L’INTERVISTA∫NICOLA PIOVANI AL CARCANO … più bella musica per film di Morricone e in...

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56 MILANO ALBUM il Giornale Giovedì 13 novembre 2008 Tutto il mondo di James Bond in un libro Piera Anna Franini Premio Oscar per la colonna sonora di La vita è bella di Roberto Benigni. Tre Da- vid di Donatello, due Nastri d’argento e due Ciak d’oro. Questi ed altri riconosci- menti per dire chi sia oggi Nicola Piovani: pianista, direttore d’orchestra. Ma anzitut- to compositore di musiche per film, di can- zoni (anche a quattro mani con De André), di sigle televisive (quella di AnnoZero, per esempio) e di pagine a corredo di spettaco- li teatrali. Oggi (ore 20.30), domani (20) e domenica (16), Piovani è a Milano, alla te- sta dell’Orchestra Sinfonica Verdi, nell’Au- ditorium di largo Mahler. E dirige se stesso. Cioè la propria Suite tratta da Kaos, la Suite Moretti, Pinocchio, La vita è bella. Per pla- nare su Fellini e La voce della luna più Gin- ger e Fred. Piovani ha lavorato con i registi che hanno fatto la storia del cinema italia- no. Una curiosità chi, fra costoro, ha una particolare sensibilità musicale, tale da do- verne tenere conto? Giriamo la domanda a Piovani. «Tengo sempre in grande considerazione gli apporti del regista, che è il vero autore del film. Gli apporti sono di natura diversa: i Taviani hanno una grande cultura di musi- ca classica, Fellini viveva di memorie di bande e orchestrine da circo. Ma le forti personalità trovano mille vie per avviarti nella direzione giusta». E Benigni? «Benigni ti guida con le reazioni emotive che esterna quasi fisicamente: il suo entu- siasmo davanti al pianoforte o la sua fronte perplessa mi dicono tutto. Una volta, per La vita è bella, avevo un piccolo dubbio su un accordo: fa diesis o do diesis? Gli sotto- posi il dilemma e lui rispose senza batter ciglio: do diesis. A ripensarci forse era uno scherzo, ma oggi, quando riascolto quel te- ma penso realmente come avrebbe suona- to male quel fa diesis». Confrontarsi regolarmente con persone di questo spessore che ripercussioni ha avu- to sulla sua vita artistica e umana? «Le grandi personalità poetiche, come Bel- locchio, Monicelli, oltre ai già nominati au- tori, ti prendono molto, sono capaci di farsi dare il meglio di te. Ma alla fine, mi rendo conto che in queste collaborazioni è stato più quello che ho ricevuto e imparato ri- spetto a quello che ho dato». Lunedì, a Roma, anche lei ha festeggiato gli ottant’anni di Morricone. Cosa rappre- senta, oggi, Morricone? «Per me è stato un maestro a tutto tondo. Quando ho iniziato, lui era già uno strepito- so inventore di musiche. E da lui, osservan- do, imitando, qualche volta magari ruban- do, ho appreso l’arte dell’artigianato, o se vuole l’artigianato dell’arte. Per l’Italia: è una delle prove nel mondo che il nostro Paese produce non solo fesserie, ma anche genialità». La più bella musica per film di Morricone e in assoluto? «Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto e Otto e mezzo». Chi apprezza fra i compositori contempora- nei? «Uri Cane, Sollima, Paolo Conte, Goebbels, lo scomparso Schnittke, ma anche Lloyd Webber e Germano Mazzocchetti». E il compositore d’oggi? Cosa si fa per lui? «Mi sembra che la cultura egemone, la poli- tica, la civiltà si occupino e preoccupino di tutt’altro. L’obiettivo dominante ormai è la visibilità: propongo di cambiare il nome agli assessorati alla cultura e chiamarli as- sessorati alla visibilità». A cosa sta lavorando ora? «Un film di Danielle Thompson: Le code a changé, con Danny Boom, Emmanuelle Seigneur, e tanti altri magnifici attori...». Il più bel film che ha visto quest’anno? «Probabilmente Gomorra». Via da Roma, dove andrebbe? «Costretto, a Parigi mi adatterei meglio che