Lo studio Canova a Roma

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VIA DELLE COLONNETTE: STUDIO CANOVA La collezione archeologica dello studio di Antonio Canova Di Daniela Candilio Fotografie: © Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma Pubblicato il: 8 Febbraio 2010 Post Produzione immagini: Alfredo Corrao

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La collezione archeologica dello studio di Antonio Canova Uno studio di Daniela Candilio sui marmi murati alle pareti dello studio di Antonio Canova, situato in via di San Giacomo, ora via A. Canova, i quali sono costituiti prevalentemente da frammenti relativi a sarcofagi, a partiti architettonici e da qualche scultura a tutto tondo, di età imperiale romana, datati dal I al IV secolo d.C.

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VIA DELLE COLONNETTE:

STUDIO CANOVA

La collezione archeologica dello studio di Antonio Canova

Di Daniela Candilio Fotografie: © Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma Pubblicato il: 8 Febbraio 2010 Post Produzione immagini: Alfredo Corrao

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Introduzione La collezione archeologica dello studio di Antonio Canova Elenco tipologico Elenco pezzi dispersi Schede reperti INTRODUZIONE Il progetto di catalogazione scientifica del patrimonio archeologico collezionistico di Roma. La schedatura dei beni mobili di proprietà privata è iniziata in maniera sistematica dagli anni 1970. Sono stati censiti circa 6000 reperti e 150 collezioni o raccolte. Recentemente si è constatato un degrado del centro storico, che rischia di stravolgere l’immagine storica della città e talvolta il passaggio di proprietà da antiche famiglie nobiliari a società che possono avere anche sede e capitali all’estero. I cortili e gli ambienti di alcuni palazzi sono utilizzati per attività commerciali; i preziosi reperti sono sempre più esposti al rischio di furto o danneggiamento. I fatti di cronaca registrati dai giornali, ad esempio il danneggiamento della “Barcaccia”, in piazza di Spagna, il 16 maggio 2007, documenta drammaticamente questa situazione di emergenza. Pertanto si rende necessaria una più incisiva azione di tutela, che prevede i seguenti punti. 1 - L’aggiornamento scientifico e bibliografico delle schede già esistenti. 2 - Il collegamento con le schede introduttive del palazzo e della collezione cui si riferiscono. 3 - Un aggiornamento e completamento della documentazione fotografica ed inoltre la ricerca e il reperimento di fotografie di archivio dei reperti singoli e del complesso, presso le fototeche dell’Istituto Centrale del Catalogo, dell’Istituto Archeologico Germanico, della Biblioteca Hertziana, della fototeca Unione dell’Accademia Americana etc.

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4 - La collocazione delle collezioni all’interno di piante storiche e attuali (vettoriali) e di fotografie aeree. Per iniziare si è scelto Il Rione Campo Marzio (circa 800 reperti) finora il meglio documentato presso la Soprintendenza Archeologica di Roma e molto significativo per la presenza di collezioni storiche importanti e per l’esistenza di reperti preziosi esposti sulla strada, come i marmi dello Studio Canova oppure il sarcofago di via Bocca di Leone, riutilizzato come vasca di fontana ed ora pesantemente deturpato. Peraltro, nell’ambito del Campo Marzio sono stati eseguiti i lavori di restauro dello Studio Canova, di proprietà privata, situato in un punto nevralgico del centro, di fronte all’ospedale S. Giacomo. La disposizione dei frammenti antichi sui muri esterni dello studio, collocati secondo un disegno geometrico e decorativo, sembra sia dovuta allo stesso Antonio Canova. Il lavoro sul Rione Campo Marzio programmato ed in fase di realizzazione, dovrebbe concludersi con la pubblicazione del repertorio di tutte le opere, completo di documentazione fotografica, analogamente all’aggiornamento al CIL VI con le cosiddette Imagines. L’edizione della ricerca dovrebbe servire principalmente a documentare e fissare l’immagine storica del centro della città di Roma, quindi non solo dei singoli oggetti, ma delle collezioni o raccolte nel loro insieme e del palazzo o del monumento che le custodisce ed infine del rione come contesto di appartenenza più generale. La pubblicazione online di questo articolo vuole porre visibilità sul lavoro, spesso misconosciuto, che la Soprintendenza Archeologica di Roma mette in essere giornalmente in difesa del patrimonio archeologico della città al fine di tutelarlo e renderlo disponibile all'intera collettività.

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La collezione archeologica dello studio di Antonio Canova I marmi murati alle pareti dello studio di Antonio Canova, situato in via di San Giacomo, ora via A. Canova, sono costituiti prevalentemente da frammenti relativi a sarcofagi, a partiti architettonici e da qualche scultura a tutto tondo, di età imperiale romana, datati dal I al IV secolo d.C. Si fa eccezione per la stele attica del IV secolo a.C. (v. scheda n. 34). Purtroppo non si hanno notizie documentarie in proposito, che aiutino a ricostruire la formazione della raccolta, ma vi si riflette un gusto antiquario volto all’episodico, al minuto, al decorativo, piuttosto che al grandioso e al monumentale. In altre parole, lo stile aulico, classico, che ispira il grande maestro nelle sue creazioni, in questo caso non si riscontra assolutamente. Qui si parla un linguaggio più modesto, pacato, familiare, quotidiano, che svela l’interesse per l’inedito, il bozzettistico, che l’artista ebbe modo di coltivare e appagare durante il suo mandato di Ispettore Generale alle Antichità, a partire dal 1802, sotto il pontificato di Pio VII (Barnaba Chiaramonti, 1800-1823). Presumibilmente, grazie a tale carica, sarà stato possibile al Canova soddisfare la sua curiosità disponendo di alcuni pezzi minori di scavo. Altri possono essere giunti in dono allo scultore chiamato spesso a stimare sculture antiche o a provvedere ad un loro più adeguato allestimento. Lo spazioso e luminoso locale di fronte all’Ospedale San Giacomo divenne l’atelier di Canova nel 1803, con un successivo ampliamento nel 1806. Precedentemente, dall’anno del suo arrivo a Roma nel 1779, egli aveva operato presso Palazzo di Venezia, allora residenza degli ambasciatori della Serenissima Repubblica di Venezia. In seguito, durante il periodo napoleonico, Canova vi istituì l’Accademia di Belle Arti (1810). Si presume che l’artista stesso abbia scelto la collocazione dei reperti marmorei sull’edificio, che pertanto rispecchia ancora, in linea di massima, la disposizione originale, fatta eccezione per la parte superiore sopraelevata in epoca successiva alla morte del Maestro, nel 1822. Lo studio era fervente di attività, poiché le opere dell’artista, di fama internazionale, erano grandemente richieste. Egli vi operava, a quanto sembra, con un numero elevato di collaboratori e in dimesso abito di “operaio”, come riferisce una cronaca

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dell’epoca, mentre nella sua abitazione, sita nelle vicinanze e fornita di carrozze e cavalli, vestiva in maniera assai raffinata ed elegante. Ciò indica che lo studio era sentito come una vera e propria officina e pertanto necessitava di una chiara, significativa “insegna” di bottega. Ed infatti un precedente a questa sistemazione si può rintracciare più verosimilmente nelle raccolte di marmi antichi presenti nelle pareti esterne di officine di scultori e restauratori di antichità della seconda metà del Settecento, piuttosto che nei più prestigiosi e grandiosi prospetti monumentali di dimore patrizie, quali Villa Medici, il Casino del Bel Respiro di Villa Doria Pamphili, il Casino dell’Aurora Rospigliosi, sistemati nel corso del XVII secolo. Il Canova non aveva ovviamente bisogno di tale mezzo di propaganda per accrescere la sua fama, ma non disdegnava di segnalare la presenza del suo laboratorio, comunque luogo di lavoro manuale e artigianale di altissimo livello. La sistemazione, che appare ancora documentata in una stampa del 1836, si basa su pezzi disposti simmetricamente ad altezza costante, a formare gruppi chiusi e organizzati in verticale, su via delle Colonnette. Meno regolare e sistematica è invece la sistemazione dei reperti inseriti sulla parete di fronte all’Ospedale San Giacomo, trasformata nel corso del tempo. I frammenti erano collocati sempre secondo i criteri adottati sulla parete adiacente, ma per la presenza di due portali di accesso e di due finestre ad essi soprastanti erano raggruppati ai lati di questi. Chiuse le finestre e successivamente un portone, vennero sistemate alcune sculture ed il busto bronzeo del Canova, con la lapide. L’esame di alcuni gruppi di frammenti rivela un gusto estetico finalizzato allo studio della simmetria e la ricerca di precise corrispondenze sia nella proporzione dei pezzi che nei soggetti. Infatti sono evidenti gli accostamenti tra i temi marini o tra quelli pastorali, in particolare nelle due partiture ai lati del busto del Maestro, su via Canova. I frammenti architettonici murati in alto, in corrispondenza del piano sopraelevato, sono assegnabili ad un momento successivo, non pertinente né alla disposizione, né alla raccolta dell’artista. Come si è detto sopra, non si sono recuperate notizie sulla provenienza dei pezzi, tuttavia alcuni di essi erano noti da disegni antichi, risalenti ad un periodo compreso fra il 1500 e il 1700.

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Per alcuni più prestigiosi si ipotizza la provenienza da particolari siti monumentali, tra cui il n. 30, derivante dallo scavo dell’architetto Camporesi, intorno al 1804, nel Campo Vaccino, nell’area compresa tra il tempio di Antonino e Faustina e l’arco di Settimio Severo; il n. 58, pertinente al fregio della Tomba dei Servilii sulla via Appia, e il n. 64, stilisticamente affine alle transenne dei vomitoria dell’Anfiteatro Flavio, presumibilmente proveniente dai lavori di restauro effettuati nel 1804 al Colosseo da Camporesi coadiuvato dal Valadier. I reperti vengono citati ed enumerati per la prima volta nel repertorio redatto verso la fine del XIX secolo da F. Matz e F. von Duhn (in bibl.). Dopo diversi passaggi di proprietà, l’edificio, vincolato per il suo interesse monumentale e storico artistico nel 1953, presenta ancora adesso la sua pregevole collezione di marmi, notificata per il suo eccezionale valore archeologico e storico-artistico con D.M. 29/1/1997.

