Linfocitosi cutanea felina: descrizione di tre casi clinici · PDF fileVeterinaria, Anno 25,...

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Veterinaria, Anno 25, n. 3, Giugno 2011 25 Dermatologia Linfocitosi cutanea felina: descrizione di tre casi clinici Silvia Colombo*, Fabrizio Fabbrini**, Alessandro Corona°, Francesca Abramo°° *Medico Veterinario, DipECVD, Libero Professionista Via Felice Musazzi, 24 - 20025 Legnano (MI) **Medico Veterinario, C.E.S. Dermatologie, Libero Professionista - Clinica Veterinaria Papiniano Viale Papiniano, 50 - 20123 Milano °Medico Veterinario, Libero Professionista - Via Mellana, 4 15033 Casale Monferrato (AL) °°Medico Veterinario, Dipartimento di Patologia Animale, Università di Pisa - Viale delle Piagge, 2 - 56124 Pisa INTRODUZIONE La linfocitosi cutanea è stata segnalata nel gatto 1,2 e successivamente nel cane 3 . Il termine “linfocitosi cutanea” descrive un processo prolife- rativo linfoide con accumulo di linfociti nel derma; tale denominazione è solo morfologica e non implica una specifica diagnosi o un particola- re evento causale. I casi descritti in letteratura nel gatto e nel cane ri- portano analogie, ma anche sostanziali differenze, con quanto è rico- nosciuto in un gruppo eterogeneo di malattie linfocitarie proliferative nell’uomo, per le quali sono stati coniati termini come pseudolinfoma, iperplasia cutanea linfoide, linfocitoma cutis, discrasia linfoide e linfoci- tosi follicolotropa 4,5,6 . L’eterogeneità di questo gruppo di malattie è de- terminata dai diversi aspetti clinici conseguenti al tipo di proliferazio- ne linfocitaria (forme nodulari nel linfocitoma cutis e nello pseudolin- foma, forme diffuse nella discrasia linfoide e nell’iperplasia cutanea lin- foide, papule follicolari nella linfocitosi follicolotropa) 4,5,6 ; i diversi ter- mini indicati sono talvolta utilizzati scambievolmente, per indicare una proliferazione cellulare che mima in tutto e per tutto una neoplasia. Il problema diagnostico principale della linfocitosi cutanea è il riconosci- mento dei caratteri di malignità nella proliferazione linfocitaria. Nel- l’uomo queste malattie si differenziano dal linfoma cutaneo per la pos- sibile regressione spontanea, oppure per la lenta progressione; la tra- sformazione in linfoma è riportata raramente 4,6 . Si pensa che la proli- ferazione linfoide, nell’uomo, sia il risultato di uno stimolo antigenico persistente dei linfociti T o B, associato ad una reazione avversa al far- maco, al morso o alla puntura di artropodi, ad una reazione allergica da contatto o ad infezioni (Borrelia, Leishmania, Molluscum contagiosum, Herpesvirus) 4,6,7 . La differenza sostanziale tra l’uomo e gli animali risie- de nella prognosi (nel cane la malattia mostra un andamento progres- sivo ma inesorabilmente maligno), nell’uso del termine linfocitosi per indicare forme cliniche che si manifestano, soprattutto nel gatto, con alopecia, eritema e placche e solo raramente con noduli e nel fenoti- po della popolazione linfoide (di tipo B o T nell’uomo e solo T nel ca- ne e nel gatto) 1,3,8 . Come già accennato, la differenziazione della linfoci- tosi cutanea dal linfoma è estremamente complessa dal punto di vista diagnostico e non è possibile distinguere le due malattie sulla base de- gli esami istologico e immunoistochimico 8 . Lo scopo del presente lavoro è quello di descrivere gli aspetti clinico- patologici, l’iter diagnostico, la terapia e l’evoluzione clinica di tre casi di linfocitosi felina e di presentare una revisione della letteratura esi- stente in medicina veterinaria relativa a questa rara malattia. DESCRIZIONE DEI CASI CLINICI Caso n. 1 Un gatto comune europeo a pelo corto, maschio castrato, di 14 anni di età veniva presentato alla visita clinica per alopecia simmetrica ge- RIASSUNTO Si descrivono tre casi di linfocitosi cutanea fe- lina, malattia recentemente riconosciuta e at- tualmente considerata un linfoma indolente. Tre gatti di età compresa tra 11 e 14 anni ve- nivano presentati alla visita per lesioni derma- tologiche di aspetto variabile da placche erite- matose facciali ad alopecia localizzata o diffusa con eritema, esfoliazione ed ulcere focali. La diagnosi istologica era di linfocitosi cutanea, e in due casi la diagnosi è stata completata dal- l’esame immunoistochimico che identificava come linfociti T le cellule infiltranti. I tre casi sono stati trattati con glucocorticoidi da soli o in associazione a clorambucile, con parziale re- missione della sintomatologia. Un gatto è mor- to improvvisamente otto mesi dopo la diagno- si ed uno è stato sottoposto ad eutanasia due anni dopo la diagnosi per insufficienza renale; il terzo gatto è vivo tre anni dopo la diagnosi e non presenta apparente diffusione della malat- tia agli organi interni. “Articolo ricevuto dal Comitato di Redazione il 28/01/2011 ed accettato per la pubbli- cazione dopo revisione il 26/05/2011”.

