LINEE GUIDA - forumtools.biz · • segnalare sempre l’evento caduta nella cartella clinica...

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Pagina 1 di 21 LINEE GUIDA Linee guida come modalità di comportamento e di intervento assistenziale in atto nel CDI di Corsico – V.le Liberazione 15 INDICE: - Introduzione pag. 3 - Igiene dell’utente pag. 3 -Alimentazione e Idratazione pag. 4 a) valutazione della persona b) preparazione del momento del pasto c) approccio all’utente - Prevenzione delle cadute pag. 6 a) valutare gli utenti b) cosa fare in caso di caduta - Gli interventi preventivi pag. 7 a) sull’utente b) sull’ambiente c) sul personale -Trattamento dell’incontinenza pag. 8 a) incontinenza urinaria - cosa valutare - quali interventi b) incontinenza fecale -cosa valutare -come intervenire -Utilizzo mezzi di contenzione pag. 9 -Gestione eventi acuti ed pag.10 emergenze cliniche Centro Diurno Integrato Anziani “G.Perversi” Comune di Corsico

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LINEE GUIDA

Linee guida come modalità di comportamento e di intervento assistenziale in atto nel CDI di Corsico – V.le Liberazione 15 INDICE: - Introduzione pag. 3 - Igiene dell’utente pag. 3 -Alimentazione e Idratazione pag. 4

a) valutazione della persona b) preparazione del momento del pasto c) approccio all’utente

- Prevenzione delle cadute pag. 6

a) valutare gli utenti b) cosa fare in caso di caduta

- Gli interventi preventivi pag. 7

a) sull’utente b) sull’ambiente c) sul personale

-Trattamento dell’incontinenza pag. 8

a) incontinenza urinaria - cosa valutare - quali interventi

b) incontinenza fecale -cosa valutare -come intervenire -Utilizzo mezzi di contenzione pag. 9 -Gestione eventi acuti ed pag.10 emergenze cliniche

Centro Diurno Integrato Anziani “G.Perversi” Comune di Corsico

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a) crisi epilettica b) sudorazione, debolezza,euforia improvvise c) dolore toracico improvviso d) epistassi importante e) insufficienza respiratoria-dispnea-broncospasmo f) trauma-caduta g) crisi ipotensiva-lipotimia h) vomito persistente i) tia-ictus cerebrale j) iperpiressia persistente k) dolore addominale persistente l) inalazione cibo

- Prevenzione-trattamento delle pag. 13 lesioni da pressione

a) valutazione dei fattori di rischio b) sedi delle lesioni c) complicanze d) prevenzione e) trattamento

- Prevenzione e controllo del dolore pag. 15 - Gestione somministrazione farmaci pag. 17 - Smaltimento rifiuti speciali pag. 18 - Modello assistenziale pag. 18 - Indicazioni organizzative pag. 19 - Norme di comportamento pag. 20

-Piano di diffusione delle linee guida a tutti gli operatori di competenza pag. 20

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INTRODUZIONE

Lo scopo delle linee guida da adottare al Centro Diurno Integrato di Corsico è quello di fornire uno strumento di riferimento per le attività che vengono quotidianamente svolte a vantaggio dei nostri ospiti. Pensiamo che le linee guida non possano essere considerate meramente una serie di orientamenti alle azioni da realizzare in maniera più definita all’interno di protocolli e procedure, ma piuttosto un punto di riferimento solido, condiviso ed acquisito, capace di dare un indirizzo e un sostegno culturale ed operativo per quanti operano al Centro Diurno Integrato di Corsico. Pertanto il filo conduttore delle “nostre” Linee Guida non poteva che essere quello di porre sempre al centro delle nostre attenzioni la persona nel suo complesso, rispettando sempre la sua dignità morale, fisica, intellettuale, affettiva, psichica, spirituale. Si sottolinea che per ogni utente esiste una cartella socio-sanitaria (FASAS) all’interno della quale è previsto un foglio riassuntivo con le diagnosi note e la terapia farmacologica in corso.

IGIENE DELL’UTENTE La necessità di mantenere un’adeguata igiene dell’Ospite risponde sia al bisogno individuale di mantenere pulito, gradevole e decoroso il proprio corpo, sia al bisogno di prevenire e curare patologie che si associano a scarsa igiene del corpo e delle mucose. Avere un corpo pulito e curato significa inoltre sostenere e promuovere il suo ruolo relazionale con l’ambiente e le persone. Il significato relazionale delle cure di igiene non vale solo per l’Ospite ma anche per l’Operatore di assistenza (ASA, OSS) ed è confermato dalla delicatezza di un intervento che mette l’operatore direttamente a confronto con l’intimità della persona malata e che quindi favorisce e determina rapporti di vicendevole fiducia e rispetto: di qui la necessità di ripensare a proporre gli interventi di igiene nel rispetto della persona, della sua privacy e delle norme e tecniche che garantiscono l’esatto espletamento delle manovre necessarie. Né va dimenticato che l’igiene della persona si inserisce anche in un programma di igiene ambientale non meno importante. Si consigliano pertanto le seguenti modalità di intervento:

• il mattino è il momento privilegiato per l’igiene che diventa il primo degli interventi assistenziali da garantire

• durante il bagno assistito si provveda a lavare con cura, usando acqua calda e detergenti in uso, il corpo e i capelli. Questo momento consente inoltre di prendere visione di eventuali alterazioni della cute e delle mucose che vanno segnalate al personale infermieristico e/o medico e inoltre permette di valutare lo stato di lunghezza delle unghie di mani e piedi

