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17 L’informazione in rete Biblioteche oggi dicembre 2008 I wiki in biblioteca Un tipico strumento del Web collaborativo che sta conoscendo una buona diffusione all’estero ma che muove ancora i primi passi in Italia Il Web collaborativo sta conqui- stando anche il mondo delle bi- blioteche. All’estero – e soprattutto negli Stati Uniti – gli strumenti del Web 2.0 applicati alla LIS (Library and Information Science) sono sempre più diffusi e gli addetti ai lavori appaiono fiduciosi che pos- sano aiutarli a migliorare la propria professione, i servizi offerti e i rap- porti interpersonali di lavoro con colleghi e utenti. In Europa i pro- getti faticano a decollare ma i po- chi esempi sono comunque inte- ressanti, anche se sembrano resta- re appannaggio di pochi addetti. È il caso dei wiki, tipici strumenti del Web collaborativo, utilizzati con buoni risultati all’estero, ma ancora poco diffusi a casa nostra. In questo articolo cercheremo di delineare il quadro generale, per verificare se e come i wiki possono trovare appli- cazione in ambito biblioteconomi- co. Riporteremo alcuni esempi, sia stranieri sia italiani, e forniremo al- cune indicazioni su quali potrebbe- ro essere i primi passi per creare e gestire un wiki bibliotecario. Library 2.0 e wiki È un vero e proprio modo di vive- re la Rete. Il “fenomeno wiki” è fi- glio di quello che in gergo viene chiamato Web 2.0: il Web collabo- rativo. Ormai in molti conoscono Wikipedia (www.wikipedia.org), la prima grande enciclopedia online a cui tutti i naviganti possono con- tribuire scrivendo o correggendo anche intere pagine. È disponibile in varie lingue: oltre che in italiano (il progetto è nato nel 2001 e con- ta più di 100.000 voci), anche in inglese, tedesco, francese, polac- co, giapponese, olandese, porto- ghese, spagnolo, svedese, russo, cinese, finlandese, norvegese. E poi ancora in altre lingue minori, come, ad esempio, l’alemanno, il bavarese, il corso, il latino, lo slo- veno, oltre che in alcuni dialetti italiani: friulano, ligure, lombardo, napoletano, piemontese, sardo, si- ciliano, veneto. Ma Wikipedia è solo la punta di un grande iceberg telematico. Il termine wiki deriva da una parola della lingua hawaiiana che signifi- ca “rapido” oppure “molto velo- ce”. Può fare riferimento o ad un sito che permette a ciascuno dei suoi utilizzatori di aggiungere e modificare i contenuti o anche al software collaborativo utilizzato per creare il sito Web. In principio era il Portland Pattern Repository o PPR (http://c2.com/ ppr/), il progetto di documentazio- ne per cui fu usato il primo soft- ware di questo tipo, Wiki Base. Era il 1995. Da allora ad oggi il model- lo wiki si è moltiplicato in numero- se varianti, con siti, repertori, mo- tori di ricerca, che spaziano in tan- ti ambiti di interesse: documenta- zione di progetti informatici, pro- getti collaborativi (ad esempio Tela_Insecta, network degli ento- mologi francofoni, Le Journal In- ternational des Quartiers, Nasgaïa), enciclopedie generali o settoriali (tra le altre Sensei’s Library, Quest- ionsSurLAlimentation, Wikiartpe- dia), wiki comunitari (per consen- tire a persone che condividono gli stessi interessi di comunicare e in- teragire virtualmente tra di loro), d’impresa, personali (cioè agende o block-notes personali utilizzabili esclusivamente on line). Dopo i blog, che sono diventati un fenomeno di portata mondiale, ora la nuova frontiera del Web sem- brano proprio i wiki. Mentre i pri- mi sono più adatti per un diario personale o per un approfondi- mento giornalistico, i secondi si prestano ad aprire uno spazio (più o meno ampio) alla libera condivi- sione di idee. E l’iniziativa, non so- lo da parte di enti e istituzioni ma anche di singoli naviganti, trova li- bertà d’espressione grazie alla possibilità di creare un proprio si- to wiki in modo semplice e velo- ce: grazie a <www.pbiwiki.com>, <www.wetpaint.com> o <www.wi kispaces.com> (sono tutti siti in lingua inglese), si scelgono nome, indirizzo Web e categoria, quindi si può decidere se aprire il proprio wiki a tutti i naviganti della rete oppure ad una cerchia ristretta di amici, colleghi o anche parenti. Per Library 2.0 (o più semplice- mente L2) si intende l’applicazione degli strumenti collaborativi del web in ambito biblioteconomico. 1 Come avviene in altri settori coin- volti dall’evoluzione Web 2.0, an- che per le biblioteche, i biblioteca- ri e gli utenti non mancano risvol- ti pratici e concreti. Barbara Fiorentini Biblioteca dell’Università Cattolica Sede di Piacenza [email protected]

