L'integrazione regionale in America Latina: il ruolo del Brasile nel Mercosur

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Analisi del processo di integrazione regionale in America Latina ed in particolare del Mercato Comune del sud (MERCOSUR), istituzione creata nel 1991 e che attualmente riunisce cinque paesi: Brasile, Argentina, Uruguay, Paraguay e Venezuela. L’attenzione è rivolta al Brasile, il Paese più importante dell’intera regione.Il presente lavoro indaga quindi il processo di sviluppo di una di queste forme di integrazione, il MERCOSUR, cercando di capire se esso sia lo strumento adatto per rispondere alle enormi aspettative di crescita economica e politica sul piano internazionale che l’America Latina ripone in se stessa da decenni.Per capirlo sarà dunque ripercorsa l’evoluzione del processo d’integrazione, saranno messi in risalto gli obiettivi raggiunti nei primi 15 anni di vita, ma anche i limiti che lo contraddistinguono e che lasciano ancora tante incognite sullo sviluppo futuro.

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UNIVERSIT DEGLI STUDI DI MILANO

FACOLT DI LETTERE E FILOSOFIA

Corso di laurea triennale in

Scienze umanistiche per la comunicazioneLINTEGRAZIONE REGIONALE IN AMERICA LATINA:

IL RUOLO DEL BRASILE NEL MERCOSUR (1986-2004)

Relatore:

Chiar.mo Prof. Giulio Sapelli

Laureando:

ANDREA TORRENTE

Matr. 675000

Anno Accademico 2008/2009

INDICE

3INDICE

4INTRODUZIONE

8VENTANNI DI POLITICA BRASILIANA (1985-2004)

81.1 JOSE SARNEY: IL PRIMO PRESIDENTE CIVILE DOPO LA DITTATURA MILITARE

121.2 I GOVERNI DI COLLOR DE MELLO E ITAMAR FRANCO

191.3 LE DUE PRESIDENZE DI FERNANDO HENRIQUE CARDOSO

231.4 LULA DA SILVA, IL PRESIDENTE OPERAIO

292. NASCITA ED EVOLUZIONE DEL MERCOSUR

292.1 LE RADICI DELLINTEGRAZIONE REGIONALE

351.2 IL PERIODO DI TRANSIZIONE

432.3 LUNIONE DOGANALE

492.4 LA CRISI DEL BLOCCO

542.5 LALCA: IL FUTURO DELLA REGIONE?

593. LIMITI E PROSPETTIVE DEL MERCOSUR

593.1 MERCOSUR: LUNIONE IMPERFETTA

633.2 LASIMMETRIA DEL BLOCCO

683.3 LE DIVERGENZE TRA BRASILE ED ARGENTINA

733.4 LE ASPIRAZIONI DI LEADERSHIP DEL BRASILE NELLA REGIONE

793.5 QUALI PROSPETTIVE PER IL MERCOSUR?

83CONCLUSIONE

89BIBLIOGRAFIA

92SITOGRAFIA

INTRODUZIONE

Il presente elaborato si pone come obiettivo principale lanalisi del processo di integrazione regionale in America Latina. In particolare sar esaminato il caso del Mercato Comune del sud (MERCOSUR), istituzione creata nel 1991 e che attualmente riunisce cinque paesi: Brasile, Argentina, Uruguay, Paraguay e Venezuela. Lattenzione si concentrer, altres, su uno di questi Stati, il Brasile, che rappresenta senza dubbio il paese pi importante dellintera regione e che mira a raggiungere nei prossimi anni lo status di global player. Lelaborato mostra dunque come il colosso sudamericano, ma in generale tutti i paesi dell America Latina, stiano ormai da tempo ricercando una forma di integrazione regionale per accrescere il proprio peso sullo scenario internazionale. Il presente lavoro indaga quindi il processo di sviluppo di una di queste forme di integrazione, il MERCOSUR, cercando di capire se esso sia lo strumento adatto per rispondere alle enormi aspettative di crescita economica e politica sul piano internazionale che lAmerica Latina ripone in se stessa da decenni.

Per capirlo sar dunque ripercorsa levoluzione del processo dintegrazione, saranno messi in risalto gli obiettivi raggiunti nei primi 15 anni di vita, ma anche i limiti che lo contraddistinguono e che lasciano ancora tante incognite sullo sviluppo futuro.

Nonostante, infatti, sia per molti aspetti il modello di integrazione pi riuscito finora in tutta lAmerica Latina, per molti anni il MERCOSUR ha vissuto una situazione di impasse che alle soglie del 2000 ne ha fatto temere perfino la disgregazione.

Durante lanalisi, inoltre, Il MERCOSUR verr messo in relazione con i precedenti tentativi di integrazione sudamericana, mostrandone le affinit ed evidenziandone le differenze. Si illustrer, daltro canto, come molti esperimenti del passato siano falliti, mentre altri modelli, tuttoggi esistenti nellarea Latino americana, non abbiano raggiunto gli stessi progressi del MERCOSUR. Analogamente, un confronto verr realizzato con blocchi regionali di altre aree del mondo, ad esempio il NAFTA nordamericano e lUnione europea, progetti di cui il MERCOSUR mira, per certi aspetti, a rappresentare unalternativa.

Per affrontare questa serie di questioni si render indispensabile analizzare, in primo luogo, le ragioni che hanno portato alcuni paesi ad intraprendere la strada dellintegrazione, ed in particolare il Brasile, punto di vista prescelto del lavoro. Per comprendere questi passaggi sar dunque necessario illustrare, innanzitutto, la cornice politica, economica ed istituzionale entro la quale matur questa idea. Lelaborato propone quindi, inizialmente, una descrizione della situazione interna del Brasile per poi passare ad analizzare nel dettaglio le varie fasi del processo integrazionista, attraverso i negoziati e gli accordi raggiunti tra i diversi paesi. Verranno, dunque, messi in luce gli sforzi compiuti dai governi per raggiungere questo risultato e verr fornita uninterpretazione sulle motivazioni che li hanno spinti in questa direzione.

Nel corso della trattazione ci si chieder, inoltre, su quali punti il MERCOSUR ha fallito e su quali, invece, ha riportato dei successi. Qual la strada intrapresa negli ultimi anni e quale sar la direzione del prossimo avvenire.

Domande fondamentali alle quali si tenter di fornire una risposta per comprendere quali vantaggi finora il MERCOSUR ha portato ai paesi latinoamericani e per immaginare quali potranno essere i suoi sviluppi futuri.

Il lavoro di reperimento delle fonti si concentrato su monografie, riviste specializzate, saggi di studiosi ed opinionisti (soprattutto sudamericani, inglesi ed americani) e documentazione ufficiale. Data la carenza di testi tradotti in italiano, la consultazione si rifatta dunque in modo particolare alla letteratura anglosassone, a quella spagnola e portoghese. Con ricerche effettuate, per i testi disponibili, nelle biblioteche universitarie milanesi; in gran parte con lo studio di saggi pubblicati in riviste internazionali e pubblicazioni universitarie disponibili su internet; attraverso documenti ufficiali (trattati, protocolli e dichiarazioni presidenziali) messi in rete sul portale web del MERCOSUR o di altri enti, tra cui quello del governo brasiliano e della Commissione economica per lAmerica Latina (CEPAL); attraverso articoli di giornale che hanno permesso di recuperare gli sviluppi pi recenti del tema in oggetto; ed, infine, con il reperimento di dati e statistiche messi in rete da organismi internazionali, quali ad esempio il Centro de economa internacional o il Banco central do Brasil.La tesi si presenta strutturata in tre capitoli e pu cos essere sintetizzata.

In primo luogo si introduce il lavoro presentando la cornice entro la quale verr perfezionato laccordo di integrazione tra i paesi. Il primo capitolo dedicato proprio a questi aspetti e mette in evidenza sia le ragioni economiche e politiche che hanno portato il Brasile in questa direzione, sia il percorso di avvicinamento verso lArgentina in un primo momento, e verso Uruguay e Paraguay in seguito. Per comprendere questi passaggi si analizzer la situazione interna, la fine della dittatura militare e la nascita della democrazia, i grandi problemi economici e i tentativi di riassetto delleconomia, il rapporto con gli Stati vicini e la nascita dellidea di creare un mercato comune.

A partire dal secondo capitolo, invece, si entrer direttamente nellanalisi del MERCOSUR, partendo dalla firma dellaccordo e seguendone levoluzione fino al 2004. Questi aspetti vengono per anticipati da uno sguardo retrospettivo che mostrer brevemente quali sono le radici dellattuale integrazione regionale, presentando alcuni tentativi di integrazione storici. Lattenzione si concentrer poi sullosservazione dei meccanismi di funzionamento del MERCOSUR (obiettivi dichiarati, istituzioni che lo compongono, compiti che assolve), ma si cercher di capire anche come negli ultimi anni siano mutati, quantitativamente e qualitativamente, gli scambi commerciali tra i paesi dellarea. Verr inoltre posto laccento su un periodo di particolare crisi che ha colpito il blocco tra la fine degli anni 90 e i primi del 2000 e che ha rischiato di causarne la disintegrazione. Tentando di rispondere alla domanda sugli sviluppi futuri dellintegrazione verr introdotto un progetto molto pi ampio rispetto al MERCOSUR ed ancora in fase embrionale: ovvero lALCA, un modello che propone una forma di integrazione estesa ad oltre 30 paesi del continente e che si propone come obiettivo linglobamento, o quantomeno lalternativa, del MERCOSUR.

Lultimo capitolo, invece, porr laccento sui problemi principali del MERCOSUR, in particolare sui limiti che questo tipo di integrazione presenta da un punto di vista economico (mancanza di una piena libert di commercio), da un punto di vista istituzionale (organismi di regolazione sovranazionale deboli e insufficienti) e di disequilibrio nei rapporti di forza tra i paesi membri. Infine, il lavoro si concluder con una valutazione dei risultati apportati dal MERCOSUR nei suoi primi 15 anni, illustrer lo stato attuale dellintegrazione regionale aggiornato agli ultimi sviluppi (lallargamento al Venezuela e la nascita del Parlamento) e cercher di comprendere se i passi futuri annunciati dal Brasile e dagli altri Stati membri saranno in grado di rivitalizzare un progetto che qualche anno fa entrato in un periodo di profonda crisi e che per alcuni esperti non si ancora concluso.