• al termine dell’igiene, asciugare con cura senza strofinare la pelle • rispettare eventuali preferenze dell’ospite nell’uso di detergenti, creme, profumi e belletti di

suo gradimento

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• tutti gli interventi devono essere svolti nel rispetto della privacy e del sentimento del pudore, avendo cioè cura di chiudere la porta del bagno e di non esporre ad occhi estranei il corpo della persona assistita, così da evitare eventuali disagi

• è inoltre importante evitare commenti ed osservazioni che possano mettere in imbarazzo la persona assistita

• gli interventi di igiene quotidiana devono rispettare per tempi e modalità il programma stabilito nel PAI e tenere presente le risorse e le capacità residue dell’individuo, così che l’intervento non debba essere eccessivamente sostitutivo o insufficiente, bensì tarato sugli effettivi bisogni della persona e capace di stimolare la sua partecipazione in relazione alle sue capacità residue

• oltre all’igiene del corpo va garantita l’igiene dell’abbigliamento, suggerendo agli ospiti di presentarsi al Centro Diurno Integrato al mattino in ordine, con abiti puliti, adeguati all’ambiente, alla temperatura e alla stagione, nel rispetto dei propri gusti.

ALIMENTAZIONE E IDRATAZIONE

Il bisogno di essere ben nutriti e perciò ben alimentati e idratati risponde al soddisfacimento di diverse esigenze: un corretto apporto alimentare è garanzia di salute sia per la cura che per la prevenzione di malattie (d’altro canto malattie e disabilità croniche condizionano a loro volta la capacità di alimentarsi in maniera adeguata). Non va dimenticato l’aspetto conviviale, di piacere e soddisfazione che il consumo degli alimenti comporta: l’alimentazione costituisce inoltre un altro momento privilegiato di rapporto con gli utenti della nostra Struttura e pertanto è necessario seguire procedure precise.

Valutazione della persona Al momento della presa in carico e nella valutazione periodica, è utile:

• verificare la necessità alimentari dell’utente • conoscere le preferenze e le eventuali allergie • conoscere problemi di masticazione, deglutizione e digestione • verificare la capacità di utilizzare le normali vettovaglie o posate modificate • accertare la presenza di dentizione naturale o protesica e lo stato di adeguatezza e pulizia

della stessa • gli ospiti vengono sottoposti a valutazione dello stato nutrizionale attraverso misurazioni

antropometriche, dati di laboratorio ed applicazione di specifica Scala Valutativa (MNA)

Preparazione del momento del pasto

• i momenti principali dei pasti della giornata vanno individuati nella colazione, nel pranzo e nella merenda

• preparare l’ambiente così che sia accogliente e senza rumori eccessivi • assicurarsi che quanti sono impiegati nel servizio e tutte le persone eventualmente presenti

non abbiano comportamenti chiassosi e disturbanti

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• apparecchiare ordinatamente la tavola con stoviglie pulite ed adeguate ai problemi dell’utente

• accompagnare gli ospiti ai loro posti ed assicurarsi che assumano una posizione adeguata (posizionamento corretto con l’aiuto di cuscini ed utilizzo di bavaglie per coloro che ne necessitano)

• il personale si prepara lavandosi le mani ed indossando il grembiule e la cuffia prima di iniziare la distribuzione del cibo e l’aiuto diretto dell’utente nell’assunzione dei pasti

Approccio all’utente

• tenere presente le eventuali diete specificatamente prescritte • servire il piatto con cura e gentilezza • accertarsi che l’alimento fornito sia adeguato, per consistenza, caratteristiche e temperatura

alle necessità dell’ utente • per tutte le persone che hanno difficoltà di masticazione e deglutizione, vengono

somministrati alimenti modificati nella consistenza, come pure di liquidi addensati con prodotti specifici

• accertarsi che l’anziano non porti via, a fine pasto, residui di cibi cotti e avanzati soprattutto nei confronti di utenti che hanno specifiche patologie quali diabete, problematiche glicemiche, problemi di deglutizione ecc. Se gli alimenti non consumati durante il pasto sono integri (yogurt, budini, formaggio ecc.) sarà cura degli operatori riporli nel frigorifero della cucina per poi consegnarli a fine giornata

• accertarsi che l’anziano non porti cibi dal domicilio per consumarli in sostituzione o in aggiunta a quello che viene servito in mensa

• qualora l’operatore riscontri che le indicazioni sopra riportate non vengono rispettate dall’anziano, deve ricordare allo stesso le regole di comportamento alimentare che bisogna tenere nel rispetto delle norme igieniche ed eventualmente segnalare all’ infermiere o al coordinatore del Servizio i comportamenti non corretti che si ripetono

• stimolare in modo gentile e motivare, quanti manifestino difficoltà a mangiare, provando a cambiare tipo e consistenza dei cibi qualora vi fosse ostinato rifiuto

• assicurarsi che oltre al cibo venga aggiunta anche un’adeguata quantità di acqua, fra una portata e l’altra e alla fine del pasto

• vigilare sempre, cogliendo segni di penetrazione di cibi o liquidi nelle vie aeree per poi segnalarli al personale sanitario

• durante l’assistenza al pasto evitare di distrarre l’utente • al termine del pasto, pulire sempre il cavo orale, gli abiti e le carrozzine eventualmente

sporcatisi • segnalare sempre all’infermiere e/o medico quanto e con quali modalità è stato assunto il

cibo, comunicando soprattutto le difficoltà riscontrate, in particolare quelle di deglutizione o di gradimento di eventuali tipi di cibo

• i momenti per garantire un’adeguata idratazione vanno individuati non solo durante i pasti, ma durante la giornata; a metà mattina e durante il pomeriggio va previsto un “giro” di somministrazione di acqua o di altre bevande.