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L’informazione in rete

Biblioteche oggi – dicembre 2008

I wiki in bibliotecaUn tipico strumento del Web collaborativo chesta conoscendo una buona diffusione all’esteroma che muove ancora i primi passi in Italia

Il Web collaborativo sta conqui-stando anche il mondo delle bi-blioteche. All’estero – e soprattuttonegli Stati Uniti – gli strumenti delWeb 2.0 applicati alla LIS (Libraryand Information Science) sonosempre più diffusi e gli addetti ailavori appaiono fiduciosi che pos-sano aiutarli a migliorare la propriaprofessione, i servizi offerti e i rap-porti interpersonali di lavoro concolleghi e utenti. In Europa i pro-getti faticano a decollare ma i po-chi esempi sono comunque inte-ressanti, anche se sembrano resta-re appannaggio di pochi addetti. È il caso dei wiki, tipici strumentidel Web collaborativo, utilizzati conbuoni risultati all’estero, ma ancorapoco diffusi a casa nostra. In questoarticolo cercheremo di delineare ilquadro generale, per verificare se ecome i wiki possono trovare appli-cazione in ambito biblioteconomi-co. Riporteremo alcuni esempi, siastranieri sia italiani, e forniremo al-cune indicazioni su quali potrebbe-ro essere i primi passi per creare egestire un wiki bibliotecario.

Library 2.0 e wiki

È un vero e proprio modo di vive-re la Rete. Il “fenomeno wiki” è fi-glio di quello che in gergo vienechiamato Web 2.0: il Web collabo-rativo. Ormai in molti conosconoWikipedia (www.wikipedia.org), laprima grande enciclopedia onlinea cui tutti i naviganti possono con-tribuire scrivendo o correggendo

anche intere pagine. È disponibilein varie lingue: oltre che in italiano(il progetto è nato nel 2001 e con-ta più di 100.000 voci), anche ininglese, tedesco, francese, polac-co, giapponese, olandese, porto-ghese, spagnolo, svedese, russo,cinese, finlandese, norvegese. Epoi ancora in altre lingue minori,come, ad esempio, l’alemanno, ilbavarese, il corso, il latino, lo slo-veno, oltre che in alcuni dialettiitaliani: friulano, ligure, lombardo,napoletano, piemontese, sardo, si-ciliano, veneto. Ma Wikipedia è solo la punta diun grande iceberg telematico. Iltermine wiki deriva da una paroladella lingua hawaiiana che signifi-ca “rapido” oppure “molto velo-ce”. Può fare riferimento o ad unsito che permette a ciascuno deisuoi utilizzatori di aggiungere emodificare i contenuti o anche alsoftware collaborativo utilizzatoper creare il sito Web.In principio era il Portland PatternRepository o PPR (http://c2.com/ppr/), il progetto di documentazio-ne per cui fu usato il primo soft-ware di questo tipo, Wiki Base. Erail 1995. Da allora ad oggi il model-lo wiki si è moltiplicato in numero-se varianti, con siti, repertori, mo-tori di ricerca, che spaziano in tan-ti ambiti di interesse: documenta-zione di progetti informatici, pro-getti collaborativi (ad esempioTela_Insecta, network degli ento-mologi francofoni, Le Journal In-ternational des Quartiers, Nasgaïa),enciclopedie generali o settoriali