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Veterinaria, Anno 25, n. 3, Giugno 2011 25

❚ Dermatologia

Linfocitosi cutanea felina:descrizione di tre casi clinici

Silvia Colombo*, Fabrizio Fabbrini**,Alessandro Corona°, Francesca Abramo°°*Medico Veterinario, DipECVD, Libero ProfessionistaVia Felice Musazzi, 24 - 20025 Legnano (MI)**Medico Veterinario, C.E.S. Dermatologie, LiberoProfessionista - Clinica Veterinaria PapinianoViale Papiniano, 50 - 20123 Milano°Medico Veterinario, Libero Professionista - Via Mellana, 415033 Casale Monferrato (AL)°°Medico Veterinario, Dipartimento di Patologia Animale,Università di Pisa - Viale delle Piagge, 2 - 56124 Pisa

INTRODUZIONE

La linfocitosi cutanea è stata segnalata nel gatto1,2 e successivamentenel cane3. Il termine “linfocitosi cutanea” descrive un processo prolife-rativo linfoide con accumulo di linfociti nel derma; tale denominazioneè solo morfologica e non implica una specifica diagnosi o un particola-re evento causale. I casi descritti in letteratura nel gatto e nel cane ri-portano analogie, ma anche sostanziali differenze, con quanto è rico-nosciuto in un gruppo eterogeneo di malattie linfocitarie proliferativenell’uomo, per le quali sono stati coniati termini come pseudolinfoma,iperplasia cutanea linfoide, linfocitoma cutis, discrasia linfoide e linfoci-tosi follicolotropa4,5,6. L’eterogeneità di questo gruppo di malattie è de-terminata dai diversi aspetti clinici conseguenti al tipo di proliferazio-ne linfocitaria (forme nodulari nel linfocitoma cutis e nello pseudolin-foma, forme diffuse nella discrasia linfoide e nell’iperplasia cutanea lin-foide, papule follicolari nella linfocitosi follicolotropa)4,5,6; i diversi ter-mini indicati sono talvolta utilizzati scambievolmente, per indicare unaproliferazione cellulare che mima in tutto e per tutto una neoplasia. Ilproblema diagnostico principale della linfocitosi cutanea è il riconosci-mento dei caratteri di malignità nella proliferazione linfocitaria. Nel-l’uomo queste malattie si differenziano dal linfoma cutaneo per la pos-sibile regressione spontanea, oppure per la lenta progressione; la tra-sformazione in linfoma è riportata raramente4,6. Si pensa che la proli-ferazione linfoide, nell’uomo, sia il risultato di uno stimolo antigenicopersistente dei linfociti T o B, associato ad una reazione avversa al far-maco, al morso o alla puntura di artropodi, ad una reazione allergica dacontatto o ad infezioni (Borrelia, Leishmania, Molluscum contagiosum,Herpesvirus)4,6,7. La differenza sostanziale tra l’uomo e gli animali risie-de nella prognosi (nel cane la malattia mostra un andamento progres-sivo ma inesorabilmente maligno), nell’uso del termine linfocitosi perindicare forme cliniche che si manifestano, soprattutto nel gatto, conalopecia, eritema e placche e solo raramente con noduli e nel fenoti-po della popolazione linfoide (di tipo B o T nell’uomo e solo T nel ca-ne e nel gatto)1,3,8. Come già accennato, la differenziazione della linfoci-tosi cutanea dal linfoma è estremamente complessa dal punto di vistadiagnostico e non è possibile distinguere le due malattie sulla base de-gli esami istologico e immunoistochimico8.Lo scopo del presente lavoro è quello di descrivere gli aspetti clinico-patologici, l’iter diagnostico, la terapia e l’evoluzione clinica di tre casidi linfocitosi felina e di presentare una revisione della letteratura esi-stente in medicina veterinaria relativa a questa rara malattia.