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PREVENZIONE DELLE CADUTE Le cadute rappresentano un evento frequente e la loro incidenza aumenta con l’aumentare dell’età, correlandosi sia alla presenza di numerose malattie, sia all’assunzione di diversi farmaci da parte degli utenti. Di qui la necessità di mettere in campo interventi che limitino al massimo sia la frequenza dell’evento caduta, sia le conseguenze che da essa possono derivare.

Valutare gli utenti

Sono considerati a rischio di caduta ospiti che: 1. sono caduti almeno una volta negli ultimi 6 mesi 2. presentano malattie ortopediche e neurologiche (artrosi delle anche, delle

ginocchia e dei piedi; deformazioni della colonna e dei piedi; esiti di ictus, Parkinson e neuropatie)

3. hanno problemi di vista 4. sono affetti da demenza 5. assumono più di quattro farmaci 6. assumono in particolare psicofarmaci

• Tutti gli Ospiti vengono sottoposti all’ingresso e periodicamente alla valutazione

dell’equilibrio e della deambulazione tramite test appropriati (Tinetti). • E’ utile porre sempre attenzione e cura allo stato dei piedi individuando la presenza

di deformità ossee, callosità e tilomi. • Occorre valutare sempre il tipo e lo stato delle calzature determinandone

l’adeguatezza ed il corretto uso. • E’ importante valutare l’eventuale utilizzo di ausili (bastoni, deambulatori, tutori…)

verificandone l’adeguatezza e soprattutto il corretto uso.

Cosa fare in caso di caduta Prestare immediato soccorso valutando con calma lo stato dell’utente secondo le seguenti modalità:

• indossare guanti monouso • non muovere subito la persona a meno che sia necessario posizionarla in “postura di

sicurezza” (per conati di vomito), facendo attenzione a non muovere il collo in caso di trauma cervico-cranico

• valutare lo stato di coscienza • se presenti, chiamare il medico o l’IP per i provvedimenti del caso • se non presenti medico o IP, ogni qualvolta vi sia il sospetto di un trauma significativo

(deformità di un arto, dolore VAS >5, impossibilità a muovere una parte corporea) o nel caso di perdita di coscienza, chiamare il 118

• segnalare sempre l’evento caduta nella cartella clinica compilando la “scheda di segnalazione cadute”

• avvertire il personale di assistenza di quanto accaduto ed il familiare dell’utente.

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GLI INTERVENTI PREVENTIVI

1. Sull’utente:

• assicurarsi sempre che le calzature e l’uso di ausili siano adeguati • assicurarsi che gli occhiali siano sempre puliti ed indossati • quando posizionati seduti, assicurarsi che la postura degli ospiti sia confortevole e

stabile • promuovere sempre il movimento e l’autonomia piuttosto che scoraggiarli o

sostituirsi per il mantenimento delle capacità residue • accompagnare sempre le persone a rischio secondo i programmi definiti nel Piano di

Assistenza Individualizzato • avere sempre la massima attenzione nell’affiancare, durante la deambulazione, gli

utenti a rischio • inserire gli utenti più a rischio in programmi di riabilitazione specifici (si definisce “a

rischio” un utente che ha un punteggio complessivo della scala di valutazione Tinetti <20/28): ad esempio, in questo caso, si effettua un’adeguata valutazione dell’ausilio e si assiste l’utente nei passaggi posturali

• riguardo alla politica dell’Ente sulle contenzioni, si rimanda a quanto esplicitato a pag.9 del presente documento

2. Sull’ambiente:

• rimuovere dall’ambiente tutti quegli ostacoli che possono rappresentare motivo di

inciampo come carrelli, scope, sedie fuori posto che vengono a trovarsi lungo il percorso

• utilizzare strisce antiscivolo sui gradini • accertarsi che gli ausili di appoggio nei bagni e negli ambienti frequentati siano

presenti e siano in ordine e stabili • non lasciare le superfici calpestabili bagnate e asciugarle subito qualora si

bagnassero accidentalmente • evitare l’uso di detergenti lucidanti e non antiscivolo sui pavimenti • mantenere sempre un’adeguata illuminazione diurna negli ambienti frequentati

3. Sul personale:

• gli utenti a rischio di caduta sono segnalati nel FASAS (Tinetti) e la necessità di assistenza è esplicitato nel PAI

• sensibilizzare sull’importanza di non sottovalutare mai l’episodio “caduta” anche se appare insignificante

• assumere sempre comportamenti responsabili nell’esecuzione delle proprie mansioni, evitando di creare potenziali situazioni di rischio di caduta per gli assistiti

• raccogliere sempre informazioni relative all’evento “caduta” ed alle modalità con cui si è verificato

• compilare sempre la “scheda di segnalazione cadute” • avere sempre un atteggiamento positivo e stimolante sull’opportunità di mantenere il

più possibile il movimento, incoraggiando l’utente a non avere paura, pur con le dovute attenzioni e premure

• osservare sempre l’eventuale presenza di ostacoli e barriere ambientali segnalandole, affinché siano modificate o eliminate

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TRATTAMENTO DELL’INCONTINENZA

Il problema dell’incontinenza, soprattutto urinaria, affligge più della metà dei nostri utenti e rappresenta un impegno assistenziale, oltre che di salute, di notevole peso. Richiede, quindi, l’adozione di comportamenti capaci di gestirla al meglio e, se possibile, che ne riducano l’incidenza; di qui la certezza che l’uso di mezzi di assorbenza o peggio, di cateteri vescicali, non rappresentano certo la soluzione immediata ed unica per affrontare il problema.