(tra le altre Sensei’s Library, Quest-ionsSurLAlimentation, Wikiartpe-dia), wiki comunitari (per consen-tire a persone che condividono glistessi interessi di comunicare e in-teragire virtualmente tra di loro),d’impresa, personali (cioè agendeo block-notes personali utilizzabiliesclusivamente on line). Dopo i blog, che sono diventati unfenomeno di portata mondiale, orala nuova frontiera del Web sem-brano proprio i wiki. Mentre i pri-mi sono più adatti per un diariopersonale o per un approfondi-mento giornalistico, i secondi siprestano ad aprire uno spazio (piùo meno ampio) alla libera condivi-sione di idee. E l’iniziativa, non so-lo da parte di enti e istituzioni maanche di singoli naviganti, trova li-bertà d’espressione grazie allapossibilità di creare un proprio si-to wiki in modo semplice e velo-ce: grazie a <www.pbiwiki.com>,<www.wetpaint.com> o <www.wikispaces.com> (sono tutti siti inlingua inglese), si scelgono nome,indirizzo Web e categoria, quindisi può decidere se aprire il propriowiki a tutti i naviganti della reteoppure ad una cerchia ristretta diamici, colleghi o anche parenti.Per Library 2.0 (o più semplice-mente L2) si intende l’applicazionedegli strumenti collaborativi delweb in ambito biblioteconomico.1

Come avviene in altri settori coin-volti dall’evoluzione Web 2.0, an-che per le biblioteche, i biblioteca-ri e gli utenti non mancano risvol-ti pratici e concreti.

Barbara FiorentiniBiblioteca dell’Università Cattolica

Sede di [email protected]

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Si tratta quindi di utilizzare in am-bito biblioteconomico tecnologie estrumenti per realizzare servizi in-novativi: blog, wiki, social book-marking, RSS, instant messaging.Per comunicare, per condividere,per partecipare e far partecipare.Coinvolti attivamente sono i biblio-tecari, ma anche gli utenti, stimola-ti così a creare dei servizi in colla-borazione con gli addetti ai lavori.

Che cos’è un wiki

Wikipedia lo definisce così:

…un sito web, (o comunque unacollezione di documenti ipertestua-li) che può essere modificato daisuoi utilizzatori e i cui contenuti so-no sviluppati in collaborazione datutti coloro che ne hanno accesso,come in un forum. La modifica deicontenuti è aperta e libera, ma vie-ne registrata in una cronologia per-mettendo in caso di necessità di ri-portare la parte interessata alla ver-sione precedente; lo scopo è quel-lo di condividere, scambiare imma-gazzinare e ottimizzare la cono-scenza in modo collaborativo. Iltermine wiki indica anche il soft-ware collaborativo utilizzato percreare il sito web.2

Il wiki più famoso è Wikipedia, mail Web pullula di altre piattaforme,di qualsiasi dimensione, che dannovita a vere e proprie comunità on-line. Wikipedia si presenta comeun’enciclopedia online, ma i wikisono più spesso monotematici evengono creati (o anche creano aloro volta) da comunità di indivi-dui accomunati dal medesimo inte-resse. Ecco allora che assistiamo al-la nascita di Ekopedia (http://ekopedia.org/), “l’enciclopedia praticache tratta le tecniche alternative divita. In ecologia, conosciamo ilperché. Ecco quindi come rispon-dere alle sfide ecologiche di oggi edi domani”. La piattaforma racco-glie quasi duecento articoli scrittiin maniera cooperativa, tutti scari-

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cabili e riutilizzabili liberamente.Per avere una più ampia visionedella complessità del mondo wikipuò essere utile leggere la paginacreata da Wikipedia con una lista(incompleta) di alcune tra i princi-pali wiki al mondo (http://en.wikipedia.org/wiki/List_of_wikis). È in-teressante notare come lo strumen-to wiki venga adottato da studiosio cultori di materie di ogni tipo,dalla letteratura all’educazione,dalla geografia alla politica, dallareligione alle scienze e tecnologia.Se vogliamo, possiamo produrrenoi stessi una comparazione trapiù wiki a nostra scelta. Grazie aWikiMatrix (www.wikimatrix.org)basta scegliere da un elenco di ri-sorse e cliccare su “compare” peravere un confronto “fatto in casa”.

Perché un wiki in biblioteca?

Le esperienze avviate sinora dimo-strano che gli strumenti collabora-tivi messi a disposizione dalla tec-nologia del Web 2.0 possono mi-gliorare le performance delle bi-blioteche nei confronti non solodegli utenti ma anche di tutti i ter-zi con cui si relaziona (es. fornito-ri); inoltre possono aiutare i bi-bliotecari a lavorare in modo piùefficace ed efficiente, soprattuttosul fronte delle attività di referen-ce. Ma non solo.Un wiki è uno strumento facile dausare, non necessita di particolariabilità informatiche. Molte piatta-forme non sono a pagamento peraprire e gestire un wiki. La sua ge-stione è flessibile e ampliabile inbase alla esigenze degli utenti. Èdi facile accesso perchè Web ba-sed. Offre ottime opportunità di ri-cerca. Consente di organizzare econdividere idee, progetti, docu-menti, ottimizzando il cosiddettoknowledge management.La partecipazione e la condivisio-ne sono elementi che possonoaiutare una comunità (come quel-