DESCRIZIONE DEI CASI CLINICI

Caso n. 1Un gatto comune europeo a pelo corto, maschio castrato, di 14 annidi età veniva presentato alla visita clinica per alopecia simmetrica ge-

RIASSUNTO

Si descrivono tre casi di linfocitosi cutanea fe-lina, malattia recentemente riconosciuta e at-tualmente considerata un linfoma indolente.Tre gatti di età compresa tra 11 e 14 anni ve-nivano presentati alla visita per lesioni derma-tologiche di aspetto variabile da placche erite-matose facciali ad alopecia localizzata o diffusacon eritema, esfoliazione ed ulcere focali. Ladiagnosi istologica era di linfocitosi cutanea, ein due casi la diagnosi è stata completata dal-l’esame immunoistochimico che identificavacome linfociti T le cellule infiltranti. I tre casisono stati trattati con glucocorticoidi da soli oin associazione a clorambucile, con parziale re-missione della sintomatologia. Un gatto è mor-to improvvisamente otto mesi dopo la diagno-si ed uno è stato sottoposto ad eutanasia dueanni dopo la diagnosi per insufficienza renale; ilterzo gatto è vivo tre anni dopo la diagnosi enon presenta apparente diffusione della malat-tia agli organi interni.

“Articolo ricevuto dal Comitato di Redazione il 28/01/2011 ed accettato per la pubbli-cazione dopo revisione il 26/05/2011”.

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neralizzata auto-indotta, sviluppatasi in un periododi circa due anni e per una lesione ulcerativa loca-lizzata nella regione della spalla destra, di recenteinsorgenza. Nei due anni precedenti alla visita, ilgatto era stato trattato con antiparassitari, anti-fungini, antistaminici, acidi grassi essenziali e anti-depressivi triciclici senza alcun miglioramento; inseguito era stato applicato e mantenuto in sedeun collare elisabettiano per evitare che l’animaletraumatizzasse ulteriormente la cute.L’esame obiettivo generale risultava nella norma,mentre all’esame dermatologico si osservavanoalopecia simmetrica estesa dal collo al perineocon coinvolgimento della parte prossimale degliarti ed eritema, esfoliazione, papule e croste diffu-se (Figura 1). Erano inoltre presenti una lesione ul-cerativa sulla spalla destra, eritema ed esfoliazionea carico dell’addome e delle estremità degli arti eotite eritematosa e ceruminosa bilaterale.Le diagnosi differenziali considerate per la presen-tazione clinica erano le ectoparassitosi, la derma-tofitosi, le malattie allergiche, il linfoma cutaneo ela dermatite esfoliativa associata al timoma.Si eseguivano alcune indagini diagnostiche quali ra-schiati cutanei multipli, risultati negativi, esamecolturale per dermatofiti, risultato negativo edesame citologico per apposizione dalla lesione ul-cerativa sulla spalla destra, che consentiva di os-servare la presenza di neutrofili e cocchi intracel-lulari ed extracellulari e dai condotti uditivi ester-ni, con corneociti e lieviti del genere Malassezia. Siprocedeva ad eseguire un prelievo di sangue perl’esame emocromocitometrico, il profilo biochimi-co e gli esami sierologici per FIV e FeLV. Gli esamiematologici mostravano anemia (globuli rossi: 4,10milioni/µl, intervallo di riferimento: 5,3-10 milio-ni/µl; ematocrito: 25,4%, intervallo di riferimento:32-48%), leucocitosi (globuli bianchi 27.900/µl, in-tervallo di riferimento: 5.500-18.000/µl), linfocito-si (13.950/µl, intervallo di riferimento: 1.000-7.000/µl) con presenza di linfociti attivati nellostriscio, eosinofilia (1.953/µl, intervallo di riferi-mento: 0-1000/µl), basofilia (558/µl, intervallo diriferimento: 0-100/µl) ed aumento della concen-trazione sierica dell’urea (87 mg/dl, intervallo di ri-ferimento: 20-65 mg/dl). I test sierologici per FIV eFeLV risultavano negativi. Si procedeva infine aprelevare campioni di cute con biopsie multipledalle lesioni da inviare al laboratorio per l’esameistologico, che consentiva di osservare un quadrosuggestivo di linfocitosi cutanea o di linfoma cuta-neo non epiteliotropo a piccoli linfociti. La prolife-razione di linfociti si caratterizzava per una distri-buzione a doppia banda spessa nel derma superfi-ciale e profondo con diradamento degli annessicutanei. Non si osservava epiteliotropismo né acarico dell’epidermide, dalla quale l’infiltrato risul-tava separato da una Grenz zone ben definita, néa carico della parete dei follicoli e degli annessi (Fi-gura 2). I linfociti infiltranti, senza caratteri di ati-