INCONTINENZA URINARIA

COSA VALUTARE Per continenza si intende la “capacità di gestire la minzione in tempi e luoghi adatti “, mentre per incontinenza si intende “ la perdita involontaria di urina in tempi e luoghi inadeguati, di grado tale da creare problemi igienici e “sociali”. Di fronte ad episodi di incontinenza vescicale bisogna verificare:

• se l’episodio è acuto-transitorio o stabile-resistente • se è legato a fattori potenzialmente correggibili e reversibili:

- patologie o disfunzioni dell’apparato genito-urinario - patologie o disfunzioni dell’apparato intestinale - patologie sistemiche come il diabete, scompenso cardiaco… - patologie osteoarticolari e/o neurologiche, che riducendo la mobilità, ostacolano il raggiungimento del bagno - disturbi cognitivi - accessibilità al bagno ed eventuali barriere per il suo raggiungimento - anomalie nel comportamento relativo all’assunzione di liquidi e bevande - utilizzo di farmaci che, per la loro funzione (diuretici) o per effetto collaterale, possono modificare la quantità di urina prodotta ed alterare il controllo della funzione minzionale.

QUALI INTERVENTI

• proporre le indagini necessarie per rilevare le possibili cause di incontinenza • cercare sempre di favorire il controllo volontario della minzione • modificare tutte le possibili cause di incontinenza transitoria e le condizioni dell’utente,

dell’ambiente o organizzative che possono determinare l’incontinenza • aiutare i familiari nella scelta dei presidi assorbenti più adatti • qualora si renda necessario l’utilizzo di mezzi di assorbenza, la loro prescrizione deve

rispondere ai seguenti criteri:

- il programma di utilizzo dei pannoloni viene stabilito dall’infermiere sulla base della valutazione fatta - utilizzare il pannolone la cui capacità di assorbenza corrisponda al bisogno

- utilizzare il pannolone più confortevole per dimensione e forma, privilegiando i pannoloni di tipo sagomato, tenendo conto delle possibilità dell’ospite di colla- borare nella loro gestione

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- programmare modalità temporali del controllo del pannolone e di accompagna- mento in bagno: l’utente va accompagnato in bagno almeno ogni 2 ore, indicativamente a metà mattina e a metà pomeriggio

- segnalare sempre all’infermiere eventuali irritazioni-rossori causati dal pannolone - segnalare tutti i cambiamenti che possono subentrare e rendere, quindi, inadeguati sia il pannolone che il programma di gestione dell’incontinenza stabiliti nel PAI.

INCONTINENZA FECALE COSA VALUTARE

• se l’episodio è transitorio o persistente • osservare la frequenza dell’episodio e le caratteristiche di consistenza delle feci • indagare con precisione l’assunzione di farmaci lassativi in eccesso o la recente esecuzione

di enteroclismi • l’abitudine alvina della persona

COME INTERVENIRE

• programma di mantenimento di alvo regolare • uso di mezzi di assorbenza adeguati • rivalutazione periodica dei farmaci che possono alterare la frequenza dell’alvo

UTILIZZO MEZZI DI CONTENZIONE

La contenzione è un atto sanitario-assistenziale che utilizza mezzi fisici-chimici-ambientali applicati direttamente all’individuo o allo spazio ad esso circostante per limitarne i movimenti. La contenzione, in quanto atto medico, necessita sempre di una prescrizione medica che, per essere valida, sarà preceduta dal consenso informato.

• Con riferimento a soggetti cognitivamente integri il medico avrà il dovere di informarli al fine dell’acquisizione del consenso, tenendo conto di alcune peculiarità non potendo prescindere dal livello culturale e dalle capacità di comprensione del singolo individuo ed avendo quindi cura di usare un linguaggio semplice ed accessibile (cfr. art.30 Codice Deontologico medico).

• Nel caso, invece, di soggetto dichiarato legalmente interdetto, l’obbligo informativo andrà espletato nei confronti del tutore (cfr. art.33 Codice Deontologico medico).

In sede di visita medica viene compilata e firmata la “Dichiarazione di Contenzione” che deve essere inserita nel fascicolo socio-sanitario dell’utente. Come ogni atto sanitario, la contenzione non è mai un processo statico, bensì dinamico: la rivalutazione del processo, sia nel perseguimento dei suoi obiettivi (mettere in sicurezza il soggetto e gli altri), sia nei suoi standard procedurali, va affrontato e rivisto periodicamente dal medico.

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Noi riteniamo necessario che sia limitato al minimo indispensabile l’utilizzo dei mezzi di contenzione; pertanto queste misure vengono adottate solamente quando, per prevenire un serio evento lesivo a danno degli utenti, non sia possibile il ricorso alle normali misure di sorveglianza e controllo. Le nostre linee-guida contemplano il ricorso alla contenzione come eccezionale, temporaneo, da prescriversi direttamente dal medico nei modi e nei tempi. Anche gli ausili di supporto statico (ad esempio le fasce addominali che impediscono all’ospite la caduta dalla carrozzina, i sistemi di sostegno, ecc.) vengono prescritti ed utilizzati secondo le norme che regolano la contenzione. Durante tutto il periodo in cui viene contenuto, l’utente dovrà essere assistito in maniera personalizzata secondo le norme vigenti. E’ comunque nostro preciso intendimento non utilizzare mai la contenzione come “risposta” a problematiche organizzative o gestionali.

