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18/03/2014 1 LINGUAGGI NON VERBALI CORSO AGGIUNTIVO PER LE ATTIVITÀ FORMATIVE PER GLI ALUNNI IN SITUAZIONE DI HANDICAP NELLA SCUOLA DELL'INFANZIA E NELLA SCUOLA PRIMARIA A.A. 2013/14 Dr.ssa Giusy Gallo

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LINGUAGGI NON VERBALI

CORSO AGGIUNTIVO PER LE ATTIVITÀ FORMATIVE

PER GLI ALUNNI IN SITUAZIONE DI HANDICAP

NELLA SCUOLA DELL'INFANZIA E NELLA SCUOLA

PRIMARIA

A.A. 2013/14

Dr.ssa Giusy Gallo

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“Da tanto tempo volevo domandarvi una cosa. Ecco – e scrisse le lettere Q M A R Q N P E S M O A?” Quelle lettere volevano significare “Quando mi avete risposto “Questo non può essere” significava mai o allora?” Non c’era nessuna possibilità che pella potesse decifrare questa frase complicata; ma egli la guardò con tanta ansia come se la sua vita dipendesse dall’aver ella capito o no quelle parole. Kitty lo guardò seria, poi poggiò la fronte corrugata sulla mano e cominciò a leggere. Di tanto in tanto dava un’occhiata a lui,

“ domandandogli con lo sguardo: “E’ quello che penso?” – Ho capito – disse, arrossendo

L. Tolstoj, Anna Karenina, Sansoni, Firenze, ed. 1967, p. 1191

?

EsempiQ li l ti i?Quali elementi comuni?

Gesti, sorrisi, sguardi, postura dei corpi

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COMUNICAZIONE NON VERBALE (CNV)

Comunicazione non verbale come “trasmissione Comunicazione non verbale come trasmissione di contenuti, una costruzione e condivisione di significati che avviene a prescindere dall’uso delle parole” (Bonaiuto, Maricchiolo, 2010, 2^ ed, p. 7, Introduzione)

Non verbale = tutto ciò che non è parola

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CNV/2

“La CNV comprende un vasto ed eterogeneoLa CNV comprende un vasto ed eterogeneoinsieme di processi con proprietà comunicative,che va dai comportamenti più manifesti emacroscopici, come l’aspetto esteriore, icomportamenti di relazione spaziale con gli altrie i movimenti del corpo (busto, arti e capo), adattività a volte meno evidenti o più fugaci come leattività a volte meno evidenti o più fugaci come leespressioni facciali, lo sguardo e i contatti visivi,le intonazioni vocali” (pp. 7-8)

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7% VERBALE

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38% PARAVERBALE

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VERBALE

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1. NON SI PUO’ NON COMUNICARE

“L’uomo che guarda fisso davanti a sé mentre fa colazione in una tavola calda affollata o il colazione in una tavola calda affollata o il passeggero d’aereo che siede con gli occhi chiusi, stanno entrambi comunicando che non vogliono parlare con nessuno né vogliono che si rivolga loro la parola”

(P. Watzlawick, J. Beavin, D. Jackson, Pragmatica della comunicazione umana, trad. it. 1971, Astrolabio, Roma, p. 41)

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2. OGNI COMUNICAZIONE HA UN ASPETTO DICONTENUTO E UN ASPETTO DI RELAZIONE

Comunicare non implica soltanto la trasmissione di un messaggio ma “impone un comportamento”.

Ogni comunicazione presenta l’aspetto di ‘notizia’ e l’aspetto di ‘comando’.

‘Notizia’= “trasmissione dei dati della comunicazione‘Comando’= “il modo in cui si deve assumere la

comunicazione” e dunque la relazioni tra i partecipanti allo scambio comunicativoscambio comunicativo

“È importante togliere la frizione gradatamente e dolcemente”

“Togli di colpo la frizione e rovinerai la trasmissione in un momento!”