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Purtroppo, nel periodo compreso fra il 1980 e il 1996, la raccolta è stata oggetto di numerosi furti o di tentativi di asportazione. Nel 1997, dopo il provvedimento specifico di tutela archeologica, promosso dalla Soprintendenza Archeologica di Roma, in seguito ad un accordo tra la suddetta soprintendenza di Stato e il Comune di Roma è stata installata, a spese del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, una telecamera, che vigila costantemente sul monumento, grazie al collegamento diretto con l’Ufficio Tecnico del XII Dipartimento V U. O., Servizio Impianti Speciali del Comune di Roma. Dopo l’installazione del dispositivo si è potuto constatare che non si sono verificati più furti o danneggiamenti. Tuttavia lo stato di conservazione dell’edificio e soprattutto dei reperti marmorei non si poteva ritenere soddisfacente; purtroppo anche a causa del forte inquinamento i rilievi si erano scuriti e non se ne apprezzava più la forma e la decorazione. Recentemente, grazie al restauro eseguito nel 2007 a carico dei proprietari, in seguito all’autorizzazione concessa dalla Soprintendenza Archeologica di Roma e dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio, incaricate di seguire e sorvegliare i lavori diretti dall’arch. Laura Donadono, lo Studio Canova si offre di nuovo all’ammirazione del pubblico, con i suoi marmi, che hanno ripreso l’originario colore e mostrano la qualità delle diverse, particolari lavorazioni. Sulle pareti dell’edificio sono rimaste, per proposta di chi scrive, in accordo con gli architetti Laura Donadono e Alessandro Ippoliti, alcune zone di una sfumatura di colore leggermente più chiaro, dalla superficie appena più ruvida, per rammentare l’asportazione e la mancanza dei reperti trafugati e quindi la ferita inferta al patrimonio archeologico e storico-artistico della città di Roma. In altri punti sono stati ricollocati alcuni reperti recuperati grazie all’azione dei Carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale e della Guardia di Finanza Ufficio Tutela Patrimonio Artistico e Archeologico. Daniela Candilio Bibliografia: Matz-Duhn, III, 1882, p. 302 (indice); Micheli 1985, pp. 205-275; Barberini et alii 2006, in part. pp. 5 e 16; Candilio 2007, pp. 57-66; Donadono 2007, passim; Barberini 2008, in part. p. 44.

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ELENCO PEZZI DISPERSI: • Frammento di sarcofago con Muse (v.

scheda n. 75)

• Frammento di sarcofago con mito di

Meleagro (v. scheda n. 76)

• Frammento di sarcofago dionisiaco (v. scheda n. 78)

• Due frammenti di sarcofago con mito di

Apollo (v. scheda n. 79)

• Frammento di coperchio con mito di

Meleagro (v. scheda n. 80)

• Torso maschile (v. scheda n. 83)

• Frammento di sarcofago con mito di Ippolito (v. scheda n. 84)

• Due frammenti di sarcofago con scena di

caccia (v. scheda n. 88A)

• Testa maschile barbata(v. scheda n. 89)

• Ritratto di dinasta tolemaico (v. scheda n. 92)

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ELENCO TIPOLOGICO: Statue ideali (2)

- FRAMMENTO DI PANNEGGIO (v. scheda n. 41) - FRAMMENTO DI STATUA (v. scheda n. 62)

Statue iconiche e ritratti (4)

- STATUA ACEFALA DI TOGATO (v. scheda n. 13) - STATUA FRAMMENTARIA DI TOGATO (v. scheda n. 59) - TESTA MASCHILE BARBATA (v. scheda n. 89) - RITRATTO DI DINASTA TOLEMAICO (v. scheda n. 92)

Rilievi (12)

- FRAMMENTO DI RILIEVO CON FOGLIE D’ALLORO (v. scheda n. 10) - FRAMMENTO CON TESTA MASCHILE DI PROFILO (v. scheda n. 15) - FRAMMENTO CON TESTA FEMMINILE (v. scheda n. 16) - FRAMMENTO CON PERSONAGGIO FEMMINILE E STRUTTURA ARCHITETTONICA (v. scheda n. 17) - FRAMMENTO CON PUTTO E GIRALE DI ACANTO (v. scheda n. 19) - FRAMMENTO DI RILIEVO CON TRALCIO DI ACANTO E AQUILA (v. scheda n. 30) - MASCHERA (v. scheda n. 47) - FRAMMENTO DI RILIEVO CON AMAZZONE (v. scheda n. 50) - RILIEVO CON FOGLIE DI ALLORO (v. scheda n. 55) - TORSO VIRILE ACEFALO (v. scheda n. 74) - TORSO MASCHILE (v. scheda n. 83) - FRAMMENTO DI RILIEVO CON TESTA-RITRATTO FEMMINILE (v. scheda n. 86)

Stele (2) Attiche

- FRAMMENTO DI STELE ATTICA (v. scheda n. 34) Centinate con acroteri

- FRAMMENTO DI STELE DI EQUES SINGULARIS (v. scheda n. 53)

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Altari funerari (1) - FRAMMENTO DI ALTARE FUNERARIO (v. scheda n. 69) Urne (1) Urne a cassetta

- CINERARIO DI TI. CL. PHILINO (v. scheda n. 63) Sarcofagi urbani (49) Vita Humana

- FRAMMENTO DI COPERCHIO DI SARCOFAGO CON FANCIULLI CHE GIOCANO (v. scheda n. 35) - FRAMMENTO DI SARCOFAGO CON CESPO DI ACANTO E BUSTO (v. scheda n. 54)

Vita Humana - Caccia

- FRAMMENTO CON PERSONAGGIO MASCHILE (v. scheda n. 31) - FRAMMENTO DI SARCOFAGO CON CAVALLO (v. scheda n. 65) - DUE FRAMMENTI DI SARCOFAGO CON SCENA DI CACCIA (v. scheda n. 88)

Vita Romana

- FRAMMENTO DI SARCOFAGO CON PROCESSUS CONSULARIS (v. scheda n. 40) Scene mitologiche

- FRAMMENTO CON PERSONAGGIO MASCHILE (v. scheda n. 28) - FRAMMENTO CON GORGONEION (v. scheda n. 39)

Apollo

- DUE FRAMMENTI DI SARCOFAGO CON MITO DI APOLLO (v. scheda n. 79) Endimione:

- FRAMMENTO CON PASTORE (v. scheda n. 29) Ippolito

- FRAMMENTO DI SARCOFAGO CON MITO DI IPPOLITO (v. scheda n. 84)

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Meleagro

- FRAMMENTO DI SARCOFAGO CON MITO DI MELEAGRO (v. scheda n. 76) - FRAMMENTO DI COPERCHIO CON MITO DI MELEAGRO (v. scheda n. 80)

Proserpina

- FRAMMENTO DI SARCOFAGO CON MITO DI PROSERPINA (v. scheda n. 77)

Temi dionisiaci - FRAMMENTO CON TORSO MASCHILE (v. scheda n. 26) - FRAMMENTO CON PERSONAGGIO SEDUTO (v. scheda n. 27) - FRAMMENTO CON SATIRO (v. scheda n. 37) - FRAMMENTO DI COPERCHIO DI SARCOFAGO CON THIASOS DIONISIACO (v. scheda n. 57) - FRAMMENTO DI SARCOFAGO DIONISIACO (v. scheda n. 78)

Temi marini - FRAMMENTO CON MASCHERA DI OCEANO (v. scheda n. 2) - FRAMMENTO CON BUSTO MASCHILE (v. scheda n. 5) - FRAMMENTO DI COPERCHIO DI SARCOFAGO CON EROTI E CAPRO MARINO (v. scheda n. 9) - FRAMMENTO DI COPERCHIO DI SARCOFAGO CON TRITONE E NEREIDE (v. scheda n. 11) - FRAMMENTO DI COPERCHIO DI SARCOFAGO CON EROTE E CAPRI MARINI (v. scheda n. 12) - FRAMMENTO DI COPERCHIO DI SARCOFAGO CON MASCHERA DI OCEANO (v. scheda n. 51) - FRAMMENTO DI SARCOFAGO CON TESTA DI NEREIDE (v. scheda n. 52)

Eroti

- FRAMMENTO DI SARCOFAGO CON LUPA E GEMELLI (v. scheda n. 8) - FRAMMENTO DI FRONTE DI COPERCHIO DI SARCOFAGO CON EROTI NOCCHIERI (v. scheda n. 33)

Muse e filosofi - FRAMMENTO DI SARCOFAGO CON MUSA (v. scheda n. 6) - FRAMMENTO DI SARCOFAGO CON MUSE (v. scheda n. 75)

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Temi stagionali - FRAMMENTO DI COPERCHIO DI SARCOFAGO CON GENIO DI STAGIONE (v. scheda n. 7) - FRAMMENTO CON TESTA DI GENIO DI STAGIONE (v. scheda n. 18) - FRONTE DI COPERCHIO DI SARCOFAGO CON GENI DI STAGIONE (v. scheda n. 25) - FRAMMENTO CON PERSONAGGIO MASCHILE (v. scheda n. 42) - FRAMMENTO DI SARCOFAGO CON STAGIONI (v. scheda n. 61)

