Lo sviluppo normale del bambino RIPASSO · LE PARALISI CEREBRALI INFANTILI (PCI) Gruppo eterogeneo...
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Lo sviluppo normale del bambino
RIPASSO
General Movements (GMs)sono movimenti globali spontanei che coinvolgono tutto il corpo della durata variabile da pochi secondi a diversi minuti Sono caratterizzati da variabilità della sequenza con cui braccia, gambe, tronco e collo vengono interessati dal movimento; presentano - un crescendo ed un decrescendo in intensità, forza e velocità; - inizio ed una fine graduali; - complessità nelle sequenze di estensione e flessione di gambe e braccia; - rotazioni sovrapposte e cambi di direzione.Tali componenti rendono i movimenti fluenti ed eleganti. Sono osservabili soprattutto durante il sonno attivo (sonno REM), il pianto e la veglia attiva.
I GMs cambiano con l’età:
nel pretermine e nel nato a termine fino a 2 mesi
(Writhing) e da 2 a 5 mesi di età (Fidgety).
Esame neurologico classico del neonato
• Valutazione degli stati comportamentali (sonno NREM, sonno REM, sonnolenza, allerta, pianto)
• Valutazione neurosensoriale e del comportamento interattivo secondo Brazelton (soglia di risposta a stimolazioni luminose, acustiche, nocicettive, inseguimento visivo, aggancio visivo)
• Riflessi arcaici • Riflessi O-T (bicipitale, patellare, achilleo, clono del piede) • Tono passivo (manovra dello sciarpa, angolo adduttori, angolo
popliteo, manovra tallone-orecchio, ritorno elastico arti superiori ed inferiori)
• Tono attivo (manovra di sospensione ventrale, dorsale, ascellare, raddrizzamento)
• Nervi cranici
SCALA DI VALUTAZIONE DEL NEONATO di BRAZELTON (neurosensoriale e interattiva)
• Risposta: 1. al sonaglio 2. alla luce 3. al campanello 4. alla puntura
• Orientamento: 5. Stimoli visivi inanimati 6. Stimoli visivi animati 7. Stimoli uditivi inanimati 8. Stimoli uditivi animati 9. Stim. visivi e uditivi animati
10. Vigilanza 11. Tono predominante 12. Maturità motoria 13. Posizione seduta
14. Rannicchiarsi 15. Movimenti di difesa 16. Consolabilità 17. Stato massima agitazione 18. Rapidità cambiamento stato 19. Irritabilità 20. Attività 21. Tremori 22. Sussulti 23. Labilità colorito cutaneo 24. Labilità degli stati 25. Capacità di auto-calmarsi 26. Mano alla bocca 27. Sorrisi
SVILUPPO POSTURO-MOTORIO NEL 1° ANNO
Nelle prime 4 settimane il bambino mantiene una posizione flessa e simmetrica. Sia prono che supino i 4 arti sono flessi e le mani per lo più chiuse a pugno. Attua la suzione del pollice (già in fase fetale).
Dorme per il 70% del tempo (16-17 ore) contro il 25-30% dell’adulto.
Importante indice di normalità è la capacità di reazione agli stimoli provenienti dall’ambiente.
SVILUPPO POSTURO-MOTORIO NEL 1° ANNO
Nel 2°-3° mese di vita il bambino acquista gradualmente una posizione più distesa e meno simmetrica.
Le competenze emergenti sono l’acquisizione del controllo del capo e la comparsa del sorriso relazionale.
In posizione supina predomina l’estensione degli arti facciali e la flessione dei controlaterali.
SVILUPPO POSTURO-MOTORIO NEL 1° ANNO
Nei 2 mesi successivi (IV-V mese) il bambino tende ad acquisire la capacità di allineare e disallineare il capo rispetto al tronco.
Apre le mani e le osserva. Coordinazione occhio-mano.
Anche in posizione prona con appoggio e carico sugli avambracci il capo è libero di ruotare per esplorare visivamente l’ambiente.
SVILUPPO POSTURO-MOTORIO NEL 1° ANNO
A 6 mesi la tappa motoria principale è la
acquisizione del controllo del tronco e quindi della posizione seduta. Compaiono le reazioni “paracadute” (VIDEO).
