L'LNIVERSITA ITALIANA FINANZIA LA RICERCA ALL'ESTERO · Nel 2014, primo anno di attuazione del...

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Il corsivo del giorno di Gianna Fregonara L'LNIVERSITA ITALIANA FINANZIA LA RICERCA ALL'ESTERO Università italiana, in deficit di fondi e di progetti, da anni finanzia la ricerca di Paesi come la Francia e la Germania. E l'effetto perverso che il nostro Paese produce all'interno dei piani strategici di ricerca europei. Pochi dati per dare le dimensioni dello spreco italiano: nel piano Horizon 2020 l'Italia contribuisce perii degli 8o miliardi complessivi, che equivalgono al 14 per cento dei fondi. Nel 2014, primo anno di attuazione del piano, su 328 ricerche finanziate ne sono state approvate 28 italiane. Ma solo dieci progetti hanno avuto come sede una università del nostro Paese, cioè neppure il tre per cento: gli altri ricercatori, pur di nazionalità italiana, hanno preferito sedi estere. Francia e Germania ospiteranno 30 e 48 progetti. Insomma, un'altra storia. Nel programma precedente (2007-2013) l'Italia e la molto meno popolosa Svezia hanno ottenuto gli stessi finanziamenti. Le cause della poca attrattività italiana sono più d'una. La mancanza di fondi e di certezze per i ricercatori è la prima. Pochi mesi fa lo speleologo Francesco Sauro, incoronato dal Time tra i 1o scienziati che cambieranno il pianeta, ha ottenuto un rinnovo della borsa di ricerca solo per il clamore suscitato dalla rivista americana. Ma un'altra causa del male universitario italiano è da ricercare nel sistema stesso: a puntare il dito contro la mancanza di «capacità progettuale» è lavoce.info, che suggerisce anche alcuni miglioramenti da attuare copiando le esperienze che funzionano: prima fra tutte la creazione di strutture che sostengano l'internazionalizzazione e la partecipazione alla valutazione dei progetti di ricerca. Peccato che l'ultima versione e del piano nazionale per la ricerca, presentato dal governo a maggio, rimodulando l'uso di fondi per lo più già stanziati dalla legge di Stabilità del 2014, destini all'internazionalizzazione degli Atenei solo il 5 per cento dei finanziamenti. ©RIPRODUZ!ON[ RSéRVATA

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Il corsivo del giorno

di Gianna Fregonara

L'LNIVERSITAITALIANAFINANZIALA RICERCAALL'ESTERO

Universitàitaliana, in deficitdi fondi e diprogetti, da anni

finanzia la ricerca di Paesicome la Francia e laGermania. E l'effettoperverso che il nostro Paeseproduce all'interno dei pianistrategici di ricerca europei.Pochi dati per dare ledimensioni dello sprecoitaliano: nel piano Horizon2020 l'Italia contribuisceperii degli 8o miliardicomplessivi, cheequivalgono al 14 per centodei fondi. Nel 2014, primoanno di attuazione delpiano, su 328 ricerchefinanziate ne sono stateapprovate 28 italiane. Masolo dieci progetti hannoavuto come sede unauniversità del nostro Paese,cioè neppure il tre per cento:gli altri ricercatori, pur dinazionalità italiana, hanno

preferito sedi estere. Franciae Germania ospiteranno 30e 48 progetti. Insomma,un'altra storia. Nelprogramma precedente(2007-2013) l'Italia e lamolto meno popolosa Sveziahanno ottenuto gli stessifinanziamenti. Le causedella poca attrattivitàitaliana sono più d'una. Lamancanza di fondi e dicertezze per i ricercatori è laprima. Pochi mesi fa lospeleologo Francesco Sauro,incoronato dal Time tra i 1oscienziati che cambierannoil pianeta, ha ottenuto unrinnovo della borsa diricerca solo per il clamoresuscitato dalla rivistaamericana.Ma un'altra causa del maleuniversitario italiano è daricercare nel sistema stesso:a puntare il dito contro lamancanza di «capacitàprogettuale» è lavoce.info,che suggerisce anche alcunimiglioramenti da attuarecopiando le esperienze chefunzionano: prima fra tuttela creazione di strutture chesostenganol'internazionalizzazione e lapartecipazione allavalutazione dei progetti diricerca. Peccato che l'ultimaversione e del pianonazionale per la ricerca,presentato dal governo amaggio, rimodulando l'usodi fondi per lo più giàstanziati dalla legge diStabilità del 2014, destiniall'internazionalizzazionedegli Atenei solo il 5 percento dei finanziamenti.

©RIPRODUZ!ON[ RSéRVATA

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Italia L d'arresto che non si vedeva 1945rischio che il nostro sistema industriale rimanga spiazzato

La crescita zero dei . laureati .di Federico Fubini

Manuela Croatto, una funzionaria dell'Univer-sità di Udine, ha capito che un diaframma invisi-bile era caduto il giorno in cui ha letto questopost su Facebook: «Ho mentito ai miei sulla lau-rea e ora il passo più grande è inscenare la di-scussione della tesi. Mi rivolgo a quanti di voi so-no nella mia stessa situazione : se qualcuno vo-lesse organizzare la propria proclamazione, po-tremmo organizzare una finta cerimonia».Presto sono arrivate le risposte: «Mi trovo nellastessa situazione» o «Vi prego aiutate anche me,sono disperata». Croatto, che gestisce l'orienta-mento per gli studenti, di recente ha trovato an-che un sito di consigli su come far credere ai ge-nitori che assisteranno a una vera discussione ditesi. Tre volte negli ultimi tempi si è dovuta oc-cupare di ragazzi intrappolati nelle loro storie dilauree fittizie. Il rettore di Udine, Alberto De To-ni, ha finito per offrire un servizio dell'ateneoper la consulenza psicologica a chi entra in que-sto labirinto di bugie.

Questi sono sintomi acuti, però non isolati. LaCommissione Ue mostra che l'Italia nel 2013 hauna delle quote di abbandono universitario piùalte in Europa (45%), e una delle più basse di lau-reati fra i 3o e i 34 anni. Nella distrazione genera-le, il Paese sta vivendo un'esperienza che ne met-te in pericolo il ruolo nella competizione globaledei prossimi decenni: l 'istruzione superiore è ar-rivata alla crescita zero.

Il sorpasso polaccoPer la prima volta dal 1945 il numero dei laure-

ati disponibili per le imprese sta smettendo dicrescere. Resta fermo ai livelli più bassi nel con-fronto internazionale, mentre altri Paesi a reddi-to alto o medio-basso hanno imboccato la dire-zione opposta. L'Ocse di Parigi mostra che la po-polazione laureata in Francia o in Germania cre-sce almeno il doppio più in fretta che in Italia e lasua incidenza è già molto superiore (vedi grafi-co). In Polonia nel 2014 vivevano 5,6 milioni didiplomati delle università, come in Italia, ma ilsorpasso ormai è inevitabile. In Irlanda o in Co-rea del Sud l'intensità dell'istruzione superiorenella società è tripla, e in aumento costante. Nonè solo un fenomeno dei Paesi avanzati. La Cina

nel 2014 aveva già 74 milioni di laureati e ai ritmiattuali tra non molti anni quattro cinesi su dieciusciti dai licei si iscriveranno all'università; ametà del prossimo decennio la Repubblica po-polare potrebbe raggiungere una quota di laure-ati superiore al 13% di questo Paese. Il rischio cheil sistema industriale italiano si trovi spiazzatoben oltre l'universo del basso costo è tutt'altroche remoto: economie dove il lavoro resta più abuon mercato stanno iniziando a competerenella conoscenza, nelle tecnologie, e sulla partealta del valore aggiunto.

Fuga all 'esteroNon è questa, per la verità, la storia che emer-

ge dalle statistiche ufficiali. Sulla base dei datiIstat, la Fondazione Leone Moressa di Mestremostra che l'incidenza dei laureati nella popola-zione italiana starebbe in effetti continuando acrescere: dal 12,9% del 2014 al 13,3% dell'annoscorso. L'istituto statistico italiano non mente,però dispone di informazioni incomplete a cau-sa della difficoltà di tenere il conto dei laureatiitaliani che si trasferiscono all'estero. Proprioquesto è uno dei fattori che contribuisce di piùalla crescita zero dell'istruzione superiore nelterritorio nazionale.

L'Istat stima che negli ultimi anni aveva unalaurea circa una persona ogni quattro fra quellehanno lasciato l'Italia per lavorare altrove. Piùdifficile per l'agenzia è però calcolare l'entità diquesti deflussi, perché la qualità dei suoi dati di-pende da una scelta che molti non compiono senon dopo molti anni di emigrazione: iscriversiall'Anagrafe degli italiani residenti all'estero.L'Istat può tenere conto di loro solo in quel mo-mento, eppure alcuni indizi permettono di mi-surare che le uscite dal Paese sono probabilmen-te circa tre volte più delle 145 mila stimate nel2015. Germania, Gran Bretagna e Svizzera sonole prime destinazioni per gli italiani che espa-triano e, secondo le statistiche ufficiali, negli ul-timi anni hanno assorbito circa un terzo dei no-stri migranti. Chi arriva in Germania, nel RegnoUnito o in Svizzera deve registrarsi subito per po-ter ottenere il codice fiscale, l'assistenza sociale oil medico di famiglia, anche se non si cancelladall'Italia. E i numeri sugli immigrati italiani inmano alle amministrazioni di Berlino, Londra e

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I numeriUna ricerca

dellacommissioneUe mostra chel'Italia nel 2013ha una dellequote diabbandonouniversitariopiù alte inEuropa (45%),e una delle piùbasse dilaureati fra i 30e i 34 anni

Perla primavolta dal 1945il numero deilaureati italianidisponibili perle imprese stasmettendo dicrescere. Restafermo ai livellipiù bassi nelconfrontointernazionale,mentre altriPaesi a redditoalto o medio-basso hannoimboccato ladirezioneopposta

L'Ocse diParigi mostrache lapopolazionelaureata inFrancia o inGermaniacresce almenoil doppio più infretta che inItalia e la suaincidenza è giàmoltosuperiore

In Irlanda oin Corea delSud l'intensitàdell'istruzionesuperiore nellasocietà è tripla,e in aumentocostante. Trendsimili siregistranoanche in Cina

L' (stat sti mache negli ultimianni aveva unalaurea circauna personaogni quattro fraquelle hannolasciato l'Italiaper lavorarealtrove,all'estero. Maaltri indiziindicano che leuscite dalPaese sianoprobabilmentecirca tre voltepiù delle 145mila stimatenel 2015

Berna sono in media tre volte e mezzo più alti diquelli che registra l'Italia. La Germania è il casopiù estremo: secondo l'Istat sono poco più di 17mila le persone trasferitesi verso la Repubblicafederale nel 2014, ma l'omologa agenzia tedescane conta oltre quattro volte di più.

Istruiti ma poveriQuesti dati permettono di stimare ragionevol-

mente che in un anno come il 2015 siano uscitidall'Italia circa Zoo mila laureati, ne siano entraticirca 27 mila (su 273 mila nuovi arrivati nel Pae-se) e altri 6,5 mila siano morti. Con queste forzein azione, i 212 mila nuovi diplomi dell'ultimoanno stima Alma Laurea basterebbero a farsalire la quota di laureati sulla popolazione ita-liana di appena lo 0,12%. C'è però un problema: i5o mila iscritti in meno all'università in questianni produrranno presto una flessione nel flus-so dei nuovi diplomi e questa può portare il tas-so di crescita dei laureati allo zero-virgola-zero-qualcosa. Nel frattempo le tecnologie nei siste-mi produttivi globali si fanno sempre più sofisti-cate, i concorrenti dell'Italia sempre più decisi adominarle. Per un giovane, la scelta di smetteredi studiare può apparire razionale: il salario me-dio d'ingresso di un laureato triennale è crollatoda 1.300 euro del 2007 a 1.004 euro del 2012, se equando trova lavoro. Ivano Dionigi, presidentedi Alma Laurea, sottolinea quanto sia paradossa-le che un bene scarso come la conoscenza in Ita-lia venga remunerato tanto poco. Di certo, sullascala di un Paese sta diventando un atto di maso-chismo collettivo: in Italia solo le imprese piùaperte al contributo dei laureati come dimo-stra un nuovo studio di Fadi Hassan del TrinityCollege e altri stanno tenendo il ritmo dellacompetizione con il resto del mondo. Le altremolto meno.

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Il confrontoIn Francia e Germaniala popolazione conl'istruzione più elevataaumenta a un ritmodoppio rispetto a noi

Le conseguenzeIl Paese sta vivendoun'esperienza che nemette in pericolo il ruolonella competizionedei prossimi decenni

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II confronto% della popolazione, 25-34 anni , con un diploma dl laurea per Paese(anno 2014)CiproLussemburgoLituaniaIrlandaSveziaRegno UnitoFranciaEstoniaBelgioOlandaPoloniaDanimarcaSpagnaFinlandiaLettoniaGreciaAustriaSloveniaUE 27Ungheria 32,1Croazia 31,9Portogallo 31,4Bulgaria :4ï 31,3Malta 29,9Rep. Ceca 29,9Slovacchia e; 29,8Germania 28,4Macedonia 28,1Romania 25,4ITALIA 24,2

FnnYp vü ir I Y nI ,p h mn

4645,8

44,844,544,244,1

42,642,1

41,540,3

39,438,7

38,438,1

37,3

Tassi di ingresso e di completamento ciclo di studi(anno 2013)

A B Laureati LaureatiTassi di Tassi di attesi effettiviingresso completamento (AxB) (25 - 34 anni)

ITALIA 0,41 0,58 0,24 0,24

OCSE 0,60 0,70 0,42 0,41

Laureati in Italia (al netto delle laureespecialistiche/magistrali)(anni 1999-2014)

310.000

290.000

270.000

250.000

230.000

210.000

190.000

170.000

150.000

130.000

291.189

1 141.728 I I I I I I I1999 01 03 05 07 09 11 13 14

5452,952,6

50,8

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Popolazione con titolo di studio «'aurea e post- laurea» in Italia*Incidenza % su popolazione italiana e straniera

Italiani Stranieri

11 11 10,9 10,9r I

1í ,-1, « 10,4 110.1Iw

2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012

*Questo dato non tiene conto di circa 100 mila laureati che hanno lasciato l'Italia nel 2015

Istruzione dl livello universitario in Cina*obiettivo governo cinese

3034 36

42-,S

918

34

2013

22,9 -1"

1ß-3111

2014

40

24

2009 2015' 2020' 2009 2015*Numero di studenti Tasso di immatricolazioni

(in milioni) (in %)

L parola

OCSE

L'Ocse è una organizzazione internazionale di studieconomici; è stata fondata nel 1948 con lo scopo di sfruttareal meglio gli aiuti provenienti dagli Stati Uniti per laricostruzione post bellica. Attualmente l'obiettivo èl'integrazione e la cooperazione economica e finanziaria tra imaggiori Paesi dell'Occidente.

2020*

2015

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L'Università di lisasi tira fuoridalla Dogana d'acquaL'ateneo scrive una e-mail al Comune e fa marcia indietronon trasferirà nel nuovo polo i suoi laboratori di ricerca

di luna Goti1 LIVORNO

La notizia è piombata sul Co-mune di Livorno come un ma-cigno: l'Università di Pisa hadeciso di fare un passo indie-tro rispetto agli accordi presinel 2009 e di chiamarsi fuoridalla Dogana d'acqua. In altreparole non trasferirà i suoi la-boratori di ricerca nel com-plesso che è stato realizzatoall'interno del pacchetto deiPiuss, con fondi europei, in viadella Cinta esterna. Comples-so che di fatto è pronto (machiuso e vuoto) da più di unanno.

La conferma è arrivata alla fi-ne dell'ultimo consiglio comu-nale dall'assessora FrancescaMartini, messa alle strette dal-la capogruppo di Forza Italia,Elisa Amato, che le ha chiestolumi proprio sui tempi di inse-diamento del nuovo Polo dellalogistica e delle alte tecnolo-gie.

«Solo pochi giorni fa - ha ri-ferito Martini - abbiamo rice-vuto l'e-mail del rettore che ciha informato dell'intenzionedell'Università di non manda-re più gli operatori alla Doga-na d'Acqua». Per ora, ha sotto-lineato, «non è stato fatto unatto ufficiale per recederedall'accordo sottoscritto origi-nariamente». Ovvero il proto-collo di intesa firmato nel 2009con l'amministrazione Cosi-mi. Ma l'intenzione è chiara.

Cosa c'era scritto in quellae-mail lo racconta la decisione

numero 234 presa dalla giuntacomunale il 6 settembre, percorrere subito ai ripari. «L'Uni-versità degli studi di Pisa - silegge - con un messaggio invia-to in posta elettronica dal ret-tore, ha comunicato che "ilconsiglio di amministrazione,nella seduta del 28 luglio, hadoverosamente preso atto delvenir meno delle condizioni edell'interesse per l'utilizzo de-gli spazi all'interno dell'edifi-cio Dogana d'acqua. Non èpertanto possibile procederealla sottoscrizione del nuovo emodificato protocollo che ciavete inviato recentemen-te"...».

