L'insurrezione del solipsista contro gli zombi filosofici

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Tesina di maturità.

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    Indice

    Premesse 3

    Introduzione 4

    Genesi e definizione 5

    Problema delle altre menti 5

    Zombi filosofico 6

    Cogito ergo sum. - Cartesio, foriero del solipsismo 6

    Particolarit 8

    La morte 8

    Lultimo superstite 8

    Il tempo e la morale 8

    Imparare 8

    La necessit di un linguaggio 8

    Il migliore dei mondi 8

    Onironautica 8

    Tipologie 9

    Solipsismo metafisico 9

    Solipsismo epistemologico 9

    Solipsismo metodologico 9

    Solipsismo digitale 9

    Storia 10

    Gorgia (da Lentini) 10

    Cartesio 10

    Berkeley 10

    Critiche e confutazioni 11

    Povert filosofica 11

    Argomenti di Wittgenstein 11

    Il solipsismo affronta il realismo 12

    Conclusione: il rifugio nel realismo 13

    Fonti 16

    Bibliografia[x] 16

    Sitografia(x) 16

    Videografia 16

    Mappa concettuale con collegamenti 16

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    Premesse A due giorni dallinizio di questo ormai terminato ultimo anno scolastico mi perdo in riflessioni. Il display del mio telefono riporta le ore 4:07 del mattino, sento un bisogno nicotinico ma il mio pacchetto di Marlboro

    rosse vuoto. Decido di incamminarmi verso il tabaccaio della mia via.

    Questi 100 metri per 2 son stati una transizione tra il precedente stato mentale e quello che segue in questo

    testo. Nei primi cento metri ho continuato il discorso con me stesso iniziato prima.

    Per me il livello superiore non avere un'opinione. Ho diversi processi mentali, si susseguono, spesso non

    manca la componente delle introspezioni spirituali. Sospendo un processo per dedicarmi ad altri, poi li

    riaccendo come le sigarette.

    Premo il pulsante sulla macchinetta, il pacchetto scende. Prendo una sigaretta, laccendo.

    Si crea uno stato di confusione perentoria, nessuno dei processi viene mai arrestato ma solo sospeso. Te ne

    cito uno. Riesco a comprendere i desideri di verit riportati, le storie altre, appieno. forse per il fatto che non

    attribuisco una valutazione personale dei valori di verit ai pensieri non altri, che riesco a far miei senza

    giudizio i vostri. Tuttavia, non mi chiaro se sia io a possedere un solo ego o se sia il mio ego a possederne

    molti altri. Siamo pi propensi ad accettare la seconda ipotesi, ma io no, e noi s.

    Ma mi serve tutto questo? Nel gioco della vita siamo molti partecipanti, o sono io lunico in mezzo a molteplici intelligenze artificiali? Gli altri sono reali? Cosa significa reale?

    Posso tenere un dialogo con una qualsiasi altra intelligenza non tangibile se solo lo voglio? Evoco Nietzsche,

    ultimamente al centro dei miei pensieri.

    Troppo facile ascoltare Nietzsche confermare i pensieri cardine dei secoli XX e XXI, pensieri preinstallati in

    noi, gi ponderati. Potrei chiamare anche comodo, piuttosto che facile, latto di chi accetta come suggello di conferma la notoriet wikipedica di questo tale e linequivocabile somiglianza dei suoi scritti con le nostre menti. State solo ascoltando, siete muti! Cercate risposte, senza porre domande, accettando i suoi pensieri

    come vostri. Questa pirateria. Abbiamo inventato il dialogo per trovare noi stessi e la parola io nata prima di noi, come io e noi sono nate dopo di me e di noi. Tuttavia secondo la Parola, la Parola nata prima di tutto, quindi non potendo le due verit coesistere, il mio argomento distrutto.

    Arrivo a casa, entro.

    No, Friedrich! Ti sbagli! Tu stai solo nascondendoti! Non sar mai sottomesso dalla tua pseudo

    inattaccabilit. Sei un grande, nel mio tempo sei addirittura un giusto, ma ci rovini. I figli crescono con lidea di esser condannati alla tristezza. Un po ti odio, ma non fraintendere, non mi chiamo Vanesio. Il mio nome Y, sono un guerriero delle arti magiche. Ti propongo di collaborare alla creazione di un portale tra la coscienza di

    un qualsiasi der suchende e la destinazione da lui ambita. Tieni fra le dita le offerte di un esploratore cosmico che ha visitato molti non-luoghi, attraverso le nostre forze congiunte potremmo realizzarci a vicenda. Io so

    dove sei, non sei altro che il laccio delle mie Nike Air Max, considerate tamarrissime dalle persone mie,

    continui a slacciarti. So perch lo fai, tranquillo. Ho in mente molti discorsi da farti, ho trovato molteplici

    critiche a cui sottoporti. Costruiamo una catapulta dai, almeno quella possiamo costruirla al contrario della

    destinazione che ambiamo raggiungere! Ci vediamo pi tardi, quando esco. Tu intanto riposa. Ciao.

