Linee guida MIELOMA
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Linee guida
MIELOMA
Edizione 2014
LINEE GUIDA MIELOMA
2
Coordinatore Armando Santoro
Segretario Scientifico Andrea Nozza
Estensori Riviste da SIE Sara Bringhen Francesca Patriarca Maria Teresa Petrucci Graziella Pinotti Franco Silvestris Lucilla Tedeschi Elena Zamagni
LINEE GUIDA MIELOMA
3
Indice
1 Epidemiologia 6
2 Inquadramento diagnostico 6
21 MGUS 8
22 Plasmocitoma solitario 8
23 MM asintomatico 9
24 MM sintomatico 10
3 Mieloma multiplo sintomatico trattamento 13
4 Criteri di risposta alla terapia 14
5 Terapia di prima linea in pazienti con etagrave gt 65 anni non candidabili a terapie intensificate 15
51 Terapie con Talidomide eo Bortezomib in associazione trials di Fase III 15
52 Terapie con Lenalidomide in associazione trials di Fase III 16
53 Terapia con Bendamustina in associazione ai nuovi farmaci 17
54 Trapianto autologo a ridotta intensitarsquo di condizionamento 17 6 Terapia di prima linea nei pazienti lt 65 anni candidabili a trapianto autologo di cellule staminali 22
61 Terapia di induzione pre-trapianto 23
62 Terapia di consolidamento e mantenimento post trapianto 26
63 Terapia ad alte dosi con supporto di progenitori emopoietici autologhi 27
64 Trapianto allogenico 29 7 Mieloma Multiplo recidivato o refrattario 36
71 Definizione di malattia recidivarefrattaria 36
72 Trattamento 36 8 Terapie di supporto e management delle tossicitarsquo correlate alla terapia 41
81 Malattia ossea 41 811 Terapia medica 41
812 Radioterapia 42
813 Chirurgia 43
82 Ipercalcemia 43
83 Sindrome da iperviscositagrave 44
84 Infezioni ricorrenti 44
85 Insufficienza renale 45
86 Anemia 46
87 Trombosi 46 9 FIGURE 51
10 Raccomandazioni prodotte con metodologia GRADE 60
Allegato Tabelle GRADE evidence profile
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4
Come leggere le raccomandazioni
Le raccomandazioni vengono presentate in tabelle
La riga drsquointestazione egrave verde se sono state prodotte con metodologia SIGN oppure arancione se sono
state prodotte con il metodo GRADE (se presenti)
Qualitagrave dellrsquoevidenza
SIGN (1) Raccomandazione clinica (2)
Forza della
raccomandazione
clinica (3)
B
Nel paziente oncologico in fase avanzata di malattia
con dolore di diversa etiologia la somministrazione di
FANS e paracetamolo dovrebbe essere effettuata per
periodi limitati e con attenzione ai possibili effetti
collaterali
Positiva debole
(1) Qualitagrave dellrsquoevidenza SIGN PRECEDE LA RACCOMANDAZIONE
Nellrsquoapproccio SIGN la qualitagrave dellrsquoevidenza viene indicata con lettere (ABCD) che sintetizzano i livelli
di evidenza dei singoli studi Ogni lettera indica la ldquofiduciardquo nellrsquointero corpo delle evidenze valutate
che sostengono la raccomandazione NON riflettono sempre lrsquoimportanza clinica della raccomandazione e
NON sono sinonimo della forza della raccomandazione clinica
Qualitagrave dellrsquoevidenza SIGN
A
Almeno una meta-analisi o revisione sistematica o RCT valutato 1++ e direttamente
applicabile alla popolazione target oppure Il corpo delle evidenze disponibili consiste principalmente in studi valutati 1+ direttamente
applicabili alla popolazione target e con risultati coerenti per direzione e dimensione
dellrsquoeffetto
B
Il corpo delle evidenze include studi valutati 2++ con risultati applicabili direttamente alla
popolazione target e con risultati coerenti per direzione e dimensione dellrsquoeffetto
Evidenze estrapolate da studi valutati 1++ o 1+
C
Il corpo delle evidenze include studi valutati 2+ con risultati applicabili direttamente alla
popolazione target e con risultati coerenti per direzione e dimensione dellrsquoeffetto
Evidenze estrapolate da studi valutati 2++
D
Evidenze di livello 3 o 4
Evidenze estrapolate da studi valutati 2+
(2) LA RACCOMANDAZIONE CLINICA
Quando possibile riprende il PICO del quesito (popolazione intervento confronto outcome) in alcuni casi
puograve contenere delle specifiche per i sottogruppi indicate con il simbolo radic La raccomandazione clinica
deve esprimere lrsquoimportanza clinica di un interventoprocedura
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(3) LA FORZA DELLA RACCOMANDAZIONE
Viene graduata in base allrsquoimportanza clinica su 4 livelli
Forza della
raccomandazione
clinica Terminologia Significato
Positiva Forte Tutti i pazienti devono
ricevere lrsquointerventoprocedura
in oggetto
Alla maggioranza dei pz con le caratteristiche
definite nella raccomandazione deve essere offerto
lrsquointervento a meno che vi siano controindicazioni
specifiche
Positiva Debole I pazienti dovrebbero ricevere
lrsquointerventoprocedura in
oggetto
Trend positivo del risultato ma con possibilitagrave di
incertezza nel bilancio tra beneficio e danno
Implica una discussione approfondita con il pz In
modo che egli possa scegliere se sottoporsi o meno
allrsquointerventoprocedura tenendo conto dei propri
valoripreferenze
Negativa Debole I pazienti non dovrebbero
ricevere lrsquointerventoprocedura
in oggetto
Trend negativo del risultato ma con possibilitagrave di
incertezza nel bilancio tra beneficio e danno
Negativa Forte Tutti i pazienti non devono
ricevere lrsquointerventoprocedura
in oggetto
Alla maggioranza dei pz con le caratteristiche
definite nella raccomandazione NON deve essere
offerto lrsquointervento
Note
La descrizione complete delle metodologie applicate alle LG AIOM egrave reperibile sul sito wwwaiomit
SIGN= Scottish Intercollagiate Guidelines Network
GRADE= Grading of Recommendations Assessment Development and Evaluation
LIVELLI DI EVIDENZA dei singoli studiopinioni
La qualitagrave delle evidenze tiene conto sia del disegno di studio sia di come lo studio egrave stato condotto viene
riportata nel testo a lato della descrizione degli studi ritenuti rilevanti a sostegno o contro uno specifico
intervento Sono presenti solo per le evidenze che sostengono la raccomandazione clinica contribuiscono a
generare il grado di raccomandazione SIGN
1 Revisioni sistematiche e meta analisi di RCT o singoli RCT
1 ++ Rischio di bias molto basso 1 + Rischio di bias basso 1 - Rischio di Bias elevato -gt i risultati dello studio non sono affidabili
2 Revisioni sistematiche e meta-analisi di studi casocontrollo o di coorte o singoli studi
casocontrollo o di coorte
2 ++ Rischio di bias molto basso probabilitagrave molto bassa di fattori confondenti elevata probabilitagrave
di relazione causale tra intervento e effetto
2 + Rischio di bias basso bassa probabilitagrave presenza fattori di confondimento moderata probabilitagrave
di relazione causale tra intervento e effetto
2 - Rischio di Bias elevato -gt i risultati dello studio non sono affidabili esiste un elevato rischio che
la relazione interventoeffetto non sia causale
3 Disegni di studio non analitici come report di casi e serie di casi
4 Expert opinion
Le informazioni complete relative al processo GRADE sono riportate nel capitolo successivo a quello delle
FIGURE
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6
1 Epidemiologia
Il Mieloma Multiplo (MM) egrave una neoplasia dovuta alla proliferazione incontrollata di un clone di
plasmacellule Le plasmacellule si accumulano nel midollo osseo e producono elevate quantitagrave
drsquoimmunoglobuline tutte dello stesso tipo (componente monoclonale CM) Le cause del MM non sono note
e la sua patogenesi egrave ancora in via di definizione Fra le possibili cause vi sono fattori ambientali quali
esposizioni a pesticidi o altre sostanze chimiche radiazioni agenti infettivi Esistono sporadiche segnalazioni
di MM familiare
In Italia il MM rappresenta 12 di tutti i tumori diagnosticati tra gli uomini e 13 tra le donne con
unrsquoincidenza media ogni anno di 95 casi ogni 100000 uomini e 81 ogni 100000 donne Le stime indicano
un totale di 2315 nuovi casi diagnosticati ogni anno fra i maschi e di 2098 fra le femmine Il MM egrave una
patologia dellrsquoetagrave avanzata (figura A) infatti lrsquoetagrave mediana alla diagnosi egrave di sessantotto anni circa il 2 dei
pazienti allrsquoesordio ha meno di quaranta anni mentre il 38 dei pazienti ha unetagrave superiore a settanta anni
La maggior parte dei casi esordisce come MM de novo anche se sembra possibile virtualmente postulare in
tutti i pazienti una precedente fase di gammopatia monoclonale drsquoincerto significato (MGUS) (1) I tassi
dincidenza per MM sono abbastanza omogenei sia come distribuzione regionale sia come andamento nel
tempo Lrsquoincidenza del MM egrave nel complesso stabile mentre la mortalitagrave egrave in lieve calo (figura B)
Figura A Figura B
Secondo i dati epidemiologici riportati recentemente dallrsquoAIRTUM la sopravvivenza globale a un anno egrave del
76 mentre a cinque anni egrave solo del 42 Non si registrano differenze sulla base del sesso o della
distribuzione geografica (2)
2 Inquadramento diagnostico
Al riscontro di una CM serica egrave indicato sottoporre il paziente a esami di screening di I livello e a
unrsquoaccurata anamnesi e valutazione clinica
Bisogna considerare infatti che oltre che nel MM il riscontro di una CM puograve associarsi a varie patologie e
situazioni cliniche quali
Altri tumori di origine linfoide (leucemia linfatica cronica i linfomi a basso grado) e mieloide (leucemia
mieloide cronica mielodisplasia)
Tumori solidi (carcinoma del colon e della mammella)
Malattie non neoplastiche (cirrosi epatica sarcoidosi morbo di Gaucher pioderma gangrenoso)
Malattie autoimmuni (artrite reumatoide myastenia gravis malattia da crioagglutinine)
Malattie infettive (tubercolosi infezioni virali parassitosi)
Altre discrasie plasmacellulari (MGUS morbo di Waldenstrom amiloidosi POEMS Syndrome)
Gli esami di I livello comprendono esecuzione di emometria e biochimica (tabella 1)
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7
Tabella 1 Esami di screening di I livello
Indagine Scopo
Emocromo Valutazione di eventuali citopenie
Immunofissazione Siero ndash Immunofissazione urine
Conferma e Tipizzazione della CM serica e urinaria
Elettroforesi sieroproteine Quantificazione della CM sierica
Proteinuria totale esame urine Valutazione della funzionalitagrave renale Distinzione fra danno glomerularetubulare
IgG IgA IgM
Valutazione delleventuale soppressione delle Immunoglobuline seriche
normali
Calcemia Valutazione del danno osseo
Creatinina Azotemia
Valutazione della funzionalitagrave renale (primo livello)
GOT GPT γ-GT fosfatasi
alcalina bilirubina Valutazione della funzionalitagrave epatica
VES PCR Ferritina Valutazione dello stato infiammatorio
Visita medica Ricerca di linfoadenomegalie epatosplenomegalia segni di amiloidosi
(macroglossia porpora periorbitaria edemi declivi) neuropatia
periferica
Anamnesi Dolore osseo sintomi sistemici stile di vita diatesi infettiva anamnesi
di fratture ipotensione ortostatica impotenza perdita di peso
inspiegabile astenia alterazioni dellrsquoalvo sindrome da ipeviscositagrave
Nel caso di una CM di tipo IgM che maggiormente si correla a patologie linfoproliferative quali Linfomi a
basso grado LLC e malattia di Waldestrom bisogneragrave integrare lrsquoinquadramento con successivi esami
ematici (tra cui test per autoimmunitagrave) e radiologici
Qualora la CM fosse tipizzata come IgG IgA o di sole catene leggere (k o ) il paziente dovragrave eseguire
esami screening di II livello (tabella 2) che basandosi sui criteri delle linee guida dellrsquoInternational Myeloma
Working Group (IMWG) (tabella 3 e tabella 4) permettono una diagnosi differenziale tra diverse situazioni
cliniche MGUS Plasmocitoma solitario MM asintomatico e MM sintomatico (4)
Tabella 2 Esami di screening di II livello
Dosaggio Catene leggere libere k e Valutazione della malattia
Quantificazione della proteinuria di Bence
jones Valutazione malattia e quantificazione danno tubulare
RX scheletro Valutazione della presenza della sede e dellestensione del
danno osseo
Mieloaspirato Biopsia osteomidollare
Valutazione dellinfiltrato plasmacellulare midollare
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21 MGUS
La diagnosi di MGUS egrave spesso occasionale per il riscontro di una CM serica solitamente di modesta entitagrave
in occasione di esami ematici di controllo in assenza di segni e sintomi sistemici In questi soggetti vanno
eseguite indagini diagnostiche atte a escludere altre situazioni cliniche correlate a CM confermando pertanto
la diagnosi di MGUS La MGUS non richiede alcun trattamento ma unicamente di controlli atti a valutarne
evoluzione nel tempo con un programma di follow-up periodico la cui frequenza varia tra i 6 e i 12 mesi in
base allentitagrave della CM e allalterazione di alcuni fattori prognostici (4) (Livello di evidenza 4) Evidenze
recenti in letteratura dimostrano come sia possibile stratificare le MGUS utilizzando tre semplici parametri il
tipo di CM (IgA o IgM) lrsquoentitagrave della stessa CM (15 gdl) alterazione del rapporto delle catene leggere KL
libere nel siero (FLC ratio) (5) (Livello di Evidenza 3)
Basso rischio (Nessun fattore presente)
Rischio intermedio (1-2 fattore)
Alto rischio (3 fattori)
Nei pazienti a basso rischio alla diagnosi tenuto conto della loro scarsa probabilitagrave evolutiva alcuni autori
(6) suggeriscono di non eseguire valutazione midollare e radiologica dello scheletro rimandandola al
momento in cui ci sia un cambiamento rilevante del quadro clinico e di laboratorio o riservandola a casi
selezionati Vedi flow-chart (Livello di evidenza 4)
In pazienti con MGUS infine non va dimenticata una corretta valutazione clinica al fine di evidenziare
patologie sistemiche particolari quali Amilodosi (macroglossia edemi declivi proteinuria) e POEMS
syndrome (neuropatia periferica acrocianosi alterazioni cutanee edemi ed organomegalia)
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
D La MGUS non richiede alcun trattamento tuttavia dovrebbe
essere impostato un follow-up la cui frequenza dipende
diversi fattori prognostici (4-6) Positiva debole
D I pazienti affetti da MGUS a basso rischio non dovrebbero
essere sottoposti a valutazione midollare e radiologica (4-6) Negativa debole
22 Plasmocitoma solitario
Nei pazienti con diagnosi di Plasmocitoma solitario (PS) deve essere inizialmente eseguita una valutazione
completa in grado di discriminare tra malattia localizzata e MM malattia sistemica (RMNTACPET) egrave
frequente infatti il riscontro di PS in corso di MM Il PS viene distinto in osseo ed extraosseo Il PS osseo egrave
per definizione una tumefazione patologica che origina da una lesione ossea in assenza di altre lesioni o
segni attribuibili a MM Il PS extraosseo egrave invece una lesione che si riscontra nel contesto dei tessuti molli
in assenza di altre lesioni attribuibili a MM
Il trattamento del PS prevede intervento chirurgico (ove indicato) e trattamento radioterapico localizzato (RT
IF 45-50Gy) indipendentemente che si tratti di PS osseo od extraosseo (7)
Al termine del programma terapeutico previa rivalutazione di malattia il paziente egrave avviato a un programma
di follow-up periodico La valutazione prevede esecuzione di esami ematochimici completi tra cui
elettroforesi e immunofissazione (per evidenziare eventuale CM serica indice di persistenza di malattia) ed
indagini strumentali tra cui RMNTAC e PET esami indispensabili per confermare la risposta al trattamento
In seguito il paziente eseguiragrave controllo periodico ogni 4-6 mese In caso di ricomparsa di CM sierica saragrave
effettuata rivalutazione di malattia al fine di stabilire recidiva di malattia locale o evoluzione a patologia
sistemica (MM) Vedi flow-chart per plasmocitoma
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23 MM asintomatico
La definizione di MM asintomatico descrive un paziente con MM (CM serica gt3 gdl e plasmocitosi gt 10)
in assenza di segni e sintomi attribuibili alla patologia stessa (anemia ipercalcemia insufficienza renale
lesioni ossee) (8) (Livello di evidenza 4) Il MM asintomatico ha spesso una lenta evoluzione e non richiede
trattamento per molti anni Il rischio di evoluzione in MM egrave circa del 10 per anno nei primi 5 anni dalla
diagnosi e stranamente si riduce negli anni successivi (9) (Livello di evidenza 3) In questi pazienti viene
consigliata una sorveglianza clinico-strumentale ogni 3-6 mesi (10) (Livello di evidenza 3) per
evidenziarne precocemente eventuale evoluzione a malattia sintomatica
La valutazione prevede esami ematici complessivi tra cui periodicamente una RMN colonna vertebrale
esame in grado di documentare precocemente un danno osseo e pertanto evidenziare un paziente con elevato
rischio evolutivo Al pari del controllo radiologico standard dello scheletro la valutazione midollare appare
indicata solo in caso di alterazione degli esami ematici o sintomi indicativi di evoluzione (Vedi flow-chart)
Nel MM sintomatico nessuna trattamento chemioterapico preventivo ha consentito di evitare lrsquoevoluzione
verso MM sintomatico Diversi studi infatti hanno valutato il ruolo del trattamento precoce nel paziente
asintomatico senza peraltro evidenziare un beneficio in sopravvivenza (19-21) tranne in un recente studio di
fase III in cui 124 pazienti sono stati randomizzati a ricevere terapia con lenalidomide versus nessun
trattamento (22) Dopo un follow-up mediano di 32 mesi viene riportata una evoluzione a MM sintomatico
in 9 pazienti (15) nel braccio di trattamento contro in 37 pazienti (59) nel braccio di osservazione (p
lt00001) La sopravvivenza globale stimata a 3 anni egrave stata del 93 nel braccio di trattamento e il 76 nel
braccio di controllo (P = 004) Naturalmente saragrave necessario attendere un periodo di osservazione piugrave lungo
per valutare reale beneficio del trattamento a fronte di eventuali tossicitagrave a lungo termine
Concludendo in caso di MM asintomatico attualmente non egrave indicato alcun trattamento chemioterapico negrave
con bisfosfonati se non nel contesto di studi clinici (6) (Livello di evidenza 4)
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
D
I pz affetti da MM asintomatico dovrebbero essere
sottoposti a sorveglianza clinico strumentale ogni 3-6 mesi
(10) Positiva debole
La valutazione midollare egrave indicata solo in caso di
alterazioni di esami ematicistrumentali in senso di sospetta
evoluzione (10) Positiva debole
In caso di MM asintomatico non egrave indicato alcun
trattamento chemioterapico negrave con bisfosfonati se non nel
contesto di studi clinici (6) Solo studi clinici
A
Nei pazienti con MM sintomatico va avviato il prima
possibile il trattamento sistemico (vedi Trattamento) e
avviate le procedure drsquourgenza in caso di situazioni cliniche
particolari (fratture patologiche ipercalcemia e
insufficienza renale acuta vedi Terapia di supporto)
Positiva forte
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10
24 MM sintomatico
Alle caratteristiche cliniche laboratoristiche diagnostiche per MM in questi pazienti si associano uno o piugrave
segni clinici di malattia attiva
Tabella 3 Criteri di diagnosi del mieloma
MGUS Mieloma asintomatico Mieloma sintomatico CM siericalt3 gdl CM sierica gt3 gdl CM sierica o urinaria di
qualunque entitagrave
Infiltrato plasmacellulare
midollare lt10 Infiltrato plasmacellulare
midollare gt10 Infiltrato plasmacellulare
midollare o plasmocitoma
No sintomi drsquoorgano (CRAB) No sintomi drsquoorgano
(criteri CRAB) Presenza sintomi drsquoorgano
(CRAB)
Tabella 4 Criteri di malattia attiva (criteri CRAB)
Criteri Valori di riferimento
Ipercalcemia Calcemia gt 025 mmolL (05 mgdl) rispetto ai valori normali o gt 275 mmolL (gt105 mgdl)
Insufficienza Renale Creatinina gt 2 mgdl
Anemia Emoglobina lt 2 gr rispetto ai valori normali o lt10 gdl
Lesioni Ossee (Bone) Lesioni litiche crolli vertebrali osteoporosi (evidenziati con Rx scheletro standard)
Altri criteri Sindrome da iperviscositagrave Amiloidosi Infezioni ricorrenti (ultimi 2 anni)
Nel paziente con MM sintomatico andranno eseguite indagini di approfondimento (Esami di II livello
tabella 4) che possono aiutare il clinico nel corretto inquadramento diagnostico e prognostico della
patologia
Tabella 5 Esami di II livello
Esami ematochimici Scopo
Dosaggio catene leggere libere κ e λ Valutazione delle frazioni libere delle catene leggere (unico test quantitativo utile in corso di mieloma non secernente)
β2microglobulina Indice di massa tumorale e di funzionalitagrave renale
(in associazione al valore dellrsquoalbumina per la definizione
dellrsquoISS)
LDH Indice di massa tumorale
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Esami ematochimici Scopo
Cistatina C Dosaggio Epo
Valutazione della funzionalitagrave renale (secondo livello)
NT-proBNP BNP Troponina-I
Valutazione della funzionalitagrave cardiaca
RMN eo TC Approfondimento diagnostico delle lesioni scheletriche o
identificazione plasmocitomi o localizzazioni extramidollari
PET Individuazione plasmocitomi o localizzazioni extra-midollari
Analisi cromosomica standard e FISH
su plasmacellule midollari selezionate Identificazioni di alterazioni citogenetiche e definizione score
prognostico
Immunofenotipo plasmacellule
midollari Definizione clonalitagrave plasmacellule score prognostico malattia
minima residua
Prelievo grasso periombelicale Identificazione di depositi di sostanza amiloide in casi selezionati
Per la definizione prognostica infine viene eseguita una stadiazione di malattia seguendo i criteri di Durie e
Salmon (11) e dellrsquoInternational Staging System (12) (tabella 6)
Tabella 6 Stadiazione secondo Durie amp Salmon e International Staging System (ISS)
Stadio Durie amp Salmon ISS
I
Tutti i seguenti Hbgt10gdl Calcemia normale o lt12mgdl Assenza di lesioni ossee allrsquoRxstandard o
plasmocitoma solitario CM IgG lt5gdl IgA lt3 gdl BJ lt4 g 24 h
Β2microglobulina le 35 mgl Albumina ge 35 gdl
II Caratteristiche diverse da stadio I e III Β2microglobulina lt 35 mgl e Albumina lt
35 gdl Β2microglobulina 35- 55 mgl
III
Uno o piugrave dei seguenti Hblt 85gdl Calcemia gt12mgdl Multiple Lesioni litiche allrsquoRx standard CM IgG gt7gdl IgA lt5 gdl BJ gt10 g 24 h
Β2microglobulina ge 55 mgL
A creatininalt2mgdl B creatininagt2 mgdl
Altri fattori prognostici identificati come significativamente associati allrsquooutcome sono la qualitagrave della vita
(13) lrsquoetagrave (14) e la presenza di malattia extramidollare
Inoltre la presenza di alterazioni cromosomiche alla citogenetica standard e allrsquoimmunofluorescenza (FISH)
permette di identificare altre classi di rischio (15) infatti nel MM si sono evidenziate anomalie
cromosomiche specifiche sia traslocazioni sia delezioni la delezione del cromsoma 13 viene riportato
correlarsi con una breve durata sia della sopravvivenza libera da malattia che di quella globale (16)
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12
La delezione del cromosoma 17p13 (locus del tumor suppressor gene p53) caratterizza pazienti ad alto
rischio (17) ndash Sono riportate diverse alterazioni cromosomiche che coinvolgono il braccio lungo del
cromosoma 14 (14q32 ove egrave presente il gene per le catena pesanti delle Immunoglobuline) con prognosi
differenti (t(414)(p16q32) ndash t(1416)(q32 q23) ndash t(1114)(q13 q32) Tra queste la traslocazione t(414) egrave
quella che si correla a peggior prognosi anche nel setting dei pazienti trattati con terapia ad alte dosi (18)
(Tabella 7) (Livello di evidenza 3)
Tabella 7 ndash Classi di rischio citogenetico
Altro rischio Rischio standard
Citogenetica Delezione cr 13 Ipodiploidia
Iperdiploidia
FISH Del 17p t(414) t(1416)
t(1114) t(614)
Il sintomo piugrave frequente alla diagnosi rimane in dolore osseo correlato a danno drsquoorgano (lesioni osteolitiche
o a fratturecrolli vertebrali) Nei pazienti con MM sintomatico va avviato il prima possibile il trattamento
sistemico (vedi Trattamento) e avviate le procedure drsquourgenza in caso di situazioni cliniche particolari
(fratture patologiche ipercalcemia e insufficienza renale acuta vedi terapia di supporto)
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Fonseca R Clinical implications of t(1114)(q13q32) t(414)(p163q32) and -17p13 in myeloma patients
treated with high-dose therapy Blood 2005 Oct 15106(8)2837-40
19 Hjorth M Hellquist L Holmberg Et al Initial versus deferred melphalan-prednisone therapy for asymptomatic
multiple myeloma stage Indasha randomized study Myeloma Group of Western Sweden Eur J Haematol
19935095ndash102
20 Barlogie B van Rhee F Shaughnessy JD et al Seven-year median time to progression with thalidomide for
smoldering myeloma partial response identifies subset requiring earlier salvage therapy for symptomatic
disease Blood 20081123122ndash5
21 Musto P Petrucci MT Bringhen S et al A multicenter randomized clinical trial comparing zoledronic acid
versus observation in patients with asymptomatic myeloma Cancer 20081131588ndash95
22 Mateos MV1 Hernaacutendez MT Giraldo P Lenalidomide plus dexamethasone for high-risk smoldering multiple
myeloma N Engl J Med 2013 Aug 1369(5)438-47
3 Mieloma multiplo sintomatico trattamento
Il trattamento egrave indicato nel paziente affetto da MM sintomatico cioegrave con presenza di sintomi e segni
correlati alla patologia (CRAB Tabella 3) Lo scopo del trattamento rimane il controllo della patologia il
miglioramento della qualitagrave della vita e della sopravvivenza che si possono ottenere mediante la
combinazione di trattamenti efficaci con unrsquoadeguata terapia di supporto Lrsquointroduzione dei nuovi farmaci
nel prontuario terapeutico per il MM (come Talidomide Lenalidomide e Bortezomib spesso in
combinazione con desametasone) ha comportato un miglioramento della sopravvivenza sia nei pazienti alla
diagnosi sia alla recidiva della malattia (25) I pazienti con MM sintomatico sono avviati a trattamento di
prima linea e in casi selezionati a successiva terapia di consolidamento intensificato con supporto di cellule
staminali autologhe (ASCT) Il principale criterio dlsquoinclusione per lrsquoASCT egrave rappresentato dallrsquoetagrave del
paziente Generalmente i pazienti con etagrave maggiore di 65 anni sono esclusi dalle procedure trapiantologiche
mentre i pazienti piugrave giovani possono essere avviati allrsquoASCT previa valutazione della funzionalitagrave cardiaca
polmonare renale epatica e lrsquoesclusione di eventuali foci infettivi
In questi pazienti farmaci tossici per il compartimento staminale quali gli alchilanti non dovrebbero essere
somministrati per non compromettere la mobilizzazione e la successiva raccolta di cellule staminali
emopoietiche Pertanto di fronte ad una nuova diagnosi di MM sintomatico la prima valutazione deve
considerare la possibilitagrave di avviare il paziente a ASCT tendendo conto delletagrave della patologie associate e
del PS Peraltro va sottolineato come la presenza di insufficienza renale ed etagrave anagrafica avanzata non sono
controindicazioni assolute a trattamenti intensificati
LINEE GUIDA MIELOMA
14
Nei pazienti di etagrave superiore ai 65 anni gli obbiettivi principali del trattamento sono lrsquoottenimento della
risposta completa al fine di prolungare lrsquointervallo libero da malattia (progression free survival PFS) la
spettanza di vita (overal survival OS) e ridurre il piugrave possibile la tossicitagrave per non inficiare eccessivamente
sulla qualitagrave di vita di una categoria di pazienti considerata piugrave fragile
Per conseguire questi obiettivi la terapia deve essere adeguata non solo alle caratteristiche della malattia ma
anche allrsquoetagrave biologica e al performance status del paziente in tale senso in tutta la storia terapeutica del
paziente con MM molto importante rimane la terapia di supporto che prevede gestione e trattamento delle
complicazioni prevenzione ove possibile e controllocontrollo degli eventuali effetti collaterali del
trattamento
4 Criteri di risposta alla terapia
Una corretta valutazione della risposta egrave essenziale nel trattamento del MM Attualmente vengono applicati i
criteri proposti nel 2006 dall International Myeloma Working Group (IMWG) recentemente revisionati (26)
(tabella 4)
Tabella 4
Categoria di risposta Criteri
SRC (risposta completa stringente)
Remissione completa (vedi criteri di definizione) Normale free Light chain ratio Assenza di plasmacellule clonali (immunofluorescenza
immunoistochimica)
RC (Risposta completa)
Immunofissazione sierica ed urinaria negativa per CM Plasmacellule midollari lt 5 Scomparsa di plasmocitomi se presenti alla diagnosi
VGPR (Very good partial remission)
CM sierica eo urinaria evidenziabile con immunofissazione ma non con
elettroforesi oppure riduzione della CM sierica gt 90 o lt 100 mg24 ore
nelle urine
RP (risposta parziale)
Riduzione della CM gt 50 nel siero e ge90 o lt200 mg24 nelle urine
SD (malattia stabile)
Non criteri per le altre categorie di risposta
LINEE GUIDA MIELOMA
15
5 Terapia di prima linea in pazienti con etagrave gt 65 anni non candidabili a terapie intensificate
Per molti decenni la terapia standard dei pazienti con etagrave gt 65 anni egrave stata la combinazione melfalan-
prednisone (MP) Negli ultimi dieci anni allrsquoassociazione MP sono stati aggiunti i farmaci di nuova
generazione quali talidomide bortezomib e lenalidomide
51 Terapie con Talidomide eo Bortezomib in associazione trials di Fase III
Due studi di fase III condotti in pazienti con etagrave maggiore di 65 anni alla diagnosi hanno comparato
Desametasone somministrato come singolo agente con lrsquoassociazione di Desametasone e Talidomide (TD)
Il tasso di risposta egrave stato maggiore nei pazienti trattati con lrsquoassociazione TD ma anche la tossicitagrave extra-
ematologica (soprattutto neuropatia periferica ed eventi trombotici) (12) Uno studio di fase III piugrave recente
ha confrontato le combinazione TD con MP la combinazione TD consente di ottenere un maggior numero di
risposte e in tempi piugrave brevi rispetto a MP ma con maggior tossicitagrave (sopratutto trombosi e neuropatia) e
conseguente maggiore interruzioni del trattamento (3)
Sei studi randomizzati hanno dimostrato la superioritagrave della combinazione melfalan-prednisone-talidomide
(MPT) rispetto MP (4-9) anche in pazienti con etagrave maggiore di 75 anni (3-4) Tutti hanno evidenziato un
vantaggio di risposta e di sopravvivenza libera da progressione (PFS) dellrsquoMPT rispetto a MP anche se solo
due studi hanno dimostrato un vantaggio di sopravvivenza (OS) con la combinazione MPT(4-5)
probabilmente a causa del diverso impatto dei nuovi agenti sulla terapia di salvataggio al momento della
recidiva (8-9) Infine una recente metanalisi che ha combinato i dati di 1682 trattati con MPT o MP ha
dimostrato un effettivo vantaggio sia di PFS che di OS dellrsquoassociazione MPT rispetto a MP (10) (Livello di
evidenza 1++)
In uno studio randomizzato (MRC Myeloma IX trial) la combinazione di ciclofosfamide Talidomide e
desametasone (CTDa) ha mostrato un tasso di risposta maggiore rispetto a MP senza peraltro vantaggio in
sopravvivenza e con maggiore incidenza di effetti collaterali (tromboembolismo costipazione infezione e
neuropatia) (11) Uno studio internazionale multicentrico e randomizzato (VISTA) ha confrontato la terapia
standard MP con lrsquoassociazione bortezomib-melfalan-prednisone (VMP) in pazienti anziani e non
candidabili ad ASCT Lo studio ha dimostrato un aumento statisticamente significativo nel tasso di risposta
(in particolare di remissione completa CR) e un prolungamento di PFS e OS per il gruppo trattato con
bortezomib (12) (Livello di evidenza 1++) Dopo un follow-up di 5 anni la terapia con VMP ha confermato
un significativo prolungamento dellrsquoOS con una riduzione del rischio di morte pari al 31 (13)
Un confront diretto tra Melfalan Prednisone e Bortezomib (VMP) versus Melfalan Prednisone e
Thalidomide (MPT) non egrave mai stato effettuato Ersquo stata effettuata una meta-analisi indiretta per valutare gli
effetti del VMP versus MPT Non sono state riportate differenze per tutti gli outcomes se non un
significativo beneficio per le risposte complete (RR 234 95 CI 112-490) e gli effetti collaterali di grado
3-4 (RR 053 95 CI 038-073) in favore del VMP (14) Non ci sono certezze sulla superioritagrave di un regime
verso lrsquoaltro un confronto diretto in uno studio randomizzato di fase III egrave necessario
Altri due studi di fase III hanno valutato combinazioni alternative al VMP Il gruppo spagnolo ha confrontato
VMP con bortezomib-thalidomide-prednisone (VTP) come terapia drsquoinduzione e mantenimento con
bortezomib-talidomide versus bortezomib-prednisone (15) Non sono state osservate differenze in termini di
efficacia ma VMP ha dimostrato un miglior profilo di tossicitagrave In uno studio italiano lrsquoassociazione di
bortezomib-melfalan-prednisone-talidomide seguita da un mantenimento con bortezomib-talidomide
(VMPT-VT) ha dimostrato risultati migliori rispetto alla combinazione VMP con un miglior tasso di
risposta un PFS e un OS piugrave lunghi Tuttavia nei pazienti con piugrave di 75 anni di etagrave trattati con MVP-VT non
egrave stato osservato un vantaggio in termini di OS per una maggiore tossicitagrave e di un maggiore tasso di
LINEE GUIDA MIELOMA
16
interruzione di trattamento(16) In entrambi gli studi il bortezomib egrave stato somministrato con frequenza
settimanale con riduzione della tossicitagrave extra-ematologica (neuropatia) senza influire sullrsquoefficacia (17)
Uno studio randomizzato multicentrico di fase III (18) ancora in corso in pazienti anziani alla diagnosi
vengono confrontati tre regimi di trattamento VD (bortezomib-desametasone) vs VTD (bortezomib-
talidomide-desametasone) vs VMP I primi risultati non mostrano differenze nei tassi di risposta o nel PFS
con buona tollerabilitagrave del mantenimento con incremento di risposte in tutti e tre gli schemi di trattamento
Qualitagrave globale
delle evidenze
GRADE Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
Molto bassa
Nei pazienti affetti da mieloma multiplo di etagrave gt65 anni e non
candidabili a terapia ad alte dosi puograve essere utilizzata
lrsquoassociazione VMP (Bortezomib melphalan e prednisone)
La valutazione complessiva della qualitagrave delle evidenze ad
oggi disponibili circa ldquolrsquoefficacia dellrsquoassociazione VMPrdquo la
valutazione del rapporto tra i benefici ed i rischi correlati e la
formulazione della raccomandazione relativa al quesito posto
sono state analizzate secondo metodologia GRADE (vedere
capitolo 10)
Positiva debole
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
A
Nei pazienti con etagrave gt 65 anni o piugrave giovani con comorbiditagrave o
scarso performance status non idonei alla terapia ad alte dosi
in Ideg linea devono essere considerati per una terapia
convenzionale a dose piena che prevede alchilanti cortisone e
nuovi farmaci (MPT VMP) (10-13)
Positiva forte
D Nei Pazienti con etagrave gt75 anni o pazienti con sintomi e segni di
vulnerabilitagrave potrebbero essere valutati per terapie meno
intense eo orali secondo lrsquoopinione del panel Positiva debole
52 Terapie con Lenalidomide in associazione trials di Fase III
Uno studio di fase III randomizzato ha confrontato Lenalidomide con alte e basse dosi di desametasone (RD
vs Rd) come terapia drsquoinduzione in 445 pazienti alla diagnosi (19)(Livello di evidenza 1+) registrando un
vantaggio significativo nella sopravvivenza e nella riduzione del numero di reazioni avverse con
associazione Rd soprattutto nei pazienti anziani Questo studio ha alcune limitazioni non era limitato solo a
pazienti non candidabili a trapianto e lrsquoobiettivo primario era la risposta dopo 4 cicli di induzione
In un altro studio di fase III condotto in 459 pazienti non idonei al trapianto lassociazione melfalan-
prednisone-lenalidomide (di durata stabilita pari a 6 cicli) seguito da lenalidomide di mantenimento (MPR-
R) egrave stata comparata con MPR senza mantenimento e con MP soministrato per 6 cicli Dopo un follow-up
di 30 mesi MPR-R ha ridotto significativamente il rischio di progressione e ha allungato il PFS da 14 a 31
mesi inoltre le risposte sono risultate migliori e numericamente maggiori rispetto a MP Lrsquoimpatto della
terapia di mantenimento con lenalidomide sul PFS egrave stato osservato sia in pazienti etagrave inferiore a 75 anni che
in quelli con piugrave di 75 anni di etagrave (20) (Livello di evidenza 1+) Al momento attuale non sono state riportate
differenze in termini di sopravvivenza globale ed egrave in corso un attento monitoraggio relativamente al rischio
di seconde neoplasie
LINEE GUIDA MIELOMA
17
53 Terapia con Bendamustina in associazione ai nuovi farmaci
Attualmente in Italia la Bendamustina egrave utilizzabile in prima linea in pazienti non candidabili al trapianto e
con neuropatia clinica allrsquoesordio che preclude lrsquoutilizzo di Talidomide o Bortezomib
In letteratura la Bendamustina nel MM egrave stata utilizzata prevalentemente in regimi di combinazione in
pazienti recidivati o refrattariIn prima linea il Gruppo tedesco ( 21) ha randomizzato 131 pz confrontando
Bendamustina a Melphalan entrambe associate a prednisone Tale studio ha ottenuto un maggior tasso di
remissioni complete un prolungamento del TTF (time to treatment failure) e una migliore QoL con tossicitagrave
comparabili fatta eccezione per una maggior percentuale di nausea e vomito nel braccio con Bendamustina
(Livello di evidenza 1-) In seconda linea lo stesso gruppo ha poi testato unrsquo associazione con dosi scalari di
Talidomide (BPT) ottenendo una percentuale di risposte globali di oltre lrsquo80 ( 22) Sempre in seconda linea
interessante egrave la combinazione di Bendamustina con Bortezomib e prednisone (BVD) utilizzata da Ludwig e
coll con ORR del 608 e PFS globale di 97 mesi significativamente piugrave alta in pazienti non pre-trattati
con lenalidomide o bortezomid(23) (Livello di evidenza 3) Inoltre un recente studio di Offidani conferma
buoni risultati ottenuti con BVD con ORR gt70 e mediana di TTP e PFS di 165 e 155 mesi
rispettivamente Tali dati sembrano essere migliori di quelli ottenuti con gli schemi VD e Rd in pazienti
pretrattati con talidomide o bortezomib (24) (Livello di evidenza 3)
I dati attualmente disponibili con queste combinazioni dovrebbero essere confermati in studi controllati di
confronto con gli schemi attualmente approvati nei pazienti recidivati o refrattari
54 Trapianto autologo a ridotta intensitarsquo di condizionamento
Nel setting dei pazienti anziani due studi clinici randomizzati hanno confrontato il trapianto autologo a
ridotta intensitagrave (melfalan 100 mgm2 Mel 100) con la chemioterapia convenzionale con risultati non
sempre concordi
In uno studio egrave stata dimostrata lrsquoefficacia del Mel 100 in termini di OSPFS rispetto a MP in pazienti di etagrave
compresa tra i 50-70 anni (25) (Livello di evidenza 1++) Il secondo trial ha confrontato Mel100 con MP e
MPT (4) in pazienti di etagrave compresa tra i 65 e i 75 anni Lrsquoassociazione MPT ha evidenziato miglior PFS e
OS rispetto a MP e Mel 100 Non sono state osservate differenze significative in termini di outcome tra Mel
100 e MP Questo studio ha dimostrato che nei pazienti anziani i risultati ottenuti con combinazioni
contenenti i farmaci di nuova generazione possono essere piugrave efficaci della terapia ad alte dosi (Livello di
evidenza 1++)
Peraltro 102 pazienti alla diagnosi di etagrave compresa tra 65 e 75 anni sono stati trattati lrsquoassociazione PAD
(bortezomib-doxorubicin-desametasone seguita da Mel 100 mgmq con supporto di cellule staminali
autologhe A seguire era previsto consolidamento con lenalidomide-prednisone seguito da mantenimento
con sola lenalidomide (LP-L) (26) Il tasso di risposta egrave progressivamente cresciuto nelle varie fasi di terapia
(soprattutto la CR) La sopravvivenza globale e la PFS sono risultate paragonabili a quelle ottenute nei
pazienti giovani anche se con maggior tossicitagrave e di tasso di drop-out (Livello di evidenza 3)
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
B
Nei Pazienti di etagrave gt 65 anni o piugrave giovani e lt70 anni in
buone performance status e senza comorbiditagrave rilevanti
potrebbero essere considerati per ASCT a dosi ridotte previa
terapia di induzione con regimi contenenti bortezomib (26)
Positiva debole
LINEE GUIDA MIELOMA
18
Tabella 1 Trattamento del MM alla diagnosi in pazienti anziani (ge 65 anni) Tutte le combinazioni incluse
nella tabella includono farmaci di nuova generazione (Talidomide Lenalidomide e Bortezomib) testati in
studi randomizzati di fase III
Terapie pts Schedula ge PR CR
PFSE
FS
TTP
OS Referenza
TD 145 T 200 mgdie
D 40 mg giorni 1-4 e 15-18 68 2
41 a
16 mesi
61 a 41
mesi Ludwig et al
3
MPT 125
M 025 mgkg giorni 1ndash4
P 2 mgkg giorni 1ndash4
T 400 mggiorno
X 12 cicli di 6 settimane
76 13 50 a
28 mesi
50 a 52
mo Facon et al
4
MPT 113
M 025 mgkg giorni 1ndash4
P 2 mgkg giorno 1ndash4
T 100 mggiorno
X 12 cicli di 6 settimane
62 7 50 a
24 mesi
50 a 44
mesi Hulin et al
5
MPT 60
M 9 mgm2 giorni 1ndash4
P 60 mgm2 giorni 1ndash4
T 100 mggiorno x 8 cicli di 6
settimane seguita da
Talidomide 100 mgdie
58 9
50 a
21
mesi
50 a 26
mesi Beksac et al
6
MPT 182
M 025mgkg giorni 1-4
P 100mggiorni 1-4
Ogni 6 settimane fino a Plateau
T 400mggiorno fino a
Plateau poi ridotta a
200mggiorno fino a
progressione
57 13 50 a
15 mesi
50 a 29
mesi Waage et al
7
MPT 165
M 025 mgkg
P 1 mgkg giorni 1ndash5
T 200 mggiorno x 8 cicli di 4
settimane seguiti da T 50
mggiorno fino a progressione
66 23 67 a
24 mesi
29 a 24
mesi
Wijermans et
al8
MPT 167
M 4mgm2 giorni 1-7
P 40mgm2 giorni 1-7 x 6 cicli
ogni 4 settimane
T 100mggiorno fino a
progressione
76 15 50 a
22 mesi
50 a 45
mesi Palumbo et al
9
RD 223
R 25 mggiorno giorni 1-21
D 40 mg giorni 1-4 9-12 e
17-20 ogni 28 giorni
81 17 63 a
24 mesi
75 a 24
mesi
Rajkumar et
al12
Rd 222
R 25 mggiorno giorni 1-21
d 40 mg nei giorni 1 8 15 e
22 ogni 28 giorni
70 14 65 a
24 mesi
87 a 24
mesi
Rajkumar et
al12
MPR 54
M 018-025 mgkg giorni 1ndash4
P 2 mgkg giorni 1ndash4
R 5-10 mg giorni 1ndash21
X 9 cicli ogni 4 settimane
81 24 92 a
12 mesi
100 a 12
mesi
Palumbo et
al14
MPR-R 152
M 018 mgkg giorni 1ndash4
P 2 mgkg giorni 1ndash4
R10 mg giorni 1ndash21
Per 9 cicli ogni 4 settimane
mantenimento
R10 mggiorno fino a
progressione
77 16 50 a
31 mesi
70 a 36
mesi
Palumbo et
al16
LINEE GUIDA MIELOMA
19
Terapie pts Schedula ge PR CR
PFSE
FS
TTP
OS Referenza
VMP 344
M 9 mgm2 giorni 1ndash4
P 60 mgm2 giorni 1ndash4
V 13 mgm2 giorni
1481122252932 per i primi
4 cicli di 6 settimane giorni
1815 22 per i successivi 5
cicli di 6 settimane
71 30 50 a
22 mesi
41 a 36
mesi
San Miguel et
al17
Maeos et al18
VMP 130
M 9 mgm2 giorni 1ndash4
P 60 mgm2 giorni 1ndash4
V 13 mgm2 giorni
1481122252932 x 1 ciclo
di 6 settimane giorni 1815
22 per i successivi 5 cicli ogni
6 settimane
Mantenimento
V 13 mgm2 giorni 14811
ogni 3 mesi
T 50 mggiorno or P50 mg a
giorni alterni
80 20 50 a
34 mesi
74 a 36
mesi Mateos et al
19
VTP 130
P 60 mgm2 giorno 1ndash4
V 13 mgm2 giorni
1481122252932 per il
primo ciclo (6 settimane)
giorni 1815 22 per i
successivi 5 cicli di 6 settimane
T 100 mg giorno
Maintenance
V 13 mgm2 giorni 14811
ogni 3 mesi
T 50 mggiorno or P50 mg a
giorni alterni
81 28 50 a
25 mesi
65 a 36
mesi Mateos et al
19
VMP 257
M 9 mgm2 giorni 1ndash4
P 60 mgm2 giorni 1ndash4
V 13 mgm2 giorni 1 8 15
22
81 24 41 a
36 mesi
87 a 36
mesi
Palumbo et
al20
VMPT-
VT 254
M 9 mgm2 giorno 1ndash4
P 60 mgm2 giorno 1ndash4
V 13 mgm2 giorno 1 8 15
22
T 50 mg al giorni nei giorni
1ndash42 x 9 cicli ogni 5 settimane
Mantenimento
V 13 mgm2 ogni 15 giorni
T 50 mggiorno
89 38 56 a
36 mesi
89 a 36
mesi
Palumbo et al
20
PR risposta parziale CR risposta completa PFS progression-free survival EFS event-free survival TTP tempo alla
progressione OS sopravvivenza globale TD talidomide-desamethasone MPT melphalan-prednisone-talidomide
VMP bortezomib-melphalan-prednisone VTP bortezomib-thalidomide-prednisone MPR-R melphalan-prednisonse-
lenalidomide seguito da mantenimento con lenalidomide VMPT-VT bortezomib-melphalan-prednisone-thalidomide
seguito da mantenimento con bortezomib-talidomide
LINEE GUIDA MIELOMA
20
Mieloma Multiplo etagrave gt 65 anni Terapia di I linea
Regimi di terapia preferiti
Terapia di prima linea nei
pazienti non candidati ad
ASCT
MelphalanprednisoneBortezomib (VMP)
MelphalanprednisoneTalidomide (MPT)
Bendamustinaprednisone
Altri regimi possibili
MelphalanPrednisonelenalidomide (MPR)
BortezomibDesametasone (VD)
CiclofosfamideprednisoneTalidomide (CTD)
Melphalanprednisone (MP)
Talidomidedesametasone (TD)
Lenalidomidedesametasone (Rd)
MelphalanprednisoneBortezomibtalidomide (VMPT)
Terapia di mantenimento Lenalidomide
Bortezomib
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as consolidation-maintenance in untreated multiple myeloma patients J Clin Oncol 2010 Feb 1028(5)800-7
6 Terapia di prima linea nei pazienti lt 65 anni candidabili a trapianto autologo di cellule staminali
Nei pazienti giovani candidati terapia intensificate (ASCT) i ldquonuovi farmacirdquo sono stati incorporati come
terapia drsquoinduzione pre-ASCT e come terapia di consolidamentomantenimento post-ASCT allo scopo di
migliorare lrsquooutcome In particolare nuovi regimi comprensivi di inibitori del proteosoma eo farmaci
immunomodulanti (ImIDs) hanno sostituito la chemioterapia convenzionale come terapia di induzione pre-
trapianto Questi farmaci possono essere variamente combinati tra loro o con farmaci convenzionali a
formare regimi a due-o piugrave farmaci
LINEE GUIDA MIELOMA
23
61 Terapia di induzione pre-trapianto
Lo scopo della terapia di induzione pre-trapianto egrave di ridurre rapidamente la taglia tumorale e lrsquoinfiltrazione
plasmacellulare midollare prima della raccolta delle cellule staminali Lrsquointroduzione dei nuovi farmaci in
questa fase ha comportato lrsquoottenimento di risposte di piugrave elevata qualitagrave (VGPR e CR) rispetto alla
chemioterapia convenzionale che si sono poi tradotte in un miglioramento dellrsquooutcome post-trapianto In
assenza di studi randomizzati di comparazione delle diverse combinazioni tra loro di seguito verranno
riportati i risultati in termini di efficacia e di tossicitagrave dei differenti regimi suddivisi in preferiti e altri
REGIMI DI INDUZIONE PREFERITI
Bortezomib-desametasone
Lassociazione di bortezomib-desametasone (VD) che consente di ottenere un tasso di risposta complessiva
pari al 65 (12) egrave stato comparato in maniera randomizzata allo schema VAD come terapia di induzione pre
trapianto in 482 pazienti (3) Dopo 4 cicli lo schema VD si egrave dimostrata superiore alla VAD apportando un
piugrave alto tasso di VGPR (38 vs 15 rispettivamente) e di CRnCR (15 vs 6 post ASCT
rispettivamente) vantaggio che egrave stato mantenuto anche dopo il primo e secondo trapianto (ge VGPR 68 vs
47 CR-nCR 395 vs 225 rispettivamente) Con un follow-up mediano di 32 mesi egrave stato riscontrato
un trend sulla PFS in favore di VD rispetto a VAD (mediana 36 mesi vs 30 rispettivamente) La maggior
efficacia di VD rispetto a VAD egrave stata confermata anche in pazienti ad alto rischio per la presenza di stadio
ISS elevato o portatori della traslocazione t(414) (4) I risultati di questo studio confermano la capacitagrave di
bortezomib di assicurare un livello piugrave profondo di risposta che peraltro non si traduce in un chiaro
vantaggio in termini di PFS ciograve potrebbe significare che un regime a due farmaci contenente bortezomib
risulta sub-ottimale sugli outcomes a lungo termine(Livello di evidenza 1++)
Bortezomib-desametasone e agenti citotossici
Gli agenti citotossici aggiunti a VD a formare regimi a 3 farmaci sono la doxorubicina e la ciclofosfamide
In uno studio di fase III la combinazione Bortezomib-Doxorubicina-Desametasone (PAD) come induzione
al trapianto autologo egrave stata comparata con la chemioterapia (VAD) seguito poi da una terapia di
mantenimento con Bortezomib o Talidomide (5) Lrsquoultimo aggiornamento dello studio ha mostrato la
superioritagrave della combinazione PAD in termini risposte (CR+nCR) sia dopo la terapia di induzione (11
vs 5 rispettivamente) che dopo il singolo o doppio autotrapianto (30 vs 15 rispettivamente) Nel
braccio di terapia comprensivo di PAD ASCT e mantenimento con bortezomib sono emersi una PFS e OS
significativamente piugrave durature rispetto al VAD seguito da ASCT e mantenimento con talidomide (PFS a 3
anni 36 vs 27 rispettivamente P= 001 OS a 3 anni 78 vs 70 rispettivamente P= 002) (Livello di
evidenza 1++) Il vantaggio di PAD vs VAD si egrave mantenuto anche nei pazienti ad alto rischio (traslocazione
t(414) e di delezione del cromosoma 17p ) (6)
La combinazione ciclofosfamide-bortezomib-desametasone (VCD o CyBorD) consente di ottenere una
risposta complessiva pari al rsquo80-88 con VGPR rate di circa il 50 (7-8) (Livello di evidenza 3)
Bortezomib-desametasone-talidomide
Un ampio studio di fase III condotto su 480 pazienti volto a paragonare il regime VTD con TD come terapia
di induzione prima e consolidamento dopo un doppio ASCT ha documentato come dopo 3 cicli di
induzione lrsquoassociazione VTD fosse superiore a TD in tutte le categorie di risposta (CR+nCR 31 vs 11
ge VGPR 62 vs 28 rispettivamente) (10) Tale superioritagrave si egrave mantenuta anche dopo la terapia ad alte
dosi e al consolidamento (CR+nCR 62 vs 45 ge VGPR 85 vs 68 rispettivamente) La PFS a 3 anni
egrave risultata essere significativamente piugrave lunga per il braccio VTD rispetto a TD (68 vs 56
rispettivamente) (Livello di evidenza 1++) Lo schema di associazione VTD si correla a migliori tassi di
risposta e migliore PFS rispetto a VD o TD in altri due trials randomizzati (11-12) e in altri studi di fase II
(13 14 15) In uno studio il bortezomib era somministrato a dosaggi ridotti (vTD) comportando un minore
rischio di neurotossicitagrave (12) Infine nel protocollo terapeutico Total Therapy 3 (TT3) VTD combinato con
chemioterapia PACE (cisplatino doxorubicina ciclofosfamide e etoposide) era somministrato come terapia
di induzione pre e come consolidamento dopo un doppio ASCT a cui seguiva un mantenimento con VTD
LINEE GUIDA MIELOMA
24
per il primo anno e TD nel secondo e terzo anno(16) Con un follow-up mediano di 39 mesi la PFS e OS a 4
anni sono risultate essere rispettivamente del 71 e del 78 Confrontando il regime TT3 col suo
predecessore TT2in cui non era previsto il bortezomib appare chiaro il vantaggio dello schema VTD in
particolare egrave interessante notare che in questrsquoultimo studio la CR egrave piugrave duratura (2-year sustained CR TT3
92 vs 81 TT2 talidomide arm) e la PFS piugrave prolungata (2-year 84 vs 77 rispettivamente) Inoltre nei
pazienti con malattia ad alto rischio (GEP high risk t(414) positiva) si chiaro registra un trend verso una
OS piugrave lunga nel TT3 vs TT2 sottolineando come lrsquoimpiego di Bortezomib appare in grado di superare la
cattiva prognosi conferita da queste alterazioni
Lenalidomide-desametasone
In un primo studio di fase II la combinazione Len-Dex ha comportato buoni risultati in termini di risposta
con ORR di 91 ge VGPR rate di 56 OS a 3 anni 85 (17) confermati da due studi successivi di fase III
Lo studio di Zonder et al confrontava Len-Dex versus Dex in pazienti candidabili o meno a ASCT
lrsquoaggiunta dellrsquoagente immunomodulatore migliorava sia il rate di risposta (ge PR 85 vs 51 e CRnCR
22 vs 4 p=0001 rispettivamente) che la PFS (77 vs 55 p=0002 rispettivamente) ma non la OS
(93 vs 91 rispettivamente) La combinazione Len-Dex determinava un elevata incidenza di neutropenia
di grado 3-4 (135 vs 24 p=001 rispettivamente) e di complicanze infettive (38 vs 23 p=0003
rispettivamente) (18) Il secondo trial randomizzato del gruppo ECOG era volto a paragonare lrsquoassociazione
di Lenalidomide con alte (RD) o basse (Rd) dosi di Desametasone
La maggiore tossicitagrave ottenuta e la maggiore mortalitagrave precoce (tromboembolismo venoso TEV 184 vs
55 mortalitagrave 5 vs 05 rispettivamente) ha comportato riduzione della sopravvivenza globale nel
braccio RD soprattutto nei pazienti con etagrave superiore a 65 anni (19) Entrambi questi studi erano rivolti a
pazienti di tutte le etagrave non solo a pazienti candidabili a chemioterapia ad alte dosi alcuni pazienti su
decisione volontaria procedevano al trapianto autologo di cellule staminali mentre altri proseguivano la
terapia fino a progressioneintolleranza Per tale motivo non possiamo considerare questi studi pur se di fase
III come fortemente rappresentativi dellrsquoefficacia di regimi di induzione contenenti lenalidomide-
desametasone pre trapianto (Livello di evidenza 1++)
Ersquo stato riportato come una prolungata esposizione a lenalidomide comporti una ridotta mobilizzazione e
raccolta di cellule staminali CD34+ (20) Per tale motivo le raccomandazioni dellrsquoInternational Myeloma
Working group (IMWG) suggeriscono di effettuare la mobilizzazione delle cellule staminali precocemente
dutrante il trattamento di induzione con Lenalidomide (entro i primi quattro cicli ) (21)
Una profilassi antitrombotica egrave raccomandata in pazienti che ricevono RD come terapia di prima linea (22)
Inoltre essendo lrsquoescrezione del farmaco egrave prevalentemente renale il dosaggio della lenalidomide va
aggiustato sulla base della clearance della creatinina
Lenalidomide-desametasone-bortezomib
In considerazione dellrsquoelevata efficacia di Bortezomib Lenalidomide e Desametasone come agenti singoli egrave
stata introdotta lrsquoassociazione RVD per sfruttarne lrsquoazione sinergica Un primo studio multicentrico di fase
III volto a testare efficacia e sicurezza del regime RVD nella malattia di nuova diagnosi in pazienti
candidabili o meno allrsquoASCT dimostrava che tale combinazione risulta ben tollerata con bassa incidenza di
TEV e neuropatia (G3 3 per entrambe) Dopo 4 cicli il tasso di risposta di buona qualitagrave ( ge nCR e
VGPR) era del 6 e 11 rispettivamente tuttavia queste risposte incrementavano progressivamente
proseguendo la terapia fino a un massimo di 8 cicli e durante la fase di mantenimento con un 100 di ORR
e un 52 di CRnCR(23)
In uno studio di fase II lrsquoassociazione RDV in induzione del consentiva di ottenere una risposta globale del
97 ( ge VGPR 54 CR 16 e sCR 13) (24)
Lo studio di fase II EVOLUTION ha comparato prospetticamente RVD con VCD con due dosaggi di
ciclofosfamide (VCD e VCD modified) e un regime a quattro farmaci in cui RVD era addizionato con la
ciclofosfamide (RVDC) i pazienti candidati a ASCT ricevevano solo 4 cicli di terapia di induzione gli altri
invece effettuavano 8 cicli seguita poi da un mantenimento con 4 cicli di Bortezomib in somministrazione
monosettimanale (25) VDRC ha evidenziato maggior tossicitagrave rispetto agli altri schemi senza peraltro un
significativo vantaggio in termini di riposte ottenute (ge VGPR e CR VDRC vs RVD vs VCD vs VCD
modified 58 51 41 53 e 25 24 22 e 47 rispettivamente)
LINEE GUIDA MIELOMA
25
Unrsquoaltra combinazione esplorata egrave stata RVD addizionata con doxorubicina liposomiale pegilata dopo
mediamente 4 cicli il rate di CR + nCR e ge VGPR sono risultati essere pari al 30 e 58 rispettivamente
(26)
ALTRI REGIMI DI INDUZIONE
Talidomide-desametasone
Talidomide-desametasone (TD) egrave stato il primo regime ad essere impiegato in alternativa alla chemioterapia
convenzionale VAD come terapia di induzione pre ASCT TD si egrave dimostrata migliore del VAD in termini di
ORR e ge VGPR rate PFS ma non di OS post ASCT in uno studio retrospettivo case match e in uno studio
prospettico (27) Livello di evidenza 2++)
Inoltre un ampio studio di fase III ha cevidenziato la superioritagrave dellrsquoassociazione TD rispetto al
desametasone utilizzato agente singolo con un ORR di 63 contro 41-46 rispettivamente prolungando il
TTP (23 mesi vs 65 mesi rispettivamente) ma non la OS probabilmente per la maggior tossicitagrave evidenziata
della combinazione (maggior numero di eventi avversi di grado 3-4 in particolare TEV ictus infarto
miocardico acuto) in assenza di unrsquoadeguata profilassi antitrombotica (29) Il rate di risposte complete con
TD resta tuttavia basso pari al 4-10 In due ulteriori studi TD egrave stato incorporato al doppio ASCT e
somministrato dallrsquoesordio fino al secondo ASCT (30) oppure fino a ricadutaprogressione di malattia (31)
Lrsquoaggiunta di TD ha comportato un incremento di risposte di buona qualita del PFS e in uno studio anche
della sopravvivenza globale rispetto al doppio ASCT senza talidomide
Nello studio che prevedeva il mantenimento con talidomide tuttavia si sono verificati numerosi eventi
avversi in particolare eventi trombotici e polineuropatia che hanno portato alla discontinuazione del
farmaco nel 30 e 60 dei pazienti dopo 2 e 4 anni rispettivamente
Talidomide-desametasone e agenti citotossici
In diversi studi sono state testate varie associazioni di Talidomide con agenti chemioterapici tradizionali
quali Talidomide-Desametasone-Doxorubicina (TAD) e Talidomide-Desametasone-Ciclofosfamide (CTD)
In uno studio di fase III (32) la combinazione TAD comportava un incremento di rispostedi buona qualitagrave
rispetto al VAD (ge VGPR 37 vs 18) che veniva mantenuta dopo ASCT (54 vs 44 rispettivamente)
La PFS mediana del braccio TAD e mantenimento con Talidomide egrave risulta pari a 34 mesi rispetto a 2 mesi
per coloro che ricevevano VAD e un mantenimento con interferone In uno studio di fase III lrsquoassociazione
CTD si egrave dimostrata superiore al VAD+ciclofosfamide ottenendo una maggir percentuale di risposte
complete sia prima che dopo ASCT (pre 19 vs 9 post 51 vs 40 rispettivamente) (33)
Mieloma Multiplo etagrave lt 65 anni Terapia di I linea
Regimi di terapia preferiti
Terapia di induzione pre- trapianto autologo
Bortezomib+talidomide+desametasone ( studi di fase 3) Bortezomib + desametasone (studi fase 3) Bortezomib + desametasone+ doxorubicina liposomiale (studi fase 3) Bortezomib + lenalidomide + desametasone (studi di fase 3) lenalidomide+desametasone ( studi di fase 3)
Altri regimi possibili
Bortezomib + ciclofosfamide+desametasone ( studi di fase 2 e retrospettivi) Talidomide + desametasone (studi fase 2 e 3) Talidomide + desametasone + doxorubicina (studi fase 3) Talidomide + ciclofosfamide + desametasone (studi fase 3)
LINEE GUIDA MIELOMA
26
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
A Nella fase di induzione tutti i pazienti devono ricevere un
trattamento comprendente i nuovi farmaci e non solo
chemioterapici (35) Positiva forte
A
I regimi di induzione contenenti bortezomib sembrano
essere i piugrave rapidi ed efficaci In particolare il miglior
bilancio tra efficacia e tossicitagrave sembra appartenere alle
triplette di farmaci (bortezomib desametasone e IMiDs o
chemioterapia) (24-32-33) Lrsquoassociazione di Talidomide e Desametasone (TD) appare
un regime sub-ottimale pur mantenendo una certa
efficacia(10)
Positiva forte
D (Parere di esperti)
Il numero di cicli di induzione raccomandati egrave 3-4 33) Positiva debole
D (Parere di esperti)
La raccolta delle cellule staminali dovrebbe essere
effettuata entro 4 cicli di induzione (33) Positiva debole
B Sia bortezomib sia talidomide possono essere impiegati
senza prevedere una tossicitagrave aggiuntiva nei pazienti in
insufficienza renale eo dialisi (34) Positiva debole
D (Parere di esperti)
I pazienti trattati con Bortezomib dovrebbero ricevere una
profilassi antivirale con acyclovir (33) Positiva debole
62 Terapia di consolidamento e mantenimento post trapianto
La terapia di consolidamento ha lrsquoobiettivo di migliorare ulteriormente la risposta ottenuta con le alte dosi si
basa quindi su di un regime terapeutico molto efficace somministrato per un breve periodo di tempo per
ridurne al minimo la tossicitagrave Il consolidamento puograve essere effettuato con un secondo trapianto autologo
che offre particolare beneficio ai pazienti che non hanno ottenuto almeno una VGPRnCR dalla prima
procedura trapiantologica In seguito allrsquointroduzione dei ldquonuovi farmacirdquo nellrsquoarmamentario terapeutico del
MM sono stati sperimentati regimi di consolidamento comprensivi di Talidomide Bortezomib e
Lenalidomide Lrsquoimpiego di bortezomib e lenalidomide come agenti singoli dopo ASCT ha determinato un
miglioramento del rate di CR e CR+nCR compreso tra il 10-30 (34-35) Lo schema VTD si egrave dimostrato
molto efficace come consolidamento permettendo di migliorare la risposta inducendo anche risposte
molecolari (36) e in paragone a TD prolungando la PFS Tuttavia lrsquoassegnazione a TD o VTD in questo
studio non era randomizzata ma seguiva lrsquoassegnazione randomizzata iniziale nei due bracci come terapia di
induzione pre-trapianto (37) (livello di evidenza 2++)
La terapia di mantenimento egrave finalizzata invece a conservare nel tempo la risposta ottenuta a prolungare la
PFS e lrsquoOS senza alterare in modo significativo la qualitagrave di vita consiste in un trattamento a bassi dosaggi per un periodo di tempo prolungato (alcuni anni) In assenza di alternative fino a 10 anni fa circa le
uniche possibilitagrave erano rappresentate dallrsquointerferone e dallo steroide tali terapie risultavano perograve
molto tossiche e assai poco efficaci nel raggiungere gli obiettivi sopracitati In studi randomizzati
lrsquoimpiego di Talidomide come terapia di mantenimento post ASCT ha evidenziato un beneficio in
termini di PFS (3132 38-41) e in due di questi associata allo steroide anche di OS (38-40)
LINEE GUIDA MIELOMA
27
Il vantaggio in OS veniva perso se talidomide era anche parte della terapia di induzione (31 32 39) Inoltre
sembra che la prolungata esposizione a talidomide possa far emergere cloni resistenti e che tale agente sia
inefficace in pazienti portatori di alterazioni citogenetiche (42) Il problema principale relativo allrsquoimpiego di
talidomide come terapia di mantenimento a lungo termine riguarda la sua neurotossicitagrave che comporta una
percentuale di discontinuazione del farmaco fino al 60 (42)
Lenalidomide in considerazione dellrsquoassenza di neurotossicitagrave appare indicata come terapia di
mantenimento post ASCT Due studi randomizzati indipendenti hanno recentemente mostrato un vantaggio
in termini di PFS con lrsquoimpiego di lenalidomide rispetto a placebo dopo singolo o doppio ASCT (43 44) e
uno dei due anche un vantaggio in OS (44) (livello di evidenza 1++) In entrambi gli studi nei pazienti che
assumevano Lenalidomide egrave emerso un incrementato rischio di seconde neoplasie (SPMs) nellrsquoordine del
7 in tal senso saranno necessari un follow-up piugrave prolungato eulteriori studi per definire meglio i fattori di
rischio per le SPMs e la loro incidenza
Pochi e non conclusivi dati esistono sulla terapia di mantenimento con bortezomib essendo inoltre di non
poco rilievo il problema della via di somministrazione endovenosa e la neurotossicitagrave In tal senso potragrave
avere un certo rilievo la prossima del disponibilitagrave bortezomib per via sottocutanea che comporta una
significativa riduzione del rischio di incidenza della neurotossicitagrave iatrogena (45)
Terapia di Mantenimentoconsolidamento
Regimi terapeutici (studi fase 2 e fase 3)
Terapia di consolidamento
post- trapianto autologo
Bortezomib + desametasone (studi fase 3) Bortezomib+talidomide+desametasone ( studi di fase 3) Bortezomib + lenalidomide + desametasone (studi di fase 2) lenalidomide+desametasone ( studi di fase 3)
Terapia di mantenimento
post trapianto autologo
Talidomide (studi fase 3) Lenalidomide (studi fase 3) Bortezomib (studi fase 3)
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
D
La terapia di consolidamento e di mantenimento post
ASCT con i nuovi farmaci dovrebbe avvenire solo nel
contesto di studi clinici (i dati dei diversi studi sono
ancora poco solidi e richiedono un follow-up piugrave
prolungato)(33)
Studi clinici
63 Terapia ad alte dosi con supporto di progenitori emopoietici autologhi
Sono passati quasi 30 anni dalla prima segnalazione dellrsquoefficacia delle alte dosi di melphalan nel MM (47)
Da allora ASCT egrave diventata la terapia di riferimento nel paziente giovane affetto da MM alla diagnosi
Il trapianto autologo consente di ottenere elevati tassi di risposte complessive e attualmente rimane il
trattamento di riferimento per i pazienti eleggibili Alcuni studi randomizzati (vedi Tabella 1) condotti su
pazienti alla diagnosi evidenziano la superioritagrave del trapianto rispetto alla terapia convenzionale nel paziente
con MM con etagrave inferiore a 65 anni (Livello di evidenza 1++)
LINEE GUIDA MIELOMA
28
Tabella 1 Studi controllati- randomizzati terapia convenzianale vs terapia ad alte dosi
Trial Ndeg pts EFS
(median months) OS
(median months) References
IFM90 CT 100 8 at 7 years 25 at 7 years Attal et al (1996)
ASCT 100 16 at 7 years 43 at 7 years Harousseau et al
(2005)
MRC CT 200 32 20
Child et al (2003) ASCT 201 54 months 42
MAG91 CT 91 13 64 Fermand et al
(1998) ASCT 94 39 65
PETHEMA CT 83 34 67
Blade et al (2001) ASCT 81 43 67
CT Chemioterapia convenzionale ndash ASCT terapia ad alte dosi
EFS event-free survival OS overall survival
Da rilevare peraltro che lrsquointroduzione dei nuovi farmaci negli schemi di induzione non solo ha deteminato
un miglioramento delle risposte globali pretrapianto ma ha consentito di implementare il numero di risposte
di buona qualitagrave dopo il trapianto (48 -51)
Circa un confronto diretto tra nuovi farmaci e la terapia trapiantologica abbiamo a disposizione pochi dati di
letteratura Il gruppo GIMEMA ha concluso uno studio su 402 pazienti affetti da mieloma multiplo in prima
diagnosi e randomizzati a ricevere dopo 4 cicli di lenaidomide-desametasone o un doppio trapianto
autologo (MEL 200) o altri 6 cicli di terapia con melphalan-prednisone-lenalidomide Questo studio ha
riportato un significativo aumento in PFS ma non in OS per il braccio trapiantologico (52)
In un secondo studio 389 pazienti sono stati trattati in induzione con lenelidomide+basse dosi di
desametasone e successivamente randomizzati a ricevere CRD (ciclofosfamide lenalidomide desametasone)
o doppio trapianto autologo (MEL200) In questo trial la PFS a 2 anni egrave risultata migliore per il braccio
trapiantologico( 62 vs72)(53) Analoghi studi sono attualmente in corso
Mobilizzazione cellule staminali
La sorgente delle cellule staminali egrave quasi esclusivamente il sangue periferico le cellule staminali infatti
vengono prelevate da sangue periferico con una o piugrave procedure aferetiche previa terapia di mobilizzazione
Il farmaco maggiormente utilizzato ai fini della mobilizzazione egrave la ciclofosfamide a dosi medio alte (2-4
gmq) in combinazione con lenograstim (5-10 mcgKgdie) Altri regimi di mobilizzazione riportati in
letteratura oltre allrsquoutilizzo del solo fattore di crescita emopoietico sono la citosina arabinoside la
vinorelbina e diversi schemi di polichemioterapia Il numero minimo di cellule CD34 necessarie per
effettuare la procedura trapiantologica e pari a 2 x106 kg
Lrsquoutilizzo di cellule staminali selezionate o la tecnica del purging del prodotto aferetico non ha comportato
una riduzione del rischio di recidiva (54) e pertanto non egrave consigliato
Singolo vs Tandem
Si parla di doppio trapianto (tandem) qualora una seconda procedura venga effettuata entro 6 mesi dalla
prima Diversi trials randomizzati hanno indagato lrsquoutilitagrave di un secondo autotrapianto e una metanalisi del
2009 avrebbe evidenziato una superioritagrave del doppio autotrapianto sul singolo in termini di tasso di risposta e
EFS (20 vs 10) ma non di OS (55) Uno studio conferma un beneficio a lungo termine della doppia
procedura (56) mentre in altri due studi viene dimostrato che i pazienti che beneficiano maggiormente del
secondo trapianto sono quelli che non ottengono almeno una VGPR con il primo trapianto (56 ndash 57) In
particolare nello studio IFM94 389 pazienti alla diagnosi venivano randomizzati a ricevere singolo (MEL
140+TBI) o doppio autologo (MEL 140 - MEL 140+TBI) Gli autori hanno dimostrato un aumento di OS
stimata a 7 anni per il doppio autologo e in unrsquoanalisi di sottogruppi hanno riscontrato che i pazienti che
beneficiavano maggiormente del doppio autologo erano quelli che non ottenevano almeno una VGPR entro
tre mesi dalla prima procedura (57) Analoghe conclusioni sono emerse da uno studio italiano dove veniva
utilizzato come regime di condizionamento MEL 200 (58) (Livello di Evidenza 1++)
LINEE GUIDA MIELOMA
29
Critiche a questi studi sono lrsquoutilizzo di una minor dose cumulativa di MEL nel braccio del trapianto singolo
nello studio del gruppo francese e per entrambi la bassa potenza degli studi per valutare il ruolo del doppio
trapianto nei pazienti che ottengono una CR o almeno una VGPR dopo la prima procedura
Una revisone sistematica pubblicata nel 2012 per stabilire il vantaggio di un doppio trapianto autologo
rispetto al singolo ha concluso che non vi sono dati sufficienti per una decisione definitiva considerando che
sono stati riscontrati bias negli studi pubblicati e che i trial non comprendevano ancora i nuovi farmaci
attualmente a disposizione (59)
Il ruolo del secondo autotrapianto potrebbe essere messo in discussione da studi randomizzati in corso che
paragonano consolidamento con nuovi farmaci e trapianto autologo nel frattempo il II trapianto dovrebbe
essere offerto ai pazienti che non hanno ottenuto una risposta completa dopo il primo trapianto riservando
tale opzione terapeutica agli altri pazienti in occasione delleventuale recidiva di malattia
Condizionamento
Il regime di condizionamento per il trapianto autologo nel MM rimane il Melphalan ad alte dosi (200
mgmq) Tale dosaggio viene ridotto nei pazienti con insufficienza renale (con GFRlt 30 mlmin) e in dialisi
in cui la somministrazione a 200 mgmq comporta un incremento di tossicitagrave e di mortalitagrave correlata alla
procedura (60) Un incremento del dosaggio di melphalan (220-300 mg anche in associazione ad Amifostina)
ha evidenziato un miglioramento della PFS ma con un notevole incremento della tossicitagrave (61-62) mentre
lassociazione con Total-body irradiation (TBI) non comporta nemmeno miglioramento del PFS (63) (Livello
di evidenza 4) per cui attualmente lo standard egrave Melphalan 200mgmq (64 )
Anche nel contesto del condizionamento al trapianto sono stati inseriti i nuovi farmaci (Melphalan 140
mgmq + Bortezomib) con risultati promettenti in termini di risposta (gtVGPR 70 con RC 30) anche se
il follow-up egrave troppo breve per valutarne lrsquoimpatto sulla sua durata (65)
64 Trapianto allogenico
In relazione alletagrave media avanzata alla diagnosi e alla disponibilitagrave di un donatore familiare sono pochi i
pazenti affetti da MM potenzialmente candidabili ad una procedura di trapianto allogenico
Il trapianto allogenico mieloablativo correla con miglioramneto dellrsquo intervallo libero da malattia (tra 22-
36) anche se il suo ruolo nel trattamento del MM appare controverso dato lelevato tasso di mortalitagrave
correlata alla procedura (Transplant related mortality TRM) che varia tra 34-54 nei diversi studi
Fattori prognostici negativi per il trapianto allogenico mieloablativo sono un precedente ASCT un lungo
intervallo tra la diagnosi e il trapianto e il mismacht di sesso tra donatore e ricevente (66-67)
Per ridurre la TRM e permettere di estendere lrsquoindicazione ad un maggior numero di pazienti con MM alla
diagnosi egrave stato sperimentato il trapianto allogenico a condizionamento ridotto (RIC) Diversi studi in
letteratura evidenziano la fattibilitagrave di tale approccio anche nei pazienti piugrave anziani con una TRM lt20 In
questo particolare setting rimane elevata lincidenza di GvHD cronica recentemente riportato fino al 74
dei pazienti trattati (68) Anche se la sopravvivenza globale a 5 anni risulta circa del 60 sono segnalate
recidive di malattia (spesso extramidollari) anche dopo 5 anni dal trapianto
Uno studio prospettico (69) ha riportato una miglior OS per i pazienti sottoposti allrsquoallotrapianto non
mieloablativo dopo un trapianto autologo rispetto al doppio autotrapianto mentre altri studi non hanno
confermato tale dato (vedi tabella 2) Secondo le raccomandazioni del gruppo Europeo il trapianto
allogenico puograve essere considerato per i pazienti giovani ad alto rischio che accettino il tasso di mortalitagrave
correlato alla procedura e la natura sperimentale del trattamento (74)
LINEE GUIDA MIELOMA
30
Tabella2 studi randomizzati tandem autologo vs tandem auto-allotrapianto nel MM alla diagnosi
Pts RC () EFS (mesi) OS (Mesi) P
IFM (70) 166 vs 46 37vs 55 25 vs 21 57 vs 41 NS
GIMEMA (69) 82 vs 80 26 vs 55 33 vws 37 64 vs NR S
PETHEMA (71) 82 vs 25 11 vs 40 20 vs 26 58 vs 60 NS
HOVON (72) 101 vs 115 42 vs 45 34 vs 39 63 vs 56 NS
EBMT (73) 250 vs 110 41 vs 52 15 vs 36 50 vs 65
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
A
ASCT deve essere parte integrante del programma
terapeutico del paziente affetto da MM di etagrave inferiore
uguale a 65 anni con adeguato performance status (tabella 1)
Positiva forte
D ASCT potrebbe essere eseguito anche in pazienti con eta
compresa tra 65 e 70 anni in assenza di patologie
associate(64) Positiva debole
B
Il regime di condizionamento al trapianto consiste nel
Melphalan 200 mgmq con riduzione di dose (140 mgmq)
in caso di alterazione della funzione renale o nei pazienti
con etagrave gt65 anni (60 64)
Positiva debole
B
Il Tandem ASCT attualmente non puograve essere considerato lo
standard il secondo trapianto infatti dovrebbe essere
riservato ai pazienti che non ottengono una risposta
superiore alla VGPR dopo la prima procedura
trapiantologica (59) Nei pazienti in cui la seconda procedura egrave invece indicata
questa deve essere effettuata dopo 3 e non oltre i 6 mesi dal
precedente trattamento ad alte dosi (57)
Negativa debole
C
Il trapianto allogenico mieloablativo da donatore familiare
HLA identico puograve essere considerato solo nei pazienti di etagrave
lt 40 anni responsivi alla terapia di prima linea e solo
nellrsquoambito di trials clinici(74) Il Trapianto allogenico a condizionamento ridotto (RIC) egrave
proponibile a pazienti ad alto rischio dopo ASCT solo
nellambito di studi clinici controllati
Studi clinici
Bibliografia 1 Rosintildeol L Oriol A Mateos MV Sureda A Garciacutea-Saacutenchez P Gutieacuterrez N Alegre A Lahuerta JJ de la Rubia J
Herrero C Liu X Van de Velde H San Miguel J Bladeacute J Phase II PETHEMA trial of alternating bortezomib
and dexamethasone as induction regimen before autologous stem cell transplantation in younger patients with
multiple myeloma efficacy and clinical implications of tumor response kinetics JCO 2007254452-4458
2 Harousseau JL Attal M Leleu X Troncy J Pegourie B Stoppa AM Hulin C Benboubker L Fuzibet JG
Renaud M Moreau P Avet-Loiseau H Bortezomib plus dexamethasone as induction treatment prior to
autologous stem cell transplantation in patients with newly dignosed multiple myeloma results of an IFM phase
II study Haematologica 2006911 498-1505
LINEE GUIDA MIELOMA
31
3 Harousseau JL Attal M Avet-Loiseau H Marit G Caillot D Mohty M Lenain P Hulin C Facon T Casassus
P Michallet M Maisonneuve H Benboubker L Maloisel F Petillon MO Webb I Mathiot C Moreau P
Bortezomib plus dexamethasone is superior to vincristine plus doxorubicin plus dexamethasone as induction
treatment prior to autologous stem-cell transplantation in newly diagnosed multiple myeloma results of the IFM
2005-01 phase III trial J Clin Oncol 2010 28 4621-4629
4 Avet-Loiseau H Leleu X Roussel M Moreau P Guerin-Charbonnel C Caillot D Marit G Benboubker L
Voillat L Mathiot C Kolb B Macro M Campion L Wetterwald M Stoppa AM Hulin C Facon T Attal M
Minvielle S Harousseau JL Bortezomib plus dexamethasone induction improves outcome of patients with
t(414) myeloma but not outcome of patients with del(17p) J Clin Oncol 2010 28 4630-4634
5 Sonneveld P Schmidt-Wolf IG van der Holt B El Jarari L Bertsch U Salwender H Zweegman S Vellenga E
Broyl A Blau IW Weisel KC Wittebol S Bos GM Stevens-Kroef M Scheid C Pfreundschuh M Hose D
Jauch A van der Velde H Raymakers R Schaafsma MR Kersten MJ van Marwijk-Kooy M Duehrsen U
Lindemann W Wijermans PW Lokhorst HM Goldschmidt HM Bortezomib induction and maintenance
treatment in patients with newly diagnosed multiple myeloma results of the randomized phase III HOVON-65
GMMG-HD4 trial J Clin Oncol 2012 Aug 2030(24)2946-55
6 Neben K Lokhorst HM Jauch A Bertsch U Hielscher T van der Holt B Salwender H Blau IW Weisel K
Pfreundschuh M Scheid C Duumlhrsen U Lindemann W Schmidt-Wolf IG Peter N Teschendorf C Martin H
Haenel M Derigs HG Raab MS Ho AD van de Velde H Hose D Sonneveld P Goldschmidt H
Administration of bortezomib before and after autologous stem cell transplantation improves outcome in
multiple myeloma patients with deletion 17p Blood 2012119(4)940-8
7 Reeder CB Reece DE Kukreti V Chen C Trudel S Hentz J Noble B Pirooz NA Spong JE Piza JG Zepeda
VH Mikhael JR Leis JF Bergsagel PL Fonseca R Stewart AK Cyclophosphamide bortezomib and
dexamethasone induction for newly diagnosed multiple myeloma high response rates in a phase II clinical trial
Leukemia 2009 23 1337-1341
8 Uttervall K1 Admasie J Alici E Lund J Liwing J Aschan J Barendse M Deneberg S Mellqvist UH Carlson
K Nahi H A combination regimen of bortezomib cyclophosphamide and betamethasone gives quicker better
and more durable response than VADCyBet regimens results from a Swedish retrospective analysis Acta
Hematologica 2013 130 (1) 7-15
9 Wang M Giralt S Delasalle K Handy B Alexanian R Bortezomib in combination with thalidomide-
dexamethasone for previously untreated multiple myeloma Haematology 200712235-239
10 Cavo M Tacchetti P Patriarca F Petrucci MT Pantani L Galli M Di Raimondo F Crippa C Zamagni E
Palumbo A Offidani M Corradini P Narni F Spadano A Pescosta N Deliliers GL Ledda A Cellini C
Caravita T Tosi P Baccarani M GIMEMA Italian Myeloma Network Bortezomib with thalidomide plus
dexamethasone compared with thalidomide plus dexamethasone as induction therapy before and consolidation
therapy after double autologous stem-cell transplantation in newly diagnosed multiple myeloma a randomised
phase 3 study Lancet 2010376(9758)2075-2085
11 Rosintildeol L Oriol A Teruel AI Hernaacutendez D Loacutepez-Jimeacutenez J de la Rubia J Granell M Besalduch J Palomera
L Gonzaacutelez Y Etxebeste MA Diacuteaz-Mediavilla J Hernaacutendez MT de Arriba F Gutieacuterrez NC Martiacuten-Ramos
ML Cibeira MT Mateos MV Martiacutenez J Alegre A Lahuerta JJ San Miguel J Bladeacute J Programa para el
Estudio y la Terapeacuteutica de las Hemopatiacuteas MalignasGrupo Espantildeol de Mieloma (PETHEMAGEM) group
Superiority of bortezomib thalidomide and dexamethasone (VTD) as induction pretransplantation therapy in
multiple myeloma a randomized phase 3 PETHEMAGEM study Blood 2012 Aug 23120(8)1589-96
12 Moreau P Avet-Loiseau H Facon T Attal M Tiab M Hulin C Doyen C Garderet L Randriamalala E Araujo
C Lepeu G Marit G Caillot D Escoffre M Lioure B Benboubker L Peacutegourieacute B Kolb B Stoppa AM Fuzibet
JG Decaux O Dib M Berthou C Chaleteix C Sebban C Traulleacute C Fontan J Wetterwald M Lenain P Mathiot
C Harousseau JL Bortezomib plus dexamethasone versus reduced-dose bortezomib thalidomide plus
dexamethasone as induction treatment before autologous stem cell transplantation in newly diagnosed multiple
myeloma Blood 2011118(22)5752-5758
13 Kaufman JL Nooka A Vrana M Gleason C Heffner LT Lonial S Bortezomib thalidomide and
dexamethasone as induction therapy for patients with symptomatic multiple myeloma Cancer 2010 116 3143-
3151
14 Besinger W Jagannath S Vescio R Camacho E Wolf J Irwin D Capo G McKinley M Potts P Vesole DH
Mazumder A Crowley J Becker P Hilger J Durie BG Phase 2 study of two sequential three-drug combinations
containing bortezomib cyclophosphamide and dexamethasone followed by bortezomib thalidomide and
dexamethasone as frontline therapy for multiple myeloma Br J Hematol 2010 148 562-68
15 Ludwig H Viterbo L Greil R Masszi T Spicka I Shpilberg O Hajek R Dmoszynska A Paiva B Vidriales
MB Esteves G Stoppa AM Robinson D Jr Ricci D Cakana A Enny C Feng H van de Velde H Harousseau
JL Randomized phase II study of bortezomib thalidomide and dexamethasone with or without
LINEE GUIDA MIELOMA
32
cyclophosphamide as induction therapy in previously untreated multiple myeloma J Clin Oncol 2013 Jan
1031(2)247-55
16 Pineda-Roman M Zangari M Haessler J Anaissie E Tricot G van Rhee F Crowley J Shaughnessy JD Jr
Barlogie B Sustained complete remission in multiple myeloma linked to bortezomib in total therapy 3
comparison with total therapy 2 Br J Haematol 2008140625-634
17 Rajkumar SV Hayman SR Lacy MQ Dispenzieri A Geyer SM Kabat B Zeldenrust SR Kumar S Greipp PR
Fonseca R Lust JA Russell SJ Kyle RA Witzig TE Gertz MA Combination therapy with lenalidomide plus
dexamethasone (revdex) for newly diagnosed myeloma Blood 20051064050-4053
18 Zonder JA Crowley J Hussein MA Bolejack V Moore DF Whittenberger BF Abidi MH Durie B and
Barlogie B et al Superiority of lenalidomide plus high-dose dexamethasone (HD) compared to HD alone as
treatment of newly diagnosed multiple myeloma result of the randomized double-blind placebo-comtrolled
SWOG trial S0232 Blood 2007110abs77
19 Rajkumar SV Jacobus S Callander NS Fonseca R Vesole DH Williams ME Abonour R Siegel DS Katz M
Greipp PR Eastern Cooperative Oncology Group Lenalidomide plus high-dose dexamethasone versus
lenalidomide plus low-dose dexamethasone as initial therapy for newly diagnosed multiple myeloma an open-
label randomized controlled trial Lancet Oncology 2010 11 29-37
20 Kumar S Dispenzieri A Lacy MQ Hayman SR Buadi FK Gastineau DA Litzow MR Fonseca R Roy V
Rajkumar SV Gertz MA Impact of lenalidomide therapy on stem cell mobilization and engrafment post-
peripheral blood stem cell transplantation in patients with newly diagnosed myeloma Leukemia 2007 21 2035-
42
21 Kumar S Giralt S Stadtmauer EA Harousseau JL Palumbo A Bensinger W Comenzo RL Lentzsch S
Munshi N Niesvizky R San Miguel J Ludwig H Bergsagel L Blade J Lonial S Anderson KC Tosi P
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22 Palumbo A Rajkumar SV Dimopoulos MA Richardson PG San Miguel J Barlogie B Harousseau J Zonder
JA Cavo M Zangari M Attal M Belch A Knop S Joshua D Sezer O Ludwig H Vesole D Bladeacute J Kyle R
Westin J Weber D Bringhen S Niesvizky R Waage A von Lilienfeld-Toal M Lonial S Morgan GJ Orlowski
RZ Shimizu K Anderson KC Boccadoro M Durie BG Sonneveld P Hussein MA International Myeloma
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2008 22 414-23
23 Richardson PG Weller E Lonial S Jakubowiak AJ Jagannath S Raje NS Avigan DE Xie W Ghobrial IM
Schlossman RL Mazumder A Munshi NC Vesole DH Joyce R Kaufman JL Doss D Warren DL Lunde LE
Kaster S Delaney C Hideshima T Mitsiades CS Knight R Esseltine DL Anderson KC Lenalidomide
bortezomib and dexamethasone combination therapy in patients with newly diagnosed multiple myeloma Blood
2010116 679-686
24 Roussel M Avet-Loiseau H Moreau P Huynh A Benboubker L Hulin C Marit G Leleu X Pegourie B
Fruchart C Caillot D Stoppa AS Facon T Harousseau JL and Attal M Frontline therapy with bortezomib
lenalidomide and dexamethasone (VRD) fllowed by autologous stem cell transplantation VRD consolidation
and lenalidomide maintenance in newly diagnosed multiple myeloma pateints primary results of the IFM 2008
phase II study Blood 2010 abs 624
25 Kumar S Flinn I Richardson PG Hari P Callander N Noga SJ Stewart AK Turturro F Rifkin R Wolf J
Estevam J Mulligan G Shi H Webb IJ Ra SV Randomized multicenter phase 2 study (EVOLUTION) of
combinations of bortezomib dexamethasone cyclophosphamide and lenalidomide in previously untreated
multiple myeloma Blood 2012 119 4375-82
26 Jakuboviak AJ Reece DE Hofmeister CC Lonial S Zimmerman TM Campagnaro EL Schlossman RL
Laubach J Raje N Anderson T Griffith K Hill M Harvey C Dollard AM Wear S Barrickman J Tendler C
Esseltine DL Kelley SL Kaminski MS Anderson KC and Richardson PG Lenalidomide bortezomib
pegylated liposomial doxorubicin and dexamethasone in newly diagnosed multiple myeloma updated results of
phase III MMRC trial Blood 2009 114 abs 132
27 Cavo M Zamagni E Tosi P Tacchetti P Cellini C Cangini D de Vivo A Testoni N Nicci C Terragna C
Grafone T Perrone G Ceccolini M Tura S Baccarani M Bologna 2002 study Superiority of thalidomide and
dexamethasone over VAD as primary therapy in preparation for autologous transplantation for multiple
myeloma Blood 200510635-9
28 Rajkumar SV Blood E Vesole D Fonseca R Greipp PR Eastern Cooperative Oncology Group Phase III
clinical trial of thalidomide plus dexamethasone compared with dexamethasone alone in newly diagnosed
multiple myeloma a clinical trial coordinated by the Eastern Cooperative Oncology Group JCO 200624431-6
LINEE GUIDA MIELOMA
33
29 Cavo M Di Raimondo F Zamagni E Patriarca F Tacchetti P Casulli AF Volpe S Perrone G Ledda A
Ceccolini M Califano C Bigazzi C Offidani M Stefani P Ballerini F Fiacchini M de Vivo A Brioli A Tosi
P Baccarani M Short-term thalidomide incorporated into double autologous stem-cell transplantation improves
outcomes in comparison with double autotransplantation for multiple myeloma JCO 2009305001-5007
30 Barlogie B Tricot G Anaissie E Shaughnessy J Rasmussen E van Rhee F Fassas A Zangari M Hollmig K
Pineda-Roman M Lee C Talamo G Thertulien R Kiwan E Krishna S Fox M Crowley J Thalidomide and
hematopoietic-cell transplantation for multiple myeloma N Engl J Med 20063541021-1030
31 Lokhorst HM van der Holt B Zweegman S Vellenga E Croockewit S van Oers MH von dem Borne P
Wijermans P Schaafsma R de Weerdt O Wittebol S Delforge M Berenschot H Bos GM Jie KS Sinnige H
van Marwijk-Kooy M Joosten P Minnema MC van Ammerlaan R Sonneveld P Dutch-Belgian Hemato-
Oncology Group (HOVON) A randomized phase 3 study on the effect of thalidomide combined with
Adriamycin dexamethasone and high dose melphalan followed by thalidomide maintenance in patients with
multiple myeloma Blood 2010 115 1113-1120
32 Morgan GJ Davies FE Gregory WM Bell SE Szubert AJ Navarro Coy N Cook G Feyler S Johnson PR
Rudin C Drayson MT Owen RG Ross FM Russell NH Jackson GH Child JA National Cancer Research
Institute Haematological Oncology Clinical Studies Group Cyclophosphamide thalidomide and dexamethasone
as induction therapy for newly diagnosed multiple myeloma patients destined for autologous stem cell
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33 Cavo M Rajkumar SV Palumbo A Moreau P Orlowski R Blade J et al International Myeloma Working
Group consensus approach to the treatment of multiple myeloma patients who are candidates for autologous
stem cell transplantation Blood 2011 Jun 9117(23)6063-73
34 Dimopoulos MA Roussou M Gkotzamanidou M Nikitas N Psimenou E Mparmparoussi D Matsouka C
Spyropoulou-Vlachou M Terpos E Kastritis E The role of novel agents on the reversibility of renal impairment
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35 Mellqvist UH Gimsing P Hjertner O Lenhoff S Laane E Remes K Steingrimsdottir H Abildgaard N Ahlberg
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after stem-cell transplantation for multiple myeloma N Engl J Med 2012 May 10366(19)1782-91
37 Terragna C Zamagni E Petrucci MT Durante S Patriarca P Narni F Crippa C Gorgone A Caravita T
Perrone G Nozzoli C Masini L Callea V Attolico I Cellini C Bringhen S Ledda A Montefusco V Martello
M Martinelli G Baccarani M and Cavo M Molecular remission after bortezomib-thalidomide and
dexamethasone compared with thalidomide-dexamethasone as consolidation therapy after double autologous
transplantation for multiple myeloma results of qualitative and quantitative analysis Blood 2010 116 abs 861
38 Cavo M Pantani L Petrucci MT Patriarca F Zamagni E Donnarumma D Crippa C Boccadoro M Perrone G
Falcone A Nozzoli C Zambello R Masini L Furlan A Brioli A Derudas D Ballanti S Dessanti ML De
Stefano V Carella AM Marcatti M Nozza A Ferrara F Callea V Califano C Pezzi A Baraldi A Grasso M
Musto P Palumbo A GIMEMA (Gruppo Italiano Malattie Ematologiche dellAdulto) Italian Myeloma Network
Bortezomib-thalidomide and dexamethasone is superior to thalidomide-dexamethasone as consolidation therapy
following autologous hematopoietic stem-cell transplantation in patients with newly diagnosed multiple
myeloma Blood 2012 Jul 51209-19
39 Attal M Harousseau JL Leyvraz S Doyen C Hulin C Benboubker L Yakoub Agha I Bourhis JH Garderet L
Pegourie B Dumontet C Renaud M Voillat L Berthou C Marit G Monconduit M Caillot D Grobois B Avet-
Loiseau H Moreau P Facon T Inter-Groupe Francophone du Myeacutelome (IFM) Maintenance therapy with
thalidomide improve survival in patients with multiple myeloma Blood 20061083289-3294
40 Morgan GJ Gregory WM Davies FE Bell SE Szubert AJ Brown JM Coy NN Cook G Russell NH Rudin C
Roddie H Drayson MT Owen RG Ross FM Jackson GH Child JA National Cancer Research Institute
Haematological Oncology Clinical Studies GroupThe role of maintenance thalidomide therapy in multiple
myeloma MRC myeloma IX results and meta-analysis Blood 2012 Jan 5119(1)7-15
41 Spencer A Prince HM Roberts AW Prosser IW Bradstock KF Coyle L Gill DS Horvath N Reynolds J
Kennedy N Consolidation therapy with low-dose thalidomide and prednisolone prolongs the survival of
multiple myeloma patients undergoing a single autologous stem-cell transplantation procedure JCO
2009271788-1793
42 Stewart AK Trudel S Bahlis NJ White D Sabry W Belch A Reiman T Roy J Shustik C Kovacs MJ
Rubinger M Cantin G Song K Tompkins KA Marcellus DC Lacy MQ Sussman J Reece D Brundage M
LINEE GUIDA MIELOMA
34
Harnett EL Shepherd L Chapman JA Meyer RM A randomized phase 3 trial of thalidomide and prednisone as
maintenance therapy after ASCT in patients with MM with a quality-of-life assessment the National Cancer
Institute of Canada Clinicals Trials Group Myeloma 10 Trial Blood 2013 Feb 28121(9)1517-23
43 Cavo M Pantani L Tacchetti P Pallotti MC Brioli A Petrucci A Zamagni E Tosi P Thalidomide maintenance
in multiple myeloma certainties and controversies JCO 200927186-187
44 Attal M Lauwers-Cances V Marit G Caillot D Moreau P Facon T Stoppa AM Hulin C Benboubker L
Garderet L Decaux O Leyvraz S Vekemans MC Voillat L Michallet M Pegourie B Dumontet C Roussel M
Leleu X Mathiot C Payen C Avet-Loiseau H Harousseau JL IFM Investigators Lenalidomide maintenance
after autologous stem-cell transplantation for multiple myelomaN Eng J Med 2012 10 1782-91
45 McCarthy PL Owzar K Hofmeister CC Hurd DD Hassoun H Richardson PG Giralt S Stadtmauer EA
Weisdorf DJ Vij R Moreb JS Callander NS Van Besien K Gentile T Isola L Maziarz RT Gabriel DA
Bashey A Landau H Martin T Qazilbash MH Levitan D McClune B Schlossman R Hars V Postiglione J
Jiang C Bennett E Barry S Bressler L Kelly M Seiler M Rosenbaum C Hari P Pasquini MC Horowitz MM
Shea TC Devine SM Anderson KC Linker C Lenalidomide after stem-cell transplantation fro multiple
myeloma N Engl J Med 2012 10 1770-81
46 Moreau P Pylypenko H Grosicki S Karamanesht I Leleu X Grishunina M Rekhtman G Masliak Z Robak T
Shubina A Arnulf B Kropff M Cavet J Esseltine DL Feng H Girgis S van de Velde H Deraedt W
Harousseau JL Subcutaneous versus intravenous administration of bortezomib in patients with relapsed multiple
myeloma A randomized phase 3 non-inferiority study Lancet Oncology 2011 12 431-44
47 McElwaiv amp Powles 1983 High-dose intravenous melphalan for plasma-cell leukaemia and myeloma Lancet
1983 Oct 82(8354)822-4
48 Harousseau J Avet-loiseau H Attal M High complete and very good partial response rates with bortezomib-
dexamethasone as induction prior to ASCT in newly diagnosed pattients wuith high-risk myeloma results of the
IFM2005-01 phase 3 trial ndash Blood 2009 114 abstract 353
49 Cavo M Tacchetti P Patriarca F Petrucci MT Pantani L Galli M Di Raimondo F Crippa C Zamagni E
Palumbo A Offidani M Corradini P Narni F Spadano A Pescosta N Deliliers GL Ledda A Cellini C
Caravita T Tosi P Baccarani M GIMEMA Italian Myeloma Network Bortezomib with thalidomide plus
dexamethasone compared with thalidomide plus dexamethasone as induction therapy before and consolidation
therapy after double autologous stem-cell transplantation in newly diagnosed multiple myeloma a randomised
phase 3 study Lancet 2010376(9758)2075-2085
50 Rajkumar SV Jacobus S Callander NS et al lenalidomide plus high-dose dexamethasone versus lenalidomide
plus low-dose dexamethasone as intial therapy for newly diagnoses multiple myeloma an open albel randomized
controller trial Lancet Oncol 201011(1)29-37
51 Richardson PG Weller E Lonial S et al Lenalidomide bortezomib and dexamethasone combination therapy in
patients with newly diagnosed multiple Myeloma Bloob 2010116(5)679-86)
52 Boccadoro M Cavallo F Gay F et al Melphalan-prednisone-lenalidomide (MPR) versus High dose melphalan
and autologous transplantation ( MEL 200) plus lenalidomide maitenance or no maintenance in newly diagnoses
Multiple Myeloma patients J Clin Oncol 2013 31 abstract 8509)
53 Gay F Hajek R Dira Diramondo F et al Cyclophosphamide-lenalidomide-dexamethasone vs autologous
transplant in newly diagnosed myeloma a phase III trial Clin Lymphoma Myeloma Leuk 201313 (suppl
1)S40
54 Stewart AK Vescio R Schiller G Purging of autologous peripheral-blood stem cells using CD34 selection
does not improve overall or progression-free survival after high-dose chemotherapy for multiple myeloma
results of a multicenter randomized controlled trial Journal of Clinical Oncology (2001) 19 3771ndash3779
55 Kumar A Kharfan-Dabaja MA Glasmacher A Djulbegovic B Tandem versus single autologous hematopoietic
cell transplantation for the treatment of multiple myeloma a systematic review and meta-analysis J Natl Cancer
Inst 2009 101(2) 100-10
56 Barlogie B Attal M Crowley J Lomg term follow-up of autotransplantation trials for multiple myeloma update
of protocols conducted by the Intergroupe Francophone du Myelome South-west Oncology Group and the
University of Arkansas for Medical Sciences J Clin Oncol201028(7)1209-1214
57 Attal Harousseau JL Facon T Single versus double autologous stem-cell transplantation for multiple
myeloma New England Journal of Medicineigrave (2003) 349 2495ndash2502)
58 Cavo M Tosi P Zamagni E Prospective randomized study of single compared with double autologous stem-
cell transplantation for multiple myeloma Bologna 96 clinical study J Clin Oncol2007252434-2441
59 Maumann-Winter et al Cochrane database Syst Rev 2012 act 1710cd 004626
60 Knudsen LM Nielsen B Gimsing P amp Geisler C Autologous stem cell transplantation in multiple
myeloma outcome in patients with renal failure European Journal of Haematology 2005 75 27ndash33)
LINEE GUIDA MIELOMA
35
61 Garban F Attal M Michallet M et al Prospective comparison of autologous stem cell transplantation
followed by dose-reduced allograft (IFM99-03 trial) with tandem autologous stem cell transplantation (IFM99-
04 trial) in high-risk de novo multiple myeloma Blood 2005 - 107 3474ndash3480
62 Phillips GL Meisenberg B Reece DE et al Amifostine and autologous henatopietic stem cell support of
escalating-dose melphalan a phase I study Biol Blood Marrow Transpalnt 2004 Jul10(7)473-83
63 Moreau P Facon T Attal M Comparison of 200 mgm(2) melphalan and 8 Gy total body irradiation plus
140 mgm(2) melphalan as conditioning regimens for peripheral blood stem cell transplantation in patients with
newly diagnosed multiple myeloma final analysis of the Intergroupe Francophone du Myelome 9502
randomized trial Blood 2002 99 731ndash735
64 Mohamad Mohty and Jean-Luc Harousseau treatment of autologous stem cell transplant-elegible multiple
myeloma patients ten questions and answers Haematologica 201499(3)408-416
65 Roussel M Moreau P Huynh A Bortezomib and high-dose melphalan as conditioning regimen before
autologous stem cell transplantation in patients with de novo multiple myeloma a phase 2 study of the
Intergroupe Francophone du Myelome (IFM) Blood 2010 115 32ndash37)
66 Hunter HM Peggs K Powles R et al Analysis of outcome following allogeneichaemopoietic stem cell
transplantation formyeloma using myeloablative conditioning evidence for a superior outcome using melphalan
combined with total body irradiation British Journal of Haematology 2005 128 496ndash502
67 Crawley C Iacobelli S Bjorkstrand B Reduced-intensity conditioning for myeloma lower nonrelapse
mortality but higher relapse rates compared with myeloablative conditioning Blood 2007 109 3588ndash3594
68 Rotta M Storer BE Sahebi F Long-term outcome of patients with multiple myeloma after autologous
hematopoietic cell transplantation and nonmyeloablative allografting Blood 2009 113 3383ndash 3391
69 Bruno B RotaM Patriarca F A comparison of allografting with autologous autografting for newly diagnosed
myeloma N Engl J Med 2007 3561110-1120 )
70 Garban F Attal M Michallet M Prospective comparison of autologous stem cell transplantation followed by
dose-reduced allograft (IFM99-03 trial) with tandem autologous stem cell transplantation (IFM99-04 trial) in
high-risk de novo multiple myeloma Blood (2006) 107 3474ndash3480
71 Rosinol L Perez-Simon JA Sureda A prospective PETHEMA study of tandem autologous transplantation
versus autograft followed by reduced-intensity conditioning allogeneic transplantation in newly diagnosed
multiple myeloma Blood (2008) 112 3591ndash3593
72 Lokhorst H Sonneveld P amp Van der Holt BDonor versus no donor analysis of newly diagnosed myeloma
patients included in the HOVON 5054 study Blood ASH Annual Meeting 2008 112 Abstracts) 461
73 Bjorkstrand B Lacobelli S amp Hegenbart A Autologous stem cell transplantation (ASCT) versus ASCT
followed by reduced-intensity conditioning (RIC) allogeneic SCT with identical sibling donor in previously
untreated multiple myeloma (MM) a prospective controlled trial by the EBMT Bone Marrow Transplantation
(2009) (abstract) 43 223
74 Engelhardt M Terpos E Kleber M et al European Myeloma Network recommendations on the evaluation and
treatment of newly diagnosed patients with multole Myeloma Haematologica2014 99(2)232-242
LINEE GUIDA MIELOMA
36
7 Mieloma Multiplo recidivato o refrattario
71 Definizione di malattia recidivarefrattaria
Per MM refrattario si intende una malattia che non ha presentato almeno una risposta parziale a 3 o piugrave
cicli di terapia antimieloma o che egrave progredita entro 60 giorni dallrsquoultimo trattamento Si distingue la
categoria del MM refrattario primitivo che comprende i pazienti giagrave sottoposti a piugrave linee di terapia i quali
non hanno mai presentato almeno una risposta parziale a tutte le precedenti linee di terapia
Per MM ricaduto si intende un MM precedentemente trattato che richiede una nuova terapia di salvataggio
dopo un intervallo di remissione parziale o completa di almeno 60 giorni La definizione della recidiva di
malattia segue i criteri dellrsquoInternational Myeloma Working Group IMWG riportati nella tabella
sottostante
Categorie Criteri di valutazione
Malattia progressiva (PD) Necessario almeno uno dei seguenti criteri - Incremento ge25 CM (almeno ge 05 gdl) - Incremento ge 25 CM urinaria (almeno ge 200 mg 24 ore) - Incremento gt 10 dellinfiltrato plasmacellulare midollare - Comparsa di nuove lesioni osteolitiche o plasmocitomi - Ipercalcemia
Recidiva clinica Necessario almeno uno dei seguenti criteri - Comparsa di plasmocitoma o lesioni ossee - Incremento dimensionale di preesistente plasmocitoma o di lesioni ossee - Ipercalcemia (gt 115 mgdl 263 mmoll) - Riduzione dellemoglobina gt 2 gdl - Incremento del valore della creatinina gt 2 mgdl
Recidiva da precedente
remissione completa (RC) Necessario almeno uno dei seguenti criteri - Riscontro di CM sierica o urinaria allelettroforesi o immunofissazione - Incremento delle plasmacellule midollari gt 5 - Evidenza di segni correlati a progressione di malattia (Lesioni litiche
plasmocitoma ipercalcemia ecc)
72 Trattamento
La decisione di iniziare un trattamento di salvataggio
Pazienti con MM in recidiva devono essere ritrattati dopo la ricomparsa dei segni e sintomi di malattia
I criteri CRAB devono essere utilizzati anche per i pazienti in recidiva cosigrave come per i pazienti alla diagnosi
La morfologia e lentitagrave dellrsquoinfiltrato plasmacellulare midollare non devono essere usati come criteri di
inizio della terapia La cinetica di progressione della CM sierica e in particolare il raddoppiamento del suo
valore in 2 mesi egrave stato recentemente proposto come criterio per iniziare il trattamento ma non crsquoegrave al
momento consenso su questa indicazione Al contrario un lento incremento della CM senza segni di
evoluzione clinica non deve essere utilizzato come indice di ritrattamento
Opzioni per la terapia di salvataggio
Attualmente per il trattamento dei pazienti affetti da recidiva di malattia non abbiamo un regime di terapia o
una sequenza di farmaci ottimale (1) Bortezomib e agenti immunomodulanti come talidomide e
lenalidomide (ImiDs) sono molecole molto efficaci in questo setting di pazienti In uno studio
LINEE GUIDA MIELOMA
37
internazionale randomizzato di fase III bortezomib utilizzato come singolo agente si egrave dimostrato superiore
in termini di percentuale di risposta mediana di TTP e sopravvivenza rispetto alle alte dosi di desametasone
Questo ha permesso allrsquoEMEA nel 2005 di approvare il bortezomib come seconda linea di trattamento per i
pazienti con MM (2) (Livello di evidenza 1++) Un ulteriore miglioramento della TTP si egrave ottenuto
combinando il bortezomib con la doxorubicina liposomiale rispetto al solo bortezomib come dimostrato in
un successivo studio internazionale di fase III (3)
(Livello di evidenza 1++) Inoltre studi di fase II hanno
dimostrato come lrsquoaggiunta di desametasone aumenta la percentuale di risposte dal 18 al 33 nei pazienti
con risposte subottimali con il solo bortezomib Questo ha permesso di poter utilizzare in Italia il bortezomib
associato al desametasone nei pazienti in recidiva o refrattari (Legge 648)
Altre promettenti associazioni come bortezomib e talidomide bortezomib e lenalidomide e bortezomib e
melphalan sono state utilizzate in studi di fase II (4-6) (Livello di evidenza 3)
In due studi di fase III egrave stato dimostrato un significativo prolungamento del TTP utilizzando lenalidomide in
associazione al desametasone rispetto al solo desametasone questo ne ha permesso lrsquoapprovazione da parte
dellrsquoEMEA nel 2008 (78) (Livello di evidenza 1++ per la riduzione dei dosaggi di DEX che comunemente
vengono usati rispetto a quelli dello studio) Questi studi (MM-009 and MM-010) hanno dimostrato come sia
possibile ottenere un tasso di risposta complessivo del 60 con CR del 15 ed un TTP di almeno 111
mesi circa utilizzando la lenalidomide in combinazione con desametasone
Una efficacia clinica della combinazione Talidomide-Desametasone egrave stata dimostrata con studi di fase II (9-
11) (Livello di evidenza 3) peraltro non confermati con studi di fase III La talidomide utilizzata ad un
dosaggio mediano di 200ndash400 mg al giorno ha dato risposte in circa il 50 dei pazienti risposte di durata di
circa 12 mesi tali dati peraltro non sono stati sufficienti per ottenere lrsquoapprovazione da parte della FDA o
della EMEA per la talidomide in questa categoria di pazienti
Le alterazioni citogenetiche gli alti valori di beta-2-microglobulinemia e bassi livelli di albumina anche per i
pazienti in recidiva o refrattari hanno lo stesso valore prognostico negativo descritto per i pazienti al
momento della diagnosi Ulteriori caratteristiche come le catene leggere lrsquoisotipo IgA lrsquoinsufficienza renale
la malattia extramidollare il MM iposecernente e la malattia ossea possono condizionare lrsquoandamento della
malattia al momento della recidiva o quando si dimostra refrattaria ai trattamenti utilizzati Sia il bortezomib
che la talidomide si sono dimostrati efficaci e sicuri nei pazienti con insufficienza renale cosigrave come
bortezomib e lenalidomide hanno dimostrato di superare la prognosi negativa data dalla delezione del
cromosoma 13 e dalla translocazione t(414) (1213)
Al momento numerose altre molecole sono in valutazione in studi di fase III nellrsquoottica di ottenere risultati
che permetteranno di avere altre armi terapeutiche nel MM in recidiva Tra questi il carfilzomib un nuovo
inibitore irreversibile del proteosoma si egrave dimostrato attivo nei pazienti con MM refrattari alle terapie
convenzionali sia in studi di fase I (14) che in studi di fase II (1516) La pomalidomide il piugrave nuovo
immunomodulatore valutata in studi clinici e di cui vengono riportati interessanti dati sullrsquoefficacia (17-19)
(Livello di evidenza 3) La bendamustina farmaco attivo nel MM (20) egrave al momento in valutazione in
schemi di associazione con altri agenti come lenalidomide o bortezomib Inoltre sulla base di studi
preclinici gli inibitori degli istoni deacetilasi sia il vorinostat (21) che il panobinostat (22) vengono
attualmente testati in associazione con bortezomib
Il trapianto di cellule staminali autologhe puograve essere considerata unrsquoopzione terapeutica anche per i pazienti
in recidiva e refrattari nonostante gli studi al momento siano limitati In uno studio randomizzato disegnato
nel 1990 egrave stato valutato il tempo ottimale per eseguire ASCT paragonando i risultati ottenuti con un
trapianto eseguito subito dopo la terapia di induzione oppure al momento della recidiva I risultati hanno
dimostrato una OS simile nei 2 gruppi con una mediana di sopravvivenza superiore a 5 anni (23) (Livello di
evidenza 3 studi eseguiti in setting diversi)
Il trapianto allogenico RIC ha mostrato un diverso controllo del MM dipendente dallo stato della malattia al
momento del trapianto stesso con una significativa riduzione dellrsquo EFS nei pazienti in recidiva e refrattari
rispetto ai pazienti rispondenti (24)
(Livello di evidenza 3)
LINEE GUIDA MIELOMA
38
Nonostante lrsquointroduzione di trattamenti attivi con meccanismi dazione differenti rispetto alla chemioterapia
i pazienti sensibili alle terapie hanno una durata di risposta molto variabile ma inesorabilmente la storia
naturale di questa patologia egrave caratterizzata da ulteriori recidive di malattie la cui risposta ai trattamenti
diviene sempre piugrave breve
Per molti pazienti in recidiva lobiettivo della terapia non si discosta molto dal trattamento alla diagnosi con
la possibilitagrave di ottenere il controllo della patologia il miglioramento dei sintomi e della qualitagrave della vita
prolungandone la sopravvivenza accanto a questi perograve bisogna tener presenti i pazienti in cui i possibili
effetti collaterali del trattamento e le patologie associate limitano le opzioni terapeutiche
La terapia palliativa dovragrave essere perciograve presa in considerazione dopo 2 linee di terapia che includono i
nuovi farmaci e che si sono rivelate inefficaci
Tutte le armi terapeutiche disponibili come radioterapia bisfosfonati corticosteroidi oppiacei e basse dosi di
chemioterapia dovranno essere utilizzate per alleviare i sintomi della malattia
Mieloma Multiplo trattamento malattia recidivatarefrattaria
Regimi di terapia preferiti
Terapia di
salvataggio
bull Lenalidomide + desametasone bull Bortezomib + desametasone bull Bortezomib+ desametasone+ doxorubicina liposomiale
Altri regimi possibili
bull Talidomide plusmn desametasone bull Bendamustina plusmn desametasone
bull Melphalan ad alte dosi + reinfusione di cellule staminali autologhe bull Bortezomib+desametasone + alchilante (ciclofosfamide o melphalan) bull Bortezomib+lenalidomide+desametasone bull Lenalidomide+ desametasone+ alchilante (ciclofosfamide o melphalan)
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
A Pazienti con MM in recidiva devono essere ritrattati dopo la
ricomparsa dei segni e sintomi di malattia definiti dai criteri
CRAB(1) Positiva forte
A
I regimi di salvataggio raccomandati sono rappresentati dal
bortezomib in associazione al desametasone (2) dal
bortezomib in associazione al desametasone e alla
doxorubicina liposomiale peghilatan (3) e dalla lenalidomide
in combinazione con il desametasone (78) I criteri per la scelta piugrave appropriata della terapia di re-
induzione deve essere fatta tenendo presente a) il principio
della rotazione di tutti i farmaci escludendo quelli a cui il
paziente ha mostrato resistenza b)lrsquoetagrave del paziente c) la
funzionalitagrave renale la presenza di neuropatia la precedente
tossicitagrave ematologica d) la durata della remissione ottenute
in precedenza
Positiva forte
LINEE GUIDA MIELOMA
39
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
D
Una seconda terapia di re-induzione con i nuovi farmaci
seguita dal trapianto di cellule staminali autologhe puograve essere
eseguita nei pazienti di etagrave inferiore o uguale a 65 anni senza
comorbilitagrave severe che abbiano avuto una remissione di
almeno 24 mesi dopo un precedente trapianto autologo e
siano responsivi alla terapia di salvataggio (23)
Positiva debole
D
Il trapianto di cellule staminali allogeniche dovragrave essere
eseguito soltanto nellrsquoambito di studi clinici in pazienti che
hanno ottenuto una risposta con la terapia di re-induzione
(24)
Studi clinici
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(010) Study Investigators Lenalidomide plus dexamethasone for relapsed or refractory multiple myeloma N
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9 Palumbo A Giaccone L Bertola A Pregno P Bringhen S Rus C Triolo S Gallo E Pileri A Boccadoro M
Low-dose thalidomide plus dexamethasone is an effective salvage therapy for advanced myeloma
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10 Dimopoulos MA Zervas K Kouvatseas G Galani E Grigoraki V Kiamouris C Vervessou E Samantas E
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40
12 Bahlis NJ Song K Trieu Y Roland B Masih-Khan E Chang H Bruyere H Mansoor A Horsman D Eliasziw
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24 Maloney DG Molina AJ Sahebi F et al Allografting with nonmyeloablative conditioning following
cytoreductive autografts for the treatment of patients with multiple myeloma Blood 20031023447ndash54
LINEE GUIDA MIELOMA
41
8 Terapie di supporto e management delle tossicitarsquo correlate alla terapia
81 Malattia ossea
La malattia ossea egrave la maggiore causa di morbiditagrave nel MM ricorrendo in circa lrsquo80 dei pazienti durante la
malattia con la comparsa di lesioni osteolitiche fratture patologiche compressioni radicolari e grave
sintomatologia dolorosa nel 60 circa dei pazienti (1) La disabilitagrave derivante da questi eventi scheletrici
(SRE skeletal related events) non soltanto impatta sulla qualitagrave di vita e sul performance status ma riduce
significativamente la sopravvivenza globale I pazienti con fratture patologiche presentano infatti un rischio
di morte aumentato del 20 rispetto ai pazienti senza fratture (2) La prevenzione ed il trattamento degli
SRE rappresenta pertanto uno dei principali obiettivi della terapia di supporto del MM
811 Terapia medica
I bisfosfonati (BSF) rappresentano il presidio terapeutico primario nel trattamento della malattia ossea
Nellrsquoambito di questi farmaci gli amino-BSF di seconda generazione tra cui lo zoledronato (ZOL) ed il
pamidronato (PAM) hanno dimostrato maggiore efficacia riducendo significativamente lrsquoincidenza di eventi
scheletrici al 25 rispetto al 68 dellrsquoetidronato e al 36 del clodronato Una recente metanalisi ha incluso
i risultati di 17 studi (randomizzati enon randomizzati) che testavano lrsquoefficacia dei bisfosfonati in pazienti
con carcinoma mammario prostatico e MM Alcuni degli studi considerati erano di bassa qualitagrave
metodologica In una cosigrave eterogenea popolazione di pazienti lo ZOL ha mostrato superioritagrave in termini di
riduzione del rischio di SREs rispetto agli altri bisfosfonati Tuttavia non sono stati sinora condotti studi
randomizzati di comparazione testa a testa fra i vari bisfosfonati (34) (Livello di evidenza 1+) Alcuni
nuovi farmaci tra cui Denosumab possono essere indicati nel trattamento della bone mineral density (MBD)
ma al momento sono utilizzabili unicamente nellrsquoambito di studi clinici
MGUS e MM asintomatico Sebbene asintomatici e senza lesioni scheletriche i pazienti affetti MGUS presentano alterato turnover osseo
per gli aumentati livelli sierici ed urinari dei markers di osteolisi oltre che un rischio di fratture ossee 16
volte piugrave elevato rispetto alla popolazione generale (5) A questo riguardo due studi clinici di fase II (67)
hanno dimostrato gli effetti benefici sulla bone mineral density (BMD) mediante ZOL semestrale nei
pazienti con MGUS e osteoporosi sebbene al momento manchino dati conclusivi circa la sicurezza e
lrsquoefficacia nella prevenzione degli SRE (Livello di evidenza 3) Anche lrsquoAlendronato migliora la BMD in
questi pazienti senza evidenze sulla capacitagrave di rallentare la progressione della malattia ossea (8) In un
recente studio prospettico di fase III nel MM asintomatico la somministrazione mensile di ZOL riduce
lrsquoincidenza di SRE senza peraltro nessun impatto sul time to progression (TTP) Tuttavia il basso numero di
pazienti reclutati rispetto a quanto preventivato limita la potenza statistica dello studio (9) (Livello di
evidenza 1+) Alla luce di questi dati lrsquouso dei BSF nei pazienti con MGUS e MM asintomatico non egrave al
momento raccomandabile se non nellrsquoambito di trials clinici
MM sintomatico Lo ZOL ed il PAM costituiscono lrsquoattuale standard of care per la terapia medica della malattia ossea nel
MM Lrsquoinfusione mensile di PAM 90 mg o di ZOL 4 mg comporta riduzione nella ricorrenza degli eventi
scheletrici e miglioramento della qualitagrave di vita nei pazienti con MM sintomatico (10-13) (Livello di
evidenza 1++) Studi di confronto fra i due farmaci documentano una sovrapponibile efficacia (14) a fronte
tuttavia di un aumento del rischio di osteonecrosi della mandibola (ONJ) nei soggetti in trattamento con ZOL
(15) Lo studio randomizzato Medical Research Council Myeloma IX (16) ha arruolato 1960 pazienti con
MM sintomatico a ricevere ZOL o clodronato alla diagnosi in associazione alla terapia anti-MM ottenendo
non soltanto una riduzione degli eventi scheletrici al 27 e 35 rispettivamente ma anche un significativo
allungamento della overall survival (OS) e della progression free survival (PFS) nel braccio ricevente ZOL
LINEE GUIDA MIELOMA
42
Questo risultato conferma studi preclinici di un possibile effetto antitumorale diretto di ZOL (1718) Un
miglioramento nei tassi di CR o VGPR egrave descritto nei pazienti in trattamento con terapia non mieloablativa
(16) per cui lo ZOL egrave ritenuto da alcuni panels di esperti il BSF elettivo per il trattamento della malattia
ossea nel MM (19) Tuttavia una revisione sistematica Cochrane aggiornata nel 2012 (20) attribuisce allo
ZOL un vantaggio in termini di OS e PFS solo verso placebo o etidronato ma non rispetto agli altri BSF
(Livello di evidenza 1++)
Il trattamento prolungato con BSF aumenta il rischio di ONJ potendo alla lunga comportare unrsquoinversione
del loro rapporto rischio-beneficio (2122) mentre il potenziale beneficio della sospensione dei BSF sulla
risoluzione dellrsquoONJ egrave indefinito (2324) Nel paziente con MM sintomatico prima di attivare terapia con
BFS egrave necessario effettuare procedure odontoiatriche di screening che devono essere completate almeno 4-6
settimane prima dellrsquoinizio del trattamento (24) (Livello di evidenza 3)
Lrsquoimpiego di amino-BSF aumenta il rischio di insufficienza renale (1125) e richiede pertanto una rigorosa
valutazione della funzionalitagrave renale periodicamente (Livello di evidenza 4)
La Tabella 1 riassume le riduzioni posologiche consigliate per i principali BSF in relazione ai livelli del
filtrato glomerulare
Tabella 1 - Terapia con bisfosfonati nel MM con insufficienza renale riduzioni posologiche consigliate
Clearance della
creatinina Clodronato
(dosaggiodie) Pamidronato
(dosaggio4 settimane) Acido Zoledronico
(dosaggio4 settimane)
gt 60 mlmin 1600 mg 90 mg 4 mg
30-60 mlmin 1600 mg 90 mg 3-35 mg
10-30 mlmin 800 mg 30 mg in 2-4 ore Non raccomandato
lt 10 mlmin Non raccomandato 30 mg in 2-4 ore Non raccomandato
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
A
Lrsquouso dei BSF egrave raccomandato nella terapia del MM
sintomatico indipendentemente dalla presenza documentata di
lesioni osteolitiche (10-13 radic I l PAM e lo ZOL mostrano simile efficacia nella
prevenzione e nel trattamento degli SRE(13)
Positiva forte
D I BSF non sono indicati nella terapia di supporto della malattia
ossea nella MGUS e nel MM asintomatico se non nellrsquoambito
di studi clinici (9) Negativa debole
D
In corso di terapia con BSF la funzionalitagrave renale deve essere
attentamente monitorata In caso di comparsa di alterazione
della funzionalitagrave renale il trattamento con BFS deve essere
sospeso o la sua posologia deve essere ridotta (1125)
Positiva forte
812 Radioterapia
Nella malattia ossea del MM la radioterapia egrave utile a scopo antalgico e nelle localizzazioni scheletriche a
rischio di frattura soprattutto vertebrale Il controllo della sintomatologia dolorosa egrave generalmente raggiunto
con dosi comprese fra 10 e 25 Gy (2627) Nessuna differenza in termini di efficacia antalgica egrave stata
documentata fra la singola irradiazione con 8 Gy e il trattamento frazionato con dosi complessive sino a 40
Gy in una metanalisi che comparava differenti schedule di trattamento in pazienti con metastasi scheletriche
da ogni forma di cancro In particolare sono stati inclusi nella metanalisi 8 trials che paragonavano differenti
schedule di irradiazione singola o multipla insieme a 8 trials che confrontavano irradiazione singola vs
trattamento frazionato La qualitagrave metodologica degli studi presi in considerazione non era uniforme e non
LINEE GUIDA MIELOMA
43
sono escludibili bias di pubblicazione e di revisione della letteratura Infatti i risultati del quality assessment
degli studi inclusi non sono riportati e vengono forniti dettagli limitati sulla condotta metodologica della
revisione della letteratura (28) (Livello di evidenza 1+) La radioterapia con dosi superiori a 30 Gy puograve
essere invece utilizzata a scopo terapeutico in caso di compressione midollare (29) (Livello di evidenza 3)
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione
Forza della
Raccomandazione
B
Unrsquoaccurata valutazione radioterapica egrave indicata in
concomitanza di dolore osseo severo comparsa di fratture
ossee o compressione midollare Il trattamento
radioterapico con erogazione di 8 Gy in singola seduta puograve
essere sufficiente controllare la sintomatologia associata
alla malattia ossea nel MM (26-28)
Positiva Forte
D Dosi di almeno 30 Gy sono necessarie a scopo
terapeuticodecompressivo in sede vertebrale (29) Positiva forte
813 Chirurgia
La chirurgia ortopedica deve essere presa in considerazione in caso di fratture alle ossa lunghe instabilitagrave o
crolli vertebrali con compressione spinale o radicolare (30) Sia la vertebroplastica sia la cifoplastica
comportano buoni risultati antalgici e di bio-meccanica soprattutto se praticate entro la prima settimana dal
crollo vertebrale In particolare uno studio ha recentemente randomizzato 134 pazienti con compressione
spinale da metastasi vertebrali alla cifoplastica o al management non-chirurgico riportando una chiara
superioritagrave efficace antalgica della prima opzione (31) Lrsquoefficacia della vertebroplasticacifoplastica egrave stata
inoltre valutata retrospettivamente nei pazienti affetti da MM con compressione midollare ed il suo effetto
antalgico egrave stato messo in relazione con il complessivo miglioramento della qualitagrave di vita Tuttavia la
natura retrospettiva dello studio e la mancanza di informazioni relative alla terapia anti-MM praticata dopo la
chirurgia limita lrsquointerpretazione dei risultati (32) (Livello di evidenza 1+) La chirurgia spinale puograve essere
utilizzata in regime drsquourgenza a scopo decompressivo La gestione del paziente con fratture ossee deve
essere sempre multidisciplinare coinvolgendo varie figure professionali fra cui lonco-ematologo il
radioterapista lrsquoortopedico il neurochirurgo e il terapista del dolore
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione
Forza della
Raccomandazione
B Lrsquoimpiego della stabilizzazione vertebrale mediante
vertebroplastica o cifoplastica egrave indicato a scopo sia
terapeutico sia preventivo (32 Positiva debole
82 Ipercalcemia
Lrsquoipercalcemia egrave una complicanza che ricorre nel 15 circa dei pazienti manifestandosi con irritabilitagrave
sonnolenza obnubilamento del sensorio sino al coma anoressia stipsi nausea vomito polidipsia poliuria e
talora nefrolitiasi Egrave dovuta al patologico riassorbimento osseo allrsquoalterata funzione tubulopatica del rene ed
in parte alla produzione di PTHrP (33)
Lrsquoipercalcemia moderata (calcemia corretta 106-118 mgdl) puograve essere risolta mediante idratazione (34)
(Livello di Evidenza 4) mentre il trattamento delle forme severe costituisce unrsquourgenza medica e si basa
sullrsquoimpiego combinato di idratazione diuretici dellrsquoansa corticosteroidi e BSF nel cui ambito lo ZOL
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44
costituisce il farmaco di scelta Infatti mentre uno studio randomizzato ha dimostrato lrsquoequivalenza in
termini di efficacia e sicurezza di ibandronato e pamidronato (sommnistrati a dosi variabili) nei pazienti con
ipercalcemia due studi paralleli randomizzati e in doppio-cieco hanno confrontato in 287 pazienti con
ipercalcemia moderatasevera pamidronato e zoledronato documentando la superioritagrave del secondo in
termini di durata delle risposte La qualitagrave metodologica dello studio appare molto elevata
Sulla base di tali dati veniva raccomandata lo zoledronato 4 e 8 mg rispettivamente per il trattamento della
ipercalcemia di nuova diagnosi o recidivatarefrattaria (3536) (Livello di Evidenza 1+)
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
A Lo ZOL potrebbe essere utilizzato al posto di altri
bisfosfonati nel trattamento dellrsquoipercalcemia (3536) Positiva debole
A La terapia medica comprendente idratazione furosemide
corticosteroidi e BSF costituisce il trattamento drsquoelezione
per le forme severe di ipercalcemia (3536) Positiva forte
B Lrsquoipercalcemia di grado moderato puograve essere trattata con la
sola idratazione (34) Positiva debole
83 Sindrome da iperviscositagrave
Dal 2 al 6 dei pazienti con MM sviluppano la sindrome da iperviscositagrave caratterizzata da cefalea
vertigini atassia rallentamento dellrsquoeloquio stato confusionale sino al coma epistassi gengivorragia
diplopia trombosi o emorragie retiniche e papilledema Lrsquoiperviscositagrave ematica egrave di solito sintomatica per
livelli sierici di immunoglobuline superiori a 4 gdl in caso di CM IgG e di 6 gdl in caso di CM IgA (37) I
pazienti sintomatici vanno tempestivamente sottoposti a plasmaferesi attivando contestualmente la terapia
anti-MM nel piugrave breve tempo possibile (3738) (Livello di Evidenza 4)
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
D La sindrome da iperviscositagrave deve essere trattata con
plasmaferesi e tempestivo inizio della terapia anti-MM (37-
38) Positiva forte
84 Infezioni ricorrenti
Il MM egrave associato ad aumentato rischio di infezioni a causa dellrsquoipogammaglobulinemia dovuta alla
inibizione da parte del clone mielomatoso della sintesi di immunoglobuline policlonali normali al deficit
della funzione macrofagica e granulocitaria oltre che agli effetti tossici della terapia citostatica eo con
farmaci biologici e soprattutto agli effetti della terapia corticosteroidea Nei pazienti anziani con infezioni
recidivanti specie se pluritrattati e con performance status scadente egrave utile la riduzione posologica dei
corticosteroidi nei protocolli anti-MM Infatti lrsquoassociazione della lenalidomide ad alte dosi di
corticosteroidi egrave stata associata ad una maggiore mortalitagrave per tossicitagrave rispetto allrsquoassociazione di
lenalidomide e basse dosi di steroidi (39) Inoltre in uno studio che comparava in pazienti con MM di nuova
diagnosi i regimi talidomidedesametasone e melphalanprednisone la mortalitagrave non correlata al MM era
superiore quando venivano impiegate alte dosi di steroidi (40)( (Livello di evidenza 1+) Lrsquoimpiego di
fattori di crescita granulocitari (G-CSF) non egrave consigliabile nelle condizioni neutropeniche (41) (Livello di
LINEE GUIDA MIELOMA
45
evidenza 3) Nel MM non egrave indicato il trattamento antibiotico profilattico come dimostrato da uno studio
randomizzato che comparava lrsquoosservazione al trattamento con ciprofloxacina o trimethoprim-
sulfametoxazolo nei pazienti con MM di nuova diagnosi candidati a chemioterapia di induzione Lrsquoincidenza
di infezioni batteriche severe infatti non differiva fra i vari gruppi durante i primi due mesi di trattamento
Tuttavia nonostante lrsquoelevata qualitagrave metodologica dello studio lrsquoapplicabilitagrave di questi risultati alla
popolazione generale dei pazienti con MM egrave limitata (42) (Livello di evidenza 1+) mentre lrsquoinfusione
periodica di immunoglobuline puograve essere utilizzata nei pazienti con ipogammaglobulinemia (definita come
IgG lt 500 mgdL) e malattia in fase di remissione clinica per la profilassi di infezioni batteriche
Uno studio randomizzato ha infatti valutato il ruolo profilattico dellrsquoinfusione mensile di immunoglobuline
riportando una consistente riduzione delle infezioni rispetto al gruppo placebo (43) (Livello di evidenza
1+) Lrsquoefficacia della vaccinazione antinfluenzale nei pazienti con MM non egrave stata valutata in studi clinici
Dal momento che il bortezomib determina un aumentato rischio di infezioni da Herpes Zoster i pazienti
possono essere sottoposti a profilassi con aciclovir (4445) sorvegliando su potenziali tossicitagrave renale o
neurologica Infatti unrsquoanalisi retrospettiva ha mostrato un aumentato rischio di nefro e neurotossicitagrave nei
pazienti sottoposti a profilassi con acyclovir (46) (Livello di evidenza 1+)
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
B
Lrsquoimpiego di regimi terapeutici a ridotti dosaggi di
corticosteroidi (desametasone le 160 mgmese) egrave consigliabile
nei pazienti anziani pluritrattati con basso PS e infezioni
ricorrenti (39-40)
Positiva debole
B Non dovrebbe essere indicato lrsquouso di antibiotici a largo
spettro nei pazienti a rischio di infezioni (42) Negativa debole
B Lrsquoinfusione periodica di immunoglobuline egrave raccomandata
nella prevenzione delle infezioni batteriche nei pazienti
ipogammaglobulinemici in remissione clinica (43) Positiva debole
85 Insufficienza renale
Un grado variabile di alterata funzionalitagrave renale egrave presente alla diagnosi nel 20 dei pazienti con MM (1) e
si correla a sovraccarico tubulare per il riassorbimento della CM con deposito delle catene leggere ma anche
ad alterazioni metaboliche correlate allrsquoipercalcemia e allrsquoiperuricemia noncheacute alla nefrotossicitagrave da farmaci
tra cui i BSF e a condizioni correlate quali amiloidosi (47) Il rischio di myeloma kidney non egrave tuttavia
correlato alla concentrazione della CM bensigrave allrsquoentitagrave dellrsquoescrezione urinaria di catene leggere che deve
essere quindi attentamente monitorata (48) La terapia dellrsquoinsufficienza renale prevede adeguata idratazione
per normalizzare i livelli sierici di calcemia e uricemia noncheacute lrsquoastensione dallrsquouso di comuni farmaci
potenzialmente nefrotossici come i FANS gli antibiotici amino glicosidici ovvero mezzi di contrasto iodati
(Livello di evidenza 4) In concomitanza di progressivo deterioramento della funzione renale i BSF vanno
sospesi fino a riduzione della creatininemia entro il 10 dei valori di partenza mentre nellrsquoinsufficienza
renale acuta deve essere praticata adeguata idratazione associata a terapia diuretica In questi casi il
tempestivo inizio della terapia anti-MM egrave fortemente raccomandato (49) Su indicazione del nefrologo il
plasma exchange per una rapida riduzione dei livelli sierici di catene libere puograve risultare utile bencheacute
lrsquoeffetto benefico non sia adeguatamente documentato (50) (Livello di evidenza 3)
LINEE GUIDA MIELOMA
46
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
D
Unrsquoadeguata idratazione il contenimento dei livelli di
calcemia e uricemia entro i limiti normali e la limitazione
dellrsquouso di farmaci nefrotossici (FANS aminoglicosidi
mezzi di contrasto iodati) sono raccomandabili per la
prevenzione dellrsquoinsufficienza renale
Positiva debole
D
Egrave consigliabile una valutazione nefrologica in caso di
comparsa di insufficienza renale acuta che va trattata con
idratazione terapia diuretica e alte dosi di corticosteroidi
mentre il plasma exchange puograve risultare utile
Positiva debole
86 Anemia
Lrsquoanemia normocromica-normocitica associata al MM egrave generalmente multifattoriale (flogosi cronica
infiltrazione midollare mielotossicitagrave da farmaci ecc) ed egrave presente in oltre il 70 dei pazienti alla diagnosi
(1) Lrsquoemotrasfusione eo la somministrazione periodica di eritropoietina sono utili per ripristinare i livelli di
emoglobina favorendo un miglioramento della quality of life (QoL) Nella maggior parte degli studi
effettuati il trattamento a lungo termine con eritropoietina migliora significativamente lrsquoeritropoiesi
riducendo la necessitagrave di trasfusione e incrementando mediamente i livelli di emoglobina di almeno 2g
(5152) (Livello di evidenza 1+) Tuttavia lrsquoimpiego di eritropoietina e farmaci anti-MM tra cui talidomide
o lenalidomide puograve accrescere il rischio di eventi trombotici (53)
87 Trombosi
Nel MM il rischio di eventi trombotici egrave aumentato di circa 3 volte rispetto alla popolazione con MGUS e 9
volte rispetto alla popolazione normale (54) La terapia con farmaci biologici e immunomodulanti tra cui
talidomide e lenalidomide incrementa ulteriormente questo rischio specie quando combinata ai citostatici e
ai corticosteroidi (55) Lrsquoaspirina e lrsquoeparina a basso peso molecolare riducono significativamente la
suscettibilitagrave alla trombofilia mentre dati contrastanti vengono registrati con lrsquouso dei dicumarolici
finalizzati al target terapeutico fra 2 e 3 dei valori di INR In uno studio randomizzato che comparava
melphalanprednisone e melphalanprednisonetalidomide nei pazienti anziani con MM la profilassi con
enoxaparina determinava una riduzione della frequenza di tromboembolismo dal 20 al 3 Simili riduzioni
sono state registrate nei pazienti con MM di nuova diagnosi trattati con lenalidomidedesametasone e
aspirina (56-59) (Livello di evidenza 1+) Poicheacute la maggior parte degli eventi trombotici nei pazienti con
MM si verifica durante i primi sei mesi di trattamento la tromboprofilassi puograve essere interrotta nella malattia
in fase di stabilitagrave o di remissione clinica In caso di eventi trombotici la terapia con eparina a basso peso
molecolare egrave raccomandata anche nel mantenimento mentre egrave consigliabile sospendere temporaneamente
farmaci immunomodulanti (lenalidomide talidomide) Infatti uno studio ha randomizzato 336 pazienti con
tromboembolismi cancro-correlati a eparina per sei mesi o anticoagulanti orali mostrando un dimezzamento
del rischio di nuovi episodi tromboembolici col trattamento eparinico a lungo termine (6061) (Livello di
evidenza 1+) Il trattamento tromboprofilattico nei pazienti sottoposti a terapia con talidomide o
lenalidomide va stabilito in relazione alle indicazioni dellrsquoInternational Myeloma Working Group (61)
(Livello di evidenza 4) (Tabella 2)
LINEE GUIDA MIELOMA
47
Tabella 2 Modello di valutazione del rischio tromboembolico nei pazienti con MM in terapia con
talidomide o lenalidomide (adattato sulla base delle indicazioni dellrsquoInternational Myeloma Working Group (61)
Fattori di rischio legati al paziente Fattori di rischio legati
alla malattia Fattori di rischio legati
alla terapia anti-MM
Storia familiare o personale di TVP MM di nuova diagnosi Doxorubicina
Obesitagrave (BMIgt30) Iperviscositagrave ematica Alte dosi di steroidi
Comorbiditagrave (diabete insufficienza renale malattie
cardiache malattie infiammatorie croniche) Polichemioterapia
Immobilitagrave
Trombofilia emoglobinopatie sindromi
mieloproliferative
Intervento chirurgico recente
(lt 6 settimane)
Assunzione di farmaci protrombotici
(eritropoietina terapia ormonale sostitutiva
tamoxifene)
0-1 fattori di rischio aspirina 2 o piugrave fattori di rischio eparina a basso peso molecolare o warfarin (INR target 2-3) Almeno 1fattore di rischio legato alla terapia per MM eparina a basso peso molecolare o warfarin (INR target 2-3)
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
D
La stratificazione del rischio protrombotico secondo il modello
proposto dallrsquoInternational Myeloma Working Group consente di
individualizzare il trattamento tromboprofilattico dei pazienti che
assumono lenalidomide o talidomide in rapporto a fattori legati
alla malattia al paziente ed alla terapia anti-MM (60)
Positiva forte
A I pazienti che assumono lenalidomide o talidomide in
monoterapia possono effettuare tromboprofilassi con sola
aspirina (61) Positiva debole
B I pazienti che assumono lenalidomide o talidomide associate a
corticosteroidi o farmaci citostatici devono effettuare
tromboprofilassi con eparina a basso peso molecolare (61) Positiva debole
La durata ottimale della tromboprofilassi non egrave definita con
certezza Almeno 6 mesi di terapia antiaggregante o
anticoagulante dovrebbero essere garantiti ai pazienti con MM di
nuova diagnosi
Positiva debole
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28 Wu JS Wong R Johnston M Bezjak A amp Whelan T (2003) Meta-analysis of dose-
fractionation radiotherapy trials for the palliation of painful bone metastases International Journal of
Radiation Oncology Biology Physics 55 594ndash605
29 Rades D Hoskin PJ Stalpers LJ Schulte R et al Short-course radiotherapy is not optimal for spinal
cord compression due to myeloma Int J Radiat Oncol Biol Phys 2006641452-57
30 Yeh HS Berenson JR Treatment for myeloma bone disease Clin Cancer Res 2006126279s-84s
31 Berenson J Pflugmacher R Jarzem P Zonder J et al Balloon kyphoplasty versus non-surgical
fracture management for treatment of painful vertebral body compression fractures in patients with
cancer a multicentre randomised controlled trial Lancet Oncol 201112225-235
32 Mendoza TR Koyyalagunta D Burton AW Thomas SK et al Changes in pain and other symptoms
in patients with painful multiple myeloma-related vertebral fracture treated with kyphoplasty or
vertebroplasty J Pain 2012 13564-70
33 Sourbier C Massfelder T Parathyroid hormone-related protein in human renal cell carcinoma Cancer
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34 Davidson TG Conventional treatment of hypercalcemia of malignancy Am J Health Syst Pharm
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35 Major P Lortholary A Hon J Abdi E et al Zoledronic acid is superior to pamidronate in the
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trials J Clin Oncol 200119558-567
36 Pecherstorfer M Steinhauer EU Rizzoli R et al Efficacy and safety of ibandronate in the treatment of
hypercalcemia of malignancy a randomized multicentric comparison to pamidronate Support Care
Cancer 200311539-547
37 Mehta J Singhal S Hyperviscosity syndrome in plasma cell dyscrasias Seminars in Thrombosis and
hemostasis 200329467-471
38 Lindsley H Teller D Noonan B et al Hyperviscosity syndrome in multiple myeloma A reversible
concentration-dependent aggregation of the myeloma protein Am J Med 197354682-688
39 Rajkumar SV Jacobus S Callander NS Fonseca R Vesole DH Williams ME Abonour R Siegel DS
Katz M Greipp PR Lenalidomide plus high-dose dexamethasone versus lenalidomide plus low-dose
dexamethasone as initial therapy for newly diagnosed multiple myeloma an open-label randomized
controlled trial The Lancet Oncology 2009 11 29ndash37
40 Ludwig H Hajek R Toacutethovaacute E Drach J Adam Z Labar B Egyed M Spicka I Gisslinger H Greil R
Kuhn I Zojer N Hinke A Thalidomide-dexamethasone compared with melphalan-prednisolone in
elderly patients with multiple myeloma Blood 2009 1133435ndash3442
41 Mateos MV Garcia-Sanz R Colado E Olazabal J San-Miguel J Should prophylactic granulocyte-
colony stimulating factor be used in multiple myeloma patients developing neutropenia under
lenalidomide-based therapy British Journal of Haematology 2008140 324ndash326
42 Vesole DH Oken MM Heckler C Greipp PR Katz MS Jacobus S Morrow GR University of
Rochester Cancer Center and the Eastern Cooperative Oncology Group Oral antibiotic prophylaxis of
early infection in multiple myeloma a URCCECOG randomized phase III study Leukemia 2012
26(12)2517-20
43 Chapel HM Lee M Hargreaves R Pamphilon DH Prentice AG Randomised trial of intravenous
immunoglobulin as prophylaxis against infection in plateau-phase multiple myeloma The UK Group
for Immunoglobulin Replacement Therapy in Multiple Myeloma Lancet 1994 3431059ndash1063
LINEE GUIDA MIELOMA
50
44 Chanan-Khan A Sonneveld P Schuster M et al Analysis of herpes zoster events among bortezomib-
treated patients in the phase III APEX study J Clin Oncol 2008264784-4790
45 Vickrey E Allen S Mehta J Singhal S Acyclovir to prevent reactivation of varicella zoster virus
(herpes zoster) in multiple myeloma patients receiving bortezomib therapy Cancer 2009115229-232
46 Dasanu CA Alexandrescu DT Prophylactic antivirals may be helpful in prevention of varicella-zoster
virus reactivation in myeloma but are they safe J Oncol Pharm Pract 201016266-8
47 Hutchinson CA Batuman V Behrens J Bridoux F et al The pathogenesis and diagnosis of acute
kidney injury in multiple myeloma Nat Rev Nephrol 2011843-51
48 Drayson M Begum G Basu S Makkuni S et al Effects of paraprotein heavy and light chain types
and free light chain load on survival in myeloma an analysis of patients receiving conventional-dose
chemotherapy in Medical Research Council UK multiple myeloma trials Blood 20061082013-2019
49 Alexanian R Dimopoulos MA Delasalle K Barlogie B Primary dexamethasone treatment of multiple
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50 Burnette BL Leung N Rajkumar SV Renal improvement in myeloma with bortezomib plus plasma
exchange NEJM 20113642365-2366
51 Locatelli F Aljama P Barany P Canaud B Carrera F Eckardt KU Horl WH Macdougal IC
Macleod A Wiecek A Cameron S Revised European best practice guidelines for the management of
anaemia in patients with chronic renal failure Nephrology Dialysis Transplantation 2004 19(Suppl
2) ii1ndashii47
52 Dammacco F Luccarelli G Prete M Silvestris F The role of recombinant human erythropoietin alpha
in the treatment of chronic anemia in multiple myeloma Rev Clin Exp Hematol 2002S132-38
53 Menon SP Rajkumar SV Lacy M Falco P Palumbo A Thromboembolic events with lenalidomide-
based therapy for multiple myeloma Cancer 2008 1121522ndash1528
54 Kristinsson SY Fears TR Gridley G Turesson I Mellqvist UH Bjoumlrkholm M Landgren O Deep
vein thrombosis after monoclonal gammopathy of undetermined significance and multiple myeloma
Blood 20081123582ndash3586
55 Zamagni E Brioli A Tacchetti P Zannetti B Pantani L Cavo M Multiple myeloma venous
thromboembolism and treatment-related risk of thrombosis Semin Thromb Hemost 201137209-219
56 Zonder JA Barlogie B Durie BG McCoy J Crowley J Hussein MA Thrombotic complications in
patients with newly diagnosed multiple myeloma treated with lenalidomide and dexamethasone
benefit of aspirin prophylaxis Blood 2006108403ndash404
57 Baz R Li L Kottke-Marchant K Srkalovic G McGowan B Yiannaki E Karam MA Faiman B
Jawde RA Andresen S Zeldis J Hussein MA The role of aspirin in the prevention of thrombotic
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58 Palumbo A Bringhen S Caravita T Merla E Capparella V Callea V Cangialosi C Grasso M
Rossini F Galli M Catalano L Zamagni E Petrucci MT De Stefano V Ceccarelli M Ambrosini MT
Avonto I Falco P Ciccone G Liberati AM Musto P Boccadoro M Oral melphalan and prednisone
chemotherapy plus thalidomide compared with melphalan and prednisone alone in elderly patients
with multiple myeloma randomised controlled trial Lancet 2006367825ndash831
59 Wang M Weber DM Delasalle K Alexanian R Thalidomide-dexamethasone as primary therapy for
advanced multiple myeloma American Journal of Hematology 2005 79194-197
60 Lee AY Levine MN Baker RI Bowden C Kakkar AK Prins M Rickles FR Julian JA Haley S
Kovacs MJ Gent M Low-molecular-weight heparin versus a coumarin for the prevention of recurrent
venous thromboembolism in patients with cancer New England Journal of Medicine 2003349146ndash
153
61 Palumbo A Rajkumar SV Dimopoulos MA Richardson PG San Miguel J Barlogie B Harousseau J
Zonder JA Cavo M Zangari M Attal M Belch A Knop S Joshua D Sezer O Ludwig H Vesole D
Bladeacute J Kyle R Westin J Weber D Bringhen S Niesvizky R Waage A von Lilienfeld-Toal M
Lonial S Morgan GJ Orlowski RZ Shimizu K Anderson KC Boccadoro M Durie BG Sonneveld P
Hussein MA Prevention of thalidomide- and lenalidomide-associated thrombosis in myeloma
Leukemia 2008 22414ndash423
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51
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LINEE GUIDA MIELOMA
60
10 Raccomandazioni prodotte con metodologia GRADE
QUESITO Nei pazienti affetti da mieloma multiplo alla diagnosi di etagrave gt65 anni e non candidabili a
terapia ad alte dosi egrave raccomandabile lrsquoutilizzo della terapia di associazione VMP (Bortezomib melphalan
e prednisone) rispetto a MPT (Talidomide melphalan e prednisone) RACCOMANDAZIONE Nei pazienti affetti da mieloma multiplo di etagrave gt65 anni e non candidabili a terapia ad alte dosi puograve essere
utilizzata lrsquoassociazione VMP (Bortezomib melphalan e prednisone)
Forza della raccomandazione POSITIVA DEBOLE
MotivazioniCommenti al bilancio BeneficioDanno Il confronto indiretto tra MPT e MPV non mostra differenze per PFS OS e morti correlate al trattamento
Lrsquoutilizzo di MPV si correla con un vantaggio in termini di ottenimento di remissione completa (41 in piugrave
ogni 1000 pazienti trattati) e mostra un trend di minor incidenza di eventi trombotici Lrsquooutcome QOL
definito dal panel critico per la decisione clinica non egrave riportato nella meta-analisi
Votazione forza raccomandazione Votazione bilancio BeneficioDanno Positiva
forte Positiva
debole Negativa
debole Negativa
forte Favorevole Incerto Sfavorevole
9 9
Implicazioni per le ricerche future Ad oggi non esistono studi controllati che oltre a fornirci un confronto piugrave attendibile fra i due schemi sia
in termini di efficacia che di tossicitagrave possano darci informazioni utili anche sulla loro reale fattibilitagrave e
sullrsquooutcome a lungo termine Pertanto sarebbe utile un confronto randomizzato tra MPT e VMP che ci
permetta di evidenziare il gruppo di pazienti che beneficerebbe maggiormente di un trattamento rispetto
allrsquoaltro valutandone inoltre lrsquoimpatto sulla QoL ed il reale rapporto costi benefici
Qualitagrave delle Evidenze La qualitagrave delle evidenze egrave stata giudicata MOLTO BASSA per le seguenti motivazioni non sono
disponibili confronti diretti tra i due trattamenti ovvero i risultati provengono solo da confronti indiretti
Per quanto riguarda gli outcome sopravvivenza globale e incidenza di trombosi venose profonde gli studi
inclusi nella meta-analisi sono eterogenei (I2 72 e 61 rispettivamente) Le evidenze esistenti in merito
alla PFS sono insufficienti per il limitato potere dellrsquoanalisi infatti lrsquoevidenza in favore di MPV deriva da
un unico studio randomizzato
Qualitagrave globale delle evidenze MOLTO BASSA
Questa raccomandazione egrave stata prodotta con metodo GRADE
In appendice online quesito clinico allrsquoorigine della raccomandazione votazione della criticitagrave degli
outcome tabella GRADE completa e caratteristiche del panel
Allegato Tabelle GRADE evidence profile
LINEE GUIDA MIELOMA
62
Author(s) MC Date 2012-06-27 Question Should the association of Bortezomib Melphalan and Prednisone vs the association of Thalidomide Melphalan and Prednisone be used for multiple myeloma in patients aged 65 or older Settings Bibliography Kumar Am J Hematol 8618ndash24 2011
Quality assessment No of patients Effect
Quality Importance
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Design Risk of bias
Inconsistency Indirectness Imprecision Other considerations
The association of Bortezomib Melphalan and Prednisone
The association of Thalidomide Melphalan and Prednisone
Relative (95 CI)
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VERY LOW
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Quality of life (assessed with not reported)
CRITICAL
Haematological toxicity (assessed with not reported)
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5 randomised trials
no serious risk of bias
no serious inconsistency
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RR 038 (009 to 161)
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LOW
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Deep venous thrombosis
6 randomised trials
no serious risk of bias
serious5 serious
1 serious
2 none
601084 (55)
351148 (3)
RR 027 (006 to 123)
3
22 fewer per 1000 (from 29 fewer to 7 more)
VERY LOW
IMPORTANT
1 Results from indirect comparison
2 The existing body of evidence is relatively insufficient due to limitation of the power of the analysis The supporting evidence is derived from one trial only as in case of MBT comparator
3 the estimate of the adjusted indirect comparison of intervention MPT versus MPB (MPBTad_indirect) (such as log HR or log RR etc) is estimated by MPBTad_indirect =MPTMA -MPBMA
4 Heterogeneity was found I-squared=72
5 Heterogeneity was found I-squared=61
LINEE GUIDA MIELOMA
2
Coordinatore Armando Santoro
Segretario Scientifico Andrea Nozza
Estensori Riviste da SIE Sara Bringhen Francesca Patriarca Maria Teresa Petrucci Graziella Pinotti Franco Silvestris Lucilla Tedeschi Elena Zamagni
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3
Indice
1 Epidemiologia 6
2 Inquadramento diagnostico 6
21 MGUS 8
22 Plasmocitoma solitario 8
23 MM asintomatico 9
24 MM sintomatico 10
3 Mieloma multiplo sintomatico trattamento 13
4 Criteri di risposta alla terapia 14
5 Terapia di prima linea in pazienti con etagrave gt 65 anni non candidabili a terapie intensificate 15
51 Terapie con Talidomide eo Bortezomib in associazione trials di Fase III 15
52 Terapie con Lenalidomide in associazione trials di Fase III 16
53 Terapia con Bendamustina in associazione ai nuovi farmaci 17
54 Trapianto autologo a ridotta intensitarsquo di condizionamento 17 6 Terapia di prima linea nei pazienti lt 65 anni candidabili a trapianto autologo di cellule staminali 22
61 Terapia di induzione pre-trapianto 23
62 Terapia di consolidamento e mantenimento post trapianto 26
63 Terapia ad alte dosi con supporto di progenitori emopoietici autologhi 27
64 Trapianto allogenico 29 7 Mieloma Multiplo recidivato o refrattario 36
71 Definizione di malattia recidivarefrattaria 36
72 Trattamento 36 8 Terapie di supporto e management delle tossicitarsquo correlate alla terapia 41
81 Malattia ossea 41 811 Terapia medica 41
812 Radioterapia 42
813 Chirurgia 43
82 Ipercalcemia 43
83 Sindrome da iperviscositagrave 44
84 Infezioni ricorrenti 44
85 Insufficienza renale 45
86 Anemia 46
87 Trombosi 46 9 FIGURE 51
10 Raccomandazioni prodotte con metodologia GRADE 60
Allegato Tabelle GRADE evidence profile
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4
Come leggere le raccomandazioni
Le raccomandazioni vengono presentate in tabelle
La riga drsquointestazione egrave verde se sono state prodotte con metodologia SIGN oppure arancione se sono
state prodotte con il metodo GRADE (se presenti)
Qualitagrave dellrsquoevidenza
SIGN (1) Raccomandazione clinica (2)
Forza della
raccomandazione
clinica (3)
B
Nel paziente oncologico in fase avanzata di malattia
con dolore di diversa etiologia la somministrazione di
FANS e paracetamolo dovrebbe essere effettuata per
periodi limitati e con attenzione ai possibili effetti
collaterali
Positiva debole
(1) Qualitagrave dellrsquoevidenza SIGN PRECEDE LA RACCOMANDAZIONE
Nellrsquoapproccio SIGN la qualitagrave dellrsquoevidenza viene indicata con lettere (ABCD) che sintetizzano i livelli
di evidenza dei singoli studi Ogni lettera indica la ldquofiduciardquo nellrsquointero corpo delle evidenze valutate
che sostengono la raccomandazione NON riflettono sempre lrsquoimportanza clinica della raccomandazione e
NON sono sinonimo della forza della raccomandazione clinica
Qualitagrave dellrsquoevidenza SIGN
A
Almeno una meta-analisi o revisione sistematica o RCT valutato 1++ e direttamente
applicabile alla popolazione target oppure Il corpo delle evidenze disponibili consiste principalmente in studi valutati 1+ direttamente
applicabili alla popolazione target e con risultati coerenti per direzione e dimensione
dellrsquoeffetto
B
Il corpo delle evidenze include studi valutati 2++ con risultati applicabili direttamente alla
popolazione target e con risultati coerenti per direzione e dimensione dellrsquoeffetto
Evidenze estrapolate da studi valutati 1++ o 1+
C
Il corpo delle evidenze include studi valutati 2+ con risultati applicabili direttamente alla
popolazione target e con risultati coerenti per direzione e dimensione dellrsquoeffetto
Evidenze estrapolate da studi valutati 2++
D
Evidenze di livello 3 o 4
Evidenze estrapolate da studi valutati 2+
(2) LA RACCOMANDAZIONE CLINICA
Quando possibile riprende il PICO del quesito (popolazione intervento confronto outcome) in alcuni casi
puograve contenere delle specifiche per i sottogruppi indicate con il simbolo radic La raccomandazione clinica
deve esprimere lrsquoimportanza clinica di un interventoprocedura
LINEE GUIDA MIELOMA
5
(3) LA FORZA DELLA RACCOMANDAZIONE
Viene graduata in base allrsquoimportanza clinica su 4 livelli
Forza della
raccomandazione
clinica Terminologia Significato
Positiva Forte Tutti i pazienti devono
ricevere lrsquointerventoprocedura
in oggetto
Alla maggioranza dei pz con le caratteristiche
definite nella raccomandazione deve essere offerto
lrsquointervento a meno che vi siano controindicazioni
specifiche
Positiva Debole I pazienti dovrebbero ricevere
lrsquointerventoprocedura in
oggetto
Trend positivo del risultato ma con possibilitagrave di
incertezza nel bilancio tra beneficio e danno
Implica una discussione approfondita con il pz In
modo che egli possa scegliere se sottoporsi o meno
allrsquointerventoprocedura tenendo conto dei propri
valoripreferenze
Negativa Debole I pazienti non dovrebbero
ricevere lrsquointerventoprocedura
in oggetto
Trend negativo del risultato ma con possibilitagrave di
incertezza nel bilancio tra beneficio e danno
Negativa Forte Tutti i pazienti non devono
ricevere lrsquointerventoprocedura
in oggetto
Alla maggioranza dei pz con le caratteristiche
definite nella raccomandazione NON deve essere
offerto lrsquointervento
Note
La descrizione complete delle metodologie applicate alle LG AIOM egrave reperibile sul sito wwwaiomit
SIGN= Scottish Intercollagiate Guidelines Network
GRADE= Grading of Recommendations Assessment Development and Evaluation
LIVELLI DI EVIDENZA dei singoli studiopinioni
La qualitagrave delle evidenze tiene conto sia del disegno di studio sia di come lo studio egrave stato condotto viene
riportata nel testo a lato della descrizione degli studi ritenuti rilevanti a sostegno o contro uno specifico
intervento Sono presenti solo per le evidenze che sostengono la raccomandazione clinica contribuiscono a
generare il grado di raccomandazione SIGN
1 Revisioni sistematiche e meta analisi di RCT o singoli RCT
1 ++ Rischio di bias molto basso 1 + Rischio di bias basso 1 - Rischio di Bias elevato -gt i risultati dello studio non sono affidabili
2 Revisioni sistematiche e meta-analisi di studi casocontrollo o di coorte o singoli studi
casocontrollo o di coorte
2 ++ Rischio di bias molto basso probabilitagrave molto bassa di fattori confondenti elevata probabilitagrave
di relazione causale tra intervento e effetto
2 + Rischio di bias basso bassa probabilitagrave presenza fattori di confondimento moderata probabilitagrave
di relazione causale tra intervento e effetto
2 - Rischio di Bias elevato -gt i risultati dello studio non sono affidabili esiste un elevato rischio che
la relazione interventoeffetto non sia causale
3 Disegni di studio non analitici come report di casi e serie di casi
4 Expert opinion
Le informazioni complete relative al processo GRADE sono riportate nel capitolo successivo a quello delle
FIGURE
LINEE GUIDA MIELOMA
6
1 Epidemiologia
Il Mieloma Multiplo (MM) egrave una neoplasia dovuta alla proliferazione incontrollata di un clone di
plasmacellule Le plasmacellule si accumulano nel midollo osseo e producono elevate quantitagrave
drsquoimmunoglobuline tutte dello stesso tipo (componente monoclonale CM) Le cause del MM non sono note
e la sua patogenesi egrave ancora in via di definizione Fra le possibili cause vi sono fattori ambientali quali
esposizioni a pesticidi o altre sostanze chimiche radiazioni agenti infettivi Esistono sporadiche segnalazioni
di MM familiare
In Italia il MM rappresenta 12 di tutti i tumori diagnosticati tra gli uomini e 13 tra le donne con
unrsquoincidenza media ogni anno di 95 casi ogni 100000 uomini e 81 ogni 100000 donne Le stime indicano
un totale di 2315 nuovi casi diagnosticati ogni anno fra i maschi e di 2098 fra le femmine Il MM egrave una
patologia dellrsquoetagrave avanzata (figura A) infatti lrsquoetagrave mediana alla diagnosi egrave di sessantotto anni circa il 2 dei
pazienti allrsquoesordio ha meno di quaranta anni mentre il 38 dei pazienti ha unetagrave superiore a settanta anni
La maggior parte dei casi esordisce come MM de novo anche se sembra possibile virtualmente postulare in
tutti i pazienti una precedente fase di gammopatia monoclonale drsquoincerto significato (MGUS) (1) I tassi
dincidenza per MM sono abbastanza omogenei sia come distribuzione regionale sia come andamento nel
tempo Lrsquoincidenza del MM egrave nel complesso stabile mentre la mortalitagrave egrave in lieve calo (figura B)
Figura A Figura B
Secondo i dati epidemiologici riportati recentemente dallrsquoAIRTUM la sopravvivenza globale a un anno egrave del
76 mentre a cinque anni egrave solo del 42 Non si registrano differenze sulla base del sesso o della
distribuzione geografica (2)
2 Inquadramento diagnostico
Al riscontro di una CM serica egrave indicato sottoporre il paziente a esami di screening di I livello e a
unrsquoaccurata anamnesi e valutazione clinica
Bisogna considerare infatti che oltre che nel MM il riscontro di una CM puograve associarsi a varie patologie e
situazioni cliniche quali
Altri tumori di origine linfoide (leucemia linfatica cronica i linfomi a basso grado) e mieloide (leucemia
mieloide cronica mielodisplasia)
Tumori solidi (carcinoma del colon e della mammella)
Malattie non neoplastiche (cirrosi epatica sarcoidosi morbo di Gaucher pioderma gangrenoso)
Malattie autoimmuni (artrite reumatoide myastenia gravis malattia da crioagglutinine)
Malattie infettive (tubercolosi infezioni virali parassitosi)
Altre discrasie plasmacellulari (MGUS morbo di Waldenstrom amiloidosi POEMS Syndrome)
Gli esami di I livello comprendono esecuzione di emometria e biochimica (tabella 1)
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7
Tabella 1 Esami di screening di I livello
Indagine Scopo
Emocromo Valutazione di eventuali citopenie
Immunofissazione Siero ndash Immunofissazione urine
Conferma e Tipizzazione della CM serica e urinaria
Elettroforesi sieroproteine Quantificazione della CM sierica
Proteinuria totale esame urine Valutazione della funzionalitagrave renale Distinzione fra danno glomerularetubulare
IgG IgA IgM
Valutazione delleventuale soppressione delle Immunoglobuline seriche
normali
Calcemia Valutazione del danno osseo
Creatinina Azotemia
Valutazione della funzionalitagrave renale (primo livello)
GOT GPT γ-GT fosfatasi
alcalina bilirubina Valutazione della funzionalitagrave epatica
VES PCR Ferritina Valutazione dello stato infiammatorio
Visita medica Ricerca di linfoadenomegalie epatosplenomegalia segni di amiloidosi
(macroglossia porpora periorbitaria edemi declivi) neuropatia
periferica
Anamnesi Dolore osseo sintomi sistemici stile di vita diatesi infettiva anamnesi
di fratture ipotensione ortostatica impotenza perdita di peso
inspiegabile astenia alterazioni dellrsquoalvo sindrome da ipeviscositagrave
Nel caso di una CM di tipo IgM che maggiormente si correla a patologie linfoproliferative quali Linfomi a
basso grado LLC e malattia di Waldestrom bisogneragrave integrare lrsquoinquadramento con successivi esami
ematici (tra cui test per autoimmunitagrave) e radiologici
Qualora la CM fosse tipizzata come IgG IgA o di sole catene leggere (k o ) il paziente dovragrave eseguire
esami screening di II livello (tabella 2) che basandosi sui criteri delle linee guida dellrsquoInternational Myeloma
Working Group (IMWG) (tabella 3 e tabella 4) permettono una diagnosi differenziale tra diverse situazioni
cliniche MGUS Plasmocitoma solitario MM asintomatico e MM sintomatico (4)
Tabella 2 Esami di screening di II livello
Dosaggio Catene leggere libere k e Valutazione della malattia
Quantificazione della proteinuria di Bence
jones Valutazione malattia e quantificazione danno tubulare
RX scheletro Valutazione della presenza della sede e dellestensione del
danno osseo
Mieloaspirato Biopsia osteomidollare
Valutazione dellinfiltrato plasmacellulare midollare
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8
21 MGUS
La diagnosi di MGUS egrave spesso occasionale per il riscontro di una CM serica solitamente di modesta entitagrave
in occasione di esami ematici di controllo in assenza di segni e sintomi sistemici In questi soggetti vanno
eseguite indagini diagnostiche atte a escludere altre situazioni cliniche correlate a CM confermando pertanto
la diagnosi di MGUS La MGUS non richiede alcun trattamento ma unicamente di controlli atti a valutarne
evoluzione nel tempo con un programma di follow-up periodico la cui frequenza varia tra i 6 e i 12 mesi in
base allentitagrave della CM e allalterazione di alcuni fattori prognostici (4) (Livello di evidenza 4) Evidenze
recenti in letteratura dimostrano come sia possibile stratificare le MGUS utilizzando tre semplici parametri il
tipo di CM (IgA o IgM) lrsquoentitagrave della stessa CM (15 gdl) alterazione del rapporto delle catene leggere KL
libere nel siero (FLC ratio) (5) (Livello di Evidenza 3)
Basso rischio (Nessun fattore presente)
Rischio intermedio (1-2 fattore)
Alto rischio (3 fattori)
Nei pazienti a basso rischio alla diagnosi tenuto conto della loro scarsa probabilitagrave evolutiva alcuni autori
(6) suggeriscono di non eseguire valutazione midollare e radiologica dello scheletro rimandandola al
momento in cui ci sia un cambiamento rilevante del quadro clinico e di laboratorio o riservandola a casi
selezionati Vedi flow-chart (Livello di evidenza 4)
In pazienti con MGUS infine non va dimenticata una corretta valutazione clinica al fine di evidenziare
patologie sistemiche particolari quali Amilodosi (macroglossia edemi declivi proteinuria) e POEMS
syndrome (neuropatia periferica acrocianosi alterazioni cutanee edemi ed organomegalia)
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
D La MGUS non richiede alcun trattamento tuttavia dovrebbe
essere impostato un follow-up la cui frequenza dipende
diversi fattori prognostici (4-6) Positiva debole
D I pazienti affetti da MGUS a basso rischio non dovrebbero
essere sottoposti a valutazione midollare e radiologica (4-6) Negativa debole
22 Plasmocitoma solitario
Nei pazienti con diagnosi di Plasmocitoma solitario (PS) deve essere inizialmente eseguita una valutazione
completa in grado di discriminare tra malattia localizzata e MM malattia sistemica (RMNTACPET) egrave
frequente infatti il riscontro di PS in corso di MM Il PS viene distinto in osseo ed extraosseo Il PS osseo egrave
per definizione una tumefazione patologica che origina da una lesione ossea in assenza di altre lesioni o
segni attribuibili a MM Il PS extraosseo egrave invece una lesione che si riscontra nel contesto dei tessuti molli
in assenza di altre lesioni attribuibili a MM
Il trattamento del PS prevede intervento chirurgico (ove indicato) e trattamento radioterapico localizzato (RT
IF 45-50Gy) indipendentemente che si tratti di PS osseo od extraosseo (7)
Al termine del programma terapeutico previa rivalutazione di malattia il paziente egrave avviato a un programma
di follow-up periodico La valutazione prevede esecuzione di esami ematochimici completi tra cui
elettroforesi e immunofissazione (per evidenziare eventuale CM serica indice di persistenza di malattia) ed
indagini strumentali tra cui RMNTAC e PET esami indispensabili per confermare la risposta al trattamento
In seguito il paziente eseguiragrave controllo periodico ogni 4-6 mese In caso di ricomparsa di CM sierica saragrave
effettuata rivalutazione di malattia al fine di stabilire recidiva di malattia locale o evoluzione a patologia
sistemica (MM) Vedi flow-chart per plasmocitoma
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9
23 MM asintomatico
La definizione di MM asintomatico descrive un paziente con MM (CM serica gt3 gdl e plasmocitosi gt 10)
in assenza di segni e sintomi attribuibili alla patologia stessa (anemia ipercalcemia insufficienza renale
lesioni ossee) (8) (Livello di evidenza 4) Il MM asintomatico ha spesso una lenta evoluzione e non richiede
trattamento per molti anni Il rischio di evoluzione in MM egrave circa del 10 per anno nei primi 5 anni dalla
diagnosi e stranamente si riduce negli anni successivi (9) (Livello di evidenza 3) In questi pazienti viene
consigliata una sorveglianza clinico-strumentale ogni 3-6 mesi (10) (Livello di evidenza 3) per
evidenziarne precocemente eventuale evoluzione a malattia sintomatica
La valutazione prevede esami ematici complessivi tra cui periodicamente una RMN colonna vertebrale
esame in grado di documentare precocemente un danno osseo e pertanto evidenziare un paziente con elevato
rischio evolutivo Al pari del controllo radiologico standard dello scheletro la valutazione midollare appare
indicata solo in caso di alterazione degli esami ematici o sintomi indicativi di evoluzione (Vedi flow-chart)
Nel MM sintomatico nessuna trattamento chemioterapico preventivo ha consentito di evitare lrsquoevoluzione
verso MM sintomatico Diversi studi infatti hanno valutato il ruolo del trattamento precoce nel paziente
asintomatico senza peraltro evidenziare un beneficio in sopravvivenza (19-21) tranne in un recente studio di
fase III in cui 124 pazienti sono stati randomizzati a ricevere terapia con lenalidomide versus nessun
trattamento (22) Dopo un follow-up mediano di 32 mesi viene riportata una evoluzione a MM sintomatico
in 9 pazienti (15) nel braccio di trattamento contro in 37 pazienti (59) nel braccio di osservazione (p
lt00001) La sopravvivenza globale stimata a 3 anni egrave stata del 93 nel braccio di trattamento e il 76 nel
braccio di controllo (P = 004) Naturalmente saragrave necessario attendere un periodo di osservazione piugrave lungo
per valutare reale beneficio del trattamento a fronte di eventuali tossicitagrave a lungo termine
Concludendo in caso di MM asintomatico attualmente non egrave indicato alcun trattamento chemioterapico negrave
con bisfosfonati se non nel contesto di studi clinici (6) (Livello di evidenza 4)
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
D
I pz affetti da MM asintomatico dovrebbero essere
sottoposti a sorveglianza clinico strumentale ogni 3-6 mesi
(10) Positiva debole
La valutazione midollare egrave indicata solo in caso di
alterazioni di esami ematicistrumentali in senso di sospetta
evoluzione (10) Positiva debole
In caso di MM asintomatico non egrave indicato alcun
trattamento chemioterapico negrave con bisfosfonati se non nel
contesto di studi clinici (6) Solo studi clinici
A
Nei pazienti con MM sintomatico va avviato il prima
possibile il trattamento sistemico (vedi Trattamento) e
avviate le procedure drsquourgenza in caso di situazioni cliniche
particolari (fratture patologiche ipercalcemia e
insufficienza renale acuta vedi Terapia di supporto)
Positiva forte
LINEE GUIDA MIELOMA
10
24 MM sintomatico
Alle caratteristiche cliniche laboratoristiche diagnostiche per MM in questi pazienti si associano uno o piugrave
segni clinici di malattia attiva
Tabella 3 Criteri di diagnosi del mieloma
MGUS Mieloma asintomatico Mieloma sintomatico CM siericalt3 gdl CM sierica gt3 gdl CM sierica o urinaria di
