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PROGETTAZIONE
52RCI n.5/2015
Linee guida per i centri commerciali
Nella progettazione dei centri
commerciali deve essere fatta una
necessaria distinzione tra l’impianto
dedicato alla struttura principale e gli
impianti dei singoli negozi.
Una attenzione speciale va inoltre
dedicata al rischio di incendio, vista
la specificità di queste strutture quasi
sempre prive di compartimentazioni.
Per una corretta scelta dell’impianto HVAC
nei centri commerciali normalmente biso-
gna prendere in considerazione le dimen-
sioni, la geometria, la ripartizione degli spa-
zi da climatizzare, il loro uso e occupazione
durante l’arco della giornata, i fattori di il-
luminazione naturale e non ultimo le carat-
teristiche termofisiche delle strutture opa-
che e riflettenti. Va inoltre aggiunto che le
condizioni di benessere dei clienti, per ovvie
ragioni necessitano di una maggior atten-
zione rispetto ad altre applicazioni.
Si possono dunque delineare alcuni punti
focali da definire, quali:
■ La potenzialità impegnata dagli impian-
ti HVAC.
■ L’utilizzo di diversi fluidi vettori per i ser-
vizi di riscaldamento e raffreddamento,
oltre alla disponibilità di diverse fonti di
energia primaria.
Luca Ferrari
■ Gli apporti gratuiti di calore negli am-
bienti interni.
■ L’ubicazione, la funzionalità e l’ergono-
mia delle apparecchiature HVAC.
■ La ventilazione degli spazi, comprensivi
delle forometrie per il passaggio delle
canalizzazioni.
■ Le normative e le leggi attualmente in
vigore.
A queste specifiche bisogna aggiungere
un considerevole aumento della portata di
aria esterna necessaria per la ventilazione
delle aree di ristoro (food court), cosi come
definito dalla prUNI 10339:2014. L’even-
tuale presenza di locali fumatori implica
inoltre un ulteriore attenzione ai ricambi
d’aria esterna.
I criteri progettuali e i fabbisogni di ener-
gia termica, invernale ed estiva, vengono
definiti dalle recenti UNI TS 11300:2014.
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Dagli Stati Uniti invece è possibile ottenere
un utile benchmark per gli edifici commer-
ciali dallo Standard 90.1:2013 dell’Ashrae.
Risulta poi quasi sempre necessario un ri-
scontro con i regolamenti locali al fine di
stabilire con correttezza i requisiti di isola-
mento delle strutture e di efficienza delle
apparecchiature, oltre alle consuete veri-
fiche d’igiene (ASL) e sulla sicurezza an-
tincendio.
In ultimo non vanno certamente dimenti-
cate le valutazioni ambientali degli impian-
ti con particolare attenzione al rumore, al-
lo smaltimento dei reflui e dell’acqua uti-
lizzata e all’inquinamento dell’aria
Condizioni climatiche ambientali
La coesistenza di esercizi e di attività anche
molto diverse all’interno dei centri com-
merciali comporta la necessità di assicura-
re condizioni termoigrometriche altrettan-
to differenti: food court (fast food, tavole
calde, ecc.), supermercati alimentari (con
zone dai diversi requisiti quali gli spazi dei
banchi frigoriferi e quelli dei prodotti non
deperibili), negozi generici, ecc. presen-
tano esigenze ben differenziate e spesso
non convergenti, anche per gli stessi orari
di attività, di chiusura, ecc. Uno dei primi
requisiti che emerge da parte degli utenti
è, sotto tale aspetto, la precisa contabiliz-
zazione dei costi del riscaldamento e del
condizionamento.
Ulteriori specifiche condizioni di progetta-
zione possono essere ottenute dalle nor-
me UNI EN ISO 7730:2005, Ansi/Ashrae
55:2013 e Ashrae Standard 62.1:2013.
Dati pratici professionali possono inol-
tre essere ricavati dall’Ashrae Handbook
HVAC Applications 2011 - Cap. 2 Retail
Facilities e Cap. 3 Commercial and Public
Buildings, e in parte pure dal Cap. 5 Pla-
ces of Assembly. Informazioni più specia-
lizzate possono invece risultare necessarie
per gli atrii, che rappresentano per buona
parte dei casi una caratteristica distinti-
va e tipica dei centri commerciali. Gli atrii
devono essere visti sempre in una doppia
luce: come ambienti ad alto rischio per la
propagazione dei fumi nei casi di incen-
dio e come zone da ventilare scegliendo le
soluzioni che producano i minori consu-
mi di energia (ventilazione, riscaldamento,
climatizzazione).
