LISTA PER RAVENNA, movimento civico RISPOSTA ALLA NOTA …

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LISTA PER RAVENNA, movimento civico Avv. Giorgio Gardini RISPOSTA ALLA NOTA SU: AREE DESTINABILI AL NUDISMO SULLA COSTA RAVENNATE Egregio avvocato, in data 10 luglio scorso, ci è pervenuta, per conto delle società Bisanzio sas di Bisanzio Holding e Business World, la Sua: “Aree destinabili al nudismo su costa ravennate”, comprendente la richiesta “di desistere dalla Vostra proposta riguardante l’area di proprietà delle mie assistite ed inoltre di fare in modo che nella stampa locale venga riportato la precisazione che essa è inattuabile in quanto riguardante area privata”. Questo perché “il tratto di spiaggia di Lido Adriano al quale Vi siete riferiti è di proprietà delle mie assistite, che in parte l’hanno già adibita ad altri scopi e che per il rest o non intendono adibirla agli scopi che proponete. Inoltre le mie assistite hanno interessi commerciali nella zona di Lido Adriano che sarebbero pregiudicati dalla propalazione della Vostra sorpresa, per la quale non è stata mai neppure chiesta la loro disponibilità”. Pur stupiti da una richiesta irricevibile, Le offriamo i seguenti chiarimenti. 1. Quanto da Lei appreso tramite stampa non è, e non è mai stata da noi qualificata, come proposta, trattandosi semplicemente di un’idea, di nessun valore amministrati vo, non presentata e neppure rivolta all’amministrazione comunale, bensì a quanti, proprietà dell’area compresa, avessero inteso o intendessero prendere in considerazione la possibilità di attivare una forma di turismo di qualità in espansione in tutto il mondo, alla cui valorizzazione è intervenuto anche il legislatore regionale (26 luglio 2006, Regione Emilia-Romagna, legge per la "Valorizzazione del turismo naturista") e che, volendo, può connotarsi come accrescitivo e non lesivo di interessi commerciali. L’espressione "senza alcun ostacolo" è riferita esplicitamente all'assenza di “vincoli ambientali rigidi” e al fatto che “la Forestale non avrebbe impedimenti di principio da porre”. 2. Non sembra vietato ad un consigliere comunale, come ad ogni semplice cittadino, “manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto ed ogni altro mezzo di diffusione” (art. 21 della Costituzione italiana). Nel caso, abbiamo semplicemente espresso il nostro pensiero/idea, non offensivo di alcun diritto o interesse legittimo, reputazione, ecc., su un’eventuale diversa destinazione di una parte del territorio comunale: pensiero/idea che può essere raccolto, se credono, dall'amministrazione comunale e/o dalla proprietà interessata, oppure no. Qualora l'amministrazione comunale intendesse raccoglierlo, sarebbe suo compito compiere ogni passo amministrativo o verifica necessari nei confronti e nel rispetto di ogni diritto altrui, proprietà compresa. Ci risulta, peraltro, che l'amministrazione comunale abbia raggiunto negli anni accordi pubblico/privato su variazioni di destinazione urbanistica delle aree di Lido Adriano di proprietà delle Sue assistite di portata fortemente superiore a quella dell'area in oggetto. 3. Ci sfugge, peraltro, in quale graduatoria di valori commerciali e di atti della pubblica amministrazione eventualmente lesivi degli stessi si inserisca l’inedita “diffida” ad esprimere il nostro pensiero. Da una parte, la nostra nota: non rappresentativa di alcunché, se non di libere opinioni personali, e in ogni caso non offensiva di alcun valore, tanto meno commerciale; dall’altra, una deliberazione del consiglio comunale quasi contemporanea, pubblicizzata anche più della nostra nota, che, rivolta a perseguire effetti automatici di variante agli strumenti urbanistici vigenti, intende collocare centinaia di migliaia di metri cubi di fanghi di dragaggio del porto-canale di Ravenna, classificati a tutti gli effetti come rifiuti, in aree a destinazione prevalentemente residenziale, compresi ambiti di trasformazione assoggettati ad accordi sottoscritti con i privati, nella stessa Lido Adriano su cui gravitano gli interessi commerciali delle società Sue assistite: ma non ci risulta che sia stata inviata alcuna diffidaai consiglieri comunali che hanno approvato tale - questo sì - provvedimento della pubblica amministrazione. In quanto poi alle finalità, la nostra era di sgravare spiaggia e pineta di Lido di Dante, riserve naturali, di una parte del carico antropico eccessivo (a cui peraltro lo stesso Corpo Forestale attribuisce responsabilità almeno indiret te sull’incendio terribile che ha distrutto gran parte della pineta), “trasferendo”, se possibile e nel rispetto di leggi, diritti e interessi legittimi, in area più idonea e adeguatamente attrezzata, delle persone, fino a prova contraria oneste e rispettose della legge; l’altra di trasferire valanghe di rifiuti in aree assolutamente inidonee. In ogni caso, per venire alla Sua richiesta, non abbiamo alcun problema a prendere atto che le società Sue assistite non intendono mettere a disposizione, al fine dell’idea da noi esposta, alcunché dell’area