altrove». Ferruccio Gattuso Non è sola sul palcoscenico, ma è sola nel raccontarsi senza remore: Ma- riangela Melato ci ha preso gusto, e soprattutto lo ha preso il pubblico che continua a chiedere alla grande attrice milanese le repliche di «Sola me ne vo», un’avventura teatrale cominciata tre stagioni fa eppure ancora stimolan- te e «catartica» per la sua protagonista. Un «one woman show» quello pronto a tornare al Teatro Smeraldo da stasera fino al 16 novembre, corredato di co- stumi, numeri di danza, monologhi, racconti reali e inventati, citazioni di Bertolt Brecht, William Shakespeare e Tennesse Williams, ammissioni, otti- mismi e pessimismi assortiti. Per due ore sul palcoscenico, Mariangela Mela- to porta con sé una buona dose di au- toironia e di malinconia, facendo rie- mergere memorie di luoghi (ad esem- pio, la Milano degli anni ’60, quella dei ritrovi al Bar Jamaica e dei primi passi nel teatro, della famiglia non benestan- te con madre sarta e padre vigile urba- no) e persone che hanno segnato la sua vita, dai genitori ai colleghi di lavo- ro e compagni, di vita e d’arte. Sulle musiche composte e orchestrate da Le- onardo De Amicis, con la regia di Giampiero Solari e le coreografie di Lu- ca Tomassini, «Sola me ne vo» è un viag- gio nella vita di una donna speciale che - comunque, e a prescindere dal proprio straordinario talento - non ha potuto esimersi dalla dura e necessa- ria fatica del vivere. Donna prima di tutto, quindi. Tra le scelte più dure, per l’appunto, quella della solitudine, della quale scherzare quando la signo- ra invoca le caratteristiche dell’uomo adatto a lei: «Intelligente, intellettuale, incensurato e pure belloccio, perché nessuno vuole gli scorfani». La verità dunque scorre sul palcoscenico, con- dita però di invenzioni e favole che spiazzano lo spettatore e, com’è giu- sto, gli restituiscono molto del perso- naggio Melato, ma non tutto. La «mis- sione» di «Sola me ne vo» forse emerge efficacemente nella descrizione che ne fa il regista Giampiero Solari: «Lo spettacolo rappresenta una delle tan- te facce del gioco della finzione; è solo un teatro con codici diversi, apparen- temente più diretti e vicini, in cui il per- sonaggio protagonista è semplice- mente Mariangela Melato. Una donna sola per scelta, con il suo modo origi- nale di affrontare il mondo, in questo caso cantandoci e ballandoci sopra. Sola, ma allo stesso tempo assieme a tutti noi. Uno degli obiettivi di questa sfida è che alla fine gli spettatori, oltre ad essersi divertiti, possano dire di es- sere stati dalla Melato». «Sola me ne vo» Teatro Smeraldo Ore 20.45 (domenica ore 18) da oggi al 16 movembre Strepitoso inventore di musica e maestro totale Paolo Conte, Goebbels e Webber tra i migliori Maurizio Acerbi Sono i veri autori dei film e ti indicano la via giusta Viviana Persiani «Credo che non esista un te- sto che abbia mai tanto approfon- dito e sviscerato la felicità e la di- sperazione intese come le due facce della stessa medaglia, ovve- ro quella dell’amore». Marco Ber- nardi, dopo 60 regie ed una pas- sione per il realismo di Anton Ce- chov, sbarca al Teatro Carcano sulle ali de «Il Gabbiano», dirigen- do una nutrita compagnia di pro- fessionisti e attori emergenti. «Dopo alcune repliche di rodag- gio nel teatro di casa a Bolzano - racconta Marco Bernardi - pre- sento un allestimento che, nel ri- spetto dell’autore, delle sue paro- le, dei suoi tempi e del suo spiri- to, offre rilievo anche a quelle parti comiche insite in alcuni per- sonaggi». Affidando il copione al- la coppia rodata Patrizia Milani e Carlo Simoni, da tempo legati al regista, Bernardi ha inserito nel cast quattro giovani attori selezio- nati dopo più di 300 audizioni in tutta Italia. «Con attenzione per gli attori neodiplomati, dopo un anno