Lo studio legale 2.0 tra rìschi e opportunità · Giustizia ha introdotto il Processo civile...

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IMPRESA ELAVORO NUOVE TECNOLOGIE Lo studio legale 2.0 tra rìschi e opportunità La gestione elettronica dei documenti e la condivisione delle informazioni hanno migliorato il lavoro e ottimizzato i tempi, ma accanto ai vantaggi della digitalizzazione si aprono nuovi scenari DIFEDERICACHIEZZI I 11 30 giugno 2014 il ministero della Giustizia ha introdotto il Processo civile telematico (Pct) nell'ordinamento giuridico italiano. Un passo avanti per la professione forense che fino a pochi anni prima deno- tava una totale arretratezza tecnologica, causa, fra le tante, di un rallentamento della giustizia italiana. Ma per lo studio legale tradizionalmente concepito, legato ai vecchi sistemi di comu- nicazione e agli obsoleti strumenti di raccolta dei dati, la necessità di adeguarsi a un mondo sempre più digitalizzato è emersa ben prima LEGAL 48

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IMPRESA E LAVORO

NUOVE TECNOLOGIE

Lo studio legale 2.0tra rìschie opportunità

La gestione elettronicadei documentie la condivisionedelle informazioni hannomigliorato il lavoroe ottimizzato i tempi,ma accanto ai vantaggidella digitalizzazionesi aprono nuovi scenari

DIFEDERICACHIEZZI

I11 30 giugno 2014 il ministero dellaGiustizia ha introdotto il Processo civiletelematico (Pct) nell'ordinamento giuridicoitaliano. Un passo avanti per la professioneforense che fino a pochi anni prima deno-tava una totale arretratezza tecnologica,causa, fra le tante, di un rallentamento dellagiustizia italiana.Ma per lo studio legale tradizionalmenteconcepito, legato ai vecchi sistemi di comu-nicazione e agli obsoleti strumenti di raccoltadei dati, la necessità di adeguarsi a un mondosempre più digitalizzato è emersa ben prima

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dell'arrivo del Pct. Negli ultimi died anni, siaper il volume crescente di dati e informazionisia per una stringente esigenza di abbreviarei tempi, gli studi legali, chi prima chi dopo econ un po' di reticenza, si sono sempre piùavvicinati alle nuove tecnologie. Propriocome una struttura aziendale, hanno investi-to in progetti, strategie e servizi che hannoconsentito di semplificare, razionalizzare evelocizzare il lavoro attraverso la gestione e laconservazione elettronica dei documenti, l'u-so della firma digitale e la condivisione delleinformazioni in apposite banche dati.

INVESTIMENTINegli ultimi 10 anni

gli studi legali si sonosempre più avvicinatialle nuove tecnologie

e hanno investitoin progetti, strategie

e servizi digitali. Ai latouna fase della tavolarotonda organizzata

da Legai

Ma accanto ai numerosi vantaggi che la digi-talizzazione ha portato, c'è l'altea faccia del-la medaglia, quella dei rischi e dei limiti checomporta. Rischi associati prevalentementealla sicurezza delle informazioni, al rispettodella privacy, all'aggiornamento continuo distrumenti e software e a ingenti investimentieconomici legati a quest'ultimi, che non tuttipossono permettersi.La tavola rotonda organizzata da Lega/ daltitolo «Tecnologie, strategie digitali e privacy.Lo studio legale 2.0», moderata da AngelaMaria Scullica, direttore responsabile delletestate economiche di Le Fonti, ha sviscera-to opportunità e criticità dell'evoluzione tec-nologica nello studio legale, con un occhioal confronto tea Italia e Europa. Alla tavolahanno partecipato Gianluca Campus diFranzosi Dal Negro Setti, Luca Egitto diR&P Legai, Luca Failla di LabLaw, Cate-rina Flick di Nunziante Magrone, DenisFosselard di Ashurst, Marco La Mattinadi SLS Avvocati e Aldo Palumbo di Toffo-letto De Luca Tamajo e Soci.

