di sbrigarvi e probabilmente farete degli errori. Se avete troppo caldo, al vostra"soglia di rabbia" scende di molto. Quando è possibile evitate di lavorare in posizioni scomode.

Una di queste trappole, l'insensibilità  muscolare, è responsabile di gravi danni. In parte è dovuta a unacarenza di cinestesia.  Il tocco del cd. “esperto” nasce da, appunto, una profonda sensibilità cinesteticariguardo ai materiali, che da una parte dipende dall'esperienza, dall'altra, purtroppo, per chi (come me)non ce l'ha, da un “istinto” difficile da spiegare, la cd “manualità”.

Quindi,   chi   non  ha  questa   dote,   deve  usare   qualche   accortezza   in   più,   senza   cadere  nell'ansietà.Ricordate, lo scopo ultimo è la “pace interiore”,  non il basso a posto, questo è solo un sottoprodotto,secondo un'ottica Zen ... eh, eh ... 

Quest'articolo è un adattamento del pensiero di Robert Pirsig (“Lo Zen e l'arte della manutenzionedella motocicletta”) al  basso elettrico ... da non prendere seriamente ...

“La Via che non sa ridere di sé, non è la vera Via” detto Zen.

La   prossima   puntata:   “Il   Precision:   solo   percezione   dell'esperienza   o   idea   “a   priori”   di   bassoelettrico ? Hume e Kant a confronto.”