    Rimembrando questo evento decido di dedicare al solipsismo la mia tesina, esso stato un argomento che mi

    ha seguito nel corso dellanno, inoltre ho contribuito con le mie ricerche alla stesura dellarticolo sul solipsismo su Wikipedia Italia. Questa tesina si propone di descrivere il tema del solipsismo, analizzarlo in tutte le sue

    parti, raccontarne la storia, citare le confutazioni e gli argomenti a favore.

  • 4

    Introduzione La mente lunico strumento certo che lindividuo possiede, anche con ladopero di strumenti come telescopi, acceleratori di particelle, lultima destinazione di queste informazioni sar sempre lindividuo, per esso stanziante solo nel proprio cervello rendendo impossibile lesistenza di qualunque cosa al di fuori desso.

    Questo principio chiamato predicamento egocentrico. Qualsiasi cosa lindividuo conosca riguardo al mondo l fuori dipende ed creato dalla mente. Ci fu cos importante per Peirce che

    disegn una linea tra la realt, ovvero come luniverso realmente , e ci che chiam faneron, il mondo filtrato attraverso i nostri sensi e corpi, le uniche informazioni da noi accessibili.

    La credenza secondo cui l'individuo esiste mentre la sua percezione del resto, il cibo, luniverso, le persone, sia uninvenzione della mente chiamata solipsismo.

    Non v alcuna maniera di convincere un solipsista che il mondo al di fuori sia reale e non c alcun modo di convincere qualcuno che dubita che luniverso non sia stato creato 3 secondi fa insieme a tutte le proprie rimembranze, del contrario.

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    Genesi e definizione Dal latino solus, solo e ipse, stesso: solo se stesso, il solipsismo la credenza secondo cui tutto quello che l'individuo percepisce venga creato dalla propria coscienza. Di conseguenza, tutte le azioni

    e tutto quello che fa l'individuo parte di una morale prestabilita dal proprio io, ubbidendo pertanto

    solamente a quello che quest'ultimo dice, al di l delle leggi prestabilite dal mondo esterno, da altre

    soggettivit, quindi. Contrariamente alle altre credenze, che hanno leggi e regole stabilite secoli

    addietro, il solipsismo si distingue in quanto le leggi da rispettare provengono direttamente dagli stati

    pi interni dell'individuo, e pertanto hanno una credenza e una validit molto pi veritiera di tutte

    quelle regole che altri individui avrebbero stabilito per conto nostro: gli stessi non uccidere e non rubare sono tali in quanto l'io, in quanto la morale personale sa ed convinta che queste due azioni sono sbagliate, al di l del fatto che appartengono a leggi esterne.

    Psicologicamente, se l'io non sente quello che sentono gli altri, non pu di conseguenza viverlo in

    contemporanea: se l'individuo arrabbiato, gli altri in contemporanea vivono non sentendo questo

    sentimento, e in un certo qual modo l'individuo per gli altri non esiste. Tutti gli io hanno diversi modi

    d'approccio alla realt, soggettiva e caratterizzata da diversi punti di vista(1)

    .

    La negazione dellesistenza materialista in s non costituisce il solipsismo. La caratteristica forse pi controversa della visione solipsista la negazione dellesistenza di altre menti. Dal momento che i qualia

    1

    sono privati e ineffabili, l'esperienza di un altro essere pu essere conosciuta solo tramite

    analogia entis2

    .

    Problema delle altre menti Il problema epistemologico delle altre menti proposto dalla scuola scettica alla base della genesi del

    solipsismo e consiste nel determinare il modo in cui un soggetto individuale sa o accerta che anche gli

    altri hanno esperienze e stati mentali simili a quelli che egli stesso pu sperimentare in s stesso per

    via introspettiva.

    Si pu esprimere il problema tramite un esempio suddiviso nei passi successivi:

    1. non possibile sapere se quando un soggetto guarda un oggetto rosso egli ha la stessa percezione del rosso che ha un altro (es. non si pu sapere se lindividuo, nel momento in cui assumesse lo stato mentale dell'altro allo stesso istante, non chiamerebbe quella sensazione

    verde);

    2. per cui, non possibile sapere che altre persone abbiano sensazioni qualsiasi opposte a reazioni nervose;

    3. non mai possibile conoscere direttamente un altro stato mentale. Conclusione: non mai possibile sapere che esistono altre menti oltre alla nostra.

    Esistono vari approcci a risposta di questo problema, la posizione filosofica che conferma tal

    conclusione il solipsismo che oltre a sostenere che non vi sono menti oltre a quella dellindividuo sostiene che cercare di provare l'esistenza di un'altra mente un tentativo futile. I proponenti di

    questa visione argomentano che ad esempio le altre persone potrebbero essere nullaltro che automi fatti di carne, o pi propriamente zombi filosofici.