Perché questa decisione?Martini a margine del consi-

glio ha risposto che l'Universi-tà avrebbe parlato del «trasferi-mento di alcuni referenti deiprogetti che si sarebbero dovu-ti sviluppare a Livorno». Poi siè affrettata a sottolineare che irapporti tra il Comune e Unipi

sono ottimi e che gli altri impe-gni sul territorio, a cominciaredal polo di logistica a villa Leti-zia, con l'attivazione di duenuovi master, sono conferma-ti.

Cosa, pur definendo «sor-

È invece confermatol'impegnodel Sant 'Anna e di altrerealtà d'eccellenza

prendente» quanto sta avve-nendo, ha cercato di eviden-ziare che sarà l'«opportunitàper aprire l'accordo e i nuovispazi della Dogana d'acqua adaltri soggetti».

Ma la domanda resta: per-ché questa decisione? Lo ab-biamo chiesto ai verticidell'ateneo che per ora, conuna risposta telegrafica, han-

no solo confermato quantoemerso in consiglio comuna-le: «Nel ribadire la propria di-sponibilità a collaborare con ilComune di Livorno e gli altriatenei e centri di ricerca delterritorio, l'Università di Pisaprecisa di non avere più unparticolare interesse per la se-de della Dogana d'Acqua».

Alla Dogana, insieme ai la-boratori di carattere ingegneri-stico dell'Università di Pisa,erano previste le attività di ri-cerca del Sant'Anna (istitutoTecip) che a oggi sono confer-mate, e una serie di spin off(anche quelle confermate).

Ora il Comune chiederà aivari partner se vogliono occu-pare la fetta dell'edificio cen-trale - una bella fetta - che eradestinata a Unipi e che rischiadi rimanere vuota. E la giuntaha già chiesto agli uffici di An-vitare le Università di Firenze eSiena a manifestare il propriointeresse».

V 11N--111111111

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Va detto che in era Cosi-mi-Colombini la rinascita del-la Dogana d'acqua era statapensata come un'opportunitàdi ricerca, di crescita, di svilup-po proprio intorno all'universi-tà e ai centri di eccellenza pisa-

La giunta ora vuoleinvitare le universitàtoscane di Firenzee Siena a farsi avanti

ni e livornesi. Oggi la decisionedi Unipi di tirarsi indietro nonpuò quindi che suonare comeun duro colpo.

Hanno inciso in questa deci-sione i ritardi accumulatinell'ultimo anno per arrivarealla messa in moto del polo?Già nel marzo del 2015, infatti,il Tirreno titolava che alla Do-gana erano finiti i lavori e che

di lì a breve (come poi è stato)sarebbe stati fatti i collaudi:perché tutto questo tempo perchiudere gli accordi tra enti earrivare alla definizione dellagovernance?

Tra l'altro, nel dicembre del2015, quando sembrava chetutti gli enti fossero pronti a fir-mare, l'amministrazione livor-nese ha proposto un nuovoscherma di accordo per assicu-rare una posizione di «premi-nenza e di responsabilità» peril Comune.

Intanto in consiglio comu-nale Martini ha ripetuto piùvolte che è stato «negativo col-locare soggetti terzi in immobi-li che hanno natura demania-le», puntando il dito controuna serie di lungaggini e com-plicazioni di carattere burocra-tico e gestionale.

Ma ora c'è da capire beneche effetti avrà questo disim-pegno dell'Università a un pas-so dal via.

I due edifici del complesso della Dogana d 'acqua (Marzi Pentafoto)

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Il rettore

«Gli atenei faticanoa cogliere i mutamentidel mondo del lavoroE mancano i fondi»

Pochi immatricolati, laureatiche fuggono attratti dal lavoroin altri Paesi, un mercato inter-no dove c'è poca ricerca e menobisogno di competenze elevate.Professoressa Cristina Messa,dal 2013 rettore dell'Universitàdegli Studi di Milano-Bicocca,come si è arrivati fin qui? «Estata una combinazione di cau-se. Una di queste è la cronicamancanza di fiducia dei giovaninelle istituzioni, compresal'Università. Si è fatta stradal'idea in certi settori che avere lalaurea non serva a trovareun'occupazione consona al pro-prio sforzo e alle proprie spe-ranze».

E davvero così , è necessariaun'autocritica da parte del-l'Università?

«Non è così per tutti. Secon-do i dati di Almalaurea a cinqueanni dal diploma universitariopraticamente tutti hannoun'occupazione che è megliopagata di quella di chi ha smes-so dopo le scuole superiori.Certo è però che l'offerta forma-tiva ultimamente non ha colto ilcambiamento del sistema eco-nomico e in generale della so-cietà».

Troppi laureati in lettere etroppo pochi in materiescientifiche , che per di piùfuggono all 'estero?

«Molti corsi stanno cam-biando ma troppo lentamente.Oggi le più richieste sono lecompetenze trasversali chevanno dalla comunicazione al-l'Informatica e alla tecnologia,noi fatichiamo ad adeguarci».

La fuga dalle Università delSud è un fenomeno allarmante,il Nord soffre meno, ma chipuò sceglie di partire anche perstudiare. Nelle classifiche leUniversità italiane arrancano.

«Non c'è una Harvard italia-na, ma tante eccellenze sparsenelle varie università, che spes-so sono anche piccole. Cosìnessun Ateneo o quasi riesce aemergere. Inutile dire che nonriusciamo se non raramente afare rete, ognuno va per contosuo e perora la propria causa.L'Università da noi funzionavaquando era un cenacolo di po-chi studiosi, di un'élite che fa-

ceva vera scienza, oggi che ladomanda è diversa, che la so-cietà è cambiata e che la sfida èaprire più possibile il sapere,stiamo perdendo la partita».

Come si ferma la perdita distudenti?

«E molto importante il lavo-ro di valutazione fatto dall'An-vur in questi anni che permettedi avere dati oggettivi sul valoredelle singole università. Più ingenerale credo che il problemanon sia che i nostri ragazzi van-no all'estero. La circolazione diuomini e idee è fondamentale.Ma non riusciamo ad attrarrestranieri, a causa anche dellalingua e della scarsa attenzionefino a poco tempo fa all'inter-nazionalizzazione. Si aggiungache il nostro sistema economi-

CLLÊ C

CristinaMessa (fotosopra) è rettoredell'universitàMilano -Bicocca dalprimo ottobredel 2013. Èlaureata inmedicina echirurgia e nel1989 haottenuto laspecializzazio-ne in medicinanucleare nellostesso ateneoche oggi dirige.In campoprofessionalesi è a lungooccupata didiagnostica perimmagini

Dal 2011 al2015 haricopertoanche la caricadivicepresidentedel Cnr. Nelcorso della suacarriera haseguito corsi diaggiornamentonelle universitàdi Philadelphia,Los Angeles eall'Hammer-smith hospitaldi Londra. Ha alsuo attivo lapubblicazionedi 130 lavoriscientifici.

Ili i-1 del sistemaAbbiamo tanteeccellenze sparse che nonfanno rete : così nessunariesce ad emergere

co fatto di piccole e medie im-prese che non investono in ri-cerca non riesce ad assorbire fi-gure di alta specializzazione».

Che cosa suggerisce lei dalsuo posto di rettore a Milanoper invertire la tendenza?

«Dovremmo risolvere treproblemi enormi: la mancanzadi fondi cronica dal 2008, cheimpedisce di ampliare l'offerta:non abbiamo abbastanza corsiné professori, in più il fatto chei finanziamenti siano annualinon ci permette di programma-re nulla. C'è poi l'eccesso di bu-rocrazia nella gestione dei fon-di che ci impedisce spesso diusarli. Aggiungo la scarsa at-tenzione del governo a Bruxel-les per poter usare i fondi euro-pei e partecipare ai progetti Ue.Oggi in Europa si sta discuten-do che cosa sarà l'Università do-po il 2020, È lì che l'Italia do-vrebbe fare lobbying».

Gianna Fregonara© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Strategie/2 Tre ricette finanziarie che utilizzano polizze, Etf e titoli obbligazionari governativi per raggiungere l'obiettivo dell'università

bgli per la Bocconi, Archite eleggeRisparmiando trai 200 e 300 euro al mese per un decennio (e oltre) si capitalizzala somma necessaria. Ecco come

DI PIEREMILIO GADDA

La stesura di un piano per fi-nanziare la laurea a piccolipassi inizia con un dilemma:è meglio scegliere strumenti

a basso rischio, rassegnandosi ai mi-ni-tassi per proteggere l'investimen-to? 0 conviene invece adottare unapproccio più aggressivo, a caccia diun extra-rendimento in grado diconsolidare il capitale accumulato eamplificare i benefici dell'effetto ca-pitalizzazione? Esistono molte ricet-te differenti, ma gli attuali tassi dimercato e l'ampio orizzonte su cuipuò e re spa' iato l'investimento

Nell'ultimo secolo eBorse hanno dato nmedia 11111 11115% Panno.Nel breve però....

(10/15 anni) - dicono gli esperti -dovrebbero scoraggiare un atteggia-mento troppo difensivo. CorriereEconomia ha chiesto a tre operatori,Consultique, AdviseOnly e Mo-neyfarm, di sviluppare altrettantiportafogli disegnati per il progettouniversità dei figli, da costruire at-traverso un piano di accumulo conun orizzonte temporale predefinito.Eccoli.

Per frequentare cinque anni dicorso alla facoltà di economia ecommercio della Bocconi di Milano,

uno studente fuori sede può spen-dere approssimativamente 85milaeuro. Pensando a questo obiettivo, igenitori di un bimbo che ha appenacompiuto un anno dovrebbero ac-cantonare 311 euro al mese per 204versamenti (l'ipotesi è un rendi-mento annuo del 3%). Come si co-struisce un portafoglio adatto a que-sto traguardo? «Escluderei i buonifruttiferi postali: oggi, i rendimentisono troppo bassi», avverte Giusep-pe Romano, direttore dell'UfficioStudi di Consultique: converrebbesemmai prendere in esame una po-lizza vita rivalutabile (ramo I), col-legata ad una gestione separata: unasoluzione adatta a proteggere il ca-pitale investito, con il consolida-mento annuo dei risultati, e guada-gni ancora accettabili. «Una buonagestione separata - calcola Roma-no - può offrire il 2%, al netto deicosti di gestione». Per evitare bruttesorprese, precisa l'esperto, è neces-sario però scegliere strumenti senzacaricamenti iniziali e con costi di ge-stione nell'ordine di un punto per-centuale l'anno. Nel portafoglio con-fezionato da Consultique, la polizzapesa il 40% dell'investimento com-plessivo. Il resto della componente areddito fisso vale il 275% e l'esposi-zione azionaria è del 30%.

Il budget necessario per conse-guire la laurea in architettura al Po-litecnico di Torino viaggia attorno ai50 mila euro, comprese le spese perl'affitto di un appartamento in con-divisione. Accantonando 220 euro

al mese per 15 anni - s'inizia quan-do il futuro architetto ne compie tre- l'obiettivo è a portata di mano.Nel portafoglio a base di Etf propo-sto da Advise0nly, la Borsa rappre-senta il 4,5%. «In linea teorica, il po-sizionamento potrebbe essere ari-che più aggressivo, visto l'orizzontetemporale considerato: negli ultimi100 anni, i mercati azionari hannodimostrato di saper catturare unbuon premio al rischio, consegnan-do il 5% l'anno in termini reali. Lanostra asset allocation, però, rifletteun giudizio non particolarmente po-sitivo sulle prospettive a breve delleBorse», chiarisce Raffaele Zenti, re-sponsabile del team di strategie fi-nanziarie di Advise0nly.

Uno zoccolo duro del 20% è dedi-cato ai titoli governativi globali inve-stment grade. Anche se oggi rendo-no poco, spiega l'analista, permetto-no di ottenere una buona diversifi-cazione valutaria. In ogni caso, imini-tassi impongono la ricerca diun extra-rendimento tra i titoli cor-porate a breve termine, cui è dedica-to il 25% del portafoglio.

Il paniere viene completato cori

un 10— di emi -ioni inflation linked.

«Oggi le azioni sono la sola classedi attivo che consente di avere acces-so a rendimenti positivi», premetteGiovanni Daprà, cofondatore e ad diMoneyFarm. Non è un caso se il por-tafoglio - da realizzare con 120 ver-samenti mensili da 215 euro me-diante un piano di accumulo a basedi Etf - ha un'esposizione moltoelevata alla Borsa, pari al 65%: da re-alizzare con due prodotti a replicapassiva, rispettivamente sull'MsciWorld (49,59/,,) e sull'Msci emergingmarkets (15%). Il profilo di rischio èelevato e, secondo Daprà, perfetta-mente coerente con l'obiettivo pre-fissato: costruire un capitale da 30mila euro, sufficiente a pagare lespese per la facoltà di giurispruden-za nel caso in cui lo studente viva acasa dei genitori, nella provincia diRoma. «Storicamente - ricordaDaprà - anche se si considerano lefasi più buie delle Borse mondiali, ilistini si sono sempre dimostrati ingrado di recuperare le perdite. Laprobabilità che tra 10/15 anni i mer-cati siano al di sotto degli attuali li-velli è bassa». Nella componente areddito fisso del paniere disegnatoda Moneyfarm spicca una percen-tuale del 12% da investire in obbliga-zioni ad alto rendimento, accanto abond governativi dei Paesi sviluppa-ti (10,5%) e titoli indicizzati all'infla-zione (9,5%). Non va dimenticatauna posizione marginale sulle mate-rie prime (3,5%).

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Quanto accantonare:311 aura al mese x 204 mesiIpotesi rendimento annuo: 3%

Età figlio: 1 annoUniversità Bocconi di Milano,Facoltà di EconomiaFamiglia residente a GenovaIsee 25.000Durata percorso di studio: 5 (3+2)Esborso complessivo: 85.000 eurodi cui: Tasse universitarie 39.250 €Libri, computer, tesi, accessori vari: 7.160 €Trasporti (pubblici): 1.000 €Alloggio (affitto in condivisione) 21.550 €Vitto (tavola calda/bar/ristorante) 16.000€

Polizza Ramo 1 40%Gestione Separatai,,•,v,v^imniiimniivi'/q////////////////////e 7//////////////////

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Materie Prime

4e"KtariQuanto accantonare:

1 soro al mese x 120 mesiIpotesi rendimento annuo: 3%

Età figlio: 8 anniUniversità di Roma la Sapienza,Facoltà di GiurisprudenzaFamiglia residente nella Provincia di RomaIsee 13.000Durata percorso di studio: 5 (3+2)Esborso complessivo: 30.000 eurodi cui:Tasse universitarie 2.719 €Libri, computer, tesi, accessori vari: 5.600 €Trasporti (pubblici): 9.500 €Alloggio (affitto in condivisione): 0€Vitto (tavola calda/bar/ristorante ) 12.180 €

D4P&,ifoQuanto accantonare:'20,b dura al mese x 180 mesiIpotesi rendimento annuo: 3%

Età figlio: 3 anniUniversità di Torino, Facoltà di ArchitetturaFamiglia residente a la Spezialsee:16.000 euroDurata percorso di studio: 5 (3+2)Esborso complessivo stimato: 50.000 eurodi cui:Tasse universitarie 2.750 €Libri, computer, tesi, accessori vari: 8.300 €Trasporti (mezzo privato: moto): 3.800 €Alloggio (affitto in condivisione) 20.000 €Vitto (tavola calda/bar/ristorante) 15.150 €

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Obbligazioni corporateUsa breve termine

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Sisma, tasse sospeseper gli universitariLa Crui, la conferenze dei rettoridelle università italiane, nell'espri-mere la propria vicinanza esolidarietà alle popolazioni colpitedal terremoto dello scorso 24agosto, ha chiesto a tutti gli ateneidi esonerare dal pagamento delletasse e dei contributi universitariper l'a.a. 261612617gli studentiiscritti a corsi di studio residenti,ovvero il cui nucleo familiare èresidente, nelle aree delle RegioniAbruzzo, Lazio, Marche, Umbriainteressate dall'evento sismico.