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LISTA PER RAVENNA, movimento civico

Avv. Giorgio Gardini

RISPOSTA ALLA NOTA SU: AREE DESTINABILI AL NUDISMO SULLA COSTA RAVENNATE

Egregio avvocato,

in data 10 luglio scorso, ci è pervenuta, per conto delle società Bisanzio sas di Bisanzio Holding e Business

World, la Sua: “Aree destinabili al nudismo su costa ravennate”, comprendente la richiesta “di desistere

dalla Vostra proposta riguardante l’area di proprietà delle mie assistite ed inoltre di fare in modo che nella

stampa locale venga riportato la precisazione che essa è inattuabile in quanto riguardante area privata”.

Questo perché “il tratto di spiaggia di Lido Adriano al quale Vi siete riferiti è di proprietà delle mie

assistite, che in parte l’hanno già adibita ad altri scopi e che per il resto non intendono adibirla agli scopi

che proponete. Inoltre le mie assistite hanno interessi commerciali nella zona di Lido Adriano che sarebbero

pregiudicati dalla propalazione della Vostra sorpresa, per la quale non è stata mai neppure chiesta la loro

disponibilità”. Pur stupiti da una richiesta irricevibile, Le offriamo i seguenti chiarimenti.

1. Quanto da Lei appreso tramite stampa non è, e non è mai stata da noi qualificata, come proposta,

trattandosi semplicemente di un’idea, di nessun valore amministrativo, non presentata e neppure

rivolta all’amministrazione comunale, bensì a quanti, proprietà dell’area compresa, avessero inteso o

intendessero prendere in considerazione la possibilità di attivare una forma di turismo di qualità in

espansione in tutto il mondo, alla cui valorizzazione è intervenuto anche il legislatore regionale (26

luglio 2006, Regione Emilia-Romagna, legge per la "Valorizzazione del turismo naturista") e che,

volendo, può connotarsi come accrescitivo e non lesivo di interessi commerciali. L’espressione

"senza alcun ostacolo" è riferita esplicitamente all'assenza di “vincoli ambientali rigidi” e al fatto

che “la Forestale non avrebbe impedimenti di principio da porre”.