VENTANNI DI POLITICA BRASILIANA (1985-2004) 1.1 JOSE SARNEY: IL PRIMO PRESIDENTE CIVILE DOPO LA DITTATURA MILITAREEra il 15 marzo 1985 quando il Brasile assistette al pacifico traghettamento verso la democrazia dopo 21 anni di dittatura militare. In quella data venne a compimento la cosiddetta transio pactuada: era il risultato delle negoziazioni tra llite politica e lalto comando militare che agevol il trasferimento di potere (sem ruptura) dalle mani dellultimo dei cinque presidenti militari, il generale Joo Figuereido, a quelle di Tancredo Neves. A causa di una grave malattia tuttavia, il presidente conservatore non entr mai in carica e il governo pass sotto la guida del suo vice, Jos Sarney.Il mandato di Sarney fu caratterizzato dai tentativi di consolidare la fragile democrazia e contrastare unacuta crisi economica. Sul primo fronte, il Congresso approv un emendamento alla Costituzione che prevedeva una serie di misure riguardanti il processo elettorale: in primo luogo fu concesso il diritto di voto agli analfabeti, che rappresentavano il 20-25% della popolazione adulta; in seconda battuta fu ristabilita lelezione diretta del presidente (sospesa nel 1967 sotto il regime militare) e quella dei sindaci delle capitali. Sotto la presidenza Sarney, inoltre, lAssemblea nazionale costituente promulg la nuova Costituzione (5 ottobre 1988) che concedette tra laltro il riconoscimento legale dei partiti clandestini. Rientrarono dunque nellarco costituzionale il Partido Comunista Brasileiro (PCB), fondato nel 1922, e il Partido Comunista do Brasil (PCdoB), nato nel 1926, entrambi messi al bando negli anni precedenti. Sul fronte economico, invece, Sarney dovette fare i conti con uninflazione alle stelle che pochi anni dopo raggiunse picchi anche del 2.947,7% (1990). Quella che venne definita non solo per il Brasile, ma per lintero Sudamerica, la decada perdida pag il modello economico applicato durante il mezzo secolo precedente e basato su un alto protezionismo e un forte intervento statale. In particolare, negli anni 70 si persegu una strategia di crescita basata sullindebitamento estero. Con lidea che gli Stati non vanno mai in bancarotta le grandi banche internazionali concessero ai paesi del sud enormi prestiti in dollari a lungo termine e a tassi di interesse variabili. Ma con la crisi petrolifera del 1979 (durante la quale il prezzo del petrolio super di 20 volte quello del 73) una ventata di inflazione si diffuse in tutto il mondo. I paesi industrializzati risposero con politiche monetarie di tipo restrittivo e i tassi di interesse aumentarono bruscamente. I paesi che avevano contratto debiti a tasso di interesse variabile si trovarono cos improvvisamente a dover pagare somme molto alte a fronte di minori entrate dal lato delle esportazioni e di un dollaro in continua rivalutazione. Nel 1982 il Messico fu il primo paese a dichiarare lo stato di insolvenza. Una delle conseguenze fu che il flusso di capitali che dai paesi industrializzati era destinato a quelli in via di sviluppo (in particolare in America Latina) sub un crollo. Il Brasile per coprire il deficit ricorse alla sua monetizzazione, ovvero lo ripag stampando moneta e creando cos inflazione. Molti degli sforzi di Sarney furono dunque rivolti a fronteggiare liperinflazione e a ridare stabilit ai prezzi. Ma presero il via anche i primi tentativi di smantellare le politiche protezioniste e di ridurre le inefficienze relative alleccessiva presenza dello Stato, poi portate avanti dal suo successore, Fernando Collor de Mello. Sarney, senza consultare n i partiti politici n il Fondo Monetario Internazionale, var perci un programma di stabilizzazione noto come Plano Cruzado, il quale introduceva una nuova valuta (il cruzado appunto, corrispondente a 1.000 cruzeiros) e che prevedeva il congelamento dei prezzi. Esso per era in palese contrasto con le regole economiche delle istituzioni internazionali. Ci caus la rottura dei rapporti diplomatici con il FMI e la sospensione dei flussi dei prestiti esteri. Tuttavia, nel breve periodo, ovvero nei primi sei mesi dallintroduzione, il piano raggiunse lobiettivo prefissato e linflazione torn a livelli molto bassi (1% al mese o poco pi). Ma alla fine del 1987 si registrarono nuovamente valori superiori al 400%. Tra la met dell87 e il marzo 1990 si susseguirono tre ulteriori tentativi di stabilizzazione: il Plano Bresser, la politica feijo com arroz (riso e fagioli) e il Plano Vero (piano estivo). Essi fallirono tutti pi in fretta del Plano Cruzado. Il Plano Vero del 1989, in particolare, introdusse una nuova riforma monetaria: sostitu al cruzado il novo cruzado (equivalente a 1.000 cruzados del 1986), il quale fu a sua volta equiparato al dollaro. Linsuccesso di queste misure caus la perdita di credibilit del presidente. Il deterioramento della situazione economica sottoline linsufficienza delle politiche adottate fin dai primi anni 80, periodo caratterizzato da una crescita mediocre accompagnata da una continua accelerazione dellinflazione che tendeva ormai alliperinflazione. A scatenare linflazione prima e liperinflazione poi fu la crisi debitoria vissuta dal Brasile che port i governi alla ricerca di piani di stabilizzazione delleconomia. Sul piano internazionale non va, invece, dimenticata lopera che Sarney port avanti insieme al presidente argentino Ral Ricardo Alfonsin. Questultimo, infatti, si fece promotore di un processo di integrazione tra i due maggiori paesi del Sudamerica per rafforzare la democrazia, affrontare il debito estero e consentire la modernizzazione produttiva. La proposta nacque inizialmente per superare le difficolt emergenti dallimplementazione del progetto idroelettrico di Itaip. Lorgoglio nazionale di Argentina e Brasile fu messo da parte e da quel momento si stabil un dialogo sempre pi franco e fluido tra i due paesi che port, il 30 novembre 1985, alla storica firma della Declarao de Iguaz. Il Mercato Comune del Cono sud (MERCOSUR nella dizione spagnola, MERCOSUL in quella portoghese) non era ancora nato vedr la luce sei anni pi tardi - ma i presupposti erano stati creati. Quella data diverr simbolicamente il Giorno dellamicizia argentino-brasiliana. In quelloccasione, inoltre, i due presidenti concordarono: sullurgente necessit che lAmerica Latina rinforzi il potere di negoziazione con il resto del mondo ampliando la propria autonomia decisionale ed evitando che i paesi della regione rimangano vulnerabili agli effetti delle politiche adottate senza la loro partecipazione. Era perci necessario:

coniugare e coordinare gli sforzi dei rispettivi governi allo scopo di rivitalizzare le politiche di cooperazione e integrazione tra le nazioni latinoamericane.

