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Editoriale Anno nuovo. Stesse lotte. La puzza di chiuso che si respira nel nostro Politecnico sin dai primi giorni fa presagire quanto le cose siano cambiate. Quanto le cose siano peggiorate. Sono giorni d'inferno: studenti, ragazzi, persone messe in competizione tra loro per cercare di accaparrarsi prima degli altri le briciole, i pochi posti disponibili per ambire a studiare quello che si crede più adatto a sé. Studenti, ragazzi, persone messe in competizione tra loro perché gli viene spiegato che "quella è la via giusta per fare carriera", quello è l'unico modo per diventare qualcuno. Il più forte mangia il più debole. Forse sono poche le persone si sono rese conto della puzza che appesta l'aria durante un test di esclusione. Perché proprio di ammissione non si può parlare. Sì, quelle persone sono poche, in realtà, ma determinate. Magari difficilmente ricorderai il loro viso subito dopo il momento in cui, sorridendo nonostante il caldo afoso, ti lasciano un volantino. Un volantino che racchiude tutto o niente. A seconda della tua voglia di leggere. O ascoltare. Continua a pagina 2 "Benvenuti nella non- università" è stato uno slogan che l'anno scorso riecheggia- va per le facoltà. Oggi più che mai di stretta attualità. La riforma Gelmini, diventata legge 240, ha avuto la capacità di scontentare tutti. docenti, ricercatori ma sopratutto studenti (che è quel che ci interessa). Essa, insieme alle altre note, leggi e leggine approvate ha com- pletato il processo di sman- tellamento dell'Università pubblica, rendendola molto più costosa, meno accessibi- le, e che rischia di vendersi ai privati che devono entrare obbligatoriamente nel Consi- glio di Amministrazione. Un consiglio di amministrazione che avrà poteri assoluti, co- me in un azienda. Un rettore che vede aumentato il pro- prio peso in ogni ambito (alla faccia della lotta al baronato). Uno stravolgimento dell'orga- nizzazione degli atenei tutta a favore dei dipartimenti e della confusione. La nostra battaglia però non si è ferma- ta con l'approvazione della legge 240, non potevamo fermarci alle prime sconfitte. Abbiamo proseguito pressan- do la commissione statuto, creata per riorganizzare le università secondo le diretti- ve della riforma, per una struttura orizzontale e parte- cipata, che possa essere realmente a misura di stu- dente. In un ateneo come il nostro, dove negli ultimi due anni si è avuto uno spavento- so aumento tasse e una ridu- zione dei servizi, tagli alle borse di studio, l'introduzione del numero chiuso a tutti i corsi, è difficile portare avanti le battaglie. La maggior parte dei rappresentati studente- schi si è dimostrata incapace di far valere i diritti negli orga- ni istituzionali, e allora come Link, insieme a tutti gli stu- denti che erano stanchi di rimanere inascoltati, abbiamo deciso di occupare la Facoltà di Ingegneria a Novembre del 2010, fatto inedito per il no- stro ateneo. Dalle nostre aule è partito il movimento studentesco ba- rese che ha tenuto banco tutto l'autunno, e che ha por- tato alle grandi manifestazio- ni di piazza di novembre e dicembre. Nonostante l'Italia sia stata letteralmente messa a ferro e fuoco per quasi due mesi, il 22 Dicembre, c'è stata l'approvazione definitiva del disegno di legge gelmini. La discussione sull'adegua- mento alla riforma si sta te- nendo in questi giorni proprio in commissione statuto, quin- di non sappiamo ancora co- me finirà, noi faremo le no- stre proposte e porteremo avanti la battaglia per i diritti degli studenti come abbiamo sempre fatto. Certo il futuro non si prospetta dei più rosei, però unendo le forze e stan- do sempre in guardia potre- mo cercare di rendere miglio- re il nostro Politecnico. Esse- re studenti non vuol dire solo studiare, vuol dire anche formarsi nella mente e nella vita. Ci stanno rubando il futuro, riprendiamocelo. Francesco Lorusso Gelmini, un anno dopo 1 Hanno “oltrepassato” il limite 2 Benvenute Matricole 3 Sommario: Gli effetti della legge Gelimini sull'Università e l'entrata in vigore dei nuovi statuti Giornale autofinanziato del Politecnico di Bari Numero 5 - Ottobre 2011 GELMINI, UN ANNO DOPO

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Linkastro numero 5 di ottobre 2011