pia citologica, erano di piccole dimensioni, alcunipossedevano nucleo indentato, le mitosi erano ra-re; si osservavano mastociti sparsi, ben evidentidopo colorazione speciale con blu di toluidina (Fi-gura 3). Si rilevavano inoltre aggregati multifocalinodulari di linfociti nel derma profondo, nel sotto-cute e nella fascia muscolare. L’esame immunoi-stochimico su sezioni incluse in paraffina ha con-fermato l’origine linfocitaria di tipo T delle celluleinfiltranti (CD3 positive) (Figura 4). Gli aggregatiprofondi nodulari apparivano invece costituiti dalinfociti di tipo B (CD79a positivi).Si prescrivevano inizialmente amoxicillina e acidoclavulanico (Synulox®, Pfizer Italia) al dosaggio di25 mg/kg ogni 12 ore, selamectina spot-on (Stron-ghold®, Pfizer Italia) ogni due settimane per 3 ap-plicazioni e gocce otologiche (Surolan®, Janssen-Cilag) da applicare nei condotti uditivi ogni 12ore. Dopo tre settimane di terapia, l’otite cerumi-nosa si era risolta ed il prurito si era attenuato; ilgatto veniva in seguito trattato con metilpredniso-lone acetato (Depo-Medrol® Vet, Pfizer Italia) aldosaggio di 20 mg totali per via intramuscolareogni 3 settimane per 3 volte, con la completascomparsa del prurito. Nell’arco dei successivi no-ve mesi, il gatto ha presentato due episodi di pru-rito intenso accompagnati da otite bilaterale e le-sioni escoriative, trattate con antibiotici e gluco-corticoidi. Le lesioni alopeciche esfoliative sono ri-maste invariate. Il caso è stato seguito complessi-vamente per circa 2 anni dopo la diagnosi, fino al-la morte del paziente per insufficienza renale. Nonè stato possibile eseguire l’esame necroscopicoper il mancato consenso del proprietario.

Caso n. 2Un gatto comune europeo a pelo corto, maschiocastrato, di 11 anni di età veniva presentato allavisita clinica per prurito generalizzato di entitàmoderata e lesioni alopeciche associate a sfrega-mento del muso. Il problema era insorto un an-no e mezzo prima, con prurito e alopecia faccia-li. Il paziente era stato trattato con glucocorti-coidi per via orale per brevi periodi durante l’an-no precedente la visita e con un antistaminicodurante il mese precedente la visita, senza alcunmiglioramento.Con l’eccezione dell’evidente sovrappeso, l’esameobiettivo generale risultava nella norma. L’esamedermatologico consentiva di osservare eritemageneralizzato e alcune lesioni a placca, alopecicheed eritematose, a carico del lato destro del musoe della regione perioculare destra (Figura 5).Le diagnosi differenziali considerate per la presen-tazione clinica erano il complesso del granulomaeosinofilico, le malattie allergiche ed il linfoma cu-taneo o altre neoplasie.L’esame citologico eseguito per aspirazione conago da una delle lesioni a placca mostrava una po-polazione cellulare uniforme, costituita da piccoli

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linfociti con interposizione di mastociti (Figura 6).I parametri valutati con l’esame emocromocito-metrico e con il profilo biochimico risultavanonella norma e gli esami sierologici per FIV e FeLVerano negativi. Si procedeva quindi al prelievo, inanestesia generale, di alcuni campioni bioptici dicute dalle lesioni a placca presenti sul muso. L’esa-me istologico descriveva un infiltrato dermico dif-fuso di piccoli linfociti che si spingeva fino alla zo-na dell’interfaccia, in assenza di epiteliotropismo. Ifollicoli piliferi apparivano completamente circon-dati ma non invasi dall’infiltrato e nel contesto del-la proliferazione linfocitaria si rilevavano mastoci-ti e piccoli aggregati di neutrofili. I linfociti, senzacaratteri di atipia citologica, erano di piccole di-mensioni, di aspetto uniforme, con nuclei talvolta