    1 Aspetti qualitativi delle esperienze coscienti.

    2 Via intermedia fra univocit ed equivocit.

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    Zombi filosofico Gli zombi filosofici sono enti indistinguibili da un normale essere umano ad eccezione che mancano

    di coscienza, qualia e non sono senzienti. Si comportano come noi, alcuni si dilettano nei discorsi

    circa la coscienza che non detengono. Quando uno zombi viene tramortito, ad esempio, non

    percepisce alcuna forma di dolore anche se il suo comportamento quello di una persona che prova

    dolore. Secondo lo sviluppatore di questa idea, David Chalmers, la loro esistenza (o meglio, la

    possibilit della loro esistenza il fatto che il lettore abbia capito quello che lautore della tesina ha appena scritto) dimostrerebbe che la coscienza non riducibile ai processi cerebrali.

    I filosofi cercano tuttavia di costruire la conoscenza su pi di una deduzione o di unanalogia. Il fallimento dellimpresa epistemologica di Cartesio ha reso popolare l'idea che lunica verit di cui si dispone sia la res cogitans, ovvero penso, dunque esisto, senza fornire dettagli circa la natura del io che si dimostrato esistere.

    Cogito ergo sum. - Cartesio, foriero del solipsismo Cartesio, con la sua opera, si chiedeva cosa fosse possibile conoscere con certezza, rifiutando di

    accettare come conoscenza certa qualunque cosa di cui fosse possibile dubitare. In questo modo egli

    arriv a concludere che l'unica cosa di cui non si pu dubitare la propria esistenza:

    Tutto ben ponderato bisogna concludere e tener fermo che questa proposizione io sono, io esisto, necessariamente vera, ogni qual volta che io la pronuncio, o la concepisco mentalmente. (Meditazioni, 2)

    In altri termini, anche se l'affermazione io esisto fosse errata, nell'atto in cui la penso non posso

    dubitare del fatto che io esisto (in quanto essere che pensa); questo il significato del Cogito ergo sum (penso, dunque esisto) cartesiano. Una volta stabilito questo per risultava difficile, se non impossibile, per Cartesio determinare qualche conoscenza certa che andasse al di l del Cogito.

    Cartesio risolve il problema appellandosi a Dio: Dio buono e non ci inganna, pertanto ci che i

    miei sensi sperimentano (un mondo esterno e "pubblico", condiviso da altri esseri umani), deve

    corrispondere alla realt. Cartesio sfugge dunque alle conseguenze del suo ragionamento,

    essenzialmente solipsista, appellandosi a Dio.

    Cartesio assumeva che la ragione umana, una volta eliminate le false conoscenze, avrebbe potuto

    risolvere ogni problema, Locke dubitava invece della stessa adeguatezza della ragione: egli sente la

    necessit di stabilire quali sono gli ambiti ed i limiti della conoscenza umana, prima di poterla

    utilizzare per la risoluzione di qualsiasi problema. Locke segue l'impostazione cartesiana che tutto e

    solo quanto possiamo conoscere direttamente sono le nostre idee (intese qui come qualsiasi cosa che

    sia oggetto dell'intelligenza, quindi emozioni, pensieri, sensazioni, etc.), egli per nega l'esistenza di

    qualsiasi idea innata, dichiarando che tutte le nostre idee ci vengono dall'esperienza (empirismo).

    Locke sosteneva che vi sono le idee di sensazione che derivano dall'esperienza esterna (come il colore

    di un oggetto) e le idee di riflessione, nate dall'introspezione (l'idea di pensare, percepire, etc.) e che la

    mente a partire da idee semplici (ossia non ulteriormente scomponibili, ma di per s chiare e distinte)

    costruisse, tramite confronti, raggruppamenti, differenziazioni, etc., le idee complesse. Questa

    posizione non esclusiva di Locke, ma egli fu il primo a portarla alle sue estreme conseguenze:

    negare che esistano principi innati significa negare che l'uomo possa in qualche modo cogliere leggi di

    natura o essenze metafisiche, che siano valide a priori ed esistano indipendentemente dal controllo

    dell'esperienza. Cos, quando sperimentiamo le idee semplici di solido ed esteso creiamo l'idea di

    materia ma questo solo un nome per una realt di cui non abbiamo nessuna conoscenza diretta

    (non percepiamo la materia, solo la solidit e l'estensione), in altri termini, l'esistenza della materia

    non un dato di fatto. Allo stesso modo, il principio di causa-effetto non che un caso particolare di

    un gruppo di idee dette idee di relazione che nascono ogni volta che mettiamo in relazione le idee fra

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    di loro: noi osserviamo che ogni volta che un'idea si presenta alla nostra mente essa preceduta da

    un'altra idea che chiamiamo la sua causa, ma ancora una volta dire che A causa B non esprime una

    conoscenza diretta, n una necessit logica, ma solo una relazione fra idee. A questo punto abbiamo

    brevemente descritto come si sono venuti a delineare i principi del solipsismo che potremmo

    riassumere nei seguenti punti che sono inoltre tre dei pi importanti presupposti filosofici:

    1. lunica conoscenza certa il contenuto della mente del soggetto, i propri pensieri, gli affetti, le proprie esperienze, ();

    2. le esperienze sono fatti interni e privati; 3. non v alcun nesso concettuale o logico necessario tra la mente e il corpo, come discusso

    nella figura del cervello nella vasca3

    di Putnam. In altre parole: non possibile derivare

    necessariamente un legame fra gli stati mentali ed il mondo fisico.