Inizialmente con appoggio sugli arti superiori e in lieve cifosi
Studia attentamente gli oggetti che manipola.
SVILUPPO POSTURO-MOTORIO NEL 1° ANNO
Tra i 9 e 10 mesi è in grado di gattonare
Mantiene la posizione eretta con appoggio
Consapevolezza di alcune relazioni di spazio e di casualità
Primi gesti semantici (ciao, indicare…)
SVILUPPO POSTURO-MOTORIO NEL 1° ANNO
Tra i gli 11 e i 12 mesi acquisisce la marcia autonoma, inizialmente a basi allargate, con tronco antiflesso e a “guardia alta”
Inizia a bere e a mangiare da solo e a collaborare quando lo vestono
Usa ancora indifferentemente la destra e la sinistra, anche se inizia a mostrare preferenze di lato
LOBI CEREBRALI
fMRI movement
STRUTTURE PALEOENCEFALICHE
CEREBELLUM
Neurone a T
Radici Posteriori (Sensitive)
Radici Anteriori (Motorie)
Nervo Misto
Cervelletto
Muscolo
2°motoneurone (α)
Nuclei Basali
1°motoneurone
Vie Piramidali
Sez. Midollare
Vie Extrapiramidali
Vie Motorie
S. Muscolare (Miopatie)
S. Giunzione neuro-muscolare (Miastenia, L. Eaton, Botulismo)
S. α-motoneurone (Paralisi Periferica, SMA, GBS, Multi-polineuropatie)
S. Piramidale (Paralisi Centrale o del Motoneurone Superiore)
S. Extrapiramidale (Parkinson, Coree, Atetosi, Ballismo)
S. Cerebellare (Atassia, Dismetria, Disartria)
Emiparesi Destra Paraparesi
Coreo-atetosi (emi)
Tic facciali
Corea di Sydenham
Distonia
Distonia Atetosi (emi)
Corea Discinesie multiple
Atassia Dismetria (emi)
Riflesso di Moro
Grasping Sospensione ventrale
Riflesso plantar-cutaneo
Ipotonia Areflessia osteo-tendinea Areflessia arcaica
LE PARALISI CEREBRALI INFANTILI
(PCI)
Gruppo eterogeneo di sindromi non progressive (fisse) caratterizzate da turbe motorie e di postura, conseguenti ad affezioni varie che colpiscono il sistema nervoso centrale durante le prime fasi del suo sviluppo
✓ interessamento motorio
✓ coinvolgimento precoce del SNC
✓ origine centrale della lesione
✓ non progressivita’ della lesione
le prime osservazioni sulle PCI si devono all’ortopedico inglese, Sir William John Little, che nel 1861 descrisse con molta chiarezza il disturbo clinico e avanzò l’ipotesi secondo cui le cause dominanti risiedessero:
➢nel parto in genere ➢nel travaglio abnorme ➢nella prematurita’ ➢nell’asfissia neonatale
nasceva cosi’ un vasto e polimorfo capitolo designato dagli a.a. inglesi con il termine:
cerebral palsy of children
si ritrova, fra i nomi degli autori che hanno contribuito alla definizione del capitolo, quello di Sigmund Freud che, nel 1897, pubblico’ una monografia sull’argomento.
1891 fondazione del “Children Hospital” di Boston (rieducazione bambini con disturbi motori)
1937 nel Maryland “Children Rehabilitation Institute” centro residenziale per bambini con spasticità e prima scuola di specializzazione per medici e terapisti della riabilitazione e del linguaggio
1947 nasce la “American Academy for cerebral palsy”,
attiva tutt’oggi che raccoglie studiosi che affrontano in maniera multidisciplinare il problema (neurologi, ortopedici, pediatrici, psicologi, pedagogisti, psichiatri, riabilitatori, logopedisti)
Epidemiologia Prevalenza nei paesi industrializzati : 2,4/1000
.. variando in rapporto al peso e all’EG
In Italia l’incidenza della PCI si è attestata da tempo attorno al 2 per mille
Nonostante i continui miglioramenti del’assistenza alla gravidanza e al parto, questo valore non accenna a diminuire e risulta inversamente proporzionale alla diminuzione della mortalità neonatale.
le PCI esercitano effetti importanti sulla qualità della vita dei soggetti affetti e sul loro inserimento nel tessuto sociale e, ancora oggi, hanno, nel loro complesso, un impatto economico notevole
ETIOLOGIA DELLE PCI
CAUSE PRENATALI
• fattori genetici: ancora mal definiti
• infezioni: TORCH
• malattie croniche materne: p.es. cardiopatie
• intossicazioni: fumo, alcool, droga
• disordini circolatori: circolo materno (anemia) scambi placentari circolo fetale (malformaz.cardiovasc.)
