L'Irrequieto - Numero 9 - Aprile 2015

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Rivista Letteraria

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L’IrrequietoRivista Letteraria

Associazione Culturale L’IrrequietoFirenze - Paris

Aprile [email protected]

© Giacomo Braccialarghe

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DIREZIONEAlessandro Xenos, Donatello Cirone

REDAZIONEAlessandro Xenos, Donatello Cirone, Luca Saracino, Emanuele Martinuzzi, Luigi Balice

CONCEZIONE E REALIZZAZIONE GRAFICALuigi Balice

DISEGNI E LOGOGiacomo Braccialarghe

WEBMASTERDonatello Cirone

INFORMAZIONI E [email protected] / [email protected]

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IndiceRacconti

Il faldone di Alessandro Xenos Petali nell’aria di Donatello Cirone

Analisi / Orfano di Luca Saracino

PoesieSordi battiti di Emanuele Martinuzzi Cozzano nubi di Emanuele Martinuzzi

Parole a caso di Luigi Balice

Foto/DisegniSpecchiati! di Giulia Custodi

Colpo di Stato di Elisa Saracino

Above Los Angeles di Elise Rinke

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Giulia Custodi : Perugia 1986. Architetto, Roma 2012. Specializzata in Arti, Architettura e Città, ha svolto e svolge tutt’ora installazioni e performance effimere nello spazio urbano, volte alla ricerca di una nuova esteti-ca della percezione in città. Parallelamente svolge attività di ricerca in ambito accademico, tra Italia e Francia.

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© Giulia CustodiSpecchiati!

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RACCONTI

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Avevo perso la mia battaglia. Da sola la logica non bastava. Continuavo a fissare quel faldone giallo con un grumo di lacerazioni nelle tempie. Qualche istante prima mi ripetevo: l’uomo è nato libero e in spazi aper-ti, la ragione è dalla mia parte. Quella breve telefonata mi confermò il contrario. Ero esausto come una Converse a fine estate. Mi sedetti sul bordo sbeccato della sedia guardando l’angolo ancora intatto dello specchio. Ero una bestia elegante. L’istinto, mi dissi, è più importante della logica. Il telefono suonò ancora, uscii, incontrai il capo e non mi accontentai solamente di dirgli quello che pensavo. Un mese dopo il cantiere chiuse, tutti a casa, tranne il capo. Da allora mi nascosi. In fuga come gli ultimi Herero. Nella mia stanza dormivamo in cinque e lavoravamo per dieci. Eppure non serviva, non potevo più riempire quel cazzo di faldone. Dentro di me qualcosa al di là della meccani-ca chiedeva piangendo una trasfusione di sangue. Per fortuna lei era sempre lì, anche se la connessione non era buona. A volte gridavo nel

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Il faldone Alessandro Xenos

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microfono per non farle sentire la lontananza. Quando la vidi all’ae-roporto capii che la ragione non bastava. Le chiesi se aveva voglia di portare in grembo un passaporto per entrambi. Sarà il figlio del nostro istinto. Thomas avrà le spalle larghe, porterà il peso del nostro futuro.

Alessandro Xenos: fondatore de L’Irrequieto, Nato l’8 ottobre 1986. Dopo aver conseguito una laurea trien-nale in Scienze Politiche alla Facoltà Cesare Alfieri di Firenze, decide di trasferirsi in Francia per continuare gli studi. Iscrittosi all’Università di Montpellier, lavora per alcuni giornali locali e consegue un Master 2 in Giornalismo nel 2012. Dal 2013 vive e lavora a Parigi, dove continua ad amare la poesia in tutte le sue forme.