Figure clipeofore o sorreggenti tabula o parapetasma

- FRONTE DEL SARCOFAGO DI P. AUFIDIO ANTONINO (v. scheda n. 4) - FRAMMENTO DI COPERCHIO DI SARCOFAGO CON MASCHERA E PUTTO (v. scheda n. 23) - FRAMMENTO DI COPERCHIO DI SARCOFAGO CON MASCHERA E PUTTO (v. scheda n. 46) - FRAMMENTO DI SARCOFAGO CON EROTE VOLANTE (v. scheda n. 49) - FRAMMENTO DI SARCOFAGO CON EROTE CLIPEOFORO E GENIO STAGIONALE (v. scheda n. 67) - FRAMMENTO DI COPERCHIO DI SARCOFAGO CON EROTE VOLANTE (v. scheda n. 73) - FRAMMENTO DI SARCOFAGO CON EROTE CLIPEOFORO (v. scheda n. 82)

Sarcofagi con leoni

- FRAMMENTO DI SARCOFAGO CON PROTOME LEONINA (v. scheda n. 3) - PROTOME LEONINA (v. scheda n. 22) - PROTOME LEONINA (v. scheda n. 24) - PROTOME LEONINA (v. scheda n. 91)

Sarcofagi cristiani

- FRAMMENTO CON PERSONAGGIO FEMMINILE (v. scheda n. 32) - FRAMMENTO DI SARCOFAGO CRISTIANO (v. scheda n. 72) - FRAMMENTO DI SARCOFAGO CRISTIANO (v. scheda n. 81)

Sarcofagi microasiatici (1)

- FRAMMENTO DI SARCOFAGO MICROASIATICO (v. scheda n. 70) Elementi architettonici e di rivestimento (20) Antefisse - ANTEFISSA A PALMETTA (v. scheda n. 21)

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Architravi

- FRAMMENTO DI ARCHITRAVE (v. scheda n. 68) - FRAMMENTO DI ARCHITRAVE (v. scheda n. 87)

Capitelli

- FRAMMENTO DI CAPITELLO IONICO (v. scheda n. 43) - CAPITELLO COMPOSITO (v. scheda n. 94)

Colonne

- FUSTO DI COLONNA SCANALATA (v. scheda n. 93) Cornici

- FRAMMENTO DI CORNICE (v. scheda n. 1) - FRAMMENTO DI CORNICE (v. scheda n. 14) - FRAMMENTO DI CORNICE (v. scheda n. 20) - FRAMMENTO DI CORNICE (v. scheda n. 36) - FRAMMENTO DI MODANATURA ARCHITETTONICA (v. scheda n. 44) - FRAMMENTO ARCHITETTONICO (v. scheda n. 60) - FRAMMENTO DI CORNICE (v. scheda n. 71)

Fregi

- FRAMMENTO DI FREGIO (v. scheda n. 56) - FRAMMENTO DI FREGIO (v. scheda n. 58) - FRAMMENTO DI FREGIO CON GIRALE D’ACANTO (v. scheda n. 66) - FRAMMENTO DI FREGIO CON TRALCIO DI ACANTO (v. scheda n. 85) - FRAMMENTO DI FREGIO (v. scheda n. 90)

Trabeazioni

- FRAMMENTO DI TRABEAZIONE CON TRALCI ACANTINI (v. scheda n. 48)

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Transenne - FRAMMENTO DI TRANSENNA (v. scheda n. 64)

Varia (2) Vasche

- PROTOME LEONINA (v. scheda n. 45) Vasi

- FRAMMENTO DI VASO BACCELLATO (v. scheda n. 38)

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DANIELA CANDILIO SCHEDE MATERIALI STUDIO CANOVA

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SCHEDE: Tutti i materiali elencati di seguito sono pubblicati in CANDILIO 2007, pp. 57-66. Tutte le schede sono di DANIELA CANDILIO. Materiali murati nel prospetto di via Antonio Canova:

1. FRAMMENTO DI CORNICE Marmo bianco a grana fine; alt. 9; lungh. 27. Rotto su tutti i lati. Provenienza: ignota. La decorazione è costituita da una serie di piccoli cespi d’acanto resi con profondi sottosquadri, che suggeriscono una datazione nel II secolo d.C. Bibliografia: MICHELI 1985, p. 229, n. 1. 2. FRAMMENTO CON MASCHERA DI OCEANO Marmo bianco a grana fine, lunense; alt. 36; lungh. 40; sp. 3. Si conserva la metà superiore destra della maschera. Provenienza: ignota. L’occhio ha l’iride incisa e la pupilla segnata in forma di pelta; sotto il naso a base larga sono scolpiti i baffi. La capigliatura è resa a lunghe ciocche separate da profondi solchi di trapano con i cosiddetti ponticelli. Un sottile listello delimita la maschera. Questa può essere pertinente ad un sarcofago con thiasos marino. Per il notevole lavoro di trapano e per confronti tipologici è attribuibile alla seconda metà del III secolo d.C. Bibliografia: MICHELI 1985, p. 229, n. 2. 3. FRAMMENTO DI SARCOFAGO CON PROTOME LEONINA Marmo bianco a grana fine; alt. 26; lungh. 24; prof. 4,5. Rotto su tre lati; bordo superiore integro.

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Provenienza: ignota. Fianco destro di sarcofago a lenòs con strigilature verticali, rudentate e bordo superiore svasato. La testa di leone con bozze frontali sviluppate, fauci aperte e folta criniera resa con profondi solchi di trapano è volta leggermente alla sua destra, ossia verso il centro del sarcofago. Dopo il restauro si vede chiaramente che è riprodotta solo la testa del leone. Per l’insistito lavoro di trapano si data tra il 250 e il 260 d.C. Bibliografia: MICHELI 1985, pp. 230-231, n.3; STROSZECK 1997, p. 119, n. 120, tav. 88, 3-4. 4. FRONTE DEL SARCOFAGO DI P. AUFIDIO ANTONINO Marmo bianco a grana fine; alt. 28; lungh. 104; sp. 2. Lesione longitudinale al centro della fronte. Provenienza: Fra’ Giocondo vide questo sarcofago nella chiesa di Santa Bibiana; esso fu poi collocato nell’atrio dell’ospedale lateranense. Fra’ Giocondo vide questo sarcofago nella chiesa di Santa Bibiana; esso fu poi collocato nell’atrio dell’ospedale lateranense e successivamente, senza che siano ricostruibili altri passaggi, entrò a far parte dello “Studio Canova”. Al centro, nel clipeo si trova l’iscrizione dedicatoria del giovanissimo defunto. Il tondo è sostenuto da Eroti volanti, sotto i quali si trovano torce accese; ai lati eroti divergenti, con ghirlande. Il sarcofago si inserisce nell’ambito di una serie molto consueta e diffusa, dall’evidente simbolismo funerario rappresentato dalle fiaccole accese simbolo della vita che si consuma e si spegne e dai putti alati, in funzione di apoteosi. I caratteri stilistici riconducono alla seconda metà del II secolo d.C. Bibliografia: CIL VI, 12811; MATZ-DUHN, II, 1881, p. 130, n. 2485; MICHELI 1985, p. 231, n. 4. 5. FRAMMENTO CON BUSTO MASCHILE Marmo bianco a grana fine; alt. 17; lungh. 15; sp. 4. Rotto su tutti i lati. Provenienza: ignota. Il personaggio maschile barbato, conservato fino all’addome, si volge leggermente alla sua destra. Per la prestanza fisica, per l’anatomia attentamente riprodotta e per il tipo anziano con barba e capelli lunghi dall’aspetto”bagnato”, si pensa alla figura di un Tritone anziano o ittiocentauro, tratto da un sarcofago con corteggio marino. La tridimensionalità plastica insieme con il sapiente uso del trapano suggeriscono una datazione nell’ultimo ventennio del II secolo d.C.

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Bibliografia: MICHELI 1985, p. 231, n. 5.

6. FRAMMENTO DI SARCOFAGO CON MUSA Marmo bianco a grana fine; alt. 68; lungh. 31. Rotto su tutti i lati. Provenienza: ignota. Sullo sfondo di un velario campeggia una figura femminile stante, avvolta completamente in un mantello, da cui spunta, in basso, un chitone fittamente pieghettato. La testa, volta leggermente alla sua destra, presenta un’acconciatura di piccole onde sovrapposte, che risalgono in treccioline sulla sommità del capo. Il tipo statuario è stato riconosciuto come Calliope, patrona della poesia lirica. La Musa doveva far parte di un ciclo delle nove protettrici delle arti, disposte parattatticamente accanto ad Apollo. Lo stile e la foggia della pettinatura riconducono al tardo periodo antonino, ossia all’ultimo quarto del II secolo d.C. Bibliografia: MATZ-DUHN, II, 1881, p. 424, n. 3300; MICHELI 1985, pp. 231-233, n. 6. 7. FRAMMENTO DI COPERCHIO DI SARCOFAGO CON GENIO DI STAGIONE Marmo bianco a grana fine lunense; alt. 32; lungh. 21; sp. 2. Ricomposto da più frammenti; bordi resecati e lisciati. Provenienza: ignota. Nel pannello dai bordi resecati e lisciati compare un genio di stagione vestito del solo mantello allacciato sulla spalla destra. Reca nella mano destra un cesto ricolmo di frutta e nella sinistra un bastone (pedum). Per terra, tra le gambe, giace rovesciato un altro cesto di pomi. Accanto si scorge il braccio di un altro putto, che regge un canestro con piccoli elementi stilizzati, forse fiori. La figura conservata, per l’attributo dei frutti, va probabilmente interpretata come simbolo dell’Estate, che succede alla Primavera. Per confronti stilistici con pezzi analoghi si può attribuire all’ultimo quarto del III secolo d.C. Bibliografia: MICHELI 1985, p. 233, n. 7.

8. FRAMMENTO DI SARCOFAGO CON LUPA E GEMELLI Marmo bianco a grana fine lunense; alt. 18; lungh. 36; sp. 2,5. Rotto su tre lati; bordo inferiore integro.