A che punto siamo in Italia conil processo di digitalizzazione?Quali novità e quali cambia-menti apporterà l'introduzionedell'ordinamento europeo?CAMPUS Si dice spesso che l'Italia sul di-gitale non sia all'avanguardia, ma almenoda un punto di vista normativo, per quantomi risulta, l'Italia è sempre stata attenta alleinnovazioni: la prima normativa sulla firmadigitale è arrivata in Italia alla fine degli anni'90 (col Dpr 513/1997). Le prime sentenzedi omologa da parte di tribunali degli statutisocietari che inttoducevano l'utilizzo deglistrumenti di telecomunicazione per le ri-unioni assembleati e di cda delle società dicapitali risalgono anche a prima del 2000,prima ancora, quindi, che ci fossero normead hoc nel nostro ordinamento. Siamo statiprecoci, ma la digitalizzazione non sempreè stata un percorso attento ai trend tecno-logici e normativi e a quanto stesse succe-dendo all'estero. Così nel giro di pochi anniabbiamo dovuto rivedere le norme naziona-li in base alle direttive europee sulle firme

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elettroniche o alla direttiva sui diritti degliazionisti, che avevano una prospettiva tec-nologica e normativa diversa dalle normenazionali.FOSSELARD Riguardo al processo co-munitario, la Corte di giustizia dell'Ue con-sente da tempo (pur non essendo obbli-gatorio) il deposito telematico dell'insiemedegli atti della procedura. È tuttavia chiaroche la Corte di giustizia dispone di risorse fi-nanziarie molto importanti che le permetto-no di effettuare gli investimenti necessari afar funzionare un tale sistema. Al contrario,le poche volte che mi sono interfacciato conla giustizia civile italiana mi sono imbattutoin alcuni ostacoli, in quanto la procedura èal contempo sia telematica sia cartacea, dalmomento che il giudice chiede spesso alleparti di depositare comunque atti e/o do-cumenti in forma cartacea. Ciononostante,non mi risulta che sotto il profilo normati-vo l'Italia sia in ritardo rispetto ad altri Paesieuropei come il Belgio. Gli investimenti daparte degli studi legali in soluzioni It sonoormai strettamente necessari. Tuttavia, lostudio legale di domani non potrà che offri-re, come già oggi avviene, un servizio foca-lizzato sul lavoro del singolo professionistae un valore aggiunto rispetto a soluzioni inhouse e/o prodotti informatici, banche datiecc.

LA MATTINA Lo sforzo del legislatoreindirizzato verso una gestione interamentetelematica del processo civile è certamenteapprezzabile. Purtroppo però le intenzionidevono scontrarsi con realtà giudiziali chenon sembrano essere favorevoli: mi è capi-tato di leggere ordinanze con cui i giudiciinvitavano le parti a depositare la documen-tazione e gli atti, oltre che in formato digita-le anche in formato cartaceo; addirittura inuna sentenza dell'anno scorso del tribunaledi Milano una società è stata condannata alpagamento di 5.mila euro per non aver de-positato la copia cartacea di cortesia degliatti. Al di la di ciò ritengo che si debba per-severare verso la completa digitalizzazionedel processo civile. L'esperienza del nostrostudio legale è un po' sui generis: prestandoassistenza a realtà italiane e multinazionalicon una notevole mole di pratiche, è stato