di provini, ho scelto quat- tro ragazzi di differenti regioni e scuole che potessero vestire i panni dei protagonisti giovani». Se Carlo Simoni interpreta il ruo- lo del pensionato Sorin, capace di prendersi in giro, e Patrizia Mi- lani dà voce a Irina, l’attrice vedo- va Treplev, il ruolo dello scrittore di successo, Trigorin, è affidato a Maurizio Donadoni, nuovo ac- quisto della compagnia del Tea- tro Stabile di Bolzano. Come pen- sa Cechov, ai fini artistici non ser- ve il conflitto tra la potenza degli eroi giovani, sulla scena interpre- tati da Massimo Nicolini, Gaia In- senga, Iolanda Piazza e Fabrizio Martorelli. Incentrato attorno al tema del conflitto generaziona- le, «Il Gabbiano» porta alla luce anche i contrasti tra gli attori pro- fessionisti, già abituati al succes- so, e le nuove leve, ambiziose ma che arrancano. «Tonnellate d’amore»: così lo stesso Cechov definì il contenuto del suo capola- voro. «L’autore con quest’opera moderna, anticipa i movimenti fi- losofici e intellettuali che si sono susseguiti; il grande realismo pre- gno di simboli, il tema edipico, l’avanguardia: Cechov con “Il Gabbiano” ha offerto al teatro un’apertura verso la modernità». Intenso e misterioso, moderno e divertente; con «Il Gabbiano» Marco Bernardi è a metà del suo percorso cechoviano che, proba- bilmente, continuerà con l’allesti- mento del terzo capolavoro del drammaturgo russo «Zio Vanja». Il Gabbiano Teatro Carcano - ore 20.30 Fino al 23 novembre AL CARCANO Conflitto generazionale nel Gabbiano di Cechov Morricone Autori I più letti Registi I l botteghino cinematografico di «Quantum of Solace» ha confermato, una volta di più, il grande amore che lega il pubblico milanese a 007. Inevitabile, con l’uscita di un simi- le blockbuster, l’accompagnamento, in libreria, di volumi dedicati all’agente segreto più famoso della letteratura e del grande schermo. Tra queste uscite, val la pena segnalare Ja- mes Bond il mondo segreto di 007, il bellissimo volume, edito da Edicart, che a mo’ di dossier, riepiloga, tra immagini, schede e approfondimenti, tutto quanto ruota intorno alle av- venture di James Bond. Scoprirete, così, tra le altre cose, la sua pistola preferita, i proiettili utilizzati, la sua mossa per schiena- re gli avversari, gli studi intrapresi, le lingue parlate, lo stile nel vestirsi, gli amori, i colleghi dei Servizi Segreti di Sua Maestà, le spie con le quali ha dovuto confrontarsi. Non solo: non poteva- no mancare il Dottor No e il suo covo, la sua insolita valigetta, la Aston Martin DBS e una bella carrellata delle sue missioni più affascinanti e rischiose. Un’occasione preziosa per un bel- l’amarcord, un tuffo nel passato per rivivere quelle emozioni che ogni singola pellicola ha saputo regalare a milioni di fan. In più, un utile riepilogo finale di tutti i film che lo hanno visto protagonista (compreso «Quantum of Solace») con immagini e cast artistico e tecnico. Un autentico gioiello da collezionisti che vale ogni euro (22,50) speso per il suo acquisto. I libri più letti a Milano dal 3 al 9 novembre 2008 1) L’età del dubbio (Camilleri); 2) Breaking dawn (Meyer); 3) Brisingr (Paolini); 4) Il gioco dell’angelo (Ruiz Zafon); 5) Go- morra (Saviano). «SOLA ME NE VO» Viaggio nella vita di una donna speciale Mariangela Melato riporta da stasera allo Smeraldo il suo «one woman show» «Cultura? La politica ormai si occupa solo di visibilità» Il compositore di colonne sonore, premio Oscar con «La vita è bella», stasera all’Auditorium dirige se stesso alla testa dell’Orchestra Verdi INTERPRETE Mariangela Melato ECLETTICO Compositore, pianista, direttore d’orchestra: Nicola Piovani da stasera con la Verdi all’Auditorium GIOVANI Il regista Bernardi punta anche sulle nuove leve per la recitazione L’INTERVISTA NICOLA PIOVANI