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Provenienza: ignota. Il frammento è pertinente ad un piccolo sarcofago infantile; si conserva la lupa che allatta i gemelli, che doveva trovarsi sotto il clipeo. A sinistra del gruppo è raffigurata una barca con due eroti nocchieri. Riferibile alla seconda metà del II secolo d.C. Bibliografia: MATZ-DUHN, II, 1881, pp. 221-222, n. 2791; MICHELI 1985, p. 233, n. 8. 9. FRAMMENTO DI COPERCHIO DI SARCOFAGO CON EROTI E CAPRO MARINO Marmo bianco a grana fine con venature grigie; alt. 20; lungh. 32. Rotto su tre lati; bordo superiore integro. Superficie ben conservata. Provenienza: ignota. Un erote cavalca le onde sul dorso di un grosso capro marino. Il frammento si inserisce nella numerosa serie con thiasos marino. Per lo stile, segnato dal trapano, soprattutto nelle onde, si data agli inizi del III secolo d.C. Bibliografia: MATZ-DUHN, II, 1881, p. 384, n. 3221; MICHELI 1985, p. 233, n. 9. 10. FRAMMENTO DI RILIEVO CON FOGLIE D’ALLORO Marmo bianco a grana fine lunense; alt. 40; lungh. 42; sp. 2. Rotto su tutti i lati. Provenienza: ignota. Insieme plastico di foglie e bacche d’alloro, dall’aspetto quasi metallico, databile nel I secolo d.C. (cfr. F. CARINCI, in Galleria Colonna 1990, p. 95, n. 40, tav. 2). Bibliografia: MICHELI 1985, pp. 233-234, n. 10. 11. FRAMMENTO DI COPERCHIO DI SARCOFAGO CON TRITONE E NEREIDE Marmo bianco a grana fine; alt. 26; lungh. 22; sp. 1. Rotto su tre lati; bordo superiore conservato. Provenienza: ignota.

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Il rilievo raffigura una Nereide seduta sopra un Tritone barbato. La tipologia riconduce alla produzione molto diffusa con thiasos marino. Per il notevole, insistito uso del trapano, si è proposto il secondo quarto del IV secolo d.C. Bibliografia: MATZ-DUHN, II, 1881, pp. 374-375, n. 3182; MICHELI 1985, p. 234, n. 11. 12. FRAMMENTO DI COPERCHIO DI SARCOFAGO CON EROTE E CAPRI MARINI Marmo proconnesio; alt. 32; lungh. 51; sp. 1,5. Rotto su tre lati; bordo superiore conservato. Provenienza: ignota. Il rilievo è stato rubato, successivamente recuperato e risistemato in opera, in occasione del restauro del 2007. Un erote tiene a bada, con una frusta, due capri marini tra le onde; dietro a lui doveva esserci una raffigurazione analoga. La composizione doveva essere disposta simmetricamente ai lati di una tabula. Per il rilievo piatto ed il forte uso del trapano, si è proposta una datazione nel secondo trentennio del III secolo d.C. Bibliografia: MATZ-DUHN, II, 1881, p. 384, n. 3220; MICHELI 1985, p. 234, n. 12. 13. STATUA ACEFALA DI TOGATO Marmo bianco a grana fine; alt. 162; lungh. 65; prof. 20. Acefala; alcune rotture sulla base. Provenienza: ignota. La testa della statua era ancora documentata in una incisione del 1836. Il personaggio indossa una tunica, una toga exigua ed i calcei ai piedi. La foggia dell’abito indica una datazione intorno al 40-30 a.C. Bibliografia: MATZ-DUHN, I, 1881, p. 357, n. 1214; MICHELI 1985, pp. 234-235, n. 13. 14. FRAMMENTO DI CORNICE Marmo proconnesio; alt. 17; lungh. 12,5. Rotto su tutti i lati.

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Provenienza: ignota. Sotto un listello compare un kyma lesbio trilobato con elemento vegetale pendulo alternato ad un fiore a calice; segue il motivo dell’astragalo. L’aspetto duro e “legnoso”, il netto chiaroscuro suggeriscono una datazione nel III secolo d.C. Bibliografia: MICHELI 1985, p. 235, n. 14. 15. FRAMMENTO CON TESTA MASCHILE DI PROFILO Marmo bianco a grana fine; alt. 18; lungh. 13; sp. 6,5. Rotto su tutti i lati. Provenienza: ignota. Rilievo con testa afferrata per i capelli, riferibile al contesto di una scena di battaglia. Risalente al terzo quarto del II secolo d.C. Bibliografia: MICHELI 1985, p. 235, n. 15. 16. FRAMMENTO CON TESTA FEMMINILE Marmo bianco a grana fine; alt. 17,5; lungh. 14; sp. 4. Rotto su tre lati. Provenienza: ignota. Nel rilievo è riprodotto un ritratto femminile con grandi occhi volti verso l’alto. La capigliatura a lunghe bande ondulate, che si raccolgono in una crocchia sopra la testa, ed i grandi occhi con iride e pupilla incise indicano una datazione intorno al 270 d.C. (cfr. M. SAPELLI, in MNR I, 10, 2, 1995, pp. 111-112, n. 73). Bibliografia: MICHELI 1985, pp. 235-236, n. 16. 17. FRAMMENTO CON PERSONAGGIO FEMMINILE E STRUTTURA ARCHITETTONICA Marmo bianco a grana fine venato di grigio, lunense; alt. 69; lungh. 67; sp. 3. Rotto su tre lati. Provenienza: ignota.

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Il rilievo raffigura una donna vestita di chitone e himation , davanti ad un edificio su alto podio modanato, con colonne e transenna. Nello spazio tra le colonne c’è probabilmente un oscillum. L’iconografia farebbe pensare ad una cerimonia presso il tempio di Vesta, documentata da una numerosa serie di rilievi, con soggetto simile, quasi sempre di produzione urbana. Il rilievo, che rappresenta una variante isolata del gruppo, si data intorno alla metà del II secolo d.C. per il visibile lavoro di trapano nelle pieghe del panneggio e per confronto con la maggior parte degli altri simili marmi risalenti ad età antonina. Degno di nota è l’interesse delle donne della casa imperiale di tale periodo per la dea Vesta ed il suo culto, testimoniato anche dalle emissioni monetali. Bibliografia: MATZ-DUHN, III, 1882, p. 54, n. 3556; MICHELI 1985, pp. 236-238, n. 17; sull’argomento si veda: SALADINO 2007-2008, pp. 309-399 (con bibliografia precedente). 18. FRAMMENTO CON TESTA DI GENIO DI STAGIONE Marmo bianco a grana grossa; alt. 19; lungh. 20; sp. 8. Rotto su tutti i lati. Provenienza: ignota. Rimane la testa di un putto con ricca capigliatura inanellata e morbida corona di foglie o petali embricati. Gli occhi sono incisi. L’aspetto stilistico suggerisce una datazione intorno alla metà del III secolo d.C. Bibliografia: MICHELI 1985, p. 238, n. 18. 19. FRAMMENTO CON PUTTO E GIRALE DI ACANTO Marmo bianco a grana fine venato; alt. 15; lungh. 21; sp. 3. Rotto su tutti i lati. Provenienza: ignota. Il putto, frontale, si volge alla sua destra nell’atto di tenere un lembo di stoffa (parapetasma). Sotto il suo braccio destro sembra di vedere un’ala. Il frammento, che apppartiene ad una composizione simmetrica, si data nel II-III secolo d.C. Bibliografia: MICHELI 1985, pp. 238-239, n. 19. 20. FRAMMENTO DI CORNICE Marmo bianco a grana media; alt. 12; lungh. 25; sp. 5.

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Superficie corrosa. Provenienza: ignota. Il frammento, decorato da una serie di foglie di acanto, i cui lobi sono separati da profondi solchi di trapano, è databile nel III secolo d.C. Bibliografia: MICHELI 1985, p. 239, n. 20. 21. ANTEFISSA A PALMETTA Marmo bianco a grana fine, lunense; alt. 29; lungh. 23; sp. 4,5. Consumata nella parte superiore. Provenienza: ignota. L’antefissa, di forma ovale, presenta una palmetta a undici petali digradanti, sorgenti da una foglia centrale con nervature in rilievo. Il motivo è fissato e circondato da un nastro concavo, che si conclude in basso con due volute fermate da un anello. Il nitore dello stile fa pensare ad una datazione nella prima età imperiale. Bibliografia: MICHELI 1985, p. 239, n. 21. 22. PROTOME LEONINA Marmo bianco a grana fine, lunense; alt. 44; lungh. 33; sp. 6. Rotto su tutti i lati; superficie ben conservata. Provenienza: ignota. Protome di leone con fauci aperte ed anello, pertinente ad un sarcofago probabilmente a lenòs, di una tipologia molto diffusa nel III secolo d.C. (cfr anche schede nn. 3, 24, 45, 91). Oltre allo scopo decorativo, la raffigurazione del leone ha un antico significato apotropaico ed escatologico, l’anello è simbolo di eternità. Databile tra il 250 e il 260 d.C. Bibliografia: MICHELI 1985, p. 239, n. 22; STROSZECK 1997, p. 119, n. 117. 23. FRAMMENTO DI COPERCHIO DI SARCOFAGO CON MASCHERA E PUTTO Marmo proconnesio; alt. 35; lungh. 45; sp. 2.