GESTIONE EVENTI ACUTI ED EMERGENZE CLINICHE In caso di emergenza-urgenza, quando non è presente il medico in struttura, deve essere avvisato l’infermiere che dovrà valutare lo stato di gravità della situazione:

• controlla e monitora continuamente l’utente (aspetto, stato di coscienza, parametri vitali) • prepara la documentazione necessaria estrapolata dal fascicolo socio-sanitario (FASAS) • se la situazione nel frattempo peggiora, chiama il 118 e successivamente dà disposizioni

affinchè vengano avvisati i familiari dell’utente. Di seguito vengono fornite informazioni più specifiche da attuare nel caso di eventi particolari. Si ribadisce che ogni qualvolta un utente non sta bene, deve essere segnalato all’infermiere o al medico; in loro assenza è necessario attenersi alle seguenti norme comportamentali. CRISI EPILETTICA:

- durante la crisi adagiare l’ospite a terra in posizione di sicurezza, allontanarlo da potenziali oggetti/superfici pericolose, allentare gli abiti stretti

- proteggerlo da possibili lesioni senza fermarne i movimenti - quando la crisi si è risolta, controllare le vie aeree superiori e liberarle da eventuale saliva,

corpi estranei, secrezioni - rilevare i parametri vitali (PA, FC, SAT O2, glicemia…) - verificare che non siano presenti lesioni traumatiche - cercare di tranquillizzare l’ospite

SUDORAZIONE FREDDA E PROFUSA, SENSO DI DEBOLEZZA ED EUFORIA:

- rilevare glicemia e altri parametri vitali (PA, FC, SAT O2) - se l’utente è vigile, somministrare una bevanda zuccherata e rimanere in sua compagnia fino

alla scomparsa dei sintomi e al rialzo glicemico - monitorare frequentemente la glicemia e lo stato di coscienza - se il problema persiste e se lo stato di coscienza dell’ospite è compromesso (indicativamente

se DTX< 40), chiamare il 118 e avvertire i familiari

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DOLORE TORACICO IMPROVVISO :

- annotare sede e tipo di dolore: spalla sinistra, giugulo e mandibola, centro del torace, epigastrico, interscapolare; dolore che non varia alla digitopressione; presenza di palpitazione e sudorazione algida; dolore di tipo oppressivo, o come una morsa, o come un mattone

- rilevare i parametri vitali (PA, FC, SAT O2) - cercare di tranquillizzare l’ospite

Se sono presenti sudorazione,dispnea,palpitazioni: - chiamare il 118 - preparare la documentazione necessaria del fascicolo socio-sanitario - avvisare i parenti

EPISTASSI IMPORTANTE:

- rilevare i parametri vitali (PA, FC, SAT O2, glicemia…) - eseguire compressione digitale per circa 5 minuti dopo aver fatto soffiare il naso e con il

capo flesso in avanti - se il sanguinamento si è arrestato idratare l’ospite - se il sanguinamento non si è arrestato e l’epistassi risulta essere copiosa e persistente

chiamare il 118 e avvisare i familiari INSUFFICIENZA RESPIRATORIA-DISPNEA-BRONCOSPASMO:

- rilevare i parametri vitali (PA, FC, SAT O2, FR…) - posizionare l’ospite in posizione seduta o semi-seduta - se si tratta di un ospite affetto da patologie croniche (BPCO, asma…) eseguire eventuale

terapia al bisogno già prescritta dal medico ed evidenziata nella parte medica del fascicolo socio-sanitario

- se si tratta di un evento di nuova insorgenza, valutare la chiamata al 118 in base alla gravità ed alla durata dei sintomi

TRAUMA-CADUTA:

- in caso di caduta accidentale, rilevare i parametri vitali e compilare la “scheda di segnalazione delle cadute”

- in caso di evento apparentemente traumatico, non mobilizzare l’utente - in caso di ferite lacero-contuse lievi, indossare i guanti e medicare la lesione - se ferita ampia e con copioso sanguinamento, comprimere con garza e chiamare il 118 - avvisare i familiari - monitorare continuamente lo stato di coscienza ed i parametri vitali

CRISI IPOTENSIVA-LIPOTIMIA:

- rilevare i parametri vitali (PA, FC, SAT O2, DTX) - posizionare l’ospite in trendelenburg (posizione anti-shock) - se permane uno stato d’ incoscienza, chiamare più volte l’utente per nome e dargli

stimolazioni dolorose (es. pizzicotti sulle guance) - se PA ancora bassa, chiamare il 118 e conseguentemente i familiari

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VOMITO PERSISTENTE:

- mettere l’ospite nella “posizione laterale di sicurezza” - accertarsi che non vi siano residui di cibo o vomito in bocca - rilevare i parametri vitali - se il vomito persiste e risulta quindi impossibile reintegrare i liquidi persi, chiamare il 118

ed avvisare i familiari TIA-ICTUS CEREBRALE: Si manifesta con un improvviso disturbo della parola o del movimento, a volte con perdita di coscienza

- stendere l’utente sul lettino - valutare lo stato di coscienza - rilevare i parametri vitali (PA; FC, SAT O2, glicemia) - preparare la documentazione necessaria del fascicolo socio-sanitario - chiamare il 118 - avvisare i parenti

IPERPIRESSIA PERSISTENTE:

- se TC > 38° somministrare Paracetamolo 1000 mg (compresse, bustine, supposte a seconda del livello di collaborazione dell’utente) dopo aver controllato eventuali allergie in cartella

- applicare ghiaccio sulla fronte o all’inguine - se persiste iperpiressia, contattare i familiari e/o successivamente il 118

DOLORE ADDOMINALE PERSISTENTE Di solito il “mal di pancia” ha breve durata (20-30 minuti) e si risolve con uno scarico intestinale. Se accade ciò è utile fare semplicemente la segnalazione ai familiari. Se il dolore è molto forte oppure se si protrae nel tempo ed è accompagnato da vomito, febbre irrigidimento (“difesa”) della parete addominale, va allertato il 118 per sospetto “addome acuto” e, di conseguenza, si avvisano i familiari referenti. INALAZIONE DI CIBO Gli utenti con difficoltà nell’alimentazione (tosse frequente durante il pasto o con l’assunzione di bevande) devono essere segnalate al medico per i provvedimenti del caso. Qualora si verificasse un episodio di soffocamento, è necessario:

- lasciare l’utente seduto - vuotare il cavo orale manualmente - porsi alle sue spalle, portando le proprie braccia davanti all’utente appoggiando le mani

unite sotto lo sterno - comprimere con vigore (Manovra di Heimlich) - se permane respiro “rumoroso”, chiamare il 118 e quindi avvisare i parenti.