    Se accettiamo per buone queste premesse il solipsismo diventa una posizione logicamente

    inattaccabile (o almeno ritenuta tale da molti filosofi): le idee (nel senso definito sopra), le nostre

    stesse idee, sono l'unica cosa che ognuno di noi sperimenta (primi due punti) e diventa impossibile

    dimostrare l'esistenza di qualunque cosa al di l delle proprie idee (terzo punto); pertanto il

    solipsismo diventa l'unica posizione logicamente sostenibile.

    Tuttavia, il solipsismo non un singolo concetto ma si riferisce invece a diverse visioni del mondo

    delle quali gli elementi comuni sono una forma di negazione dellesistenza delluniverso indipendentemente dalla mente dellagente.

    3 Immaginate che un essere umano (potete immaginare di essere voi) sia stato sottoposto ad unoperazione da parte di uno scienziato malvagio. Il cervello di quella persona (il vostro cervello) stato rimosso dal corpo e messo in unampolla piena di sostanze chimiche che lo tengono in vita. Le terminazioni nervose sono state connesse ad un computer superscientifico che fa s che la persona a cui appartiene il cervello abbia lillusione che tutto sia perfettamente normale. Sembra che ci siano persone, oggetti, il cielo ecc., ma in realt lesperienza della persona (la vostra esperienza) in tutto e per tutto il risultato degli impulsi elettronici che viaggiano dal computer alle terminazioni nervose. Il computer cos abile che se la persona cerca di alzare il braccio la risposta del computer far s che "veda" e "senta" il braccio che si alza. Inoltre, variando il programma lo scienziato malvagio pu far s che la vittima "esperisca" (ovvero allucini) qualsiasi situazione o ambiente lo scienziato voglia. Pu anche offuscare il ricordo delloperazione al cervello, in modo che la vittima abbia limpressione di essere sempre stata in quellambiente. [...] Potremmo anche immaginare che tutti gli esseri umani... siano cervelli in unampolla. Naturalmente lo scienziato malvagio dovrebbe trovarsi al di fuori. Dovrebbe? Magari non esiste nessuno scienziato malvagio; magari luniverso... consiste solo di macchinari automatici che badano a unampolla piena di cervelli. Supponiamo che il macchinario automatico sia programmato per dare a tutti noi unallucinazione collettiva... Quando sembra a me di star parlando a voi, sembra a voi di star ascoltando le mie parole. Naturalmente le mie parole non giungono per davvero alle vostre orecchie, dato che non avete (vere) orecchie, n io ho una vera bocca e una vera lingua. Invece, quando produco le mie parole quel che succede che gli impulsi efferenti viaggiano dal mio cervello al computer, che fa s che io senta la mia stessa voce che dice quelle parole e senta la lingua muoversi, ecc., e anche che voi udiate le mie parole, mi vediate parlare, ecc. In questo caso, in un certo senso io e voi siamo davvero in comunicazione. Io non mi inganno sulla vostra esistenza reale, ma solo sullesistenza del vostro corpo e del mondo esterno, cervelli esclusi.

  • 8

    Particolarit

    La morte La morte delle persone della realt dellindividuo solipsista non ha rilevanza in quanto essi non erano altro che meri automi. La morte di altri solipsisti non rappresenta nulla. La morte del vero solipsista

    non pu essere, in quanto non uno stato in cui egli pu essere, la morte rappresenta soltanto il

    fermarsi del flusso di dati proveniente dalla mente dellindividuo che immagina una determinata persona.

    Lultimo superstite In seguito alla morte di tutti gli esseri viventi, lultima mente rimasta sarebbe per forza un solipsista? Non necessariamente.

    Il tempo e la morale Nel solipsismo anche il passato una creazione della propria mente, non v tempo ma solo la proposizione penso, dunque esisto. Il solipsismo annulla anche tutti i valori e le morali rendendoli senza senso e percependo ogni forma di male come mero frutto di calcolo.

    Imparare Alcuni criticano il fatto che il solipsista dovrebbe essere onnisciente tuttavia egli potrebbe non ambire

    a tale stato in quanto conscio del fatto che le conoscenze complete risiedono nel suo subconscio.

    La necessit di un linguaggio Perch il solipsista necessita di un linguaggio per comunicare con enti non reali? Inoltre il solipsista

    necessita del linguaggio per ponderare circa il solipsismo. Alcuni credono che il solipsismo debba

    essere necessariamente incoerente.

    Il migliore dei mondi Come mai il solipsista non ha creato il migliore dei mondi in cui vivere, perch anche lui stesso prova

    sensazioni negative come dolore o tristezza? Il solipsista potrebbe ignorare una vita migliore per una

    dimenticanza volontaria precedente, oppure magari per non annoiarsi. La sua vita potrebbe in realt

    essere la migliore possibile. Magari le categorie come dolore sono solamente percepite per via del contesto socio-culturale, oppure come in un sogno il subconscio crea con schemi sconosciuti una

    realt mentre la parte conscia non pu comandare questo processo.