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Rotto sul lato sinistro. Provenienza: ignota. Rimane l’angolo destro di un coperchio, concluso da una maschera maschile giovanile imberbe, con corona radiata (Sol?). Nel pannello principale un erote sorregge con entrambe le mani un parapetasma, dove era presumibilmente il ritratto del defunto o una tabella. Per i confronti stilistici si data alla fine del III secolo d.C. Bibliografia: MATZ-DUHN, II, 1881, p. 125, n. 2464; MICHELI 1985, p. 239, n. 23. 24. PROTOME LEONINA Marmo proconnesio; alt. 39; lungh. 23; sp. 4. Rotto su tre lati; borso superiore conservato. Provenienza: ignota. Rimane una piccola porzione del bordo modanato con le strigilature. La protome, con anello tra le fauci, ha un forte effetto coloristico e terrifico, ma denota ancora un disegno coerente ed elegante nella criniera e nei tratti ferini. Parte della chioma destra ha assunto la forma di una foglia frastagliata. Si data nel 250-260 d.C. Bibliografia: MICHELI 1985, p. 239, n. 24; STROSZECK 1997, p. 119, n. 118. 25. FRONTE DI COPERCHIO DI SARCOFAGO CON GENI DI STAGIONE Marmo bianco a grana fine; proconnesio per la tabella centrale; alt. 30; lungh. 222; sp. 2. Ricomposto da quattro frammenti. Provenienza: ignota. Nella descrizione del Matz-Duhn al centro figurava un gorgoneion non pertinente, ora vi si trova una tabella anepigrafe di marmo differente dal resto del sarcofago. Ai lati stanno due eroti; seguono due decorazioni simmetriche e contrapposte con geni di stagione, a destra con cornucopie, a sinistra con fiori, ai lati di un kantharos. Agli angoli sono maschere sceniche, una comica, l’altra tragica. Nel kantharos con i fiori si coglie il messaggio di rinnovamento della vita oltre la morte, nelle maschere l’apparenza fallace dell’esistenza umana. Bibliografia: MATZ-DUHN, II, 1881, p. 133, n. 2495; MICHELI 1985, pp. 240-241, n. 25.

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26. FRAMMENTO CON TORSO MASCHILE Marmo pario; alt. 39; lungh. 24; sp. 5. Rotto su tutti i lati. Provenienza: ignota. Il personaggio acefalo indossa una clamide e reca nella mano sinistra un bastone (lagobolon) e nella destra un recipiente, forse una coppa. Una mano femminile raggiunge il torso. Il frammento, che si può attribuire al tema dionisiaco del satiro con la menade da un sarcofago, si data nel II-III secolo d.C. Bibliografia: MATZ-DUHN, II, 1881, p. 205, n. 2747; MICHELI 1985, p. 240, n. 26. 27. FRAMMENTO CON PERSONAGGIO SEDUTO Marmo bianco a grana fine venato; alt. 57; lungh. 18; prof. 6. Rotto su tre lati; listello inferiore conservato. Provenienza: ignota. Il personaggio maschile dalla lunga barba, di età avanzata, coperto solo nella parte inferiore del corpo, è probabilmente un vecchio sileno. Il frammento, presumibilmente pertinente a un sarcofago, è databile nel II-III secolo d.C. Bibliografia: MICHELI 1985, p. 240, n. 27. 28. FRAMMENTO CON PERSONAGGIO MASCHILE Marmo bianco a grana grossa; alt. 18; lungh. 20; sp. 3. Rotto su tre lati; conservato il bordo superiore. Provenienza: ignota. Si riconosce la figura di un pastore, di cui rimane il busto, vestito con tunica esomide e con copricapo (petasos), accanto ad un albero. Evidente il lavoro del trapano nella barba e nei capelli. Il frammento, pertinente a un sarcofago mitologico, si data nel III secolo d.C. Bibliografia: MICHELI 1985, p. 240, n. 28.

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29. FRAMMENTO CON PASTORE Marmo bianco a grana fine con estese venature grigie; alt. 40; lungh. 22; sp. 3. Rotto su due lati. Provenienza: ignota. Si conserva la figura di un pastore barbato, vestito di tunica esomide, appoggiato ad un bastone. Accanto a lui un ariete, in secondo piano un albero. La raffigurazione bucolica dovrebbe far parte di un sarcofago con il mito di Endimione. Per i caratteri stilistici si attribuisce alla seconda metà del III secolo d.C. Bibliografia: MICHELI 1985, p. 240, n. 29. 30. FRAMMENTO DI RILIEVO CON TRALCIO DI ACANTO E AQUILA Marmo pentelico; alt. 54,5; lungh. 51; sp. 5. Spezzato su due lati. Provenienza: scavi nell’area compresa tra il tempio di Antonino e Faustina, l’arco di Settimio Severo e le pendici del Campidoglio, tra il 1804 e il 1810. Il bordo esterno è decorato con un motivo a onde ricorrenti; segue una decorazione con foglie lisce, alternate a motivi floreali, ed un “Blattkyma” di piccole foglie lisce, delimitato da un listello piatto. Nel pannello si dispiega una ricca voluta di acanto, che contiene al suo interno l’ala di un’aquila. La resa plastica e coloristica dell’insieme indica una datazione in età flavia. Si ritiene che il frammento possa essere venuto alla luce durante gli scavi condotti in due riprese tra il 1804 e il 1810 dall’architetto Camporesi nell’area compresa tra il tempio di Antonino e Faustina, l’arco di Settimio Severo e le pendici del Campidoglio. Bibliografia: MICHELI 1985, pp. 241-242, n. 30. 31. FRAMMENTO CON PERSONAGGIO MASCHILE Marmo bianco a grana fine lunense; alt. 40; lungh. 20; sp. 5. Rotto su tre lati; margine destro regolare, conservato o rilavorato. Parte superiore scalpellata. Provenienza: ignota. Il frammento è stato rubato, poi recuperato ed infine ricollocato nella posizione originaria in occasione del restauro del 2007. Si riconosce il torso di un giovane personaggio, con la testa volta all’indietro. Indossa una tunica con maniche lunghe (sagum) e ampio mantello. Sullo sfondo

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resti di un panneggio. Non è facile individuare il contesto della raffigurazione, data l’esiguità del frammento. Per l’abbigliamento del giovane si potrebbe pensare ad una battuta di caccia (cfr. ANDREAE 1980). Per i confronti stilistici si data nella seconda metà del III secolo d.C. Bibliografia: MICHELI 1985, p. 242, n. 31. 32. FRAMMENTO CON PERSONAGGIO FEMMINILE Marmo bianco a grana fine; alt. 23; lungh. 21; sp. 2. Rotto su tre lati; integro il margine superiore. Provenienza: ignota. Si conserva la parte superiore di una figura femminile velata in tunica e palla, che alza il braccio destro nel gesto dell’intercessione. La raffigurazione è pertinente ad un sarcofago cristiano datato agli inizi del IV secolo d.C. Bibliografia: MICHELI 1985, p. 242, n. 32. 33. FRAMMENTO DI FRONTE DI COPERCHIO DI SARCOFAGO CON EROTI NOCCHIERI Marmo bianco a grana media; alt. 16; lungh. 42; sp. 1. Rotto sul lato destro; lacuna al centro del bordo inferiore. Provenienza: ignota. Nel frammento sono raffigurate due barche con eroti nocchieri ed uno intento alla pesca. Il tema è molto comune. Per confronti stilistici, si può attribuire al secondo quarto del III secolo d.C. Bibliografia: MATZ-DUHN, II, 1881, p. 220, n. 2787; MICHELI 1985, p. 242, n. 33. 34. FRAMMENTO DI STELE ATTICA Marmo pentelico; alt. 70; lungh. 36; sp. 7. Rotto su tutti i lati. Provenienza: ignota.

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Si riconosce la figura di un fanciullo dalle forme pingui e carnose. Reca sulle spalle un pesante mantello ripiegato più volte e tiene nella destra presumibilmente uno strigile. Si individua pertanto come giovane servitore di un palestrita, riprodotto analogamente su altre stele attiche. Il frammento si data alla metà del IV secolo a.C. Bibliografia: MATZ-DUHN, III, 1882, p. 55, n. 3558; MICHELI 1985, p. 243, n. 34. 35. FRAMMENTO DI COPERCHIO DI SARCOFAGO CON FANCIULLI CHE GIOCANO Marmo bianco a grana fine; alt. 14; lungh. 38; sp. 1,5. Ricomposto da due frammenti. Integro su due lati. Provenienza: ignota. Il frammento è pertinente all’estremità sinistra del coperchio di un sarcofago con fanciulli, vestiti di corte tuniche svolazzanti, intenti al gioco, mentre uno siede su uno sgabello con un rotolo aperto nella mano destra (sull’argomento cfr. BARBANERA 2005, pp. 147-159). Databile intorno alla metà del III secolo d.C. Bibliografia: MATZ-DUHN, II, 1881, pp. 314-315, n. 3057; MICHELI 1985, p. 243, n. 35. 36. FRAMMENTO DI CORNICE Marmo bianco a grana fine; alt. 12; lungh. 27. Rotto su tutti i lati. Provenienza: ignota. La cornice è decorata da una serie di cespi d’acanto fortemente traforata. Si data nel III secolo d.C. Bibliografia: MICHELI 1985, p. 243, n. 36. 37. FRAMMENTO CON SATIRO Marmo bianco a grana fine; alt. 24; lungh. 28; sp. 6. Rotto su tutti i lati. Provenienza: ignota.

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Si riconosce il torso acefalo di un satiro con la nebride, presumibilmente pertinente ad un sarcofago di soggetto dionisiaco. Il frammento è databile nel II-III secolo d.C. Bibliografia: MICHELI 1985, p. 243, n. 37. 38. FRAMMENTO DI VASO BACCELLATO Marmo bianco a grana fine; alt. 15; lungh. 21; sp. 3. Rotto su tre lati. Provenienza: ignota. Il vaso si presenta con una serie di baccellature in corrispondenza della massima espansione, tra due fasce ornate di kymation ionico: ovoli e punte di lancia delimitate da listelli. Il bassorilievo e l’esecuzione raffinata suggeriscono una datazione nell’ambito del I secolo d.C. Bibliografia: MICHELI 1985, p. 244, n. 38. 39. FRAMMENTO CON GORGONEION Marmo bianco a grana fine; alt. 25; lungh. 21; sp. 4. Rotto su tre lati; bordo superiore integro. Provenienza: ignota. La maschera di Medusa decorava presumibilmente il centro di un sarcofago dal bordo modanato. L’esecuzione con il deciso uso del trapano, nella capigliatura e nei tratti del viso, soprattutto negli occhi patetici rivolti verso l’alto, indica una datazione nel III secolo d.C. Bibliografia: MICHELI 1985, p. 244, n. 39. 40. FRAMMENTO DI SARCOFAGO CON PROCESSUS CONSULARIS Marmo bianco a grana fine; alt. 69; lungh. 72; prof. 8. Rotto su tre lati; frammentario anche il bordo inferiore. Provenienza: ignota. In primo piano sono raffigurati due togati, in secondo piano personaggi in corta tunica. Si tratta probabilmente di una scena di processus consularis. Il frammento è databile tra il 240 e il 250 d.C.