indentati e le mitosi erano rare (Figura 7). Il qua-dro era suggestivo di linfocitosi cutanea e, in segui-to all’esito dell’esame istopatologico, veniva effet-tuato un esame ecografico completo dell’addomeche non consentiva di osservare alcuna alterazio-ne. L’esame immunoistochimico delle sezioni dicute incluse in paraffina, con anticorpo anti CD3,confermava in seguito l’origine linfocitaria T del-l’infiltrato.Si prescrivevano metilprednisolone (Medrol® Vet,Pfizer Italia) al dosaggio di 4 mg/kg per via oraleogni 24 ore e clorambucile (Leukeran®, GlaxoSmi-thKline Spa) al dosaggio di 0,125 mg/kg per viaorale ogni 24 ore. Venivano programmate visite dicontrollo ogni due settimane per i primi tre mesi,con prelievo di sangue per l’esame emocromoci-

FIGURA 1 - Caso n. 1. Alopecia, eritema, esfoliazione e piccole papu-le crostose estese dal collo al perineo con coinvolgimento della par-te prossimale degli arti. Lesione ulcerativa sulla spalla destra.

FIGURA 2 - Caso n. 1. Esame istopatologico della cute. Doppia bandaspessa di infiltrato di piccoli linfociti nel derma superficiale e pannico-lo/fascia muscolare. Nella banda profonda si osservano aggregati no-dulari di piccoli linfociti maturi (E-E, 4x).

FIGURA 3 - Caso n. 1. Esame istopatologico della cute. Nell’infiltratodermico i piccoli linfociti sono negativi al blu di toluidina, si osserva-no numerosi mastociti ben differenziati (Blu di toluidina, 40x).

FIGURA 4 - Caso n. 1. Esame immunoistochimico di sezione di cute.Positività al CD3 (marker per linfociti T) dei piccoli linfociti infiltranti(DAB come cromogeno).

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tometrico. Durante i primi controlli, le lesioni mi-glioravano progressivamente e il dosaggio di me-tilprednisolone veniva gradualmente ridotto fino a0,5 mg/kg per via orale a giorni alterni. L’esameemocromocitometrico ripetuto mostrava lieve etemporanea anemia (valore minimo riscontratoper i globuli rossi: 4620/µl, intervallo di riferimen-to: 5.300-10.000/µl) e linfopenia persistente (valo-re minimo riscontrato: 297/µl, valore massimo ri-scontrato: 682/µl, intervallo di riferimento: 1.000-7.000/µl); le alterazioni rilevate non venivano rite-nute di gravità tale da richiedere la riduzione deldosaggio di clorambucile. Quattro mesi dopo ladiagnosi si osservava un peggioramento delle le-sioni facciali e la comparsa di alopecia, eritema edesfoliazione associate a prurito a carico dei fian-

chi. L’esame citologico del materiale prelevatomediante raschiato cutaneo dalla regione del fian-co consentiva di osservare una popolazione omo-genea di piccoli linfociti. Il dosaggio di metilpredni-solone veniva nuovamente aumentato a 4 mg/kgper via orale ogni 24 ore, mentre il dosaggio delclorambucile rimaneva immutato (0,125 mg/kgper via orale ogni 24 ore). La variazione nella te-rapia conduceva ad un nuovo miglioramento dellelesioni facciali e alla scomparsa delle lesioni a cari-co dei fianchi, e durante i mesi successivi il dosag-gio di metilprednisolone veniva di nuovo ridottoprogressivamente fino ad 1 mg/kg per via orale agiorni alterni. Il dosaggio del clorambucile rimane-va invariato e gli esami emocromocitometrici ese-guiti ogni tre mesi continuavano a mostrare linfo-

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FIGURA 5 - Caso n. 2. Placche alopeciche ed eritematose multifocalicoalescenti sul muso e intorno all’occhio.

FIGURA 6 - Caso n. 2. Esame citologico per infissione da placca eri-tematosa. Popolazione monomorfa di piccoli linfociti con nucleo ro-tondo e citoplasma scarso e pallido (in basso a sinistra sono presen-ti due eritrociti come unità di misura). Si osservano due mastociti congranulazioni color porpora nel citoplasma (colorazione Diff-Quick®).