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Editoriale Anno nuovo. Stesse lotte. La puzza di chiuso che si respira nel nostro Politecnico sin dai primi giorni fa presagire quanto le cose siano cambiate. Quanto le cose siano peggiorate. Sono giorni d'inferno: studenti, ragazzi, p e r s o n e m e s s e i n competizione tra loro per cercare di accaparrarsi prima degli altri le briciole, i pochi posti disponibili per ambire a studiare quello che si crede più adatto a sé. Studenti, ragazzi, persone messe in competizione tra loro perché gli viene spiegato che "quella è la via giusta per fare carriera", quello è l'unico modo per diventare qualcuno. Il più forte mangia il più debole. Forse sono poche le persone si sono rese conto della puzza che appesta l'aria durante un test di esclusione. Perché proprio di ammissione non si può parlare. Sì, quelle persone sono poche, in realtà, ma determinate. Magari difficilmente ricorderai il loro viso subito dopo il momento in cui, sorridendo nonostante il caldo afoso, ti lasciano un volantino. Un volantino che racchiude tutto o niente. A seconda della tua voglia di leggere. O ascoltare.

Continua a pagina 2

"Benvenuti nella non-università" è stato uno slogan che l'anno scorso riecheggia-va per le facoltà. Oggi più che mai di stretta attualità. La riforma Gelmini,

diventata legge 240, ha avuto la capacità di scontentare tutti. docenti, ricercatori ma sopratutto studenti (che è quel che ci interessa). Essa, insieme alle altre note, leggi e leggine approvate ha com-pletato il processo di sman-tellamento dell'Università pubblica, rendendola molto più costosa, meno accessibi-le, e che rischia di vendersi ai privati che devono entrare obbligatoriamente nel Consi-glio di Amministrazione. Un consiglio di amministrazione che avrà poteri assoluti, co-me in un azienda. Un rettore che vede aumentato il pro-

prio peso in ogni ambito (alla faccia della lotta al baronato). Uno stravolgimento dell'orga-nizzazione degli atenei tutta a favore dei dipartimenti e della confusione. La nostra

battaglia però non si è ferma-ta con l'approvazione della legge 240, non potevamo fermarci alle prime sconfitte. Abbiamo proseguito pressan-do la commissione statuto, creata per riorganizzare le università secondo le diretti-ve della riforma, per una struttura orizzontale e parte-cipata, che possa essere realmente a misura di stu-dente. In un ateneo come il nostro, dove negli ultimi due anni si è avuto uno spavento-so aumento tasse e una ridu-zione dei servizi, tagli alle borse di studio, l'introduzione del numero chiuso a tutti i

corsi, è difficile portare avanti le battaglie. La maggior parte dei rappresentati studente-schi si è dimostrata incapace di far valere i diritti negli orga-ni istituzionali, e allora come Link, insieme a tutti gli stu-denti che erano stanchi di rimanere inascoltati, abbiamo deciso di occupare la Facoltà di Ingegneria a Novembre del 2010, fatto inedito per il no-stro ateneo. Dalle nostre aule è partito il movimento studentesco ba-rese che ha tenuto banco tutto l'autunno, e che ha por-tato alle grandi manifestazio-ni di piazza di novembre e dicembre. Nonostante l'Italia sia stata letteralmente messa a ferro e fuoco per quasi due mesi, il 22 Dicembre, c'è stata l'approvazione definitiva del disegno di legge gelmini. La discussione sull'adegua-mento alla riforma si sta te-nendo in questi giorni proprio in commissione statuto, quin-di non sappiamo ancora co-me finirà, noi faremo le no-stre proposte e porteremo avanti la battaglia per i diritti degli studenti come abbiamo sempre fatto. Certo il futuro non si prospetta dei più rosei, però unendo le forze e stan-do sempre in guardia potre-mo cercare di rendere miglio-re il nostro Politecnico. Esse-re studenti non vuol dire solo studiare, vuol dire anche formarsi nella mente e nella vita. Ci stanno rubando il futuro, riprendiamocelo.

Francesco Lorusso

Gelmini, un anno dopo 1

Hanno “oltrepassato”

il limite

2

Benvenute Matricole 3

Sommario:

Gli effetti della legge Gelimini sull'Università e l'entrata in vigore dei

nuovi statuti

Giornale autofinanziato del Politecnico di Bari Numero 5 - Ottobre 2011

GELMINI, UN ANNO DOPO

Le favole non sempre hanno lieto fine. E il Politecnico di Bari, dopo anni di eccel-lenza come Politecnico fra i meno onero-si d’Italia ha smesso di essere un’isola felice. Riorganizzata l’offerta formativa che ha porta-to alla chiusura di nu-merosi corsi di laurea e il taglio ai servizi al limite dell’accettabile, dopo l’imbuto del nu-mero programmato e del numero chiuso, dopo la drastica dimi-nuzione delle borse di studio per gli studenti di tutta la Regione Pu-glia, il serpente torna a mordersi la coda e l’ombra dell’aumento delle tasse infine avvol-ge anche noi. Per lun-go tempo il “virtuoso bilancio” è stato esone-rato dalle inevitabili conseguenze della Riforma Gelmini e della Finanziaria di Tremonti. Le 10 fasce di reddito hanno un livello massimo di tassazione di 1.191,90 euro a fronte del tetto massimo del preceden-te regolamento, gli studenti part-time hanno perso la possibilità di usufruire di un esonero dal pagamento delle tasse e a nulla è valso il provvedimento di porta-re con effetto immediato dal 2° al 3° an-no di iscrizione successivo alla durata legale del corso di studi, la soglia in base alla quale gli studenti debbano pagare la maggiorazione del 50% sulle tasse e i contributi dovuti, per i Corsi di laurea a Ciclo Unico quinquennale. In questo clima catastrofico contornato da sceno-grafie in cui piove nelle aule, il riscalda-mento è rigorosamente spento e gli an-

goli di risulta delle travi in acciaio arrug-ginito sono quanto di più allettante ci possa essere per le aziende di disinfe-stazione in cerca di luoghi ad alto rischio

di malattie infettive, si aggiunge un’altra considerazione: dal 17 settembre entra in vigore l'aumento al 21% dell'IVA per una lunghissima lista di beni e servizi.

Lungi dall'entrare nel merito del provve-dimento, fortemente recessivo e che si abbatte indiscriminatamente su tutti i consumatori, ci limitiamo a considerare

gli effetti sulle politiche di diritto allo studio e per le tasse universitarie e in particolar modo, che l'aumento dell'IVA, generando un aumento del costo di beni e servizi, determina un incremento dell'inflazione (costo della vita) senza determinare un adeguamento automatico dei redditi individuali e delle famiglie. Venuta meno la scala mobile, che assicura-va un adeguamento automatico, l'incremento dei redditi è divenuto meramente discrezionale o, in alcu-ni casi, è stato bloccato (Blocco degli stipendi nel Pubblico Impiego. D.L. 78/2010). Il 28 Settembre LINK ha lanciato una serie di iniziative a catena in tutta Italia, che qui a Bari ci ha visti manifestare la nostra indi-gnazione di fronte all'ADISU. Per ricordare a tutti che ci siamo. Per spiegare agli studenti perché qual-cuno riceve la borsa di studio e chi no. Per dire in modo chiaro che non abbiamo nessuna intenzione di ri-

manere inerti osservatori del piano che da anni vede l’Università Pubblica come un salvadanaio da spolpare per colmare gli sprechi di denaro pubblico da sperpe-rare in Caccia Bombardieri, auto blu, voli di stato per le escort e feste da brivido a Villa Certosa. Dopo l’autunno del 2010 in cui abbiamo fatto tremare Palazzo Chigi, riprendendoci i monumenti, le strade, le città, le università stesse, il 7 ottobre saremo in piazza, ancora. E’ giunto il momento di uscire dal guscio e ripren-derci il Politecnico e l’Università Pubbli-ca, il solo, unico modo per riprenderci questo paese.

Nicola Boccadoro

Quelle stesse persone che al mattino si alzano e scelgono che la loro vita non può ridursi ad una mera didattica frontale e insapo-re, non si accontentano di essere bistrattati dal professore barone di turno che, con aria sprezzante, ti boccia e ti deride solo per-ché ne ha voglia. E perché può farlo. Non si accontentano nemmeno di arrendersi dinnanzi ad un portale esse3 che dice che, quest'anno, avrai il portafogli dimezzato, perché le tasse sono raddoppiate. Sono quelle stesse persone che, convinte che le cose si possano cambiare se solo si è uniti, hanno scelto di rimanere a dormire per sette giorni nella biblioteca, al freddo dell'inverno, sul duro legno dei tavoli, senza nient'altro che i loro sogni, la loro forza e le loro speranze. Quelle persone siamo noi. Siamo qui perché abbiamo un'idea diversa di rappresentanza. Un'idea che va oltre il fornire lo statino in un gelido contatto tra due studenti. Siamo qui perché vogliamo sfatare il mito delle cose che non si possono cambiare. Siamo qui perché vogliamo sfatare il mito che non serve neanche mobilitarsi affinché cambino. Siamo qui perché, da studenti, abbiamo scelto di fermarci a pensare e abbiamo deciso di voler crescere in un luogo che soddisfi i nostri sogni. Siamo qui perché, da studenti, abbiamo capito che solo uniti potre-mo ottenere dei risultati, aiutandoci e supportandoci a vicenda. Siamo qui perché il mondo così com'è non ci piace. Siamo qui perché vogliamo cambiarlo.