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Colpo di Stato

© Elisa Saracino

Elisa Saracino: nasce a Firenze il 20 marzo 1986. Laureata in Economia Aziendale vive e lavora a Firenze e si occupa di Marketing e Comunicazione come consulente e art director. Coltiva da sempre la passione per le arti visive e il disegno. Le sue realizzazioni grafiche sono visibili all’indirizzo https://instagram.com/p/1i-vEE5PcU7/

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Il sole fuori si era eclissato. Bice si dimenava, le punte dei chiodi pene-trate dentro le sue braccia luccicavano sotto il neon, una luce bluastra le illuminava la fronte, il ventre era gonfio come il palloncino volato via al suo settimo compleanno, i muscoli della mascella si erano lacerati, i nervi annodati, i denti polvere e le gengive zampillavano come la Bar-caccia dopo la scesa della compagnia dei fioristi, i suoi capelli si muo-vevano come pale di mulini a vento sferzati da una bufera, nella stanza si respirava pace proprio come in un cortile con una vacca e tre tori pronti alla monta. Spingeva Bice, si dilatava, trasudava sangue, le dita dei piedi, nell’aria, danzavano come dieci ubriachi in preda a un deli-rium tremens. Bice era solo Bice e respirava, a fatica ma respirava.

La luna, di giorno, era visibile in cielo. I suoi occhi davano l’impressio-ne che sarebbero usciti fuori dalle orbite senza chiedere il permesso,

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Donatello Cirone

Petali nell’aria

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la barba lunga nascondeva la tensione, i capelli assenti si erano conge-dati qualche anno prima, il bacino si muoveva a tempo, il petto fiero si ergeva forte e vigoroso dinanzi alla prima fila che diventava sempre più debole, sempre meno certa, umida. Si stagliava nel cielo bianco la sua figura e tutti ne erano affascinati, tutta la potenza sprigionata dai suoi muscoli si concentrava nella punta fine della sua bacchetta, movi-menti studiati disegnavano nell’aria scie invisibili. La seconda fila per-cepiva le prime leggere ondate di sudore che arrivano dalle sue ascelle già visibilmente commosse. La terza invece era concentrata sui suoi occhi, verde vernice, la bacchetta era una grande penna a inchiostro magico e tutti ascoltavano, quel suo incedere in uno spazio non visibile ancorava gli occhi di tutti a quel corpo bronzeo, una statua vestita di bellezza. Un suono mistico, modellato dalle sua labbra carnose e rosse, si staccava per dilaniare tutto quello che incontrava, un Do tagliò di netto l’orecchio del sacrestano, un Fa e un Re distrussero l’urna con le ceneri di un anacoreta morto sui monti accanto a una lupa. La sua anima in note si spargeva come polvere sulle teste di tutti. I suoi mo-vimenti erano pennellate di gioia sulle tele nere dei disillusi, cantava e la sua voce si arrampicava sulle narici dei presenti per specchiarsi, poi si intrufolava nelle loro anime e si sedimentava lentamente nei loro cuori. Tutti i coristi fissavano Giovanni che gonfiava il petto seguendo il crescendo della musica, il suo pubblico era incatenato alle sue sillabe come un cucciolo di gazzella fra tre leoncini giocherelloni. Le mani di

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tutti erano giunte, una grande croce dominava la sala. Il freddo aveva fatto arrossare le punte dei nasi, le dita dei piedi, i dorsi delle mani. Giovanni continuava senza sosta, la sua voce si alzava potente, parole perfettamente scandite. Un ultimo gesto, l’acciuffare un petalo invisi-bile nell’aria e un silenzio surreale. Il respiro affannato di Giovanni e del coro. Cento cuori e cento respiri all’unisono per continuare un altro spartito.

Bice era Bice, il palloncino era tornato a vivere fra le nuvole, i chiodi estratti e i muscoli rilassati, i capelli lisci adagiati sul cuscino, una coc-carda rosa attaccata alla porta. Bice era Bice e Giovanni sussurrava dal vetro di un’incubatrice una ninna nanna dalle note delicate, profumata di incerto, bagnata di speranza.

Donatello Cirone: fondatote de L’Irrequieto, nato nella valle del Sauro, in Lucania, il 28 giugno del 1986. Laureato in Scienze politiche. Ha pubblicato due silloge poetiche: La vita di una morte, LibroItaliano, Ragu-sa 2005 e Gl’oratori del nulla, Amorsog et Oream, Il filo -Roma 2007.