Va ricordato inoltre che, almeno nei cen-
tri di un certo livello, vi è la tendenza alla
piantumazione di determinati spazi, an-
che con alberi di alto fusto e altre specie
pregiate. Queste aree richiedono condizio-
ni termoigrometriche e di illuminamento
specifiche, come pure una velocità dell’a-
ria entro limiti ben precisi, onde evitare un
decadimento e/o morte prematura della
vegetazione presente.
Temperatura e umidità
Le temperature dell’aria esterna di proget-
to invernale vengono indicate nella norma
UNI EN 12831, con un umidità relativa fis-
sata all’80%.
La temperatura dell’aria esterna e umidi-
tà relativa di progetto estive sono invece
dedotte dall’apposita appendice C della
norma prUNI 10339:2014.
Per quanto riguarda le condizioni indoor,
viene introdotto il concetto di temperatura
operativa, come risultato dalla media tra la
temperatura dell’aria interna e la tempe-
ratura media radiante delle pareti rispetto
all’occupante.
Per le condizioni invernali ambiente di
progetto prevedono un valore medio del-
Nei nuovi centri commerciali ha preso piede l’idea di valorizzare gli atrii e le gallerie con la piantumazione, anche
intensa, di varie specie arboree. Questa soluzione presenta al progettista HVAC delle nuove problematiche
termoigrometriche (si pensi solo al controllo dell’umidità) onde evitare il deterioramento veloce dei generi
vegetali presenti (Centro Commerciale “Le Vele”, Desenzano, Brescia).
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la temperatura operativa di 20 °C, accet-
tando escursioni di -/+ 1 °C.
La temperatura media operativa estiva vie-
ne indicata sui 25-26 °C, anch’essa con un
escursione di -/+ 0,5/1 °C,
Le prescrizioni riportate nell’Ashrae
Handbook “2011 HVAC Applications”
indicano per le condizioni di progetto in-
door un intervallo di temperatura fino ai
27 °C in estate e temperature tra i 21 –
23 °C in inverno (dipende dalla tipologia
del negozio).
Viene comunque consigliata una certa
flessibilità operativa, in quanto la clien-
tela indossa un abbigliamento corrispon-
dente alla stagione in corso e può darsi
dunque, che per determinati condizioni
ambientali, possa “soffrire” condizioni
di stress termico all’interno del centro
commerciale.
Nei supermercati le condizioni di benes-
sere vanno spesso in contrasto con l’effi-
cienza energetica dei banchi frigo, modo
per cui soprattutto in estate si consiglia di
limitare la differenza di temperatura tra
esterno ed interno entro i 7 °C.
D’inverno si consiglia di non scendere sot-
to i valori indoor di 16-18 °C, temperature
Tab. 2 - Portate volumetriche di aria esterna qv,o,p
(10-3 m3 s-1 per persona).
Ambiente Classe di qualità dell’aria interna
Elevata Media Bassa
Grandi magazzini – piano interrato 8,75 7 5,25
Negozi o reparti grandi magazzini 8,75 7 5,25
Abbigliamento, calzature, mobili, ottici, fioristi 8,75 7 5,25
Alimentari, farmacie 8,75 7 5,25
Fonte: prUNI 10339:2014
Tab. 3 - Valori della velocità dell’aria, va (m s-1).
Ambiente Riscaldamento Raffrescamento
Grandi magazzini, negozi in genere, zona pubblica da 0,05 a 0,15 da 0,05 a 0,20
Fonte: prUNI 10339:2014
Tab. 1 - Classe di qualità dell’aria interna.
Classe di qualità dell’aria
CorrispondenzaUNI EN 13779:2008
Differenza di concentrazione di CO2
tra aria interna e aria esterna (ppm)
Elevata IDA 1 ≤ 400
Media IDA 2 400 - 600
Basse IDA 3 601 - 1000
IDA 4 > 1000
Fonte: Appendice A - prUNI 10339:2014, “Impianti aeraulici per la climatizzazione Classificazione, prescrizione e requisiti prestazionali per la progettazione e la fornitura”.
oltre le quali si rischia il congelamento dei
banchi frigo per assenza di carico.