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La 13a edizione del QS ivorld universi.ty ranliing piazza Stanford seconda e Harvard tema

Negli Usa il top delle universitàMit la igi re. Politecnico di M ilano primo i Italia

Pagina a curaDI FILIPPO GROSSI

1 Massachussetts Insti-tute of Technology MITdomina la tredicesima

e edizione del QS WorldUniversity Rankings ri-confermandosi la miglioreuniversità al mondo per ilquinto anno consecutivo.L'università di Stanfordguadagna il secondo postomentre Harvard scende alterzo e l'università di Cam-brige al quarto. Per la primavolta, dall'edizione 2004/05,le prime tre università sonotutte statunitensi. In cresci-ta le università di Russia,Cina e Corea del Sud. Perquanto riguarda le univer-sità italiane, in particolare,il Politecnico di Milano siriconferma numero uno inItalia e al 183esimo posto alivello mondiale scalando diquattro posizioni in classi-fica rispetto all'anno scorso(in cui era sempre al primoposto tra le italiane). A se-guire l'università di Bolognaalla posizione 208, La Sa-pienza di Roma al 223esimoposto, il Politecnico di Torinoalla posizione 305 (che scalaben nove posti rispetto allagraduatoria del 2015), l'uni-versità degli studi di Padovaal 338esimo posto e l'univer-sità degli studi di Milano al370esimo. Via via le altreuniversità italiane dallaposizione 400 fino alla 700e oltre, per esempio, dell'uni-versità degli studi di Vero-na: tra gli atenei italiani nel2016 spicca l'università diModena e Reggio Emilia cheguadagna diverse posizioniin graduatoria rispetto al2015. Se nel mondo, a farlada padrone sono le universi-tà statunitensi, in Europa èda rilevare che l'ateneo EthZurich ottiene la miglioreposizione di sempre piazzan-

dosi all'ottavo posto del ran-king, mentre l'università diEdinburgo entra tra le prime20 del ranking. La classificaè stilata secondo sei criteri:un sondaggio internazionalerivolto ad accademici, docen-ti e ricercatori ai quali vienechiesto di indicare le univer-sità migliori nel proprio am-bito di specializzazione, unsondaggio rivolto a datori dilavoro e recruiter, il nume-ro di citazione ottenute dairicercatori di un'universitàpubblicate su riviste scienti-fiche internazionali, il livellodi risorse dedicate all'inse-gnamento, la proporzionedi docenti internazionalirispetto al corpo docente e,infine, la proporzione di stu-denti internazionali rispet-to al corpo studentesco. Perquanto concerne le univer-sità italiane, l'ateneo diTrento ottiene, ad esempio,il migliori risultato italianonell'indicatore dell'«inter-national faculty», ossia laproporzione di docenti ri-cercatori internazionali,classificandosi 322esima almondo, mentre il Politecnicodi Torino primeggia in Italianell'indicatore «internatio-nal students» (proporzionedi studenti internazionali)ottenendo il 312esimo postoal mondo. Il Politecnico diMilano, invece, ottiene risul-tati molto buoni nella valu-tazione della qualità dei lau-reati (employer reputation,dove è 63simo al mondo) enella qualità della didatti-ca e della ricerca (academicreputation, dove è 159simo).Quest'ultima posizione scon-ta un rapporto studenti/do-centi molto più alto deglialtri atenei internazionali:se solo questo rapporto fosseallineato a quello delle mi-gliori università straniere, ilPolitecnico raggiungerebbel'8lesimo posto al mondo.

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2016 2015 UNIVERSITÀ ITALIANE NEL QS WORLD UNIVERSITYRANKINGS 2016/2017

183= 187 POLITECNICO DI MILANO208 204= UNIVERSITA DI BOLOGNA (UNIBO)223= 213= SAPIENZA - UNIVERSITÀ DI ROMA305 314= POLITECNICO DI TORINO338= 309= UNIVERSITA DEGLI STUDI DI PADOVA (UNIPD)370= 306 UNIVERSITA DEGLI STUDI DI MILANO

431-440 367= UNIVERSITA DI PISA441-450 431-440 UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI TRENTO451-460 411-420 UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI FIRENZE (UNIFI)481-490 401-410 UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI ROMA - TOR VERGATA481-490 441-450 UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI NAPOLI FEDERICO II491-500 471-480 UNIVERSITÀ CATTOLICA DEL SACRO CUORE551-600 501-550 UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI TORINO (UNITO)551-600 501-550 UNIVERSITA DEGLI STUDI DI PAVIA (UNIPV)651-700 701+ UNIVERSITA DEGLI STUDI Di MODENA E REGGIO EMILIA651-700 601-650701+ 701+

701+ 701+

701+

701+ 701+

701+ 701+

701+ 701+

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MILANO-BICOCCAUNIVERSITÀ CA' FOSCARI VENEZIA

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI CATANIA (UNICT)UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI FERRARAUNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI GENOVAUNIVERSITA DEGLI STUDI DI PERUGIAUNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI SIENA (UNISI)

701+ 651-700 UNIVERSITA DEGLI STUDI DI TRIESTE (UNITS)701+ 701+ UNIVERSITA DEGLI STUDI ROMA TRE701+ UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PALERMO701+ 701+ UNIVERSITA DEGLI STUDI DI BARI701+ 701+ UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BRESCIA701+ 701+ UNIVERSITA DEGLI STUDI DI VERONA

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«La nostra caccia al Big Band»L'INTERVISTA

iamo alla ricerca dellaradiazione di fondodell'Universo, quellaemessa al momento delBig Bang. Avremmo lapossibilità di riscrivere

i libri di fisica». Fulvio Ricci è ilcoordinatore del progetto Virgo, il"cacciatore" di onde gravitazionali,docente di fisica all'Università LaSapienza di Roma è stato fra i prota-gonisti della storica scoperta di que-sto tipo di radiazioni, che, come dis-se durante l'annuncio dello scorsofebbraio, «inaugura l'era dell'astro-nomia gravitazionale».

«Siamo di fronte a un modo com-pletamente differente di studiarel'universo: i segnali osservati sonofrequenze con le caratteristiche fisi-che delle frequenze acustiche, manon siamo assolutamente di frontea fenomeno acustico».

Ha anche detto di preferire "sen-tire" l'universo, piuttosto che ascol-tarlo Proprio perché siamo in gradodi percepire questi segnali simili aquelli acustici, per costruire un mes-saggio diretto per pubblico, ci piacedire che siamo in grado di "sentire"l'universo. In realtà è perché ora sia-mo in grado di studiare fenomeniinvisibili: per esempio la coalescen-za dei buchi neri. I buchi neri nonproducono luce eppure siamo statiin grado di ricostruire dinamica delprocesso di fusione che ha generatole onde che abbiamo rilevato finora.Si tratta di fenomeni invisibili, riu-sciamo a sentire ciò che non si puòvedere.Il prossimo 17 settembre sarà aSassuolo per il Festivalfilosofia,insieme a Paola Puppo, con il dia-logo "Collisioni Cosmiche ". Pren-dendo in prestito il sottotitolo: diche si parla quando parliamo dionde gravitazionali?«Si tratta di un concetto complessoche cerchiamo di trasferire in modosemplice a persone che non hannouna particolare preparazione scien-tifica: parliamo di piegature spazialiche si propagano, come increspatu-re delle onde del mare. Increspaturedi quella tela che è il modo di inter-pretare lo spazio che ci circonda eche implica il cambiamento della di-stanza fra punti dello spazio, fra i

corpi che occupano nello spazio eche concorrono a definirne le pro-prietà».Cos'hanno di così speciale questeonde?«Abbiamo due aspetti: il primo èche sono il complemento, la chiosadi tutte le proprietà sperimentalipreviste da Einstein. La loro misura-zione diretta era la prova che man-cava all'appello. Secondo: sono unostrumento, un modo per osservarel'Universo come messaggero, com-pletamente diverso da quello cheabbiamo usato fino adesso.Cosa potremmo scoprire?«Potremmo capire cosa succede du-rante l'esplosione di una Superno-va, quando una stella esplode e sitrasforma in una stella di neutronisupercompatta o in un buco nero.Oppure potremmo riuscire a senti-re ciò che è successo una frazione disecondo dopo il Big Bang».Fino all'origine di tutto?«Siamo convinti che esista una ra-

I SEGNALI OSSERVATISO NO FRE QUE NZECON CARATTERISTICHESIMILI A QUELLEACUSTICHE

SONO DIVERSI

diazione di fondo che abbia avutoorigine al momento del Big Bang. Inquel momento, quando nasce l'uni-verso, l'energia è in una condizionestraordinaria, non sappiamo nem-meno se sia possibile definirla "ma-teria". In una condizione del genere,le leggi della meccanica quantisticae della gravitazione, che ora sono inconflitto, è possibile che si armoniz-zino. Ma non solo all 'atto del BigBang. Anche studiando la materiaall'interno delle stelle di neutroni,abbiamo condizioni di compressio-ne tali».Come fare per riuscire a "cattura-re" quest'onda?«Siamo di fronte a una sfida tecnolo-gica mostruosa perché è un segnalepiù debole di quello che abbiamo ri-levato fino ad ora. Si tratta di un'im-presa per la quale bisognerà impie-gare molti anni. Tutta la comunitàscientifica mondiale è al lavoro. InGiappone stanno costruendo un in-terferometro che sarà pronto nel2020 (In India si attende il via liberadel Governo locale per la costruzio-ne di uno in territorio indiano, ndr),è in programma il progetto eLisa (ilprogetto dell'Esa con tre satelliti di-sposti lungo bracci di un milione dichilometri che potrebbe partire ver-so la metà degli anni `30, ndr).C'è molta Italia in questa scopertarivoluzionaria.

«Il lavoro sulla scoperta delle onde èstato firmato da 150 ricercatori ita-liani. Più della metà di questi, però,non lavora in Italia. C'è una cosa chevoglio, dire, però: la maggior partedi questi ricercatori si sono formatinelle università italiane. Il fatto cheriescano ad andare all'estero e a tro-vare posizioni di rilievo, è indicativodel fatto che le nostre università of-frono una preparazione adeguata».Professor Ricci , si ricorda dov'eraquando ha saputo dei primi datiprovenienti da Ligo che annuncia-vano la scoperta delle onde?«Ero nel mio ufficio e stavo, comesempre, attaccato al calcolatore,con il quale vivo praticamente insimbiosi. Quindi è arrivato il mes-saggio da Hannover, da parte di unodei ricercatori italiani che lavora lì.All'inizio ho reagito con cautela, da-to che avevo visto diversi falsi allar-me. Poi, nei giorni, la convinzione ècresciuta e si è saldata la consapevo-lezza che era la volta buona».

Alessandro Di LiegroRIPRODUZIONE RISERVATA

UNIVERSOSopra,un'immaginedelle ondegravitazionaligeneratedallacollisionefra due buchineriA sinistrail fisicoFulvio Ricci

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Otta della Scienza, ecco i progettì e i tondiDomani il premier Renzi firma il «Paro per Milano». Il ministro Marina: pronti i primi 80 milioni

Il progetto scientifico valida-to dal ministeri, il decreto diPalazzo Chigi in arrivo, 8o mi-lioni per il primo biennio con-siderato fase di startup, il ban-do internazionale per nomina-re il nuovo direttore e una Fon-dazione autonoma dedicataper il futuro. Il progetto dellaCittà della Scienza sull'area exExpo prende forma a partire dahuman Technopole e sarà unodei temi di cui parlerà domaniil premier Matteo Renzi, attesoa Palazzo Marino per firmare ilPatto per Milano.

È il ministro Maurizio Marti-na a spiegare che «il progetto,dopo un lungo lavoro di con-fronto fra l'Istituto italiano ditecnologia (lit) di Genova, uni-versità milanesi, realtà scienti-fiche e milanesi, è chiuso intutti gli aspetti economici,scientifici e temporali. In que-ste ore il ministero delle Finan-ze lo trasferirà alla presidenzadel Consiglio e subito dopo sipotrà firmare il decreto, di fatto

già pronto, per l'avvio delleoperazioni con l'assegnazionedegli 8o milioni della legge ini-ziale».

La strada tracciata prevedeuna fase di avvio di 24 mesi:«Abbiamo coinvolto le univer-sità milanesi e altri centri di ri-cerca per impostare questo la-voro. Nei primi due anni, lit se-guirà il progetto con un dipar-timento ad hoc che lavoreràsolo su Human Tecnhopole,avrà contabilità separata e unpercorso proprio. Con un ban-do internazionale nomineran-no un direttore della prima fa-se e, con la prossima legge diStabilità, definiremo le caratte-ristiche giuridiche di IIuman:uno strumento che garantiràstabilità e autonomia».

L'annuncio di Human e l'affi-damento diretto all'Iit di Geno-va guidato oggi da Roberto Cin-golani aveva spaccato il mondodella scienza: a cominciare dal-la senatrice Elena Cattaneo, inmolti avevano criticato la mo-

MesiLa duratadella fasedi avviamentodel progettoHumanTechnopole

120MilioniI fondiaggiuntiviche sarannostanziatiperi I progettonel 2018

dalità scelta per gestire l'opera-zione. «Questo nuovo assetto- precisa Martina - è figliodel confronto positivo fatto inparticolare con chi aveva postoproblemi di governance, per-ché garantisce pluralità e indi-pendenza. Confido sia valutatoda tutti come un passo impor-tante, uno sforzo utile a garan-tire che su questo investimentosi faccia lavoro serio». Il lavorodei prossimi 24 mesi sarà su-pervisionato inoltre da un co-mitato di garanzia. Ne farannoparte 12 personalità: un rappre-sentante del Mef e uno delMiur; i tre rettori delle universi-tà pubbliche milanesi; trescienziati di livello internazio-nale scelti dai ministeri; i presi-denti di Cnr e Istituto superioredella sanità; direttore e presi-dente di lit.

Capitolo fondi. Dopo gli 8omilioni della fase di avviamen-to, «nel momento in cui conlegge faremo nascere la Fonda-zione si prevedranno i fondi

10 La parola

MASTERPLAN

Arexpo, proprietaria dei terreni di Expo2015, sta definendo il masterplan che ridaràvita all'area grazie a Human Technopole, lacittadella dell'Innovazione, in cui potreb-bero entrare Agenzia del farmaco eUniversità Statale di Milano © RIPRODUZIONE RISERVATA

necessari per i prossimi mesidal 2018», spiega il ministro.Un budget calcolato intorno ai120 milioni che corrispondonosoprattutto alle spese del per-sonale (su Human dovrebberoarrivare un migliaio di ricerca-tori da tutta Europa).

Firmato il decreto, «mettere-mo a punto il comitato di ga-ranzia, si avvierà il bando per ildirettore, si muoveranno i pri-mi passi di relazione conArexpo, la società proprietariadei terreni». Arexpo sta gesten-do l'intero progetto di riutilizzodel milione di metri quadratiche hanno ospitato l'Esposizio-ne. Martina insiste: «Human, ilcampus della Statale e la candi-datura per l'Agenzia europeadel farmaco sono tre assi su cuiMilano e il Paese, con il gover-no, devono investire per faredella città una delle capitalidella ricerca. Il governo è pron-to perché è consapevole che in-vestire ancora su Milano è inve-stire sull'Italia». Convinzionediffusa anche oltre confine:«Fra i passi importanti di que-ste settimane abbiamo chiestoalla Banca europea investimen-ti di studiare interventi specifi-ci per il post Expo e ci ha con-fermato ancora nel giorni scor-si il suo interesse a lavorare sultema, sia nella logica del ma-sterplan complessivo, sia diHuman e del Campus». Siscommette su Milano.

Elisabetta Soglio© RIPRODUZIONE RISERVATA

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DA OGGI AL PASQINI

Convegno di fisici

/ CASTIGLIONCELLO

Il Castello Pasquini ospita da oggi a venerdì 16 set-tembre l'8a edizione del convegno internazionaledi fisica DICE2O16, che quest'anno è dedicato alrapporto spazio tempo, materia e meccanicaquantistica. Il Comune di Rosignano patrocinaquesto importante appuntamento, promosso dalDipartimento di Fisica "Enrico Fermi" dell'Uni-versità di Pisa, in collaborazione di molti entiscientifici e sponsor privati tra cui la società Sol-vay. Quest'anno interverrà il filosofo e scienziatoNoam Chomsky (foto). Mercoledì 14 alle 21, ci sa-rà un dibattito pubblico all'auditorium del Pa-squini su 'Ta mente e la dinamica delle popola-zioni di neuroni. Un filosofo e due fisici discutonodi mente e cervello" con il filosofo Alfonso Mauri-zio lacono, i fisici Enrico Prati e Giuseppe Vitiello.