CAUSE PERINATALI
• tutte le situazioni che possono determinare una
distocia del parto (distacco di placenta, rottura precoce
delle membrane, anomalie di presentazione del feto,
inerzia uterina etc.)
• tutte le situazioni che possono incidere
sull’immediato adattamento post-partum (difficoltà
respiratorie, ittero, disturbi metabolici etc.)
CAUSE POSTNATALI
sono rappresentate da condizioni patologiche che si verificano nella
prima settimana di vita
• infezioni
• traumi
• intossicazioni
• disturbi metabolici
TERAPIA le PCI, per le rilevanti riduzioni delle capacità del bambino, per le ripercussioni emotive e materiali sulla famiglia, per l’impegno richiesto alle strutture specifiche e all’intero contesto sociale, richiedono una complessa e multidisciplinare articolazione di interventi.
le PCI accompagnano il bambino nel suo sviluppo (situazione cronica)
quindi il progetto terapeutico deve essere di volta in volta riformulato in rapporto alla mutate esigenze che il soggetto via via presenta
GLI INTERVENTI TERAPEUTICI POSSONO ESSERE SUDDIVISI IN:
4. interventi diretti sul bambino
5. interventi sull’ambiente
Principi ispiratori della Riabilitazione Infantile
Correlazione fra parto prematuro e paralisi agli arti
inferiori
«La nascita difficile è solo un sintomo di effetti più profondi»
«Un appropriato trattamento può migliorare la qualità di vita dei
bambini affetti da Paralisi Cerebrale»
«E’ necessario incitare all’autosupporto al fine di
raggiungere pieno potenziale per l’età adulta»
I metodi e l’eponimo
Il Vojta
Schemi motori che possono agire sulla patologia motoria attraverso stimolazioni di definite «zone grilletto»
Castillo-Morales
Fig. 2.1 Posizione iniziale dello strisciamento secondo Vojta
Stimolazione e conseguente serie di risposte riflesse che vengono «integrate corticalmente» ed appresi in modo stabile.
♦ Riflessologico
Temple Fay
Schemi ancestrali di locomozione
degli animali più antichi, i quali rappresentano
fasi dello sviluppo ontogenetico
dell’uomo nelle sue età fetali e
neonatali.
Doman-Delacato
Riprogrammare il cervello insegnando un movimento attraverso l’evoluzione dal
pesce all’anfibio al rettile al mammifero e all’antropoide
I metodi e l’eponimo
♦ Filogenetico
Progressive Patterning Movements
The Proprioceptive Neuromuscolar Facilitations Method
Il valore dell’apporto sensoriale sul controllo delle attività
motorie
Stimolazione dei recettori sensoriali cutanei e muscolo
tendinei per: • Determinare una contrazione/decontrazione di determinati gruppi
muscolari • Provocare l’acquisizione o la
ristrutturazione delle componenti perdute della coordinazione motoria
I metodi e l’eponimo
♦ Tecnica di “Facilitazione neuromuscolare propriocettiva”
La tecnica si fonda su: -Imposizione delle “posture inibenti i riflessi” - Azione sui cosiddetti “punti chiave” per sviluppare riflessi posturali normali - Stimolazione manuale pressoria e percussoria - “tapping”
I Bobath ♦Neuroevolutivo
I metodi e l’eponimo
La base del trattamento è l’inibizione di
movimenti eccessivi e le facilitazioni di
movimenti fisiologici volontari.
✓ La motivazione ✓ L’immagine del
movimento ✓ La sintesi percettiva
Il Metodo Perfetti-Salvini e l’ETC
♦Neurocognitivo
I metodi e l’eponimo
L’approccio riabilitativo avviene attraverso l’attivazione di
processi cognitivi, la percezione tattile, le operazioni spaziali.