FIGURA 7 - Caso n. 2. Esame istopatologico della cute. Infiltrato der-mico diffuso di piccoli linfociti. Notare l’assenza di epiteliotropismonell’epidermide e nella parete dei follicoli (E-E, 20x).

FIGURA 8 - Caso n. 3. Lesione alopecica, eritematosa ed ulceratasul fianco.

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penia. Otto e 18 mesi dopo la diagnosi veniva ri-petuto l’esame ecografico dell’addome, che nonconsentiva di osservare alterazioni a carico degliorgani interni in nessuna delle due occasioni.

Caso n. 3Una gatta comune europea a pelo corto, femminasterilizzata, di 14 anni di età veniva portata alla visi-ta clinica per la comparsa di una lesione prurigino-sa, alopecica ed ulcerativa sul fianco, presente dacirca dieci giorni, e non trattata precedentemente.L’esame obiettivo generale risultava nella norma,mentre all’esame dermatologico si osservavaun’area di alopecia piuttosto estesa, localizzata alfianco destro, associata ad esfoliazione e a lesioniulcerative (Figura 8).Le diagnosi differenziali considerate per la presen-tazione clinica erano le ectoparassitosi, la derma-tofitosi, il linfoma cutaneo, l’iperadrenocorticismoed il trauma.Si eseguivano alcune indagini diagnostiche quali ra-schiati cutanei multipli, risultati negativi, esamecon lampada di Wood ed esame colturale per der-matofiti, risultati negativi ed esami citologici perapposizione dalle lesioni ulcerative, che consenti-vano di osservare la presenza di neutrofili e coc-chi intracellulari ed extracellulari.Veniva prescritta una terapia antibiotica con enro-floxacina (Baytril®, Bayer AG) al dosaggio di 5mg/kg per via orale ogni 24 ore per tre settimanee l’applicazione di fipronil-methoprene (Frontlinecombo® spot on, Merial Italia) ogni 2 settimane,ma dopo tre settimane le lesioni risultavano inva-riate. Si procedeva quindi al prelievo, in anestesiagenerale, di campioni bioptici di cute dalle lesioniper l’esame istologico, che consentiva di osserva-re un quadro suggestivo di linfocitosi cutanea. Ilderma superficiale e medio apparivano completa-mente invasi da un tappeto denso di cellule linfoi-

di, di aspetto uniforme, con diradamento dellestrutture annessiali non interessate dall’infiltrato(Figura 9). I linfociti erano di piccole dimensioni,senza caratteri di atipia citologica, con nucleo pic-colo, talvolta indentato e scarso citoplasma (Figu-ra 10). Tra i piccoli linfociti si osservavano masto-citi ben differenziati (sparsi). Nel derma profondole cellule linfoidi si organizzavano in ampi aggrega-ti simil-follicolari. La cute, non interessata da epi-teliotropismo da parte della popolazione linfocita-ria, appariva moderatamente iperplastica e conuna piccola ulcera ricoperta da una spessa crostasierocellulare. Le indagini di immunoistochimicasulle sezioni di cute inclusa in paraffina consenti-vano di osservare una sottile positività di mem-brana al CD3 nei piccoli linfociti infiltranti il der-ma superficiale e una positività di membrana alCD20 per alcuni dei linfociti presenti negli aggre-gati simil-follicolari.La gatta veniva sottoposta a terapia con metil-prednisolone acetato (Depo-Medrol® Vet, PfizerItalia) al dosaggio di 20 mg totali per via intramu-scolare una volta al mese, con notevole migliora-mento delle lesioni ulcerative e del prurito, men-tre l’alopecia e l’esfoliazione rimanevano invariate.Otto mesi dopo la diagnosi la gatta è stata trova-ta morta in cortile e non è stato possibile esegui-re l’esame necroscopico per il mancato consensodel proprietario.

DISCUSSIONE

La linfocitosi cutanea è una malattia molto rara esolo recentemente riconosciuta come entità clini-ca distinta dal linfoma cutaneo nel gatto e nel ca-ne1,2. Nei casi riportati da Gilbert et al. (2004) igatti avevano un’età compresa tra 6 e 15 anni ederano prevalentemente femmine sterilizzate

FIGURA 9 - Caso n. 3. Esame istopatologico. Infiltrato denso e diffuso dipiccoli linfociti nel derma superficiale e medio, iperplasia dell’epidermi-de, piccola area di ulcerazione ed estesa crosta sierocellulare (E-E, 4x).