Convegno D1CE2016Da oggi a venerdì 16 al Castello Pasquini

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Entro ii 30 settembreè possibile candidarsiper partecipare al Mbaorganizzato dall'uni-versità degli studi diPisa. La settima edi-zione del master in bu-siness administrationdell'università di Pisaavrà inizio agennaio 2017e si svilupperà nell'arco di unanno totalmente in lingua inglese.Oltre il 90% dei partecipanti dellepassate edizioni è studente stra-niero proveniente da tutti i conti-nenti e in possesso di backgroundprofessionali che spaziano travari settori : ingegneria, economiae finanza, scienza, organizzazione,comunicazione. Oltre che per lapreponderante presenza di candi-dati provenienti da vari contestiformativi e lavorativi internazio-

nali, l 'internazionalith delmaster riguarda anche

il personale docente edei relatori provenientida una moltitudine dinazioni e di universitàestere di prestigio (Bo-ston university; Victoria

university, University ofEssex, Regent's College -

London; Cass Business Scho-ol, Aarhus university , Denmark;Université Catholique de Louvain,University of Sussex e University ofWisconsin). Il master, infine, è inte-grato con il tessuto organizzativonazionale e internazionale che per-mette ai partecipanti di svilupparele proprie tesi su progetti concretie di marcato livello qualitativo.Per iscriversi e per avere ulterioriinformazioni, consultare il sito web:rvww. unipi. it.

Entro ii 23 settembre è possibileiscriversi al master in Gestione dellerisorse umane di Stogea . Il master,che si terrà a Bologna dal 3 ottobre al29 novembre 2016, ha come obiettivodi fornire ai partecipanti le conoscen-ze necessarie per operare nell'area ri-sorse umane nellefasi d 'inserimen-to, permanenza euscita del perso-nale dall'azien-da, integrandocontenuti qualil'organizzazione,la formazione, losviluppo e la selezione, con i prin-cipali temi del diritto del lavoro,dell'amministrazione professionale,degli orientamenti giurispruden-ziali e delle modifiche normative inatto. Oggi la direzione risorse umaneassume un ruolo strategico e si evi-

denzia la figura del manager dellerisorse umane a cui vengono richiestecompetenze gestionali, capacità d'in-novazione, di soluzione dei problemie di pensiero sistemico e, infine, ca-pacità di scegliere tra le numeroseopportunità esterne quelle che

meglio rispon-dono alle pro-spettive dell'or-ganizzazione. Ipartecipanti ac-quisiranno cono-scenze, esperien-ze e strumentidirettamente dal

bagaglio professionale e dalle bestpractice maturate dai professionisti,consulenti e manager che si alterne-ranno di volta in volta nelle varieattività . Per iscriversi e per averemaggiori informazioni, consultareil sito web : www.stogea.com

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Dagli Mba alle linguel'offerta dei masterè sempre più digitaledi Francesca Barbieri

E una vera e propria "ondata di-gitale" quella che attraversa i

master universitari in rampa dilancio per il prossimo anno acca-demico. Dal management alle lin-gue, dalla sanità a scienze politi-

che, sono le nuove frontiere dellaRete acaratterizzarei percorsipiùinnovativi.

Non solo per quelli rivolti ai gio-vani freschi di laurea, ma anche perchihaannidilavoro alle spalle epun-taadare slancio allapropriacarriera.

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Rivoluzione digitale per i masterIl web caratterizza i percorsi più innovativi - In tutto si contano 2.500 corsi

di Francesca Barbieri

da paginarendiamo, per esempio, iMooc, lanuova frontiera dell'e-learning: iMass openonline courses lanciati

. cinque anni fa dall'universitàamericana di Stanford, puntano a coin-volgere su scala mondiale un'ampia pla-tea di studenti. Un sistema a cui molteuniversità italiane si stanno affiliando: lepiattaforme si moltiplicano e qualchetempo fa è partita la prima "made inItaly", Eudopean, progetto finanziato dalMiur che coinvolge per ora 15 atenei.

Tutti pazzi per il digitale nell'area so-ciale, dove sono in crescita i master chepropongono a chi ha un background

Elm

Il vademecum per scegliereMercoledì prossimo, con «Il Sole 24 Ore»,

la guida completa ai master, con la visioned'insieme dei corsi, il motore di ricerca onlineper tutti i corsi in Italia e all'estero, le notizieutili su prospettive di lavoro, borse di studio,costi e detrazioni fiscaliA 0,50 euro oltre il prezzo del quotidiano

umanistico competenze più tecniche,puntando persino alla creazione e svilup-po di strumenti informatici, software ehardware. Nell'areaumanistica, poi, i sa-peri antichi si mescolano sempre di piùcon le nuove frontiere del web, negli am-biti più disparati: da quelli strettamentelegati alla comunicazione, agli studi inlingue straniere, fino a quelli nel campodei beni culturali.

Uno dei filoni emergenti peri master ditaglio economico e matematico/scienti-fico riguarda strumenti e tecniche perl'analisi dei big data, le grandi quantità didati con le quali le aziende fanno semprepiù i conti per elaborare business plan oprendere decisioni strategiche. Fino apoco tempo fa i manager usavano, comeelementi analitici, prevalentemente i bi-lanci e qualche ricerca di mercato. Ora,invece, è necessario integrare nuovi stru-menti per far fronte all'ondata di dati cheinveste le aziende. Questa tipologia dimaster si rivolge a chi vuole riqualificar-si, acquisendo competenze che gli per-mettano di rispondere alla domanda diprofili specializzati in business intelli-gence, valutazione rischi, ricerche dimercato.

In tutto sono ai nastri di partenza quasi2.500 tra corsi di primo e secondo livello,Mbaedexecutivemaster: ipiùnumerosi,un migliaio, sono concentrati nell'areache raggruppa management, finanza,giurisprudenza, scienze politiche e so-ciol ogia. Poi seguono gli 8oo di medicina,i 350 di scienze e tecnologia e i 300 del-l'area umanistica.

Un investimento, certo, di tempo e dirisorse economiche, che però dà buonifrutti, stando al monitoraggio realizzatodal consorzio interuniversitario Alma-Laurea (che raggruppa 73 atenei), su uncampione di oltre 9mila diplomati2013/14: a un anno dal titolo l'85,4% è oc-cupato, percentuale in aumento di duepunti rispetto a un'analoga rilevazionecondotta un anno fa.

© R)PROOUZ1oNEP.15ERVATA

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It ventaglio delle possibilità711,

10//V

L'OFFERTA IL LAVOROI master per l'anno accademico Condizione occupazionale (in %) di chi ha conseguito2016/17 in base all'aera un master a un anno dal titolo per area (**)di appartenenza

TOTALE2.382 (*)

Scientifica,tecnologica

Umanistica 1'-'

Sociale,economica,giuridica

Medica

Lavora Non lavora e non cerca Non lavora e cerca

Medica87,9 3,8 8,3

Sociale,economica giuridica 75,6 7,7 16,7, i i

Umanistica87,0 3,9 9,1

Scientifica,*ti c~Fü+ogica 74,4 6,1 19,5

(*) dati aggiornati a', 9 settembre; (**) diplomati di master 2014 - primi dati provvisoriFonte: elaborazione del Sole 24 Ore su dati forniti dalle università; AlmaLauarea (primi dati provvisori)

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Dal Miur40 tirocinidestinatia laure i

C'è tempo fino al 15 set-tembre per candidarsi ai4otirocini curricolari avviatidal Ministero dell'istruzio-ne, dell'università e dellaricerca negli uffici centralidi Roma. I programmiavranno una durata diquattro mesi e prevedonoun rimborso spese di 300curo. L'opportunità è rivol-ta a studenti di corsi di lau-rea magistrale, biennale o aciclo unico, in arrivo dacorsi di laurea in ambitoumanistico (antropologia,beni culturali, lettere,scienze della comunica-zione, storia), tecnico-scientifico (informatica,ingegneria edile, pianifica-zione ambientale e urbani-stica, statistica), sociale(economia, scienze giuri-

diche, scienze politiche,sociologia), psicologico eformativo (psicologia,scienze della formazione).

I'iù stringenti i requisiti,come un minimo 6o creditiper le lauree biennali e 230crediti per quella a ciclo uni-co, unamedianon inferiore a27/30 e un'età massima di 27anni alla scadenza delbando.

Tra atenei e scuole d'ec-cellenza partecipanti ci so-no Normale e Sant'Anna diPisa, Bocconi di Milano, Po-litecnico di Bari e le Univer-sità di Trento e di Verona.

I candidati dovranno alle-gare alla domanda curri-culum vitae, curriculum ac-cademico, una lettera moti-vazionale e l'indicazione deltirocinio scelto tra le varieopzioni offerte: dall'ufficiostampa alla gestione finan-ziaria, dalle relazioni inter-nazionali alla valutazione diimpatto delle politiche pub-bliche nel settore della for-mazione superiore. Per can-didarsi al programma ci sipuò registrare alla paginawww.crui.it/tirocini/tiro-ciniwa, mentre il bando è di-sponibile sul sito della Fon-dazione Crui (www.fonda-zionecrui.it).

Alb.Ma.OR! PROD LZION E RISERVATA

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Borse e finanziamenti peri «doppi titoli»

Erasmus plus rilanciai programmi congiuntidi Cristina Fei

ulticulturalità, condivisione epropensione per le lingue stra-niere. Sono i tratti dominantidel profilo di chi ogni anno par-

teperl'Erasmus. Se spesso lasceltadelPaesedi destinazione avvienediparipassoall'orga-nizzazione del piano di studi presso la pro-pria università, quando gli studenti cercanodi capire come adattare il percorso didatticoitaliano all'estero, altre volte la decisione diaderire al programma matura successiva-mente, in fase di dottorato.

Paesi aderenti al Programma oppure daaltri partener operanti nel settore del-l'istruzione.

Ci sipuò candidare fino aunmassimo ditre programmi. Per ogni anno accademicopossono essere ammessi da13 alo studentiborsisti e quattro studiosi o docenti ospiti.Sono valide le candidature di studenti chesi autofinanziano.

Il regolamento prevede che le borseErasmus possano essere finanziate ancheda sponsor pubblici o privati e che ci sia unperiodo di mobilità obbligatoria anche perdocenti e ricercatori.

Master e dottoratiI candidati all'Erasmus possono infattifrequentare corsi di master congiunti odottorati congiunti promossi da consorzidi istituti di istruzione superiore e di Paesiterzi o Paesi partner conseguendo così untitolo di studio congiunto, doppio o multi-plo nell'ambito dell'Unione europea e ne-gli Stati extra-Ue. Inoltre i partecipantipossono realizzare periodi di mobilità in-dividuale per formazione o attività di ri-cerca post dottorale. Una vera e propriacarta vincente per chi punta a un futuroprofessionale sul mercato internazionale.

Attualmente i corsi congiunti, finoranoti come "Erasmus Mundus", di secon-do ciclo (master) e di terzo ciclo (dottora-to) sono confluiti sotto l'ombrello delProgramma Erasmus Plus, a cui aderisco-no tutti gli Stati membri dell'Unione eu-ropea oltre ad alcuni Paesi partner, cioèquelli che, pur non partecipando comple-tamente, possono prendere parte ad alcu-ne azioni secondo specifiche condizioni.Gli aspiranti studenti Erasmus vengonoselezionati mediante un bando annualecontenente i requisiti di ammissione e diassegnazione diborse di studio, il numerodi posti disponibili e l'importo delle tasseda pagare. I master congiunti sono pro-grammi di studio della durata di uno o dueanni che garantiscono 60, 90 0120 creditiEcts e sono presentati da un consorzio in-ternazionale di università di almeno tre

Le agevolazioniA sostegno degli studenti europei che in-tendano svolgere un intero ciclo di masterinunPaese diverso dal proprio, la Commis-sione europeae il Fondo europeo di investi-menti hanno creato un sistema di garanziaprestiti con cui erogare prestiti agevolati aicandidati.Perimaster diunannol'ammon-tare è di 12mila curo, mentre è di i8mila perquelli di due anni, sufficienti per studio,vit-to e alloggio in uno dei 34 Paesi aderenti alProgramma Erasmus+. La domanda deveessere inoltrata direttamente alle bancheche accolgono l'iniziativa.

AltraformadiprogrammaErasmus sonoi dottorati congiunti. Si tratta di percorsi diformazione triennali fino a un massimo diquattro anni e in cui ai consorzi si affianca-no enti, centri e laboratori di ricerca oppureaziende e associazioni di professionisti. Lefellowship sono assegnate come retribu-zione per contratto dilavoro, incluso iltrat-tamento fiscale e previdenziale, e arrivanoa coprire fino atre annidi attività dottorale.

Gli Erasmus Mundus joint master de-gree e gli Erasmus Mundus joint doctora-tes sono gestiti alivello centralizzato dal-l'agenzia esecutiva Eacea, che ne fissa leregole generali, ma la domanda di ammis-sione va sempre presentata ai responsa-bili dei singoli corsi a cui si è interessatinel rispetto del contenuto del bando diciascun consorzio.

0 RIPRaoullON E RISERVATA

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Studi Chi guidala «digita ) trasformation»

' leader dìgítalìPrevisti investimenti per 2.100 miliardi

let (Information communication technology) che fi-no a oggi ha tenuto banco, cambia pelle. Perché ilsuo posto nelle aziende grandi e piccole, verrà gra-

dualmente occupato da processi e servizi della «DigitalTransformation». Il nuovo paradigma lavorativo del mondoinformatico. Queste le previsioni di Ide, secondo cui la spesamondiale in tecnologie per la «digital transformation» su-pererà i 2.100 miliardi di dollari nel 2019. Pesando per oltre il50% sul totale del comparto let.

Dunque entro il prossimo triennio metà degli investimen-ti aziendali in tecnologie informatiche saranno destinati ainuovi sistemi e modelli digitali di sviluppo. Ma di che cosa sitratta? «Definiamo digital transformation l'insieme dei pro-ces +i di innovazione con cui un'azienda apporta cambiamen-

ti sostanziali nel proprio mercatodi riferimento - spiega SergioPatano, manager di Ide Italia(nella foto) -. Si tratta, dun-que, di fare leva sulle tecnologiedigitali per mettere in atto modelli di business, prodotti e servizi più performanti». Parliamodi cambiamenti a 360 gradi chehanno come obiettivo il miglio-ramento finale dell'efficienzaoperativa.

Secondo le analisi Ide il 66%delle aziende in Europa la indica

come principale priorità da mettere in cantiere già nei pros-simi mesi. Interessante il fatto che siano già state individuatele persone responsabili del cambiamento. Tra le aziende eu-ropee, rivela Ide, l'80% ha scelto il leader per le attività didigital transformation. Nel 23% dei casi si tratta dei Cio(Chief information officer) e nel 190/. dei Cto (Chief techno-logy officer), cioè i manager responsabili delle tecnologie diinformazione. Però per il 141)/o sarà lo stesso Ceo, dunque ilnumero uno in persona ad occuparsene.

Dallo scorso anno, l'onda crescente della digitai transfor-mation ha spinto le aziende a indirizzare gli investimenti nel-le quattro tecnologie emergenti del momento. Parliamo dicloud computing, dispositivi per la mobilità, big data e socialmedia. Strumenti pensati per gestire i dati come elementicompetitivi, dunque per creare nuovi modelli di business.Per le aziende si tratta di un passo ben più importante chenon la semplice ottimizzazione dei processi esistenti. Saran-no questi alcuni dei temi dibattuti nell'evento milanese «IdeDigital Transformation conference 2016» che si terrà a Mila-no il prossimo 29 settembre.

UMBERTO TORELLI

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Immaginare con le mani«Il metodo scientificoinsegnato con il fare. Pereducare all'innovazione»

di Pierangelo Soldavini

6 La scienza ci ha abituato a trovare risposteai nostri perché. Ma il metodo scientifico èfatto apposta per far aumentare le domandeche ci possiamo porre davanti alla realtà. «Seaggiungo nuovi modi di pensare all'internodella mente umana, aumento in manieraesponenziale la capacità di pensare e di ri-spondere anuovi problemi, quindi a innova-re. E non c'è dubbio che l'esperienza sia ingrado di espandere la capacità di pensiero edi immaginazione».

Ne è convinto Lucio Biondaro, che attorno aquesta intuizione ha creato Pleiadi, aziendache si occupa di divulgazione della scienza,con un metodo basato sull'esperienza, sem-plice ma coerente con il rigore scientifico, pertutte le scuole, dall'infanzia fino ai master incomunicazione della scienza. «Fin dagli annidell'università, con Alessio Scaboro, abbiamoverificato che l'attività scientifica prescindedalla sua comprensione, mentre ogni ricerca-tore sa che il suo compito è esaurito solo quan-do la sua ricerca è capita», ricorda Lucio, chedopo la laurea in fisica si è dedicato, sempreinsieme ad Alessio, a questa mission, che nel2011 si è trasformata in un business.

«L'immaginazione è limitata dall'ambien-te e dall'esposizione culturale - prosegue Lu-cio, oggi 33enne -, ma non è altro che un "mu-scolo" che può essere allenato con il giusto ap-proccio». E il giusto approccio per Pleaidi è lasperimentazione, il toccare con mano lascienza, replicando il metodo scientifico: il

Comprendere per cambiare . I l 30 settembre eil 1° ottobre Padova ospiterà la prima edizionedegli Open innovation days, festivalorganizzato da Nòva24 con l'Università diPadova. Al suo interno sono previsti laboratorie attività di divulgazione scientifica perbambini, docenti e genitori

"fare" diventa una via per comprendere lecause di quello che ci succede attorno, ma at-traverso un'attività maieutica permette an-che di far emergere interrogativi e di espande-re la conoscenza, «dando un valore positivoanche all'errore, che non è una sconfitta mauno stimolo a individuare la soluzione giu-sta», aggiunge il presidente Gianni Perbellini.D'altra parte, per loro, la scienza è il metodoper organizzare la curiosità.

