Linverno era inoltrato. Quella gelida mattina il vecchio suonatore di violino si affannava sullo...

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L’inverno era inoltrato.

Quella gelida mattinail vecchio suonatore di violinosi affannava sullo strumento tra la folla del mercatodavanti al Duomo di Magonza. Aveva le dita come di ghiaccio.

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Tuttavia con tenacia disperata continuava a cavar suoni dal violino tra il confuso andirivieni della gente.

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Aveva fame.Ma nessuno badava a lui.Neppure le donne, che passavano frettolose per le compere del mercato. Nessuna monetina cadeva nel suo cappello.

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Ma ecco, improvvisamente,non lontano da lui, si sentì il suonoallegro di un altro violino! Un suono invadente e scanzonatoche accompagnava il canto di una voce giovanile. In pochi attimi una frotta di gente si accalcò divertita intorno al nuovo menestrello.Al vecchio venne meno ogni speranza. Raccolse il suo misero sacco,e si diresse verso la via più vicina.

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E prese a vagare senza meta per le vie della città. Fissava in volto i passanti, si fermava ad ogni soglia,tentato di chiedere l'elemosina.Ma neppure la fame riuscivaa fargli vincere la vergognadi una tale umiliazione.Il suo orgoglio non voleva piegarsi.

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Ma quando infine si trovò,quasi inconsciamente,con gli occhi bassi, a stendere la mano ad una giovane donna, riuscì soltanto a mormorare timido e senza fiducia: «Dio ve ne renda merito ».

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Il vecchio, avvilito e preso da paura,non seppe attendere. E, quando la donna ricomparve per regalargli un grosso pacco, egli era già lontano...Tutto confuso continuava a ripetersi: «Non lo posso fare. No, chiedere l'elemosina è una cosa più forte di me».

Nulla cadde nella mano trepidante del suonatore. Anzi la donna era scomparsa all'improvviso.

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Barcollava allorché giunse ad una cappella fuori di mano. Entrò.Esausto si rannicchiò sui gradinidi un piccolo altare. Chinò la testa sul petto, chiuse gli occhi colmi di pianto, in un lungo silenzio, quasi ad attendere la morte.

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Ma nulla accadde. Rialzò il viso solcatoda rughe ed incontrò gli occhidi una soave statua della Madonnadal volto lieto e triste insieme.Quello sguardo materno gli penetrò, caldo di affetto, fin nel profondo del suo cuore stanco. Glielo ricolmò di pace e di speranza.

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Allora confidenzialmenteparlò a Maria:

«Tu lo sai che ho sempre suonato per la gioia degli uomini... Ma gli anni passano. Sono scomparsi gli amici di un tempo.Ora più nessuno si ferma,come una volta, a sentire i miei vecchi motivi... Oggi nessuno mi ha offerto nulla. Non ho ancora toccato cibo. Che cosa sto a fare ancora su questa terra? Ah, se Tu volessi prendermi con Te! In paradiso!”.

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“Maria”, pensava il vecchio,mi esaudirà. “Ma prima vogliosuonare per Lei la mia ultima melodia”.

Si fece animo. Si rizzò in piedi.Appoggiò il violino alla spalla cadente.Le note, dopo un inizio stentato, presero a salire solenni, toccanti, come un discorsodi addio, come il canto di un cuoreche ha conosciuto molto dolore.

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Quando l'archetto sfiorò la cordaper l'ultima nota, il vecchio aveva il volto rigato di lacrime. Lo sguardo fisso all'immagine della Madonna,come in estasi, attendeva fiduciosoche la Celeste Regina lo traesse a sé,fino al Cielo, per sempre...

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La Madonna però non lo attirò a sé.

Quegli occhi materni continuavanoa fissarlo ed a sorridere.Ma poi, oh meraviglia! Una mano di Leisi mosse, sollevò leggermente la veste e con agile movimento sfilò da un piedeuna scarpetta d'oro e la gettò in grembo allo stanco suonatore.