FIGURA 10 - Caso n. 3. Esame istopatologico. Linfociti di piccole di-mensioni, senza caratteri di atipia citologica, con nucleo piccolo escarso citoplasma (E-E, 40x).

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(61%); non si osservava alcuna predilezione di raz-za. I tre casi descritti nel presente lavoro avevanoun’età compresa tra 11 e 14 anni ed erano tutti dirazza comune europea. La presentazione clinicanei gatti è variabile: da lesioni singole o multiplelocalizzate (ulcere e placche, papule o, più rara-mente noduli eritematosi e alopecici) a lesioni ge-neralizzate (alopecia, eritema, esfoliazione e occa-sionalmente croste), associate nella maggior partedei casi a prurito1. Le sedi più frequentemente in-teressate sono il torace, gli arti, i padiglioni aurico-lari, i fianchi ed il collo; le lesioni cutanee restanoin genere stabili per lunghi periodi (fino a 2 anni)e possono avere un andamento ciclico ma, contra-riamente a quanto descritto nell’uomo, non regre-discono spontaneamente1. I tre casi osservati pre-sentavano lesioni cliniche tipiche, caratterizzate dacoinvolgimento diffuso (Caso n. 1), focale esteso(Caso n. 3) e multifocale (Caso n. 2) e distribuzio-ne compatibile con quanto descritto in preceden-za, con l’eccezione delle lesioni facciali nel Caso n.2; per quanto concerne la durata della malattia, iCasi n. 1 e 2 avevano manifestato le lesioni rispet-tivamente due anni ed un anno e mezzo primadella diagnosi, e sono sopravvissuti per due e treanni. Alcuni dei gatti descritti da Gilbert et al.(2004) hanno manifestato sintomi sistemici qualianoressia, dimagramento e linfoadenomegalia; ovepossibile, gli autori hanno eseguito un esame ne-croscopico riscontrando infiltrazione di linfocitinel fegato, nel pancreas, nello stomaco, nel picco-lo intestino, nella milza, nei reni e nel cuore, mor-fologicamente molto simili a quelli osservati a li-vello cutaneo. I gatti descritti nei Casi n. 1 e 3 so-no rispettivamente deceduti due anni e otto mesidopo la diagnosi, e non è stato possibile eseguirel’esame necroscopico; il gatto n. 1 aveva manifesta-to insufficienza renale cronica ma il mancato ac-certamento necroscopico non ha consentito di ri-levare eventuale coinvolgimento del rene o altriorgani da parte della proliferazione linfoide; il gat-to descritto nel Caso n. 2 è sopravvissuto per ol-tre 3 anni e a tutt’oggi non sono state osservatealterazioni a carico degli organi interni in ripetutiesami ecografici; per il gatto n. 3 la morte è avve-nuta improvvisamente senza che il soggetto aves-se manifestato malessere nei giorni precedenti.La leucocitosi e la linfocitosi periferiche osservatenel Caso n. 1 sono state descritte tra le alterazio-ni ematologiche presenti in due gatti su 12 nella se-rie di casi di Gilbert et al. (2004); le altre alterazio-ni ematologiche riscontrate nei gatti testati da noie da Gilbert et al. (2004) sono generalmente aspe-cifiche. La presentazione istologica della linfocitosicutanea felina è caratterizzata da un’infiltrazione daperivascolare a diffusa di piccoli linfociti, che coin-volgono spesso sia il derma superficiale che il der-ma profondo e che occasionalmente mostranoepiteliotropismo e follicolotropismo1. I linfocitihanno nucleo piccolo e citoplasma chiaro in picco-

