LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE COMUNICATIVE e RELAZIONALI · stili relazionali: cosa sono gli stili...

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1 LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE COMUNICATIVE e RELAZIONALI LUCIDI - DISPENSA n. 2 Lo Sviluppo delle Abilità Relazionali Materiale Didattico elaborato da Dott.ssa Claudia Righetti – [email protected]

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LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE COMUNICATIVE e RELAZIONALI

LUCIDI - DISPENSA n. 2Lo Sviluppo delle Abilità Relazionali

Materiale Didattico elaborato da Dott.ssa Claudia Righetti –[email protected]

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Premessa La comunicazione ci permette di entrare in relazione con gli altri. Coerentemente alla complessità della dinamica relazionale, vi sono differenti modalità di entrare in relazione che variano sulla base come combiniamo i tre canali della comunicazione ma soprattutto sulla base delle convinzioni, dei pensieri che attiviamo circa l’altro, noi stessi, la situazione,… Il risultato di un’interazione sarà soddisfacente se percepiamo rispetto e stima, elementi che tuttavia non dipendono solo dal nostro interlocutore ma piuttosto da

– una serie di competenze che possiamo possedere naturalmente o sviluppare per rispondere correttamente al nostro interlocutore;

– una serie di convinzioni o schemi mentali che ci possono far star bene con noi stessi.

La vita quotidiana propone diverse situazioni in cui è fondamentale attivare un modo di reagire appropriato: un collega che ti svalorizza davanti ad altri o a un cliente, un vicino di casa che parcheggia impropriamente nel tuo spazio, un amico che si approfitta della tua disponibilità, un venditore troppo insistente. In questi ed altri casi è fondamentale trovare una strada che ci permetta di evitare:

– sia il non dire niente e il subire ritrovandosi poi con una gran rabbia dentro (fuga-passività);

– sia il l’aggredire l’altro per punirlo e riconquistare una posizione di dominanza (aggressività).

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Obiettivo

Questo modulo si propone di incrementare le abilità sociali che sono sottese ai rapporti interpersonali nei più svariati contesti di vita: lavoro, famiglia e coppia. In particolare saranno approfonditi i concetti e le tecniche che permettono di ridurre o evitare modalità relazionali aggressive e passive incrementando gli stili relazionali assertivi e diplomatici. Questi ultimi sono utili a prevenire o risolvere situazioni conflittuali e più in generale a conseguire comportamenti funzionali a gestire in forma nuova e costruttiva i rapporti interpersonali,….. e in ogni caso in grado di salvaguardare la stima e la fiducia in noi stessi!

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Risultati attesi

Al termine di questa sezione avrai appreso :

• La mappa degli stili relazionali• Che cosa si intende per assertività, aggressività,

passività, manipolazione • L’insieme di vantaggi e svantaggi connessi a

ciascun stile relazionale• Le componenti verbali e non verbali ricorrenti nei

singoli stili relazionali • I meccanismi difensivi per gestire le situazioni in cui

l’assertività non consente di raggiungere l’obiettivo

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DISCRIMINARE GLI STILI RELAZIONALI

La prima tappa per apprendere l’assertività consiste nell’affinare l’abilità di discriminazione tra i differenti stili.

Analizzeremmo pertanto le differenze intercorrenti fra i differenti stili.

Al termine ti sarà proposto un questionario per valutare la tua capacità di differenziare e riconoscere le differenti modalità.

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STILI RELAZIONALI: cosa sonoASSERTIVITA’, PASSIVITA’, AGGRESSIVITA’ sono comportamenti sociali, acquisiti nell’ambito delle esperienze di socializzazione primaria (famiglia) e in esperienze successive. Si differenziano per il modo con cui ponendoci in relazione con i nostri interlocutori assumiamo comportamenti comunicativi più o meno improntati a

FOCALIZZAZIONE SU DI SE’ E SULL’ALTRO(capacità di ascolto di sé e dell’altro)

DISSIMULAZIONE TRASPARENZA (non prendere una posizione comunicativa esplicita) (prendere una posizione comunicativa esplicita)

FOCALIZZAZIONE SU DI SE’(incapacità di vero ascolto dell’altro)

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STILI RELAZIONALI: cosa sonoGli STILI RELAZIONALI sono MODI DI ENTRARE IN RELAZIONE con gli altri.

NON INDICANO, IN ASSOLUTO, UN ASPETTO CARATTERIALE TUTTI NOI POSSEDIAMO E UTILIZZIAMO TUTTI E QUATTRO GLI

STILI RELAZIONALITENDENZIALMENTE CIASCUNO DI NOI PRIVILEGIA UNO STILE

RISPETTO A UN’ALTRO ELA VARIABILITA’ PER CIASCUNO DELLO STILE RELAZIONALE E’

IN FUNZIONE:DELL’INTERLOCUTORE,

DEL CONTESTO, DELL’OBIETTIVO

DEL TEMPO A DISPOSIZIONE

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STILI RELAZIONALI: cosa sonoGli stili relazionali non sono tratti di personalità presenti o assenti dalla nascita