Andrea Rizzo

HANNO “OLTRETASSATO” IL LIMITE!

Editoriale (continua da pagina 1)

“Il 28 Settembre LINK ha

lanciato una serie di iniziative a

catena in tutta Italia, che qui a

Bari ci ha visti manifestare la

nostra indignazione di fronte

all'ADISU. Per ricordare a tutti

che ci siamo.”

Pagina 2 LINKastro

Noi non pagheremo i loro debiti

Un benvenuto alle matricole ma anche un buon inizio A.A. a tutti i futuri architet-ti! Un anno fa non tutti erano presenti ma abbiamo assistito ad una svolta che si preannunciava epocale per la nostra Facoltà: l’inaugurazione della nuova sede . In quell’occasione siamo stati riempiti di belle parole e di grandi pro-spettive per il futuro e auspicavamo ad un vero cambiamento per i nostri Corsi di Laurea, finalmente non più rile-gati a vecchie aule, ma destinati ad una bella e nuova struttura. Ma facciamo un piccolo confronto tra quello che c’era e quello che c’è. Senza dubbio sono stati fatti dei progressi giganteschi, tanto che il più rivoluzionario della storia del Politecnico sembra essere proprio la fontanella dell’acqua da poco messa all’ingresso della facoltà. La domanda è: cosa se ne fanno gli stu-denti delle piante di alloro e della nuova e bellissima pavimentazione? A cosa

serve avere una grande facoltà se la si può a mala pena usare? Se a qualcuno fosse “sfuggito”, agli studenti serve una biblioteca sempre aperta con fotocopiatrici funzionanti e servizio di prestito libri, un

centro stampa a costi agevolati (perché la facoltà di architettura NON è solo per i figli di architetti), sale stu-dio aperte tutto il giorno sino a sera. Serve un portale più libero, dove tutti i professori possa-no dare comunica-zioni agli studenti con largo anticipo;

serve una coerenza nel calendario d’esame, affinché non vengano più spo-stati appelli con la conseguente sovrappo-sizione di date; servono più appelli perché è impensabile poter rimanere “in corso” avendo a disposizione solo 3 sessioni d’esame, che spesso e volentieri corri-spondono a 3 appelli e non a 6 appelli annuali. Ritornando alle matricole, dovete aspettar-vi un percorso impegnativo in cui le vostre

capacità verranno messe continuamente in discussione, un anno in cui penserete, sbagliando, che la competizione portata agli estremi e la rivalità tra colleghi vi porterà al “successo”. Come benvenuto io voglio darvi alcuni consigli: siate deter-minati ma non egoisti, createvi delle amicizie vere, rimanete ciò che siete e lottate per i vostri diritti senza la paura di ripercussioni sulla vostra carriera didatti-ca. La nostra facoltà ha bisogno di cam-biamenti forti e tutti devono contribuire affinchè ciò avvenga. Non delegate a qualcuno questi compiti, perché la Facol-tà è prima di tutto degli studenti. Se avrete bisogno urgentemente di un libro e la biblioteca sarà chiusa, se avrete bisogno di studiare e non ci sarà un po-sto, se avrete l’impressione che la facol-tà di architettura non è alla portata di tutti i portafogli, urlatelo e pretendete un cambiamento, senza timore, perché VI-VERE l’Università è un vostro diritto e non un qualcosa che Lui (...) a volte vi concederà e a volte no, in base alla gior-nata. Auguro a tutti di avere tanta grinta per superare questo lungo percorso che oggi ha inizio!

Roberta Valenzano

Benvenute Matricole

Giornale autofinanziato del Politecnico di Bari Pagina 3

…e futuri Ingegneri

Benvenuti futuri ingengneri, benevenuti nel terzo Politecnico d’Italia, nonché Ate-neo tra i più virtuosi della nostra fantasti-ca penisola. Vi sarete di certo già scontrati con milioni di cose che non tornano, avrete già provato altre volte a consul-tare regolamenti, bandi, guide. Ebbene si, il tempo del banco lindo e candido che vi aspetta e di orari di lezione già scritti e pubblicati è finito, il tempo di ritornare a scuola tra vecchie amicizie e non, professori sem-pre uguali ma che ti restano dentro, in qualche modo, è pro-prio aria passata. Vi chiederan-no di essere presenti ad un’ora strana, in un posto che avrete visto si e no due volte nella vo-stra vita con gente che probabilmente dopo due minuti non ricorderà più il vo-stro nome, vi sentirete un numero fra tanti e questo vi farà sentire in un altro mondo.