la dei bibliotecari e degli addetti ailavori) a conoscersi meglio, a cre-scere, a supportarsi, ad apprende-re da un rapporto più stretto tracolleghi.Certamente esistono anche alcunielementi a sfavore di un wiki, chedevono essere presi in considera-zione e che – in molti casi – pos-sono essere o eliminati o gestiti. Iwiki sono strumenti aperti, spesso“troppo” aperti: necessitano dicontrolli nell’introduzione dei con-tenuti da parte degli utenti per ga-rantire l’affidabilità dei contenutistessi. Sono infatti da sciogliere inodi relativi alla proprietà intellet-tuale ed economica di quanto vie-ne pubblicato. Se la gestione nonè attenta e precisa, un wiki rischiadi essere e apparire disordinato,confuso e quindi inutile. Spesso iwiki – proprio a causa della loroapertura – sono vittime di vandali-smi informatici e di spamming.Ma soprattutto, dobbiamo ricordareche i wiki non rappresentano unapanacea; tale modello deve essereadottato solo se effettivamente puòapportare benefici e se può contri-buire alla realizzazione efficace edefficiente di un progetto preciso.Le esperienze già attive sul campodimostrano come i wiki possono ri-entrare tra gli strumenti di suppor-to al lavoro di biblioteca. Dagli StatiUniti (dove, peraltro, è maggior-mente diffuso il virtual reference edove alla rete vengono affidati mol-ti servizi bibliotecari) vengono gliesempi più significati, ma anche inItalia sono stati realizzati progettiinteressanti. Ne parliamo nel pros-simo paragrafo.

I wiki nelle bibliotechenordamericane

Una distinzione di tipologie di wi-ki bibliotecari è stata esposta daBejune3 in un articolo che riportai risultati di una sua analisi com-piuta in Usa. I trentatrè wiki rile-

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vati sono stati divisi in quattro ca-tegorie riconducibili a quattro sco-pi diversi:1) collaborazione tra biblioteche(45.7%);2) collaborazione tra colleghi ap-partenenti allo stesso staff di bi-blioteca (31.4%);3) collaborazione tra bibliotecari eutenti di una stessa biblioteca(14.3%);4) collaborazione tra gli utenti(8.6%).Come si può notare, la maggiorparte dei wiki rientra nelle primedue categorie. È capitato solo indue casi che un wiki rientrasse indue categorie contemporaneamen-te: Butler WikiRef, creato da biblio-tecari, utenti e docenti della ButlerUniversity (http://www.seedwiki.com/wiki/butler_wikiref)4 e il wikiutilizzato come soggettario dallOhio University5 (www.library.ohiou.edu/subjects/bizwiki/index.php/Main_Page). Melanie Farkas6 propone un’altraclassificazione delle tipologie diwiki utilizzabili dalle biblioteche edai bibliotecari: per creare e sup-portare una comunità; per creareun soggettario; per creare un veroe proprio sito Web; per capitaliz-zare l’insieme delle conoscenze dicui si fanno portatori i singoli ad-detti ai lavori.Jeremy Frumkin7 (Oregon State U-niversity Libraries) propone unavisione più semplicistica: i wikipossono essere utilmente applicatinel più ampio contesto di una di-gital library. Ad esempio comesupporto alle attività legate al vir-tual reference (che trova ampiaapplicazione, e con successo, ne-gli Stati Uniti).Una biblioteca può anche avvaler-si delle funzionalità di un wiki percondividere e implementare pro-getti bibliotecari, come nel casodell’OCKHAM project, <www.ockham.org>. Boeninger, durante il suo interven-to al recente congresso Computers

in Libraries 2008,8 considera il wi-ki uno strumento di comunicazio-ne interno tra bibliotecari, ma an-che un insieme di tools collabora-tivi adatti a comunicare con gliutenti della biblioteca. Il contributo di Bejune mi sembraquello più adatto per inquadrare lasituazione, per leggere le espe-rienze già in corso e per fornireidee e suggerimenti per lo svilup-po di iniziative future. I dati da luiraccolti si riferiscono al territorioamericano. Ecco alcuni esempi,suddivisi per categoria.