Ciò significa che l’assertività, che rappresenta, come vedrai, lo stile relazionale più funzionale allo sviluppo di sé, al mantenimento della relazione e al rispetto dell’altro, può essere acquisita e appresa

PRIMA PERO’ DI APPROFONDIRE IL CONCETTO DI ASSERTIVITA’ E COME SI DIFFERENZIA DAGLI ALTRI STILI OCCORRE SGOMBERARE IL CAMPO DAI MITI E

DALLE LEGGENDE SULL’ASSERTIVITA’

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MITI E LEGGENDE SULL’ASSERIVITA’

FALSE LEGGENDE•bisogna essere sempre assertivi

•con l’assertività si vince sempre

•l’assertività permette di acquisire delle regole applicabili sempre

VERITA’•bisogna imparare l’assertività e SCEGLIERE QUANDO E DOVE essere assertivi. Ricordandosi che a volte la passività o l’aggressività sono le scelte più adeguate

•l’assertività consente di salvaguardare sempre la stima di sé anche se non si risolve il conflitto con l’altro

•l’assertività si basa sull’adeguatezza e sulla capacità di leggere il contesto e trovare la modalità con cui esprimere i propri sentimenti, pensieri , desideri e difendere i propri legittimi diritti senza violare quelli degli altri

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UN TEST PRIMA DI INIZIAREPrima di proseguire nell’approfondimento dei processi, delle tecniche e delle fasi che contraddistinguono i diversi stili, ti proponiamo di “fronteggiare” e gestire alcune situazioni critiche adottando la modalità che spontaneamente ti viene. Questo esercizio rifatto al termine del modulo ti permetterà di cogliere i progressi effettuati oltre che acquisire una consapevolezza sulle modalità che spontaneamente attivi nel gestire situazioni ad “alta tensione”. Vai alla esercitazione n. 1 “Situazioni difficili ”.

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ALLA SCOPERTA DELLE SPECIFICITA’

Nella parte seguente troverai una descrizione dettagliata di ciascun stile relazionale: aggressivo, passivo, manipolativo e assertivo.Allo scopo di aumentare la consapevolezza circa lo stile tuo e del tuo interlocutore è fatta una descrizione articolata di ciascun stile per quanto concerne:

•le origini•i comportamenti

•i segnali verbali e non verbali•le emozioni e i pensieri

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L’AGGRESSIVITA’

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L’AGGRESSIVITA’: definizioneLa modalità aggressiva si basa sulla combinazione di:

– capacità di dire ciò che si pensa, si sente e si vuole (TRASPARENZA)

– estrema focalizzazione su di sé che comporta una ridotta o nulla capacità di ascolto dell’altro (AUTOCENTRATURA)

In altre parole la persona aggressiva è una persona che dice ciò che pensa - sente - vuole senza preoccuparsi che l’altro possa pensare- sentire e volere cose diverse dalle sue, anzi parte dal presupposto che la sua posizione è giusta e dunque si afferma a spese dei diritti e dei sentimenti altrui.

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L’AGGRESSIVITA’: definizione

Lo stile aggressivo è proprio delle persone che assumono una posizione di superiorità, si impongono in modo diretto senza preoccuparsi di come gli altri potranno reagire e senza preoccuparsi della “tenuta” e delle conseguenze per la relazione

Essere aggressivi non vuol dire necessariamente esercitare violenza fisica sugli altri: fanno parte dell’aggressività tutta una serie di atteggiamenti e modi di pensare che hanno in comune la violazione dei diritti altrui e la noncuranza per i loro stati d’animo:

“E’ assurdo e ridicolo quello che pensi!”

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L’AGGRESSIVITA’: origini

Spesso all’origine di una modalità aggressiva vi è una forte insicurezza di sé che induce un timore di sentirsi debole e privo di valore. Per superare tale timore la persona aggressiva recita “il ruolo del forte”.L’infanzia della persona che agisce aggressivamente è caratterizzata da un’educazione fortemente normativa, punitiva volta a negare ogni forma di debolezza e fragilità “Non si piange mai solo le femminucce lo fanno!”

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L’AGGRESSIVITA’: segnali !!Abbiamo già sottolineato come Il comportamento della persona aggressiva è rivolto esclusivamente verso la propria persona e verso la soddisfazione senza limiti dei propri bisogni: con qualsiasi mezzo, anche distruttivo, e con qualsiasi azione, anche violenta.

COME RICONOSCERE, IN NOI STESSI E NEGLI ALTRI, LA PRESENZA DI UNO STILE AGGRESSIVO?