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La Madonna, gli aveva regalatouna scarpetta d'oro!

E pieno di contentezza si inchinò frettoloso, ringraziò con un sorriso ed uscì con il dono prezioso stretto al cuore. Ma le vie del Signore sono sempre misteriose.Egli conosce bene il valore della felicità.E non la lascia afferrarese non dopo una lunga strada di sofferenza.

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Così accadde al nostro suonatore.Volle subito vendere la scarpettad'oro all'orefice.

Ma chi non conosceva le scarpette della Madonna? Chi avrebbe creduto al dono miracoloso? L'orefice infatti squadrò con diffidenza il vecchio e l'offerta:«Vecchio briccone, lo so io come l' hai avuta! La scarpetta tu l' hai rubata » Poi lo cacciò fuori in malo modo,senza avergli dato ascolto.

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Non solo. Ma, fatti pochi passi nella strada, il vecchio si sentì afferrare all'improvviso dagli uomini della giustizia.Fu inutile ogni protesta.A forza lo trascinarono in tribunale.

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Pianse.

Si protestò innocente.

Raccontò, come la Madonna gli avesse regalato la scarpetta d'oro, ma nessuno credette alle sue parole intrise di pianto. E la sentenza del giudice seguì immediata e terribile. Condannato a morte, come il più spregevole dei malfattori! Un ladro sacrilego!

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Rinchiuso nella torre della prigione,in attesa della fine, prese a lamentarsi con la Santa Vergine.Perché gli era serbato un così triste destino? Perché? Per tre giornie tre notti si tormentò, ma inutilmente.

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E giunse l'ultimo giorno. In fondo alla strada lo attendeva il patibolo.

Il giudice fu clemente e accondiscese all'ultimo desiderio del condannato: sostare ancora una volta nella chiesetta della Madonna. Il vecchio reggeva ancora il suo inseparabile strumento.Entrò vacillando in mezzo ai gendarmi, attorniato da molta gente.

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Davanti alla statua del miracolosi piegò in ginocchio e gridòancora una volta tra le lacrimela sua innocenza.

“Forse, Madonna”, continuò, “mi tratti così perché me ne andai in fretta e non suonai per ringraziarti della scarpa regalata? Allora ascoltami un'ultima volta!”.

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E cominciò a suonare. Come allora le note uscirono spezzate, simili ad un grido sconnesso, un pianto inconsolabile,e la gente ne provò quasi un brivido mortale.Poi anche stavolta la mano scarnadominò lo strumento e ne uscì una melodia triste, appassionata, supplichevole.Quando anche l'eco dell'ultima nota svanì nel profondo silenzio, nessuno osò muoversi e condurlo via.Il violinista fissava la Madonna con un'espressione disperata e fiduciosa insieme.

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E fu allora che un grido unanimesi levò dai presenti. Tutti ora avevano veduto chiaramente!La statua della Vergine si era mossa e, sorridendo con amabilità, aveva gettato all'innocente la sua seconda scarpina.

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Il vecchio ora rideva, piangeva, guardando la Vergine molto benigna e stringeva al petto in un tenero abbracciola scarpetta e lo strumento.

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Il giubilo fu incontenibile e si trasfuse a tutta la città. E gli abitanti vollero portare in trionfo attraverso la cittàil fortunato e commosso suonatore.

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L’arcivescovo stesso volle averel’onore di comperare le scarpettee in cambio diede al violinistaun sacchetto pieno di monete d’oro.

Così non avrebbe più dovuto preoccuparsi di girare per chieder l’elemosina o suonare senza frutto sulla piazza del mercato.

Avrebbe potuto trascorrere in pace gli ultimi suoi giorni …

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Sul mercato, infatti, non si videpiù il vecchio violinista.

Fino alla morte, però, lo si trovòogni sera nella cappella del miracolo.Là, davanti alla Madonna dai piedini nudi, ripeteva sul fedele strumentole sue antiche e belle melodie.

Si sentiva come impegnato ad essereper sempre il violinistadella Madre del Signore.