Da quel momento i passi verso lintegrazione si susseguirono ad un ritmo frenetico: otto mesi pi tardi i due presidenti firmarono lActa para la integracon argentino-brasilea, che tra i suoi punti auspicava:la modernizzazione tecnologica e una maggiore efficienza nella assegnazione di risorse nelle due economie, attraverso il trattamento preferenziale di fronte ai mercati terzi e larmonizzazione progressiva delle politiche economiche con lobiettivo finale di elevare il livello di vita della popolazione dei due paesi.Il 6 aprile 1988 anche lUruguay entr a far parte del processo di integrazione. A Brasilia, il presidente della repubblica Julio Sanguinetti firm lActa de Alvorada davanti ai presidenti di Argentina e Brasile. Allinterno del documento, il settore dei trasporti terrestri venne indicato come il punto di partenza per avviare la cooperazione tripartita. Alcuni mesi dopo, Sarney e Alfonsin si trovarono nuovamente attorno ad un tavolo per stipulare il Tratado de Integrao, Cooperao e Desenvolvimento che si prefiggeva lobiettivo di eliminare nel giro di dieci anni gli ostacoli, tariffari e non, al commercio di beni e servizi tra i due paesi. Come vedremo pi avanti queste previsioni furono rispettate solo in parte1.2 I GOVERNI DI COLLOR DE MELLO E ITAMAR FRANCO Il 15 marzo 1989, data del centenario della costituzione della repubblica, si tennero simbolicamente le prime elezioni presidenziali libere. Non accadeva dal 1960. Al secondo turno si impose Fernando Collor de Mello, rappresentante dellala conservatrice, su Luiz Ignaco Lula da Silva. Collor si propose ai brasiliani come un outsider, era giovane (aveva quarantanni) ed energico. Durante la campagna elettorale si scagli con foga contro la precedente amministrazione Sarney, accusata di corruzione, e contro il tradizionale modo di fare politica. Fece una campagna con centinaia di comizi ed utilizz tra laltro moderne tecniche di marketing grazie anche al manifesto supporto ottenuto dal network televisivo pi importante, Rede Globo. Non a caso nellurna fu premiato dalle classi con redditi e livelli di istruzione pi bassi. Appena eletto propose due tentativi di stabilizzazione delleconomia ancora in forte crisi dopo le manovre fallimentari del suo predecessore. Non ebbero tuttavia esito migliore i due Piani Collor (il primo varato nel 1990, il secondo nel 1991): si trattava di ambiziosi programmi di riforma strutturale del ruolo dello Stato e di privatizzazione di interi settori pubblici. Il primo, adottato il giorno seguente la sua elezione, era basato su riforme monetarie, fiscali, amministrative, sulla liberalizzazione del cambio e delle importazioni. La riforma fiscale mirava a garantire nuove entrate colpendo levasione, leconomia sommersa, sopprimendo incentivi ed esenzioni fiscali e tassando i guadagni provenienti da transazioni finanziarie. Parallelamente, dal lato delle uscite, la riforma intendeva ridurre le spese tramite la privatizzazione delle imprese pubbliche e la riduzione degli impiegati pubblici: in meno di un anno ne vennero licenziati cinquanta mila. Per ridurre la moneta in circolazione (e dunque linflazione) vennero congelati i depositi bancari superiori a 1.500 dollari: nel 1991 risultava bloccato un ammontare pari a 27,5 miliardi di dollari. La strada della privatizzazione fu scelta perch fino a quel momento lAmministrazione pubblica controllava unampia serie di imprese industriali e agricole (nel settore petrolchimico, dei fertilizzanti, dellacciaio e dei minerali di ferro), e forniva anche molti servizi: ad esempio le telecomunicazioni e lenergia elettrica (dalla produzione alla distribuzione). La presenza statale era forte anche nelle banche commerciali, mentre il petrolio era un monopolio dello Stato lungo tutto il processo di produzione, dallestrazione alla raffinazione. Nonostante i provvedimenti adottati, il tasso di inflazione rimase stabile intorno al 10% mensile. Altissimi furono anche i costi sociali: i salari diminuirono mentre il commercio estero e la produzione industriale conobbero il periodo pi difficile della storia brasiliana. Nel 1990 anche il Pil diminu e lo staff presidenziale cerc allora di mettere a punto un nuovo piano, che ribaltando il precedente, permise il congelamento di prezzi e salari, il ripristino di meccanismi di indicizzazione, la riduzione della spesa pubblica e lintroduzione di incentivi agli investimenti. Ma i risultati sperati non arrivarono: nel 1992 linflazione superava ancora il 1.100% e il Pil diminuiva dello 0,5%.Prima di essere travolto da un gigantesco scandalo legato ad accuse di corruzione e malcostume politico che coinvolse lintero gabinetto, Collor si attiv per portare avanti il processo di integrazione tra i paesi Latino americani iniziato da Sarney. Insieme ai presidenti di Argentina, Uruguay e Paraguay il 26 marzo 1991 firm il Tratado de Asuncin, pietra angolare per lintegrazione sudamericana. Si costituiva infatti, ufficialmente, il MERCOSUR. Nasceva cos unarea di libero scambio tra persone, beni e fattori produttivi. Il processo sarebbe stato tuttavia graduale e sarebbe passato attraverso leliminazione delle barriere allimportazione tra i paesi membri e attraverso listituzione di una tariffa esterna comune (TEC). Venne stabilita anche una collaborazione al fine di garantire il coordinamento delle politiche macroeconomiche e settoriali tra gli Stati in materia di commercio estero, agricoltura, industria, politica fiscale, tassi di cambio, servizi, trasporti e comunicazioni. La via era ormai tracciata e negli anni a venire lintegrazione si sarebbe consolidata. Ai progressi internazionali per facevano da contraltare i problemi politici ed economici interni. La vicenda che port allimpeachment di Collor e alle sue dimissioni mise alla prova, tuttavia, la maturit della democrazia brasiliana pi che evidenziarne la sua fragilit. Per la prima volta nella storia della repubblica, infatti, un presidente venne rimosso dal suo incarico nel rispetto della legge e della Costituzione, senza il diretto coinvolgimento dei militari. A far scoppiare la bomba furono una serie di rivelazioni giornalistiche che misero a nudo una gigantesca piramide di corruzione e malcostume politico al cui vertice si trovava proprio il presidente Collor che, ironia della sorte, aveva fatto della lotta alla corruzione il suo cavallo di battaglia elettorale. Il Congresso lo sospese dalle sue funzioni, ma Collor, per evitare limpeachment, si autoesili a Miami il 29 dicembre 1992. La condanna fu la perdita dei diritti civili per otto anni. Il governo pass allora nelle mani del vice presidente Itamar Augusto Cautiero Franco, ingegnere, nato il 28 giugno 1930 a Juiz de Fora, nello stato sudorientale del Minas Gerais.Sotto la nuova presidenza, nel 1993, a cinque anni di distanza dalla sua entrata in vigore, si tenne un doppio referendum che riguardava la Costituzione: con il primo quesito si chiese ai brasiliani di scegliere se mantenere il sistema presidenziale o passare ad uno di tipo parlamentare; col secondo, molto singolare, si domand agli elettori se mantenere la repubblica o se restaurare la monarchia (esautorata nel lontano 1889). Il presidenzialismo fu confermato dal 55% dei votanti, mentre lopzione repubblicana venne scelta dal 66% degli elettori, anche se, non senza sorprese, la monarchia raggiunse perfino il 10% delle preferenze. Con pochissime modifiche (solo sei emendamenti) la carta costituzionale pass poi lesame di revisione di Camera e Senato. Tra i sei presentati, solo un emendamento avrebbe avuto un impatto politico rilevante: lincarico del presidente non sarebbe pi durato cinque anni, ma sarebbe stato ridotto a quattro, a partire dalla legislazione successiva. Sul piano economico, Franco dovette affrontare grandi sfide. Nonostante il suo stile personale fosse imprevedibile e tuttaltro che affabile rimase popolare fino alla fine del mandato, anche grazie al successo ottenuto dalla riforma monetaria avviata nel giugno 1993: il Plano Real. Si trattava di un piano che si sarebbe sviluppato in tre tappe. Uno dei maggiori fautori di questa strategia fu il ministro Fernando Henrique Cardoso (secondo molti osservatori di fatto il primo ministro) che grazie a questa mossa si assicurer le elezioni presidenziali dellanno successivo. La riforma prevedeva lintroduzione di una nuova moneta, il real (pari ad un dollaro), alla quale si sarebbe arrivati attraverso un periodo di transizione in cui sarebbero coesistite la vecchia moneta, il cruzeiro real, e la URV-Unidade Real de Valor, una nuova e provvisoria unit di misura. Il Plano Real, che ironia della sorte non ottenne la benedizione del FMI (perplesso delle sue possibilit di successo), riusc effettivamente nellobiettivo di stabilizzare leconomia brasiliana e di innescare un sentiero espansivo di crescita economica attraverso il riequilibrio dei conti dello Stato, una politica monetaria di tipo restrittivo (con tassi di interesse molto alti al fine di mantenere bassi i consumi e con essi linflazione), e di attirare capitali stranieri in grado di finanziare gli investimenti e coprire il deficit di bilancio. I risultati del piano furono inizialmente molto positivi ed il tasso di inflazione pass dal 50,7% del mese di giugno allo 0,96% di settembre. Leconomia dimostr una forte capacit di recupero, trainata soprattutto dalla crescita dellindustria e dagli investimenti, tanto che le imprese aumentarono i profitti da 867 milioni di dollari nel 1993 a 5,5 miliardi nel 1994. Nonostante i successi, la strategia non riusc a ristabilire un equilibrio completo nel bilancio fiscale. Il tasso di cambio fisso 1 dollaro 1 real, pur frenando linflazione, sopravvalut la moneta brasiliana. I beni nazionali divennero cos pi cari rispetto a quelli esteri e per la prima volta dopo oltre dieci anni la bilancia commerciale (valore delle esportazioni meno le importazioni) registr un saldo negativo e il Brasile perse quota sul mercato globale (dall1,5% del 1980 allo 0,8% del 1999). Daltro canto il mantenimento di alti tassi di interesse era necessario per attirare capitale straniero e per finanziare il vasto deficit fiscale. La teoria del Plano Real trova le sue basi su ci che comunemente chiamato Washington Consesus, espressione coniata nel 1989 dalleconomista inglese John Williamson per descrivere quelle prescrizioni di politica economica attorno alle quali vi era un consenso da parte del FMI, della Banca mondiale e in generale di tutte le istituzioni che hanno sede a Washington e che hanno a che fare con la promozione delleconomia dei paesi in via di sviluppo. Il principale obiettivo di quella strategia fu di ridurre il tasso di inflazione e ripristinare una crescita attraverso una severa disciplina fiscale, la liberalizzazione commerciale e la privatizzazione delle imprese pubbliche. Essa nasce dalle ceneri dei precedenti modelli di crescita: l dove le politiche di sostituzione delle importazioni e di intervento dello Stato erano state responsabili della crisi del debito, il Washington Consensus predilige le strategie di crescita basate sullapertura commerciale, sulle forze di mercato e sul settore privato. Questo modello neoliberale implose tuttavia nel 2002. Aveva causato un aumento dei livelli di povert e generato caos nelle economie post-sovietiche e in quelle dei paesi in via di sviluppo: le promesse di crescita e di distribuzione di benessere non si realizzarono o lo fecero in maniera parziale. Sul piano internazionale, Franco, pochi anni dopo la firma del Tratado de Asuncin, sottoscrisse insieme ai paesi aderenti al MERCOSUR il Protocolo de Ouro Preto (dal nome della citt brasiliana del Minas Gerais) che stabiliva la struttura istituzionale dellunione doganale. Era il 17 dicembre 1994: il MERCOSUR si dotava di personalit giuridica internazionale. Con il protocollo furono creati i vari organi che tuttoggi lo compongono: il Consiglio del Mercato Comune (CMC) che ha lo scopo di guidare lazione politica di integrazione; il Gruppo Mercato Comune (GMC), organo esecutivo con il compito di negoziare con i paesi terzi per conto del MERCOSUR e la Commissione di Commercio, organo decisionale che si occupa dellaspetto doganale e commerciale. 1.3 LE DUE PRESIDENZE DI FERNANDO HENRIQUE CARDOSO

Con in mano risultati significativi in un campo dove molti prima di lui avevano fallito, Fernando Henrique Cardoso si present alle elezioni presidenziali del 1994. Era stato il cofondatore del Partido da Social Democracia Brasileira (PSDB). Era, dunque, un uomo di sinistra, ma godeva di prestigio personale e si era accaparrato la fiducia delle classi economiche ed imprenditoriali. Si alle con il centrodestra e grazie al 54% dei consensi sconfisse ancora una volta Lula da Silva, candidato della sinistra. Eletto con un forte appoggio popolare poteva contare su unassoluta maggioranza in entrambi i rami del Parlamento. Ed infatti, durante la sua presidenza, fu introdotto un importante emendamento costituzionale: per la prima volta nella storia repubblicana fu data la possibilit ai detentori del potere esecutivo (presidente, governatori e sindaci) di ottenere un secondo mandato. Cardoso compreso. Lemendamento venne approvato a larghissima maggioranza dal Parlamento il 17 febbraio 1997 e permise lanno successivo la rielezione del presidente in carica. Alla fine del 1998 Cardoso promulg un importante decreto che tracci una nuova via nelle relazioni con le istituzioni militari: venne infatti creato il ministero della Difesa. Le forze armate passarono cos sotto il controllo del ministero. In politica economica, lobiettivo era, invece, quello di consolidare i risultati del Plano Real e assicurarsi che la lunga esperienza di iperinflazione fosse realmente terminata. In effetti, i benefici della riforma monetaria continuarono a farsi sentire: nel 1995 il tasso di inflazione si attest al 66%, mentre leconomia crebbe del 4,2% in termini reali. Il potere dacquisto delle famiglie dunque aument grazie alla ritrovata stabilit economica e alla scomparsa dellinflazione. Durante il primo mandato, Cardoso prest una grande attenzione anche alle riforme di stampo liberale proseguendo nel solco tracciato dal Washignton Consensus: per citare degli esempi la compagnia telefonica di Stato, la Telebras, venne privatizzata. Allepoca si tratt della pi grande privatizzazione nella storia dellAmerica Latina. Anche il monopolio della Petrobras, una delle 15 compagnie pi grandi al mondo nel campo della ricerca, estrazione, raffinazione e vendita di petrolio, che durava da quarantanni venne infranto. La stessa sorte tocc alle maggiori banche statali, tra cui la pi importante, la Banespa Banco do Estado de So Paulo. Se le politiche economiche non intaccarono direttamente gli interessi degli elettori, furono invece le riforme sociali ad incontrare molte pi resistenze. In particolare, tra le pi importanti venne introdotta, non senza pesanti critiche e contestazioni, la modifica ai criteri per determinare i benefici pensionistici: non si sarebbero pi considerati gli anni di servizio, bens gli anni di contribuzione. Durante la campagna elettorale del 1998, sistemati i conti dello Stato, Cardoso dichiar che lobiettivo primario della sua seconda amministrazione sarebbe stato quello di ridurre lineguaglianza sociale attraverso adeguate politiche sociali nel campo delloccupazione, della salute, delleducazione e dellagricoltura. Tra le sfide che dovette raccogliere cera quella lanciata dal Movimento dos trabalhadores rurais sem terra, che rivendicava la necessit di una riforma agraria: ed effettivamente Cardoso forn la terra a pi famiglie di quanto riuscirono a fare i governi precedenti, ma i risultati che raggiunse furono molto modesti. Agli insufficienti esiti raggiunti in campo sociale si aggiunsero anche tassi di crescita economica contenuti. Al termine del secondo mandato, dunque, Cardoso non godeva pi dei livelli di approvazione degli anni precedenti. Sul finire degli anni 90, inoltre, in concomitanza con la crisi valutaria che colp il sud-est asiatico, il Brasile scont anche le contraddizioni del Plano Real. Esso riusc effettivamente a stabilizzare leconomia brasiliana e ad innescare un sentiero espansivo di crescita economica, ma il nuovo modello di sviluppo basato sul Washington Consensus port con s un aumento della povert e un peggioramento nella distribuzione del reddito. Inoltre, una questione era rimasta irrisolta: lelevato deficit fiscale era, infatti, finanziato dai capitali esteri attratti dagli alti tassi di interesse. Il governo si trov cos in un circolo vizioso: per mantenere fisso il tasso di cambio e finanziare il deficit doveva mantenere alti i tassi di interesse, i quali a loro volta peggioravano il deficit. Quando nel gennaio 1999 divenne chiaro che gli alti tassi di interesse (fissati anche al 50% annuale per incoraggiare gli investimenti) non avrebbero potuto fermare la fuga di capitali, con il rischio di trascinare leconomia in una fase di profonda recessione, il governo fu costretto a svalutare il real e a far fluttuare il tasso di cambio ponendo, di fatto, fine al Plano real (tutto ci causer attriti con lArgentina e con gli altri membri del MERCOSUR che saranno approfonditi nel terzo capitolo). Non senza sorprese, nonostante la fine del Plano, il tasso di inflazione annuale rimase stabile e non super il 10%. A risentirne furono per la crescita economica (il PIL crebbe tra il 1998 e il 1999 solo dello 0,4%) e la spesa in termini sociali. Per comprendere meglio questo aspetto basti pensare che tra il 1996 ed il 1999 la popolazione al di sotto della linea di povert aument del 2% (dal 35,8% al 37,5%). Nel 2002, ultimo anno del governo Cardoso la situazione economica e sociale peggior. Il real perse valore nei confronti del dollaro, linflazione torn a due cifre, il debito pubblico super il 50% del PIL, la disoccupazione aument e con essa la popolazione al di sotto della soglia di povert. Si apriva cos la strada per lelezione di Lula da Silva.Sul piano internazionale invece, anche durante i due governi del presidente carioca, prosegu il percorso di integrazione tra i paesi del MERCOSUR, gi avviato dalle precedenti amministrazioni. Il 24 luglio 1998, con la firma del Protocolo de Ushuaia (citt argentina della Patagonia), si ribadirono i principi e gli obiettivi del Tratado de Asuncon. Allarticolo 1 il documento recita infatti:

La piena vigenza delle istituzioni democratiche condizione essenziale per lo sviluppo dei processi di integrazione tra gli Stati membri del presente protocollo.La dichiarazione fu sottoscritta anche da Cile e Bolivia, che del resto gi due anni prima avevano posto la firma su dichiarazioni analoghe. Nella stessa occasione i sei paesi concordarono che la pace costituisce un elemento essenziale per la continuit e lo sviluppo del processo di integrazione regionale. E che sar necessario proseguire gli sforzi per raggiungere lobiettivo del disarmo nucleare e la non-proliferazione in tutti i suoi aspetti. La ricerca di accordi con altri paesi latinoamericani, nel caso specifico con la Bolivia, si trasform sul piano pratico nellavvio, nel 1997, della costruzione del gasdotto Bolivia-Brasile, unimportante infrastruttura lunga 3.150 km per il trasporto di gas naturale entrata in funzione nel 1999.

1.4 LULA DA SILVA, IL PRESIDENTE OPERAIOImportanti traguardi in materia di cooperazione internazionale furono raggiunti anche dal successore di Cardoso, Luiz Ignaco Lula da Silva che nellottobre 2002 conquist la carica presidenziale. A 57 anni e al suo quarto tentativo riusc ad ottenere, al secondo turno, 52,8 milioni di preferenze (ovvero il 61,3% dei voti) diventando cos la speranza del popolo dei senza voce, degli operai, dei contadini, dei poveri. La storia di Lula (soprannome adottato nel 1982 per fini elettorali) ha infatti impressionato il mondo: nato a Garanhus, nello stato di Pernambuco, nelle poverissime regioni del nordest del Paese, rappresenta tuttora il sogno di milioni di brasiliani. Con in tasca appena gli studi di quarta elementare si trasfer con la famiglia nello stato di So Paulo: da ragazzino lavor come lustrascarpe e venditore di strada prima di essere assunto in unazienda metalmeccanica. Ottenne il diploma di tornitore e, quasi per caso, inizi la carriera sindacale che lo port a diventare il leader del sindacalismo autentico, una corrente che operava allinterno delle organizzazioni ufficiali rivendicandone una trasformazione radicale, privilegiando lazione diretta sul posto di lavoro, lagitazione in fabbrica, la partecipazione della base ed il confronto con la controparte padronale. Dopo anni spesi nel sindacato, nel 1980, partecip alla fondazione del Partido dos Trabalhadores (PT), ovvero il Partito dei Lavoratori, formazione di sinistra con idee progressiste. Si candid alle elezioni presidenziali del 1989, del 1994 e del 1998, uscendone sempre sconfitto. Nel 2003, durante il discorso di insediamento, afferm di voler: risolvere il problema dellistruzione, proteggere la salute pubblica, attuare la riforma agraria, organizzare la previdenza sociale, debellare la fame.

In realt, a dispetto delle promesse, il primo mandato fu quasi interamente dedicato alla stabilizzazione della macroeconomia, attraverso la fissazione di un obiettivo di inflazione (perseguito dalla Banca centrale attraverso la variazione del tasso di interesse), una politica di bilancio rigorosa e il mantenimento del tasso di cambio variabile, misura gi adottata dal governo Cardoso nel 1999 in seguito alla crisi monetaria. I risultati raggiunti sul piano macroeconomico furono esemplari: linflazione venne mantenuta sotto controllo grazie agli elevati tassi di interesse (26,5%) e il bilancio registr un attivo del 5%, un punto e mezzo in pi di quanto richiesto dal FMI. Attraverso queste misure di politica economica, il Brasile riguadagn la fiducia dei mercati finanziari e degli investitori esteri, anche se il governo Lula ne risent perdendo la fiducia della popolazione nazionale. Il Pil, infatti, aument solo lentamente; il tasso di disoccupazione e la percentuale di famiglie povere crebbero e il potere dacquisto dei salari diminu.

Lula, per queste ragioni, fu aspramente criticato anche dallinterno della maggioranza di governo: le valutazioni pi dure furono espresse proprio dallala radicale del PT e dagli intellettuali progressisti da sempre vicini al presidente. Nei primi mesi del 2004, inoltre, il Movimento dos trabalhadores rurais sem terra, da sempre sostenitore di Lula, riprese la mobilitazione su vasta scala intensificando le occupazioni di tenute agricole improduttive.Dalla fine del 2004, tuttavia, la situazione economica ha avviato un lento miglioramento: le esportazioni sono aumentate; la produzione industriale ha ripreso a crescere e con essa il Pil; diminuita la disoccupazione ed anche la percentuale di famiglie povere; linflazione rimasta stabile. Il governo ha cos potuto destinare adeguati fondi al programma Fome Zero, il piano di lotta alla fame che aveva costituito il pilastro della campagna elettorale del 2002.Il programma Fome Zero prevedeva una serie ambiziosa di iniziative: lobiettivo principale era di permettere a milioni di famiglie di uscire da una condizione di indigenza aiutandole a generare reddito per il proprio sostentamento. Permettere, quindi, a milioni di brasiliani di passare da una condizione di dipendenza dallo Stato ad una piena cittadinanza. Questo processo sarebbe dovuto avvenire attraverso il coordinamento di politiche locali (mense popolari, cucine comunitarie e spacci, banche degli alimenti), politiche specifiche (programma di alimentazione dei lavoratori, ampliamento della merenda scolastica) e politiche strutturali (riforma agraria, incentivi allagricoltura familiare, microcredito, cooperativismo).

Tuttavia, fin dai primi anni dallentrata in vigore, il piano non funzion come sperato e nel gennaio 2004 fu sostituito da un altro programma, la Bolsa Famlia. Essa, tuttora attiva, consiste in assegni sociali destinati alle famiglie pi povere, vincolati alla frequenza scolastica dei figli. Questo progetto sta ottenendo sicuramente maggior successo rispetto al suo predecessore: basti pensare che si passati da 3,6 milioni di famiglie aiutate nel 2003 a 11 milioni del 2006. Si stima cio che tra i 50 e i 60 milioni di brasiliani starebbero uscendo dalla soglia di povert, la linea sotto la quale si vive con meno di un dollaro al giorno.TABELLA 1: Il Brasile tra il 1999 e il 2006AnnoPILPopolazione povera (%)

19990,337

20011,337

20031,138

20045,737

20053,236

2006433

Fonte: Banco central do Brasil; CEPAL (2009)Come gi accennato, Lula concentr molte delle sue forze in campo internazionale. A titolo esemplificativo sufficiente osservare un semplice dato quantitativo, la pura quantit di viaggi allestero. Il numero delle missioni estere nei primi anni di governo stato, infatti, davvero notevole. Cos come, rilevante, stato il tempo speso per ricevere le autorit straniere a Brasilia. Nel 2003, infatti, Lula pass ben 58 giorni in visita ufficiale in 32 paesi. Nel 2004 visit invece 22 Stati per un totale di 44 giorni. Nel 2005 si rec allestero per ben 70 giorni visitando 28 nazioni. In pratica i viaggi compiuti da Lula nei primi tre anni di governo superarono quelli effettuati da Cardoso in un intero mandato. In quello stesso periodo, Lula ricevette decine di delegazioni straniere, 41 nel 2003, 21 nel 2004 e 30 nel 2005. Limportanza che il presidente diede alla politica internazionale, ed per molti aspetti al rilancio del progetto di integrazione regionale, emerge anche dalle parole pronunciate nel suo discorso di insediamento:

La grande priorit (...) sar la costruzione di un'America del Sud politicamente stabile, prospera e unita basata su idee democratiche e sulla giustizia sociale. Per questo essenziale una azione decisa di rivitalizzazione del Mercosur (...) Il Mercosur, cos come l'integrazione dell'America del Sud nel suo insieme, soprattutto un progetto politico (....) Molti dei nostri vicini vivono oggi in situazioni difficili. Contribuiremo se ce lo chiederanno e nella misura delle nostre possibilit, per trovare soluzioni pacifiche a tali crisi, basate sul dialogo, sui principi democratici e sulle norme costituzionali di ogni paese (...).

Proprio in questa direzione il Brasile sostenne un accordo tra i paesi del MERCOSUR e quelli del Patto Andino che port nel dicembre 2004 alla nascita della Comunit delle Nazioni del Sudamerica (CSN): formata da 350 milioni di abitanti, aveva un Pil di circa 2.600 miliardi di dollari e lobiettivo di creare una zona di libero scambio tra le nazioni aderenti. Sempre in quellanno, entrarono a far parte del MERCOSUR Colombia ed Ecuador come membri associati, mentre il Venezuela lo far due anni pi tardi come partner a tutti gli effetti. Inoltre, il Brasile si attiv perch fosse istituito il Parlamento del MERCOSUR. Creato legalmente il 9 dicembre 2005 si riun per la prima volta il 7 maggio 2007 a Montevideo in Uruguay. E costituito da 90 deputati, 18 per ciascun paese membro.

La politica dei primi anni di governo Lula ha mirato, dunque, a fare in modo che il Brasile si proponesse come punto di riferimento per le deboli economie dellarea. Ha sponsorizzato anche un programma di rilancio del progetto di integrazione regionale in America Latina, attraverso il rafforzamento del MERCOSUR.