2. Non sembra vietato ad un consigliere comunale, come ad ogni semplice cittadino, “manifestare

liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto ed ogni altro mezzo di diffusione” (art. 21

della Costituzione italiana). Nel caso, abbiamo semplicemente espresso il nostro pensiero/idea, non

offensivo di alcun diritto o interesse legittimo, reputazione, ecc., su un’eventuale diversa

destinazione di una parte del territorio comunale: pensiero/idea che può essere raccolto, se credono,

dall'amministrazione comunale e/o dalla proprietà interessata, oppure no. Qualora l'amministrazione

comunale intendesse raccoglierlo, sarebbe suo compito compiere ogni passo amministrativo o

verifica necessari nei confronti e nel rispetto di ogni diritto altrui, proprietà compresa. Ci risulta,

peraltro, che l'amministrazione comunale abbia raggiunto negli anni accordi pubblico/privato su

variazioni di destinazione urbanistica delle aree di Lido Adriano di proprietà delle Sue assistite di

portata fortemente superiore a quella dell'area in oggetto.

3. Ci sfugge, peraltro, in quale graduatoria di valori commerciali e di atti della pubblica

amministrazione eventualmente lesivi degli stessi si inserisca l’inedita “diffida” ad esprimere il

nostro pensiero. Da una parte, la nostra nota: non rappresentativa di alcunché, se non di libere

opinioni personali, e in ogni caso non offensiva di alcun valore, tanto meno commerciale; dall’altra,

una deliberazione del consiglio comunale quasi contemporanea, pubblicizzata anche più della nostra

nota, che, rivolta a perseguire effetti automatici di variante agli strumenti urbanistici vigenti, intende

collocare centinaia di migliaia di metri cubi di fanghi di dragaggio del porto-canale di Ravenna,

classificati a tutti gli effetti come rifiuti, in aree a destinazione prevalentemente residenziale,

compresi ambiti di trasformazione assoggettati ad accordi sottoscritti con i privati, nella stessa Lido

Adriano su cui gravitano gli interessi commerciali delle società Sue assistite: ma non ci risulta che

sia stata inviata alcuna “diffida” ai consiglieri comunali che hanno approvato tale - questo sì -

provvedimento della pubblica amministrazione. In quanto poi alle finalità, la nostra era di sgravare

spiaggia e pineta di Lido di Dante, riserve naturali, di una parte del carico antropico eccessivo (a cui

peraltro lo stesso Corpo Forestale attribuisce responsabilità almeno indirette sull’incendio terribile

che ha distrutto gran parte della pineta), “trasferendo”, se possibile e nel rispetto di leggi, diritti e

interessi legittimi, in area più idonea e adeguatamente attrezzata, delle persone, fino a prova

contraria oneste e rispettose della legge; l’altra di trasferire valanghe di rifiuti in aree assolutamente

inidonee.

In ogni caso, per venire alla Sua richiesta, non abbiamo alcun problema a prendere atto che le società

Sue assistite non intendono mettere a disposizione, al fine dell’idea da noi esposta, alcunché dell’area

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di proprietà; né abbiamo alcunché in contrario alla diffusione di quanto sopra esposto, anche agli

organi di stampa, salvo:

non avere titolo a “fare in modo che nella stampa locale venga riportata la precisazione”,

perché, in un ordinamento giuridico di libera stampa, la scelta e la responsabilità di

quanto ogni organo pubblica ricade sullo stesso (così è stato anche per quanto da Voi

letto sul caso in oggetto);

non poter condividere che la nostra idea da Voi non condivisa sia inattuabile oggi e per

sempre, non fosse altro perché esiste, nell’ordinamento italiano (articolo 42, terzo

comma della Costituzione della Repubblica Italiana e articolo 834 del codice civile),

l’istituto dell’espropriazione per pubblica utilità, in virtù del quale la pubblica

amministrazione può, con un provvedimento, acquisire o far acquisire ad un altro

soggetto, per esigenze di interesse pubblico, la proprietà o altro diritto reale su di un

bene, indipendentemente dalla volontà del suo proprietario, previo pagamento di un

indennizzo.

Distinti saluti.

Alvaro Ancisi

Pasquale Minichini

Allegata la nota ricevuta

Ravenna, 29 luglio 2012

Risposta all’avv. Giorgio Gardini su ‘Aree destinabili al nudismo sulla costa ravennate’/st/int/fmam

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