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Bibliografia: MATZ-DUHN, III, 1882, p. 54, n. 3555; MICHELI 1985, pp. 245-246, n. 40. 41. FRAMMENTO DI PANNEGGIO Marmo bianco a grana fine; alt. 34; lungh. 27; sp. 14. Rotto su tutti i lati; superficie molto consunta. Foro evidente per alloggiamento di grappe. Provenienza: ignota. Il frammento appartiene forse ad una scultura a tutto tondo di figura panneggiata. Bibliografia: MICHELI 1985, p. 246, n. 41. 42. FRAMMENTO CON PERSONAGGIO MASCHILE Marmo bianco a grana fine; alt. 26; lungh. 25. Rotto su tutti i lati. Provenienza: ignota. Si tratta probabilmente di un putto che trattiene un lembo di panneggio, forse da un sarcofago con Stagioni. Il frammento si data nel III secolo d.C. Bibliografia: MICHELI 1985, p. 246, n. 42. 43. FRAMMENTO DI CAPITELLO IONICO Marmo bianco a grana media con venature grigie; alt. 21; lungh. 33; sp. 3. Si conserva parte della sezione superiore sinistra del capitello. Provenienza: ignota. Si conservano il canale con la voluta e l’echino ornato del kymation ionico e della palmetta. Databile, per il raffinato lavoro, nella prima metà del I secolo d.C. Bibliografia: MICHELI 1985, p. 246, n. 43.

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44. FRAMMENTO DI MODANATURA ARCHITETTONICA Marmo bianco e grigio a grana fine (proconnesio); alt. 12; lungh. 27. Rotto su tutti i lati. Provenienza: ignota. Il frammento presenta una decorazione di foglie d’acanto, molto frastagliate, con contorni molto scavati dal trapano. Si data nel III secolo d.C. Bibliografia: MICHELI 1985, p. 246, n. 44. 45. PROTOME LEONINA Pavonazzetto; alt. 24; lungh. 25,5. Rotto su tutti i lati. Provenienza: ignota. La protome presenta le fauci spalancate per accogliere la fistola per l’acqua e l’attacco dell’anello. Gli occhi sono forati dal trapano. Per la particolare qualità del marmo è probabilmente pertinente ad una vera e propria vasca, databile nel 250-275 d.C. Bibliografia: MICHELI 1985, p. 246, n. 45; STROSZECK 1997, p. 119, n. 119. 46. FRAMMENTO DI COPERCHIO DI SARCOFAGO CON MASCHERA E PUTTO Marmo bianco a grana fine con venature grigie; alt. 37; lungh. 32; sp. 2. Rotto su due lati; si conservano i bordi superiore e inferiore. Provenienza: ignota. Rimangono a sinistra una maschera di giovane satiro, fortemente caratterizzata; a destra un putto con clamide. Per motivi stilistici il frammento si data nell’ultimo quarto del III secolo d.C. Bibliografia: MATZ-DUHN, II, 1881, p. 125, n. 2464; MICHELI 1985, pp. 246, 248, n. 46.

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47. MASCHERA Marmo bianco a grana fine lunense; alt. 26; lungh. 19; prof. 8. Rotta su tutti i lati. Provenienza: ignota. La maschera presenta i tratti grotteschi del sileno anziano o di Pan. Dopo il restauro risulta ancora più evidente il lavoro del trapano nei capelli ricci, nei grandi occhi rivolti verso l’alto, nel naso e nella bocca, per cui si propone una datazione nel III secolo d.C. Bibliografia: MATZ-DUHN, II, 1881, p. 106, n. 2392 (?); MICHELI 1985, p. 248, n. 47. 48. FRAMMENTO DI TRABEAZIONE CON TRALCI ACANTINI Marmo bianco a grana fine; alt. 29; lungh. 102; sp. 3. Rotto su tutti i lati. Provenienza: ignota. La trabeazione presenta in basso un kyma lesbio trilobato con elementi fitomorfi capovolti di varie tipologie, alternati al fiore a calice diritto; sopra, separato da un listello, si trova un ricco girale di acanto, che riprende modelli di età flavia. La presenza del trapano e i forti chiaroscuri indicano una datazione in età severiana (inizi del III secolo d.C.). Bibliografia: MICHELI 1985, p. 248, n. 48. 49. FRAMMENTO DI SARCOFAGO CON EROTE VOLANTE Marmo bianco a grana fine; alt. 26; lungh. 27; sp. 1,5. Rotto su tutti i lati. Provenienza: ignota. Il frammento presenta la parte superiore di un putto alato, con la clamide, che tiene nella destra una canna palustre. Si data nel III secolo d.C. Bibliografia: MICHELI 1985, p. 248, n. 49. 50. FRAMMENTO DI RILIEVO CON AMAZZONE Marmo bianco con venature grigie; alt. 46; lungh. 19; sp. 4,5.

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Una linea di frattura obliqua attraversa la parte inferiore del marmo; taglio regolarizzato sul lato destro. Provenienza: ignota. La figura con tunica, che lascia scoperto il seno destro, la clamide sulla spalla sinistra, l’elmo col cimiero, la lancia e lo scudo rientra nell’iconografia classica di un’Amazzone, ma lo stile freddo, l’assenza di alcune rifiniture, quali la resa imperfetta del braccio destro, hanno fatto giustamente dubitare della sua autenticità. Bibliografia: MATZ-DUHN, III, 1882, p. 222, n. 4036; MICHELI 1985, pp. 248-249, n. 50. 51. FRAMMENTO DI COPERCHIO DI SARCOFAGO CON MASCHERA DI OCEANO Marmo bianco a grana fine; alt. 28; lungh. 24; sp. 2. Rotto su tutti i lati. Provenienza: ignota. Il viso dai lineamenti marcati, con folti capelli scompigliati, si identifica come Oceano; accanto si trova il resto di un capro marino. Entrambi rievocano il tema del viaggio marino. Il frammento è databile nel III secolo d.C. Bibliografia: MICHELI 1985, p. 249, n. 51. 52. FRAMMENTO DI SARCOFAGO CON TESTA DI NEREIDE Marmo bianco a grana fine; alt. 17; lungh. 19; sp. 3. Rotto su tre lati. Provenienza: ignota. Sotto il bordo superiore si individua il volto di una giovane donna di profilo verso destra, sullo sfondo di un velo gonfiato dal vento. Si tratta probabilmente di una Nereide appartenente ad un thiasos marino. Il frammento si data nel 220-230 d.C. Bibliografia: MICHELI 1985, p. 249, n. 52. 53. FRAMMENTO DI STELE DI EQUES SINGULARIS

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Marmo bianco a grana fine; alt. 28; lungh. 34; sp. 2. Rotto su due lati. Provenienza: ignota. Nel coronamento centinato, terminante con una maschera acroteriale, è riprodotto il defunto disteso su una kline, con una patera nella destra ed accanto la cista mistica, che gli permetterà di partecipare al banchetto celeste. Il frammento si data nel II secolo d.C. Bibliografia: CIL, VI 3316; MATZ-DUHN, III, 1882, p. 181, n. 3890; MICHELI 1985, p. 249, n. 53. 54. FRAMMENTO DI SARCOFAGO CON CESPO DI ACANTO E BUSTO Marmo bianco a grana fine, lunense; alt. 22; lungh. 25; sp. 3. Rotto su tre lati; bordo inferiore conservato. Provenienza: ignota. Un busto femminile, con tunica e palla, sovrasta tre grandi foglie di acanto, davanti alle quali si trovano un uccello ed un lupo. Il frammento è databile nel III secolo d.C. Bibliografia: MICHELI 1985, pp. 249-250, n. 54. 55. RILIEVO CON FOGLIE DI ALLORO Marmo bianco a grana fine con sottili venature grigie; alt. 29; lungh. 39; sp. 2. Rotto su tutti i lati. Provenienza: ignota. Sono scolpite foglie e bacche d’alloro trattenute da un nastro visibile sulla destra. Il tipo di marmo e l’esecuzione raffinata, ben visibili dopo la pulitura, fanno pensare che si tratti di un frammento pertinente al n. 10 (v.). Si data nel I secolo d.C. Bibliografia: MICHELI 1985, p. 250, n. 55. 56. FRAMMENTO DI FREGIO Marmo bianco a grana fine; alt. 29; lungh. 34; sp. 2,5.

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Rotto su due lati. Provenienza: ignota. Il frammento, profilato su due lati, presenta una raffinata decorazione vegetale, di tradizione giulio-claudia. Si data nel I secolo d.C. Bibliografia: MICHELI 1985, p. 250, n. 56. 57. FRAMMENTO DI COPERCHIO DI SARCOFAGO CON THIASOS DIONISIACO Marmo bianco a grana fine; alt. 21; lungh. 46; sp. 3. Rotto su due lati, conserva i bordi superiore e inferiore; presenta all’interno due linee di frattura oblique. Provenienza: ignota. Da sinistra procede un anziano sileno sulla groppa di un asino, sorretto da un satiro; segue un gruppo di donne, fra cui due musiciste, che si avvicinano ad un altare dove arde un fuoco. Si tratta della scena notturna di un rito dionisiaco. Il frammento è databile alla fine del II-III secolo d.C. Bibliografia: MATZ-DUHN, II, 1881, p. 78, n. 2322; MICHELI 1985, pp. 250-251, n. 57. 58. FRAMMENTO DI FREGIO Marmo bianco a grana fine con venature grigie; alt. 19; lungh. 32; sp. 2. Rotto su tre lati; bordo inferiore conservato. Provenienza: ignota. Si riconosce una doppia voluta simmetrica, da cui spunta una palmetta. La decorazione doveva proseguire secondo una meditata alternanza dei partiti fitomorfi. Il fregio è risalente ad età giulio-claudia e pertinente alla tomba di M. Servilius Quadratus sulla via Appia. Bibliografia: MICHELI 1985, p. 251, n. 57. 59. STATUA FRAMMENTARIA DI TOGATO Marmo bianco a grana fine; alt. 102; lungh. 56; prof. 20. Si conserva fino all’attacco delle anche.