Stesso tipo di contenuto (aspetto di notizia),

Diversa qualità di relazione (aspetto di comando)

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3. LA COMUNICAZIONE DIPENDE DALLAPUNTEGGIATURA USATA TRA I COMUNICANTI

“Un osservatore esterno può considerare una serie Un osservatore esterno può considerare una serie di comunicazioni come una sequenza ininterrotta di scambi” (P. Watzlawick et al., p. 46)

Si chiude in se stesso

MoglieMarito

brontola

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4. LA COMUNICAZIONE UMANA PUÒESSERE SIA ANALOGICA CHE DIGITALE

Comunicare per immagini = comunicazione Comunicare per immagini = comunicazione analogica.

Comunicare con parole = comunicazione digitale

La comunicazione analogicaÈ

Comunicazione Non Verbale (CNV)

Quando parliamo di CNV dobbiamo “includere leposizioni del corpo, i gesti, l’espressione del viso,le inflessioni della voce, la sequenza, il ritmo e lacadenza delle stesse parole, e ogni altraespressione non verbale di cui l’organismo siacapace, come pure i segni di comunicazionei bil i i i i iimmancabilmente presenti in ogni contesto in cuiha luogo una interazione” (P. Watzlawick et al, p.53)

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5. TUTTI GLI SCAMBI COMUNICATIVI SONOSIMMETRICI O COMPLEMENTARI

Lo scambio comunicativo è simmetrico quando gli interlocutori si considerano sullo stesso piano, interlocutori si considerano sullo stesso piano, svolgendo funzioni comunicative e ruoli sociali analoghi. Si basa sull’uguaglianza

Lo scambio comunicativo è complementare quando l l i t li i t l t i i b ll la relazione tra gli interlocutori si basa sulla disuguaglianza, ossia essi non sono sullo stesso piano per potere, ruolo comunicativo, autorità sociale, interessi.

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Comunicazione non verbale

in gran parte inconsapevole, non intenzionale

Comunicazione verbale

Intenzionale

fornisce informazioni sugli argomenti espressi

fornisce informazioni sul soggetto che la esprime

è poco idonea ad esprimere concetti

Può essere ambigua

argomenti espressi

Serve a descrivere, narrare, argomentare

è arbitraria

è meno rilevante nelle Può essere ambigua

efficace nelle relazioni Forte impatto

sull’interlocutore

è meno rilevante nelle relazioni

ANCORA SULLA CNV

CNV come comunicazione extralinguistica che accompagna o sostituisce la comunicazione verbale

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CNV E CONTESTO

Dipende dal contesto in cui si svolge Dipende dal contesto in cui si svolge Non ne è distaccabile Interagisce con la comunicazione

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CODIFICARE I SEGNI DELLA CNV

- Caratteristiche dei partecipanti allo scambio comunicativocomunicativo

- Contesto- Significato relativo alla cultura

Sistema paralinguistico

Sistema cinestesico

Comunicazione non verbale

Sistema prossemico

Sistema aptico

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CLASSIFICAZIONE CNVAspetto esteriore Conformazione fisica

Abbigliamento

Comportamento Distanza interpersonaleComportamento sociale Contatto corporeo

OrientazionePostura

Comportamento cinesico

Movimenti di busto e gambeGesti delle maniMovimenti del capo

VoltoSguardo e contatto visivoEspressione del volto

Segnali vocaliSegnali vocali verbali e non verbaliSilenzio

SEGNALI VOCALI

ParalinguisticaAspetti vocali non verbaliAspetti vocali non verbali

Segnali vocali verbali

Segnali vocali non verbali Segnali vocali non verbali

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SEGNALI VOCALI VERBALI

“Questi segnali della voce riguardano le proprietà transitorie che accompagnano la pronuncia dell’enunciato linguistico” (p. 70)

Tono: “varia frequentemente, fornendo colore ed espressione al discorso e determinando, attraverso tali modificazioni, il profilo intonazionale del discorso”

Intensità: “riguarda il volume della voce, il quale segnalal’accento enfatico, tramite il quale è possibile sottolineare,accentuare ed enfatizzare, appunto, particolari elementi,, pp , p ,parole o espressioni del discorso, rispetto ad altre”