Pleiadi è all'avanguardia in Italia in un am-bito che non è semplice divulgazione, ma unapproccio scientifico all'apprendimento:quest'anno ha già raggiunto circa ioomila ra-gazzi in attività scolastiche, più altri 40-5omila in mostre ed eventi occasionali, conl'obiettivo di arrivare a 2oomila totali a fineanno, il So% in più rispetto al 2015. Partita dalVeneto, la societàhadatovitaadue affiliazioniaModenae Palermoe puntaaespandersipre-sto a Milano, Torino, Udine e Roma. Sarà pos-sibile partecipare alle attività di Pleiadi in oc-casione degli Open Innovation Days di Nòva,il i° ottobre prossimo a Padova: nell'Orto bo-tanico sarà allestito un villaggio dell'innova-

zione con laboratori e attività per bambini,docenti e genitori.

All'insegna del "fare per capire" sarà possi-bile così scoprire i meccanismi alla base delleprevisioni meteo, oppure partecipare a unamini-redazione per comprendere le dinami-che che portano alla realiz zazione di un quoti-diano, o ancora andare alla scoperta del mon-do di batteri e microbi attraverso la risoluzio-ne di un caso modello Csi.

Al ragazzo diventa protagonista dell'ap-prendimentoe simette in gioco: se non silimi-ta a comprendere il fenomeno e inizia a porsidomande e ad allargare l'orizzonte, vuol direche abbiamo fatto centro, che abbiamo inne-scato un processo di cambiamento e di inno-vazione», spiega Biondaro: per fare questo èfondamentale creare un ambiente positivodove il bambino sa che può provare e ragiona-re libero da giudizi. Per questo è necessariotrattare i bambini come persone adulte e indi-viduipensanti ed è utile destruttrare la classe.

Ê un app roc cio che può essere utile anche inazienda, tanto che Pleiadi ha avviato attivitàspecifiche diformazione aziendale. Il metodoscientifico di sperimentazione, di condivisio-ne dei problemi e delle possibili soluzioni èfondamentale anche in azienda. Daunaparte,sottolinea Perbellini, «l'Industria 4.o di cuioggitanto siparla altro non è che l'andare oltrela semplice tecnologia acquisendo la capacitàdi comprenderla appieno e di governarla perpoterne adattare le potenziali applicazioni neiprocessi produttivi».

Parallelamente l'azienda deve recuperareuna relazione con il territorio che è andataperdendo: lariscopertadeivaloridell'impresee della ricerca deve passare anche attraversouna trasmissione di valore e di benessere alterritorio. L"'impattoeducativo"dell'azienda,che Biondaro individua come uno dei pilastridella sostenibilità aziendale, non può pre-scindere dalla comunicazione efficace.

91 RIPRODUZIONE RISERVATA

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Strategie Oggi il ritorno a scuola. Così si può finanziare il futuro dei nostri ragazzi

Fidi & nipoti:come rispainiare per la laureaL'università può costare anche 90 mila euro: dai piani rateali in Borsaalle assicurazioni, fino ai portafogli ad hoc. Ecco le opzioni e i conti da fareDI PIEREMILIO GADDA

D a oggi si torna sui banchi di scuo-la. Consapevoli - per genitori enonni - che uno degli antidotiall'incertezza è investire in una

buona istruzione per figli e nipoti. Ma quan-ti soldi è necessario accantonare? E come?La sfida dei rendimenti zero è ardua e ri-chiede una strategia accorta. Dai piani di ac-cumulo ai fondi pensione, passando per lepolizze o il portafoglio giusto, le possibilitàper chi desidera pensare adesso al futuro,proprio mentre suona la campanella dellescuole elementari, o meglio già alla nascitadel figlio o del nipote, non mancano.

Soprattutto in momenti di crisi - dicel'ultimo rapporto di AlmaLaurea - com-pletare gli studi universitari facilita l'ingres-so nel mondo del lavoro e dàaccesso a redditi media-mente più alti.

Insomma, studiare «ren-de». Anche al netto dei co-sti, spesso molto elevati, ne-cessari per conseguire unalaurea: a seconda dell'ate-neo, della città e delle esi-genze individuali, l'esborsoper l'intero corso di studi,comprensivo di tasse, mate-riale didattico, vitto, trasporti ed eventualecanone di locazione, può sfiorare i 90 milaeuro nel caso dell'Università. Bocconi di Mi-lano.

Secondo una stima di Consultique, cheha realizzato un apposito strumento di si-mulazione, uno studente fuori sede arriva aspendere quasi 50 mila euro anche se optaper un ateneo pubblico, come l'Università diBologna o la Sapienza di Roma. La cifrascende sotto i 30 mila euro solo per chi vivecon mamma e papà. Lo sforzo economico ri-chiesto alle famiglie, dunque, può essere in-sostenibile. A meno che non venga pianifi -cato per tempo. E si comincino ad accanto-nare risorse destinate alla formazione uni-versitaria quando i figli sono ancora piccoli.

iSe al terzo compleanno del figlio, i geni-

tori iniziano a mettere da parte 220 euro almese da destinare alle spese per l'universi-tà, al momento dell'immatricolazione, dopo180 versamenti, avranno accumulato un ca-pitale di 50 mila euro. L'assunto è che lesomme investite rendano in media il 3%l'anno. Un'ipotesi verosimile? Di certo, le at-tuali condizioni di mercato, con tassi viciniallo zero o negativi su molte emissioni go-

vernative, complicano il quadro. Basti pen-sare che il Btp a 10 anni oggi rende poco piùdell'1% e i buoni fruttiferi postali dedicati aiminori offrono un mini-tasso iniziale dello0,25% che sale allo 0,5% alla fine del18° an-no di vita dello strumento.

Secondo gli esperti, la ricerca di un extra-rendimento e l'orizzonte di lungo terminegiustificano, a maggior ragione, un investi-mento sui mercati finanziari, purché sia bencalibrato. «Una performance annua del 3%per un portafoglio bilanciato è un'ipotesi ra-gionevole se si guarda alla storia dei mercatinell'ultimo secolo e oltre», ricorda RaffaeleZenti, co-fondatore e responsabile del teamdi strategie finanziarie del roboadvisorAdviseOnly. In un'indagine realizzata perCredit Suisse, infatti, tre economisti dellaLondon Business School - Elroy Dimson,Paul Marsh e Mike Staunton - calcolanoche il rendimento reale annualizzato otte-

nuto dalle azioni globali e daibond tra il 1900 e il 2015 siarispettivamente del 5% e del-151,8%. Un paniere bilanciato,metà azionario e metà obbli-F áonario, avrebbe reso po-co più del 3%, al netto dell'in-fb pione.

Parte do da queste ipote-si, anche un esborso di 90

mila euro come quello stimato per frequen-tare cinque anni di corso alla Bocconi dafuori sede diventa abbordabile, a condizio-ne che s'investano 311 euro al mese per 1anni: qui il versamento iniziale dovrebbescattare addirittura con lo spegnimento del-la prima candelina.

In questa prospettiva, si può dire che unabuona laurea non è un sogno impossibile.Investire per il futuro dei figli richiede peròdisciplina: per accumulare un capitale im-portante, è necessario avviare il prima pos-sibile il programma di risparmio dedicato.E, a prescindere dallo strumento scelto, unpiano di accumulo rappresenta forse la so-luzione ideale perché interpreta un approc-cio rigoroso (i versamenti sono automatici)e riduce l'esposizione alla volatilità dei listi-ni, dilazionando l'ingresso sui mercati. Delresto, per molte famiglie, non ci sarebberoalternative a un investimento a piccoli passi.Un altro aspetto da non tralasciare, è quellodei costi. «Su un orizzonte di 10/20 anni, unpunto percentuale l'anno in termini di mag-giore o minore rendimento, dovuto allecommissioni, ha un impatto spropositato»,avverte Giovanni Daprà, cofondatore e am-ministratore delegato di MonevFarm.

J RIPR0007I0NE RISERVATA

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In tabella sono indicati i costi complessivi del corso di studi universitario(comprensivi di tasse, vitto, alloggio, trasporti) per alcune facoltà italiane,a seconda delle diverse sistemazioni abitative

6iversítáArchitettura Genítorí/parenti 29.240 38.682

Economia Affitto 87.640 104.363

hermnria Ge nitonlparenti 31.666 40299ScienzePOttche. Affitto 46247 60712

Psicologia Geli itorilparenti 23.050 29.900Lingue Affitto. 47970 63.473

Lettere Genitorilparenti 21.859 28.2935ono1ogia Affitto 52.655 69.800

BoIrSÍ,,1 Geli itorilparenti 23.509 30193Giurisprudenza Affitto 31.182 41.050

euroinvestiti 8 anni fasono diventati:

376,4% 4.764313,8% 4.138

283,7°Ío 3.837222.2% 3.222

165.4% 2.654142,5% 2.425

139,7% 2.397Li9,5% 2 395

136,2% 2.3621157% 2157

95.8% 1.95847,9% 1..479

39,4% 1394

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} Una garanzia da tenere sotto il bancoMa i costi minacciano i rendimenti avari

ettere una polizza sotto il banco per pensare alfuturo di figli o nipoti, anche dal punto di vita eco-

nomico. Due famiglie su cinque sono disposte a rispar-miare per offrire alla scadenza degli studi superiori(esame di maturità) o del corso di laurea, un capitale ouna rendita per coprire in tutto o in parte i costi univer-sitari o di un Master di specializzazione o per facilitarel'avvio di un'attività.

Una scelta previdente per le coper-ture, ma poco redditizia di questi tempi,complici i bassi rendimenti finanziaridei titoli obbligazionari su cui investonoi fondi di queste polizze vita. Sul merca-to esistono contratti che si rivolgono atutti gli studenti: nella tabella le presta-zioni fornite da Poste Vita (Posta Futuroda Grande), Reale Mutua (Crescita Re-ale Zerodiciotto) Uniqua (Young doppiobonus) UnipolSai (Risparmio Giovane),Zurich (Grandi Passi) pertutta l'Univer-

roIl paracaduteprevidenzialepuò essereampio

sità. Si basano sullo stesso principio: offrire ad un adul-to (genitore o nonno) la possibilità di mettere a disposi -zione del figlio o nipote un capitale a copertura dei costiuniversitari o un primo reddito. Si tratta di contratti neiquali a una polizza di risparmio («caso vita») sono ab-binate garanzie complementari. Con la prima coperturasi costituisce alla scadenza, non appena lo studente di-venta maggiorenne, un capitale o una rendita da corri-spondere per tutto il corso universitario. I premi versatiannualmente confluiscono in un fondo a gestione sepa-

giovaneGrandipassi

da grandeCrescitarealezerodiciotto

Youngdoppio bonus

Risparmio

dopo 20 anni di Diploma:32.816

dopo 13 anni28.651 Bonus

dopo 13 anni Diploma20.072:93 Premiodopo 9 anni di Diploma

21.6337dopo 15 anni

1) ipotese rend meato annuo dei Fondo: 2 % annuo* Esonero pagamento premio per morte einval!d!ta permanente ce1 genitore

rata, che investe in obbligazioni, con garanzia dei capi-tale che aumenta anno dopo anno del rendimento con-seguito. L' ombrello assicurativo si apre invece in caso dimorte o grave invalidità dell'adulto che paga i premi: ilpiano di risparmio viene completato dalla compagnia.

Incentivi economici sono previsti per premiare labravura degli studenti: Poste vita riconosce il 30% deltotale versamenti se lo studente consegue la Maturità

Contro

con il massimo dei voti ; il bonus scendeal 10% del totale versamenti se è com-preso tra 96 e 99. UnipolSai prevede unbonus del 10% se lo studente conse-gue il diploma di maturità senza andare«fuoricorso». Young Doppio Bonus diUniga Protezione offre un benefit parial 10% del capitale maturato a chi si di-ploma con un voto superiore a 791100e un ulteriore bonus laurea (15% delcapitale) a chi conclude gli studi univer-sitari in sette anni. Attenzione ai costi,

però. Quelli che gravano sui versamenti dei piano di ri-sparmio (caricamenti sono variabili, a seconda dei casie dei prodotti, tra il 3% ed il 10%). Considerando il bas-so rendimento dei titoli di Stato che fanno la parte delleone in questi portafogli, per ottenere somme superiorial totale dei premi corrisposti, bisogna programmarequeste polizze per studenti agli inizi della scuola ele-mentare. Se non prima.

PA4L4G4LINUCCI^ RIPRODU2IONE RISERVATA

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Con 50 euro al mese per diciotto annisi raddoppia il capitale (solo se la Borsa aiuta)

ttualmente i tassi di interesse dei titoli obbligazio-nari sono sui minimi storici e in alcuni casi (come

per i Bot i Ctz) addirittura in territorio negativo. Occorrequindi assumersi dei rischi maggiori -da sopportaresoprattutto nel breve periodo - per cercare di incame-rare rendimenti più sostanziosi nel medio lungo termi-ne.

Una formula che consente di entrare in Borsa con unprofilo di rischio più «controllato» ri-spetto all'investimento dell'intero capi-tale tutto in una volta è quello dei Pianidi accumulo (Pac). Questa opzione in-veste in modo costante una somma(anche 50 o 100 euro per volta) in tuttele condizioni di mercato. Sia quando gliindici di Borsa salgono, sia quando i li-stini scendono. In questo modo, atti-vando il Pac alla nascita del figlio, o neiprimi anni di vita, è possibile, mese do-po mese, anno dopo anno, accumulare

mite Etf si è fermato a 16.100 euro, mentre con il fondobilanciato non è andato oltre i 14.758. A questo propo-sito è importante sottolineare che, sebbene il Pac sia laformula più adatta per investire in Borsa per un prolun-gato periodo di tempo, sia possibile, tramite un consu-lente di fiducia o anche per conto proprio, valutate ognianno dopo l'ottavo-decimo di versamenti, se il rendi-mento sia già sufficiente. Per esempio se dopo 8 anni il

roLe rate riduconoi rischi e sonoa portata di tuttele tasche

un capitale cospicuo. Per esempio con un Pac da 50 eu -ro al mese della durata di 18 anni (per un controvalorequindi di 10.800 euro totali) dal 1985 a oggi in media èstato possibile accumulare 21.500 euro se la scelta fos-se caduta su un Etf azionario globale internazionale op-pure 18.380 euro tramite un buon fondo bilanciato.

Nei periodi migliori si sono raggiunte punte di oltre30 mila euro nel caso dell'Etf azionario e di quasi 24 mi-la euro per il bilanciato. Al contrario, nelle situazionipeggiori, il capitale accumulato con il Pac azionario tra-

Etf azionario

i

Intabel la i csultat dei pacda 50 euro al mese per l8anni fatti dal maggio 1985fino a I risultati(capitale accumulato eendhnento medio) sono

la medla deiovers paca18 anni versati nei periodocon le due d',OcrenC',t,polo led' prodotto(etf efonco)

Fondol'uro al mese ner 18 innifatti dallagosto 1998aWagosto 2016n Etfglobale internazionale bilanciato

L1 5ri i I > , 338c-'1 ;% 30.100 8,8°.ó 23.865

16.100 3.8% 14.758

38.96( -7,1% 26.618 7,9%3,1% i? 22.768 6,7%

capitale accumulato fosse già il doppiorispetto a quanto versato potrebbe va-lere la pena disinvestire e impiegare ilricavato in un Etf o in un fondo più pru-dente in modo da capitalizzare i guada-gni conseguiti, mentre i versamenti delPac potrebbero proseguire.

Infine, un ultimo accorgimento. Pri-ma di aderire a un Pac è sempre oppor-tuno verificare nei dettagli le commis-Co n t ro sioni di sottoscrizione , che spesso sonopiù concentrate sui primi 12 - 18 versa-

menti, e i costi fissi bancari ( che per ogni operazionepossono arrivare a trelcinque euro). Per evitare di sco-prire , solo troppo tardi , che gli oneri complessivi sonoeccessivi, soprattutto per le rate di importo minore. GliEtf, che hanno commissioni di gestione annue ridotte espese di sottoscrizioni identiche a quelle per l'acquistodi azioni in Borsa , rappresentano spesso una valida al-ternativa ai fondi.