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56 MILANO ALBUM il Giornale Giovedì 13 novembre 2008

Tutto il mondo di James Bond in un libro

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“Piera Anna Franini

PremioOscar per la colonna sonora diLa vita è bella di Roberto Benigni. Tre Da-vid di Donatello, due Nastri d’argento edue Ciak d’oro. Questi ed altri riconosci-menti per dire chi sia oggi Nicola Piovani:pianista, direttore d’orchestra. Ma anzitut-to compositoredimusicheper film, di can-zoni (anche aquattro mani con DeAndré),di sigle televisive (quella di AnnoZero, peresempio)edipagineacorredodispettaco-li teatrali. Oggi (ore 20.30), domani (20) edomenica (16), Piovani è a Milano, alla te-stadell’OrchestraSinfonicaVerdi,nell’Au-ditoriumdi largoMahler.Edirigesestesso.Cioè lapropriaSuite trattadaKaos, laSuiteMoretti, Pinocchio, La vita è bella. Per pla-naresuFellinieLavocedella lunapiùGin-ger e Fred. Piovani ha lavorato con i registiche hanno fatto la storia del cinema italia-no. Una curiosità chi, fra costoro, ha unaparticolare sensibilitàmusicale, taledado-verne tenere conto? Giriamo la domanda aPiovani.«Tengo sempre in grande considerazionegli apporti del regista, che è il vero autoredel film.Gli apporti sonodinaturadiversa:iTavianihannounagrandeculturadimusi-ca classica, Fellini viveva di memorie dibande e orchestrine da circo. Ma le fortipersonalità trovano mille vie per avviartinella direzione giusta».

E Benigni?«Benigni ti guida con le reazioni emotiveche esterna quasi fisicamente: il suo entu-siasmodavanti al pianoforteo la sua fronteperplessa mi dicono tutto. Una volta, perLa vita è bella, avevo un piccolo dubbio suun accordo: fa diesis o do diesis? Gli sotto-posi il dilemma e lui rispose senza batterciglio: do diesis. A ripensarci forse era unoscherzo,maoggi,quandoriascoltoquel te-ma penso realmente come avrebbe suona-to male quel fa diesis».

Confrontarsi regolarmente con persone di

questo spessore che ripercussioni ha avu-to sulla sua vita artistica e umana?

«Le grandi personalità poetiche, comeBel-locchio,Monicelli, oltreai giànominati au-tori, tiprendonomolto, sonocapacidi farsidare il meglio di te. Ma alla fine, mi rendoconto che in queste collaborazioni è statopiù quello che ho ricevuto e imparato ri-spetto a quello che ho dato».

Lunedì, a Roma, anche lei ha festeggiatogli ottant’anni di Morricone. Cosa rappre-

senta, oggi, Morricone?«Per me è stato un maestro a tutto tondo.Quandohoiniziato, luieragiàunostrepito-so inventoredimusiche.Edalui,osservan-do, imitando, qualche volta magari ruban-do, ho appreso l’arte dell’artigianato, o sevuole l’artigianato dell’arte. Per l’Italia: èuna delle prove nel mondo che il nostroPaeseproducenonsolo fesserie,maanchegenialità».

La più bella musica per film di Morricone e

in assoluto?«Indagine su un cittadino al di sopra diogni sospetto e Otto e mezzo».

Chi apprezza fra i compositori contempora-nei?

«UriCane,Sollima,PaoloConte,Goebbels,lo scomparso Schnittke, ma anche LloydWebber e Germano Mazzocchetti».

E il compositore d’oggi? Cosa si fa per lui?«Mi sembrache laculturaegemone, lapoli-tica, la civiltà si occupino e preoccupino ditutt’altro. L’obiettivo dominante ormai è lavisibilità: propongo di cambiare il nomeagli assessorati alla cultura e chiamarli as-sessorati alla visibilità».

A cosa sta lavorando ora?«Un film di Danielle Thompson: Le code achangé, con Danny Boom, EmmanuelleSeigneur, e tanti altri magnifici attori...».

Il più bel film che ha visto quest’anno?«Probabilmente Gomorra».

Via da Roma, dove andrebbe?«Costretto, a Parigi mi adatterei meglio chealtrove».