la o moderata quantità e le figure mitotiche sonomolto rare o assenti8. Nel gatto, la popolazione lin-focitaria è costituita da linfociti T CD3 positivi,CD4 o CD8 positivi o ancora CD4 e CD8 negati-vi, tra i quali possono essere presenti piccoli aggre-gati di linfociti B CD79 positivi8. Nei tre casi osser-vati, l’esame istologico delle biopsie cutanee è ri-sultato sovrapponibile a quanto descritto in lette-ratura: in tutti e tre i casi le caratteristiche salientierano la distribuzione dermica monomorfa e diffu-sa, a banda spessa, di piccoli linfociti con rare mito-si, l’assenza di epiteliotropismo e la presenza dimastociti sparsi. L’immunotipizzazione ha confer-mato l’origine linfocitaria T dell’infiltrato nei tre ca-si descritti. Dal momento che la distinzione tra lin-focitosi cutanea, linfoma a piccole cellule e leuce-mia linfocitica con coinvolgimento cutaneo può es-sere difficile, la valutazione della clonalità delle cel-lule componenti l’infiltrato può aiutare a formula-re la diagnosi corretta, fondamentale ai fini progno-stici3. Sono descritti casi nell’uomo in cui il risulta-to della clonalità può non corrispondere all’anda-mento clinico (soggetti con proliferazione mono-clonale che guariscono e, viceversa, soggetti conproliferazione policlonale in cui la malattia puòevolvere in linfoma). Anche nel gatto sono stati ef-fettuati studi sulla clonalità dei linfociti: una popo-lazione linfocitaria monoclonale, suggestiva di unprocesso neoplastico, è stata osservata in 14/20gatti, mentre i rimanenti sei gatti presentavano unapopolazione policlonale, che indicava un processoreattivo9. In nessuno dei tre casi descritti i proprie-tari hanno acconsentito all’esecuzione di un testsupplementare per la valutazione della clonalità. Latecnica standard della PCR rileva il riarrangiamen-to genico del recettore T, determinando la clonali-tà della popolazione linfocitaria; nell’uomo, nelleforme prelinfomatose, molte delle cellule linfocita-rie infiltranti sono reattive e possono sottostimarel’effettiva presenza di una popolazione monoclona-le. In questi casi il clone aberrante a volte rappre-senta una minima percentuale tra i cloni di linfoci-ti T reattivi e solo nelle fasi avanzate della malattiadiventa numericamente rilevante, tanto da poteressere identificato con la PCR. Per questo motivonon sempre la comparazione tra i risultati dellaclonalità e l’andamento clinico della malattia forni-sce dati concordanti6. La differenziazione della lin-focitosi felina da una proliferazione linfocitarianeoplastica si basa quindi prevalentemente sul-l’evoluzione clinica, con lenta progressione, lungasopravvivenza e diffusione tardiva agli organi inter-ni e la malattia è attualmente considerata nellamaggior parte dei casi un linfoma indolente1,3,8.Per quanto concerne la terapia, i gatti inclusi nellostudio di Gilbert et al. (2004) sono stati trattaticon antibiotici, escissione chirurgica nel caso di le-sioni singole e glucocorticoidi (topici e sistemici)da soli o in combinazione con clorambucile o lo-mustina, con risultati variabili. I risultati migliori

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❚ Dermatologia

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❚ Dermatologia

sono stati ottenuti in cinque gatti trattati con laterapia combinata a base di glucocorticoidi e clo-rambucile o lomustina, con risposta completa intre gatti, parziale in un gatto e assente in un gat-to1. Nei tre casi descritti, l’uso di metilprednisolo-ne acetato iniettabile consentiva di ottenere unaparziale regressione delle lesioni nei Casi n. 1 e n.3, così come la terapia con metilprednisolone eclorambucile per via orale nel Caso n. 2: il gattodescritto nel Caso n. 2 è vivo e non ha presenta-to peggioramento delle lesioni cutanee o apparen-te diffusione agli organi interni nei tre anni tra-scorsi dalla diagnosi.

RINGRAZIAMENTI

Gli autori desiderano ringraziare la Prof.ssa PaolaRoccabianca per l’esecuzione degli esami immu-noistochimici nel Caso n. 1.

Parole chiaveGatto, dermatologia, linfocita, linfocitosi cutanea.

❚ Feline cutaneous lymphocytosis:three cases

SummaryThree cases of feline lymphocytosis are described.The disease has been recently reported and pro-bably represents an indolent lymphoma. Threecats of 11-14 years of age were presented for va-rious skin lesions: facial erythematous plaques, lo-calized or diffuse alopecia with erythema and fo-cal ulcers. Histological diagnosis confirmed cuta-neous lymphocytosis and immunohistochemistryidentified the infiltrating cells as T lymphocytes.All cases were treated with glucocorticoids aloneor in combination with chlorambucile, with partialremission. One cat died suddenly eight months af-ter the diagnosis and another cat was euthanizedtwo years after the diagnosis for renal failure; thethird cat is alive at the time of writing and appa-rently has no internal organs involvement.

Key wordsCat, dermatology, lymphocyte, cutaneous lymphocytosis.

B I B L I O G R A F I A

1. Gilbert S, Affolter VK, Gross TL et al.: Clinical, morphological and im-munohistochemical characterization of cutaneous lymphocytosis in23 cats. Vet Dermatol 15:3-12, 2004.

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