FRANCESCA MONTI.; RIPRODUZIONE RISERVATA

LapIT31e accumulato eRerKe.r<t; ed rerxí! mentodi paga 50

20.018 5,7%18.662 5,1%17.347 4,5%17,181 4,4%16.429 40%12.007 1,1 %6.269 -9.7%

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Se il portafoglio è «lungo»il Fisco può fare lo sconto di 5 mila giuroPensare alla pensione del proprio bambino già

nella sua tenera età può sembrare eccessivo.Tuttavia, dal momento che l'assegno dell'Inps è desti-nato a scendere costantemente e in modo sensibilerispetto al passato, attivare un fondo pensione findalla culla (o quasi) ha una sua logica. Oltretutto ivantaggi fiscali sono interessanti, anche per i genitori.

Il versamento in quote di fondi pensione e Fip (for-me individuali di previdenza , le polizzeper la pensione di scorta ) fino ad unimporto di 5.164 euro all'anno posso-no essere dedotte dall 'imponibile Ir-pef annuo. Se, per esempio, il genitoreche versa 5.164 euro al fondo pensio-ne per il figlio a carico avesse un red-dito Irpef annuo di 35 mila euro, ri-sparmierebbe 1.962 euro di tasse, chesalirebbero a 2.117 nel caso in cui ilsuo reddito fosse per esempio di 65mila euro e a 2.220 euro se il reddito

ProII trattamentofiscale e piùfavorevolerispetto aglialtri prodottifinanziari

annuo fosse di 90 mila euro . Inoltre sul risultato di ge-stione maturato il fisco preleva il 20% (rispetto al26% previsto sui rendimenti dei fondi comuni, dellesicav e delle gestioni patrimoniali ) ed applica una tas-sazione agevolata in fase di prestazione previdenzialefinale (sia essa sotto forma di rendita che di capitale).

L'insieme di questi vantaggi fiscali permette disopportare rendimenti della gestione finanziaria deifondo anche quando non fossero particolarmentebrillanti . Infatti, se 18 anni fa fosse stato attivato un

k en lnV n , e 1 - n c Fmrt

8;5% 113% 2,0%

3,0% 4,2% 2,696

0,1% -2,4% 3.5%

8,2°ó 9,1°ó 2,9%

5,4% 8.1% 1,7%

73% 7,5% 13%2,7% 30% 1,2%

fondo pensione con un versamento mensile da 50euro (per un totale quindi finora di 10.800 euro ver-sati) il montante maturato ammonterebbe a 15.039euro (per un +3,3% di rendimento annuo composto)ma con 5.338 euro di risparmi fiscali complessivi. Ilcalcolo si riferisce a un genitore che avesse avuto unreddito medio di almeno 35 mila euro annui.

C'è poi un altro aspetto dei fondi pensione che può

Contro

far comodo alle famiglie. L'anticipazio-ne del capitale maturato si può richie-dere soltanto per gravissimi problemidi salute fino al 75% del totale dellaposizione accumulata, dopo 8 anni diiscrizione alla previdenza comple-mentare si può chiedere al massimo il30% per altre esigenze (senza alcunapreclusione). Questo meccanismoconsente di ((blindare» il capitale, la-sciando però aperta la porta ad unsalvagente in caso di bisogno. Per ot-

timizzare il rendimento finale è comunque possibileadottare un semplice accorgimento. Se il piano di ver-samenti è di 18 anni, per esempio, si parte con il ver-samento iniziale nel comparto del fondo pensione apiù alto profilo di rischio per poi decrescere (dopo 10anni) in un comparto bilanciato e quando mancano3-4 anni in un comparto obbligazionario per chiuderegli ultimi due anni in un comparto garantito.

F. MOO RIPRODUZIONE RISERVALA

3,27%

4.104

1.234

20.377

Ipotes'diversamento dl 50euro al mese per18 anni in un fondopensione CO partedi un nsoarm'atore

5,83% con redd', to annuodo 35 mela euro

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Quelle sfide senza tempo:offrono cedole al 6% e rischi da calcolare benePensare al futuro con un bond lunghissimo.

Qualche anno fa si poteva contare sul Btp tren-tennale. Adesso, in attesa di un probabile cinquan-tennale tricolore che potrebbe alzare di nuovo laposta dei rendimento (e del rischio), bisogna guar-dare a Assicurazioni Generali, Enel, Unipol, Electrici-té de France, Bayer. Dong Energy, Lufthansa,Volkswagen, ma anche JP Morgan o Citigroup. Agliemittenti privati che si sono cimen-tati con la collocazione di strumentiobbligazionari con durata illimitata,tecnicamente definiti «perpetuale.

Come sono fatti? Offrono rendi-menti decisamente alti, che vannodal 3 al 6%. Ma spesso ci voglionoalmeno 100 mila euro per comprar-ne uno e si tratta quasi sempre diemissioni subordinate, quindi a ri-schio di default se l'emittente doves-se fallire. Inoltre esiste la possibilità,

P roHannorendimentimolto elevatie sono titolipiuttostoliquidi

in alcuni casi specifici elencati, che la cedola pro-messa non venga accreditata Appare quindi chiaroche il loro ottimo rendimento (per gli standard at-tuali) è a fronte di un notevole rischio. Si chiamanoperpetuai perché, nel nome e nei fatti, non hannoscadenza o ne hanno una molto lontana. Anche sepoi l'emittente stabilisce spesso una serie di datenelle quali potrebbe decidere di rimborsare il presti-to collocato.

Valgono una scommessa pensionistica se si ha la

Rwe

Lufthansa

Dons? EnergyVolkswaU,en

A.ss Generali 500Enel 5,00

Unipol 5,75GeneraiiEinanre 4,60

Electridtede France 5,00

possibilità di affrontare tutte le incognite elencate? Ititoli nella tabella offrono, al momento, un buon li-vello di garanzia. Ma certo non sono paragonabili aititoli di Stato. Fino a qualche anno fa, molti rispar-miatori acquistando Btp trentennali potevano per-seguire da soli lo scopo di creare per i figli o per sestessi una rendita a scadenza, reinvestendo nellostesso titolo, ogni sei mesi, le cedole incassate. Fare

. la stessa cosa con questi strumenti èpiù complicato (se il taglio minimo è100 mila euro il reinvestimento dellecedole non è così semplice) e potreb-be richiedere una modifica della pro-pensione al rischio. Bisogna aumen-tarla, rispettando le condizioni postedalla Mifid - la direttiva Ue che im-pone la profilature della clientela agliintermediari finanziari - perché la

r o n t ro durata molto lunga e le clausole par-ticolari classificano questi titoli in un

range di rischiosità elevato. Per chi dispone di patri-moni importanti, però, sono un'opzione da valutare.Immettere in portafoglio il 10-15% di «perpetualepotrebbe rappresentare una buona strategia, sia intermini di flusso cedolare, se lo si vuole incassareannualmente, sia in termini di aumento del valorecapitale, se si riesce a realizzare il reinvestimentodelle cedole nello stesso strumento.

ANGELO DRUSIANiC` RIPRODtJZIObF RISERVATA

BBB 56,06 3,0521/04/75 BB+ 86.28 5,54 21104/2512/08/75 BB 107,45 3.28 12102/2106/11/15 BBB+ 10305 2,22 06;111120

PERPElUAL BBB 96,96 3 , 79 20/03/30

08106148 Baa3 103,60 4,59 08/06/2815/01/75 BB+ 108,61 2.30

PERPELUAL Bal 97,97 6,08 18/06/24PERPETUAI Bal 98,65 4,78 21/11/2522/01126 BB+ 100,57 4,92 22/01/26

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Medicina

L'UTILIZZO DELLA ROBOTICA NELLA TERAPIA DELL'INFARTO AL MIOCARDIOL'infarto miocardico acuto(Ima) indi-ca lanecrosidel miocardio provocatada unaischemiaprolungata, susse-guente ad inadeguata perfusione delmiocardioper squilibrio fra richiestae offerta diossigeno, spesso seconda-ria all'occlusione di unacorona-riacausata da untrombo.

Tale frequente condizione clinica siverifica in pazienti concardiopatia i-schemicanota, precedenti episodi diangina pectoris, o come episodio ini-ziale della malattia.

In genere questo avviene quandounaplacca aterosclerotica,che si trovaall'interno di un'arteria coronarica,siulcera: ciò può causare un'ostruzio-ne acuta del vaso interessato.

La presenza diaterosclerosiin unvaso sanguigno provoca un restringi-

mento (stenosi), fatto che più facil-mente può portare allo sviluppo del-latrombosi: un coagulo dipiastrine,proteine della coagulazione e detriticellulari.

In casi più rari si può trattare diunembolo,che è un coagulo di sangueil quale ha raggiunto un piccolo vasotrasportato dalla corrente sanguignae proveniente da altri distretti.

La cardiopatia ischemica - e quindianche l'infarto del miocardio - è stret-tamente correlata con l'aterosclero-sie i numerosi fattori di rischio car-diovascolare.

Fattori predisponenti non influen-zabili sono la familiarità, l'età ed ilses-somaschile.

Fattori di rischio maggiori, invece,sono la dislipidemia, in particolar

modo un aumento delcolesteroloto-tale edLdl, un aumento deitrigliceri-die una diminuzione dei livellidiHdl,l'ipertensione arteriosa siste-mica, ildiabete mellito, lasindromemetabolica, l'obesità,la bulimia, la re-sistenza all'insulina,il tabagismo,lostressmentale, fisico e traumaticoche induce la stimolazione del siste-ma adrenergico con aumento dell'ag-gregazione dellepiastrine.

Esistono poi dei fattori di rischiominori come l'iperomocisteinemia,anticorpi antifosfolipidi, lasedenta-rietà e la pillola anticoncezionaleseassociata al fumo.

Può essere così calcolato unosco-redi rischio: se sono presenti due fat-tori maggiori, il rischio di sviluppareuna coronaropatia si quadruplica; se

sono presenti tre fattori maggiori, ilrischio aumenta di 10 volte rispettoalla popolazione non affetta.

Come pertanto rilevato, un ruolocentrale nei passaggi che conduconoall'infarto del miocardio è rivestitodalla presenza di una placca ateroma-tosa che rappresenta una tappa fon-damentale in questo processo. Pro-prio per contrastare la formazione diquesto potenziale "blocco" della cir-colazione all'interno delle arterie, conconseguente pulizia del vaso, unaproposta viene dalla ricerca italiana.

E stato infatti di recente introdottoil cosiddetto Micro Vast (Microsyste-mes for vascular diagnosis and inter-vention), sistema studiato apposita-mente con queste finalità dall'Istitutodi Biorobotica della Scuola Sant'Anna

insieme con il Cnr e l'università di Pi-sa. In pratica, si tratta di una capsulache riesce a "navigare" all'interno del-l'apparato circolatorio e viene com-pletamente controllata dall'esterno.La "navicella", almeno nelle speri-mentazioni in vitro, si è dimostratacapace di sapere giungere in prossi-mità delle placche ateromatose e diportare alla loro rottura, grazie all'a-zione combinata di farmaci specificiad azione trombolitica e di microbolleche vengono attivate da ultrasuoni.

Lo stesso dispositivo, poi, arriva alpunto di "raccogliere" gli scarti dellaplacca stessa, ripulendo il tutto. Ungrande risultato che dovrà comunqueessere confermato nella pratica clini-ca.

RICCARDO CASTRO

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Medicai device i Primati I Cardiochirurgia

La ricerca italiana per la salute del cuorefa scuola per la scienza mondiale

Dalle tecnologie innovativeper visualizzare lo statodei vasi a quelle «indossabB>

di Federico Mereta

2 Sommergibili che rilasciano farmaci,tecnologie innovative per visualizzare lasalute dei vasi e del cuore , approcci cheevitano la circolazione extracorporeaquando si sostituisce una valvola e tec-nologia " indossabile ", o meglio postasotto la pelle . Sono tanti e multiformi gliesempi della ricerca italiana per la salutedel cuore . Il domani porta nel Laborato-rio di Nanotecnologia per la Medicina diprecisione dell'Istituto italiano di Tecno-logia (lit) di Genova.

Il team di Paolo Decuzzi sta studiandonanoparticelle dello spessore di un capel-lo realizzate con polimeri compatibili ebiodegradabili che vengono iniettate neivasi e raggiungono l'area malata nelle ar-terie. Così rilasciano sostanze curative,con grande precisione , esattamente doveservono . L'obiettivo ? In alcuni casi è limi-tare l'infiammazione che fa da carburanteper la lesione dell'aterosclerosi , in altri,quando c'è una trombosi che ostruisce ilpassaggio del sangue , portare diretta-mente sulla lesione sostanze che "sciol-gono" il coagulo di sangue e quindi per-mettono di riaprire il vaso.

Sul fronte dello studio dei vasi da qual-che tempo è iniziata , al Centro Cardiolo-gico Monzino , la sperimentazione di unsoftware che potrebbe consentire di stu-diare le arterie coronariche senza ricor-rere alla coronarografia , ma solo con unaTac. Il metodo misura la "Fractional flowreserve" (Ffr), parametro che valuta lagravità dei restringimenti coronarici.«La nuova tecnologia potrebbe davverocambiare il paradigma diagnostico dellacardiopatia ischemica per i pazienti cherispondono ai requisiti necessari perl'esame » spiega Gianluca Pontone, re-sponsabile dell'Unità di Risonanza ma-gnetica cardiovascolare del Centro Car-diologico Monzino".

Con il test si valutano in un solo control-lo sia l 'anatomia dei vasi del cuore sia il si-gnificato funzionale degli eventuali re-stringimenti riscontrati , con un'esposi-zione di radiazioni molto contenuta per ilpaziente . È ormai giunto alla fase conclu-siva lo studio "Platform ", coordinato dal-lo stesso Pontone , che ha validato il rap-porto costo -efficacia dell'esame rispetto

Open innovation days. Uno dei 3 temi dellaconoscenza, fondamentali per il presente e ilfuturo, è la Medicina dei futuro, su cui Nòva24con l'Università di Padova ha scelto diconfrontarsi da venerdì 30 settembre a sabato1 ottobre per raccontare l'energia italiana apartire dai suoi punti di forza intrecciando itemi alti della ricerca e dell'innovazione conmomenti di entertainmen.

alle tecniche standard.Sul fronte delle valvole cardiache,

l'esperienza italiana ha fatto spesso daguida per la scienza mondiale, a partiredagli studi di Alessandro Pellegrini sullevalvole meccaniche e alla messa a punto divalvole biologiche in pericardio (tessuto

di rivestimento del cuore ) bovino.I primati recenti non mancano : all'Uni-

versità di Tor Vergata a Roma l'équipe diFrancesco Romeo, presidente della Socie-tà italiana di cardiologia , nel z o15 ha effet-tuato il primo impianto al mondo di unavalvola mitralica per via percutanea, cioèsenza il classico intervento al cuore.

«Una grande innovazione si deve a ungiovane cardiochirurgo italiano, Gio-vanni Speziali , ed è legata al metodo chepermette di riparare la valvola mitralesenza ricorrere alla circolazione extra-corporea - precisa Luigi Martinelli, di-rettore del dipartimento Cardiochirur-gia dell ' Iclas di Rapallo -. Si impieganofili che consentono di far funzionarenuovamente la valvola : già approvata inEuropa , la tecnica è ora in fase di valuta-zione finale negli Usa».

Ultima curiosità : un apparecchio sottola pelle , che coglie le aritmie , potrà pro-teggere dall 'ictus legato alla fibrillazioneatriale inviando anche al medico le traccedell'elettrocardiogramma . A dimostrar-ne l'utilità in prevenzione è uno studioapparso qualche tempo fa sul New En-gland Journal of Medicine coordinato daTommaso Sanna del Policlinico Gemellidi Roma insieme a Vincenzo di Lazzaro,del Campus Biomedico di Roma.

O RIPRODUZIONE RISERVATA

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RITORNO IN CLASSE

Per la scuolanon t ole uo ei

.ntenZlO

.

di Luisa Ribolzi

`" n inglese esiste un'espressio-ne, wishful thinking, che indi-

,. ca una concezione basata sudi un «travisamento ottimisticodella realtà», per cui basta enun-ciare unproposito,perché esso sirealizzi. In apertura dell'annoscolastico, mi verrebbe di direche i decisori politici italiani so-no dei maestri del wishfulthinking, instancabili nel ripro-porre soluzioni salvifiche senzatenere conto della realtà, senzavalorizzare le esperienze positi-ve e senza accettare che le tra-sformazioni del sistema educati-vo non avvengono né in un gior-no né in un anno. Tuttavia, quan-do la «Buona scuola» fuannunciata, ci fu una positiva re-azione al fatto che un governoponeva come priorità la questio-ne educativa, e anche se questarisoluzione si è molto annacqua-ta, il giudizio positivo resta, e do-vrebbe spingere a supportare itentativi di realizzazione, in atte-sache escano le previste deleghe.