qualunque entitagrave
Infiltrato plasmacellulare
midollare lt10 Infiltrato plasmacellulare
midollare gt10 Infiltrato plasmacellulare
midollare o plasmocitoma
No sintomi drsquoorgano (CRAB) No sintomi drsquoorgano
(criteri CRAB) Presenza sintomi drsquoorgano
(CRAB)
Tabella 4 Criteri di malattia attiva (criteri CRAB)
Criteri Valori di riferimento
Ipercalcemia Calcemia gt 025 mmolL (05 mgdl) rispetto ai valori normali o gt 275 mmolL (gt105 mgdl)
Insufficienza Renale Creatinina gt 2 mgdl
Anemia Emoglobina lt 2 gr rispetto ai valori normali o lt10 gdl
Lesioni Ossee (Bone) Lesioni litiche crolli vertebrali osteoporosi (evidenziati con Rx scheletro standard)
Altri criteri Sindrome da iperviscositagrave Amiloidosi Infezioni ricorrenti (ultimi 2 anni)
Nel paziente con MM sintomatico andranno eseguite indagini di approfondimento (Esami di II livello
tabella 4) che possono aiutare il clinico nel corretto inquadramento diagnostico e prognostico della
patologia
Tabella 5 Esami di II livello
Esami ematochimici Scopo
Dosaggio catene leggere libere κ e λ Valutazione delle frazioni libere delle catene leggere (unico test quantitativo utile in corso di mieloma non secernente)
β2microglobulina Indice di massa tumorale e di funzionalitagrave renale
(in associazione al valore dellrsquoalbumina per la definizione
dellrsquoISS)
LDH Indice di massa tumorale
LINEE GUIDA MIELOMA
11
Esami ematochimici Scopo
Cistatina C Dosaggio Epo
Valutazione della funzionalitagrave renale (secondo livello)
NT-proBNP BNP Troponina-I
Valutazione della funzionalitagrave cardiaca
RMN eo TC Approfondimento diagnostico delle lesioni scheletriche o
identificazione plasmocitomi o localizzazioni extramidollari
PET Individuazione plasmocitomi o localizzazioni extra-midollari
Analisi cromosomica standard e FISH
su plasmacellule midollari selezionate Identificazioni di alterazioni citogenetiche e definizione score
prognostico
Immunofenotipo plasmacellule
midollari Definizione clonalitagrave plasmacellule score prognostico malattia
minima residua
Prelievo grasso periombelicale Identificazione di depositi di sostanza amiloide in casi selezionati
Per la definizione prognostica infine viene eseguita una stadiazione di malattia seguendo i criteri di Durie e
Salmon (11) e dellrsquoInternational Staging System (12) (tabella 6)
Tabella 6 Stadiazione secondo Durie amp Salmon e International Staging System (ISS)
Stadio Durie amp Salmon ISS
I
Tutti i seguenti Hbgt10gdl Calcemia normale o lt12mgdl Assenza di lesioni ossee allrsquoRxstandard o
plasmocitoma solitario CM IgG lt5gdl IgA lt3 gdl BJ lt4 g 24 h
Β2microglobulina le 35 mgl Albumina ge 35 gdl
II Caratteristiche diverse da stadio I e III Β2microglobulina lt 35 mgl e Albumina lt
35 gdl Β2microglobulina 35- 55 mgl
III
Uno o piugrave dei seguenti Hblt 85gdl Calcemia gt12mgdl Multiple Lesioni litiche allrsquoRx standard CM IgG gt7gdl IgA lt5 gdl BJ gt10 g 24 h
Β2microglobulina ge 55 mgL
A creatininalt2mgdl B creatininagt2 mgdl
Altri fattori prognostici identificati come significativamente associati allrsquooutcome sono la qualitagrave della vita
(13) lrsquoetagrave (14) e la presenza di malattia extramidollare
Inoltre la presenza di alterazioni cromosomiche alla citogenetica standard e allrsquoimmunofluorescenza (FISH)
permette di identificare altre classi di rischio (15) infatti nel MM si sono evidenziate anomalie
cromosomiche specifiche sia traslocazioni sia delezioni la delezione del cromsoma 13 viene riportato
correlarsi con una breve durata sia della sopravvivenza libera da malattia che di quella globale (16)
LINEE GUIDA MIELOMA
12
La delezione del cromosoma 17p13 (locus del tumor suppressor gene p53) caratterizza pazienti ad alto
rischio (17) ndash Sono riportate diverse alterazioni cromosomiche che coinvolgono il braccio lungo del
cromosoma 14 (14q32 ove egrave presente il gene per le catena pesanti delle Immunoglobuline) con prognosi
differenti (t(414)(p16q32) ndash t(1416)(q32 q23) ndash t(1114)(q13 q32) Tra queste la traslocazione t(414) egrave
quella che si correla a peggior prognosi anche nel setting dei pazienti trattati con terapia ad alte dosi (18)
(Tabella 7) (Livello di evidenza 3)
Tabella 7 ndash Classi di rischio citogenetico
Altro rischio Rischio standard
Citogenetica Delezione cr 13 Ipodiploidia
Iperdiploidia
FISH Del 17p t(414) t(1416)
t(1114) t(614)
Il sintomo piugrave frequente alla diagnosi rimane in dolore osseo correlato a danno drsquoorgano (lesioni osteolitiche
o a fratturecrolli vertebrali) Nei pazienti con MM sintomatico va avviato il prima possibile il trattamento
sistemico (vedi Trattamento) e avviate le procedure drsquourgenza in caso di situazioni cliniche particolari
(fratture patologiche ipercalcemia e insufficienza renale acuta vedi terapia di supporto)
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17 Xiong W Wu X Starnes S Johnson SK Haessler J Wang S Chen L Barlogie B Shaughnessy JD Jr Zhan
FAn analysis of the clinical and biologic significance of TP53 loss and the identification of potential novel
transcriptional targets of TP53 in multiple myeloma Blood 2008 Nov 15112(10)4235-46
18 Gertz MA Lacy MQ Dispenzieri A Greipp PR Litzow MR Henderson KJ Van Wier SA Ahmann GJ
Fonseca R Clinical implications of t(1114)(q13q32) t(414)(p163q32) and -17p13 in myeloma patients
treated with high-dose therapy Blood 2005 Oct 15106(8)2837-40
19 Hjorth M Hellquist L Holmberg Et al Initial versus deferred melphalan-prednisone therapy for asymptomatic
multiple myeloma stage Indasha randomized study Myeloma Group of Western Sweden Eur J Haematol
19935095ndash102
20 Barlogie B van Rhee F Shaughnessy JD et al Seven-year median time to progression with thalidomide for
smoldering myeloma partial response identifies subset requiring earlier salvage therapy for symptomatic
disease Blood 20081123122ndash5
21 Musto P Petrucci MT Bringhen S et al A multicenter randomized clinical trial comparing zoledronic acid
versus observation in patients with asymptomatic myeloma Cancer 20081131588ndash95
22 Mateos MV1 Hernaacutendez MT Giraldo P Lenalidomide plus dexamethasone for high-risk smoldering multiple
myeloma N Engl J Med 2013 Aug 1369(5)438-47
3 Mieloma multiplo sintomatico trattamento
Il trattamento egrave indicato nel paziente affetto da MM sintomatico cioegrave con presenza di sintomi e segni
correlati alla patologia (CRAB Tabella 3) Lo scopo del trattamento rimane il controllo della patologia il
miglioramento della qualitagrave della vita e della sopravvivenza che si possono ottenere mediante la
combinazione di trattamenti efficaci con unrsquoadeguata terapia di supporto Lrsquointroduzione dei nuovi farmaci
nel prontuario terapeutico per il MM (come Talidomide Lenalidomide e Bortezomib spesso in
combinazione con desametasone) ha comportato un miglioramento della sopravvivenza sia nei pazienti alla
diagnosi sia alla recidiva della malattia (25) I pazienti con MM sintomatico sono avviati a trattamento di
prima linea e in casi selezionati a successiva terapia di consolidamento intensificato con supporto di cellule
staminali autologhe (ASCT) Il principale criterio dlsquoinclusione per lrsquoASCT egrave rappresentato dallrsquoetagrave del
paziente Generalmente i pazienti con etagrave maggiore di 65 anni sono esclusi dalle procedure trapiantologiche
mentre i pazienti piugrave giovani possono essere avviati allrsquoASCT previa valutazione della funzionalitagrave cardiaca
polmonare renale epatica e lrsquoesclusione di eventuali foci infettivi
In questi pazienti farmaci tossici per il compartimento staminale quali gli alchilanti non dovrebbero essere
somministrati per non compromettere la mobilizzazione e la successiva raccolta di cellule staminali
emopoietiche Pertanto di fronte ad una nuova diagnosi di MM sintomatico la prima valutazione deve
considerare la possibilitagrave di avviare il paziente a ASCT tendendo conto delletagrave della patologie associate e
del PS Peraltro va sottolineato come la presenza di insufficienza renale ed etagrave anagrafica avanzata non sono
controindicazioni assolute a trattamenti intensificati
LINEE GUIDA MIELOMA
14
Nei pazienti di etagrave superiore ai 65 anni gli obbiettivi principali del trattamento sono lrsquoottenimento della
risposta completa al fine di prolungare lrsquointervallo libero da malattia (progression free survival PFS) la
spettanza di vita (overal survival OS) e ridurre il piugrave possibile la tossicitagrave per non inficiare eccessivamente
sulla qualitagrave di vita di una categoria di pazienti considerata piugrave fragile
Per conseguire questi obiettivi la terapia deve essere adeguata non solo alle caratteristiche della malattia ma
anche allrsquoetagrave biologica e al performance status del paziente in tale senso in tutta la storia terapeutica del
paziente con MM molto importante rimane la terapia di supporto che prevede gestione e trattamento delle
complicazioni prevenzione ove possibile e controllocontrollo degli eventuali effetti collaterali del
trattamento
4 Criteri di risposta alla terapia
Una corretta valutazione della risposta egrave essenziale nel trattamento del MM Attualmente vengono applicati i
criteri proposti nel 2006 dall International Myeloma Working Group (IMWG) recentemente revisionati (26)
(tabella 4)
Tabella 4
Categoria di risposta Criteri
SRC (risposta completa stringente)
Remissione completa (vedi criteri di definizione) Normale free Light chain ratio Assenza di plasmacellule clonali (immunofluorescenza
immunoistochimica)
RC (Risposta completa)
Immunofissazione sierica ed urinaria negativa per CM Plasmacellule midollari lt 5 Scomparsa di plasmocitomi se presenti alla diagnosi
VGPR (Very good partial remission)
CM sierica eo urinaria evidenziabile con immunofissazione ma non con
elettroforesi oppure riduzione della CM sierica gt 90 o lt 100 mg24 ore
nelle urine
RP (risposta parziale)
Riduzione della CM gt 50 nel siero e ge90 o lt200 mg24 nelle urine
SD (malattia stabile)
Non criteri per le altre categorie di risposta
LINEE GUIDA MIELOMA
15
5 Terapia di prima linea in pazienti con etagrave gt 65 anni non candidabili a terapie intensificate
Per molti decenni la terapia standard dei pazienti con etagrave gt 65 anni egrave stata la combinazione melfalan-
prednisone (MP) Negli ultimi dieci anni allrsquoassociazione MP sono stati aggiunti i farmaci di nuova
generazione quali talidomide bortezomib e lenalidomide
51 Terapie con Talidomide eo Bortezomib in associazione trials di Fase III
Due studi di fase III condotti in pazienti con etagrave maggiore di 65 anni alla diagnosi hanno comparato
Desametasone somministrato come singolo agente con lrsquoassociazione di Desametasone e Talidomide (TD)
Il tasso di risposta egrave stato maggiore nei pazienti trattati con lrsquoassociazione TD ma anche la tossicitagrave extra-
ematologica (soprattutto neuropatia periferica ed eventi trombotici) (12) Uno studio di fase III piugrave recente
ha confrontato le combinazione TD con MP la combinazione TD consente di ottenere un maggior numero di
risposte e in tempi piugrave brevi rispetto a MP ma con maggior tossicitagrave (sopratutto trombosi e neuropatia) e
conseguente maggiore interruzioni del trattamento (3)
Sei studi randomizzati hanno dimostrato la superioritagrave della combinazione melfalan-prednisone-talidomide
(MPT) rispetto MP (4-9) anche in pazienti con etagrave maggiore di 75 anni (3-4) Tutti hanno evidenziato un
vantaggio di risposta e di sopravvivenza libera da progressione (PFS) dellrsquoMPT rispetto a MP anche se solo
due studi hanno dimostrato un vantaggio di sopravvivenza (OS) con la combinazione MPT(4-5)
probabilmente a causa del diverso impatto dei nuovi agenti sulla terapia di salvataggio al momento della
recidiva (8-9) Infine una recente metanalisi che ha combinato i dati di 1682 trattati con MPT o MP ha
dimostrato un effettivo vantaggio sia di PFS che di OS dellrsquoassociazione MPT rispetto a MP (10) (Livello di
evidenza 1++)
In uno studio randomizzato (MRC Myeloma IX trial) la combinazione di ciclofosfamide Talidomide e
desametasone (CTDa) ha mostrato un tasso di risposta maggiore rispetto a MP senza peraltro vantaggio in
sopravvivenza e con maggiore incidenza di effetti collaterali (tromboembolismo costipazione infezione e
neuropatia) (11) Uno studio internazionale multicentrico e randomizzato (VISTA) ha confrontato la terapia
standard MP con lrsquoassociazione bortezomib-melfalan-prednisone (VMP) in pazienti anziani e non
candidabili ad ASCT Lo studio ha dimostrato un aumento statisticamente significativo nel tasso di risposta
(in particolare di remissione completa CR) e un prolungamento di PFS e OS per il gruppo trattato con
bortezomib (12) (Livello di evidenza 1++) Dopo un follow-up di 5 anni la terapia con VMP ha confermato
un significativo prolungamento dellrsquoOS con una riduzione del rischio di morte pari al 31 (13)
Un confront diretto tra Melfalan Prednisone e Bortezomib (VMP) versus Melfalan Prednisone e
Thalidomide (MPT) non egrave mai stato effettuato Ersquo stata effettuata una meta-analisi indiretta per valutare gli
effetti del VMP versus MPT Non sono state riportate differenze per tutti gli outcomes se non un
significativo beneficio per le risposte complete (RR 234 95 CI 112-490) e gli effetti collaterali di grado
3-4 (RR 053 95 CI 038-073) in favore del VMP (14) Non ci sono certezze sulla superioritagrave di un regime
verso lrsquoaltro un confronto diretto in uno studio randomizzato di fase III egrave necessario
Altri due studi di fase III hanno valutato combinazioni alternative al VMP Il gruppo spagnolo ha confrontato
VMP con bortezomib-thalidomide-prednisone (VTP) come terapia drsquoinduzione e mantenimento con
bortezomib-talidomide versus bortezomib-prednisone (15) Non sono state osservate differenze in termini di
efficacia ma VMP ha dimostrato un miglior profilo di tossicitagrave In uno studio italiano lrsquoassociazione di
bortezomib-melfalan-prednisone-talidomide seguita da un mantenimento con bortezomib-talidomide
(VMPT-VT) ha dimostrato risultati migliori rispetto alla combinazione VMP con un miglior tasso di
risposta un PFS e un OS piugrave lunghi Tuttavia nei pazienti con piugrave di 75 anni di etagrave trattati con MVP-VT non
egrave stato osservato un vantaggio in termini di OS per una maggiore tossicitagrave e di un maggiore tasso di
LINEE GUIDA MIELOMA
16
interruzione di trattamento(16) In entrambi gli studi il bortezomib egrave stato somministrato con frequenza
settimanale con riduzione della tossicitagrave extra-ematologica (neuropatia) senza influire sullrsquoefficacia (17)
Uno studio randomizzato multicentrico di fase III (18) ancora in corso in pazienti anziani alla diagnosi
vengono confrontati tre regimi di trattamento VD (bortezomib-desametasone) vs VTD (bortezomib-
talidomide-desametasone) vs VMP I primi risultati non mostrano differenze nei tassi di risposta o nel PFS
con buona tollerabilitagrave del mantenimento con incremento di risposte in tutti e tre gli schemi di trattamento
Qualitagrave globale
delle evidenze
GRADE Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
Molto bassa
Nei pazienti affetti da mieloma multiplo di etagrave gt65 anni e non
candidabili a terapia ad alte dosi puograve essere utilizzata
lrsquoassociazione VMP (Bortezomib melphalan e prednisone)
La valutazione complessiva della qualitagrave delle evidenze ad
oggi disponibili circa ldquolrsquoefficacia dellrsquoassociazione VMPrdquo la
valutazione del rapporto tra i benefici ed i rischi correlati e la
formulazione della raccomandazione relativa al quesito posto
sono state analizzate secondo metodologia GRADE (vedere
capitolo 10)
Positiva debole
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
A
Nei pazienti con etagrave gt 65 anni o piugrave giovani con comorbiditagrave o
scarso performance status non idonei alla terapia ad alte dosi
in Ideg linea devono essere considerati per una terapia
convenzionale a dose piena che prevede alchilanti cortisone e
nuovi farmaci (MPT VMP) (10-13)
Positiva forte
D Nei Pazienti con etagrave gt75 anni o pazienti con sintomi e segni di
vulnerabilitagrave potrebbero essere valutati per terapie meno
intense eo orali secondo lrsquoopinione del panel Positiva debole
52 Terapie con Lenalidomide in associazione trials di Fase III
Uno studio di fase III randomizzato ha confrontato Lenalidomide con alte e basse dosi di desametasone (RD
vs Rd) come terapia drsquoinduzione in 445 pazienti alla diagnosi (19)(Livello di evidenza 1+) registrando un
vantaggio significativo nella sopravvivenza e nella riduzione del numero di reazioni avverse con
associazione Rd soprattutto nei pazienti anziani Questo studio ha alcune limitazioni non era limitato solo a
pazienti non candidabili a trapianto e lrsquoobiettivo primario era la risposta dopo 4 cicli di induzione
In un altro studio di fase III condotto in 459 pazienti non idonei al trapianto lassociazione melfalan-
prednisone-lenalidomide (di durata stabilita pari a 6 cicli) seguito da lenalidomide di mantenimento (MPR-
R) egrave stata comparata con MPR senza mantenimento e con MP soministrato per 6 cicli Dopo un follow-up
di 30 mesi MPR-R ha ridotto significativamente il rischio di progressione e ha allungato il PFS da 14 a 31
mesi inoltre le risposte sono risultate migliori e numericamente maggiori rispetto a MP Lrsquoimpatto della
terapia di mantenimento con lenalidomide sul PFS egrave stato osservato sia in pazienti etagrave inferiore a 75 anni che
in quelli con piugrave di 75 anni di etagrave (20) (Livello di evidenza 1+) Al momento attuale non sono state riportate
differenze in termini di sopravvivenza globale ed egrave in corso un attento monitoraggio relativamente al rischio
di seconde neoplasie
LINEE GUIDA MIELOMA
17
53 Terapia con Bendamustina in associazione ai nuovi farmaci
Attualmente in Italia la Bendamustina egrave utilizzabile in prima linea in pazienti non candidabili al trapianto e
con neuropatia clinica allrsquoesordio che preclude lrsquoutilizzo di Talidomide o Bortezomib
In letteratura la Bendamustina nel MM egrave stata utilizzata prevalentemente in regimi di combinazione in
pazienti recidivati o refrattariIn prima linea il Gruppo tedesco ( 21) ha randomizzato 131 pz confrontando
Bendamustina a Melphalan entrambe associate a prednisone Tale studio ha ottenuto un maggior tasso di
remissioni complete un prolungamento del TTF (time to treatment failure) e una migliore QoL con tossicitagrave
comparabili fatta eccezione per una maggior percentuale di nausea e vomito nel braccio con Bendamustina
(Livello di evidenza 1-) In seconda linea lo stesso gruppo ha poi testato unrsquo associazione con dosi scalari di
Talidomide (BPT) ottenendo una percentuale di risposte globali di oltre lrsquo80 ( 22) Sempre in seconda linea
interessante egrave la combinazione di Bendamustina con Bortezomib e prednisone (BVD) utilizzata da Ludwig e
coll con ORR del 608 e PFS globale di 97 mesi significativamente piugrave alta in pazienti non pre-trattati
con lenalidomide o bortezomid(23) (Livello di evidenza 3) Inoltre un recente studio di Offidani conferma
buoni risultati ottenuti con BVD con ORR gt70 e mediana di TTP e PFS di 165 e 155 mesi
rispettivamente Tali dati sembrano essere migliori di quelli ottenuti con gli schemi VD e Rd in pazienti
pretrattati con talidomide o bortezomib (24) (Livello di evidenza 3)
I dati attualmente disponibili con queste combinazioni dovrebbero essere confermati in studi controllati di
confronto con gli schemi attualmente approvati nei pazienti recidivati o refrattari
54 Trapianto autologo a ridotta intensitarsquo di condizionamento
Nel setting dei pazienti anziani due studi clinici randomizzati hanno confrontato il trapianto autologo a
ridotta intensitagrave (melfalan 100 mgm2 Mel 100) con la chemioterapia convenzionale con risultati non
sempre concordi
In uno studio egrave stata dimostrata lrsquoefficacia del Mel 100 in termini di OSPFS rispetto a MP in pazienti di etagrave
compresa tra i 50-70 anni (25) (Livello di evidenza 1++) Il secondo trial ha confrontato Mel100 con MP e
MPT (4) in pazienti di etagrave compresa tra i 65 e i 75 anni Lrsquoassociazione MPT ha evidenziato miglior PFS e
OS rispetto a MP e Mel 100 Non sono state osservate differenze significative in termini di outcome tra Mel
100 e MP Questo studio ha dimostrato che nei pazienti anziani i risultati ottenuti con combinazioni
contenenti i farmaci di nuova generazione possono essere piugrave efficaci della terapia ad alte dosi (Livello di
evidenza 1++)
Peraltro 102 pazienti alla diagnosi di etagrave compresa tra 65 e 75 anni sono stati trattati lrsquoassociazione PAD
(bortezomib-doxorubicin-desametasone seguita da Mel 100 mgmq con supporto di cellule staminali
autologhe A seguire era previsto consolidamento con lenalidomide-prednisone seguito da mantenimento
con sola lenalidomide (LP-L) (26) Il tasso di risposta egrave progressivamente cresciuto nelle varie fasi di terapia
(soprattutto la CR) La sopravvivenza globale e la PFS sono risultate paragonabili a quelle ottenute nei
pazienti giovani anche se con maggior tossicitagrave e di tasso di drop-out (Livello di evidenza 3)
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
B
Nei Pazienti di etagrave gt 65 anni o piugrave giovani e lt70 anni in
buone performance status e senza comorbiditagrave rilevanti
potrebbero essere considerati per ASCT a dosi ridotte previa
terapia di induzione con regimi contenenti bortezomib (26)
Positiva debole
LINEE GUIDA MIELOMA
18
Tabella 1 Trattamento del MM alla diagnosi in pazienti anziani (ge 65 anni) Tutte le combinazioni incluse
nella tabella includono farmaci di nuova generazione (Talidomide Lenalidomide e Bortezomib) testati in
studi randomizzati di fase III
Terapie pts Schedula ge PR CR
PFSE
FS
TTP
OS Referenza
TD 145 T 200 mgdie
D 40 mg giorni 1-4 e 15-18 68 2
41 a
16 mesi
61 a 41
mesi Ludwig et al
3
MPT 125
M 025 mgkg giorni 1ndash4
P 2 mgkg giorni 1ndash4
T 400 mggiorno
X 12 cicli di 6 settimane
76 13 50 a
28 mesi
50 a 52
mo Facon et al
4
MPT 113
M 025 mgkg giorni 1ndash4
P 2 mgkg giorno 1ndash4
T 100 mggiorno
X 12 cicli di 6 settimane
62 7 50 a
24 mesi
50 a 44
mesi Hulin et al
5
MPT 60
M 9 mgm2 giorni 1ndash4
P 60 mgm2 giorni 1ndash4
T 100 mggiorno x 8 cicli di 6
settimane seguita da
Talidomide 100 mgdie
58 9
50 a
21
mesi
50 a 26
mesi Beksac et al
6
MPT 182
M 025mgkg giorni 1-4
P 100mggiorni 1-4
Ogni 6 settimane fino a Plateau
T 400mggiorno fino a
Plateau poi ridotta a
200mggiorno fino a
progressione
57 13 50 a
15 mesi
50 a 29
mesi Waage et al
7
MPT 165
M 025 mgkg
P 1 mgkg giorni 1ndash5
T 200 mggiorno x 8 cicli di 4
settimane seguiti da T 50
mggiorno fino a progressione
66 23 67 a
24 mesi
29 a 24
mesi
Wijermans et
al8
MPT 167
M 4mgm2 giorni 1-7
P 40mgm2 giorni 1-7 x 6 cicli
ogni 4 settimane
T 100mggiorno fino a
progressione
76 15 50 a
22 mesi
50 a 45
mesi Palumbo et al
9
RD 223
R 25 mggiorno giorni 1-21
D 40 mg giorni 1-4 9-12 e
17-20 ogni 28 giorni
81 17 63 a
24 mesi
75 a 24
mesi
Rajkumar et
al12
Rd 222
R 25 mggiorno giorni 1-21
d 40 mg nei giorni 1 8 15 e
22 ogni 28 giorni
70 14 65 a
24 mesi
87 a 24
mesi
Rajkumar et
al12
MPR 54
M 018-025 mgkg giorni 1ndash4
P 2 mgkg giorni 1ndash4
R 5-10 mg giorni 1ndash21
X 9 cicli ogni 4 settimane
81 24 92 a
12 mesi
100 a 12
mesi
Palumbo et
al14
MPR-R 152
M 018 mgkg giorni 1ndash4
P 2 mgkg giorni 1ndash4
R10 mg giorni 1ndash21
Per 9 cicli ogni 4 settimane
mantenimento
R10 mggiorno fino a
progressione
77 16 50 a
31 mesi
70 a 36
mesi
Palumbo et
al16
LINEE GUIDA MIELOMA
19
Terapie pts Schedula ge PR CR
PFSE
FS
TTP
OS Referenza
VMP 344
M 9 mgm2 giorni 1ndash4
P 60 mgm2 giorni 1ndash4
V 13 mgm2 giorni
1481122252932 per i primi
4 cicli di 6 settimane giorni
1815 22 per i successivi 5
cicli di 6 settimane
71 30 50 a
22 mesi
41 a 36
mesi
San Miguel et
al17
Maeos et al18
VMP 130
M 9 mgm2 giorni 1ndash4
P 60 mgm2 giorni 1ndash4
V 13 mgm2 giorni
1481122252932 x 1 ciclo
di 6 settimane giorni 1815
22 per i successivi 5 cicli ogni
6 settimane
Mantenimento
V 13 mgm2 giorni 14811
ogni 3 mesi
T 50 mggiorno or P50 mg a
giorni alterni
80 20 50 a
34 mesi
74 a 36
mesi Mateos et al
19
VTP 130
P 60 mgm2 giorno 1ndash4
V 13 mgm2 giorni
1481122252932 per il
primo ciclo (6 settimane)
giorni 1815 22 per i
successivi 5 cicli di 6 settimane
T 100 mg giorno
Maintenance
V 13 mgm2 giorni 14811
ogni 3 mesi
T 50 mggiorno or P50 mg a
giorni alterni
81 28 50 a
25 mesi
65 a 36
mesi Mateos et al
19
VMP 257
M 9 mgm2 giorni 1ndash4
P 60 mgm2 giorni 1ndash4
V 13 mgm2 giorni 1 8 15
22
81 24 41 a
36 mesi
87 a 36
mesi
Palumbo et
al20
VMPT-
VT 254
M 9 mgm2 giorno 1ndash4
P 60 mgm2 giorno 1ndash4
V 13 mgm2 giorno 1 8 15
22
T 50 mg al giorni nei giorni
1ndash42 x 9 cicli ogni 5 settimane
Mantenimento
V 13 mgm2 ogni 15 giorni
T 50 mggiorno
89 38 56 a
36 mesi
89 a 36
mesi
Palumbo et al
20
PR risposta parziale CR risposta completa PFS progression-free survival EFS event-free survival TTP tempo alla
progressione OS sopravvivenza globale TD talidomide-desamethasone MPT melphalan-prednisone-talidomide
VMP bortezomib-melphalan-prednisone VTP bortezomib-thalidomide-prednisone MPR-R melphalan-prednisonse-
lenalidomide seguito da mantenimento con lenalidomide VMPT-VT bortezomib-melphalan-prednisone-thalidomide
seguito da mantenimento con bortezomib-talidomide
LINEE GUIDA MIELOMA
20
Mieloma Multiplo etagrave gt 65 anni Terapia di I linea
Regimi di terapia preferiti
Terapia di prima linea nei
pazienti non candidati ad
ASCT
MelphalanprednisoneBortezomib (VMP)
MelphalanprednisoneTalidomide (MPT)
Bendamustinaprednisone
Altri regimi possibili
MelphalanPrednisonelenalidomide (MPR)
BortezomibDesametasone (VD)
CiclofosfamideprednisoneTalidomide (CTD)
Melphalanprednisone (MP)
Talidomidedesametasone (TD)
Lenalidomidedesametasone (Rd)
MelphalanprednisoneBortezomibtalidomide (VMPT)
Terapia di mantenimento Lenalidomide
Bortezomib
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LINEE GUIDA MIELOMA
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Corradini P Boccadoro M Bortezomib as induction before autologous transplantation followed bylenalidomide
as consolidation-maintenance in untreated multiple myeloma patients J Clin Oncol 2010 Feb 1028(5)800-7
6 Terapia di prima linea nei pazienti lt 65 anni candidabili a trapianto autologo di cellule staminali
Nei pazienti giovani candidati terapia intensificate (ASCT) i ldquonuovi farmacirdquo sono stati incorporati come
terapia drsquoinduzione pre-ASCT e come terapia di consolidamentomantenimento post-ASCT allo scopo di
migliorare lrsquooutcome In particolare nuovi regimi comprensivi di inibitori del proteosoma eo farmaci
immunomodulanti (ImIDs) hanno sostituito la chemioterapia convenzionale come terapia di induzione pre-
trapianto Questi farmaci possono essere variamente combinati tra loro o con farmaci convenzionali a
formare regimi a due-o piugrave farmaci
LINEE GUIDA MIELOMA
23
61 Terapia di induzione pre-trapianto
Lo scopo della terapia di induzione pre-trapianto egrave di ridurre rapidamente la taglia tumorale e lrsquoinfiltrazione
plasmacellulare midollare prima della raccolta delle cellule staminali Lrsquointroduzione dei nuovi farmaci in
questa fase ha comportato lrsquoottenimento di risposte di piugrave elevata qualitagrave (VGPR e CR) rispetto alla
chemioterapia convenzionale che si sono poi tradotte in un miglioramento dellrsquooutcome post-trapianto In
assenza di studi randomizzati di comparazione delle diverse combinazioni tra loro di seguito verranno
riportati i risultati in termini di efficacia e di tossicitagrave dei differenti regimi suddivisi in preferiti e altri
REGIMI DI INDUZIONE PREFERITI
Bortezomib-desametasone
Lassociazione di bortezomib-desametasone (VD) che consente di ottenere un tasso di risposta complessiva
pari al 65 (12) egrave stato comparato in maniera randomizzata allo schema VAD come terapia di induzione pre
trapianto in 482 pazienti (3) Dopo 4 cicli lo schema VD si egrave dimostrata superiore alla VAD apportando un
piugrave alto tasso di VGPR (38 vs 15 rispettivamente) e di CRnCR (15 vs 6 post ASCT
rispettivamente) vantaggio che egrave stato mantenuto anche dopo il primo e secondo trapianto (ge VGPR 68 vs
47 CR-nCR 395 vs 225 rispettivamente) Con un follow-up mediano di 32 mesi egrave stato riscontrato
un trend sulla PFS in favore di VD rispetto a VAD (mediana 36 mesi vs 30 rispettivamente) La maggior
efficacia di VD rispetto a VAD egrave stata confermata anche in pazienti ad alto rischio per la presenza di stadio
ISS elevato o portatori della traslocazione t(414) (4) I risultati di questo studio confermano la capacitagrave di
bortezomib di assicurare un livello piugrave profondo di risposta che peraltro non si traduce in un chiaro
vantaggio in termini di PFS ciograve potrebbe significare che un regime a due farmaci contenente bortezomib
risulta sub-ottimale sugli outcomes a lungo termine(Livello di evidenza 1++)
Bortezomib-desametasone e agenti citotossici
Gli agenti citotossici aggiunti a VD a formare regimi a 3 farmaci sono la doxorubicina e la ciclofosfamide
In uno studio di fase III la combinazione Bortezomib-Doxorubicina-Desametasone (PAD) come induzione
al trapianto autologo egrave stata comparata con la chemioterapia (VAD) seguito poi da una terapia di
mantenimento con Bortezomib o Talidomide (5) Lrsquoultimo aggiornamento dello studio ha mostrato la
superioritagrave della combinazione PAD in termini risposte (CR+nCR) sia dopo la terapia di induzione (11
vs 5 rispettivamente) che dopo il singolo o doppio autotrapianto (30 vs 15 rispettivamente) Nel
braccio di terapia comprensivo di PAD ASCT e mantenimento con bortezomib sono emersi una PFS e OS
significativamente piugrave durature rispetto al VAD seguito da ASCT e mantenimento con talidomide (PFS a 3
anni 36 vs 27 rispettivamente P= 001 OS a 3 anni 78 vs 70 rispettivamente P= 002) (Livello di
evidenza 1++) Il vantaggio di PAD vs VAD si egrave mantenuto anche nei pazienti ad alto rischio (traslocazione
t(414) e di delezione del cromosoma 17p ) (6)
La combinazione ciclofosfamide-bortezomib-desametasone (VCD o CyBorD) consente di ottenere una
risposta complessiva pari al rsquo80-88 con VGPR rate di circa il 50 (7-8) (Livello di evidenza 3)
Bortezomib-desametasone-talidomide
Un ampio studio di fase III condotto su 480 pazienti volto a paragonare il regime VTD con TD come terapia
di induzione prima e consolidamento dopo un doppio ASCT ha documentato come dopo 3 cicli di
induzione lrsquoassociazione VTD fosse superiore a TD in tutte le categorie di risposta (CR+nCR 31 vs 11
ge VGPR 62 vs 28 rispettivamente) (10) Tale superioritagrave si egrave mantenuta anche dopo la terapia ad alte
dosi e al consolidamento (CR+nCR 62 vs 45 ge VGPR 85 vs 68 rispettivamente) La PFS a 3 anni
egrave risultata essere significativamente piugrave lunga per il braccio VTD rispetto a TD (68 vs 56
rispettivamente) (Livello di evidenza 1++) Lo schema di associazione VTD si correla a migliori tassi di
risposta e migliore PFS rispetto a VD o TD in altri due trials randomizzati (11-12) e in altri studi di fase II
(13 14 15) In uno studio il bortezomib era somministrato a dosaggi ridotti (vTD) comportando un minore
rischio di neurotossicitagrave (12) Infine nel protocollo terapeutico Total Therapy 3 (TT3) VTD combinato con
chemioterapia PACE (cisplatino doxorubicina ciclofosfamide e etoposide) era somministrato come terapia
di induzione pre e come consolidamento dopo un doppio ASCT a cui seguiva un mantenimento con VTD
LINEE GUIDA MIELOMA
24
per il primo anno e TD nel secondo e terzo anno(16) Con un follow-up mediano di 39 mesi la PFS e OS a 4
anni sono risultate essere rispettivamente del 71 e del 78 Confrontando il regime TT3 col suo
predecessore TT2in cui non era previsto il bortezomib appare chiaro il vantaggio dello schema VTD in
particolare egrave interessante notare che in questrsquoultimo studio la CR egrave piugrave duratura (2-year sustained CR TT3
92 vs 81 TT2 talidomide arm) e la PFS piugrave prolungata (2-year 84 vs 77 rispettivamente) Inoltre nei
pazienti con malattia ad alto rischio (GEP high risk t(414) positiva) si chiaro registra un trend verso una
OS piugrave lunga nel TT3 vs TT2 sottolineando come lrsquoimpiego di Bortezomib appare in grado di superare la
cattiva prognosi conferita da queste alterazioni
Lenalidomide-desametasone
In un primo studio di fase II la combinazione Len-Dex ha comportato buoni risultati in termini di risposta
con ORR di 91 ge VGPR rate di 56 OS a 3 anni 85 (17) confermati da due studi successivi di fase III
Lo studio di Zonder et al confrontava Len-Dex versus Dex in pazienti candidabili o meno a ASCT
lrsquoaggiunta dellrsquoagente immunomodulatore migliorava sia il rate di risposta (ge PR 85 vs 51 e CRnCR
22 vs 4 p=0001 rispettivamente) che la PFS (77 vs 55 p=0002 rispettivamente) ma non la OS
(93 vs 91 rispettivamente) La combinazione Len-Dex determinava un elevata incidenza di neutropenia
di grado 3-4 (135 vs 24 p=001 rispettivamente) e di complicanze infettive (38 vs 23 p=0003
rispettivamente) (18) Il secondo trial randomizzato del gruppo ECOG era volto a paragonare lrsquoassociazione
di Lenalidomide con alte (RD) o basse (Rd) dosi di Desametasone
La maggiore tossicitagrave ottenuta e la maggiore mortalitagrave precoce (tromboembolismo venoso TEV 184 vs
55 mortalitagrave 5 vs 05 rispettivamente) ha comportato riduzione della sopravvivenza globale nel
braccio RD soprattutto nei pazienti con etagrave superiore a 65 anni (19) Entrambi questi studi erano rivolti a
pazienti di tutte le etagrave non solo a pazienti candidabili a chemioterapia ad alte dosi alcuni pazienti su
decisione volontaria procedevano al trapianto autologo di cellule staminali mentre altri proseguivano la
terapia fino a progressioneintolleranza Per tale motivo non possiamo considerare questi studi pur se di fase
III come fortemente rappresentativi dellrsquoefficacia di regimi di induzione contenenti lenalidomide-
desametasone pre trapianto (Livello di evidenza 1++)
Ersquo stato riportato come una prolungata esposizione a lenalidomide comporti una ridotta mobilizzazione e
raccolta di cellule staminali CD34+ (20) Per tale motivo le raccomandazioni dellrsquoInternational Myeloma
Working group (IMWG) suggeriscono di effettuare la mobilizzazione delle cellule staminali precocemente
dutrante il trattamento di induzione con Lenalidomide (entro i primi quattro cicli ) (21)
Una profilassi antitrombotica egrave raccomandata in pazienti che ricevono RD come terapia di prima linea (22)
Inoltre essendo lrsquoescrezione del farmaco egrave prevalentemente renale il dosaggio della lenalidomide va
aggiustato sulla base della clearance della creatinina
Lenalidomide-desametasone-bortezomib
In considerazione dellrsquoelevata efficacia di Bortezomib Lenalidomide e Desametasone come agenti singoli egrave
stata introdotta lrsquoassociazione RVD per sfruttarne lrsquoazione sinergica Un primo studio multicentrico di fase
III volto a testare efficacia e sicurezza del regime RVD nella malattia di nuova diagnosi in pazienti
candidabili o meno allrsquoASCT dimostrava che tale combinazione risulta ben tollerata con bassa incidenza di
TEV e neuropatia (G3 3 per entrambe) Dopo 4 cicli il tasso di risposta di buona qualitagrave ( ge nCR e
VGPR) era del 6 e 11 rispettivamente tuttavia queste risposte incrementavano progressivamente
proseguendo la terapia fino a un massimo di 8 cicli e durante la fase di mantenimento con un 100 di ORR
e un 52 di CRnCR(23)
In uno studio di fase II lrsquoassociazione RDV in induzione del consentiva di ottenere una risposta globale del
97 ( ge VGPR 54 CR 16 e sCR 13) (24)
Lo studio di fase II EVOLUTION ha comparato prospetticamente RVD con VCD con due dosaggi di
ciclofosfamide (VCD e VCD modified) e un regime a quattro farmaci in cui RVD era addizionato con la
ciclofosfamide (RVDC) i pazienti candidati a ASCT ricevevano solo 4 cicli di terapia di induzione gli altri
invece effettuavano 8 cicli seguita poi da un mantenimento con 4 cicli di Bortezomib in somministrazione
monosettimanale (25) VDRC ha evidenziato maggior tossicitagrave rispetto agli altri schemi senza peraltro un
significativo vantaggio in termini di riposte ottenute (ge VGPR e CR VDRC vs RVD vs VCD vs VCD
modified 58 51 41 53 e 25 24 22 e 47 rispettivamente)
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25
Unrsquoaltra combinazione esplorata egrave stata RVD addizionata con doxorubicina liposomiale pegilata dopo
mediamente 4 cicli il rate di CR + nCR e ge VGPR sono risultati essere pari al 30 e 58 rispettivamente
(26)
ALTRI REGIMI DI INDUZIONE
Talidomide-desametasone
Talidomide-desametasone (TD) egrave stato il primo regime ad essere impiegato in alternativa alla chemioterapia
convenzionale VAD come terapia di induzione pre ASCT TD si egrave dimostrata migliore del VAD in termini di
ORR e ge VGPR rate PFS ma non di OS post ASCT in uno studio retrospettivo case match e in uno studio
prospettico (27) Livello di evidenza 2++)
Inoltre un ampio studio di fase III ha cevidenziato la superioritagrave dellrsquoassociazione TD rispetto al
desametasone utilizzato agente singolo con un ORR di 63 contro 41-46 rispettivamente prolungando il
TTP (23 mesi vs 65 mesi rispettivamente) ma non la OS probabilmente per la maggior tossicitagrave evidenziata
della combinazione (maggior numero di eventi avversi di grado 3-4 in particolare TEV ictus infarto
miocardico acuto) in assenza di unrsquoadeguata profilassi antitrombotica (29) Il rate di risposte complete con
TD resta tuttavia basso pari al 4-10 In due ulteriori studi TD egrave stato incorporato al doppio ASCT e
somministrato dallrsquoesordio fino al secondo ASCT (30) oppure fino a ricadutaprogressione di malattia (31)
Lrsquoaggiunta di TD ha comportato un incremento di risposte di buona qualita del PFS e in uno studio anche
della sopravvivenza globale rispetto al doppio ASCT senza talidomide
Nello studio che prevedeva il mantenimento con talidomide tuttavia si sono verificati numerosi eventi
avversi in particolare eventi trombotici e polineuropatia che hanno portato alla discontinuazione del
farmaco nel 30 e 60 dei pazienti dopo 2 e 4 anni rispettivamente
Talidomide-desametasone e agenti citotossici
In diversi studi sono state testate varie associazioni di Talidomide con agenti chemioterapici tradizionali
quali Talidomide-Desametasone-Doxorubicina (TAD) e Talidomide-Desametasone-Ciclofosfamide (CTD)
In uno studio di fase III (32) la combinazione TAD comportava un incremento di rispostedi buona qualitagrave
rispetto al VAD (ge VGPR 37 vs 18) che veniva mantenuta dopo ASCT (54 vs 44 rispettivamente)
La PFS mediana del braccio TAD e mantenimento con Talidomide egrave risulta pari a 34 mesi rispetto a 2 mesi
per coloro che ricevevano VAD e un mantenimento con interferone In uno studio di fase III lrsquoassociazione
CTD si egrave dimostrata superiore al VAD+ciclofosfamide ottenendo una maggir percentuale di risposte
complete sia prima che dopo ASCT (pre 19 vs 9 post 51 vs 40 rispettivamente) (33)
Mieloma Multiplo etagrave lt 65 anni Terapia di I linea
Regimi di terapia preferiti
Terapia di induzione pre- trapianto autologo
Bortezomib+talidomide+desametasone ( studi di fase 3) Bortezomib + desametasone (studi fase 3) Bortezomib + desametasone+ doxorubicina liposomiale (studi fase 3) Bortezomib + lenalidomide + desametasone (studi di fase 3) lenalidomide+desametasone ( studi di fase 3)
Altri regimi possibili
Bortezomib + ciclofosfamide+desametasone ( studi di fase 2 e retrospettivi) Talidomide + desametasone (studi fase 2 e 3) Talidomide + desametasone + doxorubicina (studi fase 3) Talidomide + ciclofosfamide + desametasone (studi fase 3)
LINEE GUIDA MIELOMA
26
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
A Nella fase di induzione tutti i pazienti devono ricevere un
trattamento comprendente i nuovi farmaci e non solo
chemioterapici (35) Positiva forte
A
I regimi di induzione contenenti bortezomib sembrano
essere i piugrave rapidi ed efficaci In particolare il miglior
bilancio tra efficacia e tossicitagrave sembra appartenere alle
triplette di farmaci (bortezomib desametasone e IMiDs o
chemioterapia) (24-32-33) Lrsquoassociazione di Talidomide e Desametasone (TD) appare
un regime sub-ottimale pur mantenendo una certa
efficacia(10)
Positiva forte
D (Parere di esperti)
Il numero di cicli di induzione raccomandati egrave 3-4 33) Positiva debole
D (Parere di esperti)
La raccolta delle cellule staminali dovrebbe essere
effettuata entro 4 cicli di induzione (33) Positiva debole
B Sia bortezomib sia talidomide possono essere impiegati
senza prevedere una tossicitagrave aggiuntiva nei pazienti in
insufficienza renale eo dialisi (34) Positiva debole
D (Parere di esperti)
I pazienti trattati con Bortezomib dovrebbero ricevere una
profilassi antivirale con acyclovir (33) Positiva debole
62 Terapia di consolidamento e mantenimento post trapianto
La terapia di consolidamento ha lrsquoobiettivo di migliorare ulteriormente la risposta ottenuta con le alte dosi si
basa quindi su di un regime terapeutico molto efficace somministrato per un breve periodo di tempo per
ridurne al minimo la tossicitagrave Il consolidamento puograve essere effettuato con un secondo trapianto autologo
che offre particolare beneficio ai pazienti che non hanno ottenuto almeno una VGPRnCR dalla prima
procedura trapiantologica In seguito allrsquointroduzione dei ldquonuovi farmacirdquo nellrsquoarmamentario terapeutico del
MM sono stati sperimentati regimi di consolidamento comprensivi di Talidomide Bortezomib e
Lenalidomide Lrsquoimpiego di bortezomib e lenalidomide come agenti singoli dopo ASCT ha determinato un
miglioramento del rate di CR e CR+nCR compreso tra il 10-30 (34-35) Lo schema VTD si egrave dimostrato
molto efficace come consolidamento permettendo di migliorare la risposta inducendo anche risposte
molecolari (36) e in paragone a TD prolungando la PFS Tuttavia lrsquoassegnazione a TD o VTD in questo
studio non era randomizzata ma seguiva lrsquoassegnazione randomizzata iniziale nei due bracci come terapia di
induzione pre-trapianto (37) (livello di evidenza 2++)
La terapia di mantenimento egrave finalizzata invece a conservare nel tempo la risposta ottenuta a prolungare la
PFS e lrsquoOS senza alterare in modo significativo la qualitagrave di vita consiste in un trattamento a bassi dosaggi per un periodo di tempo prolungato (alcuni anni) In assenza di alternative fino a 10 anni fa circa le
uniche possibilitagrave erano rappresentate dallrsquointerferone e dallo steroide tali terapie risultavano perograve
molto tossiche e assai poco efficaci nel raggiungere gli obiettivi sopracitati In studi randomizzati
lrsquoimpiego di Talidomide come terapia di mantenimento post ASCT ha evidenziato un beneficio in
termini di PFS (3132 38-41) e in due di questi associata allo steroide anche di OS (38-40)
LINEE GUIDA MIELOMA
27
Il vantaggio in OS veniva perso se talidomide era anche parte della terapia di induzione (31 32 39) Inoltre
sembra che la prolungata esposizione a talidomide possa far emergere cloni resistenti e che tale agente sia
inefficace in pazienti portatori di alterazioni citogenetiche (42) Il problema principale relativo allrsquoimpiego di
talidomide come terapia di mantenimento a lungo termine riguarda la sua neurotossicitagrave che comporta una
percentuale di discontinuazione del farmaco fino al 60 (42)
Lenalidomide in considerazione dellrsquoassenza di neurotossicitagrave appare indicata come terapia di
mantenimento post ASCT Due studi randomizzati indipendenti hanno recentemente mostrato un vantaggio
in termini di PFS con lrsquoimpiego di lenalidomide rispetto a placebo dopo singolo o doppio ASCT (43 44) e
uno dei due anche un vantaggio in OS (44) (livello di evidenza 1++) In entrambi gli studi nei pazienti che
assumevano Lenalidomide egrave emerso un incrementato rischio di seconde neoplasie (SPMs) nellrsquoordine del
7 in tal senso saranno necessari un follow-up piugrave prolungato eulteriori studi per definire meglio i fattori di
rischio per le SPMs e la loro incidenza
Pochi e non conclusivi dati esistono sulla terapia di mantenimento con bortezomib essendo inoltre di non
poco rilievo il problema della via di somministrazione endovenosa e la neurotossicitagrave In tal senso potragrave
avere un certo rilievo la prossima del disponibilitagrave bortezomib per via sottocutanea che comporta una
significativa riduzione del rischio di incidenza della neurotossicitagrave iatrogena (45)
Terapia di Mantenimentoconsolidamento
Regimi terapeutici (studi fase 2 e fase 3)
Terapia di consolidamento
post- trapianto autologo
Bortezomib + desametasone (studi fase 3) Bortezomib+talidomide+desametasone ( studi di fase 3) Bortezomib + lenalidomide + desametasone (studi di fase 2) lenalidomide+desametasone ( studi di fase 3)
Terapia di mantenimento
post trapianto autologo
Talidomide (studi fase 3) Lenalidomide (studi fase 3) Bortezomib (studi fase 3)
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
D
La terapia di consolidamento e di mantenimento post
ASCT con i nuovi farmaci dovrebbe avvenire solo nel
contesto di studi clinici (i dati dei diversi studi sono
ancora poco solidi e richiedono un follow-up piugrave
prolungato)(33)
Studi clinici
63 Terapia ad alte dosi con supporto di progenitori emopoietici autologhi
Sono passati quasi 30 anni dalla prima segnalazione dellrsquoefficacia delle alte dosi di melphalan nel MM (47)
Da allora ASCT egrave diventata la terapia di riferimento nel paziente giovane affetto da MM alla diagnosi
Il trapianto autologo consente di ottenere elevati tassi di risposte complessive e attualmente rimane il
trattamento di riferimento per i pazienti eleggibili Alcuni studi randomizzati (vedi Tabella 1) condotti su
pazienti alla diagnosi evidenziano la superioritagrave del trapianto rispetto alla terapia convenzionale nel paziente
con MM con etagrave inferiore a 65 anni (Livello di evidenza 1++)
LINEE GUIDA MIELOMA
28
Tabella 1 Studi controllati- randomizzati terapia convenzianale vs terapia ad alte dosi
Trial Ndeg pts EFS
(median months) OS
(median months) References
IFM90 CT 100 8 at 7 years 25 at 7 years Attal et al (1996)
ASCT 100 16 at 7 years 43 at 7 years Harousseau et al
(2005)
MRC CT 200 32 20
Child et al (2003) ASCT 201 54 months 42
MAG91 CT 91 13 64 Fermand et al
(1998) ASCT 94 39 65
PETHEMA CT 83 34 67
Blade et al (2001) ASCT 81 43 67
CT Chemioterapia convenzionale ndash ASCT terapia ad alte dosi
EFS event-free survival OS overall survival
Da rilevare peraltro che lrsquointroduzione dei nuovi farmaci negli schemi di induzione non solo ha deteminato
un miglioramento delle risposte globali pretrapianto ma ha consentito di implementare il numero di risposte
di buona qualitagrave dopo il trapianto (48 -51)
Circa un confronto diretto tra nuovi farmaci e la terapia trapiantologica abbiamo a disposizione pochi dati di
letteratura Il gruppo GIMEMA ha concluso uno studio su 402 pazienti affetti da mieloma multiplo in prima
diagnosi e randomizzati a ricevere dopo 4 cicli di lenaidomide-desametasone o un doppio trapianto
autologo (MEL 200) o altri 6 cicli di terapia con melphalan-prednisone-lenalidomide Questo studio ha
riportato un significativo aumento in PFS ma non in OS per il braccio trapiantologico (52)
In un secondo studio 389 pazienti sono stati trattati in induzione con lenelidomide+basse dosi di
desametasone e successivamente randomizzati a ricevere CRD (ciclofosfamide lenalidomide desametasone)
o doppio trapianto autologo (MEL200) In questo trial la PFS a 2 anni egrave risultata migliore per il braccio
trapiantologico( 62 vs72)(53) Analoghi studi sono attualmente in corso
Mobilizzazione cellule staminali
La sorgente delle cellule staminali egrave quasi esclusivamente il sangue periferico le cellule staminali infatti
vengono prelevate da sangue periferico con una o piugrave procedure aferetiche previa terapia di mobilizzazione
Il farmaco maggiormente utilizzato ai fini della mobilizzazione egrave la ciclofosfamide a dosi medio alte (2-4
gmq) in combinazione con lenograstim (5-10 mcgKgdie) Altri regimi di mobilizzazione riportati in
letteratura oltre allrsquoutilizzo del solo fattore di crescita emopoietico sono la citosina arabinoside la
vinorelbina e diversi schemi di polichemioterapia Il numero minimo di cellule CD34 necessarie per
effettuare la procedura trapiantologica e pari a 2 x106 kg
Lrsquoutilizzo di cellule staminali selezionate o la tecnica del purging del prodotto aferetico non ha comportato
una riduzione del rischio di recidiva (54) e pertanto non egrave consigliato
Singolo vs Tandem
Si parla di doppio trapianto (tandem) qualora una seconda procedura venga effettuata entro 6 mesi dalla
prima Diversi trials randomizzati hanno indagato lrsquoutilitagrave di un secondo autotrapianto e una metanalisi del
2009 avrebbe evidenziato una superioritagrave del doppio autotrapianto sul singolo in termini di tasso di risposta e
EFS (20 vs 10) ma non di OS (55) Uno studio conferma un beneficio a lungo termine della doppia
procedura (56) mentre in altri due studi viene dimostrato che i pazienti che beneficiano maggiormente del
secondo trapianto sono quelli che non ottengono almeno una VGPR con il primo trapianto (56 ndash 57) In
particolare nello studio IFM94 389 pazienti alla diagnosi venivano randomizzati a ricevere singolo (MEL
140+TBI) o doppio autologo (MEL 140 - MEL 140+TBI) Gli autori hanno dimostrato un aumento di OS
stimata a 7 anni per il doppio autologo e in unrsquoanalisi di sottogruppi hanno riscontrato che i pazienti che
beneficiavano maggiormente del doppio autologo erano quelli che non ottenevano almeno una VGPR entro
tre mesi dalla prima procedura (57) Analoghe conclusioni sono emerse da uno studio italiano dove veniva
utilizzato come regime di condizionamento MEL 200 (58) (Livello di Evidenza 1++)
LINEE GUIDA MIELOMA
29
Critiche a questi studi sono lrsquoutilizzo di una minor dose cumulativa di MEL nel braccio del trapianto singolo
nello studio del gruppo francese e per entrambi la bassa potenza degli studi per valutare il ruolo del doppio
trapianto nei pazienti che ottengono una CR o almeno una VGPR dopo la prima procedura
Una revisone sistematica pubblicata nel 2012 per stabilire il vantaggio di un doppio trapianto autologo
rispetto al singolo ha concluso che non vi sono dati sufficienti per una decisione definitiva considerando che
sono stati riscontrati bias negli studi pubblicati e che i trial non comprendevano ancora i nuovi farmaci
attualmente a disposizione (59)
Il ruolo del secondo autotrapianto potrebbe essere messo in discussione da studi randomizzati in corso che
paragonano consolidamento con nuovi farmaci e trapianto autologo nel frattempo il II trapianto dovrebbe
essere offerto ai pazienti che non hanno ottenuto una risposta completa dopo il primo trapianto riservando
tale opzione terapeutica agli altri pazienti in occasione delleventuale recidiva di malattia
Condizionamento
Il regime di condizionamento per il trapianto autologo nel MM rimane il Melphalan ad alte dosi (200
mgmq) Tale dosaggio viene ridotto nei pazienti con insufficienza renale (con GFRlt 30 mlmin) e in dialisi
in cui la somministrazione a 200 mgmq comporta un incremento di tossicitagrave e di mortalitagrave correlata alla
procedura (60) Un incremento del dosaggio di melphalan (220-300 mg anche in associazione ad Amifostina)
ha evidenziato un miglioramento della PFS ma con un notevole incremento della tossicitagrave (61-62) mentre
lassociazione con Total-body irradiation (TBI) non comporta nemmeno miglioramento del PFS (63) (Livello
di evidenza 4) per cui attualmente lo standard egrave Melphalan 200mgmq (64 )
Anche nel contesto del condizionamento al trapianto sono stati inseriti i nuovi farmaci (Melphalan 140
mgmq + Bortezomib) con risultati promettenti in termini di risposta (gtVGPR 70 con RC 30) anche se
il follow-up egrave troppo breve per valutarne lrsquoimpatto sulla sua durata (65)
64 Trapianto allogenico
In relazione alletagrave media avanzata alla diagnosi e alla disponibilitagrave di un donatore familiare sono pochi i
pazenti affetti da MM potenzialmente candidabili ad una procedura di trapianto allogenico
Il trapianto allogenico mieloablativo correla con miglioramneto dellrsquo intervallo libero da malattia (tra 22-
36) anche se il suo ruolo nel trattamento del MM appare controverso dato lelevato tasso di mortalitagrave
correlata alla procedura (Transplant related mortality TRM) che varia tra 34-54 nei diversi studi
Fattori prognostici negativi per il trapianto allogenico mieloablativo sono un precedente ASCT un lungo
intervallo tra la diagnosi e il trapianto e il mismacht di sesso tra donatore e ricevente (66-67)
Per ridurre la TRM e permettere di estendere lrsquoindicazione ad un maggior numero di pazienti con MM alla
diagnosi egrave stato sperimentato il trapianto allogenico a condizionamento ridotto (RIC) Diversi studi in
letteratura evidenziano la fattibilitagrave di tale approccio anche nei pazienti piugrave anziani con una TRM lt20 In
questo particolare setting rimane elevata lincidenza di GvHD cronica recentemente riportato fino al 74
dei pazienti trattati (68) Anche se la sopravvivenza globale a 5 anni risulta circa del 60 sono segnalate
recidive di malattia (spesso extramidollari) anche dopo 5 anni dal trapianto
Uno studio prospettico (69) ha riportato una miglior OS per i pazienti sottoposti allrsquoallotrapianto non
mieloablativo dopo un trapianto autologo rispetto al doppio autotrapianto mentre altri studi non hanno
confermato tale dato (vedi tabella 2) Secondo le raccomandazioni del gruppo Europeo il trapianto
allogenico puograve essere considerato per i pazienti giovani ad alto rischio che accettino il tasso di mortalitagrave
correlato alla procedura e la natura sperimentale del trattamento (74)
LINEE GUIDA MIELOMA
30
Tabella2 studi randomizzati tandem autologo vs tandem auto-allotrapianto nel MM alla diagnosi
Pts RC () EFS (mesi) OS (Mesi) P
IFM (70) 166 vs 46 37vs 55 25 vs 21 57 vs 41 NS
GIMEMA (69) 82 vs 80 26 vs 55 33 vws 37 64 vs NR S
PETHEMA (71) 82 vs 25 11 vs 40 20 vs 26 58 vs 60 NS
HOVON (72) 101 vs 115 42 vs 45 34 vs 39 63 vs 56 NS
EBMT (73) 250 vs 110 41 vs 52 15 vs 36 50 vs 65
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
A
ASCT deve essere parte integrante del programma
terapeutico del paziente affetto da MM di etagrave inferiore
uguale a 65 anni con adeguato performance status (tabella 1)
Positiva forte
D ASCT potrebbe essere eseguito anche in pazienti con eta
compresa tra 65 e 70 anni in assenza di patologie
associate(64) Positiva debole
B
Il regime di condizionamento al trapianto consiste nel
Melphalan 200 mgmq con riduzione di dose (140 mgmq)
in caso di alterazione della funzione renale o nei pazienti
con etagrave gt65 anni (60 64)
Positiva debole
B
Il Tandem ASCT attualmente non puograve essere considerato lo
standard il secondo trapianto infatti dovrebbe essere
riservato ai pazienti che non ottengono una risposta
superiore alla VGPR dopo la prima procedura
trapiantologica (59) Nei pazienti in cui la seconda procedura egrave invece indicata
questa deve essere effettuata dopo 3 e non oltre i 6 mesi dal
precedente trattamento ad alte dosi (57)
Negativa debole
C
Il trapianto allogenico mieloablativo da donatore familiare
HLA identico puograve essere considerato solo nei pazienti di etagrave
lt 40 anni responsivi alla terapia di prima linea e solo
nellrsquoambito di trials clinici(74) Il Trapianto allogenico a condizionamento ridotto (RIC) egrave
proponibile a pazienti ad alto rischio dopo ASCT solo
nellambito di studi clinici controllati
Studi clinici
Bibliografia 1 Rosintildeol L Oriol A Mateos MV Sureda A Garciacutea-Saacutenchez P Gutieacuterrez N Alegre A Lahuerta JJ de la Rubia J
Herrero C Liu X Van de Velde H San Miguel J Bladeacute J Phase II PETHEMA trial of alternating bortezomib
and dexamethasone as induction regimen before autologous stem cell transplantation in younger patients with
multiple myeloma efficacy and clinical implications of tumor response kinetics JCO 2007254452-4458
2 Harousseau JL Attal M Leleu X Troncy J Pegourie B Stoppa AM Hulin C Benboubker L Fuzibet JG
Renaud M Moreau P Avet-Loiseau H Bortezomib plus dexamethasone as induction treatment prior to
autologous stem cell transplantation in patients with newly dignosed multiple myeloma results of an IFM phase
II study Haematologica 2006911 498-1505
LINEE GUIDA MIELOMA
31
3 Harousseau JL Attal M Avet-Loiseau H Marit G Caillot D Mohty M Lenain P Hulin C Facon T Casassus
P Michallet M Maisonneuve H Benboubker L Maloisel F Petillon MO Webb I Mathiot C Moreau P
Bortezomib plus dexamethasone is superior to vincristine plus doxorubicin plus dexamethasone as induction
treatment prior to autologous stem-cell transplantation in newly diagnosed multiple myeloma results of the IFM
2005-01 phase III trial J Clin Oncol 2010 28 4621-4629
4 Avet-Loiseau H Leleu X Roussel M Moreau P Guerin-Charbonnel C Caillot D Marit G Benboubker L
Voillat L Mathiot C Kolb B Macro M Campion L Wetterwald M Stoppa AM Hulin C Facon T Attal M
Minvielle S Harousseau JL Bortezomib plus dexamethasone induction improves outcome of patients with
t(414) myeloma but not outcome of patients with del(17p) J Clin Oncol 2010 28 4630-4634
5 Sonneveld P Schmidt-Wolf IG van der Holt B El Jarari L Bertsch U Salwender H Zweegman S Vellenga E
Broyl A Blau IW Weisel KC Wittebol S Bos GM Stevens-Kroef M Scheid C Pfreundschuh M Hose D
Jauch A van der Velde H Raymakers R Schaafsma MR Kersten MJ van Marwijk-Kooy M Duehrsen U
Lindemann W Wijermans PW Lokhorst HM Goldschmidt HM Bortezomib induction and maintenance
treatment in patients with newly diagnosed multiple myeloma results of the randomized phase III HOVON-65
GMMG-HD4 trial J Clin Oncol 2012 Aug 2030(24)2946-55
6 Neben K Lokhorst HM Jauch A Bertsch U Hielscher T van der Holt B Salwender H Blau IW Weisel K
Pfreundschuh M Scheid C Duumlhrsen U Lindemann W Schmidt-Wolf IG Peter N Teschendorf C Martin H
Haenel M Derigs HG Raab MS Ho AD van de Velde H Hose D Sonneveld P Goldschmidt H
Administration of bortezomib before and after autologous stem cell transplantation improves outcome in
multiple myeloma patients with deletion 17p Blood 2012119(4)940-8
7 Reeder CB Reece DE Kukreti V Chen C Trudel S Hentz J Noble B Pirooz NA Spong JE Piza JG Zepeda
VH Mikhael JR Leis JF Bergsagel PL Fonseca R Stewart AK Cyclophosphamide bortezomib and
dexamethasone induction for newly diagnosed multiple myeloma high response rates in a phase II clinical trial
Leukemia 2009 23 1337-1341
8 Uttervall K1 Admasie J Alici E Lund J Liwing J Aschan J Barendse M Deneberg S Mellqvist UH Carlson
K Nahi H A combination regimen of bortezomib cyclophosphamide and betamethasone gives quicker better
and more durable response than VADCyBet regimens results from a Swedish retrospective analysis Acta
Hematologica 2013 130 (1) 7-15
9 Wang M Giralt S Delasalle K Handy B Alexanian R Bortezomib in combination with thalidomide-
dexamethasone for previously untreated multiple myeloma Haematology 200712235-239
10 Cavo M Tacchetti P Patriarca F Petrucci MT Pantani L Galli M Di Raimondo F Crippa C Zamagni E
Palumbo A Offidani M Corradini P Narni F Spadano A Pescosta N Deliliers GL Ledda A Cellini C
Caravita T Tosi P Baccarani M GIMEMA Italian Myeloma Network Bortezomib with thalidomide plus
dexamethasone compared with thalidomide plus dexamethasone as induction therapy before and consolidation
therapy after double autologous stem-cell transplantation in newly diagnosed multiple myeloma a randomised
phase 3 study Lancet 2010376(9758)2075-2085
11 Rosintildeol L Oriol A Teruel AI Hernaacutendez D Loacutepez-Jimeacutenez J de la Rubia J Granell M Besalduch J Palomera
L Gonzaacutelez Y Etxebeste MA Diacuteaz-Mediavilla J Hernaacutendez MT de Arriba F Gutieacuterrez NC Martiacuten-Ramos
ML Cibeira MT Mateos MV Martiacutenez J Alegre A Lahuerta JJ San Miguel J Bladeacute J Programa para el
Estudio y la Terapeacuteutica de las Hemopatiacuteas MalignasGrupo Espantildeol de Mieloma (PETHEMAGEM) group
Superiority of bortezomib thalidomide and dexamethasone (VTD) as induction pretransplantation therapy in
multiple myeloma a randomized phase 3 PETHEMAGEM study Blood 2012 Aug 23120(8)1589-96
12 Moreau P Avet-Loiseau H Facon T Attal M Tiab M Hulin C Doyen C Garderet L Randriamalala E Araujo
C Lepeu G Marit G Caillot D Escoffre M Lioure B Benboubker L Peacutegourieacute B Kolb B Stoppa AM Fuzibet
JG Decaux O Dib M Berthou C Chaleteix C Sebban C Traulleacute C Fontan J Wetterwald M Lenain P Mathiot
C Harousseau JL Bortezomib plus dexamethasone versus reduced-dose bortezomib thalidomide plus
dexamethasone as induction treatment before autologous stem cell transplantation in newly diagnosed multiple
myeloma Blood 2011118(22)5752-5758
13 Kaufman JL Nooka A Vrana M Gleason C Heffner LT Lonial S Bortezomib thalidomide and
dexamethasone as induction therapy for patients with symptomatic multiple myeloma Cancer 2010 116 3143-
3151
14 Besinger W Jagannath S Vescio R Camacho E Wolf J Irwin D Capo G McKinley M Potts P Vesole DH
Mazumder A Crowley J Becker P Hilger J Durie BG Phase 2 study of two sequential three-drug combinations
containing bortezomib cyclophosphamide and dexamethasone followed by bortezomib thalidomide and
dexamethasone as frontline therapy for multiple myeloma Br J Hematol 2010 148 562-68
15 Ludwig H Viterbo L Greil R Masszi T Spicka I Shpilberg O Hajek R Dmoszynska A Paiva B Vidriales
MB Esteves G Stoppa AM Robinson D Jr Ricci D Cakana A Enny C Feng H van de Velde H Harousseau
JL Randomized phase II study of bortezomib thalidomide and dexamethasone with or without
LINEE GUIDA MIELOMA
32
cyclophosphamide as induction therapy in previously untreated multiple myeloma J Clin Oncol 2013 Jan
1031(2)247-55
16 Pineda-Roman M Zangari M Haessler J Anaissie E Tricot G van Rhee F Crowley J Shaughnessy JD Jr
Barlogie B Sustained complete remission in multiple myeloma linked to bortezomib in total therapy 3
comparison with total therapy 2 Br J Haematol 2008140625-634
17 Rajkumar SV Hayman SR Lacy MQ Dispenzieri A Geyer SM Kabat B Zeldenrust SR Kumar S Greipp PR
Fonseca R Lust JA Russell SJ Kyle RA Witzig TE Gertz MA Combination therapy with lenalidomide plus
dexamethasone (revdex) for newly diagnosed myeloma Blood 20051064050-4053
18 Zonder JA Crowley J Hussein MA Bolejack V Moore DF Whittenberger BF Abidi MH Durie B and
Barlogie B et al Superiority of lenalidomide plus high-dose dexamethasone (HD) compared to HD alone as
treatment of newly diagnosed multiple myeloma result of the randomized double-blind placebo-comtrolled
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19 Rajkumar SV Jacobus S Callander NS Fonseca R Vesole DH Williams ME Abonour R Siegel DS Katz M
Greipp PR Eastern Cooperative Oncology Group Lenalidomide plus high-dose dexamethasone versus
lenalidomide plus low-dose dexamethasone as initial therapy for newly diagnosed multiple myeloma an open-
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20 Kumar S Dispenzieri A Lacy MQ Hayman SR Buadi FK Gastineau DA Litzow MR Fonseca R Roy V
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peripheral blood stem cell transplantation in patients with newly diagnosed myeloma Leukemia 2007 21 2035-
42
21 Kumar S Giralt S Stadtmauer EA Harousseau JL Palumbo A Bensinger W Comenzo RL Lentzsch S
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2008 22 414-23
23 Richardson PG Weller E Lonial S Jakubowiak AJ Jagannath S Raje NS Avigan DE Xie W Ghobrial IM
Schlossman RL Mazumder A Munshi NC Vesole DH Joyce R Kaufman JL Doss D Warren DL Lunde LE
Kaster S Delaney C Hideshima T Mitsiades CS Knight R Esseltine DL Anderson KC Lenalidomide
bortezomib and dexamethasone combination therapy in patients with newly diagnosed multiple myeloma Blood
2010116 679-686
24 Roussel M Avet-Loiseau H Moreau P Huynh A Benboubker L Hulin C Marit G Leleu X Pegourie B
Fruchart C Caillot D Stoppa AS Facon T Harousseau JL and Attal M Frontline therapy with bortezomib
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and lenalidomide maintenance in newly diagnosed multiple myeloma pateints primary results of the IFM 2008
phase II study Blood 2010 abs 624
25 Kumar S Flinn I Richardson PG Hari P Callander N Noga SJ Stewart AK Turturro F Rifkin R Wolf J
Estevam J Mulligan G Shi H Webb IJ Ra SV Randomized multicenter phase 2 study (EVOLUTION) of
combinations of bortezomib dexamethasone cyclophosphamide and lenalidomide in previously untreated
multiple myeloma Blood 2012 119 4375-82
26 Jakuboviak AJ Reece DE Hofmeister CC Lonial S Zimmerman TM Campagnaro EL Schlossman RL
Laubach J Raje N Anderson T Griffith K Hill M Harvey C Dollard AM Wear S Barrickman J Tendler C
Esseltine DL Kelley SL Kaminski MS Anderson KC and Richardson PG Lenalidomide bortezomib
pegylated liposomial doxorubicin and dexamethasone in newly diagnosed multiple myeloma updated results of
phase III MMRC trial Blood 2009 114 abs 132
27 Cavo M Zamagni E Tosi P Tacchetti P Cellini C Cangini D de Vivo A Testoni N Nicci C Terragna C
Grafone T Perrone G Ceccolini M Tura S Baccarani M Bologna 2002 study Superiority of thalidomide and
dexamethasone over VAD as primary therapy in preparation for autologous transplantation for multiple
myeloma Blood 200510635-9
28 Rajkumar SV Blood E Vesole D Fonseca R Greipp PR Eastern Cooperative Oncology Group Phase III
clinical trial of thalidomide plus dexamethasone compared with dexamethasone alone in newly diagnosed
multiple myeloma a clinical trial coordinated by the Eastern Cooperative Oncology Group JCO 200624431-6
LINEE GUIDA MIELOMA
33
29 Cavo M Di Raimondo F Zamagni E Patriarca F Tacchetti P Casulli AF Volpe S Perrone G Ledda A
Ceccolini M Califano C Bigazzi C Offidani M Stefani P Ballerini F Fiacchini M de Vivo A Brioli A Tosi
P Baccarani M Short-term thalidomide incorporated into double autologous stem-cell transplantation improves
outcomes in comparison with double autotransplantation for multiple myeloma JCO 2009305001-5007
30 Barlogie B Tricot G Anaissie E Shaughnessy J Rasmussen E van Rhee F Fassas A Zangari M Hollmig K
Pineda-Roman M Lee C Talamo G Thertulien R Kiwan E Krishna S Fox M Crowley J Thalidomide and
hematopoietic-cell transplantation for multiple myeloma N Engl J Med 20063541021-1030
31 Lokhorst HM van der Holt B Zweegman S Vellenga E Croockewit S van Oers MH von dem Borne P
Wijermans P Schaafsma R de Weerdt O Wittebol S Delforge M Berenschot H Bos GM Jie KS Sinnige H
van Marwijk-Kooy M Joosten P Minnema MC van Ammerlaan R Sonneveld P Dutch-Belgian Hemato-
Oncology Group (HOVON) A randomized phase 3 study on the effect of thalidomide combined with
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multiple myeloma Blood 2010 115 1113-1120
32 Morgan GJ Davies FE Gregory WM Bell SE Szubert AJ Navarro Coy N Cook G Feyler S Johnson PR
Rudin C Drayson MT Owen RG Ross FM Russell NH Jackson GH Child JA National Cancer Research
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as induction therapy for newly diagnosed multiple myeloma patients destined for autologous stem cell
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33 Cavo M Rajkumar SV Palumbo A Moreau P Orlowski R Blade J et al International Myeloma Working
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stem cell transplantation Blood 2011 Jun 9117(23)6063-73
34 Dimopoulos MA Roussou M Gkotzamanidou M Nikitas N Psimenou E Mparmparoussi D Matsouka C
Spyropoulou-Vlachou M Terpos E Kastritis E The role of novel agents on the reversibility of renal impairment
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37 Terragna C Zamagni E Petrucci MT Durante S Patriarca P Narni F Crippa C Gorgone A Caravita T
Perrone G Nozzoli C Masini L Callea V Attolico I Cellini C Bringhen S Ledda A Montefusco V Martello
M Martinelli G Baccarani M and Cavo M Molecular remission after bortezomib-thalidomide and
dexamethasone compared with thalidomide-dexamethasone as consolidation therapy after double autologous
transplantation for multiple myeloma results of qualitative and quantitative analysis Blood 2010 116 abs 861
38 Cavo M Pantani L Petrucci MT Patriarca F Zamagni E Donnarumma D Crippa C Boccadoro M Perrone G
Falcone A Nozzoli C Zambello R Masini L Furlan A Brioli A Derudas D Ballanti S Dessanti ML De
Stefano V Carella AM Marcatti M Nozza A Ferrara F Callea V Califano C Pezzi A Baraldi A Grasso M
Musto P Palumbo A GIMEMA (Gruppo Italiano Malattie Ematologiche dellAdulto) Italian Myeloma Network
Bortezomib-thalidomide and dexamethasone is superior to thalidomide-dexamethasone as consolidation therapy
following autologous hematopoietic stem-cell transplantation in patients with newly diagnosed multiple
myeloma Blood 2012 Jul 51209-19
39 Attal M Harousseau JL Leyvraz S Doyen C Hulin C Benboubker L Yakoub Agha I Bourhis JH Garderet L
Pegourie B Dumontet C Renaud M Voillat L Berthou C Marit G Monconduit M Caillot D Grobois B Avet-
Loiseau H Moreau P Facon T Inter-Groupe Francophone du Myeacutelome (IFM) Maintenance therapy with
thalidomide improve survival in patients with multiple myeloma Blood 20061083289-3294
40 Morgan GJ Gregory WM Davies FE Bell SE Szubert AJ Brown JM Coy NN Cook G Russell NH Rudin C
Roddie H Drayson MT Owen RG Ross FM Jackson GH Child JA National Cancer Research Institute
Haematological Oncology Clinical Studies GroupThe role of maintenance thalidomide therapy in multiple
myeloma MRC myeloma IX results and meta-analysis Blood 2012 Jan 5119(1)7-15
41 Spencer A Prince HM Roberts AW Prosser IW Bradstock KF Coyle L Gill DS Horvath N Reynolds J
Kennedy N Consolidation therapy with low-dose thalidomide and prednisolone prolongs the survival of
multiple myeloma patients undergoing a single autologous stem-cell transplantation procedure JCO
2009271788-1793
42 Stewart AK Trudel S Bahlis NJ White D Sabry W Belch A Reiman T Roy J Shustik C Kovacs MJ
Rubinger M Cantin G Song K Tompkins KA Marcellus DC Lacy MQ Sussman J Reece D Brundage M
LINEE GUIDA MIELOMA
34
Harnett EL Shepherd L Chapman JA Meyer RM A randomized phase 3 trial of thalidomide and prednisone as
maintenance therapy after ASCT in patients with MM with a quality-of-life assessment the National Cancer
Institute of Canada Clinicals Trials Group Myeloma 10 Trial Blood 2013 Feb 28121(9)1517-23
43 Cavo M Pantani L Tacchetti P Pallotti MC Brioli A Petrucci A Zamagni E Tosi P Thalidomide maintenance
in multiple myeloma certainties and controversies JCO 200927186-187
44 Attal M Lauwers-Cances V Marit G Caillot D Moreau P Facon T Stoppa AM Hulin C Benboubker L
Garderet L Decaux O Leyvraz S Vekemans MC Voillat L Michallet M Pegourie B Dumontet C Roussel M
Leleu X Mathiot C Payen C Avet-Loiseau H Harousseau JL IFM Investigators Lenalidomide maintenance
after autologous stem-cell transplantation for multiple myelomaN Eng J Med 2012 10 1782-91
45 McCarthy PL Owzar K Hofmeister CC Hurd DD Hassoun H Richardson PG Giralt S Stadtmauer EA
Weisdorf DJ Vij R Moreb JS Callander NS Van Besien K Gentile T Isola L Maziarz RT Gabriel DA
Bashey A Landau H Martin T Qazilbash MH Levitan D McClune B Schlossman R Hars V Postiglione J
Jiang C Bennett E Barry S Bressler L Kelly M Seiler M Rosenbaum C Hari P Pasquini MC Horowitz MM
Shea TC Devine SM Anderson KC Linker C Lenalidomide after stem-cell transplantation fro multiple
myeloma N Engl J Med 2012 10 1770-81
46 Moreau P Pylypenko H Grosicki S Karamanesht I Leleu X Grishunina M Rekhtman G Masliak Z Robak T
Shubina A Arnulf B Kropff M Cavet J Esseltine DL Feng H Girgis S van de Velde H Deraedt W
Harousseau JL Subcutaneous versus intravenous administration of bortezomib in patients with relapsed multiple
myeloma A randomized phase 3 non-inferiority study Lancet Oncology 2011 12 431-44
47 McElwaiv amp Powles 1983 High-dose intravenous melphalan for plasma-cell leukaemia and myeloma Lancet
1983 Oct 82(8354)822-4
48 Harousseau J Avet-loiseau H Attal M High complete and very good partial response rates with bortezomib-
dexamethasone as induction prior to ASCT in newly diagnosed pattients wuith high-risk myeloma results of the
IFM2005-01 phase 3 trial ndash Blood 2009 114 abstract 353
49 Cavo M Tacchetti P Patriarca F Petrucci MT Pantani L Galli M Di Raimondo F Crippa C Zamagni E
Palumbo A Offidani M Corradini P Narni F Spadano A Pescosta N Deliliers GL Ledda A Cellini C
Caravita T Tosi P Baccarani M GIMEMA Italian Myeloma Network Bortezomib with thalidomide plus
dexamethasone compared with thalidomide plus dexamethasone as induction therapy before and consolidation
therapy after double autologous stem-cell transplantation in newly diagnosed multiple myeloma a randomised
phase 3 study Lancet 2010376(9758)2075-2085
50 Rajkumar SV Jacobus S Callander NS et al lenalidomide plus high-dose dexamethasone versus lenalidomide
plus low-dose dexamethasone as intial therapy for newly diagnoses multiple myeloma an open albel randomized
controller trial Lancet Oncol 201011(1)29-37
51 Richardson PG Weller E Lonial S et al Lenalidomide bortezomib and dexamethasone combination therapy in
patients with newly diagnosed multiple Myeloma Bloob 2010116(5)679-86)
52 Boccadoro M Cavallo F Gay F et al Melphalan-prednisone-lenalidomide (MPR) versus High dose melphalan
and autologous transplantation ( MEL 200) plus lenalidomide maitenance or no maintenance in newly diagnoses
Multiple Myeloma patients J Clin Oncol 2013 31 abstract 8509)
53 Gay F Hajek R Dira Diramondo F et al Cyclophosphamide-lenalidomide-dexamethasone vs autologous
transplant in newly diagnosed myeloma a phase III trial Clin Lymphoma Myeloma Leuk 201313 (suppl
1)S40
54 Stewart AK Vescio R Schiller G Purging of autologous peripheral-blood stem cells using CD34 selection
does not improve overall or progression-free survival after high-dose chemotherapy for multiple myeloma
results of a multicenter randomized controlled trial Journal of Clinical Oncology (2001) 19 3771ndash3779
55 Kumar A Kharfan-Dabaja MA Glasmacher A Djulbegovic B Tandem versus single autologous hematopoietic
cell transplantation for the treatment of multiple myeloma a systematic review and meta-analysis J Natl Cancer
Inst 2009 101(2) 100-10
56 Barlogie B Attal M Crowley J Lomg term follow-up of autotransplantation trials for multiple myeloma update
of protocols conducted by the Intergroupe Francophone du Myelome South-west Oncology Group and the
University of Arkansas for Medical Sciences J Clin Oncol201028(7)1209-1214
57 Attal Harousseau JL Facon T Single versus double autologous stem-cell transplantation for multiple
myeloma New England Journal of Medicineigrave (2003) 349 2495ndash2502)
58 Cavo M Tosi P Zamagni E Prospective randomized study of single compared with double autologous stem-
cell transplantation for multiple myeloma Bologna 96 clinical study J Clin Oncol2007252434-2441
59 Maumann-Winter et al Cochrane database Syst Rev 2012 act 1710cd 004626
60 Knudsen LM Nielsen B Gimsing P amp Geisler C Autologous stem cell transplantation in multiple
myeloma outcome in patients with renal failure European Journal of Haematology 2005 75 27ndash33)
LINEE GUIDA MIELOMA
35
61 Garban F Attal M Michallet M et al Prospective comparison of autologous stem cell transplantation
followed by dose-reduced allograft (IFM99-03 trial) with tandem autologous stem cell transplantation (IFM99-
04 trial) in high-risk de novo multiple myeloma Blood 2005 - 107 3474ndash3480
62 Phillips GL Meisenberg B Reece DE et al Amifostine and autologous henatopietic stem cell support of
escalating-dose melphalan a phase I study Biol Blood Marrow Transpalnt 2004 Jul10(7)473-83
63 Moreau P Facon T Attal M Comparison of 200 mgm(2) melphalan and 8 Gy total body irradiation plus
140 mgm(2) melphalan as conditioning regimens for peripheral blood stem cell transplantation in patients with
newly diagnosed multiple myeloma final analysis of the Intergroupe Francophone du Myelome 9502
randomized trial Blood 2002 99 731ndash735
64 Mohamad Mohty and Jean-Luc Harousseau treatment of autologous stem cell transplant-elegible multiple
myeloma patients ten questions and answers Haematologica 201499(3)408-416
65 Roussel M Moreau P Huynh A Bortezomib and high-dose melphalan as conditioning regimen before
autologous stem cell transplantation in patients with de novo multiple myeloma a phase 2 study of the
Intergroupe Francophone du Myelome (IFM) Blood 2010 115 32ndash37)
66 Hunter HM Peggs K Powles R et al Analysis of outcome following allogeneichaemopoietic stem cell
transplantation formyeloma using myeloablative conditioning evidence for a superior outcome using melphalan
combined with total body irradiation British Journal of Haematology 2005 128 496ndash502
67 Crawley C Iacobelli S Bjorkstrand B Reduced-intensity conditioning for myeloma lower nonrelapse
mortality but higher relapse rates compared with myeloablative conditioning Blood 2007 109 3588ndash3594
68 Rotta M Storer BE Sahebi F Long-term outcome of patients with multiple myeloma after autologous
hematopoietic cell transplantation and nonmyeloablative allografting Blood 2009 113 3383ndash 3391
69 Bruno B RotaM Patriarca F A comparison of allografting with autologous autografting for newly diagnosed
myeloma N Engl J Med 2007 3561110-1120 )
70 Garban F Attal M Michallet M Prospective comparison of autologous stem cell transplantation followed by
dose-reduced allograft (IFM99-03 trial) with tandem autologous stem cell transplantation (IFM99-04 trial) in
high-risk de novo multiple myeloma Blood (2006) 107 3474ndash3480
71 Rosinol L Perez-Simon JA Sureda A prospective PETHEMA study of tandem autologous transplantation
versus autograft followed by reduced-intensity conditioning allogeneic transplantation in newly diagnosed
multiple myeloma Blood (2008) 112 3591ndash3593
72 Lokhorst H Sonneveld P amp Van der Holt BDonor versus no donor analysis of newly diagnosed myeloma
patients included in the HOVON 5054 study Blood ASH Annual Meeting 2008 112 Abstracts) 461
73 Bjorkstrand B Lacobelli S amp Hegenbart A Autologous stem cell transplantation (ASCT) versus ASCT
followed by reduced-intensity conditioning (RIC) allogeneic SCT with identical sibling donor in previously
untreated multiple myeloma (MM) a prospective controlled trial by the EBMT Bone Marrow Transplantation
(2009) (abstract) 43 223
74 Engelhardt M Terpos E Kleber M et al European Myeloma Network recommendations on the evaluation and
treatment of newly diagnosed patients with multole Myeloma Haematologica2014 99(2)232-242
LINEE GUIDA MIELOMA
36
7 Mieloma Multiplo recidivato o refrattario
71 Definizione di malattia recidivarefrattaria
Per MM refrattario si intende una malattia che non ha presentato almeno una risposta parziale a 3 o piugrave
cicli di terapia antimieloma o che egrave progredita entro 60 giorni dallrsquoultimo trattamento Si distingue la
categoria del MM refrattario primitivo che comprende i pazienti giagrave sottoposti a piugrave linee di terapia i quali
non hanno mai presentato almeno una risposta parziale a tutte le precedenti linee di terapia
Per MM ricaduto si intende un MM precedentemente trattato che richiede una nuova terapia di salvataggio
dopo un intervallo di remissione parziale o completa di almeno 60 giorni La definizione della recidiva di
malattia segue i criteri dellrsquoInternational Myeloma Working Group IMWG riportati nella tabella
sottostante
Categorie Criteri di valutazione
Malattia progressiva (PD) Necessario almeno uno dei seguenti criteri - Incremento ge25 CM (almeno ge 05 gdl) - Incremento ge 25 CM urinaria (almeno ge 200 mg 24 ore) - Incremento gt 10 dellinfiltrato plasmacellulare midollare - Comparsa di nuove lesioni osteolitiche o plasmocitomi - Ipercalcemia
Recidiva clinica Necessario almeno uno dei seguenti criteri - Comparsa di plasmocitoma o lesioni ossee - Incremento dimensionale di preesistente plasmocitoma o di lesioni ossee - Ipercalcemia (gt 115 mgdl 263 mmoll) - Riduzione dellemoglobina gt 2 gdl - Incremento del valore della creatinina gt 2 mgdl
Recidiva da precedente
remissione completa (RC) Necessario almeno uno dei seguenti criteri - Riscontro di CM sierica o urinaria allelettroforesi o immunofissazione - Incremento delle plasmacellule midollari gt 5 - Evidenza di segni correlati a progressione di malattia (Lesioni litiche
plasmocitoma ipercalcemia ecc)
72 Trattamento
La decisione di iniziare un trattamento di salvataggio
Pazienti con MM in recidiva devono essere ritrattati dopo la ricomparsa dei segni e sintomi di malattia
I criteri CRAB devono essere utilizzati anche per i pazienti in recidiva cosigrave come per i pazienti alla diagnosi
La morfologia e lentitagrave dellrsquoinfiltrato plasmacellulare midollare non devono essere usati come criteri di
inizio della terapia La cinetica di progressione della CM sierica e in particolare il raddoppiamento del suo
valore in 2 mesi egrave stato recentemente proposto come criterio per iniziare il trattamento ma non crsquoegrave al
momento consenso su questa indicazione Al contrario un lento incremento della CM senza segni di
evoluzione clinica non deve essere utilizzato come indice di ritrattamento
Opzioni per la terapia di salvataggio
Attualmente per il trattamento dei pazienti affetti da recidiva di malattia non abbiamo un regime di terapia o
una sequenza di farmaci ottimale (1) Bortezomib e agenti immunomodulanti come talidomide e
lenalidomide (ImiDs) sono molecole molto efficaci in questo setting di pazienti In uno studio
LINEE GUIDA MIELOMA
37
internazionale randomizzato di fase III bortezomib utilizzato come singolo agente si egrave dimostrato superiore
in termini di percentuale di risposta mediana di TTP e sopravvivenza rispetto alle alte dosi di desametasone
Questo ha permesso allrsquoEMEA nel 2005 di approvare il bortezomib come seconda linea di trattamento per i
pazienti con MM (2) (Livello di evidenza 1++) Un ulteriore miglioramento della TTP si egrave ottenuto
combinando il bortezomib con la doxorubicina liposomiale rispetto al solo bortezomib come dimostrato in
un successivo studio internazionale di fase III (3)
(Livello di evidenza 1++) Inoltre studi di fase II hanno
dimostrato come lrsquoaggiunta di desametasone aumenta la percentuale di risposte dal 18 al 33 nei pazienti
con risposte subottimali con il solo bortezomib Questo ha permesso di poter utilizzare in Italia il bortezomib
associato al desametasone nei pazienti in recidiva o refrattari (Legge 648)
Altre promettenti associazioni come bortezomib e talidomide bortezomib e lenalidomide e bortezomib e
melphalan sono state utilizzate in studi di fase II (4-6) (Livello di evidenza 3)
In due studi di fase III egrave stato dimostrato un significativo prolungamento del TTP utilizzando lenalidomide in
associazione al desametasone rispetto al solo desametasone questo ne ha permesso lrsquoapprovazione da parte
dellrsquoEMEA nel 2008 (78) (Livello di evidenza 1++ per la riduzione dei dosaggi di DEX che comunemente
vengono usati rispetto a quelli dello studio) Questi studi (MM-009 and MM-010) hanno dimostrato come sia
possibile ottenere un tasso di risposta complessivo del 60 con CR del 15 ed un TTP di almeno 111
mesi circa utilizzando la lenalidomide in combinazione con desametasone
Una efficacia clinica della combinazione Talidomide-Desametasone egrave stata dimostrata con studi di fase II (9-
11) (Livello di evidenza 3) peraltro non confermati con studi di fase III La talidomide utilizzata ad un
dosaggio mediano di 200ndash400 mg al giorno ha dato risposte in circa il 50 dei pazienti risposte di durata di
circa 12 mesi tali dati peraltro non sono stati sufficienti per ottenere lrsquoapprovazione da parte della FDA o
della EMEA per la talidomide in questa categoria di pazienti
Le alterazioni citogenetiche gli alti valori di beta-2-microglobulinemia e bassi livelli di albumina anche per i
pazienti in recidiva o refrattari hanno lo stesso valore prognostico negativo descritto per i pazienti al
momento della diagnosi Ulteriori caratteristiche come le catene leggere lrsquoisotipo IgA lrsquoinsufficienza renale
la malattia extramidollare il MM iposecernente e la malattia ossea possono condizionare lrsquoandamento della
malattia al momento della recidiva o quando si dimostra refrattaria ai trattamenti utilizzati Sia il bortezomib
che la talidomide si sono dimostrati efficaci e sicuri nei pazienti con insufficienza renale cosigrave come
bortezomib e lenalidomide hanno dimostrato di superare la prognosi negativa data dalla delezione del
cromosoma 13 e dalla translocazione t(414) (1213)
Al momento numerose altre molecole sono in valutazione in studi di fase III nellrsquoottica di ottenere risultati
che permetteranno di avere altre armi terapeutiche nel MM in recidiva Tra questi il carfilzomib un nuovo
inibitore irreversibile del proteosoma si egrave dimostrato attivo nei pazienti con MM refrattari alle terapie
convenzionali sia in studi di fase I (14) che in studi di fase II (1516) La pomalidomide il piugrave nuovo
immunomodulatore valutata in studi clinici e di cui vengono riportati interessanti dati sullrsquoefficacia (17-19)
(Livello di evidenza 3) La bendamustina farmaco attivo nel MM (20) egrave al momento in valutazione in
schemi di associazione con altri agenti come lenalidomide o bortezomib Inoltre sulla base di studi
preclinici gli inibitori degli istoni deacetilasi sia il vorinostat (21) che il panobinostat (22) vengono
attualmente testati in associazione con bortezomib
Il trapianto di cellule staminali autologhe puograve essere considerata unrsquoopzione terapeutica anche per i pazienti
in recidiva e refrattari nonostante gli studi al momento siano limitati In uno studio randomizzato disegnato
nel 1990 egrave stato valutato il tempo ottimale per eseguire ASCT paragonando i risultati ottenuti con un
trapianto eseguito subito dopo la terapia di induzione oppure al momento della recidiva I risultati hanno
dimostrato una OS simile nei 2 gruppi con una mediana di sopravvivenza superiore a 5 anni (23) (Livello di
evidenza 3 studi eseguiti in setting diversi)
Il trapianto allogenico RIC ha mostrato un diverso controllo del MM dipendente dallo stato della malattia al
momento del trapianto stesso con una significativa riduzione dellrsquo EFS nei pazienti in recidiva e refrattari
rispetto ai pazienti rispondenti (24)
(Livello di evidenza 3)
LINEE GUIDA MIELOMA
38
Nonostante lrsquointroduzione di trattamenti attivi con meccanismi dazione differenti rispetto alla chemioterapia
i pazienti sensibili alle terapie hanno una durata di risposta molto variabile ma inesorabilmente la storia
naturale di questa patologia egrave caratterizzata da ulteriori recidive di malattie la cui risposta ai trattamenti
diviene sempre piugrave breve
Per molti pazienti in recidiva lobiettivo della terapia non si discosta molto dal trattamento alla diagnosi con
la possibilitagrave di ottenere il controllo della patologia il miglioramento dei sintomi e della qualitagrave della vita
prolungandone la sopravvivenza accanto a questi perograve bisogna tener presenti i pazienti in cui i possibili
effetti collaterali del trattamento e le patologie associate limitano le opzioni terapeutiche
La terapia palliativa dovragrave essere perciograve presa in considerazione dopo 2 linee di terapia che includono i
nuovi farmaci e che si sono rivelate inefficaci
Tutte le armi terapeutiche disponibili come radioterapia bisfosfonati corticosteroidi oppiacei e basse dosi di
chemioterapia dovranno essere utilizzate per alleviare i sintomi della malattia
Mieloma Multiplo trattamento malattia recidivatarefrattaria
Regimi di terapia preferiti
Terapia di
salvataggio
bull Lenalidomide + desametasone bull Bortezomib + desametasone bull Bortezomib+ desametasone+ doxorubicina liposomiale
Altri regimi possibili
bull Talidomide plusmn desametasone bull Bendamustina plusmn desametasone
bull Melphalan ad alte dosi + reinfusione di cellule staminali autologhe bull Bortezomib+desametasone + alchilante (ciclofosfamide o melphalan) bull Bortezomib+lenalidomide+desametasone bull Lenalidomide+ desametasone+ alchilante (ciclofosfamide o melphalan)
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
A Pazienti con MM in recidiva devono essere ritrattati dopo la
ricomparsa dei segni e sintomi di malattia definiti dai criteri
CRAB(1) Positiva forte
A
I regimi di salvataggio raccomandati sono rappresentati dal
bortezomib in associazione al desametasone (2) dal
bortezomib in associazione al desametasone e alla
doxorubicina liposomiale peghilatan (3) e dalla lenalidomide
in combinazione con il desametasone (78) I criteri per la scelta piugrave appropriata della terapia di re-
induzione deve essere fatta tenendo presente a) il principio
della rotazione di tutti i farmaci escludendo quelli a cui il
paziente ha mostrato resistenza b)lrsquoetagrave del paziente c) la
funzionalitagrave renale la presenza di neuropatia la precedente
tossicitagrave ematologica d) la durata della remissione ottenute
in precedenza
Positiva forte
LINEE GUIDA MIELOMA
39
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
D
Una seconda terapia di re-induzione con i nuovi farmaci
seguita dal trapianto di cellule staminali autologhe puograve essere
eseguita nei pazienti di etagrave inferiore o uguale a 65 anni senza
comorbilitagrave severe che abbiano avuto una remissione di
almeno 24 mesi dopo un precedente trapianto autologo e
siano responsivi alla terapia di salvataggio (23)
Positiva debole
D
Il trapianto di cellule staminali allogeniche dovragrave essere
eseguito soltanto nellrsquoambito di studi clinici in pazienti che
hanno ottenuto una risposta con la terapia di re-induzione
(24)
Studi clinici
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(010) Study Investigators Lenalidomide plus dexamethasone for relapsed or refractory multiple myeloma N
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9 Palumbo A Giaccone L Bertola A Pregno P Bringhen S Rus C Triolo S Gallo E Pileri A Boccadoro M
Low-dose thalidomide plus dexamethasone is an effective salvage therapy for advanced myeloma
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10 Dimopoulos MA Zervas K Kouvatseas G Galani E Grigoraki V Kiamouris C Vervessou E Samantas E
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11 Alexanian R Weber D Giralt S Delasalle K Consolidation therapy of multiple myeloma with thalidomide-
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40
12 Bahlis NJ Song K Trieu Y Roland B Masih-Khan E Chang H Bruyere H Mansoor A Horsman D Eliasziw
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randomized clinical trial Blood 1998923131ndash6
24 Maloney DG Molina AJ Sahebi F et al Allografting with nonmyeloablative conditioning following
cytoreductive autografts for the treatment of patients with multiple myeloma Blood 20031023447ndash54
LINEE GUIDA MIELOMA
41
8 Terapie di supporto e management delle tossicitarsquo correlate alla terapia
81 Malattia ossea
La malattia ossea egrave la maggiore causa di morbiditagrave nel MM ricorrendo in circa lrsquo80 dei pazienti durante la
malattia con la comparsa di lesioni osteolitiche fratture patologiche compressioni radicolari e grave
sintomatologia dolorosa nel 60 circa dei pazienti (1) La disabilitagrave derivante da questi eventi scheletrici
(SRE skeletal related events) non soltanto impatta sulla qualitagrave di vita e sul performance status ma riduce
significativamente la sopravvivenza globale I pazienti con fratture patologiche presentano infatti un rischio
di morte aumentato del 20 rispetto ai pazienti senza fratture (2) La prevenzione ed il trattamento degli
SRE rappresenta pertanto uno dei principali obiettivi della terapia di supporto del MM
811 Terapia medica
I bisfosfonati (BSF) rappresentano il presidio terapeutico primario nel trattamento della malattia ossea
Nellrsquoambito di questi farmaci gli amino-BSF di seconda generazione tra cui lo zoledronato (ZOL) ed il
pamidronato (PAM) hanno dimostrato maggiore efficacia riducendo significativamente lrsquoincidenza di eventi
scheletrici al 25 rispetto al 68 dellrsquoetidronato e al 36 del clodronato Una recente metanalisi ha incluso
i risultati di 17 studi (randomizzati enon randomizzati) che testavano lrsquoefficacia dei bisfosfonati in pazienti
con carcinoma mammario prostatico e MM Alcuni degli studi considerati erano di bassa qualitagrave
metodologica In una cosigrave eterogenea popolazione di pazienti lo ZOL ha mostrato superioritagrave in termini di
riduzione del rischio di SREs rispetto agli altri bisfosfonati Tuttavia non sono stati sinora condotti studi
randomizzati di comparazione testa a testa fra i vari bisfosfonati (34) (Livello di evidenza 1+) Alcuni
nuovi farmaci tra cui Denosumab possono essere indicati nel trattamento della bone mineral density (MBD)
ma al momento sono utilizzabili unicamente nellrsquoambito di studi clinici
MGUS e MM asintomatico Sebbene asintomatici e senza lesioni scheletriche i pazienti affetti MGUS presentano alterato turnover osseo
per gli aumentati livelli sierici ed urinari dei markers di osteolisi oltre che un rischio di fratture ossee 16
volte piugrave elevato rispetto alla popolazione generale (5) A questo riguardo due studi clinici di fase II (67)
hanno dimostrato gli effetti benefici sulla bone mineral density (BMD) mediante ZOL semestrale nei
pazienti con MGUS e osteoporosi sebbene al momento manchino dati conclusivi circa la sicurezza e
lrsquoefficacia nella prevenzione degli SRE (Livello di evidenza 3) Anche lrsquoAlendronato migliora la BMD in
questi pazienti senza evidenze sulla capacitagrave di rallentare la progressione della malattia ossea (8) In un
recente studio prospettico di fase III nel MM asintomatico la somministrazione mensile di ZOL riduce
lrsquoincidenza di SRE senza peraltro nessun impatto sul time to progression (TTP) Tuttavia il basso numero di
pazienti reclutati rispetto a quanto preventivato limita la potenza statistica dello studio (9) (Livello di
evidenza 1+) Alla luce di questi dati lrsquouso dei BSF nei pazienti con MGUS e MM asintomatico non egrave al
momento raccomandabile se non nellrsquoambito di trials clinici
MM sintomatico Lo ZOL ed il PAM costituiscono lrsquoattuale standard of care per la terapia medica della malattia ossea nel
MM Lrsquoinfusione mensile di PAM 90 mg o di ZOL 4 mg comporta riduzione nella ricorrenza degli eventi
scheletrici e miglioramento della qualitagrave di vita nei pazienti con MM sintomatico (10-13) (Livello di
evidenza 1++) Studi di confronto fra i due farmaci documentano una sovrapponibile efficacia (14) a fronte
tuttavia di un aumento del rischio di osteonecrosi della mandibola (ONJ) nei soggetti in trattamento con ZOL
(15) Lo studio randomizzato Medical Research Council Myeloma IX (16) ha arruolato 1960 pazienti con
MM sintomatico a ricevere ZOL o clodronato alla diagnosi in associazione alla terapia anti-MM ottenendo
non soltanto una riduzione degli eventi scheletrici al 27 e 35 rispettivamente ma anche un significativo
allungamento della overall survival (OS) e della progression free survival (PFS) nel braccio ricevente ZOL
LINEE GUIDA MIELOMA
42
Questo risultato conferma studi preclinici di un possibile effetto antitumorale diretto di ZOL (1718) Un
miglioramento nei tassi di CR o VGPR egrave descritto nei pazienti in trattamento con terapia non mieloablativa
(16) per cui lo ZOL egrave ritenuto da alcuni panels di esperti il BSF elettivo per il trattamento della malattia
ossea nel MM (19) Tuttavia una revisione sistematica Cochrane aggiornata nel 2012 (20) attribuisce allo
ZOL un vantaggio in termini di OS e PFS solo verso placebo o etidronato ma non rispetto agli altri BSF
(Livello di evidenza 1++)
Il trattamento prolungato con BSF aumenta il rischio di ONJ potendo alla lunga comportare unrsquoinversione
del loro rapporto rischio-beneficio (2122) mentre il potenziale beneficio della sospensione dei BSF sulla
risoluzione dellrsquoONJ egrave indefinito (2324) Nel paziente con MM sintomatico prima di attivare terapia con
BFS egrave necessario effettuare procedure odontoiatriche di screening che devono essere completate almeno 4-6
settimane prima dellrsquoinizio del trattamento (24) (Livello di evidenza 3)
Lrsquoimpiego di amino-BSF aumenta il rischio di insufficienza renale (1125) e richiede pertanto una rigorosa
valutazione della funzionalitagrave renale periodicamente (Livello di evidenza 4)
La Tabella 1 riassume le riduzioni posologiche consigliate per i principali BSF in relazione ai livelli del
filtrato glomerulare
Tabella 1 - Terapia con bisfosfonati nel MM con insufficienza renale riduzioni posologiche consigliate
Clearance della
creatinina Clodronato
(dosaggiodie) Pamidronato
(dosaggio4 settimane) Acido Zoledronico
(dosaggio4 settimane)
gt 60 mlmin 1600 mg 90 mg 4 mg
30-60 mlmin 1600 mg 90 mg 3-35 mg
10-30 mlmin 800 mg 30 mg in 2-4 ore Non raccomandato
lt 10 mlmin Non raccomandato 30 mg in 2-4 ore Non raccomandato
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
A
Lrsquouso dei BSF egrave raccomandato nella terapia del MM
sintomatico indipendentemente dalla presenza documentata di
lesioni osteolitiche (10-13 radic I l PAM e lo ZOL mostrano simile efficacia nella
prevenzione e nel trattamento degli SRE(13)
Positiva forte
D I BSF non sono indicati nella terapia di supporto della malattia
ossea nella MGUS e nel MM asintomatico se non nellrsquoambito
di studi clinici (9) Negativa debole
D
In corso di terapia con BSF la funzionalitagrave renale deve essere
attentamente monitorata In caso di comparsa di alterazione
della funzionalitagrave renale il trattamento con BFS deve essere
sospeso o la sua posologia deve essere ridotta (1125)
Positiva forte
812 Radioterapia
Nella malattia ossea del MM la radioterapia egrave utile a scopo antalgico e nelle localizzazioni scheletriche a
rischio di frattura soprattutto vertebrale Il controllo della sintomatologia dolorosa egrave generalmente raggiunto
con dosi comprese fra 10 e 25 Gy (2627) Nessuna differenza in termini di efficacia antalgica egrave stata
documentata fra la singola irradiazione con 8 Gy e il trattamento frazionato con dosi complessive sino a 40
Gy in una metanalisi che comparava differenti schedule di trattamento in pazienti con metastasi scheletriche
da ogni forma di cancro In particolare sono stati inclusi nella metanalisi 8 trials che paragonavano differenti
schedule di irradiazione singola o multipla insieme a 8 trials che confrontavano irradiazione singola vs
trattamento frazionato La qualitagrave metodologica degli studi presi in considerazione non era uniforme e non
LINEE GUIDA MIELOMA
43
sono escludibili bias di pubblicazione e di revisione della letteratura Infatti i risultati del quality assessment
degli studi inclusi non sono riportati e vengono forniti dettagli limitati sulla condotta metodologica della
revisione della letteratura (28) (Livello di evidenza 1+) La radioterapia con dosi superiori a 30 Gy puograve
essere invece utilizzata a scopo terapeutico in caso di compressione midollare (29) (Livello di evidenza 3)
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione
Forza della
Raccomandazione
B
Unrsquoaccurata valutazione radioterapica egrave indicata in
concomitanza di dolore osseo severo comparsa di fratture
ossee o compressione midollare Il trattamento
radioterapico con erogazione di 8 Gy in singola seduta puograve
essere sufficiente controllare la sintomatologia associata
alla malattia ossea nel MM (26-28)
Positiva Forte
D Dosi di almeno 30 Gy sono necessarie a scopo
terapeuticodecompressivo in sede vertebrale (29) Positiva forte
813 Chirurgia
La chirurgia ortopedica deve essere presa in considerazione in caso di fratture alle ossa lunghe instabilitagrave o
crolli vertebrali con compressione spinale o radicolare (30) Sia la vertebroplastica sia la cifoplastica
comportano buoni risultati antalgici e di bio-meccanica soprattutto se praticate entro la prima settimana dal
crollo vertebrale In particolare uno studio ha recentemente randomizzato 134 pazienti con compressione
spinale da metastasi vertebrali alla cifoplastica o al management non-chirurgico riportando una chiara
superioritagrave efficace antalgica della prima opzione (31) Lrsquoefficacia della vertebroplasticacifoplastica egrave stata
inoltre valutata retrospettivamente nei pazienti affetti da MM con compressione midollare ed il suo effetto
antalgico egrave stato messo in relazione con il complessivo miglioramento della qualitagrave di vita Tuttavia la
natura retrospettiva dello studio e la mancanza di informazioni relative alla terapia anti-MM praticata dopo la
chirurgia limita lrsquointerpretazione dei risultati (32) (Livello di evidenza 1+) La chirurgia spinale puograve essere
utilizzata in regime drsquourgenza a scopo decompressivo La gestione del paziente con fratture ossee deve
essere sempre multidisciplinare coinvolgendo varie figure professionali fra cui lonco-ematologo il
radioterapista lrsquoortopedico il neurochirurgo e il terapista del dolore
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione
Forza della
Raccomandazione
B Lrsquoimpiego della stabilizzazione vertebrale mediante
vertebroplastica o cifoplastica egrave indicato a scopo sia
terapeutico sia preventivo (32 Positiva debole
82 Ipercalcemia
Lrsquoipercalcemia egrave una complicanza che ricorre nel 15 circa dei pazienti manifestandosi con irritabilitagrave
sonnolenza obnubilamento del sensorio sino al coma anoressia stipsi nausea vomito polidipsia poliuria e
talora nefrolitiasi Egrave dovuta al patologico riassorbimento osseo allrsquoalterata funzione tubulopatica del rene ed
in parte alla produzione di PTHrP (33)
Lrsquoipercalcemia moderata (calcemia corretta 106-118 mgdl) puograve essere risolta mediante idratazione (34)
(Livello di Evidenza 4) mentre il trattamento delle forme severe costituisce unrsquourgenza medica e si basa
sullrsquoimpiego combinato di idratazione diuretici dellrsquoansa corticosteroidi e BSF nel cui ambito lo ZOL
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44
costituisce il farmaco di scelta Infatti mentre uno studio randomizzato ha dimostrato lrsquoequivalenza in
termini di efficacia e sicurezza di ibandronato e pamidronato (sommnistrati a dosi variabili) nei pazienti con
ipercalcemia due studi paralleli randomizzati e in doppio-cieco hanno confrontato in 287 pazienti con
ipercalcemia moderatasevera pamidronato e zoledronato documentando la superioritagrave del secondo in
termini di durata delle risposte La qualitagrave metodologica dello studio appare molto elevata
Sulla base di tali dati veniva raccomandata lo zoledronato 4 e 8 mg rispettivamente per il trattamento della
ipercalcemia di nuova diagnosi o recidivatarefrattaria (3536) (Livello di Evidenza 1+)
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
A Lo ZOL potrebbe essere utilizzato al posto di altri
bisfosfonati nel trattamento dellrsquoipercalcemia (3536) Positiva debole
A La terapia medica comprendente idratazione furosemide
corticosteroidi e BSF costituisce il trattamento drsquoelezione
per le forme severe di ipercalcemia (3536) Positiva forte
B Lrsquoipercalcemia di grado moderato puograve essere trattata con la
sola idratazione (34) Positiva debole
83 Sindrome da iperviscositagrave
Dal 2 al 6 dei pazienti con MM sviluppano la sindrome da iperviscositagrave caratterizzata da cefalea
vertigini atassia rallentamento dellrsquoeloquio stato confusionale sino al coma epistassi gengivorragia
diplopia trombosi o emorragie retiniche e papilledema Lrsquoiperviscositagrave ematica egrave di solito sintomatica per
livelli sierici di immunoglobuline superiori a 4 gdl in caso di CM IgG e di 6 gdl in caso di CM IgA (37) I
pazienti sintomatici vanno tempestivamente sottoposti a plasmaferesi attivando contestualmente la terapia
anti-MM nel piugrave breve tempo possibile (3738) (Livello di Evidenza 4)
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
D La sindrome da iperviscositagrave deve essere trattata con
plasmaferesi e tempestivo inizio della terapia anti-MM (37-
38) Positiva forte
84 Infezioni ricorrenti
Il MM egrave associato ad aumentato rischio di infezioni a causa dellrsquoipogammaglobulinemia dovuta alla
inibizione da parte del clone mielomatoso della sintesi di immunoglobuline policlonali normali al deficit
della funzione macrofagica e granulocitaria oltre che agli effetti tossici della terapia citostatica eo con
farmaci biologici e soprattutto agli effetti della terapia corticosteroidea Nei pazienti anziani con infezioni
recidivanti specie se pluritrattati e con performance status scadente egrave utile la riduzione posologica dei
corticosteroidi nei protocolli anti-MM Infatti lrsquoassociazione della lenalidomide ad alte dosi di
corticosteroidi egrave stata associata ad una maggiore mortalitagrave per tossicitagrave rispetto allrsquoassociazione di
lenalidomide e basse dosi di steroidi (39) Inoltre in uno studio che comparava in pazienti con MM di nuova
diagnosi i regimi talidomidedesametasone e melphalanprednisone la mortalitagrave non correlata al MM era
superiore quando venivano impiegate alte dosi di steroidi (40)( (Livello di evidenza 1+) Lrsquoimpiego di
fattori di crescita granulocitari (G-CSF) non egrave consigliabile nelle condizioni neutropeniche (41) (Livello di
LINEE GUIDA MIELOMA
45
evidenza 3) Nel MM non egrave indicato il trattamento antibiotico profilattico come dimostrato da uno studio
randomizzato che comparava lrsquoosservazione al trattamento con ciprofloxacina o trimethoprim-
sulfametoxazolo nei pazienti con MM di nuova diagnosi candidati a chemioterapia di induzione Lrsquoincidenza
di infezioni batteriche severe infatti non differiva fra i vari gruppi durante i primi due mesi di trattamento
Tuttavia nonostante lrsquoelevata qualitagrave metodologica dello studio lrsquoapplicabilitagrave di questi risultati alla
popolazione generale dei pazienti con MM egrave limitata (42) (Livello di evidenza 1+) mentre lrsquoinfusione
periodica di immunoglobuline puograve essere utilizzata nei pazienti con ipogammaglobulinemia (definita come
IgG lt 500 mgdL) e malattia in fase di remissione clinica per la profilassi di infezioni batteriche
Uno studio randomizzato ha infatti valutato il ruolo profilattico dellrsquoinfusione mensile di immunoglobuline
riportando una consistente riduzione delle infezioni rispetto al gruppo placebo (43) (Livello di evidenza
1+) Lrsquoefficacia della vaccinazione antinfluenzale nei pazienti con MM non egrave stata valutata in studi clinici
Dal momento che il bortezomib determina un aumentato rischio di infezioni da Herpes Zoster i pazienti
possono essere sottoposti a profilassi con aciclovir (4445) sorvegliando su potenziali tossicitagrave renale o
neurologica Infatti unrsquoanalisi retrospettiva ha mostrato un aumentato rischio di nefro e neurotossicitagrave nei
pazienti sottoposti a profilassi con acyclovir (46) (Livello di evidenza 1+)
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
B
Lrsquoimpiego di regimi terapeutici a ridotti dosaggi di
corticosteroidi (desametasone le 160 mgmese) egrave consigliabile
nei pazienti anziani pluritrattati con basso PS e infezioni
ricorrenti (39-40)
Positiva debole
B Non dovrebbe essere indicato lrsquouso di antibiotici a largo
spettro nei pazienti a rischio di infezioni (42) Negativa debole
B Lrsquoinfusione periodica di immunoglobuline egrave raccomandata
nella prevenzione delle infezioni batteriche nei pazienti
ipogammaglobulinemici in remissione clinica (43) Positiva debole
85 Insufficienza renale
Un grado variabile di alterata funzionalitagrave renale egrave presente alla diagnosi nel 20 dei pazienti con MM (1) e
si correla a sovraccarico tubulare per il riassorbimento della CM con deposito delle catene leggere ma anche
ad alterazioni metaboliche correlate allrsquoipercalcemia e allrsquoiperuricemia noncheacute alla nefrotossicitagrave da farmaci
tra cui i BSF e a condizioni correlate quali amiloidosi (47) Il rischio di myeloma kidney non egrave tuttavia
correlato alla concentrazione della CM bensigrave allrsquoentitagrave dellrsquoescrezione urinaria di catene leggere che deve
essere quindi attentamente monitorata (48) La terapia dellrsquoinsufficienza renale prevede adeguata idratazione
per normalizzare i livelli sierici di calcemia e uricemia noncheacute lrsquoastensione dallrsquouso di comuni farmaci
potenzialmente nefrotossici come i FANS gli antibiotici amino glicosidici ovvero mezzi di contrasto iodati
(Livello di evidenza 4) In concomitanza di progressivo deterioramento della funzione renale i BSF vanno
sospesi fino a riduzione della creatininemia entro il 10 dei valori di partenza mentre nellrsquoinsufficienza
renale acuta deve essere praticata adeguata idratazione associata a terapia diuretica In questi casi il
tempestivo inizio della terapia anti-MM egrave fortemente raccomandato (49) Su indicazione del nefrologo il
plasma exchange per una rapida riduzione dei livelli sierici di catene libere puograve risultare utile bencheacute
lrsquoeffetto benefico non sia adeguatamente documentato (50) (Livello di evidenza 3)
LINEE GUIDA MIELOMA
46
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
D
Unrsquoadeguata idratazione il contenimento dei livelli di
calcemia e uricemia entro i limiti normali e la limitazione
dellrsquouso di farmaci nefrotossici (FANS aminoglicosidi
mezzi di contrasto iodati) sono raccomandabili per la
prevenzione dellrsquoinsufficienza renale
Positiva debole
D
Egrave consigliabile una valutazione nefrologica in caso di
comparsa di insufficienza renale acuta che va trattata con
idratazione terapia diuretica e alte dosi di corticosteroidi
mentre il plasma exchange puograve risultare utile
Positiva debole
86 Anemia
Lrsquoanemia normocromica-normocitica associata al MM egrave generalmente multifattoriale (flogosi cronica
infiltrazione midollare mielotossicitagrave da farmaci ecc) ed egrave presente in oltre il 70 dei pazienti alla diagnosi
(1) Lrsquoemotrasfusione eo la somministrazione periodica di eritropoietina sono utili per ripristinare i livelli di
emoglobina favorendo un miglioramento della quality of life (QoL) Nella maggior parte degli studi
effettuati il trattamento a lungo termine con eritropoietina migliora significativamente lrsquoeritropoiesi
riducendo la necessitagrave di trasfusione e incrementando mediamente i livelli di emoglobina di almeno 2g
(5152) (Livello di evidenza 1+) Tuttavia lrsquoimpiego di eritropoietina e farmaci anti-MM tra cui talidomide
o lenalidomide puograve accrescere il rischio di eventi trombotici (53)
87 Trombosi
Nel MM il rischio di eventi trombotici egrave aumentato di circa 3 volte rispetto alla popolazione con MGUS e 9
volte rispetto alla popolazione normale (54) La terapia con farmaci biologici e immunomodulanti tra cui
talidomide e lenalidomide incrementa ulteriormente questo rischio specie quando combinata ai citostatici e
ai corticosteroidi (55) Lrsquoaspirina e lrsquoeparina a basso peso molecolare riducono significativamente la
suscettibilitagrave alla trombofilia mentre dati contrastanti vengono registrati con lrsquouso dei dicumarolici
finalizzati al target terapeutico fra 2 e 3 dei valori di INR In uno studio randomizzato che comparava
melphalanprednisone e melphalanprednisonetalidomide nei pazienti anziani con MM la profilassi con
enoxaparina determinava una riduzione della frequenza di tromboembolismo dal 20 al 3 Simili riduzioni
sono state registrate nei pazienti con MM di nuova diagnosi trattati con lenalidomidedesametasone e
aspirina (56-59) (Livello di evidenza 1+) Poicheacute la maggior parte degli eventi trombotici nei pazienti con
MM si verifica durante i primi sei mesi di trattamento la tromboprofilassi puograve essere interrotta nella malattia
in fase di stabilitagrave o di remissione clinica In caso di eventi trombotici la terapia con eparina a basso peso
molecolare egrave raccomandata anche nel mantenimento mentre egrave consigliabile sospendere temporaneamente
farmaci immunomodulanti (lenalidomide talidomide) Infatti uno studio ha randomizzato 336 pazienti con
tromboembolismi cancro-correlati a eparina per sei mesi o anticoagulanti orali mostrando un dimezzamento
del rischio di nuovi episodi tromboembolici col trattamento eparinico a lungo termine (6061) (Livello di
evidenza 1+) Il trattamento tromboprofilattico nei pazienti sottoposti a terapia con talidomide o
lenalidomide va stabilito in relazione alle indicazioni dellrsquoInternational Myeloma Working Group (61)
(Livello di evidenza 4) (Tabella 2)
LINEE GUIDA MIELOMA
47
Tabella 2 Modello di valutazione del rischio tromboembolico nei pazienti con MM in terapia con
talidomide o lenalidomide (adattato sulla base delle indicazioni dellrsquoInternational Myeloma Working Group (61)
Fattori di rischio legati al paziente Fattori di rischio legati
alla malattia Fattori di rischio legati
alla terapia anti-MM
Storia familiare o personale di TVP MM di nuova diagnosi Doxorubicina
Obesitagrave (BMIgt30) Iperviscositagrave ematica Alte dosi di steroidi
Comorbiditagrave (diabete insufficienza renale malattie
cardiache malattie infiammatorie croniche) Polichemioterapia
Immobilitagrave
Trombofilia emoglobinopatie sindromi
mieloproliferative
Intervento chirurgico recente
(lt 6 settimane)
Assunzione di farmaci protrombotici
(eritropoietina terapia ormonale sostitutiva
tamoxifene)
0-1 fattori di rischio aspirina 2 o piugrave fattori di rischio eparina a basso peso molecolare o warfarin (INR target 2-3) Almeno 1fattore di rischio legato alla terapia per MM eparina a basso peso molecolare o warfarin (INR target 2-3)
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
D
La stratificazione del rischio protrombotico secondo il modello
proposto dallrsquoInternational Myeloma Working Group consente di
individualizzare il trattamento tromboprofilattico dei pazienti che
assumono lenalidomide o talidomide in rapporto a fattori legati
alla malattia al paziente ed alla terapia anti-MM (60)
Positiva forte
A I pazienti che assumono lenalidomide o talidomide in
monoterapia possono effettuare tromboprofilassi con sola
aspirina (61) Positiva debole
B I pazienti che assumono lenalidomide o talidomide associate a
corticosteroidi o farmaci citostatici devono effettuare
tromboprofilassi con eparina a basso peso molecolare (61) Positiva debole
La durata ottimale della tromboprofilassi non egrave definita con
certezza Almeno 6 mesi di terapia antiaggregante o
anticoagulante dovrebbero essere garantiti ai pazienti con MM di
nuova diagnosi
Positiva debole
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30 Yeh HS Berenson JR Treatment for myeloma bone disease Clin Cancer Res 2006126279s-84s
31 Berenson J Pflugmacher R Jarzem P Zonder J et al Balloon kyphoplasty versus non-surgical
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36 Pecherstorfer M Steinhauer EU Rizzoli R et al Efficacy and safety of ibandronate in the treatment of
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37 Mehta J Singhal S Hyperviscosity syndrome in plasma cell dyscrasias Seminars in Thrombosis and
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38 Lindsley H Teller D Noonan B et al Hyperviscosity syndrome in multiple myeloma A reversible
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39 Rajkumar SV Jacobus S Callander NS Fonseca R Vesole DH Williams ME Abonour R Siegel DS
Katz M Greipp PR Lenalidomide plus high-dose dexamethasone versus lenalidomide plus low-dose
dexamethasone as initial therapy for newly diagnosed multiple myeloma an open-label randomized
controlled trial The Lancet Oncology 2009 11 29ndash37
40 Ludwig H Hajek R Toacutethovaacute E Drach J Adam Z Labar B Egyed M Spicka I Gisslinger H Greil R
Kuhn I Zojer N Hinke A Thalidomide-dexamethasone compared with melphalan-prednisolone in
elderly patients with multiple myeloma Blood 2009 1133435ndash3442
41 Mateos MV Garcia-Sanz R Colado E Olazabal J San-Miguel J Should prophylactic granulocyte-
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42 Vesole DH Oken MM Heckler C Greipp PR Katz MS Jacobus S Morrow GR University of
Rochester Cancer Center and the Eastern Cooperative Oncology Group Oral antibiotic prophylaxis of
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immunoglobulin as prophylaxis against infection in plateau-phase multiple myeloma The UK Group
for Immunoglobulin Replacement Therapy in Multiple Myeloma Lancet 1994 3431059ndash1063
LINEE GUIDA MIELOMA
50
44 Chanan-Khan A Sonneveld P Schuster M et al Analysis of herpes zoster events among bortezomib-
treated patients in the phase III APEX study J Clin Oncol 2008264784-4790
45 Vickrey E Allen S Mehta J Singhal S Acyclovir to prevent reactivation of varicella zoster virus
(herpes zoster) in multiple myeloma patients receiving bortezomib therapy Cancer 2009115229-232
46 Dasanu CA Alexandrescu DT Prophylactic antivirals may be helpful in prevention of varicella-zoster
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47 Hutchinson CA Batuman V Behrens J Bridoux F et al The pathogenesis and diagnosis of acute
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48 Drayson M Begum G Basu S Makkuni S et al Effects of paraprotein heavy and light chain types
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51 Locatelli F Aljama P Barany P Canaud B Carrera F Eckardt KU Horl WH Macdougal IC
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53 Menon SP Rajkumar SV Lacy M Falco P Palumbo A Thromboembolic events with lenalidomide-
based therapy for multiple myeloma Cancer 2008 1121522ndash1528
54 Kristinsson SY Fears TR Gridley G Turesson I Mellqvist UH Bjoumlrkholm M Landgren O Deep
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55 Zamagni E Brioli A Tacchetti P Zannetti B Pantani L Cavo M Multiple myeloma venous
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56 Zonder JA Barlogie B Durie BG McCoy J Crowley J Hussein MA Thrombotic complications in
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58 Palumbo A Bringhen S Caravita T Merla E Capparella V Callea V Cangialosi C Grasso M
Rossini F Galli M Catalano L Zamagni E Petrucci MT De Stefano V Ceccarelli M Ambrosini MT
Avonto I Falco P Ciccone G Liberati AM Musto P Boccadoro M Oral melphalan and prednisone
chemotherapy plus thalidomide compared with melphalan and prednisone alone in elderly patients
with multiple myeloma randomised controlled trial Lancet 2006367825ndash831
59 Wang M Weber DM Delasalle K Alexanian R Thalidomide-dexamethasone as primary therapy for
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60 Lee AY Levine MN Baker RI Bowden C Kakkar AK Prins M Rickles FR Julian JA Haley S
Kovacs MJ Gent M Low-molecular-weight heparin versus a coumarin for the prevention of recurrent
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61 Palumbo A Rajkumar SV Dimopoulos MA Richardson PG San Miguel J Barlogie B Harousseau J
Zonder JA Cavo M Zangari M Attal M Belch A Knop S Joshua D Sezer O Ludwig H Vesole D
Bladeacute J Kyle R Westin J Weber D Bringhen S Niesvizky R Waage A von Lilienfeld-Toal M
Lonial S Morgan GJ Orlowski RZ Shimizu K Anderson KC Boccadoro M Durie BG Sonneveld P
Hussein MA Prevention of thalidomide- and lenalidomide-associated thrombosis in myeloma
Leukemia 2008 22414ndash423
LINEE GUIDA MIELOMA
51
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LINEE GUIDA MIELOMA
60
10 Raccomandazioni prodotte con metodologia GRADE
QUESITO Nei pazienti affetti da mieloma multiplo alla diagnosi di etagrave gt65 anni e non candidabili a
terapia ad alte dosi egrave raccomandabile lrsquoutilizzo della terapia di associazione VMP (Bortezomib melphalan
e prednisone) rispetto a MPT (Talidomide melphalan e prednisone) RACCOMANDAZIONE Nei pazienti affetti da mieloma multiplo di etagrave gt65 anni e non candidabili a terapia ad alte dosi puograve essere
utilizzata lrsquoassociazione VMP (Bortezomib melphalan e prednisone)
Forza della raccomandazione POSITIVA DEBOLE
MotivazioniCommenti al bilancio BeneficioDanno Il confronto indiretto tra MPT e MPV non mostra differenze per PFS OS e morti correlate al trattamento
Lrsquoutilizzo di MPV si correla con un vantaggio in termini di ottenimento di remissione completa (41 in piugrave
ogni 1000 pazienti trattati) e mostra un trend di minor incidenza di eventi trombotici Lrsquooutcome QOL
definito dal panel critico per la decisione clinica non egrave riportato nella meta-analisi
Votazione forza raccomandazione Votazione bilancio BeneficioDanno Positiva
forte Positiva
debole Negativa
debole Negativa
forte Favorevole Incerto Sfavorevole
9 9
Implicazioni per le ricerche future Ad oggi non esistono studi controllati che oltre a fornirci un confronto piugrave attendibile fra i due schemi sia
in termini di efficacia che di tossicitagrave possano darci informazioni utili anche sulla loro reale fattibilitagrave e
sullrsquooutcome a lungo termine Pertanto sarebbe utile un confronto randomizzato tra MPT e VMP che ci
permetta di evidenziare il gruppo di pazienti che beneficerebbe maggiormente di un trattamento rispetto
allrsquoaltro valutandone inoltre lrsquoimpatto sulla QoL ed il reale rapporto costi benefici
Qualitagrave delle Evidenze La qualitagrave delle evidenze egrave stata giudicata MOLTO BASSA per le seguenti motivazioni non sono
disponibili confronti diretti tra i due trattamenti ovvero i risultati provengono solo da confronti indiretti
Per quanto riguarda gli outcome sopravvivenza globale e incidenza di trombosi venose profonde gli studi
inclusi nella meta-analisi sono eterogenei (I2 72 e 61 rispettivamente) Le evidenze esistenti in merito
alla PFS sono insufficienti per il limitato potere dellrsquoanalisi infatti lrsquoevidenza in favore di MPV deriva da
un unico studio randomizzato
Qualitagrave globale delle evidenze MOLTO BASSA
Questa raccomandazione egrave stata prodotta con metodo GRADE
In appendice online quesito clinico allrsquoorigine della raccomandazione votazione della criticitagrave degli
outcome tabella GRADE completa e caratteristiche del panel
Allegato Tabelle GRADE evidence profile
LINEE GUIDA MIELOMA
62
Author(s) MC Date 2012-06-27 Question Should the association of Bortezomib Melphalan and Prednisone vs the association of Thalidomide Melphalan and Prednisone be used for multiple myeloma in patients aged 65 or older Settings Bibliography Kumar Am J Hematol 8618ndash24 2011
Quality assessment No of patients Effect
Quality Importance
No of studies
Design Risk of bias
Inconsistency Indirectness Imprecision Other considerations
The association of Bortezomib Melphalan and Prednisone
The association of Thalidomide Melphalan and Prednisone
Relative (95 CI)
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VERY LOW
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Quality of life (assessed with not reported)
CRITICAL
Haematological toxicity (assessed with not reported)
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5 randomised trials
no serious risk of bias
no serious inconsistency
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LOW
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Deep venous thrombosis
6 randomised trials
no serious risk of bias
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2 none
601084 (55)
351148 (3)
RR 027 (006 to 123)
3
22 fewer per 1000 (from 29 fewer to 7 more)
VERY LOW
IMPORTANT
1 Results from indirect comparison
2 The existing body of evidence is relatively insufficient due to limitation of the power of the analysis The supporting evidence is derived from one trial only as in case of MBT comparator
3 the estimate of the adjusted indirect comparison of intervention MPT versus MPB (MPBTad_indirect) (such as log HR or log RR etc) is estimated by MPBTad_indirect =MPTMA -MPBMA
4 Heterogeneity was found I-squared=72
5 Heterogeneity was found I-squared=61
LINEE GUIDA MIELOMA
3
Indice
1 Epidemiologia 6
2 Inquadramento diagnostico 6
21 MGUS 8
22 Plasmocitoma solitario 8
23 MM asintomatico 9
24 MM sintomatico 10
3 Mieloma multiplo sintomatico trattamento 13
4 Criteri di risposta alla terapia 14
5 Terapia di prima linea in pazienti con etagrave gt 65 anni non candidabili a terapie intensificate 15
51 Terapie con Talidomide eo Bortezomib in associazione trials di Fase III 15
52 Terapie con Lenalidomide in associazione trials di Fase III 16
53 Terapia con Bendamustina in associazione ai nuovi farmaci 17
54 Trapianto autologo a ridotta intensitarsquo di condizionamento 17 6 Terapia di prima linea nei pazienti lt 65 anni candidabili a trapianto autologo di cellule staminali 22
61 Terapia di induzione pre-trapianto 23
62 Terapia di consolidamento e mantenimento post trapianto 26
63 Terapia ad alte dosi con supporto di progenitori emopoietici autologhi 27
64 Trapianto allogenico 29 7 Mieloma Multiplo recidivato o refrattario 36
71 Definizione di malattia recidivarefrattaria 36
72 Trattamento 36 8 Terapie di supporto e management delle tossicitarsquo correlate alla terapia 41
81 Malattia ossea 41 811 Terapia medica 41
812 Radioterapia 42
813 Chirurgia 43
82 Ipercalcemia 43
83 Sindrome da iperviscositagrave 44
84 Infezioni ricorrenti 44
85 Insufficienza renale 45
86 Anemia 46
87 Trombosi 46 9 FIGURE 51
10 Raccomandazioni prodotte con metodologia GRADE 60
Allegato Tabelle GRADE evidence profile
LINEE GUIDA MIELOMA
4
Come leggere le raccomandazioni
Le raccomandazioni vengono presentate in tabelle
La riga drsquointestazione egrave verde se sono state prodotte con metodologia SIGN oppure arancione se sono
state prodotte con il metodo GRADE (se presenti)
Qualitagrave dellrsquoevidenza
SIGN (1) Raccomandazione clinica (2)
Forza della
raccomandazione
clinica (3)
B
Nel paziente oncologico in fase avanzata di malattia
con dolore di diversa etiologia la somministrazione di
FANS e paracetamolo dovrebbe essere effettuata per
periodi limitati e con attenzione ai possibili effetti
collaterali
Positiva debole
(1) Qualitagrave dellrsquoevidenza SIGN PRECEDE LA RACCOMANDAZIONE
Nellrsquoapproccio SIGN la qualitagrave dellrsquoevidenza viene indicata con lettere (ABCD) che sintetizzano i livelli
di evidenza dei singoli studi Ogni lettera indica la ldquofiduciardquo nellrsquointero corpo delle evidenze valutate
che sostengono la raccomandazione NON riflettono sempre lrsquoimportanza clinica della raccomandazione e
NON sono sinonimo della forza della raccomandazione clinica
Qualitagrave dellrsquoevidenza SIGN
A
Almeno una meta-analisi o revisione sistematica o RCT valutato 1++ e direttamente
applicabile alla popolazione target oppure Il corpo delle evidenze disponibili consiste principalmente in studi valutati 1+ direttamente
applicabili alla popolazione target e con risultati coerenti per direzione e dimensione
dellrsquoeffetto
B
Il corpo delle evidenze include studi valutati 2++ con risultati applicabili direttamente alla
popolazione target e con risultati coerenti per direzione e dimensione dellrsquoeffetto
Evidenze estrapolate da studi valutati 1++ o 1+
C
Il corpo delle evidenze include studi valutati 2+ con risultati applicabili direttamente alla
popolazione target e con risultati coerenti per direzione e dimensione dellrsquoeffetto
Evidenze estrapolate da studi valutati 2++
D
Evidenze di livello 3 o 4
Evidenze estrapolate da studi valutati 2+
(2) LA RACCOMANDAZIONE CLINICA
Quando possibile riprende il PICO del quesito (popolazione intervento confronto outcome) in alcuni casi
puograve contenere delle specifiche per i sottogruppi indicate con il simbolo radic La raccomandazione clinica
deve esprimere lrsquoimportanza clinica di un interventoprocedura
LINEE GUIDA MIELOMA
5
(3) LA FORZA DELLA RACCOMANDAZIONE
Viene graduata in base allrsquoimportanza clinica su 4 livelli
Forza della
raccomandazione
clinica Terminologia Significato
Positiva Forte Tutti i pazienti devono
ricevere lrsquointerventoprocedura
in oggetto
Alla maggioranza dei pz con le caratteristiche
definite nella raccomandazione deve essere offerto
lrsquointervento a meno che vi siano controindicazioni
specifiche
Positiva Debole I pazienti dovrebbero ricevere
lrsquointerventoprocedura in
oggetto
Trend positivo del risultato ma con possibilitagrave di
incertezza nel bilancio tra beneficio e danno
Implica una discussione approfondita con il pz In
modo che egli possa scegliere se sottoporsi o meno
allrsquointerventoprocedura tenendo conto dei propri
valoripreferenze
Negativa Debole I pazienti non dovrebbero
ricevere lrsquointerventoprocedura
in oggetto
Trend negativo del risultato ma con possibilitagrave di
incertezza nel bilancio tra beneficio e danno
Negativa Forte Tutti i pazienti non devono
ricevere lrsquointerventoprocedura
in oggetto
Alla maggioranza dei pz con le caratteristiche
definite nella raccomandazione NON deve essere
offerto lrsquointervento
Note
La descrizione complete delle metodologie applicate alle LG AIOM egrave reperibile sul sito wwwaiomit
SIGN= Scottish Intercollagiate Guidelines Network
GRADE= Grading of Recommendations Assessment Development and Evaluation
LIVELLI DI EVIDENZA dei singoli studiopinioni
La qualitagrave delle evidenze tiene conto sia del disegno di studio sia di come lo studio egrave stato condotto viene
riportata nel testo a lato della descrizione degli studi ritenuti rilevanti a sostegno o contro uno specifico
intervento Sono presenti solo per le evidenze che sostengono la raccomandazione clinica contribuiscono a
generare il grado di raccomandazione SIGN
1 Revisioni sistematiche e meta analisi di RCT o singoli RCT
1 ++ Rischio di bias molto basso 1 + Rischio di bias basso 1 - Rischio di Bias elevato -gt i risultati dello studio non sono affidabili
2 Revisioni sistematiche e meta-analisi di studi casocontrollo o di coorte o singoli studi
casocontrollo o di coorte
2 ++ Rischio di bias molto basso probabilitagrave molto bassa di fattori confondenti elevata probabilitagrave
di relazione causale tra intervento e effetto
2 + Rischio di bias basso bassa probabilitagrave presenza fattori di confondimento moderata probabilitagrave
di relazione causale tra intervento e effetto
2 - Rischio di Bias elevato -gt i risultati dello studio non sono affidabili esiste un elevato rischio che
la relazione interventoeffetto non sia causale
3 Disegni di studio non analitici come report di casi e serie di casi
4 Expert opinion
Le informazioni complete relative al processo GRADE sono riportate nel capitolo successivo a quello delle
FIGURE
LINEE GUIDA MIELOMA
6
1 Epidemiologia
Il Mieloma Multiplo (MM) egrave una neoplasia dovuta alla proliferazione incontrollata di un clone di
plasmacellule Le plasmacellule si accumulano nel midollo osseo e producono elevate quantitagrave
drsquoimmunoglobuline tutte dello stesso tipo (componente monoclonale CM) Le cause del MM non sono note
e la sua patogenesi egrave ancora in via di definizione Fra le possibili cause vi sono fattori ambientali quali
esposizioni a pesticidi o altre sostanze chimiche radiazioni agenti infettivi Esistono sporadiche segnalazioni
di MM familiare
In Italia il MM rappresenta 12 di tutti i tumori diagnosticati tra gli uomini e 13 tra le donne con
unrsquoincidenza media ogni anno di 95 casi ogni 100000 uomini e 81 ogni 100000 donne Le stime indicano
un totale di 2315 nuovi casi diagnosticati ogni anno fra i maschi e di 2098 fra le femmine Il MM egrave una
patologia dellrsquoetagrave avanzata (figura A) infatti lrsquoetagrave mediana alla diagnosi egrave di sessantotto anni circa il 2 dei
pazienti allrsquoesordio ha meno di quaranta anni mentre il 38 dei pazienti ha unetagrave superiore a settanta anni
La maggior parte dei casi esordisce come MM de novo anche se sembra possibile virtualmente postulare in
tutti i pazienti una precedente fase di gammopatia monoclonale drsquoincerto significato (MGUS) (1) I tassi
dincidenza per MM sono abbastanza omogenei sia come distribuzione regionale sia come andamento nel
tempo Lrsquoincidenza del MM egrave nel complesso stabile mentre la mortalitagrave egrave in lieve calo (figura B)
Figura A Figura B
Secondo i dati epidemiologici riportati recentemente dallrsquoAIRTUM la sopravvivenza globale a un anno egrave del
76 mentre a cinque anni egrave solo del 42 Non si registrano differenze sulla base del sesso o della
distribuzione geografica (2)
2 Inquadramento diagnostico
Al riscontro di una CM serica egrave indicato sottoporre il paziente a esami di screening di I livello e a
unrsquoaccurata anamnesi e valutazione clinica
Bisogna considerare infatti che oltre che nel MM il riscontro di una CM puograve associarsi a varie patologie e
situazioni cliniche quali
Altri tumori di origine linfoide (leucemia linfatica cronica i linfomi a basso grado) e mieloide (leucemia
mieloide cronica mielodisplasia)
Tumori solidi (carcinoma del colon e della mammella)
Malattie non neoplastiche (cirrosi epatica sarcoidosi morbo di Gaucher pioderma gangrenoso)
Malattie autoimmuni (artrite reumatoide myastenia gravis malattia da crioagglutinine)
Malattie infettive (tubercolosi infezioni virali parassitosi)
Altre discrasie plasmacellulari (MGUS morbo di Waldenstrom amiloidosi POEMS Syndrome)
Gli esami di I livello comprendono esecuzione di emometria e biochimica (tabella 1)
LINEE GUIDA MIELOMA
7
Tabella 1 Esami di screening di I livello
Indagine Scopo
Emocromo Valutazione di eventuali citopenie
Immunofissazione Siero ndash Immunofissazione urine
Conferma e Tipizzazione della CM serica e urinaria
Elettroforesi sieroproteine Quantificazione della CM sierica
Proteinuria totale esame urine Valutazione della funzionalitagrave renale Distinzione fra danno glomerularetubulare
IgG IgA IgM
Valutazione delleventuale soppressione delle Immunoglobuline seriche
normali
Calcemia Valutazione del danno osseo
Creatinina Azotemia
Valutazione della funzionalitagrave renale (primo livello)
GOT GPT γ-GT fosfatasi
alcalina bilirubina Valutazione della funzionalitagrave epatica
VES PCR Ferritina Valutazione dello stato infiammatorio
Visita medica Ricerca di linfoadenomegalie epatosplenomegalia segni di amiloidosi
(macroglossia porpora periorbitaria edemi declivi) neuropatia
periferica
Anamnesi Dolore osseo sintomi sistemici stile di vita diatesi infettiva anamnesi
di fratture ipotensione ortostatica impotenza perdita di peso
inspiegabile astenia alterazioni dellrsquoalvo sindrome da ipeviscositagrave
Nel caso di una CM di tipo IgM che maggiormente si correla a patologie linfoproliferative quali Linfomi a
basso grado LLC e malattia di Waldestrom bisogneragrave integrare lrsquoinquadramento con successivi esami
ematici (tra cui test per autoimmunitagrave) e radiologici
Qualora la CM fosse tipizzata come IgG IgA o di sole catene leggere (k o ) il paziente dovragrave eseguire
esami screening di II livello (tabella 2) che basandosi sui criteri delle linee guida dellrsquoInternational Myeloma
Working Group (IMWG) (tabella 3 e tabella 4) permettono una diagnosi differenziale tra diverse situazioni
cliniche MGUS Plasmocitoma solitario MM asintomatico e MM sintomatico (4)
Tabella 2 Esami di screening di II livello
Dosaggio Catene leggere libere k e Valutazione della malattia
Quantificazione della proteinuria di Bence
jones Valutazione malattia e quantificazione danno tubulare
RX scheletro Valutazione della presenza della sede e dellestensione del
danno osseo
Mieloaspirato Biopsia osteomidollare
Valutazione dellinfiltrato plasmacellulare midollare
LINEE GUIDA MIELOMA
8
21 MGUS
La diagnosi di MGUS egrave spesso occasionale per il riscontro di una CM serica solitamente di modesta entitagrave
in occasione di esami ematici di controllo in assenza di segni e sintomi sistemici In questi soggetti vanno
eseguite indagini diagnostiche atte a escludere altre situazioni cliniche correlate a CM confermando pertanto
la diagnosi di MGUS La MGUS non richiede alcun trattamento ma unicamente di controlli atti a valutarne
evoluzione nel tempo con un programma di follow-up periodico la cui frequenza varia tra i 6 e i 12 mesi in
base allentitagrave della CM e allalterazione di alcuni fattori prognostici (4) (Livello di evidenza 4) Evidenze
recenti in letteratura dimostrano come sia possibile stratificare le MGUS utilizzando tre semplici parametri il
tipo di CM (IgA o IgM) lrsquoentitagrave della stessa CM (15 gdl) alterazione del rapporto delle catene leggere KL
libere nel siero (FLC ratio) (5) (Livello di Evidenza 3)
Basso rischio (Nessun fattore presente)
Rischio intermedio (1-2 fattore)
Alto rischio (3 fattori)
Nei pazienti a basso rischio alla diagnosi tenuto conto della loro scarsa probabilitagrave evolutiva alcuni autori
(6) suggeriscono di non eseguire valutazione midollare e radiologica dello scheletro rimandandola al
momento in cui ci sia un cambiamento rilevante del quadro clinico e di laboratorio o riservandola a casi
selezionati Vedi flow-chart (Livello di evidenza 4)
In pazienti con MGUS infine non va dimenticata una corretta valutazione clinica al fine di evidenziare
patologie sistemiche particolari quali Amilodosi (macroglossia edemi declivi proteinuria) e POEMS
syndrome (neuropatia periferica acrocianosi alterazioni cutanee edemi ed organomegalia)
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
D La MGUS non richiede alcun trattamento tuttavia dovrebbe
essere impostato un follow-up la cui frequenza dipende
diversi fattori prognostici (4-6) Positiva debole
D I pazienti affetti da MGUS a basso rischio non dovrebbero
essere sottoposti a valutazione midollare e radiologica (4-6) Negativa debole
22 Plasmocitoma solitario
Nei pazienti con diagnosi di Plasmocitoma solitario (PS) deve essere inizialmente eseguita una valutazione
completa in grado di discriminare tra malattia localizzata e MM malattia sistemica (RMNTACPET) egrave
frequente infatti il riscontro di PS in corso di MM Il PS viene distinto in osseo ed extraosseo Il PS osseo egrave
per definizione una tumefazione patologica che origina da una lesione ossea in assenza di altre lesioni o
segni attribuibili a MM Il PS extraosseo egrave invece una lesione che si riscontra nel contesto dei tessuti molli
in assenza di altre lesioni attribuibili a MM
Il trattamento del PS prevede intervento chirurgico (ove indicato) e trattamento radioterapico localizzato (RT
IF 45-50Gy) indipendentemente che si tratti di PS osseo od extraosseo (7)
Al termine del programma terapeutico previa rivalutazione di malattia il paziente egrave avviato a un programma
di follow-up periodico La valutazione prevede esecuzione di esami ematochimici completi tra cui
elettroforesi e immunofissazione (per evidenziare eventuale CM serica indice di persistenza di malattia) ed
indagini strumentali tra cui RMNTAC e PET esami indispensabili per confermare la risposta al trattamento
In seguito il paziente eseguiragrave controllo periodico ogni 4-6 mese In caso di ricomparsa di CM sierica saragrave
effettuata rivalutazione di malattia al fine di stabilire recidiva di malattia locale o evoluzione a patologia
sistemica (MM) Vedi flow-chart per plasmocitoma
LINEE GUIDA MIELOMA
9
23 MM asintomatico
La definizione di MM asintomatico descrive un paziente con MM (CM serica gt3 gdl e plasmocitosi gt 10)
in assenza di segni e sintomi attribuibili alla patologia stessa (anemia ipercalcemia insufficienza renale
lesioni ossee) (8) (Livello di evidenza 4) Il MM asintomatico ha spesso una lenta evoluzione e non richiede
trattamento per molti anni Il rischio di evoluzione in MM egrave circa del 10 per anno nei primi 5 anni dalla
diagnosi e stranamente si riduce negli anni successivi (9) (Livello di evidenza 3) In questi pazienti viene
consigliata una sorveglianza clinico-strumentale ogni 3-6 mesi (10) (Livello di evidenza 3) per
evidenziarne precocemente eventuale evoluzione a malattia sintomatica
La valutazione prevede esami ematici complessivi tra cui periodicamente una RMN colonna vertebrale
esame in grado di documentare precocemente un danno osseo e pertanto evidenziare un paziente con elevato
rischio evolutivo Al pari del controllo radiologico standard dello scheletro la valutazione midollare appare
indicata solo in caso di alterazione degli esami ematici o sintomi indicativi di evoluzione (Vedi flow-chart)
Nel MM sintomatico nessuna trattamento chemioterapico preventivo ha consentito di evitare lrsquoevoluzione
verso MM sintomatico Diversi studi infatti hanno valutato il ruolo del trattamento precoce nel paziente
asintomatico senza peraltro evidenziare un beneficio in sopravvivenza (19-21) tranne in un recente studio di
fase III in cui 124 pazienti sono stati randomizzati a ricevere terapia con lenalidomide versus nessun
trattamento (22) Dopo un follow-up mediano di 32 mesi viene riportata una evoluzione a MM sintomatico
in 9 pazienti (15) nel braccio di trattamento contro in 37 pazienti (59) nel braccio di osservazione (p
lt00001) La sopravvivenza globale stimata a 3 anni egrave stata del 93 nel braccio di trattamento e il 76 nel
braccio di controllo (P = 004) Naturalmente saragrave necessario attendere un periodo di osservazione piugrave lungo
per valutare reale beneficio del trattamento a fronte di eventuali tossicitagrave a lungo termine
Concludendo in caso di MM asintomatico attualmente non egrave indicato alcun trattamento chemioterapico negrave
con bisfosfonati se non nel contesto di studi clinici (6) (Livello di evidenza 4)
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
D
I pz affetti da MM asintomatico dovrebbero essere
sottoposti a sorveglianza clinico strumentale ogni 3-6 mesi
(10) Positiva debole
La valutazione midollare egrave indicata solo in caso di
alterazioni di esami ematicistrumentali in senso di sospetta
evoluzione (10) Positiva debole
In caso di MM asintomatico non egrave indicato alcun
trattamento chemioterapico negrave con bisfosfonati se non nel
contesto di studi clinici (6) Solo studi clinici
A
Nei pazienti con MM sintomatico va avviato il prima
possibile il trattamento sistemico (vedi Trattamento) e
avviate le procedure drsquourgenza in caso di situazioni cliniche
particolari (fratture patologiche ipercalcemia e
insufficienza renale acuta vedi Terapia di supporto)
Positiva forte
LINEE GUIDA MIELOMA
10
24 MM sintomatico
Alle caratteristiche cliniche laboratoristiche diagnostiche per MM in questi pazienti si associano uno o piugrave
segni clinici di malattia attiva
Tabella 3 Criteri di diagnosi del mieloma
MGUS Mieloma asintomatico Mieloma sintomatico CM siericalt3 gdl CM sierica gt3 gdl CM sierica o urinaria di
qualunque entitagrave
Infiltrato plasmacellulare
midollare lt10 Infiltrato plasmacellulare
midollare gt10 Infiltrato plasmacellulare
midollare o plasmocitoma
No sintomi drsquoorgano (CRAB) No sintomi drsquoorgano
(criteri CRAB) Presenza sintomi drsquoorgano
(CRAB)
Tabella 4 Criteri di malattia attiva (criteri CRAB)
Criteri Valori di riferimento
Ipercalcemia Calcemia gt 025 mmolL (05 mgdl) rispetto ai valori normali o gt 275 mmolL (gt105 mgdl)
Insufficienza Renale Creatinina gt 2 mgdl
Anemia Emoglobina lt 2 gr rispetto ai valori normali o lt10 gdl
Lesioni Ossee (Bone) Lesioni litiche crolli vertebrali osteoporosi (evidenziati con Rx scheletro standard)
Altri criteri Sindrome da iperviscositagrave Amiloidosi Infezioni ricorrenti (ultimi 2 anni)
Nel paziente con MM sintomatico andranno eseguite indagini di approfondimento (Esami di II livello
tabella 4) che possono aiutare il clinico nel corretto inquadramento diagnostico e prognostico della
patologia
Tabella 5 Esami di II livello
Esami ematochimici Scopo
Dosaggio catene leggere libere κ e λ Valutazione delle frazioni libere delle catene leggere (unico test quantitativo utile in corso di mieloma non secernente)
β2microglobulina Indice di massa tumorale e di funzionalitagrave renale
(in associazione al valore dellrsquoalbumina per la definizione
dellrsquoISS)
LDH Indice di massa tumorale
LINEE GUIDA MIELOMA
11
Esami ematochimici Scopo
Cistatina C Dosaggio Epo
Valutazione della funzionalitagrave renale (secondo livello)
NT-proBNP BNP Troponina-I
Valutazione della funzionalitagrave cardiaca
RMN eo TC Approfondimento diagnostico delle lesioni scheletriche o
identificazione plasmocitomi o localizzazioni extramidollari
PET Individuazione plasmocitomi o localizzazioni extra-midollari
Analisi cromosomica standard e FISH
su plasmacellule midollari selezionate Identificazioni di alterazioni citogenetiche e definizione score
prognostico
Immunofenotipo plasmacellule
midollari Definizione clonalitagrave plasmacellule score prognostico malattia
minima residua
Prelievo grasso periombelicale Identificazione di depositi di sostanza amiloide in casi selezionati
Per la definizione prognostica infine viene eseguita una stadiazione di malattia seguendo i criteri di Durie e
Salmon (11) e dellrsquoInternational Staging System (12) (tabella 6)
Tabella 6 Stadiazione secondo Durie amp Salmon e International Staging System (ISS)
Stadio Durie amp Salmon ISS
I
Tutti i seguenti Hbgt10gdl Calcemia normale o lt12mgdl Assenza di lesioni ossee allrsquoRxstandard o
plasmocitoma solitario CM IgG lt5gdl IgA lt3 gdl BJ lt4 g 24 h
Β2microglobulina le 35 mgl Albumina ge 35 gdl
II Caratteristiche diverse da stadio I e III Β2microglobulina lt 35 mgl e Albumina lt
35 gdl Β2microglobulina 35- 55 mgl
III
Uno o piugrave dei seguenti Hblt 85gdl Calcemia gt12mgdl Multiple Lesioni litiche allrsquoRx standard CM IgG gt7gdl IgA lt5 gdl BJ gt10 g 24 h
Β2microglobulina ge 55 mgL
A creatininalt2mgdl B creatininagt2 mgdl
Altri fattori prognostici identificati come significativamente associati allrsquooutcome sono la qualitagrave della vita
(13) lrsquoetagrave (14) e la presenza di malattia extramidollare
Inoltre la presenza di alterazioni cromosomiche alla citogenetica standard e allrsquoimmunofluorescenza (FISH)
permette di identificare altre classi di rischio (15) infatti nel MM si sono evidenziate anomalie
cromosomiche specifiche sia traslocazioni sia delezioni la delezione del cromsoma 13 viene riportato
correlarsi con una breve durata sia della sopravvivenza libera da malattia che di quella globale (16)
LINEE GUIDA MIELOMA
12
La delezione del cromosoma 17p13 (locus del tumor suppressor gene p53) caratterizza pazienti ad alto
rischio (17) ndash Sono riportate diverse alterazioni cromosomiche che coinvolgono il braccio lungo del
cromosoma 14 (14q32 ove egrave presente il gene per le catena pesanti delle Immunoglobuline) con prognosi
differenti (t(414)(p16q32) ndash t(1416)(q32 q23) ndash t(1114)(q13 q32) Tra queste la traslocazione t(414) egrave
quella che si correla a peggior prognosi anche nel setting dei pazienti trattati con terapia ad alte dosi (18)
(Tabella 7) (Livello di evidenza 3)
Tabella 7 ndash Classi di rischio citogenetico
Altro rischio Rischio standard
Citogenetica Delezione cr 13 Ipodiploidia
Iperdiploidia
FISH Del 17p t(414) t(1416)
t(1114) t(614)
Il sintomo piugrave frequente alla diagnosi rimane in dolore osseo correlato a danno drsquoorgano (lesioni osteolitiche
o a fratturecrolli vertebrali) Nei pazienti con MM sintomatico va avviato il prima possibile il trattamento
sistemico (vedi Trattamento) e avviate le procedure drsquourgenza in caso di situazioni cliniche particolari
(fratture patologiche ipercalcemia e insufficienza renale acuta vedi terapia di supporto)
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transcriptional targets of TP53 in multiple myeloma Blood 2008 Nov 15112(10)4235-46
18 Gertz MA Lacy MQ Dispenzieri A Greipp PR Litzow MR Henderson KJ Van Wier SA Ahmann GJ
Fonseca R Clinical implications of t(1114)(q13q32) t(414)(p163q32) and -17p13 in myeloma patients
treated with high-dose therapy Blood 2005 Oct 15106(8)2837-40
19 Hjorth M Hellquist L Holmberg Et al Initial versus deferred melphalan-prednisone therapy for asymptomatic
multiple myeloma stage Indasha randomized study Myeloma Group of Western Sweden Eur J Haematol
19935095ndash102
20 Barlogie B van Rhee F Shaughnessy JD et al Seven-year median time to progression with thalidomide for
smoldering myeloma partial response identifies subset requiring earlier salvage therapy for symptomatic
disease Blood 20081123122ndash5
21 Musto P Petrucci MT Bringhen S et al A multicenter randomized clinical trial comparing zoledronic acid
versus observation in patients with asymptomatic myeloma Cancer 20081131588ndash95
22 Mateos MV1 Hernaacutendez MT Giraldo P Lenalidomide plus dexamethasone for high-risk smoldering multiple
myeloma N Engl J Med 2013 Aug 1369(5)438-47
3 Mieloma multiplo sintomatico trattamento
Il trattamento egrave indicato nel paziente affetto da MM sintomatico cioegrave con presenza di sintomi e segni
correlati alla patologia (CRAB Tabella 3) Lo scopo del trattamento rimane il controllo della patologia il
miglioramento della qualitagrave della vita e della sopravvivenza che si possono ottenere mediante la
combinazione di trattamenti efficaci con unrsquoadeguata terapia di supporto Lrsquointroduzione dei nuovi farmaci
nel prontuario terapeutico per il MM (come Talidomide Lenalidomide e Bortezomib spesso in
combinazione con desametasone) ha comportato un miglioramento della sopravvivenza sia nei pazienti alla
diagnosi sia alla recidiva della malattia (25) I pazienti con MM sintomatico sono avviati a trattamento di
prima linea e in casi selezionati a successiva terapia di consolidamento intensificato con supporto di cellule
staminali autologhe (ASCT) Il principale criterio dlsquoinclusione per lrsquoASCT egrave rappresentato dallrsquoetagrave del
paziente Generalmente i pazienti con etagrave maggiore di 65 anni sono esclusi dalle procedure trapiantologiche
mentre i pazienti piugrave giovani possono essere avviati allrsquoASCT previa valutazione della funzionalitagrave cardiaca
polmonare renale epatica e lrsquoesclusione di eventuali foci infettivi
In questi pazienti farmaci tossici per il compartimento staminale quali gli alchilanti non dovrebbero essere
somministrati per non compromettere la mobilizzazione e la successiva raccolta di cellule staminali
emopoietiche Pertanto di fronte ad una nuova diagnosi di MM sintomatico la prima valutazione deve
considerare la possibilitagrave di avviare il paziente a ASCT tendendo conto delletagrave della patologie associate e
del PS Peraltro va sottolineato come la presenza di insufficienza renale ed etagrave anagrafica avanzata non sono
controindicazioni assolute a trattamenti intensificati
LINEE GUIDA MIELOMA
14
Nei pazienti di etagrave superiore ai 65 anni gli obbiettivi principali del trattamento sono lrsquoottenimento della
risposta completa al fine di prolungare lrsquointervallo libero da malattia (progression free survival PFS) la
spettanza di vita (overal survival OS) e ridurre il piugrave possibile la tossicitagrave per non inficiare eccessivamente
sulla qualitagrave di vita di una categoria di pazienti considerata piugrave fragile
Per conseguire questi obiettivi la terapia deve essere adeguata non solo alle caratteristiche della malattia ma
anche allrsquoetagrave biologica e al performance status del paziente in tale senso in tutta la storia terapeutica del
paziente con MM molto importante rimane la terapia di supporto che prevede gestione e trattamento delle
complicazioni prevenzione ove possibile e controllocontrollo degli eventuali effetti collaterali del
trattamento
4 Criteri di risposta alla terapia
Una corretta valutazione della risposta egrave essenziale nel trattamento del MM Attualmente vengono applicati i
criteri proposti nel 2006 dall International Myeloma Working Group (IMWG) recentemente revisionati (26)
(tabella 4)
Tabella 4
Categoria di risposta Criteri
SRC (risposta completa stringente)
Remissione completa (vedi criteri di definizione) Normale free Light chain ratio Assenza di plasmacellule clonali (immunofluorescenza
immunoistochimica)
RC (Risposta completa)
Immunofissazione sierica ed urinaria negativa per CM Plasmacellule midollari lt 5 Scomparsa di plasmocitomi se presenti alla diagnosi
VGPR (Very good partial remission)
CM sierica eo urinaria evidenziabile con immunofissazione ma non con
elettroforesi oppure riduzione della CM sierica gt 90 o lt 100 mg24 ore
nelle urine
RP (risposta parziale)
Riduzione della CM gt 50 nel siero e ge90 o lt200 mg24 nelle urine
SD (malattia stabile)
Non criteri per le altre categorie di risposta
LINEE GUIDA MIELOMA
15
5 Terapia di prima linea in pazienti con etagrave gt 65 anni non candidabili a terapie intensificate
Per molti decenni la terapia standard dei pazienti con etagrave gt 65 anni egrave stata la combinazione melfalan-
prednisone (MP) Negli ultimi dieci anni allrsquoassociazione MP sono stati aggiunti i farmaci di nuova
generazione quali talidomide bortezomib e lenalidomide
51 Terapie con Talidomide eo Bortezomib in associazione trials di Fase III
Due studi di fase III condotti in pazienti con etagrave maggiore di 65 anni alla diagnosi hanno comparato
Desametasone somministrato come singolo agente con lrsquoassociazione di Desametasone e Talidomide (TD)
Il tasso di risposta egrave stato maggiore nei pazienti trattati con lrsquoassociazione TD ma anche la tossicitagrave extra-
ematologica (soprattutto neuropatia periferica ed eventi trombotici) (12) Uno studio di fase III piugrave recente
ha confrontato le combinazione TD con MP la combinazione TD consente di ottenere un maggior numero di
risposte e in tempi piugrave brevi rispetto a MP ma con maggior tossicitagrave (sopratutto trombosi e neuropatia) e
conseguente maggiore interruzioni del trattamento (3)
Sei studi randomizzati hanno dimostrato la superioritagrave della combinazione melfalan-prednisone-talidomide
(MPT) rispetto MP (4-9) anche in pazienti con etagrave maggiore di 75 anni (3-4) Tutti hanno evidenziato un
vantaggio di risposta e di sopravvivenza libera da progressione (PFS) dellrsquoMPT rispetto a MP anche se solo
due studi hanno dimostrato un vantaggio di sopravvivenza (OS) con la combinazione MPT(4-5)
probabilmente a causa del diverso impatto dei nuovi agenti sulla terapia di salvataggio al momento della
recidiva (8-9) Infine una recente metanalisi che ha combinato i dati di 1682 trattati con MPT o MP ha
dimostrato un effettivo vantaggio sia di PFS che di OS dellrsquoassociazione MPT rispetto a MP (10) (Livello di
evidenza 1++)
In uno studio randomizzato (MRC Myeloma IX trial) la combinazione di ciclofosfamide Talidomide e
desametasone (CTDa) ha mostrato un tasso di risposta maggiore rispetto a MP senza peraltro vantaggio in
sopravvivenza e con maggiore incidenza di effetti collaterali (tromboembolismo costipazione infezione e
neuropatia) (11) Uno studio internazionale multicentrico e randomizzato (VISTA) ha confrontato la terapia
standard MP con lrsquoassociazione bortezomib-melfalan-prednisone (VMP) in pazienti anziani e non
candidabili ad ASCT Lo studio ha dimostrato un aumento statisticamente significativo nel tasso di risposta
(in particolare di remissione completa CR) e un prolungamento di PFS e OS per il gruppo trattato con
bortezomib (12) (Livello di evidenza 1++) Dopo un follow-up di 5 anni la terapia con VMP ha confermato
un significativo prolungamento dellrsquoOS con una riduzione del rischio di morte pari al 31 (13)
Un confront diretto tra Melfalan Prednisone e Bortezomib (VMP) versus Melfalan Prednisone e
Thalidomide (MPT) non egrave mai stato effettuato Ersquo stata effettuata una meta-analisi indiretta per valutare gli
effetti del VMP versus MPT Non sono state riportate differenze per tutti gli outcomes se non un
significativo beneficio per le risposte complete (RR 234 95 CI 112-490) e gli effetti collaterali di grado
3-4 (RR 053 95 CI 038-073) in favore del VMP (14) Non ci sono certezze sulla superioritagrave di un regime
verso lrsquoaltro un confronto diretto in uno studio randomizzato di fase III egrave necessario
Altri due studi di fase III hanno valutato combinazioni alternative al VMP Il gruppo spagnolo ha confrontato
VMP con bortezomib-thalidomide-prednisone (VTP) come terapia drsquoinduzione e mantenimento con
bortezomib-talidomide versus bortezomib-prednisone (15) Non sono state osservate differenze in termini di
efficacia ma VMP ha dimostrato un miglior profilo di tossicitagrave In uno studio italiano lrsquoassociazione di
bortezomib-melfalan-prednisone-talidomide seguita da un mantenimento con bortezomib-talidomide
(VMPT-VT) ha dimostrato risultati migliori rispetto alla combinazione VMP con un miglior tasso di
risposta un PFS e un OS piugrave lunghi Tuttavia nei pazienti con piugrave di 75 anni di etagrave trattati con MVP-VT non
egrave stato osservato un vantaggio in termini di OS per una maggiore tossicitagrave e di un maggiore tasso di
LINEE GUIDA MIELOMA
16
interruzione di trattamento(16) In entrambi gli studi il bortezomib egrave stato somministrato con frequenza
settimanale con riduzione della tossicitagrave extra-ematologica (neuropatia) senza influire sullrsquoefficacia (17)
Uno studio randomizzato multicentrico di fase III (18) ancora in corso in pazienti anziani alla diagnosi
vengono confrontati tre regimi di trattamento VD (bortezomib-desametasone) vs VTD (bortezomib-
talidomide-desametasone) vs VMP I primi risultati non mostrano differenze nei tassi di risposta o nel PFS
con buona tollerabilitagrave del mantenimento con incremento di risposte in tutti e tre gli schemi di trattamento
Qualitagrave globale
delle evidenze
GRADE Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
Molto bassa
Nei pazienti affetti da mieloma multiplo di etagrave gt65 anni e non
candidabili a terapia ad alte dosi puograve essere utilizzata
lrsquoassociazione VMP (Bortezomib melphalan e prednisone)
La valutazione complessiva della qualitagrave delle evidenze ad
oggi disponibili circa ldquolrsquoefficacia dellrsquoassociazione VMPrdquo la
valutazione del rapporto tra i benefici ed i rischi correlati e la
formulazione della raccomandazione relativa al quesito posto
sono state analizzate secondo metodologia GRADE (vedere
capitolo 10)
Positiva debole
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
A
Nei pazienti con etagrave gt 65 anni o piugrave giovani con comorbiditagrave o
scarso performance status non idonei alla terapia ad alte dosi
in Ideg linea devono essere considerati per una terapia
convenzionale a dose piena che prevede alchilanti cortisone e
nuovi farmaci (MPT VMP) (10-13)
Positiva forte
D Nei Pazienti con etagrave gt75 anni o pazienti con sintomi e segni di
vulnerabilitagrave potrebbero essere valutati per terapie meno
intense eo orali secondo lrsquoopinione del panel Positiva debole
52 Terapie con Lenalidomide in associazione trials di Fase III
Uno studio di fase III randomizzato ha confrontato Lenalidomide con alte e basse dosi di desametasone (RD
vs Rd) come terapia drsquoinduzione in 445 pazienti alla diagnosi (19)(Livello di evidenza 1+) registrando un
vantaggio significativo nella sopravvivenza e nella riduzione del numero di reazioni avverse con
associazione Rd soprattutto nei pazienti anziani Questo studio ha alcune limitazioni non era limitato solo a
pazienti non candidabili a trapianto e lrsquoobiettivo primario era la risposta dopo 4 cicli di induzione
In un altro studio di fase III condotto in 459 pazienti non idonei al trapianto lassociazione melfalan-
prednisone-lenalidomide (di durata stabilita pari a 6 cicli) seguito da lenalidomide di mantenimento (MPR-
R) egrave stata comparata con MPR senza mantenimento e con MP soministrato per 6 cicli Dopo un follow-up
di 30 mesi MPR-R ha ridotto significativamente il rischio di progressione e ha allungato il PFS da 14 a 31
mesi inoltre le risposte sono risultate migliori e numericamente maggiori rispetto a MP Lrsquoimpatto della
terapia di mantenimento con lenalidomide sul PFS egrave stato osservato sia in pazienti etagrave inferiore a 75 anni che
in quelli con piugrave di 75 anni di etagrave (20) (Livello di evidenza 1+) Al momento attuale non sono state riportate
differenze in termini di sopravvivenza globale ed egrave in corso un attento monitoraggio relativamente al rischio
di seconde neoplasie
LINEE GUIDA MIELOMA
17
53 Terapia con Bendamustina in associazione ai nuovi farmaci
Attualmente in Italia la Bendamustina egrave utilizzabile in prima linea in pazienti non candidabili al trapianto e
con neuropatia clinica allrsquoesordio che preclude lrsquoutilizzo di Talidomide o Bortezomib
In letteratura la Bendamustina nel MM egrave stata utilizzata prevalentemente in regimi di combinazione in
pazienti recidivati o refrattariIn prima linea il Gruppo tedesco ( 21) ha randomizzato 131 pz confrontando
Bendamustina a Melphalan entrambe associate a prednisone Tale studio ha ottenuto un maggior tasso di
remissioni complete un prolungamento del TTF (time to treatment failure) e una migliore QoL con tossicitagrave
comparabili fatta eccezione per una maggior percentuale di nausea e vomito nel braccio con Bendamustina
(Livello di evidenza 1-) In seconda linea lo stesso gruppo ha poi testato unrsquo associazione con dosi scalari di
Talidomide (BPT) ottenendo una percentuale di risposte globali di oltre lrsquo80 ( 22) Sempre in seconda linea
interessante egrave la combinazione di Bendamustina con Bortezomib e prednisone (BVD) utilizzata da Ludwig e
coll con ORR del 608 e PFS globale di 97 mesi significativamente piugrave alta in pazienti non pre-trattati
con lenalidomide o bortezomid(23) (Livello di evidenza 3) Inoltre un recente studio di Offidani conferma
buoni risultati ottenuti con BVD con ORR gt70 e mediana di TTP e PFS di 165 e 155 mesi
rispettivamente Tali dati sembrano essere migliori di quelli ottenuti con gli schemi VD e Rd in pazienti
pretrattati con talidomide o bortezomib (24) (Livello di evidenza 3)
I dati attualmente disponibili con queste combinazioni dovrebbero essere confermati in studi controllati di
confronto con gli schemi attualmente approvati nei pazienti recidivati o refrattari
54 Trapianto autologo a ridotta intensitarsquo di condizionamento
Nel setting dei pazienti anziani due studi clinici randomizzati hanno confrontato il trapianto autologo a
ridotta intensitagrave (melfalan 100 mgm2 Mel 100) con la chemioterapia convenzionale con risultati non
sempre concordi
In uno studio egrave stata dimostrata lrsquoefficacia del Mel 100 in termini di OSPFS rispetto a MP in pazienti di etagrave
compresa tra i 50-70 anni (25) (Livello di evidenza 1++) Il secondo trial ha confrontato Mel100 con MP e
MPT (4) in pazienti di etagrave compresa tra i 65 e i 75 anni Lrsquoassociazione MPT ha evidenziato miglior PFS e
OS rispetto a MP e Mel 100 Non sono state osservate differenze significative in termini di outcome tra Mel
100 e MP Questo studio ha dimostrato che nei pazienti anziani i risultati ottenuti con combinazioni
contenenti i farmaci di nuova generazione possono essere piugrave efficaci della terapia ad alte dosi (Livello di
evidenza 1++)
Peraltro 102 pazienti alla diagnosi di etagrave compresa tra 65 e 75 anni sono stati trattati lrsquoassociazione PAD
(bortezomib-doxorubicin-desametasone seguita da Mel 100 mgmq con supporto di cellule staminali
autologhe A seguire era previsto consolidamento con lenalidomide-prednisone seguito da mantenimento
con sola lenalidomide (LP-L) (26) Il tasso di risposta egrave progressivamente cresciuto nelle varie fasi di terapia
(soprattutto la CR) La sopravvivenza globale e la PFS sono risultate paragonabili a quelle ottenute nei
pazienti giovani anche se con maggior tossicitagrave e di tasso di drop-out (Livello di evidenza 3)
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
B
Nei Pazienti di etagrave gt 65 anni o piugrave giovani e lt70 anni in
buone performance status e senza comorbiditagrave rilevanti
potrebbero essere considerati per ASCT a dosi ridotte previa
terapia di induzione con regimi contenenti bortezomib (26)
Positiva debole
LINEE GUIDA MIELOMA
18
Tabella 1 Trattamento del MM alla diagnosi in pazienti anziani (ge 65 anni) Tutte le combinazioni incluse
nella tabella includono farmaci di nuova generazione (Talidomide Lenalidomide e Bortezomib) testati in
studi randomizzati di fase III
Terapie pts Schedula ge PR CR
PFSE
FS
TTP
OS Referenza
TD 145 T 200 mgdie
D 40 mg giorni 1-4 e 15-18 68 2
41 a
16 mesi
61 a 41
mesi Ludwig et al
3
MPT 125
M 025 mgkg giorni 1ndash4
P 2 mgkg giorni 1ndash4
T 400 mggiorno
X 12 cicli di 6 settimane
76 13 50 a
28 mesi
50 a 52
mo Facon et al
4
MPT 113
M 025 mgkg giorni 1ndash4
P 2 mgkg giorno 1ndash4
T 100 mggiorno
X 12 cicli di 6 settimane
62 7 50 a
24 mesi
50 a 44
mesi Hulin et al
5
MPT 60
M 9 mgm2 giorni 1ndash4
P 60 mgm2 giorni 1ndash4
T 100 mggiorno x 8 cicli di 6
settimane seguita da
Talidomide 100 mgdie
58 9
50 a
21
mesi
50 a 26
mesi Beksac et al
6
MPT 182
M 025mgkg giorni 1-4
P 100mggiorni 1-4
Ogni 6 settimane fino a Plateau
T 400mggiorno fino a
Plateau poi ridotta a
200mggiorno fino a
progressione
57 13 50 a
15 mesi
50 a 29
mesi Waage et al
7
MPT 165
M 025 mgkg
P 1 mgkg giorni 1ndash5
T 200 mggiorno x 8 cicli di 4
settimane seguiti da T 50
mggiorno fino a progressione
66 23 67 a
24 mesi
29 a 24
mesi
Wijermans et
al8
MPT 167
M 4mgm2 giorni 1-7
P 40mgm2 giorni 1-7 x 6 cicli
ogni 4 settimane
T 100mggiorno fino a
progressione
76 15 50 a
22 mesi
50 a 45
mesi Palumbo et al
9
RD 223
R 25 mggiorno giorni 1-21