Ferruccio Gattuso

Non è sola sul palcoscenico, ma èsolanel raccontarsi senza remore:Ma-riangela Melato ci ha preso gusto, esoprattutto lohapreso il pubblico checontinuaachiedereallagrandeattricemilanese le repliche di «Sola me nevo», un’avventura teatrale cominciatatrestagioni faeppureancorastimolan-te e «catartica» per la sua protagonista.Un«onewomanshow»quelloprontoatornare al Teatro Smeraldo da staserafino al 16 novembre, corredato di co-stumi, numeri di danza, monologhi,racconti reali e inventati, citazioni diBertoltBrecht,WilliamShakespeareeTennesse Williams, ammissioni, otti-

mismi e pessimismi assortiti. Per dueoresulpalcoscenico,MariangelaMela-to porta con sé una buona dose di au-toironia e di malinconia, facendo rie-mergere memorie di luoghi (ad esem-pio, laMilanodegli anni ’60,quelladeiritrovi al Bar Jamaica e dei primi passinel teatro,della famiglianonbenestan-te conmadre sarta epadre vigile urba-no) e persone che hanno segnato lasuavita,daigenitoriaicolleghidi lavo-ro e compagni, di vita e d’arte. SullemusichecomposteeorchestratedaLe-onardo De Amicis, con la regia diGiampieroSolarielecoreografiediLu-caTomassini, «Solamenevo»èunviag-gio nella vita di una donna specialeche - comunque, e a prescindere dal

proprio straordinario talento - non hapotuto esimersi dalla dura e necessa-ria fatica del vivere. Donna prima ditutto, quindi. Tra le scelte più dure,per l’appunto, quella della solitudine,dellaqualescherzarequandolasigno-ra invoca le caratteristiche dell’uomoadattoa lei: «Intelligente, intellettuale,incensurato e pure belloccio, perchénessuno vuole gli scorfani». La veritàdunque scorre sul palcoscenico, con-dita però di invenzioni e favole chespiazzano lo spettatore e, com’è giu-sto, gli restituiscono molto del perso-naggio Melato, ma non tutto. La «mis-sione» di «Sola me ne vo» forse emergeefficacemente nella descrizione chene fa il regista Giampiero Solari: «Lo

spettacolo rappresenta una delle tan-te faccedelgiocodella finzione; è soloun teatro con codici diversi, apparen-tementepiùdirettievicini, incui ilper-sonaggio protagonista è semplice-mente Mariangela Melato. Una donnasola per scelta, con il suo modo origi-nale di affrontare il mondo, in questocaso cantandoci e ballandoci sopra.Sola, ma allo stesso tempo assieme atutti noi. Uno degli obiettivi di questasfida è che alla fine gli spettatori, oltread essersi divertiti, possano dire di es-sere stati dalla Melato».

«Sola me ne vo»Teatro Smeraldo

Ore 20.45 (domenica ore 18)da oggi al 16 movembre

Strepitoso

inventore di

musica e

maestro totale

Paolo Conte,

Goebbels

e Webber

tra i migliori

Maurizio Acerbi

Sono i veri

autori dei film

e ti indicano

la via giusta

Viviana Persiani

«Credo che non esista un te-stocheabbiamai tantoapprofon-dito e sviscerato la felicità e la di-sperazione intese come le duefaccedellastessamedaglia,ovve-roquelladell’amore».MarcoBer-nardi, dopo 60 regie ed una pas-sioneper il realismodiAntonCe-chov, sbarca al Teatro Carcanosullealide«IlGabbiano»,dirigen-dounanutrita compagniadipro-fessionisti e attori emergenti.«Dopo alcune repliche di rodag-gio nel teatro di casa a Bolzano -racconta Marco Bernardi - pre-sento un allestimento che, nel ri-spettodell’autore,dellesueparo-le, dei suoi tempi e del suo spiri-to, offre rilievo anche a quelleparticomicheinsite inalcuniper-sonaggi».Affidandoil copioneal-la coppia rodata Patrizia Milani eCarlo Simoni, da tempo legati alregista, Bernardi ha inserito nelcastquattrogiovaniattoriselezio-nati dopo più di 300 audizioni intutta Italia. «Con attenzione pergli attori neodiplomati, dopo unanno di provini, ho scelto quat-tro ragazzi di differenti regioni escuole che potessero vestire i