Esercizio = controllo sequenziale progressivo
Metodologia della Riabilitazione
Metodo
“Un procedimento atto a garantire sul piano teorico o pratico la funzionalità
e la costanza di un lavoro o di un comportamento”.
Metodologia
L’atteggiamento mentale del terapista che persegue una continua
rielaborazione del proprio modo di agire
(fare terapia) accanto ad una costante riflessione sul proprio modo di stare in relazione col
paziente
(essere terapeuta)
Il nuovo approccio riabilitativo
Elementi del trattamento fisioterapico
Alla base dell’intenzionalità c’è la ricerca
del PIACERE:
L’INTERVENTO TERAPEUTICO
Il gioco
«Un’esperienza significativa guidata» [Ferrari, 1997]
Il settingContesto ambientale e
relazionale in cui avviene l’azione
terapeutica
ALTRI INTERVENTI DIRETTI SUL BAMBINO
• trattamenti farmacologici
• trattamenti ortopedici
• trattamenti chirurgici
• trattamenti occupazionali
Altre terapie
✓Conservative: FKT, ortesi, applicazioni locali di freddo, ultrasuoni e stimolatori elettrici (fase iniziale o insieme alla terapia farmacologica).
✓IL TRATTAMENTO DEL DOLORE ASSOCIATO ALLA SPASTICITA’ richiede l’uso di Antispastici
Antispastici periferici: dantrolene, tossina botulinica, fenolo, alcool, Antispastici centrali: baclofen, diazepam, tizanidina
I farmaci antispastici sono spesso causa di eventi avversi che ne limitano l’utilizzo:
❖ Le benzodiazepine quali il DIAZEPAM (aumenta l’affinità dei recettori GABA-A al GABA endogeno) inducono sedazione, tachifilassi e abitudine;
❖ BACLOFEN (GABA-B agonista) causa sedazione e confusione oltre a debolezza muscolare.
❖ DANTROLENE (riduce il rilascio di Ca++ dal reticolo sarcoplasmatico) ha un meccanismo periferico e non induce sedazione. Tuttavia è epatotossico e determina debolezza.
❖ La TOSSINA BOTULINICA inibisce il rilascio di acetilcolina producendo una denervazione funzionale della fibra muscolare. E’ da usare nelle forme limitate a pochi gruppi muscolari
❖ La TIZANIDINA; agisce a livello dei recettori noradrenergici α2 di cervello e midollo, riducendo il rilascio di neurotrasmettitori eccitatori (noradrenalina, glutamato) o/e riducendone l’azione a livello recettoriale. Inoltre inibisce il rilascio di sostanza P dalle piccole afferenze nervose. Per tale motivo agisce preferibilmente sulle vie interneuronali multisinaptiche riducendo gli spasmi tonici e il dolore.
Altri trattamenti della spasticità dolorosa
• Trattamento intratecale con Baclofen • Terapia antidolore (clonidina, morfina, anestetici) • Ablazioni chirurgiche periferiche (neurotomie; forme gravi) • Rizotomia chimica (forme focali) • Trattamenti ortopedici (allungamenti tendinei)
• Stimolazione Midollare
Il buon trattamento tuttavia deve costituire un momento di sintesi, condivisione e sinergia tra osservazioni multidisciplinari (terapisti del dolore, neurologi, ortopedici, infermieri, terapisti occupazionali, terapisti della riabilitazione)
TRATTAMENTO LOGOPEDICO
• la logopedia trova largo impiego nelle PCI. • la disartria (disturbo dell’articolazione della parola) è un sintomo
abituale. La logopedia mira a stimolare un’adeguata articolazione fonologica attraverso esercizi di respirazione, di imitazione, di produzione sonora utilizzando il rinforzo uditivo, visivo e propriocettivo.
• trova anche utilizzo per migliorare le problematiche dell’alimentazione (masticazione e deglutizione).
ALTRI TRATTAMENTI RIABILITATIVI
terapia occupazionale (ADL):
insieme di interventi volti al recupero di funzioni strumentali e capacità della vita quotidiana, attraverso attività manuali, espressive o corporee che utilizzano l'esperienza lavorativa o culturale del paziente al fine di potenziare e migliorare l'autonomia nelle funzioni della vita quotidiana o professionali.
ALTRI TRATTAMENTI RIABILITATIVI