Se ritieni di dover incrementare la tua abilità a riconoscere l’aggressività scorri le specificità presenti, a diversi livelli, nella persona che si pone aggressivamente : •comportamentale•verbale •non verbale•emozionale•cognitivo (pensieri che passano per la testa)

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SEGNALI COMPORTAMENTALI della persona che agisce aggressivamente

•Prevarica, domina •Prende decisioni al posto di altri•Interrompe l’eloquio dell’interlocutore•Non tiene in considerazione il parere altrui•Risponde con modalità assolutizzanti o si trincera dietro a un silenzio rancoroso e rabbioso divenendo impenetrabile•Monopolizza la discussione•Utilizza moltissime generalizzazioni “Sei SEMPRE…”, “non ti ho visto MAI..”•Vuole sempre avere ragione in modo arrogante•Cerca di conseguire subito e con ogni mezzo i propri obiettivi•Tende a umiliare, svalutare •Fa riferimenti alla persona •Tende a mantenersi al centro dell’attenzione•Respinge in modo preventivo qualsiasi posizione che sia diversa da quella da lui sostenuta•E’ emotivamente enfatico•Non modifica mai la propria opinione anche quando sarebbe necessario …e in fondo giustificato

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SEGNALI VERBALI della persona che agisce aggressivamente

•Io voglio ..•Lei non deve......•Stia attento.......•Lei non ha capito•E' meglio che stia zitto•Forza, sveglia, si sbrighi!•Non mi faccia perdere tempo.•Non sei mai…•Sei inaffidabile..., egoista…,stupido…•Non vali nulla…•Non chiedermi spiegazioni…•Fai … •Te l’avevo detto…adesso ti arrangi•Non mi dici la verità…•No! Decisamente no!•Hai torto•Non può funzionare•Ci risiamo.•Hai finito?•Ma tu lo pensi veramente?•Non mi rompere!

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SEGNALI NON VERBALI della persona che agisce aggressivamente

•Sguardo fisso, accigliato e minaccioso•Mimica facciale accigliata e critica, il mento è proteso in avanti e in alto•Postura supponente, di attacco / intimidazione•Il volume della voce è alto in modo spropositato rispetto al contesto•Il tono è aspro •La gestualità è rigida, punta l’indice oppure tiene le mani sui fianchi le mani si muovono a scatti, batte il pugno sul tavolo•Invade lo spazio degli altri •Interrompe gli altri con bruschi aumenti di volume•fa cenni di diniego del capo quando l’altro parla

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SEGNALI EMOZIONALI della persona che agisce aggressivamente

•RABBIA•IMPAZIENZA•IRA•INTOLLERANZA•FASTIDIO•RISENTIMENTO•RANCORE•OSTILITA’ •ASTIO•IRRITAZIONE•NOIA•VENDETTA

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SEGNALI COGNITIVI (PENSIERI) della persona che agisce aggressivamente

•“Io non devo avere bisogno di nessuno”•“Se una persona sbaglia è una persona sbagliata”•“Gli altri non mi possono criticare”•“Chi sono gli altri per dirmi qualcosa?”•“Devo sempre vincere se non vinco non valgo nulla”•“Lo voglio adesso e subito”•“Meglio attaccare che trovarsi impreparati all’attacco”•“C’è un solo modo giusto di vedere…fare… le cose”•“O io o lui/lei…”•“Tanti nemici tanto onore”•“Dividi et impera”

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AGGRESSIVITA’: vantaggi e svantaggi

SVANTAGGI• limitazione di strategie (l’aggressivo si basa esclusivamente sulla sua visione di mondo e questo limita le strategie)

•nel lungo periodo stress•nel lungo periodo isolamento: i rapporti si logorano

•nel lungo periodo bassa fiducia da parte degli altri

•perdita di fiducia in sé (generata dalla scarsa capacità di controllo delle reazioni)

VANTAGGI•possibilità di raggiungere obiettivo (dicendo ciò che voglio ho la possibilità di raggiungere l’obiettivo)

•possibilità di operare con efficienza (risparmio di tempi)

•basso consumo di energia e di risorse cognitive

•nel breve periodo forte immagine sociale

•nel breve periodo sensazione di “liberazione e sfogo”

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L’AGGRESSIVITA’ IN SINTESI

La posizione di dominio e svalutazione dell’altro può innescare due circoli viziosi nella relazione:

– se l’altro è passivo lo diventa ancora di più e la relazione si svuota di ogni potenzialità

– se l’altro è altrettanto aggressivo allora auguri!!! Perché si avvia una spirale di violenza reciproca che non può che condurre alla rottura ...

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L’AGGRESSIVITA’: la mia autovalutazione

Ora che sai cosa è l’aggressività valuta la tua inclinazione a intraprendere questa modalità relazionale: Nel contesto lavorativo sono aggressivo1 2 3 5 6 7 8 9 10 11 12

Nel contesto famigliare-personale sono aggressivo1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12Legenda

1= mai 12= sempre

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LA PASSIVITA’

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LA PASSIVITA’: definizione

La modalità passiva si basa sulla combinazione di:–incapacità di dire ciò che si pensa, si sente e si vuole(DISSIMULAZIONE “NON CI SI ESPONE”)–focalizzazione su di sé che comporta una ridotta capacità di ascolto dell’altro e una chiusura sul proprio punto di vista che comunque non è esplicitato

La persona che agisce passivamente non prende mai una posizione chiara e trasparente non si oppone alle influenze che subisce e si realizza in situazioni che risultano essere positive più per gli altri che per se stesso. Spesso ritiene il proprio punto di vista giusto ma non lo esplicita e conseguentemente subisce, suo malgrado, quello altrui

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LA PASSIVITA’: definizione

La persona passiva tende ad adeguarsi in modo eccessivo alle richieste provenienti dall’ambiente esterno fino ad arrivare alla condizione di essere completamente sfruttato e umiliato.