Le elezioni dellottobre 2006 hanno, infine, sancito la sua seconda vittoria contro il candidato dellopposizione Geraldo Alkim, con una differenza di ben 20 milioni di voti. La parola dordine del suo secondo mandato (ancora in corso) desenvolvimento: ovvero garantire uno sviluppo di lunga durata che conduca anche alla riduzione delle disuguaglianze sociali e regionali.2. NASCITA ED EVOLUZIONE DEL MERCOSUR

2.1 LE RADICI DELLINTEGRAZIONE REGIONALELa creazione del MERCOSUR fu il risultato di molti anni di tentativi di integrazione regionale portati avanti in particolar modo dai due maggiori paesi sudamericani, il Brasile e lArgentina. Le relazioni diplomatiche tra le due nazioni erano decisamente migliorate sul finire degli anni 70 ed avevano portato alla firma di alcuni accordi su tematiche importanti, come le forniture elettriche, lenergia nucleare e lindustria bellica. Tuttavia i primi sforzi di dialogo non ebbero molto successo. I due paesi erano attraversati da grandi pressioni democratiche e le crisi economiche indebolivano la capacit dei regimi militari di approfondire i processi di integrazione. Bisogner dunque attendere la met degli anni 80 e la fine delle dittature militari perch si verifichi un rilancio del processo di cooperazione.

In realt, lidea di unintegrazione tra i paesi latinoamericani ha radici ben pi profonde che quelle degli anni 80. Anzi, si pu persino dire, che fin dai primi anni del 1800 si manifestarono spinte integrazioniste. E fin dalla prima ora si proponevano come alternativa al modello statunitense. Come dimostr, ad esempio, il progetto lanciato da Simon Bolvar (1783-1830). Egli era, infatti, considerato il profeta di unAmerica vista come ununica grande nazione, forte, libera e prospera, capace con le sue grandi risorse umane e materiali di fare argine allespansione del gigante settentrionale. El Libertador, come venne soprannominato, fu infatti il creatore della Grande Colombia, uno Stato esistente tra il 1819 e il 1831, che comprendeva gli attuali territori di Colombia, Venezuela, Ecuador e Panama. Il sogno, delluomo che intendeva liberare il continente sudamericano dalla secolare dominazione spagnola e unificare tutti gli americani in un unico grande Stato, dur tuttavia poco pi che una decina danni prima di disgregarsi sotto le spinte federaliste. Bolvar, figura storica per lintera America Latina, mor a soli 47 anni, stanco, come lui stesso disse, di arare il mare.Il progetto panamericano di Bolvar, riuscito solo in piccola parte, aveva radici ancora pi antiche. Riprendeva, infatti, le idee di Francisco de Miranda (1750-1816), un militare venezuelano di trentanni pi vecchio di lui che, non a caso, viene considerato a tutti gli effetti il precursore delle idee bolvariane. Miranda, infatti, aveva in mente una sola nazione ispanoamericana estesa dal Mississippi a Capo Horn, il punto pi a sud del continente. Si sarebbe chiamata Colombia, in onore del primo colono Cristoforo, e sarebbe stata governata da un imperatore denominato Inca per pacificare anche le riluttanti etnie indigene. In quegli stessi anni, accanto a questi due personaggi, agiva anche Jos Francisco de San Martn (1778-1850), un militare argentino che contribu allindipendenza di Argentina, Cile e Per. Paesi nei quali considerato, infatti, rispettivamente padre della Patria, liberatore e capitano generale. Il progetto della Gran Colombia di Bolvar pass, in prima istanza, attraverso il tentativo di costituire una Lega latinoamericana. Il proposito fu avanzato durante il Congresso di Panama, inaugurato il 22 giugno 1826. Bolivar aveva in mente la creazione di una Confederazione vasta, straordinaria e forte che avrebbe visto protagonisti tutti gli Stati coinvolti nelle guerre di liberazione dagli spagnoli. Il trattato messo a punto esigeva dagli Stati membri assoluta indipendenza da qualsiasi potenza straniera, rifiuto della colonizzazione straniera su qualsiasi parte del suo territorio e limpegno di sostenere le norme repubblicane. Il documento fu firmato dai delegati dei vari paesi, ma una volta che il Congresso si chiuse, tornarono a manifestarsi molte resistenze che gi erano apparse prima e durante i lavori dellassemblea. Fu chiaro che la firma era solo un atto formale destinato a non trovare applicazione.

In seguito alle prime spinte integrazioniste naufragate, verso la met del XIX secolo, lAmerica a sud del Rio Grande sembrava aver ripudiato lidea di un comune destino, iscritta nei vincoli di storia, di lingua e di cultura, per regredire verso una logica di inquieti nazionalismi, di confini contestati, di lotte tra caudillos, su uno sfondo di sottosviluppo e di dipendenza. Sullimmenso territorio appartenuto allimpero spagnolo erano, infatti, insediati 19 Stati con una popolazione complessiva di 21milioni 600mila abitanti. Un ventesimo, con 7milioni 200mila abitanti, era limpero sorto in Brasile senza netta soluzione di continuit col passato coloniale e con la monarchia portoghese e destinato a diventare Repubblica solo nel 1889. Il Brasile, infatti, ha alle sue spalle un percorso e unesperienza diversi da quelli dellAmerica ispanica. Al tempo dello scontro con Napoleone, il suo re portoghese, dom Joo, vi cerc infatti asilo insieme con la sua famiglia e ne fece un regno formalmente uguale al primo. Dopo la sconfitta dei francesi ritorn in patria, ma lasci a Rio de Janeiro il figlio dom Pedro, nominato reggente. Lanno dopo, nel 1822, dom Pedro trasform il regno in impero indipendente che solo 77 anni pi tardi si trasformer in Repubblica. Lindipendenza fu dunque un atto di continuit piuttosto che una rivoluzione. Questo aspetto di notevole importanza perch segn per molto tempo una grande differenza con il resto dei paesi della regione. Basti pensare che ai tempi di Bolvar il Brasile era desideroso di espandersi sui territori dei suoi vicini e lo scontro con le milizie guidate dal capitano venezuelano fu evitato solo allultimo.

Abbandonata la via dellintegrazione, intorno al 1880 inizia per lintera America una fase di colonizzazione americana. Gli Stati Uniti avevano enormemente accresciuto il loro ruolo nel continente e a tappe regolari insidiavano una robusta frontiera di investimenti verso sud, di cui Cuba fu il punto di cristallizzazione. Il processo continu per decenni fino al secondo dopoguerra quando con la dilatazione mondiale della potenza statunitense, la guerra fredda e la vittoria della rivoluzione cubana, lintero sistema delle relazioni tra nord e sud (la regione che gli americani hanno sempre considerato il proprio cortile di casa) venne riorganizzato su due fondamenta: in primo luogo, il Trattato interamericano di reciproca assistenza (1947) che impegnava tutti i membri ad intervenire contro leventuale minaccia ad uno di loro da parte di una potenza extracontinentale (accordo che di fatto poneva sotto la tutela di Washington tutti gli eserciti del continente) ed, in secondo luogo, lOrganizzazione degli Stati americani (1948), principale forum per la soluzione di problemi politici.

Nel 1948 fu istituita anche la Comisin Econmica para Amrica Latina (CEPAL), una delle cinque commissioni regionali delle Nazioni Unite, con sede a Santiago del Cile. Il suo scopo , a tuttoggi, di contribuire allo sviluppo economico della regione e di rafforzare le relazioni economiche tra i paesi dellarea e quelle con il resto del mondo. Attualmente ne fanno parte 44 paesi: oltre a quelli americani, anche alcuni Stati europei (tra cui la Spagna, il Portogallo e lItalia) ed asiatici (Giappone) che mantengono vincoli storici e culturali con la regione.

Il lavoro svolto dalla CEPAL port nel febbraio 1960 alla firma del Tratado de Montevideo, che cre lAssociazione Latinoamericana del libero commercio (ALALC), alla quale aderirono 11 paesi (tra cui i cinque che in seguito entreranno nel MERCOSUR) con lo scopo di costituire un ampio mercato nel giro di dodici anni, poi prorogati a venti. Di fatto fu la prima proposta di integrazione economica, promossa da Argentina, Brasile e Messico. Essa ricalcava, in effetti, quanto era stato fatto solo tre anni prima oltreoceano con la firma del Trattato di Roma che dava il via alla Comunit economica europea. Ma a differenza dellaccordo europeo (che permetteva lo scambio di servizi, infrastrutture, politiche agricole, deteneva una tariffa esterna comune e prevedeva la coordinazione economica, sociale e politica tra gli Stati), laccordo latinoamericano si concentrava solamente sullo scambio di beni.

Allesperienza ALALC in quegli stessi anni se ne sommarono diverse altre, ma che non ebbero grande fortuna: il Mercato comune centroamericano (MCCA, 1960), il Gruppo Andino (GRAN, 1969), la zona di Libero commercio dei Caraibi (CARIFTA, 1965) che successivamente si trasformer nel Mercato comune dei Caraibi (CARICOM, 1973), il Sistema Economico Latinoamericano e dei Caraibi (SELA, 1975), il Gruppo dei Tre (G3, 1995).

Il progetto ALALC intanto, col passare del tempo, incontr sempre pi difficolt sia economiche che politiche. Gli Stati membri adottavano spesso scelte di tipo protezionistico: ad esempio i prodotti inclusi nella lista delle liberalizzazioni non erano sempre i pi rappresentativi del commercio allinterno della regione.

Il fallimento dellALALC divenne, con il trascorrere degli anni, inevitabile: dalle sue ceneri nacque per lALADI. I paesi aderenti firmarono, il 12 agosto 1980, un nuovo Tratado de Montevideo, tuttora in vigore. Mentre lALALC puntava a realizzare una zona di libero commercio in un termine prefissato di dodici anni, il nuovo soggetto era pi flessibile e guidato dalla volont delle parti. Era costituito da un grande blocco di 11 paesi (ai quali nel 1999 si aggiunse Cuba) con una popolazione di 384 milioni di persone (oggi 500 milioni) e una superficie di 20milioni di km quadrati (il doppio dellEuropa e simile a quella di Stati Uniti e Canada).

Dallesperienza maturata da questa serie di tentativi si svilupp negli anni seguenti una strategia di integrazione rinnovata che ha portato alla nascita del MERCOSUR, con tutta probabilit il progetto di collaborazione regionale pi riuscito finora.1.2 IL PERIODO DI TRANSIZIONEIl 1991 un anno di svolta per Argentina, Brasile, Uruguay e Paraguay. Con il Tratado de Asuncon infatti, firmato il 26 marzo, i quattro paesi portano a compimento gli enormi sforzi fatti fino a quel momento per la creazione di un blocco regionale in America Latina. Con il primo articolo dellaccordo si afferma che gli stati membri decidono di costituire un mercato comune che dovr essere realizzato entro il 31 dicembre 1994 e che si chiamer Mercato Comune del Sud. Il Mercato Comune implicher:la libera circolazione di beni, servizi e fattori produttivi tra i paesi, attraverso leliminazione dei dazi doganali e le restrizioni non-tariffarie alla circolazione di merci e di qualsiasi altra misura equivalente;

listituzione di una tariffa esterna comune e ladozione di una politica commerciale comunitaria in relazione agli Stati terzi o ai raggruppamenti di Stati [];

Il coordinamento di politiche macroeconomiche e settoriali trai gli Stati membri [] al fine di assicurare condizioni adeguate di concorrenza tra gli stessi Stati membri;

limpegno degli Stati membri ad armonizzare le proprie legislazioni nelle aree pertinenti per raggiungere il rafforzamento del processo di integrazione. Figura 1: Il MERCOSUR oggi