D 40 mg giorni 1-4 9-12 e
17-20 ogni 28 giorni
81 17 63 a
24 mesi
75 a 24
mesi
Rajkumar et
al12
Rd 222
R 25 mggiorno giorni 1-21
d 40 mg nei giorni 1 8 15 e
22 ogni 28 giorni
70 14 65 a
24 mesi
87 a 24
mesi
Rajkumar et
al12
MPR 54
M 018-025 mgkg giorni 1ndash4
P 2 mgkg giorni 1ndash4
R 5-10 mg giorni 1ndash21
X 9 cicli ogni 4 settimane
81 24 92 a
12 mesi
100 a 12
mesi
Palumbo et
al14
MPR-R 152
M 018 mgkg giorni 1ndash4
P 2 mgkg giorni 1ndash4
R10 mg giorni 1ndash21
Per 9 cicli ogni 4 settimane
mantenimento
R10 mggiorno fino a
progressione
77 16 50 a
31 mesi
70 a 36
mesi
Palumbo et
al16
LINEE GUIDA MIELOMA
19
Terapie pts Schedula ge PR CR
PFSE
FS
TTP
OS Referenza
VMP 344
M 9 mgm2 giorni 1ndash4
P 60 mgm2 giorni 1ndash4
V 13 mgm2 giorni
1481122252932 per i primi
4 cicli di 6 settimane giorni
1815 22 per i successivi 5
cicli di 6 settimane
71 30 50 a
22 mesi
41 a 36
mesi
San Miguel et
al17
Maeos et al18
VMP 130
M 9 mgm2 giorni 1ndash4
P 60 mgm2 giorni 1ndash4
V 13 mgm2 giorni
1481122252932 x 1 ciclo
di 6 settimane giorni 1815
22 per i successivi 5 cicli ogni
6 settimane
Mantenimento
V 13 mgm2 giorni 14811
ogni 3 mesi
T 50 mggiorno or P50 mg a
giorni alterni
80 20 50 a
34 mesi
74 a 36
mesi Mateos et al
19
VTP 130
P 60 mgm2 giorno 1ndash4
V 13 mgm2 giorni
1481122252932 per il
primo ciclo (6 settimane)
giorni 1815 22 per i
successivi 5 cicli di 6 settimane
T 100 mg giorno
Maintenance
V 13 mgm2 giorni 14811
ogni 3 mesi
T 50 mggiorno or P50 mg a
giorni alterni
81 28 50 a
25 mesi
65 a 36
mesi Mateos et al
19
VMP 257
M 9 mgm2 giorni 1ndash4
P 60 mgm2 giorni 1ndash4
V 13 mgm2 giorni 1 8 15
22
81 24 41 a
36 mesi
87 a 36
mesi
Palumbo et
al20
VMPT-
VT 254
M 9 mgm2 giorno 1ndash4
P 60 mgm2 giorno 1ndash4
V 13 mgm2 giorno 1 8 15
22
T 50 mg al giorni nei giorni
1ndash42 x 9 cicli ogni 5 settimane
Mantenimento
V 13 mgm2 ogni 15 giorni
T 50 mggiorno
89 38 56 a
36 mesi
89 a 36
mesi
Palumbo et al
20
PR risposta parziale CR risposta completa PFS progression-free survival EFS event-free survival TTP tempo alla
progressione OS sopravvivenza globale TD talidomide-desamethasone MPT melphalan-prednisone-talidomide
VMP bortezomib-melphalan-prednisone VTP bortezomib-thalidomide-prednisone MPR-R melphalan-prednisonse-
lenalidomide seguito da mantenimento con lenalidomide VMPT-VT bortezomib-melphalan-prednisone-thalidomide
seguito da mantenimento con bortezomib-talidomide
LINEE GUIDA MIELOMA
20
Mieloma Multiplo etagrave gt 65 anni Terapia di I linea
Regimi di terapia preferiti
Terapia di prima linea nei
pazienti non candidati ad
ASCT
MelphalanprednisoneBortezomib (VMP)
MelphalanprednisoneTalidomide (MPT)
Bendamustinaprednisone
Altri regimi possibili
MelphalanPrednisonelenalidomide (MPR)
BortezomibDesametasone (VD)
CiclofosfamideprednisoneTalidomide (CTD)
Melphalanprednisone (MP)
Talidomidedesametasone (TD)
Lenalidomidedesametasone (Rd)
MelphalanprednisoneBortezomibtalidomide (VMPT)
Terapia di mantenimento Lenalidomide
Bortezomib
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LINEE GUIDA MIELOMA
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Corradini P Boccadoro M Bortezomib as induction before autologous transplantation followed bylenalidomide
as consolidation-maintenance in untreated multiple myeloma patients J Clin Oncol 2010 Feb 1028(5)800-7
6 Terapia di prima linea nei pazienti lt 65 anni candidabili a trapianto autologo di cellule staminali
Nei pazienti giovani candidati terapia intensificate (ASCT) i ldquonuovi farmacirdquo sono stati incorporati come
terapia drsquoinduzione pre-ASCT e come terapia di consolidamentomantenimento post-ASCT allo scopo di
migliorare lrsquooutcome In particolare nuovi regimi comprensivi di inibitori del proteosoma eo farmaci
immunomodulanti (ImIDs) hanno sostituito la chemioterapia convenzionale come terapia di induzione pre-
trapianto Questi farmaci possono essere variamente combinati tra loro o con farmaci convenzionali a
formare regimi a due-o piugrave farmaci
LINEE GUIDA MIELOMA
23
61 Terapia di induzione pre-trapianto
Lo scopo della terapia di induzione pre-trapianto egrave di ridurre rapidamente la taglia tumorale e lrsquoinfiltrazione
plasmacellulare midollare prima della raccolta delle cellule staminali Lrsquointroduzione dei nuovi farmaci in
questa fase ha comportato lrsquoottenimento di risposte di piugrave elevata qualitagrave (VGPR e CR) rispetto alla
chemioterapia convenzionale che si sono poi tradotte in un miglioramento dellrsquooutcome post-trapianto In
assenza di studi randomizzati di comparazione delle diverse combinazioni tra loro di seguito verranno
riportati i risultati in termini di efficacia e di tossicitagrave dei differenti regimi suddivisi in preferiti e altri
REGIMI DI INDUZIONE PREFERITI
Bortezomib-desametasone
Lassociazione di bortezomib-desametasone (VD) che consente di ottenere un tasso di risposta complessiva
pari al 65 (12) egrave stato comparato in maniera randomizzata allo schema VAD come terapia di induzione pre
trapianto in 482 pazienti (3) Dopo 4 cicli lo schema VD si egrave dimostrata superiore alla VAD apportando un
piugrave alto tasso di VGPR (38 vs 15 rispettivamente) e di CRnCR (15 vs 6 post ASCT
rispettivamente) vantaggio che egrave stato mantenuto anche dopo il primo e secondo trapianto (ge VGPR 68 vs
47 CR-nCR 395 vs 225 rispettivamente) Con un follow-up mediano di 32 mesi egrave stato riscontrato
un trend sulla PFS in favore di VD rispetto a VAD (mediana 36 mesi vs 30 rispettivamente) La maggior
efficacia di VD rispetto a VAD egrave stata confermata anche in pazienti ad alto rischio per la presenza di stadio
ISS elevato o portatori della traslocazione t(414) (4) I risultati di questo studio confermano la capacitagrave di
bortezomib di assicurare un livello piugrave profondo di risposta che peraltro non si traduce in un chiaro
vantaggio in termini di PFS ciograve potrebbe significare che un regime a due farmaci contenente bortezomib
risulta sub-ottimale sugli outcomes a lungo termine(Livello di evidenza 1++)
Bortezomib-desametasone e agenti citotossici
Gli agenti citotossici aggiunti a VD a formare regimi a 3 farmaci sono la doxorubicina e la ciclofosfamide
In uno studio di fase III la combinazione Bortezomib-Doxorubicina-Desametasone (PAD) come induzione
al trapianto autologo egrave stata comparata con la chemioterapia (VAD) seguito poi da una terapia di
mantenimento con Bortezomib o Talidomide (5) Lrsquoultimo aggiornamento dello studio ha mostrato la
superioritagrave della combinazione PAD in termini risposte (CR+nCR) sia dopo la terapia di induzione (11
vs 5 rispettivamente) che dopo il singolo o doppio autotrapianto (30 vs 15 rispettivamente) Nel
braccio di terapia comprensivo di PAD ASCT e mantenimento con bortezomib sono emersi una PFS e OS
significativamente piugrave durature rispetto al VAD seguito da ASCT e mantenimento con talidomide (PFS a 3
anni 36 vs 27 rispettivamente P= 001 OS a 3 anni 78 vs 70 rispettivamente P= 002) (Livello di
evidenza 1++) Il vantaggio di PAD vs VAD si egrave mantenuto anche nei pazienti ad alto rischio (traslocazione
t(414) e di delezione del cromosoma 17p ) (6)
La combinazione ciclofosfamide-bortezomib-desametasone (VCD o CyBorD) consente di ottenere una
risposta complessiva pari al rsquo80-88 con VGPR rate di circa il 50 (7-8) (Livello di evidenza 3)
Bortezomib-desametasone-talidomide
Un ampio studio di fase III condotto su 480 pazienti volto a paragonare il regime VTD con TD come terapia
di induzione prima e consolidamento dopo un doppio ASCT ha documentato come dopo 3 cicli di
induzione lrsquoassociazione VTD fosse superiore a TD in tutte le categorie di risposta (CR+nCR 31 vs 11
ge VGPR 62 vs 28 rispettivamente) (10) Tale superioritagrave si egrave mantenuta anche dopo la terapia ad alte
dosi e al consolidamento (CR+nCR 62 vs 45 ge VGPR 85 vs 68 rispettivamente) La PFS a 3 anni
egrave risultata essere significativamente piugrave lunga per il braccio VTD rispetto a TD (68 vs 56
rispettivamente) (Livello di evidenza 1++) Lo schema di associazione VTD si correla a migliori tassi di
risposta e migliore PFS rispetto a VD o TD in altri due trials randomizzati (11-12) e in altri studi di fase II
(13 14 15) In uno studio il bortezomib era somministrato a dosaggi ridotti (vTD) comportando un minore
rischio di neurotossicitagrave (12) Infine nel protocollo terapeutico Total Therapy 3 (TT3) VTD combinato con
chemioterapia PACE (cisplatino doxorubicina ciclofosfamide e etoposide) era somministrato come terapia
di induzione pre e come consolidamento dopo un doppio ASCT a cui seguiva un mantenimento con VTD
LINEE GUIDA MIELOMA
24
per il primo anno e TD nel secondo e terzo anno(16) Con un follow-up mediano di 39 mesi la PFS e OS a 4
anni sono risultate essere rispettivamente del 71 e del 78 Confrontando il regime TT3 col suo
predecessore TT2in cui non era previsto il bortezomib appare chiaro il vantaggio dello schema VTD in
particolare egrave interessante notare che in questrsquoultimo studio la CR egrave piugrave duratura (2-year sustained CR TT3
92 vs 81 TT2 talidomide arm) e la PFS piugrave prolungata (2-year 84 vs 77 rispettivamente) Inoltre nei
pazienti con malattia ad alto rischio (GEP high risk t(414) positiva) si chiaro registra un trend verso una
OS piugrave lunga nel TT3 vs TT2 sottolineando come lrsquoimpiego di Bortezomib appare in grado di superare la
cattiva prognosi conferita da queste alterazioni
Lenalidomide-desametasone
In un primo studio di fase II la combinazione Len-Dex ha comportato buoni risultati in termini di risposta
con ORR di 91 ge VGPR rate di 56 OS a 3 anni 85 (17) confermati da due studi successivi di fase III
Lo studio di Zonder et al confrontava Len-Dex versus Dex in pazienti candidabili o meno a ASCT
lrsquoaggiunta dellrsquoagente immunomodulatore migliorava sia il rate di risposta (ge PR 85 vs 51 e CRnCR
22 vs 4 p=0001 rispettivamente) che la PFS (77 vs 55 p=0002 rispettivamente) ma non la OS
(93 vs 91 rispettivamente) La combinazione Len-Dex determinava un elevata incidenza di neutropenia
di grado 3-4 (135 vs 24 p=001 rispettivamente) e di complicanze infettive (38 vs 23 p=0003
rispettivamente) (18) Il secondo trial randomizzato del gruppo ECOG era volto a paragonare lrsquoassociazione
di Lenalidomide con alte (RD) o basse (Rd) dosi di Desametasone
La maggiore tossicitagrave ottenuta e la maggiore mortalitagrave precoce (tromboembolismo venoso TEV 184 vs
55 mortalitagrave 5 vs 05 rispettivamente) ha comportato riduzione della sopravvivenza globale nel
braccio RD soprattutto nei pazienti con etagrave superiore a 65 anni (19) Entrambi questi studi erano rivolti a
pazienti di tutte le etagrave non solo a pazienti candidabili a chemioterapia ad alte dosi alcuni pazienti su
decisione volontaria procedevano al trapianto autologo di cellule staminali mentre altri proseguivano la
terapia fino a progressioneintolleranza Per tale motivo non possiamo considerare questi studi pur se di fase
III come fortemente rappresentativi dellrsquoefficacia di regimi di induzione contenenti lenalidomide-
desametasone pre trapianto (Livello di evidenza 1++)
Ersquo stato riportato come una prolungata esposizione a lenalidomide comporti una ridotta mobilizzazione e
raccolta di cellule staminali CD34+ (20) Per tale motivo le raccomandazioni dellrsquoInternational Myeloma
Working group (IMWG) suggeriscono di effettuare la mobilizzazione delle cellule staminali precocemente
dutrante il trattamento di induzione con Lenalidomide (entro i primi quattro cicli ) (21)
Una profilassi antitrombotica egrave raccomandata in pazienti che ricevono RD come terapia di prima linea (22)
Inoltre essendo lrsquoescrezione del farmaco egrave prevalentemente renale il dosaggio della lenalidomide va
aggiustato sulla base della clearance della creatinina
Lenalidomide-desametasone-bortezomib
In considerazione dellrsquoelevata efficacia di Bortezomib Lenalidomide e Desametasone come agenti singoli egrave
stata introdotta lrsquoassociazione RVD per sfruttarne lrsquoazione sinergica Un primo studio multicentrico di fase
III volto a testare efficacia e sicurezza del regime RVD nella malattia di nuova diagnosi in pazienti
candidabili o meno allrsquoASCT dimostrava che tale combinazione risulta ben tollerata con bassa incidenza di
TEV e neuropatia (G3 3 per entrambe) Dopo 4 cicli il tasso di risposta di buona qualitagrave ( ge nCR e
VGPR) era del 6 e 11 rispettivamente tuttavia queste risposte incrementavano progressivamente
proseguendo la terapia fino a un massimo di 8 cicli e durante la fase di mantenimento con un 100 di ORR
e un 52 di CRnCR(23)
In uno studio di fase II lrsquoassociazione RDV in induzione del consentiva di ottenere una risposta globale del
97 ( ge VGPR 54 CR 16 e sCR 13) (24)
Lo studio di fase II EVOLUTION ha comparato prospetticamente RVD con VCD con due dosaggi di
ciclofosfamide (VCD e VCD modified) e un regime a quattro farmaci in cui RVD era addizionato con la
ciclofosfamide (RVDC) i pazienti candidati a ASCT ricevevano solo 4 cicli di terapia di induzione gli altri
invece effettuavano 8 cicli seguita poi da un mantenimento con 4 cicli di Bortezomib in somministrazione
monosettimanale (25) VDRC ha evidenziato maggior tossicitagrave rispetto agli altri schemi senza peraltro un
significativo vantaggio in termini di riposte ottenute (ge VGPR e CR VDRC vs RVD vs VCD vs VCD
modified 58 51 41 53 e 25 24 22 e 47 rispettivamente)
LINEE GUIDA MIELOMA
25
Unrsquoaltra combinazione esplorata egrave stata RVD addizionata con doxorubicina liposomiale pegilata dopo
mediamente 4 cicli il rate di CR + nCR e ge VGPR sono risultati essere pari al 30 e 58 rispettivamente
(26)
ALTRI REGIMI DI INDUZIONE
Talidomide-desametasone
Talidomide-desametasone (TD) egrave stato il primo regime ad essere impiegato in alternativa alla chemioterapia
convenzionale VAD come terapia di induzione pre ASCT TD si egrave dimostrata migliore del VAD in termini di
ORR e ge VGPR rate PFS ma non di OS post ASCT in uno studio retrospettivo case match e in uno studio
prospettico (27) Livello di evidenza 2++)
Inoltre un ampio studio di fase III ha cevidenziato la superioritagrave dellrsquoassociazione TD rispetto al
desametasone utilizzato agente singolo con un ORR di 63 contro 41-46 rispettivamente prolungando il
TTP (23 mesi vs 65 mesi rispettivamente) ma non la OS probabilmente per la maggior tossicitagrave evidenziata
della combinazione (maggior numero di eventi avversi di grado 3-4 in particolare TEV ictus infarto
miocardico acuto) in assenza di unrsquoadeguata profilassi antitrombotica (29) Il rate di risposte complete con
TD resta tuttavia basso pari al 4-10 In due ulteriori studi TD egrave stato incorporato al doppio ASCT e
somministrato dallrsquoesordio fino al secondo ASCT (30) oppure fino a ricadutaprogressione di malattia (31)
Lrsquoaggiunta di TD ha comportato un incremento di risposte di buona qualita del PFS e in uno studio anche
della sopravvivenza globale rispetto al doppio ASCT senza talidomide
Nello studio che prevedeva il mantenimento con talidomide tuttavia si sono verificati numerosi eventi
avversi in particolare eventi trombotici e polineuropatia che hanno portato alla discontinuazione del
farmaco nel 30 e 60 dei pazienti dopo 2 e 4 anni rispettivamente
Talidomide-desametasone e agenti citotossici
In diversi studi sono state testate varie associazioni di Talidomide con agenti chemioterapici tradizionali
quali Talidomide-Desametasone-Doxorubicina (TAD) e Talidomide-Desametasone-Ciclofosfamide (CTD)
In uno studio di fase III (32) la combinazione TAD comportava un incremento di rispostedi buona qualitagrave
rispetto al VAD (ge VGPR 37 vs 18) che veniva mantenuta dopo ASCT (54 vs 44 rispettivamente)
La PFS mediana del braccio TAD e mantenimento con Talidomide egrave risulta pari a 34 mesi rispetto a 2 mesi
per coloro che ricevevano VAD e un mantenimento con interferone In uno studio di fase III lrsquoassociazione
CTD si egrave dimostrata superiore al VAD+ciclofosfamide ottenendo una maggir percentuale di risposte
complete sia prima che dopo ASCT (pre 19 vs 9 post 51 vs 40 rispettivamente) (33)
Mieloma Multiplo etagrave lt 65 anni Terapia di I linea
Regimi di terapia preferiti
Terapia di induzione pre- trapianto autologo
Bortezomib+talidomide+desametasone ( studi di fase 3) Bortezomib + desametasone (studi fase 3) Bortezomib + desametasone+ doxorubicina liposomiale (studi fase 3) Bortezomib + lenalidomide + desametasone (studi di fase 3) lenalidomide+desametasone ( studi di fase 3)
Altri regimi possibili
Bortezomib + ciclofosfamide+desametasone ( studi di fase 2 e retrospettivi) Talidomide + desametasone (studi fase 2 e 3) Talidomide + desametasone + doxorubicina (studi fase 3) Talidomide + ciclofosfamide + desametasone (studi fase 3)
LINEE GUIDA MIELOMA
26
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
A Nella fase di induzione tutti i pazienti devono ricevere un
trattamento comprendente i nuovi farmaci e non solo
chemioterapici (35) Positiva forte
A
I regimi di induzione contenenti bortezomib sembrano
essere i piugrave rapidi ed efficaci In particolare il miglior
bilancio tra efficacia e tossicitagrave sembra appartenere alle
triplette di farmaci (bortezomib desametasone e IMiDs o
chemioterapia) (24-32-33) Lrsquoassociazione di Talidomide e Desametasone (TD) appare
un regime sub-ottimale pur mantenendo una certa
efficacia(10)
Positiva forte
D (Parere di esperti)
Il numero di cicli di induzione raccomandati egrave 3-4 33) Positiva debole
D (Parere di esperti)
La raccolta delle cellule staminali dovrebbe essere
effettuata entro 4 cicli di induzione (33) Positiva debole
B Sia bortezomib sia talidomide possono essere impiegati
senza prevedere una tossicitagrave aggiuntiva nei pazienti in
insufficienza renale eo dialisi (34) Positiva debole
D (Parere di esperti)
I pazienti trattati con Bortezomib dovrebbero ricevere una
profilassi antivirale con acyclovir (33) Positiva debole
62 Terapia di consolidamento e mantenimento post trapianto
La terapia di consolidamento ha lrsquoobiettivo di migliorare ulteriormente la risposta ottenuta con le alte dosi si
basa quindi su di un regime terapeutico molto efficace somministrato per un breve periodo di tempo per
ridurne al minimo la tossicitagrave Il consolidamento puograve essere effettuato con un secondo trapianto autologo
che offre particolare beneficio ai pazienti che non hanno ottenuto almeno una VGPRnCR dalla prima
procedura trapiantologica In seguito allrsquointroduzione dei ldquonuovi farmacirdquo nellrsquoarmamentario terapeutico del
MM sono stati sperimentati regimi di consolidamento comprensivi di Talidomide Bortezomib e
Lenalidomide Lrsquoimpiego di bortezomib e lenalidomide come agenti singoli dopo ASCT ha determinato un
miglioramento del rate di CR e CR+nCR compreso tra il 10-30 (34-35) Lo schema VTD si egrave dimostrato
molto efficace come consolidamento permettendo di migliorare la risposta inducendo anche risposte
molecolari (36) e in paragone a TD prolungando la PFS Tuttavia lrsquoassegnazione a TD o VTD in questo
studio non era randomizzata ma seguiva lrsquoassegnazione randomizzata iniziale nei due bracci come terapia di
induzione pre-trapianto (37) (livello di evidenza 2++)
La terapia di mantenimento egrave finalizzata invece a conservare nel tempo la risposta ottenuta a prolungare la
PFS e lrsquoOS senza alterare in modo significativo la qualitagrave di vita consiste in un trattamento a bassi dosaggi per un periodo di tempo prolungato (alcuni anni) In assenza di alternative fino a 10 anni fa circa le
uniche possibilitagrave erano rappresentate dallrsquointerferone e dallo steroide tali terapie risultavano perograve
molto tossiche e assai poco efficaci nel raggiungere gli obiettivi sopracitati In studi randomizzati
lrsquoimpiego di Talidomide come terapia di mantenimento post ASCT ha evidenziato un beneficio in
termini di PFS (3132 38-41) e in due di questi associata allo steroide anche di OS (38-40)
LINEE GUIDA MIELOMA
27
Il vantaggio in OS veniva perso se talidomide era anche parte della terapia di induzione (31 32 39) Inoltre
sembra che la prolungata esposizione a talidomide possa far emergere cloni resistenti e che tale agente sia
inefficace in pazienti portatori di alterazioni citogenetiche (42) Il problema principale relativo allrsquoimpiego di
talidomide come terapia di mantenimento a lungo termine riguarda la sua neurotossicitagrave che comporta una
percentuale di discontinuazione del farmaco fino al 60 (42)
Lenalidomide in considerazione dellrsquoassenza di neurotossicitagrave appare indicata come terapia di
mantenimento post ASCT Due studi randomizzati indipendenti hanno recentemente mostrato un vantaggio
in termini di PFS con lrsquoimpiego di lenalidomide rispetto a placebo dopo singolo o doppio ASCT (43 44) e
uno dei due anche un vantaggio in OS (44) (livello di evidenza 1++) In entrambi gli studi nei pazienti che
assumevano Lenalidomide egrave emerso un incrementato rischio di seconde neoplasie (SPMs) nellrsquoordine del
7 in tal senso saranno necessari un follow-up piugrave prolungato eulteriori studi per definire meglio i fattori di
rischio per le SPMs e la loro incidenza
Pochi e non conclusivi dati esistono sulla terapia di mantenimento con bortezomib essendo inoltre di non
poco rilievo il problema della via di somministrazione endovenosa e la neurotossicitagrave In tal senso potragrave
avere un certo rilievo la prossima del disponibilitagrave bortezomib per via sottocutanea che comporta una
significativa riduzione del rischio di incidenza della neurotossicitagrave iatrogena (45)
Terapia di Mantenimentoconsolidamento
Regimi terapeutici (studi fase 2 e fase 3)
Terapia di consolidamento
post- trapianto autologo
Bortezomib + desametasone (studi fase 3) Bortezomib+talidomide+desametasone ( studi di fase 3) Bortezomib + lenalidomide + desametasone (studi di fase 2) lenalidomide+desametasone ( studi di fase 3)
Terapia di mantenimento
post trapianto autologo
Talidomide (studi fase 3) Lenalidomide (studi fase 3) Bortezomib (studi fase 3)
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
D
La terapia di consolidamento e di mantenimento post
ASCT con i nuovi farmaci dovrebbe avvenire solo nel
contesto di studi clinici (i dati dei diversi studi sono
ancora poco solidi e richiedono un follow-up piugrave
prolungato)(33)
Studi clinici
63 Terapia ad alte dosi con supporto di progenitori emopoietici autologhi
Sono passati quasi 30 anni dalla prima segnalazione dellrsquoefficacia delle alte dosi di melphalan nel MM (47)
Da allora ASCT egrave diventata la terapia di riferimento nel paziente giovane affetto da MM alla diagnosi
Il trapianto autologo consente di ottenere elevati tassi di risposte complessive e attualmente rimane il
trattamento di riferimento per i pazienti eleggibili Alcuni studi randomizzati (vedi Tabella 1) condotti su
pazienti alla diagnosi evidenziano la superioritagrave del trapianto rispetto alla terapia convenzionale nel paziente
con MM con etagrave inferiore a 65 anni (Livello di evidenza 1++)
LINEE GUIDA MIELOMA
28
Tabella 1 Studi controllati- randomizzati terapia convenzianale vs terapia ad alte dosi
Trial Ndeg pts EFS
(median months) OS
(median months) References
IFM90 CT 100 8 at 7 years 25 at 7 years Attal et al (1996)
ASCT 100 16 at 7 years 43 at 7 years Harousseau et al
(2005)
MRC CT 200 32 20
Child et al (2003) ASCT 201 54 months 42
MAG91 CT 91 13 64 Fermand et al
(1998) ASCT 94 39 65
PETHEMA CT 83 34 67
Blade et al (2001) ASCT 81 43 67
CT Chemioterapia convenzionale ndash ASCT terapia ad alte dosi
EFS event-free survival OS overall survival
Da rilevare peraltro che lrsquointroduzione dei nuovi farmaci negli schemi di induzione non solo ha deteminato
un miglioramento delle risposte globali pretrapianto ma ha consentito di implementare il numero di risposte
di buona qualitagrave dopo il trapianto (48 -51)
Circa un confronto diretto tra nuovi farmaci e la terapia trapiantologica abbiamo a disposizione pochi dati di
letteratura Il gruppo GIMEMA ha concluso uno studio su 402 pazienti affetti da mieloma multiplo in prima
diagnosi e randomizzati a ricevere dopo 4 cicli di lenaidomide-desametasone o un doppio trapianto
autologo (MEL 200) o altri 6 cicli di terapia con melphalan-prednisone-lenalidomide Questo studio ha
riportato un significativo aumento in PFS ma non in OS per il braccio trapiantologico (52)
In un secondo studio 389 pazienti sono stati trattati in induzione con lenelidomide+basse dosi di
desametasone e successivamente randomizzati a ricevere CRD (ciclofosfamide lenalidomide desametasone)
o doppio trapianto autologo (MEL200) In questo trial la PFS a 2 anni egrave risultata migliore per il braccio
trapiantologico( 62 vs72)(53) Analoghi studi sono attualmente in corso
Mobilizzazione cellule staminali
La sorgente delle cellule staminali egrave quasi esclusivamente il sangue periferico le cellule staminali infatti
vengono prelevate da sangue periferico con una o piugrave procedure aferetiche previa terapia di mobilizzazione
Il farmaco maggiormente utilizzato ai fini della mobilizzazione egrave la ciclofosfamide a dosi medio alte (2-4
gmq) in combinazione con lenograstim (5-10 mcgKgdie) Altri regimi di mobilizzazione riportati in
letteratura oltre allrsquoutilizzo del solo fattore di crescita emopoietico sono la citosina arabinoside la
vinorelbina e diversi schemi di polichemioterapia Il numero minimo di cellule CD34 necessarie per
effettuare la procedura trapiantologica e pari a 2 x106 kg
Lrsquoutilizzo di cellule staminali selezionate o la tecnica del purging del prodotto aferetico non ha comportato
una riduzione del rischio di recidiva (54) e pertanto non egrave consigliato
Singolo vs Tandem
Si parla di doppio trapianto (tandem) qualora una seconda procedura venga effettuata entro 6 mesi dalla
prima Diversi trials randomizzati hanno indagato lrsquoutilitagrave di un secondo autotrapianto e una metanalisi del
2009 avrebbe evidenziato una superioritagrave del doppio autotrapianto sul singolo in termini di tasso di risposta e
EFS (20 vs 10) ma non di OS (55) Uno studio conferma un beneficio a lungo termine della doppia
procedura (56) mentre in altri due studi viene dimostrato che i pazienti che beneficiano maggiormente del
secondo trapianto sono quelli che non ottengono almeno una VGPR con il primo trapianto (56 ndash 57) In
particolare nello studio IFM94 389 pazienti alla diagnosi venivano randomizzati a ricevere singolo (MEL
140+TBI) o doppio autologo (MEL 140 - MEL 140+TBI) Gli autori hanno dimostrato un aumento di OS
stimata a 7 anni per il doppio autologo e in unrsquoanalisi di sottogruppi hanno riscontrato che i pazienti che
beneficiavano maggiormente del doppio autologo erano quelli che non ottenevano almeno una VGPR entro
tre mesi dalla prima procedura (57) Analoghe conclusioni sono emerse da uno studio italiano dove veniva
utilizzato come regime di condizionamento MEL 200 (58) (Livello di Evidenza 1++)
LINEE GUIDA MIELOMA
29
Critiche a questi studi sono lrsquoutilizzo di una minor dose cumulativa di MEL nel braccio del trapianto singolo
nello studio del gruppo francese e per entrambi la bassa potenza degli studi per valutare il ruolo del doppio
trapianto nei pazienti che ottengono una CR o almeno una VGPR dopo la prima procedura
Una revisone sistematica pubblicata nel 2012 per stabilire il vantaggio di un doppio trapianto autologo
rispetto al singolo ha concluso che non vi sono dati sufficienti per una decisione definitiva considerando che
sono stati riscontrati bias negli studi pubblicati e che i trial non comprendevano ancora i nuovi farmaci
attualmente a disposizione (59)
Il ruolo del secondo autotrapianto potrebbe essere messo in discussione da studi randomizzati in corso che
paragonano consolidamento con nuovi farmaci e trapianto autologo nel frattempo il II trapianto dovrebbe
essere offerto ai pazienti che non hanno ottenuto una risposta completa dopo il primo trapianto riservando
tale opzione terapeutica agli altri pazienti in occasione delleventuale recidiva di malattia
Condizionamento
Il regime di condizionamento per il trapianto autologo nel MM rimane il Melphalan ad alte dosi (200
mgmq) Tale dosaggio viene ridotto nei pazienti con insufficienza renale (con GFRlt 30 mlmin) e in dialisi
in cui la somministrazione a 200 mgmq comporta un incremento di tossicitagrave e di mortalitagrave correlata alla
procedura (60) Un incremento del dosaggio di melphalan (220-300 mg anche in associazione ad Amifostina)
ha evidenziato un miglioramento della PFS ma con un notevole incremento della tossicitagrave (61-62) mentre
lassociazione con Total-body irradiation (TBI) non comporta nemmeno miglioramento del PFS (63) (Livello
di evidenza 4) per cui attualmente lo standard egrave Melphalan 200mgmq (64 )
Anche nel contesto del condizionamento al trapianto sono stati inseriti i nuovi farmaci (Melphalan 140
mgmq + Bortezomib) con risultati promettenti in termini di risposta (gtVGPR 70 con RC 30) anche se
il follow-up egrave troppo breve per valutarne lrsquoimpatto sulla sua durata (65)
64 Trapianto allogenico
In relazione alletagrave media avanzata alla diagnosi e alla disponibilitagrave di un donatore familiare sono pochi i
pazenti affetti da MM potenzialmente candidabili ad una procedura di trapianto allogenico
Il trapianto allogenico mieloablativo correla con miglioramneto dellrsquo intervallo libero da malattia (tra 22-
36) anche se il suo ruolo nel trattamento del MM appare controverso dato lelevato tasso di mortalitagrave
correlata alla procedura (Transplant related mortality TRM) che varia tra 34-54 nei diversi studi
Fattori prognostici negativi per il trapianto allogenico mieloablativo sono un precedente ASCT un lungo
intervallo tra la diagnosi e il trapianto e il mismacht di sesso tra donatore e ricevente (66-67)
Per ridurre la TRM e permettere di estendere lrsquoindicazione ad un maggior numero di pazienti con MM alla
diagnosi egrave stato sperimentato il trapianto allogenico a condizionamento ridotto (RIC) Diversi studi in
letteratura evidenziano la fattibilitagrave di tale approccio anche nei pazienti piugrave anziani con una TRM lt20 In
questo particolare setting rimane elevata lincidenza di GvHD cronica recentemente riportato fino al 74
dei pazienti trattati (68) Anche se la sopravvivenza globale a 5 anni risulta circa del 60 sono segnalate
recidive di malattia (spesso extramidollari) anche dopo 5 anni dal trapianto
Uno studio prospettico (69) ha riportato una miglior OS per i pazienti sottoposti allrsquoallotrapianto non
mieloablativo dopo un trapianto autologo rispetto al doppio autotrapianto mentre altri studi non hanno
confermato tale dato (vedi tabella 2) Secondo le raccomandazioni del gruppo Europeo il trapianto
allogenico puograve essere considerato per i pazienti giovani ad alto rischio che accettino il tasso di mortalitagrave
correlato alla procedura e la natura sperimentale del trattamento (74)
LINEE GUIDA MIELOMA
30
Tabella2 studi randomizzati tandem autologo vs tandem auto-allotrapianto nel MM alla diagnosi
Pts RC () EFS (mesi) OS (Mesi) P
IFM (70) 166 vs 46 37vs 55 25 vs 21 57 vs 41 NS
GIMEMA (69) 82 vs 80 26 vs 55 33 vws 37 64 vs NR S
PETHEMA (71) 82 vs 25 11 vs 40 20 vs 26 58 vs 60 NS
HOVON (72) 101 vs 115 42 vs 45 34 vs 39 63 vs 56 NS
EBMT (73) 250 vs 110 41 vs 52 15 vs 36 50 vs 65
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
A
ASCT deve essere parte integrante del programma
terapeutico del paziente affetto da MM di etagrave inferiore
uguale a 65 anni con adeguato performance status (tabella 1)
Positiva forte
D ASCT potrebbe essere eseguito anche in pazienti con eta
compresa tra 65 e 70 anni in assenza di patologie
associate(64) Positiva debole
B
Il regime di condizionamento al trapianto consiste nel
Melphalan 200 mgmq con riduzione di dose (140 mgmq)
in caso di alterazione della funzione renale o nei pazienti
con etagrave gt65 anni (60 64)
Positiva debole
B
Il Tandem ASCT attualmente non puograve essere considerato lo
standard il secondo trapianto infatti dovrebbe essere
riservato ai pazienti che non ottengono una risposta
superiore alla VGPR dopo la prima procedura
trapiantologica (59) Nei pazienti in cui la seconda procedura egrave invece indicata
questa deve essere effettuata dopo 3 e non oltre i 6 mesi dal
precedente trattamento ad alte dosi (57)
Negativa debole
C
Il trapianto allogenico mieloablativo da donatore familiare
HLA identico puograve essere considerato solo nei pazienti di etagrave
lt 40 anni responsivi alla terapia di prima linea e solo
nellrsquoambito di trials clinici(74) Il Trapianto allogenico a condizionamento ridotto (RIC) egrave
proponibile a pazienti ad alto rischio dopo ASCT solo
nellambito di studi clinici controllati
Studi clinici
Bibliografia 1 Rosintildeol L Oriol A Mateos MV Sureda A Garciacutea-Saacutenchez P Gutieacuterrez N Alegre A Lahuerta JJ de la Rubia J
Herrero C Liu X Van de Velde H San Miguel J Bladeacute J Phase II PETHEMA trial of alternating bortezomib
and dexamethasone as induction regimen before autologous stem cell transplantation in younger patients with
multiple myeloma efficacy and clinical implications of tumor response kinetics JCO 2007254452-4458
2 Harousseau JL Attal M Leleu X Troncy J Pegourie B Stoppa AM Hulin C Benboubker L Fuzibet JG
Renaud M Moreau P Avet-Loiseau H Bortezomib plus dexamethasone as induction treatment prior to
autologous stem cell transplantation in patients with newly dignosed multiple myeloma results of an IFM phase
II study Haematologica 2006911 498-1505
LINEE GUIDA MIELOMA
31
3 Harousseau JL Attal M Avet-Loiseau H Marit G Caillot D Mohty M Lenain P Hulin C Facon T Casassus
P Michallet M Maisonneuve H Benboubker L Maloisel F Petillon MO Webb I Mathiot C Moreau P
Bortezomib plus dexamethasone is superior to vincristine plus doxorubicin plus dexamethasone as induction
treatment prior to autologous stem-cell transplantation in newly diagnosed multiple myeloma results of the IFM
2005-01 phase III trial J Clin Oncol 2010 28 4621-4629
4 Avet-Loiseau H Leleu X Roussel M Moreau P Guerin-Charbonnel C Caillot D Marit G Benboubker L
Voillat L Mathiot C Kolb B Macro M Campion L Wetterwald M Stoppa AM Hulin C Facon T Attal M
Minvielle S Harousseau JL Bortezomib plus dexamethasone induction improves outcome of patients with
t(414) myeloma but not outcome of patients with del(17p) J Clin Oncol 2010 28 4630-4634
5 Sonneveld P Schmidt-Wolf IG van der Holt B El Jarari L Bertsch U Salwender H Zweegman S Vellenga E
Broyl A Blau IW Weisel KC Wittebol S Bos GM Stevens-Kroef M Scheid C Pfreundschuh M Hose D
Jauch A van der Velde H Raymakers R Schaafsma MR Kersten MJ van Marwijk-Kooy M Duehrsen U
Lindemann W Wijermans PW Lokhorst HM Goldschmidt HM Bortezomib induction and maintenance
treatment in patients with newly diagnosed multiple myeloma results of the randomized phase III HOVON-65
GMMG-HD4 trial J Clin Oncol 2012 Aug 2030(24)2946-55
6 Neben K Lokhorst HM Jauch A Bertsch U Hielscher T van der Holt B Salwender H Blau IW Weisel K
Pfreundschuh M Scheid C Duumlhrsen U Lindemann W Schmidt-Wolf IG Peter N Teschendorf C Martin H
Haenel M Derigs HG Raab MS Ho AD van de Velde H Hose D Sonneveld P Goldschmidt H
Administration of bortezomib before and after autologous stem cell transplantation improves outcome in
multiple myeloma patients with deletion 17p Blood 2012119(4)940-8
7 Reeder CB Reece DE Kukreti V Chen C Trudel S Hentz J Noble B Pirooz NA Spong JE Piza JG Zepeda
VH Mikhael JR Leis JF Bergsagel PL Fonseca R Stewart AK Cyclophosphamide bortezomib and
dexamethasone induction for newly diagnosed multiple myeloma high response rates in a phase II clinical trial
Leukemia 2009 23 1337-1341
8 Uttervall K1 Admasie J Alici E Lund J Liwing J Aschan J Barendse M Deneberg S Mellqvist UH Carlson
K Nahi H A combination regimen of bortezomib cyclophosphamide and betamethasone gives quicker better
and more durable response than VADCyBet regimens results from a Swedish retrospective analysis Acta
Hematologica 2013 130 (1) 7-15
9 Wang M Giralt S Delasalle K Handy B Alexanian R Bortezomib in combination with thalidomide-
dexamethasone for previously untreated multiple myeloma Haematology 200712235-239
10 Cavo M Tacchetti P Patriarca F Petrucci MT Pantani L Galli M Di Raimondo F Crippa C Zamagni E
Palumbo A Offidani M Corradini P Narni F Spadano A Pescosta N Deliliers GL Ledda A Cellini C
Caravita T Tosi P Baccarani M GIMEMA Italian Myeloma Network Bortezomib with thalidomide plus
dexamethasone compared with thalidomide plus dexamethasone as induction therapy before and consolidation
therapy after double autologous stem-cell transplantation in newly diagnosed multiple myeloma a randomised
phase 3 study Lancet 2010376(9758)2075-2085
11 Rosintildeol L Oriol A Teruel AI Hernaacutendez D Loacutepez-Jimeacutenez J de la Rubia J Granell M Besalduch J Palomera
L Gonzaacutelez Y Etxebeste MA Diacuteaz-Mediavilla J Hernaacutendez MT de Arriba F Gutieacuterrez NC Martiacuten-Ramos
ML Cibeira MT Mateos MV Martiacutenez J Alegre A Lahuerta JJ San Miguel J Bladeacute J Programa para el
Estudio y la Terapeacuteutica de las Hemopatiacuteas MalignasGrupo Espantildeol de Mieloma (PETHEMAGEM) group
Superiority of bortezomib thalidomide and dexamethasone (VTD) as induction pretransplantation therapy in
multiple myeloma a randomized phase 3 PETHEMAGEM study Blood 2012 Aug 23120(8)1589-96
12 Moreau P Avet-Loiseau H Facon T Attal M Tiab M Hulin C Doyen C Garderet L Randriamalala E Araujo
C Lepeu G Marit G Caillot D Escoffre M Lioure B Benboubker L Peacutegourieacute B Kolb B Stoppa AM Fuzibet
JG Decaux O Dib M Berthou C Chaleteix C Sebban C Traulleacute C Fontan J Wetterwald M Lenain P Mathiot
C Harousseau JL Bortezomib plus dexamethasone versus reduced-dose bortezomib thalidomide plus
dexamethasone as induction treatment before autologous stem cell transplantation in newly diagnosed multiple
myeloma Blood 2011118(22)5752-5758
13 Kaufman JL Nooka A Vrana M Gleason C Heffner LT Lonial S Bortezomib thalidomide and
dexamethasone as induction therapy for patients with symptomatic multiple myeloma Cancer 2010 116 3143-
3151
14 Besinger W Jagannath S Vescio R Camacho E Wolf J Irwin D Capo G McKinley M Potts P Vesole DH
Mazumder A Crowley J Becker P Hilger J Durie BG Phase 2 study of two sequential three-drug combinations
containing bortezomib cyclophosphamide and dexamethasone followed by bortezomib thalidomide and
dexamethasone as frontline therapy for multiple myeloma Br J Hematol 2010 148 562-68
15 Ludwig H Viterbo L Greil R Masszi T Spicka I Shpilberg O Hajek R Dmoszynska A Paiva B Vidriales
MB Esteves G Stoppa AM Robinson D Jr Ricci D Cakana A Enny C Feng H van de Velde H Harousseau
JL Randomized phase II study of bortezomib thalidomide and dexamethasone with or without
LINEE GUIDA MIELOMA
32
cyclophosphamide as induction therapy in previously untreated multiple myeloma J Clin Oncol 2013 Jan
1031(2)247-55
16 Pineda-Roman M Zangari M Haessler J Anaissie E Tricot G van Rhee F Crowley J Shaughnessy JD Jr
Barlogie B Sustained complete remission in multiple myeloma linked to bortezomib in total therapy 3
comparison with total therapy 2 Br J Haematol 2008140625-634
17 Rajkumar SV Hayman SR Lacy MQ Dispenzieri A Geyer SM Kabat B Zeldenrust SR Kumar S Greipp PR
Fonseca R Lust JA Russell SJ Kyle RA Witzig TE Gertz MA Combination therapy with lenalidomide plus
dexamethasone (revdex) for newly diagnosed myeloma Blood 20051064050-4053
18 Zonder JA Crowley J Hussein MA Bolejack V Moore DF Whittenberger BF Abidi MH Durie B and
Barlogie B et al Superiority of lenalidomide plus high-dose dexamethasone (HD) compared to HD alone as
treatment of newly diagnosed multiple myeloma result of the randomized double-blind placebo-comtrolled
SWOG trial S0232 Blood 2007110abs77
19 Rajkumar SV Jacobus S Callander NS Fonseca R Vesole DH Williams ME Abonour R Siegel DS Katz M
Greipp PR Eastern Cooperative Oncology Group Lenalidomide plus high-dose dexamethasone versus
lenalidomide plus low-dose dexamethasone as initial therapy for newly diagnosed multiple myeloma an open-
label randomized controlled trial Lancet Oncology 2010 11 29-37
20 Kumar S Dispenzieri A Lacy MQ Hayman SR Buadi FK Gastineau DA Litzow MR Fonseca R Roy V
Rajkumar SV Gertz MA Impact of lenalidomide therapy on stem cell mobilization and engrafment post-
peripheral blood stem cell transplantation in patients with newly diagnosed myeloma Leukemia 2007 21 2035-
42
21 Kumar S Giralt S Stadtmauer EA Harousseau JL Palumbo A Bensinger W Comenzo RL Lentzsch S
Munshi N Niesvizky R San Miguel J Ludwig H Bergsagel L Blade J Lonial S Anderson KC Tosi P
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22 Palumbo A Rajkumar SV Dimopoulos MA Richardson PG San Miguel J Barlogie B Harousseau J Zonder
JA Cavo M Zangari M Attal M Belch A Knop S Joshua D Sezer O Ludwig H Vesole D Bladeacute J Kyle R
Westin J Weber D Bringhen S Niesvizky R Waage A von Lilienfeld-Toal M Lonial S Morgan GJ Orlowski
RZ Shimizu K Anderson KC Boccadoro M Durie BG Sonneveld P Hussein MA International Myeloma
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2008 22 414-23
23 Richardson PG Weller E Lonial S Jakubowiak AJ Jagannath S Raje NS Avigan DE Xie W Ghobrial IM
Schlossman RL Mazumder A Munshi NC Vesole DH Joyce R Kaufman JL Doss D Warren DL Lunde LE
Kaster S Delaney C Hideshima T Mitsiades CS Knight R Esseltine DL Anderson KC Lenalidomide
bortezomib and dexamethasone combination therapy in patients with newly diagnosed multiple myeloma Blood
2010116 679-686
24 Roussel M Avet-Loiseau H Moreau P Huynh A Benboubker L Hulin C Marit G Leleu X Pegourie B
Fruchart C Caillot D Stoppa AS Facon T Harousseau JL and Attal M Frontline therapy with bortezomib
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and lenalidomide maintenance in newly diagnosed multiple myeloma pateints primary results of the IFM 2008
phase II study Blood 2010 abs 624
25 Kumar S Flinn I Richardson PG Hari P Callander N Noga SJ Stewart AK Turturro F Rifkin R Wolf J
Estevam J Mulligan G Shi H Webb IJ Ra SV Randomized multicenter phase 2 study (EVOLUTION) of
combinations of bortezomib dexamethasone cyclophosphamide and lenalidomide in previously untreated
multiple myeloma Blood 2012 119 4375-82
26 Jakuboviak AJ Reece DE Hofmeister CC Lonial S Zimmerman TM Campagnaro EL Schlossman RL
Laubach J Raje N Anderson T Griffith K Hill M Harvey C Dollard AM Wear S Barrickman J Tendler C
Esseltine DL Kelley SL Kaminski MS Anderson KC and Richardson PG Lenalidomide bortezomib
pegylated liposomial doxorubicin and dexamethasone in newly diagnosed multiple myeloma updated results of
phase III MMRC trial Blood 2009 114 abs 132
27 Cavo M Zamagni E Tosi P Tacchetti P Cellini C Cangini D de Vivo A Testoni N Nicci C Terragna C
Grafone T Perrone G Ceccolini M Tura S Baccarani M Bologna 2002 study Superiority of thalidomide and
dexamethasone over VAD as primary therapy in preparation for autologous transplantation for multiple
myeloma Blood 200510635-9
28 Rajkumar SV Blood E Vesole D Fonseca R Greipp PR Eastern Cooperative Oncology Group Phase III
clinical trial of thalidomide plus dexamethasone compared with dexamethasone alone in newly diagnosed
multiple myeloma a clinical trial coordinated by the Eastern Cooperative Oncology Group JCO 200624431-6
LINEE GUIDA MIELOMA
33
29 Cavo M Di Raimondo F Zamagni E Patriarca F Tacchetti P Casulli AF Volpe S Perrone G Ledda A
Ceccolini M Califano C Bigazzi C Offidani M Stefani P Ballerini F Fiacchini M de Vivo A Brioli A Tosi
P Baccarani M Short-term thalidomide incorporated into double autologous stem-cell transplantation improves
outcomes in comparison with double autotransplantation for multiple myeloma JCO 2009305001-5007
30 Barlogie B Tricot G Anaissie E Shaughnessy J Rasmussen E van Rhee F Fassas A Zangari M Hollmig K
Pineda-Roman M Lee C Talamo G Thertulien R Kiwan E Krishna S Fox M Crowley J Thalidomide and
hematopoietic-cell transplantation for multiple myeloma N Engl J Med 20063541021-1030
31 Lokhorst HM van der Holt B Zweegman S Vellenga E Croockewit S van Oers MH von dem Borne P
Wijermans P Schaafsma R de Weerdt O Wittebol S Delforge M Berenschot H Bos GM Jie KS Sinnige H
van Marwijk-Kooy M Joosten P Minnema MC van Ammerlaan R Sonneveld P Dutch-Belgian Hemato-
Oncology Group (HOVON) A randomized phase 3 study on the effect of thalidomide combined with
Adriamycin dexamethasone and high dose melphalan followed by thalidomide maintenance in patients with
multiple myeloma Blood 2010 115 1113-1120
32 Morgan GJ Davies FE Gregory WM Bell SE Szubert AJ Navarro Coy N Cook G Feyler S Johnson PR
Rudin C Drayson MT Owen RG Ross FM Russell NH Jackson GH Child JA National Cancer Research
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as induction therapy for newly diagnosed multiple myeloma patients destined for autologous stem cell
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33 Cavo M Rajkumar SV Palumbo A Moreau P Orlowski R Blade J et al International Myeloma Working
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stem cell transplantation Blood 2011 Jun 9117(23)6063-73
34 Dimopoulos MA Roussou M Gkotzamanidou M Nikitas N Psimenou E Mparmparoussi D Matsouka C
Spyropoulou-Vlachou M Terpos E Kastritis E The role of novel agents on the reversibility of renal impairment
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35 Mellqvist UH Gimsing P Hjertner O Lenhoff S Laane E Remes K Steingrimsdottir H Abildgaard N Ahlberg
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Leleu X Mathiot C Payen C Avet-Loiseau H Harousseau JL IFM Investigators Lenalidomide maintenance
after stem-cell transplantation for multiple myeloma N Engl J Med 2012 May 10366(19)1782-91
37 Terragna C Zamagni E Petrucci MT Durante S Patriarca P Narni F Crippa C Gorgone A Caravita T
Perrone G Nozzoli C Masini L Callea V Attolico I Cellini C Bringhen S Ledda A Montefusco V Martello
M Martinelli G Baccarani M and Cavo M Molecular remission after bortezomib-thalidomide and
dexamethasone compared with thalidomide-dexamethasone as consolidation therapy after double autologous
transplantation for multiple myeloma results of qualitative and quantitative analysis Blood 2010 116 abs 861
38 Cavo M Pantani L Petrucci MT Patriarca F Zamagni E Donnarumma D Crippa C Boccadoro M Perrone G
Falcone A Nozzoli C Zambello R Masini L Furlan A Brioli A Derudas D Ballanti S Dessanti ML De
Stefano V Carella AM Marcatti M Nozza A Ferrara F Callea V Califano C Pezzi A Baraldi A Grasso M
Musto P Palumbo A GIMEMA (Gruppo Italiano Malattie Ematologiche dellAdulto) Italian Myeloma Network
Bortezomib-thalidomide and dexamethasone is superior to thalidomide-dexamethasone as consolidation therapy
following autologous hematopoietic stem-cell transplantation in patients with newly diagnosed multiple
myeloma Blood 2012 Jul 51209-19
39 Attal M Harousseau JL Leyvraz S Doyen C Hulin C Benboubker L Yakoub Agha I Bourhis JH Garderet L
Pegourie B Dumontet C Renaud M Voillat L Berthou C Marit G Monconduit M Caillot D Grobois B Avet-
Loiseau H Moreau P Facon T Inter-Groupe Francophone du Myeacutelome (IFM) Maintenance therapy with
thalidomide improve survival in patients with multiple myeloma Blood 20061083289-3294
40 Morgan GJ Gregory WM Davies FE Bell SE Szubert AJ Brown JM Coy NN Cook G Russell NH Rudin C
Roddie H Drayson MT Owen RG Ross FM Jackson GH Child JA National Cancer Research Institute
Haematological Oncology Clinical Studies GroupThe role of maintenance thalidomide therapy in multiple
myeloma MRC myeloma IX results and meta-analysis Blood 2012 Jan 5119(1)7-15
41 Spencer A Prince HM Roberts AW Prosser IW Bradstock KF Coyle L Gill DS Horvath N Reynolds J
Kennedy N Consolidation therapy with low-dose thalidomide and prednisolone prolongs the survival of
multiple myeloma patients undergoing a single autologous stem-cell transplantation procedure JCO
2009271788-1793
42 Stewart AK Trudel S Bahlis NJ White D Sabry W Belch A Reiman T Roy J Shustik C Kovacs MJ
Rubinger M Cantin G Song K Tompkins KA Marcellus DC Lacy MQ Sussman J Reece D Brundage M
LINEE GUIDA MIELOMA
34
Harnett EL Shepherd L Chapman JA Meyer RM A randomized phase 3 trial of thalidomide and prednisone as
maintenance therapy after ASCT in patients with MM with a quality-of-life assessment the National Cancer
Institute of Canada Clinicals Trials Group Myeloma 10 Trial Blood 2013 Feb 28121(9)1517-23
43 Cavo M Pantani L Tacchetti P Pallotti MC Brioli A Petrucci A Zamagni E Tosi P Thalidomide maintenance
in multiple myeloma certainties and controversies JCO 200927186-187
44 Attal M Lauwers-Cances V Marit G Caillot D Moreau P Facon T Stoppa AM Hulin C Benboubker L
Garderet L Decaux O Leyvraz S Vekemans MC Voillat L Michallet M Pegourie B Dumontet C Roussel M
Leleu X Mathiot C Payen C Avet-Loiseau H Harousseau JL IFM Investigators Lenalidomide maintenance
after autologous stem-cell transplantation for multiple myelomaN Eng J Med 2012 10 1782-91
45 McCarthy PL Owzar K Hofmeister CC Hurd DD Hassoun H Richardson PG Giralt S Stadtmauer EA
Weisdorf DJ Vij R Moreb JS Callander NS Van Besien K Gentile T Isola L Maziarz RT Gabriel DA
Bashey A Landau H Martin T Qazilbash MH Levitan D McClune B Schlossman R Hars V Postiglione J
Jiang C Bennett E Barry S Bressler L Kelly M Seiler M Rosenbaum C Hari P Pasquini MC Horowitz MM
Shea TC Devine SM Anderson KC Linker C Lenalidomide after stem-cell transplantation fro multiple
myeloma N Engl J Med 2012 10 1770-81
46 Moreau P Pylypenko H Grosicki S Karamanesht I Leleu X Grishunina M Rekhtman G Masliak Z Robak T
Shubina A Arnulf B Kropff M Cavet J Esseltine DL Feng H Girgis S van de Velde H Deraedt W
Harousseau JL Subcutaneous versus intravenous administration of bortezomib in patients with relapsed multiple
myeloma A randomized phase 3 non-inferiority study Lancet Oncology 2011 12 431-44
47 McElwaiv amp Powles 1983 High-dose intravenous melphalan for plasma-cell leukaemia and myeloma Lancet
1983 Oct 82(8354)822-4
48 Harousseau J Avet-loiseau H Attal M High complete and very good partial response rates with bortezomib-
dexamethasone as induction prior to ASCT in newly diagnosed pattients wuith high-risk myeloma results of the
IFM2005-01 phase 3 trial ndash Blood 2009 114 abstract 353
49 Cavo M Tacchetti P Patriarca F Petrucci MT Pantani L Galli M Di Raimondo F Crippa C Zamagni E
Palumbo A Offidani M Corradini P Narni F Spadano A Pescosta N Deliliers GL Ledda A Cellini C
Caravita T Tosi P Baccarani M GIMEMA Italian Myeloma Network Bortezomib with thalidomide plus
dexamethasone compared with thalidomide plus dexamethasone as induction therapy before and consolidation
therapy after double autologous stem-cell transplantation in newly diagnosed multiple myeloma a randomised
phase 3 study Lancet 2010376(9758)2075-2085
50 Rajkumar SV Jacobus S Callander NS et al lenalidomide plus high-dose dexamethasone versus lenalidomide
plus low-dose dexamethasone as intial therapy for newly diagnoses multiple myeloma an open albel randomized
controller trial Lancet Oncol 201011(1)29-37
51 Richardson PG Weller E Lonial S et al Lenalidomide bortezomib and dexamethasone combination therapy in
patients with newly diagnosed multiple Myeloma Bloob 2010116(5)679-86)
52 Boccadoro M Cavallo F Gay F et al Melphalan-prednisone-lenalidomide (MPR) versus High dose melphalan
and autologous transplantation ( MEL 200) plus lenalidomide maitenance or no maintenance in newly diagnoses
Multiple Myeloma patients J Clin Oncol 2013 31 abstract 8509)
53 Gay F Hajek R Dira Diramondo F et al Cyclophosphamide-lenalidomide-dexamethasone vs autologous
transplant in newly diagnosed myeloma a phase III trial Clin Lymphoma Myeloma Leuk 201313 (suppl
1)S40
54 Stewart AK Vescio R Schiller G Purging of autologous peripheral-blood stem cells using CD34 selection
does not improve overall or progression-free survival after high-dose chemotherapy for multiple myeloma
results of a multicenter randomized controlled trial Journal of Clinical Oncology (2001) 19 3771ndash3779
55 Kumar A Kharfan-Dabaja MA Glasmacher A Djulbegovic B Tandem versus single autologous hematopoietic
cell transplantation for the treatment of multiple myeloma a systematic review and meta-analysis J Natl Cancer
Inst 2009 101(2) 100-10
56 Barlogie B Attal M Crowley J Lomg term follow-up of autotransplantation trials for multiple myeloma update
of protocols conducted by the Intergroupe Francophone du Myelome South-west Oncology Group and the
University of Arkansas for Medical Sciences J Clin Oncol201028(7)1209-1214
57 Attal Harousseau JL Facon T Single versus double autologous stem-cell transplantation for multiple
myeloma New England Journal of Medicineigrave (2003) 349 2495ndash2502)
58 Cavo M Tosi P Zamagni E Prospective randomized study of single compared with double autologous stem-
cell transplantation for multiple myeloma Bologna 96 clinical study J Clin Oncol2007252434-2441
59 Maumann-Winter et al Cochrane database Syst Rev 2012 act 1710cd 004626
60 Knudsen LM Nielsen B Gimsing P amp Geisler C Autologous stem cell transplantation in multiple
myeloma outcome in patients with renal failure European Journal of Haematology 2005 75 27ndash33)
LINEE GUIDA MIELOMA
35
61 Garban F Attal M Michallet M et al Prospective comparison of autologous stem cell transplantation
followed by dose-reduced allograft (IFM99-03 trial) with tandem autologous stem cell transplantation (IFM99-
04 trial) in high-risk de novo multiple myeloma Blood 2005 - 107 3474ndash3480
62 Phillips GL Meisenberg B Reece DE et al Amifostine and autologous henatopietic stem cell support of
escalating-dose melphalan a phase I study Biol Blood Marrow Transpalnt 2004 Jul10(7)473-83
63 Moreau P Facon T Attal M Comparison of 200 mgm(2) melphalan and 8 Gy total body irradiation plus
140 mgm(2) melphalan as conditioning regimens for peripheral blood stem cell transplantation in patients with
newly diagnosed multiple myeloma final analysis of the Intergroupe Francophone du Myelome 9502
randomized trial Blood 2002 99 731ndash735
64 Mohamad Mohty and Jean-Luc Harousseau treatment of autologous stem cell transplant-elegible multiple
myeloma patients ten questions and answers Haematologica 201499(3)408-416
65 Roussel M Moreau P Huynh A Bortezomib and high-dose melphalan as conditioning regimen before
autologous stem cell transplantation in patients with de novo multiple myeloma a phase 2 study of the
Intergroupe Francophone du Myelome (IFM) Blood 2010 115 32ndash37)
66 Hunter HM Peggs K Powles R et al Analysis of outcome following allogeneichaemopoietic stem cell
transplantation formyeloma using myeloablative conditioning evidence for a superior outcome using melphalan
combined with total body irradiation British Journal of Haematology 2005 128 496ndash502
67 Crawley C Iacobelli S Bjorkstrand B Reduced-intensity conditioning for myeloma lower nonrelapse
mortality but higher relapse rates compared with myeloablative conditioning Blood 2007 109 3588ndash3594
68 Rotta M Storer BE Sahebi F Long-term outcome of patients with multiple myeloma after autologous
hematopoietic cell transplantation and nonmyeloablative allografting Blood 2009 113 3383ndash 3391
69 Bruno B RotaM Patriarca F A comparison of allografting with autologous autografting for newly diagnosed
myeloma N Engl J Med 2007 3561110-1120 )
70 Garban F Attal M Michallet M Prospective comparison of autologous stem cell transplantation followed by
dose-reduced allograft (IFM99-03 trial) with tandem autologous stem cell transplantation (IFM99-04 trial) in
high-risk de novo multiple myeloma Blood (2006) 107 3474ndash3480
71 Rosinol L Perez-Simon JA Sureda A prospective PETHEMA study of tandem autologous transplantation
versus autograft followed by reduced-intensity conditioning allogeneic transplantation in newly diagnosed
multiple myeloma Blood (2008) 112 3591ndash3593
72 Lokhorst H Sonneveld P amp Van der Holt BDonor versus no donor analysis of newly diagnosed myeloma
patients included in the HOVON 5054 study Blood ASH Annual Meeting 2008 112 Abstracts) 461
73 Bjorkstrand B Lacobelli S amp Hegenbart A Autologous stem cell transplantation (ASCT) versus ASCT
followed by reduced-intensity conditioning (RIC) allogeneic SCT with identical sibling donor in previously
untreated multiple myeloma (MM) a prospective controlled trial by the EBMT Bone Marrow Transplantation
(2009) (abstract) 43 223
74 Engelhardt M Terpos E Kleber M et al European Myeloma Network recommendations on the evaluation and
treatment of newly diagnosed patients with multole Myeloma Haematologica2014 99(2)232-242
LINEE GUIDA MIELOMA
36
7 Mieloma Multiplo recidivato o refrattario
71 Definizione di malattia recidivarefrattaria
Per MM refrattario si intende una malattia che non ha presentato almeno una risposta parziale a 3 o piugrave
cicli di terapia antimieloma o che egrave progredita entro 60 giorni dallrsquoultimo trattamento Si distingue la
categoria del MM refrattario primitivo che comprende i pazienti giagrave sottoposti a piugrave linee di terapia i quali
non hanno mai presentato almeno una risposta parziale a tutte le precedenti linee di terapia
Per MM ricaduto si intende un MM precedentemente trattato che richiede una nuova terapia di salvataggio
dopo un intervallo di remissione parziale o completa di almeno 60 giorni La definizione della recidiva di
malattia segue i criteri dellrsquoInternational Myeloma Working Group IMWG riportati nella tabella
sottostante
Categorie Criteri di valutazione
Malattia progressiva (PD) Necessario almeno uno dei seguenti criteri - Incremento ge25 CM (almeno ge 05 gdl) - Incremento ge 25 CM urinaria (almeno ge 200 mg 24 ore) - Incremento gt 10 dellinfiltrato plasmacellulare midollare - Comparsa di nuove lesioni osteolitiche o plasmocitomi - Ipercalcemia
Recidiva clinica Necessario almeno uno dei seguenti criteri - Comparsa di plasmocitoma o lesioni ossee - Incremento dimensionale di preesistente plasmocitoma o di lesioni ossee - Ipercalcemia (gt 115 mgdl 263 mmoll) - Riduzione dellemoglobina gt 2 gdl - Incremento del valore della creatinina gt 2 mgdl
Recidiva da precedente
remissione completa (RC) Necessario almeno uno dei seguenti criteri - Riscontro di CM sierica o urinaria allelettroforesi o immunofissazione - Incremento delle plasmacellule midollari gt 5 - Evidenza di segni correlati a progressione di malattia (Lesioni litiche
plasmocitoma ipercalcemia ecc)
72 Trattamento
La decisione di iniziare un trattamento di salvataggio
Pazienti con MM in recidiva devono essere ritrattati dopo la ricomparsa dei segni e sintomi di malattia
I criteri CRAB devono essere utilizzati anche per i pazienti in recidiva cosigrave come per i pazienti alla diagnosi
La morfologia e lentitagrave dellrsquoinfiltrato plasmacellulare midollare non devono essere usati come criteri di
inizio della terapia La cinetica di progressione della CM sierica e in particolare il raddoppiamento del suo
valore in 2 mesi egrave stato recentemente proposto come criterio per iniziare il trattamento ma non crsquoegrave al
momento consenso su questa indicazione Al contrario un lento incremento della CM senza segni di
evoluzione clinica non deve essere utilizzato come indice di ritrattamento
Opzioni per la terapia di salvataggio
Attualmente per il trattamento dei pazienti affetti da recidiva di malattia non abbiamo un regime di terapia o
una sequenza di farmaci ottimale (1) Bortezomib e agenti immunomodulanti come talidomide e
lenalidomide (ImiDs) sono molecole molto efficaci in questo setting di pazienti In uno studio
LINEE GUIDA MIELOMA
37
internazionale randomizzato di fase III bortezomib utilizzato come singolo agente si egrave dimostrato superiore
in termini di percentuale di risposta mediana di TTP e sopravvivenza rispetto alle alte dosi di desametasone
Questo ha permesso allrsquoEMEA nel 2005 di approvare il bortezomib come seconda linea di trattamento per i
pazienti con MM (2) (Livello di evidenza 1++) Un ulteriore miglioramento della TTP si egrave ottenuto
combinando il bortezomib con la doxorubicina liposomiale rispetto al solo bortezomib come dimostrato in
un successivo studio internazionale di fase III (3)
(Livello di evidenza 1++) Inoltre studi di fase II hanno
dimostrato come lrsquoaggiunta di desametasone aumenta la percentuale di risposte dal 18 al 33 nei pazienti
con risposte subottimali con il solo bortezomib Questo ha permesso di poter utilizzare in Italia il bortezomib
associato al desametasone nei pazienti in recidiva o refrattari (Legge 648)
Altre promettenti associazioni come bortezomib e talidomide bortezomib e lenalidomide e bortezomib e
melphalan sono state utilizzate in studi di fase II (4-6) (Livello di evidenza 3)
In due studi di fase III egrave stato dimostrato un significativo prolungamento del TTP utilizzando lenalidomide in
associazione al desametasone rispetto al solo desametasone questo ne ha permesso lrsquoapprovazione da parte
dellrsquoEMEA nel 2008 (78) (Livello di evidenza 1++ per la riduzione dei dosaggi di DEX che comunemente
vengono usati rispetto a quelli dello studio) Questi studi (MM-009 and MM-010) hanno dimostrato come sia
possibile ottenere un tasso di risposta complessivo del 60 con CR del 15 ed un TTP di almeno 111
mesi circa utilizzando la lenalidomide in combinazione con desametasone
Una efficacia clinica della combinazione Talidomide-Desametasone egrave stata dimostrata con studi di fase II (9-
11) (Livello di evidenza 3) peraltro non confermati con studi di fase III La talidomide utilizzata ad un
dosaggio mediano di 200ndash400 mg al giorno ha dato risposte in circa il 50 dei pazienti risposte di durata di
circa 12 mesi tali dati peraltro non sono stati sufficienti per ottenere lrsquoapprovazione da parte della FDA o
della EMEA per la talidomide in questa categoria di pazienti
Le alterazioni citogenetiche gli alti valori di beta-2-microglobulinemia e bassi livelli di albumina anche per i
pazienti in recidiva o refrattari hanno lo stesso valore prognostico negativo descritto per i pazienti al
momento della diagnosi Ulteriori caratteristiche come le catene leggere lrsquoisotipo IgA lrsquoinsufficienza renale
la malattia extramidollare il MM iposecernente e la malattia ossea possono condizionare lrsquoandamento della
malattia al momento della recidiva o quando si dimostra refrattaria ai trattamenti utilizzati Sia il bortezomib
che la talidomide si sono dimostrati efficaci e sicuri nei pazienti con insufficienza renale cosigrave come
bortezomib e lenalidomide hanno dimostrato di superare la prognosi negativa data dalla delezione del
cromosoma 13 e dalla translocazione t(414) (1213)
Al momento numerose altre molecole sono in valutazione in studi di fase III nellrsquoottica di ottenere risultati
che permetteranno di avere altre armi terapeutiche nel MM in recidiva Tra questi il carfilzomib un nuovo
inibitore irreversibile del proteosoma si egrave dimostrato attivo nei pazienti con MM refrattari alle terapie
convenzionali sia in studi di fase I (14) che in studi di fase II (1516) La pomalidomide il piugrave nuovo
immunomodulatore valutata in studi clinici e di cui vengono riportati interessanti dati sullrsquoefficacia (17-19)
(Livello di evidenza 3) La bendamustina farmaco attivo nel MM (20) egrave al momento in valutazione in
schemi di associazione con altri agenti come lenalidomide o bortezomib Inoltre sulla base di studi
preclinici gli inibitori degli istoni deacetilasi sia il vorinostat (21) che il panobinostat (22) vengono
attualmente testati in associazione con bortezomib
Il trapianto di cellule staminali autologhe puograve essere considerata unrsquoopzione terapeutica anche per i pazienti
in recidiva e refrattari nonostante gli studi al momento siano limitati In uno studio randomizzato disegnato
nel 1990 egrave stato valutato il tempo ottimale per eseguire ASCT paragonando i risultati ottenuti con un
trapianto eseguito subito dopo la terapia di induzione oppure al momento della recidiva I risultati hanno
dimostrato una OS simile nei 2 gruppi con una mediana di sopravvivenza superiore a 5 anni (23) (Livello di
evidenza 3 studi eseguiti in setting diversi)
Il trapianto allogenico RIC ha mostrato un diverso controllo del MM dipendente dallo stato della malattia al
momento del trapianto stesso con una significativa riduzione dellrsquo EFS nei pazienti in recidiva e refrattari
rispetto ai pazienti rispondenti (24)
(Livello di evidenza 3)
LINEE GUIDA MIELOMA
38
Nonostante lrsquointroduzione di trattamenti attivi con meccanismi dazione differenti rispetto alla chemioterapia
i pazienti sensibili alle terapie hanno una durata di risposta molto variabile ma inesorabilmente la storia
naturale di questa patologia egrave caratterizzata da ulteriori recidive di malattie la cui risposta ai trattamenti
diviene sempre piugrave breve
Per molti pazienti in recidiva lobiettivo della terapia non si discosta molto dal trattamento alla diagnosi con
la possibilitagrave di ottenere il controllo della patologia il miglioramento dei sintomi e della qualitagrave della vita
prolungandone la sopravvivenza accanto a questi perograve bisogna tener presenti i pazienti in cui i possibili
effetti collaterali del trattamento e le patologie associate limitano le opzioni terapeutiche
La terapia palliativa dovragrave essere perciograve presa in considerazione dopo 2 linee di terapia che includono i
nuovi farmaci e che si sono rivelate inefficaci
Tutte le armi terapeutiche disponibili come radioterapia bisfosfonati corticosteroidi oppiacei e basse dosi di
chemioterapia dovranno essere utilizzate per alleviare i sintomi della malattia
Mieloma Multiplo trattamento malattia recidivatarefrattaria
Regimi di terapia preferiti
Terapia di
salvataggio
bull Lenalidomide + desametasone bull Bortezomib + desametasone bull Bortezomib+ desametasone+ doxorubicina liposomiale
Altri regimi possibili
bull Talidomide plusmn desametasone bull Bendamustina plusmn desametasone
bull Melphalan ad alte dosi + reinfusione di cellule staminali autologhe bull Bortezomib+desametasone + alchilante (ciclofosfamide o melphalan) bull Bortezomib+lenalidomide+desametasone bull Lenalidomide+ desametasone+ alchilante (ciclofosfamide o melphalan)
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
A Pazienti con MM in recidiva devono essere ritrattati dopo la
ricomparsa dei segni e sintomi di malattia definiti dai criteri
CRAB(1) Positiva forte
A
I regimi di salvataggio raccomandati sono rappresentati dal
bortezomib in associazione al desametasone (2) dal
bortezomib in associazione al desametasone e alla
doxorubicina liposomiale peghilatan (3) e dalla lenalidomide
in combinazione con il desametasone (78) I criteri per la scelta piugrave appropriata della terapia di re-
induzione deve essere fatta tenendo presente a) il principio
della rotazione di tutti i farmaci escludendo quelli a cui il
paziente ha mostrato resistenza b)lrsquoetagrave del paziente c) la
funzionalitagrave renale la presenza di neuropatia la precedente
tossicitagrave ematologica d) la durata della remissione ottenute
in precedenza
Positiva forte
LINEE GUIDA MIELOMA
39
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
D
Una seconda terapia di re-induzione con i nuovi farmaci
seguita dal trapianto di cellule staminali autologhe puograve essere
eseguita nei pazienti di etagrave inferiore o uguale a 65 anni senza
comorbilitagrave severe che abbiano avuto una remissione di
almeno 24 mesi dopo un precedente trapianto autologo e
siano responsivi alla terapia di salvataggio (23)
Positiva debole
D
Il trapianto di cellule staminali allogeniche dovragrave essere
eseguito soltanto nellrsquoambito di studi clinici in pazienti che
hanno ottenuto una risposta con la terapia di re-induzione
(24)
Studi clinici
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(010) Study Investigators Lenalidomide plus dexamethasone for relapsed or refractory multiple myeloma N
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9 Palumbo A Giaccone L Bertola A Pregno P Bringhen S Rus C Triolo S Gallo E Pileri A Boccadoro M
Low-dose thalidomide plus dexamethasone is an effective salvage therapy for advanced myeloma
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10 Dimopoulos MA Zervas K Kouvatseas G Galani E Grigoraki V Kiamouris C Vervessou E Samantas E
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11 Alexanian R Weber D Giralt S Delasalle K Consolidation therapy of multiple myeloma with thalidomide-
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40
12 Bahlis NJ Song K Trieu Y Roland B Masih-Khan E Chang H Bruyere H Mansoor A Horsman D Eliasziw
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randomized clinical trial Blood 1998923131ndash6
24 Maloney DG Molina AJ Sahebi F et al Allografting with nonmyeloablative conditioning following
cytoreductive autografts for the treatment of patients with multiple myeloma Blood 20031023447ndash54
LINEE GUIDA MIELOMA
41
8 Terapie di supporto e management delle tossicitarsquo correlate alla terapia
81 Malattia ossea
La malattia ossea egrave la maggiore causa di morbiditagrave nel MM ricorrendo in circa lrsquo80 dei pazienti durante la
malattia con la comparsa di lesioni osteolitiche fratture patologiche compressioni radicolari e grave
sintomatologia dolorosa nel 60 circa dei pazienti (1) La disabilitagrave derivante da questi eventi scheletrici
(SRE skeletal related events) non soltanto impatta sulla qualitagrave di vita e sul performance status ma riduce
significativamente la sopravvivenza globale I pazienti con fratture patologiche presentano infatti un rischio
di morte aumentato del 20 rispetto ai pazienti senza fratture (2) La prevenzione ed il trattamento degli
SRE rappresenta pertanto uno dei principali obiettivi della terapia di supporto del MM
811 Terapia medica
I bisfosfonati (BSF) rappresentano il presidio terapeutico primario nel trattamento della malattia ossea
Nellrsquoambito di questi farmaci gli amino-BSF di seconda generazione tra cui lo zoledronato (ZOL) ed il
pamidronato (PAM) hanno dimostrato maggiore efficacia riducendo significativamente lrsquoincidenza di eventi
scheletrici al 25 rispetto al 68 dellrsquoetidronato e al 36 del clodronato Una recente metanalisi ha incluso
i risultati di 17 studi (randomizzati enon randomizzati) che testavano lrsquoefficacia dei bisfosfonati in pazienti
con carcinoma mammario prostatico e MM Alcuni degli studi considerati erano di bassa qualitagrave
metodologica In una cosigrave eterogenea popolazione di pazienti lo ZOL ha mostrato superioritagrave in termini di
riduzione del rischio di SREs rispetto agli altri bisfosfonati Tuttavia non sono stati sinora condotti studi
randomizzati di comparazione testa a testa fra i vari bisfosfonati (34) (Livello di evidenza 1+) Alcuni
nuovi farmaci tra cui Denosumab possono essere indicati nel trattamento della bone mineral density (MBD)
ma al momento sono utilizzabili unicamente nellrsquoambito di studi clinici
MGUS e MM asintomatico Sebbene asintomatici e senza lesioni scheletriche i pazienti affetti MGUS presentano alterato turnover osseo
per gli aumentati livelli sierici ed urinari dei markers di osteolisi oltre che un rischio di fratture ossee 16
volte piugrave elevato rispetto alla popolazione generale (5) A questo riguardo due studi clinici di fase II (67)
hanno dimostrato gli effetti benefici sulla bone mineral density (BMD) mediante ZOL semestrale nei
pazienti con MGUS e osteoporosi sebbene al momento manchino dati conclusivi circa la sicurezza e
lrsquoefficacia nella prevenzione degli SRE (Livello di evidenza 3) Anche lrsquoAlendronato migliora la BMD in
questi pazienti senza evidenze sulla capacitagrave di rallentare la progressione della malattia ossea (8) In un
recente studio prospettico di fase III nel MM asintomatico la somministrazione mensile di ZOL riduce
lrsquoincidenza di SRE senza peraltro nessun impatto sul time to progression (TTP) Tuttavia il basso numero di
pazienti reclutati rispetto a quanto preventivato limita la potenza statistica dello studio (9) (Livello di
evidenza 1+) Alla luce di questi dati lrsquouso dei BSF nei pazienti con MGUS e MM asintomatico non egrave al
momento raccomandabile se non nellrsquoambito di trials clinici
MM sintomatico Lo ZOL ed il PAM costituiscono lrsquoattuale standard of care per la terapia medica della malattia ossea nel
MM Lrsquoinfusione mensile di PAM 90 mg o di ZOL 4 mg comporta riduzione nella ricorrenza degli eventi
scheletrici e miglioramento della qualitagrave di vita nei pazienti con MM sintomatico (10-13) (Livello di
evidenza 1++) Studi di confronto fra i due farmaci documentano una sovrapponibile efficacia (14) a fronte
tuttavia di un aumento del rischio di osteonecrosi della mandibola (ONJ) nei soggetti in trattamento con ZOL
(15) Lo studio randomizzato Medical Research Council Myeloma IX (16) ha arruolato 1960 pazienti con
MM sintomatico a ricevere ZOL o clodronato alla diagnosi in associazione alla terapia anti-MM ottenendo
non soltanto una riduzione degli eventi scheletrici al 27 e 35 rispettivamente ma anche un significativo
allungamento della overall survival (OS) e della progression free survival (PFS) nel braccio ricevente ZOL
LINEE GUIDA MIELOMA
42
Questo risultato conferma studi preclinici di un possibile effetto antitumorale diretto di ZOL (1718) Un
miglioramento nei tassi di CR o VGPR egrave descritto nei pazienti in trattamento con terapia non mieloablativa
(16) per cui lo ZOL egrave ritenuto da alcuni panels di esperti il BSF elettivo per il trattamento della malattia
ossea nel MM (19) Tuttavia una revisione sistematica Cochrane aggiornata nel 2012 (20) attribuisce allo
ZOL un vantaggio in termini di OS e PFS solo verso placebo o etidronato ma non rispetto agli altri BSF
(Livello di evidenza 1++)
Il trattamento prolungato con BSF aumenta il rischio di ONJ potendo alla lunga comportare unrsquoinversione
del loro rapporto rischio-beneficio (2122) mentre il potenziale beneficio della sospensione dei BSF sulla
risoluzione dellrsquoONJ egrave indefinito (2324) Nel paziente con MM sintomatico prima di attivare terapia con
BFS egrave necessario effettuare procedure odontoiatriche di screening che devono essere completate almeno 4-6
settimane prima dellrsquoinizio del trattamento (24) (Livello di evidenza 3)
Lrsquoimpiego di amino-BSF aumenta il rischio di insufficienza renale (1125) e richiede pertanto una rigorosa
valutazione della funzionalitagrave renale periodicamente (Livello di evidenza 4)
La Tabella 1 riassume le riduzioni posologiche consigliate per i principali BSF in relazione ai livelli del
filtrato glomerulare
Tabella 1 - Terapia con bisfosfonati nel MM con insufficienza renale riduzioni posologiche consigliate
Clearance della
creatinina Clodronato
(dosaggiodie) Pamidronato
(dosaggio4 settimane) Acido Zoledronico
(dosaggio4 settimane)
gt 60 mlmin 1600 mg 90 mg 4 mg
30-60 mlmin 1600 mg 90 mg 3-35 mg
10-30 mlmin 800 mg 30 mg in 2-4 ore Non raccomandato
lt 10 mlmin Non raccomandato 30 mg in 2-4 ore Non raccomandato
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
A
Lrsquouso dei BSF egrave raccomandato nella terapia del MM
sintomatico indipendentemente dalla presenza documentata di
lesioni osteolitiche (10-13 radic I l PAM e lo ZOL mostrano simile efficacia nella
prevenzione e nel trattamento degli SRE(13)
Positiva forte
D I BSF non sono indicati nella terapia di supporto della malattia
ossea nella MGUS e nel MM asintomatico se non nellrsquoambito
di studi clinici (9) Negativa debole
D
In corso di terapia con BSF la funzionalitagrave renale deve essere
attentamente monitorata In caso di comparsa di alterazione
della funzionalitagrave renale il trattamento con BFS deve essere
sospeso o la sua posologia deve essere ridotta (1125)
Positiva forte
812 Radioterapia
Nella malattia ossea del MM la radioterapia egrave utile a scopo antalgico e nelle localizzazioni scheletriche a
rischio di frattura soprattutto vertebrale Il controllo della sintomatologia dolorosa egrave generalmente raggiunto
con dosi comprese fra 10 e 25 Gy (2627) Nessuna differenza in termini di efficacia antalgica egrave stata
documentata fra la singola irradiazione con 8 Gy e il trattamento frazionato con dosi complessive sino a 40
Gy in una metanalisi che comparava differenti schedule di trattamento in pazienti con metastasi scheletriche
da ogni forma di cancro In particolare sono stati inclusi nella metanalisi 8 trials che paragonavano differenti
schedule di irradiazione singola o multipla insieme a 8 trials che confrontavano irradiazione singola vs
trattamento frazionato La qualitagrave metodologica degli studi presi in considerazione non era uniforme e non
LINEE GUIDA MIELOMA
43
sono escludibili bias di pubblicazione e di revisione della letteratura Infatti i risultati del quality assessment
degli studi inclusi non sono riportati e vengono forniti dettagli limitati sulla condotta metodologica della
revisione della letteratura (28) (Livello di evidenza 1+) La radioterapia con dosi superiori a 30 Gy puograve
essere invece utilizzata a scopo terapeutico in caso di compressione midollare (29) (Livello di evidenza 3)
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione
Forza della
Raccomandazione
B
Unrsquoaccurata valutazione radioterapica egrave indicata in
concomitanza di dolore osseo severo comparsa di fratture
ossee o compressione midollare Il trattamento
radioterapico con erogazione di 8 Gy in singola seduta puograve
essere sufficiente controllare la sintomatologia associata
alla malattia ossea nel MM (26-28)
Positiva Forte
D Dosi di almeno 30 Gy sono necessarie a scopo
terapeuticodecompressivo in sede vertebrale (29) Positiva forte
813 Chirurgia
La chirurgia ortopedica deve essere presa in considerazione in caso di fratture alle ossa lunghe instabilitagrave o
crolli vertebrali con compressione spinale o radicolare (30) Sia la vertebroplastica sia la cifoplastica
comportano buoni risultati antalgici e di bio-meccanica soprattutto se praticate entro la prima settimana dal
crollo vertebrale In particolare uno studio ha recentemente randomizzato 134 pazienti con compressione
spinale da metastasi vertebrali alla cifoplastica o al management non-chirurgico riportando una chiara
superioritagrave efficace antalgica della prima opzione (31) Lrsquoefficacia della vertebroplasticacifoplastica egrave stata
inoltre valutata retrospettivamente nei pazienti affetti da MM con compressione midollare ed il suo effetto
antalgico egrave stato messo in relazione con il complessivo miglioramento della qualitagrave di vita Tuttavia la
natura retrospettiva dello studio e la mancanza di informazioni relative alla terapia anti-MM praticata dopo la
chirurgia limita lrsquointerpretazione dei risultati (32) (Livello di evidenza 1+) La chirurgia spinale puograve essere
utilizzata in regime drsquourgenza a scopo decompressivo La gestione del paziente con fratture ossee deve
essere sempre multidisciplinare coinvolgendo varie figure professionali fra cui lonco-ematologo il
radioterapista lrsquoortopedico il neurochirurgo e il terapista del dolore
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione
Forza della
Raccomandazione
B Lrsquoimpiego della stabilizzazione vertebrale mediante
vertebroplastica o cifoplastica egrave indicato a scopo sia
terapeutico sia preventivo (32 Positiva debole
82 Ipercalcemia
Lrsquoipercalcemia egrave una complicanza che ricorre nel 15 circa dei pazienti manifestandosi con irritabilitagrave
sonnolenza obnubilamento del sensorio sino al coma anoressia stipsi nausea vomito polidipsia poliuria e
talora nefrolitiasi Egrave dovuta al patologico riassorbimento osseo allrsquoalterata funzione tubulopatica del rene ed
in parte alla produzione di PTHrP (33)
Lrsquoipercalcemia moderata (calcemia corretta 106-118 mgdl) puograve essere risolta mediante idratazione (34)
(Livello di Evidenza 4) mentre il trattamento delle forme severe costituisce unrsquourgenza medica e si basa
sullrsquoimpiego combinato di idratazione diuretici dellrsquoansa corticosteroidi e BSF nel cui ambito lo ZOL
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44
costituisce il farmaco di scelta Infatti mentre uno studio randomizzato ha dimostrato lrsquoequivalenza in
termini di efficacia e sicurezza di ibandronato e pamidronato (sommnistrati a dosi variabili) nei pazienti con
ipercalcemia due studi paralleli randomizzati e in doppio-cieco hanno confrontato in 287 pazienti con
ipercalcemia moderatasevera pamidronato e zoledronato documentando la superioritagrave del secondo in
termini di durata delle risposte La qualitagrave metodologica dello studio appare molto elevata
Sulla base di tali dati veniva raccomandata lo zoledronato 4 e 8 mg rispettivamente per il trattamento della
ipercalcemia di nuova diagnosi o recidivatarefrattaria (3536) (Livello di Evidenza 1+)
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
A Lo ZOL potrebbe essere utilizzato al posto di altri
bisfosfonati nel trattamento dellrsquoipercalcemia (3536) Positiva debole
A La terapia medica comprendente idratazione furosemide
corticosteroidi e BSF costituisce il trattamento drsquoelezione
per le forme severe di ipercalcemia (3536) Positiva forte
B Lrsquoipercalcemia di grado moderato puograve essere trattata con la
sola idratazione (34) Positiva debole
83 Sindrome da iperviscositagrave
Dal 2 al 6 dei pazienti con MM sviluppano la sindrome da iperviscositagrave caratterizzata da cefalea
vertigini atassia rallentamento dellrsquoeloquio stato confusionale sino al coma epistassi gengivorragia
diplopia trombosi o emorragie retiniche e papilledema Lrsquoiperviscositagrave ematica egrave di solito sintomatica per
livelli sierici di immunoglobuline superiori a 4 gdl in caso di CM IgG e di 6 gdl in caso di CM IgA (37) I
pazienti sintomatici vanno tempestivamente sottoposti a plasmaferesi attivando contestualmente la terapia
anti-MM nel piugrave breve tempo possibile (3738) (Livello di Evidenza 4)
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
D La sindrome da iperviscositagrave deve essere trattata con
plasmaferesi e tempestivo inizio della terapia anti-MM (37-
38) Positiva forte
84 Infezioni ricorrenti
Il MM egrave associato ad aumentato rischio di infezioni a causa dellrsquoipogammaglobulinemia dovuta alla
inibizione da parte del clone mielomatoso della sintesi di immunoglobuline policlonali normali al deficit
della funzione macrofagica e granulocitaria oltre che agli effetti tossici della terapia citostatica eo con
farmaci biologici e soprattutto agli effetti della terapia corticosteroidea Nei pazienti anziani con infezioni
recidivanti specie se pluritrattati e con performance status scadente egrave utile la riduzione posologica dei
corticosteroidi nei protocolli anti-MM Infatti lrsquoassociazione della lenalidomide ad alte dosi di
corticosteroidi egrave stata associata ad una maggiore mortalitagrave per tossicitagrave rispetto allrsquoassociazione di
lenalidomide e basse dosi di steroidi (39) Inoltre in uno studio che comparava in pazienti con MM di nuova
diagnosi i regimi talidomidedesametasone e melphalanprednisone la mortalitagrave non correlata al MM era
superiore quando venivano impiegate alte dosi di steroidi (40)( (Livello di evidenza 1+) Lrsquoimpiego di
fattori di crescita granulocitari (G-CSF) non egrave consigliabile nelle condizioni neutropeniche (41) (Livello di
LINEE GUIDA MIELOMA
45
evidenza 3) Nel MM non egrave indicato il trattamento antibiotico profilattico come dimostrato da uno studio
randomizzato che comparava lrsquoosservazione al trattamento con ciprofloxacina o trimethoprim-
sulfametoxazolo nei pazienti con MM di nuova diagnosi candidati a chemioterapia di induzione Lrsquoincidenza
di infezioni batteriche severe infatti non differiva fra i vari gruppi durante i primi due mesi di trattamento
Tuttavia nonostante lrsquoelevata qualitagrave metodologica dello studio lrsquoapplicabilitagrave di questi risultati alla
popolazione generale dei pazienti con MM egrave limitata (42) (Livello di evidenza 1+) mentre lrsquoinfusione
periodica di immunoglobuline puograve essere utilizzata nei pazienti con ipogammaglobulinemia (definita come
IgG lt 500 mgdL) e malattia in fase di remissione clinica per la profilassi di infezioni batteriche
Uno studio randomizzato ha infatti valutato il ruolo profilattico dellrsquoinfusione mensile di immunoglobuline
riportando una consistente riduzione delle infezioni rispetto al gruppo placebo (43) (Livello di evidenza
1+) Lrsquoefficacia della vaccinazione antinfluenzale nei pazienti con MM non egrave stata valutata in studi clinici
Dal momento che il bortezomib determina un aumentato rischio di infezioni da Herpes Zoster i pazienti
possono essere sottoposti a profilassi con aciclovir (4445) sorvegliando su potenziali tossicitagrave renale o
neurologica Infatti unrsquoanalisi retrospettiva ha mostrato un aumentato rischio di nefro e neurotossicitagrave nei
pazienti sottoposti a profilassi con acyclovir (46) (Livello di evidenza 1+)
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
B
Lrsquoimpiego di regimi terapeutici a ridotti dosaggi di
corticosteroidi (desametasone le 160 mgmese) egrave consigliabile
nei pazienti anziani pluritrattati con basso PS e infezioni
ricorrenti (39-40)
Positiva debole
B Non dovrebbe essere indicato lrsquouso di antibiotici a largo
spettro nei pazienti a rischio di infezioni (42) Negativa debole
B Lrsquoinfusione periodica di immunoglobuline egrave raccomandata
nella prevenzione delle infezioni batteriche nei pazienti
ipogammaglobulinemici in remissione clinica (43) Positiva debole
85 Insufficienza renale
Un grado variabile di alterata funzionalitagrave renale egrave presente alla diagnosi nel 20 dei pazienti con MM (1) e
si correla a sovraccarico tubulare per il riassorbimento della CM con deposito delle catene leggere ma anche
ad alterazioni metaboliche correlate allrsquoipercalcemia e allrsquoiperuricemia noncheacute alla nefrotossicitagrave da farmaci
tra cui i BSF e a condizioni correlate quali amiloidosi (47) Il rischio di myeloma kidney non egrave tuttavia
correlato alla concentrazione della CM bensigrave allrsquoentitagrave dellrsquoescrezione urinaria di catene leggere che deve
essere quindi attentamente monitorata (48) La terapia dellrsquoinsufficienza renale prevede adeguata idratazione
per normalizzare i livelli sierici di calcemia e uricemia noncheacute lrsquoastensione dallrsquouso di comuni farmaci
potenzialmente nefrotossici come i FANS gli antibiotici amino glicosidici ovvero mezzi di contrasto iodati
(Livello di evidenza 4) In concomitanza di progressivo deterioramento della funzione renale i BSF vanno
sospesi fino a riduzione della creatininemia entro il 10 dei valori di partenza mentre nellrsquoinsufficienza
renale acuta deve essere praticata adeguata idratazione associata a terapia diuretica In questi casi il
tempestivo inizio della terapia anti-MM egrave fortemente raccomandato (49) Su indicazione del nefrologo il
plasma exchange per una rapida riduzione dei livelli sierici di catene libere puograve risultare utile bencheacute
lrsquoeffetto benefico non sia adeguatamente documentato (50) (Livello di evidenza 3)
LINEE GUIDA MIELOMA
46
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
D
Unrsquoadeguata idratazione il contenimento dei livelli di
calcemia e uricemia entro i limiti normali e la limitazione
dellrsquouso di farmaci nefrotossici (FANS aminoglicosidi
mezzi di contrasto iodati) sono raccomandabili per la
prevenzione dellrsquoinsufficienza renale
Positiva debole
D
Egrave consigliabile una valutazione nefrologica in caso di
comparsa di insufficienza renale acuta che va trattata con
idratazione terapia diuretica e alte dosi di corticosteroidi
mentre il plasma exchange puograve risultare utile
Positiva debole
86 Anemia
Lrsquoanemia normocromica-normocitica associata al MM egrave generalmente multifattoriale (flogosi cronica
infiltrazione midollare mielotossicitagrave da farmaci ecc) ed egrave presente in oltre il 70 dei pazienti alla diagnosi
(1) Lrsquoemotrasfusione eo la somministrazione periodica di eritropoietina sono utili per ripristinare i livelli di
emoglobina favorendo un miglioramento della quality of life (QoL) Nella maggior parte degli studi
effettuati il trattamento a lungo termine con eritropoietina migliora significativamente lrsquoeritropoiesi
riducendo la necessitagrave di trasfusione e incrementando mediamente i livelli di emoglobina di almeno 2g
(5152) (Livello di evidenza 1+) Tuttavia lrsquoimpiego di eritropoietina e farmaci anti-MM tra cui talidomide
o lenalidomide puograve accrescere il rischio di eventi trombotici (53)
87 Trombosi
Nel MM il rischio di eventi trombotici egrave aumentato di circa 3 volte rispetto alla popolazione con MGUS e 9
volte rispetto alla popolazione normale (54) La terapia con farmaci biologici e immunomodulanti tra cui
talidomide e lenalidomide incrementa ulteriormente questo rischio specie quando combinata ai citostatici e
ai corticosteroidi (55) Lrsquoaspirina e lrsquoeparina a basso peso molecolare riducono significativamente la
suscettibilitagrave alla trombofilia mentre dati contrastanti vengono registrati con lrsquouso dei dicumarolici
finalizzati al target terapeutico fra 2 e 3 dei valori di INR In uno studio randomizzato che comparava
melphalanprednisone e melphalanprednisonetalidomide nei pazienti anziani con MM la profilassi con
enoxaparina determinava una riduzione della frequenza di tromboembolismo dal 20 al 3 Simili riduzioni
sono state registrate nei pazienti con MM di nuova diagnosi trattati con lenalidomidedesametasone e
aspirina (56-59) (Livello di evidenza 1+) Poicheacute la maggior parte degli eventi trombotici nei pazienti con
MM si verifica durante i primi sei mesi di trattamento la tromboprofilassi puograve essere interrotta nella malattia
in fase di stabilitagrave o di remissione clinica In caso di eventi trombotici la terapia con eparina a basso peso
molecolare egrave raccomandata anche nel mantenimento mentre egrave consigliabile sospendere temporaneamente
farmaci immunomodulanti (lenalidomide talidomide) Infatti uno studio ha randomizzato 336 pazienti con
tromboembolismi cancro-correlati a eparina per sei mesi o anticoagulanti orali mostrando un dimezzamento
del rischio di nuovi episodi tromboembolici col trattamento eparinico a lungo termine (6061) (Livello di
evidenza 1+) Il trattamento tromboprofilattico nei pazienti sottoposti a terapia con talidomide o
lenalidomide va stabilito in relazione alle indicazioni dellrsquoInternational Myeloma Working Group (61)
(Livello di evidenza 4) (Tabella 2)
LINEE GUIDA MIELOMA
47
Tabella 2 Modello di valutazione del rischio tromboembolico nei pazienti con MM in terapia con
talidomide o lenalidomide (adattato sulla base delle indicazioni dellrsquoInternational Myeloma Working Group (61)
Fattori di rischio legati al paziente Fattori di rischio legati
alla malattia Fattori di rischio legati
alla terapia anti-MM
Storia familiare o personale di TVP MM di nuova diagnosi Doxorubicina
Obesitagrave (BMIgt30) Iperviscositagrave ematica Alte dosi di steroidi
Comorbiditagrave (diabete insufficienza renale malattie
cardiache malattie infiammatorie croniche) Polichemioterapia
Immobilitagrave
Trombofilia emoglobinopatie sindromi
mieloproliferative
Intervento chirurgico recente
(lt 6 settimane)
Assunzione di farmaci protrombotici
(eritropoietina terapia ormonale sostitutiva
tamoxifene)
0-1 fattori di rischio aspirina 2 o piugrave fattori di rischio eparina a basso peso molecolare o warfarin (INR target 2-3) Almeno 1fattore di rischio legato alla terapia per MM eparina a basso peso molecolare o warfarin (INR target 2-3)
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
D
La stratificazione del rischio protrombotico secondo il modello
proposto dallrsquoInternational Myeloma Working Group consente di
individualizzare il trattamento tromboprofilattico dei pazienti che
assumono lenalidomide o talidomide in rapporto a fattori legati
alla malattia al paziente ed alla terapia anti-MM (60)
Positiva forte
A I pazienti che assumono lenalidomide o talidomide in
monoterapia possono effettuare tromboprofilassi con sola
aspirina (61) Positiva debole
B I pazienti che assumono lenalidomide o talidomide associate a
corticosteroidi o farmaci citostatici devono effettuare
tromboprofilassi con eparina a basso peso molecolare (61) Positiva debole
La durata ottimale della tromboprofilassi non egrave definita con
certezza Almeno 6 mesi di terapia antiaggregante o
anticoagulante dovrebbero essere garantiti ai pazienti con MM di
nuova diagnosi
Positiva debole
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30 Yeh HS Berenson JR Treatment for myeloma bone disease Clin Cancer Res 2006126279s-84s
31 Berenson J Pflugmacher R Jarzem P Zonder J et al Balloon kyphoplasty versus non-surgical
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36 Pecherstorfer M Steinhauer EU Rizzoli R et al Efficacy and safety of ibandronate in the treatment of
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37 Mehta J Singhal S Hyperviscosity syndrome in plasma cell dyscrasias Seminars in Thrombosis and
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38 Lindsley H Teller D Noonan B et al Hyperviscosity syndrome in multiple myeloma A reversible
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39 Rajkumar SV Jacobus S Callander NS Fonseca R Vesole DH Williams ME Abonour R Siegel DS
Katz M Greipp PR Lenalidomide plus high-dose dexamethasone versus lenalidomide plus low-dose
dexamethasone as initial therapy for newly diagnosed multiple myeloma an open-label randomized
controlled trial The Lancet Oncology 2009 11 29ndash37
40 Ludwig H Hajek R Toacutethovaacute E Drach J Adam Z Labar B Egyed M Spicka I Gisslinger H Greil R
Kuhn I Zojer N Hinke A Thalidomide-dexamethasone compared with melphalan-prednisolone in
elderly patients with multiple myeloma Blood 2009 1133435ndash3442
41 Mateos MV Garcia-Sanz R Colado E Olazabal J San-Miguel J Should prophylactic granulocyte-
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42 Vesole DH Oken MM Heckler C Greipp PR Katz MS Jacobus S Morrow GR University of
Rochester Cancer Center and the Eastern Cooperative Oncology Group Oral antibiotic prophylaxis of
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immunoglobulin as prophylaxis against infection in plateau-phase multiple myeloma The UK Group
for Immunoglobulin Replacement Therapy in Multiple Myeloma Lancet 1994 3431059ndash1063
LINEE GUIDA MIELOMA
50
44 Chanan-Khan A Sonneveld P Schuster M et al Analysis of herpes zoster events among bortezomib-
treated patients in the phase III APEX study J Clin Oncol 2008264784-4790
45 Vickrey E Allen S Mehta J Singhal S Acyclovir to prevent reactivation of varicella zoster virus
(herpes zoster) in multiple myeloma patients receiving bortezomib therapy Cancer 2009115229-232
46 Dasanu CA Alexandrescu DT Prophylactic antivirals may be helpful in prevention of varicella-zoster
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47 Hutchinson CA Batuman V Behrens J Bridoux F et al The pathogenesis and diagnosis of acute
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48 Drayson M Begum G Basu S Makkuni S et al Effects of paraprotein heavy and light chain types
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51 Locatelli F Aljama P Barany P Canaud B Carrera F Eckardt KU Horl WH Macdougal IC
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53 Menon SP Rajkumar SV Lacy M Falco P Palumbo A Thromboembolic events with lenalidomide-
based therapy for multiple myeloma Cancer 2008 1121522ndash1528
54 Kristinsson SY Fears TR Gridley G Turesson I Mellqvist UH Bjoumlrkholm M Landgren O Deep
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55 Zamagni E Brioli A Tacchetti P Zannetti B Pantani L Cavo M Multiple myeloma venous
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56 Zonder JA Barlogie B Durie BG McCoy J Crowley J Hussein MA Thrombotic complications in
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58 Palumbo A Bringhen S Caravita T Merla E Capparella V Callea V Cangialosi C Grasso M
Rossini F Galli M Catalano L Zamagni E Petrucci MT De Stefano V Ceccarelli M Ambrosini MT
Avonto I Falco P Ciccone G Liberati AM Musto P Boccadoro M Oral melphalan and prednisone
chemotherapy plus thalidomide compared with melphalan and prednisone alone in elderly patients
with multiple myeloma randomised controlled trial Lancet 2006367825ndash831
59 Wang M Weber DM Delasalle K Alexanian R Thalidomide-dexamethasone as primary therapy for
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60 Lee AY Levine MN Baker RI Bowden C Kakkar AK Prins M Rickles FR Julian JA Haley S
Kovacs MJ Gent M Low-molecular-weight heparin versus a coumarin for the prevention of recurrent
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61 Palumbo A Rajkumar SV Dimopoulos MA Richardson PG San Miguel J Barlogie B Harousseau J
Zonder JA Cavo M Zangari M Attal M Belch A Knop S Joshua D Sezer O Ludwig H Vesole D
Bladeacute J Kyle R Westin J Weber D Bringhen S Niesvizky R Waage A von Lilienfeld-Toal M
Lonial S Morgan GJ Orlowski RZ Shimizu K Anderson KC Boccadoro M Durie BG Sonneveld P
Hussein MA Prevention of thalidomide- and lenalidomide-associated thrombosis in myeloma
Leukemia 2008 22414ndash423
LINEE GUIDA MIELOMA
51
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LINEE GUIDA MIELOMA
60
10 Raccomandazioni prodotte con metodologia GRADE
QUESITO Nei pazienti affetti da mieloma multiplo alla diagnosi di etagrave gt65 anni e non candidabili a
terapia ad alte dosi egrave raccomandabile lrsquoutilizzo della terapia di associazione VMP (Bortezomib melphalan
e prednisone) rispetto a MPT (Talidomide melphalan e prednisone) RACCOMANDAZIONE Nei pazienti affetti da mieloma multiplo di etagrave gt65 anni e non candidabili a terapia ad alte dosi puograve essere
utilizzata lrsquoassociazione VMP (Bortezomib melphalan e prednisone)
Forza della raccomandazione POSITIVA DEBOLE
MotivazioniCommenti al bilancio BeneficioDanno Il confronto indiretto tra MPT e MPV non mostra differenze per PFS OS e morti correlate al trattamento
Lrsquoutilizzo di MPV si correla con un vantaggio in termini di ottenimento di remissione completa (41 in piugrave
ogni 1000 pazienti trattati) e mostra un trend di minor incidenza di eventi trombotici Lrsquooutcome QOL
definito dal panel critico per la decisione clinica non egrave riportato nella meta-analisi
Votazione forza raccomandazione Votazione bilancio BeneficioDanno Positiva
forte Positiva
debole Negativa
debole Negativa
forte Favorevole Incerto Sfavorevole
9 9
Implicazioni per le ricerche future Ad oggi non esistono studi controllati che oltre a fornirci un confronto piugrave attendibile fra i due schemi sia
in termini di efficacia che di tossicitagrave possano darci informazioni utili anche sulla loro reale fattibilitagrave e
sullrsquooutcome a lungo termine Pertanto sarebbe utile un confronto randomizzato tra MPT e VMP che ci
permetta di evidenziare il gruppo di pazienti che beneficerebbe maggiormente di un trattamento rispetto
allrsquoaltro valutandone inoltre lrsquoimpatto sulla QoL ed il reale rapporto costi benefici
Qualitagrave delle Evidenze La qualitagrave delle evidenze egrave stata giudicata MOLTO BASSA per le seguenti motivazioni non sono
disponibili confronti diretti tra i due trattamenti ovvero i risultati provengono solo da confronti indiretti
Per quanto riguarda gli outcome sopravvivenza globale e incidenza di trombosi venose profonde gli studi
inclusi nella meta-analisi sono eterogenei (I2 72 e 61 rispettivamente) Le evidenze esistenti in merito
alla PFS sono insufficienti per il limitato potere dellrsquoanalisi infatti lrsquoevidenza in favore di MPV deriva da
un unico studio randomizzato
Qualitagrave globale delle evidenze MOLTO BASSA
Questa raccomandazione egrave stata prodotta con metodo GRADE
In appendice online quesito clinico allrsquoorigine della raccomandazione votazione della criticitagrave degli
outcome tabella GRADE completa e caratteristiche del panel
Allegato Tabelle GRADE evidence profile
LINEE GUIDA MIELOMA
62
Author(s) MC Date 2012-06-27 Question Should the association of Bortezomib Melphalan and Prednisone vs the association of Thalidomide Melphalan and Prednisone be used for multiple myeloma in patients aged 65 or older Settings Bibliography Kumar Am J Hematol 8618ndash24 2011
Quality assessment No of patients Effect
Quality Importance
No of studies
Design Risk of bias
Inconsistency Indirectness Imprecision Other considerations
The association of Bortezomib Melphalan and Prednisone
The association of Thalidomide Melphalan and Prednisone
Relative (95 CI)
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VERY LOW
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Quality of life (assessed with not reported)
CRITICAL
Haematological toxicity (assessed with not reported)
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5 randomised trials
no serious risk of bias
no serious inconsistency
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LOW
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Deep venous thrombosis
6 randomised trials
no serious risk of bias
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2 none
601084 (55)
351148 (3)
RR 027 (006 to 123)
3
22 fewer per 1000 (from 29 fewer to 7 more)
VERY LOW
IMPORTANT
1 Results from indirect comparison
2 The existing body of evidence is relatively insufficient due to limitation of the power of the analysis The supporting evidence is derived from one trial only as in case of MBT comparator
3 the estimate of the adjusted indirect comparison of intervention MPT versus MPB (MPBTad_indirect) (such as log HR or log RR etc) is estimated by MPBTad_indirect =MPTMA -MPBMA
4 Heterogeneity was found I-squared=72
5 Heterogeneity was found I-squared=61
LINEE GUIDA MIELOMA
4
Come leggere le raccomandazioni
Le raccomandazioni vengono presentate in tabelle
La riga drsquointestazione egrave verde se sono state prodotte con metodologia SIGN oppure arancione se sono
state prodotte con il metodo GRADE (se presenti)
Qualitagrave dellrsquoevidenza
SIGN (1) Raccomandazione clinica (2)
Forza della
raccomandazione
clinica (3)
B
Nel paziente oncologico in fase avanzata di malattia
con dolore di diversa etiologia la somministrazione di
FANS e paracetamolo dovrebbe essere effettuata per
periodi limitati e con attenzione ai possibili effetti
collaterali
Positiva debole
(1) Qualitagrave dellrsquoevidenza SIGN PRECEDE LA RACCOMANDAZIONE
Nellrsquoapproccio SIGN la qualitagrave dellrsquoevidenza viene indicata con lettere (ABCD) che sintetizzano i livelli
di evidenza dei singoli studi Ogni lettera indica la ldquofiduciardquo nellrsquointero corpo delle evidenze valutate
che sostengono la raccomandazione NON riflettono sempre lrsquoimportanza clinica della raccomandazione e
NON sono sinonimo della forza della raccomandazione clinica
Qualitagrave dellrsquoevidenza SIGN
A
Almeno una meta-analisi o revisione sistematica o RCT valutato 1++ e direttamente
applicabile alla popolazione target oppure Il corpo delle evidenze disponibili consiste principalmente in studi valutati 1+ direttamente
applicabili alla popolazione target e con risultati coerenti per direzione e dimensione
dellrsquoeffetto
B
Il corpo delle evidenze include studi valutati 2++ con risultati applicabili direttamente alla
popolazione target e con risultati coerenti per direzione e dimensione dellrsquoeffetto
Evidenze estrapolate da studi valutati 1++ o 1+
C
Il corpo delle evidenze include studi valutati 2+ con risultati applicabili direttamente alla
popolazione target e con risultati coerenti per direzione e dimensione dellrsquoeffetto
Evidenze estrapolate da studi valutati 2++
D
Evidenze di livello 3 o 4
Evidenze estrapolate da studi valutati 2+
(2) LA RACCOMANDAZIONE CLINICA
Quando possibile riprende il PICO del quesito (popolazione intervento confronto outcome) in alcuni casi
puograve contenere delle specifiche per i sottogruppi indicate con il simbolo radic La raccomandazione clinica
deve esprimere lrsquoimportanza clinica di un interventoprocedura
LINEE GUIDA MIELOMA
5
(3) LA FORZA DELLA RACCOMANDAZIONE
Viene graduata in base allrsquoimportanza clinica su 4 livelli
Forza della
raccomandazione
clinica Terminologia Significato
Positiva Forte Tutti i pazienti devono
ricevere lrsquointerventoprocedura
in oggetto
Alla maggioranza dei pz con le caratteristiche
definite nella raccomandazione deve essere offerto
lrsquointervento a meno che vi siano controindicazioni
specifiche
Positiva Debole I pazienti dovrebbero ricevere
lrsquointerventoprocedura in
oggetto
Trend positivo del risultato ma con possibilitagrave di
incertezza nel bilancio tra beneficio e danno
Implica una discussione approfondita con il pz In
modo che egli possa scegliere se sottoporsi o meno
allrsquointerventoprocedura tenendo conto dei propri
valoripreferenze
Negativa Debole I pazienti non dovrebbero
ricevere lrsquointerventoprocedura
in oggetto
Trend negativo del risultato ma con possibilitagrave di
incertezza nel bilancio tra beneficio e danno
Negativa Forte Tutti i pazienti non devono
ricevere lrsquointerventoprocedura
in oggetto
Alla maggioranza dei pz con le caratteristiche
definite nella raccomandazione NON deve essere
offerto lrsquointervento
Note
La descrizione complete delle metodologie applicate alle LG AIOM egrave reperibile sul sito wwwaiomit
SIGN= Scottish Intercollagiate Guidelines Network
GRADE= Grading of Recommendations Assessment Development and Evaluation
LIVELLI DI EVIDENZA dei singoli studiopinioni
La qualitagrave delle evidenze tiene conto sia del disegno di studio sia di come lo studio egrave stato condotto viene
riportata nel testo a lato della descrizione degli studi ritenuti rilevanti a sostegno o contro uno specifico
intervento Sono presenti solo per le evidenze che sostengono la raccomandazione clinica contribuiscono a
generare il grado di raccomandazione SIGN
1 Revisioni sistematiche e meta analisi di RCT o singoli RCT
1 ++ Rischio di bias molto basso 1 + Rischio di bias basso 1 - Rischio di Bias elevato -gt i risultati dello studio non sono affidabili
2 Revisioni sistematiche e meta-analisi di studi casocontrollo o di coorte o singoli studi
casocontrollo o di coorte
2 ++ Rischio di bias molto basso probabilitagrave molto bassa di fattori confondenti elevata probabilitagrave
di relazione causale tra intervento e effetto
2 + Rischio di bias basso bassa probabilitagrave presenza fattori di confondimento moderata probabilitagrave
di relazione causale tra intervento e effetto
2 - Rischio di Bias elevato -gt i risultati dello studio non sono affidabili esiste un elevato rischio che
la relazione interventoeffetto non sia causale
3 Disegni di studio non analitici come report di casi e serie di casi
4 Expert opinion
Le informazioni complete relative al processo GRADE sono riportate nel capitolo successivo a quello delle
FIGURE
LINEE GUIDA MIELOMA
6
1 Epidemiologia
Il Mieloma Multiplo (MM) egrave una neoplasia dovuta alla proliferazione incontrollata di un clone di
plasmacellule Le plasmacellule si accumulano nel midollo osseo e producono elevate quantitagrave
drsquoimmunoglobuline tutte dello stesso tipo (componente monoclonale CM) Le cause del MM non sono note
e la sua patogenesi egrave ancora in via di definizione Fra le possibili cause vi sono fattori ambientali quali
esposizioni a pesticidi o altre sostanze chimiche radiazioni agenti infettivi Esistono sporadiche segnalazioni
di MM familiare
In Italia il MM rappresenta 12 di tutti i tumori diagnosticati tra gli uomini e 13 tra le donne con
unrsquoincidenza media ogni anno di 95 casi ogni 100000 uomini e 81 ogni 100000 donne Le stime indicano
un totale di 2315 nuovi casi diagnosticati ogni anno fra i maschi e di 2098 fra le femmine Il MM egrave una
patologia dellrsquoetagrave avanzata (figura A) infatti lrsquoetagrave mediana alla diagnosi egrave di sessantotto anni circa il 2 dei
pazienti allrsquoesordio ha meno di quaranta anni mentre il 38 dei pazienti ha unetagrave superiore a settanta anni
La maggior parte dei casi esordisce come MM de novo anche se sembra possibile virtualmente postulare in
tutti i pazienti una precedente fase di gammopatia monoclonale drsquoincerto significato (MGUS) (1) I tassi
dincidenza per MM sono abbastanza omogenei sia come distribuzione regionale sia come andamento nel
tempo Lrsquoincidenza del MM egrave nel complesso stabile mentre la mortalitagrave egrave in lieve calo (figura B)
Figura A Figura B
Secondo i dati epidemiologici riportati recentemente dallrsquoAIRTUM la sopravvivenza globale a un anno egrave del
76 mentre a cinque anni egrave solo del 42 Non si registrano differenze sulla base del sesso o della
distribuzione geografica (2)
2 Inquadramento diagnostico
Al riscontro di una CM serica egrave indicato sottoporre il paziente a esami di screening di I livello e a
unrsquoaccurata anamnesi e valutazione clinica
Bisogna considerare infatti che oltre che nel MM il riscontro di una CM puograve associarsi a varie patologie e
situazioni cliniche quali
Altri tumori di origine linfoide (leucemia linfatica cronica i linfomi a basso grado) e mieloide (leucemia
mieloide cronica mielodisplasia)
Tumori solidi (carcinoma del colon e della mammella)
Malattie non neoplastiche (cirrosi epatica sarcoidosi morbo di Gaucher pioderma gangrenoso)
Malattie autoimmuni (artrite reumatoide myastenia gravis malattia da crioagglutinine)
Malattie infettive (tubercolosi infezioni virali parassitosi)
Altre discrasie plasmacellulari (MGUS morbo di Waldenstrom amiloidosi POEMS Syndrome)
Gli esami di I livello comprendono esecuzione di emometria e biochimica (tabella 1)
LINEE GUIDA MIELOMA
7
Tabella 1 Esami di screening di I livello
Indagine Scopo
Emocromo Valutazione di eventuali citopenie
Immunofissazione Siero ndash Immunofissazione urine
Conferma e Tipizzazione della CM serica e urinaria
Elettroforesi sieroproteine Quantificazione della CM sierica
Proteinuria totale esame urine Valutazione della funzionalitagrave renale Distinzione fra danno glomerularetubulare
IgG IgA IgM
Valutazione delleventuale soppressione delle Immunoglobuline seriche
normali
Calcemia Valutazione del danno osseo
Creatinina Azotemia
Valutazione della funzionalitagrave renale (primo livello)
GOT GPT γ-GT fosfatasi
alcalina bilirubina Valutazione della funzionalitagrave epatica
VES PCR Ferritina Valutazione dello stato infiammatorio
Visita medica Ricerca di linfoadenomegalie epatosplenomegalia segni di amiloidosi
(macroglossia porpora periorbitaria edemi declivi) neuropatia
periferica
Anamnesi Dolore osseo sintomi sistemici stile di vita diatesi infettiva anamnesi
di fratture ipotensione ortostatica impotenza perdita di peso
inspiegabile astenia alterazioni dellrsquoalvo sindrome da ipeviscositagrave
Nel caso di una CM di tipo IgM che maggiormente si correla a patologie linfoproliferative quali Linfomi a
basso grado LLC e malattia di Waldestrom bisogneragrave integrare lrsquoinquadramento con successivi esami
ematici (tra cui test per autoimmunitagrave) e radiologici
Qualora la CM fosse tipizzata come IgG IgA o di sole catene leggere (k o ) il paziente dovragrave eseguire
esami screening di II livello (tabella 2) che basandosi sui criteri delle linee guida dellrsquoInternational Myeloma
Working Group (IMWG) (tabella 3 e tabella 4) permettono una diagnosi differenziale tra diverse situazioni
cliniche MGUS Plasmocitoma solitario MM asintomatico e MM sintomatico (4)
Tabella 2 Esami di screening di II livello
Dosaggio Catene leggere libere k e Valutazione della malattia
Quantificazione della proteinuria di Bence
jones Valutazione malattia e quantificazione danno tubulare
RX scheletro Valutazione della presenza della sede e dellestensione del
danno osseo
Mieloaspirato Biopsia osteomidollare
Valutazione dellinfiltrato plasmacellulare midollare
LINEE GUIDA MIELOMA
8
21 MGUS
La diagnosi di MGUS egrave spesso occasionale per il riscontro di una CM serica solitamente di modesta entitagrave
in occasione di esami ematici di controllo in assenza di segni e sintomi sistemici In questi soggetti vanno
eseguite indagini diagnostiche atte a escludere altre situazioni cliniche correlate a CM confermando pertanto
la diagnosi di MGUS La MGUS non richiede alcun trattamento ma unicamente di controlli atti a valutarne
evoluzione nel tempo con un programma di follow-up periodico la cui frequenza varia tra i 6 e i 12 mesi in
base allentitagrave della CM e allalterazione di alcuni fattori prognostici (4) (Livello di evidenza 4) Evidenze
recenti in letteratura dimostrano come sia possibile stratificare le MGUS utilizzando tre semplici parametri il
tipo di CM (IgA o IgM) lrsquoentitagrave della stessa CM (15 gdl) alterazione del rapporto delle catene leggere KL
libere nel siero (FLC ratio) (5) (Livello di Evidenza 3)
Basso rischio (Nessun fattore presente)
Rischio intermedio (1-2 fattore)
Alto rischio (3 fattori)
Nei pazienti a basso rischio alla diagnosi tenuto conto della loro scarsa probabilitagrave evolutiva alcuni autori
(6) suggeriscono di non eseguire valutazione midollare e radiologica dello scheletro rimandandola al
momento in cui ci sia un cambiamento rilevante del quadro clinico e di laboratorio o riservandola a casi
selezionati Vedi flow-chart (Livello di evidenza 4)
In pazienti con MGUS infine non va dimenticata una corretta valutazione clinica al fine di evidenziare
patologie sistemiche particolari quali Amilodosi (macroglossia edemi declivi proteinuria) e POEMS
syndrome (neuropatia periferica acrocianosi alterazioni cutanee edemi ed organomegalia)
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
D La MGUS non richiede alcun trattamento tuttavia dovrebbe
essere impostato un follow-up la cui frequenza dipende
diversi fattori prognostici (4-6) Positiva debole
D I pazienti affetti da MGUS a basso rischio non dovrebbero
essere sottoposti a valutazione midollare e radiologica (4-6) Negativa debole
22 Plasmocitoma solitario
Nei pazienti con diagnosi di Plasmocitoma solitario (PS) deve essere inizialmente eseguita una valutazione
completa in grado di discriminare tra malattia localizzata e MM malattia sistemica (RMNTACPET) egrave
frequente infatti il riscontro di PS in corso di MM Il PS viene distinto in osseo ed extraosseo Il PS osseo egrave
per definizione una tumefazione patologica che origina da una lesione ossea in assenza di altre lesioni o
segni attribuibili a MM Il PS extraosseo egrave invece una lesione che si riscontra nel contesto dei tessuti molli
in assenza di altre lesioni attribuibili a MM
Il trattamento del PS prevede intervento chirurgico (ove indicato) e trattamento radioterapico localizzato (RT
IF 45-50Gy) indipendentemente che si tratti di PS osseo od extraosseo (7)
Al termine del programma terapeutico previa rivalutazione di malattia il paziente egrave avviato a un programma
di follow-up periodico La valutazione prevede esecuzione di esami ematochimici completi tra cui
elettroforesi e immunofissazione (per evidenziare eventuale CM serica indice di persistenza di malattia) ed
indagini strumentali tra cui RMNTAC e PET esami indispensabili per confermare la risposta al trattamento
In seguito il paziente eseguiragrave controllo periodico ogni 4-6 mese In caso di ricomparsa di CM sierica saragrave
effettuata rivalutazione di malattia al fine di stabilire recidiva di malattia locale o evoluzione a patologia
sistemica (MM) Vedi flow-chart per plasmocitoma
LINEE GUIDA MIELOMA
9
23 MM asintomatico
La definizione di MM asintomatico descrive un paziente con MM (CM serica gt3 gdl e plasmocitosi gt 10)
in assenza di segni e sintomi attribuibili alla patologia stessa (anemia ipercalcemia insufficienza renale
lesioni ossee) (8) (Livello di evidenza 4) Il MM asintomatico ha spesso una lenta evoluzione e non richiede
trattamento per molti anni Il rischio di evoluzione in MM egrave circa del 10 per anno nei primi 5 anni dalla
diagnosi e stranamente si riduce negli anni successivi (9) (Livello di evidenza 3) In questi pazienti viene
consigliata una sorveglianza clinico-strumentale ogni 3-6 mesi (10) (Livello di evidenza 3) per
evidenziarne precocemente eventuale evoluzione a malattia sintomatica
La valutazione prevede esami ematici complessivi tra cui periodicamente una RMN colonna vertebrale
esame in grado di documentare precocemente un danno osseo e pertanto evidenziare un paziente con elevato
rischio evolutivo Al pari del controllo radiologico standard dello scheletro la valutazione midollare appare
indicata solo in caso di alterazione degli esami ematici o sintomi indicativi di evoluzione (Vedi flow-chart)
Nel MM sintomatico nessuna trattamento chemioterapico preventivo ha consentito di evitare lrsquoevoluzione
verso MM sintomatico Diversi studi infatti hanno valutato il ruolo del trattamento precoce nel paziente
asintomatico senza peraltro evidenziare un beneficio in sopravvivenza (19-21) tranne in un recente studio di
fase III in cui 124 pazienti sono stati randomizzati a ricevere terapia con lenalidomide versus nessun
trattamento (22) Dopo un follow-up mediano di 32 mesi viene riportata una evoluzione a MM sintomatico
in 9 pazienti (15) nel braccio di trattamento contro in 37 pazienti (59) nel braccio di osservazione (p
lt00001) La sopravvivenza globale stimata a 3 anni egrave stata del 93 nel braccio di trattamento e il 76 nel
braccio di controllo (P = 004) Naturalmente saragrave necessario attendere un periodo di osservazione piugrave lungo
per valutare reale beneficio del trattamento a fronte di eventuali tossicitagrave a lungo termine
Concludendo in caso di MM asintomatico attualmente non egrave indicato alcun trattamento chemioterapico negrave
con bisfosfonati se non nel contesto di studi clinici (6) (Livello di evidenza 4)
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
D
I pz affetti da MM asintomatico dovrebbero essere
sottoposti a sorveglianza clinico strumentale ogni 3-6 mesi
(10) Positiva debole
La valutazione midollare egrave indicata solo in caso di
alterazioni di esami ematicistrumentali in senso di sospetta
evoluzione (10) Positiva debole
In caso di MM asintomatico non egrave indicato alcun
trattamento chemioterapico negrave con bisfosfonati se non nel
contesto di studi clinici (6) Solo studi clinici
A
Nei pazienti con MM sintomatico va avviato il prima
possibile il trattamento sistemico (vedi Trattamento) e
avviate le procedure drsquourgenza in caso di situazioni cliniche
particolari (fratture patologiche ipercalcemia e
insufficienza renale acuta vedi Terapia di supporto)
Positiva forte
LINEE GUIDA MIELOMA
10
24 MM sintomatico
Alle caratteristiche cliniche laboratoristiche diagnostiche per MM in questi pazienti si associano uno o piugrave
segni clinici di malattia attiva
Tabella 3 Criteri di diagnosi del mieloma
MGUS Mieloma asintomatico Mieloma sintomatico CM siericalt3 gdl CM sierica gt3 gdl CM sierica o urinaria di
qualunque entitagrave
Infiltrato plasmacellulare
midollare lt10 Infiltrato plasmacellulare
midollare gt10 Infiltrato plasmacellulare
midollare o plasmocitoma
No sintomi drsquoorgano (CRAB) No sintomi drsquoorgano
(criteri CRAB) Presenza sintomi drsquoorgano
(CRAB)
Tabella 4 Criteri di malattia attiva (criteri CRAB)
Criteri Valori di riferimento
Ipercalcemia Calcemia gt 025 mmolL (05 mgdl) rispetto ai valori normali o gt 275 mmolL (gt105 mgdl)
Insufficienza Renale Creatinina gt 2 mgdl
Anemia Emoglobina lt 2 gr rispetto ai valori normali o lt10 gdl
Lesioni Ossee (Bone) Lesioni litiche crolli vertebrali osteoporosi (evidenziati con Rx scheletro standard)
Altri criteri Sindrome da iperviscositagrave Amiloidosi Infezioni ricorrenti (ultimi 2 anni)
Nel paziente con MM sintomatico andranno eseguite indagini di approfondimento (Esami di II livello
tabella 4) che possono aiutare il clinico nel corretto inquadramento diagnostico e prognostico della
patologia
Tabella 5 Esami di II livello
Esami ematochimici Scopo
Dosaggio catene leggere libere κ e λ Valutazione delle frazioni libere delle catene leggere (unico test quantitativo utile in corso di mieloma non secernente)
β2microglobulina Indice di massa tumorale e di funzionalitagrave renale
(in associazione al valore dellrsquoalbumina per la definizione
dellrsquoISS)
LDH Indice di massa tumorale
LINEE GUIDA MIELOMA
11
Esami ematochimici Scopo
Cistatina C Dosaggio Epo
Valutazione della funzionalitagrave renale (secondo livello)
NT-proBNP BNP Troponina-I
Valutazione della funzionalitagrave cardiaca
RMN eo TC Approfondimento diagnostico delle lesioni scheletriche o
identificazione plasmocitomi o localizzazioni extramidollari
PET Individuazione plasmocitomi o localizzazioni extra-midollari
Analisi cromosomica standard e FISH
su plasmacellule midollari selezionate Identificazioni di alterazioni citogenetiche e definizione score
prognostico
Immunofenotipo plasmacellule
midollari Definizione clonalitagrave plasmacellule score prognostico malattia
minima residua
Prelievo grasso periombelicale Identificazione di depositi di sostanza amiloide in casi selezionati
Per la definizione prognostica infine viene eseguita una stadiazione di malattia seguendo i criteri di Durie e
Salmon (11) e dellrsquoInternational Staging System (12) (tabella 6)
Tabella 6 Stadiazione secondo Durie amp Salmon e International Staging System (ISS)
Stadio Durie amp Salmon ISS
I
Tutti i seguenti Hbgt10gdl Calcemia normale o lt12mgdl Assenza di lesioni ossee allrsquoRxstandard o
plasmocitoma solitario CM IgG lt5gdl IgA lt3 gdl BJ lt4 g 24 h
Β2microglobulina le 35 mgl Albumina ge 35 gdl
II Caratteristiche diverse da stadio I e III Β2microglobulina lt 35 mgl e Albumina lt
35 gdl Β2microglobulina 35- 55 mgl
III
Uno o piugrave dei seguenti Hblt 85gdl Calcemia gt12mgdl Multiple Lesioni litiche allrsquoRx standard CM IgG gt7gdl IgA lt5 gdl BJ gt10 g 24 h
Β2microglobulina ge 55 mgL
A creatininalt2mgdl B creatininagt2 mgdl
Altri fattori prognostici identificati come significativamente associati allrsquooutcome sono la qualitagrave della vita
(13) lrsquoetagrave (14) e la presenza di malattia extramidollare
Inoltre la presenza di alterazioni cromosomiche alla citogenetica standard e allrsquoimmunofluorescenza (FISH)
permette di identificare altre classi di rischio (15) infatti nel MM si sono evidenziate anomalie
cromosomiche specifiche sia traslocazioni sia delezioni la delezione del cromsoma 13 viene riportato
correlarsi con una breve durata sia della sopravvivenza libera da malattia che di quella globale (16)
LINEE GUIDA MIELOMA
12
La delezione del cromosoma 17p13 (locus del tumor suppressor gene p53) caratterizza pazienti ad alto
rischio (17) ndash Sono riportate diverse alterazioni cromosomiche che coinvolgono il braccio lungo del
cromosoma 14 (14q32 ove egrave presente il gene per le catena pesanti delle Immunoglobuline) con prognosi
differenti (t(414)(p16q32) ndash t(1416)(q32 q23) ndash t(1114)(q13 q32) Tra queste la traslocazione t(414) egrave
quella che si correla a peggior prognosi anche nel setting dei pazienti trattati con terapia ad alte dosi (18)
(Tabella 7) (Livello di evidenza 3)
Tabella 7 ndash Classi di rischio citogenetico
Altro rischio Rischio standard
Citogenetica Delezione cr 13 Ipodiploidia
Iperdiploidia
FISH Del 17p t(414) t(1416)
t(1114) t(614)
Il sintomo piugrave frequente alla diagnosi rimane in dolore osseo correlato a danno drsquoorgano (lesioni osteolitiche
o a fratturecrolli vertebrali) Nei pazienti con MM sintomatico va avviato il prima possibile il trattamento
sistemico (vedi Trattamento) e avviate le procedure drsquourgenza in caso di situazioni cliniche particolari
(fratture patologiche ipercalcemia e insufficienza renale acuta vedi terapia di supporto)
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3 Mieloma multiplo sintomatico trattamento
Il trattamento egrave indicato nel paziente affetto da MM sintomatico cioegrave con presenza di sintomi e segni
correlati alla patologia (CRAB Tabella 3) Lo scopo del trattamento rimane il controllo della patologia il
miglioramento della qualitagrave della vita e della sopravvivenza che si possono ottenere mediante la
combinazione di trattamenti efficaci con unrsquoadeguata terapia di supporto Lrsquointroduzione dei nuovi farmaci
nel prontuario terapeutico per il MM (come Talidomide Lenalidomide e Bortezomib spesso in
combinazione con desametasone) ha comportato un miglioramento della sopravvivenza sia nei pazienti alla
diagnosi sia alla recidiva della malattia (25) I pazienti con MM sintomatico sono avviati a trattamento di
prima linea e in casi selezionati a successiva terapia di consolidamento intensificato con supporto di cellule
staminali autologhe (ASCT) Il principale criterio dlsquoinclusione per lrsquoASCT egrave rappresentato dallrsquoetagrave del
paziente Generalmente i pazienti con etagrave maggiore di 65 anni sono esclusi dalle procedure trapiantologiche
mentre i pazienti piugrave giovani possono essere avviati allrsquoASCT previa valutazione della funzionalitagrave cardiaca
polmonare renale epatica e lrsquoesclusione di eventuali foci infettivi
In questi pazienti farmaci tossici per il compartimento staminale quali gli alchilanti non dovrebbero essere
somministrati per non compromettere la mobilizzazione e la successiva raccolta di cellule staminali
emopoietiche Pertanto di fronte ad una nuova diagnosi di MM sintomatico la prima valutazione deve
considerare la possibilitagrave di avviare il paziente a ASCT tendendo conto delletagrave della patologie associate e
del PS Peraltro va sottolineato come la presenza di insufficienza renale ed etagrave anagrafica avanzata non sono
controindicazioni assolute a trattamenti intensificati
LINEE GUIDA MIELOMA
14
Nei pazienti di etagrave superiore ai 65 anni gli obbiettivi principali del trattamento sono lrsquoottenimento della
risposta completa al fine di prolungare lrsquointervallo libero da malattia (progression free survival PFS) la
spettanza di vita (overal survival OS) e ridurre il piugrave possibile la tossicitagrave per non inficiare eccessivamente
sulla qualitagrave di vita di una categoria di pazienti considerata piugrave fragile
Per conseguire questi obiettivi la terapia deve essere adeguata non solo alle caratteristiche della malattia ma
anche allrsquoetagrave biologica e al performance status del paziente in tale senso in tutta la storia terapeutica del
paziente con MM molto importante rimane la terapia di supporto che prevede gestione e trattamento delle
complicazioni prevenzione ove possibile e controllocontrollo degli eventuali effetti collaterali del
trattamento
4 Criteri di risposta alla terapia
Una corretta valutazione della risposta egrave essenziale nel trattamento del MM Attualmente vengono applicati i
criteri proposti nel 2006 dall International Myeloma Working Group (IMWG) recentemente revisionati (26)
(tabella 4)
Tabella 4
Categoria di risposta Criteri
SRC (risposta completa stringente)
Remissione completa (vedi criteri di definizione) Normale free Light chain ratio Assenza di plasmacellule clonali (immunofluorescenza
immunoistochimica)
RC (Risposta completa)
Immunofissazione sierica ed urinaria negativa per CM Plasmacellule midollari lt 5 Scomparsa di plasmocitomi se presenti alla diagnosi
VGPR (Very good partial remission)
CM sierica eo urinaria evidenziabile con immunofissazione ma non con
elettroforesi oppure riduzione della CM sierica gt 90 o lt 100 mg24 ore
nelle urine
RP (risposta parziale)
Riduzione della CM gt 50 nel siero e ge90 o lt200 mg24 nelle urine
SD (malattia stabile)
Non criteri per le altre categorie di risposta
LINEE GUIDA MIELOMA
15
5 Terapia di prima linea in pazienti con etagrave gt 65 anni non candidabili a terapie intensificate
Per molti decenni la terapia standard dei pazienti con etagrave gt 65 anni egrave stata la combinazione melfalan-
prednisone (MP) Negli ultimi dieci anni allrsquoassociazione MP sono stati aggiunti i farmaci di nuova
generazione quali talidomide bortezomib e lenalidomide
51 Terapie con Talidomide eo Bortezomib in associazione trials di Fase III
Due studi di fase III condotti in pazienti con etagrave maggiore di 65 anni alla diagnosi hanno comparato
Desametasone somministrato come singolo agente con lrsquoassociazione di Desametasone e Talidomide (TD)
Il tasso di risposta egrave stato maggiore nei pazienti trattati con lrsquoassociazione TD ma anche la tossicitagrave extra-
ematologica (soprattutto neuropatia periferica ed eventi trombotici) (12) Uno studio di fase III piugrave recente
ha confrontato le combinazione TD con MP la combinazione TD consente di ottenere un maggior numero di
risposte e in tempi piugrave brevi rispetto a MP ma con maggior tossicitagrave (sopratutto trombosi e neuropatia) e
conseguente maggiore interruzioni del trattamento (3)
Sei studi randomizzati hanno dimostrato la superioritagrave della combinazione melfalan-prednisone-talidomide
(MPT) rispetto MP (4-9) anche in pazienti con etagrave maggiore di 75 anni (3-4) Tutti hanno evidenziato un
vantaggio di risposta e di sopravvivenza libera da progressione (PFS) dellrsquoMPT rispetto a MP anche se solo
due studi hanno dimostrato un vantaggio di sopravvivenza (OS) con la combinazione MPT(4-5)
probabilmente a causa del diverso impatto dei nuovi agenti sulla terapia di salvataggio al momento della
recidiva (8-9) Infine una recente metanalisi che ha combinato i dati di 1682 trattati con MPT o MP ha
dimostrato un effettivo vantaggio sia di PFS che di OS dellrsquoassociazione MPT rispetto a MP (10) (Livello di
evidenza 1++)
In uno studio randomizzato (MRC Myeloma IX trial) la combinazione di ciclofosfamide Talidomide e
desametasone (CTDa) ha mostrato un tasso di risposta maggiore rispetto a MP senza peraltro vantaggio in
sopravvivenza e con maggiore incidenza di effetti collaterali (tromboembolismo costipazione infezione e
neuropatia) (11) Uno studio internazionale multicentrico e randomizzato (VISTA) ha confrontato la terapia
standard MP con lrsquoassociazione bortezomib-melfalan-prednisone (VMP) in pazienti anziani e non
candidabili ad ASCT Lo studio ha dimostrato un aumento statisticamente significativo nel tasso di risposta
(in particolare di remissione completa CR) e un prolungamento di PFS e OS per il gruppo trattato con
bortezomib (12) (Livello di evidenza 1++) Dopo un follow-up di 5 anni la terapia con VMP ha confermato
un significativo prolungamento dellrsquoOS con una riduzione del rischio di morte pari al 31 (13)
Un confront diretto tra Melfalan Prednisone e Bortezomib (VMP) versus Melfalan Prednisone e
Thalidomide (MPT) non egrave mai stato effettuato Ersquo stata effettuata una meta-analisi indiretta per valutare gli
effetti del VMP versus MPT Non sono state riportate differenze per tutti gli outcomes se non un
significativo beneficio per le risposte complete (RR 234 95 CI 112-490) e gli effetti collaterali di grado
3-4 (RR 053 95 CI 038-073) in favore del VMP (14) Non ci sono certezze sulla superioritagrave di un regime
verso lrsquoaltro un confronto diretto in uno studio randomizzato di fase III egrave necessario
Altri due studi di fase III hanno valutato combinazioni alternative al VMP Il gruppo spagnolo ha confrontato
VMP con bortezomib-thalidomide-prednisone (VTP) come terapia drsquoinduzione e mantenimento con
bortezomib-talidomide versus bortezomib-prednisone (15) Non sono state osservate differenze in termini di
efficacia ma VMP ha dimostrato un miglior profilo di tossicitagrave In uno studio italiano lrsquoassociazione di
bortezomib-melfalan-prednisone-talidomide seguita da un mantenimento con bortezomib-talidomide
(VMPT-VT) ha dimostrato risultati migliori rispetto alla combinazione VMP con un miglior tasso di
risposta un PFS e un OS piugrave lunghi Tuttavia nei pazienti con piugrave di 75 anni di etagrave trattati con MVP-VT non
egrave stato osservato un vantaggio in termini di OS per una maggiore tossicitagrave e di un maggiore tasso di
LINEE GUIDA MIELOMA
16
interruzione di trattamento(16) In entrambi gli studi il bortezomib egrave stato somministrato con frequenza
settimanale con riduzione della tossicitagrave extra-ematologica (neuropatia) senza influire sullrsquoefficacia (17)
Uno studio randomizzato multicentrico di fase III (18) ancora in corso in pazienti anziani alla diagnosi
vengono confrontati tre regimi di trattamento VD (bortezomib-desametasone) vs VTD (bortezomib-
talidomide-desametasone) vs VMP I primi risultati non mostrano differenze nei tassi di risposta o nel PFS
con buona tollerabilitagrave del mantenimento con incremento di risposte in tutti e tre gli schemi di trattamento
Qualitagrave globale
delle evidenze
GRADE Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
Molto bassa
Nei pazienti affetti da mieloma multiplo di etagrave gt65 anni e non
candidabili a terapia ad alte dosi puograve essere utilizzata
lrsquoassociazione VMP (Bortezomib melphalan e prednisone)
La valutazione complessiva della qualitagrave delle evidenze ad
oggi disponibili circa ldquolrsquoefficacia dellrsquoassociazione VMPrdquo la
valutazione del rapporto tra i benefici ed i rischi correlati e la
formulazione della raccomandazione relativa al quesito posto
sono state analizzate secondo metodologia GRADE (vedere
capitolo 10)
Positiva debole
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
A
Nei pazienti con etagrave gt 65 anni o piugrave giovani con comorbiditagrave o
scarso performance status non idonei alla terapia ad alte dosi
in Ideg linea devono essere considerati per una terapia
convenzionale a dose piena che prevede alchilanti cortisone e
nuovi farmaci (MPT VMP) (10-13)
Positiva forte
D Nei Pazienti con etagrave gt75 anni o pazienti con sintomi e segni di
vulnerabilitagrave potrebbero essere valutati per terapie meno
intense eo orali secondo lrsquoopinione del panel Positiva debole
52 Terapie con Lenalidomide in associazione trials di Fase III
Uno studio di fase III randomizzato ha confrontato Lenalidomide con alte e basse dosi di desametasone (RD
vs Rd) come terapia drsquoinduzione in 445 pazienti alla diagnosi (19)(Livello di evidenza 1+) registrando un
vantaggio significativo nella sopravvivenza e nella riduzione del numero di reazioni avverse con
associazione Rd soprattutto nei pazienti anziani Questo studio ha alcune limitazioni non era limitato solo a
pazienti non candidabili a trapianto e lrsquoobiettivo primario era la risposta dopo 4 cicli di induzione
In un altro studio di fase III condotto in 459 pazienti non idonei al trapianto lassociazione melfalan-
prednisone-lenalidomide (di durata stabilita pari a 6 cicli) seguito da lenalidomide di mantenimento (MPR-
R) egrave stata comparata con MPR senza mantenimento e con MP soministrato per 6 cicli Dopo un follow-up
di 30 mesi MPR-R ha ridotto significativamente il rischio di progressione e ha allungato il PFS da 14 a 31
mesi inoltre le risposte sono risultate migliori e numericamente maggiori rispetto a MP Lrsquoimpatto della
terapia di mantenimento con lenalidomide sul PFS egrave stato osservato sia in pazienti etagrave inferiore a 75 anni che
in quelli con piugrave di 75 anni di etagrave (20) (Livello di evidenza 1+) Al momento attuale non sono state riportate
differenze in termini di sopravvivenza globale ed egrave in corso un attento monitoraggio relativamente al rischio
di seconde neoplasie
LINEE GUIDA MIELOMA
17
53 Terapia con Bendamustina in associazione ai nuovi farmaci
Attualmente in Italia la Bendamustina egrave utilizzabile in prima linea in pazienti non candidabili al trapianto e
con neuropatia clinica allrsquoesordio che preclude lrsquoutilizzo di Talidomide o Bortezomib
In letteratura la Bendamustina nel MM egrave stata utilizzata prevalentemente in regimi di combinazione in
pazienti recidivati o refrattariIn prima linea il Gruppo tedesco ( 21) ha randomizzato 131 pz confrontando
Bendamustina a Melphalan entrambe associate a prednisone Tale studio ha ottenuto un maggior tasso di
remissioni complete un prolungamento del TTF (time to treatment failure) e una migliore QoL con tossicitagrave
comparabili fatta eccezione per una maggior percentuale di nausea e vomito nel braccio con Bendamustina
(Livello di evidenza 1-) In seconda linea lo stesso gruppo ha poi testato unrsquo associazione con dosi scalari di
Talidomide (BPT) ottenendo una percentuale di risposte globali di oltre lrsquo80 ( 22) Sempre in seconda linea
interessante egrave la combinazione di Bendamustina con Bortezomib e prednisone (BVD) utilizzata da Ludwig e
coll con ORR del 608 e PFS globale di 97 mesi significativamente piugrave alta in pazienti non pre-trattati
con lenalidomide o bortezomid(23) (Livello di evidenza 3) Inoltre un recente studio di Offidani conferma
buoni risultati ottenuti con BVD con ORR gt70 e mediana di TTP e PFS di 165 e 155 mesi
rispettivamente Tali dati sembrano essere migliori di quelli ottenuti con gli schemi VD e Rd in pazienti
pretrattati con talidomide o bortezomib (24) (Livello di evidenza 3)
I dati attualmente disponibili con queste combinazioni dovrebbero essere confermati in studi controllati di
confronto con gli schemi attualmente approvati nei pazienti recidivati o refrattari
54 Trapianto autologo a ridotta intensitarsquo di condizionamento
Nel setting dei pazienti anziani due studi clinici randomizzati hanno confrontato il trapianto autologo a
ridotta intensitagrave (melfalan 100 mgm2 Mel 100) con la chemioterapia convenzionale con risultati non
sempre concordi
In uno studio egrave stata dimostrata lrsquoefficacia del Mel 100 in termini di OSPFS rispetto a MP in pazienti di etagrave
compresa tra i 50-70 anni (25) (Livello di evidenza 1++) Il secondo trial ha confrontato Mel100 con MP e
MPT (4) in pazienti di etagrave compresa tra i 65 e i 75 anni Lrsquoassociazione MPT ha evidenziato miglior PFS e
OS rispetto a MP e Mel 100 Non sono state osservate differenze significative in termini di outcome tra Mel
100 e MP Questo studio ha dimostrato che nei pazienti anziani i risultati ottenuti con combinazioni
contenenti i farmaci di nuova generazione possono essere piugrave efficaci della terapia ad alte dosi (Livello di
evidenza 1++)
Peraltro 102 pazienti alla diagnosi di etagrave compresa tra 65 e 75 anni sono stati trattati lrsquoassociazione PAD
(bortezomib-doxorubicin-desametasone seguita da Mel 100 mgmq con supporto di cellule staminali
autologhe A seguire era previsto consolidamento con lenalidomide-prednisone seguito da mantenimento
con sola lenalidomide (LP-L) (26) Il tasso di risposta egrave progressivamente cresciuto nelle varie fasi di terapia
(soprattutto la CR) La sopravvivenza globale e la PFS sono risultate paragonabili a quelle ottenute nei
pazienti giovani anche se con maggior tossicitagrave e di tasso di drop-out (Livello di evidenza 3)
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
B
Nei Pazienti di etagrave gt 65 anni o piugrave giovani e lt70 anni in
buone performance status e senza comorbiditagrave rilevanti
potrebbero essere considerati per ASCT a dosi ridotte previa
terapia di induzione con regimi contenenti bortezomib (26)
Positiva debole
LINEE GUIDA MIELOMA
18
Tabella 1 Trattamento del MM alla diagnosi in pazienti anziani (ge 65 anni) Tutte le combinazioni incluse
nella tabella includono farmaci di nuova generazione (Talidomide Lenalidomide e Bortezomib) testati in
studi randomizzati di fase III
Terapie pts Schedula ge PR CR
PFSE
FS
TTP
OS Referenza
TD 145 T 200 mgdie
D 40 mg giorni 1-4 e 15-18 68 2
41 a
16 mesi
61 a 41
mesi Ludwig et al
3
MPT 125
M 025 mgkg giorni 1ndash4
P 2 mgkg giorni 1ndash4
T 400 mggiorno
X 12 cicli di 6 settimane
76 13 50 a
28 mesi
50 a 52
mo Facon et al
4
MPT 113
M 025 mgkg giorni 1ndash4
P 2 mgkg giorno 1ndash4
T 100 mggiorno
X 12 cicli di 6 settimane
62 7 50 a
24 mesi
50 a 44
mesi Hulin et al
5
MPT 60
M 9 mgm2 giorni 1ndash4
P 60 mgm2 giorni 1ndash4
T 100 mggiorno x 8 cicli di 6
settimane seguita da
Talidomide 100 mgdie
58 9
50 a
21
mesi
50 a 26
mesi Beksac et al
6
MPT 182
M 025mgkg giorni 1-4
P 100mggiorni 1-4
Ogni 6 settimane fino a Plateau
T 400mggiorno fino a
Plateau poi ridotta a
200mggiorno fino a
progressione
57 13 50 a
15 mesi
50 a 29
mesi Waage et al
7
MPT 165
M 025 mgkg
P 1 mgkg giorni 1ndash5
T 200 mggiorno x 8 cicli di 4
settimane seguiti da T 50
mggiorno fino a progressione
66 23 67 a
24 mesi
29 a 24
mesi
Wijermans et
al8
MPT 167
M 4mgm2 giorni 1-7
P 40mgm2 giorni 1-7 x 6 cicli
ogni 4 settimane
T 100mggiorno fino a
progressione
76 15 50 a
22 mesi
50 a 45
mesi Palumbo et al
9
RD 223
R 25 mggiorno giorni 1-21
D 40 mg giorni 1-4 9-12 e
17-20 ogni 28 giorni
81 17 63 a
24 mesi
75 a 24
mesi
Rajkumar et
al12
Rd 222
R 25 mggiorno giorni 1-21
d 40 mg nei giorni 1 8 15 e
22 ogni 28 giorni
70 14 65 a
24 mesi
87 a 24
mesi
Rajkumar et
al12
MPR 54
M 018-025 mgkg giorni 1ndash4
P 2 mgkg giorni 1ndash4
R 5-10 mg giorni 1ndash21
X 9 cicli ogni 4 settimane
81 24 92 a
12 mesi
100 a 12
mesi
Palumbo et
al14
MPR-R 152
M 018 mgkg giorni 1ndash4
P 2 mgkg giorni 1ndash4
R10 mg giorni 1ndash21
Per 9 cicli ogni 4 settimane
mantenimento
R10 mggiorno fino a
progressione
77 16 50 a
31 mesi
70 a 36
mesi
Palumbo et
al16
LINEE GUIDA MIELOMA
19
Terapie pts Schedula ge PR CR
PFSE
FS
TTP
OS Referenza
VMP 344
M 9 mgm2 giorni 1ndash4
P 60 mgm2 giorni 1ndash4
V 13 mgm2 giorni
1481122252932 per i primi
4 cicli di 6 settimane giorni
1815 22 per i successivi 5
cicli di 6 settimane
71 30 50 a
22 mesi
41 a 36
mesi
San Miguel et
al17
Maeos et al18
VMP 130
M 9 mgm2 giorni 1ndash4
P 60 mgm2 giorni 1ndash4
V 13 mgm2 giorni
1481122252932 x 1 ciclo
di 6 settimane giorni 1815
22 per i successivi 5 cicli ogni
6 settimane
Mantenimento
V 13 mgm2 giorni 14811
ogni 3 mesi
T 50 mggiorno or P50 mg a
giorni alterni
80 20 50 a
34 mesi
74 a 36
mesi Mateos et al
19
VTP 130
P 60 mgm2 giorno 1ndash4
V 13 mgm2 giorni
1481122252932 per il
primo ciclo (6 settimane)
giorni 1815 22 per i
successivi 5 cicli di 6 settimane
T 100 mg giorno
Maintenance
V 13 mgm2 giorni 14811
ogni 3 mesi
T 50 mggiorno or P50 mg a
giorni alterni
81 28 50 a
25 mesi
65 a 36
mesi Mateos et al
19
VMP 257
M 9 mgm2 giorni 1ndash4
P 60 mgm2 giorni 1ndash4
V 13 mgm2 giorni 1 8 15
22
81 24 41 a
36 mesi
87 a 36
mesi
Palumbo et
al20
VMPT-
VT 254
M 9 mgm2 giorno 1ndash4
P 60 mgm2 giorno 1ndash4
V 13 mgm2 giorno 1 8 15
22
T 50 mg al giorni nei giorni
1ndash42 x 9 cicli ogni 5 settimane
Mantenimento
V 13 mgm2 ogni 15 giorni
T 50 mggiorno
89 38 56 a
36 mesi
89 a 36
mesi
Palumbo et al
20
PR risposta parziale CR risposta completa PFS progression-free survival EFS event-free survival TTP tempo alla
progressione OS sopravvivenza globale TD talidomide-desamethasone MPT melphalan-prednisone-talidomide
VMP bortezomib-melphalan-prednisone VTP bortezomib-thalidomide-prednisone MPR-R melphalan-prednisonse-
lenalidomide seguito da mantenimento con lenalidomide VMPT-VT bortezomib-melphalan-prednisone-thalidomide
seguito da mantenimento con bortezomib-talidomide
LINEE GUIDA MIELOMA
20
Mieloma Multiplo etagrave gt 65 anni Terapia di I linea
Regimi di terapia preferiti
Terapia di prima linea nei
pazienti non candidati ad
ASCT
MelphalanprednisoneBortezomib (VMP)
MelphalanprednisoneTalidomide (MPT)
Bendamustinaprednisone
Altri regimi possibili
MelphalanPrednisonelenalidomide (MPR)
BortezomibDesametasone (VD)
CiclofosfamideprednisoneTalidomide (CTD)
Melphalanprednisone (MP)
Talidomidedesametasone (TD)
Lenalidomidedesametasone (Rd)
MelphalanprednisoneBortezomibtalidomide (VMPT)
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Bortezomib
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Pentildealver FJ Ribera JM Martiacuten-Mateos ML Garciacutea-Sanz R Cibeira MT Ramos ML Vidriales MB Paiva B
Montalbaacuten MA Lahuerta JJ Bladeacute J Miguel JF Bortezomib melphalan and prednisone versus bortezomib
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Montefusco V Musto P Petrucci MT Ciccone G Boccadoro M Bortezomib-melphalan-prednisone-
thalidomide followed by maintenance with bortezomib-thalidomide compared with bortezomib-melphalan-
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LINEE GUIDA MIELOMA
22
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Pescosta N Guglielmelli T Bringhen S Offidani MGiuliani N Petrucci MT Musto P Liberati AM Rossi G
Corradini P Boccadoro M Bortezomib as induction before autologous transplantation followed bylenalidomide
as consolidation-maintenance in untreated multiple myeloma patients J Clin Oncol 2010 Feb 1028(5)800-7
6 Terapia di prima linea nei pazienti lt 65 anni candidabili a trapianto autologo di cellule staminali
Nei pazienti giovani candidati terapia intensificate (ASCT) i ldquonuovi farmacirdquo sono stati incorporati come
terapia drsquoinduzione pre-ASCT e come terapia di consolidamentomantenimento post-ASCT allo scopo di
migliorare lrsquooutcome In particolare nuovi regimi comprensivi di inibitori del proteosoma eo farmaci
immunomodulanti (ImIDs) hanno sostituito la chemioterapia convenzionale come terapia di induzione pre-
trapianto Questi farmaci possono essere variamente combinati tra loro o con farmaci convenzionali a
formare regimi a due-o piugrave farmaci
LINEE GUIDA MIELOMA
23
61 Terapia di induzione pre-trapianto
Lo scopo della terapia di induzione pre-trapianto egrave di ridurre rapidamente la taglia tumorale e lrsquoinfiltrazione
plasmacellulare midollare prima della raccolta delle cellule staminali Lrsquointroduzione dei nuovi farmaci in
questa fase ha comportato lrsquoottenimento di risposte di piugrave elevata qualitagrave (VGPR e CR) rispetto alla
chemioterapia convenzionale che si sono poi tradotte in un miglioramento dellrsquooutcome post-trapianto In
assenza di studi randomizzati di comparazione delle diverse combinazioni tra loro di seguito verranno
riportati i risultati in termini di efficacia e di tossicitagrave dei differenti regimi suddivisi in preferiti e altri
REGIMI DI INDUZIONE PREFERITI
Bortezomib-desametasone
Lassociazione di bortezomib-desametasone (VD) che consente di ottenere un tasso di risposta complessiva
pari al 65 (12) egrave stato comparato in maniera randomizzata allo schema VAD come terapia di induzione pre
trapianto in 482 pazienti (3) Dopo 4 cicli lo schema VD si egrave dimostrata superiore alla VAD apportando un
piugrave alto tasso di VGPR (38 vs 15 rispettivamente) e di CRnCR (15 vs 6 post ASCT
rispettivamente) vantaggio che egrave stato mantenuto anche dopo il primo e secondo trapianto (ge VGPR 68 vs
47 CR-nCR 395 vs 225 rispettivamente) Con un follow-up mediano di 32 mesi egrave stato riscontrato
un trend sulla PFS in favore di VD rispetto a VAD (mediana 36 mesi vs 30 rispettivamente) La maggior
efficacia di VD rispetto a VAD egrave stata confermata anche in pazienti ad alto rischio per la presenza di stadio
ISS elevato o portatori della traslocazione t(414) (4) I risultati di questo studio confermano la capacitagrave di
bortezomib di assicurare un livello piugrave profondo di risposta che peraltro non si traduce in un chiaro
vantaggio in termini di PFS ciograve potrebbe significare che un regime a due farmaci contenente bortezomib
risulta sub-ottimale sugli outcomes a lungo termine(Livello di evidenza 1++)
Bortezomib-desametasone e agenti citotossici
Gli agenti citotossici aggiunti a VD a formare regimi a 3 farmaci sono la doxorubicina e la ciclofosfamide
In uno studio di fase III la combinazione Bortezomib-Doxorubicina-Desametasone (PAD) come induzione
al trapianto autologo egrave stata comparata con la chemioterapia (VAD) seguito poi da una terapia di
mantenimento con Bortezomib o Talidomide (5) Lrsquoultimo aggiornamento dello studio ha mostrato la
superioritagrave della combinazione PAD in termini risposte (CR+nCR) sia dopo la terapia di induzione (11
vs 5 rispettivamente) che dopo il singolo o doppio autotrapianto (30 vs 15 rispettivamente) Nel
braccio di terapia comprensivo di PAD ASCT e mantenimento con bortezomib sono emersi una PFS e OS
significativamente piugrave durature rispetto al VAD seguito da ASCT e mantenimento con talidomide (PFS a 3
anni 36 vs 27 rispettivamente P= 001 OS a 3 anni 78 vs 70 rispettivamente P= 002) (Livello di
evidenza 1++) Il vantaggio di PAD vs VAD si egrave mantenuto anche nei pazienti ad alto rischio (traslocazione
t(414) e di delezione del cromosoma 17p ) (6)
La combinazione ciclofosfamide-bortezomib-desametasone (VCD o CyBorD) consente di ottenere una
risposta complessiva pari al rsquo80-88 con VGPR rate di circa il 50 (7-8) (Livello di evidenza 3)
Bortezomib-desametasone-talidomide
Un ampio studio di fase III condotto su 480 pazienti volto a paragonare il regime VTD con TD come terapia
di induzione prima e consolidamento dopo un doppio ASCT ha documentato come dopo 3 cicli di
induzione lrsquoassociazione VTD fosse superiore a TD in tutte le categorie di risposta (CR+nCR 31 vs 11
ge VGPR 62 vs 28 rispettivamente) (10) Tale superioritagrave si egrave mantenuta anche dopo la terapia ad alte
dosi e al consolidamento (CR+nCR 62 vs 45 ge VGPR 85 vs 68 rispettivamente) La PFS a 3 anni
egrave risultata essere significativamente piugrave lunga per il braccio VTD rispetto a TD (68 vs 56
rispettivamente) (Livello di evidenza 1++) Lo schema di associazione VTD si correla a migliori tassi di
risposta e migliore PFS rispetto a VD o TD in altri due trials randomizzati (11-12) e in altri studi di fase II
(13 14 15) In uno studio il bortezomib era somministrato a dosaggi ridotti (vTD) comportando un minore
rischio di neurotossicitagrave (12) Infine nel protocollo terapeutico Total Therapy 3 (TT3) VTD combinato con
chemioterapia PACE (cisplatino doxorubicina ciclofosfamide e etoposide) era somministrato come terapia
di induzione pre e come consolidamento dopo un doppio ASCT a cui seguiva un mantenimento con VTD
LINEE GUIDA MIELOMA
24
per il primo anno e TD nel secondo e terzo anno(16) Con un follow-up mediano di 39 mesi la PFS e OS a 4
anni sono risultate essere rispettivamente del 71 e del 78 Confrontando il regime TT3 col suo
predecessore TT2in cui non era previsto il bortezomib appare chiaro il vantaggio dello schema VTD in
particolare egrave interessante notare che in questrsquoultimo studio la CR egrave piugrave duratura (2-year sustained CR TT3
92 vs 81 TT2 talidomide arm) e la PFS piugrave prolungata (2-year 84 vs 77 rispettivamente) Inoltre nei
pazienti con malattia ad alto rischio (GEP high risk t(414) positiva) si chiaro registra un trend verso una
OS piugrave lunga nel TT3 vs TT2 sottolineando come lrsquoimpiego di Bortezomib appare in grado di superare la
cattiva prognosi conferita da queste alterazioni
Lenalidomide-desametasone
In un primo studio di fase II la combinazione Len-Dex ha comportato buoni risultati in termini di risposta
con ORR di 91 ge VGPR rate di 56 OS a 3 anni 85 (17) confermati da due studi successivi di fase III
Lo studio di Zonder et al confrontava Len-Dex versus Dex in pazienti candidabili o meno a ASCT
lrsquoaggiunta dellrsquoagente immunomodulatore migliorava sia il rate di risposta (ge PR 85 vs 51 e CRnCR
22 vs 4 p=0001 rispettivamente) che la PFS (77 vs 55 p=0002 rispettivamente) ma non la OS
(93 vs 91 rispettivamente) La combinazione Len-Dex determinava un elevata incidenza di neutropenia
di grado 3-4 (135 vs 24 p=001 rispettivamente) e di complicanze infettive (38 vs 23 p=0003
rispettivamente) (18) Il secondo trial randomizzato del gruppo ECOG era volto a paragonare lrsquoassociazione
di Lenalidomide con alte (RD) o basse (Rd) dosi di Desametasone
La maggiore tossicitagrave ottenuta e la maggiore mortalitagrave precoce (tromboembolismo venoso TEV 184 vs
55 mortalitagrave 5 vs 05 rispettivamente) ha comportato riduzione della sopravvivenza globale nel
braccio RD soprattutto nei pazienti con etagrave superiore a 65 anni (19) Entrambi questi studi erano rivolti a
pazienti di tutte le etagrave non solo a pazienti candidabili a chemioterapia ad alte dosi alcuni pazienti su
decisione volontaria procedevano al trapianto autologo di cellule staminali mentre altri proseguivano la
terapia fino a progressioneintolleranza Per tale motivo non possiamo considerare questi studi pur se di fase
III come fortemente rappresentativi dellrsquoefficacia di regimi di induzione contenenti lenalidomide-
desametasone pre trapianto (Livello di evidenza 1++)
Ersquo stato riportato come una prolungata esposizione a lenalidomide comporti una ridotta mobilizzazione e
raccolta di cellule staminali CD34+ (20) Per tale motivo le raccomandazioni dellrsquoInternational Myeloma
Working group (IMWG) suggeriscono di effettuare la mobilizzazione delle cellule staminali precocemente
dutrante il trattamento di induzione con Lenalidomide (entro i primi quattro cicli ) (21)
Una profilassi antitrombotica egrave raccomandata in pazienti che ricevono RD come terapia di prima linea (22)
Inoltre essendo lrsquoescrezione del farmaco egrave prevalentemente renale il dosaggio della lenalidomide va
aggiustato sulla base della clearance della creatinina
Lenalidomide-desametasone-bortezomib
In considerazione dellrsquoelevata efficacia di Bortezomib Lenalidomide e Desametasone come agenti singoli egrave
stata introdotta lrsquoassociazione RVD per sfruttarne lrsquoazione sinergica Un primo studio multicentrico di fase
III volto a testare efficacia e sicurezza del regime RVD nella malattia di nuova diagnosi in pazienti
candidabili o meno allrsquoASCT dimostrava che tale combinazione risulta ben tollerata con bassa incidenza di
TEV e neuropatia (G3 3 per entrambe) Dopo 4 cicli il tasso di risposta di buona qualitagrave ( ge nCR e
VGPR) era del 6 e 11 rispettivamente tuttavia queste risposte incrementavano progressivamente
proseguendo la terapia fino a un massimo di 8 cicli e durante la fase di mantenimento con un 100 di ORR
e un 52 di CRnCR(23)
In uno studio di fase II lrsquoassociazione RDV in induzione del consentiva di ottenere una risposta globale del
97 ( ge VGPR 54 CR 16 e sCR 13) (24)
Lo studio di fase II EVOLUTION ha comparato prospetticamente RVD con VCD con due dosaggi di
ciclofosfamide (VCD e VCD modified) e un regime a quattro farmaci in cui RVD era addizionato con la
ciclofosfamide (RVDC) i pazienti candidati a ASCT ricevevano solo 4 cicli di terapia di induzione gli altri
invece effettuavano 8 cicli seguita poi da un mantenimento con 4 cicli di Bortezomib in somministrazione
monosettimanale (25) VDRC ha evidenziato maggior tossicitagrave rispetto agli altri schemi senza peraltro un
significativo vantaggio in termini di riposte ottenute (ge VGPR e CR VDRC vs RVD vs VCD vs VCD
modified 58 51 41 53 e 25 24 22 e 47 rispettivamente)
LINEE GUIDA MIELOMA
25
Unrsquoaltra combinazione esplorata egrave stata RVD addizionata con doxorubicina liposomiale pegilata dopo
mediamente 4 cicli il rate di CR + nCR e ge VGPR sono risultati essere pari al 30 e 58 rispettivamente
(26)
ALTRI REGIMI DI INDUZIONE
Talidomide-desametasone
Talidomide-desametasone (TD) egrave stato il primo regime ad essere impiegato in alternativa alla chemioterapia
convenzionale VAD come terapia di induzione pre ASCT TD si egrave dimostrata migliore del VAD in termini di
ORR e ge VGPR rate PFS ma non di OS post ASCT in uno studio retrospettivo case match e in uno studio
prospettico (27) Livello di evidenza 2++)
Inoltre un ampio studio di fase III ha cevidenziato la superioritagrave dellrsquoassociazione TD rispetto al
desametasone utilizzato agente singolo con un ORR di 63 contro 41-46 rispettivamente prolungando il
TTP (23 mesi vs 65 mesi rispettivamente) ma non la OS probabilmente per la maggior tossicitagrave evidenziata
della combinazione (maggior numero di eventi avversi di grado 3-4 in particolare TEV ictus infarto
miocardico acuto) in assenza di unrsquoadeguata profilassi antitrombotica (29) Il rate di risposte complete con
TD resta tuttavia basso pari al 4-10 In due ulteriori studi TD egrave stato incorporato al doppio ASCT e
somministrato dallrsquoesordio fino al secondo ASCT (30) oppure fino a ricadutaprogressione di malattia (31)
Lrsquoaggiunta di TD ha comportato un incremento di risposte di buona qualita del PFS e in uno studio anche
della sopravvivenza globale rispetto al doppio ASCT senza talidomide
Nello studio che prevedeva il mantenimento con talidomide tuttavia si sono verificati numerosi eventi
avversi in particolare eventi trombotici e polineuropatia che hanno portato alla discontinuazione del
farmaco nel 30 e 60 dei pazienti dopo 2 e 4 anni rispettivamente
Talidomide-desametasone e agenti citotossici
In diversi studi sono state testate varie associazioni di Talidomide con agenti chemioterapici tradizionali
quali Talidomide-Desametasone-Doxorubicina (TAD) e Talidomide-Desametasone-Ciclofosfamide (CTD)
In uno studio di fase III (32) la combinazione TAD comportava un incremento di rispostedi buona qualitagrave
rispetto al VAD (ge VGPR 37 vs 18) che veniva mantenuta dopo ASCT (54 vs 44 rispettivamente)
La PFS mediana del braccio TAD e mantenimento con Talidomide egrave risulta pari a 34 mesi rispetto a 2 mesi
per coloro che ricevevano VAD e un mantenimento con interferone In uno studio di fase III lrsquoassociazione
CTD si egrave dimostrata superiore al VAD+ciclofosfamide ottenendo una maggir percentuale di risposte
complete sia prima che dopo ASCT (pre 19 vs 9 post 51 vs 40 rispettivamente) (33)
Mieloma Multiplo etagrave lt 65 anni Terapia di I linea
Regimi di terapia preferiti
Terapia di induzione pre- trapianto autologo
Bortezomib+talidomide+desametasone ( studi di fase 3) Bortezomib + desametasone (studi fase 3) Bortezomib + desametasone+ doxorubicina liposomiale (studi fase 3) Bortezomib + lenalidomide + desametasone (studi di fase 3) lenalidomide+desametasone ( studi di fase 3)
Altri regimi possibili
Bortezomib + ciclofosfamide+desametasone ( studi di fase 2 e retrospettivi) Talidomide + desametasone (studi fase 2 e 3) Talidomide + desametasone + doxorubicina (studi fase 3) Talidomide + ciclofosfamide + desametasone (studi fase 3)
LINEE GUIDA MIELOMA
26
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
A Nella fase di induzione tutti i pazienti devono ricevere un
trattamento comprendente i nuovi farmaci e non solo
chemioterapici (35) Positiva forte
A
I regimi di induzione contenenti bortezomib sembrano
essere i piugrave rapidi ed efficaci In particolare il miglior
bilancio tra efficacia e tossicitagrave sembra appartenere alle
triplette di farmaci (bortezomib desametasone e IMiDs o
chemioterapia) (24-32-33) Lrsquoassociazione di Talidomide e Desametasone (TD) appare
un regime sub-ottimale pur mantenendo una certa
efficacia(10)
Positiva forte
D (Parere di esperti)
Il numero di cicli di induzione raccomandati egrave 3-4 33) Positiva debole
D (Parere di esperti)
La raccolta delle cellule staminali dovrebbe essere
effettuata entro 4 cicli di induzione (33) Positiva debole
B Sia bortezomib sia talidomide possono essere impiegati
senza prevedere una tossicitagrave aggiuntiva nei pazienti in
insufficienza renale eo dialisi (34) Positiva debole
D (Parere di esperti)
I pazienti trattati con Bortezomib dovrebbero ricevere una
profilassi antivirale con acyclovir (33) Positiva debole
62 Terapia di consolidamento e mantenimento post trapianto
La terapia di consolidamento ha lrsquoobiettivo di migliorare ulteriormente la risposta ottenuta con le alte dosi si
basa quindi su di un regime terapeutico molto efficace somministrato per un breve periodo di tempo per
ridurne al minimo la tossicitagrave Il consolidamento puograve essere effettuato con un secondo trapianto autologo
che offre particolare beneficio ai pazienti che non hanno ottenuto almeno una VGPRnCR dalla prima
procedura trapiantologica In seguito allrsquointroduzione dei ldquonuovi farmacirdquo nellrsquoarmamentario terapeutico del
MM sono stati sperimentati regimi di consolidamento comprensivi di Talidomide Bortezomib e
Lenalidomide Lrsquoimpiego di bortezomib e lenalidomide come agenti singoli dopo ASCT ha determinato un
miglioramento del rate di CR e CR+nCR compreso tra il 10-30 (34-35) Lo schema VTD si egrave dimostrato
molto efficace come consolidamento permettendo di migliorare la risposta inducendo anche risposte
molecolari (36) e in paragone a TD prolungando la PFS Tuttavia lrsquoassegnazione a TD o VTD in questo
studio non era randomizzata ma seguiva lrsquoassegnazione randomizzata iniziale nei due bracci come terapia di
induzione pre-trapianto (37) (livello di evidenza 2++)
La terapia di mantenimento egrave finalizzata invece a conservare nel tempo la risposta ottenuta a prolungare la
PFS e lrsquoOS senza alterare in modo significativo la qualitagrave di vita consiste in un trattamento a bassi dosaggi per un periodo di tempo prolungato (alcuni anni) In assenza di alternative fino a 10 anni fa circa le
uniche possibilitagrave erano rappresentate dallrsquointerferone e dallo steroide tali terapie risultavano perograve
molto tossiche e assai poco efficaci nel raggiungere gli obiettivi sopracitati In studi randomizzati
lrsquoimpiego di Talidomide come terapia di mantenimento post ASCT ha evidenziato un beneficio in
termini di PFS (3132 38-41) e in due di questi associata allo steroide anche di OS (38-40)
LINEE GUIDA MIELOMA
27
Il vantaggio in OS veniva perso se talidomide era anche parte della terapia di induzione (31 32 39) Inoltre
sembra che la prolungata esposizione a talidomide possa far emergere cloni resistenti e che tale agente sia
inefficace in pazienti portatori di alterazioni citogenetiche (42) Il problema principale relativo allrsquoimpiego di
talidomide come terapia di mantenimento a lungo termine riguarda la sua neurotossicitagrave che comporta una
percentuale di discontinuazione del farmaco fino al 60 (42)
Lenalidomide in considerazione dellrsquoassenza di neurotossicitagrave appare indicata come terapia di
mantenimento post ASCT Due studi randomizzati indipendenti hanno recentemente mostrato un vantaggio
in termini di PFS con lrsquoimpiego di lenalidomide rispetto a placebo dopo singolo o doppio ASCT (43 44) e
uno dei due anche un vantaggio in OS (44) (livello di evidenza 1++) In entrambi gli studi nei pazienti che
assumevano Lenalidomide egrave emerso un incrementato rischio di seconde neoplasie (SPMs) nellrsquoordine del
7 in tal senso saranno necessari un follow-up piugrave prolungato eulteriori studi per definire meglio i fattori di
rischio per le SPMs e la loro incidenza
Pochi e non conclusivi dati esistono sulla terapia di mantenimento con bortezomib essendo inoltre di non
poco rilievo il problema della via di somministrazione endovenosa e la neurotossicitagrave In tal senso potragrave
avere un certo rilievo la prossima del disponibilitagrave bortezomib per via sottocutanea che comporta una
significativa riduzione del rischio di incidenza della neurotossicitagrave iatrogena (45)
Terapia di Mantenimentoconsolidamento
Regimi terapeutici (studi fase 2 e fase 3)
Terapia di consolidamento
post- trapianto autologo
Bortezomib + desametasone (studi fase 3) Bortezomib+talidomide+desametasone ( studi di fase 3) Bortezomib + lenalidomide + desametasone (studi di fase 2) lenalidomide+desametasone ( studi di fase 3)
Terapia di mantenimento
post trapianto autologo
Talidomide (studi fase 3) Lenalidomide (studi fase 3) Bortezomib (studi fase 3)
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
D
La terapia di consolidamento e di mantenimento post
ASCT con i nuovi farmaci dovrebbe avvenire solo nel
contesto di studi clinici (i dati dei diversi studi sono
ancora poco solidi e richiedono un follow-up piugrave
prolungato)(33)
Studi clinici
63 Terapia ad alte dosi con supporto di progenitori emopoietici autologhi
Sono passati quasi 30 anni dalla prima segnalazione dellrsquoefficacia delle alte dosi di melphalan nel MM (47)
Da allora ASCT egrave diventata la terapia di riferimento nel paziente giovane affetto da MM alla diagnosi
Il trapianto autologo consente di ottenere elevati tassi di risposte complessive e attualmente rimane il
trattamento di riferimento per i pazienti eleggibili Alcuni studi randomizzati (vedi Tabella 1) condotti su
pazienti alla diagnosi evidenziano la superioritagrave del trapianto rispetto alla terapia convenzionale nel paziente
con MM con etagrave inferiore a 65 anni (Livello di evidenza 1++)
LINEE GUIDA MIELOMA
28
Tabella 1 Studi controllati- randomizzati terapia convenzianale vs terapia ad alte dosi
Trial Ndeg pts EFS
(median months) OS
(median months) References
IFM90 CT 100 8 at 7 years 25 at 7 years Attal et al (1996)
ASCT 100 16 at 7 years 43 at 7 years Harousseau et al
(2005)
MRC CT 200 32 20
Child et al (2003) ASCT 201 54 months 42
MAG91 CT 91 13 64 Fermand et al
(1998) ASCT 94 39 65
PETHEMA CT 83 34 67
Blade et al (2001) ASCT 81 43 67
CT Chemioterapia convenzionale ndash ASCT terapia ad alte dosi
EFS event-free survival OS overall survival
Da rilevare peraltro che lrsquointroduzione dei nuovi farmaci negli schemi di induzione non solo ha deteminato
un miglioramento delle risposte globali pretrapianto ma ha consentito di implementare il numero di risposte
di buona qualitagrave dopo il trapianto (48 -51)
Circa un confronto diretto tra nuovi farmaci e la terapia trapiantologica abbiamo a disposizione pochi dati di