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N.B. Nel caso in cui siano presenti nella Struttura utenti affetti da patologie particolari, nel fascicolo socio-sanitario verranno evidenziate dal medico specifiche disposizioni che tutto il personale dovrà attuare. Ogni evento insorto ed ogni soluzione attuata per gestire una situazione di emergenza deve successivamente essere relazionata nella cartella clinica dell’utente (foglio aggiornamenti generali).

PREVENZIONE-TRATTAMENTO DELLE LESIONI DA

PRESSIONE Le linee guida sulla prevenzione e trattamento delle lesioni da decubito (LDD) si propongono di fornire all’infermiere del Centro Diurno Integrato le più aggiornate indicazioni per individuare i pazienti a rischio, gestirli con un adeguato piano di prevenzione e sottoporli ai necessari trattamenti qualora sviluppino LDD (protocolli preventivi e curativi). Il monitoraggio delle lesioni da decubito e delle misure adottate per evitarle è correlato alla qualità dell’assistenza poiché sono un evento frequente, potenzialmente prevenibile, grave per il paziente fino a poterne condizionare la sopravvivenza e direttamente legato all’assistenza ed agli ausili erogati. La sorveglianza delle lesioni da pressione è quindi un efficace strumento nel perseguimento del miglioramento continuo raccomandato in un servizio assistenziale come lo è il nostro Centro Diurno Integrato. E’ definita lesione da pressione una lesione tessutale, con evoluzione necrotica, che interessa la cute, gli strati sottocutanei, fino a raggiungere, nei casi più gravi, la muscolatura e le ossa. Essa è la conseguenza diretta di un’elevata e/o prolungata compressione, o di forze di taglio (o di stiramento), causanti uno stress meccanico ai tessuti e la strozzatura dei vasi sanguigni. VALUTAZIONE DEI FATTORI DI RISCHIO Devono essere valutati, per il rischio di sviluppare LDD, tutti i malati che non sono in grado di muoversi in modo completamente autonomo. I principali fattori/cause responsabili si possono distinguere in: INTRINSECI (o “del paziente”)

• alterato controllo vasomotorio • riduzione della sensibilità cutanea • atrofia delle masse muscolari • flaccidità muscolare • scadenti condizioni generali • stato di iponutrizione • infezioni batteriche • disturbi psichici • incontinenza urinaria e/o fecale

ESTRINSECI (o “esterni” al paziente)

• compressione cutanea prolungata • sfregamento cutaneo • condizioni igieniche precarie del paziente • superficie di appoggio non adeguata

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SEDI DELLE LESIONI Le lesioni da decubito compaiono più frequentemente sulla parte bassa del corpo, in particolare sul sacro, sul grande trocantere, sul tallone, sulle tuberosità ischiatiche e sui malleoli laterali; potenzialmente, inoltre, in tutti i punti di contatto con il piano d’appoggio. COMPLICANZE Le complicanze più frequenti di una LDD sono la sepsi e l’osteomielite. Le conoscenze eziopatogenetiche della LDD ci impongono la pianificazione di due momenti fondamentali dell’assistenza infermieristica: la prevenzione ed il trattamento. LA PREVENZIONE

• utilizzo di scale di valutazione del rischio (scala di Norton, scala di Braden) che periodicamente vengono rivalutate

• mantenimento e miglioramento del grado di tolleranza del tessuto alla compressione con adeguata igiene, protezione e idratazione delle zone interessate

• protezione dagli effetti negativi provocati da forze meccaniche esterne avendo cura di favorire la mobilizzazione del paziente per quanto possibile

• eventuale ricorso di ausili e presidi in grado di ridurre la compressione sulle zone a rischio • compensazione di eventuale condizione di malnutrizione e/o di patologie di base

IL TRATTAMENTO Il trattamento delle LDD deve procedere per gradi, partendo da una consapevole e precisa fase di valutazione, per divenire poi strettamente “pratico” nelle fasi di detersione, “debridement” e medicazione. Fondamentale è la rivalutazione periodica, programmata e documentata delle condizioni delle lesioni, per consentire di constatare il beneficio terapeutico-assistenziale a distanza ed eventuali modifiche al piano di cura. VALUTAZIONE DELLA LESIONE

• stadiazione • sede • caratteristiche cliniche (dimensioni, condizioni della cute perilesionale, ecc.)

DETERSIONE DELLA LESIONE

• utilizzo di una soluzione fisiologica sterile, applicando la minor quantità possibile di forza meccanica

DEBRIDEMENT (rimozione del tessuto necrotico) • tecnica meccanica effettuata dall’infermiere del Centro Diurno Integrato con strumenti

monouso • tecnica chirurgica eseguita da uno specialista competente, su segnalazione dell’infermiere

MEDICAZIONE (controllo dell’essudato senza essicazione del fondo della ferita, mantenendo la cute circostante nel giusto equilibrio di idratazione)

• idrogeli • fitostimoline o betadine garze

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• pomate antibiotiche/cicatrizzanti

• pomate a base oleosa

Le medicazioni dovrebbero essere mantenute in sede il più a lungo possibile, in base al decorso della LDD. Si vuole precisare che il trattamento delle LDD è personalizzato e varia a seconda del grado e della sede della lesione oltre che delle condizioni del paziente.