Nacque cos un blocco che allepoca comprendeva 190milioni di abitanti, ovvero il 44% della popolazione dellAmerica Latina, che rappresentava il 50% del PIL e il 59% della sua superficie. La storica firma diede, dunque, inizio al processo di integrazione ed inaugur il cosiddetto periodo di transizione. Durante questa fase furono adottate istituzioni provvisorie in previsione della costituzione di una struttura definitiva (cosa che avverr nel 1994) e presero le mosse i meccanismi che daranno successivamente origine ad una Zona di Libero Commercio (ZLC), ovvero unarea di libero circolazione delle merci che sarebbe stata, tuttavia, solamente un passo intermedio in attesa di portare a compimento la costituzione di un Mercato comune vero e proprio. La struttura istituzionale iniziale era molto snella ed era formata da pochi organi. Oggi rimasta sostanzialmente inalterata, ad eccezione dellimportante introduzione del Parlamento del MERCOSUR. Su tutti si trova il Consiglio del Mercato Comune che si occupa di tracciare la politica dellunione: esso detiene il potere decisionale e, allepoca, ebbe il compito di portare avanti il processo di costituzione del Mercato comune. Il CMC costituito dai ministri degli Esteri e da quelli dellEconomia, mentre la presidenza spetta a rotazione semestrale ai rappresentanti di ciascuno Stato. Accanto al Consiglio vi il Gruppo Mercato Comune: esso lorgano esecutivo ed coordinato dai ministri degli Esteri dei quattro paesi. Col Tratado de Asuncon furono inoltre creati una Commissione Parlamentare Congiunta, con mansioni puramente di carattere consultivo e composta da 16 parlamentari di ciascun paese membro, e alcuni Sottogruppi di lavoro subordinati al GMC con compiti di natura tecnica . La scelta di adottare una struttura agile, costituita da poche istituzioni sovranazionali, si rivel efficace per gestire la complessit tecnica e politica della fase transitoria. Questo aspetto permette di mettere in risalto come furono soprattutto i temi commerciali, piuttosto che quelli istituzionali, a costituire la priorit del neonato MERCOSUR.Figura 2: Struttura istituzionale del MERCOSUR(Fonte: portale ufficiale del MERCOSUR, www.mercosur.int)

Pochi mesi dopo la firma del Tratado de Asuncon, il 17 dicembre 1991, i quattro paesi sottoscrissero anche il Protocolo de Brasilia con lo scopo di trovare uno strumento utile alla risoluzione delle controversie tra Stati. A differenza di quanto venne fatto in Europa per, i paesi latinoamericani non ritennero necessaria la creazione di un Tribunale di Giustizia sovranazionale. Il risultato fu che la risoluzione delle questioni venne lasciata alle negoziazioni dirette tra i governi di ciascuno Stato. Solo in un secondo momento, in caso di fallimento delle trattative dirette, gli organi sovranazionali (ovvero il GMC e il CMC) sarebbero intervenuti in qualit di arbitri. Per sottolineare lo spirito di collaborazione che anim inizialmente i paesi aderenti necessario osservare uno degli aspetti pi importanti fissati nel Tratado de Asuncon, il sistema decisionale. Esso, infatti, si basa sul pieno consenso dei membri, ci significa che ciascuno di essi detiene il potere di veto su qualsiasi decisione. Con tale meccanismo evidente che non contano, in sede di votazione, in alcun modo n le dimensioni territoriali n quelle demografiche, e nemmeno il potenziale economico degli Stati, tutti aspetti in cui prevarrebbero Brasile e Argentina. Si tratta, dunque, di un sistema che cerca di mettere sullo stesso piano tutti i paesi membri, ma che, da un altro punto di vista, generer situazioni di impasse sui temi pi delicati, come vedremo in modo pi approfondito a partire dal prossimo capitolo. Dal punto di vista commerciale, invece ,laccordo prevedeva un programma automatico e graduale di liberalizzazione che sarebbe stato portato a compimento entro il 31 dicembre 1994. A partire da una riduzione iniziale del 47% erano previste abbassamenti semestrali del 7% sulle tariffe di ogni prodotto scambiato allinterno del blocco. Per minimizzare gli effetti nei settori meno competitivi, ad ogni Stato fu concessa una lista di prodotti che non rientravano nella piena liberalizzazione: si tratt di 324 merci-eccezioni per il Brasile, 394 per lArgentina, 439 per il Paraguay e 960 per lUruguay. Eccezioni che nelle intenzioni avrebbe dovuto essere ridotte anno per anno. Ma che di fatto, ad oggi, ancora permangono in alcuni settori importanti, ad esempio quello automobilistico e della produzione di zucchero. Nonostante diverse problematiche (qualcuna delle quali gi accennata), il MERCOSUR nei suoi primi anni di vita riport vari risultati positivi. Vedremo, infatti, che causer ad esempio un notevole incremento degli scambi commerciali nellarea.

A differenza dei fallimentari tentativi precedenti di integrazione il MERCOSUR ebbe, dunque, maggior fortuna. Esso, infatti, presentava caratteri diversi rispetto ai suoi antenati: il MERCOSUR , in effetti, un modello di integrazione che si pone allinterno di un filone politico economico definito regionalismo abierto o nuovo regionalismo e che ha contagiato lAmerica Latina sul finire degli anni 80. Con esso si intendeva rispondere alle sfide della globalizzazione ed evitare il rischio che lintera regione potesse perdere importanza strategica sul piano internazionale. Secondo la CEPAL, il regionalismo abierto pu essere definito come:

il processo di crescente interdipendenza economica a livello regionale spinto da accordi preferenziali di integrazione in un contesto di crescente apertura e deregolamentazione con lobiettivo di aumentare la competitivit dei paesi della regione e di costituire il collante per una economia internazionale pi aperta e trasparente [];

Questa nuova idea di integrazione si contrappose al cosiddetto vecchio regionalismo che rappresentava il tentativo di elevare a livello regionale lindustrializzazione basata sulla sostituzione delle importazioni, politica economica dominante fino a quel momento in gran parte dei paesi Latinoamericani, il cui principale obiettivo era labbattimento delle barriere tariffarie esclusivamente per i beni manifatturieri. Il nuovo regionalismo invece punt prima di tutto sulla liberalizzazione del commercio di tutti i tipi di merce, ma si caratterizz anche per altri aspetti, tra cui lattrazione di capitali esteri. Cancellate le vecchie paure, nei primi anni 90 gli investimenti esteri vennero visti come un contributo per una maggiore competitivit internazionale. Il nuovo regionalismo introdusse, inoltre, lidea che la creazione di un mercato regionale potesse promuovere il commercio e gli investimenti in modo da generare effetti dinamici nei settori produttivi. Dal punto di vista geopolitico si prevedeva invece la possibilit che i paesi dellarea si elevassero al rango di global players. Per certi aspetti, il regionalismo abierto pu essere concepito come un processo di riappropriazione e di ridefinizione della sovranit su scala regionale attraverso la creazione di entit sovranazionali. Rispetto alle precedenti esperienze di integrazione, infatti, questo tipo di regionalismo non era pi limitato allambito economico, ma si estese anche a quello politico. Tant, che pur con risultati diseguali, esso ha promosso la concertazione di politiche estere e la cooperazione ambientale, si occupata delle questioni che riguardano la sicurezza della regione e gli aspetti sociali. Sul piano economico si invece tradotto nellapplicazione delle politiche previste dal Washington Consensus, con una particolare attenzione dunque alle liberalizzazioni commerciali. Per altri aspetti per, le politiche indicate dal Washington Consensus si rivelarono per un gran numero di paesi in via di sviluppo una scelta, di fatto, obbligata che li port, loro malgrado, a passare sotto delle vere e proprie forche caudine. Molti Stati, infatti, furono costretti a smantellare le proprie strutture protezionistiche, in particolare quando erano fortemente indebitati e cercavano disperatamente di ottenere un po' di respiro, per far fronte alle pesanti obbligazioni finanziarie verso l'estero. Il Washington Consensus fu, daltra parte, incapace di fornire un insieme di misure che permettesse ai paesi che stavano aprendo le proprie economie di far fronte alle conseguenze della globalizzazione, in particolare nella sfera finanziaria. Non a caso fra il 1994 e il 1999, dieci paesi in via di sviluppo con reddito medio conobbero almeno una crisi di grandi dimensioni. Questi "incidenti" hanno sconvolto i loro sistemi finanziari, portato al fallimento le loro banche, annullato i guadagni economici accumulati durante anni di riforme dolorose, provocando, in certi casi, gravi disordini sociali, e hanno suscitato l'esigenza di cambiare le regole e le istituzioni che governano il sistema finanziario internazionale.2.3 LUNIONE DOGANALE

Con la firma del Protocolo de Ouro Preto, il 17 dicembre 1994, si chiude il cosiddetto periodo di transizione e il MERCOSUR entra in una nuova fase: prende il via lunione doganale. Dal primo gennaio 1995, infatti, i paesi si dotarono di una TEC e si impegnarono ad eliminare definitivamente i dazi doganali tra i gli Stati associati. Tuttavia, come gi accennato nel paragrafo precedente, vennero negoziate delle eccezioni che avrebbero mantenuto le tariffe doganali su alcuni prodotti per un periodo pi lungo. I settori pi protetti furono in particolare quello dellacciaio, del tessile, della carta, del legno, delle calzature, del vino e del petrolio. Ma anche quello metallurgico, elettrico, chimico, farmaceutico, dellinformatica e delle telecomunicazioni. Per raggiungere la piena liberalizzazione del commercio venne anche stabilito un calendario, al fine di ridurre gli ostacoli tariffari in maniera lineare e graduale. Il crono programma prevedeva per Brasile e Argentina di raggiungere lobiettivo entro il 1999, mentre Uruguay e Paraguay avrebbero avuto a disposizione un anno in pi. Ma oltre ai gi citati settori ne rimanevano altri due molto importanti: quello automobilistico e quello della produzione di zucchero. Essi ricevettero un trattamento ad hoc dato che le divergenze di vedute tra i paesi erano molto forti. Discordie che non vennero superate nemmeno negli anni successivi e ben presto tornarono a galla, come vedremo nel corso della trattazione.La lista di prodotti sottoposti ad eccezione fu applicata non solo agli scambi commerciali allinterno della regione, ma anche nei confronti dei paesi terzi: la TEC infatti copriva solamente l85% dei prodotti importati. Ecco il principale motivo per cui si parler, a proposito del MERCOSUR, come di ununione doganale imperfetta. Nonostante tutte le difficolt incontrate per, gi nei primi anni di vita del blocco furono visibili alcuni importanti e positivi risultati. Tra il 1991 e il 1997, le esportazioni allinterno del MERCOSUR registrarono unespansione tre volte maggiore rispetto a quelle dirette verso il resto del mondo, come si pu vedere nella tabella seguente. Tabella 2: Scambi commerciali dei paesi del MERCOSUR(in milioni di dollari)

1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997

Esportazioni dentro al

Mercosur 4.228 5.243 7.369 10.057 12.049 14.444 17.034 20.758

Esportazioni verso

resto del mondo 42.191 40.669 42.872 44.018 50.066 56.066 57.965 62.796

Esportazioni totali 46.419 45.912 50.241 54.075 62.115 70.509 74.999 83.555

Importazioni dentro il

Mercosur 3.606 4.789 7.108 9.024 11.622 13.928 17.112 20.483

Importazioni dal resto

del mondo 23.642 27.357 31.564 36.846 46.459 61.829 66.169 77.021

Importazioni totali 27.248 32.146 38.673 45.869 58.082 75.758 83.281 97.504

Saldo commerciale

con resto del mondo 18.548 13.312 11.308 7.172 3.607 -5.763 -8.204 -14.225

Fonte: Centro de Economa Internacional, informazioni reperibili sul sito www.cei.gov.ar/html/mercosur.htm, consultato nellaprile 2009Prima della nascita del MERCOSUR, i quattro paesi effettuavano la maggior parte degli commercio con il resto del mondo, la differenza con gli scambi interni era ancora pi marcata di oggi. Ma con la riduzione delle barriere tra gli Stati membri il processo cominci a subire importanti modifiche: le esportazioni allinterno del blocco passarono cos dai 4,2 miliardi di dollari del 1990 ai 20,8 del 1997. Anche le esportazioni verso il resto del mondo subirono un aumento, da 42,1 miliardi di dollari nel 1990 a 62,8 nel 1997, ma minore in termini percentuali. I notevoli incrementi di scambi appena descritti, tuttavia, non si spiegano solamente con la riduzione delle barriere, ma anche con la crescita economica vissuta dai paesi Latinoamericani durante quel periodo.