letteratura Il gruppo GIMEMA ha concluso uno studio su 402 pazienti affetti da mieloma multiplo in prima
diagnosi e randomizzati a ricevere dopo 4 cicli di lenaidomide-desametasone o un doppio trapianto
autologo (MEL 200) o altri 6 cicli di terapia con melphalan-prednisone-lenalidomide Questo studio ha
riportato un significativo aumento in PFS ma non in OS per il braccio trapiantologico (52)
In un secondo studio 389 pazienti sono stati trattati in induzione con lenelidomide+basse dosi di
desametasone e successivamente randomizzati a ricevere CRD (ciclofosfamide lenalidomide desametasone)
o doppio trapianto autologo (MEL200) In questo trial la PFS a 2 anni egrave risultata migliore per il braccio
trapiantologico( 62 vs72)(53) Analoghi studi sono attualmente in corso
Mobilizzazione cellule staminali
La sorgente delle cellule staminali egrave quasi esclusivamente il sangue periferico le cellule staminali infatti
vengono prelevate da sangue periferico con una o piugrave procedure aferetiche previa terapia di mobilizzazione
Il farmaco maggiormente utilizzato ai fini della mobilizzazione egrave la ciclofosfamide a dosi medio alte (2-4
gmq) in combinazione con lenograstim (5-10 mcgKgdie) Altri regimi di mobilizzazione riportati in
letteratura oltre allrsquoutilizzo del solo fattore di crescita emopoietico sono la citosina arabinoside la
vinorelbina e diversi schemi di polichemioterapia Il numero minimo di cellule CD34 necessarie per
effettuare la procedura trapiantologica e pari a 2 x106 kg
Lrsquoutilizzo di cellule staminali selezionate o la tecnica del purging del prodotto aferetico non ha comportato
una riduzione del rischio di recidiva (54) e pertanto non egrave consigliato
Singolo vs Tandem
Si parla di doppio trapianto (tandem) qualora una seconda procedura venga effettuata entro 6 mesi dalla
prima Diversi trials randomizzati hanno indagato lrsquoutilitagrave di un secondo autotrapianto e una metanalisi del
2009 avrebbe evidenziato una superioritagrave del doppio autotrapianto sul singolo in termini di tasso di risposta e
EFS (20 vs 10) ma non di OS (55) Uno studio conferma un beneficio a lungo termine della doppia
procedura (56) mentre in altri due studi viene dimostrato che i pazienti che beneficiano maggiormente del
secondo trapianto sono quelli che non ottengono almeno una VGPR con il primo trapianto (56 ndash 57) In
particolare nello studio IFM94 389 pazienti alla diagnosi venivano randomizzati a ricevere singolo (MEL
140+TBI) o doppio autologo (MEL 140 - MEL 140+TBI) Gli autori hanno dimostrato un aumento di OS
stimata a 7 anni per il doppio autologo e in unrsquoanalisi di sottogruppi hanno riscontrato che i pazienti che
beneficiavano maggiormente del doppio autologo erano quelli che non ottenevano almeno una VGPR entro
tre mesi dalla prima procedura (57) Analoghe conclusioni sono emerse da uno studio italiano dove veniva
utilizzato come regime di condizionamento MEL 200 (58) (Livello di Evidenza 1++)
LINEE GUIDA MIELOMA
29
Critiche a questi studi sono lrsquoutilizzo di una minor dose cumulativa di MEL nel braccio del trapianto singolo
nello studio del gruppo francese e per entrambi la bassa potenza degli studi per valutare il ruolo del doppio
trapianto nei pazienti che ottengono una CR o almeno una VGPR dopo la prima procedura
Una revisone sistematica pubblicata nel 2012 per stabilire il vantaggio di un doppio trapianto autologo
rispetto al singolo ha concluso che non vi sono dati sufficienti per una decisione definitiva considerando che
sono stati riscontrati bias negli studi pubblicati e che i trial non comprendevano ancora i nuovi farmaci
attualmente a disposizione (59)
Il ruolo del secondo autotrapianto potrebbe essere messo in discussione da studi randomizzati in corso che
paragonano consolidamento con nuovi farmaci e trapianto autologo nel frattempo il II trapianto dovrebbe
essere offerto ai pazienti che non hanno ottenuto una risposta completa dopo il primo trapianto riservando
tale opzione terapeutica agli altri pazienti in occasione delleventuale recidiva di malattia
Condizionamento
Il regime di condizionamento per il trapianto autologo nel MM rimane il Melphalan ad alte dosi (200
mgmq) Tale dosaggio viene ridotto nei pazienti con insufficienza renale (con GFRlt 30 mlmin) e in dialisi
in cui la somministrazione a 200 mgmq comporta un incremento di tossicitagrave e di mortalitagrave correlata alla
procedura (60) Un incremento del dosaggio di melphalan (220-300 mg anche in associazione ad Amifostina)
ha evidenziato un miglioramento della PFS ma con un notevole incremento della tossicitagrave (61-62) mentre
lassociazione con Total-body irradiation (TBI) non comporta nemmeno miglioramento del PFS (63) (Livello
di evidenza 4) per cui attualmente lo standard egrave Melphalan 200mgmq (64 )
Anche nel contesto del condizionamento al trapianto sono stati inseriti i nuovi farmaci (Melphalan 140
mgmq + Bortezomib) con risultati promettenti in termini di risposta (gtVGPR 70 con RC 30) anche se
il follow-up egrave troppo breve per valutarne lrsquoimpatto sulla sua durata (65)
64 Trapianto allogenico
In relazione alletagrave media avanzata alla diagnosi e alla disponibilitagrave di un donatore familiare sono pochi i
pazenti affetti da MM potenzialmente candidabili ad una procedura di trapianto allogenico
Il trapianto allogenico mieloablativo correla con miglioramneto dellrsquo intervallo libero da malattia (tra 22-
36) anche se il suo ruolo nel trattamento del MM appare controverso dato lelevato tasso di mortalitagrave
correlata alla procedura (Transplant related mortality TRM) che varia tra 34-54 nei diversi studi
Fattori prognostici negativi per il trapianto allogenico mieloablativo sono un precedente ASCT un lungo
intervallo tra la diagnosi e il trapianto e il mismacht di sesso tra donatore e ricevente (66-67)
Per ridurre la TRM e permettere di estendere lrsquoindicazione ad un maggior numero di pazienti con MM alla
diagnosi egrave stato sperimentato il trapianto allogenico a condizionamento ridotto (RIC) Diversi studi in
letteratura evidenziano la fattibilitagrave di tale approccio anche nei pazienti piugrave anziani con una TRM lt20 In
questo particolare setting rimane elevata lincidenza di GvHD cronica recentemente riportato fino al 74
dei pazienti trattati (68) Anche se la sopravvivenza globale a 5 anni risulta circa del 60 sono segnalate
recidive di malattia (spesso extramidollari) anche dopo 5 anni dal trapianto
Uno studio prospettico (69) ha riportato una miglior OS per i pazienti sottoposti allrsquoallotrapianto non
mieloablativo dopo un trapianto autologo rispetto al doppio autotrapianto mentre altri studi non hanno
confermato tale dato (vedi tabella 2) Secondo le raccomandazioni del gruppo Europeo il trapianto
allogenico puograve essere considerato per i pazienti giovani ad alto rischio che accettino il tasso di mortalitagrave
correlato alla procedura e la natura sperimentale del trattamento (74)
LINEE GUIDA MIELOMA
30
Tabella2 studi randomizzati tandem autologo vs tandem auto-allotrapianto nel MM alla diagnosi
Pts RC () EFS (mesi) OS (Mesi) P
IFM (70) 166 vs 46 37vs 55 25 vs 21 57 vs 41 NS
GIMEMA (69) 82 vs 80 26 vs 55 33 vws 37 64 vs NR S
PETHEMA (71) 82 vs 25 11 vs 40 20 vs 26 58 vs 60 NS
HOVON (72) 101 vs 115 42 vs 45 34 vs 39 63 vs 56 NS
EBMT (73) 250 vs 110 41 vs 52 15 vs 36 50 vs 65
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
A
ASCT deve essere parte integrante del programma
terapeutico del paziente affetto da MM di etagrave inferiore
uguale a 65 anni con adeguato performance status (tabella 1)
Positiva forte
D ASCT potrebbe essere eseguito anche in pazienti con eta
compresa tra 65 e 70 anni in assenza di patologie
associate(64) Positiva debole
B
Il regime di condizionamento al trapianto consiste nel
Melphalan 200 mgmq con riduzione di dose (140 mgmq)
in caso di alterazione della funzione renale o nei pazienti
con etagrave gt65 anni (60 64)
Positiva debole
B
Il Tandem ASCT attualmente non puograve essere considerato lo
standard il secondo trapianto infatti dovrebbe essere
riservato ai pazienti che non ottengono una risposta
superiore alla VGPR dopo la prima procedura
trapiantologica (59) Nei pazienti in cui la seconda procedura egrave invece indicata
questa deve essere effettuata dopo 3 e non oltre i 6 mesi dal
precedente trattamento ad alte dosi (57)
Negativa debole
C
Il trapianto allogenico mieloablativo da donatore familiare
HLA identico puograve essere considerato solo nei pazienti di etagrave
lt 40 anni responsivi alla terapia di prima linea e solo
nellrsquoambito di trials clinici(74) Il Trapianto allogenico a condizionamento ridotto (RIC) egrave
proponibile a pazienti ad alto rischio dopo ASCT solo
nellambito di studi clinici controllati
Studi clinici
Bibliografia 1 Rosintildeol L Oriol A Mateos MV Sureda A Garciacutea-Saacutenchez P Gutieacuterrez N Alegre A Lahuerta JJ de la Rubia J
Herrero C Liu X Van de Velde H San Miguel J Bladeacute J Phase II PETHEMA trial of alternating bortezomib
and dexamethasone as induction regimen before autologous stem cell transplantation in younger patients with
multiple myeloma efficacy and clinical implications of tumor response kinetics JCO 2007254452-4458
2 Harousseau JL Attal M Leleu X Troncy J Pegourie B Stoppa AM Hulin C Benboubker L Fuzibet JG
Renaud M Moreau P Avet-Loiseau H Bortezomib plus dexamethasone as induction treatment prior to
autologous stem cell transplantation in patients with newly dignosed multiple myeloma results of an IFM phase
II study Haematologica 2006911 498-1505
LINEE GUIDA MIELOMA
31
3 Harousseau JL Attal M Avet-Loiseau H Marit G Caillot D Mohty M Lenain P Hulin C Facon T Casassus
P Michallet M Maisonneuve H Benboubker L Maloisel F Petillon MO Webb I Mathiot C Moreau P
Bortezomib plus dexamethasone is superior to vincristine plus doxorubicin plus dexamethasone as induction
treatment prior to autologous stem-cell transplantation in newly diagnosed multiple myeloma results of the IFM
2005-01 phase III trial J Clin Oncol 2010 28 4621-4629
4 Avet-Loiseau H Leleu X Roussel M Moreau P Guerin-Charbonnel C Caillot D Marit G Benboubker L
Voillat L Mathiot C Kolb B Macro M Campion L Wetterwald M Stoppa AM Hulin C Facon T Attal M
Minvielle S Harousseau JL Bortezomib plus dexamethasone induction improves outcome of patients with
t(414) myeloma but not outcome of patients with del(17p) J Clin Oncol 2010 28 4630-4634
5 Sonneveld P Schmidt-Wolf IG van der Holt B El Jarari L Bertsch U Salwender H Zweegman S Vellenga E
Broyl A Blau IW Weisel KC Wittebol S Bos GM Stevens-Kroef M Scheid C Pfreundschuh M Hose D
Jauch A van der Velde H Raymakers R Schaafsma MR Kersten MJ van Marwijk-Kooy M Duehrsen U
Lindemann W Wijermans PW Lokhorst HM Goldschmidt HM Bortezomib induction and maintenance
treatment in patients with newly diagnosed multiple myeloma results of the randomized phase III HOVON-65
GMMG-HD4 trial J Clin Oncol 2012 Aug 2030(24)2946-55
6 Neben K Lokhorst HM Jauch A Bertsch U Hielscher T van der Holt B Salwender H Blau IW Weisel K
Pfreundschuh M Scheid C Duumlhrsen U Lindemann W Schmidt-Wolf IG Peter N Teschendorf C Martin H
Haenel M Derigs HG Raab MS Ho AD van de Velde H Hose D Sonneveld P Goldschmidt H
Administration of bortezomib before and after autologous stem cell transplantation improves outcome in
multiple myeloma patients with deletion 17p Blood 2012119(4)940-8
7 Reeder CB Reece DE Kukreti V Chen C Trudel S Hentz J Noble B Pirooz NA Spong JE Piza JG Zepeda
VH Mikhael JR Leis JF Bergsagel PL Fonseca R Stewart AK Cyclophosphamide bortezomib and
dexamethasone induction for newly diagnosed multiple myeloma high response rates in a phase II clinical trial
Leukemia 2009 23 1337-1341
8 Uttervall K1 Admasie J Alici E Lund J Liwing J Aschan J Barendse M Deneberg S Mellqvist UH Carlson
K Nahi H A combination regimen of bortezomib cyclophosphamide and betamethasone gives quicker better
and more durable response than VADCyBet regimens results from a Swedish retrospective analysis Acta
Hematologica 2013 130 (1) 7-15
9 Wang M Giralt S Delasalle K Handy B Alexanian R Bortezomib in combination with thalidomide-
dexamethasone for previously untreated multiple myeloma Haematology 200712235-239
10 Cavo M Tacchetti P Patriarca F Petrucci MT Pantani L Galli M Di Raimondo F Crippa C Zamagni E
Palumbo A Offidani M Corradini P Narni F Spadano A Pescosta N Deliliers GL Ledda A Cellini C
Caravita T Tosi P Baccarani M GIMEMA Italian Myeloma Network Bortezomib with thalidomide plus
dexamethasone compared with thalidomide plus dexamethasone as induction therapy before and consolidation
therapy after double autologous stem-cell transplantation in newly diagnosed multiple myeloma a randomised
phase 3 study Lancet 2010376(9758)2075-2085
11 Rosintildeol L Oriol A Teruel AI Hernaacutendez D Loacutepez-Jimeacutenez J de la Rubia J Granell M Besalduch J Palomera
L Gonzaacutelez Y Etxebeste MA Diacuteaz-Mediavilla J Hernaacutendez MT de Arriba F Gutieacuterrez NC Martiacuten-Ramos
ML Cibeira MT Mateos MV Martiacutenez J Alegre A Lahuerta JJ San Miguel J Bladeacute J Programa para el
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multiple myeloma a randomized phase 3 PETHEMAGEM study Blood 2012 Aug 23120(8)1589-96
12 Moreau P Avet-Loiseau H Facon T Attal M Tiab M Hulin C Doyen C Garderet L Randriamalala E Araujo
C Lepeu G Marit G Caillot D Escoffre M Lioure B Benboubker L Peacutegourieacute B Kolb B Stoppa AM Fuzibet
JG Decaux O Dib M Berthou C Chaleteix C Sebban C Traulleacute C Fontan J Wetterwald M Lenain P Mathiot
C Harousseau JL Bortezomib plus dexamethasone versus reduced-dose bortezomib thalidomide plus
dexamethasone as induction treatment before autologous stem cell transplantation in newly diagnosed multiple
myeloma Blood 2011118(22)5752-5758
13 Kaufman JL Nooka A Vrana M Gleason C Heffner LT Lonial S Bortezomib thalidomide and
dexamethasone as induction therapy for patients with symptomatic multiple myeloma Cancer 2010 116 3143-
3151
14 Besinger W Jagannath S Vescio R Camacho E Wolf J Irwin D Capo G McKinley M Potts P Vesole DH
Mazumder A Crowley J Becker P Hilger J Durie BG Phase 2 study of two sequential three-drug combinations
containing bortezomib cyclophosphamide and dexamethasone followed by bortezomib thalidomide and
dexamethasone as frontline therapy for multiple myeloma Br J Hematol 2010 148 562-68
15 Ludwig H Viterbo L Greil R Masszi T Spicka I Shpilberg O Hajek R Dmoszynska A Paiva B Vidriales
MB Esteves G Stoppa AM Robinson D Jr Ricci D Cakana A Enny C Feng H van de Velde H Harousseau
JL Randomized phase II study of bortezomib thalidomide and dexamethasone with or without
LINEE GUIDA MIELOMA
32
cyclophosphamide as induction therapy in previously untreated multiple myeloma J Clin Oncol 2013 Jan
1031(2)247-55
16 Pineda-Roman M Zangari M Haessler J Anaissie E Tricot G van Rhee F Crowley J Shaughnessy JD Jr
Barlogie B Sustained complete remission in multiple myeloma linked to bortezomib in total therapy 3
comparison with total therapy 2 Br J Haematol 2008140625-634
17 Rajkumar SV Hayman SR Lacy MQ Dispenzieri A Geyer SM Kabat B Zeldenrust SR Kumar S Greipp PR
Fonseca R Lust JA Russell SJ Kyle RA Witzig TE Gertz MA Combination therapy with lenalidomide plus
dexamethasone (revdex) for newly diagnosed myeloma Blood 20051064050-4053
18 Zonder JA Crowley J Hussein MA Bolejack V Moore DF Whittenberger BF Abidi MH Durie B and
Barlogie B et al Superiority of lenalidomide plus high-dose dexamethasone (HD) compared to HD alone as
treatment of newly diagnosed multiple myeloma result of the randomized double-blind placebo-comtrolled
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19 Rajkumar SV Jacobus S Callander NS Fonseca R Vesole DH Williams ME Abonour R Siegel DS Katz M
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lenalidomide plus low-dose dexamethasone as initial therapy for newly diagnosed multiple myeloma an open-
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20 Kumar S Dispenzieri A Lacy MQ Hayman SR Buadi FK Gastineau DA Litzow MR Fonseca R Roy V
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42
21 Kumar S Giralt S Stadtmauer EA Harousseau JL Palumbo A Bensinger W Comenzo RL Lentzsch S
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2008 22 414-23
23 Richardson PG Weller E Lonial S Jakubowiak AJ Jagannath S Raje NS Avigan DE Xie W Ghobrial IM
Schlossman RL Mazumder A Munshi NC Vesole DH Joyce R Kaufman JL Doss D Warren DL Lunde LE
Kaster S Delaney C Hideshima T Mitsiades CS Knight R Esseltine DL Anderson KC Lenalidomide
bortezomib and dexamethasone combination therapy in patients with newly diagnosed multiple myeloma Blood
2010116 679-686
24 Roussel M Avet-Loiseau H Moreau P Huynh A Benboubker L Hulin C Marit G Leleu X Pegourie B
Fruchart C Caillot D Stoppa AS Facon T Harousseau JL and Attal M Frontline therapy with bortezomib
lenalidomide and dexamethasone (VRD) fllowed by autologous stem cell transplantation VRD consolidation
and lenalidomide maintenance in newly diagnosed multiple myeloma pateints primary results of the IFM 2008
phase II study Blood 2010 abs 624
25 Kumar S Flinn I Richardson PG Hari P Callander N Noga SJ Stewart AK Turturro F Rifkin R Wolf J
Estevam J Mulligan G Shi H Webb IJ Ra SV Randomized multicenter phase 2 study (EVOLUTION) of
combinations of bortezomib dexamethasone cyclophosphamide and lenalidomide in previously untreated
multiple myeloma Blood 2012 119 4375-82
26 Jakuboviak AJ Reece DE Hofmeister CC Lonial S Zimmerman TM Campagnaro EL Schlossman RL
Laubach J Raje N Anderson T Griffith K Hill M Harvey C Dollard AM Wear S Barrickman J Tendler C
Esseltine DL Kelley SL Kaminski MS Anderson KC and Richardson PG Lenalidomide bortezomib
pegylated liposomial doxorubicin and dexamethasone in newly diagnosed multiple myeloma updated results of
phase III MMRC trial Blood 2009 114 abs 132
27 Cavo M Zamagni E Tosi P Tacchetti P Cellini C Cangini D de Vivo A Testoni N Nicci C Terragna C
Grafone T Perrone G Ceccolini M Tura S Baccarani M Bologna 2002 study Superiority of thalidomide and
dexamethasone over VAD as primary therapy in preparation for autologous transplantation for multiple
myeloma Blood 200510635-9
28 Rajkumar SV Blood E Vesole D Fonseca R Greipp PR Eastern Cooperative Oncology Group Phase III
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multiple myeloma a clinical trial coordinated by the Eastern Cooperative Oncology Group JCO 200624431-6
LINEE GUIDA MIELOMA
33
29 Cavo M Di Raimondo F Zamagni E Patriarca F Tacchetti P Casulli AF Volpe S Perrone G Ledda A
Ceccolini M Califano C Bigazzi C Offidani M Stefani P Ballerini F Fiacchini M de Vivo A Brioli A Tosi
P Baccarani M Short-term thalidomide incorporated into double autologous stem-cell transplantation improves
outcomes in comparison with double autotransplantation for multiple myeloma JCO 2009305001-5007
30 Barlogie B Tricot G Anaissie E Shaughnessy J Rasmussen E van Rhee F Fassas A Zangari M Hollmig K
Pineda-Roman M Lee C Talamo G Thertulien R Kiwan E Krishna S Fox M Crowley J Thalidomide and
hematopoietic-cell transplantation for multiple myeloma N Engl J Med 20063541021-1030
31 Lokhorst HM van der Holt B Zweegman S Vellenga E Croockewit S van Oers MH von dem Borne P
Wijermans P Schaafsma R de Weerdt O Wittebol S Delforge M Berenschot H Bos GM Jie KS Sinnige H
van Marwijk-Kooy M Joosten P Minnema MC van Ammerlaan R Sonneveld P Dutch-Belgian Hemato-
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32 Morgan GJ Davies FE Gregory WM Bell SE Szubert AJ Navarro Coy N Cook G Feyler S Johnson PR
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in multiple myeloma certainties and controversies JCO 200927186-187
44 Attal M Lauwers-Cances V Marit G Caillot D Moreau P Facon T Stoppa AM Hulin C Benboubker L
Garderet L Decaux O Leyvraz S Vekemans MC Voillat L Michallet M Pegourie B Dumontet C Roussel M
Leleu X Mathiot C Payen C Avet-Loiseau H Harousseau JL IFM Investigators Lenalidomide maintenance
after autologous stem-cell transplantation for multiple myelomaN Eng J Med 2012 10 1782-91
45 McCarthy PL Owzar K Hofmeister CC Hurd DD Hassoun H Richardson PG Giralt S Stadtmauer EA
Weisdorf DJ Vij R Moreb JS Callander NS Van Besien K Gentile T Isola L Maziarz RT Gabriel DA
Bashey A Landau H Martin T Qazilbash MH Levitan D McClune B Schlossman R Hars V Postiglione J
Jiang C Bennett E Barry S Bressler L Kelly M Seiler M Rosenbaum C Hari P Pasquini MC Horowitz MM
Shea TC Devine SM Anderson KC Linker C Lenalidomide after stem-cell transplantation fro multiple
myeloma N Engl J Med 2012 10 1770-81
46 Moreau P Pylypenko H Grosicki S Karamanesht I Leleu X Grishunina M Rekhtman G Masliak Z Robak T
Shubina A Arnulf B Kropff M Cavet J Esseltine DL Feng H Girgis S van de Velde H Deraedt W
Harousseau JL Subcutaneous versus intravenous administration of bortezomib in patients with relapsed multiple
myeloma A randomized phase 3 non-inferiority study Lancet Oncology 2011 12 431-44
47 McElwaiv amp Powles 1983 High-dose intravenous melphalan for plasma-cell leukaemia and myeloma Lancet
1983 Oct 82(8354)822-4
48 Harousseau J Avet-loiseau H Attal M High complete and very good partial response rates with bortezomib-
dexamethasone as induction prior to ASCT in newly diagnosed pattients wuith high-risk myeloma results of the
IFM2005-01 phase 3 trial ndash Blood 2009 114 abstract 353
49 Cavo M Tacchetti P Patriarca F Petrucci MT Pantani L Galli M Di Raimondo F Crippa C Zamagni E
Palumbo A Offidani M Corradini P Narni F Spadano A Pescosta N Deliliers GL Ledda A Cellini C
Caravita T Tosi P Baccarani M GIMEMA Italian Myeloma Network Bortezomib with thalidomide plus
dexamethasone compared with thalidomide plus dexamethasone as induction therapy before and consolidation
therapy after double autologous stem-cell transplantation in newly diagnosed multiple myeloma a randomised
phase 3 study Lancet 2010376(9758)2075-2085
50 Rajkumar SV Jacobus S Callander NS et al lenalidomide plus high-dose dexamethasone versus lenalidomide
plus low-dose dexamethasone as intial therapy for newly diagnoses multiple myeloma an open albel randomized
controller trial Lancet Oncol 201011(1)29-37
51 Richardson PG Weller E Lonial S et al Lenalidomide bortezomib and dexamethasone combination therapy in
patients with newly diagnosed multiple Myeloma Bloob 2010116(5)679-86)
52 Boccadoro M Cavallo F Gay F et al Melphalan-prednisone-lenalidomide (MPR) versus High dose melphalan
and autologous transplantation ( MEL 200) plus lenalidomide maitenance or no maintenance in newly diagnoses
Multiple Myeloma patients J Clin Oncol 2013 31 abstract 8509)
53 Gay F Hajek R Dira Diramondo F et al Cyclophosphamide-lenalidomide-dexamethasone vs autologous
transplant in newly diagnosed myeloma a phase III trial Clin Lymphoma Myeloma Leuk 201313 (suppl
1)S40
54 Stewart AK Vescio R Schiller G Purging of autologous peripheral-blood stem cells using CD34 selection
does not improve overall or progression-free survival after high-dose chemotherapy for multiple myeloma
results of a multicenter randomized controlled trial Journal of Clinical Oncology (2001) 19 3771ndash3779
55 Kumar A Kharfan-Dabaja MA Glasmacher A Djulbegovic B Tandem versus single autologous hematopoietic
cell transplantation for the treatment of multiple myeloma a systematic review and meta-analysis J Natl Cancer
Inst 2009 101(2) 100-10
56 Barlogie B Attal M Crowley J Lomg term follow-up of autotransplantation trials for multiple myeloma update
of protocols conducted by the Intergroupe Francophone du Myelome South-west Oncology Group and the
University of Arkansas for Medical Sciences J Clin Oncol201028(7)1209-1214
57 Attal Harousseau JL Facon T Single versus double autologous stem-cell transplantation for multiple
myeloma New England Journal of Medicineigrave (2003) 349 2495ndash2502)
58 Cavo M Tosi P Zamagni E Prospective randomized study of single compared with double autologous stem-
cell transplantation for multiple myeloma Bologna 96 clinical study J Clin Oncol2007252434-2441
59 Maumann-Winter et al Cochrane database Syst Rev 2012 act 1710cd 004626
60 Knudsen LM Nielsen B Gimsing P amp Geisler C Autologous stem cell transplantation in multiple
myeloma outcome in patients with renal failure European Journal of Haematology 2005 75 27ndash33)
LINEE GUIDA MIELOMA
35
61 Garban F Attal M Michallet M et al Prospective comparison of autologous stem cell transplantation
followed by dose-reduced allograft (IFM99-03 trial) with tandem autologous stem cell transplantation (IFM99-
04 trial) in high-risk de novo multiple myeloma Blood 2005 - 107 3474ndash3480
62 Phillips GL Meisenberg B Reece DE et al Amifostine and autologous henatopietic stem cell support of
escalating-dose melphalan a phase I study Biol Blood Marrow Transpalnt 2004 Jul10(7)473-83
63 Moreau P Facon T Attal M Comparison of 200 mgm(2) melphalan and 8 Gy total body irradiation plus
140 mgm(2) melphalan as conditioning regimens for peripheral blood stem cell transplantation in patients with
newly diagnosed multiple myeloma final analysis of the Intergroupe Francophone du Myelome 9502
randomized trial Blood 2002 99 731ndash735
64 Mohamad Mohty and Jean-Luc Harousseau treatment of autologous stem cell transplant-elegible multiple
myeloma patients ten questions and answers Haematologica 201499(3)408-416
65 Roussel M Moreau P Huynh A Bortezomib and high-dose melphalan as conditioning regimen before
autologous stem cell transplantation in patients with de novo multiple myeloma a phase 2 study of the
Intergroupe Francophone du Myelome (IFM) Blood 2010 115 32ndash37)
66 Hunter HM Peggs K Powles R et al Analysis of outcome following allogeneichaemopoietic stem cell
transplantation formyeloma using myeloablative conditioning evidence for a superior outcome using melphalan
combined with total body irradiation British Journal of Haematology 2005 128 496ndash502
67 Crawley C Iacobelli S Bjorkstrand B Reduced-intensity conditioning for myeloma lower nonrelapse
mortality but higher relapse rates compared with myeloablative conditioning Blood 2007 109 3588ndash3594
68 Rotta M Storer BE Sahebi F Long-term outcome of patients with multiple myeloma after autologous
hematopoietic cell transplantation and nonmyeloablative allografting Blood 2009 113 3383ndash 3391
69 Bruno B RotaM Patriarca F A comparison of allografting with autologous autografting for newly diagnosed
myeloma N Engl J Med 2007 3561110-1120 )
70 Garban F Attal M Michallet M Prospective comparison of autologous stem cell transplantation followed by
dose-reduced allograft (IFM99-03 trial) with tandem autologous stem cell transplantation (IFM99-04 trial) in
high-risk de novo multiple myeloma Blood (2006) 107 3474ndash3480
71 Rosinol L Perez-Simon JA Sureda A prospective PETHEMA study of tandem autologous transplantation
versus autograft followed by reduced-intensity conditioning allogeneic transplantation in newly diagnosed
multiple myeloma Blood (2008) 112 3591ndash3593
72 Lokhorst H Sonneveld P amp Van der Holt BDonor versus no donor analysis of newly diagnosed myeloma
patients included in the HOVON 5054 study Blood ASH Annual Meeting 2008 112 Abstracts) 461
73 Bjorkstrand B Lacobelli S amp Hegenbart A Autologous stem cell transplantation (ASCT) versus ASCT
followed by reduced-intensity conditioning (RIC) allogeneic SCT with identical sibling donor in previously
untreated multiple myeloma (MM) a prospective controlled trial by the EBMT Bone Marrow Transplantation
(2009) (abstract) 43 223
74 Engelhardt M Terpos E Kleber M et al European Myeloma Network recommendations on the evaluation and
treatment of newly diagnosed patients with multole Myeloma Haematologica2014 99(2)232-242
LINEE GUIDA MIELOMA
36
7 Mieloma Multiplo recidivato o refrattario
71 Definizione di malattia recidivarefrattaria
Per MM refrattario si intende una malattia che non ha presentato almeno una risposta parziale a 3 o piugrave
cicli di terapia antimieloma o che egrave progredita entro 60 giorni dallrsquoultimo trattamento Si distingue la
categoria del MM refrattario primitivo che comprende i pazienti giagrave sottoposti a piugrave linee di terapia i quali
non hanno mai presentato almeno una risposta parziale a tutte le precedenti linee di terapia
Per MM ricaduto si intende un MM precedentemente trattato che richiede una nuova terapia di salvataggio
dopo un intervallo di remissione parziale o completa di almeno 60 giorni La definizione della recidiva di
malattia segue i criteri dellrsquoInternational Myeloma Working Group IMWG riportati nella tabella
sottostante
Categorie Criteri di valutazione
Malattia progressiva (PD) Necessario almeno uno dei seguenti criteri - Incremento ge25 CM (almeno ge 05 gdl) - Incremento ge 25 CM urinaria (almeno ge 200 mg 24 ore) - Incremento gt 10 dellinfiltrato plasmacellulare midollare - Comparsa di nuove lesioni osteolitiche o plasmocitomi - Ipercalcemia
Recidiva clinica Necessario almeno uno dei seguenti criteri - Comparsa di plasmocitoma o lesioni ossee - Incremento dimensionale di preesistente plasmocitoma o di lesioni ossee - Ipercalcemia (gt 115 mgdl 263 mmoll) - Riduzione dellemoglobina gt 2 gdl - Incremento del valore della creatinina gt 2 mgdl
Recidiva da precedente
remissione completa (RC) Necessario almeno uno dei seguenti criteri - Riscontro di CM sierica o urinaria allelettroforesi o immunofissazione - Incremento delle plasmacellule midollari gt 5 - Evidenza di segni correlati a progressione di malattia (Lesioni litiche
plasmocitoma ipercalcemia ecc)
72 Trattamento
La decisione di iniziare un trattamento di salvataggio
Pazienti con MM in recidiva devono essere ritrattati dopo la ricomparsa dei segni e sintomi di malattia
I criteri CRAB devono essere utilizzati anche per i pazienti in recidiva cosigrave come per i pazienti alla diagnosi
La morfologia e lentitagrave dellrsquoinfiltrato plasmacellulare midollare non devono essere usati come criteri di
inizio della terapia La cinetica di progressione della CM sierica e in particolare il raddoppiamento del suo
valore in 2 mesi egrave stato recentemente proposto come criterio per iniziare il trattamento ma non crsquoegrave al
momento consenso su questa indicazione Al contrario un lento incremento della CM senza segni di
evoluzione clinica non deve essere utilizzato come indice di ritrattamento
Opzioni per la terapia di salvataggio
Attualmente per il trattamento dei pazienti affetti da recidiva di malattia non abbiamo un regime di terapia o
una sequenza di farmaci ottimale (1) Bortezomib e agenti immunomodulanti come talidomide e
lenalidomide (ImiDs) sono molecole molto efficaci in questo setting di pazienti In uno studio
LINEE GUIDA MIELOMA
37
internazionale randomizzato di fase III bortezomib utilizzato come singolo agente si egrave dimostrato superiore
in termini di percentuale di risposta mediana di TTP e sopravvivenza rispetto alle alte dosi di desametasone
Questo ha permesso allrsquoEMEA nel 2005 di approvare il bortezomib come seconda linea di trattamento per i
pazienti con MM (2) (Livello di evidenza 1++) Un ulteriore miglioramento della TTP si egrave ottenuto
combinando il bortezomib con la doxorubicina liposomiale rispetto al solo bortezomib come dimostrato in
un successivo studio internazionale di fase III (3)
(Livello di evidenza 1++) Inoltre studi di fase II hanno
dimostrato come lrsquoaggiunta di desametasone aumenta la percentuale di risposte dal 18 al 33 nei pazienti
con risposte subottimali con il solo bortezomib Questo ha permesso di poter utilizzare in Italia il bortezomib
associato al desametasone nei pazienti in recidiva o refrattari (Legge 648)
Altre promettenti associazioni come bortezomib e talidomide bortezomib e lenalidomide e bortezomib e
melphalan sono state utilizzate in studi di fase II (4-6) (Livello di evidenza 3)
In due studi di fase III egrave stato dimostrato un significativo prolungamento del TTP utilizzando lenalidomide in
associazione al desametasone rispetto al solo desametasone questo ne ha permesso lrsquoapprovazione da parte
dellrsquoEMEA nel 2008 (78) (Livello di evidenza 1++ per la riduzione dei dosaggi di DEX che comunemente
vengono usati rispetto a quelli dello studio) Questi studi (MM-009 and MM-010) hanno dimostrato come sia
possibile ottenere un tasso di risposta complessivo del 60 con CR del 15 ed un TTP di almeno 111
mesi circa utilizzando la lenalidomide in combinazione con desametasone
Una efficacia clinica della combinazione Talidomide-Desametasone egrave stata dimostrata con studi di fase II (9-
11) (Livello di evidenza 3) peraltro non confermati con studi di fase III La talidomide utilizzata ad un
dosaggio mediano di 200ndash400 mg al giorno ha dato risposte in circa il 50 dei pazienti risposte di durata di
circa 12 mesi tali dati peraltro non sono stati sufficienti per ottenere lrsquoapprovazione da parte della FDA o
della EMEA per la talidomide in questa categoria di pazienti
Le alterazioni citogenetiche gli alti valori di beta-2-microglobulinemia e bassi livelli di albumina anche per i
pazienti in recidiva o refrattari hanno lo stesso valore prognostico negativo descritto per i pazienti al
momento della diagnosi Ulteriori caratteristiche come le catene leggere lrsquoisotipo IgA lrsquoinsufficienza renale
la malattia extramidollare il MM iposecernente e la malattia ossea possono condizionare lrsquoandamento della
malattia al momento della recidiva o quando si dimostra refrattaria ai trattamenti utilizzati Sia il bortezomib
che la talidomide si sono dimostrati efficaci e sicuri nei pazienti con insufficienza renale cosigrave come
bortezomib e lenalidomide hanno dimostrato di superare la prognosi negativa data dalla delezione del
cromosoma 13 e dalla translocazione t(414) (1213)
Al momento numerose altre molecole sono in valutazione in studi di fase III nellrsquoottica di ottenere risultati
che permetteranno di avere altre armi terapeutiche nel MM in recidiva Tra questi il carfilzomib un nuovo
inibitore irreversibile del proteosoma si egrave dimostrato attivo nei pazienti con MM refrattari alle terapie
convenzionali sia in studi di fase I (14) che in studi di fase II (1516) La pomalidomide il piugrave nuovo
immunomodulatore valutata in studi clinici e di cui vengono riportati interessanti dati sullrsquoefficacia (17-19)
(Livello di evidenza 3) La bendamustina farmaco attivo nel MM (20) egrave al momento in valutazione in
schemi di associazione con altri agenti come lenalidomide o bortezomib Inoltre sulla base di studi
preclinici gli inibitori degli istoni deacetilasi sia il vorinostat (21) che il panobinostat (22) vengono
attualmente testati in associazione con bortezomib
Il trapianto di cellule staminali autologhe puograve essere considerata unrsquoopzione terapeutica anche per i pazienti
in recidiva e refrattari nonostante gli studi al momento siano limitati In uno studio randomizzato disegnato
nel 1990 egrave stato valutato il tempo ottimale per eseguire ASCT paragonando i risultati ottenuti con un
trapianto eseguito subito dopo la terapia di induzione oppure al momento della recidiva I risultati hanno
dimostrato una OS simile nei 2 gruppi con una mediana di sopravvivenza superiore a 5 anni (23) (Livello di
evidenza 3 studi eseguiti in setting diversi)
Il trapianto allogenico RIC ha mostrato un diverso controllo del MM dipendente dallo stato della malattia al
momento del trapianto stesso con una significativa riduzione dellrsquo EFS nei pazienti in recidiva e refrattari
rispetto ai pazienti rispondenti (24)
(Livello di evidenza 3)
LINEE GUIDA MIELOMA
38
Nonostante lrsquointroduzione di trattamenti attivi con meccanismi dazione differenti rispetto alla chemioterapia
i pazienti sensibili alle terapie hanno una durata di risposta molto variabile ma inesorabilmente la storia
naturale di questa patologia egrave caratterizzata da ulteriori recidive di malattie la cui risposta ai trattamenti
diviene sempre piugrave breve
Per molti pazienti in recidiva lobiettivo della terapia non si discosta molto dal trattamento alla diagnosi con
la possibilitagrave di ottenere il controllo della patologia il miglioramento dei sintomi e della qualitagrave della vita
prolungandone la sopravvivenza accanto a questi perograve bisogna tener presenti i pazienti in cui i possibili
effetti collaterali del trattamento e le patologie associate limitano le opzioni terapeutiche
La terapia palliativa dovragrave essere perciograve presa in considerazione dopo 2 linee di terapia che includono i
nuovi farmaci e che si sono rivelate inefficaci
Tutte le armi terapeutiche disponibili come radioterapia bisfosfonati corticosteroidi oppiacei e basse dosi di
chemioterapia dovranno essere utilizzate per alleviare i sintomi della malattia
Mieloma Multiplo trattamento malattia recidivatarefrattaria
Regimi di terapia preferiti
Terapia di
salvataggio
bull Lenalidomide + desametasone bull Bortezomib + desametasone bull Bortezomib+ desametasone+ doxorubicina liposomiale
Altri regimi possibili
bull Talidomide plusmn desametasone bull Bendamustina plusmn desametasone
bull Melphalan ad alte dosi + reinfusione di cellule staminali autologhe bull Bortezomib+desametasone + alchilante (ciclofosfamide o melphalan) bull Bortezomib+lenalidomide+desametasone bull Lenalidomide+ desametasone+ alchilante (ciclofosfamide o melphalan)
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
A Pazienti con MM in recidiva devono essere ritrattati dopo la
ricomparsa dei segni e sintomi di malattia definiti dai criteri
CRAB(1) Positiva forte
A
I regimi di salvataggio raccomandati sono rappresentati dal
bortezomib in associazione al desametasone (2) dal
bortezomib in associazione al desametasone e alla
doxorubicina liposomiale peghilatan (3) e dalla lenalidomide
in combinazione con il desametasone (78) I criteri per la scelta piugrave appropriata della terapia di re-
induzione deve essere fatta tenendo presente a) il principio
della rotazione di tutti i farmaci escludendo quelli a cui il
paziente ha mostrato resistenza b)lrsquoetagrave del paziente c) la
funzionalitagrave renale la presenza di neuropatia la precedente
tossicitagrave ematologica d) la durata della remissione ottenute
in precedenza
Positiva forte
LINEE GUIDA MIELOMA
39
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
D
Una seconda terapia di re-induzione con i nuovi farmaci
seguita dal trapianto di cellule staminali autologhe puograve essere
eseguita nei pazienti di etagrave inferiore o uguale a 65 anni senza
comorbilitagrave severe che abbiano avuto una remissione di
almeno 24 mesi dopo un precedente trapianto autologo e
siano responsivi alla terapia di salvataggio (23)
Positiva debole
D
Il trapianto di cellule staminali allogeniche dovragrave essere
eseguito soltanto nellrsquoambito di studi clinici in pazienti che
hanno ottenuto una risposta con la terapia di re-induzione
(24)
Studi clinici
Bibliografia 1 Richardson P Mitsiades C Schlossman R Ghobrial I Hideshima T Chauhan D Munshi N Anderson K The
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6 Berenson JR Yang HH Sadler K Jarutirasarn SG Vescio RA Mapes R Purner M Lee SP Wilson J Morrison
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7 Weber DM Chen C Niesvizky R Wang M Belch A Stadtmauer EA Siegel D Borrello I Rajkumar SV
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8 Dimopoulos M Spencer A Attal M Prince HM Harousseau JL Dmoszynska A San Miguel J Hellmann A
Facon T Foagrave R Corso A Masliak Z Olesnyckyj M Yu Z Patin J Zeldis JB Knight RD Multiple Myeloma
(010) Study Investigators Lenalidomide plus dexamethasone for relapsed or refractory multiple myeloma N
Engl J Med 2007357(21)2123-32
9 Palumbo A Giaccone L Bertola A Pregno P Bringhen S Rus C Triolo S Gallo E Pileri A Boccadoro M
Low-dose thalidomide plus dexamethasone is an effective salvage therapy for advanced myeloma
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10 Dimopoulos MA Zervas K Kouvatseas G Galani E Grigoraki V Kiamouris C Vervessou E Samantas E
Papadimitriou C Economou O Gika D Panayiotidis P Christakis I Anagnostopoulos N Thalidomide and
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11 Alexanian R Weber D Giralt S Delasalle K Consolidation therapy of multiple myeloma with thalidomide-
dexamethasone after intensive chemotherapy Ann Oncol 200213(7)1116-9
LINEE GUIDA MIELOMA
40
12 Bahlis NJ Song K Trieu Y Roland B Masih-Khan E Chang H Bruyere H Mansoor A Horsman D Eliasziw
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del17p13 in multiple myeloma results of the Canadian MM016 trial (abstract) Blood 20071103597
13 Sagaster V Ludwig H Kaufmann H Odelga V Zojer N Ackermann J Kuumlenburg E Wieser R Zielinski C
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chromosome 13q-deletion Leukemia 200721(1)164-8
14 Alsina M Trudel S Vallone M Molineaux C Kunkel L and Goy A Phase 1 Single Agent Antitumor Activity of
Twice Weekly Consecutive Day Dosing of the Proteasome Inhibitor Carfilzomib (PR-171) in Hematologic
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15 Jagannath S Vij R Stewart K Somlo G Jakubowiak A Trudel S Schwartz R Siegel D Kunkel L The
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16 Vij R Wang M Orlowski R Stewart AK Jagannath S Kukreti V LeMHL Kunkel L Siegel D Multiple
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dose dexamethasone as therapy for relapsed multiple myeloma J Clin Oncol 2009 27 5008ndash5014
18 Lacy MQ Hayman SR Gertz MA Short KD Dispenzieri A Kumar S et al Pomalidomide (CC4047) plus low
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19 Richardson PG Siegel D Baz R Kelley SL Munshi NC Sullivan D et al A Phase 12 Multi-center
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pomalidomide alone or in combination with low-dose dexamethasone in patients with relapsed and refractory
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24 Maloney DG Molina AJ Sahebi F et al Allografting with nonmyeloablative conditioning following
cytoreductive autografts for the treatment of patients with multiple myeloma Blood 20031023447ndash54
LINEE GUIDA MIELOMA
41
8 Terapie di supporto e management delle tossicitarsquo correlate alla terapia
81 Malattia ossea
La malattia ossea egrave la maggiore causa di morbiditagrave nel MM ricorrendo in circa lrsquo80 dei pazienti durante la
malattia con la comparsa di lesioni osteolitiche fratture patologiche compressioni radicolari e grave
sintomatologia dolorosa nel 60 circa dei pazienti (1) La disabilitagrave derivante da questi eventi scheletrici
(SRE skeletal related events) non soltanto impatta sulla qualitagrave di vita e sul performance status ma riduce
significativamente la sopravvivenza globale I pazienti con fratture patologiche presentano infatti un rischio
di morte aumentato del 20 rispetto ai pazienti senza fratture (2) La prevenzione ed il trattamento degli
SRE rappresenta pertanto uno dei principali obiettivi della terapia di supporto del MM
811 Terapia medica
I bisfosfonati (BSF) rappresentano il presidio terapeutico primario nel trattamento della malattia ossea
Nellrsquoambito di questi farmaci gli amino-BSF di seconda generazione tra cui lo zoledronato (ZOL) ed il
pamidronato (PAM) hanno dimostrato maggiore efficacia riducendo significativamente lrsquoincidenza di eventi
scheletrici al 25 rispetto al 68 dellrsquoetidronato e al 36 del clodronato Una recente metanalisi ha incluso
i risultati di 17 studi (randomizzati enon randomizzati) che testavano lrsquoefficacia dei bisfosfonati in pazienti
con carcinoma mammario prostatico e MM Alcuni degli studi considerati erano di bassa qualitagrave
metodologica In una cosigrave eterogenea popolazione di pazienti lo ZOL ha mostrato superioritagrave in termini di
riduzione del rischio di SREs rispetto agli altri bisfosfonati Tuttavia non sono stati sinora condotti studi
randomizzati di comparazione testa a testa fra i vari bisfosfonati (34) (Livello di evidenza 1+) Alcuni
nuovi farmaci tra cui Denosumab possono essere indicati nel trattamento della bone mineral density (MBD)
ma al momento sono utilizzabili unicamente nellrsquoambito di studi clinici
MGUS e MM asintomatico Sebbene asintomatici e senza lesioni scheletriche i pazienti affetti MGUS presentano alterato turnover osseo
per gli aumentati livelli sierici ed urinari dei markers di osteolisi oltre che un rischio di fratture ossee 16
volte piugrave elevato rispetto alla popolazione generale (5) A questo riguardo due studi clinici di fase II (67)
hanno dimostrato gli effetti benefici sulla bone mineral density (BMD) mediante ZOL semestrale nei
pazienti con MGUS e osteoporosi sebbene al momento manchino dati conclusivi circa la sicurezza e
lrsquoefficacia nella prevenzione degli SRE (Livello di evidenza 3) Anche lrsquoAlendronato migliora la BMD in
questi pazienti senza evidenze sulla capacitagrave di rallentare la progressione della malattia ossea (8) In un
recente studio prospettico di fase III nel MM asintomatico la somministrazione mensile di ZOL riduce
lrsquoincidenza di SRE senza peraltro nessun impatto sul time to progression (TTP) Tuttavia il basso numero di
pazienti reclutati rispetto a quanto preventivato limita la potenza statistica dello studio (9) (Livello di
evidenza 1+) Alla luce di questi dati lrsquouso dei BSF nei pazienti con MGUS e MM asintomatico non egrave al
momento raccomandabile se non nellrsquoambito di trials clinici
MM sintomatico Lo ZOL ed il PAM costituiscono lrsquoattuale standard of care per la terapia medica della malattia ossea nel
MM Lrsquoinfusione mensile di PAM 90 mg o di ZOL 4 mg comporta riduzione nella ricorrenza degli eventi
scheletrici e miglioramento della qualitagrave di vita nei pazienti con MM sintomatico (10-13) (Livello di
evidenza 1++) Studi di confronto fra i due farmaci documentano una sovrapponibile efficacia (14) a fronte
tuttavia di un aumento del rischio di osteonecrosi della mandibola (ONJ) nei soggetti in trattamento con ZOL
(15) Lo studio randomizzato Medical Research Council Myeloma IX (16) ha arruolato 1960 pazienti con
MM sintomatico a ricevere ZOL o clodronato alla diagnosi in associazione alla terapia anti-MM ottenendo
non soltanto una riduzione degli eventi scheletrici al 27 e 35 rispettivamente ma anche un significativo
allungamento della overall survival (OS) e della progression free survival (PFS) nel braccio ricevente ZOL
LINEE GUIDA MIELOMA
42
Questo risultato conferma studi preclinici di un possibile effetto antitumorale diretto di ZOL (1718) Un
miglioramento nei tassi di CR o VGPR egrave descritto nei pazienti in trattamento con terapia non mieloablativa
(16) per cui lo ZOL egrave ritenuto da alcuni panels di esperti il BSF elettivo per il trattamento della malattia
ossea nel MM (19) Tuttavia una revisione sistematica Cochrane aggiornata nel 2012 (20) attribuisce allo
ZOL un vantaggio in termini di OS e PFS solo verso placebo o etidronato ma non rispetto agli altri BSF
(Livello di evidenza 1++)
Il trattamento prolungato con BSF aumenta il rischio di ONJ potendo alla lunga comportare unrsquoinversione
del loro rapporto rischio-beneficio (2122) mentre il potenziale beneficio della sospensione dei BSF sulla
risoluzione dellrsquoONJ egrave indefinito (2324) Nel paziente con MM sintomatico prima di attivare terapia con
BFS egrave necessario effettuare procedure odontoiatriche di screening che devono essere completate almeno 4-6
settimane prima dellrsquoinizio del trattamento (24) (Livello di evidenza 3)
Lrsquoimpiego di amino-BSF aumenta il rischio di insufficienza renale (1125) e richiede pertanto una rigorosa
valutazione della funzionalitagrave renale periodicamente (Livello di evidenza 4)
La Tabella 1 riassume le riduzioni posologiche consigliate per i principali BSF in relazione ai livelli del
filtrato glomerulare
Tabella 1 - Terapia con bisfosfonati nel MM con insufficienza renale riduzioni posologiche consigliate
Clearance della
creatinina Clodronato
(dosaggiodie) Pamidronato
(dosaggio4 settimane) Acido Zoledronico
(dosaggio4 settimane)
gt 60 mlmin 1600 mg 90 mg 4 mg
30-60 mlmin 1600 mg 90 mg 3-35 mg
10-30 mlmin 800 mg 30 mg in 2-4 ore Non raccomandato
lt 10 mlmin Non raccomandato 30 mg in 2-4 ore Non raccomandato
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
A
Lrsquouso dei BSF egrave raccomandato nella terapia del MM
sintomatico indipendentemente dalla presenza documentata di
lesioni osteolitiche (10-13 radic I l PAM e lo ZOL mostrano simile efficacia nella
prevenzione e nel trattamento degli SRE(13)
Positiva forte
D I BSF non sono indicati nella terapia di supporto della malattia
ossea nella MGUS e nel MM asintomatico se non nellrsquoambito
di studi clinici (9) Negativa debole
D
In corso di terapia con BSF la funzionalitagrave renale deve essere
attentamente monitorata In caso di comparsa di alterazione
della funzionalitagrave renale il trattamento con BFS deve essere
sospeso o la sua posologia deve essere ridotta (1125)
Positiva forte
812 Radioterapia
Nella malattia ossea del MM la radioterapia egrave utile a scopo antalgico e nelle localizzazioni scheletriche a
rischio di frattura soprattutto vertebrale Il controllo della sintomatologia dolorosa egrave generalmente raggiunto
con dosi comprese fra 10 e 25 Gy (2627) Nessuna differenza in termini di efficacia antalgica egrave stata
documentata fra la singola irradiazione con 8 Gy e il trattamento frazionato con dosi complessive sino a 40
Gy in una metanalisi che comparava differenti schedule di trattamento in pazienti con metastasi scheletriche
da ogni forma di cancro In particolare sono stati inclusi nella metanalisi 8 trials che paragonavano differenti
schedule di irradiazione singola o multipla insieme a 8 trials che confrontavano irradiazione singola vs
trattamento frazionato La qualitagrave metodologica degli studi presi in considerazione non era uniforme e non
LINEE GUIDA MIELOMA
43
sono escludibili bias di pubblicazione e di revisione della letteratura Infatti i risultati del quality assessment
degli studi inclusi non sono riportati e vengono forniti dettagli limitati sulla condotta metodologica della
revisione della letteratura (28) (Livello di evidenza 1+) La radioterapia con dosi superiori a 30 Gy puograve
essere invece utilizzata a scopo terapeutico in caso di compressione midollare (29) (Livello di evidenza 3)
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione
Forza della
Raccomandazione
B
Unrsquoaccurata valutazione radioterapica egrave indicata in
concomitanza di dolore osseo severo comparsa di fratture
ossee o compressione midollare Il trattamento
radioterapico con erogazione di 8 Gy in singola seduta puograve
essere sufficiente controllare la sintomatologia associata
alla malattia ossea nel MM (26-28)
Positiva Forte
D Dosi di almeno 30 Gy sono necessarie a scopo
terapeuticodecompressivo in sede vertebrale (29) Positiva forte
813 Chirurgia
La chirurgia ortopedica deve essere presa in considerazione in caso di fratture alle ossa lunghe instabilitagrave o
crolli vertebrali con compressione spinale o radicolare (30) Sia la vertebroplastica sia la cifoplastica
comportano buoni risultati antalgici e di bio-meccanica soprattutto se praticate entro la prima settimana dal
crollo vertebrale In particolare uno studio ha recentemente randomizzato 134 pazienti con compressione
spinale da metastasi vertebrali alla cifoplastica o al management non-chirurgico riportando una chiara
superioritagrave efficace antalgica della prima opzione (31) Lrsquoefficacia della vertebroplasticacifoplastica egrave stata
inoltre valutata retrospettivamente nei pazienti affetti da MM con compressione midollare ed il suo effetto
antalgico egrave stato messo in relazione con il complessivo miglioramento della qualitagrave di vita Tuttavia la
natura retrospettiva dello studio e la mancanza di informazioni relative alla terapia anti-MM praticata dopo la
chirurgia limita lrsquointerpretazione dei risultati (32) (Livello di evidenza 1+) La chirurgia spinale puograve essere
utilizzata in regime drsquourgenza a scopo decompressivo La gestione del paziente con fratture ossee deve
essere sempre multidisciplinare coinvolgendo varie figure professionali fra cui lonco-ematologo il
radioterapista lrsquoortopedico il neurochirurgo e il terapista del dolore
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione
Forza della
Raccomandazione
B Lrsquoimpiego della stabilizzazione vertebrale mediante
vertebroplastica o cifoplastica egrave indicato a scopo sia
terapeutico sia preventivo (32 Positiva debole
82 Ipercalcemia
Lrsquoipercalcemia egrave una complicanza che ricorre nel 15 circa dei pazienti manifestandosi con irritabilitagrave
sonnolenza obnubilamento del sensorio sino al coma anoressia stipsi nausea vomito polidipsia poliuria e
talora nefrolitiasi Egrave dovuta al patologico riassorbimento osseo allrsquoalterata funzione tubulopatica del rene ed
in parte alla produzione di PTHrP (33)
Lrsquoipercalcemia moderata (calcemia corretta 106-118 mgdl) puograve essere risolta mediante idratazione (34)
(Livello di Evidenza 4) mentre il trattamento delle forme severe costituisce unrsquourgenza medica e si basa
sullrsquoimpiego combinato di idratazione diuretici dellrsquoansa corticosteroidi e BSF nel cui ambito lo ZOL
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44
costituisce il farmaco di scelta Infatti mentre uno studio randomizzato ha dimostrato lrsquoequivalenza in
termini di efficacia e sicurezza di ibandronato e pamidronato (sommnistrati a dosi variabili) nei pazienti con
ipercalcemia due studi paralleli randomizzati e in doppio-cieco hanno confrontato in 287 pazienti con
ipercalcemia moderatasevera pamidronato e zoledronato documentando la superioritagrave del secondo in
termini di durata delle risposte La qualitagrave metodologica dello studio appare molto elevata
Sulla base di tali dati veniva raccomandata lo zoledronato 4 e 8 mg rispettivamente per il trattamento della
ipercalcemia di nuova diagnosi o recidivatarefrattaria (3536) (Livello di Evidenza 1+)
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
A Lo ZOL potrebbe essere utilizzato al posto di altri
bisfosfonati nel trattamento dellrsquoipercalcemia (3536) Positiva debole
A La terapia medica comprendente idratazione furosemide
corticosteroidi e BSF costituisce il trattamento drsquoelezione
per le forme severe di ipercalcemia (3536) Positiva forte
B Lrsquoipercalcemia di grado moderato puograve essere trattata con la
sola idratazione (34) Positiva debole
83 Sindrome da iperviscositagrave
Dal 2 al 6 dei pazienti con MM sviluppano la sindrome da iperviscositagrave caratterizzata da cefalea
vertigini atassia rallentamento dellrsquoeloquio stato confusionale sino al coma epistassi gengivorragia
diplopia trombosi o emorragie retiniche e papilledema Lrsquoiperviscositagrave ematica egrave di solito sintomatica per
livelli sierici di immunoglobuline superiori a 4 gdl in caso di CM IgG e di 6 gdl in caso di CM IgA (37) I
pazienti sintomatici vanno tempestivamente sottoposti a plasmaferesi attivando contestualmente la terapia
anti-MM nel piugrave breve tempo possibile (3738) (Livello di Evidenza 4)
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
D La sindrome da iperviscositagrave deve essere trattata con
plasmaferesi e tempestivo inizio della terapia anti-MM (37-
38) Positiva forte
84 Infezioni ricorrenti
Il MM egrave associato ad aumentato rischio di infezioni a causa dellrsquoipogammaglobulinemia dovuta alla
inibizione da parte del clone mielomatoso della sintesi di immunoglobuline policlonali normali al deficit
della funzione macrofagica e granulocitaria oltre che agli effetti tossici della terapia citostatica eo con
farmaci biologici e soprattutto agli effetti della terapia corticosteroidea Nei pazienti anziani con infezioni
recidivanti specie se pluritrattati e con performance status scadente egrave utile la riduzione posologica dei
corticosteroidi nei protocolli anti-MM Infatti lrsquoassociazione della lenalidomide ad alte dosi di
corticosteroidi egrave stata associata ad una maggiore mortalitagrave per tossicitagrave rispetto allrsquoassociazione di
lenalidomide e basse dosi di steroidi (39) Inoltre in uno studio che comparava in pazienti con MM di nuova
diagnosi i regimi talidomidedesametasone e melphalanprednisone la mortalitagrave non correlata al MM era
superiore quando venivano impiegate alte dosi di steroidi (40)( (Livello di evidenza 1+) Lrsquoimpiego di
fattori di crescita granulocitari (G-CSF) non egrave consigliabile nelle condizioni neutropeniche (41) (Livello di
LINEE GUIDA MIELOMA
45
evidenza 3) Nel MM non egrave indicato il trattamento antibiotico profilattico come dimostrato da uno studio
randomizzato che comparava lrsquoosservazione al trattamento con ciprofloxacina o trimethoprim-
sulfametoxazolo nei pazienti con MM di nuova diagnosi candidati a chemioterapia di induzione Lrsquoincidenza
di infezioni batteriche severe infatti non differiva fra i vari gruppi durante i primi due mesi di trattamento
Tuttavia nonostante lrsquoelevata qualitagrave metodologica dello studio lrsquoapplicabilitagrave di questi risultati alla
popolazione generale dei pazienti con MM egrave limitata (42) (Livello di evidenza 1+) mentre lrsquoinfusione
periodica di immunoglobuline puograve essere utilizzata nei pazienti con ipogammaglobulinemia (definita come
IgG lt 500 mgdL) e malattia in fase di remissione clinica per la profilassi di infezioni batteriche
Uno studio randomizzato ha infatti valutato il ruolo profilattico dellrsquoinfusione mensile di immunoglobuline
riportando una consistente riduzione delle infezioni rispetto al gruppo placebo (43) (Livello di evidenza
1+) Lrsquoefficacia della vaccinazione antinfluenzale nei pazienti con MM non egrave stata valutata in studi clinici
Dal momento che il bortezomib determina un aumentato rischio di infezioni da Herpes Zoster i pazienti
possono essere sottoposti a profilassi con aciclovir (4445) sorvegliando su potenziali tossicitagrave renale o
neurologica Infatti unrsquoanalisi retrospettiva ha mostrato un aumentato rischio di nefro e neurotossicitagrave nei
pazienti sottoposti a profilassi con acyclovir (46) (Livello di evidenza 1+)
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
B
Lrsquoimpiego di regimi terapeutici a ridotti dosaggi di
corticosteroidi (desametasone le 160 mgmese) egrave consigliabile
nei pazienti anziani pluritrattati con basso PS e infezioni
ricorrenti (39-40)
Positiva debole
B Non dovrebbe essere indicato lrsquouso di antibiotici a largo
spettro nei pazienti a rischio di infezioni (42) Negativa debole
B Lrsquoinfusione periodica di immunoglobuline egrave raccomandata
nella prevenzione delle infezioni batteriche nei pazienti
ipogammaglobulinemici in remissione clinica (43) Positiva debole
85 Insufficienza renale
Un grado variabile di alterata funzionalitagrave renale egrave presente alla diagnosi nel 20 dei pazienti con MM (1) e
si correla a sovraccarico tubulare per il riassorbimento della CM con deposito delle catene leggere ma anche
ad alterazioni metaboliche correlate allrsquoipercalcemia e allrsquoiperuricemia noncheacute alla nefrotossicitagrave da farmaci
tra cui i BSF e a condizioni correlate quali amiloidosi (47) Il rischio di myeloma kidney non egrave tuttavia
correlato alla concentrazione della CM bensigrave allrsquoentitagrave dellrsquoescrezione urinaria di catene leggere che deve
essere quindi attentamente monitorata (48) La terapia dellrsquoinsufficienza renale prevede adeguata idratazione
per normalizzare i livelli sierici di calcemia e uricemia noncheacute lrsquoastensione dallrsquouso di comuni farmaci
potenzialmente nefrotossici come i FANS gli antibiotici amino glicosidici ovvero mezzi di contrasto iodati
(Livello di evidenza 4) In concomitanza di progressivo deterioramento della funzione renale i BSF vanno
sospesi fino a riduzione della creatininemia entro il 10 dei valori di partenza mentre nellrsquoinsufficienza
renale acuta deve essere praticata adeguata idratazione associata a terapia diuretica In questi casi il
tempestivo inizio della terapia anti-MM egrave fortemente raccomandato (49) Su indicazione del nefrologo il
plasma exchange per una rapida riduzione dei livelli sierici di catene libere puograve risultare utile bencheacute
lrsquoeffetto benefico non sia adeguatamente documentato (50) (Livello di evidenza 3)
LINEE GUIDA MIELOMA
46
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
D
Unrsquoadeguata idratazione il contenimento dei livelli di
calcemia e uricemia entro i limiti normali e la limitazione
dellrsquouso di farmaci nefrotossici (FANS aminoglicosidi
mezzi di contrasto iodati) sono raccomandabili per la
prevenzione dellrsquoinsufficienza renale
Positiva debole
D
Egrave consigliabile una valutazione nefrologica in caso di
comparsa di insufficienza renale acuta che va trattata con
idratazione terapia diuretica e alte dosi di corticosteroidi
mentre il plasma exchange puograve risultare utile
Positiva debole
86 Anemia
Lrsquoanemia normocromica-normocitica associata al MM egrave generalmente multifattoriale (flogosi cronica
infiltrazione midollare mielotossicitagrave da farmaci ecc) ed egrave presente in oltre il 70 dei pazienti alla diagnosi
(1) Lrsquoemotrasfusione eo la somministrazione periodica di eritropoietina sono utili per ripristinare i livelli di
emoglobina favorendo un miglioramento della quality of life (QoL) Nella maggior parte degli studi
effettuati il trattamento a lungo termine con eritropoietina migliora significativamente lrsquoeritropoiesi
riducendo la necessitagrave di trasfusione e incrementando mediamente i livelli di emoglobina di almeno 2g
(5152) (Livello di evidenza 1+) Tuttavia lrsquoimpiego di eritropoietina e farmaci anti-MM tra cui talidomide
o lenalidomide puograve accrescere il rischio di eventi trombotici (53)
87 Trombosi
Nel MM il rischio di eventi trombotici egrave aumentato di circa 3 volte rispetto alla popolazione con MGUS e 9
volte rispetto alla popolazione normale (54) La terapia con farmaci biologici e immunomodulanti tra cui
talidomide e lenalidomide incrementa ulteriormente questo rischio specie quando combinata ai citostatici e
ai corticosteroidi (55) Lrsquoaspirina e lrsquoeparina a basso peso molecolare riducono significativamente la
suscettibilitagrave alla trombofilia mentre dati contrastanti vengono registrati con lrsquouso dei dicumarolici
finalizzati al target terapeutico fra 2 e 3 dei valori di INR In uno studio randomizzato che comparava
melphalanprednisone e melphalanprednisonetalidomide nei pazienti anziani con MM la profilassi con
enoxaparina determinava una riduzione della frequenza di tromboembolismo dal 20 al 3 Simili riduzioni
sono state registrate nei pazienti con MM di nuova diagnosi trattati con lenalidomidedesametasone e
aspirina (56-59) (Livello di evidenza 1+) Poicheacute la maggior parte degli eventi trombotici nei pazienti con
MM si verifica durante i primi sei mesi di trattamento la tromboprofilassi puograve essere interrotta nella malattia
in fase di stabilitagrave o di remissione clinica In caso di eventi trombotici la terapia con eparina a basso peso
molecolare egrave raccomandata anche nel mantenimento mentre egrave consigliabile sospendere temporaneamente
farmaci immunomodulanti (lenalidomide talidomide) Infatti uno studio ha randomizzato 336 pazienti con
tromboembolismi cancro-correlati a eparina per sei mesi o anticoagulanti orali mostrando un dimezzamento
del rischio di nuovi episodi tromboembolici col trattamento eparinico a lungo termine (6061) (Livello di
evidenza 1+) Il trattamento tromboprofilattico nei pazienti sottoposti a terapia con talidomide o
lenalidomide va stabilito in relazione alle indicazioni dellrsquoInternational Myeloma Working Group (61)
(Livello di evidenza 4) (Tabella 2)
LINEE GUIDA MIELOMA
47
Tabella 2 Modello di valutazione del rischio tromboembolico nei pazienti con MM in terapia con
talidomide o lenalidomide (adattato sulla base delle indicazioni dellrsquoInternational Myeloma Working Group (61)
Fattori di rischio legati al paziente Fattori di rischio legati
alla malattia Fattori di rischio legati
alla terapia anti-MM
Storia familiare o personale di TVP MM di nuova diagnosi Doxorubicina
Obesitagrave (BMIgt30) Iperviscositagrave ematica Alte dosi di steroidi
Comorbiditagrave (diabete insufficienza renale malattie
cardiache malattie infiammatorie croniche) Polichemioterapia
Immobilitagrave
Trombofilia emoglobinopatie sindromi
mieloproliferative
Intervento chirurgico recente
(lt 6 settimane)
Assunzione di farmaci protrombotici
(eritropoietina terapia ormonale sostitutiva
tamoxifene)
0-1 fattori di rischio aspirina 2 o piugrave fattori di rischio eparina a basso peso molecolare o warfarin (INR target 2-3) Almeno 1fattore di rischio legato alla terapia per MM eparina a basso peso molecolare o warfarin (INR target 2-3)
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
D
La stratificazione del rischio protrombotico secondo il modello
proposto dallrsquoInternational Myeloma Working Group consente di
individualizzare il trattamento tromboprofilattico dei pazienti che
assumono lenalidomide o talidomide in rapporto a fattori legati
alla malattia al paziente ed alla terapia anti-MM (60)
Positiva forte
A I pazienti che assumono lenalidomide o talidomide in
monoterapia possono effettuare tromboprofilassi con sola
aspirina (61) Positiva debole
B I pazienti che assumono lenalidomide o talidomide associate a
corticosteroidi o farmaci citostatici devono effettuare
tromboprofilassi con eparina a basso peso molecolare (61) Positiva debole
La durata ottimale della tromboprofilassi non egrave definita con
certezza Almeno 6 mesi di terapia antiaggregante o
anticoagulante dovrebbero essere garantiti ai pazienti con MM di
nuova diagnosi
Positiva debole
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38 Lindsley H Teller D Noonan B et al Hyperviscosity syndrome in multiple myeloma A reversible
concentration-dependent aggregation of the myeloma protein Am J Med 197354682-688
39 Rajkumar SV Jacobus S Callander NS Fonseca R Vesole DH Williams ME Abonour R Siegel DS
Katz M Greipp PR Lenalidomide plus high-dose dexamethasone versus lenalidomide plus low-dose
dexamethasone as initial therapy for newly diagnosed multiple myeloma an open-label randomized
controlled trial The Lancet Oncology 2009 11 29ndash37
40 Ludwig H Hajek R Toacutethovaacute E Drach J Adam Z Labar B Egyed M Spicka I Gisslinger H Greil R
Kuhn I Zojer N Hinke A Thalidomide-dexamethasone compared with melphalan-prednisolone in
elderly patients with multiple myeloma Blood 2009 1133435ndash3442
41 Mateos MV Garcia-Sanz R Colado E Olazabal J San-Miguel J Should prophylactic granulocyte-
colony stimulating factor be used in multiple myeloma patients developing neutropenia under
lenalidomide-based therapy British Journal of Haematology 2008140 324ndash326
42 Vesole DH Oken MM Heckler C Greipp PR Katz MS Jacobus S Morrow GR University of
Rochester Cancer Center and the Eastern Cooperative Oncology Group Oral antibiotic prophylaxis of
early infection in multiple myeloma a URCCECOG randomized phase III study Leukemia 2012
26(12)2517-20
43 Chapel HM Lee M Hargreaves R Pamphilon DH Prentice AG Randomised trial of intravenous
immunoglobulin as prophylaxis against infection in plateau-phase multiple myeloma The UK Group
for Immunoglobulin Replacement Therapy in Multiple Myeloma Lancet 1994 3431059ndash1063
LINEE GUIDA MIELOMA
50
44 Chanan-Khan A Sonneveld P Schuster M et al Analysis of herpes zoster events among bortezomib-
treated patients in the phase III APEX study J Clin Oncol 2008264784-4790
45 Vickrey E Allen S Mehta J Singhal S Acyclovir to prevent reactivation of varicella zoster virus
(herpes zoster) in multiple myeloma patients receiving bortezomib therapy Cancer 2009115229-232
46 Dasanu CA Alexandrescu DT Prophylactic antivirals may be helpful in prevention of varicella-zoster
virus reactivation in myeloma but are they safe J Oncol Pharm Pract 201016266-8
47 Hutchinson CA Batuman V Behrens J Bridoux F et al The pathogenesis and diagnosis of acute
kidney injury in multiple myeloma Nat Rev Nephrol 2011843-51
48 Drayson M Begum G Basu S Makkuni S et al Effects of paraprotein heavy and light chain types
and free light chain load on survival in myeloma an analysis of patients receiving conventional-dose
chemotherapy in Medical Research Council UK multiple myeloma trials Blood 20061082013-2019
49 Alexanian R Dimopoulos MA Delasalle K Barlogie B Primary dexamethasone treatment of multiple
myeloma Blood 199280887-890
50 Burnette BL Leung N Rajkumar SV Renal improvement in myeloma with bortezomib plus plasma
exchange NEJM 20113642365-2366
51 Locatelli F Aljama P Barany P Canaud B Carrera F Eckardt KU Horl WH Macdougal IC
Macleod A Wiecek A Cameron S Revised European best practice guidelines for the management of
anaemia in patients with chronic renal failure Nephrology Dialysis Transplantation 2004 19(Suppl
2) ii1ndashii47
52 Dammacco F Luccarelli G Prete M Silvestris F The role of recombinant human erythropoietin alpha
in the treatment of chronic anemia in multiple myeloma Rev Clin Exp Hematol 2002S132-38
53 Menon SP Rajkumar SV Lacy M Falco P Palumbo A Thromboembolic events with lenalidomide-
based therapy for multiple myeloma Cancer 2008 1121522ndash1528
54 Kristinsson SY Fears TR Gridley G Turesson I Mellqvist UH Bjoumlrkholm M Landgren O Deep
vein thrombosis after monoclonal gammopathy of undetermined significance and multiple myeloma
Blood 20081123582ndash3586
55 Zamagni E Brioli A Tacchetti P Zannetti B Pantani L Cavo M Multiple myeloma venous
thromboembolism and treatment-related risk of thrombosis Semin Thromb Hemost 201137209-219
56 Zonder JA Barlogie B Durie BG McCoy J Crowley J Hussein MA Thrombotic complications in
patients with newly diagnosed multiple myeloma treated with lenalidomide and dexamethasone
benefit of aspirin prophylaxis Blood 2006108403ndash404
57 Baz R Li L Kottke-Marchant K Srkalovic G McGowan B Yiannaki E Karam MA Faiman B
Jawde RA Andresen S Zeldis J Hussein MA The role of aspirin in the prevention of thrombotic
complications of thalidomide and anthracycline-based chemotherapy for multiple myeloma Mayo
Clinic Proceedings 2005801568ndash1574
58 Palumbo A Bringhen S Caravita T Merla E Capparella V Callea V Cangialosi C Grasso M
Rossini F Galli M Catalano L Zamagni E Petrucci MT De Stefano V Ceccarelli M Ambrosini MT
Avonto I Falco P Ciccone G Liberati AM Musto P Boccadoro M Oral melphalan and prednisone
chemotherapy plus thalidomide compared with melphalan and prednisone alone in elderly patients
with multiple myeloma randomised controlled trial Lancet 2006367825ndash831
59 Wang M Weber DM Delasalle K Alexanian R Thalidomide-dexamethasone as primary therapy for
advanced multiple myeloma American Journal of Hematology 2005 79194-197
60 Lee AY Levine MN Baker RI Bowden C Kakkar AK Prins M Rickles FR Julian JA Haley S
Kovacs MJ Gent M Low-molecular-weight heparin versus a coumarin for the prevention of recurrent
venous thromboembolism in patients with cancer New England Journal of Medicine 2003349146ndash
153
61 Palumbo A Rajkumar SV Dimopoulos MA Richardson PG San Miguel J Barlogie B Harousseau J
Zonder JA Cavo M Zangari M Attal M Belch A Knop S Joshua D Sezer O Ludwig H Vesole D
Bladeacute J Kyle R Westin J Weber D Bringhen S Niesvizky R Waage A von Lilienfeld-Toal M
Lonial S Morgan GJ Orlowski RZ Shimizu K Anderson KC Boccadoro M Durie BG Sonneveld P
Hussein MA Prevention of thalidomide- and lenalidomide-associated thrombosis in myeloma
Leukemia 2008 22414ndash423
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LINEE GUIDA MIELOMA
60
10 Raccomandazioni prodotte con metodologia GRADE
QUESITO Nei pazienti affetti da mieloma multiplo alla diagnosi di etagrave gt65 anni e non candidabili a
terapia ad alte dosi egrave raccomandabile lrsquoutilizzo della terapia di associazione VMP (Bortezomib melphalan
e prednisone) rispetto a MPT (Talidomide melphalan e prednisone) RACCOMANDAZIONE Nei pazienti affetti da mieloma multiplo di etagrave gt65 anni e non candidabili a terapia ad alte dosi puograve essere
utilizzata lrsquoassociazione VMP (Bortezomib melphalan e prednisone)
Forza della raccomandazione POSITIVA DEBOLE
MotivazioniCommenti al bilancio BeneficioDanno Il confronto indiretto tra MPT e MPV non mostra differenze per PFS OS e morti correlate al trattamento
Lrsquoutilizzo di MPV si correla con un vantaggio in termini di ottenimento di remissione completa (41 in piugrave
ogni 1000 pazienti trattati) e mostra un trend di minor incidenza di eventi trombotici Lrsquooutcome QOL
definito dal panel critico per la decisione clinica non egrave riportato nella meta-analisi
Votazione forza raccomandazione Votazione bilancio BeneficioDanno Positiva
forte Positiva
debole Negativa
debole Negativa
forte Favorevole Incerto Sfavorevole
9 9
Implicazioni per le ricerche future Ad oggi non esistono studi controllati che oltre a fornirci un confronto piugrave attendibile fra i due schemi sia
in termini di efficacia che di tossicitagrave possano darci informazioni utili anche sulla loro reale fattibilitagrave e
sullrsquooutcome a lungo termine Pertanto sarebbe utile un confronto randomizzato tra MPT e VMP che ci
permetta di evidenziare il gruppo di pazienti che beneficerebbe maggiormente di un trattamento rispetto
allrsquoaltro valutandone inoltre lrsquoimpatto sulla QoL ed il reale rapporto costi benefici
Qualitagrave delle Evidenze La qualitagrave delle evidenze egrave stata giudicata MOLTO BASSA per le seguenti motivazioni non sono
disponibili confronti diretti tra i due trattamenti ovvero i risultati provengono solo da confronti indiretti
Per quanto riguarda gli outcome sopravvivenza globale e incidenza di trombosi venose profonde gli studi
inclusi nella meta-analisi sono eterogenei (I2 72 e 61 rispettivamente) Le evidenze esistenti in merito
alla PFS sono insufficienti per il limitato potere dellrsquoanalisi infatti lrsquoevidenza in favore di MPV deriva da
un unico studio randomizzato
Qualitagrave globale delle evidenze MOLTO BASSA
Questa raccomandazione egrave stata prodotta con metodo GRADE
In appendice online quesito clinico allrsquoorigine della raccomandazione votazione della criticitagrave degli
outcome tabella GRADE completa e caratteristiche del panel
Allegato Tabelle GRADE evidence profile
LINEE GUIDA MIELOMA
62
Author(s) MC Date 2012-06-27 Question Should the association of Bortezomib Melphalan and Prednisone vs the association of Thalidomide Melphalan and Prednisone be used for multiple myeloma in patients aged 65 or older Settings Bibliography Kumar Am J Hematol 8618ndash24 2011
Quality assessment No of patients Effect
Quality Importance
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Design Risk of bias
Inconsistency Indirectness Imprecision Other considerations
The association of Bortezomib Melphalan and Prednisone
The association of Thalidomide Melphalan and Prednisone
Relative (95 CI)
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CRITICAL
Haematological toxicity (assessed with not reported)
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5 randomised trials
no serious risk of bias
no serious inconsistency
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RR 038 (009 to 161)
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LOW
IMPORTANT
Deep venous thrombosis
6 randomised trials
no serious risk of bias
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RR 027 (006 to 123)
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VERY LOW
IMPORTANT
1 Results from indirect comparison
2 The existing body of evidence is relatively insufficient due to limitation of the power of the analysis The supporting evidence is derived from one trial only as in case of MBT comparator
3 the estimate of the adjusted indirect comparison of intervention MPT versus MPB (MPBTad_indirect) (such as log HR or log RR etc) is estimated by MPBTad_indirect =MPTMA -MPBMA
4 Heterogeneity was found I-squared=72
5 Heterogeneity was found I-squared=61
LINEE GUIDA MIELOMA
5
(3) LA FORZA DELLA RACCOMANDAZIONE
Viene graduata in base allrsquoimportanza clinica su 4 livelli
Forza della
raccomandazione
clinica Terminologia Significato
Positiva Forte Tutti i pazienti devono
ricevere lrsquointerventoprocedura
in oggetto
Alla maggioranza dei pz con le caratteristiche
definite nella raccomandazione deve essere offerto
lrsquointervento a meno che vi siano controindicazioni
specifiche
Positiva Debole I pazienti dovrebbero ricevere
lrsquointerventoprocedura in
oggetto
Trend positivo del risultato ma con possibilitagrave di
incertezza nel bilancio tra beneficio e danno
Implica una discussione approfondita con il pz In
modo che egli possa scegliere se sottoporsi o meno
allrsquointerventoprocedura tenendo conto dei propri
valoripreferenze
Negativa Debole I pazienti non dovrebbero
ricevere lrsquointerventoprocedura
in oggetto
Trend negativo del risultato ma con possibilitagrave di
incertezza nel bilancio tra beneficio e danno
Negativa Forte Tutti i pazienti non devono
ricevere lrsquointerventoprocedura
in oggetto
Alla maggioranza dei pz con le caratteristiche
definite nella raccomandazione NON deve essere
offerto lrsquointervento
Note
La descrizione complete delle metodologie applicate alle LG AIOM egrave reperibile sul sito wwwaiomit
SIGN= Scottish Intercollagiate Guidelines Network
GRADE= Grading of Recommendations Assessment Development and Evaluation
LIVELLI DI EVIDENZA dei singoli studiopinioni
La qualitagrave delle evidenze tiene conto sia del disegno di studio sia di come lo studio egrave stato condotto viene
riportata nel testo a lato della descrizione degli studi ritenuti rilevanti a sostegno o contro uno specifico
intervento Sono presenti solo per le evidenze che sostengono la raccomandazione clinica contribuiscono a
generare il grado di raccomandazione SIGN
1 Revisioni sistematiche e meta analisi di RCT o singoli RCT
1 ++ Rischio di bias molto basso 1 + Rischio di bias basso 1 - Rischio di Bias elevato -gt i risultati dello studio non sono affidabili
2 Revisioni sistematiche e meta-analisi di studi casocontrollo o di coorte o singoli studi
casocontrollo o di coorte
2 ++ Rischio di bias molto basso probabilitagrave molto bassa di fattori confondenti elevata probabilitagrave
di relazione causale tra intervento e effetto
2 + Rischio di bias basso bassa probabilitagrave presenza fattori di confondimento moderata probabilitagrave
di relazione causale tra intervento e effetto
2 - Rischio di Bias elevato -gt i risultati dello studio non sono affidabili esiste un elevato rischio che
la relazione interventoeffetto non sia causale
3 Disegni di studio non analitici come report di casi e serie di casi
4 Expert opinion
Le informazioni complete relative al processo GRADE sono riportate nel capitolo successivo a quello delle
FIGURE
LINEE GUIDA MIELOMA
6
1 Epidemiologia
Il Mieloma Multiplo (MM) egrave una neoplasia dovuta alla proliferazione incontrollata di un clone di
plasmacellule Le plasmacellule si accumulano nel midollo osseo e producono elevate quantitagrave
drsquoimmunoglobuline tutte dello stesso tipo (componente monoclonale CM) Le cause del MM non sono note
e la sua patogenesi egrave ancora in via di definizione Fra le possibili cause vi sono fattori ambientali quali
esposizioni a pesticidi o altre sostanze chimiche radiazioni agenti infettivi Esistono sporadiche segnalazioni
di MM familiare
In Italia il MM rappresenta 12 di tutti i tumori diagnosticati tra gli uomini e 13 tra le donne con
unrsquoincidenza media ogni anno di 95 casi ogni 100000 uomini e 81 ogni 100000 donne Le stime indicano
un totale di 2315 nuovi casi diagnosticati ogni anno fra i maschi e di 2098 fra le femmine Il MM egrave una
patologia dellrsquoetagrave avanzata (figura A) infatti lrsquoetagrave mediana alla diagnosi egrave di sessantotto anni circa il 2 dei
pazienti allrsquoesordio ha meno di quaranta anni mentre il 38 dei pazienti ha unetagrave superiore a settanta anni
La maggior parte dei casi esordisce come MM de novo anche se sembra possibile virtualmente postulare in
tutti i pazienti una precedente fase di gammopatia monoclonale drsquoincerto significato (MGUS) (1) I tassi
dincidenza per MM sono abbastanza omogenei sia come distribuzione regionale sia come andamento nel
tempo Lrsquoincidenza del MM egrave nel complesso stabile mentre la mortalitagrave egrave in lieve calo (figura B)
Figura A Figura B
Secondo i dati epidemiologici riportati recentemente dallrsquoAIRTUM la sopravvivenza globale a un anno egrave del
76 mentre a cinque anni egrave solo del 42 Non si registrano differenze sulla base del sesso o della
distribuzione geografica (2)
2 Inquadramento diagnostico
Al riscontro di una CM serica egrave indicato sottoporre il paziente a esami di screening di I livello e a
unrsquoaccurata anamnesi e valutazione clinica
Bisogna considerare infatti che oltre che nel MM il riscontro di una CM puograve associarsi a varie patologie e
situazioni cliniche quali
Altri tumori di origine linfoide (leucemia linfatica cronica i linfomi a basso grado) e mieloide (leucemia
mieloide cronica mielodisplasia)
Tumori solidi (carcinoma del colon e della mammella)
Malattie non neoplastiche (cirrosi epatica sarcoidosi morbo di Gaucher pioderma gangrenoso)
Malattie autoimmuni (artrite reumatoide myastenia gravis malattia da crioagglutinine)
Malattie infettive (tubercolosi infezioni virali parassitosi)
Altre discrasie plasmacellulari (MGUS morbo di Waldenstrom amiloidosi POEMS Syndrome)
Gli esami di I livello comprendono esecuzione di emometria e biochimica (tabella 1)
LINEE GUIDA MIELOMA
7
Tabella 1 Esami di screening di I livello
Indagine Scopo
Emocromo Valutazione di eventuali citopenie
Immunofissazione Siero ndash Immunofissazione urine
Conferma e Tipizzazione della CM serica e urinaria
Elettroforesi sieroproteine Quantificazione della CM sierica
Proteinuria totale esame urine Valutazione della funzionalitagrave renale Distinzione fra danno glomerularetubulare
IgG IgA IgM
Valutazione delleventuale soppressione delle Immunoglobuline seriche
normali
Calcemia Valutazione del danno osseo
Creatinina Azotemia
Valutazione della funzionalitagrave renale (primo livello)
GOT GPT γ-GT fosfatasi
alcalina bilirubina Valutazione della funzionalitagrave epatica
VES PCR Ferritina Valutazione dello stato infiammatorio
Visita medica Ricerca di linfoadenomegalie epatosplenomegalia segni di amiloidosi
(macroglossia porpora periorbitaria edemi declivi) neuropatia
periferica
Anamnesi Dolore osseo sintomi sistemici stile di vita diatesi infettiva anamnesi
di fratture ipotensione ortostatica impotenza perdita di peso
inspiegabile astenia alterazioni dellrsquoalvo sindrome da ipeviscositagrave
Nel caso di una CM di tipo IgM che maggiormente si correla a patologie linfoproliferative quali Linfomi a
basso grado LLC e malattia di Waldestrom bisogneragrave integrare lrsquoinquadramento con successivi esami
ematici (tra cui test per autoimmunitagrave) e radiologici
Qualora la CM fosse tipizzata come IgG IgA o di sole catene leggere (k o ) il paziente dovragrave eseguire
esami screening di II livello (tabella 2) che basandosi sui criteri delle linee guida dellrsquoInternational Myeloma
Working Group (IMWG) (tabella 3 e tabella 4) permettono una diagnosi differenziale tra diverse situazioni
cliniche MGUS Plasmocitoma solitario MM asintomatico e MM sintomatico (4)
Tabella 2 Esami di screening di II livello
Dosaggio Catene leggere libere k e Valutazione della malattia
Quantificazione della proteinuria di Bence
jones Valutazione malattia e quantificazione danno tubulare
RX scheletro Valutazione della presenza della sede e dellestensione del
danno osseo
Mieloaspirato Biopsia osteomidollare
Valutazione dellinfiltrato plasmacellulare midollare
LINEE GUIDA MIELOMA
8
21 MGUS
La diagnosi di MGUS egrave spesso occasionale per il riscontro di una CM serica solitamente di modesta entitagrave
in occasione di esami ematici di controllo in assenza di segni e sintomi sistemici In questi soggetti vanno
eseguite indagini diagnostiche atte a escludere altre situazioni cliniche correlate a CM confermando pertanto
la diagnosi di MGUS La MGUS non richiede alcun trattamento ma unicamente di controlli atti a valutarne
evoluzione nel tempo con un programma di follow-up periodico la cui frequenza varia tra i 6 e i 12 mesi in
base allentitagrave della CM e allalterazione di alcuni fattori prognostici (4) (Livello di evidenza 4) Evidenze
recenti in letteratura dimostrano come sia possibile stratificare le MGUS utilizzando tre semplici parametri il
tipo di CM (IgA o IgM) lrsquoentitagrave della stessa CM (15 gdl) alterazione del rapporto delle catene leggere KL
libere nel siero (FLC ratio) (5) (Livello di Evidenza 3)
Basso rischio (Nessun fattore presente)
Rischio intermedio (1-2 fattore)
Alto rischio (3 fattori)
Nei pazienti a basso rischio alla diagnosi tenuto conto della loro scarsa probabilitagrave evolutiva alcuni autori
(6) suggeriscono di non eseguire valutazione midollare e radiologica dello scheletro rimandandola al
momento in cui ci sia un cambiamento rilevante del quadro clinico e di laboratorio o riservandola a casi
selezionati Vedi flow-chart (Livello di evidenza 4)
In pazienti con MGUS infine non va dimenticata una corretta valutazione clinica al fine di evidenziare
patologie sistemiche particolari quali Amilodosi (macroglossia edemi declivi proteinuria) e POEMS
syndrome (neuropatia periferica acrocianosi alterazioni cutanee edemi ed organomegalia)
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
D La MGUS non richiede alcun trattamento tuttavia dovrebbe
essere impostato un follow-up la cui frequenza dipende
diversi fattori prognostici (4-6) Positiva debole
D I pazienti affetti da MGUS a basso rischio non dovrebbero
essere sottoposti a valutazione midollare e radiologica (4-6) Negativa debole
22 Plasmocitoma solitario
Nei pazienti con diagnosi di Plasmocitoma solitario (PS) deve essere inizialmente eseguita una valutazione
completa in grado di discriminare tra malattia localizzata e MM malattia sistemica (RMNTACPET) egrave
frequente infatti il riscontro di PS in corso di MM Il PS viene distinto in osseo ed extraosseo Il PS osseo egrave
per definizione una tumefazione patologica che origina da una lesione ossea in assenza di altre lesioni o
segni attribuibili a MM Il PS extraosseo egrave invece una lesione che si riscontra nel contesto dei tessuti molli
in assenza di altre lesioni attribuibili a MM
Il trattamento del PS prevede intervento chirurgico (ove indicato) e trattamento radioterapico localizzato (RT
IF 45-50Gy) indipendentemente che si tratti di PS osseo od extraosseo (7)
Al termine del programma terapeutico previa rivalutazione di malattia il paziente egrave avviato a un programma
di follow-up periodico La valutazione prevede esecuzione di esami ematochimici completi tra cui
elettroforesi e immunofissazione (per evidenziare eventuale CM serica indice di persistenza di malattia) ed
indagini strumentali tra cui RMNTAC e PET esami indispensabili per confermare la risposta al trattamento
In seguito il paziente eseguiragrave controllo periodico ogni 4-6 mese In caso di ricomparsa di CM sierica saragrave
effettuata rivalutazione di malattia al fine di stabilire recidiva di malattia locale o evoluzione a patologia
sistemica (MM) Vedi flow-chart per plasmocitoma
LINEE GUIDA MIELOMA
9
23 MM asintomatico
La definizione di MM asintomatico descrive un paziente con MM (CM serica gt3 gdl e plasmocitosi gt 10)
in assenza di segni e sintomi attribuibili alla patologia stessa (anemia ipercalcemia insufficienza renale
lesioni ossee) (8) (Livello di evidenza 4) Il MM asintomatico ha spesso una lenta evoluzione e non richiede
trattamento per molti anni Il rischio di evoluzione in MM egrave circa del 10 per anno nei primi 5 anni dalla
diagnosi e stranamente si riduce negli anni successivi (9) (Livello di evidenza 3) In questi pazienti viene
consigliata una sorveglianza clinico-strumentale ogni 3-6 mesi (10) (Livello di evidenza 3) per
evidenziarne precocemente eventuale evoluzione a malattia sintomatica
La valutazione prevede esami ematici complessivi tra cui periodicamente una RMN colonna vertebrale
esame in grado di documentare precocemente un danno osseo e pertanto evidenziare un paziente con elevato
rischio evolutivo Al pari del controllo radiologico standard dello scheletro la valutazione midollare appare
indicata solo in caso di alterazione degli esami ematici o sintomi indicativi di evoluzione (Vedi flow-chart)
Nel MM sintomatico nessuna trattamento chemioterapico preventivo ha consentito di evitare lrsquoevoluzione
verso MM sintomatico Diversi studi infatti hanno valutato il ruolo del trattamento precoce nel paziente
asintomatico senza peraltro evidenziare un beneficio in sopravvivenza (19-21) tranne in un recente studio di
fase III in cui 124 pazienti sono stati randomizzati a ricevere terapia con lenalidomide versus nessun
trattamento (22) Dopo un follow-up mediano di 32 mesi viene riportata una evoluzione a MM sintomatico
in 9 pazienti (15) nel braccio di trattamento contro in 37 pazienti (59) nel braccio di osservazione (p
lt00001) La sopravvivenza globale stimata a 3 anni egrave stata del 93 nel braccio di trattamento e il 76 nel
braccio di controllo (P = 004) Naturalmente saragrave necessario attendere un periodo di osservazione piugrave lungo
per valutare reale beneficio del trattamento a fronte di eventuali tossicitagrave a lungo termine
Concludendo in caso di MM asintomatico attualmente non egrave indicato alcun trattamento chemioterapico negrave
con bisfosfonati se non nel contesto di studi clinici (6) (Livello di evidenza 4)
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
D
I pz affetti da MM asintomatico dovrebbero essere
sottoposti a sorveglianza clinico strumentale ogni 3-6 mesi
(10) Positiva debole
La valutazione midollare egrave indicata solo in caso di
alterazioni di esami ematicistrumentali in senso di sospetta
evoluzione (10) Positiva debole
In caso di MM asintomatico non egrave indicato alcun
trattamento chemioterapico negrave con bisfosfonati se non nel
contesto di studi clinici (6) Solo studi clinici
A
Nei pazienti con MM sintomatico va avviato il prima
possibile il trattamento sistemico (vedi Trattamento) e
avviate le procedure drsquourgenza in caso di situazioni cliniche
particolari (fratture patologiche ipercalcemia e
insufficienza renale acuta vedi Terapia di supporto)
Positiva forte
LINEE GUIDA MIELOMA
10
24 MM sintomatico
Alle caratteristiche cliniche laboratoristiche diagnostiche per MM in questi pazienti si associano uno o piugrave
segni clinici di malattia attiva
Tabella 3 Criteri di diagnosi del mieloma
MGUS Mieloma asintomatico Mieloma sintomatico CM siericalt3 gdl CM sierica gt3 gdl CM sierica o urinaria di
qualunque entitagrave
Infiltrato plasmacellulare
midollare lt10 Infiltrato plasmacellulare
midollare gt10 Infiltrato plasmacellulare
midollare o plasmocitoma
No sintomi drsquoorgano (CRAB) No sintomi drsquoorgano
(criteri CRAB) Presenza sintomi drsquoorgano
(CRAB)
Tabella 4 Criteri di malattia attiva (criteri CRAB)
Criteri Valori di riferimento
Ipercalcemia Calcemia gt 025 mmolL (05 mgdl) rispetto ai valori normali o gt 275 mmolL (gt105 mgdl)
Insufficienza Renale Creatinina gt 2 mgdl
Anemia Emoglobina lt 2 gr rispetto ai valori normali o lt10 gdl
Lesioni Ossee (Bone) Lesioni litiche crolli vertebrali osteoporosi (evidenziati con Rx scheletro standard)
Altri criteri Sindrome da iperviscositagrave Amiloidosi Infezioni ricorrenti (ultimi 2 anni)
Nel paziente con MM sintomatico andranno eseguite indagini di approfondimento (Esami di II livello
tabella 4) che possono aiutare il clinico nel corretto inquadramento diagnostico e prognostico della
patologia
Tabella 5 Esami di II livello
Esami ematochimici Scopo
Dosaggio catene leggere libere κ e λ Valutazione delle frazioni libere delle catene leggere (unico test quantitativo utile in corso di mieloma non secernente)
β2microglobulina Indice di massa tumorale e di funzionalitagrave renale
(in associazione al valore dellrsquoalbumina per la definizione
dellrsquoISS)
LDH Indice di massa tumorale
LINEE GUIDA MIELOMA
11
Esami ematochimici Scopo
Cistatina C Dosaggio Epo
Valutazione della funzionalitagrave renale (secondo livello)
NT-proBNP BNP Troponina-I
Valutazione della funzionalitagrave cardiaca
RMN eo TC Approfondimento diagnostico delle lesioni scheletriche o
identificazione plasmocitomi o localizzazioni extramidollari
PET Individuazione plasmocitomi o localizzazioni extra-midollari
Analisi cromosomica standard e FISH
su plasmacellule midollari selezionate Identificazioni di alterazioni citogenetiche e definizione score
prognostico
Immunofenotipo plasmacellule
midollari Definizione clonalitagrave plasmacellule score prognostico malattia
minima residua
Prelievo grasso periombelicale Identificazione di depositi di sostanza amiloide in casi selezionati
Per la definizione prognostica infine viene eseguita una stadiazione di malattia seguendo i criteri di Durie e
Salmon (11) e dellrsquoInternational Staging System (12) (tabella 6)
Tabella 6 Stadiazione secondo Durie amp Salmon e International Staging System (ISS)
Stadio Durie amp Salmon ISS
I
Tutti i seguenti Hbgt10gdl Calcemia normale o lt12mgdl Assenza di lesioni ossee allrsquoRxstandard o
plasmocitoma solitario CM IgG lt5gdl IgA lt3 gdl BJ lt4 g 24 h
Β2microglobulina le 35 mgl Albumina ge 35 gdl
II Caratteristiche diverse da stadio I e III Β2microglobulina lt 35 mgl e Albumina lt
35 gdl Β2microglobulina 35- 55 mgl
III
Uno o piugrave dei seguenti Hblt 85gdl Calcemia gt12mgdl Multiple Lesioni litiche allrsquoRx standard CM IgG gt7gdl IgA lt5 gdl BJ gt10 g 24 h
Β2microglobulina ge 55 mgL
A creatininalt2mgdl B creatininagt2 mgdl
Altri fattori prognostici identificati come significativamente associati allrsquooutcome sono la qualitagrave della vita
(13) lrsquoetagrave (14) e la presenza di malattia extramidollare
Inoltre la presenza di alterazioni cromosomiche alla citogenetica standard e allrsquoimmunofluorescenza (FISH)
permette di identificare altre classi di rischio (15) infatti nel MM si sono evidenziate anomalie
cromosomiche specifiche sia traslocazioni sia delezioni la delezione del cromsoma 13 viene riportato
correlarsi con una breve durata sia della sopravvivenza libera da malattia che di quella globale (16)
LINEE GUIDA MIELOMA
12
La delezione del cromosoma 17p13 (locus del tumor suppressor gene p53) caratterizza pazienti ad alto
rischio (17) ndash Sono riportate diverse alterazioni cromosomiche che coinvolgono il braccio lungo del
cromosoma 14 (14q32 ove egrave presente il gene per le catena pesanti delle Immunoglobuline) con prognosi
differenti (t(414)(p16q32) ndash t(1416)(q32 q23) ndash t(1114)(q13 q32) Tra queste la traslocazione t(414) egrave
quella che si correla a peggior prognosi anche nel setting dei pazienti trattati con terapia ad alte dosi (18)
(Tabella 7) (Livello di evidenza 3)
Tabella 7 ndash Classi di rischio citogenetico
Altro rischio Rischio standard
Citogenetica Delezione cr 13 Ipodiploidia
Iperdiploidia
FISH Del 17p t(414) t(1416)
t(1114) t(614)
Il sintomo piugrave frequente alla diagnosi rimane in dolore osseo correlato a danno drsquoorgano (lesioni osteolitiche
o a fratturecrolli vertebrali) Nei pazienti con MM sintomatico va avviato il prima possibile il trattamento
sistemico (vedi Trattamento) e avviate le procedure drsquourgenza in caso di situazioni cliniche particolari
(fratture patologiche ipercalcemia e insufficienza renale acuta vedi terapia di supporto)
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3 Mieloma multiplo sintomatico trattamento
Il trattamento egrave indicato nel paziente affetto da MM sintomatico cioegrave con presenza di sintomi e segni
correlati alla patologia (CRAB Tabella 3) Lo scopo del trattamento rimane il controllo della patologia il
miglioramento della qualitagrave della vita e della sopravvivenza che si possono ottenere mediante la
combinazione di trattamenti efficaci con unrsquoadeguata terapia di supporto Lrsquointroduzione dei nuovi farmaci
nel prontuario terapeutico per il MM (come Talidomide Lenalidomide e Bortezomib spesso in
combinazione con desametasone) ha comportato un miglioramento della sopravvivenza sia nei pazienti alla
diagnosi sia alla recidiva della malattia (25) I pazienti con MM sintomatico sono avviati a trattamento di
prima linea e in casi selezionati a successiva terapia di consolidamento intensificato con supporto di cellule
staminali autologhe (ASCT) Il principale criterio dlsquoinclusione per lrsquoASCT egrave rappresentato dallrsquoetagrave del
paziente Generalmente i pazienti con etagrave maggiore di 65 anni sono esclusi dalle procedure trapiantologiche
mentre i pazienti piugrave giovani possono essere avviati allrsquoASCT previa valutazione della funzionalitagrave cardiaca
polmonare renale epatica e lrsquoesclusione di eventuali foci infettivi
In questi pazienti farmaci tossici per il compartimento staminale quali gli alchilanti non dovrebbero essere
somministrati per non compromettere la mobilizzazione e la successiva raccolta di cellule staminali
emopoietiche Pertanto di fronte ad una nuova diagnosi di MM sintomatico la prima valutazione deve
considerare la possibilitagrave di avviare il paziente a ASCT tendendo conto delletagrave della patologie associate e
del PS Peraltro va sottolineato come la presenza di insufficienza renale ed etagrave anagrafica avanzata non sono
controindicazioni assolute a trattamenti intensificati
LINEE GUIDA MIELOMA
14
Nei pazienti di etagrave superiore ai 65 anni gli obbiettivi principali del trattamento sono lrsquoottenimento della
risposta completa al fine di prolungare lrsquointervallo libero da malattia (progression free survival PFS) la
spettanza di vita (overal survival OS) e ridurre il piugrave possibile la tossicitagrave per non inficiare eccessivamente
sulla qualitagrave di vita di una categoria di pazienti considerata piugrave fragile
Per conseguire questi obiettivi la terapia deve essere adeguata non solo alle caratteristiche della malattia ma
anche allrsquoetagrave biologica e al performance status del paziente in tale senso in tutta la storia terapeutica del
paziente con MM molto importante rimane la terapia di supporto che prevede gestione e trattamento delle
complicazioni prevenzione ove possibile e controllocontrollo degli eventuali effetti collaterali del
trattamento
4 Criteri di risposta alla terapia
Una corretta valutazione della risposta egrave essenziale nel trattamento del MM Attualmente vengono applicati i
criteri proposti nel 2006 dall International Myeloma Working Group (IMWG) recentemente revisionati (26)
(tabella 4)
Tabella 4
Categoria di risposta Criteri
SRC (risposta completa stringente)
Remissione completa (vedi criteri di definizione) Normale free Light chain ratio Assenza di plasmacellule clonali (immunofluorescenza
immunoistochimica)
RC (Risposta completa)
Immunofissazione sierica ed urinaria negativa per CM Plasmacellule midollari lt 5 Scomparsa di plasmocitomi se presenti alla diagnosi
VGPR (Very good partial remission)
CM sierica eo urinaria evidenziabile con immunofissazione ma non con
elettroforesi oppure riduzione della CM sierica gt 90 o lt 100 mg24 ore
nelle urine
RP (risposta parziale)
Riduzione della CM gt 50 nel siero e ge90 o lt200 mg24 nelle urine
SD (malattia stabile)
Non criteri per le altre categorie di risposta
LINEE GUIDA MIELOMA
15
5 Terapia di prima linea in pazienti con etagrave gt 65 anni non candidabili a terapie intensificate
Per molti decenni la terapia standard dei pazienti con etagrave gt 65 anni egrave stata la combinazione melfalan-
prednisone (MP) Negli ultimi dieci anni allrsquoassociazione MP sono stati aggiunti i farmaci di nuova
generazione quali talidomide bortezomib e lenalidomide
51 Terapie con Talidomide eo Bortezomib in associazione trials di Fase III
Due studi di fase III condotti in pazienti con etagrave maggiore di 65 anni alla diagnosi hanno comparato
Desametasone somministrato come singolo agente con lrsquoassociazione di Desametasone e Talidomide (TD)
Il tasso di risposta egrave stato maggiore nei pazienti trattati con lrsquoassociazione TD ma anche la tossicitagrave extra-
ematologica (soprattutto neuropatia periferica ed eventi trombotici) (12) Uno studio di fase III piugrave recente
ha confrontato le combinazione TD con MP la combinazione TD consente di ottenere un maggior numero di
risposte e in tempi piugrave brevi rispetto a MP ma con maggior tossicitagrave (sopratutto trombosi e neuropatia) e
conseguente maggiore interruzioni del trattamento (3)
Sei studi randomizzati hanno dimostrato la superioritagrave della combinazione melfalan-prednisone-talidomide
(MPT) rispetto MP (4-9) anche in pazienti con etagrave maggiore di 75 anni (3-4) Tutti hanno evidenziato un
vantaggio di risposta e di sopravvivenza libera da progressione (PFS) dellrsquoMPT rispetto a MP anche se solo
due studi hanno dimostrato un vantaggio di sopravvivenza (OS) con la combinazione MPT(4-5)
probabilmente a causa del diverso impatto dei nuovi agenti sulla terapia di salvataggio al momento della
recidiva (8-9) Infine una recente metanalisi che ha combinato i dati di 1682 trattati con MPT o MP ha
dimostrato un effettivo vantaggio sia di PFS che di OS dellrsquoassociazione MPT rispetto a MP (10) (Livello di
evidenza 1++)
In uno studio randomizzato (MRC Myeloma IX trial) la combinazione di ciclofosfamide Talidomide e
desametasone (CTDa) ha mostrato un tasso di risposta maggiore rispetto a MP senza peraltro vantaggio in
sopravvivenza e con maggiore incidenza di effetti collaterali (tromboembolismo costipazione infezione e
neuropatia) (11) Uno studio internazionale multicentrico e randomizzato (VISTA) ha confrontato la terapia
standard MP con lrsquoassociazione bortezomib-melfalan-prednisone (VMP) in pazienti anziani e non
candidabili ad ASCT Lo studio ha dimostrato un aumento statisticamente significativo nel tasso di risposta
(in particolare di remissione completa CR) e un prolungamento di PFS e OS per il gruppo trattato con
bortezomib (12) (Livello di evidenza 1++) Dopo un follow-up di 5 anni la terapia con VMP ha confermato
un significativo prolungamento dellrsquoOS con una riduzione del rischio di morte pari al 31 (13)
Un confront diretto tra Melfalan Prednisone e Bortezomib (VMP) versus Melfalan Prednisone e
Thalidomide (MPT) non egrave mai stato effettuato Ersquo stata effettuata una meta-analisi indiretta per valutare gli
effetti del VMP versus MPT Non sono state riportate differenze per tutti gli outcomes se non un
significativo beneficio per le risposte complete (RR 234 95 CI 112-490) e gli effetti collaterali di grado
3-4 (RR 053 95 CI 038-073) in favore del VMP (14) Non ci sono certezze sulla superioritagrave di un regime
verso lrsquoaltro un confronto diretto in uno studio randomizzato di fase III egrave necessario
Altri due studi di fase III hanno valutato combinazioni alternative al VMP Il gruppo spagnolo ha confrontato
VMP con bortezomib-thalidomide-prednisone (VTP) come terapia drsquoinduzione e mantenimento con
bortezomib-talidomide versus bortezomib-prednisone (15) Non sono state osservate differenze in termini di
efficacia ma VMP ha dimostrato un miglior profilo di tossicitagrave In uno studio italiano lrsquoassociazione di
bortezomib-melfalan-prednisone-talidomide seguita da un mantenimento con bortezomib-talidomide
(VMPT-VT) ha dimostrato risultati migliori rispetto alla combinazione VMP con un miglior tasso di
risposta un PFS e un OS piugrave lunghi Tuttavia nei pazienti con piugrave di 75 anni di etagrave trattati con MVP-VT non
egrave stato osservato un vantaggio in termini di OS per una maggiore tossicitagrave e di un maggiore tasso di
LINEE GUIDA MIELOMA
16
interruzione di trattamento(16) In entrambi gli studi il bortezomib egrave stato somministrato con frequenza
settimanale con riduzione della tossicitagrave extra-ematologica (neuropatia) senza influire sullrsquoefficacia (17)
Uno studio randomizzato multicentrico di fase III (18) ancora in corso in pazienti anziani alla diagnosi
vengono confrontati tre regimi di trattamento VD (bortezomib-desametasone) vs VTD (bortezomib-
talidomide-desametasone) vs VMP I primi risultati non mostrano differenze nei tassi di risposta o nel PFS
con buona tollerabilitagrave del mantenimento con incremento di risposte in tutti e tre gli schemi di trattamento
Qualitagrave globale
delle evidenze
GRADE Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
Molto bassa
Nei pazienti affetti da mieloma multiplo di etagrave gt65 anni e non
candidabili a terapia ad alte dosi puograve essere utilizzata
lrsquoassociazione VMP (Bortezomib melphalan e prednisone)
La valutazione complessiva della qualitagrave delle evidenze ad
oggi disponibili circa ldquolrsquoefficacia dellrsquoassociazione VMPrdquo la
valutazione del rapporto tra i benefici ed i rischi correlati e la
formulazione della raccomandazione relativa al quesito posto
sono state analizzate secondo metodologia GRADE (vedere
capitolo 10)
Positiva debole
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
A
Nei pazienti con etagrave gt 65 anni o piugrave giovani con comorbiditagrave o
scarso performance status non idonei alla terapia ad alte dosi
in Ideg linea devono essere considerati per una terapia
convenzionale a dose piena che prevede alchilanti cortisone e
nuovi farmaci (MPT VMP) (10-13)
Positiva forte
D Nei Pazienti con etagrave gt75 anni o pazienti con sintomi e segni di
vulnerabilitagrave potrebbero essere valutati per terapie meno
intense eo orali secondo lrsquoopinione del panel Positiva debole
52 Terapie con Lenalidomide in associazione trials di Fase III
Uno studio di fase III randomizzato ha confrontato Lenalidomide con alte e basse dosi di desametasone (RD
vs Rd) come terapia drsquoinduzione in 445 pazienti alla diagnosi (19)(Livello di evidenza 1+) registrando un
vantaggio significativo nella sopravvivenza e nella riduzione del numero di reazioni avverse con
associazione Rd soprattutto nei pazienti anziani Questo studio ha alcune limitazioni non era limitato solo a
pazienti non candidabili a trapianto e lrsquoobiettivo primario era la risposta dopo 4 cicli di induzione
In un altro studio di fase III condotto in 459 pazienti non idonei al trapianto lassociazione melfalan-
prednisone-lenalidomide (di durata stabilita pari a 6 cicli) seguito da lenalidomide di mantenimento (MPR-
R) egrave stata comparata con MPR senza mantenimento e con MP soministrato per 6 cicli Dopo un follow-up
di 30 mesi MPR-R ha ridotto significativamente il rischio di progressione e ha allungato il PFS da 14 a 31
mesi inoltre le risposte sono risultate migliori e numericamente maggiori rispetto a MP Lrsquoimpatto della
terapia di mantenimento con lenalidomide sul PFS egrave stato osservato sia in pazienti etagrave inferiore a 75 anni che
in quelli con piugrave di 75 anni di etagrave (20) (Livello di evidenza 1+) Al momento attuale non sono state riportate
differenze in termini di sopravvivenza globale ed egrave in corso un attento monitoraggio relativamente al rischio
di seconde neoplasie
LINEE GUIDA MIELOMA
17
53 Terapia con Bendamustina in associazione ai nuovi farmaci
Attualmente in Italia la Bendamustina egrave utilizzabile in prima linea in pazienti non candidabili al trapianto e
con neuropatia clinica allrsquoesordio che preclude lrsquoutilizzo di Talidomide o Bortezomib
In letteratura la Bendamustina nel MM egrave stata utilizzata prevalentemente in regimi di combinazione in
pazienti recidivati o refrattariIn prima linea il Gruppo tedesco ( 21) ha randomizzato 131 pz confrontando
Bendamustina a Melphalan entrambe associate a prednisone Tale studio ha ottenuto un maggior tasso di
remissioni complete un prolungamento del TTF (time to treatment failure) e una migliore QoL con tossicitagrave
comparabili fatta eccezione per una maggior percentuale di nausea e vomito nel braccio con Bendamustina
(Livello di evidenza 1-) In seconda linea lo stesso gruppo ha poi testato unrsquo associazione con dosi scalari di
Talidomide (BPT) ottenendo una percentuale di risposte globali di oltre lrsquo80 ( 22) Sempre in seconda linea
interessante egrave la combinazione di Bendamustina con Bortezomib e prednisone (BVD) utilizzata da Ludwig e
coll con ORR del 608 e PFS globale di 97 mesi significativamente piugrave alta in pazienti non pre-trattati
con lenalidomide o bortezomid(23) (Livello di evidenza 3) Inoltre un recente studio di Offidani conferma
buoni risultati ottenuti con BVD con ORR gt70 e mediana di TTP e PFS di 165 e 155 mesi
rispettivamente Tali dati sembrano essere migliori di quelli ottenuti con gli schemi VD e Rd in pazienti
pretrattati con talidomide o bortezomib (24) (Livello di evidenza 3)
I dati attualmente disponibili con queste combinazioni dovrebbero essere confermati in studi controllati di
confronto con gli schemi attualmente approvati nei pazienti recidivati o refrattari
54 Trapianto autologo a ridotta intensitarsquo di condizionamento
Nel setting dei pazienti anziani due studi clinici randomizzati hanno confrontato il trapianto autologo a
ridotta intensitagrave (melfalan 100 mgm2 Mel 100) con la chemioterapia convenzionale con risultati non
sempre concordi
In uno studio egrave stata dimostrata lrsquoefficacia del Mel 100 in termini di OSPFS rispetto a MP in pazienti di etagrave
compresa tra i 50-70 anni (25) (Livello di evidenza 1++) Il secondo trial ha confrontato Mel100 con MP e
MPT (4) in pazienti di etagrave compresa tra i 65 e i 75 anni Lrsquoassociazione MPT ha evidenziato miglior PFS e
OS rispetto a MP e Mel 100 Non sono state osservate differenze significative in termini di outcome tra Mel
100 e MP Questo studio ha dimostrato che nei pazienti anziani i risultati ottenuti con combinazioni
contenenti i farmaci di nuova generazione possono essere piugrave efficaci della terapia ad alte dosi (Livello di
evidenza 1++)
Peraltro 102 pazienti alla diagnosi di etagrave compresa tra 65 e 75 anni sono stati trattati lrsquoassociazione PAD
(bortezomib-doxorubicin-desametasone seguita da Mel 100 mgmq con supporto di cellule staminali
autologhe A seguire era previsto consolidamento con lenalidomide-prednisone seguito da mantenimento
con sola lenalidomide (LP-L) (26) Il tasso di risposta egrave progressivamente cresciuto nelle varie fasi di terapia
(soprattutto la CR) La sopravvivenza globale e la PFS sono risultate paragonabili a quelle ottenute nei
pazienti giovani anche se con maggior tossicitagrave e di tasso di drop-out (Livello di evidenza 3)
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
B
Nei Pazienti di etagrave gt 65 anni o piugrave giovani e lt70 anni in
buone performance status e senza comorbiditagrave rilevanti
potrebbero essere considerati per ASCT a dosi ridotte previa
terapia di induzione con regimi contenenti bortezomib (26)
Positiva debole
LINEE GUIDA MIELOMA
18
Tabella 1 Trattamento del MM alla diagnosi in pazienti anziani (ge 65 anni) Tutte le combinazioni incluse
nella tabella includono farmaci di nuova generazione (Talidomide Lenalidomide e Bortezomib) testati in
studi randomizzati di fase III
Terapie pts Schedula ge PR CR
PFSE
FS
TTP
OS Referenza
TD 145 T 200 mgdie
D 40 mg giorni 1-4 e 15-18 68 2
41 a
16 mesi
61 a 41
mesi Ludwig et al
3
MPT 125
M 025 mgkg giorni 1ndash4
P 2 mgkg giorni 1ndash4
T 400 mggiorno
X 12 cicli di 6 settimane
76 13 50 a
28 mesi
50 a 52
mo Facon et al
4
MPT 113
M 025 mgkg giorni 1ndash4
P 2 mgkg giorno 1ndash4
T 100 mggiorno
X 12 cicli di 6 settimane
62 7 50 a
24 mesi
50 a 44
mesi Hulin et al
5
MPT 60
M 9 mgm2 giorni 1ndash4
P 60 mgm2 giorni 1ndash4
T 100 mggiorno x 8 cicli di 6
settimane seguita da
Talidomide 100 mgdie
58 9
50 a
21
mesi
50 a 26
mesi Beksac et al
6
MPT 182
M 025mgkg giorni 1-4
P 100mggiorni 1-4
Ogni 6 settimane fino a Plateau
T 400mggiorno fino a
Plateau poi ridotta a
200mggiorno fino a
progressione
57 13 50 a
15 mesi
50 a 29
mesi Waage et al
7
MPT 165
M 025 mgkg
P 1 mgkg giorni 1ndash5
T 200 mggiorno x 8 cicli di 4
settimane seguiti da T 50
mggiorno fino a progressione
66 23 67 a
24 mesi
29 a 24
mesi
Wijermans et
al8
MPT 167
M 4mgm2 giorni 1-7
P 40mgm2 giorni 1-7 x 6 cicli
ogni 4 settimane
T 100mggiorno fino a
progressione
76 15 50 a
22 mesi
50 a 45
mesi Palumbo et al
9
RD 223
R 25 mggiorno giorni 1-21
D 40 mg giorni 1-4 9-12 e
17-20 ogni 28 giorni
81 17 63 a
24 mesi
75 a 24
mesi
Rajkumar et
al12
Rd 222
R 25 mggiorno giorni 1-21
d 40 mg nei giorni 1 8 15 e
22 ogni 28 giorni
70 14 65 a
24 mesi
87 a 24
mesi
Rajkumar et
al12
MPR 54
M 018-025 mgkg giorni 1ndash4
P 2 mgkg giorni 1ndash4
R 5-10 mg giorni 1ndash21
X 9 cicli ogni 4 settimane
81 24 92 a
12 mesi
100 a 12
mesi
Palumbo et
al14
MPR-R 152
M 018 mgkg giorni 1ndash4
P 2 mgkg giorni 1ndash4
R10 mg giorni 1ndash21
Per 9 cicli ogni 4 settimane
mantenimento
R10 mggiorno fino a
progressione
77 16 50 a
31 mesi
70 a 36
mesi
Palumbo et
al16
LINEE GUIDA MIELOMA
19
Terapie pts Schedula ge PR CR
PFSE
FS
TTP
OS Referenza
VMP 344
M 9 mgm2 giorni 1ndash4
P 60 mgm2 giorni 1ndash4
V 13 mgm2 giorni
1481122252932 per i primi
4 cicli di 6 settimane giorni
1815 22 per i successivi 5
cicli di 6 settimane
71 30 50 a
22 mesi
41 a 36
mesi
San Miguel et
al17
Maeos et al18
VMP 130
M 9 mgm2 giorni 1ndash4
P 60 mgm2 giorni 1ndash4
V 13 mgm2 giorni
1481122252932 x 1 ciclo
di 6 settimane giorni 1815
22 per i successivi 5 cicli ogni
6 settimane
Mantenimento
V 13 mgm2 giorni 14811
ogni 3 mesi
T 50 mggiorno or P50 mg a
giorni alterni
80 20 50 a
34 mesi
74 a 36
mesi Mateos et al
19
VTP 130
P 60 mgm2 giorno 1ndash4
V 13 mgm2 giorni
1481122252932 per il
primo ciclo (6 settimane)
giorni 1815 22 per i
successivi 5 cicli di 6 settimane
T 100 mg giorno
Maintenance
V 13 mgm2 giorni 14811
ogni 3 mesi
T 50 mggiorno or P50 mg a
giorni alterni
81 28 50 a
25 mesi
65 a 36
mesi Mateos et al
19
VMP 257
M 9 mgm2 giorni 1ndash4
P 60 mgm2 giorni 1ndash4
V 13 mgm2 giorni 1 8 15
22
81 24 41 a
36 mesi
87 a 36
mesi
Palumbo et
al20
VMPT-
VT 254
M 9 mgm2 giorno 1ndash4
P 60 mgm2 giorno 1ndash4
V 13 mgm2 giorno 1 8 15
22
T 50 mg al giorni nei giorni
1ndash42 x 9 cicli ogni 5 settimane
Mantenimento
V 13 mgm2 ogni 15 giorni
T 50 mggiorno
89 38 56 a
36 mesi
89 a 36
mesi
Palumbo et al
20
PR risposta parziale CR risposta completa PFS progression-free survival EFS event-free survival TTP tempo alla
progressione OS sopravvivenza globale TD talidomide-desamethasone MPT melphalan-prednisone-talidomide
VMP bortezomib-melphalan-prednisone VTP bortezomib-thalidomide-prednisone MPR-R melphalan-prednisonse-
lenalidomide seguito da mantenimento con lenalidomide VMPT-VT bortezomib-melphalan-prednisone-thalidomide
seguito da mantenimento con bortezomib-talidomide
LINEE GUIDA MIELOMA
20
Mieloma Multiplo etagrave gt 65 anni Terapia di I linea
Regimi di terapia preferiti
Terapia di prima linea nei
pazienti non candidati ad
ASCT
MelphalanprednisoneBortezomib (VMP)
MelphalanprednisoneTalidomide (MPT)
Bendamustinaprednisone
Altri regimi possibili
MelphalanPrednisonelenalidomide (MPR)
BortezomibDesametasone (VD)
CiclofosfamideprednisoneTalidomide (CTD)
Melphalanprednisone (MP)
Talidomidedesametasone (TD)
Lenalidomidedesametasone (Rd)
MelphalanprednisoneBortezomibtalidomide (VMPT)
Terapia di mantenimento Lenalidomide
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Three Bortezomib-Based Combinations in Elderly Newly Diagnosed Multiple Myeloma Patients Results From
All Randomized Patients in the Community-Based Phase 3b UPFRONT Study Blood (ASH Annual Meeting
Abstracts) Nov 2011 118 478
LINEE GUIDA MIELOMA
22
19 Rajkumar SV Jacobus S Callander NS Fonseca R Vesole DH Williams MEAbonour R Siegel DS Katz M
Greipp PR Eastern Cooperative Oncology GroupLenalidomide plus high-dose dexamethasone versus
lenalidomide plus low-dose dexamethasone as initial therapy for newly diagnosed multiple myeloma an open-
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20 Palumbo A Hajek R Delforge M Kropff M Petrucci MT Catalano J Gisslinger H Wiktor-Jędrzejczak W
Zodelava M Weisel K Cascavilla N Iosava G Cavo M Kloczko J Bladeacute J Beksac M Spicka I Plesner T
Radke J Langer C Ben Yehuda D Corso A Herbein L Yu Z Mei J Jacques C Dimopoulos MA MM-015
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22 Poumlnisch W Rozanski M Goldschmidt H Hoffmann FA Boldt T Schwarzer A Ritter U Rohrberg R Schwalbe
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relapsed or refractory multiple myeloma Blood 2014 Feb 13123(7)985-91
24 Offidani M Corvatta L Maracci L Liberati AM Ballanti S Attolico I Caraffa P Alesiani F Caravita di Toritto
T Gentili S Tosi P Brunori M Derudas D Ledda A Gozzetti A Cellini C Malerba L Mele A Andriani A
Galimberti S Mondello P Pulini S Coppetelli U Fraticelli P Olivieri A Leoni P Efficacy and tolerability of
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25 Palumbo A Bringhen S Petrucci MT Musto P Rossini F Nunzi M Lauta VM Bergonzi C Barbui A Caravita
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26 Palumbo A Gay F Falco P Crippa C Montefusco V Patriarca F Rossini FCaltagirone S Benevolo G
Pescosta N Guglielmelli T Bringhen S Offidani MGiuliani N Petrucci MT Musto P Liberati AM Rossi G
Corradini P Boccadoro M Bortezomib as induction before autologous transplantation followed bylenalidomide
as consolidation-maintenance in untreated multiple myeloma patients J Clin Oncol 2010 Feb 1028(5)800-7
6 Terapia di prima linea nei pazienti lt 65 anni candidabili a trapianto autologo di cellule staminali
Nei pazienti giovani candidati terapia intensificate (ASCT) i ldquonuovi farmacirdquo sono stati incorporati come
terapia drsquoinduzione pre-ASCT e come terapia di consolidamentomantenimento post-ASCT allo scopo di
migliorare lrsquooutcome In particolare nuovi regimi comprensivi di inibitori del proteosoma eo farmaci
immunomodulanti (ImIDs) hanno sostituito la chemioterapia convenzionale come terapia di induzione pre-
trapianto Questi farmaci possono essere variamente combinati tra loro o con farmaci convenzionali a
formare regimi a due-o piugrave farmaci
LINEE GUIDA MIELOMA
23
61 Terapia di induzione pre-trapianto
Lo scopo della terapia di induzione pre-trapianto egrave di ridurre rapidamente la taglia tumorale e lrsquoinfiltrazione
plasmacellulare midollare prima della raccolta delle cellule staminali Lrsquointroduzione dei nuovi farmaci in
questa fase ha comportato lrsquoottenimento di risposte di piugrave elevata qualitagrave (VGPR e CR) rispetto alla
chemioterapia convenzionale che si sono poi tradotte in un miglioramento dellrsquooutcome post-trapianto In
assenza di studi randomizzati di comparazione delle diverse combinazioni tra loro di seguito verranno
riportati i risultati in termini di efficacia e di tossicitagrave dei differenti regimi suddivisi in preferiti e altri
REGIMI DI INDUZIONE PREFERITI
Bortezomib-desametasone
Lassociazione di bortezomib-desametasone (VD) che consente di ottenere un tasso di risposta complessiva
pari al 65 (12) egrave stato comparato in maniera randomizzata allo schema VAD come terapia di induzione pre
trapianto in 482 pazienti (3) Dopo 4 cicli lo schema VD si egrave dimostrata superiore alla VAD apportando un
piugrave alto tasso di VGPR (38 vs 15 rispettivamente) e di CRnCR (15 vs 6 post ASCT
rispettivamente) vantaggio che egrave stato mantenuto anche dopo il primo e secondo trapianto (ge VGPR 68 vs
47 CR-nCR 395 vs 225 rispettivamente) Con un follow-up mediano di 32 mesi egrave stato riscontrato
un trend sulla PFS in favore di VD rispetto a VAD (mediana 36 mesi vs 30 rispettivamente) La maggior
efficacia di VD rispetto a VAD egrave stata confermata anche in pazienti ad alto rischio per la presenza di stadio
ISS elevato o portatori della traslocazione t(414) (4) I risultati di questo studio confermano la capacitagrave di
bortezomib di assicurare un livello piugrave profondo di risposta che peraltro non si traduce in un chiaro
vantaggio in termini di PFS ciograve potrebbe significare che un regime a due farmaci contenente bortezomib
risulta sub-ottimale sugli outcomes a lungo termine(Livello di evidenza 1++)
Bortezomib-desametasone e agenti citotossici
Gli agenti citotossici aggiunti a VD a formare regimi a 3 farmaci sono la doxorubicina e la ciclofosfamide
In uno studio di fase III la combinazione Bortezomib-Doxorubicina-Desametasone (PAD) come induzione
al trapianto autologo egrave stata comparata con la chemioterapia (VAD) seguito poi da una terapia di
mantenimento con Bortezomib o Talidomide (5) Lrsquoultimo aggiornamento dello studio ha mostrato la
superioritagrave della combinazione PAD in termini risposte (CR+nCR) sia dopo la terapia di induzione (11
vs 5 rispettivamente) che dopo il singolo o doppio autotrapianto (30 vs 15 rispettivamente) Nel
braccio di terapia comprensivo di PAD ASCT e mantenimento con bortezomib sono emersi una PFS e OS
significativamente piugrave durature rispetto al VAD seguito da ASCT e mantenimento con talidomide (PFS a 3
anni 36 vs 27 rispettivamente P= 001 OS a 3 anni 78 vs 70 rispettivamente P= 002) (Livello di
evidenza 1++) Il vantaggio di PAD vs VAD si egrave mantenuto anche nei pazienti ad alto rischio (traslocazione
t(414) e di delezione del cromosoma 17p ) (6)
La combinazione ciclofosfamide-bortezomib-desametasone (VCD o CyBorD) consente di ottenere una
risposta complessiva pari al rsquo80-88 con VGPR rate di circa il 50 (7-8) (Livello di evidenza 3)
Bortezomib-desametasone-talidomide
Un ampio studio di fase III condotto su 480 pazienti volto a paragonare il regime VTD con TD come terapia
di induzione prima e consolidamento dopo un doppio ASCT ha documentato come dopo 3 cicli di
induzione lrsquoassociazione VTD fosse superiore a TD in tutte le categorie di risposta (CR+nCR 31 vs 11
ge VGPR 62 vs 28 rispettivamente) (10) Tale superioritagrave si egrave mantenuta anche dopo la terapia ad alte
dosi e al consolidamento (CR+nCR 62 vs 45 ge VGPR 85 vs 68 rispettivamente) La PFS a 3 anni
egrave risultata essere significativamente piugrave lunga per il braccio VTD rispetto a TD (68 vs 56
rispettivamente) (Livello di evidenza 1++) Lo schema di associazione VTD si correla a migliori tassi di
risposta e migliore PFS rispetto a VD o TD in altri due trials randomizzati (11-12) e in altri studi di fase II
(13 14 15) In uno studio il bortezomib era somministrato a dosaggi ridotti (vTD) comportando un minore
rischio di neurotossicitagrave (12) Infine nel protocollo terapeutico Total Therapy 3 (TT3) VTD combinato con
chemioterapia PACE (cisplatino doxorubicina ciclofosfamide e etoposide) era somministrato come terapia
di induzione pre e come consolidamento dopo un doppio ASCT a cui seguiva un mantenimento con VTD
LINEE GUIDA MIELOMA
24
per il primo anno e TD nel secondo e terzo anno(16) Con un follow-up mediano di 39 mesi la PFS e OS a 4
anni sono risultate essere rispettivamente del 71 e del 78 Confrontando il regime TT3 col suo
predecessore TT2in cui non era previsto il bortezomib appare chiaro il vantaggio dello schema VTD in
particolare egrave interessante notare che in questrsquoultimo studio la CR egrave piugrave duratura (2-year sustained CR TT3
92 vs 81 TT2 talidomide arm) e la PFS piugrave prolungata (2-year 84 vs 77 rispettivamente) Inoltre nei
pazienti con malattia ad alto rischio (GEP high risk t(414) positiva) si chiaro registra un trend verso una
OS piugrave lunga nel TT3 vs TT2 sottolineando come lrsquoimpiego di Bortezomib appare in grado di superare la
cattiva prognosi conferita da queste alterazioni
Lenalidomide-desametasone
In un primo studio di fase II la combinazione Len-Dex ha comportato buoni risultati in termini di risposta
con ORR di 91 ge VGPR rate di 56 OS a 3 anni 85 (17) confermati da due studi successivi di fase III
Lo studio di Zonder et al confrontava Len-Dex versus Dex in pazienti candidabili o meno a ASCT
lrsquoaggiunta dellrsquoagente immunomodulatore migliorava sia il rate di risposta (ge PR 85 vs 51 e CRnCR
22 vs 4 p=0001 rispettivamente) che la PFS (77 vs 55 p=0002 rispettivamente) ma non la OS
(93 vs 91 rispettivamente) La combinazione Len-Dex determinava un elevata incidenza di neutropenia
di grado 3-4 (135 vs 24 p=001 rispettivamente) e di complicanze infettive (38 vs 23 p=0003
rispettivamente) (18) Il secondo trial randomizzato del gruppo ECOG era volto a paragonare lrsquoassociazione
di Lenalidomide con alte (RD) o basse (Rd) dosi di Desametasone
La maggiore tossicitagrave ottenuta e la maggiore mortalitagrave precoce (tromboembolismo venoso TEV 184 vs
55 mortalitagrave 5 vs 05 rispettivamente) ha comportato riduzione della sopravvivenza globale nel
braccio RD soprattutto nei pazienti con etagrave superiore a 65 anni (19) Entrambi questi studi erano rivolti a
pazienti di tutte le etagrave non solo a pazienti candidabili a chemioterapia ad alte dosi alcuni pazienti su
decisione volontaria procedevano al trapianto autologo di cellule staminali mentre altri proseguivano la
terapia fino a progressioneintolleranza Per tale motivo non possiamo considerare questi studi pur se di fase
III come fortemente rappresentativi dellrsquoefficacia di regimi di induzione contenenti lenalidomide-
desametasone pre trapianto (Livello di evidenza 1++)
Ersquo stato riportato come una prolungata esposizione a lenalidomide comporti una ridotta mobilizzazione e
raccolta di cellule staminali CD34+ (20) Per tale motivo le raccomandazioni dellrsquoInternational Myeloma
Working group (IMWG) suggeriscono di effettuare la mobilizzazione delle cellule staminali precocemente
dutrante il trattamento di induzione con Lenalidomide (entro i primi quattro cicli ) (21)
Una profilassi antitrombotica egrave raccomandata in pazienti che ricevono RD come terapia di prima linea (22)
Inoltre essendo lrsquoescrezione del farmaco egrave prevalentemente renale il dosaggio della lenalidomide va
aggiustato sulla base della clearance della creatinina
Lenalidomide-desametasone-bortezomib
In considerazione dellrsquoelevata efficacia di Bortezomib Lenalidomide e Desametasone come agenti singoli egrave
stata introdotta lrsquoassociazione RVD per sfruttarne lrsquoazione sinergica Un primo studio multicentrico di fase
III volto a testare efficacia e sicurezza del regime RVD nella malattia di nuova diagnosi in pazienti
candidabili o meno allrsquoASCT dimostrava che tale combinazione risulta ben tollerata con bassa incidenza di
TEV e neuropatia (G3 3 per entrambe) Dopo 4 cicli il tasso di risposta di buona qualitagrave ( ge nCR e
VGPR) era del 6 e 11 rispettivamente tuttavia queste risposte incrementavano progressivamente
proseguendo la terapia fino a un massimo di 8 cicli e durante la fase di mantenimento con un 100 di ORR
e un 52 di CRnCR(23)
In uno studio di fase II lrsquoassociazione RDV in induzione del consentiva di ottenere una risposta globale del
97 ( ge VGPR 54 CR 16 e sCR 13) (24)
Lo studio di fase II EVOLUTION ha comparato prospetticamente RVD con VCD con due dosaggi di
ciclofosfamide (VCD e VCD modified) e un regime a quattro farmaci in cui RVD era addizionato con la
ciclofosfamide (RVDC) i pazienti candidati a ASCT ricevevano solo 4 cicli di terapia di induzione gli altri
invece effettuavano 8 cicli seguita poi da un mantenimento con 4 cicli di Bortezomib in somministrazione
monosettimanale (25) VDRC ha evidenziato maggior tossicitagrave rispetto agli altri schemi senza peraltro un
significativo vantaggio in termini di riposte ottenute (ge VGPR e CR VDRC vs RVD vs VCD vs VCD
modified 58 51 41 53 e 25 24 22 e 47 rispettivamente)
LINEE GUIDA MIELOMA
25
Unrsquoaltra combinazione esplorata egrave stata RVD addizionata con doxorubicina liposomiale pegilata dopo
mediamente 4 cicli il rate di CR + nCR e ge VGPR sono risultati essere pari al 30 e 58 rispettivamente
(26)
ALTRI REGIMI DI INDUZIONE
Talidomide-desametasone
Talidomide-desametasone (TD) egrave stato il primo regime ad essere impiegato in alternativa alla chemioterapia
convenzionale VAD come terapia di induzione pre ASCT TD si egrave dimostrata migliore del VAD in termini di
ORR e ge VGPR rate PFS ma non di OS post ASCT in uno studio retrospettivo case match e in uno studio
prospettico (27) Livello di evidenza 2++)
Inoltre un ampio studio di fase III ha cevidenziato la superioritagrave dellrsquoassociazione TD rispetto al
desametasone utilizzato agente singolo con un ORR di 63 contro 41-46 rispettivamente prolungando il
TTP (23 mesi vs 65 mesi rispettivamente) ma non la OS probabilmente per la maggior tossicitagrave evidenziata
della combinazione (maggior numero di eventi avversi di grado 3-4 in particolare TEV ictus infarto
miocardico acuto) in assenza di unrsquoadeguata profilassi antitrombotica (29) Il rate di risposte complete con
TD resta tuttavia basso pari al 4-10 In due ulteriori studi TD egrave stato incorporato al doppio ASCT e
somministrato dallrsquoesordio fino al secondo ASCT (30) oppure fino a ricadutaprogressione di malattia (31)
Lrsquoaggiunta di TD ha comportato un incremento di risposte di buona qualita del PFS e in uno studio anche
della sopravvivenza globale rispetto al doppio ASCT senza talidomide
Nello studio che prevedeva il mantenimento con talidomide tuttavia si sono verificati numerosi eventi
avversi in particolare eventi trombotici e polineuropatia che hanno portato alla discontinuazione del
farmaco nel 30 e 60 dei pazienti dopo 2 e 4 anni rispettivamente
Talidomide-desametasone e agenti citotossici
In diversi studi sono state testate varie associazioni di Talidomide con agenti chemioterapici tradizionali
quali Talidomide-Desametasone-Doxorubicina (TAD) e Talidomide-Desametasone-Ciclofosfamide (CTD)
In uno studio di fase III (32) la combinazione TAD comportava un incremento di rispostedi buona qualitagrave
rispetto al VAD (ge VGPR 37 vs 18) che veniva mantenuta dopo ASCT (54 vs 44 rispettivamente)
La PFS mediana del braccio TAD e mantenimento con Talidomide egrave risulta pari a 34 mesi rispetto a 2 mesi
per coloro che ricevevano VAD e un mantenimento con interferone In uno studio di fase III lrsquoassociazione
CTD si egrave dimostrata superiore al VAD+ciclofosfamide ottenendo una maggir percentuale di risposte
complete sia prima che dopo ASCT (pre 19 vs 9 post 51 vs 40 rispettivamente) (33)
Mieloma Multiplo etagrave lt 65 anni Terapia di I linea
Regimi di terapia preferiti
Terapia di induzione pre- trapianto autologo
Bortezomib+talidomide+desametasone ( studi di fase 3) Bortezomib + desametasone (studi fase 3) Bortezomib + desametasone+ doxorubicina liposomiale (studi fase 3) Bortezomib + lenalidomide + desametasone (studi di fase 3) lenalidomide+desametasone ( studi di fase 3)
Altri regimi possibili
Bortezomib + ciclofosfamide+desametasone ( studi di fase 2 e retrospettivi) Talidomide + desametasone (studi fase 2 e 3) Talidomide + desametasone + doxorubicina (studi fase 3) Talidomide + ciclofosfamide + desametasone (studi fase 3)
LINEE GUIDA MIELOMA
26
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
A Nella fase di induzione tutti i pazienti devono ricevere un
trattamento comprendente i nuovi farmaci e non solo
chemioterapici (35) Positiva forte
A
I regimi di induzione contenenti bortezomib sembrano
essere i piugrave rapidi ed efficaci In particolare il miglior
bilancio tra efficacia e tossicitagrave sembra appartenere alle
triplette di farmaci (bortezomib desametasone e IMiDs o
chemioterapia) (24-32-33) Lrsquoassociazione di Talidomide e Desametasone (TD) appare
un regime sub-ottimale pur mantenendo una certa
efficacia(10)
Positiva forte
D (Parere di esperti)
Il numero di cicli di induzione raccomandati egrave 3-4 33) Positiva debole
D (Parere di esperti)
La raccolta delle cellule staminali dovrebbe essere
effettuata entro 4 cicli di induzione (33) Positiva debole
B Sia bortezomib sia talidomide possono essere impiegati
senza prevedere una tossicitagrave aggiuntiva nei pazienti in
insufficienza renale eo dialisi (34) Positiva debole
D (Parere di esperti)
I pazienti trattati con Bortezomib dovrebbero ricevere una
profilassi antivirale con acyclovir (33) Positiva debole
62 Terapia di consolidamento e mantenimento post trapianto
La terapia di consolidamento ha lrsquoobiettivo di migliorare ulteriormente la risposta ottenuta con le alte dosi si
basa quindi su di un regime terapeutico molto efficace somministrato per un breve periodo di tempo per
ridurne al minimo la tossicitagrave Il consolidamento puograve essere effettuato con un secondo trapianto autologo
che offre particolare beneficio ai pazienti che non hanno ottenuto almeno una VGPRnCR dalla prima
procedura trapiantologica In seguito allrsquointroduzione dei ldquonuovi farmacirdquo nellrsquoarmamentario terapeutico del
MM sono stati sperimentati regimi di consolidamento comprensivi di Talidomide Bortezomib e
Lenalidomide Lrsquoimpiego di bortezomib e lenalidomide come agenti singoli dopo ASCT ha determinato un
miglioramento del rate di CR e CR+nCR compreso tra il 10-30 (34-35) Lo schema VTD si egrave dimostrato
molto efficace come consolidamento permettendo di migliorare la risposta inducendo anche risposte
molecolari (36) e in paragone a TD prolungando la PFS Tuttavia lrsquoassegnazione a TD o VTD in questo
studio non era randomizzata ma seguiva lrsquoassegnazione randomizzata iniziale nei due bracci come terapia di
induzione pre-trapianto (37) (livello di evidenza 2++)
La terapia di mantenimento egrave finalizzata invece a conservare nel tempo la risposta ottenuta a prolungare la
PFS e lrsquoOS senza alterare in modo significativo la qualitagrave di vita consiste in un trattamento a bassi dosaggi per un periodo di tempo prolungato (alcuni anni) In assenza di alternative fino a 10 anni fa circa le
uniche possibilitagrave erano rappresentate dallrsquointerferone e dallo steroide tali terapie risultavano perograve
molto tossiche e assai poco efficaci nel raggiungere gli obiettivi sopracitati In studi randomizzati
lrsquoimpiego di Talidomide come terapia di mantenimento post ASCT ha evidenziato un beneficio in
termini di PFS (3132 38-41) e in due di questi associata allo steroide anche di OS (38-40)
LINEE GUIDA MIELOMA
27
Il vantaggio in OS veniva perso se talidomide era anche parte della terapia di induzione (31 32 39) Inoltre
sembra che la prolungata esposizione a talidomide possa far emergere cloni resistenti e che tale agente sia
inefficace in pazienti portatori di alterazioni citogenetiche (42) Il problema principale relativo allrsquoimpiego di
talidomide come terapia di mantenimento a lungo termine riguarda la sua neurotossicitagrave che comporta una
percentuale di discontinuazione del farmaco fino al 60 (42)
Lenalidomide in considerazione dellrsquoassenza di neurotossicitagrave appare indicata come terapia di
mantenimento post ASCT Due studi randomizzati indipendenti hanno recentemente mostrato un vantaggio
in termini di PFS con lrsquoimpiego di lenalidomide rispetto a placebo dopo singolo o doppio ASCT (43 44) e
uno dei due anche un vantaggio in OS (44) (livello di evidenza 1++) In entrambi gli studi nei pazienti che
assumevano Lenalidomide egrave emerso un incrementato rischio di seconde neoplasie (SPMs) nellrsquoordine del
7 in tal senso saranno necessari un follow-up piugrave prolungato eulteriori studi per definire meglio i fattori di
rischio per le SPMs e la loro incidenza
Pochi e non conclusivi dati esistono sulla terapia di mantenimento con bortezomib essendo inoltre di non
poco rilievo il problema della via di somministrazione endovenosa e la neurotossicitagrave In tal senso potragrave
avere un certo rilievo la prossima del disponibilitagrave bortezomib per via sottocutanea che comporta una
significativa riduzione del rischio di incidenza della neurotossicitagrave iatrogena (45)
Terapia di Mantenimentoconsolidamento
Regimi terapeutici (studi fase 2 e fase 3)
Terapia di consolidamento
post- trapianto autologo
Bortezomib + desametasone (studi fase 3) Bortezomib+talidomide+desametasone ( studi di fase 3) Bortezomib + lenalidomide + desametasone (studi di fase 2) lenalidomide+desametasone ( studi di fase 3)
Terapia di mantenimento
post trapianto autologo
Talidomide (studi fase 3) Lenalidomide (studi fase 3) Bortezomib (studi fase 3)
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
D
La terapia di consolidamento e di mantenimento post
ASCT con i nuovi farmaci dovrebbe avvenire solo nel
contesto di studi clinici (i dati dei diversi studi sono
ancora poco solidi e richiedono un follow-up piugrave
prolungato)(33)
Studi clinici
63 Terapia ad alte dosi con supporto di progenitori emopoietici autologhi
Sono passati quasi 30 anni dalla prima segnalazione dellrsquoefficacia delle alte dosi di melphalan nel MM (47)
Da allora ASCT egrave diventata la terapia di riferimento nel paziente giovane affetto da MM alla diagnosi
Il trapianto autologo consente di ottenere elevati tassi di risposte complessive e attualmente rimane il
trattamento di riferimento per i pazienti eleggibili Alcuni studi randomizzati (vedi Tabella 1) condotti su
pazienti alla diagnosi evidenziano la superioritagrave del trapianto rispetto alla terapia convenzionale nel paziente
con MM con etagrave inferiore a 65 anni (Livello di evidenza 1++)
LINEE GUIDA MIELOMA
28
Tabella 1 Studi controllati- randomizzati terapia convenzianale vs terapia ad alte dosi
Trial Ndeg pts EFS
(median months) OS
(median months) References
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MRC CT 200 32 20
Child et al (2003) ASCT 201 54 months 42
MAG91 CT 91 13 64 Fermand et al
(1998) ASCT 94 39 65
PETHEMA CT 83 34 67
Blade et al (2001) ASCT 81 43 67
CT Chemioterapia convenzionale ndash ASCT terapia ad alte dosi
EFS event-free survival OS overall survival
Da rilevare peraltro che lrsquointroduzione dei nuovi farmaci negli schemi di induzione non solo ha deteminato
un miglioramento delle risposte globali pretrapianto ma ha consentito di implementare il numero di risposte
di buona qualitagrave dopo il trapianto (48 -51)
Circa un confronto diretto tra nuovi farmaci e la terapia trapiantologica abbiamo a disposizione pochi dati di
letteratura Il gruppo GIMEMA ha concluso uno studio su 402 pazienti affetti da mieloma multiplo in prima
diagnosi e randomizzati a ricevere dopo 4 cicli di lenaidomide-desametasone o un doppio trapianto
autologo (MEL 200) o altri 6 cicli di terapia con melphalan-prednisone-lenalidomide Questo studio ha
riportato un significativo aumento in PFS ma non in OS per il braccio trapiantologico (52)
In un secondo studio 389 pazienti sono stati trattati in induzione con lenelidomide+basse dosi di
desametasone e successivamente randomizzati a ricevere CRD (ciclofosfamide lenalidomide desametasone)
o doppio trapianto autologo (MEL200) In questo trial la PFS a 2 anni egrave risultata migliore per il braccio
trapiantologico( 62 vs72)(53) Analoghi studi sono attualmente in corso
Mobilizzazione cellule staminali
La sorgente delle cellule staminali egrave quasi esclusivamente il sangue periferico le cellule staminali infatti
vengono prelevate da sangue periferico con una o piugrave procedure aferetiche previa terapia di mobilizzazione
Il farmaco maggiormente utilizzato ai fini della mobilizzazione egrave la ciclofosfamide a dosi medio alte (2-4
gmq) in combinazione con lenograstim (5-10 mcgKgdie) Altri regimi di mobilizzazione riportati in
letteratura oltre allrsquoutilizzo del solo fattore di crescita emopoietico sono la citosina arabinoside la
vinorelbina e diversi schemi di polichemioterapia Il numero minimo di cellule CD34 necessarie per
effettuare la procedura trapiantologica e pari a 2 x106 kg
Lrsquoutilizzo di cellule staminali selezionate o la tecnica del purging del prodotto aferetico non ha comportato
una riduzione del rischio di recidiva (54) e pertanto non egrave consigliato
Singolo vs Tandem
Si parla di doppio trapianto (tandem) qualora una seconda procedura venga effettuata entro 6 mesi dalla
prima Diversi trials randomizzati hanno indagato lrsquoutilitagrave di un secondo autotrapianto e una metanalisi del
2009 avrebbe evidenziato una superioritagrave del doppio autotrapianto sul singolo in termini di tasso di risposta e
EFS (20 vs 10) ma non di OS (55) Uno studio conferma un beneficio a lungo termine della doppia
procedura (56) mentre in altri due studi viene dimostrato che i pazienti che beneficiano maggiormente del
secondo trapianto sono quelli che non ottengono almeno una VGPR con il primo trapianto (56 ndash 57) In
particolare nello studio IFM94 389 pazienti alla diagnosi venivano randomizzati a ricevere singolo (MEL
140+TBI) o doppio autologo (MEL 140 - MEL 140+TBI) Gli autori hanno dimostrato un aumento di OS
stimata a 7 anni per il doppio autologo e in unrsquoanalisi di sottogruppi hanno riscontrato che i pazienti che
beneficiavano maggiormente del doppio autologo erano quelli che non ottenevano almeno una VGPR entro
tre mesi dalla prima procedura (57) Analoghe conclusioni sono emerse da uno studio italiano dove veniva
utilizzato come regime di condizionamento MEL 200 (58) (Livello di Evidenza 1++)
LINEE GUIDA MIELOMA
29
Critiche a questi studi sono lrsquoutilizzo di una minor dose cumulativa di MEL nel braccio del trapianto singolo
nello studio del gruppo francese e per entrambi la bassa potenza degli studi per valutare il ruolo del doppio
trapianto nei pazienti che ottengono una CR o almeno una VGPR dopo la prima procedura
Una revisone sistematica pubblicata nel 2012 per stabilire il vantaggio di un doppio trapianto autologo
rispetto al singolo ha concluso che non vi sono dati sufficienti per una decisione definitiva considerando che
sono stati riscontrati bias negli studi pubblicati e che i trial non comprendevano ancora i nuovi farmaci
attualmente a disposizione (59)
Il ruolo del secondo autotrapianto potrebbe essere messo in discussione da studi randomizzati in corso che
paragonano consolidamento con nuovi farmaci e trapianto autologo nel frattempo il II trapianto dovrebbe
essere offerto ai pazienti che non hanno ottenuto una risposta completa dopo il primo trapianto riservando
tale opzione terapeutica agli altri pazienti in occasione delleventuale recidiva di malattia
Condizionamento
Il regime di condizionamento per il trapianto autologo nel MM rimane il Melphalan ad alte dosi (200
mgmq) Tale dosaggio viene ridotto nei pazienti con insufficienza renale (con GFRlt 30 mlmin) e in dialisi
in cui la somministrazione a 200 mgmq comporta un incremento di tossicitagrave e di mortalitagrave correlata alla
procedura (60) Un incremento del dosaggio di melphalan (220-300 mg anche in associazione ad Amifostina)
ha evidenziato un miglioramento della PFS ma con un notevole incremento della tossicitagrave (61-62) mentre
lassociazione con Total-body irradiation (TBI) non comporta nemmeno miglioramento del PFS (63) (Livello
di evidenza 4) per cui attualmente lo standard egrave Melphalan 200mgmq (64 )
Anche nel contesto del condizionamento al trapianto sono stati inseriti i nuovi farmaci (Melphalan 140
mgmq + Bortezomib) con risultati promettenti in termini di risposta (gtVGPR 70 con RC 30) anche se
il follow-up egrave troppo breve per valutarne lrsquoimpatto sulla sua durata (65)
64 Trapianto allogenico
In relazione alletagrave media avanzata alla diagnosi e alla disponibilitagrave di un donatore familiare sono pochi i
pazenti affetti da MM potenzialmente candidabili ad una procedura di trapianto allogenico
Il trapianto allogenico mieloablativo correla con miglioramneto dellrsquo intervallo libero da malattia (tra 22-
36) anche se il suo ruolo nel trattamento del MM appare controverso dato lelevato tasso di mortalitagrave
correlata alla procedura (Transplant related mortality TRM) che varia tra 34-54 nei diversi studi
Fattori prognostici negativi per il trapianto allogenico mieloablativo sono un precedente ASCT un lungo
intervallo tra la diagnosi e il trapianto e il mismacht di sesso tra donatore e ricevente (66-67)
Per ridurre la TRM e permettere di estendere lrsquoindicazione ad un maggior numero di pazienti con MM alla
diagnosi egrave stato sperimentato il trapianto allogenico a condizionamento ridotto (RIC) Diversi studi in
letteratura evidenziano la fattibilitagrave di tale approccio anche nei pazienti piugrave anziani con una TRM lt20 In
questo particolare setting rimane elevata lincidenza di GvHD cronica recentemente riportato fino al 74
dei pazienti trattati (68) Anche se la sopravvivenza globale a 5 anni risulta circa del 60 sono segnalate
recidive di malattia (spesso extramidollari) anche dopo 5 anni dal trapianto
Uno studio prospettico (69) ha riportato una miglior OS per i pazienti sottoposti allrsquoallotrapianto non
mieloablativo dopo un trapianto autologo rispetto al doppio autotrapianto mentre altri studi non hanno
confermato tale dato (vedi tabella 2) Secondo le raccomandazioni del gruppo Europeo il trapianto
allogenico puograve essere considerato per i pazienti giovani ad alto rischio che accettino il tasso di mortalitagrave
correlato alla procedura e la natura sperimentale del trattamento (74)
LINEE GUIDA MIELOMA
30
Tabella2 studi randomizzati tandem autologo vs tandem auto-allotrapianto nel MM alla diagnosi
Pts RC () EFS (mesi) OS (Mesi) P
IFM (70) 166 vs 46 37vs 55 25 vs 21 57 vs 41 NS
GIMEMA (69) 82 vs 80 26 vs 55 33 vws 37 64 vs NR S
PETHEMA (71) 82 vs 25 11 vs 40 20 vs 26 58 vs 60 NS
HOVON (72) 101 vs 115 42 vs 45 34 vs 39 63 vs 56 NS
EBMT (73) 250 vs 110 41 vs 52 15 vs 36 50 vs 65
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
A
ASCT deve essere parte integrante del programma
terapeutico del paziente affetto da MM di etagrave inferiore
uguale a 65 anni con adeguato performance status (tabella 1)
Positiva forte
D ASCT potrebbe essere eseguito anche in pazienti con eta
compresa tra 65 e 70 anni in assenza di patologie
associate(64) Positiva debole
B
Il regime di condizionamento al trapianto consiste nel
Melphalan 200 mgmq con riduzione di dose (140 mgmq)
in caso di alterazione della funzione renale o nei pazienti
con etagrave gt65 anni (60 64)
Positiva debole
B
Il Tandem ASCT attualmente non puograve essere considerato lo
standard il secondo trapianto infatti dovrebbe essere
riservato ai pazienti che non ottengono una risposta
superiore alla VGPR dopo la prima procedura
trapiantologica (59) Nei pazienti in cui la seconda procedura egrave invece indicata
questa deve essere effettuata dopo 3 e non oltre i 6 mesi dal
precedente trattamento ad alte dosi (57)
Negativa debole
C
Il trapianto allogenico mieloablativo da donatore familiare
HLA identico puograve essere considerato solo nei pazienti di etagrave
lt 40 anni responsivi alla terapia di prima linea e solo
nellrsquoambito di trials clinici(74) Il Trapianto allogenico a condizionamento ridotto (RIC) egrave
proponibile a pazienti ad alto rischio dopo ASCT solo
nellambito di studi clinici controllati
Studi clinici
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and dexamethasone as induction regimen before autologous stem cell transplantation in younger patients with
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2 Harousseau JL Attal M Leleu X Troncy J Pegourie B Stoppa AM Hulin C Benboubker L Fuzibet JG
Renaud M Moreau P Avet-Loiseau H Bortezomib plus dexamethasone as induction treatment prior to
autologous stem cell transplantation in patients with newly dignosed multiple myeloma results of an IFM phase
II study Haematologica 2006911 498-1505
LINEE GUIDA MIELOMA
31
3 Harousseau JL Attal M Avet-Loiseau H Marit G Caillot D Mohty M Lenain P Hulin C Facon T Casassus
P Michallet M Maisonneuve H Benboubker L Maloisel F Petillon MO Webb I Mathiot C Moreau P
Bortezomib plus dexamethasone is superior to vincristine plus doxorubicin plus dexamethasone as induction
treatment prior to autologous stem-cell transplantation in newly diagnosed multiple myeloma results of the IFM
2005-01 phase III trial J Clin Oncol 2010 28 4621-4629
4 Avet-Loiseau H Leleu X Roussel M Moreau P Guerin-Charbonnel C Caillot D Marit G Benboubker L
Voillat L Mathiot C Kolb B Macro M Campion L Wetterwald M Stoppa AM Hulin C Facon T Attal M
Minvielle S Harousseau JL Bortezomib plus dexamethasone induction improves outcome of patients with
t(414) myeloma but not outcome of patients with del(17p) J Clin Oncol 2010 28 4630-4634
5 Sonneveld P Schmidt-Wolf IG van der Holt B El Jarari L Bertsch U Salwender H Zweegman S Vellenga E
Broyl A Blau IW Weisel KC Wittebol S Bos GM Stevens-Kroef M Scheid C Pfreundschuh M Hose D
Jauch A van der Velde H Raymakers R Schaafsma MR Kersten MJ van Marwijk-Kooy M Duehrsen U
Lindemann W Wijermans PW Lokhorst HM Goldschmidt HM Bortezomib induction and maintenance
treatment in patients with newly diagnosed multiple myeloma results of the randomized phase III HOVON-65
GMMG-HD4 trial J Clin Oncol 2012 Aug 2030(24)2946-55
6 Neben K Lokhorst HM Jauch A Bertsch U Hielscher T van der Holt B Salwender H Blau IW Weisel K
Pfreundschuh M Scheid C Duumlhrsen U Lindemann W Schmidt-Wolf IG Peter N Teschendorf C Martin H
Haenel M Derigs HG Raab MS Ho AD van de Velde H Hose D Sonneveld P Goldschmidt H
Administration of bortezomib before and after autologous stem cell transplantation improves outcome in
multiple myeloma patients with deletion 17p Blood 2012119(4)940-8
7 Reeder CB Reece DE Kukreti V Chen C Trudel S Hentz J Noble B Pirooz NA Spong JE Piza JG Zepeda
VH Mikhael JR Leis JF Bergsagel PL Fonseca R Stewart AK Cyclophosphamide bortezomib and
dexamethasone induction for newly diagnosed multiple myeloma high response rates in a phase II clinical trial
Leukemia 2009 23 1337-1341
8 Uttervall K1 Admasie J Alici E Lund J Liwing J Aschan J Barendse M Deneberg S Mellqvist UH Carlson
K Nahi H A combination regimen of bortezomib cyclophosphamide and betamethasone gives quicker better
and more durable response than VADCyBet regimens results from a Swedish retrospective analysis Acta
Hematologica 2013 130 (1) 7-15
9 Wang M Giralt S Delasalle K Handy B Alexanian R Bortezomib in combination with thalidomide-
dexamethasone for previously untreated multiple myeloma Haematology 200712235-239
10 Cavo M Tacchetti P Patriarca F Petrucci MT Pantani L Galli M Di Raimondo F Crippa C Zamagni E
Palumbo A Offidani M Corradini P Narni F Spadano A Pescosta N Deliliers GL Ledda A Cellini C
Caravita T Tosi P Baccarani M GIMEMA Italian Myeloma Network Bortezomib with thalidomide plus
dexamethasone compared with thalidomide plus dexamethasone as induction therapy before and consolidation
therapy after double autologous stem-cell transplantation in newly diagnosed multiple myeloma a randomised
phase 3 study Lancet 2010376(9758)2075-2085
11 Rosintildeol L Oriol A Teruel AI Hernaacutendez D Loacutepez-Jimeacutenez J de la Rubia J Granell M Besalduch J Palomera
L Gonzaacutelez Y Etxebeste MA Diacuteaz-Mediavilla J Hernaacutendez MT de Arriba F Gutieacuterrez NC Martiacuten-Ramos
ML Cibeira MT Mateos MV Martiacutenez J Alegre A Lahuerta JJ San Miguel J Bladeacute J Programa para el
Estudio y la Terapeacuteutica de las Hemopatiacuteas MalignasGrupo Espantildeol de Mieloma (PETHEMAGEM) group
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multiple myeloma a randomized phase 3 PETHEMAGEM study Blood 2012 Aug 23120(8)1589-96
12 Moreau P Avet-Loiseau H Facon T Attal M Tiab M Hulin C Doyen C Garderet L Randriamalala E Araujo
C Lepeu G Marit G Caillot D Escoffre M Lioure B Benboubker L Peacutegourieacute B Kolb B Stoppa AM Fuzibet
JG Decaux O Dib M Berthou C Chaleteix C Sebban C Traulleacute C Fontan J Wetterwald M Lenain P Mathiot
C Harousseau JL Bortezomib plus dexamethasone versus reduced-dose bortezomib thalidomide plus
dexamethasone as induction treatment before autologous stem cell transplantation in newly diagnosed multiple
myeloma Blood 2011118(22)5752-5758
13 Kaufman JL Nooka A Vrana M Gleason C Heffner LT Lonial S Bortezomib thalidomide and
dexamethasone as induction therapy for patients with symptomatic multiple myeloma Cancer 2010 116 3143-
3151
14 Besinger W Jagannath S Vescio R Camacho E Wolf J Irwin D Capo G McKinley M Potts P Vesole DH
Mazumder A Crowley J Becker P Hilger J Durie BG Phase 2 study of two sequential three-drug combinations
containing bortezomib cyclophosphamide and dexamethasone followed by bortezomib thalidomide and
dexamethasone as frontline therapy for multiple myeloma Br J Hematol 2010 148 562-68
15 Ludwig H Viterbo L Greil R Masszi T Spicka I Shpilberg O Hajek R Dmoszynska A Paiva B Vidriales
MB Esteves G Stoppa AM Robinson D Jr Ricci D Cakana A Enny C Feng H van de Velde H Harousseau
JL Randomized phase II study of bortezomib thalidomide and dexamethasone with or without
LINEE GUIDA MIELOMA
32
cyclophosphamide as induction therapy in previously untreated multiple myeloma J Clin Oncol 2013 Jan
1031(2)247-55
16 Pineda-Roman M Zangari M Haessler J Anaissie E Tricot G van Rhee F Crowley J Shaughnessy JD Jr
Barlogie B Sustained complete remission in multiple myeloma linked to bortezomib in total therapy 3
comparison with total therapy 2 Br J Haematol 2008140625-634
17 Rajkumar SV Hayman SR Lacy MQ Dispenzieri A Geyer SM Kabat B Zeldenrust SR Kumar S Greipp PR
Fonseca R Lust JA Russell SJ Kyle RA Witzig TE Gertz MA Combination therapy with lenalidomide plus
dexamethasone (revdex) for newly diagnosed myeloma Blood 20051064050-4053
18 Zonder JA Crowley J Hussein MA Bolejack V Moore DF Whittenberger BF Abidi MH Durie B and
Barlogie B et al Superiority of lenalidomide plus high-dose dexamethasone (HD) compared to HD alone as
treatment of newly diagnosed multiple myeloma result of the randomized double-blind placebo-comtrolled
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19 Rajkumar SV Jacobus S Callander NS Fonseca R Vesole DH Williams ME Abonour R Siegel DS Katz M
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lenalidomide plus low-dose dexamethasone as initial therapy for newly diagnosed multiple myeloma an open-
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42
21 Kumar S Giralt S Stadtmauer EA Harousseau JL Palumbo A Bensinger W Comenzo RL Lentzsch S
Munshi N Niesvizky R San Miguel J Ludwig H Bergsagel L Blade J Lonial S Anderson KC Tosi P
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22 Palumbo A Rajkumar SV Dimopoulos MA Richardson PG San Miguel J Barlogie B Harousseau J Zonder
JA Cavo M Zangari M Attal M Belch A Knop S Joshua D Sezer O Ludwig H Vesole D Bladeacute J Kyle R
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24 Roussel M Avet-Loiseau H Moreau P Huynh A Benboubker L Hulin C Marit G Leleu X Pegourie B
Fruchart C Caillot D Stoppa AS Facon T Harousseau JL and Attal M Frontline therapy with bortezomib
lenalidomide and dexamethasone (VRD) fllowed by autologous stem cell transplantation VRD consolidation
and lenalidomide maintenance in newly diagnosed multiple myeloma pateints primary results of the IFM 2008
phase II study Blood 2010 abs 624
25 Kumar S Flinn I Richardson PG Hari P Callander N Noga SJ Stewart AK Turturro F Rifkin R Wolf J
Estevam J Mulligan G Shi H Webb IJ Ra SV Randomized multicenter phase 2 study (EVOLUTION) of
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26 Jakuboviak AJ Reece DE Hofmeister CC Lonial S Zimmerman TM Campagnaro EL Schlossman RL
Laubach J Raje N Anderson T Griffith K Hill M Harvey C Dollard AM Wear S Barrickman J Tendler C
Esseltine DL Kelley SL Kaminski MS Anderson KC and Richardson PG Lenalidomide bortezomib
pegylated liposomial doxorubicin and dexamethasone in newly diagnosed multiple myeloma updated results of
phase III MMRC trial Blood 2009 114 abs 132
27 Cavo M Zamagni E Tosi P Tacchetti P Cellini C Cangini D de Vivo A Testoni N Nicci C Terragna C
Grafone T Perrone G Ceccolini M Tura S Baccarani M Bologna 2002 study Superiority of thalidomide and
dexamethasone over VAD as primary therapy in preparation for autologous transplantation for multiple
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28 Rajkumar SV Blood E Vesole D Fonseca R Greipp PR Eastern Cooperative Oncology Group Phase III
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multiple myeloma a clinical trial coordinated by the Eastern Cooperative Oncology Group JCO 200624431-6
LINEE GUIDA MIELOMA
33
29 Cavo M Di Raimondo F Zamagni E Patriarca F Tacchetti P Casulli AF Volpe S Perrone G Ledda A
Ceccolini M Califano C Bigazzi C Offidani M Stefani P Ballerini F Fiacchini M de Vivo A Brioli A Tosi
P Baccarani M Short-term thalidomide incorporated into double autologous stem-cell transplantation improves
outcomes in comparison with double autotransplantation for multiple myeloma JCO 2009305001-5007
30 Barlogie B Tricot G Anaissie E Shaughnessy J Rasmussen E van Rhee F Fassas A Zangari M Hollmig K
Pineda-Roman M Lee C Talamo G Thertulien R Kiwan E Krishna S Fox M Crowley J Thalidomide and
hematopoietic-cell transplantation for multiple myeloma N Engl J Med 20063541021-1030
31 Lokhorst HM van der Holt B Zweegman S Vellenga E Croockewit S van Oers MH von dem Borne P
Wijermans P Schaafsma R de Weerdt O Wittebol S Delforge M Berenschot H Bos GM Jie KS Sinnige H
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38 Cavo M Pantani L Petrucci MT Patriarca F Zamagni E Donnarumma D Crippa C Boccadoro M Perrone G
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56 Barlogie B Attal M Crowley J Lomg term follow-up of autotransplantation trials for multiple myeloma update
of protocols conducted by the Intergroupe Francophone du Myelome South-west Oncology Group and the
University of Arkansas for Medical Sciences J Clin Oncol201028(7)1209-1214
57 Attal Harousseau JL Facon T Single versus double autologous stem-cell transplantation for multiple
myeloma New England Journal of Medicineigrave (2003) 349 2495ndash2502)
58 Cavo M Tosi P Zamagni E Prospective randomized study of single compared with double autologous stem-
cell transplantation for multiple myeloma Bologna 96 clinical study J Clin Oncol2007252434-2441
59 Maumann-Winter et al Cochrane database Syst Rev 2012 act 1710cd 004626
60 Knudsen LM Nielsen B Gimsing P amp Geisler C Autologous stem cell transplantation in multiple
myeloma outcome in patients with renal failure European Journal of Haematology 2005 75 27ndash33)
LINEE GUIDA MIELOMA
35
61 Garban F Attal M Michallet M et al Prospective comparison of autologous stem cell transplantation
followed by dose-reduced allograft (IFM99-03 trial) with tandem autologous stem cell transplantation (IFM99-
04 trial) in high-risk de novo multiple myeloma Blood 2005 - 107 3474ndash3480
62 Phillips GL Meisenberg B Reece DE et al Amifostine and autologous henatopietic stem cell support of
escalating-dose melphalan a phase I study Biol Blood Marrow Transpalnt 2004 Jul10(7)473-83
63 Moreau P Facon T Attal M Comparison of 200 mgm(2) melphalan and 8 Gy total body irradiation plus
140 mgm(2) melphalan as conditioning regimens for peripheral blood stem cell transplantation in patients with
newly diagnosed multiple myeloma final analysis of the Intergroupe Francophone du Myelome 9502
randomized trial Blood 2002 99 731ndash735
64 Mohamad Mohty and Jean-Luc Harousseau treatment of autologous stem cell transplant-elegible multiple
myeloma patients ten questions and answers Haematologica 201499(3)408-416
65 Roussel M Moreau P Huynh A Bortezomib and high-dose melphalan as conditioning regimen before
autologous stem cell transplantation in patients with de novo multiple myeloma a phase 2 study of the
Intergroupe Francophone du Myelome (IFM) Blood 2010 115 32ndash37)
66 Hunter HM Peggs K Powles R et al Analysis of outcome following allogeneichaemopoietic stem cell
transplantation formyeloma using myeloablative conditioning evidence for a superior outcome using melphalan
combined with total body irradiation British Journal of Haematology 2005 128 496ndash502
67 Crawley C Iacobelli S Bjorkstrand B Reduced-intensity conditioning for myeloma lower nonrelapse
mortality but higher relapse rates compared with myeloablative conditioning Blood 2007 109 3588ndash3594
68 Rotta M Storer BE Sahebi F Long-term outcome of patients with multiple myeloma after autologous
hematopoietic cell transplantation and nonmyeloablative allografting Blood 2009 113 3383ndash 3391
69 Bruno B RotaM Patriarca F A comparison of allografting with autologous autografting for newly diagnosed
myeloma N Engl J Med 2007 3561110-1120 )
70 Garban F Attal M Michallet M Prospective comparison of autologous stem cell transplantation followed by
dose-reduced allograft (IFM99-03 trial) with tandem autologous stem cell transplantation (IFM99-04 trial) in
high-risk de novo multiple myeloma Blood (2006) 107 3474ndash3480
71 Rosinol L Perez-Simon JA Sureda A prospective PETHEMA study of tandem autologous transplantation
versus autograft followed by reduced-intensity conditioning allogeneic transplantation in newly diagnosed
multiple myeloma Blood (2008) 112 3591ndash3593
72 Lokhorst H Sonneveld P amp Van der Holt BDonor versus no donor analysis of newly diagnosed myeloma
patients included in the HOVON 5054 study Blood ASH Annual Meeting 2008 112 Abstracts) 461
73 Bjorkstrand B Lacobelli S amp Hegenbart A Autologous stem cell transplantation (ASCT) versus ASCT
followed by reduced-intensity conditioning (RIC) allogeneic SCT with identical sibling donor in previously
untreated multiple myeloma (MM) a prospective controlled trial by the EBMT Bone Marrow Transplantation
(2009) (abstract) 43 223
74 Engelhardt M Terpos E Kleber M et al European Myeloma Network recommendations on the evaluation and
treatment of newly diagnosed patients with multole Myeloma Haematologica2014 99(2)232-242
LINEE GUIDA MIELOMA
36
7 Mieloma Multiplo recidivato o refrattario
71 Definizione di malattia recidivarefrattaria
Per MM refrattario si intende una malattia che non ha presentato almeno una risposta parziale a 3 o piugrave
cicli di terapia antimieloma o che egrave progredita entro 60 giorni dallrsquoultimo trattamento Si distingue la
categoria del MM refrattario primitivo che comprende i pazienti giagrave sottoposti a piugrave linee di terapia i quali
non hanno mai presentato almeno una risposta parziale a tutte le precedenti linee di terapia
Per MM ricaduto si intende un MM precedentemente trattato che richiede una nuova terapia di salvataggio
dopo un intervallo di remissione parziale o completa di almeno 60 giorni La definizione della recidiva di
malattia segue i criteri dellrsquoInternational Myeloma Working Group IMWG riportati nella tabella
sottostante
Categorie Criteri di valutazione
Malattia progressiva (PD) Necessario almeno uno dei seguenti criteri - Incremento ge25 CM (almeno ge 05 gdl) - Incremento ge 25 CM urinaria (almeno ge 200 mg 24 ore) - Incremento gt 10 dellinfiltrato plasmacellulare midollare - Comparsa di nuove lesioni osteolitiche o plasmocitomi - Ipercalcemia
Recidiva clinica Necessario almeno uno dei seguenti criteri - Comparsa di plasmocitoma o lesioni ossee - Incremento dimensionale di preesistente plasmocitoma o di lesioni ossee - Ipercalcemia (gt 115 mgdl 263 mmoll) - Riduzione dellemoglobina gt 2 gdl - Incremento del valore della creatinina gt 2 mgdl
Recidiva da precedente
remissione completa (RC) Necessario almeno uno dei seguenti criteri - Riscontro di CM sierica o urinaria allelettroforesi o immunofissazione - Incremento delle plasmacellule midollari gt 5 - Evidenza di segni correlati a progressione di malattia (Lesioni litiche
plasmocitoma ipercalcemia ecc)
72 Trattamento
La decisione di iniziare un trattamento di salvataggio
Pazienti con MM in recidiva devono essere ritrattati dopo la ricomparsa dei segni e sintomi di malattia
I criteri CRAB devono essere utilizzati anche per i pazienti in recidiva cosigrave come per i pazienti alla diagnosi
La morfologia e lentitagrave dellrsquoinfiltrato plasmacellulare midollare non devono essere usati come criteri di
inizio della terapia La cinetica di progressione della CM sierica e in particolare il raddoppiamento del suo
valore in 2 mesi egrave stato recentemente proposto come criterio per iniziare il trattamento ma non crsquoegrave al
momento consenso su questa indicazione Al contrario un lento incremento della CM senza segni di
evoluzione clinica non deve essere utilizzato come indice di ritrattamento
Opzioni per la terapia di salvataggio
Attualmente per il trattamento dei pazienti affetti da recidiva di malattia non abbiamo un regime di terapia o
una sequenza di farmaci ottimale (1) Bortezomib e agenti immunomodulanti come talidomide e
lenalidomide (ImiDs) sono molecole molto efficaci in questo setting di pazienti In uno studio
LINEE GUIDA MIELOMA
37
internazionale randomizzato di fase III bortezomib utilizzato come singolo agente si egrave dimostrato superiore
in termini di percentuale di risposta mediana di TTP e sopravvivenza rispetto alle alte dosi di desametasone
Questo ha permesso allrsquoEMEA nel 2005 di approvare il bortezomib come seconda linea di trattamento per i
pazienti con MM (2) (Livello di evidenza 1++) Un ulteriore miglioramento della TTP si egrave ottenuto
combinando il bortezomib con la doxorubicina liposomiale rispetto al solo bortezomib come dimostrato in