Tra gli aspetti positivi, c'è ilprocesso di realizzazione dell'al-ternanza scuola lavoro, che stadiventando parte integrante del-la progettazione nelle scuole se-condarie superiori, e ha l'indub-bio merito di avvicinare la scuolae il mercato del lavoro in quantoalleati nella produzione di com-petenze, e soggetti educativi dipari dignità. Questo è stato possi-bile grazie ad annidi progetti co-muni adeguatamente valutati eriproposti. Un giudizio per lo piùpositivo si può formulare sullestrategie di inclusione dei ragaz-zi con cittadinanza non italiana, esui timidi passi in avanti per unaeffettivaintegrazione dellescuo-le paritarie nel sistema naziona-le, anche se continua a mancareuna seria ricerca sui costi e i be-nefici di un sistema integrato. Percontro, la realizzazione dellapie-na autonomia ha tempi lenti emomenti di stallo, ifinanziamen-ti alle scuole restano irrilevanti, eisuppostipoteri del"presidesce-riffo" sono seriamente inficiatidai meccanismi burocratici.

e 01

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Scuola, non bastano le buone intenzionidi Luisa Ribolzi

processi di valutazione vivono fraluci ed ombre, attaccati da chivor-rebbe limitarsi all' autovalutazio-ne rifiutando ogni controllo ester-

no: l'Invalsi continua però la sua attivi-tà, e i recenti e molto pubblicizzati fe-nomeni di differenziazione fra i votidella maturità, e fra questi voti e l'esitodei test standardizzati, ha fatto cresce-re l'idea che sia necessario un sistemadi valutazione oggettiva, per quantocarente e migliorabile. Resta molto dafare per il corpo ispettivo e per ilpoten-ziamento delle attività di ricerca e so-stegno al miglioramento attribuite al-

l'Indire. Manca una seria ricerca sulleesperienze compiute: tanto per fare unesempio, dovrebbe partire la speri-mentazione diuna secondaria superio-re di quattro anni in sessanta classi pri-me (lo scorso anno gli iscritti nelle cl as-si prime erano circa seicentomila...),ma non sono state valutate le moltescuole superiori italiane all'estero chedal 2010 sono di quattro anni.

E siamo arrivati al punto dolente: laquestione degli insegnanti, che è stataaffrontata - nonostante il dettaglio -dal punto di vista del "pio desiderio",promettendo ancora una volta la finedel precariato. La realtà è sotto gli oc-chi di tutti, e pare evidente che non sene esce senza sostanziali mutamenti

dello status quo. Questo significa chelo Stato fissa irequisitiper accedere al-la docenza, ne controlla il possesso,abolendo le graduatorie, determina al-cuni elementi del contratto di lavoro,sia in termini economici sia per tutela-re la libertà di insegnamento, e fissa lelinee per la valutazione. Le proceduredireclutamento dovrebbero essere la-sciate alle scuole o alle reti di scuole.Non mi importa se ipresidisceglieran-no parenti e amici, purché siano salvi irequisiti di qualità. Marie Curie nondoveva avere il Nobel perché era mo-glie di Pierre, figurarsi poi la loro figliaIrene? Il possesso di un titolo non ga-rantisce a nessuno il posto di lavoro:perché questa regola non dovrebbevalere per gli insegnanti?

Solo modificando profondamente ilreclutamento, e quindi il finanziamen-to dell'istruzione, elasciando al merca-to, sia purregolamentato, imeccanismiditrasferimento, saràpossibil e avere inogni scuolafin dal primo giorno il tipo eil numero di insegnanti necessari, pa-gati in base al lavoro che svolgono, eli-minando alla radice il circolo viziosodel precariato. Se le motivazioni diquesto assurdo "mercato del lavoro"sono di tipo politico, finalizzate allacrescita del consenso, si abbia il corag-gio di dirlo: ma allora bisogna anche ri-conoscere che la scuola è finalizzataprima agli interessi degli operatori, epoi dei clienti. Lo studente, per dirlacon Aristotele e con i sindacati, è un ac-cidente che interferisce conla sostanzadella scuola, che è e resta il posto di la-voro degli insegnanti.

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Perché va cambiatoil test di MedicinaGabriele MazzaccaEmerito in GastroenterologiaUniversità Federico li, Napoli

Ogni anno si levano protesteper il numero chiuso di iscrizio-ne alle facoltà mediche. L'iscri-zione non può non essere limita-ta. Studi inglesi già negli anni'50 documentavano che quan-to maggiore è l'eccesso di medi-ci tanto maggiore è la spesa sa-nitaria pubblica. Inoltre unasoddisfacente formazione de-gli aspiranti medici non puòprescindere dal limite al nume-ro di iscritti. Il punto è un altro eriguarda lo strumento di sele-zione. Un test scritto, quale chesia, non consente una valutazio-ne adeguata delle attitudini deicandidati. Strumento idoneo,in diverse scuole Usa, è la valu-tazione diretta da parte dei do-centi in un iniziale semestre delcorso. Ciò implica una sceltaadeguata delle discipline e deidocenti. E non è facile. In ognicaso la prova scritta per la sele-zione dei giovani ammessi alcorso di laurea in Medicina vaassolutamente superata.

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Porte apertenelle sedi ledGiovedì 15 settembre torna l'OpenDay Ied, la giornata a porte aperteper orientarsi e conoscere iprogrammi formativi dell'Istituto.Le sedi di Milano, Roma, Torino,Venezia, Firenze, Cagliari e Comopresenteranno la nuova offertaformativa in italiano e inglese dicorsi triennali, Master, corsi dispecializzazione e corsi diformazione avanzata nelle areedel design, della moda, delle artivisive e della comunicazione. Perinformazioni: ied.itlopenday.

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Rubate le provettecon il Dna dei centenariSpariti 14 mila campioni usati per studiare la longevità dell'Ogliastra"Colpo da professionisti". Gli anziani: faranno affari con i nostri geni

il casoNICOLA PINNA

PERDASDEFOGU (OGLIASTRA)

Q

ualcuno ha subito grida-to allo scandalo: «Ades-so passeranno tutte le

informazioni alle case farma-ceutiche. Le avranno già ven-dute a caro prezzo e adessochissà che cosa ne faranno».Gli studiosi, però, rassicura-no: chi ha rubato le 14 milaprovette del parco Genos po-trà fare davvero molto poco.Di sicuro non riuscirà a sco-prire l'elisir di lunga vita. Nel-la cassaforte genetica del-l'Ogliastra erano custoditi piùdi 230 mila campioni: unabanca dati scientifica tra lepiù ricche al mondo, frutto diun lavoro che per un pool discienziati è durato molti anni.Analizzare il Dna di 13 mila vo-lontari (dai bambini ai cente-nari) aveva un doppio obietti-vo: ricostruire il segreto dellalongevità dei sardi e compierenuove scoperte sulle malattieendemiche. Per gli studiosi sitratta di un vero e proprio te-soro e qualcuno forse ha pen-sato di ricavarne chissà qualecifra. Il furto delle provette èun mistero che lascia incredu-li gli scienziati e un grattacapoper i carabinieri. La procuradella Repubblica di Lanuseiha ricevuto una denuncia, haaperto un'inchiesta e ha inca-ricato i militari della Compa-gnia di Jerzu di calcolare il nu-mero delle provette rimastenelle 18 grandi celle frigo, auna temperatura costante dimeno 80 gradi.

Esperti in azioneL'indagine si preannunciacomplessa. Anche perchéquesto non sembra essere unfurto semplice da mettere asegno. Le chiavi dei laboratorile hanno solo pochi ricercato-ri e portar via tutto il materia-le genetico prevede qualchecompetenza specifica. «I cam-pioni devono essere custoditia una determinata tempera-tura - spiega il professor Ma-rio Pirastu, il ricercatore delCnr che ha seguito il grandestudio sull'Ogliastra fin dal-l'inizio -. Per essere spostate,le scatole che contengono icampioni biologici devono es-sere ricoperte di ghiaccio esuccessivamente caricate abordo di un Tir». Insomma,

un'impresa da superprofes-sionisti dello scasso.

La banca dei geni dei sardiun valore economico di sicuroce l'ha. Non meno di 258 milaeuro, visto che a questa cifra,poco più di un mese fa, la so-cietà inglese "Tiziana LifeSciences" ha rilevato i risulta-ti delle analisi compiute su13.500 sardi, tutti abitanti di10 paesi confinanti. Il progettoShardana era iniziato nel1995. Idea di Renato Soru, pri-ma di concentrarsi sull'avven-tura politica. Alla società con-sortile avevano aderito alcuniComuni della zona ma quandoSoru è diventato presidentedella Regione tutto è stato ce-duto al San Raffaele di Milano.Il crac della fondazione di DonVerzè ha travolto tanti proget-

ti e anche la banca del Dna èfinita all'asta. A luglio la socie-tà britannica ha fatto la suaofferta e comprato tutto, conl'intenzione di portare avantila ricerca sul segreto dei cen-tenari. «A Perdasdefogu, il pa-ese dei fratelli Melis che peranni hanno detenuto il prima-to di famiglia più longeva delmondo, siamo riusciti a rico-struire l'albero genealogicopiù grande che esista - raccon-ta il genetista Mario Pirastu.Abbiamo studiato i rapportiche si sono sviluppati nell'ar-co degli ultimi quattrocentoanni. Non lo ha fatto mai nes-suno. Ecco perché credo chesia importante salvare questopatrimonio».

Nella piazzetta di Perda-sdefogu ieri mattina c'eranosolo tre anziani. Tutti e trehanno aderito al progetto de-gli studiosi del parco Genosma nessuno ora sembra trop-po preoccupato per questostrano furto. Ma a ottanta chi-lometri di distanza, a Urzulei,è già iniziata una raccolta difirme per chiedere la restitu-zione (o la distruzione) deicampioni genetici di molti dei1200 abitanti di questo paesi-no. Il messaggio più o meno èquesto: «Non fate affari colnostro «Dna».

0 BV NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

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i°Ic eviLa famigliasarda Melis diPerdasdefogu(Ogliastra)in una fotodel 2012. Peranni i Melishannodetenutoil primatodi famigliapiù longevadel mondo

La festa per i 100 anni di Claudina MeliscoNre; ;ro

il r e__JIl progettoShardanaè partito

21 anni fa conun doppioobiettivo:ricostruire

il segretodella longevi-tà dei sardi e

compierenuove scoper-te sulle malat-tie endemiche

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campioni:una bancadati tra lepiù riccheal mondo

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Nella bancadati è rac-

colto ilpatrimoniogenetico di

13 milasardi (dai

bambini aicentenari)

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Panorama Gli aiuti fiscali e l'attivismo europeo dei «venture» tricolori

Web, bandi, atenei:tre stmdepertrovare capitaliCala il gap italiano per l'investimento in nuove ideeDal «crowdfunding» agli incubatori: ecco come si fa

Di LUISA ADANI

1 grave ritardo accumulatoin Italia sul fronte dei finanziamenti alle start up siriduce passo dopo passo».

Lo afferma Stefano Mainetticonsigliere delegato di Polihub,l'incubatore del Politecnico diMilano (gestito dalla sua Fonda-zione con il contributo del Co-mune di Milano). Che poi preci-sa: «Fino a oggi nel nostro Paesesono stati erogati dai capitali diventura importi per un rapportodi uno a dieci rispetto a quantoavviene in Germania e in Fran-cia e della metà se ci confrontiamo con quanto succede in Spagna».

trattato certamente di unh.: adicap - dice ancora Mai-netti - che non ci ha permessodi sviluppare appieno le poten-zialità della nostra economia. Inquesto scenario un contributoimportante è venuto dal decretolegge 179/2012 (successivamen-te esteso a tutto il 2016) che haprevisto una defiscalizzazioneIrpef del 190/. o di una deduzione Ires del 200/. che sale al 250/. e

270/. nel caso di startup a voca-zione sociale o che sviluppano ecommercializzano prodotti oservizi innovativi ad alto valoretecnologico in ambito energeti-co». La situazione sta quindicambiando e lo dicono anche idati.

Secondo il report della socie-tà londinese PitchBook quattrofra i fondi più attivi in Europainfatti sono italiani e InvitaliaVentures è quarto per numero

di investimenti early stage. Inte-ressanti anche i dati raccolti dal-l'Osservatorio startup hi-tech(Politecnico di Milano e di Ita-liaStart up in collaborazione conSmau): il totale degli investi-menti per il 2015 sale a 133 mi-lioni (+ 11% rispetto al 2014) su-perando il picco registrato nel2013 (129 milioni); i ricavi dellestartup innovative finanziatecrescono del 26°% annuo nel2014 e raggiungono i 184 milionidi euro nel 2014; i dipendentipassano da 1.252 a 1.565, con un

nche il Fondo Italiano d'investimento (Fii) è sceso incampo per finanziare le startup con un comparto dedi-

cato alle aziende innovative che stanno nascendo. Attraver-so il Fondo di fondi di venture capital ha infatti finalizzato uninvestimento in Barcamper Ventures, fondo dedicato all'ac-celerazione di impresa gestito da Primomiglio Sgr e con 30milioni di dotazione iniziale. Fii affianca investitori istituzio-nali come Banca Sella Holding, Unindustria Bologna, RealeMutua e Fondazione Puglia. Le startup selezionate, oltre a

Carlo ricevere il sostegno economico, saranno affiancate nelloMammola , sviluppo con un programma di coachingdi alcuni mesi.ad del Fondo L. AD.d'investimento RIPRODUZIONE RISERVATA

incremento del 25°i°; nel 2014 e2015 gli investimenti da parte diinvestitori non istituzionali(«venture incubator», « familyoffice», «club deal» e «businessangel») crescono del 32%, pas-sando da 57 a 75 milioni di euromentre gli investimenti dei sog-getti istituzionali calano Bel-i

Tre le possibilità per l'imprenditore in nuce per ottenereun finanziamento. La prima ri-°uarda le cali for idea aperte daincubatori pubblici, privati, isti-tuzionali e universitari. Fra le di-verse opportunità attive in questo momento, due sono gestiteda Polihub: StartCup Lombar-dia aperta fino al 19 settembre eBiolJpper fino al 30 settembre.La seconda strada per recupera-re finanziamenti viene da bandiper progetti di ricerca applicata

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di fondi pubblici o indirizzati ingenerale al finanziamento al-l'imprenditorialità. Molto utile aquesto proposito il portale Star-tUp (http://www.warrant-group.it/startup/) sviluppatoda Warrant Group (società diconsulenza a supporto dei pro-getti di sviluppo industriale) edall'associazione Italia startupche aggrega le misure e le azionisviluppate dalla Comunità euro-pea e quelle specifiche del ministero dello Sviluppo economicoorganizzandole su base regiona-le. L'accesso al sito è libero e gra-tuito, Warrant si propone peròanche per l'istruzione delle pra-

Nel 2015 investimentia 133 milioni (+11%),su anche i ricavi delleaziende appena nate

tiche. Infine l'ultimo, ma semprepiù percorso canale per acquisi-re i finanziamenti riguarda laraccolta fondi online e cioè ilcrowdfunding attraverso piatta-forme ad hoc. EconomyUp neha elaborato un elenco organiz-zandole secondo le peculiarità:«reward based» (in cambio didonazioni è prevista una ricom-pensa sia questa il prodotto, unacitazione o un ringraziamento),«donation based» (per finan-ziare iniziative senza scopo dilucro), «lending based» (micro-prestiti a persone o imprese),«equity based» (il finanziatorediventa socio dell'azienda, se-condo la regolamentazione del-la Consob). Per altre informa-zioni: http://www.eco-nomyup.it/startup/2092_tuttoquello che bisogna sapere perusare 55 piattaforme dicrou dfunding.htm).

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Accordo tra Venezia, luav e Padova per un competence center

Università venete in reteper un polo Industria 4.0La sede sara nel Parco scientifico Vega di MargheraKaty MandurinoVENEZIA

Il piano che il Governo stamettendo a punto su Industria4.0, i cui contenuti- che verrannoufficializzati nella seconda metàdi settembre - sono stati presen-tati anche recentemente a Cer-nobbio dal ministro dello Svilup-po economico Carlo Calenda,poggia su driver di sviluppo spe-cifici. Non solo gli sgravi fiscaliper gli investimenti e il sostegnoalle imprese - la revisione degliincentivi fiscali, o la proroga delsuperammortamento á114o% suibeni strumentali acquistati dalleaziende-,ma anche il sostegno al-la ricerca attraverso il coinvolgi-mento delle università. Nell'am-bito di questo intento, il piano in-tende individuare e finanziare at-traverso la Legge finanziaria2o17alcuni (pochi) centri di ricerca ouniversità in Italia deputati a di-ventare competence center e, ac-canto aquesti, alcuni digital inno-vation hub, che possano operareconcretamente nel trasferimen-to tecnologico traatenei emondodell'impresa. A candidarsi a di-ventare uno di questi competencecenter è sicuramente il polo natoieri a Venezia, dalla storica unio-ne di tre atenei: i veneziani Ca'Foscari e luav e l'Università diPadova. Il miglior epilogo dopo ilprogetto "Univeneto", che qual-che anno fa intendeva realizzareuna sorta di università veneta

unica, mettendo inrete gli ateneiesistenti.