I DUBBILa digitalizzazionecomporta anche

rischi associati aliasicurezza delleinformazioni eal rispetto della

privacy. Sotto unafase del dibattito

creato direttamente dalla società cliente unsoftware gestionale proprietario. Il singoloavvocato quindi accede direttamente al por-tale e gestisce la posizione senza alcun sup-porto cartaceo: tutto viene caricato diretta-mente da remoto, direttamente dalla societàcliente. Al conferimento di un nuovo inca-rico, di sua modifica o variazione, il siste-ma automatizzato invia una notifica pushe il singolo avvocato che ha in gestione laposizione viene informato della variazione.Il sistema quindi "dialoga" con lo studiolegale, o meglio la società cliente comuni-ca con lo studio attraverso sistemi automa-tizzati. Diciamo che in realtà multinazionalidi ingenti dimensioni il contatto telefonicocon il cliente è ridotto ai minimi termini,diversamente da come avveniva in passatoquando nucleo dell'attività legale era il rap-porto personale cliente-avvocato. Questemodalità operative assicurano una gestioneparticolarmente semplificata e annullano difatto ogni possibile errore.EGITTO Con il processo telematico lostudio legale non vede mutare radicalmentela propria posizione dal punto di vista deltrattamento del dato personale né la tipo-logia del dato né la fisionomia dello studiostesso. E però vero che la digitalizzazionedel processo civile comporta un incrementodel volume generale di traffico e della moledi dati trattati, fenomeno che determina l'in-tensificarsi dei rischi per la sicurezza e im-pone un potenziamento dell'attenzione sultema della sicurezza e delle relative misureche vengono applicate. Inoltre cambiano gli

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strumenti con cui trattiamo i dati, strumentiche hanno delle comodità evidenti ma an-che dei pericoli maggiori rispetto a quandola pratica esisteva esclusivamente in formacartacea. Diviene dunque centrale la capa-cità o meno dell'infrastnittura informaticastatale di ricevere tutta questa mole di dati:sono state introdotte diverse novità di tipotecnologico, è stato digitalizzato il proces-so civile, la tutela doganale, la costituzionedelle start up, tuttavia dal punto di vista me-ramente tecnologico l'infrastruttura messain piedi dallo Stato zoppica o non regge enon pare in grado di sopportare la mole didati generata dagli utenti. Ne deriva dunqueun visibile ed enorme divario tra i sistemidelle istituzioni private, degli studi legali edelle aziende, contraddistinti da un notevo-le avanzamento tecnologico, e i sistemi an-tiquati e spesso inadeguati delle istituzionipubbliche o deEe cancellerie, spesso caratte-rizzati da strumenti tecnici che presentanoserie difficoltà nella comunicazione e nellaricezione di informazioni e nella gestione dielevati volumi di dati.

PALUMBO A mio parere il processo civiletelematico ha portato alcuni vantaggi comela maggior rapidità di accesso ai documentidi causa, il guadagno di tempo nelle costitu-zioni e l'eliminazione, in gran parte, dell'at-tività dei corrispondenti. Tuttavia perman-gono alcune criticità: la complessità dellaprocedura per il caricamento dei documen-ti, la differente efficienza delle cancellerie(per esempio Torino e Brescia sono estre-mamente rapide) nell'aggiornare il fascicolotelematico, le informazioni, ancora incom-plete, cui ha accesso l'utente (una cosa im-portante sarebbe poter sapere se qualcunoha avuto accesso al fascicolo telematicodopo la sua formazione). Molto delicatainfine è la tematica delle notifiche via Pec,soprattutto da un grado di giudizio all'altro,poiché dal momento in cui viene notificatoun atto sulla Pec, che è esclusivamente in-dividuale, decorrono i termini decadenzialiprevisti dal procedimento di cui si parla, e sela notifica venisse effettuata esclusivamenteall'indirizzo di un collega che nel frattempoha lasciato lo studio, potrebbe originarsi ungrosso problema.