    Si potrebbe pensare che il dolore e le sensazioni negative siano necessarie per il conseguimento di

    unesistenza di livello superiore.

    Onironautica Nei sogni lucidi

    4

    il solipsismo provato per empiria, luniverso onirico una volta acquistata coscienza di star sognando, pu venire creato, distrutto, ricreato, mutato a voler dellonironauta e lui stesso in grado di fare tutto ci che desidera controllando lo spazio e il tempo.

    4 Lonironautica la scienza che tratta dei sogni lucidi ovvero i sogni in cui si acquista coscienza di star sognando che

    divengono perci mutabili per il conscio che prende il sopravvento sul subconscio.

  • 9

    Tipologie Vi sono differenti variet di solipsismo a seconda del grado di scetticismo

    5

    .

    Solipsismo metafisico Il solipsismo metafisico la tipologia pi forte, basato sulla filosofia dellidealismo soggettivo, afferma che non esiste realt oltre alla realt della mente o degli stati mentali dellindividuo e che la sua mente la realt intera mentre il monto esterno non ha esistenza indipendente. Viene espresso con

    lasserzione Io ed io soltanto esisto., in altre parole, non esiste realt oltre a quella della mente dellindividuo.

    Solipsismo epistemologico La scuola epistemologica pensa che solamente i contenuti mentali del filosofo solipsista direttamente

    accessibili possono essere conosciuti. Lesistenza di un mondo esterno considerata una questione indecidibile piuttosto che falsa.

    Solipsismo metodologico Il solipsismo metodologico viene usato per riuscire a superare i limiti del solipsismo stesso. Viene

    considerato una forma di solipsismo agnostico debole. Considerato come conseguenza dei requisiti

    epistemologici stretti per la conoscenza, ad esempio il requisito la conoscenza devessere certa. Mantengono le convinzioni per le quali ogni induzione tende ad essere errata e quella dei cervelli

    nella vasca. Tuttavia in questo caso il cervello visto come parte della realt esterna ad essa poich la

    mente risiede nel cervello e noi percepiamo tramite la sfera sensibile il nostro cervello. I pensieri

    sono lunica cosa conosciuta con certezza.

    Solipsismo digitale Variazione del solipsismo metafisico per la quale lindividuo si trova allinterno della realt creata dalla propria mente come in un ambiente virtuale di un videogioco di ruolo. Lindividuo prende il nome di Beta e pu conoscere, non conoscere, non trovarsi nel migliore dei mondi, a seconda dei

    voleri del programmatore, entit divina stanziante in una dimensione superiore a quella

    spaziotemporale del Beta, di cui padre, o meglio, padre dellalgoritmo generativo della sua intelligenza. Possono esistere altri solipsisti nella realt, per rendere lesperienza del vero solipsista pi difficoltosa. In alcune varianti, Beta un hacker, ovvero unautocoscienza che evolvendosi comincia ad applicare ingegneria reversa nei confronti della realt in cui risiede riuscendo a varcare i limiti posti

    dal programmatore. Questa visione per la quale la realt un computer si giustifica citando lesistenza di un supercomputer che calcolando il Significato ha creato il programma Realt di cui Beta e tutto

    fan parte.6

    5 Nel corso della tesina si approfondir il solipsismo metafisico.

    6 Vi sono rappresentazioni videoludiche ispirate da questa variet del solipsismo, alcune di queste sono: Garrys Mod,

    The Sims, Minecraft, The Game of Life, [] e inoltre unintera serie di anime si basa su questo, ovvero, La Malinconia di Suzumiya Haruhi.

  • 10

    Storia Posizioni simili o correlate al solipsismo sono presenti in molte delle filosofie orientali, in particolar

    modo nel Taoismo, in diverse interpretazioni del Buddhismo (specialmente lo Zen), e in alcuni

    modelli di realt Hindu.

    Gorgia (da Lentini) Le origini del solipsismo nella filosofia occidentale vanno individuate nel pensiero del sofista

    presocratico greco Gorgia da Lentini (483375 a.C.) che afferm, secondo le citazioni del filosofo scettico greco Sesto Empirico

    [1]

    , che:

    1. nulla esiste; 2. anche se qualcosa esistesse, nulla pu essere conosciuto a riguardo; 3. anche se qualcosa potesse esser conosciuta a riguardo, la conoscenza circa essa non potrebbe

    essere comunicata ad altri.

    Anche se pu essere considerata in parte unironica confutazione e parodia della posizione di Parmenide e dei filosofi eleatici, Gorgia tuttavia cattur lo spirito del solipsismo.

    Cartesio Il solipsismo si trova anche al cuore della visione cartesiana secondo la quale lindividuo comprende tutti i concetti filosofici (pensiero, volont, percezione, ) tramite analogie coi propri stati mentali (ad esempio per astrazione dellempiria interiore). Lo scetticismo cartesiano lo condusse a dubitare dellesistenza del mondo che percepiva, e nella formulazione dellemerito cogito ergo sum si ridusse allunica cosa di cui non riusciva a dubitare, lautoconsapevolezza di s.