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Alla fine la vecchia era diventata meno cattiva. La osservai seduta in auto in attesa che anche io salissi per portarla a ritirare le analisi. Sem-brava impaurita aggrappata al manico della borsa che teneva in bilico sulle ginocchia. Pensai che era la stessa persona che ave-va rovinato la mia infanzia cioè la mia vita e quella di Clara. Finii la sigaretta e sedetti al posto di guida senza più sapere cosa augurarmi.

AnalisiLuca Saracino

Orfano

Oggi ho visto mio padre e gli ho offerto una sigaretta. Abbiamo

fumato in silenzio seduti su una panchina. Sai babbo, io e te siamo

proprio uguali gli ho detto prima di andarmene. Siamo entrambi orfani.

Luca Saracino è nato a Fiesole nel 1980. Vive e lavora a Firenze. Ha pubblicato le raccolte di racconti Prima del capolinea (2012) e Silenziosamente (2014) con Edizioni della Meridiana. Dal 2008 scrive su Siamelli, blog di cui è cofondatore.

Luca Saracino

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POESIE

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Sordi battitii rami intrecciati:rovine d’ombra.

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Cozzano nubidi vetro rosseggiante

frana l’edera.

estratti da “Nella pienezza del Non” 2010

Emanuele Martinuzzi

Sordi battiti

Emanuele Martinuzzi è nato nel 1981 a Prato in Toscana, dove vive tutt’ora. Da molti anni si dedica alla poe-sia. Si laurea all’Università degli studi di Firenze in Storia della filosofia medievale con una tesi sulla Teologia negativa. È tra i firmatari del Metateismo, movimento artistico e culturale, costituito a Milano a fine Dicem-bre 2012. Nel 2015 ha pubblicato la silloge L’oltre quotidiano, edita da Carmignani editrice.

Cozzano nubiEmanuele Martinuzzi

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Elise Rinke: è nata a Burbank, California il 19 Settembre 1986. È una fotografa, laureata in fotografia pres-so la California State University di Los Angeles. Nell’estate del 2006 ha studiato a “The Darkroom-Istituto Internazionale di Fotografia” di Firenze. Dopo tanti viaggi tra Los Angeles e Firenze, si è trasferita Londra, dove vive attualmente.

Above Los Angeles

© Elise Rinke

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Passo in rassegna tutti i vuoti che mi separano da me ogni giorno. Sono il riflesso nascosto dell’attrito tra l’animo e il mondo esterno. Sono mancanze già vissute a cui abbiamo risposto imitando gli altri. Sono piccoli spazi di verità occupati da goffi tentativi di costruire modelli preconfezionati e diventano bunker di sabbia che crollano se sfiorati da ignare carezze. Difficile incollare lo strato più reale ai mille vecchi strati veri, farli scor-rere paralleli con avida curiosità per incastonarci parole a caso, gesti fortuiti, espressioni approssimate di un’osmosi fin troppo perfetta tra noi e tutto il resto.

E possiamo non sentire, non guardare. Ma sono solo rimedi per met-tere a tacere quello strascico di ossa che siamo. Vuoti contenitori di divini squilibri.

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Parole a casoLuigi Balice

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Io sento e guardo vecchie incertezze crescere. Ma le faccio mie per sus-surrare pianti felici all’orecchio di chi ha voglia, come me, di scavare giorni alla vita.

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Luigi Balice è nato a Bari, nel gennaio dell’87, ha studiato Macroeconomia tra Bologna, Torino, Londra e Parigi, città in cui vive ormai da quattro anni. Ha dedicato anni di studio alla sempiterna Questione Meridio-nale. Oggi accompagna artisti e creatori di contenuto culturale nei loro processi di sviluppo multimediale. Nel tempo libero litiga con i vicini di condominio.

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