VANTAGGI«Maggiore rapidità diaccesso ai documenti,guadagno di tempo,

eliminazionedell'attività dei

corrispondenti sonoalcuni vantaggi del

processo civiletelematico», dice AldoPalumbo di Toffoletto

DeLucaTamajoe Soci

TUTÈLADELLA PRIVACY

«II nostro codiceprivacy dal puntodi vista astratto è

comunqueabbastanza

avanzato», haaffermato CaterinaFlick di Nunziante

Magrone

FLICK Da avvocato penalista, la realtà chefotografo è quella a me più vicina, ovveroquella del processo penale dove la digita-lizzazione, a differenza di quanto avvenutonel processo civile, è ancora molto lontanadall'essere effettivamente attuata. Alcuneprocure hanno effettivamente avviato ilprocesso, ma nella gran parte di casi l'infor-matizzazione degli uffici giudiziali ha por-tato come unico risultato all'invio per postaelettronica della copia dei verbali di udienzae in alcuni casi alla possibilità di effettuareverifiche sul registro degli indagati. Il nostrocodice privacy dal punto di vista astratto ècomunque abbastanza avanzato e pertantoritengo che a partire dal 2018, quando l'or-dinamento europeo entrerà pienamente invigore, diverranno efficaci eventuali ulte-riori obblighi e adempimenti, per esempiola nomina dei privacy officer, ovvero dellepersone addette a monitorare la privacyall'interno delle aziende. Per quello che ri-guarda i principi, invece, non ci saranno so-stanziali novità. Anche le sanzioni in molteoccasioni sono già state largamente appli-cate: in sostanza già esistono tutti i presidinecessari per la tutela della privacy. Anche igrandi studi legali già adesso possono essereconsiderati titolari del trattamento, a parte,per esempio, il caso di membri dello studioche godono di una totale autonomia di ge-stione.

Altra tematica molto attuale èlegata alla protezione dei datisensibili anche a fronte del dila-gante uso dei social network edell'archiviazione digitalizzatasu server o in cloud. Come af-fronta il singolo studio legale laproblematica della privacy?PALUMBO Per gli avvocati lavoristi laprivacy è un elemento che sta conquistan-do spazi sempre più importanti nel nostrosettore. Per esempio, l'articolo 4 dello Sta-tuto dei lavoratori, che è stato recentementemodificato per effetto del Jobs act, ha intro-dotto modalità di controllo sugli strumentiinformatici e limiti alla acquisizione e con-servazione dei dati acquisiti nel rispetto deiparametri stabiliti dal codice privacy. La pri-

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vacy, che in realtà è un tema sempre statopresente, ora viene ad assumere una mag-giore centralità e acquisterà un peso ancoramaggiore in relazione al nuovo strumentocontrattuale rappresentato dallo smart wor-king (o lavoro flessibile) nell'ambito delquale anche il singolo lavoratore, e non piùsolo il datore di lavoro, diventerà diretta-mente responsabile del trattamento e dellaconservazione dei dati, sia nel momentoin cui lavora all'esterno delle mura, dove èpotenzialmente esposto all'attenzione del-le persone attorno a lui, sia quando lavoraa casa allorché, connettendosi da remoto,deve assicurarsi che gli strumenti informa-tici usati garantiscano la massima sicurezzae riservatezza dei dati trasmessi.FAILLA Dato il rischio di sottrazione di filesalvati in cloud, secondo me la cosa fonda-mentale di un fornitore è la "magnitudo",intesa come la sicurezza che è in grado didarmi: al di là delle clausole e dello scaricodi responsabilità, io voglio avere la garanzia,avvalendomi di un provider grosso, di assi-curare ai miei clienti la massima tranquillitàe protezione se salvo i loro dati in cloud.È vero che si può perdere il controllo deigrandi cloud se non si ha un rapporto for-te con il fornitore; tuttavia adesso con unamole di dati sempre più ingente, i serverinterni e locali da soli, oltre a essere moltocostosi, non sono più sufficienti e neces-sitano di un rinnovo periodico. Verrebbeda domandarsi se tutti questi investimentiche stiamo facendo sul sito, sulla tecnologiae sulle app sono apprezzati e richiesti daiclienti e se noi siamo in grado di tramutarliin valore aggiunto. Probabilmente la rispo-sta dipende dal cliente e dal settore.LA MATTINA In merito alle conseguen-ze derivanti da un accesso fraudolento aidati condivisi dalle società clienti, ritengoche il sistema di gestione, per come è im-postato, escluda qualsiasi responsabilità siain capo allo studio legale sia in capo allasocietà cliente, in quanto, eventuali respon-sabilità sorgerebbero in capo al cliente for-nitore del servizio cloud di condivisione.Questa modalità di gestione interamentedigitalizzata è sicuramente una prospettivapositiva per lo studio poiché determina un