In sostanza la persona passiva subisce gli altri ad esempio attraverso l’incapacità di negare una richiesta, un prestito… oppure subendo veri e propri soprusi e comportamenti di prevaricazione e aggressività nei contesti di lavoro.

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LA PASSIVITA’: origini

Spesso all’origine di una modalità passiva vi è una bassa autostima e il bisogno di stabilire e mantenere relazioni di tipo simbiotico (simbiosi=associazione e coesistenza, stretto rapporto, compenetrazione di elementi diversi) che lo conduce ad adeguarsi agli altri evitando qualsiasi forma di confronto/scontro

L’infanzia della persona che agisce passivamente è caratterizzata da figure genitoriali che danno un’importanza estrema agli aspetti formali dell’educazione, che inibiscono l’espressione diretta dei desideri e delle emozioni, che colpevolizzano in caso di conflitto o minacciano allontanamenti ingiustificati

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LA PASSIVITA’: segnali !!Abbiamo già sottolineato come Il comportamento della persona passiva è rivolto esclusivamente a compiacere agli altri al fine di non perdere la “protezione” altrui e nella speranza di non intaccare la propria autostima. .

COME RICONOSCERE, IN NOI STESSI E NEGLI ALTRI, LA PRESENZA DI UNO STILE PASSIVO?

Se ritieni di dover incrementare la tua abilità a riconoscere lapassività scorri le specificità presenti, a diversi livelli, nella persona che si pone passivamente : •comportamentale•verbale •non verbale•emozionale•cognitivo (pensieri che passano per la testa)

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SEGNALI COMPORTAMENTALI della persona che agisce passivamente

• Si lamenta, si autocommisera senza adottare strategie risolutive del problema• Non dice quello che pensa• Anche a fronte di aggressioni si mostra conciliante• Si dichiara d’accordo anche se non lo è• Non prende una posizione chiara, se chiamato ad esprimere la propria opinione circa due persone in conflitto dà ragione ad entrambi• Non si assume la responsabilità di ciò che afferma• Si scusa• Evita di parlare in pubblico• Non vuole scegliere e fa decidere gli altri per non essere incolpato di eventuali errori• Evita il confronto, la discussione • Subisce le pressioni altrui• Ritiene gli altri migliori di se stessi • Teme il giudizio altrui • Mostra la necessita' dell'approvazione altrui• E’ spesso incapace di rifiutare richieste • Ha una paura eccessiva di sbagliare • Si trova a disagio di fronte a persone non note • Dopo un atteggiamento aggressivo si sente in colpa

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SEGNALI VERBALI della persona che agisce passivamente

• Mi spiace di essere d’impiccio• Mi spiace disturbarla • Non so se ce la farò…spero di si..• Sono un disastro …non so come fai a sopportarmi…• Mi dispiace doverti dire questo…se fosse per me…• Scusa se te lo dico…• Odio doverti dire questo…ma• Posso forse......• Mi spiace, mi scusi, non volevo disturbare....…• Va bene non dubiti, sarà fatto come vuole lei• Ha ragione lei mi sono confuso• Sono spiacente• Sono il solito incapace

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SEGNALI NON VERBALI della persona che agisce passivamente

• Sguardo sfuggente, non è ricercato e mantenuto il contatto visivo con l’interlocutore

• La mimica facciale non è coerente al contenuto della discussione (ad esempio la persona sorride anche quando è aggredita) oppure è assente, annoiata o contrariata

• Postura è chiusa, rigida, di sottomissione e autosvalutante

• Il volume della voce è basso, nel complesso la voce è lamentosa, sussurrata e timida

• La gestualità è incerta, bloccata e minima

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SEGNALI EMOZIONALI della persona che agisce passivamente

•DEPRESSIONE•TRISTEZZA•VERGOGNA•ANSIA•TERRORE•ANGOSCIA•FOBIA•SENSO DI COLPA•RABBIA VERSO DI SE’ E VERSO GLI ALTRI•INVIDIA

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SEGNALI COGNITIVI (PENSIERI) della persona che agisce passivamente

• “Non sono mai all’altezza della situazione”• “Se sbaglio non valgo nulla”• “Se faccio un errore sarà un fallimento irreparabile”• “Se prendo un’iniziativa, se faccio una scelta rischio di

sbagliare”• “Se mi mostro in accordo gli altri mi vorranno bene”• “Se dico ciò che penso faccio soffrire gli altri”• “Se dico ciò che penso posso essere frainteso”• “Non voglio ferire gli altri”• “Se gli dico di no allora perdo la stima e la relazione

con l’altro…”• Senza la protezione/stima degli altri non posso vivere

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PASSIVITA’: vantaggi e svantaggi

SVANTAGGI•non esprimendo ciò che voglio ho la certezza di non ottenere ciò che voglio

•stress elevatissimo•possibilità di sfogo su persone che non c’entrano nulla

•possibilità di disturbi psicosomatici, cefalea, insonnia, ipertensione, ecc...