Le tre università darannovita-la firma ufficiale è prevista frapochi giorni - al Venice Innova-tion hub, piattaforma, che trove-rà spazio nel Parco scientifico etecnologico Vega, a Marghera

Baban (Confindustria):sinergie fondamentaliperle macro-areeBugliesi (Ca' Foscari):le imprese sono cruciali

Il piano che il Governo stamettendo a punto su Industria4.0 intende individuare alcunicentri di ricerca o università inItalia che siano deputati adiventare competence center e,accanto a questi, alcuni digitaiinnovation hub. L'obiettivo èoperare concretamente neltrasferimento tecnologico traatenei e mondo dell'impresa.

(sono statiindividuatii2milame-tri quadri su tre piani nella torreHammon), dagli obiettivi ambi-ziosi: non solo mettere in comu-nicazione imprese, ricercatori einvestitori nell'ottica della rea-lizzazione dell'industria 4.0, nonpiù procrastinabile per la com-petitività delle imprese, ma an-che elaborare strategie per unri-nascimento industriale territo-riale, dapprima per l'area metro-politana veneziana e in seguitoper altre macroaree del Nord Ita-lia. «Questa partnership tra ate-neiveneti è di assolutaimportan-za e novità - commenta il presi-dente della Piccola Industria diConfindustria Alberto Baban, dasempre sostenitore di un mag-gior collegamento tra ricerca eimpresa e della creazione di piat-taforme sull'industry 4.0 -, nonsolo per quest'area del Pese, ca-ratterizzata da piccole e medieimprese. Mi auguro che questosoggetto possa rappresentare aNordestuno dei competence cen-ter che il piano Industria 4.0 staelaborando».

Il Vili si focalizzerà sull'inno-vazione tecnologica e manifattu-ra avanzata (che farà capo al-l'università di Padova), sull'in-novazione strategica e di busi-ness (chefaràcapo aCa'Foscari)e sull'innovazione di design (ap-pannaggio dello luav). «Abbia-mo già iniziato a dislocare al Ve-gale nostre start up e i nostri spin

off- spiega il rettore di Ca' Fosca-ri Michele Bugliesi -, favorendosperimentazioni ma anche veree proprie linee di produzione in-dustriali».

I primi progetti coinvolgeran-no le imprese medio-piccole chehanno più diffi coltà ad i ntrapren-dere la trasformazione digitale,le imprese consolidate che inten-dono favorire il loro re-start up,ossia l'innovazione del modellodi business, le imprese manifat-turiere dapprima di alcuni settorispecifici (automazione e mecca-tronica, alimentare, arredo-casa,moda e abbigliamento, ambien-te), maanche gli investitori indu-striali, ricercatori estudenti, leal-tre università del territorio.

I finanziamenti per realizzareil Vili provengono in parte dagliatenei e in parte da investitoriprivati. Ma ci si aspetta di poterusufruire dei fondi ministeriali:«Questa iniziativa ha un enormevalore - continua il rettore -. Leuniversitàharmo unitole forze, sisono coordinate in un progettoconcreto; ora è necessaria la ri-spostadelle imprese e il sostegnodelle istituzioni». Non solo, con-tinua Bugliesi, «Capitalizzandola visibilità e l'attrattività inter-nazionale di Venezia, il Vihcosti-tuirà un centro di eccellenza ingrado di attrarre non solo i mi-gliori talenti ma anche finanzia-menti esteri».

O RIPRODU LIANE RISERVATA

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in laguna. 1F Vili trovera posto in uno dei palazzi del Vega, in uno spazio di Limita metri quadrati

Le medie imprese e t'economia digitate

NELLA DIGITAL ECONOMY CHI ESPORTA DI PIÙ E COME È CAMBIATO L'EXPORT DAL 2005Previsioni 2016, percentuale di medie impreseche segnalano un aumento

Il peso dei settori sul totale export delle medie imprese del Nordest.Confronto 2005 - 2014 . In percentuale

OntineFatturato Meccanica2005

Offline 2014 43.2

Esportazioni Cintine 30 Alimentare 2005Offline 22 2014

i OnlineI i Chimico 2005 8,4nvest ment Offline e farmaceutico 2014 - --- -10 8,

IL RUOLO DEL WEBIl posizionamento delle medie imprese Percentuale sul totale Prodotti 2005 7,1.

Hanno il sito aggiornato e ottimizzatoper l'edilizia 2014 6,3

99Legno 2005 7,4

Nell'ambito dei beni per la persona e per la casa e mobili 2014 4,3

78

A à Metallurgico 2005 3,5Attive sul web 2014

Petti 2005 7,3Utilizzano social network per il business IL ë; e cuoio 2014 6,3

54

Sviluppano campagne di marketing online Abbigliamento 2005 4,735 2014

Sviluppano attività e-commerce Gioielleria 200516 \ e oreficeria 2014

LIVELLO TECNOLOGICOIl livello tecnologico nel 2014. L'apporto sul totale del valore aggiunto

Alta tecnologia Medio - alta tecnologia Medio - bassa tecnologia Bassa tecnologia3,3 34,1 26,1 36,5

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DAL 12 AL 16 SETTEMBRE

Workshop di roboticaapplicata alla chirurgiaL'Italia ospita uno degli appuntamenti di riferi-mento in Europa per chirurgia, diagnostica e te-rapia robotica, "Cras" ("Joint Workshop onNew Technologies for Computer/Robot Assi-sted Surgery"), giunto alla sesta edizione e inprogramma Pisa - grazie all'Istituto di BioRobo-tica della Scuola Superiore Sant'Anna - dal 12 al14 settembre. Il workshop raduna i più impor-tanti studiosi, insieme a rappresentanti selezio-nati dal mondo dell'industria. L'obiettivo è of-frire una visione sullo sviluppo delle nuove tec-nologie nel campo della chirurgia robotica.

Cras. All'istituto di biorobotica della ScuolaSant'Anna dal 12 al 16 settembre

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I PE C LINEI CONTIPUBBLICIdi ALESSANDRO VOLPI

conti pubblici italiani pre-sentano margini sempre piùstretti, per non dire nulli, e la

presa di posizione della Com-missione Europea è pericolosa.

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I PE C LINEICONTIPUBBLICI

conti pubblici italiani pre-sentano margini di azionesempre più stretti, per non

dire addirittura nulli, e la durapresa di posizione della Com-missione Europea nei confrontidi ipotesi di maggiore flessibilitàrisulta davvero pericolosa. Èsempre più evidente infatti checon questi parametri e questivincoli non c'è spazio per realipolitiche attive. I numeri sono,in tale ottica, inoppugnabili. 1)La spesa complessiva dello Statoitaliano è pari a 826 miliardi di

di ALESSANDRO VOLPIeuro, di cui 439 miliardi, oltre il53% del totale, sono rappresen-tati dalla spesa sociale. Solo percoprire quest'ultima voce vengo-no impiegate tutte le entrate de-rivanti dalle imposte dirette, chein verità non sono neppure suffi-cienti. La somma di Irpef, com-prese le addizionali, di Irap, diIres, di Isos, l'imposta sostituti-va, e di tutti i contributi previ-denziali totalizza una cifra di po-co inferiore ai 423 miliardi di eu-ro; per coprire la spesa socialedunque mancano ancora circa16 miliardi. Questa cifra e il restodella copertura della spesa pub-blica devono essere trovati, allo-ra, utilizzando le imposte indi-rette, a cominciare dall'Iva; con-siderati gli alti livelli di pressionefiscale esistenti nel paese, appa-re assai complesso, con similinumeri , immaginare nuova spe-

sa sociale o, più in generale, nuo-va spesa pubblica. Sarebbe ipo-tizzabile, semmai, procedere aduna diversa distribuzione del ca-ri co fiscale nel tentativo di gene-rare una maggiore equità, appli-cando in maniera più rigorosa ilprincipio costituzionale dellaprogressività. Ma anche questastrada non è affatto semplice vi-sto che già oggi il 39% dei contri-buenti italiani paga 1'86% di tut-tal'Irpef.

2) La spesa pubblica per inve-stimenti è quasi sparita negli ul-timi anni; nel 2009, a ridossodell'inizio della crisi, era di pocosuperiore ai 54 miliardi di euro, èscesa a 38 nel 2013, a35,6 miliar-di l'anno successivo ed è rimastapiù o meno stabile nel 2015, conuna percentuale vicina al 2,2%del Pil. A bloccarla hanno contri-buito, in maniera decisiva, pro-prio i vincoli europei legati alPatto di Stabilità, che consideral'investimento pubblico la cau-sa principale dell'aumento deldebito degli Stati. Ulteriori ele-menti di criticità rispetto allaspesa pubblica per investimentiprovengono poi dalla spessoscarsa realizzabilità di molte del-le opere che costituiscono l'og-getto degli investimenti stessi edalla presenza di regole in mate-ria di finanza pubblica decisa-mente farraginose; per similimotivi, sarebbe molto opportu-no abbandonare la retorica del-le grandi opere per destinare gliinvestimenti pubblici ad attivitàdi manutenzione straordinariae di prevenzione del dissesto delterritorio . In estrema sintesi, laspesa pubblica corrente, a co-minciare da quella sociale, as-sorbe tutto il pesante gettito del-

le imposte dirette e ha bisognodi aliquote molto sostenute perquanto concerne quelle indiret-te; al contrario la spesa per inve-stimenti si va estinguendo in pri-mis per i vincoli europei e per re-gole pesanti. Per superare unacondizione siffatta serve una de-cisa azione in Europa per rimuo-vere in larga misura la gabbia diMaastricht ma occorre ancherintracciare risorse ulteriori ingrado di alimentare la spesapubblica necessaria ed efficien-te senza aumentare la pressionefiscale. In questo senso, non èpiù tollerabile un livello di eva-sione fiscale come quello che ca-ratterizza l'economia italiana.Se gli spazi di manovra nei contipubblici sono ormai finiti, non èderogabile l'aggressione alla ric-chezza nascosta. Ancora unavolta, i numeri sono spietati perquanto molto ballerini. Le stimein materia di evasione non sonoinfatti unitarie; un recente rap-porto Eurispes indica in 270 mi-liardi di euro il totale dell'evasio-ne italiana, mentre Confindu-stria l'ha valutata in circa 122 mi-liardi e il Def, il documento eco-nomico e finanziario, si ferma a93 miliardi. Si tratta comunquedi cifre gigantesche perché misu-rate sul singolo anno che, qualo-ra venissero recuperate almenoin parte, consentirebbero di al-largare quei margini in cui èadesso costretta la possibilità didare corpo apolitiche attive. Nelcorso degli ultimi due anni, lalotta all'evasione ha prodotto si-gnificativi risultati, per un totaledi quasi 30 miliardi, senza i qualile Leggi di stabili tà sarebbero sta-te assai più ruvide. Occorre peròuno sforzo ancora maggiore.

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La nuova frontiera della genomicadi MARCOGIRELLA

DIMEN TICATE tutto quello checredete di sapere sul cancro. An-che all'interno della stessa catego-ria di tumori, per esempio quelloal seno, non esistono due patolo-gie uguali. Quindi non esistonodue diagnosi e due cure identi-che. Anche se non sembra, è unabuona notizia. La nuova frontieraprende piede ogni giorno di più, esi chiama medicina di precisione.Cioè cure diverse, e più efficaci,per ogni diversa persona che siammala. Lo spiega Stefano Pileri,direttore dell'unità di Emolinfo-patologia dello leo di Milano.

'A IL professorPileri

Oggì faccia m o analisi sula del cancro : sappia m o

che si tratta di patologiediverse peroni pazienteLa cura ug uale per tuttiha sempre meno senso

«La medicina di precisione - chia-risce - identifica le alterazioni pa-tologiche di ogni singolo pazien-te».

Partendo da dove?«Dall'ana isi del tessuto tumoraleo dall'analisi del sangue si trova-no le variazioni del DNA del tu-more. Il cancro, di fatto, è una ma-lattia del genoma».

Cioè?«Dipende dalla modifica del nor-male DNA delle nostre cellule.Una volta avvenuta la mutazione,la malattia usa le proprie caratteri-stiche genomiche sia per progredi-re che per creare resistenza alle te-rapie».

cambia per ogni paziente?«Se prendiamo un carcinomamammario in malati diversi ve-diamo che le caratteristiche gros-solane possono anche essere ugua-li, ma le alterazioni a livello mole-colare cambiano».

Qualì sono le conseguenzeper medici e pazienti?

« he diventa subito evidente co-me la chemioterapia uguale pertutti non sia necessariamente lacura migliore».

Serve la medicina di precisio-ne.

«Esatto. Una cura cucita su misu-ra per il singolo. Perchè può darsiche quel determinato tumore inquella determinata persona pro-duca una resistenza alla chemio, ein un'altra invece no».

Come si a colpire il bersa-glio così accuratamente?

«Grazie ai sequenziatori: macchi-ne che leggono l'intero codice delDNA umano».

Che contiene più di 28mila e-ni, con tre miliardi di basi Z -miche . Un'opera monumen-tale.

«Sì, ma noi non abbiamo bisognodi sequenziarli tutti ogni volta.L'intero DNA è stato decifrato ainizio Duemila. E nel tempo sonostate create banche dati pubbli-che con le sequenze di circa ses-santamila pazienti e le loro patolo-gie. Perciò sappiamo che nel tu-more al seno i geni da indagare so-no solo una settantina».

Per un costo?«Evidentemente ridotto. Se doves-simo sequenziare tutte le volte tremiliardi di basi, un'analisi coste-rebbe migliaia di euro. Per settan-ta geni se ne spendono poche cen-tinaia».

cosa ricava da questa anali-si mirata?

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«Che nel tal paziente ci sono alte-razioni che si curano in un modoe in un altro problemi che si risol-vono con farmaci diversi».

Non necessariamente facilida ottenere.

«Vero. Però l'oncologo che ricevel'informazione genetica giusta, sesa che in giro per il mondo c'è unfarmaco adatto al suo paziente do-vrebbe proporglielo».

Che succede se il farmaco mi-glio non rientra nei proto-colli del Servizio Sanitano No-zìonale per quella patologia?

«Be', ci sono due questioni. La pri-ma: risolvere il problema. Se lostato non rimborsa si può provare

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a inserire il malato in un protocol-lo sperimentale oppure chiederealle case farmaceutiche l'uso com-passionevole del farmaco. Cioè diaverlo gratis».

E l secondo questione?«Dipende dal fatto che la medici-na di precisione in realtà sta aiu-tando il Servizio Sanitario Nazio-nale. Stanno uscendo molti farma-ci nuovi a bersaglio, che costanomolto. È importante non darli atutti quelli che hanno la patologiabersaglio ma solo ai pazienti chepresentano il profilo molecolareadatto a rispondere a quel farma-co. Così l'efficacia aumenta e laspesa viene contenuta».

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La proteina Mical2nella curadel cancro

OLTI ricercatori nel mondocombattono il cancro conl'obiettivo condiviso diindividuare nuovi bersaglic lecolarl da colpire per

aum mare l'arsenale di strumenti terapeutici adisposizione del paziente. Infatti esistonostrategie di cura che nel complesso hannomigliorato moltissimo la nostra capacità didifenderci dal cancro rispetto al passato. Esseperò non sono ancora sufficienti perché tuttoraignoriamo molti aspetti della biologia delcancro.

LA FORMAZIONE di un tumore è unprocesso graduale durante il quale celluleadulte si svincolano dalla complessa rete disegnali molecolari che rinnovano e fannofunzionare l 'nostri organi, mentre riattivanofunzioni sopite. Così acquistano capacitàvantaggiose per il tumore ma estremamentepericolose per il nostro corpo. Fra queste, lacapacità di fare metastasi, ossia distaccarsidalla sede dorigine per invadereimpropriamente altri organi. Su di essa si èfocalizzato il nostro gruppo di biologimolecolari e cellulari, cercando un nuovoattore sulla scena.

CON DIVERSI anni di lavoro abbiamocapito che la proteina,Mical2 è prodotta ineccesso in diversi tumori particolarmenteaggressivi. alical2 accompagna in circolo lecellule anetastatich.e e torna ad assopirsiquando esse si "accasano" in sedi distanti daltumore primario. Se eliminiamo Mical2 neinostri modelli sperimentali, le cellule tumoraliperdono la capacità di invadere e muoversi.Ciò fa di Mical2 un buon candidato al ruolo di"bersaglio"di cui sopra. Tuttavia altri anni dilavoro sono adesso necessari per mettere apunto strategie utili al paziente per riportaresotto controllo una proteina normalmentecoinvolta in funzioni basilari della cellula, maricolto dannosa quando deregolata.

* della Scuola SuperioreSant'Anna di Pisa