Andando ad analizzare nel dettaglio come cambiarono invece i flussi commerciali del Brasile si pu osservare che le esportazioni verso lArgentina crebbero in media del 95% per anno tra il 1989 e il 1998, del 38,6% verso il Paraguay e del 26,3% verso lUruguay. Per contrasto aumentarono solo del 4,8% quelle verso il resto del mondo.Tabella 3: Esportazioni brasiliane verso le principale destinazioni

(in milioni di dollari)

1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997

Argentina 645 1.476 3.040 3.659 4.136 4.041 5.170 6.769

Paraguay 380 496 543 952 1.054 1.301 1.325 1.406

Uruguay 295 337 514 776 732 812 811 869

Tot. nel MERCOSUR 1.320 2.309 4.097 5.387 5.921 6.154 7.305 9.045

Comunit andina 884 1.194 1.459 1.645 1.775 2.115 1.888 2.529

NAFTA 8.621 7.487 8.448 9.294 10.367 9.640 10.368 10.686

Unione Europea 10.220 10.152 10.774 10.190 12.202 12.912 12.835 14.509

Tot. fuori MERCOSUR 30.094 29.311 31.696 33.168 37.624 40.352 40.442 43.949

Totale generale 31.414 31.620 35.793 38.555 43.545 46.506 47.747 52.994

Fonte: Centro de Economa Internacional, informazioni reperibili sul sito www.cei.gov.ar/html/mercosur.htm, consultato nellaprile 2009

Mentre il Brasile speriment una forte crescita delle esportazioni verso i paesi del blocco, il caso dellArgentina, secondo economia dellarea, fu diverso. Essa vide una rapida crescita sia delle esportazioni (+30% annuo), ma soprattutto delle importazioni (+83%). In particolare ci fu un grande incremento delle importazioni dai paesi esterni al MERCOSUR al quale non corrispose una crescita equivalente delle esportazioni. Osservando i dati riportati nella tabella 4 si vede che le esportazioni verso il MERCOSUR crebbero del 66% tra il 1989 e il 1997, del 17% quelle dirette verso gli Stati Uniti e del 18% quelle verso lUnione Europea. Nonostante il forte incremento del commercio allinterno della regione le esportazioni verso il resto del mondo rimasero comunque il doppio: per fare un esempio queste ultime nel 1997 ammontavano a 16,8 miliardi di dollari contro i 9,5 miliardi diretti ai paesi del blocco.Tabella 4: Esportazioni argentine verso le principali destinazioni(in milioni di dollari)

1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997

Brasile 1.423 1.489 1.671 2.814 3.655 5.484 6.615 8.133Paraguay 147 178 272 358 499 631 583 624Uruguay 263 311 384 512 650 654 718 840Tot. nel MERCOSUR 1.833 1.977 2.327 3.684 4.804 6.770 7.916 9.597Comunit andina 512 668 775 792 881 1.227 1.159 1.334NAFTA 2.068 1.551 1.638 1.562 2.084 2.030 2.297 2.555Unione Europea 3.796 4.001 3.782 3.675 3.922 4.465 4.562 3.976Tot. fuori MERCOSUR 10.520 10.001 9.908 9.434 11.035 14.193 15.895 16.834Totale generale 12.353 11.978 12.235 13.118 15.839 20.963 23.811 26.431

Fonte: Centro de Economa Internacional, informazioni reperibili sul sito www.cei.gov.ar/html/mercosur.htm, consultato nellaprile 2009In pratica, dalla nascita del blocco fino al 1998, linterdipendenza tra i soci visse una fase di notevole approfondimento. Ai progressi iniziali ottenuti sul piano commerciale tuttavia non corrisposero altrettanti sviluppi nelleliminazione delle barriere non tariffarie, nel settore della programmazione macroeconomica e di quello istituzionale. Su questultimo aspetto infatti ben poche furono le novit introdotte dal Protocolo de Ouro Preto: il CMC e il GMC mantennero, infatti, le rispettive composizioni e i compiti gi fissati nel 1991 con il Tratado de Asuncon. Ed anche la Commissione parlamentare congiunta rimase niente di pi che un organo consultivo del GMC. Ad essere creati ex novo furono, invece, la Commissione di commercio, incaricata di gestire gli strumenti della politica commerciale comune, ed un Foro consultivo economico-sociale che permettesse ai diversi settori della societ (sindacati, lavoratori, imprenditori, consumatori ed in generale a tutta la societ civile) di presentare le proprie osservazioni e suggerimenti agli organi decisionali, nel caso specifico al GMC. La met degli anni 90 fu caratterizzata anche per il dialogo che i membri del MERCOSUR ricercarono con i paesi terzi. Innanzitutto con gli Stati vicini: il 2 gennaio 1995, infatti, i presidenti del cono sud si incontrano a Brasilia e in quelloccasione Bolivia e Cile cominciano a negoziare la possibilit di entrare a far parte del blocco regionale. Lanno successivo il processo di avvicinamento del Cile sub unaccelerazione dopo che il Congresso degli Stati Uniti pose il veto allentrata del paese andino nel NAFTA (acronimo di North American Free Trade Agreement, ovvero larea di libero commercio istituita nel 1994 tra USA, Canada e Messico). Nel luglio 1996 il Cile firma lAcuerdo de Complementacin Econmica Mercosur-Chile e poco dopo diventer paese associato al MERCOSUR insieme alla Bolivia. Sempre nel 96 i quattro presidenti pongono la firma sulla Declaracin presidencial sobre compromiso democrtico en el MERCOSUR, un documento che prevede lapplicazione di misure punitive in caso di rottura o semplice minaccia di rottura dellordine democratico in qualunque Stato membro. Nel dicembre 1997, con il Protocolo de Montevideo, si stabil, invece, che la liberalizzazione dei servizi allinterno del blocco dovr avvenire nel giro di dieci anni e si fissarono le regole contro le pratiche sleali del commercio. Venne inoltre concordato di ampliare la partecipazione del Cile a tutte le istanze istituzionali del blocco. Nel 1998 il blocco ricercher accordi anche con lUnione europea e con la Comunit Andina: non a caso il 10 dicembre a Rio de Janeiro, il CMC manifester il proprio appoggio alla creazione di una zona di libero scambio tra il MERCOSUR e la Comunit andina entro il 2000.2.4 LA CRISI DEL BLOCCO

La linea di demarcazione con la fase precedente viene fatta coincidere con la decisione del Brasile di svalutare la propria moneta. Nel gennaio del 1999, il governo Cardoso, come gi illustrato, non riusc pi a garantire il tasso di cambio fissato nel Plano real che prevedeva la parit della valuta brasiliana col dollaro. Si pass dunque ad un regime di fluttuazione del cambio. Ad incidere sulla decisione del governo di Brasilia furono anche le crisi finanziarie internazionali che colpirono il Messico alla fine del 1994, lAsia nel 1997 e la Russia nel 1998. La mossa di Brasilia, che fu decisa unilateralmente (dunque senza la consultazione degli altri membri del MERCOSUR), caus grave instabilit allinterno della regione. Una delle immediate conseguenze della svalutazione della moneta fu la maggior competitivit che acquistarono le merci brasiliane sul mercato, in particolare a discapito di quelle argentine, principale concorrente del Brasile. Il timore di uninvasione del mercato dei prodotti brasiliani provoc dunque la reazione dellArgentina che adott misure protezionistiche e sussidi alle proprie esportazioni: in particolare nei settori tessile, avicolo, siderurgico e calzaturiero. Per sottolineare come si logorarono i rapporti tra le due nazioni, basti pensare che il presidente argentino Carlos Menem chiese perfino lintroduzione di una moneta comune del MERCOSUR. In realt la crisi della valuta brasiliana non caus la preventivata valanga di prodotti brasiliani sul mercato argentino, ma si limit a portare con s una diminuzione delle esportazioni argentine verso il Brasile.

E, dunque ,in seguito a questi eventi che si comincer a parlare di un periodo di crisi, sia economica che politica allinterno del blocco.

Sul piano commerciale crollarono gli scambi. Per la prima volta dopo parecchi anni di crescita, nel 1999 calarono drasticamente sia le esportazioni che le importazioni tra i paesi del blocco. Dai 20,5 miliardi di dollari di esportazioni del 1998 si scese ai 15,4 dellanno successivo, fino ad arrivare al picco minimo del 2002 (10,2 miliardi). Le importazioni scesero anchesse dai 20,9 miliardi di dollari del 98 ai 15,8 del 99 toccando il fondo nel 2002 con 10,7 miliardi. Nonostante tutto, come si pu vedere nella tabella 5, il saldo commerciale con il resto del mondo in quegli anni pass allattivo. Per rivedere una stabile crescita degli scambi commerciali tra i membri del blocco bisogner comunque aspettare il 2004.Tabella 5: Scambi commerciali dei paesi del MERCOSUR

(in milioni di dollari)