Collaborazione tra biblioteche

LIBRARY SUCCESS: A BEST PRACTICES WI-KI, <www.libsuccess.org>. Questowiki raccoglie e organizza i proget-ti di successo riguardanti le biblio-teche. Creato da Meredith Farkas,una vera esperta del settore, il sitoè di facile utilizzo e ricco di infor-mazioni. Molti link riguardano larealtà statunitense e, più in genera-le, nordamericana, ma non manca-no alcuni esempi provenienti dal-

l’Europa. Questo wiki è nato perfare uscire dall’anonimato e diffon-dere presso una più ampia plateamolte iniziative di successo chetroppo spesso restano chiuse nellostretto ambito in cui sono nate.LIS WIKI, <http://liswiki.org/wiki/Main_Page>. Sono oltre 1.300 gliarticoli raccolti da questo wiki, de-dicato alla Library and InformationScience. Si trova anche una ric-ca pagina (http://liswiki.org/wiki/Wiki) contenente informazioni sul-l’utilizzo dei wiki in biblioteca.THE LIBRARY INSTRUCTION WIKI,<http://instructionwiki.org/Main_Page>. Creato dalla Oregon Li-brary, ha lo scopo di fornire ai bi-bliotecari gli strumenti opportuniper l’istruzione sul lavoro. Fattodai bibliotecari per i bibliotecari.

Collaborazione tra colleghi appar-tenenti allo stesso staff di biblioteca

UNIVERSITY OF CONNECTICUT LIBRARIES’STAFF WIKI, <http://wiki.lib.uconn.edu/index.php/Main_Page>. Il sitoraccoglie ed organizza documenti

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La main page di Library Success

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di vario genere relativi ai servizi diinformation technology e di inte-resse per il personale di biblioteca.UNIVERSITY OF MINNESOTA LIBRARIES

STAFF WEBSITE, <http://wiki.lib. umn.edu/>. I bibliotecari dell’Universitàdel Minnesota hanno scelto la for-ma del wiki per creare il propriosito Web. Importante è il coinvol-gimento di tutti i bibliotecari per-ché offrano il loro contributo (“Staffinput is crucial to this site’s evolu-tion”) per supportare il lavoro dibiblioteca (“The University Librariesare a strategic asset of the Univer-sity, providing intellectual leaders-hip and extraordinary informationexperiences toward the advance-ment of knowledge”).

Collaborazione tra bibliotecari eutenti di una stessa biblioteca

ST. JOSEPH COUNTY PUBLIC LIBRARY’SSUBJECT GUIDES (South Bend, India-na), <www.libraryforlife.org/subjectguides/index.php/Main_Page>.Interessante esempio di coinvolgi-

mento degli utenti. E i bibliotecarilocali credono molto in questo stru-mento, così definito nell’home pa-ge: “SJCPL Subject Guides: the bestin local information and educatio-nal, cultural and community buil-ding resources”. USC AIKEN GREGG GRANITEVILLE LI-BRARY, <http://library.usca.edu/Main/HomePage>, viene utilizzato co-me content management system(CMS) su piattaforma PmWiki.DOUCETTE LIBRARY OF TEACHING RE-SOURCES WIKI, <http://wiki.ucalgary.ca/page/Doucette>. Il sito è statoideato e creato dalla Faculty ofEducation (University of Calgary,Canada) per fornire informazioni erisorse specialistiche agli studenti.

Collaborazione tra gli utenti

WIKI WORLDCAT (WIKID), <http://alcme.oclc.org/wikid/FrontPage>. Sitratta di un progetto pilota del-l’OCLC che consentiva agli utenti diinserire i propri contributi ai recorddell’Open WorldCat.

BUTLER WIKIREF, <http://www.wikiindex.org/Butler_Wikiref>. Creatoda bibliotecari, personale docentee studenti della Butler University, ilsito invita a discutere e valutare lerisorse di reference messe a dispo-sizione dal sistema bibliotecario.THE BIZ WIKI, <http://www.library.ohiou.edu/subjects/bizwiki/index.php/Main_Page>. Utilizzato comesoggettario dalla e per la OhioUniversity, questo wiki è dedicatoin particolare alle risorse afferentialla business information.