un successivo studio internazionale di fase III (3)
(Livello di evidenza 1++) Inoltre studi di fase II hanno
dimostrato come lrsquoaggiunta di desametasone aumenta la percentuale di risposte dal 18 al 33 nei pazienti
con risposte subottimali con il solo bortezomib Questo ha permesso di poter utilizzare in Italia il bortezomib
associato al desametasone nei pazienti in recidiva o refrattari (Legge 648)
Altre promettenti associazioni come bortezomib e talidomide bortezomib e lenalidomide e bortezomib e
melphalan sono state utilizzate in studi di fase II (4-6) (Livello di evidenza 3)
In due studi di fase III egrave stato dimostrato un significativo prolungamento del TTP utilizzando lenalidomide in
associazione al desametasone rispetto al solo desametasone questo ne ha permesso lrsquoapprovazione da parte
dellrsquoEMEA nel 2008 (78) (Livello di evidenza 1++ per la riduzione dei dosaggi di DEX che comunemente
vengono usati rispetto a quelli dello studio) Questi studi (MM-009 and MM-010) hanno dimostrato come sia
possibile ottenere un tasso di risposta complessivo del 60 con CR del 15 ed un TTP di almeno 111
mesi circa utilizzando la lenalidomide in combinazione con desametasone
Una efficacia clinica della combinazione Talidomide-Desametasone egrave stata dimostrata con studi di fase II (9-
11) (Livello di evidenza 3) peraltro non confermati con studi di fase III La talidomide utilizzata ad un
dosaggio mediano di 200ndash400 mg al giorno ha dato risposte in circa il 50 dei pazienti risposte di durata di
circa 12 mesi tali dati peraltro non sono stati sufficienti per ottenere lrsquoapprovazione da parte della FDA o
della EMEA per la talidomide in questa categoria di pazienti
Le alterazioni citogenetiche gli alti valori di beta-2-microglobulinemia e bassi livelli di albumina anche per i
pazienti in recidiva o refrattari hanno lo stesso valore prognostico negativo descritto per i pazienti al
momento della diagnosi Ulteriori caratteristiche come le catene leggere lrsquoisotipo IgA lrsquoinsufficienza renale
la malattia extramidollare il MM iposecernente e la malattia ossea possono condizionare lrsquoandamento della
malattia al momento della recidiva o quando si dimostra refrattaria ai trattamenti utilizzati Sia il bortezomib
che la talidomide si sono dimostrati efficaci e sicuri nei pazienti con insufficienza renale cosigrave come
bortezomib e lenalidomide hanno dimostrato di superare la prognosi negativa data dalla delezione del
cromosoma 13 e dalla translocazione t(414) (1213)
Al momento numerose altre molecole sono in valutazione in studi di fase III nellrsquoottica di ottenere risultati
che permetteranno di avere altre armi terapeutiche nel MM in recidiva Tra questi il carfilzomib un nuovo
inibitore irreversibile del proteosoma si egrave dimostrato attivo nei pazienti con MM refrattari alle terapie
convenzionali sia in studi di fase I (14) che in studi di fase II (1516) La pomalidomide il piugrave nuovo
immunomodulatore valutata in studi clinici e di cui vengono riportati interessanti dati sullrsquoefficacia (17-19)
(Livello di evidenza 3) La bendamustina farmaco attivo nel MM (20) egrave al momento in valutazione in
schemi di associazione con altri agenti come lenalidomide o bortezomib Inoltre sulla base di studi
preclinici gli inibitori degli istoni deacetilasi sia il vorinostat (21) che il panobinostat (22) vengono
attualmente testati in associazione con bortezomib
Il trapianto di cellule staminali autologhe puograve essere considerata unrsquoopzione terapeutica anche per i pazienti
in recidiva e refrattari nonostante gli studi al momento siano limitati In uno studio randomizzato disegnato
nel 1990 egrave stato valutato il tempo ottimale per eseguire ASCT paragonando i risultati ottenuti con un
trapianto eseguito subito dopo la terapia di induzione oppure al momento della recidiva I risultati hanno
dimostrato una OS simile nei 2 gruppi con una mediana di sopravvivenza superiore a 5 anni (23) (Livello di
evidenza 3 studi eseguiti in setting diversi)
Il trapianto allogenico RIC ha mostrato un diverso controllo del MM dipendente dallo stato della malattia al
momento del trapianto stesso con una significativa riduzione dellrsquo EFS nei pazienti in recidiva e refrattari
rispetto ai pazienti rispondenti (24)
(Livello di evidenza 3)
LINEE GUIDA MIELOMA
38
Nonostante lrsquointroduzione di trattamenti attivi con meccanismi dazione differenti rispetto alla chemioterapia
i pazienti sensibili alle terapie hanno una durata di risposta molto variabile ma inesorabilmente la storia
naturale di questa patologia egrave caratterizzata da ulteriori recidive di malattie la cui risposta ai trattamenti
diviene sempre piugrave breve
Per molti pazienti in recidiva lobiettivo della terapia non si discosta molto dal trattamento alla diagnosi con
la possibilitagrave di ottenere il controllo della patologia il miglioramento dei sintomi e della qualitagrave della vita
prolungandone la sopravvivenza accanto a questi perograve bisogna tener presenti i pazienti in cui i possibili
effetti collaterali del trattamento e le patologie associate limitano le opzioni terapeutiche
La terapia palliativa dovragrave essere perciograve presa in considerazione dopo 2 linee di terapia che includono i
nuovi farmaci e che si sono rivelate inefficaci
Tutte le armi terapeutiche disponibili come radioterapia bisfosfonati corticosteroidi oppiacei e basse dosi di
chemioterapia dovranno essere utilizzate per alleviare i sintomi della malattia
Mieloma Multiplo trattamento malattia recidivatarefrattaria
Regimi di terapia preferiti
Terapia di
salvataggio
bull Lenalidomide + desametasone bull Bortezomib + desametasone bull Bortezomib+ desametasone+ doxorubicina liposomiale
Altri regimi possibili
bull Talidomide plusmn desametasone bull Bendamustina plusmn desametasone
bull Melphalan ad alte dosi + reinfusione di cellule staminali autologhe bull Bortezomib+desametasone + alchilante (ciclofosfamide o melphalan) bull Bortezomib+lenalidomide+desametasone bull Lenalidomide+ desametasone+ alchilante (ciclofosfamide o melphalan)
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
A Pazienti con MM in recidiva devono essere ritrattati dopo la
ricomparsa dei segni e sintomi di malattia definiti dai criteri
CRAB(1) Positiva forte
A
I regimi di salvataggio raccomandati sono rappresentati dal
bortezomib in associazione al desametasone (2) dal
bortezomib in associazione al desametasone e alla
doxorubicina liposomiale peghilatan (3) e dalla lenalidomide
in combinazione con il desametasone (78) I criteri per la scelta piugrave appropriata della terapia di re-
induzione deve essere fatta tenendo presente a) il principio
della rotazione di tutti i farmaci escludendo quelli a cui il
paziente ha mostrato resistenza b)lrsquoetagrave del paziente c) la
funzionalitagrave renale la presenza di neuropatia la precedente
tossicitagrave ematologica d) la durata della remissione ottenute
in precedenza
Positiva forte
LINEE GUIDA MIELOMA
39
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
D
Una seconda terapia di re-induzione con i nuovi farmaci
seguita dal trapianto di cellule staminali autologhe puograve essere
eseguita nei pazienti di etagrave inferiore o uguale a 65 anni senza
comorbilitagrave severe che abbiano avuto una remissione di
almeno 24 mesi dopo un precedente trapianto autologo e
siano responsivi alla terapia di salvataggio (23)
Positiva debole
D
Il trapianto di cellule staminali allogeniche dovragrave essere
eseguito soltanto nellrsquoambito di studi clinici in pazienti che
hanno ottenuto una risposta con la terapia di re-induzione
(24)
Studi clinici
Bibliografia 1 Richardson P Mitsiades C Schlossman R Ghobrial I Hideshima T Chauhan D Munshi N Anderson K The
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8 Dimopoulos M Spencer A Attal M Prince HM Harousseau JL Dmoszynska A San Miguel J Hellmann A
Facon T Foagrave R Corso A Masliak Z Olesnyckyj M Yu Z Patin J Zeldis JB Knight RD Multiple Myeloma
(010) Study Investigators Lenalidomide plus dexamethasone for relapsed or refractory multiple myeloma N
Engl J Med 2007357(21)2123-32
9 Palumbo A Giaccone L Bertola A Pregno P Bringhen S Rus C Triolo S Gallo E Pileri A Boccadoro M
Low-dose thalidomide plus dexamethasone is an effective salvage therapy for advanced myeloma
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10 Dimopoulos MA Zervas K Kouvatseas G Galani E Grigoraki V Kiamouris C Vervessou E Samantas E
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dexamethasone after intensive chemotherapy Ann Oncol 200213(7)1116-9
LINEE GUIDA MIELOMA
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12 Bahlis NJ Song K Trieu Y Roland B Masih-Khan E Chang H Bruyere H Mansoor A Horsman D Eliasziw
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14 Alsina M Trudel S Vallone M Molineaux C Kunkel L and Goy A Phase 1 Single Agent Antitumor Activity of
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15 Jagannath S Vij R Stewart K Somlo G Jakubowiak A Trudel S Schwartz R Siegel D Kunkel L The
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18 Lacy MQ Hayman SR Gertz MA Short KD Dispenzieri A Kumar S et al Pomalidomide (CC4047) plus low
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19 Richardson PG Siegel D Baz R Kelley SL Munshi NC Sullivan D et al A Phase 12 Multi-center
randomized open label dose escalation study to determine the maximum tolerated dose safety and efficacy of
pomalidomide alone or in combination with low-dose dexamethasone in patients with relapsed and refractory
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21 Weber D Badros AZ Jagannath S et al Vorinostat plus bortezomib for the treatment of relapsedrefractory
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22 Wolf JL Siegel D Matous J et al A phase II study of oral panobinostat (LBH589) in adult patients with
advanced refractory multiple myeloma (abstract) Blood 20081122774
23 Fermand JP Ravaud P Chevret S et al High-dose therapy and autologous peripheral blood stem cell
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randomized clinical trial Blood 1998923131ndash6
24 Maloney DG Molina AJ Sahebi F et al Allografting with nonmyeloablative conditioning following
cytoreductive autografts for the treatment of patients with multiple myeloma Blood 20031023447ndash54
LINEE GUIDA MIELOMA
41
8 Terapie di supporto e management delle tossicitarsquo correlate alla terapia
81 Malattia ossea
La malattia ossea egrave la maggiore causa di morbiditagrave nel MM ricorrendo in circa lrsquo80 dei pazienti durante la
malattia con la comparsa di lesioni osteolitiche fratture patologiche compressioni radicolari e grave
sintomatologia dolorosa nel 60 circa dei pazienti (1) La disabilitagrave derivante da questi eventi scheletrici
(SRE skeletal related events) non soltanto impatta sulla qualitagrave di vita e sul performance status ma riduce
significativamente la sopravvivenza globale I pazienti con fratture patologiche presentano infatti un rischio
di morte aumentato del 20 rispetto ai pazienti senza fratture (2) La prevenzione ed il trattamento degli
SRE rappresenta pertanto uno dei principali obiettivi della terapia di supporto del MM
811 Terapia medica
I bisfosfonati (BSF) rappresentano il presidio terapeutico primario nel trattamento della malattia ossea
Nellrsquoambito di questi farmaci gli amino-BSF di seconda generazione tra cui lo zoledronato (ZOL) ed il
pamidronato (PAM) hanno dimostrato maggiore efficacia riducendo significativamente lrsquoincidenza di eventi
scheletrici al 25 rispetto al 68 dellrsquoetidronato e al 36 del clodronato Una recente metanalisi ha incluso
i risultati di 17 studi (randomizzati enon randomizzati) che testavano lrsquoefficacia dei bisfosfonati in pazienti
con carcinoma mammario prostatico e MM Alcuni degli studi considerati erano di bassa qualitagrave
metodologica In una cosigrave eterogenea popolazione di pazienti lo ZOL ha mostrato superioritagrave in termini di
riduzione del rischio di SREs rispetto agli altri bisfosfonati Tuttavia non sono stati sinora condotti studi
randomizzati di comparazione testa a testa fra i vari bisfosfonati (34) (Livello di evidenza 1+) Alcuni
nuovi farmaci tra cui Denosumab possono essere indicati nel trattamento della bone mineral density (MBD)
ma al momento sono utilizzabili unicamente nellrsquoambito di studi clinici
MGUS e MM asintomatico Sebbene asintomatici e senza lesioni scheletriche i pazienti affetti MGUS presentano alterato turnover osseo
per gli aumentati livelli sierici ed urinari dei markers di osteolisi oltre che un rischio di fratture ossee 16
volte piugrave elevato rispetto alla popolazione generale (5) A questo riguardo due studi clinici di fase II (67)
hanno dimostrato gli effetti benefici sulla bone mineral density (BMD) mediante ZOL semestrale nei
pazienti con MGUS e osteoporosi sebbene al momento manchino dati conclusivi circa la sicurezza e
lrsquoefficacia nella prevenzione degli SRE (Livello di evidenza 3) Anche lrsquoAlendronato migliora la BMD in
questi pazienti senza evidenze sulla capacitagrave di rallentare la progressione della malattia ossea (8) In un
recente studio prospettico di fase III nel MM asintomatico la somministrazione mensile di ZOL riduce
lrsquoincidenza di SRE senza peraltro nessun impatto sul time to progression (TTP) Tuttavia il basso numero di
pazienti reclutati rispetto a quanto preventivato limita la potenza statistica dello studio (9) (Livello di
evidenza 1+) Alla luce di questi dati lrsquouso dei BSF nei pazienti con MGUS e MM asintomatico non egrave al
momento raccomandabile se non nellrsquoambito di trials clinici
MM sintomatico Lo ZOL ed il PAM costituiscono lrsquoattuale standard of care per la terapia medica della malattia ossea nel
MM Lrsquoinfusione mensile di PAM 90 mg o di ZOL 4 mg comporta riduzione nella ricorrenza degli eventi
scheletrici e miglioramento della qualitagrave di vita nei pazienti con MM sintomatico (10-13) (Livello di
evidenza 1++) Studi di confronto fra i due farmaci documentano una sovrapponibile efficacia (14) a fronte
tuttavia di un aumento del rischio di osteonecrosi della mandibola (ONJ) nei soggetti in trattamento con ZOL
(15) Lo studio randomizzato Medical Research Council Myeloma IX (16) ha arruolato 1960 pazienti con
MM sintomatico a ricevere ZOL o clodronato alla diagnosi in associazione alla terapia anti-MM ottenendo
non soltanto una riduzione degli eventi scheletrici al 27 e 35 rispettivamente ma anche un significativo
allungamento della overall survival (OS) e della progression free survival (PFS) nel braccio ricevente ZOL
LINEE GUIDA MIELOMA
42
Questo risultato conferma studi preclinici di un possibile effetto antitumorale diretto di ZOL (1718) Un
miglioramento nei tassi di CR o VGPR egrave descritto nei pazienti in trattamento con terapia non mieloablativa
(16) per cui lo ZOL egrave ritenuto da alcuni panels di esperti il BSF elettivo per il trattamento della malattia
ossea nel MM (19) Tuttavia una revisione sistematica Cochrane aggiornata nel 2012 (20) attribuisce allo
ZOL un vantaggio in termini di OS e PFS solo verso placebo o etidronato ma non rispetto agli altri BSF
(Livello di evidenza 1++)
Il trattamento prolungato con BSF aumenta il rischio di ONJ potendo alla lunga comportare unrsquoinversione
del loro rapporto rischio-beneficio (2122) mentre il potenziale beneficio della sospensione dei BSF sulla
risoluzione dellrsquoONJ egrave indefinito (2324) Nel paziente con MM sintomatico prima di attivare terapia con
BFS egrave necessario effettuare procedure odontoiatriche di screening che devono essere completate almeno 4-6
settimane prima dellrsquoinizio del trattamento (24) (Livello di evidenza 3)
Lrsquoimpiego di amino-BSF aumenta il rischio di insufficienza renale (1125) e richiede pertanto una rigorosa
valutazione della funzionalitagrave renale periodicamente (Livello di evidenza 4)
La Tabella 1 riassume le riduzioni posologiche consigliate per i principali BSF in relazione ai livelli del
filtrato glomerulare
Tabella 1 - Terapia con bisfosfonati nel MM con insufficienza renale riduzioni posologiche consigliate
Clearance della
creatinina Clodronato
(dosaggiodie) Pamidronato
(dosaggio4 settimane) Acido Zoledronico
(dosaggio4 settimane)
gt 60 mlmin 1600 mg 90 mg 4 mg
30-60 mlmin 1600 mg 90 mg 3-35 mg
10-30 mlmin 800 mg 30 mg in 2-4 ore Non raccomandato
lt 10 mlmin Non raccomandato 30 mg in 2-4 ore Non raccomandato
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
A
Lrsquouso dei BSF egrave raccomandato nella terapia del MM
sintomatico indipendentemente dalla presenza documentata di
lesioni osteolitiche (10-13 radic I l PAM e lo ZOL mostrano simile efficacia nella
prevenzione e nel trattamento degli SRE(13)
Positiva forte
D I BSF non sono indicati nella terapia di supporto della malattia
ossea nella MGUS e nel MM asintomatico se non nellrsquoambito
di studi clinici (9) Negativa debole
D
In corso di terapia con BSF la funzionalitagrave renale deve essere
attentamente monitorata In caso di comparsa di alterazione
della funzionalitagrave renale il trattamento con BFS deve essere
sospeso o la sua posologia deve essere ridotta (1125)
Positiva forte
812 Radioterapia
Nella malattia ossea del MM la radioterapia egrave utile a scopo antalgico e nelle localizzazioni scheletriche a
rischio di frattura soprattutto vertebrale Il controllo della sintomatologia dolorosa egrave generalmente raggiunto
con dosi comprese fra 10 e 25 Gy (2627) Nessuna differenza in termini di efficacia antalgica egrave stata
documentata fra la singola irradiazione con 8 Gy e il trattamento frazionato con dosi complessive sino a 40
Gy in una metanalisi che comparava differenti schedule di trattamento in pazienti con metastasi scheletriche
da ogni forma di cancro In particolare sono stati inclusi nella metanalisi 8 trials che paragonavano differenti
schedule di irradiazione singola o multipla insieme a 8 trials che confrontavano irradiazione singola vs
trattamento frazionato La qualitagrave metodologica degli studi presi in considerazione non era uniforme e non
LINEE GUIDA MIELOMA
43
sono escludibili bias di pubblicazione e di revisione della letteratura Infatti i risultati del quality assessment
degli studi inclusi non sono riportati e vengono forniti dettagli limitati sulla condotta metodologica della
revisione della letteratura (28) (Livello di evidenza 1+) La radioterapia con dosi superiori a 30 Gy puograve
essere invece utilizzata a scopo terapeutico in caso di compressione midollare (29) (Livello di evidenza 3)
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione
Forza della
Raccomandazione
B
Unrsquoaccurata valutazione radioterapica egrave indicata in
concomitanza di dolore osseo severo comparsa di fratture
ossee o compressione midollare Il trattamento
radioterapico con erogazione di 8 Gy in singola seduta puograve
essere sufficiente controllare la sintomatologia associata
alla malattia ossea nel MM (26-28)
Positiva Forte
D Dosi di almeno 30 Gy sono necessarie a scopo
terapeuticodecompressivo in sede vertebrale (29) Positiva forte
813 Chirurgia
La chirurgia ortopedica deve essere presa in considerazione in caso di fratture alle ossa lunghe instabilitagrave o
crolli vertebrali con compressione spinale o radicolare (30) Sia la vertebroplastica sia la cifoplastica
comportano buoni risultati antalgici e di bio-meccanica soprattutto se praticate entro la prima settimana dal
crollo vertebrale In particolare uno studio ha recentemente randomizzato 134 pazienti con compressione
spinale da metastasi vertebrali alla cifoplastica o al management non-chirurgico riportando una chiara
superioritagrave efficace antalgica della prima opzione (31) Lrsquoefficacia della vertebroplasticacifoplastica egrave stata
inoltre valutata retrospettivamente nei pazienti affetti da MM con compressione midollare ed il suo effetto
antalgico egrave stato messo in relazione con il complessivo miglioramento della qualitagrave di vita Tuttavia la
natura retrospettiva dello studio e la mancanza di informazioni relative alla terapia anti-MM praticata dopo la
chirurgia limita lrsquointerpretazione dei risultati (32) (Livello di evidenza 1+) La chirurgia spinale puograve essere
utilizzata in regime drsquourgenza a scopo decompressivo La gestione del paziente con fratture ossee deve
essere sempre multidisciplinare coinvolgendo varie figure professionali fra cui lonco-ematologo il
radioterapista lrsquoortopedico il neurochirurgo e il terapista del dolore
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione
Forza della
Raccomandazione
B Lrsquoimpiego della stabilizzazione vertebrale mediante
vertebroplastica o cifoplastica egrave indicato a scopo sia
terapeutico sia preventivo (32 Positiva debole
82 Ipercalcemia
Lrsquoipercalcemia egrave una complicanza che ricorre nel 15 circa dei pazienti manifestandosi con irritabilitagrave
sonnolenza obnubilamento del sensorio sino al coma anoressia stipsi nausea vomito polidipsia poliuria e
talora nefrolitiasi Egrave dovuta al patologico riassorbimento osseo allrsquoalterata funzione tubulopatica del rene ed
in parte alla produzione di PTHrP (33)
Lrsquoipercalcemia moderata (calcemia corretta 106-118 mgdl) puograve essere risolta mediante idratazione (34)
(Livello di Evidenza 4) mentre il trattamento delle forme severe costituisce unrsquourgenza medica e si basa
sullrsquoimpiego combinato di idratazione diuretici dellrsquoansa corticosteroidi e BSF nel cui ambito lo ZOL
LINEE GUIDA MIELOMA
44
costituisce il farmaco di scelta Infatti mentre uno studio randomizzato ha dimostrato lrsquoequivalenza in
termini di efficacia e sicurezza di ibandronato e pamidronato (sommnistrati a dosi variabili) nei pazienti con
ipercalcemia due studi paralleli randomizzati e in doppio-cieco hanno confrontato in 287 pazienti con
ipercalcemia moderatasevera pamidronato e zoledronato documentando la superioritagrave del secondo in
termini di durata delle risposte La qualitagrave metodologica dello studio appare molto elevata
Sulla base di tali dati veniva raccomandata lo zoledronato 4 e 8 mg rispettivamente per il trattamento della
ipercalcemia di nuova diagnosi o recidivatarefrattaria (3536) (Livello di Evidenza 1+)
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
A Lo ZOL potrebbe essere utilizzato al posto di altri
bisfosfonati nel trattamento dellrsquoipercalcemia (3536) Positiva debole
A La terapia medica comprendente idratazione furosemide
corticosteroidi e BSF costituisce il trattamento drsquoelezione
per le forme severe di ipercalcemia (3536) Positiva forte
B Lrsquoipercalcemia di grado moderato puograve essere trattata con la
sola idratazione (34) Positiva debole
83 Sindrome da iperviscositagrave
Dal 2 al 6 dei pazienti con MM sviluppano la sindrome da iperviscositagrave caratterizzata da cefalea
vertigini atassia rallentamento dellrsquoeloquio stato confusionale sino al coma epistassi gengivorragia
diplopia trombosi o emorragie retiniche e papilledema Lrsquoiperviscositagrave ematica egrave di solito sintomatica per
livelli sierici di immunoglobuline superiori a 4 gdl in caso di CM IgG e di 6 gdl in caso di CM IgA (37) I
pazienti sintomatici vanno tempestivamente sottoposti a plasmaferesi attivando contestualmente la terapia
anti-MM nel piugrave breve tempo possibile (3738) (Livello di Evidenza 4)
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
D La sindrome da iperviscositagrave deve essere trattata con
plasmaferesi e tempestivo inizio della terapia anti-MM (37-
38) Positiva forte
84 Infezioni ricorrenti
Il MM egrave associato ad aumentato rischio di infezioni a causa dellrsquoipogammaglobulinemia dovuta alla
inibizione da parte del clone mielomatoso della sintesi di immunoglobuline policlonali normali al deficit
della funzione macrofagica e granulocitaria oltre che agli effetti tossici della terapia citostatica eo con
farmaci biologici e soprattutto agli effetti della terapia corticosteroidea Nei pazienti anziani con infezioni
recidivanti specie se pluritrattati e con performance status scadente egrave utile la riduzione posologica dei
corticosteroidi nei protocolli anti-MM Infatti lrsquoassociazione della lenalidomide ad alte dosi di
corticosteroidi egrave stata associata ad una maggiore mortalitagrave per tossicitagrave rispetto allrsquoassociazione di
lenalidomide e basse dosi di steroidi (39) Inoltre in uno studio che comparava in pazienti con MM di nuova
diagnosi i regimi talidomidedesametasone e melphalanprednisone la mortalitagrave non correlata al MM era
superiore quando venivano impiegate alte dosi di steroidi (40)( (Livello di evidenza 1+) Lrsquoimpiego di
fattori di crescita granulocitari (G-CSF) non egrave consigliabile nelle condizioni neutropeniche (41) (Livello di
LINEE GUIDA MIELOMA
45
evidenza 3) Nel MM non egrave indicato il trattamento antibiotico profilattico come dimostrato da uno studio
randomizzato che comparava lrsquoosservazione al trattamento con ciprofloxacina o trimethoprim-
sulfametoxazolo nei pazienti con MM di nuova diagnosi candidati a chemioterapia di induzione Lrsquoincidenza
di infezioni batteriche severe infatti non differiva fra i vari gruppi durante i primi due mesi di trattamento
Tuttavia nonostante lrsquoelevata qualitagrave metodologica dello studio lrsquoapplicabilitagrave di questi risultati alla
popolazione generale dei pazienti con MM egrave limitata (42) (Livello di evidenza 1+) mentre lrsquoinfusione
periodica di immunoglobuline puograve essere utilizzata nei pazienti con ipogammaglobulinemia (definita come
IgG lt 500 mgdL) e malattia in fase di remissione clinica per la profilassi di infezioni batteriche
Uno studio randomizzato ha infatti valutato il ruolo profilattico dellrsquoinfusione mensile di immunoglobuline
riportando una consistente riduzione delle infezioni rispetto al gruppo placebo (43) (Livello di evidenza
1+) Lrsquoefficacia della vaccinazione antinfluenzale nei pazienti con MM non egrave stata valutata in studi clinici
Dal momento che il bortezomib determina un aumentato rischio di infezioni da Herpes Zoster i pazienti
possono essere sottoposti a profilassi con aciclovir (4445) sorvegliando su potenziali tossicitagrave renale o
neurologica Infatti unrsquoanalisi retrospettiva ha mostrato un aumentato rischio di nefro e neurotossicitagrave nei
pazienti sottoposti a profilassi con acyclovir (46) (Livello di evidenza 1+)
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
B
Lrsquoimpiego di regimi terapeutici a ridotti dosaggi di
corticosteroidi (desametasone le 160 mgmese) egrave consigliabile
nei pazienti anziani pluritrattati con basso PS e infezioni
ricorrenti (39-40)
Positiva debole
B Non dovrebbe essere indicato lrsquouso di antibiotici a largo
spettro nei pazienti a rischio di infezioni (42) Negativa debole
B Lrsquoinfusione periodica di immunoglobuline egrave raccomandata
nella prevenzione delle infezioni batteriche nei pazienti
ipogammaglobulinemici in remissione clinica (43) Positiva debole
85 Insufficienza renale
Un grado variabile di alterata funzionalitagrave renale egrave presente alla diagnosi nel 20 dei pazienti con MM (1) e
si correla a sovraccarico tubulare per il riassorbimento della CM con deposito delle catene leggere ma anche
ad alterazioni metaboliche correlate allrsquoipercalcemia e allrsquoiperuricemia noncheacute alla nefrotossicitagrave da farmaci
tra cui i BSF e a condizioni correlate quali amiloidosi (47) Il rischio di myeloma kidney non egrave tuttavia
correlato alla concentrazione della CM bensigrave allrsquoentitagrave dellrsquoescrezione urinaria di catene leggere che deve
essere quindi attentamente monitorata (48) La terapia dellrsquoinsufficienza renale prevede adeguata idratazione
per normalizzare i livelli sierici di calcemia e uricemia noncheacute lrsquoastensione dallrsquouso di comuni farmaci
potenzialmente nefrotossici come i FANS gli antibiotici amino glicosidici ovvero mezzi di contrasto iodati
(Livello di evidenza 4) In concomitanza di progressivo deterioramento della funzione renale i BSF vanno
sospesi fino a riduzione della creatininemia entro il 10 dei valori di partenza mentre nellrsquoinsufficienza
renale acuta deve essere praticata adeguata idratazione associata a terapia diuretica In questi casi il
tempestivo inizio della terapia anti-MM egrave fortemente raccomandato (49) Su indicazione del nefrologo il
plasma exchange per una rapida riduzione dei livelli sierici di catene libere puograve risultare utile bencheacute
lrsquoeffetto benefico non sia adeguatamente documentato (50) (Livello di evidenza 3)
LINEE GUIDA MIELOMA
46
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
D
Unrsquoadeguata idratazione il contenimento dei livelli di
calcemia e uricemia entro i limiti normali e la limitazione
dellrsquouso di farmaci nefrotossici (FANS aminoglicosidi
mezzi di contrasto iodati) sono raccomandabili per la
prevenzione dellrsquoinsufficienza renale
Positiva debole
D
Egrave consigliabile una valutazione nefrologica in caso di
comparsa di insufficienza renale acuta che va trattata con
idratazione terapia diuretica e alte dosi di corticosteroidi
mentre il plasma exchange puograve risultare utile
Positiva debole
86 Anemia
Lrsquoanemia normocromica-normocitica associata al MM egrave generalmente multifattoriale (flogosi cronica
infiltrazione midollare mielotossicitagrave da farmaci ecc) ed egrave presente in oltre il 70 dei pazienti alla diagnosi
(1) Lrsquoemotrasfusione eo la somministrazione periodica di eritropoietina sono utili per ripristinare i livelli di
emoglobina favorendo un miglioramento della quality of life (QoL) Nella maggior parte degli studi
effettuati il trattamento a lungo termine con eritropoietina migliora significativamente lrsquoeritropoiesi
riducendo la necessitagrave di trasfusione e incrementando mediamente i livelli di emoglobina di almeno 2g
(5152) (Livello di evidenza 1+) Tuttavia lrsquoimpiego di eritropoietina e farmaci anti-MM tra cui talidomide
o lenalidomide puograve accrescere il rischio di eventi trombotici (53)
87 Trombosi
Nel MM il rischio di eventi trombotici egrave aumentato di circa 3 volte rispetto alla popolazione con MGUS e 9
volte rispetto alla popolazione normale (54) La terapia con farmaci biologici e immunomodulanti tra cui
talidomide e lenalidomide incrementa ulteriormente questo rischio specie quando combinata ai citostatici e
ai corticosteroidi (55) Lrsquoaspirina e lrsquoeparina a basso peso molecolare riducono significativamente la
suscettibilitagrave alla trombofilia mentre dati contrastanti vengono registrati con lrsquouso dei dicumarolici
finalizzati al target terapeutico fra 2 e 3 dei valori di INR In uno studio randomizzato che comparava
melphalanprednisone e melphalanprednisonetalidomide nei pazienti anziani con MM la profilassi con
enoxaparina determinava una riduzione della frequenza di tromboembolismo dal 20 al 3 Simili riduzioni
sono state registrate nei pazienti con MM di nuova diagnosi trattati con lenalidomidedesametasone e
aspirina (56-59) (Livello di evidenza 1+) Poicheacute la maggior parte degli eventi trombotici nei pazienti con
MM si verifica durante i primi sei mesi di trattamento la tromboprofilassi puograve essere interrotta nella malattia
in fase di stabilitagrave o di remissione clinica In caso di eventi trombotici la terapia con eparina a basso peso
molecolare egrave raccomandata anche nel mantenimento mentre egrave consigliabile sospendere temporaneamente
farmaci immunomodulanti (lenalidomide talidomide) Infatti uno studio ha randomizzato 336 pazienti con
tromboembolismi cancro-correlati a eparina per sei mesi o anticoagulanti orali mostrando un dimezzamento
del rischio di nuovi episodi tromboembolici col trattamento eparinico a lungo termine (6061) (Livello di
evidenza 1+) Il trattamento tromboprofilattico nei pazienti sottoposti a terapia con talidomide o
lenalidomide va stabilito in relazione alle indicazioni dellrsquoInternational Myeloma Working Group (61)
(Livello di evidenza 4) (Tabella 2)
LINEE GUIDA MIELOMA
47
Tabella 2 Modello di valutazione del rischio tromboembolico nei pazienti con MM in terapia con
talidomide o lenalidomide (adattato sulla base delle indicazioni dellrsquoInternational Myeloma Working Group (61)
Fattori di rischio legati al paziente Fattori di rischio legati
alla malattia Fattori di rischio legati
alla terapia anti-MM
Storia familiare o personale di TVP MM di nuova diagnosi Doxorubicina
Obesitagrave (BMIgt30) Iperviscositagrave ematica Alte dosi di steroidi
Comorbiditagrave (diabete insufficienza renale malattie
cardiache malattie infiammatorie croniche) Polichemioterapia
Immobilitagrave
Trombofilia emoglobinopatie sindromi
mieloproliferative
Intervento chirurgico recente
(lt 6 settimane)
Assunzione di farmaci protrombotici
(eritropoietina terapia ormonale sostitutiva
tamoxifene)
0-1 fattori di rischio aspirina 2 o piugrave fattori di rischio eparina a basso peso molecolare o warfarin (INR target 2-3) Almeno 1fattore di rischio legato alla terapia per MM eparina a basso peso molecolare o warfarin (INR target 2-3)
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
D
La stratificazione del rischio protrombotico secondo il modello
proposto dallrsquoInternational Myeloma Working Group consente di
individualizzare il trattamento tromboprofilattico dei pazienti che
assumono lenalidomide o talidomide in rapporto a fattori legati
alla malattia al paziente ed alla terapia anti-MM (60)
Positiva forte
A I pazienti che assumono lenalidomide o talidomide in
monoterapia possono effettuare tromboprofilassi con sola
aspirina (61) Positiva debole
B I pazienti che assumono lenalidomide o talidomide associate a
corticosteroidi o farmaci citostatici devono effettuare
tromboprofilassi con eparina a basso peso molecolare (61) Positiva debole
La durata ottimale della tromboprofilassi non egrave definita con
certezza Almeno 6 mesi di terapia antiaggregante o
anticoagulante dovrebbero essere garantiti ai pazienti con MM di
nuova diagnosi
Positiva debole
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thromboembolism and treatment-related risk of thrombosis Semin Thromb Hemost 201137209-219
56 Zonder JA Barlogie B Durie BG McCoy J Crowley J Hussein MA Thrombotic complications in
patients with newly diagnosed multiple myeloma treated with lenalidomide and dexamethasone
benefit of aspirin prophylaxis Blood 2006108403ndash404
57 Baz R Li L Kottke-Marchant K Srkalovic G McGowan B Yiannaki E Karam MA Faiman B
Jawde RA Andresen S Zeldis J Hussein MA The role of aspirin in the prevention of thrombotic
complications of thalidomide and anthracycline-based chemotherapy for multiple myeloma Mayo
Clinic Proceedings 2005801568ndash1574
58 Palumbo A Bringhen S Caravita T Merla E Capparella V Callea V Cangialosi C Grasso M
Rossini F Galli M Catalano L Zamagni E Petrucci MT De Stefano V Ceccarelli M Ambrosini MT
Avonto I Falco P Ciccone G Liberati AM Musto P Boccadoro M Oral melphalan and prednisone
chemotherapy plus thalidomide compared with melphalan and prednisone alone in elderly patients
with multiple myeloma randomised controlled trial Lancet 2006367825ndash831
59 Wang M Weber DM Delasalle K Alexanian R Thalidomide-dexamethasone as primary therapy for
advanced multiple myeloma American Journal of Hematology 2005 79194-197
60 Lee AY Levine MN Baker RI Bowden C Kakkar AK Prins M Rickles FR Julian JA Haley S
Kovacs MJ Gent M Low-molecular-weight heparin versus a coumarin for the prevention of recurrent
venous thromboembolism in patients with cancer New England Journal of Medicine 2003349146ndash
153
61 Palumbo A Rajkumar SV Dimopoulos MA Richardson PG San Miguel J Barlogie B Harousseau J
Zonder JA Cavo M Zangari M Attal M Belch A Knop S Joshua D Sezer O Ludwig H Vesole D
Bladeacute J Kyle R Westin J Weber D Bringhen S Niesvizky R Waage A von Lilienfeld-Toal M
Lonial S Morgan GJ Orlowski RZ Shimizu K Anderson KC Boccadoro M Durie BG Sonneveld P
Hussein MA Prevention of thalidomide- and lenalidomide-associated thrombosis in myeloma
Leukemia 2008 22414ndash423
LINEE GUIDA MIELOMA
51
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60
10 Raccomandazioni prodotte con metodologia GRADE
QUESITO Nei pazienti affetti da mieloma multiplo alla diagnosi di etagrave gt65 anni e non candidabili a
terapia ad alte dosi egrave raccomandabile lrsquoutilizzo della terapia di associazione VMP (Bortezomib melphalan
e prednisone) rispetto a MPT (Talidomide melphalan e prednisone) RACCOMANDAZIONE Nei pazienti affetti da mieloma multiplo di etagrave gt65 anni e non candidabili a terapia ad alte dosi puograve essere
utilizzata lrsquoassociazione VMP (Bortezomib melphalan e prednisone)
Forza della raccomandazione POSITIVA DEBOLE
MotivazioniCommenti al bilancio BeneficioDanno Il confronto indiretto tra MPT e MPV non mostra differenze per PFS OS e morti correlate al trattamento
Lrsquoutilizzo di MPV si correla con un vantaggio in termini di ottenimento di remissione completa (41 in piugrave
ogni 1000 pazienti trattati) e mostra un trend di minor incidenza di eventi trombotici Lrsquooutcome QOL
definito dal panel critico per la decisione clinica non egrave riportato nella meta-analisi
Votazione forza raccomandazione Votazione bilancio BeneficioDanno Positiva
forte Positiva
debole Negativa
debole Negativa
forte Favorevole Incerto Sfavorevole
9 9
Implicazioni per le ricerche future Ad oggi non esistono studi controllati che oltre a fornirci un confronto piugrave attendibile fra i due schemi sia
in termini di efficacia che di tossicitagrave possano darci informazioni utili anche sulla loro reale fattibilitagrave e
sullrsquooutcome a lungo termine Pertanto sarebbe utile un confronto randomizzato tra MPT e VMP che ci
permetta di evidenziare il gruppo di pazienti che beneficerebbe maggiormente di un trattamento rispetto
allrsquoaltro valutandone inoltre lrsquoimpatto sulla QoL ed il reale rapporto costi benefici
Qualitagrave delle Evidenze La qualitagrave delle evidenze egrave stata giudicata MOLTO BASSA per le seguenti motivazioni non sono
disponibili confronti diretti tra i due trattamenti ovvero i risultati provengono solo da confronti indiretti
Per quanto riguarda gli outcome sopravvivenza globale e incidenza di trombosi venose profonde gli studi
inclusi nella meta-analisi sono eterogenei (I2 72 e 61 rispettivamente) Le evidenze esistenti in merito
alla PFS sono insufficienti per il limitato potere dellrsquoanalisi infatti lrsquoevidenza in favore di MPV deriva da
un unico studio randomizzato
Qualitagrave globale delle evidenze MOLTO BASSA
Questa raccomandazione egrave stata prodotta con metodo GRADE
In appendice online quesito clinico allrsquoorigine della raccomandazione votazione della criticitagrave degli
outcome tabella GRADE completa e caratteristiche del panel
Allegato Tabelle GRADE evidence profile
LINEE GUIDA MIELOMA
62
Author(s) MC Date 2012-06-27 Question Should the association of Bortezomib Melphalan and Prednisone vs the association of Thalidomide Melphalan and Prednisone be used for multiple myeloma in patients aged 65 or older Settings Bibliography Kumar Am J Hematol 8618ndash24 2011
Quality assessment No of patients Effect
Quality Importance
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Design Risk of bias
Inconsistency Indirectness Imprecision Other considerations
The association of Bortezomib Melphalan and Prednisone
The association of Thalidomide Melphalan and Prednisone
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Quality of life (assessed with not reported)
CRITICAL
Haematological toxicity (assessed with not reported)
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no serious risk of bias
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LOW
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Deep venous thrombosis
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1 Results from indirect comparison
2 The existing body of evidence is relatively insufficient due to limitation of the power of the analysis The supporting evidence is derived from one trial only as in case of MBT comparator
3 the estimate of the adjusted indirect comparison of intervention MPT versus MPB (MPBTad_indirect) (such as log HR or log RR etc) is estimated by MPBTad_indirect =MPTMA -MPBMA
4 Heterogeneity was found I-squared=72
5 Heterogeneity was found I-squared=61
LINEE GUIDA MIELOMA
6
1 Epidemiologia
Il Mieloma Multiplo (MM) egrave una neoplasia dovuta alla proliferazione incontrollata di un clone di
plasmacellule Le plasmacellule si accumulano nel midollo osseo e producono elevate quantitagrave
drsquoimmunoglobuline tutte dello stesso tipo (componente monoclonale CM) Le cause del MM non sono note
e la sua patogenesi egrave ancora in via di definizione Fra le possibili cause vi sono fattori ambientali quali
esposizioni a pesticidi o altre sostanze chimiche radiazioni agenti infettivi Esistono sporadiche segnalazioni
di MM familiare
In Italia il MM rappresenta 12 di tutti i tumori diagnosticati tra gli uomini e 13 tra le donne con
unrsquoincidenza media ogni anno di 95 casi ogni 100000 uomini e 81 ogni 100000 donne Le stime indicano
un totale di 2315 nuovi casi diagnosticati ogni anno fra i maschi e di 2098 fra le femmine Il MM egrave una
patologia dellrsquoetagrave avanzata (figura A) infatti lrsquoetagrave mediana alla diagnosi egrave di sessantotto anni circa il 2 dei
pazienti allrsquoesordio ha meno di quaranta anni mentre il 38 dei pazienti ha unetagrave superiore a settanta anni
La maggior parte dei casi esordisce come MM de novo anche se sembra possibile virtualmente postulare in
tutti i pazienti una precedente fase di gammopatia monoclonale drsquoincerto significato (MGUS) (1) I tassi
dincidenza per MM sono abbastanza omogenei sia come distribuzione regionale sia come andamento nel
tempo Lrsquoincidenza del MM egrave nel complesso stabile mentre la mortalitagrave egrave in lieve calo (figura B)
Figura A Figura B
Secondo i dati epidemiologici riportati recentemente dallrsquoAIRTUM la sopravvivenza globale a un anno egrave del
76 mentre a cinque anni egrave solo del 42 Non si registrano differenze sulla base del sesso o della
distribuzione geografica (2)
2 Inquadramento diagnostico
Al riscontro di una CM serica egrave indicato sottoporre il paziente a esami di screening di I livello e a
unrsquoaccurata anamnesi e valutazione clinica
Bisogna considerare infatti che oltre che nel MM il riscontro di una CM puograve associarsi a varie patologie e
situazioni cliniche quali
Altri tumori di origine linfoide (leucemia linfatica cronica i linfomi a basso grado) e mieloide (leucemia
mieloide cronica mielodisplasia)
Tumori solidi (carcinoma del colon e della mammella)
Malattie non neoplastiche (cirrosi epatica sarcoidosi morbo di Gaucher pioderma gangrenoso)
Malattie autoimmuni (artrite reumatoide myastenia gravis malattia da crioagglutinine)
Malattie infettive (tubercolosi infezioni virali parassitosi)
Altre discrasie plasmacellulari (MGUS morbo di Waldenstrom amiloidosi POEMS Syndrome)
Gli esami di I livello comprendono esecuzione di emometria e biochimica (tabella 1)
LINEE GUIDA MIELOMA
7
Tabella 1 Esami di screening di I livello
Indagine Scopo
Emocromo Valutazione di eventuali citopenie
Immunofissazione Siero ndash Immunofissazione urine
Conferma e Tipizzazione della CM serica e urinaria
Elettroforesi sieroproteine Quantificazione della CM sierica
Proteinuria totale esame urine Valutazione della funzionalitagrave renale Distinzione fra danno glomerularetubulare
IgG IgA IgM
Valutazione delleventuale soppressione delle Immunoglobuline seriche
normali
Calcemia Valutazione del danno osseo
Creatinina Azotemia
Valutazione della funzionalitagrave renale (primo livello)
GOT GPT γ-GT fosfatasi
alcalina bilirubina Valutazione della funzionalitagrave epatica
VES PCR Ferritina Valutazione dello stato infiammatorio
Visita medica Ricerca di linfoadenomegalie epatosplenomegalia segni di amiloidosi
(macroglossia porpora periorbitaria edemi declivi) neuropatia
periferica
Anamnesi Dolore osseo sintomi sistemici stile di vita diatesi infettiva anamnesi
di fratture ipotensione ortostatica impotenza perdita di peso
inspiegabile astenia alterazioni dellrsquoalvo sindrome da ipeviscositagrave
Nel caso di una CM di tipo IgM che maggiormente si correla a patologie linfoproliferative quali Linfomi a
basso grado LLC e malattia di Waldestrom bisogneragrave integrare lrsquoinquadramento con successivi esami
ematici (tra cui test per autoimmunitagrave) e radiologici
Qualora la CM fosse tipizzata come IgG IgA o di sole catene leggere (k o ) il paziente dovragrave eseguire
esami screening di II livello (tabella 2) che basandosi sui criteri delle linee guida dellrsquoInternational Myeloma
Working Group (IMWG) (tabella 3 e tabella 4) permettono una diagnosi differenziale tra diverse situazioni
cliniche MGUS Plasmocitoma solitario MM asintomatico e MM sintomatico (4)
Tabella 2 Esami di screening di II livello
Dosaggio Catene leggere libere k e Valutazione della malattia
Quantificazione della proteinuria di Bence
jones Valutazione malattia e quantificazione danno tubulare
RX scheletro Valutazione della presenza della sede e dellestensione del
danno osseo
Mieloaspirato Biopsia osteomidollare
Valutazione dellinfiltrato plasmacellulare midollare
LINEE GUIDA MIELOMA
8
21 MGUS
La diagnosi di MGUS egrave spesso occasionale per il riscontro di una CM serica solitamente di modesta entitagrave
in occasione di esami ematici di controllo in assenza di segni e sintomi sistemici In questi soggetti vanno
eseguite indagini diagnostiche atte a escludere altre situazioni cliniche correlate a CM confermando pertanto
la diagnosi di MGUS La MGUS non richiede alcun trattamento ma unicamente di controlli atti a valutarne
evoluzione nel tempo con un programma di follow-up periodico la cui frequenza varia tra i 6 e i 12 mesi in
base allentitagrave della CM e allalterazione di alcuni fattori prognostici (4) (Livello di evidenza 4) Evidenze
recenti in letteratura dimostrano come sia possibile stratificare le MGUS utilizzando tre semplici parametri il
tipo di CM (IgA o IgM) lrsquoentitagrave della stessa CM (15 gdl) alterazione del rapporto delle catene leggere KL
libere nel siero (FLC ratio) (5) (Livello di Evidenza 3)
Basso rischio (Nessun fattore presente)
Rischio intermedio (1-2 fattore)
Alto rischio (3 fattori)
Nei pazienti a basso rischio alla diagnosi tenuto conto della loro scarsa probabilitagrave evolutiva alcuni autori
(6) suggeriscono di non eseguire valutazione midollare e radiologica dello scheletro rimandandola al
momento in cui ci sia un cambiamento rilevante del quadro clinico e di laboratorio o riservandola a casi
selezionati Vedi flow-chart (Livello di evidenza 4)
In pazienti con MGUS infine non va dimenticata una corretta valutazione clinica al fine di evidenziare
patologie sistemiche particolari quali Amilodosi (macroglossia edemi declivi proteinuria) e POEMS
syndrome (neuropatia periferica acrocianosi alterazioni cutanee edemi ed organomegalia)
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
D La MGUS non richiede alcun trattamento tuttavia dovrebbe
essere impostato un follow-up la cui frequenza dipende
diversi fattori prognostici (4-6) Positiva debole
D I pazienti affetti da MGUS a basso rischio non dovrebbero
essere sottoposti a valutazione midollare e radiologica (4-6) Negativa debole
22 Plasmocitoma solitario
Nei pazienti con diagnosi di Plasmocitoma solitario (PS) deve essere inizialmente eseguita una valutazione
completa in grado di discriminare tra malattia localizzata e MM malattia sistemica (RMNTACPET) egrave
frequente infatti il riscontro di PS in corso di MM Il PS viene distinto in osseo ed extraosseo Il PS osseo egrave
per definizione una tumefazione patologica che origina da una lesione ossea in assenza di altre lesioni o
segni attribuibili a MM Il PS extraosseo egrave invece una lesione che si riscontra nel contesto dei tessuti molli
in assenza di altre lesioni attribuibili a MM
Il trattamento del PS prevede intervento chirurgico (ove indicato) e trattamento radioterapico localizzato (RT
IF 45-50Gy) indipendentemente che si tratti di PS osseo od extraosseo (7)
Al termine del programma terapeutico previa rivalutazione di malattia il paziente egrave avviato a un programma
di follow-up periodico La valutazione prevede esecuzione di esami ematochimici completi tra cui
elettroforesi e immunofissazione (per evidenziare eventuale CM serica indice di persistenza di malattia) ed
indagini strumentali tra cui RMNTAC e PET esami indispensabili per confermare la risposta al trattamento
In seguito il paziente eseguiragrave controllo periodico ogni 4-6 mese In caso di ricomparsa di CM sierica saragrave
effettuata rivalutazione di malattia al fine di stabilire recidiva di malattia locale o evoluzione a patologia
sistemica (MM) Vedi flow-chart per plasmocitoma
LINEE GUIDA MIELOMA
9
23 MM asintomatico
La definizione di MM asintomatico descrive un paziente con MM (CM serica gt3 gdl e plasmocitosi gt 10)
in assenza di segni e sintomi attribuibili alla patologia stessa (anemia ipercalcemia insufficienza renale
lesioni ossee) (8) (Livello di evidenza 4) Il MM asintomatico ha spesso una lenta evoluzione e non richiede
trattamento per molti anni Il rischio di evoluzione in MM egrave circa del 10 per anno nei primi 5 anni dalla
diagnosi e stranamente si riduce negli anni successivi (9) (Livello di evidenza 3) In questi pazienti viene
consigliata una sorveglianza clinico-strumentale ogni 3-6 mesi (10) (Livello di evidenza 3) per
evidenziarne precocemente eventuale evoluzione a malattia sintomatica
La valutazione prevede esami ematici complessivi tra cui periodicamente una RMN colonna vertebrale
esame in grado di documentare precocemente un danno osseo e pertanto evidenziare un paziente con elevato
rischio evolutivo Al pari del controllo radiologico standard dello scheletro la valutazione midollare appare
indicata solo in caso di alterazione degli esami ematici o sintomi indicativi di evoluzione (Vedi flow-chart)
Nel MM sintomatico nessuna trattamento chemioterapico preventivo ha consentito di evitare lrsquoevoluzione
verso MM sintomatico Diversi studi infatti hanno valutato il ruolo del trattamento precoce nel paziente
asintomatico senza peraltro evidenziare un beneficio in sopravvivenza (19-21) tranne in un recente studio di
fase III in cui 124 pazienti sono stati randomizzati a ricevere terapia con lenalidomide versus nessun
trattamento (22) Dopo un follow-up mediano di 32 mesi viene riportata una evoluzione a MM sintomatico
in 9 pazienti (15) nel braccio di trattamento contro in 37 pazienti (59) nel braccio di osservazione (p
lt00001) La sopravvivenza globale stimata a 3 anni egrave stata del 93 nel braccio di trattamento e il 76 nel
braccio di controllo (P = 004) Naturalmente saragrave necessario attendere un periodo di osservazione piugrave lungo
per valutare reale beneficio del trattamento a fronte di eventuali tossicitagrave a lungo termine
Concludendo in caso di MM asintomatico attualmente non egrave indicato alcun trattamento chemioterapico negrave
con bisfosfonati se non nel contesto di studi clinici (6) (Livello di evidenza 4)
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
D
I pz affetti da MM asintomatico dovrebbero essere
sottoposti a sorveglianza clinico strumentale ogni 3-6 mesi
(10) Positiva debole
La valutazione midollare egrave indicata solo in caso di
alterazioni di esami ematicistrumentali in senso di sospetta
evoluzione (10) Positiva debole
In caso di MM asintomatico non egrave indicato alcun
trattamento chemioterapico negrave con bisfosfonati se non nel
contesto di studi clinici (6) Solo studi clinici
A
Nei pazienti con MM sintomatico va avviato il prima
possibile il trattamento sistemico (vedi Trattamento) e
avviate le procedure drsquourgenza in caso di situazioni cliniche
particolari (fratture patologiche ipercalcemia e
insufficienza renale acuta vedi Terapia di supporto)
Positiva forte
LINEE GUIDA MIELOMA
10
24 MM sintomatico
Alle caratteristiche cliniche laboratoristiche diagnostiche per MM in questi pazienti si associano uno o piugrave
segni clinici di malattia attiva
Tabella 3 Criteri di diagnosi del mieloma
MGUS Mieloma asintomatico Mieloma sintomatico CM siericalt3 gdl CM sierica gt3 gdl CM sierica o urinaria di
qualunque entitagrave
Infiltrato plasmacellulare
midollare lt10 Infiltrato plasmacellulare
midollare gt10 Infiltrato plasmacellulare
midollare o plasmocitoma
No sintomi drsquoorgano (CRAB) No sintomi drsquoorgano
(criteri CRAB) Presenza sintomi drsquoorgano
(CRAB)
Tabella 4 Criteri di malattia attiva (criteri CRAB)
Criteri Valori di riferimento
Ipercalcemia Calcemia gt 025 mmolL (05 mgdl) rispetto ai valori normali o gt 275 mmolL (gt105 mgdl)
Insufficienza Renale Creatinina gt 2 mgdl
Anemia Emoglobina lt 2 gr rispetto ai valori normali o lt10 gdl
Lesioni Ossee (Bone) Lesioni litiche crolli vertebrali osteoporosi (evidenziati con Rx scheletro standard)
Altri criteri Sindrome da iperviscositagrave Amiloidosi Infezioni ricorrenti (ultimi 2 anni)
Nel paziente con MM sintomatico andranno eseguite indagini di approfondimento (Esami di II livello
tabella 4) che possono aiutare il clinico nel corretto inquadramento diagnostico e prognostico della
patologia
Tabella 5 Esami di II livello
Esami ematochimici Scopo
Dosaggio catene leggere libere κ e λ Valutazione delle frazioni libere delle catene leggere (unico test quantitativo utile in corso di mieloma non secernente)
β2microglobulina Indice di massa tumorale e di funzionalitagrave renale
(in associazione al valore dellrsquoalbumina per la definizione
dellrsquoISS)
LDH Indice di massa tumorale
LINEE GUIDA MIELOMA
11
Esami ematochimici Scopo
Cistatina C Dosaggio Epo
Valutazione della funzionalitagrave renale (secondo livello)
NT-proBNP BNP Troponina-I
Valutazione della funzionalitagrave cardiaca
RMN eo TC Approfondimento diagnostico delle lesioni scheletriche o
identificazione plasmocitomi o localizzazioni extramidollari
PET Individuazione plasmocitomi o localizzazioni extra-midollari
Analisi cromosomica standard e FISH
su plasmacellule midollari selezionate Identificazioni di alterazioni citogenetiche e definizione score
prognostico
Immunofenotipo plasmacellule
midollari Definizione clonalitagrave plasmacellule score prognostico malattia
minima residua
Prelievo grasso periombelicale Identificazione di depositi di sostanza amiloide in casi selezionati
Per la definizione prognostica infine viene eseguita una stadiazione di malattia seguendo i criteri di Durie e
Salmon (11) e dellrsquoInternational Staging System (12) (tabella 6)
Tabella 6 Stadiazione secondo Durie amp Salmon e International Staging System (ISS)
Stadio Durie amp Salmon ISS
I
Tutti i seguenti Hbgt10gdl Calcemia normale o lt12mgdl Assenza di lesioni ossee allrsquoRxstandard o
plasmocitoma solitario CM IgG lt5gdl IgA lt3 gdl BJ lt4 g 24 h
Β2microglobulina le 35 mgl Albumina ge 35 gdl
II Caratteristiche diverse da stadio I e III Β2microglobulina lt 35 mgl e Albumina lt
35 gdl Β2microglobulina 35- 55 mgl
III
Uno o piugrave dei seguenti Hblt 85gdl Calcemia gt12mgdl Multiple Lesioni litiche allrsquoRx standard CM IgG gt7gdl IgA lt5 gdl BJ gt10 g 24 h
Β2microglobulina ge 55 mgL
A creatininalt2mgdl B creatininagt2 mgdl
Altri fattori prognostici identificati come significativamente associati allrsquooutcome sono la qualitagrave della vita
(13) lrsquoetagrave (14) e la presenza di malattia extramidollare
Inoltre la presenza di alterazioni cromosomiche alla citogenetica standard e allrsquoimmunofluorescenza (FISH)
permette di identificare altre classi di rischio (15) infatti nel MM si sono evidenziate anomalie
cromosomiche specifiche sia traslocazioni sia delezioni la delezione del cromsoma 13 viene riportato
correlarsi con una breve durata sia della sopravvivenza libera da malattia che di quella globale (16)
LINEE GUIDA MIELOMA
12
La delezione del cromosoma 17p13 (locus del tumor suppressor gene p53) caratterizza pazienti ad alto
rischio (17) ndash Sono riportate diverse alterazioni cromosomiche che coinvolgono il braccio lungo del
cromosoma 14 (14q32 ove egrave presente il gene per le catena pesanti delle Immunoglobuline) con prognosi
differenti (t(414)(p16q32) ndash t(1416)(q32 q23) ndash t(1114)(q13 q32) Tra queste la traslocazione t(414) egrave
quella che si correla a peggior prognosi anche nel setting dei pazienti trattati con terapia ad alte dosi (18)
(Tabella 7) (Livello di evidenza 3)
Tabella 7 ndash Classi di rischio citogenetico
Altro rischio Rischio standard
Citogenetica Delezione cr 13 Ipodiploidia
Iperdiploidia
FISH Del 17p t(414) t(1416)
t(1114) t(614)
Il sintomo piugrave frequente alla diagnosi rimane in dolore osseo correlato a danno drsquoorgano (lesioni osteolitiche
o a fratturecrolli vertebrali) Nei pazienti con MM sintomatico va avviato il prima possibile il trattamento
sistemico (vedi Trattamento) e avviate le procedure drsquourgenza in caso di situazioni cliniche particolari
(fratture patologiche ipercalcemia e insufficienza renale acuta vedi terapia di supporto)
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3 Mieloma multiplo sintomatico trattamento
Il trattamento egrave indicato nel paziente affetto da MM sintomatico cioegrave con presenza di sintomi e segni
correlati alla patologia (CRAB Tabella 3) Lo scopo del trattamento rimane il controllo della patologia il
miglioramento della qualitagrave della vita e della sopravvivenza che si possono ottenere mediante la
combinazione di trattamenti efficaci con unrsquoadeguata terapia di supporto Lrsquointroduzione dei nuovi farmaci
nel prontuario terapeutico per il MM (come Talidomide Lenalidomide e Bortezomib spesso in
combinazione con desametasone) ha comportato un miglioramento della sopravvivenza sia nei pazienti alla
diagnosi sia alla recidiva della malattia (25) I pazienti con MM sintomatico sono avviati a trattamento di
prima linea e in casi selezionati a successiva terapia di consolidamento intensificato con supporto di cellule
staminali autologhe (ASCT) Il principale criterio dlsquoinclusione per lrsquoASCT egrave rappresentato dallrsquoetagrave del
paziente Generalmente i pazienti con etagrave maggiore di 65 anni sono esclusi dalle procedure trapiantologiche
mentre i pazienti piugrave giovani possono essere avviati allrsquoASCT previa valutazione della funzionalitagrave cardiaca
polmonare renale epatica e lrsquoesclusione di eventuali foci infettivi
In questi pazienti farmaci tossici per il compartimento staminale quali gli alchilanti non dovrebbero essere
somministrati per non compromettere la mobilizzazione e la successiva raccolta di cellule staminali
emopoietiche Pertanto di fronte ad una nuova diagnosi di MM sintomatico la prima valutazione deve
considerare la possibilitagrave di avviare il paziente a ASCT tendendo conto delletagrave della patologie associate e
del PS Peraltro va sottolineato come la presenza di insufficienza renale ed etagrave anagrafica avanzata non sono
controindicazioni assolute a trattamenti intensificati
LINEE GUIDA MIELOMA
14
Nei pazienti di etagrave superiore ai 65 anni gli obbiettivi principali del trattamento sono lrsquoottenimento della
risposta completa al fine di prolungare lrsquointervallo libero da malattia (progression free survival PFS) la
spettanza di vita (overal survival OS) e ridurre il piugrave possibile la tossicitagrave per non inficiare eccessivamente
sulla qualitagrave di vita di una categoria di pazienti considerata piugrave fragile
Per conseguire questi obiettivi la terapia deve essere adeguata non solo alle caratteristiche della malattia ma
anche allrsquoetagrave biologica e al performance status del paziente in tale senso in tutta la storia terapeutica del
paziente con MM molto importante rimane la terapia di supporto che prevede gestione e trattamento delle
complicazioni prevenzione ove possibile e controllocontrollo degli eventuali effetti collaterali del
trattamento
4 Criteri di risposta alla terapia
Una corretta valutazione della risposta egrave essenziale nel trattamento del MM Attualmente vengono applicati i
criteri proposti nel 2006 dall International Myeloma Working Group (IMWG) recentemente revisionati (26)
(tabella 4)
Tabella 4
Categoria di risposta Criteri
SRC (risposta completa stringente)
Remissione completa (vedi criteri di definizione) Normale free Light chain ratio Assenza di plasmacellule clonali (immunofluorescenza
immunoistochimica)
RC (Risposta completa)
Immunofissazione sierica ed urinaria negativa per CM Plasmacellule midollari lt 5 Scomparsa di plasmocitomi se presenti alla diagnosi
VGPR (Very good partial remission)
CM sierica eo urinaria evidenziabile con immunofissazione ma non con
elettroforesi oppure riduzione della CM sierica gt 90 o lt 100 mg24 ore
nelle urine
RP (risposta parziale)
Riduzione della CM gt 50 nel siero e ge90 o lt200 mg24 nelle urine
SD (malattia stabile)
Non criteri per le altre categorie di risposta
LINEE GUIDA MIELOMA
15
5 Terapia di prima linea in pazienti con etagrave gt 65 anni non candidabili a terapie intensificate
Per molti decenni la terapia standard dei pazienti con etagrave gt 65 anni egrave stata la combinazione melfalan-
prednisone (MP) Negli ultimi dieci anni allrsquoassociazione MP sono stati aggiunti i farmaci di nuova
generazione quali talidomide bortezomib e lenalidomide
51 Terapie con Talidomide eo Bortezomib in associazione trials di Fase III
Due studi di fase III condotti in pazienti con etagrave maggiore di 65 anni alla diagnosi hanno comparato
Desametasone somministrato come singolo agente con lrsquoassociazione di Desametasone e Talidomide (TD)
Il tasso di risposta egrave stato maggiore nei pazienti trattati con lrsquoassociazione TD ma anche la tossicitagrave extra-
ematologica (soprattutto neuropatia periferica ed eventi trombotici) (12) Uno studio di fase III piugrave recente
ha confrontato le combinazione TD con MP la combinazione TD consente di ottenere un maggior numero di
risposte e in tempi piugrave brevi rispetto a MP ma con maggior tossicitagrave (sopratutto trombosi e neuropatia) e
conseguente maggiore interruzioni del trattamento (3)
Sei studi randomizzati hanno dimostrato la superioritagrave della combinazione melfalan-prednisone-talidomide
(MPT) rispetto MP (4-9) anche in pazienti con etagrave maggiore di 75 anni (3-4) Tutti hanno evidenziato un
vantaggio di risposta e di sopravvivenza libera da progressione (PFS) dellrsquoMPT rispetto a MP anche se solo
due studi hanno dimostrato un vantaggio di sopravvivenza (OS) con la combinazione MPT(4-5)
probabilmente a causa del diverso impatto dei nuovi agenti sulla terapia di salvataggio al momento della
recidiva (8-9) Infine una recente metanalisi che ha combinato i dati di 1682 trattati con MPT o MP ha
dimostrato un effettivo vantaggio sia di PFS che di OS dellrsquoassociazione MPT rispetto a MP (10) (Livello di
evidenza 1++)
In uno studio randomizzato (MRC Myeloma IX trial) la combinazione di ciclofosfamide Talidomide e
desametasone (CTDa) ha mostrato un tasso di risposta maggiore rispetto a MP senza peraltro vantaggio in
sopravvivenza e con maggiore incidenza di effetti collaterali (tromboembolismo costipazione infezione e
neuropatia) (11) Uno studio internazionale multicentrico e randomizzato (VISTA) ha confrontato la terapia
standard MP con lrsquoassociazione bortezomib-melfalan-prednisone (VMP) in pazienti anziani e non
candidabili ad ASCT Lo studio ha dimostrato un aumento statisticamente significativo nel tasso di risposta
(in particolare di remissione completa CR) e un prolungamento di PFS e OS per il gruppo trattato con
bortezomib (12) (Livello di evidenza 1++) Dopo un follow-up di 5 anni la terapia con VMP ha confermato
un significativo prolungamento dellrsquoOS con una riduzione del rischio di morte pari al 31 (13)
Un confront diretto tra Melfalan Prednisone e Bortezomib (VMP) versus Melfalan Prednisone e
Thalidomide (MPT) non egrave mai stato effettuato Ersquo stata effettuata una meta-analisi indiretta per valutare gli
effetti del VMP versus MPT Non sono state riportate differenze per tutti gli outcomes se non un
significativo beneficio per le risposte complete (RR 234 95 CI 112-490) e gli effetti collaterali di grado
3-4 (RR 053 95 CI 038-073) in favore del VMP (14) Non ci sono certezze sulla superioritagrave di un regime
verso lrsquoaltro un confronto diretto in uno studio randomizzato di fase III egrave necessario
Altri due studi di fase III hanno valutato combinazioni alternative al VMP Il gruppo spagnolo ha confrontato
VMP con bortezomib-thalidomide-prednisone (VTP) come terapia drsquoinduzione e mantenimento con
bortezomib-talidomide versus bortezomib-prednisone (15) Non sono state osservate differenze in termini di
efficacia ma VMP ha dimostrato un miglior profilo di tossicitagrave In uno studio italiano lrsquoassociazione di
bortezomib-melfalan-prednisone-talidomide seguita da un mantenimento con bortezomib-talidomide
(VMPT-VT) ha dimostrato risultati migliori rispetto alla combinazione VMP con un miglior tasso di
risposta un PFS e un OS piugrave lunghi Tuttavia nei pazienti con piugrave di 75 anni di etagrave trattati con MVP-VT non
egrave stato osservato un vantaggio in termini di OS per una maggiore tossicitagrave e di un maggiore tasso di
LINEE GUIDA MIELOMA
16
interruzione di trattamento(16) In entrambi gli studi il bortezomib egrave stato somministrato con frequenza
settimanale con riduzione della tossicitagrave extra-ematologica (neuropatia) senza influire sullrsquoefficacia (17)
Uno studio randomizzato multicentrico di fase III (18) ancora in corso in pazienti anziani alla diagnosi
vengono confrontati tre regimi di trattamento VD (bortezomib-desametasone) vs VTD (bortezomib-
talidomide-desametasone) vs VMP I primi risultati non mostrano differenze nei tassi di risposta o nel PFS
con buona tollerabilitagrave del mantenimento con incremento di risposte in tutti e tre gli schemi di trattamento
Qualitagrave globale
delle evidenze
GRADE Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
Molto bassa
Nei pazienti affetti da mieloma multiplo di etagrave gt65 anni e non
candidabili a terapia ad alte dosi puograve essere utilizzata
lrsquoassociazione VMP (Bortezomib melphalan e prednisone)
La valutazione complessiva della qualitagrave delle evidenze ad
oggi disponibili circa ldquolrsquoefficacia dellrsquoassociazione VMPrdquo la
valutazione del rapporto tra i benefici ed i rischi correlati e la
formulazione della raccomandazione relativa al quesito posto
sono state analizzate secondo metodologia GRADE (vedere
capitolo 10)
Positiva debole
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
A
Nei pazienti con etagrave gt 65 anni o piugrave giovani con comorbiditagrave o
scarso performance status non idonei alla terapia ad alte dosi
in Ideg linea devono essere considerati per una terapia
convenzionale a dose piena che prevede alchilanti cortisone e
nuovi farmaci (MPT VMP) (10-13)
Positiva forte
D Nei Pazienti con etagrave gt75 anni o pazienti con sintomi e segni di
vulnerabilitagrave potrebbero essere valutati per terapie meno
intense eo orali secondo lrsquoopinione del panel Positiva debole
52 Terapie con Lenalidomide in associazione trials di Fase III
Uno studio di fase III randomizzato ha confrontato Lenalidomide con alte e basse dosi di desametasone (RD
vs Rd) come terapia drsquoinduzione in 445 pazienti alla diagnosi (19)(Livello di evidenza 1+) registrando un
vantaggio significativo nella sopravvivenza e nella riduzione del numero di reazioni avverse con
associazione Rd soprattutto nei pazienti anziani Questo studio ha alcune limitazioni non era limitato solo a
pazienti non candidabili a trapianto e lrsquoobiettivo primario era la risposta dopo 4 cicli di induzione
In un altro studio di fase III condotto in 459 pazienti non idonei al trapianto lassociazione melfalan-
prednisone-lenalidomide (di durata stabilita pari a 6 cicli) seguito da lenalidomide di mantenimento (MPR-
R) egrave stata comparata con MPR senza mantenimento e con MP soministrato per 6 cicli Dopo un follow-up
di 30 mesi MPR-R ha ridotto significativamente il rischio di progressione e ha allungato il PFS da 14 a 31
mesi inoltre le risposte sono risultate migliori e numericamente maggiori rispetto a MP Lrsquoimpatto della
terapia di mantenimento con lenalidomide sul PFS egrave stato osservato sia in pazienti etagrave inferiore a 75 anni che
in quelli con piugrave di 75 anni di etagrave (20) (Livello di evidenza 1+) Al momento attuale non sono state riportate
differenze in termini di sopravvivenza globale ed egrave in corso un attento monitoraggio relativamente al rischio
di seconde neoplasie
LINEE GUIDA MIELOMA
17
53 Terapia con Bendamustina in associazione ai nuovi farmaci
Attualmente in Italia la Bendamustina egrave utilizzabile in prima linea in pazienti non candidabili al trapianto e
con neuropatia clinica allrsquoesordio che preclude lrsquoutilizzo di Talidomide o Bortezomib
In letteratura la Bendamustina nel MM egrave stata utilizzata prevalentemente in regimi di combinazione in
pazienti recidivati o refrattariIn prima linea il Gruppo tedesco ( 21) ha randomizzato 131 pz confrontando
Bendamustina a Melphalan entrambe associate a prednisone Tale studio ha ottenuto un maggior tasso di
remissioni complete un prolungamento del TTF (time to treatment failure) e una migliore QoL con tossicitagrave
comparabili fatta eccezione per una maggior percentuale di nausea e vomito nel braccio con Bendamustina
(Livello di evidenza 1-) In seconda linea lo stesso gruppo ha poi testato unrsquo associazione con dosi scalari di
Talidomide (BPT) ottenendo una percentuale di risposte globali di oltre lrsquo80 ( 22) Sempre in seconda linea
interessante egrave la combinazione di Bendamustina con Bortezomib e prednisone (BVD) utilizzata da Ludwig e
coll con ORR del 608 e PFS globale di 97 mesi significativamente piugrave alta in pazienti non pre-trattati
con lenalidomide o bortezomid(23) (Livello di evidenza 3) Inoltre un recente studio di Offidani conferma
buoni risultati ottenuti con BVD con ORR gt70 e mediana di TTP e PFS di 165 e 155 mesi
rispettivamente Tali dati sembrano essere migliori di quelli ottenuti con gli schemi VD e Rd in pazienti
pretrattati con talidomide o bortezomib (24) (Livello di evidenza 3)
I dati attualmente disponibili con queste combinazioni dovrebbero essere confermati in studi controllati di
confronto con gli schemi attualmente approvati nei pazienti recidivati o refrattari
54 Trapianto autologo a ridotta intensitarsquo di condizionamento
Nel setting dei pazienti anziani due studi clinici randomizzati hanno confrontato il trapianto autologo a
ridotta intensitagrave (melfalan 100 mgm2 Mel 100) con la chemioterapia convenzionale con risultati non
sempre concordi
In uno studio egrave stata dimostrata lrsquoefficacia del Mel 100 in termini di OSPFS rispetto a MP in pazienti di etagrave
compresa tra i 50-70 anni (25) (Livello di evidenza 1++) Il secondo trial ha confrontato Mel100 con MP e
MPT (4) in pazienti di etagrave compresa tra i 65 e i 75 anni Lrsquoassociazione MPT ha evidenziato miglior PFS e
OS rispetto a MP e Mel 100 Non sono state osservate differenze significative in termini di outcome tra Mel
100 e MP Questo studio ha dimostrato che nei pazienti anziani i risultati ottenuti con combinazioni
contenenti i farmaci di nuova generazione possono essere piugrave efficaci della terapia ad alte dosi (Livello di
evidenza 1++)
Peraltro 102 pazienti alla diagnosi di etagrave compresa tra 65 e 75 anni sono stati trattati lrsquoassociazione PAD
(bortezomib-doxorubicin-desametasone seguita da Mel 100 mgmq con supporto di cellule staminali
autologhe A seguire era previsto consolidamento con lenalidomide-prednisone seguito da mantenimento
con sola lenalidomide (LP-L) (26) Il tasso di risposta egrave progressivamente cresciuto nelle varie fasi di terapia
(soprattutto la CR) La sopravvivenza globale e la PFS sono risultate paragonabili a quelle ottenute nei
pazienti giovani anche se con maggior tossicitagrave e di tasso di drop-out (Livello di evidenza 3)
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
B
Nei Pazienti di etagrave gt 65 anni o piugrave giovani e lt70 anni in
buone performance status e senza comorbiditagrave rilevanti
potrebbero essere considerati per ASCT a dosi ridotte previa
terapia di induzione con regimi contenenti bortezomib (26)
Positiva debole
LINEE GUIDA MIELOMA
18
Tabella 1 Trattamento del MM alla diagnosi in pazienti anziani (ge 65 anni) Tutte le combinazioni incluse
nella tabella includono farmaci di nuova generazione (Talidomide Lenalidomide e Bortezomib) testati in
studi randomizzati di fase III
Terapie pts Schedula ge PR CR
PFSE
FS
TTP
OS Referenza
TD 145 T 200 mgdie
D 40 mg giorni 1-4 e 15-18 68 2
41 a
16 mesi
61 a 41
mesi Ludwig et al
3
MPT 125
M 025 mgkg giorni 1ndash4
P 2 mgkg giorni 1ndash4
T 400 mggiorno
X 12 cicli di 6 settimane
76 13 50 a
28 mesi
50 a 52
mo Facon et al
4
MPT 113
M 025 mgkg giorni 1ndash4
P 2 mgkg giorno 1ndash4
T 100 mggiorno
X 12 cicli di 6 settimane
62 7 50 a
24 mesi
50 a 44
mesi Hulin et al
5
MPT 60
M 9 mgm2 giorni 1ndash4
P 60 mgm2 giorni 1ndash4
T 100 mggiorno x 8 cicli di 6
settimane seguita da
Talidomide 100 mgdie
58 9
50 a
21
mesi
50 a 26
mesi Beksac et al
6
MPT 182
M 025mgkg giorni 1-4
P 100mggiorni 1-4
Ogni 6 settimane fino a Plateau
T 400mggiorno fino a
Plateau poi ridotta a
200mggiorno fino a
progressione
57 13 50 a
15 mesi
50 a 29
mesi Waage et al
7
MPT 165
M 025 mgkg
P 1 mgkg giorni 1ndash5
T 200 mggiorno x 8 cicli di 4
settimane seguiti da T 50
mggiorno fino a progressione
66 23 67 a
24 mesi
29 a 24
mesi
Wijermans et
al8
MPT 167
M 4mgm2 giorni 1-7
P 40mgm2 giorni 1-7 x 6 cicli
ogni 4 settimane
T 100mggiorno fino a
progressione
76 15 50 a
22 mesi
50 a 45
mesi Palumbo et al
9
RD 223
R 25 mggiorno giorni 1-21
D 40 mg giorni 1-4 9-12 e
17-20 ogni 28 giorni
81 17 63 a
24 mesi
75 a 24
mesi
Rajkumar et
al12
Rd 222
R 25 mggiorno giorni 1-21
d 40 mg nei giorni 1 8 15 e
22 ogni 28 giorni
70 14 65 a
24 mesi
87 a 24
mesi
Rajkumar et
al12
MPR 54
M 018-025 mgkg giorni 1ndash4
P 2 mgkg giorni 1ndash4
R 5-10 mg giorni 1ndash21
X 9 cicli ogni 4 settimane
81 24 92 a
12 mesi
100 a 12
mesi
Palumbo et
al14
MPR-R 152
M 018 mgkg giorni 1ndash4
P 2 mgkg giorni 1ndash4
R10 mg giorni 1ndash21
Per 9 cicli ogni 4 settimane
mantenimento
R10 mggiorno fino a
progressione
77 16 50 a
31 mesi
70 a 36
mesi
Palumbo et
al16
LINEE GUIDA MIELOMA
19
Terapie pts Schedula ge PR CR
PFSE
FS
TTP
OS Referenza
VMP 344
M 9 mgm2 giorni 1ndash4
P 60 mgm2 giorni 1ndash4
V 13 mgm2 giorni
1481122252932 per i primi
4 cicli di 6 settimane giorni
1815 22 per i successivi 5
cicli di 6 settimane
71 30 50 a
22 mesi
41 a 36
mesi
San Miguel et
al17
Maeos et al18
VMP 130
M 9 mgm2 giorni 1ndash4
P 60 mgm2 giorni 1ndash4
V 13 mgm2 giorni
1481122252932 x 1 ciclo
di 6 settimane giorni 1815
22 per i successivi 5 cicli ogni
6 settimane
Mantenimento
V 13 mgm2 giorni 14811
ogni 3 mesi
T 50 mggiorno or P50 mg a
giorni alterni
80 20 50 a
34 mesi
74 a 36
mesi Mateos et al
19
VTP 130
P 60 mgm2 giorno 1ndash4
V 13 mgm2 giorni
1481122252932 per il
primo ciclo (6 settimane)
giorni 1815 22 per i
successivi 5 cicli di 6 settimane
T 100 mg giorno
Maintenance
V 13 mgm2 giorni 14811
ogni 3 mesi
T 50 mggiorno or P50 mg a
giorni alterni
81 28 50 a
25 mesi
65 a 36
mesi Mateos et al
19
VMP 257
M 9 mgm2 giorni 1ndash4
P 60 mgm2 giorni 1ndash4
V 13 mgm2 giorni 1 8 15
22
81 24 41 a
36 mesi
87 a 36
mesi
Palumbo et
al20
VMPT-
VT 254
M 9 mgm2 giorno 1ndash4
P 60 mgm2 giorno 1ndash4
V 13 mgm2 giorno 1 8 15
22
T 50 mg al giorni nei giorni
1ndash42 x 9 cicli ogni 5 settimane
Mantenimento
V 13 mgm2 ogni 15 giorni
T 50 mggiorno
89 38 56 a
36 mesi
89 a 36
mesi
Palumbo et al
20
PR risposta parziale CR risposta completa PFS progression-free survival EFS event-free survival TTP tempo alla
progressione OS sopravvivenza globale TD talidomide-desamethasone MPT melphalan-prednisone-talidomide
VMP bortezomib-melphalan-prednisone VTP bortezomib-thalidomide-prednisone MPR-R melphalan-prednisonse-
lenalidomide seguito da mantenimento con lenalidomide VMPT-VT bortezomib-melphalan-prednisone-thalidomide
seguito da mantenimento con bortezomib-talidomide
LINEE GUIDA MIELOMA
20
Mieloma Multiplo etagrave gt 65 anni Terapia di I linea
Regimi di terapia preferiti
Terapia di prima linea nei
pazienti non candidati ad
ASCT
MelphalanprednisoneBortezomib (VMP)
MelphalanprednisoneTalidomide (MPT)
Bendamustinaprednisone
Altri regimi possibili
MelphalanPrednisonelenalidomide (MPR)
BortezomibDesametasone (VD)
CiclofosfamideprednisoneTalidomide (CTD)
Melphalanprednisone (MP)
Talidomidedesametasone (TD)
Lenalidomidedesametasone (Rd)
MelphalanprednisoneBortezomibtalidomide (VMPT)
Terapia di mantenimento Lenalidomide
Bortezomib
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6 Terapia di prima linea nei pazienti lt 65 anni candidabili a trapianto autologo di cellule staminali
Nei pazienti giovani candidati terapia intensificate (ASCT) i ldquonuovi farmacirdquo sono stati incorporati come
terapia drsquoinduzione pre-ASCT e come terapia di consolidamentomantenimento post-ASCT allo scopo di
migliorare lrsquooutcome In particolare nuovi regimi comprensivi di inibitori del proteosoma eo farmaci
immunomodulanti (ImIDs) hanno sostituito la chemioterapia convenzionale come terapia di induzione pre-
trapianto Questi farmaci possono essere variamente combinati tra loro o con farmaci convenzionali a
formare regimi a due-o piugrave farmaci
LINEE GUIDA MIELOMA
23
61 Terapia di induzione pre-trapianto
Lo scopo della terapia di induzione pre-trapianto egrave di ridurre rapidamente la taglia tumorale e lrsquoinfiltrazione
plasmacellulare midollare prima della raccolta delle cellule staminali Lrsquointroduzione dei nuovi farmaci in
questa fase ha comportato lrsquoottenimento di risposte di piugrave elevata qualitagrave (VGPR e CR) rispetto alla
chemioterapia convenzionale che si sono poi tradotte in un miglioramento dellrsquooutcome post-trapianto In
assenza di studi randomizzati di comparazione delle diverse combinazioni tra loro di seguito verranno
riportati i risultati in termini di efficacia e di tossicitagrave dei differenti regimi suddivisi in preferiti e altri
REGIMI DI INDUZIONE PREFERITI
Bortezomib-desametasone
Lassociazione di bortezomib-desametasone (VD) che consente di ottenere un tasso di risposta complessiva
pari al 65 (12) egrave stato comparato in maniera randomizzata allo schema VAD come terapia di induzione pre
trapianto in 482 pazienti (3) Dopo 4 cicli lo schema VD si egrave dimostrata superiore alla VAD apportando un
piugrave alto tasso di VGPR (38 vs 15 rispettivamente) e di CRnCR (15 vs 6 post ASCT
rispettivamente) vantaggio che egrave stato mantenuto anche dopo il primo e secondo trapianto (ge VGPR 68 vs
47 CR-nCR 395 vs 225 rispettivamente) Con un follow-up mediano di 32 mesi egrave stato riscontrato
un trend sulla PFS in favore di VD rispetto a VAD (mediana 36 mesi vs 30 rispettivamente) La maggior
efficacia di VD rispetto a VAD egrave stata confermata anche in pazienti ad alto rischio per la presenza di stadio
ISS elevato o portatori della traslocazione t(414) (4) I risultati di questo studio confermano la capacitagrave di
bortezomib di assicurare un livello piugrave profondo di risposta che peraltro non si traduce in un chiaro
vantaggio in termini di PFS ciograve potrebbe significare che un regime a due farmaci contenente bortezomib
risulta sub-ottimale sugli outcomes a lungo termine(Livello di evidenza 1++)
Bortezomib-desametasone e agenti citotossici
Gli agenti citotossici aggiunti a VD a formare regimi a 3 farmaci sono la doxorubicina e la ciclofosfamide
In uno studio di fase III la combinazione Bortezomib-Doxorubicina-Desametasone (PAD) come induzione
al trapianto autologo egrave stata comparata con la chemioterapia (VAD) seguito poi da una terapia di
mantenimento con Bortezomib o Talidomide (5) Lrsquoultimo aggiornamento dello studio ha mostrato la
superioritagrave della combinazione PAD in termini risposte (CR+nCR) sia dopo la terapia di induzione (11
vs 5 rispettivamente) che dopo il singolo o doppio autotrapianto (30 vs 15 rispettivamente) Nel
braccio di terapia comprensivo di PAD ASCT e mantenimento con bortezomib sono emersi una PFS e OS
significativamente piugrave durature rispetto al VAD seguito da ASCT e mantenimento con talidomide (PFS a 3
anni 36 vs 27 rispettivamente P= 001 OS a 3 anni 78 vs 70 rispettivamente P= 002) (Livello di
evidenza 1++) Il vantaggio di PAD vs VAD si egrave mantenuto anche nei pazienti ad alto rischio (traslocazione
t(414) e di delezione del cromosoma 17p ) (6)
La combinazione ciclofosfamide-bortezomib-desametasone (VCD o CyBorD) consente di ottenere una
risposta complessiva pari al rsquo80-88 con VGPR rate di circa il 50 (7-8) (Livello di evidenza 3)
Bortezomib-desametasone-talidomide
Un ampio studio di fase III condotto su 480 pazienti volto a paragonare il regime VTD con TD come terapia
di induzione prima e consolidamento dopo un doppio ASCT ha documentato come dopo 3 cicli di
induzione lrsquoassociazione VTD fosse superiore a TD in tutte le categorie di risposta (CR+nCR 31 vs 11
ge VGPR 62 vs 28 rispettivamente) (10) Tale superioritagrave si egrave mantenuta anche dopo la terapia ad alte
dosi e al consolidamento (CR+nCR 62 vs 45 ge VGPR 85 vs 68 rispettivamente) La PFS a 3 anni
egrave risultata essere significativamente piugrave lunga per il braccio VTD rispetto a TD (68 vs 56
rispettivamente) (Livello di evidenza 1++) Lo schema di associazione VTD si correla a migliori tassi di
risposta e migliore PFS rispetto a VD o TD in altri due trials randomizzati (11-12) e in altri studi di fase II
(13 14 15) In uno studio il bortezomib era somministrato a dosaggi ridotti (vTD) comportando un minore
rischio di neurotossicitagrave (12) Infine nel protocollo terapeutico Total Therapy 3 (TT3) VTD combinato con
chemioterapia PACE (cisplatino doxorubicina ciclofosfamide e etoposide) era somministrato come terapia
di induzione pre e come consolidamento dopo un doppio ASCT a cui seguiva un mantenimento con VTD
LINEE GUIDA MIELOMA
24
per il primo anno e TD nel secondo e terzo anno(16) Con un follow-up mediano di 39 mesi la PFS e OS a 4
anni sono risultate essere rispettivamente del 71 e del 78 Confrontando il regime TT3 col suo
predecessore TT2in cui non era previsto il bortezomib appare chiaro il vantaggio dello schema VTD in
particolare egrave interessante notare che in questrsquoultimo studio la CR egrave piugrave duratura (2-year sustained CR TT3
92 vs 81 TT2 talidomide arm) e la PFS piugrave prolungata (2-year 84 vs 77 rispettivamente) Inoltre nei
pazienti con malattia ad alto rischio (GEP high risk t(414) positiva) si chiaro registra un trend verso una
OS piugrave lunga nel TT3 vs TT2 sottolineando come lrsquoimpiego di Bortezomib appare in grado di superare la
cattiva prognosi conferita da queste alterazioni
Lenalidomide-desametasone
In un primo studio di fase II la combinazione Len-Dex ha comportato buoni risultati in termini di risposta
con ORR di 91 ge VGPR rate di 56 OS a 3 anni 85 (17) confermati da due studi successivi di fase III
Lo studio di Zonder et al confrontava Len-Dex versus Dex in pazienti candidabili o meno a ASCT
lrsquoaggiunta dellrsquoagente immunomodulatore migliorava sia il rate di risposta (ge PR 85 vs 51 e CRnCR
22 vs 4 p=0001 rispettivamente) che la PFS (77 vs 55 p=0002 rispettivamente) ma non la OS
(93 vs 91 rispettivamente) La combinazione Len-Dex determinava un elevata incidenza di neutropenia
di grado 3-4 (135 vs 24 p=001 rispettivamente) e di complicanze infettive (38 vs 23 p=0003
rispettivamente) (18) Il secondo trial randomizzato del gruppo ECOG era volto a paragonare lrsquoassociazione
di Lenalidomide con alte (RD) o basse (Rd) dosi di Desametasone
La maggiore tossicitagrave ottenuta e la maggiore mortalitagrave precoce (tromboembolismo venoso TEV 184 vs
55 mortalitagrave 5 vs 05 rispettivamente) ha comportato riduzione della sopravvivenza globale nel
braccio RD soprattutto nei pazienti con etagrave superiore a 65 anni (19) Entrambi questi studi erano rivolti a
pazienti di tutte le etagrave non solo a pazienti candidabili a chemioterapia ad alte dosi alcuni pazienti su
decisione volontaria procedevano al trapianto autologo di cellule staminali mentre altri proseguivano la
terapia fino a progressioneintolleranza Per tale motivo non possiamo considerare questi studi pur se di fase
III come fortemente rappresentativi dellrsquoefficacia di regimi di induzione contenenti lenalidomide-
desametasone pre trapianto (Livello di evidenza 1++)
Ersquo stato riportato come una prolungata esposizione a lenalidomide comporti una ridotta mobilizzazione e
raccolta di cellule staminali CD34+ (20) Per tale motivo le raccomandazioni dellrsquoInternational Myeloma
Working group (IMWG) suggeriscono di effettuare la mobilizzazione delle cellule staminali precocemente
dutrante il trattamento di induzione con Lenalidomide (entro i primi quattro cicli ) (21)
Una profilassi antitrombotica egrave raccomandata in pazienti che ricevono RD come terapia di prima linea (22)
Inoltre essendo lrsquoescrezione del farmaco egrave prevalentemente renale il dosaggio della lenalidomide va
aggiustato sulla base della clearance della creatinina
Lenalidomide-desametasone-bortezomib
In considerazione dellrsquoelevata efficacia di Bortezomib Lenalidomide e Desametasone come agenti singoli egrave
stata introdotta lrsquoassociazione RVD per sfruttarne lrsquoazione sinergica Un primo studio multicentrico di fase
III volto a testare efficacia e sicurezza del regime RVD nella malattia di nuova diagnosi in pazienti
candidabili o meno allrsquoASCT dimostrava che tale combinazione risulta ben tollerata con bassa incidenza di
TEV e neuropatia (G3 3 per entrambe) Dopo 4 cicli il tasso di risposta di buona qualitagrave ( ge nCR e
VGPR) era del 6 e 11 rispettivamente tuttavia queste risposte incrementavano progressivamente
proseguendo la terapia fino a un massimo di 8 cicli e durante la fase di mantenimento con un 100 di ORR
e un 52 di CRnCR(23)
In uno studio di fase II lrsquoassociazione RDV in induzione del consentiva di ottenere una risposta globale del
97 ( ge VGPR 54 CR 16 e sCR 13) (24)
Lo studio di fase II EVOLUTION ha comparato prospetticamente RVD con VCD con due dosaggi di
ciclofosfamide (VCD e VCD modified) e un regime a quattro farmaci in cui RVD era addizionato con la
ciclofosfamide (RVDC) i pazienti candidati a ASCT ricevevano solo 4 cicli di terapia di induzione gli altri
invece effettuavano 8 cicli seguita poi da un mantenimento con 4 cicli di Bortezomib in somministrazione
monosettimanale (25) VDRC ha evidenziato maggior tossicitagrave rispetto agli altri schemi senza peraltro un
significativo vantaggio in termini di riposte ottenute (ge VGPR e CR VDRC vs RVD vs VCD vs VCD
modified 58 51 41 53 e 25 24 22 e 47 rispettivamente)
LINEE GUIDA MIELOMA
25
Unrsquoaltra combinazione esplorata egrave stata RVD addizionata con doxorubicina liposomiale pegilata dopo
mediamente 4 cicli il rate di CR + nCR e ge VGPR sono risultati essere pari al 30 e 58 rispettivamente
(26)
ALTRI REGIMI DI INDUZIONE
Talidomide-desametasone
Talidomide-desametasone (TD) egrave stato il primo regime ad essere impiegato in alternativa alla chemioterapia
convenzionale VAD come terapia di induzione pre ASCT TD si egrave dimostrata migliore del VAD in termini di
ORR e ge VGPR rate PFS ma non di OS post ASCT in uno studio retrospettivo case match e in uno studio
prospettico (27) Livello di evidenza 2++)
Inoltre un ampio studio di fase III ha cevidenziato la superioritagrave dellrsquoassociazione TD rispetto al
desametasone utilizzato agente singolo con un ORR di 63 contro 41-46 rispettivamente prolungando il
TTP (23 mesi vs 65 mesi rispettivamente) ma non la OS probabilmente per la maggior tossicitagrave evidenziata
della combinazione (maggior numero di eventi avversi di grado 3-4 in particolare TEV ictus infarto
miocardico acuto) in assenza di unrsquoadeguata profilassi antitrombotica (29) Il rate di risposte complete con
TD resta tuttavia basso pari al 4-10 In due ulteriori studi TD egrave stato incorporato al doppio ASCT e
somministrato dallrsquoesordio fino al secondo ASCT (30) oppure fino a ricadutaprogressione di malattia (31)
Lrsquoaggiunta di TD ha comportato un incremento di risposte di buona qualita del PFS e in uno studio anche
della sopravvivenza globale rispetto al doppio ASCT senza talidomide
Nello studio che prevedeva il mantenimento con talidomide tuttavia si sono verificati numerosi eventi
avversi in particolare eventi trombotici e polineuropatia che hanno portato alla discontinuazione del
farmaco nel 30 e 60 dei pazienti dopo 2 e 4 anni rispettivamente
Talidomide-desametasone e agenti citotossici
In diversi studi sono state testate varie associazioni di Talidomide con agenti chemioterapici tradizionali
quali Talidomide-Desametasone-Doxorubicina (TAD) e Talidomide-Desametasone-Ciclofosfamide (CTD)
In uno studio di fase III (32) la combinazione TAD comportava un incremento di rispostedi buona qualitagrave
rispetto al VAD (ge VGPR 37 vs 18) che veniva mantenuta dopo ASCT (54 vs 44 rispettivamente)
La PFS mediana del braccio TAD e mantenimento con Talidomide egrave risulta pari a 34 mesi rispetto a 2 mesi
per coloro che ricevevano VAD e un mantenimento con interferone In uno studio di fase III lrsquoassociazione
CTD si egrave dimostrata superiore al VAD+ciclofosfamide ottenendo una maggir percentuale di risposte
complete sia prima che dopo ASCT (pre 19 vs 9 post 51 vs 40 rispettivamente) (33)
Mieloma Multiplo etagrave lt 65 anni Terapia di I linea
Regimi di terapia preferiti
Terapia di induzione pre- trapianto autologo
Bortezomib+talidomide+desametasone ( studi di fase 3) Bortezomib + desametasone (studi fase 3) Bortezomib + desametasone+ doxorubicina liposomiale (studi fase 3) Bortezomib + lenalidomide + desametasone (studi di fase 3) lenalidomide+desametasone ( studi di fase 3)
Altri regimi possibili
Bortezomib + ciclofosfamide+desametasone ( studi di fase 2 e retrospettivi) Talidomide + desametasone (studi fase 2 e 3) Talidomide + desametasone + doxorubicina (studi fase 3) Talidomide + ciclofosfamide + desametasone (studi fase 3)
LINEE GUIDA MIELOMA
26
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
A Nella fase di induzione tutti i pazienti devono ricevere un
trattamento comprendente i nuovi farmaci e non solo
chemioterapici (35) Positiva forte
A
I regimi di induzione contenenti bortezomib sembrano
essere i piugrave rapidi ed efficaci In particolare il miglior
bilancio tra efficacia e tossicitagrave sembra appartenere alle
triplette di farmaci (bortezomib desametasone e IMiDs o
chemioterapia) (24-32-33) Lrsquoassociazione di Talidomide e Desametasone (TD) appare
un regime sub-ottimale pur mantenendo una certa
efficacia(10)
Positiva forte
D (Parere di esperti)
Il numero di cicli di induzione raccomandati egrave 3-4 33) Positiva debole
D (Parere di esperti)
La raccolta delle cellule staminali dovrebbe essere
effettuata entro 4 cicli di induzione (33) Positiva debole
B Sia bortezomib sia talidomide possono essere impiegati
senza prevedere una tossicitagrave aggiuntiva nei pazienti in
insufficienza renale eo dialisi (34) Positiva debole
D (Parere di esperti)
I pazienti trattati con Bortezomib dovrebbero ricevere una
profilassi antivirale con acyclovir (33) Positiva debole
62 Terapia di consolidamento e mantenimento post trapianto
La terapia di consolidamento ha lrsquoobiettivo di migliorare ulteriormente la risposta ottenuta con le alte dosi si
basa quindi su di un regime terapeutico molto efficace somministrato per un breve periodo di tempo per
ridurne al minimo la tossicitagrave Il consolidamento puograve essere effettuato con un secondo trapianto autologo
che offre particolare beneficio ai pazienti che non hanno ottenuto almeno una VGPRnCR dalla prima
procedura trapiantologica In seguito allrsquointroduzione dei ldquonuovi farmacirdquo nellrsquoarmamentario terapeutico del
MM sono stati sperimentati regimi di consolidamento comprensivi di Talidomide Bortezomib e
Lenalidomide Lrsquoimpiego di bortezomib e lenalidomide come agenti singoli dopo ASCT ha determinato un
miglioramento del rate di CR e CR+nCR compreso tra il 10-30 (34-35) Lo schema VTD si egrave dimostrato
molto efficace come consolidamento permettendo di migliorare la risposta inducendo anche risposte
molecolari (36) e in paragone a TD prolungando la PFS Tuttavia lrsquoassegnazione a TD o VTD in questo
studio non era randomizzata ma seguiva lrsquoassegnazione randomizzata iniziale nei due bracci come terapia di
induzione pre-trapianto (37) (livello di evidenza 2++)
La terapia di mantenimento egrave finalizzata invece a conservare nel tempo la risposta ottenuta a prolungare la
PFS e lrsquoOS senza alterare in modo significativo la qualitagrave di vita consiste in un trattamento a bassi dosaggi per un periodo di tempo prolungato (alcuni anni) In assenza di alternative fino a 10 anni fa circa le
uniche possibilitagrave erano rappresentate dallrsquointerferone e dallo steroide tali terapie risultavano perograve
molto tossiche e assai poco efficaci nel raggiungere gli obiettivi sopracitati In studi randomizzati
lrsquoimpiego di Talidomide come terapia di mantenimento post ASCT ha evidenziato un beneficio in
termini di PFS (3132 38-41) e in due di questi associata allo steroide anche di OS (38-40)
LINEE GUIDA MIELOMA
27
Il vantaggio in OS veniva perso se talidomide era anche parte della terapia di induzione (31 32 39) Inoltre
sembra che la prolungata esposizione a talidomide possa far emergere cloni resistenti e che tale agente sia
inefficace in pazienti portatori di alterazioni citogenetiche (42) Il problema principale relativo allrsquoimpiego di
talidomide come terapia di mantenimento a lungo termine riguarda la sua neurotossicitagrave che comporta una
percentuale di discontinuazione del farmaco fino al 60 (42)
Lenalidomide in considerazione dellrsquoassenza di neurotossicitagrave appare indicata come terapia di
mantenimento post ASCT Due studi randomizzati indipendenti hanno recentemente mostrato un vantaggio
in termini di PFS con lrsquoimpiego di lenalidomide rispetto a placebo dopo singolo o doppio ASCT (43 44) e
uno dei due anche un vantaggio in OS (44) (livello di evidenza 1++) In entrambi gli studi nei pazienti che
assumevano Lenalidomide egrave emerso un incrementato rischio di seconde neoplasie (SPMs) nellrsquoordine del
7 in tal senso saranno necessari un follow-up piugrave prolungato eulteriori studi per definire meglio i fattori di
rischio per le SPMs e la loro incidenza
Pochi e non conclusivi dati esistono sulla terapia di mantenimento con bortezomib essendo inoltre di non
poco rilievo il problema della via di somministrazione endovenosa e la neurotossicitagrave In tal senso potragrave
avere un certo rilievo la prossima del disponibilitagrave bortezomib per via sottocutanea che comporta una
significativa riduzione del rischio di incidenza della neurotossicitagrave iatrogena (45)
Terapia di Mantenimentoconsolidamento
Regimi terapeutici (studi fase 2 e fase 3)
Terapia di consolidamento
post- trapianto autologo
Bortezomib + desametasone (studi fase 3) Bortezomib+talidomide+desametasone ( studi di fase 3) Bortezomib + lenalidomide + desametasone (studi di fase 2) lenalidomide+desametasone ( studi di fase 3)
Terapia di mantenimento
post trapianto autologo
Talidomide (studi fase 3) Lenalidomide (studi fase 3) Bortezomib (studi fase 3)
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
D
La terapia di consolidamento e di mantenimento post
ASCT con i nuovi farmaci dovrebbe avvenire solo nel
contesto di studi clinici (i dati dei diversi studi sono
ancora poco solidi e richiedono un follow-up piugrave
prolungato)(33)
Studi clinici
63 Terapia ad alte dosi con supporto di progenitori emopoietici autologhi
Sono passati quasi 30 anni dalla prima segnalazione dellrsquoefficacia delle alte dosi di melphalan nel MM (47)
Da allora ASCT egrave diventata la terapia di riferimento nel paziente giovane affetto da MM alla diagnosi
Il trapianto autologo consente di ottenere elevati tassi di risposte complessive e attualmente rimane il
trattamento di riferimento per i pazienti eleggibili Alcuni studi randomizzati (vedi Tabella 1) condotti su
pazienti alla diagnosi evidenziano la superioritagrave del trapianto rispetto alla terapia convenzionale nel paziente
con MM con etagrave inferiore a 65 anni (Livello di evidenza 1++)
LINEE GUIDA MIELOMA
28
Tabella 1 Studi controllati- randomizzati terapia convenzianale vs terapia ad alte dosi
Trial Ndeg pts EFS
(median months) OS
(median months) References
IFM90 CT 100 8 at 7 years 25 at 7 years Attal et al (1996)
ASCT 100 16 at 7 years 43 at 7 years Harousseau et al
(2005)
MRC CT 200 32 20
Child et al (2003) ASCT 201 54 months 42
MAG91 CT 91 13 64 Fermand et al
(1998) ASCT 94 39 65
PETHEMA CT 83 34 67
Blade et al (2001) ASCT 81 43 67
CT Chemioterapia convenzionale ndash ASCT terapia ad alte dosi
EFS event-free survival OS overall survival
Da rilevare peraltro che lrsquointroduzione dei nuovi farmaci negli schemi di induzione non solo ha deteminato
un miglioramento delle risposte globali pretrapianto ma ha consentito di implementare il numero di risposte
di buona qualitagrave dopo il trapianto (48 -51)
Circa un confronto diretto tra nuovi farmaci e la terapia trapiantologica abbiamo a disposizione pochi dati di
letteratura Il gruppo GIMEMA ha concluso uno studio su 402 pazienti affetti da mieloma multiplo in prima
diagnosi e randomizzati a ricevere dopo 4 cicli di lenaidomide-desametasone o un doppio trapianto
autologo (MEL 200) o altri 6 cicli di terapia con melphalan-prednisone-lenalidomide Questo studio ha
riportato un significativo aumento in PFS ma non in OS per il braccio trapiantologico (52)
In un secondo studio 389 pazienti sono stati trattati in induzione con lenelidomide+basse dosi di
desametasone e successivamente randomizzati a ricevere CRD (ciclofosfamide lenalidomide desametasone)
o doppio trapianto autologo (MEL200) In questo trial la PFS a 2 anni egrave risultata migliore per il braccio
trapiantologico( 62 vs72)(53) Analoghi studi sono attualmente in corso
Mobilizzazione cellule staminali
La sorgente delle cellule staminali egrave quasi esclusivamente il sangue periferico le cellule staminali infatti
vengono prelevate da sangue periferico con una o piugrave procedure aferetiche previa terapia di mobilizzazione
Il farmaco maggiormente utilizzato ai fini della mobilizzazione egrave la ciclofosfamide a dosi medio alte (2-4
gmq) in combinazione con lenograstim (5-10 mcgKgdie) Altri regimi di mobilizzazione riportati in
letteratura oltre allrsquoutilizzo del solo fattore di crescita emopoietico sono la citosina arabinoside la
vinorelbina e diversi schemi di polichemioterapia Il numero minimo di cellule CD34 necessarie per
effettuare la procedura trapiantologica e pari a 2 x106 kg
Lrsquoutilizzo di cellule staminali selezionate o la tecnica del purging del prodotto aferetico non ha comportato
una riduzione del rischio di recidiva (54) e pertanto non egrave consigliato
Singolo vs Tandem
Si parla di doppio trapianto (tandem) qualora una seconda procedura venga effettuata entro 6 mesi dalla
prima Diversi trials randomizzati hanno indagato lrsquoutilitagrave di un secondo autotrapianto e una metanalisi del
2009 avrebbe evidenziato una superioritagrave del doppio autotrapianto sul singolo in termini di tasso di risposta e
EFS (20 vs 10) ma non di OS (55) Uno studio conferma un beneficio a lungo termine della doppia
procedura (56) mentre in altri due studi viene dimostrato che i pazienti che beneficiano maggiormente del
secondo trapianto sono quelli che non ottengono almeno una VGPR con il primo trapianto (56 ndash 57) In
particolare nello studio IFM94 389 pazienti alla diagnosi venivano randomizzati a ricevere singolo (MEL
140+TBI) o doppio autologo (MEL 140 - MEL 140+TBI) Gli autori hanno dimostrato un aumento di OS
stimata a 7 anni per il doppio autologo e in unrsquoanalisi di sottogruppi hanno riscontrato che i pazienti che
beneficiavano maggiormente del doppio autologo erano quelli che non ottenevano almeno una VGPR entro
tre mesi dalla prima procedura (57) Analoghe conclusioni sono emerse da uno studio italiano dove veniva
utilizzato come regime di condizionamento MEL 200 (58) (Livello di Evidenza 1++)
LINEE GUIDA MIELOMA
29
Critiche a questi studi sono lrsquoutilizzo di una minor dose cumulativa di MEL nel braccio del trapianto singolo
nello studio del gruppo francese e per entrambi la bassa potenza degli studi per valutare il ruolo del doppio
trapianto nei pazienti che ottengono una CR o almeno una VGPR dopo la prima procedura
Una revisone sistematica pubblicata nel 2012 per stabilire il vantaggio di un doppio trapianto autologo
rispetto al singolo ha concluso che non vi sono dati sufficienti per una decisione definitiva considerando che
sono stati riscontrati bias negli studi pubblicati e che i trial non comprendevano ancora i nuovi farmaci
attualmente a disposizione (59)
Il ruolo del secondo autotrapianto potrebbe essere messo in discussione da studi randomizzati in corso che
paragonano consolidamento con nuovi farmaci e trapianto autologo nel frattempo il II trapianto dovrebbe
essere offerto ai pazienti che non hanno ottenuto una risposta completa dopo il primo trapianto riservando
tale opzione terapeutica agli altri pazienti in occasione delleventuale recidiva di malattia
Condizionamento
Il regime di condizionamento per il trapianto autologo nel MM rimane il Melphalan ad alte dosi (200
mgmq) Tale dosaggio viene ridotto nei pazienti con insufficienza renale (con GFRlt 30 mlmin) e in dialisi
in cui la somministrazione a 200 mgmq comporta un incremento di tossicitagrave e di mortalitagrave correlata alla
procedura (60) Un incremento del dosaggio di melphalan (220-300 mg anche in associazione ad Amifostina)
ha evidenziato un miglioramento della PFS ma con un notevole incremento della tossicitagrave (61-62) mentre
lassociazione con Total-body irradiation (TBI) non comporta nemmeno miglioramento del PFS (63) (Livello
di evidenza 4) per cui attualmente lo standard egrave Melphalan 200mgmq (64 )
Anche nel contesto del condizionamento al trapianto sono stati inseriti i nuovi farmaci (Melphalan 140
mgmq + Bortezomib) con risultati promettenti in termini di risposta (gtVGPR 70 con RC 30) anche se
il follow-up egrave troppo breve per valutarne lrsquoimpatto sulla sua durata (65)
64 Trapianto allogenico
In relazione alletagrave media avanzata alla diagnosi e alla disponibilitagrave di un donatore familiare sono pochi i
pazenti affetti da MM potenzialmente candidabili ad una procedura di trapianto allogenico
Il trapianto allogenico mieloablativo correla con miglioramneto dellrsquo intervallo libero da malattia (tra 22-
36) anche se il suo ruolo nel trattamento del MM appare controverso dato lelevato tasso di mortalitagrave
correlata alla procedura (Transplant related mortality TRM) che varia tra 34-54 nei diversi studi
Fattori prognostici negativi per il trapianto allogenico mieloablativo sono un precedente ASCT un lungo
intervallo tra la diagnosi e il trapianto e il mismacht di sesso tra donatore e ricevente (66-67)
Per ridurre la TRM e permettere di estendere lrsquoindicazione ad un maggior numero di pazienti con MM alla
diagnosi egrave stato sperimentato il trapianto allogenico a condizionamento ridotto (RIC) Diversi studi in
letteratura evidenziano la fattibilitagrave di tale approccio anche nei pazienti piugrave anziani con una TRM lt20 In
questo particolare setting rimane elevata lincidenza di GvHD cronica recentemente riportato fino al 74
dei pazienti trattati (68) Anche se la sopravvivenza globale a 5 anni risulta circa del 60 sono segnalate
recidive di malattia (spesso extramidollari) anche dopo 5 anni dal trapianto
Uno studio prospettico (69) ha riportato una miglior OS per i pazienti sottoposti allrsquoallotrapianto non
mieloablativo dopo un trapianto autologo rispetto al doppio autotrapianto mentre altri studi non hanno
confermato tale dato (vedi tabella 2) Secondo le raccomandazioni del gruppo Europeo il trapianto
allogenico puograve essere considerato per i pazienti giovani ad alto rischio che accettino il tasso di mortalitagrave
correlato alla procedura e la natura sperimentale del trattamento (74)
LINEE GUIDA MIELOMA
30
Tabella2 studi randomizzati tandem autologo vs tandem auto-allotrapianto nel MM alla diagnosi
Pts RC () EFS (mesi) OS (Mesi) P
IFM (70) 166 vs 46 37vs 55 25 vs 21 57 vs 41 NS
GIMEMA (69) 82 vs 80 26 vs 55 33 vws 37 64 vs NR S
PETHEMA (71) 82 vs 25 11 vs 40 20 vs 26 58 vs 60 NS
HOVON (72) 101 vs 115 42 vs 45 34 vs 39 63 vs 56 NS
EBMT (73) 250 vs 110 41 vs 52 15 vs 36 50 vs 65
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
A
ASCT deve essere parte integrante del programma
terapeutico del paziente affetto da MM di etagrave inferiore
uguale a 65 anni con adeguato performance status (tabella 1)
Positiva forte
D ASCT potrebbe essere eseguito anche in pazienti con eta
compresa tra 65 e 70 anni in assenza di patologie
associate(64) Positiva debole
B
Il regime di condizionamento al trapianto consiste nel
Melphalan 200 mgmq con riduzione di dose (140 mgmq)
in caso di alterazione della funzione renale o nei pazienti
con etagrave gt65 anni (60 64)
Positiva debole
B
Il Tandem ASCT attualmente non puograve essere considerato lo
standard il secondo trapianto infatti dovrebbe essere
riservato ai pazienti che non ottengono una risposta
superiore alla VGPR dopo la prima procedura
trapiantologica (59) Nei pazienti in cui la seconda procedura egrave invece indicata
questa deve essere effettuata dopo 3 e non oltre i 6 mesi dal
precedente trattamento ad alte dosi (57)
Negativa debole
C
Il trapianto allogenico mieloablativo da donatore familiare
HLA identico puograve essere considerato solo nei pazienti di etagrave
lt 40 anni responsivi alla terapia di prima linea e solo
nellrsquoambito di trials clinici(74) Il Trapianto allogenico a condizionamento ridotto (RIC) egrave
proponibile a pazienti ad alto rischio dopo ASCT solo
nellambito di studi clinici controllati
Studi clinici
Bibliografia 1 Rosintildeol L Oriol A Mateos MV Sureda A Garciacutea-Saacutenchez P Gutieacuterrez N Alegre A Lahuerta JJ de la Rubia J
Herrero C Liu X Van de Velde H San Miguel J Bladeacute J Phase II PETHEMA trial of alternating bortezomib
and dexamethasone as induction regimen before autologous stem cell transplantation in younger patients with
multiple myeloma efficacy and clinical implications of tumor response kinetics JCO 2007254452-4458
2 Harousseau JL Attal M Leleu X Troncy J Pegourie B Stoppa AM Hulin C Benboubker L Fuzibet JG
Renaud M Moreau P Avet-Loiseau H Bortezomib plus dexamethasone as induction treatment prior to
autologous stem cell transplantation in patients with newly dignosed multiple myeloma results of an IFM phase
II study Haematologica 2006911 498-1505
LINEE GUIDA MIELOMA
31
3 Harousseau JL Attal M Avet-Loiseau H Marit G Caillot D Mohty M Lenain P Hulin C Facon T Casassus
P Michallet M Maisonneuve H Benboubker L Maloisel F Petillon MO Webb I Mathiot C Moreau P
Bortezomib plus dexamethasone is superior to vincristine plus doxorubicin plus dexamethasone as induction
treatment prior to autologous stem-cell transplantation in newly diagnosed multiple myeloma results of the IFM
2005-01 phase III trial J Clin Oncol 2010 28 4621-4629
4 Avet-Loiseau H Leleu X Roussel M Moreau P Guerin-Charbonnel C Caillot D Marit G Benboubker L
Voillat L Mathiot C Kolb B Macro M Campion L Wetterwald M Stoppa AM Hulin C Facon T Attal M
Minvielle S Harousseau JL Bortezomib plus dexamethasone induction improves outcome of patients with
t(414) myeloma but not outcome of patients with del(17p) J Clin Oncol 2010 28 4630-4634
5 Sonneveld P Schmidt-Wolf IG van der Holt B El Jarari L Bertsch U Salwender H Zweegman S Vellenga E
Broyl A Blau IW Weisel KC Wittebol S Bos GM Stevens-Kroef M Scheid C Pfreundschuh M Hose D
Jauch A van der Velde H Raymakers R Schaafsma MR Kersten MJ van Marwijk-Kooy M Duehrsen U
Lindemann W Wijermans PW Lokhorst HM Goldschmidt HM Bortezomib induction and maintenance
treatment in patients with newly diagnosed multiple myeloma results of the randomized phase III HOVON-65
GMMG-HD4 trial J Clin Oncol 2012 Aug 2030(24)2946-55
6 Neben K Lokhorst HM Jauch A Bertsch U Hielscher T van der Holt B Salwender H Blau IW Weisel K
Pfreundschuh M Scheid C Duumlhrsen U Lindemann W Schmidt-Wolf IG Peter N Teschendorf C Martin H
Haenel M Derigs HG Raab MS Ho AD van de Velde H Hose D Sonneveld P Goldschmidt H
Administration of bortezomib before and after autologous stem cell transplantation improves outcome in
multiple myeloma patients with deletion 17p Blood 2012119(4)940-8
7 Reeder CB Reece DE Kukreti V Chen C Trudel S Hentz J Noble B Pirooz NA Spong JE Piza JG Zepeda
VH Mikhael JR Leis JF Bergsagel PL Fonseca R Stewart AK Cyclophosphamide bortezomib and
dexamethasone induction for newly diagnosed multiple myeloma high response rates in a phase II clinical trial
Leukemia 2009 23 1337-1341
8 Uttervall K1 Admasie J Alici E Lund J Liwing J Aschan J Barendse M Deneberg S Mellqvist UH Carlson
K Nahi H A combination regimen of bortezomib cyclophosphamide and betamethasone gives quicker better
and more durable response than VADCyBet regimens results from a Swedish retrospective analysis Acta
Hematologica 2013 130 (1) 7-15
9 Wang M Giralt S Delasalle K Handy B Alexanian R Bortezomib in combination with thalidomide-
dexamethasone for previously untreated multiple myeloma Haematology 200712235-239
10 Cavo M Tacchetti P Patriarca F Petrucci MT Pantani L Galli M Di Raimondo F Crippa C Zamagni E
Palumbo A Offidani M Corradini P Narni F Spadano A Pescosta N Deliliers GL Ledda A Cellini C
Caravita T Tosi P Baccarani M GIMEMA Italian Myeloma Network Bortezomib with thalidomide plus
dexamethasone compared with thalidomide plus dexamethasone as induction therapy before and consolidation
therapy after double autologous stem-cell transplantation in newly diagnosed multiple myeloma a randomised
phase 3 study Lancet 2010376(9758)2075-2085
11 Rosintildeol L Oriol A Teruel AI Hernaacutendez D Loacutepez-Jimeacutenez J de la Rubia J Granell M Besalduch J Palomera
L Gonzaacutelez Y Etxebeste MA Diacuteaz-Mediavilla J Hernaacutendez MT de Arriba F Gutieacuterrez NC Martiacuten-Ramos
ML Cibeira MT Mateos MV Martiacutenez J Alegre A Lahuerta JJ San Miguel J Bladeacute J Programa para el
Estudio y la Terapeacuteutica de las Hemopatiacuteas MalignasGrupo Espantildeol de Mieloma (PETHEMAGEM) group
Superiority of bortezomib thalidomide and dexamethasone (VTD) as induction pretransplantation therapy in
multiple myeloma a randomized phase 3 PETHEMAGEM study Blood 2012 Aug 23120(8)1589-96
12 Moreau P Avet-Loiseau H Facon T Attal M Tiab M Hulin C Doyen C Garderet L Randriamalala E Araujo
C Lepeu G Marit G Caillot D Escoffre M Lioure B Benboubker L Peacutegourieacute B Kolb B Stoppa AM Fuzibet
JG Decaux O Dib M Berthou C Chaleteix C Sebban C Traulleacute C Fontan J Wetterwald M Lenain P Mathiot
C Harousseau JL Bortezomib plus dexamethasone versus reduced-dose bortezomib thalidomide plus
dexamethasone as induction treatment before autologous stem cell transplantation in newly diagnosed multiple
myeloma Blood 2011118(22)5752-5758
13 Kaufman JL Nooka A Vrana M Gleason C Heffner LT Lonial S Bortezomib thalidomide and
dexamethasone as induction therapy for patients with symptomatic multiple myeloma Cancer 2010 116 3143-
3151
14 Besinger W Jagannath S Vescio R Camacho E Wolf J Irwin D Capo G McKinley M Potts P Vesole DH
Mazumder A Crowley J Becker P Hilger J Durie BG Phase 2 study of two sequential three-drug combinations
containing bortezomib cyclophosphamide and dexamethasone followed by bortezomib thalidomide and
dexamethasone as frontline therapy for multiple myeloma Br J Hematol 2010 148 562-68
15 Ludwig H Viterbo L Greil R Masszi T Spicka I Shpilberg O Hajek R Dmoszynska A Paiva B Vidriales
MB Esteves G Stoppa AM Robinson D Jr Ricci D Cakana A Enny C Feng H van de Velde H Harousseau
JL Randomized phase II study of bortezomib thalidomide and dexamethasone with or without
LINEE GUIDA MIELOMA
32
cyclophosphamide as induction therapy in previously untreated multiple myeloma J Clin Oncol 2013 Jan
1031(2)247-55
16 Pineda-Roman M Zangari M Haessler J Anaissie E Tricot G van Rhee F Crowley J Shaughnessy JD Jr
Barlogie B Sustained complete remission in multiple myeloma linked to bortezomib in total therapy 3
comparison with total therapy 2 Br J Haematol 2008140625-634
17 Rajkumar SV Hayman SR Lacy MQ Dispenzieri A Geyer SM Kabat B Zeldenrust SR Kumar S Greipp PR
Fonseca R Lust JA Russell SJ Kyle RA Witzig TE Gertz MA Combination therapy with lenalidomide plus
dexamethasone (revdex) for newly diagnosed myeloma Blood 20051064050-4053
18 Zonder JA Crowley J Hussein MA Bolejack V Moore DF Whittenberger BF Abidi MH Durie B and
Barlogie B et al Superiority of lenalidomide plus high-dose dexamethasone (HD) compared to HD alone as
treatment of newly diagnosed multiple myeloma result of the randomized double-blind placebo-comtrolled
SWOG trial S0232 Blood 2007110abs77
19 Rajkumar SV Jacobus S Callander NS Fonseca R Vesole DH Williams ME Abonour R Siegel DS Katz M
Greipp PR Eastern Cooperative Oncology Group Lenalidomide plus high-dose dexamethasone versus
lenalidomide plus low-dose dexamethasone as initial therapy for newly diagnosed multiple myeloma an open-
label randomized controlled trial Lancet Oncology 2010 11 29-37
20 Kumar S Dispenzieri A Lacy MQ Hayman SR Buadi FK Gastineau DA Litzow MR Fonseca R Roy V
Rajkumar SV Gertz MA Impact of lenalidomide therapy on stem cell mobilization and engrafment post-
peripheral blood stem cell transplantation in patients with newly diagnosed myeloma Leukemia 2007 21 2035-
42
21 Kumar S Giralt S Stadtmauer EA Harousseau JL Palumbo A Bensinger W Comenzo RL Lentzsch S
Munshi N Niesvizky R San Miguel J Ludwig H Bergsagel L Blade J Lonial S Anderson KC Tosi P
Sonneveld P Sezer O Vesole D Cavo M Einsele H Richardson PG Durie BG Rajkumar SV International
Myeloma Working Group Mobilization in myeloma revisited IMWG consensus perspectives on stem cell
collection following initial therapy with thalidomide lenalidomide or bortezomib-containing regimens Blood
2009 114 1729-35
22 Palumbo A Rajkumar SV Dimopoulos MA Richardson PG San Miguel J Barlogie B Harousseau J Zonder
JA Cavo M Zangari M Attal M Belch A Knop S Joshua D Sezer O Ludwig H Vesole D Bladeacute J Kyle R
Westin J Weber D Bringhen S Niesvizky R Waage A von Lilienfeld-Toal M Lonial S Morgan GJ Orlowski
RZ Shimizu K Anderson KC Boccadoro M Durie BG Sonneveld P Hussein MA International Myeloma
Working Group Prevention of thalidomide and lenalidomide-associated thrombosis in myeloma Leukemia
2008 22 414-23
23 Richardson PG Weller E Lonial S Jakubowiak AJ Jagannath S Raje NS Avigan DE Xie W Ghobrial IM
Schlossman RL Mazumder A Munshi NC Vesole DH Joyce R Kaufman JL Doss D Warren DL Lunde LE
Kaster S Delaney C Hideshima T Mitsiades CS Knight R Esseltine DL Anderson KC Lenalidomide
bortezomib and dexamethasone combination therapy in patients with newly diagnosed multiple myeloma Blood
2010116 679-686
24 Roussel M Avet-Loiseau H Moreau P Huynh A Benboubker L Hulin C Marit G Leleu X Pegourie B
Fruchart C Caillot D Stoppa AS Facon T Harousseau JL and Attal M Frontline therapy with bortezomib
lenalidomide and dexamethasone (VRD) fllowed by autologous stem cell transplantation VRD consolidation
and lenalidomide maintenance in newly diagnosed multiple myeloma pateints primary results of the IFM 2008
phase II study Blood 2010 abs 624
25 Kumar S Flinn I Richardson PG Hari P Callander N Noga SJ Stewart AK Turturro F Rifkin R Wolf J
Estevam J Mulligan G Shi H Webb IJ Ra SV Randomized multicenter phase 2 study (EVOLUTION) of
combinations of bortezomib dexamethasone cyclophosphamide and lenalidomide in previously untreated
multiple myeloma Blood 2012 119 4375-82
26 Jakuboviak AJ Reece DE Hofmeister CC Lonial S Zimmerman TM Campagnaro EL Schlossman RL
Laubach J Raje N Anderson T Griffith K Hill M Harvey C Dollard AM Wear S Barrickman J Tendler C
Esseltine DL Kelley SL Kaminski MS Anderson KC and Richardson PG Lenalidomide bortezomib
pegylated liposomial doxorubicin and dexamethasone in newly diagnosed multiple myeloma updated results of
phase III MMRC trial Blood 2009 114 abs 132
27 Cavo M Zamagni E Tosi P Tacchetti P Cellini C Cangini D de Vivo A Testoni N Nicci C Terragna C
Grafone T Perrone G Ceccolini M Tura S Baccarani M Bologna 2002 study Superiority of thalidomide and
dexamethasone over VAD as primary therapy in preparation for autologous transplantation for multiple
myeloma Blood 200510635-9
28 Rajkumar SV Blood E Vesole D Fonseca R Greipp PR Eastern Cooperative Oncology Group Phase III
clinical trial of thalidomide plus dexamethasone compared with dexamethasone alone in newly diagnosed
multiple myeloma a clinical trial coordinated by the Eastern Cooperative Oncology Group JCO 200624431-6
LINEE GUIDA MIELOMA
33
29 Cavo M Di Raimondo F Zamagni E Patriarca F Tacchetti P Casulli AF Volpe S Perrone G Ledda A
Ceccolini M Califano C Bigazzi C Offidani M Stefani P Ballerini F Fiacchini M de Vivo A Brioli A Tosi
P Baccarani M Short-term thalidomide incorporated into double autologous stem-cell transplantation improves
outcomes in comparison with double autotransplantation for multiple myeloma JCO 2009305001-5007
30 Barlogie B Tricot G Anaissie E Shaughnessy J Rasmussen E van Rhee F Fassas A Zangari M Hollmig K
Pineda-Roman M Lee C Talamo G Thertulien R Kiwan E Krishna S Fox M Crowley J Thalidomide and
hematopoietic-cell transplantation for multiple myeloma N Engl J Med 20063541021-1030
31 Lokhorst HM van der Holt B Zweegman S Vellenga E Croockewit S van Oers MH von dem Borne P
Wijermans P Schaafsma R de Weerdt O Wittebol S Delforge M Berenschot H Bos GM Jie KS Sinnige H
van Marwijk-Kooy M Joosten P Minnema MC van Ammerlaan R Sonneveld P Dutch-Belgian Hemato-
Oncology Group (HOVON) A randomized phase 3 study on the effect of thalidomide combined with
Adriamycin dexamethasone and high dose melphalan followed by thalidomide maintenance in patients with
multiple myeloma Blood 2010 115 1113-1120
32 Morgan GJ Davies FE Gregory WM Bell SE Szubert AJ Navarro Coy N Cook G Feyler S Johnson PR
Rudin C Drayson MT Owen RG Ross FM Russell NH Jackson GH Child JA National Cancer Research
Institute Haematological Oncology Clinical Studies Group Cyclophosphamide thalidomide and dexamethasone
as induction therapy for newly diagnosed multiple myeloma patients destined for autologous stem cell
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33 Cavo M Rajkumar SV Palumbo A Moreau P Orlowski R Blade J et al International Myeloma Working
Group consensus approach to the treatment of multiple myeloma patients who are candidates for autologous
stem cell transplantation Blood 2011 Jun 9117(23)6063-73
34 Dimopoulos MA Roussou M Gkotzamanidou M Nikitas N Psimenou E Mparmparoussi D Matsouka C
Spyropoulou-Vlachou M Terpos E Kastritis E The role of novel agents on the reversibility of renal impairment
in newly diagnosed symptomatic patients with multiple myeloma Leukemia 2013 Feb27(2)423-9
35 Mellqvist UH Gimsing P Hjertner O Lenhoff S Laane E Remes K Steingrimsdottir H Abildgaard N Ahlberg
L Blimark C Dahl IM Forsberg K Gedde-Dahl T Gregersen H Gruber A Gulbrandsen N Haukarings E Carlson
K Kvam AK Nahi H Lindarings R Frost Andersen N Turesson I Waage A Westin J Bortezomib consolidation
after autologous stem cell transplantation in multiple myeloma a Nordic Myeloma study group randomized
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36 Attal M Lauwers-Cances V Marit G Caillot D Moreau P Facon T Stoppa AM Hulin C Benboubker L
Garderet L Decaux O Leyvraz S Vekemans MC Voillat L Michallet M Pegourie B Dumontet C Roussel M
Leleu X Mathiot C Payen C Avet-Loiseau H Harousseau JL IFM Investigators Lenalidomide maintenance
after stem-cell transplantation for multiple myeloma N Engl J Med 2012 May 10366(19)1782-91
37 Terragna C Zamagni E Petrucci MT Durante S Patriarca P Narni F Crippa C Gorgone A Caravita T
Perrone G Nozzoli C Masini L Callea V Attolico I Cellini C Bringhen S Ledda A Montefusco V Martello
M Martinelli G Baccarani M and Cavo M Molecular remission after bortezomib-thalidomide and
dexamethasone compared with thalidomide-dexamethasone as consolidation therapy after double autologous
transplantation for multiple myeloma results of qualitative and quantitative analysis Blood 2010 116 abs 861
38 Cavo M Pantani L Petrucci MT Patriarca F Zamagni E Donnarumma D Crippa C Boccadoro M Perrone G
Falcone A Nozzoli C Zambello R Masini L Furlan A Brioli A Derudas D Ballanti S Dessanti ML De
Stefano V Carella AM Marcatti M Nozza A Ferrara F Callea V Califano C Pezzi A Baraldi A Grasso M
Musto P Palumbo A GIMEMA (Gruppo Italiano Malattie Ematologiche dellAdulto) Italian Myeloma Network
Bortezomib-thalidomide and dexamethasone is superior to thalidomide-dexamethasone as consolidation therapy
following autologous hematopoietic stem-cell transplantation in patients with newly diagnosed multiple
myeloma Blood 2012 Jul 51209-19
39 Attal M Harousseau JL Leyvraz S Doyen C Hulin C Benboubker L Yakoub Agha I Bourhis JH Garderet L
Pegourie B Dumontet C Renaud M Voillat L Berthou C Marit G Monconduit M Caillot D Grobois B Avet-
Loiseau H Moreau P Facon T Inter-Groupe Francophone du Myeacutelome (IFM) Maintenance therapy with
thalidomide improve survival in patients with multiple myeloma Blood 20061083289-3294
40 Morgan GJ Gregory WM Davies FE Bell SE Szubert AJ Brown JM Coy NN Cook G Russell NH Rudin C
Roddie H Drayson MT Owen RG Ross FM Jackson GH Child JA National Cancer Research Institute
Haematological Oncology Clinical Studies GroupThe role of maintenance thalidomide therapy in multiple
myeloma MRC myeloma IX results and meta-analysis Blood 2012 Jan 5119(1)7-15
41 Spencer A Prince HM Roberts AW Prosser IW Bradstock KF Coyle L Gill DS Horvath N Reynolds J
Kennedy N Consolidation therapy with low-dose thalidomide and prednisolone prolongs the survival of
multiple myeloma patients undergoing a single autologous stem-cell transplantation procedure JCO
2009271788-1793
42 Stewart AK Trudel S Bahlis NJ White D Sabry W Belch A Reiman T Roy J Shustik C Kovacs MJ
Rubinger M Cantin G Song K Tompkins KA Marcellus DC Lacy MQ Sussman J Reece D Brundage M
LINEE GUIDA MIELOMA
34
Harnett EL Shepherd L Chapman JA Meyer RM A randomized phase 3 trial of thalidomide and prednisone as
maintenance therapy after ASCT in patients with MM with a quality-of-life assessment the National Cancer
Institute of Canada Clinicals Trials Group Myeloma 10 Trial Blood 2013 Feb 28121(9)1517-23
43 Cavo M Pantani L Tacchetti P Pallotti MC Brioli A Petrucci A Zamagni E Tosi P Thalidomide maintenance
in multiple myeloma certainties and controversies JCO 200927186-187
44 Attal M Lauwers-Cances V Marit G Caillot D Moreau P Facon T Stoppa AM Hulin C Benboubker L
Garderet L Decaux O Leyvraz S Vekemans MC Voillat L Michallet M Pegourie B Dumontet C Roussel M
Leleu X Mathiot C Payen C Avet-Loiseau H Harousseau JL IFM Investigators Lenalidomide maintenance
after autologous stem-cell transplantation for multiple myelomaN Eng J Med 2012 10 1782-91
45 McCarthy PL Owzar K Hofmeister CC Hurd DD Hassoun H Richardson PG Giralt S Stadtmauer EA
Weisdorf DJ Vij R Moreb JS Callander NS Van Besien K Gentile T Isola L Maziarz RT Gabriel DA
Bashey A Landau H Martin T Qazilbash MH Levitan D McClune B Schlossman R Hars V Postiglione J
Jiang C Bennett E Barry S Bressler L Kelly M Seiler M Rosenbaum C Hari P Pasquini MC Horowitz MM
Shea TC Devine SM Anderson KC Linker C Lenalidomide after stem-cell transplantation fro multiple
myeloma N Engl J Med 2012 10 1770-81
46 Moreau P Pylypenko H Grosicki S Karamanesht I Leleu X Grishunina M Rekhtman G Masliak Z Robak T
Shubina A Arnulf B Kropff M Cavet J Esseltine DL Feng H Girgis S van de Velde H Deraedt W
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47 McElwaiv amp Powles 1983 High-dose intravenous melphalan for plasma-cell leukaemia and myeloma Lancet
1983 Oct 82(8354)822-4
48 Harousseau J Avet-loiseau H Attal M High complete and very good partial response rates with bortezomib-
dexamethasone as induction prior to ASCT in newly diagnosed pattients wuith high-risk myeloma results of the
IFM2005-01 phase 3 trial ndash Blood 2009 114 abstract 353
49 Cavo M Tacchetti P Patriarca F Petrucci MT Pantani L Galli M Di Raimondo F Crippa C Zamagni E
Palumbo A Offidani M Corradini P Narni F Spadano A Pescosta N Deliliers GL Ledda A Cellini C
Caravita T Tosi P Baccarani M GIMEMA Italian Myeloma Network Bortezomib with thalidomide plus
dexamethasone compared with thalidomide plus dexamethasone as induction therapy before and consolidation
therapy after double autologous stem-cell transplantation in newly diagnosed multiple myeloma a randomised
phase 3 study Lancet 2010376(9758)2075-2085
50 Rajkumar SV Jacobus S Callander NS et al lenalidomide plus high-dose dexamethasone versus lenalidomide
plus low-dose dexamethasone as intial therapy for newly diagnoses multiple myeloma an open albel randomized
controller trial Lancet Oncol 201011(1)29-37
51 Richardson PG Weller E Lonial S et al Lenalidomide bortezomib and dexamethasone combination therapy in
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52 Boccadoro M Cavallo F Gay F et al Melphalan-prednisone-lenalidomide (MPR) versus High dose melphalan
and autologous transplantation ( MEL 200) plus lenalidomide maitenance or no maintenance in newly diagnoses
Multiple Myeloma patients J Clin Oncol 2013 31 abstract 8509)
53 Gay F Hajek R Dira Diramondo F et al Cyclophosphamide-lenalidomide-dexamethasone vs autologous
transplant in newly diagnosed myeloma a phase III trial Clin Lymphoma Myeloma Leuk 201313 (suppl
1)S40
54 Stewart AK Vescio R Schiller G Purging of autologous peripheral-blood stem cells using CD34 selection
does not improve overall or progression-free survival after high-dose chemotherapy for multiple myeloma
results of a multicenter randomized controlled trial Journal of Clinical Oncology (2001) 19 3771ndash3779
55 Kumar A Kharfan-Dabaja MA Glasmacher A Djulbegovic B Tandem versus single autologous hematopoietic
cell transplantation for the treatment of multiple myeloma a systematic review and meta-analysis J Natl Cancer
Inst 2009 101(2) 100-10
56 Barlogie B Attal M Crowley J Lomg term follow-up of autotransplantation trials for multiple myeloma update
of protocols conducted by the Intergroupe Francophone du Myelome South-west Oncology Group and the
University of Arkansas for Medical Sciences J Clin Oncol201028(7)1209-1214
57 Attal Harousseau JL Facon T Single versus double autologous stem-cell transplantation for multiple
myeloma New England Journal of Medicineigrave (2003) 349 2495ndash2502)
58 Cavo M Tosi P Zamagni E Prospective randomized study of single compared with double autologous stem-
cell transplantation for multiple myeloma Bologna 96 clinical study J Clin Oncol2007252434-2441
59 Maumann-Winter et al Cochrane database Syst Rev 2012 act 1710cd 004626
60 Knudsen LM Nielsen B Gimsing P amp Geisler C Autologous stem cell transplantation in multiple
myeloma outcome in patients with renal failure European Journal of Haematology 2005 75 27ndash33)
LINEE GUIDA MIELOMA
35
61 Garban F Attal M Michallet M et al Prospective comparison of autologous stem cell transplantation
followed by dose-reduced allograft (IFM99-03 trial) with tandem autologous stem cell transplantation (IFM99-
04 trial) in high-risk de novo multiple myeloma Blood 2005 - 107 3474ndash3480
62 Phillips GL Meisenberg B Reece DE et al Amifostine and autologous henatopietic stem cell support of
escalating-dose melphalan a phase I study Biol Blood Marrow Transpalnt 2004 Jul10(7)473-83
63 Moreau P Facon T Attal M Comparison of 200 mgm(2) melphalan and 8 Gy total body irradiation plus
140 mgm(2) melphalan as conditioning regimens for peripheral blood stem cell transplantation in patients with
newly diagnosed multiple myeloma final analysis of the Intergroupe Francophone du Myelome 9502
randomized trial Blood 2002 99 731ndash735
64 Mohamad Mohty and Jean-Luc Harousseau treatment of autologous stem cell transplant-elegible multiple
myeloma patients ten questions and answers Haematologica 201499(3)408-416
65 Roussel M Moreau P Huynh A Bortezomib and high-dose melphalan as conditioning regimen before
autologous stem cell transplantation in patients with de novo multiple myeloma a phase 2 study of the
Intergroupe Francophone du Myelome (IFM) Blood 2010 115 32ndash37)
66 Hunter HM Peggs K Powles R et al Analysis of outcome following allogeneichaemopoietic stem cell
transplantation formyeloma using myeloablative conditioning evidence for a superior outcome using melphalan
combined with total body irradiation British Journal of Haematology 2005 128 496ndash502
67 Crawley C Iacobelli S Bjorkstrand B Reduced-intensity conditioning for myeloma lower nonrelapse
mortality but higher relapse rates compared with myeloablative conditioning Blood 2007 109 3588ndash3594
68 Rotta M Storer BE Sahebi F Long-term outcome of patients with multiple myeloma after autologous
hematopoietic cell transplantation and nonmyeloablative allografting Blood 2009 113 3383ndash 3391
69 Bruno B RotaM Patriarca F A comparison of allografting with autologous autografting for newly diagnosed
myeloma N Engl J Med 2007 3561110-1120 )
70 Garban F Attal M Michallet M Prospective comparison of autologous stem cell transplantation followed by
dose-reduced allograft (IFM99-03 trial) with tandem autologous stem cell transplantation (IFM99-04 trial) in
high-risk de novo multiple myeloma Blood (2006) 107 3474ndash3480
71 Rosinol L Perez-Simon JA Sureda A prospective PETHEMA study of tandem autologous transplantation
versus autograft followed by reduced-intensity conditioning allogeneic transplantation in newly diagnosed
multiple myeloma Blood (2008) 112 3591ndash3593
72 Lokhorst H Sonneveld P amp Van der Holt BDonor versus no donor analysis of newly diagnosed myeloma
patients included in the HOVON 5054 study Blood ASH Annual Meeting 2008 112 Abstracts) 461
73 Bjorkstrand B Lacobelli S amp Hegenbart A Autologous stem cell transplantation (ASCT) versus ASCT
followed by reduced-intensity conditioning (RIC) allogeneic SCT with identical sibling donor in previously
untreated multiple myeloma (MM) a prospective controlled trial by the EBMT Bone Marrow Transplantation
(2009) (abstract) 43 223
74 Engelhardt M Terpos E Kleber M et al European Myeloma Network recommendations on the evaluation and
treatment of newly diagnosed patients with multole Myeloma Haematologica2014 99(2)232-242
LINEE GUIDA MIELOMA
36
7 Mieloma Multiplo recidivato o refrattario
71 Definizione di malattia recidivarefrattaria
Per MM refrattario si intende una malattia che non ha presentato almeno una risposta parziale a 3 o piugrave
cicli di terapia antimieloma o che egrave progredita entro 60 giorni dallrsquoultimo trattamento Si distingue la
categoria del MM refrattario primitivo che comprende i pazienti giagrave sottoposti a piugrave linee di terapia i quali
non hanno mai presentato almeno una risposta parziale a tutte le precedenti linee di terapia
Per MM ricaduto si intende un MM precedentemente trattato che richiede una nuova terapia di salvataggio
dopo un intervallo di remissione parziale o completa di almeno 60 giorni La definizione della recidiva di
malattia segue i criteri dellrsquoInternational Myeloma Working Group IMWG riportati nella tabella
sottostante
Categorie Criteri di valutazione
Malattia progressiva (PD) Necessario almeno uno dei seguenti criteri - Incremento ge25 CM (almeno ge 05 gdl) - Incremento ge 25 CM urinaria (almeno ge 200 mg 24 ore) - Incremento gt 10 dellinfiltrato plasmacellulare midollare - Comparsa di nuove lesioni osteolitiche o plasmocitomi - Ipercalcemia
Recidiva clinica Necessario almeno uno dei seguenti criteri - Comparsa di plasmocitoma o lesioni ossee - Incremento dimensionale di preesistente plasmocitoma o di lesioni ossee - Ipercalcemia (gt 115 mgdl 263 mmoll) - Riduzione dellemoglobina gt 2 gdl - Incremento del valore della creatinina gt 2 mgdl
Recidiva da precedente
remissione completa (RC) Necessario almeno uno dei seguenti criteri - Riscontro di CM sierica o urinaria allelettroforesi o immunofissazione - Incremento delle plasmacellule midollari gt 5 - Evidenza di segni correlati a progressione di malattia (Lesioni litiche
plasmocitoma ipercalcemia ecc)
72 Trattamento
La decisione di iniziare un trattamento di salvataggio
Pazienti con MM in recidiva devono essere ritrattati dopo la ricomparsa dei segni e sintomi di malattia
I criteri CRAB devono essere utilizzati anche per i pazienti in recidiva cosigrave come per i pazienti alla diagnosi
La morfologia e lentitagrave dellrsquoinfiltrato plasmacellulare midollare non devono essere usati come criteri di
inizio della terapia La cinetica di progressione della CM sierica e in particolare il raddoppiamento del suo
valore in 2 mesi egrave stato recentemente proposto come criterio per iniziare il trattamento ma non crsquoegrave al
momento consenso su questa indicazione Al contrario un lento incremento della CM senza segni di
evoluzione clinica non deve essere utilizzato come indice di ritrattamento
Opzioni per la terapia di salvataggio
Attualmente per il trattamento dei pazienti affetti da recidiva di malattia non abbiamo un regime di terapia o
una sequenza di farmaci ottimale (1) Bortezomib e agenti immunomodulanti come talidomide e
lenalidomide (ImiDs) sono molecole molto efficaci in questo setting di pazienti In uno studio
LINEE GUIDA MIELOMA
37
internazionale randomizzato di fase III bortezomib utilizzato come singolo agente si egrave dimostrato superiore
in termini di percentuale di risposta mediana di TTP e sopravvivenza rispetto alle alte dosi di desametasone
Questo ha permesso allrsquoEMEA nel 2005 di approvare il bortezomib come seconda linea di trattamento per i
pazienti con MM (2) (Livello di evidenza 1++) Un ulteriore miglioramento della TTP si egrave ottenuto
combinando il bortezomib con la doxorubicina liposomiale rispetto al solo bortezomib come dimostrato in
un successivo studio internazionale di fase III (3)
(Livello di evidenza 1++) Inoltre studi di fase II hanno
dimostrato come lrsquoaggiunta di desametasone aumenta la percentuale di risposte dal 18 al 33 nei pazienti
con risposte subottimali con il solo bortezomib Questo ha permesso di poter utilizzare in Italia il bortezomib
associato al desametasone nei pazienti in recidiva o refrattari (Legge 648)
Altre promettenti associazioni come bortezomib e talidomide bortezomib e lenalidomide e bortezomib e
melphalan sono state utilizzate in studi di fase II (4-6) (Livello di evidenza 3)
In due studi di fase III egrave stato dimostrato un significativo prolungamento del TTP utilizzando lenalidomide in
associazione al desametasone rispetto al solo desametasone questo ne ha permesso lrsquoapprovazione da parte
dellrsquoEMEA nel 2008 (78) (Livello di evidenza 1++ per la riduzione dei dosaggi di DEX che comunemente
vengono usati rispetto a quelli dello studio) Questi studi (MM-009 and MM-010) hanno dimostrato come sia
possibile ottenere un tasso di risposta complessivo del 60 con CR del 15 ed un TTP di almeno 111
mesi circa utilizzando la lenalidomide in combinazione con desametasone
Una efficacia clinica della combinazione Talidomide-Desametasone egrave stata dimostrata con studi di fase II (9-
11) (Livello di evidenza 3) peraltro non confermati con studi di fase III La talidomide utilizzata ad un
dosaggio mediano di 200ndash400 mg al giorno ha dato risposte in circa il 50 dei pazienti risposte di durata di
circa 12 mesi tali dati peraltro non sono stati sufficienti per ottenere lrsquoapprovazione da parte della FDA o
della EMEA per la talidomide in questa categoria di pazienti
Le alterazioni citogenetiche gli alti valori di beta-2-microglobulinemia e bassi livelli di albumina anche per i
pazienti in recidiva o refrattari hanno lo stesso valore prognostico negativo descritto per i pazienti al
momento della diagnosi Ulteriori caratteristiche come le catene leggere lrsquoisotipo IgA lrsquoinsufficienza renale
la malattia extramidollare il MM iposecernente e la malattia ossea possono condizionare lrsquoandamento della
malattia al momento della recidiva o quando si dimostra refrattaria ai trattamenti utilizzati Sia il bortezomib
che la talidomide si sono dimostrati efficaci e sicuri nei pazienti con insufficienza renale cosigrave come
bortezomib e lenalidomide hanno dimostrato di superare la prognosi negativa data dalla delezione del
cromosoma 13 e dalla translocazione t(414) (1213)
Al momento numerose altre molecole sono in valutazione in studi di fase III nellrsquoottica di ottenere risultati
che permetteranno di avere altre armi terapeutiche nel MM in recidiva Tra questi il carfilzomib un nuovo
inibitore irreversibile del proteosoma si egrave dimostrato attivo nei pazienti con MM refrattari alle terapie
convenzionali sia in studi di fase I (14) che in studi di fase II (1516) La pomalidomide il piugrave nuovo
immunomodulatore valutata in studi clinici e di cui vengono riportati interessanti dati sullrsquoefficacia (17-19)
(Livello di evidenza 3) La bendamustina farmaco attivo nel MM (20) egrave al momento in valutazione in
schemi di associazione con altri agenti come lenalidomide o bortezomib Inoltre sulla base di studi
preclinici gli inibitori degli istoni deacetilasi sia il vorinostat (21) che il panobinostat (22) vengono
attualmente testati in associazione con bortezomib
Il trapianto di cellule staminali autologhe puograve essere considerata unrsquoopzione terapeutica anche per i pazienti
in recidiva e refrattari nonostante gli studi al momento siano limitati In uno studio randomizzato disegnato
nel 1990 egrave stato valutato il tempo ottimale per eseguire ASCT paragonando i risultati ottenuti con un
trapianto eseguito subito dopo la terapia di induzione oppure al momento della recidiva I risultati hanno
dimostrato una OS simile nei 2 gruppi con una mediana di sopravvivenza superiore a 5 anni (23) (Livello di
evidenza 3 studi eseguiti in setting diversi)
Il trapianto allogenico RIC ha mostrato un diverso controllo del MM dipendente dallo stato della malattia al
momento del trapianto stesso con una significativa riduzione dellrsquo EFS nei pazienti in recidiva e refrattari
rispetto ai pazienti rispondenti (24)
(Livello di evidenza 3)
LINEE GUIDA MIELOMA
38
Nonostante lrsquointroduzione di trattamenti attivi con meccanismi dazione differenti rispetto alla chemioterapia
i pazienti sensibili alle terapie hanno una durata di risposta molto variabile ma inesorabilmente la storia
naturale di questa patologia egrave caratterizzata da ulteriori recidive di malattie la cui risposta ai trattamenti
diviene sempre piugrave breve
Per molti pazienti in recidiva lobiettivo della terapia non si discosta molto dal trattamento alla diagnosi con
la possibilitagrave di ottenere il controllo della patologia il miglioramento dei sintomi e della qualitagrave della vita
prolungandone la sopravvivenza accanto a questi perograve bisogna tener presenti i pazienti in cui i possibili
effetti collaterali del trattamento e le patologie associate limitano le opzioni terapeutiche
La terapia palliativa dovragrave essere perciograve presa in considerazione dopo 2 linee di terapia che includono i
nuovi farmaci e che si sono rivelate inefficaci
Tutte le armi terapeutiche disponibili come radioterapia bisfosfonati corticosteroidi oppiacei e basse dosi di
chemioterapia dovranno essere utilizzate per alleviare i sintomi della malattia
Mieloma Multiplo trattamento malattia recidivatarefrattaria
Regimi di terapia preferiti
Terapia di
salvataggio
bull Lenalidomide + desametasone bull Bortezomib + desametasone bull Bortezomib+ desametasone+ doxorubicina liposomiale
Altri regimi possibili
bull Talidomide plusmn desametasone bull Bendamustina plusmn desametasone
bull Melphalan ad alte dosi + reinfusione di cellule staminali autologhe bull Bortezomib+desametasone + alchilante (ciclofosfamide o melphalan) bull Bortezomib+lenalidomide+desametasone bull Lenalidomide+ desametasone+ alchilante (ciclofosfamide o melphalan)
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
A Pazienti con MM in recidiva devono essere ritrattati dopo la
ricomparsa dei segni e sintomi di malattia definiti dai criteri
CRAB(1) Positiva forte
A
I regimi di salvataggio raccomandati sono rappresentati dal
bortezomib in associazione al desametasone (2) dal
bortezomib in associazione al desametasone e alla
doxorubicina liposomiale peghilatan (3) e dalla lenalidomide
in combinazione con il desametasone (78) I criteri per la scelta piugrave appropriata della terapia di re-
induzione deve essere fatta tenendo presente a) il principio
della rotazione di tutti i farmaci escludendo quelli a cui il
paziente ha mostrato resistenza b)lrsquoetagrave del paziente c) la
funzionalitagrave renale la presenza di neuropatia la precedente
tossicitagrave ematologica d) la durata della remissione ottenute
in precedenza
Positiva forte
LINEE GUIDA MIELOMA
39
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
D
Una seconda terapia di re-induzione con i nuovi farmaci
seguita dal trapianto di cellule staminali autologhe puograve essere
eseguita nei pazienti di etagrave inferiore o uguale a 65 anni senza
comorbilitagrave severe che abbiano avuto una remissione di
almeno 24 mesi dopo un precedente trapianto autologo e
siano responsivi alla terapia di salvataggio (23)
Positiva debole
D
Il trapianto di cellule staminali allogeniche dovragrave essere
eseguito soltanto nellrsquoambito di studi clinici in pazienti che
hanno ottenuto una risposta con la terapia di re-induzione
(24)
Studi clinici
Bibliografia 1 Richardson P Mitsiades C Schlossman R Ghobrial I Hideshima T Chauhan D Munshi N Anderson K The
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7 Weber DM Chen C Niesvizky R Wang M Belch A Stadtmauer EA Siegel D Borrello I Rajkumar SV
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Study Investigators Lenalidomide plus dexamethasone for relapsed multiple myeloma in North America N Engl
J Med 2007357(21)2133-42
8 Dimopoulos M Spencer A Attal M Prince HM Harousseau JL Dmoszynska A San Miguel J Hellmann A
Facon T Foagrave R Corso A Masliak Z Olesnyckyj M Yu Z Patin J Zeldis JB Knight RD Multiple Myeloma
(010) Study Investigators Lenalidomide plus dexamethasone for relapsed or refractory multiple myeloma N
Engl J Med 2007357(21)2123-32
9 Palumbo A Giaccone L Bertola A Pregno P Bringhen S Rus C Triolo S Gallo E Pileri A Boccadoro M
Low-dose thalidomide plus dexamethasone is an effective salvage therapy for advanced myeloma
Haematologica 200186(4)399-403
10 Dimopoulos MA Zervas K Kouvatseas G Galani E Grigoraki V Kiamouris C Vervessou E Samantas E
Papadimitriou C Economou O Gika D Panayiotidis P Christakis I Anagnostopoulos N Thalidomide and
dexamethasone combination for refractory multiple myeloma Ann Oncol 200112(7)991-5
11 Alexanian R Weber D Giralt S Delasalle K Consolidation therapy of multiple myeloma with thalidomide-
dexamethasone after intensive chemotherapy Ann Oncol 200213(7)1116-9
LINEE GUIDA MIELOMA
40
12 Bahlis NJ Song K Trieu Y Roland B Masih-Khan E Chang H Bruyere H Mansoor A Horsman D Eliasziw
M Stewart D Reece D Lenalidomide overcomes poor prognosis conferred by del13q and t(414) but not
del17p13 in multiple myeloma results of the Canadian MM016 trial (abstract) Blood 20071103597
13 Sagaster V Ludwig H Kaufmann H Odelga V Zojer N Ackermann J Kuumlenburg E Wieser R Zielinski C
Drach J Bortezomib in relapsed multiple myeloma response rates and duration of response are independent of a
chromosome 13q-deletion Leukemia 200721(1)164-8
14 Alsina M Trudel S Vallone M Molineaux C Kunkel L and Goy A Phase 1 Single Agent Antitumor Activity of
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15 Jagannath S Vij R Stewart K Somlo G Jakubowiak A Trudel S Schwartz R Siegel D Kunkel L The
Multiple Myeloma Research Consortium (MMRC) Final results of PX-171-003-A0 part 1 of an open-label
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16 Vij R Wang M Orlowski R Stewart AK Jagannath S Kukreti V LeMHL Kunkel L Siegel D Multiple
Myeloma Research Consortium (MMRC) PX-171-004 a multicenter phase II study of carfilzomib (CFZ) in
patients with relapsed myeloma An efficacy pdate J Clin Oncol 2715s 2009 (suppl abstr 8537)
17 Lacy MQ Hayman SR Gertz MA Dispenzieri A Buadi F Kumar S et al Pomalidomide (CC4047) plus low-
dose dexamethasone as therapy for relapsed multiple myeloma J Clin Oncol 2009 27 5008ndash5014
18 Lacy MQ Hayman SR Gertz MA Short KD Dispenzieri A Kumar S et al Pomalidomide (CC4047) plus low
dose dexamethasone (Pomdex) is active and well tolerated in lenalidomide refractory multiple myeloma (MM)
Leukemia 2010 24 1934ndash1939
19 Richardson PG Siegel D Baz R Kelley SL Munshi NC Sullivan D et al A Phase 12 Multi-center
randomized open label dose escalation study to determine the maximum tolerated dose safety and efficacy of
pomalidomide alone or in combination with low-dose dexamethasone in patients with relapsed and refractory
multiple myeloma who have received prior treatment that includes lenalidomide and bortezomib ASH Annu
Meet Abstr 2010 116 864
20 Poumlnisch W Rozanski M Goldschmidt H et al Combined bendamustine prednisolone and thalidomide for
refractory or relapsed multiple myeloma after autologous stem-cell transplantation or conventional
chemotherapy results of a Phase I clinical trial Br J Haematol 2008143191-200
21 Weber D Badros AZ Jagannath S et al Vorinostat plus bortezomib for the treatment of relapsedrefractory
multiple myeloma early clinical experience (abstract) Blood 2008112871
22 Wolf JL Siegel D Matous J et al A phase II study of oral panobinostat (LBH589) in adult patients with
advanced refractory multiple myeloma (abstract) Blood 20081122774
23 Fermand JP Ravaud P Chevret S et al High-dose therapy and autologous peripheral blood stem cell
transplantation in multiple myeloma up-front or rescue treatment Results of a multicenter sequential
randomized clinical trial Blood 1998923131ndash6
24 Maloney DG Molina AJ Sahebi F et al Allografting with nonmyeloablative conditioning following
cytoreductive autografts for the treatment of patients with multiple myeloma Blood 20031023447ndash54
LINEE GUIDA MIELOMA
41
8 Terapie di supporto e management delle tossicitarsquo correlate alla terapia
81 Malattia ossea
La malattia ossea egrave la maggiore causa di morbiditagrave nel MM ricorrendo in circa lrsquo80 dei pazienti durante la
malattia con la comparsa di lesioni osteolitiche fratture patologiche compressioni radicolari e grave
sintomatologia dolorosa nel 60 circa dei pazienti (1) La disabilitagrave derivante da questi eventi scheletrici
(SRE skeletal related events) non soltanto impatta sulla qualitagrave di vita e sul performance status ma riduce
significativamente la sopravvivenza globale I pazienti con fratture patologiche presentano infatti un rischio
di morte aumentato del 20 rispetto ai pazienti senza fratture (2) La prevenzione ed il trattamento degli
SRE rappresenta pertanto uno dei principali obiettivi della terapia di supporto del MM
811 Terapia medica
I bisfosfonati (BSF) rappresentano il presidio terapeutico primario nel trattamento della malattia ossea
Nellrsquoambito di questi farmaci gli amino-BSF di seconda generazione tra cui lo zoledronato (ZOL) ed il
pamidronato (PAM) hanno dimostrato maggiore efficacia riducendo significativamente lrsquoincidenza di eventi
scheletrici al 25 rispetto al 68 dellrsquoetidronato e al 36 del clodronato Una recente metanalisi ha incluso
i risultati di 17 studi (randomizzati enon randomizzati) che testavano lrsquoefficacia dei bisfosfonati in pazienti
con carcinoma mammario prostatico e MM Alcuni degli studi considerati erano di bassa qualitagrave
metodologica In una cosigrave eterogenea popolazione di pazienti lo ZOL ha mostrato superioritagrave in termini di
riduzione del rischio di SREs rispetto agli altri bisfosfonati Tuttavia non sono stati sinora condotti studi
randomizzati di comparazione testa a testa fra i vari bisfosfonati (34) (Livello di evidenza 1+) Alcuni
nuovi farmaci tra cui Denosumab possono essere indicati nel trattamento della bone mineral density (MBD)
ma al momento sono utilizzabili unicamente nellrsquoambito di studi clinici
MGUS e MM asintomatico Sebbene asintomatici e senza lesioni scheletriche i pazienti affetti MGUS presentano alterato turnover osseo
per gli aumentati livelli sierici ed urinari dei markers di osteolisi oltre che un rischio di fratture ossee 16
volte piugrave elevato rispetto alla popolazione generale (5) A questo riguardo due studi clinici di fase II (67)
hanno dimostrato gli effetti benefici sulla bone mineral density (BMD) mediante ZOL semestrale nei
pazienti con MGUS e osteoporosi sebbene al momento manchino dati conclusivi circa la sicurezza e
lrsquoefficacia nella prevenzione degli SRE (Livello di evidenza 3) Anche lrsquoAlendronato migliora la BMD in
questi pazienti senza evidenze sulla capacitagrave di rallentare la progressione della malattia ossea (8) In un
recente studio prospettico di fase III nel MM asintomatico la somministrazione mensile di ZOL riduce
lrsquoincidenza di SRE senza peraltro nessun impatto sul time to progression (TTP) Tuttavia il basso numero di
pazienti reclutati rispetto a quanto preventivato limita la potenza statistica dello studio (9) (Livello di
evidenza 1+) Alla luce di questi dati lrsquouso dei BSF nei pazienti con MGUS e MM asintomatico non egrave al
momento raccomandabile se non nellrsquoambito di trials clinici
MM sintomatico Lo ZOL ed il PAM costituiscono lrsquoattuale standard of care per la terapia medica della malattia ossea nel
MM Lrsquoinfusione mensile di PAM 90 mg o di ZOL 4 mg comporta riduzione nella ricorrenza degli eventi
scheletrici e miglioramento della qualitagrave di vita nei pazienti con MM sintomatico (10-13) (Livello di
evidenza 1++) Studi di confronto fra i due farmaci documentano una sovrapponibile efficacia (14) a fronte
tuttavia di un aumento del rischio di osteonecrosi della mandibola (ONJ) nei soggetti in trattamento con ZOL
(15) Lo studio randomizzato Medical Research Council Myeloma IX (16) ha arruolato 1960 pazienti con
MM sintomatico a ricevere ZOL o clodronato alla diagnosi in associazione alla terapia anti-MM ottenendo
non soltanto una riduzione degli eventi scheletrici al 27 e 35 rispettivamente ma anche un significativo
allungamento della overall survival (OS) e della progression free survival (PFS) nel braccio ricevente ZOL
LINEE GUIDA MIELOMA
42
Questo risultato conferma studi preclinici di un possibile effetto antitumorale diretto di ZOL (1718) Un
miglioramento nei tassi di CR o VGPR egrave descritto nei pazienti in trattamento con terapia non mieloablativa
(16) per cui lo ZOL egrave ritenuto da alcuni panels di esperti il BSF elettivo per il trattamento della malattia
ossea nel MM (19) Tuttavia una revisione sistematica Cochrane aggiornata nel 2012 (20) attribuisce allo
ZOL un vantaggio in termini di OS e PFS solo verso placebo o etidronato ma non rispetto agli altri BSF
(Livello di evidenza 1++)
Il trattamento prolungato con BSF aumenta il rischio di ONJ potendo alla lunga comportare unrsquoinversione
del loro rapporto rischio-beneficio (2122) mentre il potenziale beneficio della sospensione dei BSF sulla
risoluzione dellrsquoONJ egrave indefinito (2324) Nel paziente con MM sintomatico prima di attivare terapia con
BFS egrave necessario effettuare procedure odontoiatriche di screening che devono essere completate almeno 4-6
settimane prima dellrsquoinizio del trattamento (24) (Livello di evidenza 3)
Lrsquoimpiego di amino-BSF aumenta il rischio di insufficienza renale (1125) e richiede pertanto una rigorosa
valutazione della funzionalitagrave renale periodicamente (Livello di evidenza 4)
La Tabella 1 riassume le riduzioni posologiche consigliate per i principali BSF in relazione ai livelli del
filtrato glomerulare
Tabella 1 - Terapia con bisfosfonati nel MM con insufficienza renale riduzioni posologiche consigliate
Clearance della
creatinina Clodronato
(dosaggiodie) Pamidronato
(dosaggio4 settimane) Acido Zoledronico
(dosaggio4 settimane)
gt 60 mlmin 1600 mg 90 mg 4 mg
30-60 mlmin 1600 mg 90 mg 3-35 mg
10-30 mlmin 800 mg 30 mg in 2-4 ore Non raccomandato
lt 10 mlmin Non raccomandato 30 mg in 2-4 ore Non raccomandato
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
A
Lrsquouso dei BSF egrave raccomandato nella terapia del MM
sintomatico indipendentemente dalla presenza documentata di
lesioni osteolitiche (10-13 radic I l PAM e lo ZOL mostrano simile efficacia nella
prevenzione e nel trattamento degli SRE(13)
Positiva forte
D I BSF non sono indicati nella terapia di supporto della malattia
ossea nella MGUS e nel MM asintomatico se non nellrsquoambito
di studi clinici (9) Negativa debole
D
In corso di terapia con BSF la funzionalitagrave renale deve essere
attentamente monitorata In caso di comparsa di alterazione
della funzionalitagrave renale il trattamento con BFS deve essere
sospeso o la sua posologia deve essere ridotta (1125)
Positiva forte
812 Radioterapia
Nella malattia ossea del MM la radioterapia egrave utile a scopo antalgico e nelle localizzazioni scheletriche a
rischio di frattura soprattutto vertebrale Il controllo della sintomatologia dolorosa egrave generalmente raggiunto
con dosi comprese fra 10 e 25 Gy (2627) Nessuna differenza in termini di efficacia antalgica egrave stata
documentata fra la singola irradiazione con 8 Gy e il trattamento frazionato con dosi complessive sino a 40
Gy in una metanalisi che comparava differenti schedule di trattamento in pazienti con metastasi scheletriche
da ogni forma di cancro In particolare sono stati inclusi nella metanalisi 8 trials che paragonavano differenti
schedule di irradiazione singola o multipla insieme a 8 trials che confrontavano irradiazione singola vs
trattamento frazionato La qualitagrave metodologica degli studi presi in considerazione non era uniforme e non
LINEE GUIDA MIELOMA
43
sono escludibili bias di pubblicazione e di revisione della letteratura Infatti i risultati del quality assessment
degli studi inclusi non sono riportati e vengono forniti dettagli limitati sulla condotta metodologica della
revisione della letteratura (28) (Livello di evidenza 1+) La radioterapia con dosi superiori a 30 Gy puograve
essere invece utilizzata a scopo terapeutico in caso di compressione midollare (29) (Livello di evidenza 3)
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione
Forza della
Raccomandazione
B
Unrsquoaccurata valutazione radioterapica egrave indicata in
concomitanza di dolore osseo severo comparsa di fratture
ossee o compressione midollare Il trattamento
radioterapico con erogazione di 8 Gy in singola seduta puograve
essere sufficiente controllare la sintomatologia associata
alla malattia ossea nel MM (26-28)
Positiva Forte
D Dosi di almeno 30 Gy sono necessarie a scopo
terapeuticodecompressivo in sede vertebrale (29) Positiva forte
813 Chirurgia
La chirurgia ortopedica deve essere presa in considerazione in caso di fratture alle ossa lunghe instabilitagrave o
crolli vertebrali con compressione spinale o radicolare (30) Sia la vertebroplastica sia la cifoplastica
comportano buoni risultati antalgici e di bio-meccanica soprattutto se praticate entro la prima settimana dal
crollo vertebrale In particolare uno studio ha recentemente randomizzato 134 pazienti con compressione
spinale da metastasi vertebrali alla cifoplastica o al management non-chirurgico riportando una chiara
superioritagrave efficace antalgica della prima opzione (31) Lrsquoefficacia della vertebroplasticacifoplastica egrave stata
inoltre valutata retrospettivamente nei pazienti affetti da MM con compressione midollare ed il suo effetto
antalgico egrave stato messo in relazione con il complessivo miglioramento della qualitagrave di vita Tuttavia la
natura retrospettiva dello studio e la mancanza di informazioni relative alla terapia anti-MM praticata dopo la
chirurgia limita lrsquointerpretazione dei risultati (32) (Livello di evidenza 1+) La chirurgia spinale puograve essere
utilizzata in regime drsquourgenza a scopo decompressivo La gestione del paziente con fratture ossee deve
essere sempre multidisciplinare coinvolgendo varie figure professionali fra cui lonco-ematologo il
radioterapista lrsquoortopedico il neurochirurgo e il terapista del dolore
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione
Forza della
Raccomandazione
B Lrsquoimpiego della stabilizzazione vertebrale mediante
vertebroplastica o cifoplastica egrave indicato a scopo sia
terapeutico sia preventivo (32 Positiva debole
82 Ipercalcemia
Lrsquoipercalcemia egrave una complicanza che ricorre nel 15 circa dei pazienti manifestandosi con irritabilitagrave
sonnolenza obnubilamento del sensorio sino al coma anoressia stipsi nausea vomito polidipsia poliuria e
talora nefrolitiasi Egrave dovuta al patologico riassorbimento osseo allrsquoalterata funzione tubulopatica del rene ed
in parte alla produzione di PTHrP (33)
Lrsquoipercalcemia moderata (calcemia corretta 106-118 mgdl) puograve essere risolta mediante idratazione (34)
(Livello di Evidenza 4) mentre il trattamento delle forme severe costituisce unrsquourgenza medica e si basa
sullrsquoimpiego combinato di idratazione diuretici dellrsquoansa corticosteroidi e BSF nel cui ambito lo ZOL
LINEE GUIDA MIELOMA
44
costituisce il farmaco di scelta Infatti mentre uno studio randomizzato ha dimostrato lrsquoequivalenza in
termini di efficacia e sicurezza di ibandronato e pamidronato (sommnistrati a dosi variabili) nei pazienti con
ipercalcemia due studi paralleli randomizzati e in doppio-cieco hanno confrontato in 287 pazienti con
ipercalcemia moderatasevera pamidronato e zoledronato documentando la superioritagrave del secondo in
termini di durata delle risposte La qualitagrave metodologica dello studio appare molto elevata
Sulla base di tali dati veniva raccomandata lo zoledronato 4 e 8 mg rispettivamente per il trattamento della
ipercalcemia di nuova diagnosi o recidivatarefrattaria (3536) (Livello di Evidenza 1+)
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
A Lo ZOL potrebbe essere utilizzato al posto di altri
bisfosfonati nel trattamento dellrsquoipercalcemia (3536) Positiva debole
A La terapia medica comprendente idratazione furosemide
corticosteroidi e BSF costituisce il trattamento drsquoelezione
per le forme severe di ipercalcemia (3536) Positiva forte
B Lrsquoipercalcemia di grado moderato puograve essere trattata con la
sola idratazione (34) Positiva debole
83 Sindrome da iperviscositagrave
Dal 2 al 6 dei pazienti con MM sviluppano la sindrome da iperviscositagrave caratterizzata da cefalea
vertigini atassia rallentamento dellrsquoeloquio stato confusionale sino al coma epistassi gengivorragia
diplopia trombosi o emorragie retiniche e papilledema Lrsquoiperviscositagrave ematica egrave di solito sintomatica per
livelli sierici di immunoglobuline superiori a 4 gdl in caso di CM IgG e di 6 gdl in caso di CM IgA (37) I
pazienti sintomatici vanno tempestivamente sottoposti a plasmaferesi attivando contestualmente la terapia
anti-MM nel piugrave breve tempo possibile (3738) (Livello di Evidenza 4)
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
D La sindrome da iperviscositagrave deve essere trattata con
plasmaferesi e tempestivo inizio della terapia anti-MM (37-
38) Positiva forte
84 Infezioni ricorrenti
Il MM egrave associato ad aumentato rischio di infezioni a causa dellrsquoipogammaglobulinemia dovuta alla
inibizione da parte del clone mielomatoso della sintesi di immunoglobuline policlonali normali al deficit
della funzione macrofagica e granulocitaria oltre che agli effetti tossici della terapia citostatica eo con
farmaci biologici e soprattutto agli effetti della terapia corticosteroidea Nei pazienti anziani con infezioni
recidivanti specie se pluritrattati e con performance status scadente egrave utile la riduzione posologica dei
corticosteroidi nei protocolli anti-MM Infatti lrsquoassociazione della lenalidomide ad alte dosi di
corticosteroidi egrave stata associata ad una maggiore mortalitagrave per tossicitagrave rispetto allrsquoassociazione di
lenalidomide e basse dosi di steroidi (39) Inoltre in uno studio che comparava in pazienti con MM di nuova
diagnosi i regimi talidomidedesametasone e melphalanprednisone la mortalitagrave non correlata al MM era
superiore quando venivano impiegate alte dosi di steroidi (40)( (Livello di evidenza 1+) Lrsquoimpiego di
fattori di crescita granulocitari (G-CSF) non egrave consigliabile nelle condizioni neutropeniche (41) (Livello di
LINEE GUIDA MIELOMA
45
evidenza 3) Nel MM non egrave indicato il trattamento antibiotico profilattico come dimostrato da uno studio
randomizzato che comparava lrsquoosservazione al trattamento con ciprofloxacina o trimethoprim-
sulfametoxazolo nei pazienti con MM di nuova diagnosi candidati a chemioterapia di induzione Lrsquoincidenza
di infezioni batteriche severe infatti non differiva fra i vari gruppi durante i primi due mesi di trattamento
Tuttavia nonostante lrsquoelevata qualitagrave metodologica dello studio lrsquoapplicabilitagrave di questi risultati alla
popolazione generale dei pazienti con MM egrave limitata (42) (Livello di evidenza 1+) mentre lrsquoinfusione
periodica di immunoglobuline puograve essere utilizzata nei pazienti con ipogammaglobulinemia (definita come
IgG lt 500 mgdL) e malattia in fase di remissione clinica per la profilassi di infezioni batteriche
Uno studio randomizzato ha infatti valutato il ruolo profilattico dellrsquoinfusione mensile di immunoglobuline
riportando una consistente riduzione delle infezioni rispetto al gruppo placebo (43) (Livello di evidenza
1+) Lrsquoefficacia della vaccinazione antinfluenzale nei pazienti con MM non egrave stata valutata in studi clinici
Dal momento che il bortezomib determina un aumentato rischio di infezioni da Herpes Zoster i pazienti
possono essere sottoposti a profilassi con aciclovir (4445) sorvegliando su potenziali tossicitagrave renale o
neurologica Infatti unrsquoanalisi retrospettiva ha mostrato un aumentato rischio di nefro e neurotossicitagrave nei
pazienti sottoposti a profilassi con acyclovir (46) (Livello di evidenza 1+)
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
B
Lrsquoimpiego di regimi terapeutici a ridotti dosaggi di
corticosteroidi (desametasone le 160 mgmese) egrave consigliabile
nei pazienti anziani pluritrattati con basso PS e infezioni
ricorrenti (39-40)
Positiva debole
B Non dovrebbe essere indicato lrsquouso di antibiotici a largo
spettro nei pazienti a rischio di infezioni (42) Negativa debole
B Lrsquoinfusione periodica di immunoglobuline egrave raccomandata
nella prevenzione delle infezioni batteriche nei pazienti
ipogammaglobulinemici in remissione clinica (43) Positiva debole
85 Insufficienza renale
Un grado variabile di alterata funzionalitagrave renale egrave presente alla diagnosi nel 20 dei pazienti con MM (1) e
si correla a sovraccarico tubulare per il riassorbimento della CM con deposito delle catene leggere ma anche
ad alterazioni metaboliche correlate allrsquoipercalcemia e allrsquoiperuricemia noncheacute alla nefrotossicitagrave da farmaci
tra cui i BSF e a condizioni correlate quali amiloidosi (47) Il rischio di myeloma kidney non egrave tuttavia
correlato alla concentrazione della CM bensigrave allrsquoentitagrave dellrsquoescrezione urinaria di catene leggere che deve
essere quindi attentamente monitorata (48) La terapia dellrsquoinsufficienza renale prevede adeguata idratazione
per normalizzare i livelli sierici di calcemia e uricemia noncheacute lrsquoastensione dallrsquouso di comuni farmaci
potenzialmente nefrotossici come i FANS gli antibiotici amino glicosidici ovvero mezzi di contrasto iodati
(Livello di evidenza 4) In concomitanza di progressivo deterioramento della funzione renale i BSF vanno
sospesi fino a riduzione della creatininemia entro il 10 dei valori di partenza mentre nellrsquoinsufficienza
renale acuta deve essere praticata adeguata idratazione associata a terapia diuretica In questi casi il
tempestivo inizio della terapia anti-MM egrave fortemente raccomandato (49) Su indicazione del nefrologo il
plasma exchange per una rapida riduzione dei livelli sierici di catene libere puograve risultare utile bencheacute
lrsquoeffetto benefico non sia adeguatamente documentato (50) (Livello di evidenza 3)
LINEE GUIDA MIELOMA
46
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
D