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Provenienza: ignota. La figura indossa una tunica ed una stretta toga, che si avvolge intrno al braccio destro piegato, mentre il sinistro, quasi disteso, reca un rotolo. Il ritratto realistico riproduce i tratti di un uomo di età matura. Per confronti puntuali si data intorno al 30 a.C. (cfr L. NISTA, in MNR I, 7, 2, 1984, pp. 268-270, n. IX, 27). Bibliografia: MATZ-DUHN, I, 1881, p. 357, n. 1215; MICHELI 1985, pp. 251-252, n. 59. 60. FRAMMENTO ARCHITETTONICO Marmo bianco a grana fine; alt. 20; lungh. 35; sp. 15. Superficie molto corrosa. Provenienza: ignota. A partire dall’alto presenta un anthemion con fiori a calice, una fila di perle e una di dentelli. Per la raffinata esecuzione rientra nell’ambito del I secolo d.C. Bibliografia: MICHELI 1985, p. 252, n. 60.

Materiali murati nel prospetto di via delle Colonnette:

61. FRAMMENTO DI SARCOFAGO CON STAGIONI Marmo bianco a grana fine; alt. 60; lungh. 42; sp. 5. Rotto su tre lati; conservato il bordo superiore. Provenienza: ignota. Il putto, vestito solo della clamide, reca nella mano destra una lunga ghirlanda di fiori e nella sinistra una cornucopia con fiori. Pertanto si può riconoscere nel giovane personaggio il genio della Primavera. Il frammento si data alla metà del III secolo d.C. Bibliografia: MATZ-DUHN, II, 1881, p. 307, n. 3024; MICHELI 1985, p. 252, n. 61.

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62. FRAMMENTO DI STATUA Marmo bianco a grana fine; alt. 38; lungh. 23; prof. 10. Conservato dalla vita a metà delle gambe. Provenienza: ignota. Rimane la parte inferiore di una statua nuda gravitante sulla destra. Il pube appare rilavorato, pertanto doveva essere originariamente maschile, di tipo classicistico. Si data nel I-II secolod.C. Bibliografia: MICHELI 1985, pp. 252-254, n. 62. 63. CINERARIO DI TI. CL. PHILINO Marmo bianco a grana fine; alt. 24; lungh. 18. Si conservano la fronte e il fianco destro. La fronte è rotta nella parte inferiore sinistra ed è percorsa da una linea di frattura obliqua. Provenienza: ignota. Sul lato principale del cinerario si presenta la tabella iscritta, sotto la quale sta una testa di Medusa, incorniciata da una ghirlanda beccata da un uccellino, pendente da protomi di ariete poste sugli spigoli superiori. Sul lato compaiono tralci di edera con corimbi, legati al centro da un fiocco. La sintassi decorativa è molto comune intorno alla metà del I secolo d.C. Bibliografia: CIL, VI 15198; MICHELI 1985, p. 254, n. 63. 64. FRAMMENTO DI TRANSENNA Marmo bianco a grana fine; alt. 79; lungh. 78; sp. 2. Rotto su tre lati; bordo inferiore conservato. Provenienza: ignota. Tra ricche volute di acanto si aggirano putti alati e spuntano animali di ogni genere: un uccello, una gru con serpentello, una lepre ed una pantera. Il genere decorativo è conosciuto come “Peopled Scrolls”. Questo esemplare trova confronti con le balaustre del Colosseo, restaurate agli inizi del IV secolo d.C. e giustamente si è avanzata l’ipotesi che sia pervenuto al Canova quando lo scultore era Ispettore alle Antichità e l’architetto Camporesi svolgeva scavi e restauri nella valle dell’Anfiteatro Flavio.

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Bibliografia: MATZ-DUHN, III, 1882, p. 8, n. 3464; MICHELI 1985, p. 254, n. 64. 65. FRAMMENTO DI SARCOFAGO CON CAVALLO Marmo bianco a grana fine; alt. 80; lungh. 22; sp. 7. Rotto su tutti i lati. Provenienza: ignota. L’elegante e potente cavallo, con raffinata bardatura, appartiene ad un sarcofago di caccia e data la sua imponenza si qualifica come destriero del protagonista: il signore della caccia. Per confronti stilistici si data tra il 230 e il 240 d.C. Bibliografia: MICHELI 1985, pp. 254-255, n. 65. 66. FRAMMENTO DI FREGIO CON GIRALE D’ACANTO Marmo bianco a grana fine, lunense; alt. 23; lungh. 45; sp. 3. Rotto su tre lati; bordo inferiore regolare. Provenienza: ignota. Dopo il restauro, nel complesso viluppo vegetale si sono individuati l’erote sorgente dal cespo di acanto ed una particolare rilavorazione con la punta del trapano, che interessa soprattutto la metà destra del rilievo. Il frammento si data alla fine del II-III secolo d.C. Bibliografia: MICHELI 1985, pp. 255-256, n. 66.

67. FRAMMENTO DI SARCOFAGO CON EROTE CLIPEOFORO E GENIO STAGIONALE Marmo bianco a grana fine, lunense; alt. 42; lungh. 51; sp. 2. Tagliato regolarmente su due lati; conservati bordo inferiore e superiore. Provenienza: ignota. Rimane la parte destra di un sarcofago con clipeo centrale contenente il ritratto del defunto, portato dall’erote in volo; presso l’angolo il genio dell’Inverno, riconoscibile per l’anatra, che reca in mano. Nella parte inferiore pastore con le pecore. Per confronti stilistici si data tra la fine del III ed il IV secolo d.C.

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Bibliografia: MATZ-DUHN, II, 1881, p. 133, n. 2494; MICHELI 1985, p. 256, n. 67. 68. FRAMMENTO DI ARCHITRAVE Marmo bianco a grana fine, lunense; alt. 27; lungh. 112; sp. 4,5. Rotto su tutti i lati. Provenienza: ignota. Sotto un listello piatto si presentano un kyma lesbio e successivamente due file di perle ed astragali separate da una fascia liscia. Il frammento si data agli inizi del I secolo d.C. Bibliografia: MICHELI 1985, p. 256, n. 68. 69. FRAMMENTO DI ALTARE FUNERARIO Marmo bianco a grana fine, lunense; alt. 39; lungh. 44,5; sp. 6. Si conserva parte della fronte. Provenienza: ignota. Nel rilievo che decora la fronte Apollo con la cetra ed il grifo rappresenta forse l’ipostasi del defunto. Al di sotto del quadro figurato rimane parte dell’iscrizione di dedica. Bibliografia: CIL, VI 30585; MATZ-DUHN, III, 1882, p. 184, n. 3900; MICHELI 1985, p. 256, n. 69. 70. FRAMMENTO DI SARCOFAGO MICROASIATICO Marmo bianco a grossi cristalli di tipo greco insulare; alt. 25; lungh. 25; sp. 7. Rotto su tre lati. Provenienza: ignota. Rimane la base del sarcofago decorata da due kymatia lesbi, separati da una treccia. Il frammento appartiene ad un sarcofago asiatico a colonne risalente al 155-160 d.C. Bibliografia: MICHELI 1985, p. 256, n. 70.

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71. FRAMMENTO DI CORNICE Marmo bianco a grana fine; alt. 26; lungh. 51; sp. 8. Rotto su tutti i lati. Provenienza: ignota. Dal basso si presentano un kyma lesbio trilobato, una serie di dentelli, il kyma ionico e resti di attacchi di mensole. In considerazione dell’accurata esecuzione si data intorno alla fine del I secolo d.C. Bibliografia: MICHELI 1985, p. 258, n. 71. 72. FRAMMENTO DI SARCOFAGO CRISTIANO Marmo bianco a grana fine, lunense; alt. 23; lungh. 49; sp. 4. Rotto su tre lati; bordo superiore conservato. Provenienza: ignota. Al centro è raffigurato Cristo benedicente, tra due apostoli in tunica e pallium. Per confronti stilistici il frammento viene datato agli inizi del IV secolo d.C. Bibliografia: MICHELI 1985, p. 258, n. 72. 73. FRAMMENTO DI COPERCHIO DI SARCOFAGO CON EROTE VOLANTE Marmo bianco a grana fine striato di grigio; alt. 17; lungh. 47; sp. 2. Rotto su due lati; bordi superiore e inferiore conservati. Provenienza: ignota. L’erote porta in volo una tabula anepigrafe; sulla sinistra doveva esserci un animale di cui rimane la coda. Si data alla fine del II secolo d.C. Bibliografia: MICHELI 1985, p. 258, n. 73.