•scarsa autostima•scarsa immagine sociale• le relazioni si atrofizzano•limitazione di strategie

VANTAGGI•possibilità di operare con efficienza (risparmio di tempi)

•basso consumo di energia e di risorse cognitive

•utile in condizione in cui la forbice di potere tra voi e l’altro è eccessiva

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LA PASSIVITA’ IN SINTESI

Subire gli altri sacrificare i propri obiettivi per non incorrere nel contrasto e nel conflitto comporta:

•un profondo senso di frustrazione

•un senso di impotenza

•un’immagine negativa di sé.

Come risultato la persona tenderà ad isolarsi sempre di più. L’incapacità a prendere da soli le proprie decisioni e la dipendenza dal giudizio altrui fanno sì che i passivi tenderanno a individuare come “compagni” persone aggressive sulle quali contare.

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LA PASSIVITA’: la mia autovalutazione

Ora che sai cosa è la passività valuta la tua inclinazione a intraprendere questa modalità relazionale: Nel contesto lavorativo sono passivo1 2 3 5 6 7 8 9 10 11 12

Nel contesto famigliare-personale sono passivo1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12Legenda

1= mai 12= sempre

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LA MANIPOLAZIONE : TRA DIPLOMAZIA E OPPORTUNISMO

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LA MANIPOLAZIONE: definizione

La modalità manipolativa si basa sulla combinazione di:– scelta deliberata di non dire ciò che si pensa, si sente e si vuole (OMISSIONE “NON CI SI ESPONE”)–focalizzazione su di sé e sull’altro al fine di trovare una soluzione soddisfacente per entrambi (diplomazia) o vantaggiosa per sé (opportunismo)

La persona che utilizza la manipolazione a differenza del passivo che non esprime ciò che pensa per paura o per incapacità, non si espone per scelta in quanto esprimere la propria posizione potrebbe rendere vulnerabile la relazione, ferire l’altro o compromettere il conseguimento degli obiettivi.

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LA MANIPOLAZIONE: qualche esempio di chiarificazione

Situazione:Claudia è una formatrice sta lavorando con un gruppo di impiegati amministrativi di un’azienda i quali, da circa mezz’ora mentre lei sta parlando, manifestano evidenti segnali di non ascolto: qualcuno legge documenti di lavoro, altri chiacchierano o scrutano l’agenda degli impegni professionali, qualcun altro manda sms e inserisce nella rubrica telefonica numeri di telefono. Claudia ha deciso di gestire la situazione:DIPLOMATICAMENTE: “che cosa ne dite se ci prendiamo un bel caffè e dopo la pausa ci confrontiamo sui dubbie magari facciamo una esercitazione di sintesi?” (non ti dico ciò che penso- sento e voglio ma ascoltando la tua stanchezza/distrazione/disinteresse provo a risolvere il problema salvaguardando me e l’altro)OPPORTUNISTICAMENTE: “va bene credo che sia giunto il momento difarvi approfondire il concetto di controllo di gestione attraverso la lettura di una dispensa di 30 pag. al termine della quale potremo discutere insieme. Avete tempo 1 ora.” (non ti dico ciò che penso- sento e voglio ma ascoltando la tua stanchezza/distrazione/disinteresse risolvo il problema per me)

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LA MANIPOLAZIONE: segnali!!Alcuni autori tendono ad accorpare passività e manipolazione all’interno di un unico concetto che è quello di ANASSERTIVITA’. In effetti, in alcune circostanze è difficile distinguere questedue modalità che sono accomunate dal non esprimere apertamente la propria posizione.

Per questo motivo anche i segnali di differenziazione a livello di comportamento, di emozioni, pensieri,linguaggio verbale e non verbale sono sottili e talvolta difficilmente rintracciabili.

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LA MANIPOLAZIONE: segnali !!

SEGNALI COMPORTAMENTALIE’ un ottimo osservatore e ascoltatoreSollecita le opinioni altrui Cambia discorso o risponde con ambiguità quando interpellato direttamenteE’ attento all’altro a volte in modo finalizzato Va d’accordo con tante persone Difficilmente entra in contrasto ed evita apertamente il conflitto

SEGNALI VERBALITu cosa ne pensi?Come vuoi tu per me non è un problemaDimmi tu...Non ho nulla da aggiungere….Sei tu il maestro io sono un disastro...