Unrsquoadeguata idratazione il contenimento dei livelli di
calcemia e uricemia entro i limiti normali e la limitazione
dellrsquouso di farmaci nefrotossici (FANS aminoglicosidi
mezzi di contrasto iodati) sono raccomandabili per la
prevenzione dellrsquoinsufficienza renale
Positiva debole
D
Egrave consigliabile una valutazione nefrologica in caso di
comparsa di insufficienza renale acuta che va trattata con
idratazione terapia diuretica e alte dosi di corticosteroidi
mentre il plasma exchange puograve risultare utile
Positiva debole
86 Anemia
Lrsquoanemia normocromica-normocitica associata al MM egrave generalmente multifattoriale (flogosi cronica
infiltrazione midollare mielotossicitagrave da farmaci ecc) ed egrave presente in oltre il 70 dei pazienti alla diagnosi
(1) Lrsquoemotrasfusione eo la somministrazione periodica di eritropoietina sono utili per ripristinare i livelli di
emoglobina favorendo un miglioramento della quality of life (QoL) Nella maggior parte degli studi
effettuati il trattamento a lungo termine con eritropoietina migliora significativamente lrsquoeritropoiesi
riducendo la necessitagrave di trasfusione e incrementando mediamente i livelli di emoglobina di almeno 2g
(5152) (Livello di evidenza 1+) Tuttavia lrsquoimpiego di eritropoietina e farmaci anti-MM tra cui talidomide
o lenalidomide puograve accrescere il rischio di eventi trombotici (53)
87 Trombosi
Nel MM il rischio di eventi trombotici egrave aumentato di circa 3 volte rispetto alla popolazione con MGUS e 9
volte rispetto alla popolazione normale (54) La terapia con farmaci biologici e immunomodulanti tra cui
talidomide e lenalidomide incrementa ulteriormente questo rischio specie quando combinata ai citostatici e
ai corticosteroidi (55) Lrsquoaspirina e lrsquoeparina a basso peso molecolare riducono significativamente la
suscettibilitagrave alla trombofilia mentre dati contrastanti vengono registrati con lrsquouso dei dicumarolici
finalizzati al target terapeutico fra 2 e 3 dei valori di INR In uno studio randomizzato che comparava
melphalanprednisone e melphalanprednisonetalidomide nei pazienti anziani con MM la profilassi con
enoxaparina determinava una riduzione della frequenza di tromboembolismo dal 20 al 3 Simili riduzioni
sono state registrate nei pazienti con MM di nuova diagnosi trattati con lenalidomidedesametasone e
aspirina (56-59) (Livello di evidenza 1+) Poicheacute la maggior parte degli eventi trombotici nei pazienti con
MM si verifica durante i primi sei mesi di trattamento la tromboprofilassi puograve essere interrotta nella malattia
in fase di stabilitagrave o di remissione clinica In caso di eventi trombotici la terapia con eparina a basso peso
molecolare egrave raccomandata anche nel mantenimento mentre egrave consigliabile sospendere temporaneamente
farmaci immunomodulanti (lenalidomide talidomide) Infatti uno studio ha randomizzato 336 pazienti con
tromboembolismi cancro-correlati a eparina per sei mesi o anticoagulanti orali mostrando un dimezzamento
del rischio di nuovi episodi tromboembolici col trattamento eparinico a lungo termine (6061) (Livello di
evidenza 1+) Il trattamento tromboprofilattico nei pazienti sottoposti a terapia con talidomide o
lenalidomide va stabilito in relazione alle indicazioni dellrsquoInternational Myeloma Working Group (61)
(Livello di evidenza 4) (Tabella 2)
LINEE GUIDA MIELOMA
47
Tabella 2 Modello di valutazione del rischio tromboembolico nei pazienti con MM in terapia con
talidomide o lenalidomide (adattato sulla base delle indicazioni dellrsquoInternational Myeloma Working Group (61)
Fattori di rischio legati al paziente Fattori di rischio legati
alla malattia Fattori di rischio legati
alla terapia anti-MM
Storia familiare o personale di TVP MM di nuova diagnosi Doxorubicina
Obesitagrave (BMIgt30) Iperviscositagrave ematica Alte dosi di steroidi
Comorbiditagrave (diabete insufficienza renale malattie
cardiache malattie infiammatorie croniche) Polichemioterapia
Immobilitagrave
Trombofilia emoglobinopatie sindromi
mieloproliferative
Intervento chirurgico recente
(lt 6 settimane)
Assunzione di farmaci protrombotici
(eritropoietina terapia ormonale sostitutiva
tamoxifene)
0-1 fattori di rischio aspirina 2 o piugrave fattori di rischio eparina a basso peso molecolare o warfarin (INR target 2-3) Almeno 1fattore di rischio legato alla terapia per MM eparina a basso peso molecolare o warfarin (INR target 2-3)
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
D
La stratificazione del rischio protrombotico secondo il modello
proposto dallrsquoInternational Myeloma Working Group consente di
individualizzare il trattamento tromboprofilattico dei pazienti che
assumono lenalidomide o talidomide in rapporto a fattori legati
alla malattia al paziente ed alla terapia anti-MM (60)
Positiva forte
A I pazienti che assumono lenalidomide o talidomide in
monoterapia possono effettuare tromboprofilassi con sola
aspirina (61) Positiva debole
B I pazienti che assumono lenalidomide o talidomide associate a
corticosteroidi o farmaci citostatici devono effettuare
tromboprofilassi con eparina a basso peso molecolare (61) Positiva debole
La durata ottimale della tromboprofilassi non egrave definita con
certezza Almeno 6 mesi di terapia antiaggregante o
anticoagulante dovrebbero essere garantiti ai pazienti con MM di
nuova diagnosi
Positiva debole
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LINEE GUIDA MIELOMA
60
10 Raccomandazioni prodotte con metodologia GRADE
QUESITO Nei pazienti affetti da mieloma multiplo alla diagnosi di etagrave gt65 anni e non candidabili a
terapia ad alte dosi egrave raccomandabile lrsquoutilizzo della terapia di associazione VMP (Bortezomib melphalan
e prednisone) rispetto a MPT (Talidomide melphalan e prednisone) RACCOMANDAZIONE Nei pazienti affetti da mieloma multiplo di etagrave gt65 anni e non candidabili a terapia ad alte dosi puograve essere
utilizzata lrsquoassociazione VMP (Bortezomib melphalan e prednisone)
Forza della raccomandazione POSITIVA DEBOLE
MotivazioniCommenti al bilancio BeneficioDanno Il confronto indiretto tra MPT e MPV non mostra differenze per PFS OS e morti correlate al trattamento
Lrsquoutilizzo di MPV si correla con un vantaggio in termini di ottenimento di remissione completa (41 in piugrave
ogni 1000 pazienti trattati) e mostra un trend di minor incidenza di eventi trombotici Lrsquooutcome QOL
definito dal panel critico per la decisione clinica non egrave riportato nella meta-analisi
Votazione forza raccomandazione Votazione bilancio BeneficioDanno Positiva
forte Positiva
debole Negativa
debole Negativa
forte Favorevole Incerto Sfavorevole
9 9
Implicazioni per le ricerche future Ad oggi non esistono studi controllati che oltre a fornirci un confronto piugrave attendibile fra i due schemi sia
in termini di efficacia che di tossicitagrave possano darci informazioni utili anche sulla loro reale fattibilitagrave e
sullrsquooutcome a lungo termine Pertanto sarebbe utile un confronto randomizzato tra MPT e VMP che ci
permetta di evidenziare il gruppo di pazienti che beneficerebbe maggiormente di un trattamento rispetto
allrsquoaltro valutandone inoltre lrsquoimpatto sulla QoL ed il reale rapporto costi benefici
Qualitagrave delle Evidenze La qualitagrave delle evidenze egrave stata giudicata MOLTO BASSA per le seguenti motivazioni non sono
disponibili confronti diretti tra i due trattamenti ovvero i risultati provengono solo da confronti indiretti
Per quanto riguarda gli outcome sopravvivenza globale e incidenza di trombosi venose profonde gli studi
inclusi nella meta-analisi sono eterogenei (I2 72 e 61 rispettivamente) Le evidenze esistenti in merito
alla PFS sono insufficienti per il limitato potere dellrsquoanalisi infatti lrsquoevidenza in favore di MPV deriva da
un unico studio randomizzato
Qualitagrave globale delle evidenze MOLTO BASSA
Questa raccomandazione egrave stata prodotta con metodo GRADE
In appendice online quesito clinico allrsquoorigine della raccomandazione votazione della criticitagrave degli
outcome tabella GRADE completa e caratteristiche del panel
Allegato Tabelle GRADE evidence profile
LINEE GUIDA MIELOMA
62
Author(s) MC Date 2012-06-27 Question Should the association of Bortezomib Melphalan and Prednisone vs the association of Thalidomide Melphalan and Prednisone be used for multiple myeloma in patients aged 65 or older Settings Bibliography Kumar Am J Hematol 8618ndash24 2011
Quality assessment No of patients Effect
Quality Importance
No of studies
Design Risk of bias
Inconsistency Indirectness Imprecision Other considerations
The association of Bortezomib Melphalan and Prednisone
The association of Thalidomide Melphalan and Prednisone
Relative (95 CI)
Absolute
Progression free survival
6 randomised trials
no serious risk of bias
no serious inconsistency
serious1 serious
2 none
681096 (62)
941157 (81)
HR 073 (054 to 1)
3
21 fewer per 1000 (from 37 fewer to 0 more)
LOW
CRITICAL
Complete response
6 randomised trials
no serious risk of bias
no serious inconsistency
serious1 serious none
1791033 (173)
341115 (3)
RR 234 (112 to 49)
3
41 more per 1000 (from 4 more to 119 more)
LOW
CRITICAL
Overall survival
6 randomised trials
no serious risk of bias
serious4 serious
1 serious
2 none
551096 (5)
681157 (59)
HR 080 (056 to 114)
1
11 fewer per 1000 (from 25 fewer to 8 more)
VERY LOW
CRITICAL
Quality of life (assessed with not reported)
CRITICAL
Haematological toxicity (assessed with not reported)
IMPORTANT
Treatment related death
5 randomised trials
no serious risk of bias
no serious inconsistency
serious1 serious
2 none
82871 (94)
79940 (84)
RR 038 (009 to 161)
3
52 fewer per 1000 (from 76 fewer to 51 more)
LOW
IMPORTANT
Deep venous thrombosis
6 randomised trials
no serious risk of bias
serious5 serious
1 serious
2 none
601084 (55)
351148 (3)
RR 027 (006 to 123)
3
22 fewer per 1000 (from 29 fewer to 7 more)
VERY LOW
IMPORTANT
1 Results from indirect comparison
2 The existing body of evidence is relatively insufficient due to limitation of the power of the analysis The supporting evidence is derived from one trial only as in case of MBT comparator
3 the estimate of the adjusted indirect comparison of intervention MPT versus MPB (MPBTad_indirect) (such as log HR or log RR etc) is estimated by MPBTad_indirect =MPTMA -MPBMA
4 Heterogeneity was found I-squared=72
5 Heterogeneity was found I-squared=61
LINEE GUIDA MIELOMA
7
Tabella 1 Esami di screening di I livello
Indagine Scopo
Emocromo Valutazione di eventuali citopenie
Immunofissazione Siero ndash Immunofissazione urine
Conferma e Tipizzazione della CM serica e urinaria
Elettroforesi sieroproteine Quantificazione della CM sierica
Proteinuria totale esame urine Valutazione della funzionalitagrave renale Distinzione fra danno glomerularetubulare
IgG IgA IgM
Valutazione delleventuale soppressione delle Immunoglobuline seriche
normali
Calcemia Valutazione del danno osseo
Creatinina Azotemia
Valutazione della funzionalitagrave renale (primo livello)
GOT GPT γ-GT fosfatasi
alcalina bilirubina Valutazione della funzionalitagrave epatica
VES PCR Ferritina Valutazione dello stato infiammatorio
Visita medica Ricerca di linfoadenomegalie epatosplenomegalia segni di amiloidosi
(macroglossia porpora periorbitaria edemi declivi) neuropatia
periferica
Anamnesi Dolore osseo sintomi sistemici stile di vita diatesi infettiva anamnesi
di fratture ipotensione ortostatica impotenza perdita di peso
inspiegabile astenia alterazioni dellrsquoalvo sindrome da ipeviscositagrave
Nel caso di una CM di tipo IgM che maggiormente si correla a patologie linfoproliferative quali Linfomi a
basso grado LLC e malattia di Waldestrom bisogneragrave integrare lrsquoinquadramento con successivi esami
ematici (tra cui test per autoimmunitagrave) e radiologici
Qualora la CM fosse tipizzata come IgG IgA o di sole catene leggere (k o ) il paziente dovragrave eseguire
esami screening di II livello (tabella 2) che basandosi sui criteri delle linee guida dellrsquoInternational Myeloma
Working Group (IMWG) (tabella 3 e tabella 4) permettono una diagnosi differenziale tra diverse situazioni
cliniche MGUS Plasmocitoma solitario MM asintomatico e MM sintomatico (4)
Tabella 2 Esami di screening di II livello
Dosaggio Catene leggere libere k e Valutazione della malattia
Quantificazione della proteinuria di Bence
jones Valutazione malattia e quantificazione danno tubulare
RX scheletro Valutazione della presenza della sede e dellestensione del
danno osseo
Mieloaspirato Biopsia osteomidollare
Valutazione dellinfiltrato plasmacellulare midollare
LINEE GUIDA MIELOMA
8
21 MGUS
La diagnosi di MGUS egrave spesso occasionale per il riscontro di una CM serica solitamente di modesta entitagrave
in occasione di esami ematici di controllo in assenza di segni e sintomi sistemici In questi soggetti vanno
eseguite indagini diagnostiche atte a escludere altre situazioni cliniche correlate a CM confermando pertanto
la diagnosi di MGUS La MGUS non richiede alcun trattamento ma unicamente di controlli atti a valutarne
evoluzione nel tempo con un programma di follow-up periodico la cui frequenza varia tra i 6 e i 12 mesi in
base allentitagrave della CM e allalterazione di alcuni fattori prognostici (4) (Livello di evidenza 4) Evidenze
recenti in letteratura dimostrano come sia possibile stratificare le MGUS utilizzando tre semplici parametri il
tipo di CM (IgA o IgM) lrsquoentitagrave della stessa CM (15 gdl) alterazione del rapporto delle catene leggere KL
libere nel siero (FLC ratio) (5) (Livello di Evidenza 3)
Basso rischio (Nessun fattore presente)
Rischio intermedio (1-2 fattore)
Alto rischio (3 fattori)
Nei pazienti a basso rischio alla diagnosi tenuto conto della loro scarsa probabilitagrave evolutiva alcuni autori
(6) suggeriscono di non eseguire valutazione midollare e radiologica dello scheletro rimandandola al
momento in cui ci sia un cambiamento rilevante del quadro clinico e di laboratorio o riservandola a casi
selezionati Vedi flow-chart (Livello di evidenza 4)
In pazienti con MGUS infine non va dimenticata una corretta valutazione clinica al fine di evidenziare
patologie sistemiche particolari quali Amilodosi (macroglossia edemi declivi proteinuria) e POEMS
syndrome (neuropatia periferica acrocianosi alterazioni cutanee edemi ed organomegalia)
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
D La MGUS non richiede alcun trattamento tuttavia dovrebbe
essere impostato un follow-up la cui frequenza dipende
diversi fattori prognostici (4-6) Positiva debole
D I pazienti affetti da MGUS a basso rischio non dovrebbero
essere sottoposti a valutazione midollare e radiologica (4-6) Negativa debole
22 Plasmocitoma solitario
Nei pazienti con diagnosi di Plasmocitoma solitario (PS) deve essere inizialmente eseguita una valutazione
completa in grado di discriminare tra malattia localizzata e MM malattia sistemica (RMNTACPET) egrave
frequente infatti il riscontro di PS in corso di MM Il PS viene distinto in osseo ed extraosseo Il PS osseo egrave
per definizione una tumefazione patologica che origina da una lesione ossea in assenza di altre lesioni o
segni attribuibili a MM Il PS extraosseo egrave invece una lesione che si riscontra nel contesto dei tessuti molli
in assenza di altre lesioni attribuibili a MM
Il trattamento del PS prevede intervento chirurgico (ove indicato) e trattamento radioterapico localizzato (RT
IF 45-50Gy) indipendentemente che si tratti di PS osseo od extraosseo (7)
Al termine del programma terapeutico previa rivalutazione di malattia il paziente egrave avviato a un programma
di follow-up periodico La valutazione prevede esecuzione di esami ematochimici completi tra cui
elettroforesi e immunofissazione (per evidenziare eventuale CM serica indice di persistenza di malattia) ed
indagini strumentali tra cui RMNTAC e PET esami indispensabili per confermare la risposta al trattamento
In seguito il paziente eseguiragrave controllo periodico ogni 4-6 mese In caso di ricomparsa di CM sierica saragrave
effettuata rivalutazione di malattia al fine di stabilire recidiva di malattia locale o evoluzione a patologia
sistemica (MM) Vedi flow-chart per plasmocitoma
LINEE GUIDA MIELOMA
9
23 MM asintomatico
La definizione di MM asintomatico descrive un paziente con MM (CM serica gt3 gdl e plasmocitosi gt 10)
in assenza di segni e sintomi attribuibili alla patologia stessa (anemia ipercalcemia insufficienza renale
lesioni ossee) (8) (Livello di evidenza 4) Il MM asintomatico ha spesso una lenta evoluzione e non richiede
trattamento per molti anni Il rischio di evoluzione in MM egrave circa del 10 per anno nei primi 5 anni dalla
diagnosi e stranamente si riduce negli anni successivi (9) (Livello di evidenza 3) In questi pazienti viene
consigliata una sorveglianza clinico-strumentale ogni 3-6 mesi (10) (Livello di evidenza 3) per
evidenziarne precocemente eventuale evoluzione a malattia sintomatica
La valutazione prevede esami ematici complessivi tra cui periodicamente una RMN colonna vertebrale
esame in grado di documentare precocemente un danno osseo e pertanto evidenziare un paziente con elevato
rischio evolutivo Al pari del controllo radiologico standard dello scheletro la valutazione midollare appare
indicata solo in caso di alterazione degli esami ematici o sintomi indicativi di evoluzione (Vedi flow-chart)
Nel MM sintomatico nessuna trattamento chemioterapico preventivo ha consentito di evitare lrsquoevoluzione
verso MM sintomatico Diversi studi infatti hanno valutato il ruolo del trattamento precoce nel paziente
asintomatico senza peraltro evidenziare un beneficio in sopravvivenza (19-21) tranne in un recente studio di
fase III in cui 124 pazienti sono stati randomizzati a ricevere terapia con lenalidomide versus nessun
trattamento (22) Dopo un follow-up mediano di 32 mesi viene riportata una evoluzione a MM sintomatico
in 9 pazienti (15) nel braccio di trattamento contro in 37 pazienti (59) nel braccio di osservazione (p
lt00001) La sopravvivenza globale stimata a 3 anni egrave stata del 93 nel braccio di trattamento e il 76 nel
braccio di controllo (P = 004) Naturalmente saragrave necessario attendere un periodo di osservazione piugrave lungo
per valutare reale beneficio del trattamento a fronte di eventuali tossicitagrave a lungo termine
Concludendo in caso di MM asintomatico attualmente non egrave indicato alcun trattamento chemioterapico negrave
con bisfosfonati se non nel contesto di studi clinici (6) (Livello di evidenza 4)
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
D
I pz affetti da MM asintomatico dovrebbero essere
sottoposti a sorveglianza clinico strumentale ogni 3-6 mesi
(10) Positiva debole
La valutazione midollare egrave indicata solo in caso di
alterazioni di esami ematicistrumentali in senso di sospetta
evoluzione (10) Positiva debole
In caso di MM asintomatico non egrave indicato alcun
trattamento chemioterapico negrave con bisfosfonati se non nel
contesto di studi clinici (6) Solo studi clinici
A
Nei pazienti con MM sintomatico va avviato il prima
possibile il trattamento sistemico (vedi Trattamento) e
avviate le procedure drsquourgenza in caso di situazioni cliniche
particolari (fratture patologiche ipercalcemia e
insufficienza renale acuta vedi Terapia di supporto)
Positiva forte
LINEE GUIDA MIELOMA
10
24 MM sintomatico
Alle caratteristiche cliniche laboratoristiche diagnostiche per MM in questi pazienti si associano uno o piugrave
segni clinici di malattia attiva
Tabella 3 Criteri di diagnosi del mieloma
MGUS Mieloma asintomatico Mieloma sintomatico CM siericalt3 gdl CM sierica gt3 gdl CM sierica o urinaria di
qualunque entitagrave
Infiltrato plasmacellulare
midollare lt10 Infiltrato plasmacellulare
midollare gt10 Infiltrato plasmacellulare
midollare o plasmocitoma
No sintomi drsquoorgano (CRAB) No sintomi drsquoorgano
(criteri CRAB) Presenza sintomi drsquoorgano
(CRAB)
Tabella 4 Criteri di malattia attiva (criteri CRAB)
Criteri Valori di riferimento
Ipercalcemia Calcemia gt 025 mmolL (05 mgdl) rispetto ai valori normali o gt 275 mmolL (gt105 mgdl)
Insufficienza Renale Creatinina gt 2 mgdl
Anemia Emoglobina lt 2 gr rispetto ai valori normali o lt10 gdl
Lesioni Ossee (Bone) Lesioni litiche crolli vertebrali osteoporosi (evidenziati con Rx scheletro standard)
Altri criteri Sindrome da iperviscositagrave Amiloidosi Infezioni ricorrenti (ultimi 2 anni)
Nel paziente con MM sintomatico andranno eseguite indagini di approfondimento (Esami di II livello
tabella 4) che possono aiutare il clinico nel corretto inquadramento diagnostico e prognostico della
patologia
Tabella 5 Esami di II livello
Esami ematochimici Scopo
Dosaggio catene leggere libere κ e λ Valutazione delle frazioni libere delle catene leggere (unico test quantitativo utile in corso di mieloma non secernente)
β2microglobulina Indice di massa tumorale e di funzionalitagrave renale
(in associazione al valore dellrsquoalbumina per la definizione
dellrsquoISS)
LDH Indice di massa tumorale
LINEE GUIDA MIELOMA
11
Esami ematochimici Scopo
Cistatina C Dosaggio Epo
Valutazione della funzionalitagrave renale (secondo livello)
NT-proBNP BNP Troponina-I
Valutazione della funzionalitagrave cardiaca
RMN eo TC Approfondimento diagnostico delle lesioni scheletriche o
identificazione plasmocitomi o localizzazioni extramidollari
PET Individuazione plasmocitomi o localizzazioni extra-midollari
Analisi cromosomica standard e FISH
su plasmacellule midollari selezionate Identificazioni di alterazioni citogenetiche e definizione score
prognostico
Immunofenotipo plasmacellule
midollari Definizione clonalitagrave plasmacellule score prognostico malattia
minima residua
Prelievo grasso periombelicale Identificazione di depositi di sostanza amiloide in casi selezionati
Per la definizione prognostica infine viene eseguita una stadiazione di malattia seguendo i criteri di Durie e
Salmon (11) e dellrsquoInternational Staging System (12) (tabella 6)
Tabella 6 Stadiazione secondo Durie amp Salmon e International Staging System (ISS)
Stadio Durie amp Salmon ISS
I
Tutti i seguenti Hbgt10gdl Calcemia normale o lt12mgdl Assenza di lesioni ossee allrsquoRxstandard o
plasmocitoma solitario CM IgG lt5gdl IgA lt3 gdl BJ lt4 g 24 h
Β2microglobulina le 35 mgl Albumina ge 35 gdl
II Caratteristiche diverse da stadio I e III Β2microglobulina lt 35 mgl e Albumina lt
35 gdl Β2microglobulina 35- 55 mgl
III
Uno o piugrave dei seguenti Hblt 85gdl Calcemia gt12mgdl Multiple Lesioni litiche allrsquoRx standard CM IgG gt7gdl IgA lt5 gdl BJ gt10 g 24 h
Β2microglobulina ge 55 mgL
A creatininalt2mgdl B creatininagt2 mgdl
Altri fattori prognostici identificati come significativamente associati allrsquooutcome sono la qualitagrave della vita
(13) lrsquoetagrave (14) e la presenza di malattia extramidollare
Inoltre la presenza di alterazioni cromosomiche alla citogenetica standard e allrsquoimmunofluorescenza (FISH)
permette di identificare altre classi di rischio (15) infatti nel MM si sono evidenziate anomalie
cromosomiche specifiche sia traslocazioni sia delezioni la delezione del cromsoma 13 viene riportato
correlarsi con una breve durata sia della sopravvivenza libera da malattia che di quella globale (16)
LINEE GUIDA MIELOMA
12
La delezione del cromosoma 17p13 (locus del tumor suppressor gene p53) caratterizza pazienti ad alto
rischio (17) ndash Sono riportate diverse alterazioni cromosomiche che coinvolgono il braccio lungo del
cromosoma 14 (14q32 ove egrave presente il gene per le catena pesanti delle Immunoglobuline) con prognosi
differenti (t(414)(p16q32) ndash t(1416)(q32 q23) ndash t(1114)(q13 q32) Tra queste la traslocazione t(414) egrave
quella che si correla a peggior prognosi anche nel setting dei pazienti trattati con terapia ad alte dosi (18)
(Tabella 7) (Livello di evidenza 3)
Tabella 7 ndash Classi di rischio citogenetico
Altro rischio Rischio standard
Citogenetica Delezione cr 13 Ipodiploidia
Iperdiploidia
FISH Del 17p t(414) t(1416)
t(1114) t(614)
Il sintomo piugrave frequente alla diagnosi rimane in dolore osseo correlato a danno drsquoorgano (lesioni osteolitiche
o a fratturecrolli vertebrali) Nei pazienti con MM sintomatico va avviato il prima possibile il trattamento
sistemico (vedi Trattamento) e avviate le procedure drsquourgenza in caso di situazioni cliniche particolari
(fratture patologiche ipercalcemia e insufficienza renale acuta vedi terapia di supporto)
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3 Mieloma multiplo sintomatico trattamento
Il trattamento egrave indicato nel paziente affetto da MM sintomatico cioegrave con presenza di sintomi e segni
correlati alla patologia (CRAB Tabella 3) Lo scopo del trattamento rimane il controllo della patologia il
miglioramento della qualitagrave della vita e della sopravvivenza che si possono ottenere mediante la
combinazione di trattamenti efficaci con unrsquoadeguata terapia di supporto Lrsquointroduzione dei nuovi farmaci
nel prontuario terapeutico per il MM (come Talidomide Lenalidomide e Bortezomib spesso in
combinazione con desametasone) ha comportato un miglioramento della sopravvivenza sia nei pazienti alla
diagnosi sia alla recidiva della malattia (25) I pazienti con MM sintomatico sono avviati a trattamento di
prima linea e in casi selezionati a successiva terapia di consolidamento intensificato con supporto di cellule
staminali autologhe (ASCT) Il principale criterio dlsquoinclusione per lrsquoASCT egrave rappresentato dallrsquoetagrave del
paziente Generalmente i pazienti con etagrave maggiore di 65 anni sono esclusi dalle procedure trapiantologiche
mentre i pazienti piugrave giovani possono essere avviati allrsquoASCT previa valutazione della funzionalitagrave cardiaca
polmonare renale epatica e lrsquoesclusione di eventuali foci infettivi
In questi pazienti farmaci tossici per il compartimento staminale quali gli alchilanti non dovrebbero essere
somministrati per non compromettere la mobilizzazione e la successiva raccolta di cellule staminali
emopoietiche Pertanto di fronte ad una nuova diagnosi di MM sintomatico la prima valutazione deve
considerare la possibilitagrave di avviare il paziente a ASCT tendendo conto delletagrave della patologie associate e
del PS Peraltro va sottolineato come la presenza di insufficienza renale ed etagrave anagrafica avanzata non sono
controindicazioni assolute a trattamenti intensificati
LINEE GUIDA MIELOMA
14
Nei pazienti di etagrave superiore ai 65 anni gli obbiettivi principali del trattamento sono lrsquoottenimento della
risposta completa al fine di prolungare lrsquointervallo libero da malattia (progression free survival PFS) la
spettanza di vita (overal survival OS) e ridurre il piugrave possibile la tossicitagrave per non inficiare eccessivamente
sulla qualitagrave di vita di una categoria di pazienti considerata piugrave fragile
Per conseguire questi obiettivi la terapia deve essere adeguata non solo alle caratteristiche della malattia ma
anche allrsquoetagrave biologica e al performance status del paziente in tale senso in tutta la storia terapeutica del
paziente con MM molto importante rimane la terapia di supporto che prevede gestione e trattamento delle
complicazioni prevenzione ove possibile e controllocontrollo degli eventuali effetti collaterali del
trattamento
4 Criteri di risposta alla terapia
Una corretta valutazione della risposta egrave essenziale nel trattamento del MM Attualmente vengono applicati i
criteri proposti nel 2006 dall International Myeloma Working Group (IMWG) recentemente revisionati (26)
(tabella 4)
Tabella 4
Categoria di risposta Criteri
SRC (risposta completa stringente)
Remissione completa (vedi criteri di definizione) Normale free Light chain ratio Assenza di plasmacellule clonali (immunofluorescenza
immunoistochimica)
RC (Risposta completa)
Immunofissazione sierica ed urinaria negativa per CM Plasmacellule midollari lt 5 Scomparsa di plasmocitomi se presenti alla diagnosi
VGPR (Very good partial remission)
CM sierica eo urinaria evidenziabile con immunofissazione ma non con
elettroforesi oppure riduzione della CM sierica gt 90 o lt 100 mg24 ore
nelle urine
RP (risposta parziale)
Riduzione della CM gt 50 nel siero e ge90 o lt200 mg24 nelle urine
SD (malattia stabile)
Non criteri per le altre categorie di risposta
LINEE GUIDA MIELOMA
15
5 Terapia di prima linea in pazienti con etagrave gt 65 anni non candidabili a terapie intensificate
Per molti decenni la terapia standard dei pazienti con etagrave gt 65 anni egrave stata la combinazione melfalan-
prednisone (MP) Negli ultimi dieci anni allrsquoassociazione MP sono stati aggiunti i farmaci di nuova
generazione quali talidomide bortezomib e lenalidomide
51 Terapie con Talidomide eo Bortezomib in associazione trials di Fase III
Due studi di fase III condotti in pazienti con etagrave maggiore di 65 anni alla diagnosi hanno comparato
Desametasone somministrato come singolo agente con lrsquoassociazione di Desametasone e Talidomide (TD)
Il tasso di risposta egrave stato maggiore nei pazienti trattati con lrsquoassociazione TD ma anche la tossicitagrave extra-
ematologica (soprattutto neuropatia periferica ed eventi trombotici) (12) Uno studio di fase III piugrave recente
ha confrontato le combinazione TD con MP la combinazione TD consente di ottenere un maggior numero di
risposte e in tempi piugrave brevi rispetto a MP ma con maggior tossicitagrave (sopratutto trombosi e neuropatia) e
conseguente maggiore interruzioni del trattamento (3)
Sei studi randomizzati hanno dimostrato la superioritagrave della combinazione melfalan-prednisone-talidomide
(MPT) rispetto MP (4-9) anche in pazienti con etagrave maggiore di 75 anni (3-4) Tutti hanno evidenziato un
vantaggio di risposta e di sopravvivenza libera da progressione (PFS) dellrsquoMPT rispetto a MP anche se solo
due studi hanno dimostrato un vantaggio di sopravvivenza (OS) con la combinazione MPT(4-5)
probabilmente a causa del diverso impatto dei nuovi agenti sulla terapia di salvataggio al momento della
recidiva (8-9) Infine una recente metanalisi che ha combinato i dati di 1682 trattati con MPT o MP ha
dimostrato un effettivo vantaggio sia di PFS che di OS dellrsquoassociazione MPT rispetto a MP (10) (Livello di
evidenza 1++)
In uno studio randomizzato (MRC Myeloma IX trial) la combinazione di ciclofosfamide Talidomide e
desametasone (CTDa) ha mostrato un tasso di risposta maggiore rispetto a MP senza peraltro vantaggio in
sopravvivenza e con maggiore incidenza di effetti collaterali (tromboembolismo costipazione infezione e
neuropatia) (11) Uno studio internazionale multicentrico e randomizzato (VISTA) ha confrontato la terapia
standard MP con lrsquoassociazione bortezomib-melfalan-prednisone (VMP) in pazienti anziani e non
candidabili ad ASCT Lo studio ha dimostrato un aumento statisticamente significativo nel tasso di risposta
(in particolare di remissione completa CR) e un prolungamento di PFS e OS per il gruppo trattato con
bortezomib (12) (Livello di evidenza 1++) Dopo un follow-up di 5 anni la terapia con VMP ha confermato
un significativo prolungamento dellrsquoOS con una riduzione del rischio di morte pari al 31 (13)
Un confront diretto tra Melfalan Prednisone e Bortezomib (VMP) versus Melfalan Prednisone e
Thalidomide (MPT) non egrave mai stato effettuato Ersquo stata effettuata una meta-analisi indiretta per valutare gli
effetti del VMP versus MPT Non sono state riportate differenze per tutti gli outcomes se non un
significativo beneficio per le risposte complete (RR 234 95 CI 112-490) e gli effetti collaterali di grado
3-4 (RR 053 95 CI 038-073) in favore del VMP (14) Non ci sono certezze sulla superioritagrave di un regime
verso lrsquoaltro un confronto diretto in uno studio randomizzato di fase III egrave necessario
Altri due studi di fase III hanno valutato combinazioni alternative al VMP Il gruppo spagnolo ha confrontato
VMP con bortezomib-thalidomide-prednisone (VTP) come terapia drsquoinduzione e mantenimento con
bortezomib-talidomide versus bortezomib-prednisone (15) Non sono state osservate differenze in termini di
efficacia ma VMP ha dimostrato un miglior profilo di tossicitagrave In uno studio italiano lrsquoassociazione di
bortezomib-melfalan-prednisone-talidomide seguita da un mantenimento con bortezomib-talidomide
(VMPT-VT) ha dimostrato risultati migliori rispetto alla combinazione VMP con un miglior tasso di
risposta un PFS e un OS piugrave lunghi Tuttavia nei pazienti con piugrave di 75 anni di etagrave trattati con MVP-VT non
egrave stato osservato un vantaggio in termini di OS per una maggiore tossicitagrave e di un maggiore tasso di
LINEE GUIDA MIELOMA
16
interruzione di trattamento(16) In entrambi gli studi il bortezomib egrave stato somministrato con frequenza
settimanale con riduzione della tossicitagrave extra-ematologica (neuropatia) senza influire sullrsquoefficacia (17)
Uno studio randomizzato multicentrico di fase III (18) ancora in corso in pazienti anziani alla diagnosi
vengono confrontati tre regimi di trattamento VD (bortezomib-desametasone) vs VTD (bortezomib-
talidomide-desametasone) vs VMP I primi risultati non mostrano differenze nei tassi di risposta o nel PFS
con buona tollerabilitagrave del mantenimento con incremento di risposte in tutti e tre gli schemi di trattamento
Qualitagrave globale
delle evidenze
GRADE Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
Molto bassa
Nei pazienti affetti da mieloma multiplo di etagrave gt65 anni e non
candidabili a terapia ad alte dosi puograve essere utilizzata
lrsquoassociazione VMP (Bortezomib melphalan e prednisone)
La valutazione complessiva della qualitagrave delle evidenze ad
oggi disponibili circa ldquolrsquoefficacia dellrsquoassociazione VMPrdquo la
valutazione del rapporto tra i benefici ed i rischi correlati e la
formulazione della raccomandazione relativa al quesito posto
sono state analizzate secondo metodologia GRADE (vedere
capitolo 10)
Positiva debole
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
A
Nei pazienti con etagrave gt 65 anni o piugrave giovani con comorbiditagrave o
scarso performance status non idonei alla terapia ad alte dosi
in Ideg linea devono essere considerati per una terapia
convenzionale a dose piena che prevede alchilanti cortisone e
nuovi farmaci (MPT VMP) (10-13)
Positiva forte
D Nei Pazienti con etagrave gt75 anni o pazienti con sintomi e segni di
vulnerabilitagrave potrebbero essere valutati per terapie meno
intense eo orali secondo lrsquoopinione del panel Positiva debole
52 Terapie con Lenalidomide in associazione trials di Fase III
Uno studio di fase III randomizzato ha confrontato Lenalidomide con alte e basse dosi di desametasone (RD
vs Rd) come terapia drsquoinduzione in 445 pazienti alla diagnosi (19)(Livello di evidenza 1+) registrando un
vantaggio significativo nella sopravvivenza e nella riduzione del numero di reazioni avverse con
associazione Rd soprattutto nei pazienti anziani Questo studio ha alcune limitazioni non era limitato solo a
pazienti non candidabili a trapianto e lrsquoobiettivo primario era la risposta dopo 4 cicli di induzione
In un altro studio di fase III condotto in 459 pazienti non idonei al trapianto lassociazione melfalan-
prednisone-lenalidomide (di durata stabilita pari a 6 cicli) seguito da lenalidomide di mantenimento (MPR-
R) egrave stata comparata con MPR senza mantenimento e con MP soministrato per 6 cicli Dopo un follow-up
di 30 mesi MPR-R ha ridotto significativamente il rischio di progressione e ha allungato il PFS da 14 a 31
mesi inoltre le risposte sono risultate migliori e numericamente maggiori rispetto a MP Lrsquoimpatto della
terapia di mantenimento con lenalidomide sul PFS egrave stato osservato sia in pazienti etagrave inferiore a 75 anni che
in quelli con piugrave di 75 anni di etagrave (20) (Livello di evidenza 1+) Al momento attuale non sono state riportate
differenze in termini di sopravvivenza globale ed egrave in corso un attento monitoraggio relativamente al rischio
di seconde neoplasie
LINEE GUIDA MIELOMA
17
53 Terapia con Bendamustina in associazione ai nuovi farmaci
Attualmente in Italia la Bendamustina egrave utilizzabile in prima linea in pazienti non candidabili al trapianto e
con neuropatia clinica allrsquoesordio che preclude lrsquoutilizzo di Talidomide o Bortezomib
In letteratura la Bendamustina nel MM egrave stata utilizzata prevalentemente in regimi di combinazione in
pazienti recidivati o refrattariIn prima linea il Gruppo tedesco ( 21) ha randomizzato 131 pz confrontando
Bendamustina a Melphalan entrambe associate a prednisone Tale studio ha ottenuto un maggior tasso di
remissioni complete un prolungamento del TTF (time to treatment failure) e una migliore QoL con tossicitagrave
comparabili fatta eccezione per una maggior percentuale di nausea e vomito nel braccio con Bendamustina
(Livello di evidenza 1-) In seconda linea lo stesso gruppo ha poi testato unrsquo associazione con dosi scalari di
Talidomide (BPT) ottenendo una percentuale di risposte globali di oltre lrsquo80 ( 22) Sempre in seconda linea
interessante egrave la combinazione di Bendamustina con Bortezomib e prednisone (BVD) utilizzata da Ludwig e
coll con ORR del 608 e PFS globale di 97 mesi significativamente piugrave alta in pazienti non pre-trattati
con lenalidomide o bortezomid(23) (Livello di evidenza 3) Inoltre un recente studio di Offidani conferma
buoni risultati ottenuti con BVD con ORR gt70 e mediana di TTP e PFS di 165 e 155 mesi
rispettivamente Tali dati sembrano essere migliori di quelli ottenuti con gli schemi VD e Rd in pazienti
pretrattati con talidomide o bortezomib (24) (Livello di evidenza 3)
I dati attualmente disponibili con queste combinazioni dovrebbero essere confermati in studi controllati di
confronto con gli schemi attualmente approvati nei pazienti recidivati o refrattari
54 Trapianto autologo a ridotta intensitarsquo di condizionamento
Nel setting dei pazienti anziani due studi clinici randomizzati hanno confrontato il trapianto autologo a
ridotta intensitagrave (melfalan 100 mgm2 Mel 100) con la chemioterapia convenzionale con risultati non
sempre concordi
In uno studio egrave stata dimostrata lrsquoefficacia del Mel 100 in termini di OSPFS rispetto a MP in pazienti di etagrave
compresa tra i 50-70 anni (25) (Livello di evidenza 1++) Il secondo trial ha confrontato Mel100 con MP e
MPT (4) in pazienti di etagrave compresa tra i 65 e i 75 anni Lrsquoassociazione MPT ha evidenziato miglior PFS e
OS rispetto a MP e Mel 100 Non sono state osservate differenze significative in termini di outcome tra Mel
100 e MP Questo studio ha dimostrato che nei pazienti anziani i risultati ottenuti con combinazioni
contenenti i farmaci di nuova generazione possono essere piugrave efficaci della terapia ad alte dosi (Livello di
evidenza 1++)
Peraltro 102 pazienti alla diagnosi di etagrave compresa tra 65 e 75 anni sono stati trattati lrsquoassociazione PAD
(bortezomib-doxorubicin-desametasone seguita da Mel 100 mgmq con supporto di cellule staminali
autologhe A seguire era previsto consolidamento con lenalidomide-prednisone seguito da mantenimento
con sola lenalidomide (LP-L) (26) Il tasso di risposta egrave progressivamente cresciuto nelle varie fasi di terapia
(soprattutto la CR) La sopravvivenza globale e la PFS sono risultate paragonabili a quelle ottenute nei
pazienti giovani anche se con maggior tossicitagrave e di tasso di drop-out (Livello di evidenza 3)
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
B
Nei Pazienti di etagrave gt 65 anni o piugrave giovani e lt70 anni in
buone performance status e senza comorbiditagrave rilevanti
potrebbero essere considerati per ASCT a dosi ridotte previa
terapia di induzione con regimi contenenti bortezomib (26)
Positiva debole
LINEE GUIDA MIELOMA
18
Tabella 1 Trattamento del MM alla diagnosi in pazienti anziani (ge 65 anni) Tutte le combinazioni incluse
nella tabella includono farmaci di nuova generazione (Talidomide Lenalidomide e Bortezomib) testati in
studi randomizzati di fase III
Terapie pts Schedula ge PR CR
PFSE
FS
TTP
OS Referenza
TD 145 T 200 mgdie
D 40 mg giorni 1-4 e 15-18 68 2
41 a
16 mesi
61 a 41
mesi Ludwig et al
3
MPT 125
M 025 mgkg giorni 1ndash4
P 2 mgkg giorni 1ndash4
T 400 mggiorno
X 12 cicli di 6 settimane
76 13 50 a
28 mesi
50 a 52
mo Facon et al
4
MPT 113
M 025 mgkg giorni 1ndash4
P 2 mgkg giorno 1ndash4
T 100 mggiorno
X 12 cicli di 6 settimane
62 7 50 a
24 mesi
50 a 44
mesi Hulin et al
5
MPT 60
M 9 mgm2 giorni 1ndash4
P 60 mgm2 giorni 1ndash4
T 100 mggiorno x 8 cicli di 6
settimane seguita da
Talidomide 100 mgdie
58 9
50 a
21
mesi
50 a 26
mesi Beksac et al
6
MPT 182
M 025mgkg giorni 1-4
P 100mggiorni 1-4
Ogni 6 settimane fino a Plateau
T 400mggiorno fino a
Plateau poi ridotta a
200mggiorno fino a
progressione
57 13 50 a
15 mesi
50 a 29
mesi Waage et al
7
MPT 165
M 025 mgkg
P 1 mgkg giorni 1ndash5
T 200 mggiorno x 8 cicli di 4
settimane seguiti da T 50
mggiorno fino a progressione
66 23 67 a
24 mesi
29 a 24
mesi
Wijermans et
al8
MPT 167
M 4mgm2 giorni 1-7
P 40mgm2 giorni 1-7 x 6 cicli
ogni 4 settimane
T 100mggiorno fino a
progressione
76 15 50 a
22 mesi
50 a 45
mesi Palumbo et al
9
RD 223
R 25 mggiorno giorni 1-21
D 40 mg giorni 1-4 9-12 e
17-20 ogni 28 giorni
81 17 63 a
24 mesi
75 a 24
mesi
Rajkumar et
al12
Rd 222
R 25 mggiorno giorni 1-21
d 40 mg nei giorni 1 8 15 e
22 ogni 28 giorni
70 14 65 a
24 mesi
87 a 24
mesi
Rajkumar et
al12
MPR 54
M 018-025 mgkg giorni 1ndash4
P 2 mgkg giorni 1ndash4
R 5-10 mg giorni 1ndash21
X 9 cicli ogni 4 settimane
81 24 92 a
12 mesi
100 a 12
mesi
Palumbo et
al14
MPR-R 152
M 018 mgkg giorni 1ndash4
P 2 mgkg giorni 1ndash4
R10 mg giorni 1ndash21
Per 9 cicli ogni 4 settimane
mantenimento
R10 mggiorno fino a
progressione
77 16 50 a
31 mesi
70 a 36
mesi
Palumbo et
al16
LINEE GUIDA MIELOMA
19
Terapie pts Schedula ge PR CR
PFSE
FS
TTP
OS Referenza
VMP 344
M 9 mgm2 giorni 1ndash4
P 60 mgm2 giorni 1ndash4
V 13 mgm2 giorni
1481122252932 per i primi
4 cicli di 6 settimane giorni
1815 22 per i successivi 5
cicli di 6 settimane
71 30 50 a
22 mesi
41 a 36
mesi
San Miguel et
al17
Maeos et al18
VMP 130
M 9 mgm2 giorni 1ndash4
P 60 mgm2 giorni 1ndash4
V 13 mgm2 giorni
1481122252932 x 1 ciclo
di 6 settimane giorni 1815
22 per i successivi 5 cicli ogni
6 settimane
Mantenimento
V 13 mgm2 giorni 14811
ogni 3 mesi
T 50 mggiorno or P50 mg a
giorni alterni
80 20 50 a
34 mesi
74 a 36
mesi Mateos et al
19
VTP 130
P 60 mgm2 giorno 1ndash4
V 13 mgm2 giorni
1481122252932 per il
primo ciclo (6 settimane)
giorni 1815 22 per i
successivi 5 cicli di 6 settimane
T 100 mg giorno
Maintenance
V 13 mgm2 giorni 14811
ogni 3 mesi
T 50 mggiorno or P50 mg a
giorni alterni
81 28 50 a
25 mesi
65 a 36
mesi Mateos et al
19
VMP 257
M 9 mgm2 giorni 1ndash4
P 60 mgm2 giorni 1ndash4
V 13 mgm2 giorni 1 8 15
22
81 24 41 a
36 mesi
87 a 36
mesi
Palumbo et
al20
VMPT-
VT 254
M 9 mgm2 giorno 1ndash4
P 60 mgm2 giorno 1ndash4
V 13 mgm2 giorno 1 8 15
22
T 50 mg al giorni nei giorni
1ndash42 x 9 cicli ogni 5 settimane
Mantenimento
V 13 mgm2 ogni 15 giorni
T 50 mggiorno
89 38 56 a
36 mesi
89 a 36
mesi
Palumbo et al
20
PR risposta parziale CR risposta completa PFS progression-free survival EFS event-free survival TTP tempo alla
progressione OS sopravvivenza globale TD talidomide-desamethasone MPT melphalan-prednisone-talidomide
VMP bortezomib-melphalan-prednisone VTP bortezomib-thalidomide-prednisone MPR-R melphalan-prednisonse-
lenalidomide seguito da mantenimento con lenalidomide VMPT-VT bortezomib-melphalan-prednisone-thalidomide
seguito da mantenimento con bortezomib-talidomide
LINEE GUIDA MIELOMA
20
Mieloma Multiplo etagrave gt 65 anni Terapia di I linea
Regimi di terapia preferiti
Terapia di prima linea nei
pazienti non candidati ad
ASCT
MelphalanprednisoneBortezomib (VMP)
MelphalanprednisoneTalidomide (MPT)
Bendamustinaprednisone
Altri regimi possibili
MelphalanPrednisonelenalidomide (MPR)
BortezomibDesametasone (VD)
CiclofosfamideprednisoneTalidomide (CTD)
Melphalanprednisone (MP)
Talidomidedesametasone (TD)
Lenalidomidedesametasone (Rd)
MelphalanprednisoneBortezomibtalidomide (VMPT)
Terapia di mantenimento Lenalidomide
Bortezomib
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6 Terapia di prima linea nei pazienti lt 65 anni candidabili a trapianto autologo di cellule staminali
Nei pazienti giovani candidati terapia intensificate (ASCT) i ldquonuovi farmacirdquo sono stati incorporati come
terapia drsquoinduzione pre-ASCT e come terapia di consolidamentomantenimento post-ASCT allo scopo di
migliorare lrsquooutcome In particolare nuovi regimi comprensivi di inibitori del proteosoma eo farmaci
immunomodulanti (ImIDs) hanno sostituito la chemioterapia convenzionale come terapia di induzione pre-
trapianto Questi farmaci possono essere variamente combinati tra loro o con farmaci convenzionali a
formare regimi a due-o piugrave farmaci
LINEE GUIDA MIELOMA
23
61 Terapia di induzione pre-trapianto
Lo scopo della terapia di induzione pre-trapianto egrave di ridurre rapidamente la taglia tumorale e lrsquoinfiltrazione
plasmacellulare midollare prima della raccolta delle cellule staminali Lrsquointroduzione dei nuovi farmaci in
questa fase ha comportato lrsquoottenimento di risposte di piugrave elevata qualitagrave (VGPR e CR) rispetto alla
chemioterapia convenzionale che si sono poi tradotte in un miglioramento dellrsquooutcome post-trapianto In
assenza di studi randomizzati di comparazione delle diverse combinazioni tra loro di seguito verranno
riportati i risultati in termini di efficacia e di tossicitagrave dei differenti regimi suddivisi in preferiti e altri
REGIMI DI INDUZIONE PREFERITI
Bortezomib-desametasone
Lassociazione di bortezomib-desametasone (VD) che consente di ottenere un tasso di risposta complessiva
pari al 65 (12) egrave stato comparato in maniera randomizzata allo schema VAD come terapia di induzione pre
trapianto in 482 pazienti (3) Dopo 4 cicli lo schema VD si egrave dimostrata superiore alla VAD apportando un
piugrave alto tasso di VGPR (38 vs 15 rispettivamente) e di CRnCR (15 vs 6 post ASCT
rispettivamente) vantaggio che egrave stato mantenuto anche dopo il primo e secondo trapianto (ge VGPR 68 vs
47 CR-nCR 395 vs 225 rispettivamente) Con un follow-up mediano di 32 mesi egrave stato riscontrato
un trend sulla PFS in favore di VD rispetto a VAD (mediana 36 mesi vs 30 rispettivamente) La maggior
efficacia di VD rispetto a VAD egrave stata confermata anche in pazienti ad alto rischio per la presenza di stadio
ISS elevato o portatori della traslocazione t(414) (4) I risultati di questo studio confermano la capacitagrave di
bortezomib di assicurare un livello piugrave profondo di risposta che peraltro non si traduce in un chiaro
vantaggio in termini di PFS ciograve potrebbe significare che un regime a due farmaci contenente bortezomib
risulta sub-ottimale sugli outcomes a lungo termine(Livello di evidenza 1++)
Bortezomib-desametasone e agenti citotossici
Gli agenti citotossici aggiunti a VD a formare regimi a 3 farmaci sono la doxorubicina e la ciclofosfamide
In uno studio di fase III la combinazione Bortezomib-Doxorubicina-Desametasone (PAD) come induzione
al trapianto autologo egrave stata comparata con la chemioterapia (VAD) seguito poi da una terapia di
mantenimento con Bortezomib o Talidomide (5) Lrsquoultimo aggiornamento dello studio ha mostrato la
superioritagrave della combinazione PAD in termini risposte (CR+nCR) sia dopo la terapia di induzione (11
vs 5 rispettivamente) che dopo il singolo o doppio autotrapianto (30 vs 15 rispettivamente) Nel
braccio di terapia comprensivo di PAD ASCT e mantenimento con bortezomib sono emersi una PFS e OS
significativamente piugrave durature rispetto al VAD seguito da ASCT e mantenimento con talidomide (PFS a 3
anni 36 vs 27 rispettivamente P= 001 OS a 3 anni 78 vs 70 rispettivamente P= 002) (Livello di
evidenza 1++) Il vantaggio di PAD vs VAD si egrave mantenuto anche nei pazienti ad alto rischio (traslocazione
t(414) e di delezione del cromosoma 17p ) (6)
La combinazione ciclofosfamide-bortezomib-desametasone (VCD o CyBorD) consente di ottenere una
risposta complessiva pari al rsquo80-88 con VGPR rate di circa il 50 (7-8) (Livello di evidenza 3)
Bortezomib-desametasone-talidomide
Un ampio studio di fase III condotto su 480 pazienti volto a paragonare il regime VTD con TD come terapia
di induzione prima e consolidamento dopo un doppio ASCT ha documentato come dopo 3 cicli di
induzione lrsquoassociazione VTD fosse superiore a TD in tutte le categorie di risposta (CR+nCR 31 vs 11
ge VGPR 62 vs 28 rispettivamente) (10) Tale superioritagrave si egrave mantenuta anche dopo la terapia ad alte
dosi e al consolidamento (CR+nCR 62 vs 45 ge VGPR 85 vs 68 rispettivamente) La PFS a 3 anni
egrave risultata essere significativamente piugrave lunga per il braccio VTD rispetto a TD (68 vs 56
rispettivamente) (Livello di evidenza 1++) Lo schema di associazione VTD si correla a migliori tassi di
risposta e migliore PFS rispetto a VD o TD in altri due trials randomizzati (11-12) e in altri studi di fase II
(13 14 15) In uno studio il bortezomib era somministrato a dosaggi ridotti (vTD) comportando un minore
rischio di neurotossicitagrave (12) Infine nel protocollo terapeutico Total Therapy 3 (TT3) VTD combinato con
chemioterapia PACE (cisplatino doxorubicina ciclofosfamide e etoposide) era somministrato come terapia
di induzione pre e come consolidamento dopo un doppio ASCT a cui seguiva un mantenimento con VTD
LINEE GUIDA MIELOMA
24
per il primo anno e TD nel secondo e terzo anno(16) Con un follow-up mediano di 39 mesi la PFS e OS a 4
anni sono risultate essere rispettivamente del 71 e del 78 Confrontando il regime TT3 col suo
predecessore TT2in cui non era previsto il bortezomib appare chiaro il vantaggio dello schema VTD in
particolare egrave interessante notare che in questrsquoultimo studio la CR egrave piugrave duratura (2-year sustained CR TT3
92 vs 81 TT2 talidomide arm) e la PFS piugrave prolungata (2-year 84 vs 77 rispettivamente) Inoltre nei
pazienti con malattia ad alto rischio (GEP high risk t(414) positiva) si chiaro registra un trend verso una
OS piugrave lunga nel TT3 vs TT2 sottolineando come lrsquoimpiego di Bortezomib appare in grado di superare la
cattiva prognosi conferita da queste alterazioni
Lenalidomide-desametasone
In un primo studio di fase II la combinazione Len-Dex ha comportato buoni risultati in termini di risposta
con ORR di 91 ge VGPR rate di 56 OS a 3 anni 85 (17) confermati da due studi successivi di fase III
Lo studio di Zonder et al confrontava Len-Dex versus Dex in pazienti candidabili o meno a ASCT
lrsquoaggiunta dellrsquoagente immunomodulatore migliorava sia il rate di risposta (ge PR 85 vs 51 e CRnCR
22 vs 4 p=0001 rispettivamente) che la PFS (77 vs 55 p=0002 rispettivamente) ma non la OS
(93 vs 91 rispettivamente) La combinazione Len-Dex determinava un elevata incidenza di neutropenia
di grado 3-4 (135 vs 24 p=001 rispettivamente) e di complicanze infettive (38 vs 23 p=0003
rispettivamente) (18) Il secondo trial randomizzato del gruppo ECOG era volto a paragonare lrsquoassociazione
di Lenalidomide con alte (RD) o basse (Rd) dosi di Desametasone
La maggiore tossicitagrave ottenuta e la maggiore mortalitagrave precoce (tromboembolismo venoso TEV 184 vs
55 mortalitagrave 5 vs 05 rispettivamente) ha comportato riduzione della sopravvivenza globale nel
braccio RD soprattutto nei pazienti con etagrave superiore a 65 anni (19) Entrambi questi studi erano rivolti a
pazienti di tutte le etagrave non solo a pazienti candidabili a chemioterapia ad alte dosi alcuni pazienti su
decisione volontaria procedevano al trapianto autologo di cellule staminali mentre altri proseguivano la
terapia fino a progressioneintolleranza Per tale motivo non possiamo considerare questi studi pur se di fase
III come fortemente rappresentativi dellrsquoefficacia di regimi di induzione contenenti lenalidomide-
desametasone pre trapianto (Livello di evidenza 1++)
Ersquo stato riportato come una prolungata esposizione a lenalidomide comporti una ridotta mobilizzazione e
raccolta di cellule staminali CD34+ (20) Per tale motivo le raccomandazioni dellrsquoInternational Myeloma
Working group (IMWG) suggeriscono di effettuare la mobilizzazione delle cellule staminali precocemente
dutrante il trattamento di induzione con Lenalidomide (entro i primi quattro cicli ) (21)
Una profilassi antitrombotica egrave raccomandata in pazienti che ricevono RD come terapia di prima linea (22)
Inoltre essendo lrsquoescrezione del farmaco egrave prevalentemente renale il dosaggio della lenalidomide va
aggiustato sulla base della clearance della creatinina
Lenalidomide-desametasone-bortezomib
In considerazione dellrsquoelevata efficacia di Bortezomib Lenalidomide e Desametasone come agenti singoli egrave
stata introdotta lrsquoassociazione RVD per sfruttarne lrsquoazione sinergica Un primo studio multicentrico di fase
III volto a testare efficacia e sicurezza del regime RVD nella malattia di nuova diagnosi in pazienti
candidabili o meno allrsquoASCT dimostrava che tale combinazione risulta ben tollerata con bassa incidenza di
TEV e neuropatia (G3 3 per entrambe) Dopo 4 cicli il tasso di risposta di buona qualitagrave ( ge nCR e
VGPR) era del 6 e 11 rispettivamente tuttavia queste risposte incrementavano progressivamente
proseguendo la terapia fino a un massimo di 8 cicli e durante la fase di mantenimento con un 100 di ORR
e un 52 di CRnCR(23)
In uno studio di fase II lrsquoassociazione RDV in induzione del consentiva di ottenere una risposta globale del
97 ( ge VGPR 54 CR 16 e sCR 13) (24)
Lo studio di fase II EVOLUTION ha comparato prospetticamente RVD con VCD con due dosaggi di
ciclofosfamide (VCD e VCD modified) e un regime a quattro farmaci in cui RVD era addizionato con la
ciclofosfamide (RVDC) i pazienti candidati a ASCT ricevevano solo 4 cicli di terapia di induzione gli altri
invece effettuavano 8 cicli seguita poi da un mantenimento con 4 cicli di Bortezomib in somministrazione
monosettimanale (25) VDRC ha evidenziato maggior tossicitagrave rispetto agli altri schemi senza peraltro un
significativo vantaggio in termini di riposte ottenute (ge VGPR e CR VDRC vs RVD vs VCD vs VCD
modified 58 51 41 53 e 25 24 22 e 47 rispettivamente)
LINEE GUIDA MIELOMA
25
Unrsquoaltra combinazione esplorata egrave stata RVD addizionata con doxorubicina liposomiale pegilata dopo
mediamente 4 cicli il rate di CR + nCR e ge VGPR sono risultati essere pari al 30 e 58 rispettivamente
(26)
ALTRI REGIMI DI INDUZIONE
Talidomide-desametasone
Talidomide-desametasone (TD) egrave stato il primo regime ad essere impiegato in alternativa alla chemioterapia
convenzionale VAD come terapia di induzione pre ASCT TD si egrave dimostrata migliore del VAD in termini di
ORR e ge VGPR rate PFS ma non di OS post ASCT in uno studio retrospettivo case match e in uno studio
prospettico (27) Livello di evidenza 2++)
Inoltre un ampio studio di fase III ha cevidenziato la superioritagrave dellrsquoassociazione TD rispetto al
desametasone utilizzato agente singolo con un ORR di 63 contro 41-46 rispettivamente prolungando il
TTP (23 mesi vs 65 mesi rispettivamente) ma non la OS probabilmente per la maggior tossicitagrave evidenziata
della combinazione (maggior numero di eventi avversi di grado 3-4 in particolare TEV ictus infarto
miocardico acuto) in assenza di unrsquoadeguata profilassi antitrombotica (29) Il rate di risposte complete con
TD resta tuttavia basso pari al 4-10 In due ulteriori studi TD egrave stato incorporato al doppio ASCT e
somministrato dallrsquoesordio fino al secondo ASCT (30) oppure fino a ricadutaprogressione di malattia (31)
Lrsquoaggiunta di TD ha comportato un incremento di risposte di buona qualita del PFS e in uno studio anche
della sopravvivenza globale rispetto al doppio ASCT senza talidomide
Nello studio che prevedeva il mantenimento con talidomide tuttavia si sono verificati numerosi eventi
avversi in particolare eventi trombotici e polineuropatia che hanno portato alla discontinuazione del
farmaco nel 30 e 60 dei pazienti dopo 2 e 4 anni rispettivamente
Talidomide-desametasone e agenti citotossici
In diversi studi sono state testate varie associazioni di Talidomide con agenti chemioterapici tradizionali
quali Talidomide-Desametasone-Doxorubicina (TAD) e Talidomide-Desametasone-Ciclofosfamide (CTD)
In uno studio di fase III (32) la combinazione TAD comportava un incremento di rispostedi buona qualitagrave
rispetto al VAD (ge VGPR 37 vs 18) che veniva mantenuta dopo ASCT (54 vs 44 rispettivamente)
La PFS mediana del braccio TAD e mantenimento con Talidomide egrave risulta pari a 34 mesi rispetto a 2 mesi
per coloro che ricevevano VAD e un mantenimento con interferone In uno studio di fase III lrsquoassociazione
CTD si egrave dimostrata superiore al VAD+ciclofosfamide ottenendo una maggir percentuale di risposte
complete sia prima che dopo ASCT (pre 19 vs 9 post 51 vs 40 rispettivamente) (33)
Mieloma Multiplo etagrave lt 65 anni Terapia di I linea
Regimi di terapia preferiti
Terapia di induzione pre- trapianto autologo
Bortezomib+talidomide+desametasone ( studi di fase 3) Bortezomib + desametasone (studi fase 3) Bortezomib + desametasone+ doxorubicina liposomiale (studi fase 3) Bortezomib + lenalidomide + desametasone (studi di fase 3) lenalidomide+desametasone ( studi di fase 3)
Altri regimi possibili
Bortezomib + ciclofosfamide+desametasone ( studi di fase 2 e retrospettivi) Talidomide + desametasone (studi fase 2 e 3) Talidomide + desametasone + doxorubicina (studi fase 3) Talidomide + ciclofosfamide + desametasone (studi fase 3)
LINEE GUIDA MIELOMA
26
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
A Nella fase di induzione tutti i pazienti devono ricevere un
trattamento comprendente i nuovi farmaci e non solo
chemioterapici (35) Positiva forte
A
I regimi di induzione contenenti bortezomib sembrano
essere i piugrave rapidi ed efficaci In particolare il miglior
bilancio tra efficacia e tossicitagrave sembra appartenere alle
triplette di farmaci (bortezomib desametasone e IMiDs o
chemioterapia) (24-32-33) Lrsquoassociazione di Talidomide e Desametasone (TD) appare
un regime sub-ottimale pur mantenendo una certa
efficacia(10)
Positiva forte
D (Parere di esperti)
Il numero di cicli di induzione raccomandati egrave 3-4 33) Positiva debole
D (Parere di esperti)
La raccolta delle cellule staminali dovrebbe essere
effettuata entro 4 cicli di induzione (33) Positiva debole
B Sia bortezomib sia talidomide possono essere impiegati
senza prevedere una tossicitagrave aggiuntiva nei pazienti in
insufficienza renale eo dialisi (34) Positiva debole
D (Parere di esperti)
I pazienti trattati con Bortezomib dovrebbero ricevere una
profilassi antivirale con acyclovir (33) Positiva debole
62 Terapia di consolidamento e mantenimento post trapianto
La terapia di consolidamento ha lrsquoobiettivo di migliorare ulteriormente la risposta ottenuta con le alte dosi si
basa quindi su di un regime terapeutico molto efficace somministrato per un breve periodo di tempo per
ridurne al minimo la tossicitagrave Il consolidamento puograve essere effettuato con un secondo trapianto autologo
che offre particolare beneficio ai pazienti che non hanno ottenuto almeno una VGPRnCR dalla prima
procedura trapiantologica In seguito allrsquointroduzione dei ldquonuovi farmacirdquo nellrsquoarmamentario terapeutico del
MM sono stati sperimentati regimi di consolidamento comprensivi di Talidomide Bortezomib e
Lenalidomide Lrsquoimpiego di bortezomib e lenalidomide come agenti singoli dopo ASCT ha determinato un
miglioramento del rate di CR e CR+nCR compreso tra il 10-30 (34-35) Lo schema VTD si egrave dimostrato
molto efficace come consolidamento permettendo di migliorare la risposta inducendo anche risposte
molecolari (36) e in paragone a TD prolungando la PFS Tuttavia lrsquoassegnazione a TD o VTD in questo
studio non era randomizzata ma seguiva lrsquoassegnazione randomizzata iniziale nei due bracci come terapia di
induzione pre-trapianto (37) (livello di evidenza 2++)
La terapia di mantenimento egrave finalizzata invece a conservare nel tempo la risposta ottenuta a prolungare la
PFS e lrsquoOS senza alterare in modo significativo la qualitagrave di vita consiste in un trattamento a bassi dosaggi per un periodo di tempo prolungato (alcuni anni) In assenza di alternative fino a 10 anni fa circa le
uniche possibilitagrave erano rappresentate dallrsquointerferone e dallo steroide tali terapie risultavano perograve
molto tossiche e assai poco efficaci nel raggiungere gli obiettivi sopracitati In studi randomizzati
lrsquoimpiego di Talidomide come terapia di mantenimento post ASCT ha evidenziato un beneficio in
termini di PFS (3132 38-41) e in due di questi associata allo steroide anche di OS (38-40)
LINEE GUIDA MIELOMA
27
Il vantaggio in OS veniva perso se talidomide era anche parte della terapia di induzione (31 32 39) Inoltre
sembra che la prolungata esposizione a talidomide possa far emergere cloni resistenti e che tale agente sia
inefficace in pazienti portatori di alterazioni citogenetiche (42) Il problema principale relativo allrsquoimpiego di
talidomide come terapia di mantenimento a lungo termine riguarda la sua neurotossicitagrave che comporta una
percentuale di discontinuazione del farmaco fino al 60 (42)
Lenalidomide in considerazione dellrsquoassenza di neurotossicitagrave appare indicata come terapia di
mantenimento post ASCT Due studi randomizzati indipendenti hanno recentemente mostrato un vantaggio
in termini di PFS con lrsquoimpiego di lenalidomide rispetto a placebo dopo singolo o doppio ASCT (43 44) e
uno dei due anche un vantaggio in OS (44) (livello di evidenza 1++) In entrambi gli studi nei pazienti che
assumevano Lenalidomide egrave emerso un incrementato rischio di seconde neoplasie (SPMs) nellrsquoordine del
7 in tal senso saranno necessari un follow-up piugrave prolungato eulteriori studi per definire meglio i fattori di
rischio per le SPMs e la loro incidenza
Pochi e non conclusivi dati esistono sulla terapia di mantenimento con bortezomib essendo inoltre di non
poco rilievo il problema della via di somministrazione endovenosa e la neurotossicitagrave In tal senso potragrave
avere un certo rilievo la prossima del disponibilitagrave bortezomib per via sottocutanea che comporta una
significativa riduzione del rischio di incidenza della neurotossicitagrave iatrogena (45)
Terapia di Mantenimentoconsolidamento
Regimi terapeutici (studi fase 2 e fase 3)
Terapia di consolidamento
post- trapianto autologo
Bortezomib + desametasone (studi fase 3) Bortezomib+talidomide+desametasone ( studi di fase 3) Bortezomib + lenalidomide + desametasone (studi di fase 2) lenalidomide+desametasone ( studi di fase 3)
Terapia di mantenimento
post trapianto autologo
Talidomide (studi fase 3) Lenalidomide (studi fase 3) Bortezomib (studi fase 3)
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
D
La terapia di consolidamento e di mantenimento post
ASCT con i nuovi farmaci dovrebbe avvenire solo nel
contesto di studi clinici (i dati dei diversi studi sono
ancora poco solidi e richiedono un follow-up piugrave
prolungato)(33)
Studi clinici
63 Terapia ad alte dosi con supporto di progenitori emopoietici autologhi
Sono passati quasi 30 anni dalla prima segnalazione dellrsquoefficacia delle alte dosi di melphalan nel MM (47)
Da allora ASCT egrave diventata la terapia di riferimento nel paziente giovane affetto da MM alla diagnosi
Il trapianto autologo consente di ottenere elevati tassi di risposte complessive e attualmente rimane il
trattamento di riferimento per i pazienti eleggibili Alcuni studi randomizzati (vedi Tabella 1) condotti su
pazienti alla diagnosi evidenziano la superioritagrave del trapianto rispetto alla terapia convenzionale nel paziente
con MM con etagrave inferiore a 65 anni (Livello di evidenza 1++)
LINEE GUIDA MIELOMA
28
Tabella 1 Studi controllati- randomizzati terapia convenzianale vs terapia ad alte dosi
Trial Ndeg pts EFS
(median months) OS
(median months) References
IFM90 CT 100 8 at 7 years 25 at 7 years Attal et al (1996)
ASCT 100 16 at 7 years 43 at 7 years Harousseau et al
(2005)
MRC CT 200 32 20
Child et al (2003) ASCT 201 54 months 42
MAG91 CT 91 13 64 Fermand et al
(1998) ASCT 94 39 65
PETHEMA CT 83 34 67
Blade et al (2001) ASCT 81 43 67
CT Chemioterapia convenzionale ndash ASCT terapia ad alte dosi
EFS event-free survival OS overall survival
Da rilevare peraltro che lrsquointroduzione dei nuovi farmaci negli schemi di induzione non solo ha deteminato
un miglioramento delle risposte globali pretrapianto ma ha consentito di implementare il numero di risposte
di buona qualitagrave dopo il trapianto (48 -51)
Circa un confronto diretto tra nuovi farmaci e la terapia trapiantologica abbiamo a disposizione pochi dati di
letteratura Il gruppo GIMEMA ha concluso uno studio su 402 pazienti affetti da mieloma multiplo in prima
diagnosi e randomizzati a ricevere dopo 4 cicli di lenaidomide-desametasone o un doppio trapianto
autologo (MEL 200) o altri 6 cicli di terapia con melphalan-prednisone-lenalidomide Questo studio ha
riportato un significativo aumento in PFS ma non in OS per il braccio trapiantologico (52)
In un secondo studio 389 pazienti sono stati trattati in induzione con lenelidomide+basse dosi di
desametasone e successivamente randomizzati a ricevere CRD (ciclofosfamide lenalidomide desametasone)
o doppio trapianto autologo (MEL200) In questo trial la PFS a 2 anni egrave risultata migliore per il braccio
trapiantologico( 62 vs72)(53) Analoghi studi sono attualmente in corso
Mobilizzazione cellule staminali
La sorgente delle cellule staminali egrave quasi esclusivamente il sangue periferico le cellule staminali infatti
vengono prelevate da sangue periferico con una o piugrave procedure aferetiche previa terapia di mobilizzazione
Il farmaco maggiormente utilizzato ai fini della mobilizzazione egrave la ciclofosfamide a dosi medio alte (2-4
gmq) in combinazione con lenograstim (5-10 mcgKgdie) Altri regimi di mobilizzazione riportati in
letteratura oltre allrsquoutilizzo del solo fattore di crescita emopoietico sono la citosina arabinoside la
vinorelbina e diversi schemi di polichemioterapia Il numero minimo di cellule CD34 necessarie per
effettuare la procedura trapiantologica e pari a 2 x106 kg
Lrsquoutilizzo di cellule staminali selezionate o la tecnica del purging del prodotto aferetico non ha comportato
una riduzione del rischio di recidiva (54) e pertanto non egrave consigliato
Singolo vs Tandem
Si parla di doppio trapianto (tandem) qualora una seconda procedura venga effettuata entro 6 mesi dalla
prima Diversi trials randomizzati hanno indagato lrsquoutilitagrave di un secondo autotrapianto e una metanalisi del
2009 avrebbe evidenziato una superioritagrave del doppio autotrapianto sul singolo in termini di tasso di risposta e
EFS (20 vs 10) ma non di OS (55) Uno studio conferma un beneficio a lungo termine della doppia
procedura (56) mentre in altri due studi viene dimostrato che i pazienti che beneficiano maggiormente del
secondo trapianto sono quelli che non ottengono almeno una VGPR con il primo trapianto (56 ndash 57) In
particolare nello studio IFM94 389 pazienti alla diagnosi venivano randomizzati a ricevere singolo (MEL
140+TBI) o doppio autologo (MEL 140 - MEL 140+TBI) Gli autori hanno dimostrato un aumento di OS
stimata a 7 anni per il doppio autologo e in unrsquoanalisi di sottogruppi hanno riscontrato che i pazienti che
beneficiavano maggiormente del doppio autologo erano quelli che non ottenevano almeno una VGPR entro
tre mesi dalla prima procedura (57) Analoghe conclusioni sono emerse da uno studio italiano dove veniva
utilizzato come regime di condizionamento MEL 200 (58) (Livello di Evidenza 1++)
LINEE GUIDA MIELOMA
29
Critiche a questi studi sono lrsquoutilizzo di una minor dose cumulativa di MEL nel braccio del trapianto singolo
nello studio del gruppo francese e per entrambi la bassa potenza degli studi per valutare il ruolo del doppio
trapianto nei pazienti che ottengono una CR o almeno una VGPR dopo la prima procedura
Una revisone sistematica pubblicata nel 2012 per stabilire il vantaggio di un doppio trapianto autologo
rispetto al singolo ha concluso che non vi sono dati sufficienti per una decisione definitiva considerando che
sono stati riscontrati bias negli studi pubblicati e che i trial non comprendevano ancora i nuovi farmaci
attualmente a disposizione (59)
Il ruolo del secondo autotrapianto potrebbe essere messo in discussione da studi randomizzati in corso che
paragonano consolidamento con nuovi farmaci e trapianto autologo nel frattempo il II trapianto dovrebbe
essere offerto ai pazienti che non hanno ottenuto una risposta completa dopo il primo trapianto riservando
tale opzione terapeutica agli altri pazienti in occasione delleventuale recidiva di malattia
Condizionamento
Il regime di condizionamento per il trapianto autologo nel MM rimane il Melphalan ad alte dosi (200
mgmq) Tale dosaggio viene ridotto nei pazienti con insufficienza renale (con GFRlt 30 mlmin) e in dialisi
in cui la somministrazione a 200 mgmq comporta un incremento di tossicitagrave e di mortalitagrave correlata alla
procedura (60) Un incremento del dosaggio di melphalan (220-300 mg anche in associazione ad Amifostina)
ha evidenziato un miglioramento della PFS ma con un notevole incremento della tossicitagrave (61-62) mentre
lassociazione con Total-body irradiation (TBI) non comporta nemmeno miglioramento del PFS (63) (Livello
di evidenza 4) per cui attualmente lo standard egrave Melphalan 200mgmq (64 )
Anche nel contesto del condizionamento al trapianto sono stati inseriti i nuovi farmaci (Melphalan 140
mgmq + Bortezomib) con risultati promettenti in termini di risposta (gtVGPR 70 con RC 30) anche se
il follow-up egrave troppo breve per valutarne lrsquoimpatto sulla sua durata (65)
64 Trapianto allogenico
In relazione alletagrave media avanzata alla diagnosi e alla disponibilitagrave di un donatore familiare sono pochi i
pazenti affetti da MM potenzialmente candidabili ad una procedura di trapianto allogenico
Il trapianto allogenico mieloablativo correla con miglioramneto dellrsquo intervallo libero da malattia (tra 22-
36) anche se il suo ruolo nel trattamento del MM appare controverso dato lelevato tasso di mortalitagrave
correlata alla procedura (Transplant related mortality TRM) che varia tra 34-54 nei diversi studi
Fattori prognostici negativi per il trapianto allogenico mieloablativo sono un precedente ASCT un lungo
intervallo tra la diagnosi e il trapianto e il mismacht di sesso tra donatore e ricevente (66-67)
Per ridurre la TRM e permettere di estendere lrsquoindicazione ad un maggior numero di pazienti con MM alla
diagnosi egrave stato sperimentato il trapianto allogenico a condizionamento ridotto (RIC) Diversi studi in
letteratura evidenziano la fattibilitagrave di tale approccio anche nei pazienti piugrave anziani con una TRM lt20 In
questo particolare setting rimane elevata lincidenza di GvHD cronica recentemente riportato fino al 74
dei pazienti trattati (68) Anche se la sopravvivenza globale a 5 anni risulta circa del 60 sono segnalate
recidive di malattia (spesso extramidollari) anche dopo 5 anni dal trapianto
Uno studio prospettico (69) ha riportato una miglior OS per i pazienti sottoposti allrsquoallotrapianto non
mieloablativo dopo un trapianto autologo rispetto al doppio autotrapianto mentre altri studi non hanno
confermato tale dato (vedi tabella 2) Secondo le raccomandazioni del gruppo Europeo il trapianto
allogenico puograve essere considerato per i pazienti giovani ad alto rischio che accettino il tasso di mortalitagrave
correlato alla procedura e la natura sperimentale del trattamento (74)
LINEE GUIDA MIELOMA
30
Tabella2 studi randomizzati tandem autologo vs tandem auto-allotrapianto nel MM alla diagnosi
Pts RC () EFS (mesi) OS (Mesi) P
IFM (70) 166 vs 46 37vs 55 25 vs 21 57 vs 41 NS
GIMEMA (69) 82 vs 80 26 vs 55 33 vws 37 64 vs NR S
PETHEMA (71) 82 vs 25 11 vs 40 20 vs 26 58 vs 60 NS
HOVON (72) 101 vs 115 42 vs 45 34 vs 39 63 vs 56 NS
EBMT (73) 250 vs 110 41 vs 52 15 vs 36 50 vs 65
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
A
ASCT deve essere parte integrante del programma
terapeutico del paziente affetto da MM di etagrave inferiore
uguale a 65 anni con adeguato performance status (tabella 1)
Positiva forte
D ASCT potrebbe essere eseguito anche in pazienti con eta
compresa tra 65 e 70 anni in assenza di patologie
associate(64) Positiva debole
B
Il regime di condizionamento al trapianto consiste nel
Melphalan 200 mgmq con riduzione di dose (140 mgmq)
in caso di alterazione della funzione renale o nei pazienti
con etagrave gt65 anni (60 64)
Positiva debole
B
Il Tandem ASCT attualmente non puograve essere considerato lo
standard il secondo trapianto infatti dovrebbe essere
riservato ai pazienti che non ottengono una risposta
superiore alla VGPR dopo la prima procedura
trapiantologica (59) Nei pazienti in cui la seconda procedura egrave invece indicata
questa deve essere effettuata dopo 3 e non oltre i 6 mesi dal
precedente trattamento ad alte dosi (57)
Negativa debole
C
Il trapianto allogenico mieloablativo da donatore familiare
HLA identico puograve essere considerato solo nei pazienti di etagrave
lt 40 anni responsivi alla terapia di prima linea e solo
nellrsquoambito di trials clinici(74) Il Trapianto allogenico a condizionamento ridotto (RIC) egrave
proponibile a pazienti ad alto rischio dopo ASCT solo
nellambito di studi clinici controllati
Studi clinici
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LINEE GUIDA MIELOMA
31
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32
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RZ Shimizu K Anderson KC Boccadoro M Durie BG Sonneveld P Hussein MA International Myeloma
Working Group Prevention of thalidomide and lenalidomide-associated thrombosis in myeloma Leukemia
2008 22 414-23
23 Richardson PG Weller E Lonial S Jakubowiak AJ Jagannath S Raje NS Avigan DE Xie W Ghobrial IM
Schlossman RL Mazumder A Munshi NC Vesole DH Joyce R Kaufman JL Doss D Warren DL Lunde LE
Kaster S Delaney C Hideshima T Mitsiades CS Knight R Esseltine DL Anderson KC Lenalidomide
bortezomib and dexamethasone combination therapy in patients with newly diagnosed multiple myeloma Blood
2010116 679-686
24 Roussel M Avet-Loiseau H Moreau P Huynh A Benboubker L Hulin C Marit G Leleu X Pegourie B
Fruchart C Caillot D Stoppa AS Facon T Harousseau JL and Attal M Frontline therapy with bortezomib
lenalidomide and dexamethasone (VRD) fllowed by autologous stem cell transplantation VRD consolidation
and lenalidomide maintenance in newly diagnosed multiple myeloma pateints primary results of the IFM 2008
phase II study Blood 2010 abs 624
25 Kumar S Flinn I Richardson PG Hari P Callander N Noga SJ Stewart AK Turturro F Rifkin R Wolf J
Estevam J Mulligan G Shi H Webb IJ Ra SV Randomized multicenter phase 2 study (EVOLUTION) of
combinations of bortezomib dexamethasone cyclophosphamide and lenalidomide in previously untreated
multiple myeloma Blood 2012 119 4375-82
26 Jakuboviak AJ Reece DE Hofmeister CC Lonial S Zimmerman TM Campagnaro EL Schlossman RL
Laubach J Raje N Anderson T Griffith K Hill M Harvey C Dollard AM Wear S Barrickman J Tendler C
Esseltine DL Kelley SL Kaminski MS Anderson KC and Richardson PG Lenalidomide bortezomib
pegylated liposomial doxorubicin and dexamethasone in newly diagnosed multiple myeloma updated results of
phase III MMRC trial Blood 2009 114 abs 132
27 Cavo M Zamagni E Tosi P Tacchetti P Cellini C Cangini D de Vivo A Testoni N Nicci C Terragna C
Grafone T Perrone G Ceccolini M Tura S Baccarani M Bologna 2002 study Superiority of thalidomide and
dexamethasone over VAD as primary therapy in preparation for autologous transplantation for multiple
myeloma Blood 200510635-9
28 Rajkumar SV Blood E Vesole D Fonseca R Greipp PR Eastern Cooperative Oncology Group Phase III
clinical trial of thalidomide plus dexamethasone compared with dexamethasone alone in newly diagnosed
multiple myeloma a clinical trial coordinated by the Eastern Cooperative Oncology Group JCO 200624431-6
LINEE GUIDA MIELOMA
33
29 Cavo M Di Raimondo F Zamagni E Patriarca F Tacchetti P Casulli AF Volpe S Perrone G Ledda A
Ceccolini M Califano C Bigazzi C Offidani M Stefani P Ballerini F Fiacchini M de Vivo A Brioli A Tosi
P Baccarani M Short-term thalidomide incorporated into double autologous stem-cell transplantation improves
outcomes in comparison with double autotransplantation for multiple myeloma JCO 2009305001-5007
30 Barlogie B Tricot G Anaissie E Shaughnessy J Rasmussen E van Rhee F Fassas A Zangari M Hollmig K
Pineda-Roman M Lee C Talamo G Thertulien R Kiwan E Krishna S Fox M Crowley J Thalidomide and
hematopoietic-cell transplantation for multiple myeloma N Engl J Med 20063541021-1030
31 Lokhorst HM van der Holt B Zweegman S Vellenga E Croockewit S van Oers MH von dem Borne P
Wijermans P Schaafsma R de Weerdt O Wittebol S Delforge M Berenschot H Bos GM Jie KS Sinnige H
van Marwijk-Kooy M Joosten P Minnema MC van Ammerlaan R Sonneveld P Dutch-Belgian Hemato-
Oncology Group (HOVON) A randomized phase 3 study on the effect of thalidomide combined with
Adriamycin dexamethasone and high dose melphalan followed by thalidomide maintenance in patients with
multiple myeloma Blood 2010 115 1113-1120
32 Morgan GJ Davies FE Gregory WM Bell SE Szubert AJ Navarro Coy N Cook G Feyler S Johnson PR
Rudin C Drayson MT Owen RG Ross FM Russell NH Jackson GH Child JA National Cancer Research
Institute Haematological Oncology Clinical Studies Group Cyclophosphamide thalidomide and dexamethasone
as induction therapy for newly diagnosed multiple myeloma patients destined for autologous stem cell
transplantation MRC Myeloma IX randomized trial results Hematologica 2012 97 442-50
33 Cavo M Rajkumar SV Palumbo A Moreau P Orlowski R Blade J et al International Myeloma Working
Group consensus approach to the treatment of multiple myeloma patients who are candidates for autologous
stem cell transplantation Blood 2011 Jun 9117(23)6063-73
34 Dimopoulos MA Roussou M Gkotzamanidou M Nikitas N Psimenou E Mparmparoussi D Matsouka C
Spyropoulou-Vlachou M Terpos E Kastritis E The role of novel agents on the reversibility of renal impairment
in newly diagnosed symptomatic patients with multiple myeloma Leukemia 2013 Feb27(2)423-9
35 Mellqvist UH Gimsing P Hjertner O Lenhoff S Laane E Remes K Steingrimsdottir H Abildgaard N Ahlberg
L Blimark C Dahl IM Forsberg K Gedde-Dahl T Gregersen H Gruber A Gulbrandsen N Haukarings E Carlson
K Kvam AK Nahi H Lindarings R Frost Andersen N Turesson I Waage A Westin J Bortezomib consolidation
after autologous stem cell transplantation in multiple myeloma a Nordic Myeloma study group randomized
phase III trial Blood 2013 April 24 epub
36 Attal M Lauwers-Cances V Marit G Caillot D Moreau P Facon T Stoppa AM Hulin C Benboubker L
Garderet L Decaux O Leyvraz S Vekemans MC Voillat L Michallet M Pegourie B Dumontet C Roussel M
Leleu X Mathiot C Payen C Avet-Loiseau H Harousseau JL IFM Investigators Lenalidomide maintenance
after stem-cell transplantation for multiple myeloma N Engl J Med 2012 May 10366(19)1782-91
37 Terragna C Zamagni E Petrucci MT Durante S Patriarca P Narni F Crippa C Gorgone A Caravita T
Perrone G Nozzoli C Masini L Callea V Attolico I Cellini C Bringhen S Ledda A Montefusco V Martello
M Martinelli G Baccarani M and Cavo M Molecular remission after bortezomib-thalidomide and
dexamethasone compared with thalidomide-dexamethasone as consolidation therapy after double autologous
transplantation for multiple myeloma results of qualitative and quantitative analysis Blood 2010 116 abs 861
38 Cavo M Pantani L Petrucci MT Patriarca F Zamagni E Donnarumma D Crippa C Boccadoro M Perrone G
Falcone A Nozzoli C Zambello R Masini L Furlan A Brioli A Derudas D Ballanti S Dessanti ML De
Stefano V Carella AM Marcatti M Nozza A Ferrara F Callea V Califano C Pezzi A Baraldi A Grasso M
Musto P Palumbo A GIMEMA (Gruppo Italiano Malattie Ematologiche dellAdulto) Italian Myeloma Network
Bortezomib-thalidomide and dexamethasone is superior to thalidomide-dexamethasone as consolidation therapy
following autologous hematopoietic stem-cell transplantation in patients with newly diagnosed multiple
myeloma Blood 2012 Jul 51209-19
39 Attal M Harousseau JL Leyvraz S Doyen C Hulin C Benboubker L Yakoub Agha I Bourhis JH Garderet L
Pegourie B Dumontet C Renaud M Voillat L Berthou C Marit G Monconduit M Caillot D Grobois B Avet-
Loiseau H Moreau P Facon T Inter-Groupe Francophone du Myeacutelome (IFM) Maintenance therapy with
thalidomide improve survival in patients with multiple myeloma Blood 20061083289-3294
40 Morgan GJ Gregory WM Davies FE Bell SE Szubert AJ Brown JM Coy NN Cook G Russell NH Rudin C
Roddie H Drayson MT Owen RG Ross FM Jackson GH Child JA National Cancer Research Institute
Haematological Oncology Clinical Studies GroupThe role of maintenance thalidomide therapy in multiple
myeloma MRC myeloma IX results and meta-analysis Blood 2012 Jan 5119(1)7-15
41 Spencer A Prince HM Roberts AW Prosser IW Bradstock KF Coyle L Gill DS Horvath N Reynolds J
Kennedy N Consolidation therapy with low-dose thalidomide and prednisolone prolongs the survival of
multiple myeloma patients undergoing a single autologous stem-cell transplantation procedure JCO
2009271788-1793
42 Stewart AK Trudel S Bahlis NJ White D Sabry W Belch A Reiman T Roy J Shustik C Kovacs MJ
Rubinger M Cantin G Song K Tompkins KA Marcellus DC Lacy MQ Sussman J Reece D Brundage M
LINEE GUIDA MIELOMA
34
Harnett EL Shepherd L Chapman JA Meyer RM A randomized phase 3 trial of thalidomide and prednisone as
maintenance therapy after ASCT in patients with MM with a quality-of-life assessment the National Cancer
Institute of Canada Clinicals Trials Group Myeloma 10 Trial Blood 2013 Feb 28121(9)1517-23
43 Cavo M Pantani L Tacchetti P Pallotti MC Brioli A Petrucci A Zamagni E Tosi P Thalidomide maintenance
in multiple myeloma certainties and controversies JCO 200927186-187
44 Attal M Lauwers-Cances V Marit G Caillot D Moreau P Facon T Stoppa AM Hulin C Benboubker L
Garderet L Decaux O Leyvraz S Vekemans MC Voillat L Michallet M Pegourie B Dumontet C Roussel M
Leleu X Mathiot C Payen C Avet-Loiseau H Harousseau JL IFM Investigators Lenalidomide maintenance
after autologous stem-cell transplantation for multiple myelomaN Eng J Med 2012 10 1782-91
45 McCarthy PL Owzar K Hofmeister CC Hurd DD Hassoun H Richardson PG Giralt S Stadtmauer EA
Weisdorf DJ Vij R Moreb JS Callander NS Van Besien K Gentile T Isola L Maziarz RT Gabriel DA
Bashey A Landau H Martin T Qazilbash MH Levitan D McClune B Schlossman R Hars V Postiglione J
Jiang C Bennett E Barry S Bressler L Kelly M Seiler M Rosenbaum C Hari P Pasquini MC Horowitz MM
Shea TC Devine SM Anderson KC Linker C Lenalidomide after stem-cell transplantation fro multiple
myeloma N Engl J Med 2012 10 1770-81
46 Moreau P Pylypenko H Grosicki S Karamanesht I Leleu X Grishunina M Rekhtman G Masliak Z Robak T
Shubina A Arnulf B Kropff M Cavet J Esseltine DL Feng H Girgis S van de Velde H Deraedt W
Harousseau JL Subcutaneous versus intravenous administration of bortezomib in patients with relapsed multiple
myeloma A randomized phase 3 non-inferiority study Lancet Oncology 2011 12 431-44
47 McElwaiv amp Powles 1983 High-dose intravenous melphalan for plasma-cell leukaemia and myeloma Lancet
1983 Oct 82(8354)822-4
48 Harousseau J Avet-loiseau H Attal M High complete and very good partial response rates with bortezomib-
dexamethasone as induction prior to ASCT in newly diagnosed pattients wuith high-risk myeloma results of the
IFM2005-01 phase 3 trial ndash Blood 2009 114 abstract 353
49 Cavo M Tacchetti P Patriarca F Petrucci MT Pantani L Galli M Di Raimondo F Crippa C Zamagni E
Palumbo A Offidani M Corradini P Narni F Spadano A Pescosta N Deliliers GL Ledda A Cellini C
Caravita T Tosi P Baccarani M GIMEMA Italian Myeloma Network Bortezomib with thalidomide plus
dexamethasone compared with thalidomide plus dexamethasone as induction therapy before and consolidation
therapy after double autologous stem-cell transplantation in newly diagnosed multiple myeloma a randomised
phase 3 study Lancet 2010376(9758)2075-2085
50 Rajkumar SV Jacobus S Callander NS et al lenalidomide plus high-dose dexamethasone versus lenalidomide
plus low-dose dexamethasone as intial therapy for newly diagnoses multiple myeloma an open albel randomized
controller trial Lancet Oncol 201011(1)29-37
51 Richardson PG Weller E Lonial S et al Lenalidomide bortezomib and dexamethasone combination therapy in
patients with newly diagnosed multiple Myeloma Bloob 2010116(5)679-86)
52 Boccadoro M Cavallo F Gay F et al Melphalan-prednisone-lenalidomide (MPR) versus High dose melphalan
and autologous transplantation ( MEL 200) plus lenalidomide maitenance or no maintenance in newly diagnoses
Multiple Myeloma patients J Clin Oncol 2013 31 abstract 8509)
53 Gay F Hajek R Dira Diramondo F et al Cyclophosphamide-lenalidomide-dexamethasone vs autologous
transplant in newly diagnosed myeloma a phase III trial Clin Lymphoma Myeloma Leuk 201313 (suppl
1)S40
54 Stewart AK Vescio R Schiller G Purging of autologous peripheral-blood stem cells using CD34 selection
does not improve overall or progression-free survival after high-dose chemotherapy for multiple myeloma
results of a multicenter randomized controlled trial Journal of Clinical Oncology (2001) 19 3771ndash3779
55 Kumar A Kharfan-Dabaja MA Glasmacher A Djulbegovic B Tandem versus single autologous hematopoietic
cell transplantation for the treatment of multiple myeloma a systematic review and meta-analysis J Natl Cancer
Inst 2009 101(2) 100-10
56 Barlogie B Attal M Crowley J Lomg term follow-up of autotransplantation trials for multiple myeloma update
of protocols conducted by the Intergroupe Francophone du Myelome South-west Oncology Group and the
University of Arkansas for Medical Sciences J Clin Oncol201028(7)1209-1214
57 Attal Harousseau JL Facon T Single versus double autologous stem-cell transplantation for multiple
myeloma New England Journal of Medicineigrave (2003) 349 2495ndash2502)
58 Cavo M Tosi P Zamagni E Prospective randomized study of single compared with double autologous stem-
cell transplantation for multiple myeloma Bologna 96 clinical study J Clin Oncol2007252434-2441
59 Maumann-Winter et al Cochrane database Syst Rev 2012 act 1710cd 004626
60 Knudsen LM Nielsen B Gimsing P amp Geisler C Autologous stem cell transplantation in multiple
myeloma outcome in patients with renal failure European Journal of Haematology 2005 75 27ndash33)
LINEE GUIDA MIELOMA
35
61 Garban F Attal M Michallet M et al Prospective comparison of autologous stem cell transplantation
followed by dose-reduced allograft (IFM99-03 trial) with tandem autologous stem cell transplantation (IFM99-
04 trial) in high-risk de novo multiple myeloma Blood 2005 - 107 3474ndash3480
62 Phillips GL Meisenberg B Reece DE et al Amifostine and autologous henatopietic stem cell support of
escalating-dose melphalan a phase I study Biol Blood Marrow Transpalnt 2004 Jul10(7)473-83
63 Moreau P Facon T Attal M Comparison of 200 mgm(2) melphalan and 8 Gy total body irradiation plus
140 mgm(2) melphalan as conditioning regimens for peripheral blood stem cell transplantation in patients with
newly diagnosed multiple myeloma final analysis of the Intergroupe Francophone du Myelome 9502
randomized trial Blood 2002 99 731ndash735
64 Mohamad Mohty and Jean-Luc Harousseau treatment of autologous stem cell transplant-elegible multiple
myeloma patients ten questions and answers Haematologica 201499(3)408-416
65 Roussel M Moreau P Huynh A Bortezomib and high-dose melphalan as conditioning regimen before
autologous stem cell transplantation in patients with de novo multiple myeloma a phase 2 study of the
Intergroupe Francophone du Myelome (IFM) Blood 2010 115 32ndash37)
66 Hunter HM Peggs K Powles R et al Analysis of outcome following allogeneichaemopoietic stem cell
transplantation formyeloma using myeloablative conditioning evidence for a superior outcome using melphalan
combined with total body irradiation British Journal of Haematology 2005 128 496ndash502
67 Crawley C Iacobelli S Bjorkstrand B Reduced-intensity conditioning for myeloma lower nonrelapse
mortality but higher relapse rates compared with myeloablative conditioning Blood 2007 109 3588ndash3594
68 Rotta M Storer BE Sahebi F Long-term outcome of patients with multiple myeloma after autologous
hematopoietic cell transplantation and nonmyeloablative allografting Blood 2009 113 3383ndash 3391
69 Bruno B RotaM Patriarca F A comparison of allografting with autologous autografting for newly diagnosed
myeloma N Engl J Med 2007 3561110-1120 )
70 Garban F Attal M Michallet M Prospective comparison of autologous stem cell transplantation followed by
dose-reduced allograft (IFM99-03 trial) with tandem autologous stem cell transplantation (IFM99-04 trial) in
high-risk de novo multiple myeloma Blood (2006) 107 3474ndash3480
71 Rosinol L Perez-Simon JA Sureda A prospective PETHEMA study of tandem autologous transplantation
versus autograft followed by reduced-intensity conditioning allogeneic transplantation in newly diagnosed
multiple myeloma Blood (2008) 112 3591ndash3593
72 Lokhorst H Sonneveld P amp Van der Holt BDonor versus no donor analysis of newly diagnosed myeloma
patients included in the HOVON 5054 study Blood ASH Annual Meeting 2008 112 Abstracts) 461
73 Bjorkstrand B Lacobelli S amp Hegenbart A Autologous stem cell transplantation (ASCT) versus ASCT
followed by reduced-intensity conditioning (RIC) allogeneic SCT with identical sibling donor in previously
untreated multiple myeloma (MM) a prospective controlled trial by the EBMT Bone Marrow Transplantation
(2009) (abstract) 43 223
74 Engelhardt M Terpos E Kleber M et al European Myeloma Network recommendations on the evaluation and
treatment of newly diagnosed patients with multole Myeloma Haematologica2014 99(2)232-242
LINEE GUIDA MIELOMA
36
7 Mieloma Multiplo recidivato o refrattario
71 Definizione di malattia recidivarefrattaria
Per MM refrattario si intende una malattia che non ha presentato almeno una risposta parziale a 3 o piugrave
cicli di terapia antimieloma o che egrave progredita entro 60 giorni dallrsquoultimo trattamento Si distingue la
categoria del MM refrattario primitivo che comprende i pazienti giagrave sottoposti a piugrave linee di terapia i quali
non hanno mai presentato almeno una risposta parziale a tutte le precedenti linee di terapia
Per MM ricaduto si intende un MM precedentemente trattato che richiede una nuova terapia di salvataggio
dopo un intervallo di remissione parziale o completa di almeno 60 giorni La definizione della recidiva di
malattia segue i criteri dellrsquoInternational Myeloma Working Group IMWG riportati nella tabella
sottostante
Categorie Criteri di valutazione
Malattia progressiva (PD) Necessario almeno uno dei seguenti criteri - Incremento ge25 CM (almeno ge 05 gdl) - Incremento ge 25 CM urinaria (almeno ge 200 mg 24 ore) - Incremento gt 10 dellinfiltrato plasmacellulare midollare - Comparsa di nuove lesioni osteolitiche o plasmocitomi - Ipercalcemia
Recidiva clinica Necessario almeno uno dei seguenti criteri - Comparsa di plasmocitoma o lesioni ossee - Incremento dimensionale di preesistente plasmocitoma o di lesioni ossee - Ipercalcemia (gt 115 mgdl 263 mmoll) - Riduzione dellemoglobina gt 2 gdl - Incremento del valore della creatinina gt 2 mgdl
Recidiva da precedente
remissione completa (RC) Necessario almeno uno dei seguenti criteri - Riscontro di CM sierica o urinaria allelettroforesi o immunofissazione - Incremento delle plasmacellule midollari gt 5 - Evidenza di segni correlati a progressione di malattia (Lesioni litiche
plasmocitoma ipercalcemia ecc)
72 Trattamento
La decisione di iniziare un trattamento di salvataggio
Pazienti con MM in recidiva devono essere ritrattati dopo la ricomparsa dei segni e sintomi di malattia
I criteri CRAB devono essere utilizzati anche per i pazienti in recidiva cosigrave come per i pazienti alla diagnosi
La morfologia e lentitagrave dellrsquoinfiltrato plasmacellulare midollare non devono essere usati come criteri di
inizio della terapia La cinetica di progressione della CM sierica e in particolare il raddoppiamento del suo
valore in 2 mesi egrave stato recentemente proposto come criterio per iniziare il trattamento ma non crsquoegrave al
momento consenso su questa indicazione Al contrario un lento incremento della CM senza segni di
evoluzione clinica non deve essere utilizzato come indice di ritrattamento
Opzioni per la terapia di salvataggio
Attualmente per il trattamento dei pazienti affetti da recidiva di malattia non abbiamo un regime di terapia o
una sequenza di farmaci ottimale (1) Bortezomib e agenti immunomodulanti come talidomide e
lenalidomide (ImiDs) sono molecole molto efficaci in questo setting di pazienti In uno studio
LINEE GUIDA MIELOMA
37
internazionale randomizzato di fase III bortezomib utilizzato come singolo agente si egrave dimostrato superiore
in termini di percentuale di risposta mediana di TTP e sopravvivenza rispetto alle alte dosi di desametasone
Questo ha permesso allrsquoEMEA nel 2005 di approvare il bortezomib come seconda linea di trattamento per i
pazienti con MM (2) (Livello di evidenza 1++) Un ulteriore miglioramento della TTP si egrave ottenuto
combinando il bortezomib con la doxorubicina liposomiale rispetto al solo bortezomib come dimostrato in
un successivo studio internazionale di fase III (3)
(Livello di evidenza 1++) Inoltre studi di fase II hanno
dimostrato come lrsquoaggiunta di desametasone aumenta la percentuale di risposte dal 18 al 33 nei pazienti
con risposte subottimali con il solo bortezomib Questo ha permesso di poter utilizzare in Italia il bortezomib
associato al desametasone nei pazienti in recidiva o refrattari (Legge 648)
Altre promettenti associazioni come bortezomib e talidomide bortezomib e lenalidomide e bortezomib e
melphalan sono state utilizzate in studi di fase II (4-6) (Livello di evidenza 3)
In due studi di fase III egrave stato dimostrato un significativo prolungamento del TTP utilizzando lenalidomide in
associazione al desametasone rispetto al solo desametasone questo ne ha permesso lrsquoapprovazione da parte
dellrsquoEMEA nel 2008 (78) (Livello di evidenza 1++ per la riduzione dei dosaggi di DEX che comunemente
vengono usati rispetto a quelli dello studio) Questi studi (MM-009 and MM-010) hanno dimostrato come sia
possibile ottenere un tasso di risposta complessivo del 60 con CR del 15 ed un TTP di almeno 111
mesi circa utilizzando la lenalidomide in combinazione con desametasone
Una efficacia clinica della combinazione Talidomide-Desametasone egrave stata dimostrata con studi di fase II (9-
11) (Livello di evidenza 3) peraltro non confermati con studi di fase III La talidomide utilizzata ad un
dosaggio mediano di 200ndash400 mg al giorno ha dato risposte in circa il 50 dei pazienti risposte di durata di
circa 12 mesi tali dati peraltro non sono stati sufficienti per ottenere lrsquoapprovazione da parte della FDA o
della EMEA per la talidomide in questa categoria di pazienti
Le alterazioni citogenetiche gli alti valori di beta-2-microglobulinemia e bassi livelli di albumina anche per i
pazienti in recidiva o refrattari hanno lo stesso valore prognostico negativo descritto per i pazienti al
momento della diagnosi Ulteriori caratteristiche come le catene leggere lrsquoisotipo IgA lrsquoinsufficienza renale
la malattia extramidollare il MM iposecernente e la malattia ossea possono condizionare lrsquoandamento della
malattia al momento della recidiva o quando si dimostra refrattaria ai trattamenti utilizzati Sia il bortezomib
che la talidomide si sono dimostrati efficaci e sicuri nei pazienti con insufficienza renale cosigrave come
bortezomib e lenalidomide hanno dimostrato di superare la prognosi negativa data dalla delezione del
cromosoma 13 e dalla translocazione t(414) (1213)
Al momento numerose altre molecole sono in valutazione in studi di fase III nellrsquoottica di ottenere risultati
che permetteranno di avere altre armi terapeutiche nel MM in recidiva Tra questi il carfilzomib un nuovo
inibitore irreversibile del proteosoma si egrave dimostrato attivo nei pazienti con MM refrattari alle terapie
convenzionali sia in studi di fase I (14) che in studi di fase II (1516) La pomalidomide il piugrave nuovo
immunomodulatore valutata in studi clinici e di cui vengono riportati interessanti dati sullrsquoefficacia (17-19)
(Livello di evidenza 3) La bendamustina farmaco attivo nel MM (20) egrave al momento in valutazione in
schemi di associazione con altri agenti come lenalidomide o bortezomib Inoltre sulla base di studi
preclinici gli inibitori degli istoni deacetilasi sia il vorinostat (21) che il panobinostat (22) vengono
attualmente testati in associazione con bortezomib
Il trapianto di cellule staminali autologhe puograve essere considerata unrsquoopzione terapeutica anche per i pazienti
in recidiva e refrattari nonostante gli studi al momento siano limitati In uno studio randomizzato disegnato
nel 1990 egrave stato valutato il tempo ottimale per eseguire ASCT paragonando i risultati ottenuti con un
trapianto eseguito subito dopo la terapia di induzione oppure al momento della recidiva I risultati hanno
dimostrato una OS simile nei 2 gruppi con una mediana di sopravvivenza superiore a 5 anni (23) (Livello di
evidenza 3 studi eseguiti in setting diversi)
Il trapianto allogenico RIC ha mostrato un diverso controllo del MM dipendente dallo stato della malattia al
momento del trapianto stesso con una significativa riduzione dellrsquo EFS nei pazienti in recidiva e refrattari
rispetto ai pazienti rispondenti (24)
(Livello di evidenza 3)
LINEE GUIDA MIELOMA
38
Nonostante lrsquointroduzione di trattamenti attivi con meccanismi dazione differenti rispetto alla chemioterapia
i pazienti sensibili alle terapie hanno una durata di risposta molto variabile ma inesorabilmente la storia
naturale di questa patologia egrave caratterizzata da ulteriori recidive di malattie la cui risposta ai trattamenti
diviene sempre piugrave breve
Per molti pazienti in recidiva lobiettivo della terapia non si discosta molto dal trattamento alla diagnosi con
la possibilitagrave di ottenere il controllo della patologia il miglioramento dei sintomi e della qualitagrave della vita
prolungandone la sopravvivenza accanto a questi perograve bisogna tener presenti i pazienti in cui i possibili
effetti collaterali del trattamento e le patologie associate limitano le opzioni terapeutiche
La terapia palliativa dovragrave essere perciograve presa in considerazione dopo 2 linee di terapia che includono i
nuovi farmaci e che si sono rivelate inefficaci
Tutte le armi terapeutiche disponibili come radioterapia bisfosfonati corticosteroidi oppiacei e basse dosi di
chemioterapia dovranno essere utilizzate per alleviare i sintomi della malattia
Mieloma Multiplo trattamento malattia recidivatarefrattaria
Regimi di terapia preferiti
Terapia di
salvataggio
bull Lenalidomide + desametasone bull Bortezomib + desametasone bull Bortezomib+ desametasone+ doxorubicina liposomiale
Altri regimi possibili
bull Talidomide plusmn desametasone bull Bendamustina plusmn desametasone
bull Melphalan ad alte dosi + reinfusione di cellule staminali autologhe bull Bortezomib+desametasone + alchilante (ciclofosfamide o melphalan) bull Bortezomib+lenalidomide+desametasone bull Lenalidomide+ desametasone+ alchilante (ciclofosfamide o melphalan)
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
A Pazienti con MM in recidiva devono essere ritrattati dopo la
ricomparsa dei segni e sintomi di malattia definiti dai criteri
CRAB(1) Positiva forte
A
I regimi di salvataggio raccomandati sono rappresentati dal
bortezomib in associazione al desametasone (2) dal
bortezomib in associazione al desametasone e alla
doxorubicina liposomiale peghilatan (3) e dalla lenalidomide
in combinazione con il desametasone (78) I criteri per la scelta piugrave appropriata della terapia di re-
induzione deve essere fatta tenendo presente a) il principio
della rotazione di tutti i farmaci escludendo quelli a cui il
paziente ha mostrato resistenza b)lrsquoetagrave del paziente c) la
funzionalitagrave renale la presenza di neuropatia la precedente
tossicitagrave ematologica d) la durata della remissione ottenute
in precedenza
Positiva forte
LINEE GUIDA MIELOMA
39
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
D
Una seconda terapia di re-induzione con i nuovi farmaci
seguita dal trapianto di cellule staminali autologhe puograve essere
eseguita nei pazienti di etagrave inferiore o uguale a 65 anni senza
comorbilitagrave severe che abbiano avuto una remissione di
almeno 24 mesi dopo un precedente trapianto autologo e
siano responsivi alla terapia di salvataggio (23)
Positiva debole
D
Il trapianto di cellule staminali allogeniche dovragrave essere
eseguito soltanto nellrsquoambito di studi clinici in pazienti che
hanno ottenuto una risposta con la terapia di re-induzione
(24)
Studi clinici
Bibliografia 1 Richardson P Mitsiades C Schlossman R Ghobrial I Hideshima T Chauhan D Munshi N Anderson K The
treatment of relapsed and refractory multiple myeloma Hematology Am Soc Hematol Educ Program
20072007317ndash23
2 Richardson PG Sonneveld P Schuster MW Irwin D Stadtmauer EA Facon T Harousseau JL Ben-Yehuda D
Lonial S Goldschmidt H Reece D San-Miguel JF Bladeacute J Boccadoro M Cavenagh J Dalton WS Boral AL
Esseltine DL Porter JB Schenkein D Anderson KC Assessment of Proteasome Inhibition for Extending
Remissions (APEX) Investigators Bortezomib or high-dose dexamethasone for relapsed multiple myeloma N
Engl J Med 2005352(24)2487-98
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Horvath N Spicka I Sutherland HJ Suvorov AN Zhuang SH Parekh T Xiu L Yuan Z Rackoff W
Harousseau JL Randomized phase III study of pegylated liposomal doxorubicin plus bortezomib compared with
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5 Richardson PG1 Weller E Lonial S Jakubowiak AJ Jagannath S Raje NS Avigan DE Xie W Ghobrial IM
Schlossman RL Mazumder A Munshi NC Vesole DH Joyce R Kaufman JL Doss D Warren DL Lunde LE
Kaster S Delaney C Hideshima T Mitsiades CS Knight R Esseltine DL Anderson KC Lenalidomide
bortezomib and dexamethasone combination therapy in patients with newly diagnosed multiple myeloma
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7 Weber DM Chen C Niesvizky R Wang M Belch A Stadtmauer EA Siegel D Borrello I Rajkumar SV
Chanan-Khan AA Lonial S Yu Z Patin J Olesnyckyj M Zeldis JB Knight RD Multiple Myeloma (009)
Study Investigators Lenalidomide plus dexamethasone for relapsed multiple myeloma in North America N Engl
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8 Dimopoulos M Spencer A Attal M Prince HM Harousseau JL Dmoszynska A San Miguel J Hellmann A
Facon T Foagrave R Corso A Masliak Z Olesnyckyj M Yu Z Patin J Zeldis JB Knight RD Multiple Myeloma
(010) Study Investigators Lenalidomide plus dexamethasone for relapsed or refractory multiple myeloma N
Engl J Med 2007357(21)2123-32
9 Palumbo A Giaccone L Bertola A Pregno P Bringhen S Rus C Triolo S Gallo E Pileri A Boccadoro M
Low-dose thalidomide plus dexamethasone is an effective salvage therapy for advanced myeloma
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10 Dimopoulos MA Zervas K Kouvatseas G Galani E Grigoraki V Kiamouris C Vervessou E Samantas E
Papadimitriou C Economou O Gika D Panayiotidis P Christakis I Anagnostopoulos N Thalidomide and
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11 Alexanian R Weber D Giralt S Delasalle K Consolidation therapy of multiple myeloma with thalidomide-
dexamethasone after intensive chemotherapy Ann Oncol 200213(7)1116-9
LINEE GUIDA MIELOMA
40
12 Bahlis NJ Song K Trieu Y Roland B Masih-Khan E Chang H Bruyere H Mansoor A Horsman D Eliasziw
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dose dexamethasone as therapy for relapsed multiple myeloma J Clin Oncol 2009 27 5008ndash5014
18 Lacy MQ Hayman SR Gertz MA Short KD Dispenzieri A Kumar S et al Pomalidomide (CC4047) plus low
dose dexamethasone (Pomdex) is active and well tolerated in lenalidomide refractory multiple myeloma (MM)
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19 Richardson PG Siegel D Baz R Kelley SL Munshi NC Sullivan D et al A Phase 12 Multi-center
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pomalidomide alone or in combination with low-dose dexamethasone in patients with relapsed and refractory
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Meet Abstr 2010 116 864
20 Poumlnisch W Rozanski M Goldschmidt H et al Combined bendamustine prednisolone and thalidomide for
refractory or relapsed multiple myeloma after autologous stem-cell transplantation or conventional
chemotherapy results of a Phase I clinical trial Br J Haematol 2008143191-200
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multiple myeloma early clinical experience (abstract) Blood 2008112871
22 Wolf JL Siegel D Matous J et al A phase II study of oral panobinostat (LBH589) in adult patients with
advanced refractory multiple myeloma (abstract) Blood 20081122774
23 Fermand JP Ravaud P Chevret S et al High-dose therapy and autologous peripheral blood stem cell
transplantation in multiple myeloma up-front or rescue treatment Results of a multicenter sequential
randomized clinical trial Blood 1998923131ndash6
24 Maloney DG Molina AJ Sahebi F et al Allografting with nonmyeloablative conditioning following
cytoreductive autografts for the treatment of patients with multiple myeloma Blood 20031023447ndash54
LINEE GUIDA MIELOMA
41
8 Terapie di supporto e management delle tossicitarsquo correlate alla terapia
81 Malattia ossea
La malattia ossea egrave la maggiore causa di morbiditagrave nel MM ricorrendo in circa lrsquo80 dei pazienti durante la
malattia con la comparsa di lesioni osteolitiche fratture patologiche compressioni radicolari e grave
sintomatologia dolorosa nel 60 circa dei pazienti (1) La disabilitagrave derivante da questi eventi scheletrici
(SRE skeletal related events) non soltanto impatta sulla qualitagrave di vita e sul performance status ma riduce
significativamente la sopravvivenza globale I pazienti con fratture patologiche presentano infatti un rischio
di morte aumentato del 20 rispetto ai pazienti senza fratture (2) La prevenzione ed il trattamento degli
SRE rappresenta pertanto uno dei principali obiettivi della terapia di supporto del MM
811 Terapia medica
I bisfosfonati (BSF) rappresentano il presidio terapeutico primario nel trattamento della malattia ossea
Nellrsquoambito di questi farmaci gli amino-BSF di seconda generazione tra cui lo zoledronato (ZOL) ed il
pamidronato (PAM) hanno dimostrato maggiore efficacia riducendo significativamente lrsquoincidenza di eventi
scheletrici al 25 rispetto al 68 dellrsquoetidronato e al 36 del clodronato Una recente metanalisi ha incluso
i risultati di 17 studi (randomizzati enon randomizzati) che testavano lrsquoefficacia dei bisfosfonati in pazienti
con carcinoma mammario prostatico e MM Alcuni degli studi considerati erano di bassa qualitagrave
metodologica In una cosigrave eterogenea popolazione di pazienti lo ZOL ha mostrato superioritagrave in termini di
riduzione del rischio di SREs rispetto agli altri bisfosfonati Tuttavia non sono stati sinora condotti studi
randomizzati di comparazione testa a testa fra i vari bisfosfonati (34) (Livello di evidenza 1+) Alcuni
nuovi farmaci tra cui Denosumab possono essere indicati nel trattamento della bone mineral density (MBD)
ma al momento sono utilizzabili unicamente nellrsquoambito di studi clinici
MGUS e MM asintomatico Sebbene asintomatici e senza lesioni scheletriche i pazienti affetti MGUS presentano alterato turnover osseo
per gli aumentati livelli sierici ed urinari dei markers di osteolisi oltre che un rischio di fratture ossee 16
volte piugrave elevato rispetto alla popolazione generale (5) A questo riguardo due studi clinici di fase II (67)
hanno dimostrato gli effetti benefici sulla bone mineral density (BMD) mediante ZOL semestrale nei
pazienti con MGUS e osteoporosi sebbene al momento manchino dati conclusivi circa la sicurezza e
lrsquoefficacia nella prevenzione degli SRE (Livello di evidenza 3) Anche lrsquoAlendronato migliora la BMD in
questi pazienti senza evidenze sulla capacitagrave di rallentare la progressione della malattia ossea (8) In un
recente studio prospettico di fase III nel MM asintomatico la somministrazione mensile di ZOL riduce
lrsquoincidenza di SRE senza peraltro nessun impatto sul time to progression (TTP) Tuttavia il basso numero di
pazienti reclutati rispetto a quanto preventivato limita la potenza statistica dello studio (9) (Livello di
evidenza 1+) Alla luce di questi dati lrsquouso dei BSF nei pazienti con MGUS e MM asintomatico non egrave al
momento raccomandabile se non nellrsquoambito di trials clinici
MM sintomatico Lo ZOL ed il PAM costituiscono lrsquoattuale standard of care per la terapia medica della malattia ossea nel
MM Lrsquoinfusione mensile di PAM 90 mg o di ZOL 4 mg comporta riduzione nella ricorrenza degli eventi
scheletrici e miglioramento della qualitagrave di vita nei pazienti con MM sintomatico (10-13) (Livello di
evidenza 1++) Studi di confronto fra i due farmaci documentano una sovrapponibile efficacia (14) a fronte
tuttavia di un aumento del rischio di osteonecrosi della mandibola (ONJ) nei soggetti in trattamento con ZOL
(15) Lo studio randomizzato Medical Research Council Myeloma IX (16) ha arruolato 1960 pazienti con
MM sintomatico a ricevere ZOL o clodronato alla diagnosi in associazione alla terapia anti-MM ottenendo
non soltanto una riduzione degli eventi scheletrici al 27 e 35 rispettivamente ma anche un significativo
allungamento della overall survival (OS) e della progression free survival (PFS) nel braccio ricevente ZOL
LINEE GUIDA MIELOMA
42
Questo risultato conferma studi preclinici di un possibile effetto antitumorale diretto di ZOL (1718) Un
miglioramento nei tassi di CR o VGPR egrave descritto nei pazienti in trattamento con terapia non mieloablativa
(16) per cui lo ZOL egrave ritenuto da alcuni panels di esperti il BSF elettivo per il trattamento della malattia
ossea nel MM (19) Tuttavia una revisione sistematica Cochrane aggiornata nel 2012 (20) attribuisce allo
ZOL un vantaggio in termini di OS e PFS solo verso placebo o etidronato ma non rispetto agli altri BSF
(Livello di evidenza 1++)
Il trattamento prolungato con BSF aumenta il rischio di ONJ potendo alla lunga comportare unrsquoinversione
del loro rapporto rischio-beneficio (2122) mentre il potenziale beneficio della sospensione dei BSF sulla
risoluzione dellrsquoONJ egrave indefinito (2324) Nel paziente con MM sintomatico prima di attivare terapia con
BFS egrave necessario effettuare procedure odontoiatriche di screening che devono essere completate almeno 4-6
settimane prima dellrsquoinizio del trattamento (24) (Livello di evidenza 3)
Lrsquoimpiego di amino-BSF aumenta il rischio di insufficienza renale (1125) e richiede pertanto una rigorosa
valutazione della funzionalitagrave renale periodicamente (Livello di evidenza 4)
La Tabella 1 riassume le riduzioni posologiche consigliate per i principali BSF in relazione ai livelli del
filtrato glomerulare
Tabella 1 - Terapia con bisfosfonati nel MM con insufficienza renale riduzioni posologiche consigliate
Clearance della
creatinina Clodronato
(dosaggiodie) Pamidronato
(dosaggio4 settimane) Acido Zoledronico
(dosaggio4 settimane)
gt 60 mlmin 1600 mg 90 mg 4 mg
30-60 mlmin 1600 mg 90 mg 3-35 mg
10-30 mlmin 800 mg 30 mg in 2-4 ore Non raccomandato
lt 10 mlmin Non raccomandato 30 mg in 2-4 ore Non raccomandato
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
A
Lrsquouso dei BSF egrave raccomandato nella terapia del MM
sintomatico indipendentemente dalla presenza documentata di
lesioni osteolitiche (10-13 radic I l PAM e lo ZOL mostrano simile efficacia nella
prevenzione e nel trattamento degli SRE(13)
Positiva forte
D I BSF non sono indicati nella terapia di supporto della malattia
ossea nella MGUS e nel MM asintomatico se non nellrsquoambito
di studi clinici (9) Negativa debole
D
In corso di terapia con BSF la funzionalitagrave renale deve essere
attentamente monitorata In caso di comparsa di alterazione
della funzionalitagrave renale il trattamento con BFS deve essere
sospeso o la sua posologia deve essere ridotta (1125)
Positiva forte
812 Radioterapia
Nella malattia ossea del MM la radioterapia egrave utile a scopo antalgico e nelle localizzazioni scheletriche a
rischio di frattura soprattutto vertebrale Il controllo della sintomatologia dolorosa egrave generalmente raggiunto
con dosi comprese fra 10 e 25 Gy (2627) Nessuna differenza in termini di efficacia antalgica egrave stata
documentata fra la singola irradiazione con 8 Gy e il trattamento frazionato con dosi complessive sino a 40
Gy in una metanalisi che comparava differenti schedule di trattamento in pazienti con metastasi scheletriche
da ogni forma di cancro In particolare sono stati inclusi nella metanalisi 8 trials che paragonavano differenti
schedule di irradiazione singola o multipla insieme a 8 trials che confrontavano irradiazione singola vs
trattamento frazionato La qualitagrave metodologica degli studi presi in considerazione non era uniforme e non
LINEE GUIDA MIELOMA
43
sono escludibili bias di pubblicazione e di revisione della letteratura Infatti i risultati del quality assessment
degli studi inclusi non sono riportati e vengono forniti dettagli limitati sulla condotta metodologica della
revisione della letteratura (28) (Livello di evidenza 1+) La radioterapia con dosi superiori a 30 Gy puograve
essere invece utilizzata a scopo terapeutico in caso di compressione midollare (29) (Livello di evidenza 3)
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione
Forza della
Raccomandazione
B
Unrsquoaccurata valutazione radioterapica egrave indicata in
concomitanza di dolore osseo severo comparsa di fratture
ossee o compressione midollare Il trattamento
radioterapico con erogazione di 8 Gy in singola seduta puograve
essere sufficiente controllare la sintomatologia associata
alla malattia ossea nel MM (26-28)
Positiva Forte
D Dosi di almeno 30 Gy sono necessarie a scopo
terapeuticodecompressivo in sede vertebrale (29) Positiva forte
813 Chirurgia
La chirurgia ortopedica deve essere presa in considerazione in caso di fratture alle ossa lunghe instabilitagrave o
crolli vertebrali con compressione spinale o radicolare (30) Sia la vertebroplastica sia la cifoplastica
comportano buoni risultati antalgici e di bio-meccanica soprattutto se praticate entro la prima settimana dal
crollo vertebrale In particolare uno studio ha recentemente randomizzato 134 pazienti con compressione
spinale da metastasi vertebrali alla cifoplastica o al management non-chirurgico riportando una chiara
superioritagrave efficace antalgica della prima opzione (31) Lrsquoefficacia della vertebroplasticacifoplastica egrave stata
inoltre valutata retrospettivamente nei pazienti affetti da MM con compressione midollare ed il suo effetto
antalgico egrave stato messo in relazione con il complessivo miglioramento della qualitagrave di vita Tuttavia la
natura retrospettiva dello studio e la mancanza di informazioni relative alla terapia anti-MM praticata dopo la
chirurgia limita lrsquointerpretazione dei risultati (32) (Livello di evidenza 1+) La chirurgia spinale puograve essere
utilizzata in regime drsquourgenza a scopo decompressivo La gestione del paziente con fratture ossee deve
essere sempre multidisciplinare coinvolgendo varie figure professionali fra cui lonco-ematologo il
radioterapista lrsquoortopedico il neurochirurgo e il terapista del dolore
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione
Forza della
Raccomandazione
B Lrsquoimpiego della stabilizzazione vertebrale mediante
vertebroplastica o cifoplastica egrave indicato a scopo sia
terapeutico sia preventivo (32 Positiva debole
82 Ipercalcemia
Lrsquoipercalcemia egrave una complicanza che ricorre nel 15 circa dei pazienti manifestandosi con irritabilitagrave
sonnolenza obnubilamento del sensorio sino al coma anoressia stipsi nausea vomito polidipsia poliuria e
talora nefrolitiasi Egrave dovuta al patologico riassorbimento osseo allrsquoalterata funzione tubulopatica del rene ed
in parte alla produzione di PTHrP (33)
Lrsquoipercalcemia moderata (calcemia corretta 106-118 mgdl) puograve essere risolta mediante idratazione (34)
(Livello di Evidenza 4) mentre il trattamento delle forme severe costituisce unrsquourgenza medica e si basa
sullrsquoimpiego combinato di idratazione diuretici dellrsquoansa corticosteroidi e BSF nel cui ambito lo ZOL
LINEE GUIDA MIELOMA
44
costituisce il farmaco di scelta Infatti mentre uno studio randomizzato ha dimostrato lrsquoequivalenza in
termini di efficacia e sicurezza di ibandronato e pamidronato (sommnistrati a dosi variabili) nei pazienti con
ipercalcemia due studi paralleli randomizzati e in doppio-cieco hanno confrontato in 287 pazienti con
ipercalcemia moderatasevera pamidronato e zoledronato documentando la superioritagrave del secondo in
termini di durata delle risposte La qualitagrave metodologica dello studio appare molto elevata
Sulla base di tali dati veniva raccomandata lo zoledronato 4 e 8 mg rispettivamente per il trattamento della
ipercalcemia di nuova diagnosi o recidivatarefrattaria (3536) (Livello di Evidenza 1+)
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
A Lo ZOL potrebbe essere utilizzato al posto di altri
bisfosfonati nel trattamento dellrsquoipercalcemia (3536) Positiva debole
A La terapia medica comprendente idratazione furosemide
corticosteroidi e BSF costituisce il trattamento drsquoelezione
per le forme severe di ipercalcemia (3536) Positiva forte
B Lrsquoipercalcemia di grado moderato puograve essere trattata con la
sola idratazione (34) Positiva debole
83 Sindrome da iperviscositagrave
Dal 2 al 6 dei pazienti con MM sviluppano la sindrome da iperviscositagrave caratterizzata da cefalea
vertigini atassia rallentamento dellrsquoeloquio stato confusionale sino al coma epistassi gengivorragia
diplopia trombosi o emorragie retiniche e papilledema Lrsquoiperviscositagrave ematica egrave di solito sintomatica per
livelli sierici di immunoglobuline superiori a 4 gdl in caso di CM IgG e di 6 gdl in caso di CM IgA (37) I
pazienti sintomatici vanno tempestivamente sottoposti a plasmaferesi attivando contestualmente la terapia
anti-MM nel piugrave breve tempo possibile (3738) (Livello di Evidenza 4)
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
D La sindrome da iperviscositagrave deve essere trattata con
plasmaferesi e tempestivo inizio della terapia anti-MM (37-
38) Positiva forte
84 Infezioni ricorrenti
Il MM egrave associato ad aumentato rischio di infezioni a causa dellrsquoipogammaglobulinemia dovuta alla
inibizione da parte del clone mielomatoso della sintesi di immunoglobuline policlonali normali al deficit
della funzione macrofagica e granulocitaria oltre che agli effetti tossici della terapia citostatica eo con
farmaci biologici e soprattutto agli effetti della terapia corticosteroidea Nei pazienti anziani con infezioni
recidivanti specie se pluritrattati e con performance status scadente egrave utile la riduzione posologica dei
corticosteroidi nei protocolli anti-MM Infatti lrsquoassociazione della lenalidomide ad alte dosi di
corticosteroidi egrave stata associata ad una maggiore mortalitagrave per tossicitagrave rispetto allrsquoassociazione di
lenalidomide e basse dosi di steroidi (39) Inoltre in uno studio che comparava in pazienti con MM di nuova
diagnosi i regimi talidomidedesametasone e melphalanprednisone la mortalitagrave non correlata al MM era
superiore quando venivano impiegate alte dosi di steroidi (40)( (Livello di evidenza 1+) Lrsquoimpiego di
fattori di crescita granulocitari (G-CSF) non egrave consigliabile nelle condizioni neutropeniche (41) (Livello di
LINEE GUIDA MIELOMA
45
evidenza 3) Nel MM non egrave indicato il trattamento antibiotico profilattico come dimostrato da uno studio
randomizzato che comparava lrsquoosservazione al trattamento con ciprofloxacina o trimethoprim-
sulfametoxazolo nei pazienti con MM di nuova diagnosi candidati a chemioterapia di induzione Lrsquoincidenza
di infezioni batteriche severe infatti non differiva fra i vari gruppi durante i primi due mesi di trattamento
Tuttavia nonostante lrsquoelevata qualitagrave metodologica dello studio lrsquoapplicabilitagrave di questi risultati alla
popolazione generale dei pazienti con MM egrave limitata (42) (Livello di evidenza 1+) mentre lrsquoinfusione
periodica di immunoglobuline puograve essere utilizzata nei pazienti con ipogammaglobulinemia (definita come
IgG lt 500 mgdL) e malattia in fase di remissione clinica per la profilassi di infezioni batteriche
Uno studio randomizzato ha infatti valutato il ruolo profilattico dellrsquoinfusione mensile di immunoglobuline
riportando una consistente riduzione delle infezioni rispetto al gruppo placebo (43) (Livello di evidenza
1+) Lrsquoefficacia della vaccinazione antinfluenzale nei pazienti con MM non egrave stata valutata in studi clinici
Dal momento che il bortezomib determina un aumentato rischio di infezioni da Herpes Zoster i pazienti
possono essere sottoposti a profilassi con aciclovir (4445) sorvegliando su potenziali tossicitagrave renale o
neurologica Infatti unrsquoanalisi retrospettiva ha mostrato un aumentato rischio di nefro e neurotossicitagrave nei
pazienti sottoposti a profilassi con acyclovir (46) (Livello di evidenza 1+)
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
B
Lrsquoimpiego di regimi terapeutici a ridotti dosaggi di
corticosteroidi (desametasone le 160 mgmese) egrave consigliabile
nei pazienti anziani pluritrattati con basso PS e infezioni
ricorrenti (39-40)
Positiva debole
B Non dovrebbe essere indicato lrsquouso di antibiotici a largo
spettro nei pazienti a rischio di infezioni (42) Negativa debole
B Lrsquoinfusione periodica di immunoglobuline egrave raccomandata
nella prevenzione delle infezioni batteriche nei pazienti
ipogammaglobulinemici in remissione clinica (43) Positiva debole
85 Insufficienza renale
Un grado variabile di alterata funzionalitagrave renale egrave presente alla diagnosi nel 20 dei pazienti con MM (1) e
si correla a sovraccarico tubulare per il riassorbimento della CM con deposito delle catene leggere ma anche
ad alterazioni metaboliche correlate allrsquoipercalcemia e allrsquoiperuricemia noncheacute alla nefrotossicitagrave da farmaci
tra cui i BSF e a condizioni correlate quali amiloidosi (47) Il rischio di myeloma kidney non egrave tuttavia
correlato alla concentrazione della CM bensigrave allrsquoentitagrave dellrsquoescrezione urinaria di catene leggere che deve
essere quindi attentamente monitorata (48) La terapia dellrsquoinsufficienza renale prevede adeguata idratazione
per normalizzare i livelli sierici di calcemia e uricemia noncheacute lrsquoastensione dallrsquouso di comuni farmaci
potenzialmente nefrotossici come i FANS gli antibiotici amino glicosidici ovvero mezzi di contrasto iodati
(Livello di evidenza 4) In concomitanza di progressivo deterioramento della funzione renale i BSF vanno
sospesi fino a riduzione della creatininemia entro il 10 dei valori di partenza mentre nellrsquoinsufficienza
renale acuta deve essere praticata adeguata idratazione associata a terapia diuretica In questi casi il
tempestivo inizio della terapia anti-MM egrave fortemente raccomandato (49) Su indicazione del nefrologo il
plasma exchange per una rapida riduzione dei livelli sierici di catene libere puograve risultare utile bencheacute
lrsquoeffetto benefico non sia adeguatamente documentato (50) (Livello di evidenza 3)
LINEE GUIDA MIELOMA
46
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
D
Unrsquoadeguata idratazione il contenimento dei livelli di
calcemia e uricemia entro i limiti normali e la limitazione
dellrsquouso di farmaci nefrotossici (FANS aminoglicosidi
mezzi di contrasto iodati) sono raccomandabili per la
prevenzione dellrsquoinsufficienza renale
Positiva debole
D
Egrave consigliabile una valutazione nefrologica in caso di
comparsa di insufficienza renale acuta che va trattata con
idratazione terapia diuretica e alte dosi di corticosteroidi
mentre il plasma exchange puograve risultare utile
Positiva debole
86 Anemia
Lrsquoanemia normocromica-normocitica associata al MM egrave generalmente multifattoriale (flogosi cronica
infiltrazione midollare mielotossicitagrave da farmaci ecc) ed egrave presente in oltre il 70 dei pazienti alla diagnosi
(1) Lrsquoemotrasfusione eo la somministrazione periodica di eritropoietina sono utili per ripristinare i livelli di
emoglobina favorendo un miglioramento della quality of life (QoL) Nella maggior parte degli studi
effettuati il trattamento a lungo termine con eritropoietina migliora significativamente lrsquoeritropoiesi
riducendo la necessitagrave di trasfusione e incrementando mediamente i livelli di emoglobina di almeno 2g
(5152) (Livello di evidenza 1+) Tuttavia lrsquoimpiego di eritropoietina e farmaci anti-MM tra cui talidomide
o lenalidomide puograve accrescere il rischio di eventi trombotici (53)
87 Trombosi
Nel MM il rischio di eventi trombotici egrave aumentato di circa 3 volte rispetto alla popolazione con MGUS e 9
volte rispetto alla popolazione normale (54) La terapia con farmaci biologici e immunomodulanti tra cui
talidomide e lenalidomide incrementa ulteriormente questo rischio specie quando combinata ai citostatici e
ai corticosteroidi (55) Lrsquoaspirina e lrsquoeparina a basso peso molecolare riducono significativamente la
suscettibilitagrave alla trombofilia mentre dati contrastanti vengono registrati con lrsquouso dei dicumarolici
finalizzati al target terapeutico fra 2 e 3 dei valori di INR In uno studio randomizzato che comparava
melphalanprednisone e melphalanprednisonetalidomide nei pazienti anziani con MM la profilassi con
enoxaparina determinava una riduzione della frequenza di tromboembolismo dal 20 al 3 Simili riduzioni
sono state registrate nei pazienti con MM di nuova diagnosi trattati con lenalidomidedesametasone e
aspirina (56-59) (Livello di evidenza 1+) Poicheacute la maggior parte degli eventi trombotici nei pazienti con
MM si verifica durante i primi sei mesi di trattamento la tromboprofilassi puograve essere interrotta nella malattia
in fase di stabilitagrave o di remissione clinica In caso di eventi trombotici la terapia con eparina a basso peso
molecolare egrave raccomandata anche nel mantenimento mentre egrave consigliabile sospendere temporaneamente
farmaci immunomodulanti (lenalidomide talidomide) Infatti uno studio ha randomizzato 336 pazienti con
tromboembolismi cancro-correlati a eparina per sei mesi o anticoagulanti orali mostrando un dimezzamento
del rischio di nuovi episodi tromboembolici col trattamento eparinico a lungo termine (6061) (Livello di
evidenza 1+) Il trattamento tromboprofilattico nei pazienti sottoposti a terapia con talidomide o
lenalidomide va stabilito in relazione alle indicazioni dellrsquoInternational Myeloma Working Group (61)
(Livello di evidenza 4) (Tabella 2)
LINEE GUIDA MIELOMA
47
Tabella 2 Modello di valutazione del rischio tromboembolico nei pazienti con MM in terapia con
talidomide o lenalidomide (adattato sulla base delle indicazioni dellrsquoInternational Myeloma Working Group (61)
Fattori di rischio legati al paziente Fattori di rischio legati
alla malattia Fattori di rischio legati
alla terapia anti-MM
Storia familiare o personale di TVP MM di nuova diagnosi Doxorubicina
Obesitagrave (BMIgt30) Iperviscositagrave ematica Alte dosi di steroidi
Comorbiditagrave (diabete insufficienza renale malattie
cardiache malattie infiammatorie croniche) Polichemioterapia
Immobilitagrave
Trombofilia emoglobinopatie sindromi
mieloproliferative
Intervento chirurgico recente
(lt 6 settimane)
Assunzione di farmaci protrombotici
(eritropoietina terapia ormonale sostitutiva
tamoxifene)
0-1 fattori di rischio aspirina 2 o piugrave fattori di rischio eparina a basso peso molecolare o warfarin (INR target 2-3) Almeno 1fattore di rischio legato alla terapia per MM eparina a basso peso molecolare o warfarin (INR target 2-3)
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
D
La stratificazione del rischio protrombotico secondo il modello
proposto dallrsquoInternational Myeloma Working Group consente di
individualizzare il trattamento tromboprofilattico dei pazienti che
assumono lenalidomide o talidomide in rapporto a fattori legati
alla malattia al paziente ed alla terapia anti-MM (60)
Positiva forte
A I pazienti che assumono lenalidomide o talidomide in
monoterapia possono effettuare tromboprofilassi con sola
aspirina (61) Positiva debole
B I pazienti che assumono lenalidomide o talidomide associate a
corticosteroidi o farmaci citostatici devono effettuare
tromboprofilassi con eparina a basso peso molecolare (61) Positiva debole
La durata ottimale della tromboprofilassi non egrave definita con
certezza Almeno 6 mesi di terapia antiaggregante o
anticoagulante dovrebbero essere garantiti ai pazienti con MM di
nuova diagnosi
Positiva debole
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LINEE GUIDA MIELOMA
59
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ogni 3-6
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10
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LINEE GUIDA MIELOMA
60
10 Raccomandazioni prodotte con metodologia GRADE
QUESITO Nei pazienti affetti da mieloma multiplo alla diagnosi di etagrave gt65 anni e non candidabili a
terapia ad alte dosi egrave raccomandabile lrsquoutilizzo della terapia di associazione VMP (Bortezomib melphalan
e prednisone) rispetto a MPT (Talidomide melphalan e prednisone) RACCOMANDAZIONE Nei pazienti affetti da mieloma multiplo di etagrave gt65 anni e non candidabili a terapia ad alte dosi puograve essere
utilizzata lrsquoassociazione VMP (Bortezomib melphalan e prednisone)
Forza della raccomandazione POSITIVA DEBOLE
MotivazioniCommenti al bilancio BeneficioDanno Il confronto indiretto tra MPT e MPV non mostra differenze per PFS OS e morti correlate al trattamento
Lrsquoutilizzo di MPV si correla con un vantaggio in termini di ottenimento di remissione completa (41 in piugrave
ogni 1000 pazienti trattati) e mostra un trend di minor incidenza di eventi trombotici Lrsquooutcome QOL
definito dal panel critico per la decisione clinica non egrave riportato nella meta-analisi
Votazione forza raccomandazione Votazione bilancio BeneficioDanno Positiva
forte Positiva
debole Negativa
debole Negativa
forte Favorevole Incerto Sfavorevole
9 9
Implicazioni per le ricerche future Ad oggi non esistono studi controllati che oltre a fornirci un confronto piugrave attendibile fra i due schemi sia
in termini di efficacia che di tossicitagrave possano darci informazioni utili anche sulla loro reale fattibilitagrave e
sullrsquooutcome a lungo termine Pertanto sarebbe utile un confronto randomizzato tra MPT e VMP che ci
permetta di evidenziare il gruppo di pazienti che beneficerebbe maggiormente di un trattamento rispetto
allrsquoaltro valutandone inoltre lrsquoimpatto sulla QoL ed il reale rapporto costi benefici
Qualitagrave delle Evidenze La qualitagrave delle evidenze egrave stata giudicata MOLTO BASSA per le seguenti motivazioni non sono
disponibili confronti diretti tra i due trattamenti ovvero i risultati provengono solo da confronti indiretti
Per quanto riguarda gli outcome sopravvivenza globale e incidenza di trombosi venose profonde gli studi
inclusi nella meta-analisi sono eterogenei (I2 72 e 61 rispettivamente) Le evidenze esistenti in merito
alla PFS sono insufficienti per il limitato potere dellrsquoanalisi infatti lrsquoevidenza in favore di MPV deriva da
un unico studio randomizzato
Qualitagrave globale delle evidenze MOLTO BASSA
Questa raccomandazione egrave stata prodotta con metodo GRADE
In appendice online quesito clinico allrsquoorigine della raccomandazione votazione della criticitagrave degli
outcome tabella GRADE completa e caratteristiche del panel
Allegato Tabelle GRADE evidence profile
LINEE GUIDA MIELOMA
62
Author(s) MC Date 2012-06-27 Question Should the association of Bortezomib Melphalan and Prednisone vs the association of Thalidomide Melphalan and Prednisone be used for multiple myeloma in patients aged 65 or older Settings Bibliography Kumar Am J Hematol 8618ndash24 2011
Quality assessment No of patients Effect
Quality Importance
No of studies
Design Risk of bias
Inconsistency Indirectness Imprecision Other considerations
The association of Bortezomib Melphalan and Prednisone
The association of Thalidomide Melphalan and Prednisone
Relative (95 CI)
Absolute
Progression free survival
6 randomised trials
no serious risk of bias
no serious inconsistency
serious1 serious
2 none
681096 (62)
941157 (81)
HR 073 (054 to 1)
3
21 fewer per 1000 (from 37 fewer to 0 more)
LOW
CRITICAL
Complete response
6 randomised trials
no serious risk of bias
no serious inconsistency
serious1 serious none
1791033 (173)
341115 (3)
RR 234 (112 to 49)
3
41 more per 1000 (from 4 more to 119 more)
LOW
CRITICAL
Overall survival
6 randomised trials
no serious risk of bias
serious4 serious
1 serious
2 none
551096 (5)
681157 (59)
HR 080 (056 to 114)
1
11 fewer per 1000 (from 25 fewer to 8 more)
VERY LOW
CRITICAL
Quality of life (assessed with not reported)
CRITICAL
Haematological toxicity (assessed with not reported)
IMPORTANT
Treatment related death
5 randomised trials
no serious risk of bias
no serious inconsistency
serious1 serious
2 none
82871 (94)
79940 (84)
RR 038 (009 to 161)
3
52 fewer per 1000 (from 76 fewer to 51 more)
LOW
IMPORTANT
Deep venous thrombosis
6 randomised trials
no serious risk of bias
serious5 serious
1 serious
2 none
601084 (55)
351148 (3)
RR 027 (006 to 123)
3
22 fewer per 1000 (from 29 fewer to 7 more)
VERY LOW
IMPORTANT
1 Results from indirect comparison
2 The existing body of evidence is relatively insufficient due to limitation of the power of the analysis The supporting evidence is derived from one trial only as in case of MBT comparator
3 the estimate of the adjusted indirect comparison of intervention MPT versus MPB (MPBTad_indirect) (such as log HR or log RR etc) is estimated by MPBTad_indirect =MPTMA -MPBMA
4 Heterogeneity was found I-squared=72
5 Heterogeneity was found I-squared=61
LINEE GUIDA MIELOMA
8
21 MGUS
La diagnosi di MGUS egrave spesso occasionale per il riscontro di una CM serica solitamente di modesta entitagrave
in occasione di esami ematici di controllo in assenza di segni e sintomi sistemici In questi soggetti vanno
eseguite indagini diagnostiche atte a escludere altre situazioni cliniche correlate a CM confermando pertanto
la diagnosi di MGUS La MGUS non richiede alcun trattamento ma unicamente di controlli atti a valutarne
evoluzione nel tempo con un programma di follow-up periodico la cui frequenza varia tra i 6 e i 12 mesi in
base allentitagrave della CM e allalterazione di alcuni fattori prognostici (4) (Livello di evidenza 4) Evidenze
recenti in letteratura dimostrano come sia possibile stratificare le MGUS utilizzando tre semplici parametri il
tipo di CM (IgA o IgM) lrsquoentitagrave della stessa CM (15 gdl) alterazione del rapporto delle catene leggere KL
libere nel siero (FLC ratio) (5) (Livello di Evidenza 3)
Basso rischio (Nessun fattore presente)
Rischio intermedio (1-2 fattore)
Alto rischio (3 fattori)
Nei pazienti a basso rischio alla diagnosi tenuto conto della loro scarsa probabilitagrave evolutiva alcuni autori
(6) suggeriscono di non eseguire valutazione midollare e radiologica dello scheletro rimandandola al
momento in cui ci sia un cambiamento rilevante del quadro clinico e di laboratorio o riservandola a casi
selezionati Vedi flow-chart (Livello di evidenza 4)
In pazienti con MGUS infine non va dimenticata una corretta valutazione clinica al fine di evidenziare
patologie sistemiche particolari quali Amilodosi (macroglossia edemi declivi proteinuria) e POEMS
syndrome (neuropatia periferica acrocianosi alterazioni cutanee edemi ed organomegalia)
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
D La MGUS non richiede alcun trattamento tuttavia dovrebbe
essere impostato un follow-up la cui frequenza dipende
diversi fattori prognostici (4-6) Positiva debole
D I pazienti affetti da MGUS a basso rischio non dovrebbero
essere sottoposti a valutazione midollare e radiologica (4-6) Negativa debole
22 Plasmocitoma solitario
Nei pazienti con diagnosi di Plasmocitoma solitario (PS) deve essere inizialmente eseguita una valutazione
completa in grado di discriminare tra malattia localizzata e MM malattia sistemica (RMNTACPET) egrave
frequente infatti il riscontro di PS in corso di MM Il PS viene distinto in osseo ed extraosseo Il PS osseo egrave
per definizione una tumefazione patologica che origina da una lesione ossea in assenza di altre lesioni o
segni attribuibili a MM Il PS extraosseo egrave invece una lesione che si riscontra nel contesto dei tessuti molli
in assenza di altre lesioni attribuibili a MM
Il trattamento del PS prevede intervento chirurgico (ove indicato) e trattamento radioterapico localizzato (RT
IF 45-50Gy) indipendentemente che si tratti di PS osseo od extraosseo (7)
Al termine del programma terapeutico previa rivalutazione di malattia il paziente egrave avviato a un programma
di follow-up periodico La valutazione prevede esecuzione di esami ematochimici completi tra cui
elettroforesi e immunofissazione (per evidenziare eventuale CM serica indice di persistenza di malattia) ed
indagini strumentali tra cui RMNTAC e PET esami indispensabili per confermare la risposta al trattamento
In seguito il paziente eseguiragrave controllo periodico ogni 4-6 mese In caso di ricomparsa di CM sierica saragrave
effettuata rivalutazione di malattia al fine di stabilire recidiva di malattia locale o evoluzione a patologia
sistemica (MM) Vedi flow-chart per plasmocitoma
LINEE GUIDA MIELOMA
9
23 MM asintomatico
La definizione di MM asintomatico descrive un paziente con MM (CM serica gt3 gdl e plasmocitosi gt 10)
in assenza di segni e sintomi attribuibili alla patologia stessa (anemia ipercalcemia insufficienza renale
lesioni ossee) (8) (Livello di evidenza 4) Il MM asintomatico ha spesso una lenta evoluzione e non richiede
trattamento per molti anni Il rischio di evoluzione in MM egrave circa del 10 per anno nei primi 5 anni dalla
diagnosi e stranamente si riduce negli anni successivi (9) (Livello di evidenza 3) In questi pazienti viene
consigliata una sorveglianza clinico-strumentale ogni 3-6 mesi (10) (Livello di evidenza 3) per
evidenziarne precocemente eventuale evoluzione a malattia sintomatica
La valutazione prevede esami ematici complessivi tra cui periodicamente una RMN colonna vertebrale
esame in grado di documentare precocemente un danno osseo e pertanto evidenziare un paziente con elevato
rischio evolutivo Al pari del controllo radiologico standard dello scheletro la valutazione midollare appare
indicata solo in caso di alterazione degli esami ematici o sintomi indicativi di evoluzione (Vedi flow-chart)
Nel MM sintomatico nessuna trattamento chemioterapico preventivo ha consentito di evitare lrsquoevoluzione
verso MM sintomatico Diversi studi infatti hanno valutato il ruolo del trattamento precoce nel paziente
asintomatico senza peraltro evidenziare un beneficio in sopravvivenza (19-21) tranne in un recente studio di
fase III in cui 124 pazienti sono stati randomizzati a ricevere terapia con lenalidomide versus nessun
trattamento (22) Dopo un follow-up mediano di 32 mesi viene riportata una evoluzione a MM sintomatico
in 9 pazienti (15) nel braccio di trattamento contro in 37 pazienti (59) nel braccio di osservazione (p
lt00001) La sopravvivenza globale stimata a 3 anni egrave stata del 93 nel braccio di trattamento e il 76 nel
braccio di controllo (P = 004) Naturalmente saragrave necessario attendere un periodo di osservazione piugrave lungo
per valutare reale beneficio del trattamento a fronte di eventuali tossicitagrave a lungo termine
Concludendo in caso di MM asintomatico attualmente non egrave indicato alcun trattamento chemioterapico negrave
con bisfosfonati se non nel contesto di studi clinici (6) (Livello di evidenza 4)
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
D
I pz affetti da MM asintomatico dovrebbero essere
sottoposti a sorveglianza clinico strumentale ogni 3-6 mesi
(10) Positiva debole
La valutazione midollare egrave indicata solo in caso di
alterazioni di esami ematicistrumentali in senso di sospetta
evoluzione (10) Positiva debole
In caso di MM asintomatico non egrave indicato alcun
trattamento chemioterapico negrave con bisfosfonati se non nel
contesto di studi clinici (6) Solo studi clinici
A
Nei pazienti con MM sintomatico va avviato il prima
possibile il trattamento sistemico (vedi Trattamento) e
avviate le procedure drsquourgenza in caso di situazioni cliniche
particolari (fratture patologiche ipercalcemia e
insufficienza renale acuta vedi Terapia di supporto)
Positiva forte
LINEE GUIDA MIELOMA
10
24 MM sintomatico
Alle caratteristiche cliniche laboratoristiche diagnostiche per MM in questi pazienti si associano uno o piugrave
segni clinici di malattia attiva
Tabella 3 Criteri di diagnosi del mieloma
MGUS Mieloma asintomatico Mieloma sintomatico CM siericalt3 gdl CM sierica gt3 gdl CM sierica o urinaria di
qualunque entitagrave
Infiltrato plasmacellulare
midollare lt10 Infiltrato plasmacellulare
midollare gt10 Infiltrato plasmacellulare
midollare o plasmocitoma
No sintomi drsquoorgano (CRAB) No sintomi drsquoorgano
(criteri CRAB) Presenza sintomi drsquoorgano
(CRAB)
Tabella 4 Criteri di malattia attiva (criteri CRAB)
Criteri Valori di riferimento
Ipercalcemia Calcemia gt 025 mmolL (05 mgdl) rispetto ai valori normali o gt 275 mmolL (gt105 mgdl)
Insufficienza Renale Creatinina gt 2 mgdl
Anemia Emoglobina lt 2 gr rispetto ai valori normali o lt10 gdl
Lesioni Ossee (Bone) Lesioni litiche crolli vertebrali osteoporosi (evidenziati con Rx scheletro standard)
Altri criteri Sindrome da iperviscositagrave Amiloidosi Infezioni ricorrenti (ultimi 2 anni)
Nel paziente con MM sintomatico andranno eseguite indagini di approfondimento (Esami di II livello
tabella 4) che possono aiutare il clinico nel corretto inquadramento diagnostico e prognostico della
patologia
Tabella 5 Esami di II livello
Esami ematochimici Scopo
Dosaggio catene leggere libere κ e λ Valutazione delle frazioni libere delle catene leggere (unico test quantitativo utile in corso di mieloma non secernente)
β2microglobulina Indice di massa tumorale e di funzionalitagrave renale
(in associazione al valore dellrsquoalbumina per la definizione
dellrsquoISS)
LDH Indice di massa tumorale
LINEE GUIDA MIELOMA
11
Esami ematochimici Scopo
Cistatina C Dosaggio Epo
Valutazione della funzionalitagrave renale (secondo livello)
NT-proBNP BNP Troponina-I
Valutazione della funzionalitagrave cardiaca
RMN eo TC Approfondimento diagnostico delle lesioni scheletriche o
identificazione plasmocitomi o localizzazioni extramidollari
PET Individuazione plasmocitomi o localizzazioni extra-midollari
Analisi cromosomica standard e FISH
su plasmacellule midollari selezionate Identificazioni di alterazioni citogenetiche e definizione score
prognostico
Immunofenotipo plasmacellule
midollari Definizione clonalitagrave plasmacellule score prognostico malattia
minima residua
Prelievo grasso periombelicale Identificazione di depositi di sostanza amiloide in casi selezionati
Per la definizione prognostica infine viene eseguita una stadiazione di malattia seguendo i criteri di Durie e
Salmon (11) e dellrsquoInternational Staging System (12) (tabella 6)
Tabella 6 Stadiazione secondo Durie amp Salmon e International Staging System (ISS)
Stadio Durie amp Salmon ISS
I
Tutti i seguenti Hbgt10gdl Calcemia normale o lt12mgdl Assenza di lesioni ossee allrsquoRxstandard o
plasmocitoma solitario CM IgG lt5gdl IgA lt3 gdl BJ lt4 g 24 h
Β2microglobulina le 35 mgl Albumina ge 35 gdl
II Caratteristiche diverse da stadio I e III Β2microglobulina lt 35 mgl e Albumina lt
35 gdl Β2microglobulina 35- 55 mgl
III
Uno o piugrave dei seguenti Hblt 85gdl Calcemia gt12mgdl Multiple Lesioni litiche allrsquoRx standard CM IgG gt7gdl IgA lt5 gdl BJ gt10 g 24 h
Β2microglobulina ge 55 mgL
A creatininalt2mgdl B creatininagt2 mgdl
Altri fattori prognostici identificati come significativamente associati allrsquooutcome sono la qualitagrave della vita
(13) lrsquoetagrave (14) e la presenza di malattia extramidollare
Inoltre la presenza di alterazioni cromosomiche alla citogenetica standard e allrsquoimmunofluorescenza (FISH)
permette di identificare altre classi di rischio (15) infatti nel MM si sono evidenziate anomalie
cromosomiche specifiche sia traslocazioni sia delezioni la delezione del cromsoma 13 viene riportato
correlarsi con una breve durata sia della sopravvivenza libera da malattia che di quella globale (16)
LINEE GUIDA MIELOMA
12
La delezione del cromosoma 17p13 (locus del tumor suppressor gene p53) caratterizza pazienti ad alto
rischio (17) ndash Sono riportate diverse alterazioni cromosomiche che coinvolgono il braccio lungo del
cromosoma 14 (14q32 ove egrave presente il gene per le catena pesanti delle Immunoglobuline) con prognosi
differenti (t(414)(p16q32) ndash t(1416)(q32 q23) ndash t(1114)(q13 q32) Tra queste la traslocazione t(414) egrave
quella che si correla a peggior prognosi anche nel setting dei pazienti trattati con terapia ad alte dosi (18)
(Tabella 7) (Livello di evidenza 3)
Tabella 7 ndash Classi di rischio citogenetico
Altro rischio Rischio standard
Citogenetica Delezione cr 13 Ipodiploidia
Iperdiploidia
FISH Del 17p t(414) t(1416)
t(1114) t(614)
Il sintomo piugrave frequente alla diagnosi rimane in dolore osseo correlato a danno drsquoorgano (lesioni osteolitiche
o a fratturecrolli vertebrali) Nei pazienti con MM sintomatico va avviato il prima possibile il trattamento
sistemico (vedi Trattamento) e avviate le procedure drsquourgenza in caso di situazioni cliniche particolari
(fratture patologiche ipercalcemia e insufficienza renale acuta vedi terapia di supporto)
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3 Mieloma multiplo sintomatico trattamento
Il trattamento egrave indicato nel paziente affetto da MM sintomatico cioegrave con presenza di sintomi e segni
correlati alla patologia (CRAB Tabella 3) Lo scopo del trattamento rimane il controllo della patologia il
miglioramento della qualitagrave della vita e della sopravvivenza che si possono ottenere mediante la
combinazione di trattamenti efficaci con unrsquoadeguata terapia di supporto Lrsquointroduzione dei nuovi farmaci
nel prontuario terapeutico per il MM (come Talidomide Lenalidomide e Bortezomib spesso in
combinazione con desametasone) ha comportato un miglioramento della sopravvivenza sia nei pazienti alla
diagnosi sia alla recidiva della malattia (25) I pazienti con MM sintomatico sono avviati a trattamento di
prima linea e in casi selezionati a successiva terapia di consolidamento intensificato con supporto di cellule
staminali autologhe (ASCT) Il principale criterio dlsquoinclusione per lrsquoASCT egrave rappresentato dallrsquoetagrave del
paziente Generalmente i pazienti con etagrave maggiore di 65 anni sono esclusi dalle procedure trapiantologiche
mentre i pazienti piugrave giovani possono essere avviati allrsquoASCT previa valutazione della funzionalitagrave cardiaca
polmonare renale epatica e lrsquoesclusione di eventuali foci infettivi
In questi pazienti farmaci tossici per il compartimento staminale quali gli alchilanti non dovrebbero essere
somministrati per non compromettere la mobilizzazione e la successiva raccolta di cellule staminali
emopoietiche Pertanto di fronte ad una nuova diagnosi di MM sintomatico la prima valutazione deve
considerare la possibilitagrave di avviare il paziente a ASCT tendendo conto delletagrave della patologie associate e
del PS Peraltro va sottolineato come la presenza di insufficienza renale ed etagrave anagrafica avanzata non sono
controindicazioni assolute a trattamenti intensificati
LINEE GUIDA MIELOMA
14
Nei pazienti di etagrave superiore ai 65 anni gli obbiettivi principali del trattamento sono lrsquoottenimento della
risposta completa al fine di prolungare lrsquointervallo libero da malattia (progression free survival PFS) la
spettanza di vita (overal survival OS) e ridurre il piugrave possibile la tossicitagrave per non inficiare eccessivamente
sulla qualitagrave di vita di una categoria di pazienti considerata piugrave fragile
Per conseguire questi obiettivi la terapia deve essere adeguata non solo alle caratteristiche della malattia ma
anche allrsquoetagrave biologica e al performance status del paziente in tale senso in tutta la storia terapeutica del
paziente con MM molto importante rimane la terapia di supporto che prevede gestione e trattamento delle
complicazioni prevenzione ove possibile e controllocontrollo degli eventuali effetti collaterali del
trattamento
4 Criteri di risposta alla terapia
Una corretta valutazione della risposta egrave essenziale nel trattamento del MM Attualmente vengono applicati i
criteri proposti nel 2006 dall International Myeloma Working Group (IMWG) recentemente revisionati (26)
(tabella 4)
Tabella 4
Categoria di risposta Criteri
SRC (risposta completa stringente)
Remissione completa (vedi criteri di definizione) Normale free Light chain ratio Assenza di plasmacellule clonali (immunofluorescenza
immunoistochimica)
RC (Risposta completa)
Immunofissazione sierica ed urinaria negativa per CM Plasmacellule midollari lt 5 Scomparsa di plasmocitomi se presenti alla diagnosi
VGPR (Very good partial remission)
CM sierica eo urinaria evidenziabile con immunofissazione ma non con
elettroforesi oppure riduzione della CM sierica gt 90 o lt 100 mg24 ore
nelle urine
RP (risposta parziale)
Riduzione della CM gt 50 nel siero e ge90 o lt200 mg24 nelle urine
SD (malattia stabile)
Non criteri per le altre categorie di risposta
LINEE GUIDA MIELOMA
15
5 Terapia di prima linea in pazienti con etagrave gt 65 anni non candidabili a terapie intensificate
Per molti decenni la terapia standard dei pazienti con etagrave gt 65 anni egrave stata la combinazione melfalan-
prednisone (MP) Negli ultimi dieci anni allrsquoassociazione MP sono stati aggiunti i farmaci di nuova
generazione quali talidomide bortezomib e lenalidomide
51 Terapie con Talidomide eo Bortezomib in associazione trials di Fase III
Due studi di fase III condotti in pazienti con etagrave maggiore di 65 anni alla diagnosi hanno comparato
Desametasone somministrato come singolo agente con lrsquoassociazione di Desametasone e Talidomide (TD)
Il tasso di risposta egrave stato maggiore nei pazienti trattati con lrsquoassociazione TD ma anche la tossicitagrave extra-
ematologica (soprattutto neuropatia periferica ed eventi trombotici) (12) Uno studio di fase III piugrave recente
ha confrontato le combinazione TD con MP la combinazione TD consente di ottenere un maggior numero di
risposte e in tempi piugrave brevi rispetto a MP ma con maggior tossicitagrave (sopratutto trombosi e neuropatia) e
conseguente maggiore interruzioni del trattamento (3)
Sei studi randomizzati hanno dimostrato la superioritagrave della combinazione melfalan-prednisone-talidomide
(MPT) rispetto MP (4-9) anche in pazienti con etagrave maggiore di 75 anni (3-4) Tutti hanno evidenziato un
vantaggio di risposta e di sopravvivenza libera da progressione (PFS) dellrsquoMPT rispetto a MP anche se solo
due studi hanno dimostrato un vantaggio di sopravvivenza (OS) con la combinazione MPT(4-5)
probabilmente a causa del diverso impatto dei nuovi agenti sulla terapia di salvataggio al momento della
recidiva (8-9) Infine una recente metanalisi che ha combinato i dati di 1682 trattati con MPT o MP ha
dimostrato un effettivo vantaggio sia di PFS che di OS dellrsquoassociazione MPT rispetto a MP (10) (Livello di
evidenza 1++)
In uno studio randomizzato (MRC Myeloma IX trial) la combinazione di ciclofosfamide Talidomide e
desametasone (CTDa) ha mostrato un tasso di risposta maggiore rispetto a MP senza peraltro vantaggio in
sopravvivenza e con maggiore incidenza di effetti collaterali (tromboembolismo costipazione infezione e
neuropatia) (11) Uno studio internazionale multicentrico e randomizzato (VISTA) ha confrontato la terapia
standard MP con lrsquoassociazione bortezomib-melfalan-prednisone (VMP) in pazienti anziani e non
candidabili ad ASCT Lo studio ha dimostrato un aumento statisticamente significativo nel tasso di risposta
(in particolare di remissione completa CR) e un prolungamento di PFS e OS per il gruppo trattato con
bortezomib (12) (Livello di evidenza 1++) Dopo un follow-up di 5 anni la terapia con VMP ha confermato
un significativo prolungamento dellrsquoOS con una riduzione del rischio di morte pari al 31 (13)
Un confront diretto tra Melfalan Prednisone e Bortezomib (VMP) versus Melfalan Prednisone e
Thalidomide (MPT) non egrave mai stato effettuato Ersquo stata effettuata una meta-analisi indiretta per valutare gli
effetti del VMP versus MPT Non sono state riportate differenze per tutti gli outcomes se non un
significativo beneficio per le risposte complete (RR 234 95 CI 112-490) e gli effetti collaterali di grado
3-4 (RR 053 95 CI 038-073) in favore del VMP (14) Non ci sono certezze sulla superioritagrave di un regime
verso lrsquoaltro un confronto diretto in uno studio randomizzato di fase III egrave necessario
Altri due studi di fase III hanno valutato combinazioni alternative al VMP Il gruppo spagnolo ha confrontato
VMP con bortezomib-thalidomide-prednisone (VTP) come terapia drsquoinduzione e mantenimento con
bortezomib-talidomide versus bortezomib-prednisone (15) Non sono state osservate differenze in termini di
efficacia ma VMP ha dimostrato un miglior profilo di tossicitagrave In uno studio italiano lrsquoassociazione di
bortezomib-melfalan-prednisone-talidomide seguita da un mantenimento con bortezomib-talidomide
(VMPT-VT) ha dimostrato risultati migliori rispetto alla combinazione VMP con un miglior tasso di
risposta un PFS e un OS piugrave lunghi Tuttavia nei pazienti con piugrave di 75 anni di etagrave trattati con MVP-VT non
egrave stato osservato un vantaggio in termini di OS per una maggiore tossicitagrave e di un maggiore tasso di
LINEE GUIDA MIELOMA
16
interruzione di trattamento(16) In entrambi gli studi il bortezomib egrave stato somministrato con frequenza
settimanale con riduzione della tossicitagrave extra-ematologica (neuropatia) senza influire sullrsquoefficacia (17)
Uno studio randomizzato multicentrico di fase III (18) ancora in corso in pazienti anziani alla diagnosi
vengono confrontati tre regimi di trattamento VD (bortezomib-desametasone) vs VTD (bortezomib-
talidomide-desametasone) vs VMP I primi risultati non mostrano differenze nei tassi di risposta o nel PFS
con buona tollerabilitagrave del mantenimento con incremento di risposte in tutti e tre gli schemi di trattamento
Qualitagrave globale
delle evidenze
GRADE Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
Molto bassa
Nei pazienti affetti da mieloma multiplo di etagrave gt65 anni e non
candidabili a terapia ad alte dosi puograve essere utilizzata
lrsquoassociazione VMP (Bortezomib melphalan e prednisone)
La valutazione complessiva della qualitagrave delle evidenze ad
oggi disponibili circa ldquolrsquoefficacia dellrsquoassociazione VMPrdquo la
valutazione del rapporto tra i benefici ed i rischi correlati e la
formulazione della raccomandazione relativa al quesito posto
sono state analizzate secondo metodologia GRADE (vedere
capitolo 10)
Positiva debole
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
A
Nei pazienti con etagrave gt 65 anni o piugrave giovani con comorbiditagrave o
scarso performance status non idonei alla terapia ad alte dosi
in Ideg linea devono essere considerati per una terapia
convenzionale a dose piena che prevede alchilanti cortisone e
nuovi farmaci (MPT VMP) (10-13)
Positiva forte
D Nei Pazienti con etagrave gt75 anni o pazienti con sintomi e segni di
vulnerabilitagrave potrebbero essere valutati per terapie meno
intense eo orali secondo lrsquoopinione del panel Positiva debole
52 Terapie con Lenalidomide in associazione trials di Fase III
Uno studio di fase III randomizzato ha confrontato Lenalidomide con alte e basse dosi di desametasone (RD
vs Rd) come terapia drsquoinduzione in 445 pazienti alla diagnosi (19)(Livello di evidenza 1+) registrando un
vantaggio significativo nella sopravvivenza e nella riduzione del numero di reazioni avverse con
associazione Rd soprattutto nei pazienti anziani Questo studio ha alcune limitazioni non era limitato solo a
pazienti non candidabili a trapianto e lrsquoobiettivo primario era la risposta dopo 4 cicli di induzione
In un altro studio di fase III condotto in 459 pazienti non idonei al trapianto lassociazione melfalan-
prednisone-lenalidomide (di durata stabilita pari a 6 cicli) seguito da lenalidomide di mantenimento (MPR-
R) egrave stata comparata con MPR senza mantenimento e con MP soministrato per 6 cicli Dopo un follow-up
di 30 mesi MPR-R ha ridotto significativamente il rischio di progressione e ha allungato il PFS da 14 a 31
mesi inoltre le risposte sono risultate migliori e numericamente maggiori rispetto a MP Lrsquoimpatto della
terapia di mantenimento con lenalidomide sul PFS egrave stato osservato sia in pazienti etagrave inferiore a 75 anni che
in quelli con piugrave di 75 anni di etagrave (20) (Livello di evidenza 1+) Al momento attuale non sono state riportate
differenze in termini di sopravvivenza globale ed egrave in corso un attento monitoraggio relativamente al rischio
di seconde neoplasie
LINEE GUIDA MIELOMA
17
53 Terapia con Bendamustina in associazione ai nuovi farmaci
Attualmente in Italia la Bendamustina egrave utilizzabile in prima linea in pazienti non candidabili al trapianto e
con neuropatia clinica allrsquoesordio che preclude lrsquoutilizzo di Talidomide o Bortezomib
In letteratura la Bendamustina nel MM egrave stata utilizzata prevalentemente in regimi di combinazione in
pazienti recidivati o refrattariIn prima linea il Gruppo tedesco ( 21) ha randomizzato 131 pz confrontando
Bendamustina a Melphalan entrambe associate a prednisone Tale studio ha ottenuto un maggior tasso di
remissioni complete un prolungamento del TTF (time to treatment failure) e una migliore QoL con tossicitagrave
comparabili fatta eccezione per una maggior percentuale di nausea e vomito nel braccio con Bendamustina
(Livello di evidenza 1-) In seconda linea lo stesso gruppo ha poi testato unrsquo associazione con dosi scalari di
Talidomide (BPT) ottenendo una percentuale di risposte globali di oltre lrsquo80 ( 22) Sempre in seconda linea
interessante egrave la combinazione di Bendamustina con Bortezomib e prednisone (BVD) utilizzata da Ludwig e
coll con ORR del 608 e PFS globale di 97 mesi significativamente piugrave alta in pazienti non pre-trattati
con lenalidomide o bortezomid(23) (Livello di evidenza 3) Inoltre un recente studio di Offidani conferma
buoni risultati ottenuti con BVD con ORR gt70 e mediana di TTP e PFS di 165 e 155 mesi
rispettivamente Tali dati sembrano essere migliori di quelli ottenuti con gli schemi VD e Rd in pazienti
pretrattati con talidomide o bortezomib (24) (Livello di evidenza 3)
I dati attualmente disponibili con queste combinazioni dovrebbero essere confermati in studi controllati di
confronto con gli schemi attualmente approvati nei pazienti recidivati o refrattari
54 Trapianto autologo a ridotta intensitarsquo di condizionamento
Nel setting dei pazienti anziani due studi clinici randomizzati hanno confrontato il trapianto autologo a
ridotta intensitagrave (melfalan 100 mgm2 Mel 100) con la chemioterapia convenzionale con risultati non
sempre concordi
In uno studio egrave stata dimostrata lrsquoefficacia del Mel 100 in termini di OSPFS rispetto a MP in pazienti di etagrave
compresa tra i 50-70 anni (25) (Livello di evidenza 1++) Il secondo trial ha confrontato Mel100 con MP e
MPT (4) in pazienti di etagrave compresa tra i 65 e i 75 anni Lrsquoassociazione MPT ha evidenziato miglior PFS e
OS rispetto a MP e Mel 100 Non sono state osservate differenze significative in termini di outcome tra Mel
100 e MP Questo studio ha dimostrato che nei pazienti anziani i risultati ottenuti con combinazioni
contenenti i farmaci di nuova generazione possono essere piugrave efficaci della terapia ad alte dosi (Livello di
evidenza 1++)
Peraltro 102 pazienti alla diagnosi di etagrave compresa tra 65 e 75 anni sono stati trattati lrsquoassociazione PAD
(bortezomib-doxorubicin-desametasone seguita da Mel 100 mgmq con supporto di cellule staminali
autologhe A seguire era previsto consolidamento con lenalidomide-prednisone seguito da mantenimento
con sola lenalidomide (LP-L) (26) Il tasso di risposta egrave progressivamente cresciuto nelle varie fasi di terapia
(soprattutto la CR) La sopravvivenza globale e la PFS sono risultate paragonabili a quelle ottenute nei
pazienti giovani anche se con maggior tossicitagrave e di tasso di drop-out (Livello di evidenza 3)
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
B
Nei Pazienti di etagrave gt 65 anni o piugrave giovani e lt70 anni in
buone performance status e senza comorbiditagrave rilevanti
potrebbero essere considerati per ASCT a dosi ridotte previa
terapia di induzione con regimi contenenti bortezomib (26)
Positiva debole
LINEE GUIDA MIELOMA
18
Tabella 1 Trattamento del MM alla diagnosi in pazienti anziani (ge 65 anni) Tutte le combinazioni incluse
nella tabella includono farmaci di nuova generazione (Talidomide Lenalidomide e Bortezomib) testati in
studi randomizzati di fase III
Terapie pts Schedula ge PR CR
PFSE
FS
TTP
OS Referenza
TD 145 T 200 mgdie
D 40 mg giorni 1-4 e 15-18 68 2
41 a
16 mesi
61 a 41
mesi Ludwig et al
3
MPT 125
M 025 mgkg giorni 1ndash4
P 2 mgkg giorni 1ndash4
T 400 mggiorno
X 12 cicli di 6 settimane
76 13 50 a
28 mesi
50 a 52
mo Facon et al
4
MPT 113
M 025 mgkg giorni 1ndash4
P 2 mgkg giorno 1ndash4
T 100 mggiorno
X 12 cicli di 6 settimane
62 7 50 a
24 mesi
50 a 44
mesi Hulin et al
5
MPT 60
M 9 mgm2 giorni 1ndash4
P 60 mgm2 giorni 1ndash4
T 100 mggiorno x 8 cicli di 6
settimane seguita da
Talidomide 100 mgdie
58 9
50 a
21
mesi
50 a 26
mesi Beksac et al
6
MPT 182
M 025mgkg giorni 1-4
P 100mggiorni 1-4
Ogni 6 settimane fino a Plateau
T 400mggiorno fino a
Plateau poi ridotta a
200mggiorno fino a
progressione
57 13 50 a
15 mesi
50 a 29
mesi Waage et al
7
MPT 165
M 025 mgkg
P 1 mgkg giorni 1ndash5
T 200 mggiorno x 8 cicli di 4
settimane seguiti da T 50
mggiorno fino a progressione
66 23 67 a
24 mesi
29 a 24
mesi
Wijermans et
al8
MPT 167
M 4mgm2 giorni 1-7
P 40mgm2 giorni 1-7 x 6 cicli
ogni 4 settimane
T 100mggiorno fino a
progressione
76 15 50 a
22 mesi
50 a 45
mesi Palumbo et al
9
RD 223
R 25 mggiorno giorni 1-21
D 40 mg giorni 1-4 9-12 e
17-20 ogni 28 giorni
81 17 63 a
24 mesi
75 a 24
mesi
Rajkumar et
al12
Rd 222
R 25 mggiorno giorni 1-21
d 40 mg nei giorni 1 8 15 e
22 ogni 28 giorni
70 14 65 a
24 mesi
87 a 24
mesi
Rajkumar et
al12
MPR 54
M 018-025 mgkg giorni 1ndash4
P 2 mgkg giorni 1ndash4
R 5-10 mg giorni 1ndash21
X 9 cicli ogni 4 settimane
81 24 92 a
12 mesi
100 a 12
mesi
Palumbo et
al14
MPR-R 152
M 018 mgkg giorni 1ndash4
P 2 mgkg giorni 1ndash4
R10 mg giorni 1ndash21
Per 9 cicli ogni 4 settimane
mantenimento
R10 mggiorno fino a
progressione
77 16 50 a
31 mesi
70 a 36
mesi
Palumbo et
al16
LINEE GUIDA MIELOMA
19
Terapie pts Schedula ge PR CR
PFSE
FS
TTP
OS Referenza
VMP 344
M 9 mgm2 giorni 1ndash4
P 60 mgm2 giorni 1ndash4
V 13 mgm2 giorni
1481122252932 per i primi
4 cicli di 6 settimane giorni
1815 22 per i successivi 5
cicli di 6 settimane
71 30 50 a
22 mesi
41 a 36
mesi
San Miguel et
al17
Maeos et al18
VMP 130
M 9 mgm2 giorni 1ndash4
P 60 mgm2 giorni 1ndash4
V 13 mgm2 giorni
1481122252932 x 1 ciclo
di 6 settimane giorni 1815
22 per i successivi 5 cicli ogni
6 settimane
Mantenimento
V 13 mgm2 giorni 14811
ogni 3 mesi
T 50 mggiorno or P50 mg a
giorni alterni
80 20 50 a
34 mesi
74 a 36
mesi Mateos et al
19
VTP 130
P 60 mgm2 giorno 1ndash4
V 13 mgm2 giorni
1481122252932 per il
primo ciclo (6 settimane)
giorni 1815 22 per i
successivi 5 cicli di 6 settimane
T 100 mg giorno
Maintenance
V 13 mgm2 giorni 14811
ogni 3 mesi
T 50 mggiorno or P50 mg a
giorni alterni
81 28 50 a
25 mesi
65 a 36
mesi Mateos et al
19
VMP 257
M 9 mgm2 giorni 1ndash4
P 60 mgm2 giorni 1ndash4
V 13 mgm2 giorni 1 8 15
22
81 24 41 a
36 mesi
87 a 36
mesi
Palumbo et
al20
VMPT-
VT 254
M 9 mgm2 giorno 1ndash4
P 60 mgm2 giorno 1ndash4