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74. TORSO VIRILE ACEFALO Marmo bianco a grana fine; alt. 34; lungh. 38. Acefalo e privo di braccia, è conservato fino all’inizio dell’addome. Provenienza: ignota. Per l’impostazione complessiva richiama la figura del victimarius, di cui esistono numerosi esempi. Si veda, tra gli altri, il rilievo del Museo Nazionale Romano, che raffigura un personaggio di età piuttosto avanzata, dalla muscolatura rilassata (cfr E. GHISELLINI, in MNR I, 7, 2, 1984, pp. 283-285, n. IX, 44). Per i confronti tipologici si può attribuire alla fine del I secolo d.C. Bibliografia: MICHELI 1985, p. 258, n. 74. 75. FRAMMENTO DI SARCOFAGO CON MUSE Marmo bianco a grana fine; alt. 60; lungh. 47. Rotto su tre lati; bordo superiore conservato. Provenienza: ignota. Disperso (settembre 1985). Bibliografia: MATZ-DUHN, II, 1882, p. 422, n. 3289; MICHELI 1985, pp. 258-260, n. 75. 76. FRAMMENTO DI SARCOFAGO CON MITO DI MELEAGRO Marmo bianco a grana fine; alt. 55; lungh. 48. Rotto su tre lati. Provenienza: ignota. Disperso. Bibliografia: MATZ-DUHN, II, 1882, p. 397, n. 3253; MICHELI 1985, pp. 260-261, n. 76. 77. FRAMMENTO DI SARCOFAGO CON MITO DI PROSERPINA Marmo bianco a grana fine, lunense; alt. 51; lungh. 35.

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Rotto su tre lati; bordo inferiore conservato. Superficie molto corrosa. Provenienza: ignota. In primo piano si nota una figura femminile genuflessa in chitone e himation, sullo sfondo una figura maschile nuda. Si tratta di una scena del ratto di Proserpina, che vede come protagonista la madre Cerere. Databile intorno al 160-180 d.C. Bibliografia: MATZ-DUHN, II, 1881, p. 326, n. 3076; MICHELI 1985, p. 261, n. 77. 78. FRAMMENTO DI SARCOFAGO DIONISIACO Marmo bianco a grana fine; alt. 61; lungh. 30; prof. 18. Rotto su tre lati; superficie molto consumata. Provenienza: ignota. Disperso. Bibliografia: MATZ-DUHN, II, 1881, pp. 469-470, n. 3389; MICHELI 1985, p. 261, n. 78. 79. DUE FRAMMENTI DI SARCOFAGO CON MITO DI APOLLO Marmo bianco a grana fine; A) alt. 30; lungh. 33; prof. 6; B) alt. 28; lungh. 28; prof. 7. Frammenti non contigui, rotti su tre lati. Provenienza: ignota. Dispersi. Bibliografia: MATZ-DUHN, II, 1881, pp. 227-228, 467-468, nn. 2811, 3381; MICHELI 1985, pp. 261-263, n. 79. 80. FRAMMENTO DI COPERCHIO CON MITO DI MELEAGRO Marmo bianco a grana fine; alt. 28; lungh. 85. Rotto su due lati; bordi inferiore e superiore conservati. Provenienza: ignota.

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Disperso. Bibliografia: MATZ-DUHN, II, 1881, pp. 398-399, n. 3257; MICHELI 1985, p. 263, n. 80. 81. FRAMMENTO DI SARCOFAGO CRISTIANO Marmo bianco a grana fine; alt. 30; lung. 33; sp. 3. Rotto su tre lati; bordo superiore conservato. Provenienza: ignota. Nel rilievo sono riconoscibili tre figure. La centrale, barbata, indossa tunica e pallium e reca un rotolo nella mano sinistra; alla sua sinistra si vede un giovane uomo con un copricapo, alla sua sinistra si intravede un terzo personaggio. La scena si riferisce al miracolo di Pietro, che fa sgorgare l’acqua. L’esemplare si data agli inizi del IV secolo d.C. ed è ascrivibile alle stesse maestranze che lavorano per l’arco di Costantino. Bibliografia: MICHELI 1985, pp. 263-264, n. 81. 82. FRAMMENTO DI SARCOFAGO CON EROTE CLIPEOFORO Marmo bianco a grana fine; alt. 35; lung. 51; sp. 2. Tagliato su due lati; bordi inferiore e superiore conservato. Provenienza: ignota. Al centro rimane il bordo del clipeo sorretto da un paffuto erote volante. Sotto si trova un leone col serpente. Molto probabilmente la decorazione si ripeteva identica sulla metà sinistra. Per i numerosi confronti stilistici e tipologici si può datare nel secondo trentennio del III secolo d.C. Bibliografia: MATZ-DUHN, II, 1881, p. 142, n. 2523; MICHELI 1985, pp. 264-265, n. 82. 83. TORSO MASCHILE Marmo bianco a grana fine; alt. 27; lungh. 32. Acefalo, privo delle braccia, si conserva fino a metà dell’addome. Provenienza: ignota. Disperso.

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Bibliografia: MICHELI 1985, p. 265, n. 83. 84. FRAMMENTO DI SARCOFAGO CON MITO DI IPPOLITO Marmo bianco a grana fine; alt. 60; lungh. 30. Rotto su due lati; bordi inferiore e superiore conservati. Provenienza: ignota. Disperso. Bibliografia: MATZ-DUHN, II, 1881, p. 467, n. 3380; MICHELI 1985, p. 265, n. 84. 85. FRAMMENTO DI FREGIO CON TRALCIO DI ACANTO Marmo bianco a grana fine lunense; alt. 18; lungh. 18; sp 5. Rotto su tre lati; bordo superiore conservato. Provenienza: ignota. Il frammento, inquadrato da un listello e da una gola rovescia, presenta un tralcio d’acanto con calive e voluta. La pulitura ha messo in risalto le sottili nervature delle foglie, di effetto quasi metallico. Per confronti silistici si data in età giulio-claudia. Bibliografia: MICHELI 1985, p. 267, n. 85. 86. FRAMMENTO DI RILIEVO CON TESTA-RITRATTO FEMMINILE Marmo bianco a grana fine; alt. 23; lungh. 23; sp 4. Rotto su due lati. Provenienza: ignota. Il frammento è delimitato, sulla sinistra, da una colonna scanalata con capitello corinzio. Segue il ritratto di una dama di età matura con la tipica acconciatura di età flavia: chioma a riccioli sulla fronte e treccia raccolta sul retro. Si data alla fine del I secolo d.C. Bibliografia: MATZ-DUHN, III, 1882, p. 322, n. 4037; MICHELI 1985, p. 267, n. 86.

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87. FRAMMENTO DI ARCHITRAVE Marmo bianco a grana fine, lunense; alt. 17; lungh. 12. Rotto su tre lati. Provenienza: ignota. Il frammento presenta superiormente un listello seguito da un kyma lesbio e da una fila di perle ed astragali, completati da due fasce lisce separate da un’altra serie di perle ed astragali. La decorazione è molto comune negli elementi architettonici di produzione romana e pertanto trova numerosi confronti. Si data nel 20/30 d.C. Bibliografia: MICHELI 1985, p. 267, n. 87. 88. DUE FRAMMENTI DI SARCOFAGO CON SCENA DI CACCIA Marmo bianco a grana fine; A) alt. 22; lungh. 49; B) alt. 20; lungh. 45; sp. 5. Entrambi i frammenti, non contigui, sono rotti su tre lati; A) conserva il bordo superiore; B) conserva il bordo inferiore. Provenienza: ignota. I frammenti n. 88 A e B, pertinenti allo stesso sarcofago, sono stati entrambi trafugati; successivamente è stato recuperato e poi rimesso in opera il frammento B; il frammento A risulta disperso. Nel rilievo superstite rimane un uomo caduto azzannato da un cane, che faceva parte della mischia nella scena di caccia. Per motivi stilistici si data agli inizi del IV secolo d.C. Bibliografia: MATZ-DUHN, II, 1881, p. 292, n. 2989; MICHELI 1985, pp. 267-268, n. 88. 89. TESTA MASCHILE BARBATA Marmo bianco a grana fine; alt. 27; lungh. 22. Conservata fino all’avvio del collo; superficie consumata. Provenienza: ignota. Dispersa.

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Bibliografia: MATZ-DUHN, I, 1881, p. 350, n. 1196; MICHELI 1985, pp. 268-269, n. 89. 90. FRAMMENTO DI FREGIO Marmo bianco a grana fine; alt. 23,5; lungh. 32; sp. 2. Rotto su due lati. Provenienza: ignota. Nel rilievo si riconosce un cespo d’acanto a due ordini di foglie molto curate nella resa delle nervature e dei margini frastagliati. Si data al I secolo d.C. Bibliografia: MICHELI 1985, pp. 269-270, n. 90. 91. PROTOME LEONINA Marmo bianco a grana fine; alt. 49; lungh. 43; prof. 16. Rotta su tutti i lati. Provenienza: ignota. Il reperto è stato distaccato, ma prontamente recuperato e ricollocato in situ, in occasione del restauro del 2007. La protome presenta le fauci spalancate, una folta e fluente criniera, sopracciglia in forma di foglie di acanto e tratti molto marcati, ma plastici. Doveva appartenere al genere dei sarcofagi a lenòs, ossia a tinozza, decorati alle estremità con leoni che azzannano le prede. Il tipo succede ai sarcofagi con protomi leonine con anelli ed ha un pregnante valore simbolico e apotropaico. Il frammento si data al 280-290 d.C. Bibliografia: MICHELI 1985, p. 270, n. 91; STROSZECK 1997, p. 151, n. 335, tav. 98, 1. 92. RITRATTO DI DINASTA TOLEMAICO Marmo; misure non rilevabili. Frattura regolare alla base del collo. Provenienza: ignota. Disperso.

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Bibliografia: MICHELI 1985, p. 270, n. 92.

Murati all’angolo tra via Antonio Canova e via delle Colonnette. Questi ultimi due reperti (nn. 93-94) sicuramente non fanno parte della originaria raccolta di Canova, come testimonia anche la stampa del 1836 (MICHELI 1985, p. 209, fig. 2). 93. FUSTO DI COLONNA SCANALATA Marmo bianco venato; alt. 67; diam. 33. Rimane il terzo superiore del fusto. Provenienza: ignota. 94. CAPITELLO COMPOSITO Marmo bianco a grana fine; alt. 36; alt. complessiva con la colonna 103. Rotto sui lati. Provenienza: ignota. Il capitello presenta due ordini di foglie lisce e al di sopra l’elemento ionico definito da un doppio collarino, dall’echino e dalla voluta lisci. Si data al II-III secolo d.C.