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LA MANIPOLAZIONE: segnali !!SEGNALI NON VERBALIRicerca il contatto visivoSorride Ha una postura e un atteggiamento non verbale aperto e accogliente

SEGNALI EMOZIONALISerenitàFastidioSenso di colpaBenessere

SEGNALI COGNITIVI (PENSIERI)Non si può sempre dire tutto quello che si pensaE’ meglio non inimicarsi nessunoDa un conflitto bisogna che entrambi le parti escano soddisfatteNon si può avere tutto quello che si vuole (diplomazia)Si può avere tutto quello che si vuole a spese dell’altro facendo credere all’altro che anche lui lo ha (opportunismo)

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DIPLOMAZIA: vantaggi e svantaggi

SVANTAGGI•sforzo di autocontrollo•nel lungo periodo può generare una sensazione di ambiguità

•richiede energie e risorse cognitive

•richiede tempo (inefficiente)

VANTAGGI•buona immagine sociale•raggiungimento dell’obiettivo con la salvaguardia della relazione

•ampliamento delle strategie•fiducia in sé •possibilità di ricevere fiducia da parte degli altri

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OPPORTUNISMO: vantaggi e svantaggi

SVANTAGGI•perdita completa della fiducia da parte degli altri

• interruzione delle relazioni•bassa immagine sociale

VANTAGGIpossibilità di ottenere ciò che voglio (limitata nel tempo in quanto a discapito dell’altro)

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LA MANIPOLAZIONE: la mia autovalutazione

Ora che sai cosa è la manipolazione valuta la tua inclinazione a intraprendere questa modalità relazionale (per semplificare consideriamo la diplomazia): Nel contesto lavorativo sono diplomatico1 2 3 5 6 7 8 9 10 11 12Nel contesto famigliare-personale sono diplomatico1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12Legenda

1= mai 12= sempre

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L’ASSERTIVITA’

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L’ASSERTIVITA’: definizione

La modalità assertiva si basa sulla combinazione di:– capacità di dire ciò che si pensa, si sente e si vuole(TRASPARENZA)– focalizzazione su di sé e sull’altro + sospensione del giudizio di valore (se l’altro non pensa, non sente e non vuole ciò che io penso sento e voglio non è “sbagliato/irragionevole/ stupido…”) + ricerca costruttiva di una soluzione che sia massimamente soddisfacente per entrambi (nel caso non sia possibile una soluzione congiunta si persegue la propria soluzione senza violare i diritti e la dignità dell’altro).

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L’ASSERTIVITA’: definizioneL'assertività può essere definita come lo stile comunicativo che caratterizza un individuo socievole, sicuro di sé e aperto al confronto.

La condotta assertiva si basa da un lato su un ascolto aperto, caratterizzato dalla sospensione del pregiudizio e fondato sul rispetto della diversità e dall’altro sul rispetto di sé e sul mantenimento della coerenza ai propri valori.

La persona assertiva è in grado di comprendere gli altri e rispettarli, allo stesso modo, però, è capace di salvaguardare i propri diritti, difendere la propria indipendenza di giudizio e la propria dignità.

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L’ASSERTIVITA’: originiAlla base dell’assertività vi è:buona stima di sé nel senso di una buona considerazione e di una buona accettazione di sé che significa consapevolezza e accoglimento delle proprie debolezze e dei vincoli. La persona con una buona stima di sé mantiene in contatto il sé percepito (come mi vedo) e il sé idealizzato (come vorrei essere)

autonomia emotiva nel senso che i vissuti emotivi non dipendono in linea di massima dalla volontà altrui

libertà espressiva intesa come capacità di comunicare emozioni e affetti

consapevolezza dei diritti della persona intesa come rispetto di sé e rispetto del diverso da sé

L’infanzia della persona che agisce assertivamente è caratterizzata da figure genitoriali che hanno valorizzato la dimensione del dialogo e del rispetto reciproco a partire dal rispetto di sé. L’ambiente educativo è basato sul rispetto della persona sia da un punto di vista fisico che psicologico e dalla sospensione di qualsiasi forma di minaccia, svalutazione e umiliazione pur nella ricerca della condivisione di norme e regole.

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SEGNALI COMPORTAMENTALI della persona che agisce assertivamente

• Non esige che gli altri si comportino come lui vorrebbe • Non è possessivo verso le persone che lo circondano• Non si lascia manipolare • Sa comprendere e comunicare sentimenti ed emozioni• Si auto-osserva e si auto-valuta con modalità corrette•Esprime la propria opinione, comunica in modo diretto e autentico consentendo all’altro la medesima possibilità• Ascolta • Negozia, è cooperativo nella comunicazione• Non esprime giudizi di valore sull’interlocutore, non sentenzia, non svaluta non umilia• Accetta e fa critiche costruttive• Ascolta gli altri ma sa decidere autonomamente• E’ consapevole dei propri obiettivi e li persegue seza calpestare gli altri• E’ riflessivo • E’ leale• Sa mettersi in contatto e gestire le proprie emozioni• Sa chiedere aiuto• Si assume la responsabilità di ciò che dice e fa:• E’ orientato al problem solving • Accetta e fornisce suggerimenti•E’ in grado di parlare delle proprie emozioni e dei propri sentimenti

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SEGNALI VERBALI della persona che agisce assertivamente

• Io penso…. Sento… voglio….• Tu cosa ne pensi?• Io ritengo che …• Come possiamo risolvere insieme il problema?• Quali alternative ci sono oltre la mia e la tua soluzione?• Spiegami meglio il problema…Con chi?., dove?…• Non trovo adeguato che..• Tu che cosa mi consigli?• Riconosco che mi sono comportato in modo inadeguato…• Qual è la tua proposta?• In che senso ritieni che …• Che cosa pensi di fare• Per me è importante...• Non non posso fare …..in quanto…• Sono a disagio quando ti rivolgi a me urlando…• Mi piacerebbe molto lavorare con te• Che cosa ti impedisce di collaborare?