    Berkeley Gli argomenti di George Berkeley contro il materialismo e a favore dellidealismo fornirono i solipsisti di alcune tematiche che non si trovano nel pensiero di Cartesio. Mentre questultimo difese il dualismo ontologico, accettando lesistenza della res extensa7 insieme alla res cogitans8 e di Dio, Berkeley neg lesistenza della materia ma non delle menti, una di queste Dio.

    7 mondo materiale

    8 menti immateriali

  • 11

    Critiche e confutazioni Nessuno dei grandi filosofi ha esposto il solipsismo. Come teoria, se pu esser definita come tale,

    chiaramente molto lontana dal senso comune. Alla luce di questo dato sorge ragionevole domandarsi

    come mai il solipsismo debba ricevere attenzione filosofica.

    Povert filosofica Alcuni filosofi sostengono che il solipsismo sia interamente vuoto e privo di contenuto. Rassomiglia a

    una teoria di fede, pare sterile, non permette alcun approfondimento n pu essere dimostrata la sua

    falsit. Il mondo rimane esattamente uguale. Un facile nascondiglio dietro le basilari leggi del

    pensiero ed il cogito ergo sum.

    Tuttavia lobiezione circa la povert filosofica del solipsismo viene scartata nel momento in cui Cartesio rende la ricerca egocentrica della verit lobiettivo primario dello studio critico della natura ed i limiti della conoscenza.

    In questo senso il solipsismo implicito in molte filosofie della conoscenza e della mente dallavvento di Cartesio e nelle teorie che adottano lapproccio cartesiano come riferimento principale.

    Il solipsismo merita senza ombra di dubbio attenzione filosofica dal momento che si basa su tre dei

    pi importanti presupposti filosofici (v. Cogito ergo sum. - Cartesio, foriero del solipsismo).

    Diventa chiaro che qualunque obiezione seria al solipsismo dovrebbe attaccare una delle tre

    premesse esposte sopra. Le obiezioni che si basano su questioni altre quali: perch la gente soffre,

    perch muore? In altri termini, perch se creiamo il mondo, non creiamo un mondo migliore?, non

    sono una confutazione della posizione solipsista.

    Una prima critica considera come ci formiamo i concetti relativi alla nostra vita mentale e come li

    applichiamo agli altri: come possiamo, ad esempio, sostenere che qualcuno arrabbiato se abbiamo

    accesso solo ai nostri stati mentali? In base ai principi indicati sopra, tale conoscenza pu essere solo

    indiretta e procedere per analogia: questa tesi (nota appunto come argomento per analogia) sostiene

    che, osservando che gli altri si comportano in modo simile a me in circostanze simili, ne deduco che i

    loro stati mentali siano simili ai miei. Questo argomento usato da alcuni filosofi empiristi (es.

    William James, Bertrand Russell) come scappatoia al solipsismo, ma non esente da problemi: in

    primo luogo, gli stati mentali altrui sono desunti in maniera indiretta e quindi non ho nessuna ragione

    di sostenere la correttezza di tale inferenza (in altri termini, gli stati mentali altrui rimangono sempre e

    comunque nascosti), ma non solo: in forza del terzo principio esposto sopra, derivare un legame fra

    gli eventi del mondo fisico e gli stati mentali non lecito. Esiste poi un'altra obiezione ancora pi

    radicale: come possibile per me applicare agli altri, anche solo in via di principio, concetti

    psicologici che so si applicano solo a me stesso? In altri termini, io so cosa significa rabbia perch l'ho

    sperimentata come vissuto personale, quindi necessariamente la rabbia che conosco in realt la mia

    rabbia quindi applicare questo concetto a qualunque altra cosa che non sia me stesso una cosa priva

    di fondamento logico. L'argomento per analogia non sembra quindi fornire una confutazione al

    solipsismo.

    Argomenti di Wittgenstein Wittgenstein critica invece proprio questa visione relativamente alla creazione dei concetti psicologici:

    essi non sono derivati, tramite un processo di assimilazione, a partire dal mio vissuto personale, al

    contrario essi nascono da un contesto intersoggettivo (sociale) e parte del loro significato costituito

    proprio dal fatto che si applicano alle persone: noi prendiamo le persone come esempio

    paradigmatico per decidere cosa significa avere una vita mentale. Riprendendo il nostro esempio, noi

    impariamo concetti come rabbia perch li vediamo innanzitutto applicati ad altre persone: non