RISPARMIO«La modalità di

gestione digitalizzalaè una prospettiva

positiva per lo studio,poiché determina

un notevole calo deicosti», afferma Marco

La Mattina diSLS Avvocati

OSTACOLI«Le poche volte chemi sono interfacciatocon la giustizia civileitaliana ho incontrato

alcuni ostacoli, inquanto la procedura

è al contemposia telematica siacartacea», spiegaDenis Fosselard di

Ashurst

notevole risparmio di costì soprattutto inrelazione all'archiviazione delle posizioni.Ovviamente non si tratta di un processosemplice da realizzare perché necessità,quantomeno nella fase iniziale, di impor-tanti investimenti.FLICK A mio parere il problema vero pernoi è "un problema interno" conseguentealla sempre maggiore digitalizzazione delleattività di avvocati singoli e di studi legali el'utilizzo sempre più imponente dei sistemiin cloud per l'archiviazione dei dati. Il temaè complesso e di attualità, non solo perchéil cloud è caratterizzato da modalità di ge-stione proprie e diverse dagli altri sistemi(spesso è basato negli Usa e pertanto nonconcepito per sistemi europei), ma anche esoprattutto perché, per quanto sia un clouddedicato allo studio legale, c'è sempre unoutsourcer che fornisce il servizio rispettoal quale lo studio si può tutelare cercandodi prevedere i rischi quanto più possibilenelle clausole contrattuali, sempre che siapossibile negoziarle effettivamente data laloro estrema standardizzazione. Non è dasottovalutare nemmeno l'accentramentodella fornitura dei servizi solo in capo adalcuni fornitori, e di conseguenza il rischioelevato di accesso non controllato tra con-correnti. A proposito dell'archiviazione,sostengo che sarà sempre necessaria lamente umana. Tecniche di archiviazionedell'informazione esistono da tempo ein gran quantità, ma è assai arduo lascia-re esclusivamente all'automazione e allamacchina l'intera gestione in quanto unsoftware può partire solo da informazionidi base ed è condizionato da come questesono state inserite in partenza. Concludosfatando anche la falsa credenza che conl'aumento della tecnologia si risparmi;semplicemente è l'allocazione dei costi checambia dato che per ottenere alti livelli disicurezza occorrono grandi investimen-ti. Questo, nella gestione delle attività deinostri studi, si traduce neU'accorpamen-to degli studi o nel loro ingrandimento: igrandi studi internazionali, infatti, possonoinvestire, mentre quelli piccoli e di provin-cia si trovano seriamente in difficoltà. Ilvero problema non è il costo del singolo

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dispositivo e del singolo software, bensì ilmantenimento di un sistema di sicurezzache sia sempre costantemente aggiornato,e il servizio a esso connesso.

All'interno dì questo nuovoscenario che si apre con ladigitalizzazione e le nuovenormative, come si inseriscela figura dell'avvocato e cosapuò fare per non rischiare diessere sostituito dalla mac-china?CAMPUS Quanto all'impatto della tecno-logia sul mercato legale, il fatto di essere de-stinatari di normative che spesso vengonodall'estero forse inciderà sul tipo di merca-to legale che avremo nei prossimi anni. Daun certo punto di vista e per certi livelli dispecializzazione penso che saranno semprepiù richieste figure di respiro europeo. Equesto comunque richiede una prospettivamolto orientata ai servizi rivolti ai clientie una forte attenzione ai temi tecnologici.Penso, per esempio, ad alcuni problemi le-gati alla documentazione elettronica che horiscontrato soprattutto nell'ambito di ope-razioni cross-border, quindi di negoziazioniche coinvolgono partner con base in diversipaesi europei, sebbene in teoria dovrem-mo essere in un settore ormai armonizzatodalle direttive comunitarie da diversi anni epiù di recente dal regolamento comunitario910/2014. In realtà così non è perché i mo-delli di sottoscrizione elettronica più diffusi(in particolare alcuni servizi di firma elet-tronica avanzata di Docusign) vengono dafornitori esteri, spesso sono nati nell'ordina-mento americano, e non sono quindi inqua-drabili tra le sottoscrizioni elettroniche dimaggior sicurezza nel nostro ordinamento,che sono le firme elettroniche qualificate.Le difficoltà sorgono nel momento in cui,trovandoci spesso a lavorare con colleghidi studi esteri, bisogna spiegare loro che nelnostro ordinamento le firme elettronicheavanzate sono valide forme di sottoscrizio-ne ma non hanno tuttora in Italia, nono-stante i nuovi provvedimenti, una efficaciaprobatoria altrettanto forte come quella del-le firme elettroniche qualificate.