I wiki bibliotecari in Italia:alcuni esempi

Non si vogliono qui riportare i da-ti di un censimento dei wiki creatie gestiti da biblioteche o bibliote-cari italiani, quanto piuttosto pre-sentare alcuni dei progetti più si-gnificativi avviati in Italia.Gli esempi non sono tanti (sareb-be interessante compiere un’inda-gine più approfondita per la qualerimandiamo ad uno studio da rea-lizzare prossimamente) e purtrop-po neppure aggiornati.Tra tutti spiccano le esperienzedell’ottimo wiki dedicato all’OpenAccess e del portale dell’Universitàdi Bologna, che investe molto ne-gli strumenti Web per migliorarenon solo i servizi all’utente ma an-che la qualità del lavoro dei bi-bliotecari stessi.WIKI DELLE BIBLIOTECHE, a cura delSistema bibliotecario d’ateneo del-l’Università di Bologna, “raccogliee organizza informazioni, idee ebuone pratiche delle biblioteche,dei gruppi di studio e di lavoro delSistema bibliotecario e del CIB”. Sitratta di un ampio progetto chespazia da iniziative di promozionedell’information literacy rivolteagli studenti a prototipi di servizivolti a supportare il lavoro dei bi-bliotecari. La pagina di presenta-zione del wiki è all’URL <http://www.sba.unibo.it/sba/strilli/e-nato-

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La main page di LISWiki

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il-wiki-delle-biblioteche/>, mentreil wiki vero e proprio è disponibi-le online all’indirizzo <http://wiki.biblioteche.unibo.it/index.php/Pagina_principale>. Ottima la pagina di aiuto9 con unavera guida all’utilizzo del wiki daparte degli utenti registrati.Le pagine inserite sono ancora po-che ma il progetto ha buone po-tenzialità.Lo stesso ateneo ha creato un se-condo wiki, CHIEDI AL BIBLIOTECARIO

(http://drwiki.cib.unibo.it/index.php/Pagina_principale), dedicatoal servizio di digital reference, par-tito in via sperimentale nel 2006 eavviato ufficialmente un anno piùtardi. Il software scelto per l’eroga-zione del servizio centralizzato diateneo è il modulo di virtual ref-erence di Sebina Open Library del-la divisione Beni culturali di DataManagement e di IBACN RegioneEmilia-Romagna. Il wiki riuniscestrumenti e documenti utili per co-noscere e utilizzare il servizio.IL WIKI SULL’OPEN ACCESS IN ITALIA,<http://wiki.openarchives.it/index.php/Pagina_principale>: ottimo si-to finalizzato a fornire informazio-ni, approfondimenti e link utili intema di accesso libero. Una sezio-ne introduttiva aiuta ad approccia-re il tema e riunisce i testi di base.Seguono sezioni speciali incentra-te su modelli economici, dirittod’autore e costi. Inoltre sono statecreate sezioni ad hoc per ogni ca-tegoria: bibliotecari, editori, autori,università ed enti di ricerca, enti difinanziamento e curatori di depo-siti istituzionali. Infine, è fornitauna selezione accurata dei casi diOpen Access suddivisi per ambitodisciplinare.“PINALI” PBWIKI (http://pinali.pbwiki.com/) è realizzato dalla Bibliotecamedica “V. Pinali” dell’Università de-gli studi di Padova. L’idea è quelladi supportare con lo strumento wi-ki lo studio e la ricerca in ambitomedico, sfruttando gli strumenti delWeb 2.0. Non a caso il blog della

medesima biblioteca (MEDICINA IN BI-BLIOTECA, <http://giorgiobertin.wordpress.com/>) viene costantementeaggiornato e consultato con successo.IL BIBLIOTECARIO (<http://it.wiki-source.org/wiki/Wikisource:Il_Bibliotecario>) è il primo “(a)perio-dico” di informazione di Wiki-source, nato nel giugno del 2007.Wikisource è un’ampia bibliotecalibera e gratuita a cui tutti possonocollaborare, che raccoglie opere edocumenti di dominio pubblico orilasciati nei termini della licenzaGNU Free Documentation License.Questo sito, insieme a Wikipediaed altri progetti, è gestito dallaWikimedia Foundation.È dedicato alla biblioteca digitale ilwiki legato al blog Biblio(a)tipici,10

<http://biblioatipici.pbwiki.com/BibliotecaDigitale>, creato da An-drea Marchitelli. Per il momentosono disponibili le pagine dedica-te alle istruzioni per l’uso e, ovvia-mente, alla biblioteca digitale. Pur-troppo da più di un anno risulta cheil wiki non venga più aggiornato.