PREVENZIONE E CONTROLLO DEL DOLORE Obiettivo La presente procedura operativa, definisce le iniziative messe in atto per la misurazione e controllo del dolore e/o dell’adeguatezza terapeutica nel tempo (attraverso una serie di scale di valutazione), in caso di dolore cronico. Campo di applicazione La presente procedura si applica a tutto il personale di assistenza che, in funzione del proprio profilo professionale, è coinvolto in una o più delle attività di sorveglianza, controllo e gestione del dolore. Scale di valutazione del dolore Per il trattamento adeguato del “sintomo dolore” è necessaria una corretta valutazione (assessment) che comprenda l’analisi delle varie caratteristiche del dolore (sede, intensità, irradiazione, variazioni temporali, risposte a trattamenti precedenti, eventuale compromissione della vita quotidiana). Il test verrà somministrato direttamente dal medico o dall’infermiere professionale del CDI. La misurazione del dolore è fondamentale per il suo corretto trattamento e si effettua attraverso l’uso di scale validate. Le scale dell’intensità da noi utilizzate sono le numeriche (NRS) e le verbali (VRS). La scala numerica Tra le scale qui indicate è la più efficace e meglio confrontabile per il paziente verbalizzante.

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La scala verbale

In caso di utente non competente, come il soggetto affetto da demenza, è utile la SCALA PAINAD che analizza cinque caratteristiche:

• respirazione • vocalizzazione • espressione facciale • espressione/postura del corpo • consolabilità del malato

attribuendo un punteggio che permette di graduare il dolore (massimo 10).

Nel dolore cronico evidenziare unicamente l’intensità di quello attuale può essere poco significativo: alcuni studi hanno dimostrato l’importanza di analizzare le caratteristiche del dolore per 4 o più giorni consecutivi. Trattamento Dal punto di vista della sintomatologia, la base della strategia terapeutica è rappresentata dalla scala analgesica a tre gradini proposta dalla OSM (figura) che prevede l’utilizzo di determinate categorie di farmaci a seconda della gravità del dolore: non oppioidi, oppioidi deboli per il dolore lieve-moderato, oppioidi per il dolore moderato-severo (con l’integrazione o meno di farmaci adiuvanti in ciascuno dei tre gradini) e di terapie non farmacologiche (fisioterapiche e antalgiche come ultrasuoni, laser, TENS, elettrostimolazioni ecc.).

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Il trattamento è un atto medico: di conseguenza l’infermiere, solo in base alle indicazioni presenti in cartella, può somministrare la terapia al bisogno.

GESTIONE SOMMINISTRAZIONE FARMACI Primo accesso L’utente inizia a frequentare la Struttura in seguito ad una visita medica in equipe multidimensionale. Tra la documentazione richiesta per i nuovi ingressi vi deve essere sempre presente la cerificazione rilasciata dal MMG che dichiari la terapia farmacologica assunta dal paziente nell’arco delle 24 ore (nome del farmaco, posologia ed orario di assunzione). Nel caso l’utente ne fosse sprovvisto, lo dovrà assolutamente presentare prima dell’inizio dell’effettiva frequenza del CDI. La terapia viene inserita dall’infermiere nel modulo preposto alla registrazione della stessa, con cadenza mensile e sotto la supervisione del medico così come avviene anche per la somministrazione all’utente. Per chi frequenta abitualmente Ogni utente presente al CDI ha un piano di terapia farmacologica descritta in apposito modulo che viene aggiornato mensilmente. La responsabilità operativa della somministrazione dei farmaci è a carico dell’infermiere professionale, mentre la supervisione di tale modulo viene svolta direttamente dal medico della Struttura. Non sono ammesse abrasioni o scritte in matita. Qualsiasi modifica della terapia va sempre definita con il medico del CDI previo presentazione del certificato del medico curante dell’utente. Scorte farmacologiche Le scatole dei farmaci di ogni utente, integre e complete di scheda tecnica, vengono conservate all’interno di un armadio nel locale infermieristico che viene puntualmente chiuso in assenza dell’infermiere professionale. Ogni utente che assume più di 1 farmaco, possiede un contenitore personalizzato con nome e cognome, mentre chi ne assume solo uno, ha il proprio nome e cognome scritto sulla scatola del farmaco con pennarello indelebile. Quando un utente consegna il farmaco da assumere, gli viene raccomandato di portare una scatola intonsa, completa di blister e corrispettivo foglio informativo.

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Gestione scadenza farmaci L’IP provvederà a controllare che le scatole dei farmaci fornite dagli utenti abbiano una validità ulteriore ai 6 mesi. Nel caso di farmaci conservati per un uso “al bisogno”, l’IP provvederà a controllare mensilmente le date di scadenza e a chiederne la sostituzione quando restano 2 mesi di validità prima della scadenza. Nel caso di farmaci scaduti saranno conferiti all’azienda abilitata allo smaltimento

SMALTIMENTO RIFIUTI SPECIALI I rifiuti speciali (quelli di tipo sanitario-ospedaliero classificati a rischio biologico) prodotti dal CDI, vengono smaltiti tramite una ditta specializzata che opera su concessione di appalto esterno e ritirati c/o la Struttura con una cadenza generalmente quindicinale. E’ compito dell’infermiere professionale provvedere alla preparazione e sigillatura degli stessi.