ATTENZIONEAI TREND

«La digitalizzazionenon sempre è stata

un percorso attento aitrend tecnologicie normativi e aquanto stessesuccedendo

all'estero», dichiaraGianluca Campus di

Franzosi DalNegro Setti

PALUMBO Per noi come studio lo svi-luppo dei database e del knowledge ma-nagement è molto importante, oserei direfondamentale. Più in generale, l'intelligen-za artificiale non va più concepita come lacreazione di un cervello positronio) dotatodelle stesse capacità di un cervello umano dielaborare un pensiero, bensì come la realiz-zazione di sistemi in grado di elaborare inmodo sempre più efficiente le informazio-ni raccolte: più l'informazione è completae più il sistema che vi attinge può fornirevalidi suggerimenti basati sulle esperienzepregresse. Si può reperire con rapidità do-cumentazione rilevante per l'attività che sista effettuando (un atto, un parere) inseren-do una sola parola chiave, a condizione che,a monte, vi sia stata una raccolta di dati am-pia ed estremamente curata, accompagnatada un'opera di indicizzazione efficiente. Laconseguenza negativa dello sviluppo dellebanche dati e del loro accesso pressoché illi-mitato fa sì che, molto spesso, informazioniche una volta venivano richieste in via pre-ferenziale all'avvocato, oggi vengano invecereperite autonomamente dai clienti in rete,nonostante spesso siano infarcite di impre-cisioni e riferimenti a normative superate.L'avvocato per sopravvivere, da un lato,dovrà essere abile a suggerire al cliente solu-zioni sempre nuove e creative, sfruttando lenumerose modifiche agli istituti giuridici re-centemente intervenute (è il caso del dirittodel lavoro) e individuando collegamenti tradi essi; dall'altro, la sua attività dovrà esserecontraddistinta da efficienza, con la cono-scenza dei costi sostenuti e del margine diredditività.

FOSSELARD Con l'introduzione dell'in-telligenza artificiale e della digitalizzazione,il modello piramidale, con tanti collabora-tori, figure junior che attraverso le ricerchee la rilettura dei pareri si facevano un'enor-me cultura, viene superato. Essendo questolavoro ormai spesso estemalizzato versocentri di outsourcing legale, la conseguenzaper le nuove generazioni è di avere schie-re di professionisti sempre più concentratisu delle "nicchie", sempre più specializza-ti in modo tale da essere subito efficientee redditizio. Però in questo modo è molto