V 13 mgm2 giorno 1 8 15
22
T 50 mg al giorni nei giorni
1ndash42 x 9 cicli ogni 5 settimane
Mantenimento
V 13 mgm2 ogni 15 giorni
T 50 mggiorno
89 38 56 a
36 mesi
89 a 36
mesi
Palumbo et al
20
PR risposta parziale CR risposta completa PFS progression-free survival EFS event-free survival TTP tempo alla
progressione OS sopravvivenza globale TD talidomide-desamethasone MPT melphalan-prednisone-talidomide
VMP bortezomib-melphalan-prednisone VTP bortezomib-thalidomide-prednisone MPR-R melphalan-prednisonse-
lenalidomide seguito da mantenimento con lenalidomide VMPT-VT bortezomib-melphalan-prednisone-thalidomide
seguito da mantenimento con bortezomib-talidomide
LINEE GUIDA MIELOMA
20
Mieloma Multiplo etagrave gt 65 anni Terapia di I linea
Regimi di terapia preferiti
Terapia di prima linea nei
pazienti non candidati ad
ASCT
MelphalanprednisoneBortezomib (VMP)
MelphalanprednisoneTalidomide (MPT)
Bendamustinaprednisone
Altri regimi possibili
MelphalanPrednisonelenalidomide (MPR)
BortezomibDesametasone (VD)
CiclofosfamideprednisoneTalidomide (CTD)
Melphalanprednisone (MP)
Talidomidedesametasone (TD)
Lenalidomidedesametasone (Rd)
MelphalanprednisoneBortezomibtalidomide (VMPT)
Terapia di mantenimento Lenalidomide
Bortezomib
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Montefusco V Musto P Petrucci MT Ciccone G Boccadoro M Bortezomib-melphalan-prednisone-
thalidomide followed by maintenance with bortezomib-thalidomide compared with bortezomib-melphalan-
prednisone for initial treatment of multiple myeloma a randomized controlled trial J Clin Oncol 2010 Dec
128(34)5101-9 doi 101200JCO2010298216 Epub 2010 Oct 12 PubMed PMID 20940200
17 Bringhen S Larocca A Rossi D Cavalli M Genuardi M Ria R Gentili S Patriarca F Nozzoli C Levi A
Guglielmelli T Benevolo G Callea V Rizzo V Cangialosi C Musto P De Rosa L Liberati AM Grasso M
Falcone AP Evangelista A Cavo M Gaidano G Boccadoro M Palumbo A Efficacy and safety of once-weekly
bortezomib in multiple myeloma patients Blood 2010 Dec 2116(23)4745-53 doi101182blood-2010-07-
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18 Ruben Niesvizky Ian W Flinn Robert Rifkin Nashat Gabrail Veena Charu Billy Clowney James Essell
Yousuf Gaffar Thomas A Warr Rachel Neuwirth Deyanira Corzo and James Reeves Efficacy and Safety of
Three Bortezomib-Based Combinations in Elderly Newly Diagnosed Multiple Myeloma Patients Results From
All Randomized Patients in the Community-Based Phase 3b UPFRONT Study Blood (ASH Annual Meeting
Abstracts) Nov 2011 118 478
LINEE GUIDA MIELOMA
22
19 Rajkumar SV Jacobus S Callander NS Fonseca R Vesole DH Williams MEAbonour R Siegel DS Katz M
Greipp PR Eastern Cooperative Oncology GroupLenalidomide plus high-dose dexamethasone versus
lenalidomide plus low-dose dexamethasone as initial therapy for newly diagnosed multiple myeloma an open-
label randomised controlled trial Lancet Oncol 2010 Jan11(1)29-37 doi 101016S1470-2045(09)70284-0
Epub 2009 Oct 21 Erratum in Lancet Oncol 2010 Jan11(1)14 PubMed PMID 19853510 PubMed Central
PMCID PMC3042271
20 Palumbo A Hajek R Delforge M Kropff M Petrucci MT Catalano J Gisslinger H Wiktor-Jędrzejczak W
Zodelava M Weisel K Cascavilla N Iosava G Cavo M Kloczko J Bladeacute J Beksac M Spicka I Plesner T
Radke J Langer C Ben Yehuda D Corso A Herbein L Yu Z Mei J Jacques C Dimopoulos MA MM-015
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21 Poumlnisch W Mitrou PS Merkle K Herold M Assmann M Wilhelm G Dachselt KRichter P Schirmer V
Schulze A Subert R Harksel B Grobe N Stelzer E Schulze M Bittrich A Freund M Pasold R Friedrich T
Helbig W Niederwieser D East German Study Group of Hematology and Oncology (OSHO) Treatment of
bendamustine and prednisone in patients with newly diagnosed multiple myeloma results in superior complete
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melphalan and prednisone--a randomized phase III study of the East German Study Group of Hematology and
Oncology (OSHO) J Cancer Res Clin Oncol 2006 Apr132(4)205-12 Epub 2006 Jan 10 PubMed PMID
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22 Poumlnisch W Rozanski M Goldschmidt H Hoffmann FA Boldt T Schwarzer A Ritter U Rohrberg R Schwalbe
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Haematology and Oncology (OSHO) Combined bendamustine prednisolone and thalidomide for refractory or
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Phase I clinical trial Br J Haematol 2008 Oct143(2)191-200 doi 101111j1365-2141200807076x Epub
2008 Aug 24 PubMed PMID 18752593
23 Ludwig H Kasparu H Leitgeb C Rauch E Linkesch W Zojer N Greil R Seebacher A Pour L Weiszligmann A
Adam Z Bendamustine-bortezomib-dexamethasone is an active and well-tolerated regimen in patients with
relapsed or refractory multiple myeloma Blood 2014 Feb 13123(7)985-91
24 Offidani M Corvatta L Maracci L Liberati AM Ballanti S Attolico I Caraffa P Alesiani F Caravita di Toritto
T Gentili S Tosi P Brunori M Derudas D Ledda A Gozzetti A Cellini C Malerba L Mele A Andriani A
Galimberti S Mondello P Pulini S Coppetelli U Fraticelli P Olivieri A Leoni P Efficacy and tolerability of
bendamustine bortezomib and dexamethasone in patients with relapsed-refractory multiple myelomaa phase II
study Blood Cancer J 2013 Nov 223e162 doi 101038bcj201358
25 Palumbo A Bringhen S Petrucci MT Musto P Rossini F Nunzi M Lauta VM Bergonzi C Barbui A Caravita
T Capaldi A Pregno P Guglielmelli T Grasso M Callea V Bertola A Cavallo F Falco P Rus C Massaia M
Mandelli F Carella AM Pogliani E Liberati AM Dammacco F Ciccone G Boccadoro M Intermediate-dose
melphalan improves survival of myeloma patients aged 50 to 70 results of a randomized controlled trial Blood
2004 Nov 15104(10)3052-7 Epub 2004 Jul 20 PubMed PMID 15265788
26 Palumbo A Gay F Falco P Crippa C Montefusco V Patriarca F Rossini FCaltagirone S Benevolo G
Pescosta N Guglielmelli T Bringhen S Offidani MGiuliani N Petrucci MT Musto P Liberati AM Rossi G
Corradini P Boccadoro M Bortezomib as induction before autologous transplantation followed bylenalidomide
as consolidation-maintenance in untreated multiple myeloma patients J Clin Oncol 2010 Feb 1028(5)800-7
6 Terapia di prima linea nei pazienti lt 65 anni candidabili a trapianto autologo di cellule staminali
Nei pazienti giovani candidati terapia intensificate (ASCT) i ldquonuovi farmacirdquo sono stati incorporati come
terapia drsquoinduzione pre-ASCT e come terapia di consolidamentomantenimento post-ASCT allo scopo di
migliorare lrsquooutcome In particolare nuovi regimi comprensivi di inibitori del proteosoma eo farmaci
immunomodulanti (ImIDs) hanno sostituito la chemioterapia convenzionale come terapia di induzione pre-
trapianto Questi farmaci possono essere variamente combinati tra loro o con farmaci convenzionali a
formare regimi a due-o piugrave farmaci
LINEE GUIDA MIELOMA
23
61 Terapia di induzione pre-trapianto
Lo scopo della terapia di induzione pre-trapianto egrave di ridurre rapidamente la taglia tumorale e lrsquoinfiltrazione
plasmacellulare midollare prima della raccolta delle cellule staminali Lrsquointroduzione dei nuovi farmaci in
questa fase ha comportato lrsquoottenimento di risposte di piugrave elevata qualitagrave (VGPR e CR) rispetto alla
chemioterapia convenzionale che si sono poi tradotte in un miglioramento dellrsquooutcome post-trapianto In
assenza di studi randomizzati di comparazione delle diverse combinazioni tra loro di seguito verranno
riportati i risultati in termini di efficacia e di tossicitagrave dei differenti regimi suddivisi in preferiti e altri
REGIMI DI INDUZIONE PREFERITI
Bortezomib-desametasone
Lassociazione di bortezomib-desametasone (VD) che consente di ottenere un tasso di risposta complessiva
pari al 65 (12) egrave stato comparato in maniera randomizzata allo schema VAD come terapia di induzione pre
trapianto in 482 pazienti (3) Dopo 4 cicli lo schema VD si egrave dimostrata superiore alla VAD apportando un
piugrave alto tasso di VGPR (38 vs 15 rispettivamente) e di CRnCR (15 vs 6 post ASCT
rispettivamente) vantaggio che egrave stato mantenuto anche dopo il primo e secondo trapianto (ge VGPR 68 vs
47 CR-nCR 395 vs 225 rispettivamente) Con un follow-up mediano di 32 mesi egrave stato riscontrato
un trend sulla PFS in favore di VD rispetto a VAD (mediana 36 mesi vs 30 rispettivamente) La maggior
efficacia di VD rispetto a VAD egrave stata confermata anche in pazienti ad alto rischio per la presenza di stadio
ISS elevato o portatori della traslocazione t(414) (4) I risultati di questo studio confermano la capacitagrave di
bortezomib di assicurare un livello piugrave profondo di risposta che peraltro non si traduce in un chiaro
vantaggio in termini di PFS ciograve potrebbe significare che un regime a due farmaci contenente bortezomib
risulta sub-ottimale sugli outcomes a lungo termine(Livello di evidenza 1++)
Bortezomib-desametasone e agenti citotossici
Gli agenti citotossici aggiunti a VD a formare regimi a 3 farmaci sono la doxorubicina e la ciclofosfamide
In uno studio di fase III la combinazione Bortezomib-Doxorubicina-Desametasone (PAD) come induzione
al trapianto autologo egrave stata comparata con la chemioterapia (VAD) seguito poi da una terapia di
mantenimento con Bortezomib o Talidomide (5) Lrsquoultimo aggiornamento dello studio ha mostrato la
superioritagrave della combinazione PAD in termini risposte (CR+nCR) sia dopo la terapia di induzione (11
vs 5 rispettivamente) che dopo il singolo o doppio autotrapianto (30 vs 15 rispettivamente) Nel
braccio di terapia comprensivo di PAD ASCT e mantenimento con bortezomib sono emersi una PFS e OS
significativamente piugrave durature rispetto al VAD seguito da ASCT e mantenimento con talidomide (PFS a 3
anni 36 vs 27 rispettivamente P= 001 OS a 3 anni 78 vs 70 rispettivamente P= 002) (Livello di
evidenza 1++) Il vantaggio di PAD vs VAD si egrave mantenuto anche nei pazienti ad alto rischio (traslocazione
t(414) e di delezione del cromosoma 17p ) (6)
La combinazione ciclofosfamide-bortezomib-desametasone (VCD o CyBorD) consente di ottenere una
risposta complessiva pari al rsquo80-88 con VGPR rate di circa il 50 (7-8) (Livello di evidenza 3)
Bortezomib-desametasone-talidomide
Un ampio studio di fase III condotto su 480 pazienti volto a paragonare il regime VTD con TD come terapia
di induzione prima e consolidamento dopo un doppio ASCT ha documentato come dopo 3 cicli di
induzione lrsquoassociazione VTD fosse superiore a TD in tutte le categorie di risposta (CR+nCR 31 vs 11
ge VGPR 62 vs 28 rispettivamente) (10) Tale superioritagrave si egrave mantenuta anche dopo la terapia ad alte
dosi e al consolidamento (CR+nCR 62 vs 45 ge VGPR 85 vs 68 rispettivamente) La PFS a 3 anni
egrave risultata essere significativamente piugrave lunga per il braccio VTD rispetto a TD (68 vs 56
rispettivamente) (Livello di evidenza 1++) Lo schema di associazione VTD si correla a migliori tassi di
risposta e migliore PFS rispetto a VD o TD in altri due trials randomizzati (11-12) e in altri studi di fase II
(13 14 15) In uno studio il bortezomib era somministrato a dosaggi ridotti (vTD) comportando un minore
rischio di neurotossicitagrave (12) Infine nel protocollo terapeutico Total Therapy 3 (TT3) VTD combinato con
chemioterapia PACE (cisplatino doxorubicina ciclofosfamide e etoposide) era somministrato come terapia
di induzione pre e come consolidamento dopo un doppio ASCT a cui seguiva un mantenimento con VTD
LINEE GUIDA MIELOMA
24
per il primo anno e TD nel secondo e terzo anno(16) Con un follow-up mediano di 39 mesi la PFS e OS a 4
anni sono risultate essere rispettivamente del 71 e del 78 Confrontando il regime TT3 col suo
predecessore TT2in cui non era previsto il bortezomib appare chiaro il vantaggio dello schema VTD in
particolare egrave interessante notare che in questrsquoultimo studio la CR egrave piugrave duratura (2-year sustained CR TT3
92 vs 81 TT2 talidomide arm) e la PFS piugrave prolungata (2-year 84 vs 77 rispettivamente) Inoltre nei
pazienti con malattia ad alto rischio (GEP high risk t(414) positiva) si chiaro registra un trend verso una
OS piugrave lunga nel TT3 vs TT2 sottolineando come lrsquoimpiego di Bortezomib appare in grado di superare la
cattiva prognosi conferita da queste alterazioni
Lenalidomide-desametasone
In un primo studio di fase II la combinazione Len-Dex ha comportato buoni risultati in termini di risposta
con ORR di 91 ge VGPR rate di 56 OS a 3 anni 85 (17) confermati da due studi successivi di fase III
Lo studio di Zonder et al confrontava Len-Dex versus Dex in pazienti candidabili o meno a ASCT
lrsquoaggiunta dellrsquoagente immunomodulatore migliorava sia il rate di risposta (ge PR 85 vs 51 e CRnCR
22 vs 4 p=0001 rispettivamente) che la PFS (77 vs 55 p=0002 rispettivamente) ma non la OS
(93 vs 91 rispettivamente) La combinazione Len-Dex determinava un elevata incidenza di neutropenia
di grado 3-4 (135 vs 24 p=001 rispettivamente) e di complicanze infettive (38 vs 23 p=0003
rispettivamente) (18) Il secondo trial randomizzato del gruppo ECOG era volto a paragonare lrsquoassociazione
di Lenalidomide con alte (RD) o basse (Rd) dosi di Desametasone
La maggiore tossicitagrave ottenuta e la maggiore mortalitagrave precoce (tromboembolismo venoso TEV 184 vs
55 mortalitagrave 5 vs 05 rispettivamente) ha comportato riduzione della sopravvivenza globale nel
braccio RD soprattutto nei pazienti con etagrave superiore a 65 anni (19) Entrambi questi studi erano rivolti a
pazienti di tutte le etagrave non solo a pazienti candidabili a chemioterapia ad alte dosi alcuni pazienti su
decisione volontaria procedevano al trapianto autologo di cellule staminali mentre altri proseguivano la
terapia fino a progressioneintolleranza Per tale motivo non possiamo considerare questi studi pur se di fase
III come fortemente rappresentativi dellrsquoefficacia di regimi di induzione contenenti lenalidomide-
desametasone pre trapianto (Livello di evidenza 1++)
Ersquo stato riportato come una prolungata esposizione a lenalidomide comporti una ridotta mobilizzazione e
raccolta di cellule staminali CD34+ (20) Per tale motivo le raccomandazioni dellrsquoInternational Myeloma
Working group (IMWG) suggeriscono di effettuare la mobilizzazione delle cellule staminali precocemente
dutrante il trattamento di induzione con Lenalidomide (entro i primi quattro cicli ) (21)
Una profilassi antitrombotica egrave raccomandata in pazienti che ricevono RD come terapia di prima linea (22)
Inoltre essendo lrsquoescrezione del farmaco egrave prevalentemente renale il dosaggio della lenalidomide va
aggiustato sulla base della clearance della creatinina
Lenalidomide-desametasone-bortezomib
In considerazione dellrsquoelevata efficacia di Bortezomib Lenalidomide e Desametasone come agenti singoli egrave
stata introdotta lrsquoassociazione RVD per sfruttarne lrsquoazione sinergica Un primo studio multicentrico di fase
III volto a testare efficacia e sicurezza del regime RVD nella malattia di nuova diagnosi in pazienti
candidabili o meno allrsquoASCT dimostrava che tale combinazione risulta ben tollerata con bassa incidenza di
TEV e neuropatia (G3 3 per entrambe) Dopo 4 cicli il tasso di risposta di buona qualitagrave ( ge nCR e
VGPR) era del 6 e 11 rispettivamente tuttavia queste risposte incrementavano progressivamente
proseguendo la terapia fino a un massimo di 8 cicli e durante la fase di mantenimento con un 100 di ORR
e un 52 di CRnCR(23)
In uno studio di fase II lrsquoassociazione RDV in induzione del consentiva di ottenere una risposta globale del
97 ( ge VGPR 54 CR 16 e sCR 13) (24)
Lo studio di fase II EVOLUTION ha comparato prospetticamente RVD con VCD con due dosaggi di
ciclofosfamide (VCD e VCD modified) e un regime a quattro farmaci in cui RVD era addizionato con la
ciclofosfamide (RVDC) i pazienti candidati a ASCT ricevevano solo 4 cicli di terapia di induzione gli altri
invece effettuavano 8 cicli seguita poi da un mantenimento con 4 cicli di Bortezomib in somministrazione
monosettimanale (25) VDRC ha evidenziato maggior tossicitagrave rispetto agli altri schemi senza peraltro un
significativo vantaggio in termini di riposte ottenute (ge VGPR e CR VDRC vs RVD vs VCD vs VCD
modified 58 51 41 53 e 25 24 22 e 47 rispettivamente)
LINEE GUIDA MIELOMA
25
Unrsquoaltra combinazione esplorata egrave stata RVD addizionata con doxorubicina liposomiale pegilata dopo
mediamente 4 cicli il rate di CR + nCR e ge VGPR sono risultati essere pari al 30 e 58 rispettivamente
(26)
ALTRI REGIMI DI INDUZIONE
Talidomide-desametasone
Talidomide-desametasone (TD) egrave stato il primo regime ad essere impiegato in alternativa alla chemioterapia
convenzionale VAD come terapia di induzione pre ASCT TD si egrave dimostrata migliore del VAD in termini di
ORR e ge VGPR rate PFS ma non di OS post ASCT in uno studio retrospettivo case match e in uno studio
prospettico (27) Livello di evidenza 2++)
Inoltre un ampio studio di fase III ha cevidenziato la superioritagrave dellrsquoassociazione TD rispetto al
desametasone utilizzato agente singolo con un ORR di 63 contro 41-46 rispettivamente prolungando il
TTP (23 mesi vs 65 mesi rispettivamente) ma non la OS probabilmente per la maggior tossicitagrave evidenziata
della combinazione (maggior numero di eventi avversi di grado 3-4 in particolare TEV ictus infarto
miocardico acuto) in assenza di unrsquoadeguata profilassi antitrombotica (29) Il rate di risposte complete con
TD resta tuttavia basso pari al 4-10 In due ulteriori studi TD egrave stato incorporato al doppio ASCT e
somministrato dallrsquoesordio fino al secondo ASCT (30) oppure fino a ricadutaprogressione di malattia (31)
Lrsquoaggiunta di TD ha comportato un incremento di risposte di buona qualita del PFS e in uno studio anche
della sopravvivenza globale rispetto al doppio ASCT senza talidomide
Nello studio che prevedeva il mantenimento con talidomide tuttavia si sono verificati numerosi eventi
avversi in particolare eventi trombotici e polineuropatia che hanno portato alla discontinuazione del
farmaco nel 30 e 60 dei pazienti dopo 2 e 4 anni rispettivamente
Talidomide-desametasone e agenti citotossici
In diversi studi sono state testate varie associazioni di Talidomide con agenti chemioterapici tradizionali
quali Talidomide-Desametasone-Doxorubicina (TAD) e Talidomide-Desametasone-Ciclofosfamide (CTD)
In uno studio di fase III (32) la combinazione TAD comportava un incremento di rispostedi buona qualitagrave
rispetto al VAD (ge VGPR 37 vs 18) che veniva mantenuta dopo ASCT (54 vs 44 rispettivamente)
La PFS mediana del braccio TAD e mantenimento con Talidomide egrave risulta pari a 34 mesi rispetto a 2 mesi
per coloro che ricevevano VAD e un mantenimento con interferone In uno studio di fase III lrsquoassociazione
CTD si egrave dimostrata superiore al VAD+ciclofosfamide ottenendo una maggir percentuale di risposte
complete sia prima che dopo ASCT (pre 19 vs 9 post 51 vs 40 rispettivamente) (33)
Mieloma Multiplo etagrave lt 65 anni Terapia di I linea
Regimi di terapia preferiti
Terapia di induzione pre- trapianto autologo
Bortezomib+talidomide+desametasone ( studi di fase 3) Bortezomib + desametasone (studi fase 3) Bortezomib + desametasone+ doxorubicina liposomiale (studi fase 3) Bortezomib + lenalidomide + desametasone (studi di fase 3) lenalidomide+desametasone ( studi di fase 3)
Altri regimi possibili
Bortezomib + ciclofosfamide+desametasone ( studi di fase 2 e retrospettivi) Talidomide + desametasone (studi fase 2 e 3) Talidomide + desametasone + doxorubicina (studi fase 3) Talidomide + ciclofosfamide + desametasone (studi fase 3)
LINEE GUIDA MIELOMA
26
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
A Nella fase di induzione tutti i pazienti devono ricevere un
trattamento comprendente i nuovi farmaci e non solo
chemioterapici (35) Positiva forte
A
I regimi di induzione contenenti bortezomib sembrano
essere i piugrave rapidi ed efficaci In particolare il miglior
bilancio tra efficacia e tossicitagrave sembra appartenere alle
triplette di farmaci (bortezomib desametasone e IMiDs o
chemioterapia) (24-32-33) Lrsquoassociazione di Talidomide e Desametasone (TD) appare
un regime sub-ottimale pur mantenendo una certa
efficacia(10)
Positiva forte
D (Parere di esperti)
Il numero di cicli di induzione raccomandati egrave 3-4 33) Positiva debole
D (Parere di esperti)
La raccolta delle cellule staminali dovrebbe essere
effettuata entro 4 cicli di induzione (33) Positiva debole
B Sia bortezomib sia talidomide possono essere impiegati
senza prevedere una tossicitagrave aggiuntiva nei pazienti in
insufficienza renale eo dialisi (34) Positiva debole
D (Parere di esperti)
I pazienti trattati con Bortezomib dovrebbero ricevere una
profilassi antivirale con acyclovir (33) Positiva debole
62 Terapia di consolidamento e mantenimento post trapianto
La terapia di consolidamento ha lrsquoobiettivo di migliorare ulteriormente la risposta ottenuta con le alte dosi si
basa quindi su di un regime terapeutico molto efficace somministrato per un breve periodo di tempo per
ridurne al minimo la tossicitagrave Il consolidamento puograve essere effettuato con un secondo trapianto autologo
che offre particolare beneficio ai pazienti che non hanno ottenuto almeno una VGPRnCR dalla prima
procedura trapiantologica In seguito allrsquointroduzione dei ldquonuovi farmacirdquo nellrsquoarmamentario terapeutico del
MM sono stati sperimentati regimi di consolidamento comprensivi di Talidomide Bortezomib e
Lenalidomide Lrsquoimpiego di bortezomib e lenalidomide come agenti singoli dopo ASCT ha determinato un
miglioramento del rate di CR e CR+nCR compreso tra il 10-30 (34-35) Lo schema VTD si egrave dimostrato
molto efficace come consolidamento permettendo di migliorare la risposta inducendo anche risposte
molecolari (36) e in paragone a TD prolungando la PFS Tuttavia lrsquoassegnazione a TD o VTD in questo
studio non era randomizzata ma seguiva lrsquoassegnazione randomizzata iniziale nei due bracci come terapia di
induzione pre-trapianto (37) (livello di evidenza 2++)
La terapia di mantenimento egrave finalizzata invece a conservare nel tempo la risposta ottenuta a prolungare la
PFS e lrsquoOS senza alterare in modo significativo la qualitagrave di vita consiste in un trattamento a bassi dosaggi per un periodo di tempo prolungato (alcuni anni) In assenza di alternative fino a 10 anni fa circa le
uniche possibilitagrave erano rappresentate dallrsquointerferone e dallo steroide tali terapie risultavano perograve
molto tossiche e assai poco efficaci nel raggiungere gli obiettivi sopracitati In studi randomizzati
lrsquoimpiego di Talidomide come terapia di mantenimento post ASCT ha evidenziato un beneficio in
termini di PFS (3132 38-41) e in due di questi associata allo steroide anche di OS (38-40)
LINEE GUIDA MIELOMA
27
Il vantaggio in OS veniva perso se talidomide era anche parte della terapia di induzione (31 32 39) Inoltre
sembra che la prolungata esposizione a talidomide possa far emergere cloni resistenti e che tale agente sia
inefficace in pazienti portatori di alterazioni citogenetiche (42) Il problema principale relativo allrsquoimpiego di
talidomide come terapia di mantenimento a lungo termine riguarda la sua neurotossicitagrave che comporta una
percentuale di discontinuazione del farmaco fino al 60 (42)
Lenalidomide in considerazione dellrsquoassenza di neurotossicitagrave appare indicata come terapia di
mantenimento post ASCT Due studi randomizzati indipendenti hanno recentemente mostrato un vantaggio
in termini di PFS con lrsquoimpiego di lenalidomide rispetto a placebo dopo singolo o doppio ASCT (43 44) e
uno dei due anche un vantaggio in OS (44) (livello di evidenza 1++) In entrambi gli studi nei pazienti che
assumevano Lenalidomide egrave emerso un incrementato rischio di seconde neoplasie (SPMs) nellrsquoordine del
7 in tal senso saranno necessari un follow-up piugrave prolungato eulteriori studi per definire meglio i fattori di
rischio per le SPMs e la loro incidenza
Pochi e non conclusivi dati esistono sulla terapia di mantenimento con bortezomib essendo inoltre di non
poco rilievo il problema della via di somministrazione endovenosa e la neurotossicitagrave In tal senso potragrave
avere un certo rilievo la prossima del disponibilitagrave bortezomib per via sottocutanea che comporta una
significativa riduzione del rischio di incidenza della neurotossicitagrave iatrogena (45)
Terapia di Mantenimentoconsolidamento
Regimi terapeutici (studi fase 2 e fase 3)
Terapia di consolidamento
post- trapianto autologo
Bortezomib + desametasone (studi fase 3) Bortezomib+talidomide+desametasone ( studi di fase 3) Bortezomib + lenalidomide + desametasone (studi di fase 2) lenalidomide+desametasone ( studi di fase 3)
Terapia di mantenimento
post trapianto autologo
Talidomide (studi fase 3) Lenalidomide (studi fase 3) Bortezomib (studi fase 3)
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
D
La terapia di consolidamento e di mantenimento post
ASCT con i nuovi farmaci dovrebbe avvenire solo nel
contesto di studi clinici (i dati dei diversi studi sono
ancora poco solidi e richiedono un follow-up piugrave
prolungato)(33)
Studi clinici
63 Terapia ad alte dosi con supporto di progenitori emopoietici autologhi
Sono passati quasi 30 anni dalla prima segnalazione dellrsquoefficacia delle alte dosi di melphalan nel MM (47)
Da allora ASCT egrave diventata la terapia di riferimento nel paziente giovane affetto da MM alla diagnosi
Il trapianto autologo consente di ottenere elevati tassi di risposte complessive e attualmente rimane il
trattamento di riferimento per i pazienti eleggibili Alcuni studi randomizzati (vedi Tabella 1) condotti su
pazienti alla diagnosi evidenziano la superioritagrave del trapianto rispetto alla terapia convenzionale nel paziente
con MM con etagrave inferiore a 65 anni (Livello di evidenza 1++)
LINEE GUIDA MIELOMA
28
Tabella 1 Studi controllati- randomizzati terapia convenzianale vs terapia ad alte dosi
Trial Ndeg pts EFS
(median months) OS
(median months) References
IFM90 CT 100 8 at 7 years 25 at 7 years Attal et al (1996)
ASCT 100 16 at 7 years 43 at 7 years Harousseau et al
(2005)
MRC CT 200 32 20
Child et al (2003) ASCT 201 54 months 42
MAG91 CT 91 13 64 Fermand et al
(1998) ASCT 94 39 65
PETHEMA CT 83 34 67
Blade et al (2001) ASCT 81 43 67
CT Chemioterapia convenzionale ndash ASCT terapia ad alte dosi
EFS event-free survival OS overall survival
Da rilevare peraltro che lrsquointroduzione dei nuovi farmaci negli schemi di induzione non solo ha deteminato
un miglioramento delle risposte globali pretrapianto ma ha consentito di implementare il numero di risposte
di buona qualitagrave dopo il trapianto (48 -51)
Circa un confronto diretto tra nuovi farmaci e la terapia trapiantologica abbiamo a disposizione pochi dati di
letteratura Il gruppo GIMEMA ha concluso uno studio su 402 pazienti affetti da mieloma multiplo in prima
diagnosi e randomizzati a ricevere dopo 4 cicli di lenaidomide-desametasone o un doppio trapianto
autologo (MEL 200) o altri 6 cicli di terapia con melphalan-prednisone-lenalidomide Questo studio ha
riportato un significativo aumento in PFS ma non in OS per il braccio trapiantologico (52)
In un secondo studio 389 pazienti sono stati trattati in induzione con lenelidomide+basse dosi di
desametasone e successivamente randomizzati a ricevere CRD (ciclofosfamide lenalidomide desametasone)
o doppio trapianto autologo (MEL200) In questo trial la PFS a 2 anni egrave risultata migliore per il braccio
trapiantologico( 62 vs72)(53) Analoghi studi sono attualmente in corso
Mobilizzazione cellule staminali
La sorgente delle cellule staminali egrave quasi esclusivamente il sangue periferico le cellule staminali infatti
vengono prelevate da sangue periferico con una o piugrave procedure aferetiche previa terapia di mobilizzazione
Il farmaco maggiormente utilizzato ai fini della mobilizzazione egrave la ciclofosfamide a dosi medio alte (2-4
gmq) in combinazione con lenograstim (5-10 mcgKgdie) Altri regimi di mobilizzazione riportati in
letteratura oltre allrsquoutilizzo del solo fattore di crescita emopoietico sono la citosina arabinoside la
vinorelbina e diversi schemi di polichemioterapia Il numero minimo di cellule CD34 necessarie per
effettuare la procedura trapiantologica e pari a 2 x106 kg
Lrsquoutilizzo di cellule staminali selezionate o la tecnica del purging del prodotto aferetico non ha comportato
una riduzione del rischio di recidiva (54) e pertanto non egrave consigliato
Singolo vs Tandem
Si parla di doppio trapianto (tandem) qualora una seconda procedura venga effettuata entro 6 mesi dalla
prima Diversi trials randomizzati hanno indagato lrsquoutilitagrave di un secondo autotrapianto e una metanalisi del
2009 avrebbe evidenziato una superioritagrave del doppio autotrapianto sul singolo in termini di tasso di risposta e
EFS (20 vs 10) ma non di OS (55) Uno studio conferma un beneficio a lungo termine della doppia
procedura (56) mentre in altri due studi viene dimostrato che i pazienti che beneficiano maggiormente del
secondo trapianto sono quelli che non ottengono almeno una VGPR con il primo trapianto (56 ndash 57) In
particolare nello studio IFM94 389 pazienti alla diagnosi venivano randomizzati a ricevere singolo (MEL
140+TBI) o doppio autologo (MEL 140 - MEL 140+TBI) Gli autori hanno dimostrato un aumento di OS
stimata a 7 anni per il doppio autologo e in unrsquoanalisi di sottogruppi hanno riscontrato che i pazienti che
beneficiavano maggiormente del doppio autologo erano quelli che non ottenevano almeno una VGPR entro
tre mesi dalla prima procedura (57) Analoghe conclusioni sono emerse da uno studio italiano dove veniva
utilizzato come regime di condizionamento MEL 200 (58) (Livello di Evidenza 1++)
LINEE GUIDA MIELOMA
29
Critiche a questi studi sono lrsquoutilizzo di una minor dose cumulativa di MEL nel braccio del trapianto singolo
nello studio del gruppo francese e per entrambi la bassa potenza degli studi per valutare il ruolo del doppio
trapianto nei pazienti che ottengono una CR o almeno una VGPR dopo la prima procedura
Una revisone sistematica pubblicata nel 2012 per stabilire il vantaggio di un doppio trapianto autologo
rispetto al singolo ha concluso che non vi sono dati sufficienti per una decisione definitiva considerando che
sono stati riscontrati bias negli studi pubblicati e che i trial non comprendevano ancora i nuovi farmaci
attualmente a disposizione (59)
Il ruolo del secondo autotrapianto potrebbe essere messo in discussione da studi randomizzati in corso che
paragonano consolidamento con nuovi farmaci e trapianto autologo nel frattempo il II trapianto dovrebbe
essere offerto ai pazienti che non hanno ottenuto una risposta completa dopo il primo trapianto riservando
tale opzione terapeutica agli altri pazienti in occasione delleventuale recidiva di malattia
Condizionamento
Il regime di condizionamento per il trapianto autologo nel MM rimane il Melphalan ad alte dosi (200
mgmq) Tale dosaggio viene ridotto nei pazienti con insufficienza renale (con GFRlt 30 mlmin) e in dialisi
in cui la somministrazione a 200 mgmq comporta un incremento di tossicitagrave e di mortalitagrave correlata alla
procedura (60) Un incremento del dosaggio di melphalan (220-300 mg anche in associazione ad Amifostina)
ha evidenziato un miglioramento della PFS ma con un notevole incremento della tossicitagrave (61-62) mentre
lassociazione con Total-body irradiation (TBI) non comporta nemmeno miglioramento del PFS (63) (Livello
di evidenza 4) per cui attualmente lo standard egrave Melphalan 200mgmq (64 )
Anche nel contesto del condizionamento al trapianto sono stati inseriti i nuovi farmaci (Melphalan 140
mgmq + Bortezomib) con risultati promettenti in termini di risposta (gtVGPR 70 con RC 30) anche se
il follow-up egrave troppo breve per valutarne lrsquoimpatto sulla sua durata (65)
64 Trapianto allogenico
In relazione alletagrave media avanzata alla diagnosi e alla disponibilitagrave di un donatore familiare sono pochi i
pazenti affetti da MM potenzialmente candidabili ad una procedura di trapianto allogenico
Il trapianto allogenico mieloablativo correla con miglioramneto dellrsquo intervallo libero da malattia (tra 22-
36) anche se il suo ruolo nel trattamento del MM appare controverso dato lelevato tasso di mortalitagrave
correlata alla procedura (Transplant related mortality TRM) che varia tra 34-54 nei diversi studi
Fattori prognostici negativi per il trapianto allogenico mieloablativo sono un precedente ASCT un lungo
intervallo tra la diagnosi e il trapianto e il mismacht di sesso tra donatore e ricevente (66-67)
Per ridurre la TRM e permettere di estendere lrsquoindicazione ad un maggior numero di pazienti con MM alla
diagnosi egrave stato sperimentato il trapianto allogenico a condizionamento ridotto (RIC) Diversi studi in
letteratura evidenziano la fattibilitagrave di tale approccio anche nei pazienti piugrave anziani con una TRM lt20 In
questo particolare setting rimane elevata lincidenza di GvHD cronica recentemente riportato fino al 74
dei pazienti trattati (68) Anche se la sopravvivenza globale a 5 anni risulta circa del 60 sono segnalate
recidive di malattia (spesso extramidollari) anche dopo 5 anni dal trapianto
Uno studio prospettico (69) ha riportato una miglior OS per i pazienti sottoposti allrsquoallotrapianto non
mieloablativo dopo un trapianto autologo rispetto al doppio autotrapianto mentre altri studi non hanno
confermato tale dato (vedi tabella 2) Secondo le raccomandazioni del gruppo Europeo il trapianto
allogenico puograve essere considerato per i pazienti giovani ad alto rischio che accettino il tasso di mortalitagrave
correlato alla procedura e la natura sperimentale del trattamento (74)
LINEE GUIDA MIELOMA
30
Tabella2 studi randomizzati tandem autologo vs tandem auto-allotrapianto nel MM alla diagnosi
Pts RC () EFS (mesi) OS (Mesi) P
IFM (70) 166 vs 46 37vs 55 25 vs 21 57 vs 41 NS
GIMEMA (69) 82 vs 80 26 vs 55 33 vws 37 64 vs NR S
PETHEMA (71) 82 vs 25 11 vs 40 20 vs 26 58 vs 60 NS
HOVON (72) 101 vs 115 42 vs 45 34 vs 39 63 vs 56 NS
EBMT (73) 250 vs 110 41 vs 52 15 vs 36 50 vs 65
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
A
ASCT deve essere parte integrante del programma
terapeutico del paziente affetto da MM di etagrave inferiore
uguale a 65 anni con adeguato performance status (tabella 1)
Positiva forte
D ASCT potrebbe essere eseguito anche in pazienti con eta
compresa tra 65 e 70 anni in assenza di patologie
associate(64) Positiva debole
B
Il regime di condizionamento al trapianto consiste nel
Melphalan 200 mgmq con riduzione di dose (140 mgmq)
in caso di alterazione della funzione renale o nei pazienti
con etagrave gt65 anni (60 64)
Positiva debole
B
Il Tandem ASCT attualmente non puograve essere considerato lo
standard il secondo trapianto infatti dovrebbe essere
riservato ai pazienti che non ottengono una risposta
superiore alla VGPR dopo la prima procedura
trapiantologica (59) Nei pazienti in cui la seconda procedura egrave invece indicata
questa deve essere effettuata dopo 3 e non oltre i 6 mesi dal
precedente trattamento ad alte dosi (57)
Negativa debole
C
Il trapianto allogenico mieloablativo da donatore familiare
HLA identico puograve essere considerato solo nei pazienti di etagrave
lt 40 anni responsivi alla terapia di prima linea e solo
nellrsquoambito di trials clinici(74) Il Trapianto allogenico a condizionamento ridotto (RIC) egrave
proponibile a pazienti ad alto rischio dopo ASCT solo
nellambito di studi clinici controllati
Studi clinici
Bibliografia 1 Rosintildeol L Oriol A Mateos MV Sureda A Garciacutea-Saacutenchez P Gutieacuterrez N Alegre A Lahuerta JJ de la Rubia J
Herrero C Liu X Van de Velde H San Miguel J Bladeacute J Phase II PETHEMA trial of alternating bortezomib
and dexamethasone as induction regimen before autologous stem cell transplantation in younger patients with
multiple myeloma efficacy and clinical implications of tumor response kinetics JCO 2007254452-4458
2 Harousseau JL Attal M Leleu X Troncy J Pegourie B Stoppa AM Hulin C Benboubker L Fuzibet JG
Renaud M Moreau P Avet-Loiseau H Bortezomib plus dexamethasone as induction treatment prior to
autologous stem cell transplantation in patients with newly dignosed multiple myeloma results of an IFM phase
II study Haematologica 2006911 498-1505
LINEE GUIDA MIELOMA
31
3 Harousseau JL Attal M Avet-Loiseau H Marit G Caillot D Mohty M Lenain P Hulin C Facon T Casassus
P Michallet M Maisonneuve H Benboubker L Maloisel F Petillon MO Webb I Mathiot C Moreau P
Bortezomib plus dexamethasone is superior to vincristine plus doxorubicin plus dexamethasone as induction
treatment prior to autologous stem-cell transplantation in newly diagnosed multiple myeloma results of the IFM
2005-01 phase III trial J Clin Oncol 2010 28 4621-4629
4 Avet-Loiseau H Leleu X Roussel M Moreau P Guerin-Charbonnel C Caillot D Marit G Benboubker L
Voillat L Mathiot C Kolb B Macro M Campion L Wetterwald M Stoppa AM Hulin C Facon T Attal M
Minvielle S Harousseau JL Bortezomib plus dexamethasone induction improves outcome of patients with
t(414) myeloma but not outcome of patients with del(17p) J Clin Oncol 2010 28 4630-4634
5 Sonneveld P Schmidt-Wolf IG van der Holt B El Jarari L Bertsch U Salwender H Zweegman S Vellenga E
Broyl A Blau IW Weisel KC Wittebol S Bos GM Stevens-Kroef M Scheid C Pfreundschuh M Hose D
Jauch A van der Velde H Raymakers R Schaafsma MR Kersten MJ van Marwijk-Kooy M Duehrsen U
Lindemann W Wijermans PW Lokhorst HM Goldschmidt HM Bortezomib induction and maintenance
treatment in patients with newly diagnosed multiple myeloma results of the randomized phase III HOVON-65
GMMG-HD4 trial J Clin Oncol 2012 Aug 2030(24)2946-55
6 Neben K Lokhorst HM Jauch A Bertsch U Hielscher T van der Holt B Salwender H Blau IW Weisel K
Pfreundschuh M Scheid C Duumlhrsen U Lindemann W Schmidt-Wolf IG Peter N Teschendorf C Martin H
Haenel M Derigs HG Raab MS Ho AD van de Velde H Hose D Sonneveld P Goldschmidt H
Administration of bortezomib before and after autologous stem cell transplantation improves outcome in
multiple myeloma patients with deletion 17p Blood 2012119(4)940-8
7 Reeder CB Reece DE Kukreti V Chen C Trudel S Hentz J Noble B Pirooz NA Spong JE Piza JG Zepeda
VH Mikhael JR Leis JF Bergsagel PL Fonseca R Stewart AK Cyclophosphamide bortezomib and
dexamethasone induction for newly diagnosed multiple myeloma high response rates in a phase II clinical trial
Leukemia 2009 23 1337-1341
8 Uttervall K1 Admasie J Alici E Lund J Liwing J Aschan J Barendse M Deneberg S Mellqvist UH Carlson
K Nahi H A combination regimen of bortezomib cyclophosphamide and betamethasone gives quicker better
and more durable response than VADCyBet regimens results from a Swedish retrospective analysis Acta
Hematologica 2013 130 (1) 7-15
9 Wang M Giralt S Delasalle K Handy B Alexanian R Bortezomib in combination with thalidomide-
dexamethasone for previously untreated multiple myeloma Haematology 200712235-239
10 Cavo M Tacchetti P Patriarca F Petrucci MT Pantani L Galli M Di Raimondo F Crippa C Zamagni E
Palumbo A Offidani M Corradini P Narni F Spadano A Pescosta N Deliliers GL Ledda A Cellini C
Caravita T Tosi P Baccarani M GIMEMA Italian Myeloma Network Bortezomib with thalidomide plus
dexamethasone compared with thalidomide plus dexamethasone as induction therapy before and consolidation
therapy after double autologous stem-cell transplantation in newly diagnosed multiple myeloma a randomised
phase 3 study Lancet 2010376(9758)2075-2085
11 Rosintildeol L Oriol A Teruel AI Hernaacutendez D Loacutepez-Jimeacutenez J de la Rubia J Granell M Besalduch J Palomera
L Gonzaacutelez Y Etxebeste MA Diacuteaz-Mediavilla J Hernaacutendez MT de Arriba F Gutieacuterrez NC Martiacuten-Ramos
ML Cibeira MT Mateos MV Martiacutenez J Alegre A Lahuerta JJ San Miguel J Bladeacute J Programa para el
Estudio y la Terapeacuteutica de las Hemopatiacuteas MalignasGrupo Espantildeol de Mieloma (PETHEMAGEM) group
Superiority of bortezomib thalidomide and dexamethasone (VTD) as induction pretransplantation therapy in
multiple myeloma a randomized phase 3 PETHEMAGEM study Blood 2012 Aug 23120(8)1589-96
12 Moreau P Avet-Loiseau H Facon T Attal M Tiab M Hulin C Doyen C Garderet L Randriamalala E Araujo
C Lepeu G Marit G Caillot D Escoffre M Lioure B Benboubker L Peacutegourieacute B Kolb B Stoppa AM Fuzibet
JG Decaux O Dib M Berthou C Chaleteix C Sebban C Traulleacute C Fontan J Wetterwald M Lenain P Mathiot
C Harousseau JL Bortezomib plus dexamethasone versus reduced-dose bortezomib thalidomide plus
dexamethasone as induction treatment before autologous stem cell transplantation in newly diagnosed multiple
myeloma Blood 2011118(22)5752-5758
13 Kaufman JL Nooka A Vrana M Gleason C Heffner LT Lonial S Bortezomib thalidomide and
dexamethasone as induction therapy for patients with symptomatic multiple myeloma Cancer 2010 116 3143-
3151
14 Besinger W Jagannath S Vescio R Camacho E Wolf J Irwin D Capo G McKinley M Potts P Vesole DH
Mazumder A Crowley J Becker P Hilger J Durie BG Phase 2 study of two sequential three-drug combinations
containing bortezomib cyclophosphamide and dexamethasone followed by bortezomib thalidomide and
dexamethasone as frontline therapy for multiple myeloma Br J Hematol 2010 148 562-68
15 Ludwig H Viterbo L Greil R Masszi T Spicka I Shpilberg O Hajek R Dmoszynska A Paiva B Vidriales
MB Esteves G Stoppa AM Robinson D Jr Ricci D Cakana A Enny C Feng H van de Velde H Harousseau
JL Randomized phase II study of bortezomib thalidomide and dexamethasone with or without
LINEE GUIDA MIELOMA
32
cyclophosphamide as induction therapy in previously untreated multiple myeloma J Clin Oncol 2013 Jan
1031(2)247-55
16 Pineda-Roman M Zangari M Haessler J Anaissie E Tricot G van Rhee F Crowley J Shaughnessy JD Jr
Barlogie B Sustained complete remission in multiple myeloma linked to bortezomib in total therapy 3
comparison with total therapy 2 Br J Haematol 2008140625-634
17 Rajkumar SV Hayman SR Lacy MQ Dispenzieri A Geyer SM Kabat B Zeldenrust SR Kumar S Greipp PR
Fonseca R Lust JA Russell SJ Kyle RA Witzig TE Gertz MA Combination therapy with lenalidomide plus
dexamethasone (revdex) for newly diagnosed myeloma Blood 20051064050-4053
18 Zonder JA Crowley J Hussein MA Bolejack V Moore DF Whittenberger BF Abidi MH Durie B and
Barlogie B et al Superiority of lenalidomide plus high-dose dexamethasone (HD) compared to HD alone as
treatment of newly diagnosed multiple myeloma result of the randomized double-blind placebo-comtrolled
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19 Rajkumar SV Jacobus S Callander NS Fonseca R Vesole DH Williams ME Abonour R Siegel DS Katz M
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lenalidomide plus low-dose dexamethasone as initial therapy for newly diagnosed multiple myeloma an open-
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20 Kumar S Dispenzieri A Lacy MQ Hayman SR Buadi FK Gastineau DA Litzow MR Fonseca R Roy V
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peripheral blood stem cell transplantation in patients with newly diagnosed myeloma Leukemia 2007 21 2035-
42
21 Kumar S Giralt S Stadtmauer EA Harousseau JL Palumbo A Bensinger W Comenzo RL Lentzsch S
Munshi N Niesvizky R San Miguel J Ludwig H Bergsagel L Blade J Lonial S Anderson KC Tosi P
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22 Palumbo A Rajkumar SV Dimopoulos MA Richardson PG San Miguel J Barlogie B Harousseau J Zonder
JA Cavo M Zangari M Attal M Belch A Knop S Joshua D Sezer O Ludwig H Vesole D Bladeacute J Kyle R
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24 Roussel M Avet-Loiseau H Moreau P Huynh A Benboubker L Hulin C Marit G Leleu X Pegourie B
Fruchart C Caillot D Stoppa AS Facon T Harousseau JL and Attal M Frontline therapy with bortezomib
lenalidomide and dexamethasone (VRD) fllowed by autologous stem cell transplantation VRD consolidation
and lenalidomide maintenance in newly diagnosed multiple myeloma pateints primary results of the IFM 2008
phase II study Blood 2010 abs 624
25 Kumar S Flinn I Richardson PG Hari P Callander N Noga SJ Stewart AK Turturro F Rifkin R Wolf J
Estevam J Mulligan G Shi H Webb IJ Ra SV Randomized multicenter phase 2 study (EVOLUTION) of
combinations of bortezomib dexamethasone cyclophosphamide and lenalidomide in previously untreated
multiple myeloma Blood 2012 119 4375-82
26 Jakuboviak AJ Reece DE Hofmeister CC Lonial S Zimmerman TM Campagnaro EL Schlossman RL
Laubach J Raje N Anderson T Griffith K Hill M Harvey C Dollard AM Wear S Barrickman J Tendler C
Esseltine DL Kelley SL Kaminski MS Anderson KC and Richardson PG Lenalidomide bortezomib
pegylated liposomial doxorubicin and dexamethasone in newly diagnosed multiple myeloma updated results of
phase III MMRC trial Blood 2009 114 abs 132
27 Cavo M Zamagni E Tosi P Tacchetti P Cellini C Cangini D de Vivo A Testoni N Nicci C Terragna C
Grafone T Perrone G Ceccolini M Tura S Baccarani M Bologna 2002 study Superiority of thalidomide and
dexamethasone over VAD as primary therapy in preparation for autologous transplantation for multiple
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28 Rajkumar SV Blood E Vesole D Fonseca R Greipp PR Eastern Cooperative Oncology Group Phase III
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multiple myeloma a clinical trial coordinated by the Eastern Cooperative Oncology Group JCO 200624431-6
LINEE GUIDA MIELOMA
33
29 Cavo M Di Raimondo F Zamagni E Patriarca F Tacchetti P Casulli AF Volpe S Perrone G Ledda A
Ceccolini M Califano C Bigazzi C Offidani M Stefani P Ballerini F Fiacchini M de Vivo A Brioli A Tosi
P Baccarani M Short-term thalidomide incorporated into double autologous stem-cell transplantation improves
outcomes in comparison with double autotransplantation for multiple myeloma JCO 2009305001-5007
30 Barlogie B Tricot G Anaissie E Shaughnessy J Rasmussen E van Rhee F Fassas A Zangari M Hollmig K
Pineda-Roman M Lee C Talamo G Thertulien R Kiwan E Krishna S Fox M Crowley J Thalidomide and
hematopoietic-cell transplantation for multiple myeloma N Engl J Med 20063541021-1030
31 Lokhorst HM van der Holt B Zweegman S Vellenga E Croockewit S van Oers MH von dem Borne P
Wijermans P Schaafsma R de Weerdt O Wittebol S Delforge M Berenschot H Bos GM Jie KS Sinnige H
van Marwijk-Kooy M Joosten P Minnema MC van Ammerlaan R Sonneveld P Dutch-Belgian Hemato-
Oncology Group (HOVON) A randomized phase 3 study on the effect of thalidomide combined with
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multiple myeloma Blood 2010 115 1113-1120
32 Morgan GJ Davies FE Gregory WM Bell SE Szubert AJ Navarro Coy N Cook G Feyler S Johnson PR
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34 Dimopoulos MA Roussou M Gkotzamanidou M Nikitas N Psimenou E Mparmparoussi D Matsouka C
Spyropoulou-Vlachou M Terpos E Kastritis E The role of novel agents on the reversibility of renal impairment
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38 Cavo M Pantani L Petrucci MT Patriarca F Zamagni E Donnarumma D Crippa C Boccadoro M Perrone G
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Musto P Palumbo A GIMEMA (Gruppo Italiano Malattie Ematologiche dellAdulto) Italian Myeloma Network
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LINEE GUIDA MIELOMA
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controller trial Lancet Oncol 201011(1)29-37
51 Richardson PG Weller E Lonial S et al Lenalidomide bortezomib and dexamethasone combination therapy in
patients with newly diagnosed multiple Myeloma Bloob 2010116(5)679-86)
52 Boccadoro M Cavallo F Gay F et al Melphalan-prednisone-lenalidomide (MPR) versus High dose melphalan
and autologous transplantation ( MEL 200) plus lenalidomide maitenance or no maintenance in newly diagnoses
Multiple Myeloma patients J Clin Oncol 2013 31 abstract 8509)
53 Gay F Hajek R Dira Diramondo F et al Cyclophosphamide-lenalidomide-dexamethasone vs autologous
transplant in newly diagnosed myeloma a phase III trial Clin Lymphoma Myeloma Leuk 201313 (suppl
1)S40
54 Stewart AK Vescio R Schiller G Purging of autologous peripheral-blood stem cells using CD34 selection
does not improve overall or progression-free survival after high-dose chemotherapy for multiple myeloma
results of a multicenter randomized controlled trial Journal of Clinical Oncology (2001) 19 3771ndash3779
55 Kumar A Kharfan-Dabaja MA Glasmacher A Djulbegovic B Tandem versus single autologous hematopoietic
cell transplantation for the treatment of multiple myeloma a systematic review and meta-analysis J Natl Cancer
Inst 2009 101(2) 100-10
56 Barlogie B Attal M Crowley J Lomg term follow-up of autotransplantation trials for multiple myeloma update
of protocols conducted by the Intergroupe Francophone du Myelome South-west Oncology Group and the
University of Arkansas for Medical Sciences J Clin Oncol201028(7)1209-1214
57 Attal Harousseau JL Facon T Single versus double autologous stem-cell transplantation for multiple
myeloma New England Journal of Medicineigrave (2003) 349 2495ndash2502)
58 Cavo M Tosi P Zamagni E Prospective randomized study of single compared with double autologous stem-
cell transplantation for multiple myeloma Bologna 96 clinical study J Clin Oncol2007252434-2441
59 Maumann-Winter et al Cochrane database Syst Rev 2012 act 1710cd 004626
60 Knudsen LM Nielsen B Gimsing P amp Geisler C Autologous stem cell transplantation in multiple
myeloma outcome in patients with renal failure European Journal of Haematology 2005 75 27ndash33)
LINEE GUIDA MIELOMA
35
61 Garban F Attal M Michallet M et al Prospective comparison of autologous stem cell transplantation
followed by dose-reduced allograft (IFM99-03 trial) with tandem autologous stem cell transplantation (IFM99-
04 trial) in high-risk de novo multiple myeloma Blood 2005 - 107 3474ndash3480
62 Phillips GL Meisenberg B Reece DE et al Amifostine and autologous henatopietic stem cell support of
escalating-dose melphalan a phase I study Biol Blood Marrow Transpalnt 2004 Jul10(7)473-83
63 Moreau P Facon T Attal M Comparison of 200 mgm(2) melphalan and 8 Gy total body irradiation plus
140 mgm(2) melphalan as conditioning regimens for peripheral blood stem cell transplantation in patients with
newly diagnosed multiple myeloma final analysis of the Intergroupe Francophone du Myelome 9502
randomized trial Blood 2002 99 731ndash735
64 Mohamad Mohty and Jean-Luc Harousseau treatment of autologous stem cell transplant-elegible multiple
myeloma patients ten questions and answers Haematologica 201499(3)408-416
65 Roussel M Moreau P Huynh A Bortezomib and high-dose melphalan as conditioning regimen before
autologous stem cell transplantation in patients with de novo multiple myeloma a phase 2 study of the
Intergroupe Francophone du Myelome (IFM) Blood 2010 115 32ndash37)
66 Hunter HM Peggs K Powles R et al Analysis of outcome following allogeneichaemopoietic stem cell
transplantation formyeloma using myeloablative conditioning evidence for a superior outcome using melphalan
combined with total body irradiation British Journal of Haematology 2005 128 496ndash502
67 Crawley C Iacobelli S Bjorkstrand B Reduced-intensity conditioning for myeloma lower nonrelapse
mortality but higher relapse rates compared with myeloablative conditioning Blood 2007 109 3588ndash3594
68 Rotta M Storer BE Sahebi F Long-term outcome of patients with multiple myeloma after autologous
hematopoietic cell transplantation and nonmyeloablative allografting Blood 2009 113 3383ndash 3391
69 Bruno B RotaM Patriarca F A comparison of allografting with autologous autografting for newly diagnosed
myeloma N Engl J Med 2007 3561110-1120 )
70 Garban F Attal M Michallet M Prospective comparison of autologous stem cell transplantation followed by
dose-reduced allograft (IFM99-03 trial) with tandem autologous stem cell transplantation (IFM99-04 trial) in
high-risk de novo multiple myeloma Blood (2006) 107 3474ndash3480
71 Rosinol L Perez-Simon JA Sureda A prospective PETHEMA study of tandem autologous transplantation
versus autograft followed by reduced-intensity conditioning allogeneic transplantation in newly diagnosed
multiple myeloma Blood (2008) 112 3591ndash3593
72 Lokhorst H Sonneveld P amp Van der Holt BDonor versus no donor analysis of newly diagnosed myeloma
patients included in the HOVON 5054 study Blood ASH Annual Meeting 2008 112 Abstracts) 461
73 Bjorkstrand B Lacobelli S amp Hegenbart A Autologous stem cell transplantation (ASCT) versus ASCT
followed by reduced-intensity conditioning (RIC) allogeneic SCT with identical sibling donor in previously
untreated multiple myeloma (MM) a prospective controlled trial by the EBMT Bone Marrow Transplantation
(2009) (abstract) 43 223
74 Engelhardt M Terpos E Kleber M et al European Myeloma Network recommendations on the evaluation and
treatment of newly diagnosed patients with multole Myeloma Haematologica2014 99(2)232-242
LINEE GUIDA MIELOMA
36
7 Mieloma Multiplo recidivato o refrattario
71 Definizione di malattia recidivarefrattaria
Per MM refrattario si intende una malattia che non ha presentato almeno una risposta parziale a 3 o piugrave
cicli di terapia antimieloma o che egrave progredita entro 60 giorni dallrsquoultimo trattamento Si distingue la
categoria del MM refrattario primitivo che comprende i pazienti giagrave sottoposti a piugrave linee di terapia i quali
non hanno mai presentato almeno una risposta parziale a tutte le precedenti linee di terapia
Per MM ricaduto si intende un MM precedentemente trattato che richiede una nuova terapia di salvataggio
dopo un intervallo di remissione parziale o completa di almeno 60 giorni La definizione della recidiva di
malattia segue i criteri dellrsquoInternational Myeloma Working Group IMWG riportati nella tabella
sottostante
Categorie Criteri di valutazione
Malattia progressiva (PD) Necessario almeno uno dei seguenti criteri - Incremento ge25 CM (almeno ge 05 gdl) - Incremento ge 25 CM urinaria (almeno ge 200 mg 24 ore) - Incremento gt 10 dellinfiltrato plasmacellulare midollare - Comparsa di nuove lesioni osteolitiche o plasmocitomi - Ipercalcemia
Recidiva clinica Necessario almeno uno dei seguenti criteri - Comparsa di plasmocitoma o lesioni ossee - Incremento dimensionale di preesistente plasmocitoma o di lesioni ossee - Ipercalcemia (gt 115 mgdl 263 mmoll) - Riduzione dellemoglobina gt 2 gdl - Incremento del valore della creatinina gt 2 mgdl
Recidiva da precedente
remissione completa (RC) Necessario almeno uno dei seguenti criteri - Riscontro di CM sierica o urinaria allelettroforesi o immunofissazione - Incremento delle plasmacellule midollari gt 5 - Evidenza di segni correlati a progressione di malattia (Lesioni litiche
plasmocitoma ipercalcemia ecc)
72 Trattamento
La decisione di iniziare un trattamento di salvataggio
Pazienti con MM in recidiva devono essere ritrattati dopo la ricomparsa dei segni e sintomi di malattia
I criteri CRAB devono essere utilizzati anche per i pazienti in recidiva cosigrave come per i pazienti alla diagnosi
La morfologia e lentitagrave dellrsquoinfiltrato plasmacellulare midollare non devono essere usati come criteri di
inizio della terapia La cinetica di progressione della CM sierica e in particolare il raddoppiamento del suo
valore in 2 mesi egrave stato recentemente proposto come criterio per iniziare il trattamento ma non crsquoegrave al
momento consenso su questa indicazione Al contrario un lento incremento della CM senza segni di
evoluzione clinica non deve essere utilizzato come indice di ritrattamento
Opzioni per la terapia di salvataggio
Attualmente per il trattamento dei pazienti affetti da recidiva di malattia non abbiamo un regime di terapia o
una sequenza di farmaci ottimale (1) Bortezomib e agenti immunomodulanti come talidomide e
lenalidomide (ImiDs) sono molecole molto efficaci in questo setting di pazienti In uno studio
LINEE GUIDA MIELOMA
37
internazionale randomizzato di fase III bortezomib utilizzato come singolo agente si egrave dimostrato superiore
in termini di percentuale di risposta mediana di TTP e sopravvivenza rispetto alle alte dosi di desametasone
Questo ha permesso allrsquoEMEA nel 2005 di approvare il bortezomib come seconda linea di trattamento per i
pazienti con MM (2) (Livello di evidenza 1++) Un ulteriore miglioramento della TTP si egrave ottenuto
combinando il bortezomib con la doxorubicina liposomiale rispetto al solo bortezomib come dimostrato in
un successivo studio internazionale di fase III (3)
(Livello di evidenza 1++) Inoltre studi di fase II hanno
dimostrato come lrsquoaggiunta di desametasone aumenta la percentuale di risposte dal 18 al 33 nei pazienti
con risposte subottimali con il solo bortezomib Questo ha permesso di poter utilizzare in Italia il bortezomib
associato al desametasone nei pazienti in recidiva o refrattari (Legge 648)
Altre promettenti associazioni come bortezomib e talidomide bortezomib e lenalidomide e bortezomib e
melphalan sono state utilizzate in studi di fase II (4-6) (Livello di evidenza 3)
In due studi di fase III egrave stato dimostrato un significativo prolungamento del TTP utilizzando lenalidomide in
associazione al desametasone rispetto al solo desametasone questo ne ha permesso lrsquoapprovazione da parte
dellrsquoEMEA nel 2008 (78) (Livello di evidenza 1++ per la riduzione dei dosaggi di DEX che comunemente
vengono usati rispetto a quelli dello studio) Questi studi (MM-009 and MM-010) hanno dimostrato come sia
possibile ottenere un tasso di risposta complessivo del 60 con CR del 15 ed un TTP di almeno 111
mesi circa utilizzando la lenalidomide in combinazione con desametasone
Una efficacia clinica della combinazione Talidomide-Desametasone egrave stata dimostrata con studi di fase II (9-
11) (Livello di evidenza 3) peraltro non confermati con studi di fase III La talidomide utilizzata ad un
dosaggio mediano di 200ndash400 mg al giorno ha dato risposte in circa il 50 dei pazienti risposte di durata di
circa 12 mesi tali dati peraltro non sono stati sufficienti per ottenere lrsquoapprovazione da parte della FDA o
della EMEA per la talidomide in questa categoria di pazienti
Le alterazioni citogenetiche gli alti valori di beta-2-microglobulinemia e bassi livelli di albumina anche per i
pazienti in recidiva o refrattari hanno lo stesso valore prognostico negativo descritto per i pazienti al
momento della diagnosi Ulteriori caratteristiche come le catene leggere lrsquoisotipo IgA lrsquoinsufficienza renale
la malattia extramidollare il MM iposecernente e la malattia ossea possono condizionare lrsquoandamento della
malattia al momento della recidiva o quando si dimostra refrattaria ai trattamenti utilizzati Sia il bortezomib
che la talidomide si sono dimostrati efficaci e sicuri nei pazienti con insufficienza renale cosigrave come
bortezomib e lenalidomide hanno dimostrato di superare la prognosi negativa data dalla delezione del
cromosoma 13 e dalla translocazione t(414) (1213)
Al momento numerose altre molecole sono in valutazione in studi di fase III nellrsquoottica di ottenere risultati
che permetteranno di avere altre armi terapeutiche nel MM in recidiva Tra questi il carfilzomib un nuovo
inibitore irreversibile del proteosoma si egrave dimostrato attivo nei pazienti con MM refrattari alle terapie
convenzionali sia in studi di fase I (14) che in studi di fase II (1516) La pomalidomide il piugrave nuovo
immunomodulatore valutata in studi clinici e di cui vengono riportati interessanti dati sullrsquoefficacia (17-19)
(Livello di evidenza 3) La bendamustina farmaco attivo nel MM (20) egrave al momento in valutazione in
schemi di associazione con altri agenti come lenalidomide o bortezomib Inoltre sulla base di studi
preclinici gli inibitori degli istoni deacetilasi sia il vorinostat (21) che il panobinostat (22) vengono
attualmente testati in associazione con bortezomib
Il trapianto di cellule staminali autologhe puograve essere considerata unrsquoopzione terapeutica anche per i pazienti
in recidiva e refrattari nonostante gli studi al momento siano limitati In uno studio randomizzato disegnato
nel 1990 egrave stato valutato il tempo ottimale per eseguire ASCT paragonando i risultati ottenuti con un
trapianto eseguito subito dopo la terapia di induzione oppure al momento della recidiva I risultati hanno
dimostrato una OS simile nei 2 gruppi con una mediana di sopravvivenza superiore a 5 anni (23) (Livello di
evidenza 3 studi eseguiti in setting diversi)
Il trapianto allogenico RIC ha mostrato un diverso controllo del MM dipendente dallo stato della malattia al
momento del trapianto stesso con una significativa riduzione dellrsquo EFS nei pazienti in recidiva e refrattari
rispetto ai pazienti rispondenti (24)
(Livello di evidenza 3)
LINEE GUIDA MIELOMA
38
Nonostante lrsquointroduzione di trattamenti attivi con meccanismi dazione differenti rispetto alla chemioterapia
i pazienti sensibili alle terapie hanno una durata di risposta molto variabile ma inesorabilmente la storia
naturale di questa patologia egrave caratterizzata da ulteriori recidive di malattie la cui risposta ai trattamenti
diviene sempre piugrave breve
Per molti pazienti in recidiva lobiettivo della terapia non si discosta molto dal trattamento alla diagnosi con
la possibilitagrave di ottenere il controllo della patologia il miglioramento dei sintomi e della qualitagrave della vita
prolungandone la sopravvivenza accanto a questi perograve bisogna tener presenti i pazienti in cui i possibili
effetti collaterali del trattamento e le patologie associate limitano le opzioni terapeutiche
La terapia palliativa dovragrave essere perciograve presa in considerazione dopo 2 linee di terapia che includono i
nuovi farmaci e che si sono rivelate inefficaci
Tutte le armi terapeutiche disponibili come radioterapia bisfosfonati corticosteroidi oppiacei e basse dosi di
chemioterapia dovranno essere utilizzate per alleviare i sintomi della malattia
Mieloma Multiplo trattamento malattia recidivatarefrattaria
Regimi di terapia preferiti
Terapia di
salvataggio
bull Lenalidomide + desametasone bull Bortezomib + desametasone bull Bortezomib+ desametasone+ doxorubicina liposomiale
Altri regimi possibili
bull Talidomide plusmn desametasone bull Bendamustina plusmn desametasone
bull Melphalan ad alte dosi + reinfusione di cellule staminali autologhe bull Bortezomib+desametasone + alchilante (ciclofosfamide o melphalan) bull Bortezomib+lenalidomide+desametasone bull Lenalidomide+ desametasone+ alchilante (ciclofosfamide o melphalan)
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
A Pazienti con MM in recidiva devono essere ritrattati dopo la
ricomparsa dei segni e sintomi di malattia definiti dai criteri
CRAB(1) Positiva forte
A
I regimi di salvataggio raccomandati sono rappresentati dal
bortezomib in associazione al desametasone (2) dal
bortezomib in associazione al desametasone e alla
doxorubicina liposomiale peghilatan (3) e dalla lenalidomide
in combinazione con il desametasone (78) I criteri per la scelta piugrave appropriata della terapia di re-
induzione deve essere fatta tenendo presente a) il principio
della rotazione di tutti i farmaci escludendo quelli a cui il
paziente ha mostrato resistenza b)lrsquoetagrave del paziente c) la
funzionalitagrave renale la presenza di neuropatia la precedente
tossicitagrave ematologica d) la durata della remissione ottenute
in precedenza
Positiva forte
LINEE GUIDA MIELOMA
39
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
D
Una seconda terapia di re-induzione con i nuovi farmaci
seguita dal trapianto di cellule staminali autologhe puograve essere
eseguita nei pazienti di etagrave inferiore o uguale a 65 anni senza
comorbilitagrave severe che abbiano avuto una remissione di
almeno 24 mesi dopo un precedente trapianto autologo e
siano responsivi alla terapia di salvataggio (23)
Positiva debole
D
Il trapianto di cellule staminali allogeniche dovragrave essere
eseguito soltanto nellrsquoambito di studi clinici in pazienti che
hanno ottenuto una risposta con la terapia di re-induzione
(24)
Studi clinici
Bibliografia 1 Richardson P Mitsiades C Schlossman R Ghobrial I Hideshima T Chauhan D Munshi N Anderson K The
treatment of relapsed and refractory multiple myeloma Hematology Am Soc Hematol Educ Program
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bortezomib and dexamethasone combination therapy in patients with newly diagnosed multiple myeloma
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6 Berenson JR Yang HH Sadler K Jarutirasarn SG Vescio RA Mapes R Purner M Lee SP Wilson J Morrison
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the treatment of patients with relapsed or refractory multiple myeloma J Clin Oncol 200624(6)937-44
7 Weber DM Chen C Niesvizky R Wang M Belch A Stadtmauer EA Siegel D Borrello I Rajkumar SV
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Study Investigators Lenalidomide plus dexamethasone for relapsed multiple myeloma in North America N Engl
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8 Dimopoulos M Spencer A Attal M Prince HM Harousseau JL Dmoszynska A San Miguel J Hellmann A
Facon T Foagrave R Corso A Masliak Z Olesnyckyj M Yu Z Patin J Zeldis JB Knight RD Multiple Myeloma
(010) Study Investigators Lenalidomide plus dexamethasone for relapsed or refractory multiple myeloma N
Engl J Med 2007357(21)2123-32
9 Palumbo A Giaccone L Bertola A Pregno P Bringhen S Rus C Triolo S Gallo E Pileri A Boccadoro M
Low-dose thalidomide plus dexamethasone is an effective salvage therapy for advanced myeloma
Haematologica 200186(4)399-403
10 Dimopoulos MA Zervas K Kouvatseas G Galani E Grigoraki V Kiamouris C Vervessou E Samantas E
Papadimitriou C Economou O Gika D Panayiotidis P Christakis I Anagnostopoulos N Thalidomide and
dexamethasone combination for refractory multiple myeloma Ann Oncol 200112(7)991-5
11 Alexanian R Weber D Giralt S Delasalle K Consolidation therapy of multiple myeloma with thalidomide-
dexamethasone after intensive chemotherapy Ann Oncol 200213(7)1116-9
LINEE GUIDA MIELOMA
40
12 Bahlis NJ Song K Trieu Y Roland B Masih-Khan E Chang H Bruyere H Mansoor A Horsman D Eliasziw
M Stewart D Reece D Lenalidomide overcomes poor prognosis conferred by del13q and t(414) but not
del17p13 in multiple myeloma results of the Canadian MM016 trial (abstract) Blood 20071103597
13 Sagaster V Ludwig H Kaufmann H Odelga V Zojer N Ackermann J Kuumlenburg E Wieser R Zielinski C
Drach J Bortezomib in relapsed multiple myeloma response rates and duration of response are independent of a
chromosome 13q-deletion Leukemia 200721(1)164-8
14 Alsina M Trudel S Vallone M Molineaux C Kunkel L and Goy A Phase 1 Single Agent Antitumor Activity of
Twice Weekly Consecutive Day Dosing of the Proteasome Inhibitor Carfilzomib (PR-171) in Hematologic
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15 Jagannath S Vij R Stewart K Somlo G Jakubowiak A Trudel S Schwartz R Siegel D Kunkel L The
Multiple Myeloma Research Consortium (MMRC) Final results of PX-171-003-A0 part 1 of an open-label
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16 Vij R Wang M Orlowski R Stewart AK Jagannath S Kukreti V LeMHL Kunkel L Siegel D Multiple
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patients with relapsed myeloma An efficacy pdate J Clin Oncol 2715s 2009 (suppl abstr 8537)
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dose dexamethasone as therapy for relapsed multiple myeloma J Clin Oncol 2009 27 5008ndash5014
18 Lacy MQ Hayman SR Gertz MA Short KD Dispenzieri A Kumar S et al Pomalidomide (CC4047) plus low
dose dexamethasone (Pomdex) is active and well tolerated in lenalidomide refractory multiple myeloma (MM)
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19 Richardson PG Siegel D Baz R Kelley SL Munshi NC Sullivan D et al A Phase 12 Multi-center
randomized open label dose escalation study to determine the maximum tolerated dose safety and efficacy of
pomalidomide alone or in combination with low-dose dexamethasone in patients with relapsed and refractory
multiple myeloma who have received prior treatment that includes lenalidomide and bortezomib ASH Annu
Meet Abstr 2010 116 864
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chemotherapy results of a Phase I clinical trial Br J Haematol 2008143191-200
21 Weber D Badros AZ Jagannath S et al Vorinostat plus bortezomib for the treatment of relapsedrefractory
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22 Wolf JL Siegel D Matous J et al A phase II study of oral panobinostat (LBH589) in adult patients with
advanced refractory multiple myeloma (abstract) Blood 20081122774
23 Fermand JP Ravaud P Chevret S et al High-dose therapy and autologous peripheral blood stem cell
transplantation in multiple myeloma up-front or rescue treatment Results of a multicenter sequential
randomized clinical trial Blood 1998923131ndash6
24 Maloney DG Molina AJ Sahebi F et al Allografting with nonmyeloablative conditioning following
cytoreductive autografts for the treatment of patients with multiple myeloma Blood 20031023447ndash54
LINEE GUIDA MIELOMA
41
8 Terapie di supporto e management delle tossicitarsquo correlate alla terapia
81 Malattia ossea
La malattia ossea egrave la maggiore causa di morbiditagrave nel MM ricorrendo in circa lrsquo80 dei pazienti durante la
malattia con la comparsa di lesioni osteolitiche fratture patologiche compressioni radicolari e grave
sintomatologia dolorosa nel 60 circa dei pazienti (1) La disabilitagrave derivante da questi eventi scheletrici
(SRE skeletal related events) non soltanto impatta sulla qualitagrave di vita e sul performance status ma riduce
significativamente la sopravvivenza globale I pazienti con fratture patologiche presentano infatti un rischio
di morte aumentato del 20 rispetto ai pazienti senza fratture (2) La prevenzione ed il trattamento degli
SRE rappresenta pertanto uno dei principali obiettivi della terapia di supporto del MM
811 Terapia medica
I bisfosfonati (BSF) rappresentano il presidio terapeutico primario nel trattamento della malattia ossea
Nellrsquoambito di questi farmaci gli amino-BSF di seconda generazione tra cui lo zoledronato (ZOL) ed il
pamidronato (PAM) hanno dimostrato maggiore efficacia riducendo significativamente lrsquoincidenza di eventi
scheletrici al 25 rispetto al 68 dellrsquoetidronato e al 36 del clodronato Una recente metanalisi ha incluso
i risultati di 17 studi (randomizzati enon randomizzati) che testavano lrsquoefficacia dei bisfosfonati in pazienti
con carcinoma mammario prostatico e MM Alcuni degli studi considerati erano di bassa qualitagrave
metodologica In una cosigrave eterogenea popolazione di pazienti lo ZOL ha mostrato superioritagrave in termini di
riduzione del rischio di SREs rispetto agli altri bisfosfonati Tuttavia non sono stati sinora condotti studi
randomizzati di comparazione testa a testa fra i vari bisfosfonati (34) (Livello di evidenza 1+) Alcuni
nuovi farmaci tra cui Denosumab possono essere indicati nel trattamento della bone mineral density (MBD)
ma al momento sono utilizzabili unicamente nellrsquoambito di studi clinici
MGUS e MM asintomatico Sebbene asintomatici e senza lesioni scheletriche i pazienti affetti MGUS presentano alterato turnover osseo
per gli aumentati livelli sierici ed urinari dei markers di osteolisi oltre che un rischio di fratture ossee 16
volte piugrave elevato rispetto alla popolazione generale (5) A questo riguardo due studi clinici di fase II (67)
hanno dimostrato gli effetti benefici sulla bone mineral density (BMD) mediante ZOL semestrale nei
pazienti con MGUS e osteoporosi sebbene al momento manchino dati conclusivi circa la sicurezza e
lrsquoefficacia nella prevenzione degli SRE (Livello di evidenza 3) Anche lrsquoAlendronato migliora la BMD in
questi pazienti senza evidenze sulla capacitagrave di rallentare la progressione della malattia ossea (8) In un
recente studio prospettico di fase III nel MM asintomatico la somministrazione mensile di ZOL riduce
lrsquoincidenza di SRE senza peraltro nessun impatto sul time to progression (TTP) Tuttavia il basso numero di
pazienti reclutati rispetto a quanto preventivato limita la potenza statistica dello studio (9) (Livello di
evidenza 1+) Alla luce di questi dati lrsquouso dei BSF nei pazienti con MGUS e MM asintomatico non egrave al
momento raccomandabile se non nellrsquoambito di trials clinici
MM sintomatico Lo ZOL ed il PAM costituiscono lrsquoattuale standard of care per la terapia medica della malattia ossea nel
MM Lrsquoinfusione mensile di PAM 90 mg o di ZOL 4 mg comporta riduzione nella ricorrenza degli eventi
scheletrici e miglioramento della qualitagrave di vita nei pazienti con MM sintomatico (10-13) (Livello di
evidenza 1++) Studi di confronto fra i due farmaci documentano una sovrapponibile efficacia (14) a fronte
tuttavia di un aumento del rischio di osteonecrosi della mandibola (ONJ) nei soggetti in trattamento con ZOL
(15) Lo studio randomizzato Medical Research Council Myeloma IX (16) ha arruolato 1960 pazienti con
MM sintomatico a ricevere ZOL o clodronato alla diagnosi in associazione alla terapia anti-MM ottenendo
non soltanto una riduzione degli eventi scheletrici al 27 e 35 rispettivamente ma anche un significativo
allungamento della overall survival (OS) e della progression free survival (PFS) nel braccio ricevente ZOL
LINEE GUIDA MIELOMA
42
Questo risultato conferma studi preclinici di un possibile effetto antitumorale diretto di ZOL (1718) Un
miglioramento nei tassi di CR o VGPR egrave descritto nei pazienti in trattamento con terapia non mieloablativa
(16) per cui lo ZOL egrave ritenuto da alcuni panels di esperti il BSF elettivo per il trattamento della malattia
ossea nel MM (19) Tuttavia una revisione sistematica Cochrane aggiornata nel 2012 (20) attribuisce allo
ZOL un vantaggio in termini di OS e PFS solo verso placebo o etidronato ma non rispetto agli altri BSF
(Livello di evidenza 1++)
Il trattamento prolungato con BSF aumenta il rischio di ONJ potendo alla lunga comportare unrsquoinversione
del loro rapporto rischio-beneficio (2122) mentre il potenziale beneficio della sospensione dei BSF sulla
risoluzione dellrsquoONJ egrave indefinito (2324) Nel paziente con MM sintomatico prima di attivare terapia con
BFS egrave necessario effettuare procedure odontoiatriche di screening che devono essere completate almeno 4-6
settimane prima dellrsquoinizio del trattamento (24) (Livello di evidenza 3)
Lrsquoimpiego di amino-BSF aumenta il rischio di insufficienza renale (1125) e richiede pertanto una rigorosa
valutazione della funzionalitagrave renale periodicamente (Livello di evidenza 4)
La Tabella 1 riassume le riduzioni posologiche consigliate per i principali BSF in relazione ai livelli del
filtrato glomerulare
Tabella 1 - Terapia con bisfosfonati nel MM con insufficienza renale riduzioni posologiche consigliate
Clearance della
creatinina Clodronato
(dosaggiodie) Pamidronato
(dosaggio4 settimane) Acido Zoledronico
(dosaggio4 settimane)
gt 60 mlmin 1600 mg 90 mg 4 mg
30-60 mlmin 1600 mg 90 mg 3-35 mg
10-30 mlmin 800 mg 30 mg in 2-4 ore Non raccomandato
lt 10 mlmin Non raccomandato 30 mg in 2-4 ore Non raccomandato
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
A
Lrsquouso dei BSF egrave raccomandato nella terapia del MM
sintomatico indipendentemente dalla presenza documentata di
lesioni osteolitiche (10-13 radic I l PAM e lo ZOL mostrano simile efficacia nella
prevenzione e nel trattamento degli SRE(13)
Positiva forte
D I BSF non sono indicati nella terapia di supporto della malattia
ossea nella MGUS e nel MM asintomatico se non nellrsquoambito
di studi clinici (9) Negativa debole
D
In corso di terapia con BSF la funzionalitagrave renale deve essere
attentamente monitorata In caso di comparsa di alterazione
della funzionalitagrave renale il trattamento con BFS deve essere
sospeso o la sua posologia deve essere ridotta (1125)
Positiva forte
812 Radioterapia
Nella malattia ossea del MM la radioterapia egrave utile a scopo antalgico e nelle localizzazioni scheletriche a
rischio di frattura soprattutto vertebrale Il controllo della sintomatologia dolorosa egrave generalmente raggiunto
con dosi comprese fra 10 e 25 Gy (2627) Nessuna differenza in termini di efficacia antalgica egrave stata
documentata fra la singola irradiazione con 8 Gy e il trattamento frazionato con dosi complessive sino a 40
Gy in una metanalisi che comparava differenti schedule di trattamento in pazienti con metastasi scheletriche
da ogni forma di cancro In particolare sono stati inclusi nella metanalisi 8 trials che paragonavano differenti
schedule di irradiazione singola o multipla insieme a 8 trials che confrontavano irradiazione singola vs
trattamento frazionato La qualitagrave metodologica degli studi presi in considerazione non era uniforme e non
LINEE GUIDA MIELOMA
43
sono escludibili bias di pubblicazione e di revisione della letteratura Infatti i risultati del quality assessment
degli studi inclusi non sono riportati e vengono forniti dettagli limitati sulla condotta metodologica della
revisione della letteratura (28) (Livello di evidenza 1+) La radioterapia con dosi superiori a 30 Gy puograve
essere invece utilizzata a scopo terapeutico in caso di compressione midollare (29) (Livello di evidenza 3)
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione
Forza della
Raccomandazione
B
Unrsquoaccurata valutazione radioterapica egrave indicata in
concomitanza di dolore osseo severo comparsa di fratture
ossee o compressione midollare Il trattamento
radioterapico con erogazione di 8 Gy in singola seduta puograve
essere sufficiente controllare la sintomatologia associata
alla malattia ossea nel MM (26-28)
Positiva Forte
D Dosi di almeno 30 Gy sono necessarie a scopo
terapeuticodecompressivo in sede vertebrale (29) Positiva forte
813 Chirurgia
La chirurgia ortopedica deve essere presa in considerazione in caso di fratture alle ossa lunghe instabilitagrave o
crolli vertebrali con compressione spinale o radicolare (30) Sia la vertebroplastica sia la cifoplastica
comportano buoni risultati antalgici e di bio-meccanica soprattutto se praticate entro la prima settimana dal
crollo vertebrale In particolare uno studio ha recentemente randomizzato 134 pazienti con compressione
spinale da metastasi vertebrali alla cifoplastica o al management non-chirurgico riportando una chiara
superioritagrave efficace antalgica della prima opzione (31) Lrsquoefficacia della vertebroplasticacifoplastica egrave stata
inoltre valutata retrospettivamente nei pazienti affetti da MM con compressione midollare ed il suo effetto
antalgico egrave stato messo in relazione con il complessivo miglioramento della qualitagrave di vita Tuttavia la
natura retrospettiva dello studio e la mancanza di informazioni relative alla terapia anti-MM praticata dopo la
chirurgia limita lrsquointerpretazione dei risultati (32) (Livello di evidenza 1+) La chirurgia spinale puograve essere
utilizzata in regime drsquourgenza a scopo decompressivo La gestione del paziente con fratture ossee deve
essere sempre multidisciplinare coinvolgendo varie figure professionali fra cui lonco-ematologo il
radioterapista lrsquoortopedico il neurochirurgo e il terapista del dolore
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione
Forza della
Raccomandazione
B Lrsquoimpiego della stabilizzazione vertebrale mediante
vertebroplastica o cifoplastica egrave indicato a scopo sia
terapeutico sia preventivo (32 Positiva debole
82 Ipercalcemia
Lrsquoipercalcemia egrave una complicanza che ricorre nel 15 circa dei pazienti manifestandosi con irritabilitagrave
sonnolenza obnubilamento del sensorio sino al coma anoressia stipsi nausea vomito polidipsia poliuria e
talora nefrolitiasi Egrave dovuta al patologico riassorbimento osseo allrsquoalterata funzione tubulopatica del rene ed
in parte alla produzione di PTHrP (33)
Lrsquoipercalcemia moderata (calcemia corretta 106-118 mgdl) puograve essere risolta mediante idratazione (34)
(Livello di Evidenza 4) mentre il trattamento delle forme severe costituisce unrsquourgenza medica e si basa
sullrsquoimpiego combinato di idratazione diuretici dellrsquoansa corticosteroidi e BSF nel cui ambito lo ZOL
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44
costituisce il farmaco di scelta Infatti mentre uno studio randomizzato ha dimostrato lrsquoequivalenza in
termini di efficacia e sicurezza di ibandronato e pamidronato (sommnistrati a dosi variabili) nei pazienti con
ipercalcemia due studi paralleli randomizzati e in doppio-cieco hanno confrontato in 287 pazienti con
ipercalcemia moderatasevera pamidronato e zoledronato documentando la superioritagrave del secondo in
termini di durata delle risposte La qualitagrave metodologica dello studio appare molto elevata
Sulla base di tali dati veniva raccomandata lo zoledronato 4 e 8 mg rispettivamente per il trattamento della
ipercalcemia di nuova diagnosi o recidivatarefrattaria (3536) (Livello di Evidenza 1+)
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
A Lo ZOL potrebbe essere utilizzato al posto di altri
bisfosfonati nel trattamento dellrsquoipercalcemia (3536) Positiva debole
A La terapia medica comprendente idratazione furosemide
corticosteroidi e BSF costituisce il trattamento drsquoelezione
per le forme severe di ipercalcemia (3536) Positiva forte
B Lrsquoipercalcemia di grado moderato puograve essere trattata con la
sola idratazione (34) Positiva debole
83 Sindrome da iperviscositagrave
Dal 2 al 6 dei pazienti con MM sviluppano la sindrome da iperviscositagrave caratterizzata da cefalea
vertigini atassia rallentamento dellrsquoeloquio stato confusionale sino al coma epistassi gengivorragia
diplopia trombosi o emorragie retiniche e papilledema Lrsquoiperviscositagrave ematica egrave di solito sintomatica per
livelli sierici di immunoglobuline superiori a 4 gdl in caso di CM IgG e di 6 gdl in caso di CM IgA (37) I
pazienti sintomatici vanno tempestivamente sottoposti a plasmaferesi attivando contestualmente la terapia
anti-MM nel piugrave breve tempo possibile (3738) (Livello di Evidenza 4)
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
D La sindrome da iperviscositagrave deve essere trattata con
plasmaferesi e tempestivo inizio della terapia anti-MM (37-
38) Positiva forte
84 Infezioni ricorrenti
Il MM egrave associato ad aumentato rischio di infezioni a causa dellrsquoipogammaglobulinemia dovuta alla
inibizione da parte del clone mielomatoso della sintesi di immunoglobuline policlonali normali al deficit
della funzione macrofagica e granulocitaria oltre che agli effetti tossici della terapia citostatica eo con
farmaci biologici e soprattutto agli effetti della terapia corticosteroidea Nei pazienti anziani con infezioni
recidivanti specie se pluritrattati e con performance status scadente egrave utile la riduzione posologica dei
corticosteroidi nei protocolli anti-MM Infatti lrsquoassociazione della lenalidomide ad alte dosi di
corticosteroidi egrave stata associata ad una maggiore mortalitagrave per tossicitagrave rispetto allrsquoassociazione di
lenalidomide e basse dosi di steroidi (39) Inoltre in uno studio che comparava in pazienti con MM di nuova
diagnosi i regimi talidomidedesametasone e melphalanprednisone la mortalitagrave non correlata al MM era
superiore quando venivano impiegate alte dosi di steroidi (40)( (Livello di evidenza 1+) Lrsquoimpiego di
fattori di crescita granulocitari (G-CSF) non egrave consigliabile nelle condizioni neutropeniche (41) (Livello di
LINEE GUIDA MIELOMA
45
evidenza 3) Nel MM non egrave indicato il trattamento antibiotico profilattico come dimostrato da uno studio
randomizzato che comparava lrsquoosservazione al trattamento con ciprofloxacina o trimethoprim-
sulfametoxazolo nei pazienti con MM di nuova diagnosi candidati a chemioterapia di induzione Lrsquoincidenza
di infezioni batteriche severe infatti non differiva fra i vari gruppi durante i primi due mesi di trattamento
Tuttavia nonostante lrsquoelevata qualitagrave metodologica dello studio lrsquoapplicabilitagrave di questi risultati alla
popolazione generale dei pazienti con MM egrave limitata (42) (Livello di evidenza 1+) mentre lrsquoinfusione
periodica di immunoglobuline puograve essere utilizzata nei pazienti con ipogammaglobulinemia (definita come
IgG lt 500 mgdL) e malattia in fase di remissione clinica per la profilassi di infezioni batteriche
Uno studio randomizzato ha infatti valutato il ruolo profilattico dellrsquoinfusione mensile di immunoglobuline
riportando una consistente riduzione delle infezioni rispetto al gruppo placebo (43) (Livello di evidenza
1+) Lrsquoefficacia della vaccinazione antinfluenzale nei pazienti con MM non egrave stata valutata in studi clinici
Dal momento che il bortezomib determina un aumentato rischio di infezioni da Herpes Zoster i pazienti
possono essere sottoposti a profilassi con aciclovir (4445) sorvegliando su potenziali tossicitagrave renale o
neurologica Infatti unrsquoanalisi retrospettiva ha mostrato un aumentato rischio di nefro e neurotossicitagrave nei
pazienti sottoposti a profilassi con acyclovir (46) (Livello di evidenza 1+)
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
B
Lrsquoimpiego di regimi terapeutici a ridotti dosaggi di
corticosteroidi (desametasone le 160 mgmese) egrave consigliabile
nei pazienti anziani pluritrattati con basso PS e infezioni
ricorrenti (39-40)
Positiva debole
B Non dovrebbe essere indicato lrsquouso di antibiotici a largo
spettro nei pazienti a rischio di infezioni (42) Negativa debole
B Lrsquoinfusione periodica di immunoglobuline egrave raccomandata
nella prevenzione delle infezioni batteriche nei pazienti
ipogammaglobulinemici in remissione clinica (43) Positiva debole
85 Insufficienza renale
Un grado variabile di alterata funzionalitagrave renale egrave presente alla diagnosi nel 20 dei pazienti con MM (1) e
si correla a sovraccarico tubulare per il riassorbimento della CM con deposito delle catene leggere ma anche
ad alterazioni metaboliche correlate allrsquoipercalcemia e allrsquoiperuricemia noncheacute alla nefrotossicitagrave da farmaci
tra cui i BSF e a condizioni correlate quali amiloidosi (47) Il rischio di myeloma kidney non egrave tuttavia
correlato alla concentrazione della CM bensigrave allrsquoentitagrave dellrsquoescrezione urinaria di catene leggere che deve
essere quindi attentamente monitorata (48) La terapia dellrsquoinsufficienza renale prevede adeguata idratazione
per normalizzare i livelli sierici di calcemia e uricemia noncheacute lrsquoastensione dallrsquouso di comuni farmaci
potenzialmente nefrotossici come i FANS gli antibiotici amino glicosidici ovvero mezzi di contrasto iodati
(Livello di evidenza 4) In concomitanza di progressivo deterioramento della funzione renale i BSF vanno
sospesi fino a riduzione della creatininemia entro il 10 dei valori di partenza mentre nellrsquoinsufficienza
renale acuta deve essere praticata adeguata idratazione associata a terapia diuretica In questi casi il
tempestivo inizio della terapia anti-MM egrave fortemente raccomandato (49) Su indicazione del nefrologo il
plasma exchange per una rapida riduzione dei livelli sierici di catene libere puograve risultare utile bencheacute
lrsquoeffetto benefico non sia adeguatamente documentato (50) (Livello di evidenza 3)
LINEE GUIDA MIELOMA
46
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
D
Unrsquoadeguata idratazione il contenimento dei livelli di
calcemia e uricemia entro i limiti normali e la limitazione
dellrsquouso di farmaci nefrotossici (FANS aminoglicosidi
mezzi di contrasto iodati) sono raccomandabili per la
prevenzione dellrsquoinsufficienza renale
Positiva debole
D
Egrave consigliabile una valutazione nefrologica in caso di
comparsa di insufficienza renale acuta che va trattata con
idratazione terapia diuretica e alte dosi di corticosteroidi
mentre il plasma exchange puograve risultare utile
Positiva debole
86 Anemia
Lrsquoanemia normocromica-normocitica associata al MM egrave generalmente multifattoriale (flogosi cronica
infiltrazione midollare mielotossicitagrave da farmaci ecc) ed egrave presente in oltre il 70 dei pazienti alla diagnosi
(1) Lrsquoemotrasfusione eo la somministrazione periodica di eritropoietina sono utili per ripristinare i livelli di
emoglobina favorendo un miglioramento della quality of life (QoL) Nella maggior parte degli studi
effettuati il trattamento a lungo termine con eritropoietina migliora significativamente lrsquoeritropoiesi
riducendo la necessitagrave di trasfusione e incrementando mediamente i livelli di emoglobina di almeno 2g
(5152) (Livello di evidenza 1+) Tuttavia lrsquoimpiego di eritropoietina e farmaci anti-MM tra cui talidomide
o lenalidomide puograve accrescere il rischio di eventi trombotici (53)
87 Trombosi
Nel MM il rischio di eventi trombotici egrave aumentato di circa 3 volte rispetto alla popolazione con MGUS e 9
volte rispetto alla popolazione normale (54) La terapia con farmaci biologici e immunomodulanti tra cui
talidomide e lenalidomide incrementa ulteriormente questo rischio specie quando combinata ai citostatici e
ai corticosteroidi (55) Lrsquoaspirina e lrsquoeparina a basso peso molecolare riducono significativamente la
suscettibilitagrave alla trombofilia mentre dati contrastanti vengono registrati con lrsquouso dei dicumarolici
finalizzati al target terapeutico fra 2 e 3 dei valori di INR In uno studio randomizzato che comparava
melphalanprednisone e melphalanprednisonetalidomide nei pazienti anziani con MM la profilassi con
enoxaparina determinava una riduzione della frequenza di tromboembolismo dal 20 al 3 Simili riduzioni
sono state registrate nei pazienti con MM di nuova diagnosi trattati con lenalidomidedesametasone e
aspirina (56-59) (Livello di evidenza 1+) Poicheacute la maggior parte degli eventi trombotici nei pazienti con
MM si verifica durante i primi sei mesi di trattamento la tromboprofilassi puograve essere interrotta nella malattia
in fase di stabilitagrave o di remissione clinica In caso di eventi trombotici la terapia con eparina a basso peso
molecolare egrave raccomandata anche nel mantenimento mentre egrave consigliabile sospendere temporaneamente
farmaci immunomodulanti (lenalidomide talidomide) Infatti uno studio ha randomizzato 336 pazienti con
tromboembolismi cancro-correlati a eparina per sei mesi o anticoagulanti orali mostrando un dimezzamento
del rischio di nuovi episodi tromboembolici col trattamento eparinico a lungo termine (6061) (Livello di
evidenza 1+) Il trattamento tromboprofilattico nei pazienti sottoposti a terapia con talidomide o
lenalidomide va stabilito in relazione alle indicazioni dellrsquoInternational Myeloma Working Group (61)
(Livello di evidenza 4) (Tabella 2)
LINEE GUIDA MIELOMA
47
Tabella 2 Modello di valutazione del rischio tromboembolico nei pazienti con MM in terapia con
talidomide o lenalidomide (adattato sulla base delle indicazioni dellrsquoInternational Myeloma Working Group (61)
Fattori di rischio legati al paziente Fattori di rischio legati
alla malattia Fattori di rischio legati
alla terapia anti-MM
Storia familiare o personale di TVP MM di nuova diagnosi Doxorubicina
Obesitagrave (BMIgt30) Iperviscositagrave ematica Alte dosi di steroidi
Comorbiditagrave (diabete insufficienza renale malattie
cardiache malattie infiammatorie croniche) Polichemioterapia
Immobilitagrave
Trombofilia emoglobinopatie sindromi
mieloproliferative
Intervento chirurgico recente
(lt 6 settimane)
Assunzione di farmaci protrombotici
(eritropoietina terapia ormonale sostitutiva
tamoxifene)
0-1 fattori di rischio aspirina 2 o piugrave fattori di rischio eparina a basso peso molecolare o warfarin (INR target 2-3) Almeno 1fattore di rischio legato alla terapia per MM eparina a basso peso molecolare o warfarin (INR target 2-3)
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
D
La stratificazione del rischio protrombotico secondo il modello
proposto dallrsquoInternational Myeloma Working Group consente di
individualizzare il trattamento tromboprofilattico dei pazienti che
assumono lenalidomide o talidomide in rapporto a fattori legati
alla malattia al paziente ed alla terapia anti-MM (60)
Positiva forte
A I pazienti che assumono lenalidomide o talidomide in
monoterapia possono effettuare tromboprofilassi con sola
aspirina (61) Positiva debole
B I pazienti che assumono lenalidomide o talidomide associate a
corticosteroidi o farmaci citostatici devono effettuare
tromboprofilassi con eparina a basso peso molecolare (61) Positiva debole
La durata ottimale della tromboprofilassi non egrave definita con
certezza Almeno 6 mesi di terapia antiaggregante o
anticoagulante dovrebbero essere garantiti ai pazienti con MM di
nuova diagnosi
Positiva debole
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49 Alexanian R Dimopoulos MA Delasalle K Barlogie B Primary dexamethasone treatment of multiple
myeloma Blood 199280887-890
50 Burnette BL Leung N Rajkumar SV Renal improvement in myeloma with bortezomib plus plasma
exchange NEJM 20113642365-2366
51 Locatelli F Aljama P Barany P Canaud B Carrera F Eckardt KU Horl WH Macdougal IC
Macleod A Wiecek A Cameron S Revised European best practice guidelines for the management of
anaemia in patients with chronic renal failure Nephrology Dialysis Transplantation 2004 19(Suppl
2) ii1ndashii47
52 Dammacco F Luccarelli G Prete M Silvestris F The role of recombinant human erythropoietin alpha
in the treatment of chronic anemia in multiple myeloma Rev Clin Exp Hematol 2002S132-38
53 Menon SP Rajkumar SV Lacy M Falco P Palumbo A Thromboembolic events with lenalidomide-
based therapy for multiple myeloma Cancer 2008 1121522ndash1528
54 Kristinsson SY Fears TR Gridley G Turesson I Mellqvist UH Bjoumlrkholm M Landgren O Deep
vein thrombosis after monoclonal gammopathy of undetermined significance and multiple myeloma
Blood 20081123582ndash3586
55 Zamagni E Brioli A Tacchetti P Zannetti B Pantani L Cavo M Multiple myeloma venous
thromboembolism and treatment-related risk of thrombosis Semin Thromb Hemost 201137209-219
56 Zonder JA Barlogie B Durie BG McCoy J Crowley J Hussein MA Thrombotic complications in
patients with newly diagnosed multiple myeloma treated with lenalidomide and dexamethasone
benefit of aspirin prophylaxis Blood 2006108403ndash404
57 Baz R Li L Kottke-Marchant K Srkalovic G McGowan B Yiannaki E Karam MA Faiman B
Jawde RA Andresen S Zeldis J Hussein MA The role of aspirin in the prevention of thrombotic
complications of thalidomide and anthracycline-based chemotherapy for multiple myeloma Mayo
Clinic Proceedings 2005801568ndash1574
58 Palumbo A Bringhen S Caravita T Merla E Capparella V Callea V Cangialosi C Grasso M
Rossini F Galli M Catalano L Zamagni E Petrucci MT De Stefano V Ceccarelli M Ambrosini MT
Avonto I Falco P Ciccone G Liberati AM Musto P Boccadoro M Oral melphalan and prednisone
chemotherapy plus thalidomide compared with melphalan and prednisone alone in elderly patients
with multiple myeloma randomised controlled trial Lancet 2006367825ndash831
59 Wang M Weber DM Delasalle K Alexanian R Thalidomide-dexamethasone as primary therapy for
advanced multiple myeloma American Journal of Hematology 2005 79194-197
60 Lee AY Levine MN Baker RI Bowden C Kakkar AK Prins M Rickles FR Julian JA Haley S
Kovacs MJ Gent M Low-molecular-weight heparin versus a coumarin for the prevention of recurrent
venous thromboembolism in patients with cancer New England Journal of Medicine 2003349146ndash
153
61 Palumbo A Rajkumar SV Dimopoulos MA Richardson PG San Miguel J Barlogie B Harousseau J
Zonder JA Cavo M Zangari M Attal M Belch A Knop S Joshua D Sezer O Ludwig H Vesole D
Bladeacute J Kyle R Westin J Weber D Bringhen S Niesvizky R Waage A von Lilienfeld-Toal M
Lonial S Morgan GJ Orlowski RZ Shimizu K Anderson KC Boccadoro M Durie BG Sonneveld P
Hussein MA Prevention of thalidomide- and lenalidomide-associated thrombosis in myeloma
Leukemia 2008 22414ndash423
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LINEE GUIDA MIELOMA
60
10 Raccomandazioni prodotte con metodologia GRADE
QUESITO Nei pazienti affetti da mieloma multiplo alla diagnosi di etagrave gt65 anni e non candidabili a
terapia ad alte dosi egrave raccomandabile lrsquoutilizzo della terapia di associazione VMP (Bortezomib melphalan
e prednisone) rispetto a MPT (Talidomide melphalan e prednisone) RACCOMANDAZIONE Nei pazienti affetti da mieloma multiplo di etagrave gt65 anni e non candidabili a terapia ad alte dosi puograve essere
utilizzata lrsquoassociazione VMP (Bortezomib melphalan e prednisone)
Forza della raccomandazione POSITIVA DEBOLE
MotivazioniCommenti al bilancio BeneficioDanno Il confronto indiretto tra MPT e MPV non mostra differenze per PFS OS e morti correlate al trattamento
Lrsquoutilizzo di MPV si correla con un vantaggio in termini di ottenimento di remissione completa (41 in piugrave
ogni 1000 pazienti trattati) e mostra un trend di minor incidenza di eventi trombotici Lrsquooutcome QOL
definito dal panel critico per la decisione clinica non egrave riportato nella meta-analisi
Votazione forza raccomandazione Votazione bilancio BeneficioDanno Positiva
forte Positiva
debole Negativa
debole Negativa
forte Favorevole Incerto Sfavorevole
9 9
Implicazioni per le ricerche future Ad oggi non esistono studi controllati che oltre a fornirci un confronto piugrave attendibile fra i due schemi sia
in termini di efficacia che di tossicitagrave possano darci informazioni utili anche sulla loro reale fattibilitagrave e
sullrsquooutcome a lungo termine Pertanto sarebbe utile un confronto randomizzato tra MPT e VMP che ci
permetta di evidenziare il gruppo di pazienti che beneficerebbe maggiormente di un trattamento rispetto
allrsquoaltro valutandone inoltre lrsquoimpatto sulla QoL ed il reale rapporto costi benefici
Qualitagrave delle Evidenze La qualitagrave delle evidenze egrave stata giudicata MOLTO BASSA per le seguenti motivazioni non sono
disponibili confronti diretti tra i due trattamenti ovvero i risultati provengono solo da confronti indiretti
Per quanto riguarda gli outcome sopravvivenza globale e incidenza di trombosi venose profonde gli studi
inclusi nella meta-analisi sono eterogenei (I2 72 e 61 rispettivamente) Le evidenze esistenti in merito
alla PFS sono insufficienti per il limitato potere dellrsquoanalisi infatti lrsquoevidenza in favore di MPV deriva da
un unico studio randomizzato
Qualitagrave globale delle evidenze MOLTO BASSA
Questa raccomandazione egrave stata prodotta con metodo GRADE
In appendice online quesito clinico allrsquoorigine della raccomandazione votazione della criticitagrave degli
outcome tabella GRADE completa e caratteristiche del panel
Allegato Tabelle GRADE evidence profile
LINEE GUIDA MIELOMA
62
Author(s) MC Date 2012-06-27 Question Should the association of Bortezomib Melphalan and Prednisone vs the association of Thalidomide Melphalan and Prednisone be used for multiple myeloma in patients aged 65 or older Settings Bibliography Kumar Am J Hematol 8618ndash24 2011
Quality assessment No of patients Effect
Quality Importance
No of studies
Design Risk of bias
Inconsistency Indirectness Imprecision Other considerations
The association of Bortezomib Melphalan and Prednisone
The association of Thalidomide Melphalan and Prednisone
Relative (95 CI)
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LOW
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6 randomised trials
no serious risk of bias
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VERY LOW
CRITICAL
Quality of life (assessed with not reported)
CRITICAL
Haematological toxicity (assessed with not reported)
IMPORTANT
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no serious risk of bias
no serious inconsistency
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RR 038 (009 to 161)
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LOW
IMPORTANT
Deep venous thrombosis
6 randomised trials
no serious risk of bias
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2 none
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RR 027 (006 to 123)
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VERY LOW
IMPORTANT
1 Results from indirect comparison
2 The existing body of evidence is relatively insufficient due to limitation of the power of the analysis The supporting evidence is derived from one trial only as in case of MBT comparator
3 the estimate of the adjusted indirect comparison of intervention MPT versus MPB (MPBTad_indirect) (such as log HR or log RR etc) is estimated by MPBTad_indirect =MPTMA -MPBMA
4 Heterogeneity was found I-squared=72
5 Heterogeneity was found I-squared=61
LINEE GUIDA MIELOMA
9
23 MM asintomatico
La definizione di MM asintomatico descrive un paziente con MM (CM serica gt3 gdl e plasmocitosi gt 10)
in assenza di segni e sintomi attribuibili alla patologia stessa (anemia ipercalcemia insufficienza renale
lesioni ossee) (8) (Livello di evidenza 4) Il MM asintomatico ha spesso una lenta evoluzione e non richiede
trattamento per molti anni Il rischio di evoluzione in MM egrave circa del 10 per anno nei primi 5 anni dalla
diagnosi e stranamente si riduce negli anni successivi (9) (Livello di evidenza 3) In questi pazienti viene
consigliata una sorveglianza clinico-strumentale ogni 3-6 mesi (10) (Livello di evidenza 3) per
evidenziarne precocemente eventuale evoluzione a malattia sintomatica
La valutazione prevede esami ematici complessivi tra cui periodicamente una RMN colonna vertebrale
esame in grado di documentare precocemente un danno osseo e pertanto evidenziare un paziente con elevato
rischio evolutivo Al pari del controllo radiologico standard dello scheletro la valutazione midollare appare
indicata solo in caso di alterazione degli esami ematici o sintomi indicativi di evoluzione (Vedi flow-chart)
Nel MM sintomatico nessuna trattamento chemioterapico preventivo ha consentito di evitare lrsquoevoluzione
verso MM sintomatico Diversi studi infatti hanno valutato il ruolo del trattamento precoce nel paziente
asintomatico senza peraltro evidenziare un beneficio in sopravvivenza (19-21) tranne in un recente studio di
fase III in cui 124 pazienti sono stati randomizzati a ricevere terapia con lenalidomide versus nessun
trattamento (22) Dopo un follow-up mediano di 32 mesi viene riportata una evoluzione a MM sintomatico
in 9 pazienti (15) nel braccio di trattamento contro in 37 pazienti (59) nel braccio di osservazione (p
lt00001) La sopravvivenza globale stimata a 3 anni egrave stata del 93 nel braccio di trattamento e il 76 nel
braccio di controllo (P = 004) Naturalmente saragrave necessario attendere un periodo di osservazione piugrave lungo
per valutare reale beneficio del trattamento a fronte di eventuali tossicitagrave a lungo termine
Concludendo in caso di MM asintomatico attualmente non egrave indicato alcun trattamento chemioterapico negrave
con bisfosfonati se non nel contesto di studi clinici (6) (Livello di evidenza 4)
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
D
I pz affetti da MM asintomatico dovrebbero essere
sottoposti a sorveglianza clinico strumentale ogni 3-6 mesi
(10) Positiva debole
La valutazione midollare egrave indicata solo in caso di
alterazioni di esami ematicistrumentali in senso di sospetta
evoluzione (10) Positiva debole
In caso di MM asintomatico non egrave indicato alcun
trattamento chemioterapico negrave con bisfosfonati se non nel
contesto di studi clinici (6) Solo studi clinici
A
Nei pazienti con MM sintomatico va avviato il prima
possibile il trattamento sistemico (vedi Trattamento) e
avviate le procedure drsquourgenza in caso di situazioni cliniche
particolari (fratture patologiche ipercalcemia e
insufficienza renale acuta vedi Terapia di supporto)
Positiva forte
LINEE GUIDA MIELOMA
10
24 MM sintomatico
Alle caratteristiche cliniche laboratoristiche diagnostiche per MM in questi pazienti si associano uno o piugrave
segni clinici di malattia attiva
Tabella 3 Criteri di diagnosi del mieloma
MGUS Mieloma asintomatico Mieloma sintomatico CM siericalt3 gdl CM sierica gt3 gdl CM sierica o urinaria di
qualunque entitagrave
Infiltrato plasmacellulare
midollare lt10 Infiltrato plasmacellulare
midollare gt10 Infiltrato plasmacellulare
midollare o plasmocitoma
No sintomi drsquoorgano (CRAB) No sintomi drsquoorgano
(criteri CRAB) Presenza sintomi drsquoorgano
(CRAB)
Tabella 4 Criteri di malattia attiva (criteri CRAB)
Criteri Valori di riferimento
Ipercalcemia Calcemia gt 025 mmolL (05 mgdl) rispetto ai valori normali o gt 275 mmolL (gt105 mgdl)
Insufficienza Renale Creatinina gt 2 mgdl
Anemia Emoglobina lt 2 gr rispetto ai valori normali o lt10 gdl
Lesioni Ossee (Bone) Lesioni litiche crolli vertebrali osteoporosi (evidenziati con Rx scheletro standard)
Altri criteri Sindrome da iperviscositagrave Amiloidosi Infezioni ricorrenti (ultimi 2 anni)
Nel paziente con MM sintomatico andranno eseguite indagini di approfondimento (Esami di II livello
tabella 4) che possono aiutare il clinico nel corretto inquadramento diagnostico e prognostico della
patologia
Tabella 5 Esami di II livello
Esami ematochimici Scopo
Dosaggio catene leggere libere κ e λ Valutazione delle frazioni libere delle catene leggere (unico test quantitativo utile in corso di mieloma non secernente)
β2microglobulina Indice di massa tumorale e di funzionalitagrave renale
(in associazione al valore dellrsquoalbumina per la definizione
dellrsquoISS)
LDH Indice di massa tumorale
LINEE GUIDA MIELOMA
11
Esami ematochimici Scopo
Cistatina C Dosaggio Epo
Valutazione della funzionalitagrave renale (secondo livello)
NT-proBNP BNP Troponina-I
Valutazione della funzionalitagrave cardiaca
RMN eo TC Approfondimento diagnostico delle lesioni scheletriche o
identificazione plasmocitomi o localizzazioni extramidollari
PET Individuazione plasmocitomi o localizzazioni extra-midollari
Analisi cromosomica standard e FISH
su plasmacellule midollari selezionate Identificazioni di alterazioni citogenetiche e definizione score
prognostico
Immunofenotipo plasmacellule
midollari Definizione clonalitagrave plasmacellule score prognostico malattia
minima residua
Prelievo grasso periombelicale Identificazione di depositi di sostanza amiloide in casi selezionati
Per la definizione prognostica infine viene eseguita una stadiazione di malattia seguendo i criteri di Durie e
Salmon (11) e dellrsquoInternational Staging System (12) (tabella 6)
Tabella 6 Stadiazione secondo Durie amp Salmon e International Staging System (ISS)
Stadio Durie amp Salmon ISS
I
Tutti i seguenti Hbgt10gdl Calcemia normale o lt12mgdl Assenza di lesioni ossee allrsquoRxstandard o
plasmocitoma solitario CM IgG lt5gdl IgA lt3 gdl BJ lt4 g 24 h
Β2microglobulina le 35 mgl Albumina ge 35 gdl
II Caratteristiche diverse da stadio I e III Β2microglobulina lt 35 mgl e Albumina lt
35 gdl Β2microglobulina 35- 55 mgl
III
Uno o piugrave dei seguenti Hblt 85gdl Calcemia gt12mgdl Multiple Lesioni litiche allrsquoRx standard CM IgG gt7gdl IgA lt5 gdl BJ gt10 g 24 h
Β2microglobulina ge 55 mgL
A creatininalt2mgdl B creatininagt2 mgdl
Altri fattori prognostici identificati come significativamente associati allrsquooutcome sono la qualitagrave della vita
(13) lrsquoetagrave (14) e la presenza di malattia extramidollare
Inoltre la presenza di alterazioni cromosomiche alla citogenetica standard e allrsquoimmunofluorescenza (FISH)
permette di identificare altre classi di rischio (15) infatti nel MM si sono evidenziate anomalie
cromosomiche specifiche sia traslocazioni sia delezioni la delezione del cromsoma 13 viene riportato
correlarsi con una breve durata sia della sopravvivenza libera da malattia che di quella globale (16)
LINEE GUIDA MIELOMA
12
La delezione del cromosoma 17p13 (locus del tumor suppressor gene p53) caratterizza pazienti ad alto
rischio (17) ndash Sono riportate diverse alterazioni cromosomiche che coinvolgono il braccio lungo del
cromosoma 14 (14q32 ove egrave presente il gene per le catena pesanti delle Immunoglobuline) con prognosi
differenti (t(414)(p16q32) ndash t(1416)(q32 q23) ndash t(1114)(q13 q32) Tra queste la traslocazione t(414) egrave
quella che si correla a peggior prognosi anche nel setting dei pazienti trattati con terapia ad alte dosi (18)
(Tabella 7) (Livello di evidenza 3)
Tabella 7 ndash Classi di rischio citogenetico
Altro rischio Rischio standard
Citogenetica Delezione cr 13 Ipodiploidia
Iperdiploidia
FISH Del 17p t(414) t(1416)
t(1114) t(614)
Il sintomo piugrave frequente alla diagnosi rimane in dolore osseo correlato a danno drsquoorgano (lesioni osteolitiche
o a fratturecrolli vertebrali) Nei pazienti con MM sintomatico va avviato il prima possibile il trattamento
sistemico (vedi Trattamento) e avviate le procedure drsquourgenza in caso di situazioni cliniche particolari
(fratture patologiche ipercalcemia e insufficienza renale acuta vedi terapia di supporto)
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3 Mieloma multiplo sintomatico trattamento
Il trattamento egrave indicato nel paziente affetto da MM sintomatico cioegrave con presenza di sintomi e segni
correlati alla patologia (CRAB Tabella 3) Lo scopo del trattamento rimane il controllo della patologia il
miglioramento della qualitagrave della vita e della sopravvivenza che si possono ottenere mediante la
combinazione di trattamenti efficaci con unrsquoadeguata terapia di supporto Lrsquointroduzione dei nuovi farmaci
nel prontuario terapeutico per il MM (come Talidomide Lenalidomide e Bortezomib spesso in
combinazione con desametasone) ha comportato un miglioramento della sopravvivenza sia nei pazienti alla
diagnosi sia alla recidiva della malattia (25) I pazienti con MM sintomatico sono avviati a trattamento di
prima linea e in casi selezionati a successiva terapia di consolidamento intensificato con supporto di cellule
staminali autologhe (ASCT) Il principale criterio dlsquoinclusione per lrsquoASCT egrave rappresentato dallrsquoetagrave del
paziente Generalmente i pazienti con etagrave maggiore di 65 anni sono esclusi dalle procedure trapiantologiche
mentre i pazienti piugrave giovani possono essere avviati allrsquoASCT previa valutazione della funzionalitagrave cardiaca
polmonare renale epatica e lrsquoesclusione di eventuali foci infettivi
In questi pazienti farmaci tossici per il compartimento staminale quali gli alchilanti non dovrebbero essere
somministrati per non compromettere la mobilizzazione e la successiva raccolta di cellule staminali
emopoietiche Pertanto di fronte ad una nuova diagnosi di MM sintomatico la prima valutazione deve
considerare la possibilitagrave di avviare il paziente a ASCT tendendo conto delletagrave della patologie associate e
del PS Peraltro va sottolineato come la presenza di insufficienza renale ed etagrave anagrafica avanzata non sono
controindicazioni assolute a trattamenti intensificati
LINEE GUIDA MIELOMA
14
Nei pazienti di etagrave superiore ai 65 anni gli obbiettivi principali del trattamento sono lrsquoottenimento della
risposta completa al fine di prolungare lrsquointervallo libero da malattia (progression free survival PFS) la
spettanza di vita (overal survival OS) e ridurre il piugrave possibile la tossicitagrave per non inficiare eccessivamente
sulla qualitagrave di vita di una categoria di pazienti considerata piugrave fragile
Per conseguire questi obiettivi la terapia deve essere adeguata non solo alle caratteristiche della malattia ma
anche allrsquoetagrave biologica e al performance status del paziente in tale senso in tutta la storia terapeutica del
paziente con MM molto importante rimane la terapia di supporto che prevede gestione e trattamento delle
complicazioni prevenzione ove possibile e controllocontrollo degli eventuali effetti collaterali del
trattamento
4 Criteri di risposta alla terapia
Una corretta valutazione della risposta egrave essenziale nel trattamento del MM Attualmente vengono applicati i
criteri proposti nel 2006 dall International Myeloma Working Group (IMWG) recentemente revisionati (26)
(tabella 4)
Tabella 4
Categoria di risposta Criteri
SRC (risposta completa stringente)
Remissione completa (vedi criteri di definizione) Normale free Light chain ratio Assenza di plasmacellule clonali (immunofluorescenza
immunoistochimica)
RC (Risposta completa)
Immunofissazione sierica ed urinaria negativa per CM Plasmacellule midollari lt 5 Scomparsa di plasmocitomi se presenti alla diagnosi
VGPR (Very good partial remission)
CM sierica eo urinaria evidenziabile con immunofissazione ma non con
elettroforesi oppure riduzione della CM sierica gt 90 o lt 100 mg24 ore
nelle urine
RP (risposta parziale)
Riduzione della CM gt 50 nel siero e ge90 o lt200 mg24 nelle urine
SD (malattia stabile)
Non criteri per le altre categorie di risposta
LINEE GUIDA MIELOMA
15
5 Terapia di prima linea in pazienti con etagrave gt 65 anni non candidabili a terapie intensificate
Per molti decenni la terapia standard dei pazienti con etagrave gt 65 anni egrave stata la combinazione melfalan-
prednisone (MP) Negli ultimi dieci anni allrsquoassociazione MP sono stati aggiunti i farmaci di nuova
generazione quali talidomide bortezomib e lenalidomide
51 Terapie con Talidomide eo Bortezomib in associazione trials di Fase III
Due studi di fase III condotti in pazienti con etagrave maggiore di 65 anni alla diagnosi hanno comparato
Desametasone somministrato come singolo agente con lrsquoassociazione di Desametasone e Talidomide (TD)
Il tasso di risposta egrave stato maggiore nei pazienti trattati con lrsquoassociazione TD ma anche la tossicitagrave extra-
ematologica (soprattutto neuropatia periferica ed eventi trombotici) (12) Uno studio di fase III piugrave recente
ha confrontato le combinazione TD con MP la combinazione TD consente di ottenere un maggior numero di
risposte e in tempi piugrave brevi rispetto a MP ma con maggior tossicitagrave (sopratutto trombosi e neuropatia) e
conseguente maggiore interruzioni del trattamento (3)
Sei studi randomizzati hanno dimostrato la superioritagrave della combinazione melfalan-prednisone-talidomide
(MPT) rispetto MP (4-9) anche in pazienti con etagrave maggiore di 75 anni (3-4) Tutti hanno evidenziato un
vantaggio di risposta e di sopravvivenza libera da progressione (PFS) dellrsquoMPT rispetto a MP anche se solo
due studi hanno dimostrato un vantaggio di sopravvivenza (OS) con la combinazione MPT(4-5)
probabilmente a causa del diverso impatto dei nuovi agenti sulla terapia di salvataggio al momento della
recidiva (8-9) Infine una recente metanalisi che ha combinato i dati di 1682 trattati con MPT o MP ha
dimostrato un effettivo vantaggio sia di PFS che di OS dellrsquoassociazione MPT rispetto a MP (10) (Livello di
evidenza 1++)
In uno studio randomizzato (MRC Myeloma IX trial) la combinazione di ciclofosfamide Talidomide e
desametasone (CTDa) ha mostrato un tasso di risposta maggiore rispetto a MP senza peraltro vantaggio in
sopravvivenza e con maggiore incidenza di effetti collaterali (tromboembolismo costipazione infezione e
neuropatia) (11) Uno studio internazionale multicentrico e randomizzato (VISTA) ha confrontato la terapia
standard MP con lrsquoassociazione bortezomib-melfalan-prednisone (VMP) in pazienti anziani e non
candidabili ad ASCT Lo studio ha dimostrato un aumento statisticamente significativo nel tasso di risposta
(in particolare di remissione completa CR) e un prolungamento di PFS e OS per il gruppo trattato con
bortezomib (12) (Livello di evidenza 1++) Dopo un follow-up di 5 anni la terapia con VMP ha confermato
un significativo prolungamento dellrsquoOS con una riduzione del rischio di morte pari al 31 (13)
Un confront diretto tra Melfalan Prednisone e Bortezomib (VMP) versus Melfalan Prednisone e
Thalidomide (MPT) non egrave mai stato effettuato Ersquo stata effettuata una meta-analisi indiretta per valutare gli
effetti del VMP versus MPT Non sono state riportate differenze per tutti gli outcomes se non un
significativo beneficio per le risposte complete (RR 234 95 CI 112-490) e gli effetti collaterali di grado
3-4 (RR 053 95 CI 038-073) in favore del VMP (14) Non ci sono certezze sulla superioritagrave di un regime
verso lrsquoaltro un confronto diretto in uno studio randomizzato di fase III egrave necessario
Altri due studi di fase III hanno valutato combinazioni alternative al VMP Il gruppo spagnolo ha confrontato
VMP con bortezomib-thalidomide-prednisone (VTP) come terapia drsquoinduzione e mantenimento con
bortezomib-talidomide versus bortezomib-prednisone (15) Non sono state osservate differenze in termini di
efficacia ma VMP ha dimostrato un miglior profilo di tossicitagrave In uno studio italiano lrsquoassociazione di
bortezomib-melfalan-prednisone-talidomide seguita da un mantenimento con bortezomib-talidomide
(VMPT-VT) ha dimostrato risultati migliori rispetto alla combinazione VMP con un miglior tasso di
risposta un PFS e un OS piugrave lunghi Tuttavia nei pazienti con piugrave di 75 anni di etagrave trattati con MVP-VT non
egrave stato osservato un vantaggio in termini di OS per una maggiore tossicitagrave e di un maggiore tasso di
LINEE GUIDA MIELOMA
16
interruzione di trattamento(16) In entrambi gli studi il bortezomib egrave stato somministrato con frequenza
settimanale con riduzione della tossicitagrave extra-ematologica (neuropatia) senza influire sullrsquoefficacia (17)
Uno studio randomizzato multicentrico di fase III (18) ancora in corso in pazienti anziani alla diagnosi
vengono confrontati tre regimi di trattamento VD (bortezomib-desametasone) vs VTD (bortezomib-
talidomide-desametasone) vs VMP I primi risultati non mostrano differenze nei tassi di risposta o nel PFS
con buona tollerabilitagrave del mantenimento con incremento di risposte in tutti e tre gli schemi di trattamento
Qualitagrave globale
delle evidenze
GRADE Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
Molto bassa
Nei pazienti affetti da mieloma multiplo di etagrave gt65 anni e non
candidabili a terapia ad alte dosi puograve essere utilizzata
lrsquoassociazione VMP (Bortezomib melphalan e prednisone)
La valutazione complessiva della qualitagrave delle evidenze ad
oggi disponibili circa ldquolrsquoefficacia dellrsquoassociazione VMPrdquo la
valutazione del rapporto tra i benefici ed i rischi correlati e la
formulazione della raccomandazione relativa al quesito posto
sono state analizzate secondo metodologia GRADE (vedere
capitolo 10)
Positiva debole
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
A
Nei pazienti con etagrave gt 65 anni o piugrave giovani con comorbiditagrave o
scarso performance status non idonei alla terapia ad alte dosi
in Ideg linea devono essere considerati per una terapia
convenzionale a dose piena che prevede alchilanti cortisone e
nuovi farmaci (MPT VMP) (10-13)
Positiva forte
D Nei Pazienti con etagrave gt75 anni o pazienti con sintomi e segni di
vulnerabilitagrave potrebbero essere valutati per terapie meno
intense eo orali secondo lrsquoopinione del panel Positiva debole
52 Terapie con Lenalidomide in associazione trials di Fase III
Uno studio di fase III randomizzato ha confrontato Lenalidomide con alte e basse dosi di desametasone (RD
vs Rd) come terapia drsquoinduzione in 445 pazienti alla diagnosi (19)(Livello di evidenza 1+) registrando un
vantaggio significativo nella sopravvivenza e nella riduzione del numero di reazioni avverse con
associazione Rd soprattutto nei pazienti anziani Questo studio ha alcune limitazioni non era limitato solo a
pazienti non candidabili a trapianto e lrsquoobiettivo primario era la risposta dopo 4 cicli di induzione
In un altro studio di fase III condotto in 459 pazienti non idonei al trapianto lassociazione melfalan-
prednisone-lenalidomide (di durata stabilita pari a 6 cicli) seguito da lenalidomide di mantenimento (MPR-
R) egrave stata comparata con MPR senza mantenimento e con MP soministrato per 6 cicli Dopo un follow-up
di 30 mesi MPR-R ha ridotto significativamente il rischio di progressione e ha allungato il PFS da 14 a 31
mesi inoltre le risposte sono risultate migliori e numericamente maggiori rispetto a MP Lrsquoimpatto della
terapia di mantenimento con lenalidomide sul PFS egrave stato osservato sia in pazienti etagrave inferiore a 75 anni che
in quelli con piugrave di 75 anni di etagrave (20) (Livello di evidenza 1+) Al momento attuale non sono state riportate
differenze in termini di sopravvivenza globale ed egrave in corso un attento monitoraggio relativamente al rischio
di seconde neoplasie
LINEE GUIDA MIELOMA
17
53 Terapia con Bendamustina in associazione ai nuovi farmaci
Attualmente in Italia la Bendamustina egrave utilizzabile in prima linea in pazienti non candidabili al trapianto e
con neuropatia clinica allrsquoesordio che preclude lrsquoutilizzo di Talidomide o Bortezomib
In letteratura la Bendamustina nel MM egrave stata utilizzata prevalentemente in regimi di combinazione in
pazienti recidivati o refrattariIn prima linea il Gruppo tedesco ( 21) ha randomizzato 131 pz confrontando
Bendamustina a Melphalan entrambe associate a prednisone Tale studio ha ottenuto un maggior tasso di
remissioni complete un prolungamento del TTF (time to treatment failure) e una migliore QoL con tossicitagrave
comparabili fatta eccezione per una maggior percentuale di nausea e vomito nel braccio con Bendamustina
(Livello di evidenza 1-) In seconda linea lo stesso gruppo ha poi testato unrsquo associazione con dosi scalari di
Talidomide (BPT) ottenendo una percentuale di risposte globali di oltre lrsquo80 ( 22) Sempre in seconda linea
interessante egrave la combinazione di Bendamustina con Bortezomib e prednisone (BVD) utilizzata da Ludwig e
coll con ORR del 608 e PFS globale di 97 mesi significativamente piugrave alta in pazienti non pre-trattati
con lenalidomide o bortezomid(23) (Livello di evidenza 3) Inoltre un recente studio di Offidani conferma
buoni risultati ottenuti con BVD con ORR gt70 e mediana di TTP e PFS di 165 e 155 mesi
rispettivamente Tali dati sembrano essere migliori di quelli ottenuti con gli schemi VD e Rd in pazienti
pretrattati con talidomide o bortezomib (24) (Livello di evidenza 3)
I dati attualmente disponibili con queste combinazioni dovrebbero essere confermati in studi controllati di
confronto con gli schemi attualmente approvati nei pazienti recidivati o refrattari
54 Trapianto autologo a ridotta intensitarsquo di condizionamento
Nel setting dei pazienti anziani due studi clinici randomizzati hanno confrontato il trapianto autologo a
ridotta intensitagrave (melfalan 100 mgm2 Mel 100) con la chemioterapia convenzionale con risultati non
sempre concordi
In uno studio egrave stata dimostrata lrsquoefficacia del Mel 100 in termini di OSPFS rispetto a MP in pazienti di etagrave
compresa tra i 50-70 anni (25) (Livello di evidenza 1++) Il secondo trial ha confrontato Mel100 con MP e
MPT (4) in pazienti di etagrave compresa tra i 65 e i 75 anni Lrsquoassociazione MPT ha evidenziato miglior PFS e
OS rispetto a MP e Mel 100 Non sono state osservate differenze significative in termini di outcome tra Mel
100 e MP Questo studio ha dimostrato che nei pazienti anziani i risultati ottenuti con combinazioni
contenenti i farmaci di nuova generazione possono essere piugrave efficaci della terapia ad alte dosi (Livello di
evidenza 1++)
Peraltro 102 pazienti alla diagnosi di etagrave compresa tra 65 e 75 anni sono stati trattati lrsquoassociazione PAD
(bortezomib-doxorubicin-desametasone seguita da Mel 100 mgmq con supporto di cellule staminali
autologhe A seguire era previsto consolidamento con lenalidomide-prednisone seguito da mantenimento
con sola lenalidomide (LP-L) (26) Il tasso di risposta egrave progressivamente cresciuto nelle varie fasi di terapia
(soprattutto la CR) La sopravvivenza globale e la PFS sono risultate paragonabili a quelle ottenute nei
pazienti giovani anche se con maggior tossicitagrave e di tasso di drop-out (Livello di evidenza 3)
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
B
Nei Pazienti di etagrave gt 65 anni o piugrave giovani e lt70 anni in
buone performance status e senza comorbiditagrave rilevanti
potrebbero essere considerati per ASCT a dosi ridotte previa
terapia di induzione con regimi contenenti bortezomib (26)
Positiva debole
LINEE GUIDA MIELOMA
18
Tabella 1 Trattamento del MM alla diagnosi in pazienti anziani (ge 65 anni) Tutte le combinazioni incluse
nella tabella includono farmaci di nuova generazione (Talidomide Lenalidomide e Bortezomib) testati in
studi randomizzati di fase III
Terapie pts Schedula ge PR CR
PFSE
FS
TTP
OS Referenza
TD 145 T 200 mgdie
D 40 mg giorni 1-4 e 15-18 68 2
41 a
16 mesi
61 a 41
mesi Ludwig et al
3
MPT 125
M 025 mgkg giorni 1ndash4
P 2 mgkg giorni 1ndash4
T 400 mggiorno
X 12 cicli di 6 settimane
76 13 50 a
28 mesi
50 a 52
mo Facon et al
4
MPT 113
M 025 mgkg giorni 1ndash4
P 2 mgkg giorno 1ndash4
T 100 mggiorno
X 12 cicli di 6 settimane
62 7 50 a
24 mesi
50 a 44
mesi Hulin et al
5
MPT 60
M 9 mgm2 giorni 1ndash4
P 60 mgm2 giorni 1ndash4
T 100 mggiorno x 8 cicli di 6
settimane seguita da
Talidomide 100 mgdie
58 9
50 a
21
mesi
50 a 26
mesi Beksac et al
6
MPT 182
M 025mgkg giorni 1-4
P 100mggiorni 1-4
Ogni 6 settimane fino a Plateau
T 400mggiorno fino a
Plateau poi ridotta a
200mggiorno fino a
progressione
57 13 50 a
15 mesi
50 a 29
mesi Waage et al
7
MPT 165
M 025 mgkg
P 1 mgkg giorni 1ndash5
T 200 mggiorno x 8 cicli di 4
settimane seguiti da T 50
mggiorno fino a progressione
66 23 67 a
24 mesi
29 a 24
mesi
Wijermans et
al8
MPT 167
M 4mgm2 giorni 1-7
P 40mgm2 giorni 1-7 x 6 cicli
ogni 4 settimane
T 100mggiorno fino a
progressione
76 15 50 a
22 mesi
50 a 45
mesi Palumbo et al
9
RD 223
R 25 mggiorno giorni 1-21
D 40 mg giorni 1-4 9-12 e
17-20 ogni 28 giorni
81 17 63 a
24 mesi
75 a 24
mesi
Rajkumar et
al12
Rd 222
R 25 mggiorno giorni 1-21
d 40 mg nei giorni 1 8 15 e
22 ogni 28 giorni
70 14 65 a
24 mesi
87 a 24
mesi
Rajkumar et
al12
MPR 54
M 018-025 mgkg giorni 1ndash4
P 2 mgkg giorni 1ndash4
R 5-10 mg giorni 1ndash21
X 9 cicli ogni 4 settimane
81 24 92 a
12 mesi
100 a 12
mesi
Palumbo et
al14
MPR-R 152
M 018 mgkg giorni 1ndash4
P 2 mgkg giorni 1ndash4
R10 mg giorni 1ndash21
Per 9 cicli ogni 4 settimane
mantenimento
R10 mggiorno fino a
progressione
77 16 50 a
31 mesi
70 a 36
mesi
Palumbo et
al16
LINEE GUIDA MIELOMA
19
Terapie pts Schedula ge PR CR
PFSE
FS
TTP
OS Referenza
VMP 344
M 9 mgm2 giorni 1ndash4
P 60 mgm2 giorni 1ndash4
V 13 mgm2 giorni
1481122252932 per i primi
4 cicli di 6 settimane giorni
1815 22 per i successivi 5
cicli di 6 settimane
71 30 50 a
22 mesi
41 a 36
mesi
San Miguel et
al17
Maeos et al18
VMP 130
M 9 mgm2 giorni 1ndash4
P 60 mgm2 giorni 1ndash4
V 13 mgm2 giorni
1481122252932 x 1 ciclo
di 6 settimane giorni 1815
22 per i successivi 5 cicli ogni
6 settimane
Mantenimento
V 13 mgm2 giorni 14811
ogni 3 mesi
T 50 mggiorno or P50 mg a
giorni alterni
80 20 50 a
34 mesi
74 a 36
mesi Mateos et al
19
VTP 130
P 60 mgm2 giorno 1ndash4
V 13 mgm2 giorni
1481122252932 per il
primo ciclo (6 settimane)
giorni 1815 22 per i
successivi 5 cicli di 6 settimane
T 100 mg giorno
Maintenance
V 13 mgm2 giorni 14811
ogni 3 mesi
T 50 mggiorno or P50 mg a
giorni alterni
81 28 50 a
25 mesi
65 a 36
mesi Mateos et al
19
VMP 257
M 9 mgm2 giorni 1ndash4
P 60 mgm2 giorni 1ndash4
V 13 mgm2 giorni 1 8 15
22
81 24 41 a
36 mesi
87 a 36
mesi
Palumbo et
al20
VMPT-
VT 254
M 9 mgm2 giorno 1ndash4
P 60 mgm2 giorno 1ndash4
V 13 mgm2 giorno 1 8 15
22
T 50 mg al giorni nei giorni
1ndash42 x 9 cicli ogni 5 settimane
Mantenimento
V 13 mgm2 ogni 15 giorni
T 50 mggiorno
89 38 56 a
36 mesi
89 a 36
mesi
Palumbo et al
20
PR risposta parziale CR risposta completa PFS progression-free survival EFS event-free survival TTP tempo alla
progressione OS sopravvivenza globale TD talidomide-desamethasone MPT melphalan-prednisone-talidomide
VMP bortezomib-melphalan-prednisone VTP bortezomib-thalidomide-prednisone MPR-R melphalan-prednisonse-
lenalidomide seguito da mantenimento con lenalidomide VMPT-VT bortezomib-melphalan-prednisone-thalidomide
seguito da mantenimento con bortezomib-talidomide
LINEE GUIDA MIELOMA
20
Mieloma Multiplo etagrave gt 65 anni Terapia di I linea
Regimi di terapia preferiti
Terapia di prima linea nei
pazienti non candidati ad
ASCT
MelphalanprednisoneBortezomib (VMP)
MelphalanprednisoneTalidomide (MPT)
Bendamustinaprednisone
Altri regimi possibili
MelphalanPrednisonelenalidomide (MPR)
BortezomibDesametasone (VD)
CiclofosfamideprednisoneTalidomide (CTD)
Melphalanprednisone (MP)
Talidomidedesametasone (TD)
Lenalidomidedesametasone (Rd)
MelphalanprednisoneBortezomibtalidomide (VMPT)
Terapia di mantenimento Lenalidomide
Bortezomib
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6 Terapia di prima linea nei pazienti lt 65 anni candidabili a trapianto autologo di cellule staminali
Nei pazienti giovani candidati terapia intensificate (ASCT) i ldquonuovi farmacirdquo sono stati incorporati come
terapia drsquoinduzione pre-ASCT e come terapia di consolidamentomantenimento post-ASCT allo scopo di
migliorare lrsquooutcome In particolare nuovi regimi comprensivi di inibitori del proteosoma eo farmaci
immunomodulanti (ImIDs) hanno sostituito la chemioterapia convenzionale come terapia di induzione pre-
trapianto Questi farmaci possono essere variamente combinati tra loro o con farmaci convenzionali a
formare regimi a due-o piugrave farmaci
LINEE GUIDA MIELOMA
23
61 Terapia di induzione pre-trapianto
Lo scopo della terapia di induzione pre-trapianto egrave di ridurre rapidamente la taglia tumorale e lrsquoinfiltrazione
plasmacellulare midollare prima della raccolta delle cellule staminali Lrsquointroduzione dei nuovi farmaci in
questa fase ha comportato lrsquoottenimento di risposte di piugrave elevata qualitagrave (VGPR e CR) rispetto alla
chemioterapia convenzionale che si sono poi tradotte in un miglioramento dellrsquooutcome post-trapianto In
assenza di studi randomizzati di comparazione delle diverse combinazioni tra loro di seguito verranno
riportati i risultati in termini di efficacia e di tossicitagrave dei differenti regimi suddivisi in preferiti e altri
REGIMI DI INDUZIONE PREFERITI
Bortezomib-desametasone
Lassociazione di bortezomib-desametasone (VD) che consente di ottenere un tasso di risposta complessiva
pari al 65 (12) egrave stato comparato in maniera randomizzata allo schema VAD come terapia di induzione pre
trapianto in 482 pazienti (3) Dopo 4 cicli lo schema VD si egrave dimostrata superiore alla VAD apportando un
piugrave alto tasso di VGPR (38 vs 15 rispettivamente) e di CRnCR (15 vs 6 post ASCT
rispettivamente) vantaggio che egrave stato mantenuto anche dopo il primo e secondo trapianto (ge VGPR 68 vs
47 CR-nCR 395 vs 225 rispettivamente) Con un follow-up mediano di 32 mesi egrave stato riscontrato
un trend sulla PFS in favore di VD rispetto a VAD (mediana 36 mesi vs 30 rispettivamente) La maggior
efficacia di VD rispetto a VAD egrave stata confermata anche in pazienti ad alto rischio per la presenza di stadio
ISS elevato o portatori della traslocazione t(414) (4) I risultati di questo studio confermano la capacitagrave di
bortezomib di assicurare un livello piugrave profondo di risposta che peraltro non si traduce in un chiaro
vantaggio in termini di PFS ciograve potrebbe significare che un regime a due farmaci contenente bortezomib
risulta sub-ottimale sugli outcomes a lungo termine(Livello di evidenza 1++)
Bortezomib-desametasone e agenti citotossici
Gli agenti citotossici aggiunti a VD a formare regimi a 3 farmaci sono la doxorubicina e la ciclofosfamide
In uno studio di fase III la combinazione Bortezomib-Doxorubicina-Desametasone (PAD) come induzione
al trapianto autologo egrave stata comparata con la chemioterapia (VAD) seguito poi da una terapia di
mantenimento con Bortezomib o Talidomide (5) Lrsquoultimo aggiornamento dello studio ha mostrato la
superioritagrave della combinazione PAD in termini risposte (CR+nCR) sia dopo la terapia di induzione (11
vs 5 rispettivamente) che dopo il singolo o doppio autotrapianto (30 vs 15 rispettivamente) Nel
braccio di terapia comprensivo di PAD ASCT e mantenimento con bortezomib sono emersi una PFS e OS
significativamente piugrave durature rispetto al VAD seguito da ASCT e mantenimento con talidomide (PFS a 3
anni 36 vs 27 rispettivamente P= 001 OS a 3 anni 78 vs 70 rispettivamente P= 002) (Livello di
evidenza 1++) Il vantaggio di PAD vs VAD si egrave mantenuto anche nei pazienti ad alto rischio (traslocazione
t(414) e di delezione del cromosoma 17p ) (6)
La combinazione ciclofosfamide-bortezomib-desametasone (VCD o CyBorD) consente di ottenere una
risposta complessiva pari al rsquo80-88 con VGPR rate di circa il 50 (7-8) (Livello di evidenza 3)
Bortezomib-desametasone-talidomide
Un ampio studio di fase III condotto su 480 pazienti volto a paragonare il regime VTD con TD come terapia
di induzione prima e consolidamento dopo un doppio ASCT ha documentato come dopo 3 cicli di
induzione lrsquoassociazione VTD fosse superiore a TD in tutte le categorie di risposta (CR+nCR 31 vs 11
ge VGPR 62 vs 28 rispettivamente) (10) Tale superioritagrave si egrave mantenuta anche dopo la terapia ad alte
dosi e al consolidamento (CR+nCR 62 vs 45 ge VGPR 85 vs 68 rispettivamente) La PFS a 3 anni
egrave risultata essere significativamente piugrave lunga per il braccio VTD rispetto a TD (68 vs 56
rispettivamente) (Livello di evidenza 1++) Lo schema di associazione VTD si correla a migliori tassi di
risposta e migliore PFS rispetto a VD o TD in altri due trials randomizzati (11-12) e in altri studi di fase II
(13 14 15) In uno studio il bortezomib era somministrato a dosaggi ridotti (vTD) comportando un minore
rischio di neurotossicitagrave (12) Infine nel protocollo terapeutico Total Therapy 3 (TT3) VTD combinato con
chemioterapia PACE (cisplatino doxorubicina ciclofosfamide e etoposide) era somministrato come terapia
di induzione pre e come consolidamento dopo un doppio ASCT a cui seguiva un mantenimento con VTD
LINEE GUIDA MIELOMA
24
per il primo anno e TD nel secondo e terzo anno(16) Con un follow-up mediano di 39 mesi la PFS e OS a 4
anni sono risultate essere rispettivamente del 71 e del 78 Confrontando il regime TT3 col suo
predecessore TT2in cui non era previsto il bortezomib appare chiaro il vantaggio dello schema VTD in
particolare egrave interessante notare che in questrsquoultimo studio la CR egrave piugrave duratura (2-year sustained CR TT3
92 vs 81 TT2 talidomide arm) e la PFS piugrave prolungata (2-year 84 vs 77 rispettivamente) Inoltre nei
pazienti con malattia ad alto rischio (GEP high risk t(414) positiva) si chiaro registra un trend verso una
OS piugrave lunga nel TT3 vs TT2 sottolineando come lrsquoimpiego di Bortezomib appare in grado di superare la
cattiva prognosi conferita da queste alterazioni
Lenalidomide-desametasone
In un primo studio di fase II la combinazione Len-Dex ha comportato buoni risultati in termini di risposta
con ORR di 91 ge VGPR rate di 56 OS a 3 anni 85 (17) confermati da due studi successivi di fase III
Lo studio di Zonder et al confrontava Len-Dex versus Dex in pazienti candidabili o meno a ASCT
lrsquoaggiunta dellrsquoagente immunomodulatore migliorava sia il rate di risposta (ge PR 85 vs 51 e CRnCR
22 vs 4 p=0001 rispettivamente) che la PFS (77 vs 55 p=0002 rispettivamente) ma non la OS
(93 vs 91 rispettivamente) La combinazione Len-Dex determinava un elevata incidenza di neutropenia
di grado 3-4 (135 vs 24 p=001 rispettivamente) e di complicanze infettive (38 vs 23 p=0003
rispettivamente) (18) Il secondo trial randomizzato del gruppo ECOG era volto a paragonare lrsquoassociazione
di Lenalidomide con alte (RD) o basse (Rd) dosi di Desametasone
La maggiore tossicitagrave ottenuta e la maggiore mortalitagrave precoce (tromboembolismo venoso TEV 184 vs
55 mortalitagrave 5 vs 05 rispettivamente) ha comportato riduzione della sopravvivenza globale nel
braccio RD soprattutto nei pazienti con etagrave superiore a 65 anni (19) Entrambi questi studi erano rivolti a
pazienti di tutte le etagrave non solo a pazienti candidabili a chemioterapia ad alte dosi alcuni pazienti su
decisione volontaria procedevano al trapianto autologo di cellule staminali mentre altri proseguivano la
terapia fino a progressioneintolleranza Per tale motivo non possiamo considerare questi studi pur se di fase
III come fortemente rappresentativi dellrsquoefficacia di regimi di induzione contenenti lenalidomide-
desametasone pre trapianto (Livello di evidenza 1++)
Ersquo stato riportato come una prolungata esposizione a lenalidomide comporti una ridotta mobilizzazione e
raccolta di cellule staminali CD34+ (20) Per tale motivo le raccomandazioni dellrsquoInternational Myeloma
Working group (IMWG) suggeriscono di effettuare la mobilizzazione delle cellule staminali precocemente
dutrante il trattamento di induzione con Lenalidomide (entro i primi quattro cicli ) (21)
Una profilassi antitrombotica egrave raccomandata in pazienti che ricevono RD come terapia di prima linea (22)
Inoltre essendo lrsquoescrezione del farmaco egrave prevalentemente renale il dosaggio della lenalidomide va
aggiustato sulla base della clearance della creatinina
Lenalidomide-desametasone-bortezomib
In considerazione dellrsquoelevata efficacia di Bortezomib Lenalidomide e Desametasone come agenti singoli egrave
stata introdotta lrsquoassociazione RVD per sfruttarne lrsquoazione sinergica Un primo studio multicentrico di fase
III volto a testare efficacia e sicurezza del regime RVD nella malattia di nuova diagnosi in pazienti
candidabili o meno allrsquoASCT dimostrava che tale combinazione risulta ben tollerata con bassa incidenza di
TEV e neuropatia (G3 3 per entrambe) Dopo 4 cicli il tasso di risposta di buona qualitagrave ( ge nCR e
VGPR) era del 6 e 11 rispettivamente tuttavia queste risposte incrementavano progressivamente
proseguendo la terapia fino a un massimo di 8 cicli e durante la fase di mantenimento con un 100 di ORR
e un 52 di CRnCR(23)
In uno studio di fase II lrsquoassociazione RDV in induzione del consentiva di ottenere una risposta globale del
97 ( ge VGPR 54 CR 16 e sCR 13) (24)
Lo studio di fase II EVOLUTION ha comparato prospetticamente RVD con VCD con due dosaggi di
ciclofosfamide (VCD e VCD modified) e un regime a quattro farmaci in cui RVD era addizionato con la
ciclofosfamide (RVDC) i pazienti candidati a ASCT ricevevano solo 4 cicli di terapia di induzione gli altri
invece effettuavano 8 cicli seguita poi da un mantenimento con 4 cicli di Bortezomib in somministrazione
monosettimanale (25) VDRC ha evidenziato maggior tossicitagrave rispetto agli altri schemi senza peraltro un
significativo vantaggio in termini di riposte ottenute (ge VGPR e CR VDRC vs RVD vs VCD vs VCD
modified 58 51 41 53 e 25 24 22 e 47 rispettivamente)
LINEE GUIDA MIELOMA
25
Unrsquoaltra combinazione esplorata egrave stata RVD addizionata con doxorubicina liposomiale pegilata dopo
mediamente 4 cicli il rate di CR + nCR e ge VGPR sono risultati essere pari al 30 e 58 rispettivamente
(26)
ALTRI REGIMI DI INDUZIONE
Talidomide-desametasone
Talidomide-desametasone (TD) egrave stato il primo regime ad essere impiegato in alternativa alla chemioterapia
convenzionale VAD come terapia di induzione pre ASCT TD si egrave dimostrata migliore del VAD in termini di
ORR e ge VGPR rate PFS ma non di OS post ASCT in uno studio retrospettivo case match e in uno studio
prospettico (27) Livello di evidenza 2++)
Inoltre un ampio studio di fase III ha cevidenziato la superioritagrave dellrsquoassociazione TD rispetto al
desametasone utilizzato agente singolo con un ORR di 63 contro 41-46 rispettivamente prolungando il
TTP (23 mesi vs 65 mesi rispettivamente) ma non la OS probabilmente per la maggior tossicitagrave evidenziata
della combinazione (maggior numero di eventi avversi di grado 3-4 in particolare TEV ictus infarto
miocardico acuto) in assenza di unrsquoadeguata profilassi antitrombotica (29) Il rate di risposte complete con
TD resta tuttavia basso pari al 4-10 In due ulteriori studi TD egrave stato incorporato al doppio ASCT e
somministrato dallrsquoesordio fino al secondo ASCT (30) oppure fino a ricadutaprogressione di malattia (31)
Lrsquoaggiunta di TD ha comportato un incremento di risposte di buona qualita del PFS e in uno studio anche
della sopravvivenza globale rispetto al doppio ASCT senza talidomide
Nello studio che prevedeva il mantenimento con talidomide tuttavia si sono verificati numerosi eventi
avversi in particolare eventi trombotici e polineuropatia che hanno portato alla discontinuazione del
farmaco nel 30 e 60 dei pazienti dopo 2 e 4 anni rispettivamente
Talidomide-desametasone e agenti citotossici
In diversi studi sono state testate varie associazioni di Talidomide con agenti chemioterapici tradizionali
quali Talidomide-Desametasone-Doxorubicina (TAD) e Talidomide-Desametasone-Ciclofosfamide (CTD)
In uno studio di fase III (32) la combinazione TAD comportava un incremento di rispostedi buona qualitagrave
rispetto al VAD (ge VGPR 37 vs 18) che veniva mantenuta dopo ASCT (54 vs 44 rispettivamente)
La PFS mediana del braccio TAD e mantenimento con Talidomide egrave risulta pari a 34 mesi rispetto a 2 mesi
per coloro che ricevevano VAD e un mantenimento con interferone In uno studio di fase III lrsquoassociazione
CTD si egrave dimostrata superiore al VAD+ciclofosfamide ottenendo una maggir percentuale di risposte
complete sia prima che dopo ASCT (pre 19 vs 9 post 51 vs 40 rispettivamente) (33)
Mieloma Multiplo etagrave lt 65 anni Terapia di I linea
Regimi di terapia preferiti
Terapia di induzione pre- trapianto autologo
Bortezomib+talidomide+desametasone ( studi di fase 3) Bortezomib + desametasone (studi fase 3) Bortezomib + desametasone+ doxorubicina liposomiale (studi fase 3) Bortezomib + lenalidomide + desametasone (studi di fase 3) lenalidomide+desametasone ( studi di fase 3)
Altri regimi possibili
Bortezomib + ciclofosfamide+desametasone ( studi di fase 2 e retrospettivi) Talidomide + desametasone (studi fase 2 e 3) Talidomide + desametasone + doxorubicina (studi fase 3) Talidomide + ciclofosfamide + desametasone (studi fase 3)
LINEE GUIDA MIELOMA
26
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
A Nella fase di induzione tutti i pazienti devono ricevere un
trattamento comprendente i nuovi farmaci e non solo
chemioterapici (35) Positiva forte
A
I regimi di induzione contenenti bortezomib sembrano
essere i piugrave rapidi ed efficaci In particolare il miglior
bilancio tra efficacia e tossicitagrave sembra appartenere alle
triplette di farmaci (bortezomib desametasone e IMiDs o
chemioterapia) (24-32-33) Lrsquoassociazione di Talidomide e Desametasone (TD) appare
un regime sub-ottimale pur mantenendo una certa
efficacia(10)
Positiva forte
D (Parere di esperti)
Il numero di cicli di induzione raccomandati egrave 3-4 33) Positiva debole
D (Parere di esperti)
La raccolta delle cellule staminali dovrebbe essere
effettuata entro 4 cicli di induzione (33) Positiva debole
B Sia bortezomib sia talidomide possono essere impiegati
senza prevedere una tossicitagrave aggiuntiva nei pazienti in
insufficienza renale eo dialisi (34) Positiva debole
D (Parere di esperti)
I pazienti trattati con Bortezomib dovrebbero ricevere una
profilassi antivirale con acyclovir (33) Positiva debole
62 Terapia di consolidamento e mantenimento post trapianto
La terapia di consolidamento ha lrsquoobiettivo di migliorare ulteriormente la risposta ottenuta con le alte dosi si
basa quindi su di un regime terapeutico molto efficace somministrato per un breve periodo di tempo per
ridurne al minimo la tossicitagrave Il consolidamento puograve essere effettuato con un secondo trapianto autologo
che offre particolare beneficio ai pazienti che non hanno ottenuto almeno una VGPRnCR dalla prima
procedura trapiantologica In seguito allrsquointroduzione dei ldquonuovi farmacirdquo nellrsquoarmamentario terapeutico del
MM sono stati sperimentati regimi di consolidamento comprensivi di Talidomide Bortezomib e
Lenalidomide Lrsquoimpiego di bortezomib e lenalidomide come agenti singoli dopo ASCT ha determinato un
miglioramento del rate di CR e CR+nCR compreso tra il 10-30 (34-35) Lo schema VTD si egrave dimostrato
molto efficace come consolidamento permettendo di migliorare la risposta inducendo anche risposte
molecolari (36) e in paragone a TD prolungando la PFS Tuttavia lrsquoassegnazione a TD o VTD in questo
studio non era randomizzata ma seguiva lrsquoassegnazione randomizzata iniziale nei due bracci come terapia di
induzione pre-trapianto (37) (livello di evidenza 2++)
La terapia di mantenimento egrave finalizzata invece a conservare nel tempo la risposta ottenuta a prolungare la
PFS e lrsquoOS senza alterare in modo significativo la qualitagrave di vita consiste in un trattamento a bassi dosaggi per un periodo di tempo prolungato (alcuni anni) In assenza di alternative fino a 10 anni fa circa le
uniche possibilitagrave erano rappresentate dallrsquointerferone e dallo steroide tali terapie risultavano perograve
molto tossiche e assai poco efficaci nel raggiungere gli obiettivi sopracitati In studi randomizzati
lrsquoimpiego di Talidomide come terapia di mantenimento post ASCT ha evidenziato un beneficio in
termini di PFS (3132 38-41) e in due di questi associata allo steroide anche di OS (38-40)
LINEE GUIDA MIELOMA
27
Il vantaggio in OS veniva perso se talidomide era anche parte della terapia di induzione (31 32 39) Inoltre
sembra che la prolungata esposizione a talidomide possa far emergere cloni resistenti e che tale agente sia
inefficace in pazienti portatori di alterazioni citogenetiche (42) Il problema principale relativo allrsquoimpiego di
talidomide come terapia di mantenimento a lungo termine riguarda la sua neurotossicitagrave che comporta una
percentuale di discontinuazione del farmaco fino al 60 (42)
Lenalidomide in considerazione dellrsquoassenza di neurotossicitagrave appare indicata come terapia di
mantenimento post ASCT Due studi randomizzati indipendenti hanno recentemente mostrato un vantaggio
in termini di PFS con lrsquoimpiego di lenalidomide rispetto a placebo dopo singolo o doppio ASCT (43 44) e
uno dei due anche un vantaggio in OS (44) (livello di evidenza 1++) In entrambi gli studi nei pazienti che
assumevano Lenalidomide egrave emerso un incrementato rischio di seconde neoplasie (SPMs) nellrsquoordine del
7 in tal senso saranno necessari un follow-up piugrave prolungato eulteriori studi per definire meglio i fattori di
rischio per le SPMs e la loro incidenza
Pochi e non conclusivi dati esistono sulla terapia di mantenimento con bortezomib essendo inoltre di non
poco rilievo il problema della via di somministrazione endovenosa e la neurotossicitagrave In tal senso potragrave
avere un certo rilievo la prossima del disponibilitagrave bortezomib per via sottocutanea che comporta una
significativa riduzione del rischio di incidenza della neurotossicitagrave iatrogena (45)
Terapia di Mantenimentoconsolidamento
Regimi terapeutici (studi fase 2 e fase 3)
Terapia di consolidamento
post- trapianto autologo
Bortezomib + desametasone (studi fase 3) Bortezomib+talidomide+desametasone ( studi di fase 3) Bortezomib + lenalidomide + desametasone (studi di fase 2) lenalidomide+desametasone ( studi di fase 3)
Terapia di mantenimento
post trapianto autologo
Talidomide (studi fase 3) Lenalidomide (studi fase 3) Bortezomib (studi fase 3)
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
D
La terapia di consolidamento e di mantenimento post
ASCT con i nuovi farmaci dovrebbe avvenire solo nel
contesto di studi clinici (i dati dei diversi studi sono
ancora poco solidi e richiedono un follow-up piugrave
prolungato)(33)
Studi clinici
63 Terapia ad alte dosi con supporto di progenitori emopoietici autologhi
Sono passati quasi 30 anni dalla prima segnalazione dellrsquoefficacia delle alte dosi di melphalan nel MM (47)
Da allora ASCT egrave diventata la terapia di riferimento nel paziente giovane affetto da MM alla diagnosi
Il trapianto autologo consente di ottenere elevati tassi di risposte complessive e attualmente rimane il
trattamento di riferimento per i pazienti eleggibili Alcuni studi randomizzati (vedi Tabella 1) condotti su
pazienti alla diagnosi evidenziano la superioritagrave del trapianto rispetto alla terapia convenzionale nel paziente
con MM con etagrave inferiore a 65 anni (Livello di evidenza 1++)
LINEE GUIDA MIELOMA
28
Tabella 1 Studi controllati- randomizzati terapia convenzianale vs terapia ad alte dosi
Trial Ndeg pts EFS
(median months) OS
(median months) References
IFM90 CT 100 8 at 7 years 25 at 7 years Attal et al (1996)
ASCT 100 16 at 7 years 43 at 7 years Harousseau et al
(2005)
MRC CT 200 32 20
Child et al (2003) ASCT 201 54 months 42
MAG91 CT 91 13 64 Fermand et al
(1998) ASCT 94 39 65
PETHEMA CT 83 34 67
Blade et al (2001) ASCT 81 43 67
CT Chemioterapia convenzionale ndash ASCT terapia ad alte dosi
EFS event-free survival OS overall survival
Da rilevare peraltro che lrsquointroduzione dei nuovi farmaci negli schemi di induzione non solo ha deteminato
un miglioramento delle risposte globali pretrapianto ma ha consentito di implementare il numero di risposte
di buona qualitagrave dopo il trapianto (48 -51)
Circa un confronto diretto tra nuovi farmaci e la terapia trapiantologica abbiamo a disposizione pochi dati di
letteratura Il gruppo GIMEMA ha concluso uno studio su 402 pazienti affetti da mieloma multiplo in prima
diagnosi e randomizzati a ricevere dopo 4 cicli di lenaidomide-desametasone o un doppio trapianto
autologo (MEL 200) o altri 6 cicli di terapia con melphalan-prednisone-lenalidomide Questo studio ha
riportato un significativo aumento in PFS ma non in OS per il braccio trapiantologico (52)
In un secondo studio 389 pazienti sono stati trattati in induzione con lenelidomide+basse dosi di
desametasone e successivamente randomizzati a ricevere CRD (ciclofosfamide lenalidomide desametasone)
o doppio trapianto autologo (MEL200) In questo trial la PFS a 2 anni egrave risultata migliore per il braccio
trapiantologico( 62 vs72)(53) Analoghi studi sono attualmente in corso
Mobilizzazione cellule staminali
La sorgente delle cellule staminali egrave quasi esclusivamente il sangue periferico le cellule staminali infatti
vengono prelevate da sangue periferico con una o piugrave procedure aferetiche previa terapia di mobilizzazione
Il farmaco maggiormente utilizzato ai fini della mobilizzazione egrave la ciclofosfamide a dosi medio alte (2-4
gmq) in combinazione con lenograstim (5-10 mcgKgdie) Altri regimi di mobilizzazione riportati in
letteratura oltre allrsquoutilizzo del solo fattore di crescita emopoietico sono la citosina arabinoside la
vinorelbina e diversi schemi di polichemioterapia Il numero minimo di cellule CD34 necessarie per
effettuare la procedura trapiantologica e pari a 2 x106 kg
Lrsquoutilizzo di cellule staminali selezionate o la tecnica del purging del prodotto aferetico non ha comportato
una riduzione del rischio di recidiva (54) e pertanto non egrave consigliato
Singolo vs Tandem
Si parla di doppio trapianto (tandem) qualora una seconda procedura venga effettuata entro 6 mesi dalla
prima Diversi trials randomizzati hanno indagato lrsquoutilitagrave di un secondo autotrapianto e una metanalisi del
2009 avrebbe evidenziato una superioritagrave del doppio autotrapianto sul singolo in termini di tasso di risposta e
EFS (20 vs 10) ma non di OS (55) Uno studio conferma un beneficio a lungo termine della doppia
procedura (56) mentre in altri due studi viene dimostrato che i pazienti che beneficiano maggiormente del
secondo trapianto sono quelli che non ottengono almeno una VGPR con il primo trapianto (56 ndash 57) In
particolare nello studio IFM94 389 pazienti alla diagnosi venivano randomizzati a ricevere singolo (MEL
140+TBI) o doppio autologo (MEL 140 - MEL 140+TBI) Gli autori hanno dimostrato un aumento di OS
stimata a 7 anni per il doppio autologo e in unrsquoanalisi di sottogruppi hanno riscontrato che i pazienti che
beneficiavano maggiormente del doppio autologo erano quelli che non ottenevano almeno una VGPR entro
tre mesi dalla prima procedura (57) Analoghe conclusioni sono emerse da uno studio italiano dove veniva
utilizzato come regime di condizionamento MEL 200 (58) (Livello di Evidenza 1++)
LINEE GUIDA MIELOMA
29
Critiche a questi studi sono lrsquoutilizzo di una minor dose cumulativa di MEL nel braccio del trapianto singolo
nello studio del gruppo francese e per entrambi la bassa potenza degli studi per valutare il ruolo del doppio
trapianto nei pazienti che ottengono una CR o almeno una VGPR dopo la prima procedura
Una revisone sistematica pubblicata nel 2012 per stabilire il vantaggio di un doppio trapianto autologo
rispetto al singolo ha concluso che non vi sono dati sufficienti per una decisione definitiva considerando che
sono stati riscontrati bias negli studi pubblicati e che i trial non comprendevano ancora i nuovi farmaci
attualmente a disposizione (59)
Il ruolo del secondo autotrapianto potrebbe essere messo in discussione da studi randomizzati in corso che
paragonano consolidamento con nuovi farmaci e trapianto autologo nel frattempo il II trapianto dovrebbe
essere offerto ai pazienti che non hanno ottenuto una risposta completa dopo il primo trapianto riservando
tale opzione terapeutica agli altri pazienti in occasione delleventuale recidiva di malattia
Condizionamento
Il regime di condizionamento per il trapianto autologo nel MM rimane il Melphalan ad alte dosi (200
mgmq) Tale dosaggio viene ridotto nei pazienti con insufficienza renale (con GFRlt 30 mlmin) e in dialisi
in cui la somministrazione a 200 mgmq comporta un incremento di tossicitagrave e di mortalitagrave correlata alla
procedura (60) Un incremento del dosaggio di melphalan (220-300 mg anche in associazione ad Amifostina)
ha evidenziato un miglioramento della PFS ma con un notevole incremento della tossicitagrave (61-62) mentre
lassociazione con Total-body irradiation (TBI) non comporta nemmeno miglioramento del PFS (63) (Livello
di evidenza 4) per cui attualmente lo standard egrave Melphalan 200mgmq (64 )
Anche nel contesto del condizionamento al trapianto sono stati inseriti i nuovi farmaci (Melphalan 140
mgmq + Bortezomib) con risultati promettenti in termini di risposta (gtVGPR 70 con RC 30) anche se
il follow-up egrave troppo breve per valutarne lrsquoimpatto sulla sua durata (65)
64 Trapianto allogenico
In relazione alletagrave media avanzata alla diagnosi e alla disponibilitagrave di un donatore familiare sono pochi i
pazenti affetti da MM potenzialmente candidabili ad una procedura di trapianto allogenico
Il trapianto allogenico mieloablativo correla con miglioramneto dellrsquo intervallo libero da malattia (tra 22-
36) anche se il suo ruolo nel trattamento del MM appare controverso dato lelevato tasso di mortalitagrave
correlata alla procedura (Transplant related mortality TRM) che varia tra 34-54 nei diversi studi
Fattori prognostici negativi per il trapianto allogenico mieloablativo sono un precedente ASCT un lungo
intervallo tra la diagnosi e il trapianto e il mismacht di sesso tra donatore e ricevente (66-67)
Per ridurre la TRM e permettere di estendere lrsquoindicazione ad un maggior numero di pazienti con MM alla
diagnosi egrave stato sperimentato il trapianto allogenico a condizionamento ridotto (RIC) Diversi studi in
letteratura evidenziano la fattibilitagrave di tale approccio anche nei pazienti piugrave anziani con una TRM lt20 In
questo particolare setting rimane elevata lincidenza di GvHD cronica recentemente riportato fino al 74
dei pazienti trattati (68) Anche se la sopravvivenza globale a 5 anni risulta circa del 60 sono segnalate
recidive di malattia (spesso extramidollari) anche dopo 5 anni dal trapianto
Uno studio prospettico (69) ha riportato una miglior OS per i pazienti sottoposti allrsquoallotrapianto non
mieloablativo dopo un trapianto autologo rispetto al doppio autotrapianto mentre altri studi non hanno
confermato tale dato (vedi tabella 2) Secondo le raccomandazioni del gruppo Europeo il trapianto
allogenico puograve essere considerato per i pazienti giovani ad alto rischio che accettino il tasso di mortalitagrave
correlato alla procedura e la natura sperimentale del trattamento (74)
LINEE GUIDA MIELOMA
30
Tabella2 studi randomizzati tandem autologo vs tandem auto-allotrapianto nel MM alla diagnosi
Pts RC () EFS (mesi) OS (Mesi) P
IFM (70) 166 vs 46 37vs 55 25 vs 21 57 vs 41 NS
GIMEMA (69) 82 vs 80 26 vs 55 33 vws 37 64 vs NR S
PETHEMA (71) 82 vs 25 11 vs 40 20 vs 26 58 vs 60 NS
HOVON (72) 101 vs 115 42 vs 45 34 vs 39 63 vs 56 NS
EBMT (73) 250 vs 110 41 vs 52 15 vs 36 50 vs 65
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
A
ASCT deve essere parte integrante del programma
terapeutico del paziente affetto da MM di etagrave inferiore
uguale a 65 anni con adeguato performance status (tabella 1)
Positiva forte
D ASCT potrebbe essere eseguito anche in pazienti con eta
compresa tra 65 e 70 anni in assenza di patologie
associate(64) Positiva debole
B
Il regime di condizionamento al trapianto consiste nel
Melphalan 200 mgmq con riduzione di dose (140 mgmq)
in caso di alterazione della funzione renale o nei pazienti
con etagrave gt65 anni (60 64)
Positiva debole
B
Il Tandem ASCT attualmente non puograve essere considerato lo
standard il secondo trapianto infatti dovrebbe essere
riservato ai pazienti che non ottengono una risposta
superiore alla VGPR dopo la prima procedura
trapiantologica (59) Nei pazienti in cui la seconda procedura egrave invece indicata
questa deve essere effettuata dopo 3 e non oltre i 6 mesi dal
precedente trattamento ad alte dosi (57)
Negativa debole
C
Il trapianto allogenico mieloablativo da donatore familiare
HLA identico puograve essere considerato solo nei pazienti di etagrave
lt 40 anni responsivi alla terapia di prima linea e solo
nellrsquoambito di trials clinici(74) Il Trapianto allogenico a condizionamento ridotto (RIC) egrave
proponibile a pazienti ad alto rischio dopo ASCT solo
nellambito di studi clinici controllati
Studi clinici
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LINEE GUIDA MIELOMA
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1031(2)247-55
16 Pineda-Roman M Zangari M Haessler J Anaissie E Tricot G van Rhee F Crowley J Shaughnessy JD Jr
Barlogie B Sustained complete remission in multiple myeloma linked to bortezomib in total therapy 3
comparison with total therapy 2 Br J Haematol 2008140625-634
17 Rajkumar SV Hayman SR Lacy MQ Dispenzieri A Geyer SM Kabat B Zeldenrust SR Kumar S Greipp PR
Fonseca R Lust JA Russell SJ Kyle RA Witzig TE Gertz MA Combination therapy with lenalidomide plus
dexamethasone (revdex) for newly diagnosed myeloma Blood 20051064050-4053
18 Zonder JA Crowley J Hussein MA Bolejack V Moore DF Whittenberger BF Abidi MH Durie B and
Barlogie B et al Superiority of lenalidomide plus high-dose dexamethasone (HD) compared to HD alone as
treatment of newly diagnosed multiple myeloma result of the randomized double-blind placebo-comtrolled
SWOG trial S0232 Blood 2007110abs77
19 Rajkumar SV Jacobus S Callander NS Fonseca R Vesole DH Williams ME Abonour R Siegel DS Katz M
Greipp PR Eastern Cooperative Oncology Group Lenalidomide plus high-dose dexamethasone versus
lenalidomide plus low-dose dexamethasone as initial therapy for newly diagnosed multiple myeloma an open-
label randomized controlled trial Lancet Oncology 2010 11 29-37
20 Kumar S Dispenzieri A Lacy MQ Hayman SR Buadi FK Gastineau DA Litzow MR Fonseca R Roy V
Rajkumar SV Gertz MA Impact of lenalidomide therapy on stem cell mobilization and engrafment post-
peripheral blood stem cell transplantation in patients with newly diagnosed myeloma Leukemia 2007 21 2035-
42
21 Kumar S Giralt S Stadtmauer EA Harousseau JL Palumbo A Bensinger W Comenzo RL Lentzsch S
Munshi N Niesvizky R San Miguel J Ludwig H Bergsagel L Blade J Lonial S Anderson KC Tosi P
Sonneveld P Sezer O Vesole D Cavo M Einsele H Richardson PG Durie BG Rajkumar SV International
Myeloma Working Group Mobilization in myeloma revisited IMWG consensus perspectives on stem cell
collection following initial therapy with thalidomide lenalidomide or bortezomib-containing regimens Blood
2009 114 1729-35
22 Palumbo A Rajkumar SV Dimopoulos MA Richardson PG San Miguel J Barlogie B Harousseau J Zonder
JA Cavo M Zangari M Attal M Belch A Knop S Joshua D Sezer O Ludwig H Vesole D Bladeacute J Kyle R
Westin J Weber D Bringhen S Niesvizky R Waage A von Lilienfeld-Toal M Lonial S Morgan GJ Orlowski
RZ Shimizu K Anderson KC Boccadoro M Durie BG Sonneveld P Hussein MA International Myeloma
Working Group Prevention of thalidomide and lenalidomide-associated thrombosis in myeloma Leukemia
2008 22 414-23
23 Richardson PG Weller E Lonial S Jakubowiak AJ Jagannath S Raje NS Avigan DE Xie W Ghobrial IM
Schlossman RL Mazumder A Munshi NC Vesole DH Joyce R Kaufman JL Doss D Warren DL Lunde LE
Kaster S Delaney C Hideshima T Mitsiades CS Knight R Esseltine DL Anderson KC Lenalidomide
bortezomib and dexamethasone combination therapy in patients with newly diagnosed multiple myeloma Blood
2010116 679-686
24 Roussel M Avet-Loiseau H Moreau P Huynh A Benboubker L Hulin C Marit G Leleu X Pegourie B
Fruchart C Caillot D Stoppa AS Facon T Harousseau JL and Attal M Frontline therapy with bortezomib
lenalidomide and dexamethasone (VRD) fllowed by autologous stem cell transplantation VRD consolidation
and lenalidomide maintenance in newly diagnosed multiple myeloma pateints primary results of the IFM 2008
phase II study Blood 2010 abs 624
25 Kumar S Flinn I Richardson PG Hari P Callander N Noga SJ Stewart AK Turturro F Rifkin R Wolf J
Estevam J Mulligan G Shi H Webb IJ Ra SV Randomized multicenter phase 2 study (EVOLUTION) of
combinations of bortezomib dexamethasone cyclophosphamide and lenalidomide in previously untreated
multiple myeloma Blood 2012 119 4375-82
26 Jakuboviak AJ Reece DE Hofmeister CC Lonial S Zimmerman TM Campagnaro EL Schlossman RL
Laubach J Raje N Anderson T Griffith K Hill M Harvey C Dollard AM Wear S Barrickman J Tendler C
Esseltine DL Kelley SL Kaminski MS Anderson KC and Richardson PG Lenalidomide bortezomib
pegylated liposomial doxorubicin and dexamethasone in newly diagnosed multiple myeloma updated results of
phase III MMRC trial Blood 2009 114 abs 132
27 Cavo M Zamagni E Tosi P Tacchetti P Cellini C Cangini D de Vivo A Testoni N Nicci C Terragna C
Grafone T Perrone G Ceccolini M Tura S Baccarani M Bologna 2002 study Superiority of thalidomide and
dexamethasone over VAD as primary therapy in preparation for autologous transplantation for multiple
myeloma Blood 200510635-9
28 Rajkumar SV Blood E Vesole D Fonseca R Greipp PR Eastern Cooperative Oncology Group Phase III
clinical trial of thalidomide plus dexamethasone compared with dexamethasone alone in newly diagnosed
multiple myeloma a clinical trial coordinated by the Eastern Cooperative Oncology Group JCO 200624431-6
LINEE GUIDA MIELOMA
33
29 Cavo M Di Raimondo F Zamagni E Patriarca F Tacchetti P Casulli AF Volpe S Perrone G Ledda A
Ceccolini M Califano C Bigazzi C Offidani M Stefani P Ballerini F Fiacchini M de Vivo A Brioli A Tosi
P Baccarani M Short-term thalidomide incorporated into double autologous stem-cell transplantation improves
outcomes in comparison with double autotransplantation for multiple myeloma JCO 2009305001-5007
30 Barlogie B Tricot G Anaissie E Shaughnessy J Rasmussen E van Rhee F Fassas A Zangari M Hollmig K
Pineda-Roman M Lee C Talamo G Thertulien R Kiwan E Krishna S Fox M Crowley J Thalidomide and
hematopoietic-cell transplantation for multiple myeloma N Engl J Med 20063541021-1030
31 Lokhorst HM van der Holt B Zweegman S Vellenga E Croockewit S van Oers MH von dem Borne P
Wijermans P Schaafsma R de Weerdt O Wittebol S Delforge M Berenschot H Bos GM Jie KS Sinnige H
van Marwijk-Kooy M Joosten P Minnema MC van Ammerlaan R Sonneveld P Dutch-Belgian Hemato-
Oncology Group (HOVON) A randomized phase 3 study on the effect of thalidomide combined with
Adriamycin dexamethasone and high dose melphalan followed by thalidomide maintenance in patients with
multiple myeloma Blood 2010 115 1113-1120
32 Morgan GJ Davies FE Gregory WM Bell SE Szubert AJ Navarro Coy N Cook G Feyler S Johnson PR
Rudin C Drayson MT Owen RG Ross FM Russell NH Jackson GH Child JA National Cancer Research
Institute Haematological Oncology Clinical Studies Group Cyclophosphamide thalidomide and dexamethasone
as induction therapy for newly diagnosed multiple myeloma patients destined for autologous stem cell
transplantation MRC Myeloma IX randomized trial results Hematologica 2012 97 442-50
33 Cavo M Rajkumar SV Palumbo A Moreau P Orlowski R Blade J et al International Myeloma Working
Group consensus approach to the treatment of multiple myeloma patients who are candidates for autologous
stem cell transplantation Blood 2011 Jun 9117(23)6063-73
34 Dimopoulos MA Roussou M Gkotzamanidou M Nikitas N Psimenou E Mparmparoussi D Matsouka C