Velocità: tempo di successione delle sillabe, parole dell’enunciato e lunghezza delle pause interne del discorso

SEGNALI VOCALI NON VERBALI

• Fattori biologici (sesso, età)

• Fattori sociali (cultura di origine, regione di provenienza (inflessioni dialettali), norme sociali (il leader/personadominante usa un tono più alto rispetto ai subordinati), luogo in cui ci si trova)

• Fattori di personalità (temperamento ansioso, depresso, euforico ecc )euforico ecc.)

• Fattori emotivi (legati alle situazioni, al contesto)

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SILENZIO

Strumento di comunicazione Ambiguità Ambiguità

Una funzione del silenzio è quella di attirare l’attenzione

Organizzare il pensiero e il discorso

Può significare: negazione, ammonimento, minaccia

Aspetto esteriore Conformazione fisicaAbbigliamento

Comportamento Distanza interpersonaleComportamento sociale Contatto corporeo

OrientazionePostura

Comportamento cinesico

Movimenti di busto e gambeGesti delle maniMovimenti del capo

VoltoSguardo e contatto visivoEspressione del volto

Segnali vocaliSegnali vocali verbali e non verbaliSilenzio

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VOLTO

SGUARDO E CONTATTO VISIVO

Sguardo: informazioni sulla situazione di relazione in svolgimentorelazione in svolgimento

“Durante un’interazione viene fatto largo uso di sguardi reciproci, i quali fornisco informazioni specifiche nella presentazione di sé; è attraverso lo sguardo che il parlante inferisce il modo in cui gli interlocutori lo percepiscono e lo giudicano gli interlocutori lo percepiscono e lo giudicano, cosa che, di conseguenza, gli permette di regolare il proprio comportamento, salvaguardando l’immagine di sé che vuole trasmettere” (p. 63)

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SGUARDO E CONTATTO VISIVO/2

Situazioni di cooperazione

Situazioni competitive

Cercare consenso

Interazioni asimmetriche: chi è nella situazione Interazioni asimmetriche: chi è nella situazione di potere guarda l’altro a lungo; chi è dominato, invece, tende a evitare lo sguardo e distoglierlo

ESPRESSIONI DEL VOLTO

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ESPRESSIONI DEL VOLTO/2

Movimenti sopracciglia Movimenti sopracciglia Fronte Spostamento occhi Sorriso

“Chi parla accompagna le parole con espressioni Chi parla accompagna le parole con espressioni che sottolineano, enfatizzano e modulano i significati; chi ascolta esprime le sue reazioni con piccoli e rapidi movimenti delle labbra e della sopracciglia, così da manifestare accordo, disaccordo perplessità” (p. 69)

SORRISO

Sentimenti ed emozioni positive

Segnala la nostra apertura all’altro

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FASI EVOLUTIVE SORRISO

- Sorriso riflesso (primi mesi di vita)- Sorriso sociale (terzo-settimo mese)- Sorriso sociale selettivo (dopo il settimo mese)- Reattività sociale differenziale

SORRISO NELL’ADULTO

Sorriso spontaneo Sorriso spontaneo Sorriso simulato Sorriso miserabile

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Aspetto esteriore Conformazione fisicaAbbigliamento

Comportamento Distanza interpersonaleComportamento sociale Contatto corporeo

OrientazionePostura

Comportamento cinesico

Movimenti di busto e gambeGesti delle maniMovimenti del capo

VoltoSguardo e contatto visivoEspressione del volto

Segnali vocaliSegnali vocali verbali e non verbaliSilenzio

ASPETTO ESTERIORE

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ASPETTO ESTERIORE

Abbigliamento, acconciatura, trucco: “comunicano con quale atteggiamento interpersonale ci si pone con quale atteggiamento interpersonale ci si pone verso gli altri”

Conformazione fisica (sesso, gruppo etnico di appartenenza, età, stato di salute)