I valori di umidità relativa sono compresi
in estate tra il 55 e 65 per cento (45 - 60
Ashrae) e tra il 35 e 45 per cento in inver-
no (25 - 30 Ashrae).
Qualità dell’aria interna
Vengono considerate tre classi di quali-
tà dell’aria interna (elevata, media, bassa)
corrispondenti a quelle indicate dalla UNI
EN 13779:2005.
I valori di concentrazione di CO2 distin-
guono la classe di qualità dell’aria inter-
na (tabella 1). Per garantirsi economie di
funzionamento è bene dotarsi di soluzio-
ni impiantistiche che attraverso la misura-
zione degli indici di qualità dell’aria (CO2)
assicurino la sola quantità minima di aria
esterna necessaria.
Portata d’aria di rinnovo
La portata d’aria esterna nella nuova
prUNI 10339:2014 viene ridotta a 7 L/s
(10-3 m3 s-1) per persona per tutte le attività
commerciali in genere (tabella 2).
Il valore minimo pro capite consigliato
Nei centri commerciali le macchine HVAC trovano spazio in copertura o in altre aree non agibili (Clivet, Centro Commerciale “Conè”, Treviso).
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dallo Ansi/Ashrae Standard 62.1:2013,
anch’esso in diminuzione, viene addirittu-
ra indicato in soli 2.5/3.5 L/s per persona.
Velocità dell’aria
La velocità media dell’aria, misurata nella
zona occupata, deve essere compresa tra
0,05 e 0,20 m/s durante la climatizzazio-
ne estiva e tra 0,05 e 0,15 m/s in regime
di riscaldamento (tabella 3).
Filtrazione
La filtrazione dell’aria viene messa in re-
lazione con la classe dell’aria interna de-
siderata (eccellente/media/bassa) e la re-
lativa classe dell’aria esterna (eccellente/
media/bassa).
In questo modo è possibile utilizzare filtri
con efficienza minima da M5 fino a F8 (ta-
bella 4). Lo stadio di filtrazione può esse-
re anche unico o proceduto dal altri filtri
di efficienza inferiore. Si consiglia inoltre
di consultare anche il regolamento locale
di igiene, che a volte, prescrive valutazioni
diverse e più variegate. Quasi sempre per
le aree ristornanti, fast food, ecc. risulta
necessario inserire anche a filtri a carbone
attivo per la rimozione di odori e degli ef-
fluenti gassosi.
Livello sonoro
Il fatto che i centri commerciali sorgano
il più delle volte fuori città e in aree a di-
stanza da abitazioni comporta che il livel-
lo sonoro emesso dalle macchine HVAC
possa rientrare in una fascia più alta di
quanto non sarebbe tollerato in aree re-
sidenziali.
I limiti di livello sonoro restano perciò in-
dividuati dai valori limite di emissione in
funzione della classe di destinazione del
territorio, con riferimento alla Legge qua-
dro 447:1995.
Carichi termici
I rapporti tra forma e orientazione dell’edi-
ficio devono essere studiati attentamente
in fase di progetto, poiché i carichi di con-
dizionamento di origine esterna possono
rappresentare dal 30% al 60% del totale,
a seconda l’estensione delle superfici ve-
trate sia tra il 25% e il 75% della super-
ficie perimetrale totale, rispettivamente.
In ragione di ciò, conviene quasi sempre
mantenere al minimo la superficie perime-
trale dell’edificio.
Chiaramente, queste caratteristiche sono
di competenza dell’architetto e al di fuo-
ri del controllo del progettista HVAC, ma
esse dovrebbero essere fatte presenti tutte
le volte che ciò sia possibile fin dalle fasi
iniziali del progetto.
Altra componente importante del carico è
l’aria esterna di ventilazione, in relazione
all’affollamento (tabella 5).
Tab. 4 - Classe della filtrazione minima finale prevista.
Ambiente Classe qualità aria esterna
Classe dei filtri finali
Classe di qualità dell’aria interna
Elevata Media Bassa
Grandi magazzini – piano interratoNegozi o reparti grandi magazziniAbbigliamento, calzature, mobili, ottici, fioristi
Elevata F7 M6 M5
Media F8 F7 M6
Bassa F8 F7 M6
Fonte: prUNI 10339:2014
Tab. 5 - Indice di affollamento per unità di superficie ns (persone/m2).