  • 12

    facciamo un'inferenza del tipo: si comporta in quel modo, quindi arrabbiato, al contrario noi

    sappiamo che un certo comportamento parte del significato di essere arrabbiati. L'argomento per

    analogia cessa quindi di essere necessario per spiegare la vita mentale altrui in quanto avere una vita

    mentale significherebbe appunto comportarsi come gli esseri umani si comportano. Wittgenstein

    ammette che esiste una diversit fra la frase io sono arrabbiato ed egli arrabbiato, ma tale diversit

    non nasce dalla differenza fra una conoscenza diretta e certa dei miei stati mentali, ed una conoscenza

    inferenziale e fallibile degli stati altrui. La differenza sta nel fatto che il pronome egli denota un ben

    preciso individuo al quale attribuisco uno stato mentale, tale operazione, per essere valida, necessita

    di soddisfare alcuni criteri intersoggettivi, mentre la prima frase pu essere affermata a prescindere da

    qualsiasi criterio in quanto il pronome io non viene utilizzato per isolare un individuo in un gruppo

    che possiede qualcosa. Riassumendo, Wittgenstein accusa i solipsisti di confondere un'asimmetria,

    esistente, fra affermazioni che necessitano di un criterio giustificativo ed altre che non lo necessitano,

    con un'asimmetria, questa inesistente, fra conoscenza certa di fatti privati e conoscenza (incerta) di

    fatti altrui. Fin qui Wittgenstein critica il primo ed il terzo principio sopra esposti, egli comunque

    dimostra come anche il secondo sia falso. In particolare egli fa notare come esso possa essere

    interpretato secondo due significati:

    Solo io posso conoscere le mie esperienze. Questa affermazione pu essere ulteriormente scomposta in due parti: io so quando ho una certa esperienza e le altre persone non possono

    sapere quando ho una certa esperienza. La prima affermazione rappresenta, secondo

    Wittgenstein, un uso improprio del verbo sapere: noi non veniamo a conoscenza delle nostre

    esperienze, non le impariamo, le abbiamo e basta. Dire io sono arrabbiato non esprime una

    conoscenza nel vero senso del termine, piuttosto una componente verbale del comportamento

    che definisce l'essere arrabbiato. La seconda affermazione risulta palesemente falsa: in alcuni casi

    diventa per noi impossibile nascondere le nostre esperienze, anche se lo vogliamo.

    Solo io possiedo le mie esperienze. Questa affermazione risulta vera solo se presa in senso strettamente grammaticale: allo stesso modo posso affermare che solo io ho il mio raffreddore,

    ma questo non ha che fare con la nostra conoscenza dei raffreddori. Quando diciamo che due

    persone provano lo stesso dolore intendiamo che hanno gli stessi sintomi.

    Un'altra linea di confutazione fa notare come il solipsismo sia necessariamente incoerente dal punto

    di vista logico: come qualsiasi teoria infatti il solipsismo necessita di un linguaggio per essere espresso

    ma il linguaggio innanzitutto un fatto sociale: le regole linguistiche, anche se non rigide, non sono

    arbitrarie e personali, fanno parte di una serie di convenzioni sociali. Esprimere l'idea stessa di

    solipsismo usando il linguaggio significa negare l'esistenza di quello stesso contesto (gli altri) che d

    significato al linguaggio stesso.

    Il solipsismo affronta il realismo Unobiezione[2], posta da David Deutsch (insieme ad altri), che dal momento chel solipsista non ha alcun controllo sulluniverso che sta creando, vi devessere dunque una parte della sua mente di cui non conscio che si occupa della creazione. Se il solipsista individuasse il suo inconscio come oggetto

    di studi scientifici scoprirebbe che esso si comporta con la stessa complessit delluniverso descritto da un realista. Cos ci che il realismo identifica come luniverso, il solipsismo lo chiama linconscio dellindividuo. La distinzione tra il realismo ed il solipsismo risiede nelle maniere differenti di descrivere la stessa cosa: un processo incredibilmente complesso che provoca tutte le

    esperienze del solipsista ma non equivale con la parte conscia della sua mente. Tuttavia nonostante

    ci il solipsista potrebbe sostenere che ci che provoca le sue esperienze ancora parte della sua

    mente.

    Presumibilmente, supponendo che lo scienziato solipsista in verit uno scienziato realista, Deutsch

    sostiene un argomento a favore delle pi comuni opinioni sulla realt. Egli applica il novacula

  • 13

    Occami9, e afferma di preferire la visione comune per la quale la realt sarebbe esterna alla mente

    dellindividuo piuttosto che la visione cervello nella vasca. Questo perch la visione standard della realt soddisfa tutti i dati a disposizione degli scienziati, rendendo superflue le ulteriori complicate

    possibilit.

    Cercando di evitare landare contro le leggi del pensiero, il solipsista potrebbe facilmente appellarsi al problema dellinduzione tramite il quale potrebbe rendere invalido ladopero del novacula Occami ed anche le prime premesse di Deutsch circa la mente del solipsista, dal momento che essi sono

    argomenti ponderati secondo il ragionamento induttivo.

    Conclusione: il rifugio nel realismo Il solipsismo rappresenta per lumano il realizzare una tremenda consapevolezza, spesso difficile da gestire. Spesso infatti alcuni soggetti sviluppano la sindrome solipsista che li porta a dubitare

    dellautocoscienza degli alieni alla propria mente. Esiste infatti in alcune giurisdizioni, un caso ricorrente di difesa giuridica chiamata la difesa di Matrix.