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SEGNALI NON VERBALI della persona che agisce assertivamente

• Mantiene il contatto visivo, lo sguardo è caldo, diretto e costante senza essere invasivo e penetrante

• La mimica facciale è congruente al contenuto della discussione, in ogni caso è vivace attiva e interessata

• Postura è aperta flessibile e spontanea• Il volume della voce è adeguato al contesto udibile,

senza essere invasivo• La gestualità è è aperta, spontanea, cordiale e non

bloccata• Utilizza le pause sia per dare enfasi al contenuto del

discorso sia per consentire all’altro di inserirsi nella comunicazione

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SEGNALI EMOZIONALI della persona che agisce assertivamente

• GIOIA• FELICITA’• ENTUSIASMO• TRISTEZZA• DISPIACERE• INTERESSE• CURIOSITA’• PAURA• DOLORE

In ogni caso i vissuti emotivi sono fortemente correlati alle circostanze e congruenti al conseguimento dell’obiettivo

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SEGNALI COGNITIVI (PENSIERI) della persona che agisce assertivamente

• “Io ho il diritto di dire ciò che penso, sento e voglio così come ce l’ha il mio interlocutore”

• “L’errore è possibile. Dall’errore si può apprendere e in molti casi è possibile rimediare”

• “Se faccio un errore non necessariamente sono una persona sbagliata”

• “se dico di no non per questo rifiuto la relazione con l’altro”• “Se qualcuno mi chiede un piacere, un prestito,… devo

avere la possibilità di rispondere si/no/non so”• “Si può vincere insieme”• “Se l’altro non pensa, non sente e non vuole ciò che penso,

sento e voglio non per questo è sbagliato”• “ di fronte allo stesso problema, evento, situazione persone

diverse possono ragionevolmente pensare e sentire e volere cose diverse”

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ASSERTIVITA’: vantaggi e svantaggi

SVANTAGGI•faticosa da imparare•dispendio notevole di energie•richiede tempo (inefficiente)

VANTAGGI•raggiungimento dell’obiettivo con la salvaguardia della relazione

•immagine sociale forte•stima di sé e sicurezza•possibilità di ricevere fiducia da parte degli altri

•ampliamento di strategie•gestione dello stress

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L’ASSERTIVITA’: tecnicaLE TRE FASI DELL’ASSERTIVITA’

Non c’è un ordine cronologico delle tre fasi. Si può iniziare da dove si vuole l’importante è farle tutte e treAscolto fiducioso: dimmi cosa pensi senti e vuoi oppure implicito rispetto per la posizione dell’altro (sospensione di qualsiasi forma di pregiudizio: non giudico, non svaluto non umilio)• Esposizione: ti dico ciò che penso, sento e voglio (rispetto di sé)•Costruzione: ti dico ciò che voglio che accada. Ciò che voglio che accada può essere:

• mia soluzione • tua soluzione• nostra soluzione/un valido compromesso tra le due

soluzioni

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APPLICARE LA TECNICA DELL’ASSERTIVITA’

Una volta conosciuta la tecnica non resta che applicarla e allenarsi. Ti ricordi l’esercitazione n. 1 “Situazioni difficili ”? In quell’occasione avevi gestito alcune situazioni critiche adottando la modalità più spontanea per te. Riprendi il tuo elaborato e prova a verificare che tipo di risposte hai dato (assertive, passive, aggressive, manipolative ?) se le tue risposte non sono assertive prova alla luce della tecnica appena esaminata a rispondere assertivamente.

Puoi confrontare questo ulteriore tentativo con le risposte assertive che sono riportate nella “Soluzione assertiva alle situazioni difficili ”.

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L’ASSERTIVITA’ IN SINTESI

E’ un metodo di interazione che si basa:1. su un comportamento partecipe e proattivo e non passivo (dove la proattività indica una modalità caratterizzata dall'andare incontro agli eventi, dall'anticipare per quanto possibile l'azione)2. su un atteggiamento responsabile caratterizzato piena fiducia verso sé stessi e gli altri 3. sulla piena manifestazione di sé e sulla capacità di affermare i propri diritti, senza negare quelli degli altri e senza avere sensi di colpa o ansie4. su un atteggiamento non censorio che ripudia l'uso di etichette, stereotipi o pregiudizi5. sulla capacità di comunicare ciò che si pensa: desideri, disapprovazione, giudizi in maniera chiara e diretta ma non con in maniera minacciosa o aggressiva.