Grandi magazzini – piano interrato 0,2
Negozi o reparti grandi magazzini 0,2
Abbigliamento, calzature, mobili, ottici, fioristi 0,2
Alimentari, farmacie 0,2
Fonte: prUNI 10339:2014
Per la climatizzazione dello Store Ikea di Chieti è stato impiegato un sistema idronico con refrigeratore d’acqua e pompe di calore aria acqua (Climaveneta).
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In inverno essa deve venire preriscaldata e
umidificata, mentre in estate, necessita di
essere raffreddata e deumidificata. L’uso di
recuperatori di calore aria aria a flussi incro-
ciati, o a tamburo rotante, rappresenta quasi
sempre un mezzo per ridurre sensibilmente
i consumi di energia degli impianti. In certe
aree, dedicate alla vendita di elettronica di
consumo e computer, i carichi termici di na-
tura sensibile dovuti all’illuminazione, ai TV
ecc. possono raggiungere valori rilevanti. In
tali aree l’umidificazione invernale dovrebbe
sempre essere assicurata. Una peculiarità dei
centri commerciali riguarda la stima dei ca-
richi termici dovuti alle persone: esse vanno
considerate in leggero movimento e quindi
devono venire attribuiti dei valori di emissio-
ne termica (met) superiori a quelli tipici di
attività sedentaria di ufficio e similari. Anche
la velocità dell’aria, soprattutto nelle gallerie,
può essere mantenuta più alta rispetto alle
tipiche applicazioni di benessere. Sotto tali
aspetti i centri commerciali sono caratteriz-
zati da un comportamento più attivo delle
persone, quindi con maggiori emissioni di
calore ed esigenze di ventilazione. La tabella
6 riporta alcuni elementi di stima dei valori
unitari dei carichi termici per tali strutture.
Gli impianti di climatizzazione
L’esigenza di ventilazione detta nella gran
parte dei casi la scelta del tipo di impianto,
almeno per le gallerie e gli atri. In questi spazi
i sistemi a tutta aria risultano senza alternati-
ve. Essi possono tuttavia venire sviluppati in
varie soluzioni, come segue:
- unità di trattamento d’aria alimentate da
sistemi idronici, con acqua refrigerata e ac-
qua calda;
- condizionatori autonomi roof top, op-
portunamente dimensionati per poter
trattare anche ampie percentuali di aria
esterna;
- sistemi separati composti da unità per il
pretrattamento dell’aria esterna e da altre
per il trattamento di una parte dell’aria di
ricircolo. I due flussi d’aria quasi sempre
vengono miscelati in queste seconde uni-
tà, anche se comincia ad emergere una
tendenza a mantenerli separati fino ad
avere due distinte immissioni in ambiente.
Queste soluzioni, soprattutto le prime due,
vengono altresì applicate correntemente
al servizio di grandi spazi di vendita, quali
supermercati e altri spazi analoghi. L’aria
viene estratta di solito dagli atrii e così fa-
cendo si ottiene di temperarne le condizio-
ni e di ventilarli, cosa tanto più necessaria
quanto spesso negli atrii sono situate le
food court, i bar e o ristoranti.
Con gli impianti di ventilazione vanno pre-
visti i sistemi per l’estrazione dei fumi, a
meno che tale servizio non venga deman-
dato ad evacuatori di fumi e calore sulla
copertura dell’edificio.
Differenti invece le soluzioni adottate per
Tab. 6 - Carico termici stimato delle apparecchiature illuminanti e stima della richiesta di potenza frigorifera unitaria nei centri commerciali.
Ambiente Carico Basso (W m-2) Carico Medio (W m-2) Carico Alto (W m-2)
Luci Potenza frigorifera† Luci Potenza
frigorifera† Luci Potenza frigorifera†
Centri commerciali 32* 159 54* 238 97* 357
Grandi magazzini – piano terreno 38* 109 65* 154 67* 250
Negozi generici (non alimentari) 11 110 22 135 43 204
Ristoranti 16 250/278 18 313/385 22 385/476
* La potenza elettrica indicata per le luci comprende anche gli altri carichi elettrici normalmente presenti.† Le potenze frigorifere unitarie riportate sono per l’intero sistema.
Fonte: Ashrae Pocket Guide
Unità dotate di batteria per acqua calda, doppi circuiti, ventilatori a portata variabile e serranda dell’aria esterna sempre modulante, per gestire la portata in funzione della quota di carico nominale.(Lennox, Centro Commerciale Fiordaliso, Rozzano, Milano)
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