    Nel 2002, Tonda Lynn Ansley, una donna di Hamilton, in Ohio, spara ed uccide la sua padrona di

    casa. Sotto accusa, afferma alla corte di essere in Matrix e di non aver commesso un vero crimine

    uccidendo una persona non reale.

    Usando la difesa di Matrix venne dichiarata non colpevole per insanit mentale.

    La scelta della dichiarazione di insanit mentale considerata controversa perch dimostra che la

    visione opposta al solipsismo molto pi salutare e comune, dimostra che il realismo un rifugio pi

    accogliente.

    Il realismo la convinzione secondo la quale la realt esiste indipendentemente dal proprio faneron.

    Una visione che rende nulla il principio dindeterminazione, una visione per la quale il gatto di Schrdinger solo o vivo, o morto, indipendentemente dal fatto che si compia o meno

    unosservazione.

    Non si pu sapere con certezza se il realismo sia vero, lunica cosa che possibile fare credere, rendendo questa teoria simile per questo aspetto al solipsismo.

    Martin Gardner espone in un suo trattato il motivo per cui lui non un solipsista perch il realismo

    molto pi conveniente, salutare e funziona. In seguito ad una critica postagli, ovvero: Non la

    infastidisce il fatto che non pu sapere se il realismo sia vero o meno?[10[

    lui scrisse: Se mi si

    chiedesse di discorrere circa la natura di ci che si cela dietro il faneron, la mia risposta sarebbe:

    come diavolo faccio io a saperlo?. Non sono costernato dai misteri ultimi, dai massimi sistemi, riesco a comprendere ci che si cela dietro a questi tanto quanto il mio gatto riesce a comprendere

    cosa si nasconde dietro al rumore che produco digitando questo paragrafo.

    I gatti non riescono a concepire concettualmente n comprendono lutilit delle tastiere ma sanno che le tastiere sono dei luoghi su cui divertente stare, una buona maniera di attirare lattenzione di un umano, sono calde e circondate da suoni e lucine ed in pi i gatti adorano imprimere il loro odore su

    tutto quello che trovano, un segno della loro esistenza. Noi non siamo cos differenti eccetto per il

    fatto che invece delle tastiere noi abbiamo i misteri delluniverso. Non saremo mai in grado di comprenderli tutti, non riusciremo mai a rispondere ad ogni singolo quesito ma immergersi in questo

    9 Il rasoio di Occam un principio che suggerisce nella sua forma pi immediata, l'inutilit di formulare pi teorie di

    quelle che siano strettamente necessarie per spiegare un dato fenomeno: impone di evitare cio ipotesi aggiuntive, quando quelle iniziali sono sufficienti. Se una teoria funziona inutile aggiungere una nuova ipotesi.

  • 14

    immenso flusso di dubbi, questioni e misteri, divertente, ci fa stare bene e per alcuni ragion di

    vivere.

    Dinnanzi a questo leviatanico e colossale punto di domanda il realista, lumano, si sente incredibilmente piccolo ed insignificante, il che mi da ragion di riflettere.

    veramente il realismo il rifugio dellumano senza meta o il solipsismo, la certezza della genesi del tutto allinterno dellindividuo, il vero rifugio?

    Yaser Ahmady

  • 15

    Y: perdonami, credo tu abbia

    appena confutato il solipsismo.

    M: come mai dici questo?

    Y: perch impossibile che a mia mente abbia creato

    qualcosa tanto bello quanto te.

    Illustrazione in copertina

    di Yaser Ahmady.

  • 16

    Fonti

    Bibliografia[x] 1. Edward Craig, Encyclopedia of Philosophy: Genealogy to Iqbal. Taylor & Francis US. p. 146.

    ISBN 978-0-415-18709-1.

    2. David Deutsch, David Deutsch on Solipsism. The Free Woods.

    3. Nagaru Tanigawa, . 4. George Orwell, 1984. 5. Ayer, A. J. The Problem of Knowledge. Penguin, 1956. 6. Beck, K. De re Belief and Methodological Solipsism, in Thought and Object Essays in

    Intentionality (ed. A. Woodfield). Clarendon Press, 1982. 7. Dancy, J. Introduction to Contemporary Epistemology. Blackwell, 1985. 8. Devitt, M. Realism and Truth. Blackwell, 1984. 9. Hacker, P.M.S. Insight and Illusion. O.U.P., 1972. 10. Science Magazine n 134.

    Sitografia(x) 1. http://it.wikipedia.org/wiki/Solipsismo (di cui sono il principale autore) 2. http://en.wikipedia.org/wiki/Solipsism 3. http://www.iep.utm.edu/solipsis/

    Videografia 1. Fratelli Wachowski, The Matrix, 1999. 2. Cristopher Nolan, Inception. 3. Waking Life. 4. Victor Fleming, Il mago di Oz. 5. Charlie Kaufman e Spike Jonze, Essere John Malkovich. 6. Peter Weir, The Truman Show.

    Mappa concettuale con collegamenti