Creare un wiki di successo

Perché un wiki? E poi, come fare?Come fare a crearlo, a gestirlo e apromuoverlo? Sono le domandefondamentali alle quali sarebbe op-portuno rispondere prima di realiz-zare l’idea.Alcuni documenti vengono in aiutoper cercare di fare chiarezza sulletappe da percorrere.Una traccia utile per riflettere èquella proposta da Luis Suarez nelcontributo When Wikis Won’t Work:10 Questions to Ask Before FullAdoption:11 dieci domande che ser-vono per uno studio di fattibilità (edel futuro successo) del proprioprogetto.Melanie Farkas è una bibliotecariadi indiscussa preparazione in que-sto campo e propone alcune utiliindicazioni nel suo già citato Wikis:basics, tools and strategies. Qui laFarkas riporta i suggerimenti diSuarez e illustra anche brevementequali sono le piattaforme e le carat-teristiche tecniche che un wiki do-

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“Chiedi al bibliotecario”, un wiki prodotto dall’ateneo bolognese

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vrebbe avere in base al tipo di stru-mento al quale si vuole dare vita.12

Ulteriori indicazioni sono stateesposte da Eugene Barsky e DeanGiustini13. Punti di riferimento per l’evoluzio-ne dell’impiego dei wiki in tutti gliambiti sono le due convention in-ternazionali “WikiMania” e “Com-puters in Libraries” (CIL), che ognianno riuniscono esperti ed appas-sionati da tutto il mondo. Durantel’ultimo “WikiMania” (Alessandriad’Egitto, 17-19 luglio, <http://wiki-mania2008.wikimedia.org/wiki/Main_Page>) si è parlato anche dibiblioteche. Il video è scaricabileliberamente.14 Segnalo infine chedurante l’ultimo CIL Chad Boenin-ger è proprio intervenuto sul temaWikis in Libraries: Enhancing Ser-vices, Promoting Sources, andBuilding Community.15

Ultima consultazione:1° ottobre 2008.

Fonti

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Note

1 BARBARA FIORENTINI, Il Social bookmar-king nel servizio di reference, “Biblio-time”, 11(2008), 1, <http://didattica.sp

bo.unibo.it/bibliotime/num-xi-1/fio-renti.htm>.2 <http://it.wikipedia.org/wiki/Wiki>.3 MATTHEW BEJUNE, Wikis in libraries,“Information Technology and Librar-ies”, 26(2007), 3, p. 26-38.4 BRAD METTHIES – JONATHAN HELMKE –PAUL SLATER, Using a wiki to enhance li-brary instruction, “Indiana Libraries”,25 (2006), 3, p. 32-34)5 Presentazione in <http://www.info-today.com/cil2006/presentations/C101-102_Boeninger.pps>.6 Relazione al congresso “Computersin Libraries” 2008 sul tema: Wikis: ba-sics, tools and strategies.7 JEREMY FRUMKIN, The Wiki and the di-gital library, “OCLC Systems & Servi-ces, 21 (2005), 1, p. 18-22.8 CHAD BOENINGER, Wikis in Libraries:Enhancing Services, Promoting Sour-ces, and Building Community, <http://academiclibrary2point0.pbwiki.com/>.9 <http://meta.wikimedia.org/wiki/Aiuto:Sommario>. 10 <http://www.biblioatipici.it/>.11 <http://it.toolbox.com/blogs/elsua/when-wikis-wont-work-10-questions-to-ask-before-full-adoption-18809>.12 <http://www.slideshare.net/librarianmer/wiki-preconference-computers-in-libraries-2008>.13 EUGENE BARSKY – DEAN GIUSTINI, In-troducing Web 2.0: wikis for health li-brarians, “JCHLA / JABSC”, 28 (2007),p. 147-150.14 URL: <http://tinyurl.com/68awoa>.15 URL: <http://tinyurl.com/3olc4x>.

L’informazione in rete

Biblioteche oggi – dicembre 2008

The collaborative web is conquer-ing libraries' world. Abroad –especially in the United States –Web 2.0 tools applied to the LISare increasingly popular; libra-rians are increasingly confidentin trusting web services.Wikis are typical web collabora-tive tools. In general they areused with good results, but herein Italy they are still little popular. In this paper we will try to outlinethe general framework, findinginteresting LIS applications.

Abstract