1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004

Esportazioni nel

MERCOSUR 20.758 20.507 15.399 17.697 15.214 10.214 12.631 17.192

Esportazioni verso il

Resto del mondo 62.796 61.098 59.176 66.901 72.671 78.669 93.467 118.396

Esportazioni totali 83.555 81.605 74.576 84.598 87.885 88.883 106.097 135.588

Importazioni nel

MERCOSUR 20.483 20.935 15.845 17.431 15.331 10.665 13.059 17.601

Importazioni dal

resto del mondo 77.021 75.848 64.953 69.191 66.294 49.036 53.083 73.388

Importazioni totali 97.504 96.783 80.798 86.622 81.625 59.702 66.143 90.989

Saldo commerciale

con resto del mondo -14.225 -14.750 -5.777 -2.290 6.377 29.633 40.383 45.007

Fonte: Centro de Economa Internacional, informazioni reperibili sul sito http://www.cei.gov.ar/html/mercosur.htm, consultato nellaprile 2009Ma oltre agli shock finanziari asiatici a pesare sulla cause della crisi furono anche le dispute tra Argentina e Brasile. Dispute che si acuirono con lo shock argentino del 2001 e che alla lunga portarono ad un indebolimento del blocco. La situazione economica, infatti, si aggrav in seguito allimplosione delleconomia argentina. Un evento che soffocher la capacit del blocco di progredire verso una piena unione doganale ed un effettivo mercato comune. Ad indebolire ulteriormente lunione sar, sempre nel 2001, la decisione presa da Argentina, Paraguay e Uruguay di modificare unilateralmente la TEC per rilanciare le proprie economie nazionali. Un fatto che, invece, far perdere al blocco gran parte della propria capacit di negoziazione sui temi inseriti nellagenda esterna. A questo punto, secondo molti osservatori, il MERCOSUR stava diventando sia economicamente sia istituzionalmente irrilevante e gli incentivi alla cooperazione regionale tuttaltro che chiari. Dopo anni di stabile crescita del volume di commercio tra i paesi partner, di progressi senza precedenti per la costituzione di unarea di libero scambio e lintroduzione della TEC, lanno 1999 sembrava mettere fine a tutto ci. Ecco perch ci si cominci a chiedere seriamente fino a quando il MERCOSUR sarebbe sopravvissuto. Questa crisi di identit influ molto sul funzionamento del blocco e nelle relazioni tra i paesi membri. Gli osservatori pi pessimisti ipotizzarono addirittura che limpasse non derivasse dalla svalutazione del real, ma avesse origini ben pi lontane. Addirittura le cause erano da ricercare nel Tratado de Asuncon, anche se fino a quel momento erano rimaste latenti. Uno degli esempi portati a sostegno di questa tesi era il fatto che dopo diversi anni di integrazione ancora permanevano differenze doganali tra i paesi e che lobiettivo di un mercato comune era ancora lontano. I primi sintomi, manifestatisi nel 1999, raggiunsero lapice nel 2001 quando il ministro economico argentino Domingo Cavallo lanci lidea di fare un passo indietro, ovvero propose di abbandonare lunione doganale e tornare ad una semplice zona di libero commercio. Per Cavallo si trattava di un passo utile e necessario per permettere a ciascun paese membro di sviluppare pienamente il proprio potenziale economico e, daltra parte, avrebbe anche aiutato a risolvere i tanti problemi strutturali, di competitivit ed equilibrio fiscale. Cavallo vedeva nel Brasile e nella TEC la radice di tutti i problemi che impedivano allArgentina di inserirsi in modo competitivo a livello globale e indicava come il riavvicinamento agli Stati Uniti fosse la strada giusta da intraprendere. Anche in Brasile cominci a circolare lidea che per i paesi del MERCOSUR fosse pi utile un ritorno ad una zona di libero commercio. Una possibilit che avrebbe liberato anche il Brasile stesso dallobbligo di comprare al negozio allangolo della strada. Ovvero che desse la possibilit a ciascuno Stato di stipulare accordi preferenziali, dunque pi vantaggiosi, con partner extraregionali.

Ad appesantire la crisi cera inoltre uno schema normativo poco efficace per contrastare le trasgressioni agli accordi. I contenziosi tra i paesi iniziarono cos ad essere sempre pi frequenti, tanto che i governi, specialmente argentino e brasiliano, dovettero intervenire spesso per prevenire un maggiore deterioramento dei rapporti. La struttura istituzionale che nei primi anni di integrazione si era dimostrata agile e flessibile, adesso non era pi in grado di dare risposte forti alle nuove esigenze del blocco e metteva in risalto tutte le pecche del sistema: dal basso ed asimmetrico livello di interdipendenza alla fragilit macroeconomica, dalla vulnerabilit agli shock esterni agli interessi nazionali divergenti. Unagenda di rilancio fu annunciata nel 2000, ma di fatto non venne attuata proprio perch si trattava del momento pi difficile per la regione. Durante la crisi argentina, pur tra mille difficolt, il MERCOSUR sopravvisse e quando nel gennaio 2002 il governo di Buenos Aires svalut la propria moneta aumentarono le prospettive per una coordinazione macroeconomica tra lArgentina e il Brasile.

E cos in occasione del summit del giugno 2003, svoltosi ad Asuncon, i quattro presidenti riaffermarono il proprio impegno per rafforzare il blocco, con lobiettivo di giungere ad ununione doganale completa e ad un mercato comune entro il 2006. Si chiamava proprio Obiettivo 2006, era sponsorizzato dal Brasile e prevedeva un programma in cinque punti con il quale si intendeva creare politiche comuni per difendere il commercio, aumentare la competitivit e rafforzare la struttura istituzionale del blocco.2.5 LALCA: IL FUTURO DELLA REGIONE?Il MERCOSUR rappresenta fino a questo momento lesempio pi riuscito di integrazione economica in America Latina, grazie anche alla disponibilit di vaste risorse naturali sulle quali pu contare la regione e che ne fanno uno snodo fondamentale del commercio mondiale. Sebbene il MERCOSUR sia lassociazione di paesi pi riuscita nel subcontinente, esistono altri modelli importanti che si estendono anche nel resto del continente, ad esempio i gi citati Patto Andino e NAFTA.Nel 1994 nato, infine, un progetto ben pi ambizioso dei suoi predecessori che mira a realizzare unintegrazione tra le 34 nazioni democratiche del continente, dallAlaska alla Terra del Fuoco. In pratica tutte esclusa Cuba. Si chiama Area di Libero Commercio delle Americhe (ALCA nella dizione spagnola e portoghese) e Free Trade Area of the Americas (FTAA in inglese). Laccordo, voluto fortemente dallallora presidente statunitense Bill Clinton, stato siglato a Miami nel dicembre del 1994. Ne nata una mega associazione di Stati che ad oggi comprende una popolazione di circa 800 milioni di abitanti, tra nord e sud, e alle soglie del nuovo millennio realizzava pi del 20% del commercio mondiale e generava oltre il 40% del Prodotto interno lordo del pianeta.Lobiettivo fissato nel trattato prevedeva leliminazione delle barriere al commercio e agli investimenti entro il 2005, in realt le previsioni vennero disattese. I primi anni dopo listituzione dellALCA, quelli che vanno dal 1994 al 1998, furono definiti fase preparatoria: in questo periodo i ministri del commercio di ciascun paese costituirono dodici gruppi di lavoro, ognuno dei quali con compiti in una determinata area. Sempre in questa fase si tennero quattro riunioni ministeriali, lultima delle quali a San Jos, in Costa Rica, nel marzo 1998 che dava di fatto il via alle negoziazioni tra i paesi. Un mese pi tardi i capi di stato e di governo stabilirono a Santiago del Cile che il processo dei negoziati sar equilibrato, ampio e congruente con lOrganizzazione mondiale del Commercio e costituir un compromesso unico. Inoltre le trattative saranno trasparenti e terranno in considerazione le differenze dei livelli di sviluppo e le dimensioni delle economie al fine di facilitare la piena partecipazione di tutti i paesi con lobiettivo di innalzare i livelli di vita, migliorare le condizioni di lavoro dei popoli e proteggere al meglio lambiente. Nellaprile 2001, durante la sesta riunione ministeriale a Buenos Aires, fu presentata la prima bozza di accordo per la costituzione effettiva dellALCA che avrebbe dovuto entrare in vigore al massimo entro il dicembre 2005. In seguito ad alcuni incontri, il 21 novembre 2003, si giunti alla stipulazione della terza e per ora ultima bozza di convenzione che prevede la liberalizzazione del commercio di beni, servizi ed investimenti.In realt da quel momento le trattative hanno fatto ben pochi passi avanti. Emblematico fu quanto accadde durante la quarta riunione della Cupola delle Americhe che si svolse nei primi giorni di novembre del 2005 a Mar del Plata, in Argentina. Nel corso dellincontro, infatti, si giunse ad una situazione di impasse dopo il muro contro muro verificatosi tra gli Stati Uniti e i paesi del MERCOSUR, appoggiati dal Venezuela. Questi ultimi, infatti, chiedevano agli USA di eliminare i sussidi alla loro agricoltura prima di far ripartire il dialogo. Sussidi che il presidente brasiliano Lula, gi nel 2003, durante il suo discorso di insediamento, aveva definito scandalosi perch svantaggerebbero i produttori brasiliani. Seguirono giorni di trattative febbrili e di tensioni: da una parte, infatti, scese in campo anche il campione argentino Diego Armando Maradona a guidare la protesta popolare, dallaltra il presidente venezuelano Hugo Chavez, cavalcando londa anti-Bush e antiamericana, si giocava la carta estremista del no totale. Alla fine dellincontro ne usc una tripla spaccatura: da una parte i 29 paesi guidati da Washington che premevano per far ripartire le trattative, dallaltra Brasile, Argentina, Uruguay e Paraguay che spingevano per il rinvio ad un successivo incontro. Ed infine il Venezuela che chiedeva laffossamento definitivo del progetto ALCA. Le divergenze emersero anche a causa delle forti asimmetrie fra i paesi del continente, come ricord a Mar del Plata il presidente cileno Ricardo Lagos. Il progetto ALCA rientra, di fatto, nella strategia commerciale statunitense che mira a garantire la supremazia economica degli USA sulleconomia globale. Di conseguenza, schemi regionali come quello del MERCOSUR vengono visti come una minaccia al regionalismo continentale che, secondo la visione nordamericana, devono essere diluiti in blocchi pi vasti guidati proprio dalla Casa bianca. Ed, in effetti, gli Stati Uniti hanno provato a creare aree macroeconomiche in cui beni, servizi e capitali potessero muoversi liberamente e in cui schemi regionali pi piccoli venissero inglobati.

Del resto Washington deve anche fronteggiare la concorrenza agguerrita dellUnione Europea che oltre a voler conquistare nuove fette di mercato sudamericano si propone anche come modello per lintegrazione nel subcontinente. La UE ha, infatti, sempre dimostrato una grande disponibilit verso lAmerica Latina ed ogni qualvolta il MERCOSUR ha dovuto fare i conti con crisi interne o esterne, dallEuropa non mai mancato il supporto politico, finanziario, logistico e tecnico.

Ecco spiegato perch il vecchio continente preoccupato per i cambiamenti che lALCA potr apportare agli equilibri economici globali. Per capirlo meglio basti pensare che quando il Messico entr a far parte del NAFTA, lEuropa perse ben il 50% del mercato messicano. LUnione Europea vuole dunque adottare una nuova strategia con i paesi del MERCOSUR. Da qui nasce la paura che con lALCA possa di fatto emergere un blocco panamericano guidato dagli USA.

Secondo lopinione di Paulo Roberto de Almeida, lALCA pu invece essere una risorsa per il Brasile perch potrebbe condurre allaumento della produttivit, allespansione del lavoro e allinnalzamento dei livelli di remunerazione attraverso la mobilitazione di vettori di trasformazione strutturale, come leducazione, la formazione professionale, gli investimenti scientifici e tecnologici, la modernizzazione istituzionale.Inoltre, sempre secondo de Almeida, lALCA non affatto incompatibile con il MERCOSUR dato che gli schemi di libero commercio tendono a rinforzarsi reciprocamente. E anche se il Mercato comune del sud dovesse essere diluito nel pi ampio progetto ALCA esso stimoler lo sviluppo di altri versanti integrativi tra i paesi membri e associati al MERCOSUR. Questultimo, infatti, ha un capitale politico e una cultura propria che mai andranno perduti sul piano emisferico, per quanto poderoso e includente potr essere lALCA nel dominio economico e commerciale.3. LIMITI E PROSPETTIVE DEL MERCOSUR

3.1 MERCOSUR: LUNIONE IMPERFETTALa liberalizzazione commerciale tra i paesi del MERCOSUR fu un processo progressivo ed automati