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più difficile sviluppare lo stesso "sapereorizzontale", che il cliente considera spessoil valore aggiunto più significativo del pro-fessionista.EGITTO Dobbiamo culturalmente abi-tuarci a spiegare qual è la nostra funzionesociale, perché per secoli era data per scon-tata: l'avvocato era una figura di prestigioche aveva alcune sue prerogative di default,mentre oggi deve giustificare la sua utilità edimostrare il suo valore aggiunto rispetto adapplicazioni in grado di generare atti, sta-tuti e contratti semplicemente con un clic.Oggi la funzione dell'avvocato non ancorasostituibile è quella di "venditore di tran-quillità", tranquillità che, per ora, un com-puter non può fornire. Dobbiamo capirecome integrarci con l'intelligenza artificiale:sicuramente la nostra arma è il database diconoscenza ed esperienza umana, ma dob-biamo trovare degli strumenti per renderlo ilpiù efficace possibile. Valorizzare la knowkdgebase di studio limita peraltro i rischi di ultra-personalizzazione tipici del lavoro del legale:gli studi con la tecnologia giusta possonocentralizzare la conoscenza presso la propriastruttura e non intorno a un singolo legale,accentuando così la fidelizzazione del clientesullo studio. Pertanto non ci dovrebbe essereuna compartimentazione stagna, in quantola figura dell'avvocato è ormai integrata nellastruttura informatica in cui opera e allo stes-so tempo la struttura informatica non puòfunzionare e non ha senso senza l'avvocato.Personalmente penso che sarà difficilmenteevitabile, quantomeno per alcune strutture,divenire dei puri provider di servizi legali,poiché il paradigma tradizionale non puòpiù funzionare e perché oggi si registranosempre più incarichi che, sebbene eseguibiliesclusivamente da un legale, non rientranonegli schemi tradizionali dell'assistenza le-gale italiana giudiziale ed extragiudiziale erichiedono una capacità di relazione, da unpunto di vista tecnologico e culturale, conrealtà diverse da quelle italiane. Questo d'al-tro canto vuole anche dire che ci sono nuo-ve opportunità per i legali e nuove forme diassistenza non codificate e senza precedenti.FAILLA La vecchia bottega che noi abbia-mo conosciuto con telefax, stampanti ad aghi

FIDUCIA«Oggi la funzionedell'avvocato non

ancora sostituibile èquella di "venditore di

tranquillità",che, per ora, un

computer non puòfornire», afferma

Luca Egitto di R&PLegai

FANTASIA EIMPROVVISAZIONE

«Fare l'avvocato ècultura, conoscenzadi base ma anche

fantasia eimprovvisazione e inquesto la tecnologia

non può aiutare»,sostiene Luca Failla

di LabLaw

e controlALT non esiste più. Gli studi odier-ni hanno l'It, l'Hr, l'office manager, tutte fi-gure che l'avvicinano sempre di più lo studioa un'azienda gestita con criteri manageriali.Tuttavia, l'azienda offre prodotti standardper definizione, mentre noi siamo costrettiper la nostra professione a offrire prodottiche standard non sono, ossia la discussione,la rappresentazione e l'assistenza; ed è que-sto che distingue un avvocato dall'altro. Farel'avvocato è cultura, conoscenza di base maanche fantasia e improvvisazione e in questola tecnologia non può aiutare. Da avvocatiitaliani, noi manteniamo sempre una visio-ne un po' artigianale del mestiere, essendoconvinti che il nostro servizio sia un serviziotailor mode, dove si paga il valore del profes-sionista, mentre il brand dello studio è soloa seguire. Purtroppo negli ultimi trent'anni iclienti sono sempre meno disposti a capirequesto e a pagare questo: a volte si prefe-risce un servizio standardizzato del juniorassociate che non ha valore aggiunto e chenon tiene conto di tutte le conseguenze ele variabili. Questa situazione viene perfet-tamente fotografata dallo studioso RichardSusskind che nel suo libro più recente, To-morrow's Layers, pur riferendosi nello speci-fico al mercato anglosassone, sicuramentepiù avanzato ma meno taibrmade del nostro,afferma che il processo di digitalizzazione edi investimento tecnologico è fondamentalee chi non lo farà, sarà costretto a uscire dalmercato. Il cliente sarà sempre più dispostoa comprare servizi tecnologici invece di ri-volgersi al singolo avvocato per una consul-tazione tanto che la digitalizzazione in alcunipaesi come Usa e Regno Unito sta portandoa una spersonalizzazione del rapporto conl'avvocato oltre a una diminuzione del nu-mero di avvocati all'interno degli studi pro-prio perché, se io posso dare delle rispostetramite un database, bisogna solo aggior-nare questo database: alla fine rimarranno ipartner, con pochi avvocati. Stiamo percor-rendo una strada senza ritorno per cui chinon si adeguerà allo sviluppo tecnologicosarà destinato a soccombere, chi non riu-scirà a fare investimenti in questa direzionesarà destinato a chiudere. •

(Ha collaborato Laura Colnaghì)

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