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Lingua italiana (CT) 2002-2003 La comunicazione (1) Comunicazione, espressione, significazione, interpretazione Comunicazione, strutture e segni

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Lingua italiana (CT)2002-2003

La comunicazione (1)Comunicazione, espressione, significazione, interpretazione

Comunicazione, strutture e segni

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Argomento della lezione

Argomento di questa e delle prossime lezioni sono alcuni concetti fondamentali di semiotica.

Tra i più importanti che verranno affrontati nella prima lezione ricordiamo: Il concetto di comunicazione Il concetto di espressione Il concetto di significazione Il concetto di interpretazione I concetti di struttura e segno

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Il senso della questione

Un corso che si occupi istituzionalmente di lingua italiana in quanto strumento della comunicazione tecnica deve fornire informazioni su tre temi correlati:

a) le pratiche comunicative, in quanto elementi del contesto in cui si materializza l’uso della lingua nella produzione di messaggi;

b) il contesto socioculturale, in quanto ambiente in cui l’interazione comunicativa prende corpo;

c) la natura dei messaggi, in quanto oggetti che rendono possibile l’interazione, che hanno caratteristiche ben determinate e la cui produzione e ricezione è soggetta a vincoli di varia natura.

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La struttura del corso

Nel corso ci occuperemo di questi elementi a più riprese; in particolare:

a) nella sua prima parte affronteremo alcuni problemi inerenti la comunicazione e gli “oggetti” che la rendono possibile.

b) Nella sua seconda parte considereremo la lingua, mezzo della comunicazione, in quanto oggetto sociale (insieme di varietà) e strumento comunicativo.

c) Nella sua terza parte ci occuperemo dei testi (messaggi verbali) sia dal punto di vista della ricezione che da quello, correlato, della produzione.

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La comunicazione: definizione

La comunicazione è un processo volontario di trasmissione di informazioni di varia natura che – proprio sia degli uomini che degli animali – avviene tramite segnali codificati secondo regole note sia al mittente che ai destinatari.

I segnali, una volta decodificati attraverso un codice, attivano una serie di processi interpretativi (interpretazione) e portano a comprensione. Il codice, dunque, è un elemento fondante della comunicazione.

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La comunicazione: caratteri (1)

Si noti che la definizione precedente sottolineava che:

la comunicazione è un processo; la comunicazione è il risultato di un atto di volontà. La

precisazione è importante, perché ci permette di distinguere tra comunicazione ed espressione. L'espressione è trasmissione non volontaria, non intenzionale di elementi informativi; essa si manifesta di solito tramite indici;

la comunicazione consiste nello scambio di informazioni di varia natura: essa non consiste, infatti, nello scambio di soli elementi informativi di tipo referenziale ma anche in elementi informativi di natura diversa, che servono a gestire rapporti sociali, ad attivare relazioni, a stimolare comportamenti.

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La comunicazione: caratteri (2)

La comunicazione sfrutta, per convogliare le informazioni che costituiscono l'oggetto dell'interazione, una serie di segnali dal significato condiviso:l'associazione stabile di un elemento segnaletico e di un elemento noetico (contenutistico, concettuale, di significato) costituisce un segno; ed un insieme di segni costituisce un codice.

Si ha comunicazione quando il passaggio di informazione stimola l’attivazione di processi cognitivi che portano ad interpretazione e a comprensione. Se ciò non accade si ha semplice stimolazione.

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La significazione

Si chiama significazione l’impiego di segni a fini comunicativi o cognitivi.

La significazione è il presupposto della comunicazione, ma si dà il caso di significazione senza comunicazione, come nel caso dell’espressione.

Viceversa, non si può avere comunicazione senza significazione.

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Le strutture

Una struttura è un insieme di elementi collegati da relazioni costanti e sistematiche.

Una struttura è il risultato di un atto di disciplina di un continuum al fine di renderlo manipolabile.

Un codice è l’insieme delle relazioni che vengono istituite tra due strutture, una delle quali fornisce gli elementi da impiegare in relazioni semantiche ed una quelli da impiegare in relazioni semantiche.

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Le lingue strutture di strutture

Una lingua è un codice, e come tale si realizza precisamente in quanto insieme organico di relazioni tra due strutture.

In questo senso, si può dire che una lingua è una struttura di strutture.

In una lingua entrano in gioco strutture noetiche (semantiche) e segnaletiche (sintattiche). Le prime concorrono alla costituzione di quello che gli strutturalisti chiamano significato; le seconde al significante.

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La strutturazione ed i codici

L’operazione di strutturazione che porta alla costituzione di un codice è stata rappresentata da Hjemslev, un linguista danese (Copenhagen, 1899 — id., 1965) che sviluppa lo strutturalismo sassuriano.

Hjemslev individua, come costitutivi di un codice, un piano dell’espressione ed uno del contenuto, in cui si riconoscono una materia, una forma ed una sostanza…

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Materia, sostanza, forma

Espressione

Contenuto

Sostanza

Sostanza

Forma

Forma

Materia

Materia

Suoni non linguistici

Reticolo formale

Continuum disciplinato

Continuum disciplinato

Reticolo formale

Fenomeni mondani

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I codici, strutture di segni

I codici (anche quelli verbali) sono strutture di segni. Un segno può essere considerato un elemento che sta

per un altro, una "cosa" che ne indica un'altra, prendendone in qualche modo il posto (per esempio quando quest'ultima non è disponibile nel contesto).

In pratica, perché sussista un segno (ed il codice di cui esso è parte) è necessario che un elemento sia il "segnaposto" di un altro a quello stabilmente collegato.

L’elemento che funge da segnaposto è l’elemento segnaletico, parte della struttura sintattica, o significante; l’elemento cui esso rinvia è quello noetico o concettuale, parte della struttura sintattica, o significato.

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I caratteri dei segni

In un’impostazione strutturalistica si riconoscono ad un segno tre caratteri fondamentali: la biplanarità; l’arbitrarietà; l’immutabilità da parte del singolo utente.

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La biplanarità del segno

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Tipi di segno

Sulla base della relazione che esiste tra significante e significato all’interno di ciascun segno, a partire da Peirce si distinguono tre tipi di segno:simboli; icone; indici.

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Simboli

Sono simboli i segni per i quali la relazione tra significante e referente è arbitraria (o meglio, convenzionale).

Si noti che per Saussure si chiama simbolo un segno per il quale la relazione tra significante e significato è parzialmente motivata (ciò ne fa qualcosa di più simile ad un icona, in termini peirciani).

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Icone

Sono icone i segni per i quali significante e referente sono legati da una relazione di similarità o di motivazione.

Dal momento che si tratta di segni, naturalmente, quelli iconici devono essere sanciti da pratiche sociali e da funzionalità specifiche.

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Indici

Si chiama indice un segno il cui significante è in relazione di contiguità con il referente.

Come nel caso dell’icona, anche per l’indice si dà (è necessario?) un certo grado di convenzionalità.

Peirce distingue tra: Sintomi (prossimità reale ed effettiva dipendenza causale) Indizi (prossimità presunta e dipendenza causale non effettiva) Tracce (prossimità non effettiva, dipendenza causale presunta)