MODELLO ASSISTENZIALE

L’utente, all’arrivo al CDI, viene accolto dagli operatori (ASA) con gentilezza e disponibilità ed è in questo momento che vengono raccolte eventuali informazioni relative a variazioni del suo stato di salute, al sonno o ad altri elementi di rilievo da prendere in considerazione. Chi non è autonomo viene aiutato a svestirsi ed a deporre oggetti vari. ATTIVITA’

• a chiunque lo desideri viene servita da un’ASA la colazione al momento dell’arrivo al Centro Diurno Integrato (una tazza di tè con fette biscottate) chi, invece, gradisce altro, si serve le bevande da appositi distributori automatici

• possibilità della lettura del quotidiano • inizio dei laboratori di attività creative, manuali e di terapia occupazionale • interventi di igiene-bagno in assistenza oltre che interventi infermieristici e riabilitativi a

seconda del PAI di ogni utente • l’utente può comunque scegliere se frequentare un laboratorio a lui assegnato o giocare a

carte o passeggiare in giardino piuttosto che negli spazi interni al CDI • tutti i giorni dalle 11 alle 11.45 viene proposta la ginnastica psicomotoria di gruppo • accompagnamento al bagno e preparazione al pranzo • ore 12 PRANZO

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Regole per un corretto comportamento durante il pranzo:Regole per un corretto comportamento durante il pranzo:Regole per un corretto comportamento durante il pranzo:Regole per un corretto comportamento durante il pranzo: - l’ambiente deve essere pulito, confortevole e non rumoroso - occorre conoscere a fondo l’esigenza dell’utente - servire i cibi caldi - la quantità di cibo non deve essere eccessiva bensì equilibrata - il servizio deve essere attento e gentile - lasciare il tempo dovuto per il pranzo, senza indurre fretta, senza intervenire per dare aiuto se l’utente è in grado di essere autonomo nelle azioni richieste

• dopo il pranzo un’ASA si occupa di servire il caffè dagli appositi distributori per chi lo desidera

• momento destrutturato per ° riposare

° continuare la conversazione ° giocare a carte ° leggere

° passeggiare in giardino

• ripresa dell’attività occupazionale, di laboratori, gioco delle carte o attività particolari in programmazione

• merenda • preparazione al rientro al domicilio

INDICAZIONI ORGANIZZATIVE

Ogni settimana viene fatta una riunione di verifica in equipe multidisciplinare. Ogni settimana viene preparato il calendario delle attività educative-animative ed esposto in modo visibile a tutti. Viene data molta importanza ai compleanni ed alle ricorrenze per la contestualizzazione dell’utenza (feste a tema a seconda delle stagioni, giornate celebrative a seconda del calendario annuale, ecc. )

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NORME DI COMPORTAMENTO

Ascoltare sempre l’utente con serenità, pazienza ed interesse. Tranquillizzare le loro angosce con partecipazione. Ascoltare con rispetto, senza imporsi e custodendo eventuali segreti che vengono confidati. Trattare l’utente sempre come un adulto, dando spiegazione in merito a tutte le attività e le curiosità. La terza età non è una malattia, ma un periodo comunque fecondo della vita, da valorizzare: gli utenti vanno eventualmente aiutati a vincere paure ed incertezze legati al passare dell’età ed alla sofferenza. Tutto ciò che un utente, fa va preso in considerazione. Sarebbe meglio che l’utente potesse ritornare a casa sentendosi utile, amabile e servizievole per i suoi cari.

PIANO DI DIFFUSIONE DELLE LINEE GUIDA A TUTTI GLI OPERATORI DI COMPETENZA

Le linee guida che individuano e descrivono le modalità comportamentali ed operative nell’attuazione delle attività assistenziali riguardo a:

• igiene dell’utente • somministrazione di alimenti e bevande • prevenzione delle cadute • trattamento dell’incontinenza • utilizzo mezzi di contenzione • gestione eventi acuti ed emergenze cliniche • prevenzione e trattamento delle lesioni da pressione • prevenzione e controllo del dolore • gestione-somministrazione dei farmaci

costituiscono un requisito di qualità obbligatorio per l’accreditamento del CDI ai sensi della D.G.R. n. 7/7435 del 14/12/2001, ma riteniamo che esse debbano essere viste e vissute come strumento condiviso di crescita professionale di tutti gli operatori e di miglioramento continuo dei livelli e delle pratiche assistenziali. Allo scopo quindi di non renderle mero adempimento burocratico da parte degli operatori ed obbligo comportamentale tollerato, il CDI ritiene di puntare molto sulla condivisione, anche nel presupposto della non staticità o immutabilità delle linee guida che, se pur elaborate sulla base di conoscenze scientifiche fin qui consolidate in materia, devono continuamente essere verificate e provate nell’ operatività quotidiana.

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Solo operatori motivati e pienamente partecipi delle finalità e degli obiettivi perseguiti, possono garantire la corretta attuazione delle linee guida ed il continuo ed indispensabile interscambio fra livello scientifico e livello pratico. Per quanto sopra esposto, saranno sedi privilegiate per la diffusione e la condivisione, le riunioni di equipe. In tali sedi, secondo una programmazione armonica nel contesto del complessivo quadro delle esigenze formative, le linee guida saranno diffuse, commentate e sottoposte a revisione critica periodica. Il pur necessario controllo sulla correttezza dell’attuazione, si realizzerà, oltre che nell’ambito dell’ ordinaria e continua attività di vigilanza da parte del personale medico ed infermieristico, anche da specifici momenti ed interventi improntati non ad un controllo fiscale, bensì ad una verifica partecipata. Allo scopo si effettueranno verifiche a campione e si utilizzeranno appositi questionari che verranno poi esaminati e discussi nelle riunioni di equipe.

Documento aggiornato al gennaio 2014 IL FUNZIONARIO IL COORDINATORE -------------------------------------------- ----------------------------------------------------