Avete pagato le tasse, siete andati in se-greteria e vi siete interfacciati con un por-tale esse3 che sembra seguire il calenda-rio Maya e che sarà di sicuro presente nella prossima puntata di Voyager. E non

è necessa-rio sapere il perché gli importi, con il pas-sare degli anni, salte-ranno da 200 euro a 2000 euro: lo hanno fatto anche per garan-tire il mitico “ s t u d e n t

center”, un posto bellissimo dove studiare descritto come il paradiso di ogni studen-te, ma che in realtà è solo un bel progetto di ipotetica realizzazione. Per ora dovrete accontentarvi di qualche sgabello e un

tavolino, se avrete fortuna. Per qualsiasi informazione, però, c’è lo sportello inte-rattivo [email protected], che alle stesse e-mail risponde in maniera opposta ma è loro pensiero comune che tutti questi ostacoli servano per prepara-re uno studente alla vita. E non finisce tutto qui: vi faranno credere che gli è tutto dovuto, che vi stanno fa-cendo un favore e che ogni minimo vo-stro errore, non è altro che frutto della vostra superficialità e non della loro poca chiarezza o addirittura ambiguità. Perciò, vi dico solo una cosa: avete fatto bene ad iscrivervi al Politecnico di Bari. In fin dei conti, serve gente che non sia per nulla abituata a questo modo di fare e che venga in facoltà con lo spirito giu-sto, cioè quello di cambiare lo stato delle cose e non di restare muto a guardare il realizzarsi di un piano diabolico di distru-zione dell’Università pubblica.

Clara Gentile e Claudio Cesaroni

Futuri Architetti...

Anche quest’anno LINK POLITECNICO organizzerà i corsi gratuiti di Autocad.

Le iscrizioni cominceranno a breve, rimani in contatto con noi...

Contatti Link Politecnico: 080/5963232 [email protected] Andrea Rizzo: 340/5476237 [email protected] Clara Gentile: 329/0112066 [email protected] Claudio Cesaroni: 339/2463827 [email protected] Fabrizio Panzarini: 328/3373387 [email protected] Francesco Lorusso: 340/0633464 [email protected] Francesco Valentini: 333/9318218 [email protected] Francesca Misceo 347/3179057 [email protected] Roberta Valenzano 331/4705930 [email protected] Daniele Fiore 327/4525325 [email protected] Nicola Boccadoro 320/7954184 [email protected]

Auletta c/o atrio coperto del Politecnico di Bari

www.linkbari.it

LINKastro - Giornale autofinanziato del Politecnico di Bari Pagina 4

Dopo un Autunno di lotte e una Primavera di vittorie, l’Estate ci ha consegnato uno scenario di crisi che fa sprofondare sempre di più l’attuale sistema economico. I mercati che da decenni hanno pre-so il controllo dell’economia reale, hanno creato speculazione su speculazioni. La crisi ha messo in evidenza l’ingiustizia di un si-stema che usa le ricchezze reali per i propri profitti e per creare diseguaglianze. Il peso della finanza è otto volte quello dell’economia reale, di quello che viene prodotto in tutto il mondo realmente. Questo dato rappresenta il segno indelebile di sistema

malato che cancella diritti, privatizza i beni comuni, distrugge scuola ed università per sfruttare la popolazione, accumulare ric-chezza e creare ingiustizie sociali profondissime. La crisi diventa quindi una scusa dei mercati per imporre ai governi a utilizzare i soldi dei cittadini, le risorse destinate a scuola ed università, i diritti universali e i beni comuni per finanziare un circuito di specu-lazione. La manovra del Governo italiano va proprio in questa direzione: rinuncia di tassare i poteri forti preferendo far pagare i

costi della crisi a chi non li ha prodotti ovvero gli studenti, i lavoratori e le fasce deboli di questo Paese. Una manovra iniqua che cancella i diritti dei lavoratori, che annulla il risultato del referen-dum (dimostrando che il voto di 27 milioni di italiani non è servito a difendere i beni comuni da un governo che ha cancellato la parola democrazia dalla vita politica e civile dell’Italia), che non mette un solo euro sul diritto allo studio, poche briciole sull’edilizia scolastica, e mantiene i tagli fatti negli ultimi anni sull’offerta formativa delle scuole. Il mix tra incapacità governativa, attacco ai diritti e imposizione da parte dell’Europa di una manovra lacrime e sangue produrrà nel Paese una vera e propria macelleria sociale.

www.retedellaconoscenza.it

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