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L’ASSERTIVITA’: la mia autovalutazione

Ora che sai cosa è la assertività valuta la tua inclinazione a intraprendere questa modalità relazionale: Nel contesto lavorativo sono assertivo1 2 3 5 6 7 8 9 10 11 12

Nel contesto famigliare-personale sono assertivo1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12Legenda

1= mai 12= sempre

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DISCRIMINARE GLI STILI RELAZIONALI

Ora che hai compreso le specificità di ciascun stile ti consigliamo di effettuare il questionario n. 2 “Questionario per la discriminazione del comportamento assertivo ”. 5 o 6 errori sono fisiologici, dai 6 ai 10 è necessario un ripasso, se hai superato i 10 errori occorre ripartire da capo…..

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MECCANISMI DIFENSIVITalvolta pur mettendo in atto un atteggiamento relazionale assertivo riceviamo da parte dell’interlocutore una risposta aggressiva o comunque irragionevole, densa di emotività e in ultima istanza priva di una dimensione di ascolto.

In tal caso sono molto utili le modalità difensive che non sono l’ideale perché spesso non comportano a una piena soluzione del problema ma tuttavia aiutano a superare le situazioni difficili

QUALI SONO I MECCANISMI DIFENSIVI?• DISCO ROTTO O DISCO INCANTATO• L’IGNORARE SELETTIVO• FAR SMONTARE LA RABBIA• DISTINGUERE I PROBLEMI• RIFIUTARSI DI SENTIRSI COLPEVOLI SENZA RAGIONE • SCUSARSI• PROCRASTINARE: TI FARO’ SAPERE

Andiamo a verificare in che cosa consistono

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IL DISCO ROTTO O DISCO INCANTATO

Se l’altro non è disposto ad accettare la risposta assertiva o a considerare il tuo punto di vista, allora può essere utile smettere di dare spiegazioni e di rispondere alle domande e può essere più funzionale ripetere fermamente la risposta senza dare motivi e spiegazioni.

Es. dire “no” più volte a un venditore aggressivo.L’importante è rimanere calmi e non diventare aggressivi a propria volta.

L’importante è perseverare nel dare solo la risposta evitando qualsiasi tipo di spiegazione o di rispondere ad altre domande.

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L’IGNORARE SELETTIVOE’ una tecnica con la quale scegliamo di non reagire alle parti inappropriate della comunicazione dell’altro.Es. qualcuno che continua a rinvangare e a lamentarsi di un evento passato nonostante se ne sia parlato più volte senza esito. Posso ignorare le critiche sul passato e i commenti dimostrandomi disponibile a discutere gli altri argomenti oppure posso assumere una posizione più diretta:

-“so che sei ancora dispiaciuto / a disagio per quell’episodio ma credo sia inutile rinvangarlo e continuare a discuterne . Se continuerai a parlarne lo ignorerò mentre sono disponibile a parlare di…”

Ci sono cose sulle quali comunque gli altri non sono disposti a cambiare idea così come noi non la cambiamo.

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FAR SMONTARE LA RABBIA

Interrompere la comunicazione fin quando all’interlocutore non è smontata la rabbia:

-“Vedo che sei irritato. Vorrei continuare a parlare con te ma non credo che serva finché sei così avvolto dalla rabbia. Parliamone più tardi quando maggiore sarà la disponibilità a discuterne”-“credo che entrambi siamo nervosi. Perché non ci fermiamo un attimo e ne riparliamo quando siamo più calmi?”

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DISTINGUERE I PROBLEMI

Spesso le persone confondono o non distinguono problemi diversi. Ad es. una persona ci potrebbe dire “se ti importasse di me mi presteresti i soldi..”. Bisogna separare il problema

-“Non è vero che non mi importa di te semplicemente non ho la possibilità/ non sono disposto a prestarti i soldi perché…”

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RIFIUTARSI DI SENTIRSI COLPEVOLI SENZA RAGIONE

Quando ci si sente in colpa è bene chiedersi per prima cosa come mai? Che cosa non hai fatto che avresti dovuto fare. Spesso abbiamo aspettative irrealistiche circa il nostro comportamento o gli altri hanno imparato a ottenere da noi tutto facendoci sentire in colpa.

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SCUSARSI

In alcune circostanze è appropriato chiedere scusa. Tutti possiamo sbagliare dimenticando di fare una cosa che abbiamo promesso di fare. Attenzione perché gli altri dal disappunto per l’errore da voi commesso possono passare a criticare la vostra persona e in questo caso è fondamentale distinguere i problemi

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PROCRASTINARE:TI FARO’ SAPERE

Imparare a prendere tempo per pensarci, per riflettere sui propri diritti e desideri per fare una scelta mediata su come rispondere

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IL TEST DI AUTOVALUTAZIONE: MA QUANTO SONO ASSERTIVO?

Al termine di tutto il percorso ti proponiamo il “Test n.3 di autovalutazione degli stili relazionali”.Si tratta di un test che può aiutare ad incrementare la tua consapevolezza.Non è un oracolo della verità ma è uno strumento con il quale riflettere su di sé ad esempio confrontando i punteggi ottenuti con i punteggi che ti sei precedentemente attribuitoTroverai la legenda del MIX ideale dei punteggi relativi ai diversi stiliBuon lavoro