panni dei protagonisti giovani».Se Carlo Simoni interpreta il ruo-lo del pensionato Sorin, capacediprendersi ingiro, ePatriziaMi-lanidàvoceaIrina, l’attricevedo-vaTreplev, il ruolodelloscrittoredi successo, Trigorin, è affidato aMaurizio Donadoni, nuovo ac-quisto della compagnia del Tea-troStabilediBolzano.Comepen-saCechov,ai finiartisticinonser-ve il conflitto tra la potenza deglieroigiovani,sullascena interpre-tati daMassimoNicolini,Gaia In-senga, Iolanda Piazza e FabrizioMartorelli. Incentrato attorno altema del conflitto generaziona-le, «Il Gabbiano» porta alla luceanche i contrasti tragli attoripro-fessionisti, già abituati al succes-so, e lenuove leve, ambiziosemache arrancano. «Tonnellated’amore»: così lo stesso Cechovdefinì ilcontenutodelsuocapola-voro. «L’autore con quest’operamoderna,anticipa imovimenti fi-losofici e intellettuali che si sonosusseguiti; ilgranderealismopre-gno di simboli, il tema edipico,l’avanguardia: Cechov con “IlGabbiano” ha offerto al teatroun’apertura verso la modernità».Intenso e misterioso, moderno edivertente; con «Il Gabbiano»Marco Bernardi è a metà del suopercorsocechovianoche,proba-bilmente,continueràconl’allesti-mento del terzo capolavoro deldrammaturgo russo «Zio Vanja».

Il GabbianoTeatro Carcano - ore 20.30

Fino al 23 novembre

AL CARCANO

Conflittogenerazionalenel Gabbianodi Cechov

Morricone

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Il botteghino cinematografico di «Quantum of Solace» haconfermato, una volta di più, il grande amore che lega ilpubblicomilanesea007. Inevitabile,conl’uscitadiunsimi-le blockbuster, l’accompagnamento, in libreria, di volumi

dedicati all’agente segreto più famoso della letteratura e delgrande schermo. Tra queste uscite, val la pena segnalare Ja-mes Bond il mondo segreto di 007, il bellissimo volume,edito da Edicart, che a mo’ di dossier, riepiloga, tra immagini,schede e approfondimenti, tutto quanto ruota intorno alle av-venture di James Bond. Scoprirete, così, tra le altre cose, la suapistolapreferita, i proiettili utilizzati, la suamossaper schiena-regli avversari, gli studi intrapresi, le lingueparlate, lo stile nelvestirsi, gli amori, i colleghideiServizi Segreti di SuaMaestà, le

spiecon lequali hadovutoconfrontarsi.Nonsolo:nonpoteva-nomancare ilDottorNoe il suocovo, lasua insolitavaligetta, laAston Martin DBS e una bella carrellata delle sue missioni piùaffascinanti e rischiose. Un’occasione preziosa per un bel-l’amarcord, un tuffo nel passato per rivivere quelle emozionicheogni singolapellicolahasaputoregalareamilionidi fan. Inpiù, un utile riepilogo finale di tutti i film che lo hanno vistoprotagonista (compreso «Quantum of Solace») con immagini ecast artistico e tecnico. Un autentico gioiello da collezionistiche vale ogni euro (22,50) speso per il suo acquisto.I libri più letti a Milano dal 3 al 9 novembre 20081) L’età del dubbio (Camilleri); 2) Breaking dawn (Meyer); 3)Brisingr (Paolini); 4) Il gioco dell’angelo (Ruiz Zafon); 5) Go-morra (Saviano).

«SOLA ME NE VO»

Viaggio nella vita di una donna specialeMariangela Melato riporta da stasera allo Smeraldo il suo «one woman show»

«Cultura? La politica ormaisi occupa solo di visibilità»Il compositore di colonne sonore, premio Oscar con «La vita è bella»,stasera all’Auditorium dirige se stesso alla testa dell’Orchestra Verdi

INTERPRETE Mariangela Melato

ECLETTICO Compositore, pianista, direttore d’orchestra: Nicola Piovani da stasera con la Verdi all’Auditorium

GIOVANI Il regista

Bernardi punta anche

sulle nuove leve

per la recitazione

L’INTERVISTA ∫ NICOLA PIOVANI