Spyropoulou-Vlachou M Terpos E Kastritis E The role of novel agents on the reversibility of renal impairment
in newly diagnosed symptomatic patients with multiple myeloma Leukemia 2013 Feb27(2)423-9
35 Mellqvist UH Gimsing P Hjertner O Lenhoff S Laane E Remes K Steingrimsdottir H Abildgaard N Ahlberg
L Blimark C Dahl IM Forsberg K Gedde-Dahl T Gregersen H Gruber A Gulbrandsen N Haukarings E Carlson
K Kvam AK Nahi H Lindarings R Frost Andersen N Turesson I Waage A Westin J Bortezomib consolidation
after autologous stem cell transplantation in multiple myeloma a Nordic Myeloma study group randomized
phase III trial Blood 2013 April 24 epub
36 Attal M Lauwers-Cances V Marit G Caillot D Moreau P Facon T Stoppa AM Hulin C Benboubker L
Garderet L Decaux O Leyvraz S Vekemans MC Voillat L Michallet M Pegourie B Dumontet C Roussel M
Leleu X Mathiot C Payen C Avet-Loiseau H Harousseau JL IFM Investigators Lenalidomide maintenance
after stem-cell transplantation for multiple myeloma N Engl J Med 2012 May 10366(19)1782-91
37 Terragna C Zamagni E Petrucci MT Durante S Patriarca P Narni F Crippa C Gorgone A Caravita T
Perrone G Nozzoli C Masini L Callea V Attolico I Cellini C Bringhen S Ledda A Montefusco V Martello
M Martinelli G Baccarani M and Cavo M Molecular remission after bortezomib-thalidomide and
dexamethasone compared with thalidomide-dexamethasone as consolidation therapy after double autologous
transplantation for multiple myeloma results of qualitative and quantitative analysis Blood 2010 116 abs 861
38 Cavo M Pantani L Petrucci MT Patriarca F Zamagni E Donnarumma D Crippa C Boccadoro M Perrone G
Falcone A Nozzoli C Zambello R Masini L Furlan A Brioli A Derudas D Ballanti S Dessanti ML De
Stefano V Carella AM Marcatti M Nozza A Ferrara F Callea V Califano C Pezzi A Baraldi A Grasso M
Musto P Palumbo A GIMEMA (Gruppo Italiano Malattie Ematologiche dellAdulto) Italian Myeloma Network
Bortezomib-thalidomide and dexamethasone is superior to thalidomide-dexamethasone as consolidation therapy
following autologous hematopoietic stem-cell transplantation in patients with newly diagnosed multiple
myeloma Blood 2012 Jul 51209-19
39 Attal M Harousseau JL Leyvraz S Doyen C Hulin C Benboubker L Yakoub Agha I Bourhis JH Garderet L
Pegourie B Dumontet C Renaud M Voillat L Berthou C Marit G Monconduit M Caillot D Grobois B Avet-
Loiseau H Moreau P Facon T Inter-Groupe Francophone du Myeacutelome (IFM) Maintenance therapy with
thalidomide improve survival in patients with multiple myeloma Blood 20061083289-3294
40 Morgan GJ Gregory WM Davies FE Bell SE Szubert AJ Brown JM Coy NN Cook G Russell NH Rudin C
Roddie H Drayson MT Owen RG Ross FM Jackson GH Child JA National Cancer Research Institute
Haematological Oncology Clinical Studies GroupThe role of maintenance thalidomide therapy in multiple
myeloma MRC myeloma IX results and meta-analysis Blood 2012 Jan 5119(1)7-15
41 Spencer A Prince HM Roberts AW Prosser IW Bradstock KF Coyle L Gill DS Horvath N Reynolds J
Kennedy N Consolidation therapy with low-dose thalidomide and prednisolone prolongs the survival of
multiple myeloma patients undergoing a single autologous stem-cell transplantation procedure JCO
2009271788-1793
42 Stewart AK Trudel S Bahlis NJ White D Sabry W Belch A Reiman T Roy J Shustik C Kovacs MJ
Rubinger M Cantin G Song K Tompkins KA Marcellus DC Lacy MQ Sussman J Reece D Brundage M
LINEE GUIDA MIELOMA
34
Harnett EL Shepherd L Chapman JA Meyer RM A randomized phase 3 trial of thalidomide and prednisone as
maintenance therapy after ASCT in patients with MM with a quality-of-life assessment the National Cancer
Institute of Canada Clinicals Trials Group Myeloma 10 Trial Blood 2013 Feb 28121(9)1517-23
43 Cavo M Pantani L Tacchetti P Pallotti MC Brioli A Petrucci A Zamagni E Tosi P Thalidomide maintenance
in multiple myeloma certainties and controversies JCO 200927186-187
44 Attal M Lauwers-Cances V Marit G Caillot D Moreau P Facon T Stoppa AM Hulin C Benboubker L
Garderet L Decaux O Leyvraz S Vekemans MC Voillat L Michallet M Pegourie B Dumontet C Roussel M
Leleu X Mathiot C Payen C Avet-Loiseau H Harousseau JL IFM Investigators Lenalidomide maintenance
after autologous stem-cell transplantation for multiple myelomaN Eng J Med 2012 10 1782-91
45 McCarthy PL Owzar K Hofmeister CC Hurd DD Hassoun H Richardson PG Giralt S Stadtmauer EA
Weisdorf DJ Vij R Moreb JS Callander NS Van Besien K Gentile T Isola L Maziarz RT Gabriel DA
Bashey A Landau H Martin T Qazilbash MH Levitan D McClune B Schlossman R Hars V Postiglione J
Jiang C Bennett E Barry S Bressler L Kelly M Seiler M Rosenbaum C Hari P Pasquini MC Horowitz MM
Shea TC Devine SM Anderson KC Linker C Lenalidomide after stem-cell transplantation fro multiple
myeloma N Engl J Med 2012 10 1770-81
46 Moreau P Pylypenko H Grosicki S Karamanesht I Leleu X Grishunina M Rekhtman G Masliak Z Robak T
Shubina A Arnulf B Kropff M Cavet J Esseltine DL Feng H Girgis S van de Velde H Deraedt W
Harousseau JL Subcutaneous versus intravenous administration of bortezomib in patients with relapsed multiple
myeloma A randomized phase 3 non-inferiority study Lancet Oncology 2011 12 431-44
47 McElwaiv amp Powles 1983 High-dose intravenous melphalan for plasma-cell leukaemia and myeloma Lancet
1983 Oct 82(8354)822-4
48 Harousseau J Avet-loiseau H Attal M High complete and very good partial response rates with bortezomib-
dexamethasone as induction prior to ASCT in newly diagnosed pattients wuith high-risk myeloma results of the
IFM2005-01 phase 3 trial ndash Blood 2009 114 abstract 353
49 Cavo M Tacchetti P Patriarca F Petrucci MT Pantani L Galli M Di Raimondo F Crippa C Zamagni E
Palumbo A Offidani M Corradini P Narni F Spadano A Pescosta N Deliliers GL Ledda A Cellini C
Caravita T Tosi P Baccarani M GIMEMA Italian Myeloma Network Bortezomib with thalidomide plus
dexamethasone compared with thalidomide plus dexamethasone as induction therapy before and consolidation
therapy after double autologous stem-cell transplantation in newly diagnosed multiple myeloma a randomised
phase 3 study Lancet 2010376(9758)2075-2085
50 Rajkumar SV Jacobus S Callander NS et al lenalidomide plus high-dose dexamethasone versus lenalidomide
plus low-dose dexamethasone as intial therapy for newly diagnoses multiple myeloma an open albel randomized
controller trial Lancet Oncol 201011(1)29-37
51 Richardson PG Weller E Lonial S et al Lenalidomide bortezomib and dexamethasone combination therapy in
patients with newly diagnosed multiple Myeloma Bloob 2010116(5)679-86)
52 Boccadoro M Cavallo F Gay F et al Melphalan-prednisone-lenalidomide (MPR) versus High dose melphalan
and autologous transplantation ( MEL 200) plus lenalidomide maitenance or no maintenance in newly diagnoses
Multiple Myeloma patients J Clin Oncol 2013 31 abstract 8509)
53 Gay F Hajek R Dira Diramondo F et al Cyclophosphamide-lenalidomide-dexamethasone vs autologous
transplant in newly diagnosed myeloma a phase III trial Clin Lymphoma Myeloma Leuk 201313 (suppl
1)S40
54 Stewart AK Vescio R Schiller G Purging of autologous peripheral-blood stem cells using CD34 selection
does not improve overall or progression-free survival after high-dose chemotherapy for multiple myeloma
results of a multicenter randomized controlled trial Journal of Clinical Oncology (2001) 19 3771ndash3779
55 Kumar A Kharfan-Dabaja MA Glasmacher A Djulbegovic B Tandem versus single autologous hematopoietic
cell transplantation for the treatment of multiple myeloma a systematic review and meta-analysis J Natl Cancer
Inst 2009 101(2) 100-10
56 Barlogie B Attal M Crowley J Lomg term follow-up of autotransplantation trials for multiple myeloma update
of protocols conducted by the Intergroupe Francophone du Myelome South-west Oncology Group and the
University of Arkansas for Medical Sciences J Clin Oncol201028(7)1209-1214
57 Attal Harousseau JL Facon T Single versus double autologous stem-cell transplantation for multiple
myeloma New England Journal of Medicineigrave (2003) 349 2495ndash2502)
58 Cavo M Tosi P Zamagni E Prospective randomized study of single compared with double autologous stem-
cell transplantation for multiple myeloma Bologna 96 clinical study J Clin Oncol2007252434-2441
59 Maumann-Winter et al Cochrane database Syst Rev 2012 act 1710cd 004626
60 Knudsen LM Nielsen B Gimsing P amp Geisler C Autologous stem cell transplantation in multiple
myeloma outcome in patients with renal failure European Journal of Haematology 2005 75 27ndash33)
LINEE GUIDA MIELOMA
35
61 Garban F Attal M Michallet M et al Prospective comparison of autologous stem cell transplantation
followed by dose-reduced allograft (IFM99-03 trial) with tandem autologous stem cell transplantation (IFM99-
04 trial) in high-risk de novo multiple myeloma Blood 2005 - 107 3474ndash3480
62 Phillips GL Meisenberg B Reece DE et al Amifostine and autologous henatopietic stem cell support of
escalating-dose melphalan a phase I study Biol Blood Marrow Transpalnt 2004 Jul10(7)473-83
63 Moreau P Facon T Attal M Comparison of 200 mgm(2) melphalan and 8 Gy total body irradiation plus
140 mgm(2) melphalan as conditioning regimens for peripheral blood stem cell transplantation in patients with
newly diagnosed multiple myeloma final analysis of the Intergroupe Francophone du Myelome 9502
randomized trial Blood 2002 99 731ndash735
64 Mohamad Mohty and Jean-Luc Harousseau treatment of autologous stem cell transplant-elegible multiple
myeloma patients ten questions and answers Haematologica 201499(3)408-416
65 Roussel M Moreau P Huynh A Bortezomib and high-dose melphalan as conditioning regimen before
autologous stem cell transplantation in patients with de novo multiple myeloma a phase 2 study of the
Intergroupe Francophone du Myelome (IFM) Blood 2010 115 32ndash37)
66 Hunter HM Peggs K Powles R et al Analysis of outcome following allogeneichaemopoietic stem cell
transplantation formyeloma using myeloablative conditioning evidence for a superior outcome using melphalan
combined with total body irradiation British Journal of Haematology 2005 128 496ndash502
67 Crawley C Iacobelli S Bjorkstrand B Reduced-intensity conditioning for myeloma lower nonrelapse
mortality but higher relapse rates compared with myeloablative conditioning Blood 2007 109 3588ndash3594
68 Rotta M Storer BE Sahebi F Long-term outcome of patients with multiple myeloma after autologous
hematopoietic cell transplantation and nonmyeloablative allografting Blood 2009 113 3383ndash 3391
69 Bruno B RotaM Patriarca F A comparison of allografting with autologous autografting for newly diagnosed
myeloma N Engl J Med 2007 3561110-1120 )
70 Garban F Attal M Michallet M Prospective comparison of autologous stem cell transplantation followed by
dose-reduced allograft (IFM99-03 trial) with tandem autologous stem cell transplantation (IFM99-04 trial) in
high-risk de novo multiple myeloma Blood (2006) 107 3474ndash3480
71 Rosinol L Perez-Simon JA Sureda A prospective PETHEMA study of tandem autologous transplantation
versus autograft followed by reduced-intensity conditioning allogeneic transplantation in newly diagnosed
multiple myeloma Blood (2008) 112 3591ndash3593
72 Lokhorst H Sonneveld P amp Van der Holt BDonor versus no donor analysis of newly diagnosed myeloma
patients included in the HOVON 5054 study Blood ASH Annual Meeting 2008 112 Abstracts) 461
73 Bjorkstrand B Lacobelli S amp Hegenbart A Autologous stem cell transplantation (ASCT) versus ASCT
followed by reduced-intensity conditioning (RIC) allogeneic SCT with identical sibling donor in previously
untreated multiple myeloma (MM) a prospective controlled trial by the EBMT Bone Marrow Transplantation
(2009) (abstract) 43 223
74 Engelhardt M Terpos E Kleber M et al European Myeloma Network recommendations on the evaluation and
treatment of newly diagnosed patients with multole Myeloma Haematologica2014 99(2)232-242
LINEE GUIDA MIELOMA
36
7 Mieloma Multiplo recidivato o refrattario
71 Definizione di malattia recidivarefrattaria
Per MM refrattario si intende una malattia che non ha presentato almeno una risposta parziale a 3 o piugrave
cicli di terapia antimieloma o che egrave progredita entro 60 giorni dallrsquoultimo trattamento Si distingue la
categoria del MM refrattario primitivo che comprende i pazienti giagrave sottoposti a piugrave linee di terapia i quali
non hanno mai presentato almeno una risposta parziale a tutte le precedenti linee di terapia
Per MM ricaduto si intende un MM precedentemente trattato che richiede una nuova terapia di salvataggio
dopo un intervallo di remissione parziale o completa di almeno 60 giorni La definizione della recidiva di
malattia segue i criteri dellrsquoInternational Myeloma Working Group IMWG riportati nella tabella
sottostante
Categorie Criteri di valutazione
Malattia progressiva (PD) Necessario almeno uno dei seguenti criteri - Incremento ge25 CM (almeno ge 05 gdl) - Incremento ge 25 CM urinaria (almeno ge 200 mg 24 ore) - Incremento gt 10 dellinfiltrato plasmacellulare midollare - Comparsa di nuove lesioni osteolitiche o plasmocitomi - Ipercalcemia
Recidiva clinica Necessario almeno uno dei seguenti criteri - Comparsa di plasmocitoma o lesioni ossee - Incremento dimensionale di preesistente plasmocitoma o di lesioni ossee - Ipercalcemia (gt 115 mgdl 263 mmoll) - Riduzione dellemoglobina gt 2 gdl - Incremento del valore della creatinina gt 2 mgdl
Recidiva da precedente
remissione completa (RC) Necessario almeno uno dei seguenti criteri - Riscontro di CM sierica o urinaria allelettroforesi o immunofissazione - Incremento delle plasmacellule midollari gt 5 - Evidenza di segni correlati a progressione di malattia (Lesioni litiche
plasmocitoma ipercalcemia ecc)
72 Trattamento
La decisione di iniziare un trattamento di salvataggio
Pazienti con MM in recidiva devono essere ritrattati dopo la ricomparsa dei segni e sintomi di malattia
I criteri CRAB devono essere utilizzati anche per i pazienti in recidiva cosigrave come per i pazienti alla diagnosi
La morfologia e lentitagrave dellrsquoinfiltrato plasmacellulare midollare non devono essere usati come criteri di
inizio della terapia La cinetica di progressione della CM sierica e in particolare il raddoppiamento del suo
valore in 2 mesi egrave stato recentemente proposto come criterio per iniziare il trattamento ma non crsquoegrave al
momento consenso su questa indicazione Al contrario un lento incremento della CM senza segni di
evoluzione clinica non deve essere utilizzato come indice di ritrattamento
Opzioni per la terapia di salvataggio
Attualmente per il trattamento dei pazienti affetti da recidiva di malattia non abbiamo un regime di terapia o
una sequenza di farmaci ottimale (1) Bortezomib e agenti immunomodulanti come talidomide e
lenalidomide (ImiDs) sono molecole molto efficaci in questo setting di pazienti In uno studio
LINEE GUIDA MIELOMA
37
internazionale randomizzato di fase III bortezomib utilizzato come singolo agente si egrave dimostrato superiore
in termini di percentuale di risposta mediana di TTP e sopravvivenza rispetto alle alte dosi di desametasone
Questo ha permesso allrsquoEMEA nel 2005 di approvare il bortezomib come seconda linea di trattamento per i
pazienti con MM (2) (Livello di evidenza 1++) Un ulteriore miglioramento della TTP si egrave ottenuto
combinando il bortezomib con la doxorubicina liposomiale rispetto al solo bortezomib come dimostrato in
un successivo studio internazionale di fase III (3)
(Livello di evidenza 1++) Inoltre studi di fase II hanno
dimostrato come lrsquoaggiunta di desametasone aumenta la percentuale di risposte dal 18 al 33 nei pazienti
con risposte subottimali con il solo bortezomib Questo ha permesso di poter utilizzare in Italia il bortezomib
associato al desametasone nei pazienti in recidiva o refrattari (Legge 648)
Altre promettenti associazioni come bortezomib e talidomide bortezomib e lenalidomide e bortezomib e
melphalan sono state utilizzate in studi di fase II (4-6) (Livello di evidenza 3)
In due studi di fase III egrave stato dimostrato un significativo prolungamento del TTP utilizzando lenalidomide in
associazione al desametasone rispetto al solo desametasone questo ne ha permesso lrsquoapprovazione da parte
dellrsquoEMEA nel 2008 (78) (Livello di evidenza 1++ per la riduzione dei dosaggi di DEX che comunemente
vengono usati rispetto a quelli dello studio) Questi studi (MM-009 and MM-010) hanno dimostrato come sia
possibile ottenere un tasso di risposta complessivo del 60 con CR del 15 ed un TTP di almeno 111
mesi circa utilizzando la lenalidomide in combinazione con desametasone
Una efficacia clinica della combinazione Talidomide-Desametasone egrave stata dimostrata con studi di fase II (9-
11) (Livello di evidenza 3) peraltro non confermati con studi di fase III La talidomide utilizzata ad un
dosaggio mediano di 200ndash400 mg al giorno ha dato risposte in circa il 50 dei pazienti risposte di durata di
circa 12 mesi tali dati peraltro non sono stati sufficienti per ottenere lrsquoapprovazione da parte della FDA o
della EMEA per la talidomide in questa categoria di pazienti
Le alterazioni citogenetiche gli alti valori di beta-2-microglobulinemia e bassi livelli di albumina anche per i
pazienti in recidiva o refrattari hanno lo stesso valore prognostico negativo descritto per i pazienti al
momento della diagnosi Ulteriori caratteristiche come le catene leggere lrsquoisotipo IgA lrsquoinsufficienza renale
la malattia extramidollare il MM iposecernente e la malattia ossea possono condizionare lrsquoandamento della
malattia al momento della recidiva o quando si dimostra refrattaria ai trattamenti utilizzati Sia il bortezomib
che la talidomide si sono dimostrati efficaci e sicuri nei pazienti con insufficienza renale cosigrave come
bortezomib e lenalidomide hanno dimostrato di superare la prognosi negativa data dalla delezione del
cromosoma 13 e dalla translocazione t(414) (1213)
Al momento numerose altre molecole sono in valutazione in studi di fase III nellrsquoottica di ottenere risultati
che permetteranno di avere altre armi terapeutiche nel MM in recidiva Tra questi il carfilzomib un nuovo
inibitore irreversibile del proteosoma si egrave dimostrato attivo nei pazienti con MM refrattari alle terapie
convenzionali sia in studi di fase I (14) che in studi di fase II (1516) La pomalidomide il piugrave nuovo
immunomodulatore valutata in studi clinici e di cui vengono riportati interessanti dati sullrsquoefficacia (17-19)
(Livello di evidenza 3) La bendamustina farmaco attivo nel MM (20) egrave al momento in valutazione in
schemi di associazione con altri agenti come lenalidomide o bortezomib Inoltre sulla base di studi
preclinici gli inibitori degli istoni deacetilasi sia il vorinostat (21) che il panobinostat (22) vengono
attualmente testati in associazione con bortezomib
Il trapianto di cellule staminali autologhe puograve essere considerata unrsquoopzione terapeutica anche per i pazienti
in recidiva e refrattari nonostante gli studi al momento siano limitati In uno studio randomizzato disegnato
nel 1990 egrave stato valutato il tempo ottimale per eseguire ASCT paragonando i risultati ottenuti con un
trapianto eseguito subito dopo la terapia di induzione oppure al momento della recidiva I risultati hanno
dimostrato una OS simile nei 2 gruppi con una mediana di sopravvivenza superiore a 5 anni (23) (Livello di
evidenza 3 studi eseguiti in setting diversi)
Il trapianto allogenico RIC ha mostrato un diverso controllo del MM dipendente dallo stato della malattia al
momento del trapianto stesso con una significativa riduzione dellrsquo EFS nei pazienti in recidiva e refrattari
rispetto ai pazienti rispondenti (24)
(Livello di evidenza 3)
LINEE GUIDA MIELOMA
38
Nonostante lrsquointroduzione di trattamenti attivi con meccanismi dazione differenti rispetto alla chemioterapia
i pazienti sensibili alle terapie hanno una durata di risposta molto variabile ma inesorabilmente la storia
naturale di questa patologia egrave caratterizzata da ulteriori recidive di malattie la cui risposta ai trattamenti
diviene sempre piugrave breve
Per molti pazienti in recidiva lobiettivo della terapia non si discosta molto dal trattamento alla diagnosi con
la possibilitagrave di ottenere il controllo della patologia il miglioramento dei sintomi e della qualitagrave della vita
prolungandone la sopravvivenza accanto a questi perograve bisogna tener presenti i pazienti in cui i possibili
effetti collaterali del trattamento e le patologie associate limitano le opzioni terapeutiche
La terapia palliativa dovragrave essere perciograve presa in considerazione dopo 2 linee di terapia che includono i
nuovi farmaci e che si sono rivelate inefficaci
Tutte le armi terapeutiche disponibili come radioterapia bisfosfonati corticosteroidi oppiacei e basse dosi di
chemioterapia dovranno essere utilizzate per alleviare i sintomi della malattia
Mieloma Multiplo trattamento malattia recidivatarefrattaria
Regimi di terapia preferiti
Terapia di
salvataggio
bull Lenalidomide + desametasone bull Bortezomib + desametasone bull Bortezomib+ desametasone+ doxorubicina liposomiale
Altri regimi possibili
bull Talidomide plusmn desametasone bull Bendamustina plusmn desametasone
bull Melphalan ad alte dosi + reinfusione di cellule staminali autologhe bull Bortezomib+desametasone + alchilante (ciclofosfamide o melphalan) bull Bortezomib+lenalidomide+desametasone bull Lenalidomide+ desametasone+ alchilante (ciclofosfamide o melphalan)
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
A Pazienti con MM in recidiva devono essere ritrattati dopo la
ricomparsa dei segni e sintomi di malattia definiti dai criteri
CRAB(1) Positiva forte
A
I regimi di salvataggio raccomandati sono rappresentati dal
bortezomib in associazione al desametasone (2) dal
bortezomib in associazione al desametasone e alla
doxorubicina liposomiale peghilatan (3) e dalla lenalidomide
in combinazione con il desametasone (78) I criteri per la scelta piugrave appropriata della terapia di re-
induzione deve essere fatta tenendo presente a) il principio
della rotazione di tutti i farmaci escludendo quelli a cui il
paziente ha mostrato resistenza b)lrsquoetagrave del paziente c) la
funzionalitagrave renale la presenza di neuropatia la precedente
tossicitagrave ematologica d) la durata della remissione ottenute
in precedenza
Positiva forte
LINEE GUIDA MIELOMA
39
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
D
Una seconda terapia di re-induzione con i nuovi farmaci
seguita dal trapianto di cellule staminali autologhe puograve essere
eseguita nei pazienti di etagrave inferiore o uguale a 65 anni senza
comorbilitagrave severe che abbiano avuto una remissione di
almeno 24 mesi dopo un precedente trapianto autologo e
siano responsivi alla terapia di salvataggio (23)
Positiva debole
D
Il trapianto di cellule staminali allogeniche dovragrave essere
eseguito soltanto nellrsquoambito di studi clinici in pazienti che
hanno ottenuto una risposta con la terapia di re-induzione
(24)
Studi clinici
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LINEE GUIDA MIELOMA
40
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LINEE GUIDA MIELOMA
41
8 Terapie di supporto e management delle tossicitarsquo correlate alla terapia
81 Malattia ossea
La malattia ossea egrave la maggiore causa di morbiditagrave nel MM ricorrendo in circa lrsquo80 dei pazienti durante la
malattia con la comparsa di lesioni osteolitiche fratture patologiche compressioni radicolari e grave
sintomatologia dolorosa nel 60 circa dei pazienti (1) La disabilitagrave derivante da questi eventi scheletrici
(SRE skeletal related events) non soltanto impatta sulla qualitagrave di vita e sul performance status ma riduce
significativamente la sopravvivenza globale I pazienti con fratture patologiche presentano infatti un rischio
di morte aumentato del 20 rispetto ai pazienti senza fratture (2) La prevenzione ed il trattamento degli
SRE rappresenta pertanto uno dei principali obiettivi della terapia di supporto del MM
811 Terapia medica
I bisfosfonati (BSF) rappresentano il presidio terapeutico primario nel trattamento della malattia ossea
Nellrsquoambito di questi farmaci gli amino-BSF di seconda generazione tra cui lo zoledronato (ZOL) ed il
pamidronato (PAM) hanno dimostrato maggiore efficacia riducendo significativamente lrsquoincidenza di eventi
scheletrici al 25 rispetto al 68 dellrsquoetidronato e al 36 del clodronato Una recente metanalisi ha incluso
i risultati di 17 studi (randomizzati enon randomizzati) che testavano lrsquoefficacia dei bisfosfonati in pazienti
con carcinoma mammario prostatico e MM Alcuni degli studi considerati erano di bassa qualitagrave
metodologica In una cosigrave eterogenea popolazione di pazienti lo ZOL ha mostrato superioritagrave in termini di
riduzione del rischio di SREs rispetto agli altri bisfosfonati Tuttavia non sono stati sinora condotti studi
randomizzati di comparazione testa a testa fra i vari bisfosfonati (34) (Livello di evidenza 1+) Alcuni
nuovi farmaci tra cui Denosumab possono essere indicati nel trattamento della bone mineral density (MBD)
ma al momento sono utilizzabili unicamente nellrsquoambito di studi clinici
MGUS e MM asintomatico Sebbene asintomatici e senza lesioni scheletriche i pazienti affetti MGUS presentano alterato turnover osseo
per gli aumentati livelli sierici ed urinari dei markers di osteolisi oltre che un rischio di fratture ossee 16
volte piugrave elevato rispetto alla popolazione generale (5) A questo riguardo due studi clinici di fase II (67)
hanno dimostrato gli effetti benefici sulla bone mineral density (BMD) mediante ZOL semestrale nei
pazienti con MGUS e osteoporosi sebbene al momento manchino dati conclusivi circa la sicurezza e
lrsquoefficacia nella prevenzione degli SRE (Livello di evidenza 3) Anche lrsquoAlendronato migliora la BMD in
questi pazienti senza evidenze sulla capacitagrave di rallentare la progressione della malattia ossea (8) In un
recente studio prospettico di fase III nel MM asintomatico la somministrazione mensile di ZOL riduce
lrsquoincidenza di SRE senza peraltro nessun impatto sul time to progression (TTP) Tuttavia il basso numero di
pazienti reclutati rispetto a quanto preventivato limita la potenza statistica dello studio (9) (Livello di
evidenza 1+) Alla luce di questi dati lrsquouso dei BSF nei pazienti con MGUS e MM asintomatico non egrave al
momento raccomandabile se non nellrsquoambito di trials clinici
MM sintomatico Lo ZOL ed il PAM costituiscono lrsquoattuale standard of care per la terapia medica della malattia ossea nel
MM Lrsquoinfusione mensile di PAM 90 mg o di ZOL 4 mg comporta riduzione nella ricorrenza degli eventi
scheletrici e miglioramento della qualitagrave di vita nei pazienti con MM sintomatico (10-13) (Livello di
evidenza 1++) Studi di confronto fra i due farmaci documentano una sovrapponibile efficacia (14) a fronte
tuttavia di un aumento del rischio di osteonecrosi della mandibola (ONJ) nei soggetti in trattamento con ZOL
(15) Lo studio randomizzato Medical Research Council Myeloma IX (16) ha arruolato 1960 pazienti con
MM sintomatico a ricevere ZOL o clodronato alla diagnosi in associazione alla terapia anti-MM ottenendo
non soltanto una riduzione degli eventi scheletrici al 27 e 35 rispettivamente ma anche un significativo
allungamento della overall survival (OS) e della progression free survival (PFS) nel braccio ricevente ZOL
LINEE GUIDA MIELOMA
42
Questo risultato conferma studi preclinici di un possibile effetto antitumorale diretto di ZOL (1718) Un
miglioramento nei tassi di CR o VGPR egrave descritto nei pazienti in trattamento con terapia non mieloablativa
(16) per cui lo ZOL egrave ritenuto da alcuni panels di esperti il BSF elettivo per il trattamento della malattia
ossea nel MM (19) Tuttavia una revisione sistematica Cochrane aggiornata nel 2012 (20) attribuisce allo
ZOL un vantaggio in termini di OS e PFS solo verso placebo o etidronato ma non rispetto agli altri BSF
(Livello di evidenza 1++)
Il trattamento prolungato con BSF aumenta il rischio di ONJ potendo alla lunga comportare unrsquoinversione
del loro rapporto rischio-beneficio (2122) mentre il potenziale beneficio della sospensione dei BSF sulla
risoluzione dellrsquoONJ egrave indefinito (2324) Nel paziente con MM sintomatico prima di attivare terapia con
BFS egrave necessario effettuare procedure odontoiatriche di screening che devono essere completate almeno 4-6
settimane prima dellrsquoinizio del trattamento (24) (Livello di evidenza 3)
Lrsquoimpiego di amino-BSF aumenta il rischio di insufficienza renale (1125) e richiede pertanto una rigorosa
valutazione della funzionalitagrave renale periodicamente (Livello di evidenza 4)
La Tabella 1 riassume le riduzioni posologiche consigliate per i principali BSF in relazione ai livelli del
filtrato glomerulare
Tabella 1 - Terapia con bisfosfonati nel MM con insufficienza renale riduzioni posologiche consigliate
Clearance della
creatinina Clodronato
(dosaggiodie) Pamidronato
(dosaggio4 settimane) Acido Zoledronico
(dosaggio4 settimane)
gt 60 mlmin 1600 mg 90 mg 4 mg
30-60 mlmin 1600 mg 90 mg 3-35 mg
10-30 mlmin 800 mg 30 mg in 2-4 ore Non raccomandato
lt 10 mlmin Non raccomandato 30 mg in 2-4 ore Non raccomandato
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
A
Lrsquouso dei BSF egrave raccomandato nella terapia del MM
sintomatico indipendentemente dalla presenza documentata di
lesioni osteolitiche (10-13 radic I l PAM e lo ZOL mostrano simile efficacia nella
prevenzione e nel trattamento degli SRE(13)
Positiva forte
D I BSF non sono indicati nella terapia di supporto della malattia
ossea nella MGUS e nel MM asintomatico se non nellrsquoambito
di studi clinici (9) Negativa debole
D
In corso di terapia con BSF la funzionalitagrave renale deve essere
attentamente monitorata In caso di comparsa di alterazione
della funzionalitagrave renale il trattamento con BFS deve essere
sospeso o la sua posologia deve essere ridotta (1125)
Positiva forte
812 Radioterapia
Nella malattia ossea del MM la radioterapia egrave utile a scopo antalgico e nelle localizzazioni scheletriche a
rischio di frattura soprattutto vertebrale Il controllo della sintomatologia dolorosa egrave generalmente raggiunto
con dosi comprese fra 10 e 25 Gy (2627) Nessuna differenza in termini di efficacia antalgica egrave stata
documentata fra la singola irradiazione con 8 Gy e il trattamento frazionato con dosi complessive sino a 40
Gy in una metanalisi che comparava differenti schedule di trattamento in pazienti con metastasi scheletriche
da ogni forma di cancro In particolare sono stati inclusi nella metanalisi 8 trials che paragonavano differenti
schedule di irradiazione singola o multipla insieme a 8 trials che confrontavano irradiazione singola vs
trattamento frazionato La qualitagrave metodologica degli studi presi in considerazione non era uniforme e non
LINEE GUIDA MIELOMA
43
sono escludibili bias di pubblicazione e di revisione della letteratura Infatti i risultati del quality assessment
degli studi inclusi non sono riportati e vengono forniti dettagli limitati sulla condotta metodologica della
revisione della letteratura (28) (Livello di evidenza 1+) La radioterapia con dosi superiori a 30 Gy puograve
essere invece utilizzata a scopo terapeutico in caso di compressione midollare (29) (Livello di evidenza 3)
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione
Forza della
Raccomandazione
B
Unrsquoaccurata valutazione radioterapica egrave indicata in
concomitanza di dolore osseo severo comparsa di fratture
ossee o compressione midollare Il trattamento
radioterapico con erogazione di 8 Gy in singola seduta puograve
essere sufficiente controllare la sintomatologia associata
alla malattia ossea nel MM (26-28)
Positiva Forte
D Dosi di almeno 30 Gy sono necessarie a scopo
terapeuticodecompressivo in sede vertebrale (29) Positiva forte
813 Chirurgia
La chirurgia ortopedica deve essere presa in considerazione in caso di fratture alle ossa lunghe instabilitagrave o
crolli vertebrali con compressione spinale o radicolare (30) Sia la vertebroplastica sia la cifoplastica
comportano buoni risultati antalgici e di bio-meccanica soprattutto se praticate entro la prima settimana dal
crollo vertebrale In particolare uno studio ha recentemente randomizzato 134 pazienti con compressione
spinale da metastasi vertebrali alla cifoplastica o al management non-chirurgico riportando una chiara
superioritagrave efficace antalgica della prima opzione (31) Lrsquoefficacia della vertebroplasticacifoplastica egrave stata
inoltre valutata retrospettivamente nei pazienti affetti da MM con compressione midollare ed il suo effetto
antalgico egrave stato messo in relazione con il complessivo miglioramento della qualitagrave di vita Tuttavia la
natura retrospettiva dello studio e la mancanza di informazioni relative alla terapia anti-MM praticata dopo la
chirurgia limita lrsquointerpretazione dei risultati (32) (Livello di evidenza 1+) La chirurgia spinale puograve essere
utilizzata in regime drsquourgenza a scopo decompressivo La gestione del paziente con fratture ossee deve
essere sempre multidisciplinare coinvolgendo varie figure professionali fra cui lonco-ematologo il
radioterapista lrsquoortopedico il neurochirurgo e il terapista del dolore
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione
Forza della
Raccomandazione
B Lrsquoimpiego della stabilizzazione vertebrale mediante
vertebroplastica o cifoplastica egrave indicato a scopo sia
terapeutico sia preventivo (32 Positiva debole
82 Ipercalcemia
Lrsquoipercalcemia egrave una complicanza che ricorre nel 15 circa dei pazienti manifestandosi con irritabilitagrave
sonnolenza obnubilamento del sensorio sino al coma anoressia stipsi nausea vomito polidipsia poliuria e
talora nefrolitiasi Egrave dovuta al patologico riassorbimento osseo allrsquoalterata funzione tubulopatica del rene ed
in parte alla produzione di PTHrP (33)
Lrsquoipercalcemia moderata (calcemia corretta 106-118 mgdl) puograve essere risolta mediante idratazione (34)
(Livello di Evidenza 4) mentre il trattamento delle forme severe costituisce unrsquourgenza medica e si basa
sullrsquoimpiego combinato di idratazione diuretici dellrsquoansa corticosteroidi e BSF nel cui ambito lo ZOL
LINEE GUIDA MIELOMA
44
costituisce il farmaco di scelta Infatti mentre uno studio randomizzato ha dimostrato lrsquoequivalenza in
termini di efficacia e sicurezza di ibandronato e pamidronato (sommnistrati a dosi variabili) nei pazienti con
ipercalcemia due studi paralleli randomizzati e in doppio-cieco hanno confrontato in 287 pazienti con
ipercalcemia moderatasevera pamidronato e zoledronato documentando la superioritagrave del secondo in
termini di durata delle risposte La qualitagrave metodologica dello studio appare molto elevata
Sulla base di tali dati veniva raccomandata lo zoledronato 4 e 8 mg rispettivamente per il trattamento della
ipercalcemia di nuova diagnosi o recidivatarefrattaria (3536) (Livello di Evidenza 1+)
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
A Lo ZOL potrebbe essere utilizzato al posto di altri
bisfosfonati nel trattamento dellrsquoipercalcemia (3536) Positiva debole
A La terapia medica comprendente idratazione furosemide
corticosteroidi e BSF costituisce il trattamento drsquoelezione
per le forme severe di ipercalcemia (3536) Positiva forte
B Lrsquoipercalcemia di grado moderato puograve essere trattata con la
sola idratazione (34) Positiva debole
83 Sindrome da iperviscositagrave
Dal 2 al 6 dei pazienti con MM sviluppano la sindrome da iperviscositagrave caratterizzata da cefalea
vertigini atassia rallentamento dellrsquoeloquio stato confusionale sino al coma epistassi gengivorragia
diplopia trombosi o emorragie retiniche e papilledema Lrsquoiperviscositagrave ematica egrave di solito sintomatica per
livelli sierici di immunoglobuline superiori a 4 gdl in caso di CM IgG e di 6 gdl in caso di CM IgA (37) I
pazienti sintomatici vanno tempestivamente sottoposti a plasmaferesi attivando contestualmente la terapia
anti-MM nel piugrave breve tempo possibile (3738) (Livello di Evidenza 4)
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
D La sindrome da iperviscositagrave deve essere trattata con
plasmaferesi e tempestivo inizio della terapia anti-MM (37-
38) Positiva forte
84 Infezioni ricorrenti
Il MM egrave associato ad aumentato rischio di infezioni a causa dellrsquoipogammaglobulinemia dovuta alla
inibizione da parte del clone mielomatoso della sintesi di immunoglobuline policlonali normali al deficit
della funzione macrofagica e granulocitaria oltre che agli effetti tossici della terapia citostatica eo con
farmaci biologici e soprattutto agli effetti della terapia corticosteroidea Nei pazienti anziani con infezioni
recidivanti specie se pluritrattati e con performance status scadente egrave utile la riduzione posologica dei
corticosteroidi nei protocolli anti-MM Infatti lrsquoassociazione della lenalidomide ad alte dosi di
corticosteroidi egrave stata associata ad una maggiore mortalitagrave per tossicitagrave rispetto allrsquoassociazione di
lenalidomide e basse dosi di steroidi (39) Inoltre in uno studio che comparava in pazienti con MM di nuova
diagnosi i regimi talidomidedesametasone e melphalanprednisone la mortalitagrave non correlata al MM era
superiore quando venivano impiegate alte dosi di steroidi (40)( (Livello di evidenza 1+) Lrsquoimpiego di
fattori di crescita granulocitari (G-CSF) non egrave consigliabile nelle condizioni neutropeniche (41) (Livello di
LINEE GUIDA MIELOMA
45
evidenza 3) Nel MM non egrave indicato il trattamento antibiotico profilattico come dimostrato da uno studio
randomizzato che comparava lrsquoosservazione al trattamento con ciprofloxacina o trimethoprim-
sulfametoxazolo nei pazienti con MM di nuova diagnosi candidati a chemioterapia di induzione Lrsquoincidenza
di infezioni batteriche severe infatti non differiva fra i vari gruppi durante i primi due mesi di trattamento
Tuttavia nonostante lrsquoelevata qualitagrave metodologica dello studio lrsquoapplicabilitagrave di questi risultati alla
popolazione generale dei pazienti con MM egrave limitata (42) (Livello di evidenza 1+) mentre lrsquoinfusione
periodica di immunoglobuline puograve essere utilizzata nei pazienti con ipogammaglobulinemia (definita come
IgG lt 500 mgdL) e malattia in fase di remissione clinica per la profilassi di infezioni batteriche
Uno studio randomizzato ha infatti valutato il ruolo profilattico dellrsquoinfusione mensile di immunoglobuline
riportando una consistente riduzione delle infezioni rispetto al gruppo placebo (43) (Livello di evidenza
1+) Lrsquoefficacia della vaccinazione antinfluenzale nei pazienti con MM non egrave stata valutata in studi clinici
Dal momento che il bortezomib determina un aumentato rischio di infezioni da Herpes Zoster i pazienti
possono essere sottoposti a profilassi con aciclovir (4445) sorvegliando su potenziali tossicitagrave renale o
neurologica Infatti unrsquoanalisi retrospettiva ha mostrato un aumentato rischio di nefro e neurotossicitagrave nei
pazienti sottoposti a profilassi con acyclovir (46) (Livello di evidenza 1+)
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
B
Lrsquoimpiego di regimi terapeutici a ridotti dosaggi di
corticosteroidi (desametasone le 160 mgmese) egrave consigliabile
nei pazienti anziani pluritrattati con basso PS e infezioni
ricorrenti (39-40)
Positiva debole
B Non dovrebbe essere indicato lrsquouso di antibiotici a largo
spettro nei pazienti a rischio di infezioni (42) Negativa debole
B Lrsquoinfusione periodica di immunoglobuline egrave raccomandata
nella prevenzione delle infezioni batteriche nei pazienti
ipogammaglobulinemici in remissione clinica (43) Positiva debole
85 Insufficienza renale
Un grado variabile di alterata funzionalitagrave renale egrave presente alla diagnosi nel 20 dei pazienti con MM (1) e
si correla a sovraccarico tubulare per il riassorbimento della CM con deposito delle catene leggere ma anche
ad alterazioni metaboliche correlate allrsquoipercalcemia e allrsquoiperuricemia noncheacute alla nefrotossicitagrave da farmaci
tra cui i BSF e a condizioni correlate quali amiloidosi (47) Il rischio di myeloma kidney non egrave tuttavia
correlato alla concentrazione della CM bensigrave allrsquoentitagrave dellrsquoescrezione urinaria di catene leggere che deve
essere quindi attentamente monitorata (48) La terapia dellrsquoinsufficienza renale prevede adeguata idratazione
per normalizzare i livelli sierici di calcemia e uricemia noncheacute lrsquoastensione dallrsquouso di comuni farmaci
potenzialmente nefrotossici come i FANS gli antibiotici amino glicosidici ovvero mezzi di contrasto iodati
(Livello di evidenza 4) In concomitanza di progressivo deterioramento della funzione renale i BSF vanno
sospesi fino a riduzione della creatininemia entro il 10 dei valori di partenza mentre nellrsquoinsufficienza
renale acuta deve essere praticata adeguata idratazione associata a terapia diuretica In questi casi il
tempestivo inizio della terapia anti-MM egrave fortemente raccomandato (49) Su indicazione del nefrologo il
plasma exchange per una rapida riduzione dei livelli sierici di catene libere puograve risultare utile bencheacute
lrsquoeffetto benefico non sia adeguatamente documentato (50) (Livello di evidenza 3)
LINEE GUIDA MIELOMA
46
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
D
Unrsquoadeguata idratazione il contenimento dei livelli di
calcemia e uricemia entro i limiti normali e la limitazione
dellrsquouso di farmaci nefrotossici (FANS aminoglicosidi
mezzi di contrasto iodati) sono raccomandabili per la
prevenzione dellrsquoinsufficienza renale
Positiva debole
D
Egrave consigliabile una valutazione nefrologica in caso di
comparsa di insufficienza renale acuta che va trattata con
idratazione terapia diuretica e alte dosi di corticosteroidi
mentre il plasma exchange puograve risultare utile
Positiva debole
86 Anemia
Lrsquoanemia normocromica-normocitica associata al MM egrave generalmente multifattoriale (flogosi cronica
infiltrazione midollare mielotossicitagrave da farmaci ecc) ed egrave presente in oltre il 70 dei pazienti alla diagnosi
(1) Lrsquoemotrasfusione eo la somministrazione periodica di eritropoietina sono utili per ripristinare i livelli di
emoglobina favorendo un miglioramento della quality of life (QoL) Nella maggior parte degli studi
effettuati il trattamento a lungo termine con eritropoietina migliora significativamente lrsquoeritropoiesi
riducendo la necessitagrave di trasfusione e incrementando mediamente i livelli di emoglobina di almeno 2g
(5152) (Livello di evidenza 1+) Tuttavia lrsquoimpiego di eritropoietina e farmaci anti-MM tra cui talidomide
o lenalidomide puograve accrescere il rischio di eventi trombotici (53)
87 Trombosi
Nel MM il rischio di eventi trombotici egrave aumentato di circa 3 volte rispetto alla popolazione con MGUS e 9
volte rispetto alla popolazione normale (54) La terapia con farmaci biologici e immunomodulanti tra cui
talidomide e lenalidomide incrementa ulteriormente questo rischio specie quando combinata ai citostatici e
ai corticosteroidi (55) Lrsquoaspirina e lrsquoeparina a basso peso molecolare riducono significativamente la
suscettibilitagrave alla trombofilia mentre dati contrastanti vengono registrati con lrsquouso dei dicumarolici
finalizzati al target terapeutico fra 2 e 3 dei valori di INR In uno studio randomizzato che comparava
melphalanprednisone e melphalanprednisonetalidomide nei pazienti anziani con MM la profilassi con
enoxaparina determinava una riduzione della frequenza di tromboembolismo dal 20 al 3 Simili riduzioni
sono state registrate nei pazienti con MM di nuova diagnosi trattati con lenalidomidedesametasone e
aspirina (56-59) (Livello di evidenza 1+) Poicheacute la maggior parte degli eventi trombotici nei pazienti con
MM si verifica durante i primi sei mesi di trattamento la tromboprofilassi puograve essere interrotta nella malattia
in fase di stabilitagrave o di remissione clinica In caso di eventi trombotici la terapia con eparina a basso peso
molecolare egrave raccomandata anche nel mantenimento mentre egrave consigliabile sospendere temporaneamente
farmaci immunomodulanti (lenalidomide talidomide) Infatti uno studio ha randomizzato 336 pazienti con
tromboembolismi cancro-correlati a eparina per sei mesi o anticoagulanti orali mostrando un dimezzamento
del rischio di nuovi episodi tromboembolici col trattamento eparinico a lungo termine (6061) (Livello di
evidenza 1+) Il trattamento tromboprofilattico nei pazienti sottoposti a terapia con talidomide o
lenalidomide va stabilito in relazione alle indicazioni dellrsquoInternational Myeloma Working Group (61)
(Livello di evidenza 4) (Tabella 2)
LINEE GUIDA MIELOMA
47
Tabella 2 Modello di valutazione del rischio tromboembolico nei pazienti con MM in terapia con
talidomide o lenalidomide (adattato sulla base delle indicazioni dellrsquoInternational Myeloma Working Group (61)
Fattori di rischio legati al paziente Fattori di rischio legati
alla malattia Fattori di rischio legati
alla terapia anti-MM
Storia familiare o personale di TVP MM di nuova diagnosi Doxorubicina
Obesitagrave (BMIgt30) Iperviscositagrave ematica Alte dosi di steroidi
Comorbiditagrave (diabete insufficienza renale malattie
cardiache malattie infiammatorie croniche) Polichemioterapia
Immobilitagrave
Trombofilia emoglobinopatie sindromi
mieloproliferative
Intervento chirurgico recente
(lt 6 settimane)
Assunzione di farmaci protrombotici
(eritropoietina terapia ormonale sostitutiva
tamoxifene)
0-1 fattori di rischio aspirina 2 o piugrave fattori di rischio eparina a basso peso molecolare o warfarin (INR target 2-3) Almeno 1fattore di rischio legato alla terapia per MM eparina a basso peso molecolare o warfarin (INR target 2-3)
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
D
La stratificazione del rischio protrombotico secondo il modello
proposto dallrsquoInternational Myeloma Working Group consente di
individualizzare il trattamento tromboprofilattico dei pazienti che
assumono lenalidomide o talidomide in rapporto a fattori legati
alla malattia al paziente ed alla terapia anti-MM (60)
Positiva forte
A I pazienti che assumono lenalidomide o talidomide in
monoterapia possono effettuare tromboprofilassi con sola
aspirina (61) Positiva debole
B I pazienti che assumono lenalidomide o talidomide associate a
corticosteroidi o farmaci citostatici devono effettuare
tromboprofilassi con eparina a basso peso molecolare (61) Positiva debole
La durata ottimale della tromboprofilassi non egrave definita con
certezza Almeno 6 mesi di terapia antiaggregante o
anticoagulante dovrebbero essere garantiti ai pazienti con MM di
nuova diagnosi
Positiva debole
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58
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B
LINEE GUIDA MIELOMA
60
10 Raccomandazioni prodotte con metodologia GRADE
QUESITO Nei pazienti affetti da mieloma multiplo alla diagnosi di etagrave gt65 anni e non candidabili a
terapia ad alte dosi egrave raccomandabile lrsquoutilizzo della terapia di associazione VMP (Bortezomib melphalan
e prednisone) rispetto a MPT (Talidomide melphalan e prednisone) RACCOMANDAZIONE Nei pazienti affetti da mieloma multiplo di etagrave gt65 anni e non candidabili a terapia ad alte dosi puograve essere
utilizzata lrsquoassociazione VMP (Bortezomib melphalan e prednisone)
Forza della raccomandazione POSITIVA DEBOLE
MotivazioniCommenti al bilancio BeneficioDanno Il confronto indiretto tra MPT e MPV non mostra differenze per PFS OS e morti correlate al trattamento
Lrsquoutilizzo di MPV si correla con un vantaggio in termini di ottenimento di remissione completa (41 in piugrave
ogni 1000 pazienti trattati) e mostra un trend di minor incidenza di eventi trombotici Lrsquooutcome QOL
definito dal panel critico per la decisione clinica non egrave riportato nella meta-analisi
Votazione forza raccomandazione Votazione bilancio BeneficioDanno Positiva
forte Positiva
debole Negativa
debole Negativa
forte Favorevole Incerto Sfavorevole
9 9
Implicazioni per le ricerche future Ad oggi non esistono studi controllati che oltre a fornirci un confronto piugrave attendibile fra i due schemi sia
in termini di efficacia che di tossicitagrave possano darci informazioni utili anche sulla loro reale fattibilitagrave e
sullrsquooutcome a lungo termine Pertanto sarebbe utile un confronto randomizzato tra MPT e VMP che ci
permetta di evidenziare il gruppo di pazienti che beneficerebbe maggiormente di un trattamento rispetto
allrsquoaltro valutandone inoltre lrsquoimpatto sulla QoL ed il reale rapporto costi benefici
Qualitagrave delle Evidenze La qualitagrave delle evidenze egrave stata giudicata MOLTO BASSA per le seguenti motivazioni non sono
disponibili confronti diretti tra i due trattamenti ovvero i risultati provengono solo da confronti indiretti
Per quanto riguarda gli outcome sopravvivenza globale e incidenza di trombosi venose profonde gli studi
inclusi nella meta-analisi sono eterogenei (I2 72 e 61 rispettivamente) Le evidenze esistenti in merito
alla PFS sono insufficienti per il limitato potere dellrsquoanalisi infatti lrsquoevidenza in favore di MPV deriva da
un unico studio randomizzato
Qualitagrave globale delle evidenze MOLTO BASSA
Questa raccomandazione egrave stata prodotta con metodo GRADE
In appendice online quesito clinico allrsquoorigine della raccomandazione votazione della criticitagrave degli
outcome tabella GRADE completa e caratteristiche del panel
Allegato Tabelle GRADE evidence profile
LINEE GUIDA MIELOMA
62
Author(s) MC Date 2012-06-27 Question Should the association of Bortezomib Melphalan and Prednisone vs the association of Thalidomide Melphalan and Prednisone be used for multiple myeloma in patients aged 65 or older Settings Bibliography Kumar Am J Hematol 8618ndash24 2011
Quality assessment No of patients Effect
Quality Importance
No of studies
Design Risk of bias
Inconsistency Indirectness Imprecision Other considerations
The association of Bortezomib Melphalan and Prednisone
The association of Thalidomide Melphalan and Prednisone
Relative (95 CI)
Absolute
Progression free survival
6 randomised trials
no serious risk of bias
no serious inconsistency
serious1 serious
2 none
681096 (62)
941157 (81)
HR 073 (054 to 1)
3
21 fewer per 1000 (from 37 fewer to 0 more)
LOW
CRITICAL
Complete response
6 randomised trials
no serious risk of bias
no serious inconsistency
serious1 serious none
1791033 (173)
341115 (3)
RR 234 (112 to 49)
3
41 more per 1000 (from 4 more to 119 more)
LOW
CRITICAL
Overall survival
6 randomised trials
no serious risk of bias
serious4 serious
1 serious
2 none
551096 (5)
681157 (59)
HR 080 (056 to 114)
1
11 fewer per 1000 (from 25 fewer to 8 more)
VERY LOW
CRITICAL
Quality of life (assessed with not reported)
CRITICAL
Haematological toxicity (assessed with not reported)
IMPORTANT
Treatment related death
5 randomised trials
no serious risk of bias
no serious inconsistency
serious1 serious
2 none
82871 (94)
79940 (84)
RR 038 (009 to 161)
3
52 fewer per 1000 (from 76 fewer to 51 more)
LOW
IMPORTANT
Deep venous thrombosis
6 randomised trials
no serious risk of bias
serious5 serious
1 serious
2 none
601084 (55)
351148 (3)
RR 027 (006 to 123)
3
22 fewer per 1000 (from 29 fewer to 7 more)
VERY LOW
IMPORTANT
1 Results from indirect comparison
2 The existing body of evidence is relatively insufficient due to limitation of the power of the analysis The supporting evidence is derived from one trial only as in case of MBT comparator
3 the estimate of the adjusted indirect comparison of intervention MPT versus MPB (MPBTad_indirect) (such as log HR or log RR etc) is estimated by MPBTad_indirect =MPTMA -MPBMA
4 Heterogeneity was found I-squared=72
5 Heterogeneity was found I-squared=61
LINEE GUIDA MIELOMA
10
24 MM sintomatico
Alle caratteristiche cliniche laboratoristiche diagnostiche per MM in questi pazienti si associano uno o piugrave
segni clinici di malattia attiva
Tabella 3 Criteri di diagnosi del mieloma
MGUS Mieloma asintomatico Mieloma sintomatico CM siericalt3 gdl CM sierica gt3 gdl CM sierica o urinaria di
qualunque entitagrave
Infiltrato plasmacellulare
midollare lt10 Infiltrato plasmacellulare
midollare gt10 Infiltrato plasmacellulare
midollare o plasmocitoma
No sintomi drsquoorgano (CRAB) No sintomi drsquoorgano
(criteri CRAB) Presenza sintomi drsquoorgano
(CRAB)
Tabella 4 Criteri di malattia attiva (criteri CRAB)
Criteri Valori di riferimento
Ipercalcemia Calcemia gt 025 mmolL (05 mgdl) rispetto ai valori normali o gt 275 mmolL (gt105 mgdl)
Insufficienza Renale Creatinina gt 2 mgdl
Anemia Emoglobina lt 2 gr rispetto ai valori normali o lt10 gdl
Lesioni Ossee (Bone) Lesioni litiche crolli vertebrali osteoporosi (evidenziati con Rx scheletro standard)
Altri criteri Sindrome da iperviscositagrave Amiloidosi Infezioni ricorrenti (ultimi 2 anni)
Nel paziente con MM sintomatico andranno eseguite indagini di approfondimento (Esami di II livello
tabella 4) che possono aiutare il clinico nel corretto inquadramento diagnostico e prognostico della
patologia
Tabella 5 Esami di II livello
Esami ematochimici Scopo
Dosaggio catene leggere libere κ e λ Valutazione delle frazioni libere delle catene leggere (unico test quantitativo utile in corso di mieloma non secernente)
β2microglobulina Indice di massa tumorale e di funzionalitagrave renale
(in associazione al valore dellrsquoalbumina per la definizione
dellrsquoISS)
LDH Indice di massa tumorale
LINEE GUIDA MIELOMA
11
Esami ematochimici Scopo
Cistatina C Dosaggio Epo
Valutazione della funzionalitagrave renale (secondo livello)
NT-proBNP BNP Troponina-I
Valutazione della funzionalitagrave cardiaca
RMN eo TC Approfondimento diagnostico delle lesioni scheletriche o
identificazione plasmocitomi o localizzazioni extramidollari
PET Individuazione plasmocitomi o localizzazioni extra-midollari
Analisi cromosomica standard e FISH
su plasmacellule midollari selezionate Identificazioni di alterazioni citogenetiche e definizione score
prognostico
Immunofenotipo plasmacellule
midollari Definizione clonalitagrave plasmacellule score prognostico malattia
minima residua
Prelievo grasso periombelicale Identificazione di depositi di sostanza amiloide in casi selezionati
Per la definizione prognostica infine viene eseguita una stadiazione di malattia seguendo i criteri di Durie e
Salmon (11) e dellrsquoInternational Staging System (12) (tabella 6)
Tabella 6 Stadiazione secondo Durie amp Salmon e International Staging System (ISS)
Stadio Durie amp Salmon ISS
I
Tutti i seguenti Hbgt10gdl Calcemia normale o lt12mgdl Assenza di lesioni ossee allrsquoRxstandard o
plasmocitoma solitario CM IgG lt5gdl IgA lt3 gdl BJ lt4 g 24 h
Β2microglobulina le 35 mgl Albumina ge 35 gdl
II Caratteristiche diverse da stadio I e III Β2microglobulina lt 35 mgl e Albumina lt
35 gdl Β2microglobulina 35- 55 mgl
III
Uno o piugrave dei seguenti Hblt 85gdl Calcemia gt12mgdl Multiple Lesioni litiche allrsquoRx standard CM IgG gt7gdl IgA lt5 gdl BJ gt10 g 24 h
Β2microglobulina ge 55 mgL
A creatininalt2mgdl B creatininagt2 mgdl
Altri fattori prognostici identificati come significativamente associati allrsquooutcome sono la qualitagrave della vita
(13) lrsquoetagrave (14) e la presenza di malattia extramidollare
Inoltre la presenza di alterazioni cromosomiche alla citogenetica standard e allrsquoimmunofluorescenza (FISH)
permette di identificare altre classi di rischio (15) infatti nel MM si sono evidenziate anomalie
cromosomiche specifiche sia traslocazioni sia delezioni la delezione del cromsoma 13 viene riportato
correlarsi con una breve durata sia della sopravvivenza libera da malattia che di quella globale (16)
LINEE GUIDA MIELOMA
12
La delezione del cromosoma 17p13 (locus del tumor suppressor gene p53) caratterizza pazienti ad alto
rischio (17) ndash Sono riportate diverse alterazioni cromosomiche che coinvolgono il braccio lungo del
cromosoma 14 (14q32 ove egrave presente il gene per le catena pesanti delle Immunoglobuline) con prognosi
differenti (t(414)(p16q32) ndash t(1416)(q32 q23) ndash t(1114)(q13 q32) Tra queste la traslocazione t(414) egrave
quella che si correla a peggior prognosi anche nel setting dei pazienti trattati con terapia ad alte dosi (18)
(Tabella 7) (Livello di evidenza 3)
Tabella 7 ndash Classi di rischio citogenetico
Altro rischio Rischio standard
Citogenetica Delezione cr 13 Ipodiploidia
Iperdiploidia
FISH Del 17p t(414) t(1416)
t(1114) t(614)
Il sintomo piugrave frequente alla diagnosi rimane in dolore osseo correlato a danno drsquoorgano (lesioni osteolitiche
o a fratturecrolli vertebrali) Nei pazienti con MM sintomatico va avviato il prima possibile il trattamento
sistemico (vedi Trattamento) e avviate le procedure drsquourgenza in caso di situazioni cliniche particolari
(fratture patologiche ipercalcemia e insufficienza renale acuta vedi terapia di supporto)
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3 Mieloma multiplo sintomatico trattamento
Il trattamento egrave indicato nel paziente affetto da MM sintomatico cioegrave con presenza di sintomi e segni
correlati alla patologia (CRAB Tabella 3) Lo scopo del trattamento rimane il controllo della patologia il
miglioramento della qualitagrave della vita e della sopravvivenza che si possono ottenere mediante la
combinazione di trattamenti efficaci con unrsquoadeguata terapia di supporto Lrsquointroduzione dei nuovi farmaci
nel prontuario terapeutico per il MM (come Talidomide Lenalidomide e Bortezomib spesso in
combinazione con desametasone) ha comportato un miglioramento della sopravvivenza sia nei pazienti alla
diagnosi sia alla recidiva della malattia (25) I pazienti con MM sintomatico sono avviati a trattamento di
prima linea e in casi selezionati a successiva terapia di consolidamento intensificato con supporto di cellule
staminali autologhe (ASCT) Il principale criterio dlsquoinclusione per lrsquoASCT egrave rappresentato dallrsquoetagrave del
paziente Generalmente i pazienti con etagrave maggiore di 65 anni sono esclusi dalle procedure trapiantologiche
mentre i pazienti piugrave giovani possono essere avviati allrsquoASCT previa valutazione della funzionalitagrave cardiaca
polmonare renale epatica e lrsquoesclusione di eventuali foci infettivi
In questi pazienti farmaci tossici per il compartimento staminale quali gli alchilanti non dovrebbero essere
somministrati per non compromettere la mobilizzazione e la successiva raccolta di cellule staminali
emopoietiche Pertanto di fronte ad una nuova diagnosi di MM sintomatico la prima valutazione deve
considerare la possibilitagrave di avviare il paziente a ASCT tendendo conto delletagrave della patologie associate e
del PS Peraltro va sottolineato come la presenza di insufficienza renale ed etagrave anagrafica avanzata non sono
controindicazioni assolute a trattamenti intensificati
LINEE GUIDA MIELOMA
14
Nei pazienti di etagrave superiore ai 65 anni gli obbiettivi principali del trattamento sono lrsquoottenimento della
risposta completa al fine di prolungare lrsquointervallo libero da malattia (progression free survival PFS) la
spettanza di vita (overal survival OS) e ridurre il piugrave possibile la tossicitagrave per non inficiare eccessivamente
sulla qualitagrave di vita di una categoria di pazienti considerata piugrave fragile
Per conseguire questi obiettivi la terapia deve essere adeguata non solo alle caratteristiche della malattia ma
anche allrsquoetagrave biologica e al performance status del paziente in tale senso in tutta la storia terapeutica del
paziente con MM molto importante rimane la terapia di supporto che prevede gestione e trattamento delle
complicazioni prevenzione ove possibile e controllocontrollo degli eventuali effetti collaterali del
trattamento
4 Criteri di risposta alla terapia
Una corretta valutazione della risposta egrave essenziale nel trattamento del MM Attualmente vengono applicati i
criteri proposti nel 2006 dall International Myeloma Working Group (IMWG) recentemente revisionati (26)
(tabella 4)
Tabella 4
Categoria di risposta Criteri
SRC (risposta completa stringente)
Remissione completa (vedi criteri di definizione) Normale free Light chain ratio Assenza di plasmacellule clonali (immunofluorescenza
immunoistochimica)
RC (Risposta completa)
Immunofissazione sierica ed urinaria negativa per CM Plasmacellule midollari lt 5 Scomparsa di plasmocitomi se presenti alla diagnosi
VGPR (Very good partial remission)
CM sierica eo urinaria evidenziabile con immunofissazione ma non con
elettroforesi oppure riduzione della CM sierica gt 90 o lt 100 mg24 ore
nelle urine
RP (risposta parziale)
Riduzione della CM gt 50 nel siero e ge90 o lt200 mg24 nelle urine
SD (malattia stabile)
Non criteri per le altre categorie di risposta
LINEE GUIDA MIELOMA
15
5 Terapia di prima linea in pazienti con etagrave gt 65 anni non candidabili a terapie intensificate
Per molti decenni la terapia standard dei pazienti con etagrave gt 65 anni egrave stata la combinazione melfalan-
prednisone (MP) Negli ultimi dieci anni allrsquoassociazione MP sono stati aggiunti i farmaci di nuova
generazione quali talidomide bortezomib e lenalidomide
51 Terapie con Talidomide eo Bortezomib in associazione trials di Fase III
Due studi di fase III condotti in pazienti con etagrave maggiore di 65 anni alla diagnosi hanno comparato
Desametasone somministrato come singolo agente con lrsquoassociazione di Desametasone e Talidomide (TD)
Il tasso di risposta egrave stato maggiore nei pazienti trattati con lrsquoassociazione TD ma anche la tossicitagrave extra-
ematologica (soprattutto neuropatia periferica ed eventi trombotici) (12) Uno studio di fase III piugrave recente
ha confrontato le combinazione TD con MP la combinazione TD consente di ottenere un maggior numero di
risposte e in tempi piugrave brevi rispetto a MP ma con maggior tossicitagrave (sopratutto trombosi e neuropatia) e
conseguente maggiore interruzioni del trattamento (3)
Sei studi randomizzati hanno dimostrato la superioritagrave della combinazione melfalan-prednisone-talidomide
(MPT) rispetto MP (4-9) anche in pazienti con etagrave maggiore di 75 anni (3-4) Tutti hanno evidenziato un
vantaggio di risposta e di sopravvivenza libera da progressione (PFS) dellrsquoMPT rispetto a MP anche se solo
due studi hanno dimostrato un vantaggio di sopravvivenza (OS) con la combinazione MPT(4-5)
probabilmente a causa del diverso impatto dei nuovi agenti sulla terapia di salvataggio al momento della
recidiva (8-9) Infine una recente metanalisi che ha combinato i dati di 1682 trattati con MPT o MP ha
dimostrato un effettivo vantaggio sia di PFS che di OS dellrsquoassociazione MPT rispetto a MP (10) (Livello di
evidenza 1++)
In uno studio randomizzato (MRC Myeloma IX trial) la combinazione di ciclofosfamide Talidomide e
desametasone (CTDa) ha mostrato un tasso di risposta maggiore rispetto a MP senza peraltro vantaggio in
sopravvivenza e con maggiore incidenza di effetti collaterali (tromboembolismo costipazione infezione e
neuropatia) (11) Uno studio internazionale multicentrico e randomizzato (VISTA) ha confrontato la terapia
standard MP con lrsquoassociazione bortezomib-melfalan-prednisone (VMP) in pazienti anziani e non
candidabili ad ASCT Lo studio ha dimostrato un aumento statisticamente significativo nel tasso di risposta
(in particolare di remissione completa CR) e un prolungamento di PFS e OS per il gruppo trattato con
bortezomib (12) (Livello di evidenza 1++) Dopo un follow-up di 5 anni la terapia con VMP ha confermato
un significativo prolungamento dellrsquoOS con una riduzione del rischio di morte pari al 31 (13)
Un confront diretto tra Melfalan Prednisone e Bortezomib (VMP) versus Melfalan Prednisone e
Thalidomide (MPT) non egrave mai stato effettuato Ersquo stata effettuata una meta-analisi indiretta per valutare gli
effetti del VMP versus MPT Non sono state riportate differenze per tutti gli outcomes se non un
significativo beneficio per le risposte complete (RR 234 95 CI 112-490) e gli effetti collaterali di grado
3-4 (RR 053 95 CI 038-073) in favore del VMP (14) Non ci sono certezze sulla superioritagrave di un regime
verso lrsquoaltro un confronto diretto in uno studio randomizzato di fase III egrave necessario
Altri due studi di fase III hanno valutato combinazioni alternative al VMP Il gruppo spagnolo ha confrontato
VMP con bortezomib-thalidomide-prednisone (VTP) come terapia drsquoinduzione e mantenimento con
bortezomib-talidomide versus bortezomib-prednisone (15) Non sono state osservate differenze in termini di
efficacia ma VMP ha dimostrato un miglior profilo di tossicitagrave In uno studio italiano lrsquoassociazione di
bortezomib-melfalan-prednisone-talidomide seguita da un mantenimento con bortezomib-talidomide
(VMPT-VT) ha dimostrato risultati migliori rispetto alla combinazione VMP con un miglior tasso di
risposta un PFS e un OS piugrave lunghi Tuttavia nei pazienti con piugrave di 75 anni di etagrave trattati con MVP-VT non
egrave stato osservato un vantaggio in termini di OS per una maggiore tossicitagrave e di un maggiore tasso di
LINEE GUIDA MIELOMA
16
interruzione di trattamento(16) In entrambi gli studi il bortezomib egrave stato somministrato con frequenza
settimanale con riduzione della tossicitagrave extra-ematologica (neuropatia) senza influire sullrsquoefficacia (17)
Uno studio randomizzato multicentrico di fase III (18) ancora in corso in pazienti anziani alla diagnosi
vengono confrontati tre regimi di trattamento VD (bortezomib-desametasone) vs VTD (bortezomib-
talidomide-desametasone) vs VMP I primi risultati non mostrano differenze nei tassi di risposta o nel PFS
con buona tollerabilitagrave del mantenimento con incremento di risposte in tutti e tre gli schemi di trattamento
Qualitagrave globale
delle evidenze
GRADE Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
Molto bassa
Nei pazienti affetti da mieloma multiplo di etagrave gt65 anni e non
candidabili a terapia ad alte dosi puograve essere utilizzata
lrsquoassociazione VMP (Bortezomib melphalan e prednisone)
La valutazione complessiva della qualitagrave delle evidenze ad
oggi disponibili circa ldquolrsquoefficacia dellrsquoassociazione VMPrdquo la
valutazione del rapporto tra i benefici ed i rischi correlati e la
formulazione della raccomandazione relativa al quesito posto
sono state analizzate secondo metodologia GRADE (vedere
capitolo 10)
Positiva debole
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
A
Nei pazienti con etagrave gt 65 anni o piugrave giovani con comorbiditagrave o
scarso performance status non idonei alla terapia ad alte dosi
in Ideg linea devono essere considerati per una terapia
convenzionale a dose piena che prevede alchilanti cortisone e
nuovi farmaci (MPT VMP) (10-13)
Positiva forte
D Nei Pazienti con etagrave gt75 anni o pazienti con sintomi e segni di
vulnerabilitagrave potrebbero essere valutati per terapie meno
intense eo orali secondo lrsquoopinione del panel Positiva debole
52 Terapie con Lenalidomide in associazione trials di Fase III
Uno studio di fase III randomizzato ha confrontato Lenalidomide con alte e basse dosi di desametasone (RD
vs Rd) come terapia drsquoinduzione in 445 pazienti alla diagnosi (19)(Livello di evidenza 1+) registrando un
vantaggio significativo nella sopravvivenza e nella riduzione del numero di reazioni avverse con
associazione Rd soprattutto nei pazienti anziani Questo studio ha alcune limitazioni non era limitato solo a
pazienti non candidabili a trapianto e lrsquoobiettivo primario era la risposta dopo 4 cicli di induzione
In un altro studio di fase III condotto in 459 pazienti non idonei al trapianto lassociazione melfalan-
prednisone-lenalidomide (di durata stabilita pari a 6 cicli) seguito da lenalidomide di mantenimento (MPR-
R) egrave stata comparata con MPR senza mantenimento e con MP soministrato per 6 cicli Dopo un follow-up
di 30 mesi MPR-R ha ridotto significativamente il rischio di progressione e ha allungato il PFS da 14 a 31
mesi inoltre le risposte sono risultate migliori e numericamente maggiori rispetto a MP Lrsquoimpatto della
terapia di mantenimento con lenalidomide sul PFS egrave stato osservato sia in pazienti etagrave inferiore a 75 anni che
in quelli con piugrave di 75 anni di etagrave (20) (Livello di evidenza 1+) Al momento attuale non sono state riportate
differenze in termini di sopravvivenza globale ed egrave in corso un attento monitoraggio relativamente al rischio
di seconde neoplasie
LINEE GUIDA MIELOMA
17
53 Terapia con Bendamustina in associazione ai nuovi farmaci
Attualmente in Italia la Bendamustina egrave utilizzabile in prima linea in pazienti non candidabili al trapianto e
con neuropatia clinica allrsquoesordio che preclude lrsquoutilizzo di Talidomide o Bortezomib
In letteratura la Bendamustina nel MM egrave stata utilizzata prevalentemente in regimi di combinazione in
pazienti recidivati o refrattariIn prima linea il Gruppo tedesco ( 21) ha randomizzato 131 pz confrontando
Bendamustina a Melphalan entrambe associate a prednisone Tale studio ha ottenuto un maggior tasso di
remissioni complete un prolungamento del TTF (time to treatment failure) e una migliore QoL con tossicitagrave
comparabili fatta eccezione per una maggior percentuale di nausea e vomito nel braccio con Bendamustina
(Livello di evidenza 1-) In seconda linea lo stesso gruppo ha poi testato unrsquo associazione con dosi scalari di
Talidomide (BPT) ottenendo una percentuale di risposte globali di oltre lrsquo80 ( 22) Sempre in seconda linea
interessante egrave la combinazione di Bendamustina con Bortezomib e prednisone (BVD) utilizzata da Ludwig e
coll con ORR del 608 e PFS globale di 97 mesi significativamente piugrave alta in pazienti non pre-trattati
con lenalidomide o bortezomid(23) (Livello di evidenza 3) Inoltre un recente studio di Offidani conferma
buoni risultati ottenuti con BVD con ORR gt70 e mediana di TTP e PFS di 165 e 155 mesi
rispettivamente Tali dati sembrano essere migliori di quelli ottenuti con gli schemi VD e Rd in pazienti
pretrattati con talidomide o bortezomib (24) (Livello di evidenza 3)
I dati attualmente disponibili con queste combinazioni dovrebbero essere confermati in studi controllati di
confronto con gli schemi attualmente approvati nei pazienti recidivati o refrattari
54 Trapianto autologo a ridotta intensitarsquo di condizionamento
Nel setting dei pazienti anziani due studi clinici randomizzati hanno confrontato il trapianto autologo a
ridotta intensitagrave (melfalan 100 mgm2 Mel 100) con la chemioterapia convenzionale con risultati non
sempre concordi
In uno studio egrave stata dimostrata lrsquoefficacia del Mel 100 in termini di OSPFS rispetto a MP in pazienti di etagrave
compresa tra i 50-70 anni (25) (Livello di evidenza 1++) Il secondo trial ha confrontato Mel100 con MP e
MPT (4) in pazienti di etagrave compresa tra i 65 e i 75 anni Lrsquoassociazione MPT ha evidenziato miglior PFS e
OS rispetto a MP e Mel 100 Non sono state osservate differenze significative in termini di outcome tra Mel
100 e MP Questo studio ha dimostrato che nei pazienti anziani i risultati ottenuti con combinazioni
contenenti i farmaci di nuova generazione possono essere piugrave efficaci della terapia ad alte dosi (Livello di
evidenza 1++)
Peraltro 102 pazienti alla diagnosi di etagrave compresa tra 65 e 75 anni sono stati trattati lrsquoassociazione PAD
(bortezomib-doxorubicin-desametasone seguita da Mel 100 mgmq con supporto di cellule staminali
autologhe A seguire era previsto consolidamento con lenalidomide-prednisone seguito da mantenimento
con sola lenalidomide (LP-L) (26) Il tasso di risposta egrave progressivamente cresciuto nelle varie fasi di terapia
(soprattutto la CR) La sopravvivenza globale e la PFS sono risultate paragonabili a quelle ottenute nei
pazienti giovani anche se con maggior tossicitagrave e di tasso di drop-out (Livello di evidenza 3)
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
B
Nei Pazienti di etagrave gt 65 anni o piugrave giovani e lt70 anni in
buone performance status e senza comorbiditagrave rilevanti
potrebbero essere considerati per ASCT a dosi ridotte previa
terapia di induzione con regimi contenenti bortezomib (26)
Positiva debole
LINEE GUIDA MIELOMA
18
Tabella 1 Trattamento del MM alla diagnosi in pazienti anziani (ge 65 anni) Tutte le combinazioni incluse
nella tabella includono farmaci di nuova generazione (Talidomide Lenalidomide e Bortezomib) testati in
studi randomizzati di fase III
Terapie pts Schedula ge PR CR
PFSE
FS
TTP
OS Referenza
TD 145 T 200 mgdie
D 40 mg giorni 1-4 e 15-18 68 2
41 a
16 mesi
61 a 41
mesi Ludwig et al
3
MPT 125
M 025 mgkg giorni 1ndash4
P 2 mgkg giorni 1ndash4
T 400 mggiorno
X 12 cicli di 6 settimane
76 13 50 a
28 mesi
50 a 52
mo Facon et al
4
MPT 113
M 025 mgkg giorni 1ndash4
P 2 mgkg giorno 1ndash4
T 100 mggiorno
X 12 cicli di 6 settimane
62 7 50 a
24 mesi
50 a 44
mesi Hulin et al
5
MPT 60
M 9 mgm2 giorni 1ndash4
P 60 mgm2 giorni 1ndash4
T 100 mggiorno x 8 cicli di 6
settimane seguita da
Talidomide 100 mgdie
58 9
50 a
21
mesi
50 a 26
mesi Beksac et al
6
MPT 182
M 025mgkg giorni 1-4
P 100mggiorni 1-4
Ogni 6 settimane fino a Plateau
T 400mggiorno fino a
Plateau poi ridotta a
200mggiorno fino a
progressione
57 13 50 a
15 mesi
50 a 29
mesi Waage et al
7
MPT 165
M 025 mgkg
P 1 mgkg giorni 1ndash5
T 200 mggiorno x 8 cicli di 4
settimane seguiti da T 50
mggiorno fino a progressione
66 23 67 a
24 mesi
29 a 24
mesi
Wijermans et
al8
MPT 167
M 4mgm2 giorni 1-7
P 40mgm2 giorni 1-7 x 6 cicli
ogni 4 settimane
T 100mggiorno fino a
progressione
76 15 50 a
22 mesi
50 a 45
mesi Palumbo et al
9
RD 223
R 25 mggiorno giorni 1-21
D 40 mg giorni 1-4 9-12 e
17-20 ogni 28 giorni
81 17 63 a
24 mesi
75 a 24
mesi
Rajkumar et
al12
Rd 222
R 25 mggiorno giorni 1-21
d 40 mg nei giorni 1 8 15 e
22 ogni 28 giorni
70 14 65 a
24 mesi
87 a 24
mesi
Rajkumar et
al12
MPR 54
M 018-025 mgkg giorni 1ndash4
P 2 mgkg giorni 1ndash4
R 5-10 mg giorni 1ndash21
X 9 cicli ogni 4 settimane
81 24 92 a
12 mesi
100 a 12
mesi
Palumbo et
al14
MPR-R 152
M 018 mgkg giorni 1ndash4
P 2 mgkg giorni 1ndash4
R10 mg giorni 1ndash21
Per 9 cicli ogni 4 settimane
mantenimento
R10 mggiorno fino a
progressione
77 16 50 a
31 mesi
70 a 36
mesi
Palumbo et
al16
LINEE GUIDA MIELOMA
19
Terapie pts Schedula ge PR CR
PFSE
FS
TTP
OS Referenza
VMP 344
M 9 mgm2 giorni 1ndash4
P 60 mgm2 giorni 1ndash4
V 13 mgm2 giorni
1481122252932 per i primi
4 cicli di 6 settimane giorni
1815 22 per i successivi 5
cicli di 6 settimane
71 30 50 a
22 mesi
41 a 36
mesi
San Miguel et
al17
Maeos et al18
VMP 130
M 9 mgm2 giorni 1ndash4
P 60 mgm2 giorni 1ndash4
V 13 mgm2 giorni
1481122252932 x 1 ciclo
di 6 settimane giorni 1815
22 per i successivi 5 cicli ogni
6 settimane
Mantenimento
V 13 mgm2 giorni 14811
ogni 3 mesi
T 50 mggiorno or P50 mg a
giorni alterni
80 20 50 a
34 mesi
74 a 36
mesi Mateos et al
19
VTP 130
P 60 mgm2 giorno 1ndash4
V 13 mgm2 giorni
1481122252932 per il
primo ciclo (6 settimane)
giorni 1815 22 per i
successivi 5 cicli di 6 settimane
T 100 mg giorno
Maintenance
V 13 mgm2 giorni 14811
ogni 3 mesi
T 50 mggiorno or P50 mg a
giorni alterni
81 28 50 a
25 mesi
65 a 36
mesi Mateos et al
19
VMP 257
M 9 mgm2 giorni 1ndash4
P 60 mgm2 giorni 1ndash4
V 13 mgm2 giorni 1 8 15
22
81 24 41 a
36 mesi
87 a 36
mesi
Palumbo et
al20
VMPT-
VT 254
M 9 mgm2 giorno 1ndash4
P 60 mgm2 giorno 1ndash4
V 13 mgm2 giorno 1 8 15
22
T 50 mg al giorni nei giorni
1ndash42 x 9 cicli ogni 5 settimane
Mantenimento
V 13 mgm2 ogni 15 giorni
T 50 mggiorno
89 38 56 a
36 mesi
89 a 36
mesi
Palumbo et al
20
PR risposta parziale CR risposta completa PFS progression-free survival EFS event-free survival TTP tempo alla
progressione OS sopravvivenza globale TD talidomide-desamethasone MPT melphalan-prednisone-talidomide
VMP bortezomib-melphalan-prednisone VTP bortezomib-thalidomide-prednisone MPR-R melphalan-prednisonse-
lenalidomide seguito da mantenimento con lenalidomide VMPT-VT bortezomib-melphalan-prednisone-thalidomide
seguito da mantenimento con bortezomib-talidomide
LINEE GUIDA MIELOMA
20
Mieloma Multiplo etagrave gt 65 anni Terapia di I linea
Regimi di terapia preferiti
Terapia di prima linea nei
pazienti non candidati ad
ASCT
MelphalanprednisoneBortezomib (VMP)
MelphalanprednisoneTalidomide (MPT)
Bendamustinaprednisone
Altri regimi possibili
MelphalanPrednisonelenalidomide (MPR)
BortezomibDesametasone (VD)
CiclofosfamideprednisoneTalidomide (CTD)
Melphalanprednisone (MP)
Talidomidedesametasone (TD)
Lenalidomidedesametasone (Rd)
MelphalanprednisoneBortezomibtalidomide (VMPT)
Terapia di mantenimento Lenalidomide
Bortezomib
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Oncology (OSHO) J Cancer Res Clin Oncol 2006 Apr132(4)205-12 Epub 2006 Jan 10 PubMed PMID
16402269
22 Poumlnisch W Rozanski M Goldschmidt H Hoffmann FA Boldt T Schwarzer A Ritter U Rohrberg R Schwalbe
E Uhlig J Zehrfeld T Schirmer V Haas A Kreibich U Niederwieser D East German Study Group of
Haematology and Oncology (OSHO) Combined bendamustine prednisolone and thalidomide for refractory or
relapsed multiple myeloma after autologous stem-cell transplantation or conventional chemotherapy results of a
Phase I clinical trial Br J Haematol 2008 Oct143(2)191-200 doi 101111j1365-2141200807076x Epub
2008 Aug 24 PubMed PMID 18752593
23 Ludwig H Kasparu H Leitgeb C Rauch E Linkesch W Zojer N Greil R Seebacher A Pour L Weiszligmann A
Adam Z Bendamustine-bortezomib-dexamethasone is an active and well-tolerated regimen in patients with
relapsed or refractory multiple myeloma Blood 2014 Feb 13123(7)985-91
24 Offidani M Corvatta L Maracci L Liberati AM Ballanti S Attolico I Caraffa P Alesiani F Caravita di Toritto
T Gentili S Tosi P Brunori M Derudas D Ledda A Gozzetti A Cellini C Malerba L Mele A Andriani A
Galimberti S Mondello P Pulini S Coppetelli U Fraticelli P Olivieri A Leoni P Efficacy and tolerability of
bendamustine bortezomib and dexamethasone in patients with relapsed-refractory multiple myelomaa phase II
study Blood Cancer J 2013 Nov 223e162 doi 101038bcj201358
25 Palumbo A Bringhen S Petrucci MT Musto P Rossini F Nunzi M Lauta VM Bergonzi C Barbui A Caravita
T Capaldi A Pregno P Guglielmelli T Grasso M Callea V Bertola A Cavallo F Falco P Rus C Massaia M
Mandelli F Carella AM Pogliani E Liberati AM Dammacco F Ciccone G Boccadoro M Intermediate-dose
melphalan improves survival of myeloma patients aged 50 to 70 results of a randomized controlled trial Blood
2004 Nov 15104(10)3052-7 Epub 2004 Jul 20 PubMed PMID 15265788
26 Palumbo A Gay F Falco P Crippa C Montefusco V Patriarca F Rossini FCaltagirone S Benevolo G
Pescosta N Guglielmelli T Bringhen S Offidani MGiuliani N Petrucci MT Musto P Liberati AM Rossi G
Corradini P Boccadoro M Bortezomib as induction before autologous transplantation followed bylenalidomide
as consolidation-maintenance in untreated multiple myeloma patients J Clin Oncol 2010 Feb 1028(5)800-7
6 Terapia di prima linea nei pazienti lt 65 anni candidabili a trapianto autologo di cellule staminali
Nei pazienti giovani candidati terapia intensificate (ASCT) i ldquonuovi farmacirdquo sono stati incorporati come
terapia drsquoinduzione pre-ASCT e come terapia di consolidamentomantenimento post-ASCT allo scopo di
migliorare lrsquooutcome In particolare nuovi regimi comprensivi di inibitori del proteosoma eo farmaci
immunomodulanti (ImIDs) hanno sostituito la chemioterapia convenzionale come terapia di induzione pre-
trapianto Questi farmaci possono essere variamente combinati tra loro o con farmaci convenzionali a
formare regimi a due-o piugrave farmaci
LINEE GUIDA MIELOMA
23
61 Terapia di induzione pre-trapianto
Lo scopo della terapia di induzione pre-trapianto egrave di ridurre rapidamente la taglia tumorale e lrsquoinfiltrazione
plasmacellulare midollare prima della raccolta delle cellule staminali Lrsquointroduzione dei nuovi farmaci in
questa fase ha comportato lrsquoottenimento di risposte di piugrave elevata qualitagrave (VGPR e CR) rispetto alla
chemioterapia convenzionale che si sono poi tradotte in un miglioramento dellrsquooutcome post-trapianto In
assenza di studi randomizzati di comparazione delle diverse combinazioni tra loro di seguito verranno
riportati i risultati in termini di efficacia e di tossicitagrave dei differenti regimi suddivisi in preferiti e altri
REGIMI DI INDUZIONE PREFERITI
Bortezomib-desametasone
Lassociazione di bortezomib-desametasone (VD) che consente di ottenere un tasso di risposta complessiva
pari al 65 (12) egrave stato comparato in maniera randomizzata allo schema VAD come terapia di induzione pre
trapianto in 482 pazienti (3) Dopo 4 cicli lo schema VD si egrave dimostrata superiore alla VAD apportando un
piugrave alto tasso di VGPR (38 vs 15 rispettivamente) e di CRnCR (15 vs 6 post ASCT
rispettivamente) vantaggio che egrave stato mantenuto anche dopo il primo e secondo trapianto (ge VGPR 68 vs
47 CR-nCR 395 vs 225 rispettivamente) Con un follow-up mediano di 32 mesi egrave stato riscontrato
un trend sulla PFS in favore di VD rispetto a VAD (mediana 36 mesi vs 30 rispettivamente) La maggior
efficacia di VD rispetto a VAD egrave stata confermata anche in pazienti ad alto rischio per la presenza di stadio
ISS elevato o portatori della traslocazione t(414) (4) I risultati di questo studio confermano la capacitagrave di
bortezomib di assicurare un livello piugrave profondo di risposta che peraltro non si traduce in un chiaro
vantaggio in termini di PFS ciograve potrebbe significare che un regime a due farmaci contenente bortezomib
risulta sub-ottimale sugli outcomes a lungo termine(Livello di evidenza 1++)
Bortezomib-desametasone e agenti citotossici
Gli agenti citotossici aggiunti a VD a formare regimi a 3 farmaci sono la doxorubicina e la ciclofosfamide
In uno studio di fase III la combinazione Bortezomib-Doxorubicina-Desametasone (PAD) come induzione
al trapianto autologo egrave stata comparata con la chemioterapia (VAD) seguito poi da una terapia di
mantenimento con Bortezomib o Talidomide (5) Lrsquoultimo aggiornamento dello studio ha mostrato la
superioritagrave della combinazione PAD in termini risposte (CR+nCR) sia dopo la terapia di induzione (11
vs 5 rispettivamente) che dopo il singolo o doppio autotrapianto (30 vs 15 rispettivamente) Nel
braccio di terapia comprensivo di PAD ASCT e mantenimento con bortezomib sono emersi una PFS e OS
significativamente piugrave durature rispetto al VAD seguito da ASCT e mantenimento con talidomide (PFS a 3
anni 36 vs 27 rispettivamente P= 001 OS a 3 anni 78 vs 70 rispettivamente P= 002) (Livello di
evidenza 1++) Il vantaggio di PAD vs VAD si egrave mantenuto anche nei pazienti ad alto rischio (traslocazione
t(414) e di delezione del cromosoma 17p ) (6)
La combinazione ciclofosfamide-bortezomib-desametasone (VCD o CyBorD) consente di ottenere una
risposta complessiva pari al rsquo80-88 con VGPR rate di circa il 50 (7-8) (Livello di evidenza 3)
Bortezomib-desametasone-talidomide
Un ampio studio di fase III condotto su 480 pazienti volto a paragonare il regime VTD con TD come terapia
di induzione prima e consolidamento dopo un doppio ASCT ha documentato come dopo 3 cicli di
induzione lrsquoassociazione VTD fosse superiore a TD in tutte le categorie di risposta (CR+nCR 31 vs 11
ge VGPR 62 vs 28 rispettivamente) (10) Tale superioritagrave si egrave mantenuta anche dopo la terapia ad alte
dosi e al consolidamento (CR+nCR 62 vs 45 ge VGPR 85 vs 68 rispettivamente) La PFS a 3 anni
egrave risultata essere significativamente piugrave lunga per il braccio VTD rispetto a TD (68 vs 56
rispettivamente) (Livello di evidenza 1++) Lo schema di associazione VTD si correla a migliori tassi di
risposta e migliore PFS rispetto a VD o TD in altri due trials randomizzati (11-12) e in altri studi di fase II
(13 14 15) In uno studio il bortezomib era somministrato a dosaggi ridotti (vTD) comportando un minore
rischio di neurotossicitagrave (12) Infine nel protocollo terapeutico Total Therapy 3 (TT3) VTD combinato con
chemioterapia PACE (cisplatino doxorubicina ciclofosfamide e etoposide) era somministrato come terapia
di induzione pre e come consolidamento dopo un doppio ASCT a cui seguiva un mantenimento con VTD
LINEE GUIDA MIELOMA
24
per il primo anno e TD nel secondo e terzo anno(16) Con un follow-up mediano di 39 mesi la PFS e OS a 4
anni sono risultate essere rispettivamente del 71 e del 78 Confrontando il regime TT3 col suo
predecessore TT2in cui non era previsto il bortezomib appare chiaro il vantaggio dello schema VTD in
particolare egrave interessante notare che in questrsquoultimo studio la CR egrave piugrave duratura (2-year sustained CR TT3
92 vs 81 TT2 talidomide arm) e la PFS piugrave prolungata (2-year 84 vs 77 rispettivamente) Inoltre nei
pazienti con malattia ad alto rischio (GEP high risk t(414) positiva) si chiaro registra un trend verso una
OS piugrave lunga nel TT3 vs TT2 sottolineando come lrsquoimpiego di Bortezomib appare in grado di superare la
cattiva prognosi conferita da queste alterazioni
Lenalidomide-desametasone
In un primo studio di fase II la combinazione Len-Dex ha comportato buoni risultati in termini di risposta
con ORR di 91 ge VGPR rate di 56 OS a 3 anni 85 (17) confermati da due studi successivi di fase III
Lo studio di Zonder et al confrontava Len-Dex versus Dex in pazienti candidabili o meno a ASCT
lrsquoaggiunta dellrsquoagente immunomodulatore migliorava sia il rate di risposta (ge PR 85 vs 51 e CRnCR
22 vs 4 p=0001 rispettivamente) che la PFS (77 vs 55 p=0002 rispettivamente) ma non la OS
(93 vs 91 rispettivamente) La combinazione Len-Dex determinava un elevata incidenza di neutropenia
di grado 3-4 (135 vs 24 p=001 rispettivamente) e di complicanze infettive (38 vs 23 p=0003
rispettivamente) (18) Il secondo trial randomizzato del gruppo ECOG era volto a paragonare lrsquoassociazione
di Lenalidomide con alte (RD) o basse (Rd) dosi di Desametasone
La maggiore tossicitagrave ottenuta e la maggiore mortalitagrave precoce (tromboembolismo venoso TEV 184 vs
55 mortalitagrave 5 vs 05 rispettivamente) ha comportato riduzione della sopravvivenza globale nel
braccio RD soprattutto nei pazienti con etagrave superiore a 65 anni (19) Entrambi questi studi erano rivolti a
pazienti di tutte le etagrave non solo a pazienti candidabili a chemioterapia ad alte dosi alcuni pazienti su
decisione volontaria procedevano al trapianto autologo di cellule staminali mentre altri proseguivano la
terapia fino a progressioneintolleranza Per tale motivo non possiamo considerare questi studi pur se di fase
III come fortemente rappresentativi dellrsquoefficacia di regimi di induzione contenenti lenalidomide-
desametasone pre trapianto (Livello di evidenza 1++)
Ersquo stato riportato come una prolungata esposizione a lenalidomide comporti una ridotta mobilizzazione e
raccolta di cellule staminali CD34+ (20) Per tale motivo le raccomandazioni dellrsquoInternational Myeloma
Working group (IMWG) suggeriscono di effettuare la mobilizzazione delle cellule staminali precocemente
dutrante il trattamento di induzione con Lenalidomide (entro i primi quattro cicli ) (21)
Una profilassi antitrombotica egrave raccomandata in pazienti che ricevono RD come terapia di prima linea (22)
Inoltre essendo lrsquoescrezione del farmaco egrave prevalentemente renale il dosaggio della lenalidomide va
aggiustato sulla base della clearance della creatinina
Lenalidomide-desametasone-bortezomib
In considerazione dellrsquoelevata efficacia di Bortezomib Lenalidomide e Desametasone come agenti singoli egrave
stata introdotta lrsquoassociazione RVD per sfruttarne lrsquoazione sinergica Un primo studio multicentrico di fase
III volto a testare efficacia e sicurezza del regime RVD nella malattia di nuova diagnosi in pazienti
candidabili o meno allrsquoASCT dimostrava che tale combinazione risulta ben tollerata con bassa incidenza di
TEV e neuropatia (G3 3 per entrambe) Dopo 4 cicli il tasso di risposta di buona qualitagrave ( ge nCR e
VGPR) era del 6 e 11 rispettivamente tuttavia queste risposte incrementavano progressivamente
proseguendo la terapia fino a un massimo di 8 cicli e durante la fase di mantenimento con un 100 di ORR
e un 52 di CRnCR(23)
In uno studio di fase II lrsquoassociazione RDV in induzione del consentiva di ottenere una risposta globale del
97 ( ge VGPR 54 CR 16 e sCR 13) (24)
Lo studio di fase II EVOLUTION ha comparato prospetticamente RVD con VCD con due dosaggi di
ciclofosfamide (VCD e VCD modified) e un regime a quattro farmaci in cui RVD era addizionato con la
ciclofosfamide (RVDC) i pazienti candidati a ASCT ricevevano solo 4 cicli di terapia di induzione gli altri
invece effettuavano 8 cicli seguita poi da un mantenimento con 4 cicli di Bortezomib in somministrazione
monosettimanale (25) VDRC ha evidenziato maggior tossicitagrave rispetto agli altri schemi senza peraltro un
significativo vantaggio in termini di riposte ottenute (ge VGPR e CR VDRC vs RVD vs VCD vs VCD
modified 58 51 41 53 e 25 24 22 e 47 rispettivamente)
LINEE GUIDA MIELOMA
25
Unrsquoaltra combinazione esplorata egrave stata RVD addizionata con doxorubicina liposomiale pegilata dopo
mediamente 4 cicli il rate di CR + nCR e ge VGPR sono risultati essere pari al 30 e 58 rispettivamente
(26)
ALTRI REGIMI DI INDUZIONE
Talidomide-desametasone
Talidomide-desametasone (TD) egrave stato il primo regime ad essere impiegato in alternativa alla chemioterapia
convenzionale VAD come terapia di induzione pre ASCT TD si egrave dimostrata migliore del VAD in termini di
ORR e ge VGPR rate PFS ma non di OS post ASCT in uno studio retrospettivo case match e in uno studio
prospettico (27) Livello di evidenza 2++)
Inoltre un ampio studio di fase III ha cevidenziato la superioritagrave dellrsquoassociazione TD rispetto al
desametasone utilizzato agente singolo con un ORR di 63 contro 41-46 rispettivamente prolungando il
TTP (23 mesi vs 65 mesi rispettivamente) ma non la OS probabilmente per la maggior tossicitagrave evidenziata
della combinazione (maggior numero di eventi avversi di grado 3-4 in particolare TEV ictus infarto
miocardico acuto) in assenza di unrsquoadeguata profilassi antitrombotica (29) Il rate di risposte complete con
TD resta tuttavia basso pari al 4-10 In due ulteriori studi TD egrave stato incorporato al doppio ASCT e
somministrato dallrsquoesordio fino al secondo ASCT (30) oppure fino a ricadutaprogressione di malattia (31)
Lrsquoaggiunta di TD ha comportato un incremento di risposte di buona qualita del PFS e in uno studio anche
della sopravvivenza globale rispetto al doppio ASCT senza talidomide
Nello studio che prevedeva il mantenimento con talidomide tuttavia si sono verificati numerosi eventi
avversi in particolare eventi trombotici e polineuropatia che hanno portato alla discontinuazione del
farmaco nel 30 e 60 dei pazienti dopo 2 e 4 anni rispettivamente
Talidomide-desametasone e agenti citotossici
In diversi studi sono state testate varie associazioni di Talidomide con agenti chemioterapici tradizionali
quali Talidomide-Desametasone-Doxorubicina (TAD) e Talidomide-Desametasone-Ciclofosfamide (CTD)
In uno studio di fase III (32) la combinazione TAD comportava un incremento di rispostedi buona qualitagrave
rispetto al VAD (ge VGPR 37 vs 18) che veniva mantenuta dopo ASCT (54 vs 44 rispettivamente)
La PFS mediana del braccio TAD e mantenimento con Talidomide egrave risulta pari a 34 mesi rispetto a 2 mesi
per coloro che ricevevano VAD e un mantenimento con interferone In uno studio di fase III lrsquoassociazione
CTD si egrave dimostrata superiore al VAD+ciclofosfamide ottenendo una maggir percentuale di risposte
complete sia prima che dopo ASCT (pre 19 vs 9 post 51 vs 40 rispettivamente) (33)
Mieloma Multiplo etagrave lt 65 anni Terapia di I linea
Regimi di terapia preferiti
Terapia di induzione pre- trapianto autologo
Bortezomib+talidomide+desametasone ( studi di fase 3) Bortezomib + desametasone (studi fase 3) Bortezomib + desametasone+ doxorubicina liposomiale (studi fase 3) Bortezomib + lenalidomide + desametasone (studi di fase 3) lenalidomide+desametasone ( studi di fase 3)
Altri regimi possibili
Bortezomib + ciclofosfamide+desametasone ( studi di fase 2 e retrospettivi) Talidomide + desametasone (studi fase 2 e 3) Talidomide + desametasone + doxorubicina (studi fase 3) Talidomide + ciclofosfamide + desametasone (studi fase 3)
LINEE GUIDA MIELOMA
26
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
A Nella fase di induzione tutti i pazienti devono ricevere un
trattamento comprendente i nuovi farmaci e non solo
chemioterapici (35) Positiva forte
A
I regimi di induzione contenenti bortezomib sembrano
essere i piugrave rapidi ed efficaci In particolare il miglior
bilancio tra efficacia e tossicitagrave sembra appartenere alle
triplette di farmaci (bortezomib desametasone e IMiDs o
chemioterapia) (24-32-33) Lrsquoassociazione di Talidomide e Desametasone (TD) appare
un regime sub-ottimale pur mantenendo una certa
efficacia(10)
Positiva forte
D (Parere di esperti)
Il numero di cicli di induzione raccomandati egrave 3-4 33) Positiva debole
D (Parere di esperti)
La raccolta delle cellule staminali dovrebbe essere
effettuata entro 4 cicli di induzione (33) Positiva debole
B Sia bortezomib sia talidomide possono essere impiegati
senza prevedere una tossicitagrave aggiuntiva nei pazienti in
insufficienza renale eo dialisi (34) Positiva debole
D (Parere di esperti)
I pazienti trattati con Bortezomib dovrebbero ricevere una
profilassi antivirale con acyclovir (33) Positiva debole
62 Terapia di consolidamento e mantenimento post trapianto
La terapia di consolidamento ha lrsquoobiettivo di migliorare ulteriormente la risposta ottenuta con le alte dosi si
basa quindi su di un regime terapeutico molto efficace somministrato per un breve periodo di tempo per
ridurne al minimo la tossicitagrave Il consolidamento puograve essere effettuato con un secondo trapianto autologo
che offre particolare beneficio ai pazienti che non hanno ottenuto almeno una VGPRnCR dalla prima
procedura trapiantologica In seguito allrsquointroduzione dei ldquonuovi farmacirdquo nellrsquoarmamentario terapeutico del
MM sono stati sperimentati regimi di consolidamento comprensivi di Talidomide Bortezomib e
Lenalidomide Lrsquoimpiego di bortezomib e lenalidomide come agenti singoli dopo ASCT ha determinato un
miglioramento del rate di CR e CR+nCR compreso tra il 10-30 (34-35) Lo schema VTD si egrave dimostrato
molto efficace come consolidamento permettendo di migliorare la risposta inducendo anche risposte
molecolari (36) e in paragone a TD prolungando la PFS Tuttavia lrsquoassegnazione a TD o VTD in questo
studio non era randomizzata ma seguiva lrsquoassegnazione randomizzata iniziale nei due bracci come terapia di
induzione pre-trapianto (37) (livello di evidenza 2++)
La terapia di mantenimento egrave finalizzata invece a conservare nel tempo la risposta ottenuta a prolungare la
PFS e lrsquoOS senza alterare in modo significativo la qualitagrave di vita consiste in un trattamento a bassi dosaggi per un periodo di tempo prolungato (alcuni anni) In assenza di alternative fino a 10 anni fa circa le
uniche possibilitagrave erano rappresentate dallrsquointerferone e dallo steroide tali terapie risultavano perograve
molto tossiche e assai poco efficaci nel raggiungere gli obiettivi sopracitati In studi randomizzati
lrsquoimpiego di Talidomide come terapia di mantenimento post ASCT ha evidenziato un beneficio in
termini di PFS (3132 38-41) e in due di questi associata allo steroide anche di OS (38-40)
LINEE GUIDA MIELOMA
27
Il vantaggio in OS veniva perso se talidomide era anche parte della terapia di induzione (31 32 39) Inoltre
sembra che la prolungata esposizione a talidomide possa far emergere cloni resistenti e che tale agente sia
inefficace in pazienti portatori di alterazioni citogenetiche (42) Il problema principale relativo allrsquoimpiego di
talidomide come terapia di mantenimento a lungo termine riguarda la sua neurotossicitagrave che comporta una
percentuale di discontinuazione del farmaco fino al 60 (42)
Lenalidomide in considerazione dellrsquoassenza di neurotossicitagrave appare indicata come terapia di
mantenimento post ASCT Due studi randomizzati indipendenti hanno recentemente mostrato un vantaggio
in termini di PFS con lrsquoimpiego di lenalidomide rispetto a placebo dopo singolo o doppio ASCT (43 44) e
uno dei due anche un vantaggio in OS (44) (livello di evidenza 1++) In entrambi gli studi nei pazienti che
assumevano Lenalidomide egrave emerso un incrementato rischio di seconde neoplasie (SPMs) nellrsquoordine del
7 in tal senso saranno necessari un follow-up piugrave prolungato eulteriori studi per definire meglio i fattori di
rischio per le SPMs e la loro incidenza
Pochi e non conclusivi dati esistono sulla terapia di mantenimento con bortezomib essendo inoltre di non
poco rilievo il problema della via di somministrazione endovenosa e la neurotossicitagrave In tal senso potragrave
avere un certo rilievo la prossima del disponibilitagrave bortezomib per via sottocutanea che comporta una
significativa riduzione del rischio di incidenza della neurotossicitagrave iatrogena (45)
Terapia di Mantenimentoconsolidamento
Regimi terapeutici (studi fase 2 e fase 3)
Terapia di consolidamento
post- trapianto autologo
Bortezomib + desametasone (studi fase 3) Bortezomib+talidomide+desametasone ( studi di fase 3) Bortezomib + lenalidomide + desametasone (studi di fase 2) lenalidomide+desametasone ( studi di fase 3)
Terapia di mantenimento
post trapianto autologo
Talidomide (studi fase 3) Lenalidomide (studi fase 3) Bortezomib (studi fase 3)
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
D
La terapia di consolidamento e di mantenimento post
ASCT con i nuovi farmaci dovrebbe avvenire solo nel
contesto di studi clinici (i dati dei diversi studi sono
ancora poco solidi e richiedono un follow-up piugrave
prolungato)(33)
Studi clinici
63 Terapia ad alte dosi con supporto di progenitori emopoietici autologhi
Sono passati quasi 30 anni dalla prima segnalazione dellrsquoefficacia delle alte dosi di melphalan nel MM (47)
Da allora ASCT egrave diventata la terapia di riferimento nel paziente giovane affetto da MM alla diagnosi
Il trapianto autologo consente di ottenere elevati tassi di risposte complessive e attualmente rimane il
trattamento di riferimento per i pazienti eleggibili Alcuni studi randomizzati (vedi Tabella 1) condotti su
pazienti alla diagnosi evidenziano la superioritagrave del trapianto rispetto alla terapia convenzionale nel paziente
con MM con etagrave inferiore a 65 anni (Livello di evidenza 1++)
LINEE GUIDA MIELOMA
28
Tabella 1 Studi controllati- randomizzati terapia convenzianale vs terapia ad alte dosi
Trial Ndeg pts EFS
(median months) OS
(median months) References
IFM90 CT 100 8 at 7 years 25 at 7 years Attal et al (1996)
ASCT 100 16 at 7 years 43 at 7 years Harousseau et al
(2005)
MRC CT 200 32 20
Child et al (2003) ASCT 201 54 months 42
MAG91 CT 91 13 64 Fermand et al
(1998) ASCT 94 39 65
PETHEMA CT 83 34 67
Blade et al (2001) ASCT 81 43 67
CT Chemioterapia convenzionale ndash ASCT terapia ad alte dosi
EFS event-free survival OS overall survival
Da rilevare peraltro che lrsquointroduzione dei nuovi farmaci negli schemi di induzione non solo ha deteminato
un miglioramento delle risposte globali pretrapianto ma ha consentito di implementare il numero di risposte
di buona qualitagrave dopo il trapianto (48 -51)
Circa un confronto diretto tra nuovi farmaci e la terapia trapiantologica abbiamo a disposizione pochi dati di
letteratura Il gruppo GIMEMA ha concluso uno studio su 402 pazienti affetti da mieloma multiplo in prima
diagnosi e randomizzati a ricevere dopo 4 cicli di lenaidomide-desametasone o un doppio trapianto
autologo (MEL 200) o altri 6 cicli di terapia con melphalan-prednisone-lenalidomide Questo studio ha
riportato un significativo aumento in PFS ma non in OS per il braccio trapiantologico (52)
In un secondo studio 389 pazienti sono stati trattati in induzione con lenelidomide+basse dosi di
desametasone e successivamente randomizzati a ricevere CRD (ciclofosfamide lenalidomide desametasone)
o doppio trapianto autologo (MEL200) In questo trial la PFS a 2 anni egrave risultata migliore per il braccio
trapiantologico( 62 vs72)(53) Analoghi studi sono attualmente in corso
Mobilizzazione cellule staminali
La sorgente delle cellule staminali egrave quasi esclusivamente il sangue periferico le cellule staminali infatti
vengono prelevate da sangue periferico con una o piugrave procedure aferetiche previa terapia di mobilizzazione
Il farmaco maggiormente utilizzato ai fini della mobilizzazione egrave la ciclofosfamide a dosi medio alte (2-4
gmq) in combinazione con lenograstim (5-10 mcgKgdie) Altri regimi di mobilizzazione riportati in
letteratura oltre allrsquoutilizzo del solo fattore di crescita emopoietico sono la citosina arabinoside la
vinorelbina e diversi schemi di polichemioterapia Il numero minimo di cellule CD34 necessarie per
effettuare la procedura trapiantologica e pari a 2 x106 kg
Lrsquoutilizzo di cellule staminali selezionate o la tecnica del purging del prodotto aferetico non ha comportato
una riduzione del rischio di recidiva (54) e pertanto non egrave consigliato
Singolo vs Tandem
Si parla di doppio trapianto (tandem) qualora una seconda procedura venga effettuata entro 6 mesi dalla
prima Diversi trials randomizzati hanno indagato lrsquoutilitagrave di un secondo autotrapianto e una metanalisi del
2009 avrebbe evidenziato una superioritagrave del doppio autotrapianto sul singolo in termini di tasso di risposta e
EFS (20 vs 10) ma non di OS (55) Uno studio conferma un beneficio a lungo termine della doppia
procedura (56) mentre in altri due studi viene dimostrato che i pazienti che beneficiano maggiormente del
secondo trapianto sono quelli che non ottengono almeno una VGPR con il primo trapianto (56 ndash 57) In
particolare nello studio IFM94 389 pazienti alla diagnosi venivano randomizzati a ricevere singolo (MEL
140+TBI) o doppio autologo (MEL 140 - MEL 140+TBI) Gli autori hanno dimostrato un aumento di OS
stimata a 7 anni per il doppio autologo e in unrsquoanalisi di sottogruppi hanno riscontrato che i pazienti che
beneficiavano maggiormente del doppio autologo erano quelli che non ottenevano almeno una VGPR entro
tre mesi dalla prima procedura (57) Analoghe conclusioni sono emerse da uno studio italiano dove veniva
utilizzato come regime di condizionamento MEL 200 (58) (Livello di Evidenza 1++)
LINEE GUIDA MIELOMA
29
Critiche a questi studi sono lrsquoutilizzo di una minor dose cumulativa di MEL nel braccio del trapianto singolo
nello studio del gruppo francese e per entrambi la bassa potenza degli studi per valutare il ruolo del doppio
trapianto nei pazienti che ottengono una CR o almeno una VGPR dopo la prima procedura
Una revisone sistematica pubblicata nel 2012 per stabilire il vantaggio di un doppio trapianto autologo
rispetto al singolo ha concluso che non vi sono dati sufficienti per una decisione definitiva considerando che
sono stati riscontrati bias negli studi pubblicati e che i trial non comprendevano ancora i nuovi farmaci
attualmente a disposizione (59)
Il ruolo del secondo autotrapianto potrebbe essere messo in discussione da studi randomizzati in corso che
paragonano consolidamento con nuovi farmaci e trapianto autologo nel frattempo il II trapianto dovrebbe
essere offerto ai pazienti che non hanno ottenuto una risposta completa dopo il primo trapianto riservando
tale opzione terapeutica agli altri pazienti in occasione delleventuale recidiva di malattia
Condizionamento
Il regime di condizionamento per il trapianto autologo nel MM rimane il Melphalan ad alte dosi (200
mgmq) Tale dosaggio viene ridotto nei pazienti con insufficienza renale (con GFRlt 30 mlmin) e in dialisi
in cui la somministrazione a 200 mgmq comporta un incremento di tossicitagrave e di mortalitagrave correlata alla
procedura (60) Un incremento del dosaggio di melphalan (220-300 mg anche in associazione ad Amifostina)
ha evidenziato un miglioramento della PFS ma con un notevole incremento della tossicitagrave (61-62) mentre
lassociazione con Total-body irradiation (TBI) non comporta nemmeno miglioramento del PFS (63) (Livello
di evidenza 4) per cui attualmente lo standard egrave Melphalan 200mgmq (64 )
Anche nel contesto del condizionamento al trapianto sono stati inseriti i nuovi farmaci (Melphalan 140
mgmq + Bortezomib) con risultati promettenti in termini di risposta (gtVGPR 70 con RC 30) anche se
il follow-up egrave troppo breve per valutarne lrsquoimpatto sulla sua durata (65)
64 Trapianto allogenico
In relazione alletagrave media avanzata alla diagnosi e alla disponibilitagrave di un donatore familiare sono pochi i
pazenti affetti da MM potenzialmente candidabili ad una procedura di trapianto allogenico
Il trapianto allogenico mieloablativo correla con miglioramneto dellrsquo intervallo libero da malattia (tra 22-
36) anche se il suo ruolo nel trattamento del MM appare controverso dato lelevato tasso di mortalitagrave
correlata alla procedura (Transplant related mortality TRM) che varia tra 34-54 nei diversi studi
Fattori prognostici negativi per il trapianto allogenico mieloablativo sono un precedente ASCT un lungo
intervallo tra la diagnosi e il trapianto e il mismacht di sesso tra donatore e ricevente (66-67)
Per ridurre la TRM e permettere di estendere lrsquoindicazione ad un maggior numero di pazienti con MM alla
diagnosi egrave stato sperimentato il trapianto allogenico a condizionamento ridotto (RIC) Diversi studi in
letteratura evidenziano la fattibilitagrave di tale approccio anche nei pazienti piugrave anziani con una TRM lt20 In
questo particolare setting rimane elevata lincidenza di GvHD cronica recentemente riportato fino al 74
dei pazienti trattati (68) Anche se la sopravvivenza globale a 5 anni risulta circa del 60 sono segnalate
recidive di malattia (spesso extramidollari) anche dopo 5 anni dal trapianto
Uno studio prospettico (69) ha riportato una miglior OS per i pazienti sottoposti allrsquoallotrapianto non
mieloablativo dopo un trapianto autologo rispetto al doppio autotrapianto mentre altri studi non hanno
confermato tale dato (vedi tabella 2) Secondo le raccomandazioni del gruppo Europeo il trapianto
allogenico puograve essere considerato per i pazienti giovani ad alto rischio che accettino il tasso di mortalitagrave
correlato alla procedura e la natura sperimentale del trattamento (74)
LINEE GUIDA MIELOMA
30
Tabella2 studi randomizzati tandem autologo vs tandem auto-allotrapianto nel MM alla diagnosi
Pts RC () EFS (mesi) OS (Mesi) P
IFM (70) 166 vs 46 37vs 55 25 vs 21 57 vs 41 NS
GIMEMA (69) 82 vs 80 26 vs 55 33 vws 37 64 vs NR S
PETHEMA (71) 82 vs 25 11 vs 40 20 vs 26 58 vs 60 NS
HOVON (72) 101 vs 115 42 vs 45 34 vs 39 63 vs 56 NS
EBMT (73) 250 vs 110 41 vs 52 15 vs 36 50 vs 65
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
A
ASCT deve essere parte integrante del programma
terapeutico del paziente affetto da MM di etagrave inferiore
uguale a 65 anni con adeguato performance status (tabella 1)
Positiva forte
D ASCT potrebbe essere eseguito anche in pazienti con eta
compresa tra 65 e 70 anni in assenza di patologie
associate(64) Positiva debole
B
Il regime di condizionamento al trapianto consiste nel
Melphalan 200 mgmq con riduzione di dose (140 mgmq)
in caso di alterazione della funzione renale o nei pazienti
con etagrave gt65 anni (60 64)
Positiva debole
B
Il Tandem ASCT attualmente non puograve essere considerato lo
standard il secondo trapianto infatti dovrebbe essere
riservato ai pazienti che non ottengono una risposta
superiore alla VGPR dopo la prima procedura
trapiantologica (59) Nei pazienti in cui la seconda procedura egrave invece indicata
questa deve essere effettuata dopo 3 e non oltre i 6 mesi dal
precedente trattamento ad alte dosi (57)
Negativa debole
C
Il trapianto allogenico mieloablativo da donatore familiare
HLA identico puograve essere considerato solo nei pazienti di etagrave
lt 40 anni responsivi alla terapia di prima linea e solo
nellrsquoambito di trials clinici(74) Il Trapianto allogenico a condizionamento ridotto (RIC) egrave
proponibile a pazienti ad alto rischio dopo ASCT solo
nellambito di studi clinici controllati
Studi clinici
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and dexamethasone as induction regimen before autologous stem cell transplantation in younger patients with
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2 Harousseau JL Attal M Leleu X Troncy J Pegourie B Stoppa AM Hulin C Benboubker L Fuzibet JG
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autologous stem cell transplantation in patients with newly dignosed multiple myeloma results of an IFM phase
II study Haematologica 2006911 498-1505
LINEE GUIDA MIELOMA
31
3 Harousseau JL Attal M Avet-Loiseau H Marit G Caillot D Mohty M Lenain P Hulin C Facon T Casassus
P Michallet M Maisonneuve H Benboubker L Maloisel F Petillon MO Webb I Mathiot C Moreau P
Bortezomib plus dexamethasone is superior to vincristine plus doxorubicin plus dexamethasone as induction
treatment prior to autologous stem-cell transplantation in newly diagnosed multiple myeloma results of the IFM
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4 Avet-Loiseau H Leleu X Roussel M Moreau P Guerin-Charbonnel C Caillot D Marit G Benboubker L
Voillat L Mathiot C Kolb B Macro M Campion L Wetterwald M Stoppa AM Hulin C Facon T Attal M
Minvielle S Harousseau JL Bortezomib plus dexamethasone induction improves outcome of patients with
t(414) myeloma but not outcome of patients with del(17p) J Clin Oncol 2010 28 4630-4634
5 Sonneveld P Schmidt-Wolf IG van der Holt B El Jarari L Bertsch U Salwender H Zweegman S Vellenga E
Broyl A Blau IW Weisel KC Wittebol S Bos GM Stevens-Kroef M Scheid C Pfreundschuh M Hose D
Jauch A van der Velde H Raymakers R Schaafsma MR Kersten MJ van Marwijk-Kooy M Duehrsen U
Lindemann W Wijermans PW Lokhorst HM Goldschmidt HM Bortezomib induction and maintenance
treatment in patients with newly diagnosed multiple myeloma results of the randomized phase III HOVON-65
GMMG-HD4 trial J Clin Oncol 2012 Aug 2030(24)2946-55
6 Neben K Lokhorst HM Jauch A Bertsch U Hielscher T van der Holt B Salwender H Blau IW Weisel K
Pfreundschuh M Scheid C Duumlhrsen U Lindemann W Schmidt-Wolf IG Peter N Teschendorf C Martin H
Haenel M Derigs HG Raab MS Ho AD van de Velde H Hose D Sonneveld P Goldschmidt H
Administration of bortezomib before and after autologous stem cell transplantation improves outcome in
multiple myeloma patients with deletion 17p Blood 2012119(4)940-8
7 Reeder CB Reece DE Kukreti V Chen C Trudel S Hentz J Noble B Pirooz NA Spong JE Piza JG Zepeda
VH Mikhael JR Leis JF Bergsagel PL Fonseca R Stewart AK Cyclophosphamide bortezomib and
dexamethasone induction for newly diagnosed multiple myeloma high response rates in a phase II clinical trial
Leukemia 2009 23 1337-1341
8 Uttervall K1 Admasie J Alici E Lund J Liwing J Aschan J Barendse M Deneberg S Mellqvist UH Carlson
K Nahi H A combination regimen of bortezomib cyclophosphamide and betamethasone gives quicker better
and more durable response than VADCyBet regimens results from a Swedish retrospective analysis Acta
Hematologica 2013 130 (1) 7-15
9 Wang M Giralt S Delasalle K Handy B Alexanian R Bortezomib in combination with thalidomide-
dexamethasone for previously untreated multiple myeloma Haematology 200712235-239
10 Cavo M Tacchetti P Patriarca F Petrucci MT Pantani L Galli M Di Raimondo F Crippa C Zamagni E
Palumbo A Offidani M Corradini P Narni F Spadano A Pescosta N Deliliers GL Ledda A Cellini C
Caravita T Tosi P Baccarani M GIMEMA Italian Myeloma Network Bortezomib with thalidomide plus
dexamethasone compared with thalidomide plus dexamethasone as induction therapy before and consolidation
therapy after double autologous stem-cell transplantation in newly diagnosed multiple myeloma a randomised
phase 3 study Lancet 2010376(9758)2075-2085
11 Rosintildeol L Oriol A Teruel AI Hernaacutendez D Loacutepez-Jimeacutenez J de la Rubia J Granell M Besalduch J Palomera
L Gonzaacutelez Y Etxebeste MA Diacuteaz-Mediavilla J Hernaacutendez MT de Arriba F Gutieacuterrez NC Martiacuten-Ramos
ML Cibeira MT Mateos MV Martiacutenez J Alegre A Lahuerta JJ San Miguel J Bladeacute J Programa para el
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multiple myeloma a randomized phase 3 PETHEMAGEM study Blood 2012 Aug 23120(8)1589-96
12 Moreau P Avet-Loiseau H Facon T Attal M Tiab M Hulin C Doyen C Garderet L Randriamalala E Araujo
C Lepeu G Marit G Caillot D Escoffre M Lioure B Benboubker L Peacutegourieacute B Kolb B Stoppa AM Fuzibet
JG Decaux O Dib M Berthou C Chaleteix C Sebban C Traulleacute C Fontan J Wetterwald M Lenain P Mathiot
C Harousseau JL Bortezomib plus dexamethasone versus reduced-dose bortezomib thalidomide plus
dexamethasone as induction treatment before autologous stem cell transplantation in newly diagnosed multiple
myeloma Blood 2011118(22)5752-5758
13 Kaufman JL Nooka A Vrana M Gleason C Heffner LT Lonial S Bortezomib thalidomide and
dexamethasone as induction therapy for patients with symptomatic multiple myeloma Cancer 2010 116 3143-
3151
14 Besinger W Jagannath S Vescio R Camacho E Wolf J Irwin D Capo G McKinley M Potts P Vesole DH
Mazumder A Crowley J Becker P Hilger J Durie BG Phase 2 study of two sequential three-drug combinations
containing bortezomib cyclophosphamide and dexamethasone followed by bortezomib thalidomide and
dexamethasone as frontline therapy for multiple myeloma Br J Hematol 2010 148 562-68
15 Ludwig H Viterbo L Greil R Masszi T Spicka I Shpilberg O Hajek R Dmoszynska A Paiva B Vidriales
MB Esteves G Stoppa AM Robinson D Jr Ricci D Cakana A Enny C Feng H van de Velde H Harousseau
JL Randomized phase II study of bortezomib thalidomide and dexamethasone with or without
LINEE GUIDA MIELOMA
32
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1031(2)247-55
16 Pineda-Roman M Zangari M Haessler J Anaissie E Tricot G van Rhee F Crowley J Shaughnessy JD Jr
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17 Rajkumar SV Hayman SR Lacy MQ Dispenzieri A Geyer SM Kabat B Zeldenrust SR Kumar S Greipp PR
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dexamethasone (revdex) for newly diagnosed myeloma Blood 20051064050-4053
18 Zonder JA Crowley J Hussein MA Bolejack V Moore DF Whittenberger BF Abidi MH Durie B and
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19 Rajkumar SV Jacobus S Callander NS Fonseca R Vesole DH Williams ME Abonour R Siegel DS Katz M
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lenalidomide plus low-dose dexamethasone as initial therapy for newly diagnosed multiple myeloma an open-
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20 Kumar S Dispenzieri A Lacy MQ Hayman SR Buadi FK Gastineau DA Litzow MR Fonseca R Roy V
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peripheral blood stem cell transplantation in patients with newly diagnosed myeloma Leukemia 2007 21 2035-
42
21 Kumar S Giralt S Stadtmauer EA Harousseau JL Palumbo A Bensinger W Comenzo RL Lentzsch S
Munshi N Niesvizky R San Miguel J Ludwig H Bergsagel L Blade J Lonial S Anderson KC Tosi P
Sonneveld P Sezer O Vesole D Cavo M Einsele H Richardson PG Durie BG Rajkumar SV International
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22 Palumbo A Rajkumar SV Dimopoulos MA Richardson PG San Miguel J Barlogie B Harousseau J Zonder
JA Cavo M Zangari M Attal M Belch A Knop S Joshua D Sezer O Ludwig H Vesole D Bladeacute J Kyle R
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Schlossman RL Mazumder A Munshi NC Vesole DH Joyce R Kaufman JL Doss D Warren DL Lunde LE
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bortezomib and dexamethasone combination therapy in patients with newly diagnosed multiple myeloma Blood
2010116 679-686
24 Roussel M Avet-Loiseau H Moreau P Huynh A Benboubker L Hulin C Marit G Leleu X Pegourie B
Fruchart C Caillot D Stoppa AS Facon T Harousseau JL and Attal M Frontline therapy with bortezomib
lenalidomide and dexamethasone (VRD) fllowed by autologous stem cell transplantation VRD consolidation
and lenalidomide maintenance in newly diagnosed multiple myeloma pateints primary results of the IFM 2008
phase II study Blood 2010 abs 624
25 Kumar S Flinn I Richardson PG Hari P Callander N Noga SJ Stewart AK Turturro F Rifkin R Wolf J
Estevam J Mulligan G Shi H Webb IJ Ra SV Randomized multicenter phase 2 study (EVOLUTION) of
combinations of bortezomib dexamethasone cyclophosphamide and lenalidomide in previously untreated
multiple myeloma Blood 2012 119 4375-82
26 Jakuboviak AJ Reece DE Hofmeister CC Lonial S Zimmerman TM Campagnaro EL Schlossman RL
Laubach J Raje N Anderson T Griffith K Hill M Harvey C Dollard AM Wear S Barrickman J Tendler C
Esseltine DL Kelley SL Kaminski MS Anderson KC and Richardson PG Lenalidomide bortezomib
pegylated liposomial doxorubicin and dexamethasone in newly diagnosed multiple myeloma updated results of
phase III MMRC trial Blood 2009 114 abs 132
27 Cavo M Zamagni E Tosi P Tacchetti P Cellini C Cangini D de Vivo A Testoni N Nicci C Terragna C
Grafone T Perrone G Ceccolini M Tura S Baccarani M Bologna 2002 study Superiority of thalidomide and
dexamethasone over VAD as primary therapy in preparation for autologous transplantation for multiple
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28 Rajkumar SV Blood E Vesole D Fonseca R Greipp PR Eastern Cooperative Oncology Group Phase III
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multiple myeloma a clinical trial coordinated by the Eastern Cooperative Oncology Group JCO 200624431-6
LINEE GUIDA MIELOMA
33
29 Cavo M Di Raimondo F Zamagni E Patriarca F Tacchetti P Casulli AF Volpe S Perrone G Ledda A
Ceccolini M Califano C Bigazzi C Offidani M Stefani P Ballerini F Fiacchini M de Vivo A Brioli A Tosi
P Baccarani M Short-term thalidomide incorporated into double autologous stem-cell transplantation improves
outcomes in comparison with double autotransplantation for multiple myeloma JCO 2009305001-5007
30 Barlogie B Tricot G Anaissie E Shaughnessy J Rasmussen E van Rhee F Fassas A Zangari M Hollmig K
Pineda-Roman M Lee C Talamo G Thertulien R Kiwan E Krishna S Fox M Crowley J Thalidomide and
hematopoietic-cell transplantation for multiple myeloma N Engl J Med 20063541021-1030
31 Lokhorst HM van der Holt B Zweegman S Vellenga E Croockewit S van Oers MH von dem Borne P
Wijermans P Schaafsma R de Weerdt O Wittebol S Delforge M Berenschot H Bos GM Jie KS Sinnige H
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38 Cavo M Pantani L Petrucci MT Patriarca F Zamagni E Donnarumma D Crippa C Boccadoro M Perrone G
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Musto P Palumbo A GIMEMA (Gruppo Italiano Malattie Ematologiche dellAdulto) Italian Myeloma Network
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39 Attal M Harousseau JL Leyvraz S Doyen C Hulin C Benboubker L Yakoub Agha I Bourhis JH Garderet L
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Garderet L Decaux O Leyvraz S Vekemans MC Voillat L Michallet M Pegourie B Dumontet C Roussel M
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65 Roussel M Moreau P Huynh A Bortezomib and high-dose melphalan as conditioning regimen before
autologous stem cell transplantation in patients with de novo multiple myeloma a phase 2 study of the
Intergroupe Francophone du Myelome (IFM) Blood 2010 115 32ndash37)
66 Hunter HM Peggs K Powles R et al Analysis of outcome following allogeneichaemopoietic stem cell
transplantation formyeloma using myeloablative conditioning evidence for a superior outcome using melphalan
combined with total body irradiation British Journal of Haematology 2005 128 496ndash502
67 Crawley C Iacobelli S Bjorkstrand B Reduced-intensity conditioning for myeloma lower nonrelapse
mortality but higher relapse rates compared with myeloablative conditioning Blood 2007 109 3588ndash3594
68 Rotta M Storer BE Sahebi F Long-term outcome of patients with multiple myeloma after autologous
hematopoietic cell transplantation and nonmyeloablative allografting Blood 2009 113 3383ndash 3391
69 Bruno B RotaM Patriarca F A comparison of allografting with autologous autografting for newly diagnosed
myeloma N Engl J Med 2007 3561110-1120 )
70 Garban F Attal M Michallet M Prospective comparison of autologous stem cell transplantation followed by
dose-reduced allograft (IFM99-03 trial) with tandem autologous stem cell transplantation (IFM99-04 trial) in
high-risk de novo multiple myeloma Blood (2006) 107 3474ndash3480
71 Rosinol L Perez-Simon JA Sureda A prospective PETHEMA study of tandem autologous transplantation
versus autograft followed by reduced-intensity conditioning allogeneic transplantation in newly diagnosed
multiple myeloma Blood (2008) 112 3591ndash3593
72 Lokhorst H Sonneveld P amp Van der Holt BDonor versus no donor analysis of newly diagnosed myeloma
patients included in the HOVON 5054 study Blood ASH Annual Meeting 2008 112 Abstracts) 461
73 Bjorkstrand B Lacobelli S amp Hegenbart A Autologous stem cell transplantation (ASCT) versus ASCT
followed by reduced-intensity conditioning (RIC) allogeneic SCT with identical sibling donor in previously
untreated multiple myeloma (MM) a prospective controlled trial by the EBMT Bone Marrow Transplantation
(2009) (abstract) 43 223
74 Engelhardt M Terpos E Kleber M et al European Myeloma Network recommendations on the evaluation and
treatment of newly diagnosed patients with multole Myeloma Haematologica2014 99(2)232-242
LINEE GUIDA MIELOMA
36
7 Mieloma Multiplo recidivato o refrattario
71 Definizione di malattia recidivarefrattaria
Per MM refrattario si intende una malattia che non ha presentato almeno una risposta parziale a 3 o piugrave
cicli di terapia antimieloma o che egrave progredita entro 60 giorni dallrsquoultimo trattamento Si distingue la
categoria del MM refrattario primitivo che comprende i pazienti giagrave sottoposti a piugrave linee di terapia i quali
non hanno mai presentato almeno una risposta parziale a tutte le precedenti linee di terapia
Per MM ricaduto si intende un MM precedentemente trattato che richiede una nuova terapia di salvataggio
dopo un intervallo di remissione parziale o completa di almeno 60 giorni La definizione della recidiva di
malattia segue i criteri dellrsquoInternational Myeloma Working Group IMWG riportati nella tabella
sottostante
Categorie Criteri di valutazione
Malattia progressiva (PD) Necessario almeno uno dei seguenti criteri - Incremento ge25 CM (almeno ge 05 gdl) - Incremento ge 25 CM urinaria (almeno ge 200 mg 24 ore) - Incremento gt 10 dellinfiltrato plasmacellulare midollare - Comparsa di nuove lesioni osteolitiche o plasmocitomi - Ipercalcemia
Recidiva clinica Necessario almeno uno dei seguenti criteri - Comparsa di plasmocitoma o lesioni ossee - Incremento dimensionale di preesistente plasmocitoma o di lesioni ossee - Ipercalcemia (gt 115 mgdl 263 mmoll) - Riduzione dellemoglobina gt 2 gdl - Incremento del valore della creatinina gt 2 mgdl
Recidiva da precedente
remissione completa (RC) Necessario almeno uno dei seguenti criteri - Riscontro di CM sierica o urinaria allelettroforesi o immunofissazione - Incremento delle plasmacellule midollari gt 5 - Evidenza di segni correlati a progressione di malattia (Lesioni litiche
plasmocitoma ipercalcemia ecc)
72 Trattamento
La decisione di iniziare un trattamento di salvataggio
Pazienti con MM in recidiva devono essere ritrattati dopo la ricomparsa dei segni e sintomi di malattia
I criteri CRAB devono essere utilizzati anche per i pazienti in recidiva cosigrave come per i pazienti alla diagnosi
La morfologia e lentitagrave dellrsquoinfiltrato plasmacellulare midollare non devono essere usati come criteri di
inizio della terapia La cinetica di progressione della CM sierica e in particolare il raddoppiamento del suo
valore in 2 mesi egrave stato recentemente proposto come criterio per iniziare il trattamento ma non crsquoegrave al
momento consenso su questa indicazione Al contrario un lento incremento della CM senza segni di
evoluzione clinica non deve essere utilizzato come indice di ritrattamento
Opzioni per la terapia di salvataggio
Attualmente per il trattamento dei pazienti affetti da recidiva di malattia non abbiamo un regime di terapia o
una sequenza di farmaci ottimale (1) Bortezomib e agenti immunomodulanti come talidomide e
lenalidomide (ImiDs) sono molecole molto efficaci in questo setting di pazienti In uno studio
LINEE GUIDA MIELOMA
37
internazionale randomizzato di fase III bortezomib utilizzato come singolo agente si egrave dimostrato superiore
in termini di percentuale di risposta mediana di TTP e sopravvivenza rispetto alle alte dosi di desametasone
Questo ha permesso allrsquoEMEA nel 2005 di approvare il bortezomib come seconda linea di trattamento per i
pazienti con MM (2) (Livello di evidenza 1++) Un ulteriore miglioramento della TTP si egrave ottenuto
combinando il bortezomib con la doxorubicina liposomiale rispetto al solo bortezomib come dimostrato in
un successivo studio internazionale di fase III (3)
(Livello di evidenza 1++) Inoltre studi di fase II hanno
dimostrato come lrsquoaggiunta di desametasone aumenta la percentuale di risposte dal 18 al 33 nei pazienti
con risposte subottimali con il solo bortezomib Questo ha permesso di poter utilizzare in Italia il bortezomib
associato al desametasone nei pazienti in recidiva o refrattari (Legge 648)
Altre promettenti associazioni come bortezomib e talidomide bortezomib e lenalidomide e bortezomib e
melphalan sono state utilizzate in studi di fase II (4-6) (Livello di evidenza 3)
In due studi di fase III egrave stato dimostrato un significativo prolungamento del TTP utilizzando lenalidomide in
associazione al desametasone rispetto al solo desametasone questo ne ha permesso lrsquoapprovazione da parte
dellrsquoEMEA nel 2008 (78) (Livello di evidenza 1++ per la riduzione dei dosaggi di DEX che comunemente
vengono usati rispetto a quelli dello studio) Questi studi (MM-009 and MM-010) hanno dimostrato come sia
possibile ottenere un tasso di risposta complessivo del 60 con CR del 15 ed un TTP di almeno 111
mesi circa utilizzando la lenalidomide in combinazione con desametasone
Una efficacia clinica della combinazione Talidomide-Desametasone egrave stata dimostrata con studi di fase II (9-
11) (Livello di evidenza 3) peraltro non confermati con studi di fase III La talidomide utilizzata ad un
dosaggio mediano di 200ndash400 mg al giorno ha dato risposte in circa il 50 dei pazienti risposte di durata di
circa 12 mesi tali dati peraltro non sono stati sufficienti per ottenere lrsquoapprovazione da parte della FDA o
della EMEA per la talidomide in questa categoria di pazienti
Le alterazioni citogenetiche gli alti valori di beta-2-microglobulinemia e bassi livelli di albumina anche per i
pazienti in recidiva o refrattari hanno lo stesso valore prognostico negativo descritto per i pazienti al
momento della diagnosi Ulteriori caratteristiche come le catene leggere lrsquoisotipo IgA lrsquoinsufficienza renale
la malattia extramidollare il MM iposecernente e la malattia ossea possono condizionare lrsquoandamento della
malattia al momento della recidiva o quando si dimostra refrattaria ai trattamenti utilizzati Sia il bortezomib
che la talidomide si sono dimostrati efficaci e sicuri nei pazienti con insufficienza renale cosigrave come
bortezomib e lenalidomide hanno dimostrato di superare la prognosi negativa data dalla delezione del
cromosoma 13 e dalla translocazione t(414) (1213)
Al momento numerose altre molecole sono in valutazione in studi di fase III nellrsquoottica di ottenere risultati
che permetteranno di avere altre armi terapeutiche nel MM in recidiva Tra questi il carfilzomib un nuovo
inibitore irreversibile del proteosoma si egrave dimostrato attivo nei pazienti con MM refrattari alle terapie
convenzionali sia in studi di fase I (14) che in studi di fase II (1516) La pomalidomide il piugrave nuovo
immunomodulatore valutata in studi clinici e di cui vengono riportati interessanti dati sullrsquoefficacia (17-19)
(Livello di evidenza 3) La bendamustina farmaco attivo nel MM (20) egrave al momento in valutazione in
schemi di associazione con altri agenti come lenalidomide o bortezomib Inoltre sulla base di studi
preclinici gli inibitori degli istoni deacetilasi sia il vorinostat (21) che il panobinostat (22) vengono
attualmente testati in associazione con bortezomib
Il trapianto di cellule staminali autologhe puograve essere considerata unrsquoopzione terapeutica anche per i pazienti
in recidiva e refrattari nonostante gli studi al momento siano limitati In uno studio randomizzato disegnato
nel 1990 egrave stato valutato il tempo ottimale per eseguire ASCT paragonando i risultati ottenuti con un
trapianto eseguito subito dopo la terapia di induzione oppure al momento della recidiva I risultati hanno
dimostrato una OS simile nei 2 gruppi con una mediana di sopravvivenza superiore a 5 anni (23) (Livello di
evidenza 3 studi eseguiti in setting diversi)
Il trapianto allogenico RIC ha mostrato un diverso controllo del MM dipendente dallo stato della malattia al
momento del trapianto stesso con una significativa riduzione dellrsquo EFS nei pazienti in recidiva e refrattari
rispetto ai pazienti rispondenti (24)
(Livello di evidenza 3)
LINEE GUIDA MIELOMA
38
Nonostante lrsquointroduzione di trattamenti attivi con meccanismi dazione differenti rispetto alla chemioterapia
i pazienti sensibili alle terapie hanno una durata di risposta molto variabile ma inesorabilmente la storia
naturale di questa patologia egrave caratterizzata da ulteriori recidive di malattie la cui risposta ai trattamenti
diviene sempre piugrave breve
Per molti pazienti in recidiva lobiettivo della terapia non si discosta molto dal trattamento alla diagnosi con
la possibilitagrave di ottenere il controllo della patologia il miglioramento dei sintomi e della qualitagrave della vita
prolungandone la sopravvivenza accanto a questi perograve bisogna tener presenti i pazienti in cui i possibili
effetti collaterali del trattamento e le patologie associate limitano le opzioni terapeutiche
La terapia palliativa dovragrave essere perciograve presa in considerazione dopo 2 linee di terapia che includono i
nuovi farmaci e che si sono rivelate inefficaci
Tutte le armi terapeutiche disponibili come radioterapia bisfosfonati corticosteroidi oppiacei e basse dosi di
chemioterapia dovranno essere utilizzate per alleviare i sintomi della malattia
Mieloma Multiplo trattamento malattia recidivatarefrattaria
Regimi di terapia preferiti
Terapia di
salvataggio
bull Lenalidomide + desametasone bull Bortezomib + desametasone bull Bortezomib+ desametasone+ doxorubicina liposomiale
Altri regimi possibili
bull Talidomide plusmn desametasone bull Bendamustina plusmn desametasone
bull Melphalan ad alte dosi + reinfusione di cellule staminali autologhe bull Bortezomib+desametasone + alchilante (ciclofosfamide o melphalan) bull Bortezomib+lenalidomide+desametasone bull Lenalidomide+ desametasone+ alchilante (ciclofosfamide o melphalan)
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
A Pazienti con MM in recidiva devono essere ritrattati dopo la
ricomparsa dei segni e sintomi di malattia definiti dai criteri
CRAB(1) Positiva forte
A
I regimi di salvataggio raccomandati sono rappresentati dal
bortezomib in associazione al desametasone (2) dal
bortezomib in associazione al desametasone e alla
doxorubicina liposomiale peghilatan (3) e dalla lenalidomide
in combinazione con il desametasone (78) I criteri per la scelta piugrave appropriata della terapia di re-
induzione deve essere fatta tenendo presente a) il principio
della rotazione di tutti i farmaci escludendo quelli a cui il
paziente ha mostrato resistenza b)lrsquoetagrave del paziente c) la
funzionalitagrave renale la presenza di neuropatia la precedente
tossicitagrave ematologica d) la durata della remissione ottenute
in precedenza
Positiva forte
LINEE GUIDA MIELOMA
39
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
D
Una seconda terapia di re-induzione con i nuovi farmaci
seguita dal trapianto di cellule staminali autologhe puograve essere
eseguita nei pazienti di etagrave inferiore o uguale a 65 anni senza
comorbilitagrave severe che abbiano avuto una remissione di
almeno 24 mesi dopo un precedente trapianto autologo e
siano responsivi alla terapia di salvataggio (23)
Positiva debole
D
Il trapianto di cellule staminali allogeniche dovragrave essere
eseguito soltanto nellrsquoambito di studi clinici in pazienti che
hanno ottenuto una risposta con la terapia di re-induzione
(24)
Studi clinici
Bibliografia 1 Richardson P Mitsiades C Schlossman R Ghobrial I Hideshima T Chauhan D Munshi N Anderson K The
treatment of relapsed and refractory multiple myeloma Hematology Am Soc Hematol Educ Program
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Horvath N Spicka I Sutherland HJ Suvorov AN Zhuang SH Parekh T Xiu L Yuan Z Rackoff W
Harousseau JL Randomized phase III study of pegylated liposomal doxorubicin plus bortezomib compared with
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bortezomib and dexamethasone combination therapy in patients with newly diagnosed multiple myeloma
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6 Berenson JR Yang HH Sadler K Jarutirasarn SG Vescio RA Mapes R Purner M Lee SP Wilson J Morrison
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7 Weber DM Chen C Niesvizky R Wang M Belch A Stadtmauer EA Siegel D Borrello I Rajkumar SV
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Study Investigators Lenalidomide plus dexamethasone for relapsed multiple myeloma in North America N Engl
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8 Dimopoulos M Spencer A Attal M Prince HM Harousseau JL Dmoszynska A San Miguel J Hellmann A
Facon T Foagrave R Corso A Masliak Z Olesnyckyj M Yu Z Patin J Zeldis JB Knight RD Multiple Myeloma
(010) Study Investigators Lenalidomide plus dexamethasone for relapsed or refractory multiple myeloma N
Engl J Med 2007357(21)2123-32
9 Palumbo A Giaccone L Bertola A Pregno P Bringhen S Rus C Triolo S Gallo E Pileri A Boccadoro M
Low-dose thalidomide plus dexamethasone is an effective salvage therapy for advanced myeloma
Haematologica 200186(4)399-403
10 Dimopoulos MA Zervas K Kouvatseas G Galani E Grigoraki V Kiamouris C Vervessou E Samantas E
Papadimitriou C Economou O Gika D Panayiotidis P Christakis I Anagnostopoulos N Thalidomide and
dexamethasone combination for refractory multiple myeloma Ann Oncol 200112(7)991-5
11 Alexanian R Weber D Giralt S Delasalle K Consolidation therapy of multiple myeloma with thalidomide-
dexamethasone after intensive chemotherapy Ann Oncol 200213(7)1116-9
LINEE GUIDA MIELOMA
40
12 Bahlis NJ Song K Trieu Y Roland B Masih-Khan E Chang H Bruyere H Mansoor A Horsman D Eliasziw
M Stewart D Reece D Lenalidomide overcomes poor prognosis conferred by del13q and t(414) but not
del17p13 in multiple myeloma results of the Canadian MM016 trial (abstract) Blood 20071103597
13 Sagaster V Ludwig H Kaufmann H Odelga V Zojer N Ackermann J Kuumlenburg E Wieser R Zielinski C
Drach J Bortezomib in relapsed multiple myeloma response rates and duration of response are independent of a
chromosome 13q-deletion Leukemia 200721(1)164-8
14 Alsina M Trudel S Vallone M Molineaux C Kunkel L and Goy A Phase 1 Single Agent Antitumor Activity of
Twice Weekly Consecutive Day Dosing of the Proteasome Inhibitor Carfilzomib (PR-171) in Hematologic
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15 Jagannath S Vij R Stewart K Somlo G Jakubowiak A Trudel S Schwartz R Siegel D Kunkel L The
Multiple Myeloma Research Consortium (MMRC) Final results of PX-171-003-A0 part 1 of an open-label
single-arm phase II study of carfilzomib (CFZ) in patients (pts) with relapsed and refractory multiple myeloma
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16 Vij R Wang M Orlowski R Stewart AK Jagannath S Kukreti V LeMHL Kunkel L Siegel D Multiple
Myeloma Research Consortium (MMRC) PX-171-004 a multicenter phase II study of carfilzomib (CFZ) in
patients with relapsed myeloma An efficacy pdate J Clin Oncol 2715s 2009 (suppl abstr 8537)
17 Lacy MQ Hayman SR Gertz MA Dispenzieri A Buadi F Kumar S et al Pomalidomide (CC4047) plus low-
dose dexamethasone as therapy for relapsed multiple myeloma J Clin Oncol 2009 27 5008ndash5014
18 Lacy MQ Hayman SR Gertz MA Short KD Dispenzieri A Kumar S et al Pomalidomide (CC4047) plus low
dose dexamethasone (Pomdex) is active and well tolerated in lenalidomide refractory multiple myeloma (MM)
Leukemia 2010 24 1934ndash1939
19 Richardson PG Siegel D Baz R Kelley SL Munshi NC Sullivan D et al A Phase 12 Multi-center
randomized open label dose escalation study to determine the maximum tolerated dose safety and efficacy of
pomalidomide alone or in combination with low-dose dexamethasone in patients with relapsed and refractory
multiple myeloma who have received prior treatment that includes lenalidomide and bortezomib ASH Annu
Meet Abstr 2010 116 864
20 Poumlnisch W Rozanski M Goldschmidt H et al Combined bendamustine prednisolone and thalidomide for
refractory or relapsed multiple myeloma after autologous stem-cell transplantation or conventional
chemotherapy results of a Phase I clinical trial Br J Haematol 2008143191-200
21 Weber D Badros AZ Jagannath S et al Vorinostat plus bortezomib for the treatment of relapsedrefractory
multiple myeloma early clinical experience (abstract) Blood 2008112871
22 Wolf JL Siegel D Matous J et al A phase II study of oral panobinostat (LBH589) in adult patients with
advanced refractory multiple myeloma (abstract) Blood 20081122774
23 Fermand JP Ravaud P Chevret S et al High-dose therapy and autologous peripheral blood stem cell
transplantation in multiple myeloma up-front or rescue treatment Results of a multicenter sequential
randomized clinical trial Blood 1998923131ndash6
24 Maloney DG Molina AJ Sahebi F et al Allografting with nonmyeloablative conditioning following
cytoreductive autografts for the treatment of patients with multiple myeloma Blood 20031023447ndash54
LINEE GUIDA MIELOMA
41
8 Terapie di supporto e management delle tossicitarsquo correlate alla terapia
81 Malattia ossea
La malattia ossea egrave la maggiore causa di morbiditagrave nel MM ricorrendo in circa lrsquo80 dei pazienti durante la
malattia con la comparsa di lesioni osteolitiche fratture patologiche compressioni radicolari e grave
sintomatologia dolorosa nel 60 circa dei pazienti (1) La disabilitagrave derivante da questi eventi scheletrici
(SRE skeletal related events) non soltanto impatta sulla qualitagrave di vita e sul performance status ma riduce
significativamente la sopravvivenza globale I pazienti con fratture patologiche presentano infatti un rischio
di morte aumentato del 20 rispetto ai pazienti senza fratture (2) La prevenzione ed il trattamento degli
SRE rappresenta pertanto uno dei principali obiettivi della terapia di supporto del MM
811 Terapia medica
I bisfosfonati (BSF) rappresentano il presidio terapeutico primario nel trattamento della malattia ossea
Nellrsquoambito di questi farmaci gli amino-BSF di seconda generazione tra cui lo zoledronato (ZOL) ed il
pamidronato (PAM) hanno dimostrato maggiore efficacia riducendo significativamente lrsquoincidenza di eventi
scheletrici al 25 rispetto al 68 dellrsquoetidronato e al 36 del clodronato Una recente metanalisi ha incluso
i risultati di 17 studi (randomizzati enon randomizzati) che testavano lrsquoefficacia dei bisfosfonati in pazienti
con carcinoma mammario prostatico e MM Alcuni degli studi considerati erano di bassa qualitagrave
metodologica In una cosigrave eterogenea popolazione di pazienti lo ZOL ha mostrato superioritagrave in termini di
riduzione del rischio di SREs rispetto agli altri bisfosfonati Tuttavia non sono stati sinora condotti studi
randomizzati di comparazione testa a testa fra i vari bisfosfonati (34) (Livello di evidenza 1+) Alcuni
nuovi farmaci tra cui Denosumab possono essere indicati nel trattamento della bone mineral density (MBD)
ma al momento sono utilizzabili unicamente nellrsquoambito di studi clinici
MGUS e MM asintomatico Sebbene asintomatici e senza lesioni scheletriche i pazienti affetti MGUS presentano alterato turnover osseo
per gli aumentati livelli sierici ed urinari dei markers di osteolisi oltre che un rischio di fratture ossee 16
volte piugrave elevato rispetto alla popolazione generale (5) A questo riguardo due studi clinici di fase II (67)
hanno dimostrato gli effetti benefici sulla bone mineral density (BMD) mediante ZOL semestrale nei
pazienti con MGUS e osteoporosi sebbene al momento manchino dati conclusivi circa la sicurezza e
lrsquoefficacia nella prevenzione degli SRE (Livello di evidenza 3) Anche lrsquoAlendronato migliora la BMD in
questi pazienti senza evidenze sulla capacitagrave di rallentare la progressione della malattia ossea (8) In un
recente studio prospettico di fase III nel MM asintomatico la somministrazione mensile di ZOL riduce
lrsquoincidenza di SRE senza peraltro nessun impatto sul time to progression (TTP) Tuttavia il basso numero di
pazienti reclutati rispetto a quanto preventivato limita la potenza statistica dello studio (9) (Livello di
evidenza 1+) Alla luce di questi dati lrsquouso dei BSF nei pazienti con MGUS e MM asintomatico non egrave al
momento raccomandabile se non nellrsquoambito di trials clinici
MM sintomatico Lo ZOL ed il PAM costituiscono lrsquoattuale standard of care per la terapia medica della malattia ossea nel
MM Lrsquoinfusione mensile di PAM 90 mg o di ZOL 4 mg comporta riduzione nella ricorrenza degli eventi
scheletrici e miglioramento della qualitagrave di vita nei pazienti con MM sintomatico (10-13) (Livello di
evidenza 1++) Studi di confronto fra i due farmaci documentano una sovrapponibile efficacia (14) a fronte
tuttavia di un aumento del rischio di osteonecrosi della mandibola (ONJ) nei soggetti in trattamento con ZOL
(15) Lo studio randomizzato Medical Research Council Myeloma IX (16) ha arruolato 1960 pazienti con
MM sintomatico a ricevere ZOL o clodronato alla diagnosi in associazione alla terapia anti-MM ottenendo
non soltanto una riduzione degli eventi scheletrici al 27 e 35 rispettivamente ma anche un significativo
allungamento della overall survival (OS) e della progression free survival (PFS) nel braccio ricevente ZOL
LINEE GUIDA MIELOMA
42
Questo risultato conferma studi preclinici di un possibile effetto antitumorale diretto di ZOL (1718) Un
miglioramento nei tassi di CR o VGPR egrave descritto nei pazienti in trattamento con terapia non mieloablativa
(16) per cui lo ZOL egrave ritenuto da alcuni panels di esperti il BSF elettivo per il trattamento della malattia
ossea nel MM (19) Tuttavia una revisione sistematica Cochrane aggiornata nel 2012 (20) attribuisce allo
ZOL un vantaggio in termini di OS e PFS solo verso placebo o etidronato ma non rispetto agli altri BSF
(Livello di evidenza 1++)
Il trattamento prolungato con BSF aumenta il rischio di ONJ potendo alla lunga comportare unrsquoinversione
del loro rapporto rischio-beneficio (2122) mentre il potenziale beneficio della sospensione dei BSF sulla
risoluzione dellrsquoONJ egrave indefinito (2324) Nel paziente con MM sintomatico prima di attivare terapia con
BFS egrave necessario effettuare procedure odontoiatriche di screening che devono essere completate almeno 4-6
settimane prima dellrsquoinizio del trattamento (24) (Livello di evidenza 3)
Lrsquoimpiego di amino-BSF aumenta il rischio di insufficienza renale (1125) e richiede pertanto una rigorosa
valutazione della funzionalitagrave renale periodicamente (Livello di evidenza 4)
La Tabella 1 riassume le riduzioni posologiche consigliate per i principali BSF in relazione ai livelli del
filtrato glomerulare
Tabella 1 - Terapia con bisfosfonati nel MM con insufficienza renale riduzioni posologiche consigliate
Clearance della
creatinina Clodronato
(dosaggiodie) Pamidronato
(dosaggio4 settimane) Acido Zoledronico
(dosaggio4 settimane)
gt 60 mlmin 1600 mg 90 mg 4 mg
30-60 mlmin 1600 mg 90 mg 3-35 mg
10-30 mlmin 800 mg 30 mg in 2-4 ore Non raccomandato
lt 10 mlmin Non raccomandato 30 mg in 2-4 ore Non raccomandato
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
A
Lrsquouso dei BSF egrave raccomandato nella terapia del MM
sintomatico indipendentemente dalla presenza documentata di
lesioni osteolitiche (10-13 radic I l PAM e lo ZOL mostrano simile efficacia nella
prevenzione e nel trattamento degli SRE(13)
Positiva forte
D I BSF non sono indicati nella terapia di supporto della malattia
ossea nella MGUS e nel MM asintomatico se non nellrsquoambito
di studi clinici (9) Negativa debole
D
In corso di terapia con BSF la funzionalitagrave renale deve essere
attentamente monitorata In caso di comparsa di alterazione
della funzionalitagrave renale il trattamento con BFS deve essere
sospeso o la sua posologia deve essere ridotta (1125)
Positiva forte
812 Radioterapia
Nella malattia ossea del MM la radioterapia egrave utile a scopo antalgico e nelle localizzazioni scheletriche a
rischio di frattura soprattutto vertebrale Il controllo della sintomatologia dolorosa egrave generalmente raggiunto
con dosi comprese fra 10 e 25 Gy (2627) Nessuna differenza in termini di efficacia antalgica egrave stata
documentata fra la singola irradiazione con 8 Gy e il trattamento frazionato con dosi complessive sino a 40
Gy in una metanalisi che comparava differenti schedule di trattamento in pazienti con metastasi scheletriche
da ogni forma di cancro In particolare sono stati inclusi nella metanalisi 8 trials che paragonavano differenti
schedule di irradiazione singola o multipla insieme a 8 trials che confrontavano irradiazione singola vs
trattamento frazionato La qualitagrave metodologica degli studi presi in considerazione non era uniforme e non
LINEE GUIDA MIELOMA
43
sono escludibili bias di pubblicazione e di revisione della letteratura Infatti i risultati del quality assessment
degli studi inclusi non sono riportati e vengono forniti dettagli limitati sulla condotta metodologica della
revisione della letteratura (28) (Livello di evidenza 1+) La radioterapia con dosi superiori a 30 Gy puograve
essere invece utilizzata a scopo terapeutico in caso di compressione midollare (29) (Livello di evidenza 3)
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione
Forza della
Raccomandazione
B
Unrsquoaccurata valutazione radioterapica egrave indicata in
concomitanza di dolore osseo severo comparsa di fratture
ossee o compressione midollare Il trattamento
radioterapico con erogazione di 8 Gy in singola seduta puograve
essere sufficiente controllare la sintomatologia associata
alla malattia ossea nel MM (26-28)
Positiva Forte
D Dosi di almeno 30 Gy sono necessarie a scopo
terapeuticodecompressivo in sede vertebrale (29) Positiva forte
813 Chirurgia
La chirurgia ortopedica deve essere presa in considerazione in caso di fratture alle ossa lunghe instabilitagrave o
crolli vertebrali con compressione spinale o radicolare (30) Sia la vertebroplastica sia la cifoplastica
comportano buoni risultati antalgici e di bio-meccanica soprattutto se praticate entro la prima settimana dal
crollo vertebrale In particolare uno studio ha recentemente randomizzato 134 pazienti con compressione
spinale da metastasi vertebrali alla cifoplastica o al management non-chirurgico riportando una chiara
superioritagrave efficace antalgica della prima opzione (31) Lrsquoefficacia della vertebroplasticacifoplastica egrave stata
inoltre valutata retrospettivamente nei pazienti affetti da MM con compressione midollare ed il suo effetto
antalgico egrave stato messo in relazione con il complessivo miglioramento della qualitagrave di vita Tuttavia la
natura retrospettiva dello studio e la mancanza di informazioni relative alla terapia anti-MM praticata dopo la
chirurgia limita lrsquointerpretazione dei risultati (32) (Livello di evidenza 1+) La chirurgia spinale puograve essere
utilizzata in regime drsquourgenza a scopo decompressivo La gestione del paziente con fratture ossee deve
essere sempre multidisciplinare coinvolgendo varie figure professionali fra cui lonco-ematologo il
radioterapista lrsquoortopedico il neurochirurgo e il terapista del dolore
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione
Forza della
Raccomandazione
B Lrsquoimpiego della stabilizzazione vertebrale mediante
vertebroplastica o cifoplastica egrave indicato a scopo sia
terapeutico sia preventivo (32 Positiva debole
82 Ipercalcemia
Lrsquoipercalcemia egrave una complicanza che ricorre nel 15 circa dei pazienti manifestandosi con irritabilitagrave
sonnolenza obnubilamento del sensorio sino al coma anoressia stipsi nausea vomito polidipsia poliuria e
talora nefrolitiasi Egrave dovuta al patologico riassorbimento osseo allrsquoalterata funzione tubulopatica del rene ed
in parte alla produzione di PTHrP (33)
Lrsquoipercalcemia moderata (calcemia corretta 106-118 mgdl) puograve essere risolta mediante idratazione (34)
(Livello di Evidenza 4) mentre il trattamento delle forme severe costituisce unrsquourgenza medica e si basa
sullrsquoimpiego combinato di idratazione diuretici dellrsquoansa corticosteroidi e BSF nel cui ambito lo ZOL
LINEE GUIDA MIELOMA
44
costituisce il farmaco di scelta Infatti mentre uno studio randomizzato ha dimostrato lrsquoequivalenza in
termini di efficacia e sicurezza di ibandronato e pamidronato (sommnistrati a dosi variabili) nei pazienti con
ipercalcemia due studi paralleli randomizzati e in doppio-cieco hanno confrontato in 287 pazienti con
ipercalcemia moderatasevera pamidronato e zoledronato documentando la superioritagrave del secondo in
termini di durata delle risposte La qualitagrave metodologica dello studio appare molto elevata
Sulla base di tali dati veniva raccomandata lo zoledronato 4 e 8 mg rispettivamente per il trattamento della
ipercalcemia di nuova diagnosi o recidivatarefrattaria (3536) (Livello di Evidenza 1+)
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
A Lo ZOL potrebbe essere utilizzato al posto di altri
bisfosfonati nel trattamento dellrsquoipercalcemia (3536) Positiva debole
A La terapia medica comprendente idratazione furosemide
corticosteroidi e BSF costituisce il trattamento drsquoelezione
per le forme severe di ipercalcemia (3536) Positiva forte
B Lrsquoipercalcemia di grado moderato puograve essere trattata con la
sola idratazione (34) Positiva debole
83 Sindrome da iperviscositagrave
Dal 2 al 6 dei pazienti con MM sviluppano la sindrome da iperviscositagrave caratterizzata da cefalea
vertigini atassia rallentamento dellrsquoeloquio stato confusionale sino al coma epistassi gengivorragia
diplopia trombosi o emorragie retiniche e papilledema Lrsquoiperviscositagrave ematica egrave di solito sintomatica per
livelli sierici di immunoglobuline superiori a 4 gdl in caso di CM IgG e di 6 gdl in caso di CM IgA (37) I
pazienti sintomatici vanno tempestivamente sottoposti a plasmaferesi attivando contestualmente la terapia
anti-MM nel piugrave breve tempo possibile (3738) (Livello di Evidenza 4)
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
D La sindrome da iperviscositagrave deve essere trattata con
plasmaferesi e tempestivo inizio della terapia anti-MM (37-
38) Positiva forte
84 Infezioni ricorrenti
Il MM egrave associato ad aumentato rischio di infezioni a causa dellrsquoipogammaglobulinemia dovuta alla
inibizione da parte del clone mielomatoso della sintesi di immunoglobuline policlonali normali al deficit
della funzione macrofagica e granulocitaria oltre che agli effetti tossici della terapia citostatica eo con
farmaci biologici e soprattutto agli effetti della terapia corticosteroidea Nei pazienti anziani con infezioni
recidivanti specie se pluritrattati e con performance status scadente egrave utile la riduzione posologica dei
corticosteroidi nei protocolli anti-MM Infatti lrsquoassociazione della lenalidomide ad alte dosi di
corticosteroidi egrave stata associata ad una maggiore mortalitagrave per tossicitagrave rispetto allrsquoassociazione di
lenalidomide e basse dosi di steroidi (39) Inoltre in uno studio che comparava in pazienti con MM di nuova
diagnosi i regimi talidomidedesametasone e melphalanprednisone la mortalitagrave non correlata al MM era
superiore quando venivano impiegate alte dosi di steroidi (40)( (Livello di evidenza 1+) Lrsquoimpiego di
fattori di crescita granulocitari (G-CSF) non egrave consigliabile nelle condizioni neutropeniche (41) (Livello di
LINEE GUIDA MIELOMA
45
evidenza 3) Nel MM non egrave indicato il trattamento antibiotico profilattico come dimostrato da uno studio
randomizzato che comparava lrsquoosservazione al trattamento con ciprofloxacina o trimethoprim-
sulfametoxazolo nei pazienti con MM di nuova diagnosi candidati a chemioterapia di induzione Lrsquoincidenza
di infezioni batteriche severe infatti non differiva fra i vari gruppi durante i primi due mesi di trattamento
Tuttavia nonostante lrsquoelevata qualitagrave metodologica dello studio lrsquoapplicabilitagrave di questi risultati alla
popolazione generale dei pazienti con MM egrave limitata (42) (Livello di evidenza 1+) mentre lrsquoinfusione
periodica di immunoglobuline puograve essere utilizzata nei pazienti con ipogammaglobulinemia (definita come
IgG lt 500 mgdL) e malattia in fase di remissione clinica per la profilassi di infezioni batteriche
Uno studio randomizzato ha infatti valutato il ruolo profilattico dellrsquoinfusione mensile di immunoglobuline
riportando una consistente riduzione delle infezioni rispetto al gruppo placebo (43) (Livello di evidenza
1+) Lrsquoefficacia della vaccinazione antinfluenzale nei pazienti con MM non egrave stata valutata in studi clinici
Dal momento che il bortezomib determina un aumentato rischio di infezioni da Herpes Zoster i pazienti
possono essere sottoposti a profilassi con aciclovir (4445) sorvegliando su potenziali tossicitagrave renale o
neurologica Infatti unrsquoanalisi retrospettiva ha mostrato un aumentato rischio di nefro e neurotossicitagrave nei
pazienti sottoposti a profilassi con acyclovir (46) (Livello di evidenza 1+)
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
B
Lrsquoimpiego di regimi terapeutici a ridotti dosaggi di
corticosteroidi (desametasone le 160 mgmese) egrave consigliabile
nei pazienti anziani pluritrattati con basso PS e infezioni
ricorrenti (39-40)
Positiva debole
B Non dovrebbe essere indicato lrsquouso di antibiotici a largo
spettro nei pazienti a rischio di infezioni (42) Negativa debole
B Lrsquoinfusione periodica di immunoglobuline egrave raccomandata
nella prevenzione delle infezioni batteriche nei pazienti
ipogammaglobulinemici in remissione clinica (43) Positiva debole
85 Insufficienza renale
Un grado variabile di alterata funzionalitagrave renale egrave presente alla diagnosi nel 20 dei pazienti con MM (1) e
si correla a sovraccarico tubulare per il riassorbimento della CM con deposito delle catene leggere ma anche
ad alterazioni metaboliche correlate allrsquoipercalcemia e allrsquoiperuricemia noncheacute alla nefrotossicitagrave da farmaci
tra cui i BSF e a condizioni correlate quali amiloidosi (47) Il rischio di myeloma kidney non egrave tuttavia
correlato alla concentrazione della CM bensigrave allrsquoentitagrave dellrsquoescrezione urinaria di catene leggere che deve
essere quindi attentamente monitorata (48) La terapia dellrsquoinsufficienza renale prevede adeguata idratazione
per normalizzare i livelli sierici di calcemia e uricemia noncheacute lrsquoastensione dallrsquouso di comuni farmaci
potenzialmente nefrotossici come i FANS gli antibiotici amino glicosidici ovvero mezzi di contrasto iodati
(Livello di evidenza 4) In concomitanza di progressivo deterioramento della funzione renale i BSF vanno
sospesi fino a riduzione della creatininemia entro il 10 dei valori di partenza mentre nellrsquoinsufficienza
renale acuta deve essere praticata adeguata idratazione associata a terapia diuretica In questi casi il
tempestivo inizio della terapia anti-MM egrave fortemente raccomandato (49) Su indicazione del nefrologo il
plasma exchange per una rapida riduzione dei livelli sierici di catene libere puograve risultare utile bencheacute
lrsquoeffetto benefico non sia adeguatamente documentato (50) (Livello di evidenza 3)
LINEE GUIDA MIELOMA
46
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
D
Unrsquoadeguata idratazione il contenimento dei livelli di
calcemia e uricemia entro i limiti normali e la limitazione
dellrsquouso di farmaci nefrotossici (FANS aminoglicosidi
mezzi di contrasto iodati) sono raccomandabili per la
prevenzione dellrsquoinsufficienza renale
Positiva debole
D
Egrave consigliabile una valutazione nefrologica in caso di
comparsa di insufficienza renale acuta che va trattata con
idratazione terapia diuretica e alte dosi di corticosteroidi
mentre il plasma exchange puograve risultare utile
Positiva debole
86 Anemia
Lrsquoanemia normocromica-normocitica associata al MM egrave generalmente multifattoriale (flogosi cronica
infiltrazione midollare mielotossicitagrave da farmaci ecc) ed egrave presente in oltre il 70 dei pazienti alla diagnosi
(1) Lrsquoemotrasfusione eo la somministrazione periodica di eritropoietina sono utili per ripristinare i livelli di
emoglobina favorendo un miglioramento della quality of life (QoL) Nella maggior parte degli studi
effettuati il trattamento a lungo termine con eritropoietina migliora significativamente lrsquoeritropoiesi
riducendo la necessitagrave di trasfusione e incrementando mediamente i livelli di emoglobina di almeno 2g
(5152) (Livello di evidenza 1+) Tuttavia lrsquoimpiego di eritropoietina e farmaci anti-MM tra cui talidomide
o lenalidomide puograve accrescere il rischio di eventi trombotici (53)
87 Trombosi
Nel MM il rischio di eventi trombotici egrave aumentato di circa 3 volte rispetto alla popolazione con MGUS e 9
volte rispetto alla popolazione normale (54) La terapia con farmaci biologici e immunomodulanti tra cui
talidomide e lenalidomide incrementa ulteriormente questo rischio specie quando combinata ai citostatici e
ai corticosteroidi (55) Lrsquoaspirina e lrsquoeparina a basso peso molecolare riducono significativamente la
suscettibilitagrave alla trombofilia mentre dati contrastanti vengono registrati con lrsquouso dei dicumarolici
finalizzati al target terapeutico fra 2 e 3 dei valori di INR In uno studio randomizzato che comparava
melphalanprednisone e melphalanprednisonetalidomide nei pazienti anziani con MM la profilassi con
enoxaparina determinava una riduzione della frequenza di tromboembolismo dal 20 al 3 Simili riduzioni
sono state registrate nei pazienti con MM di nuova diagnosi trattati con lenalidomidedesametasone e
aspirina (56-59) (Livello di evidenza 1+) Poicheacute la maggior parte degli eventi trombotici nei pazienti con
MM si verifica durante i primi sei mesi di trattamento la tromboprofilassi puograve essere interrotta nella malattia
in fase di stabilitagrave o di remissione clinica In caso di eventi trombotici la terapia con eparina a basso peso
molecolare egrave raccomandata anche nel mantenimento mentre egrave consigliabile sospendere temporaneamente
farmaci immunomodulanti (lenalidomide talidomide) Infatti uno studio ha randomizzato 336 pazienti con
tromboembolismi cancro-correlati a eparina per sei mesi o anticoagulanti orali mostrando un dimezzamento
del rischio di nuovi episodi tromboembolici col trattamento eparinico a lungo termine (6061) (Livello di
evidenza 1+) Il trattamento tromboprofilattico nei pazienti sottoposti a terapia con talidomide o
lenalidomide va stabilito in relazione alle indicazioni dellrsquoInternational Myeloma Working Group (61)
(Livello di evidenza 4) (Tabella 2)
LINEE GUIDA MIELOMA
47
Tabella 2 Modello di valutazione del rischio tromboembolico nei pazienti con MM in terapia con
talidomide o lenalidomide (adattato sulla base delle indicazioni dellrsquoInternational Myeloma Working Group (61)
Fattori di rischio legati al paziente Fattori di rischio legati
alla malattia Fattori di rischio legati
alla terapia anti-MM
Storia familiare o personale di TVP MM di nuova diagnosi Doxorubicina
Obesitagrave (BMIgt30) Iperviscositagrave ematica Alte dosi di steroidi
Comorbiditagrave (diabete insufficienza renale malattie
cardiache malattie infiammatorie croniche) Polichemioterapia
Immobilitagrave
Trombofilia emoglobinopatie sindromi
mieloproliferative
Intervento chirurgico recente
(lt 6 settimane)
Assunzione di farmaci protrombotici
(eritropoietina terapia ormonale sostitutiva
tamoxifene)
0-1 fattori di rischio aspirina 2 o piugrave fattori di rischio eparina a basso peso molecolare o warfarin (INR target 2-3) Almeno 1fattore di rischio legato alla terapia per MM eparina a basso peso molecolare o warfarin (INR target 2-3)
Qualitagrave
dellrsquoevidenza
SIGN Raccomandazione clinica
Forza della
Raccomandazione
clinica
D
La stratificazione del rischio protrombotico secondo il modello
proposto dallrsquoInternational Myeloma Working Group consente di
individualizzare il trattamento tromboprofilattico dei pazienti che
assumono lenalidomide o talidomide in rapporto a fattori legati
alla malattia al paziente ed alla terapia anti-MM (60)
Positiva forte
A I pazienti che assumono lenalidomide o talidomide in
monoterapia possono effettuare tromboprofilassi con sola
aspirina (61) Positiva debole
B I pazienti che assumono lenalidomide o talidomide associate a
corticosteroidi o farmaci citostatici devono effettuare
tromboprofilassi con eparina a basso peso molecolare (61) Positiva debole
La durata ottimale della tromboprofilassi non egrave definita con
certezza Almeno 6 mesi di terapia antiaggregante o
anticoagulante dovrebbero essere garantiti ai pazienti con MM di
nuova diagnosi
Positiva debole
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LINEE GUIDA MIELOMA
60
10 Raccomandazioni prodotte con metodologia GRADE
QUESITO Nei pazienti affetti da mieloma multiplo alla diagnosi di etagrave gt65 anni e non candidabili a
terapia ad alte dosi egrave raccomandabile lrsquoutilizzo della terapia di associazione VMP (Bortezomib melphalan
e prednisone) rispetto a MPT (Talidomide melphalan e prednisone) RACCOMANDAZIONE Nei pazienti affetti da mieloma multiplo di etagrave gt65 anni e non candidabili a terapia ad alte dosi puograve essere
utilizzata lrsquoassociazione VMP (Bortezomib melphalan e prednisone)
Forza della raccomandazione POSITIVA DEBOLE
MotivazioniCommenti al bilancio BeneficioDanno Il confronto indiretto tra MPT e MPV non mostra differenze per PFS OS e morti correlate al trattamento
Lrsquoutilizzo di MPV si correla con un vantaggio in termini di ottenimento di remissione completa (41 in piugrave
ogni 1000 pazienti trattati) e mostra un trend di minor incidenza di eventi trombotici Lrsquooutcome QOL
definito dal panel critico per la decisione clinica non egrave riportato nella meta-analisi
Votazione forza raccomandazione Votazione bilancio BeneficioDanno Positiva
forte Positiva
debole Negativa
debole Negativa
forte Favorevole Incerto Sfavorevole
9 9
Implicazioni per le ricerche future Ad oggi non esistono studi controllati che oltre a fornirci un confronto piugrave attendibile fra i due schemi sia
in termini di efficacia che di tossicitagrave possano darci informazioni utili anche sulla loro reale fattibilitagrave e
sullrsquooutcome a lungo termine Pertanto sarebbe utile un confronto randomizzato tra MPT e VMP che ci
permetta di evidenziare il gruppo di pazienti che beneficerebbe maggiormente di un trattamento rispetto
allrsquoaltro valutandone inoltre lrsquoimpatto sulla QoL ed il reale rapporto costi benefici
Qualitagrave delle Evidenze La qualitagrave delle evidenze egrave stata giudicata MOLTO BASSA per le seguenti motivazioni non sono
disponibili confronti diretti tra i due trattamenti ovvero i risultati provengono solo da confronti indiretti
Per quanto riguarda gli outcome sopravvivenza globale e incidenza di trombosi venose profonde gli studi
inclusi nella meta-analisi sono eterogenei (I2 72 e 61 rispettivamente) Le evidenze esistenti in merito
alla PFS sono insufficienti per il limitato potere dellrsquoanalisi infatti lrsquoevidenza in favore di MPV deriva da
un unico studio randomizzato
Qualitagrave globale delle evidenze MOLTO BASSA
Questa raccomandazione egrave stata prodotta con metodo GRADE
In appendice online quesito clinico allrsquoorigine della raccomandazione votazione della criticitagrave degli
outcome tabella GRADE completa e caratteristiche del panel
Allegato Tabelle GRADE evidence profile
LINEE GUIDA MIELOMA
62
Author(s) MC Date 2012-06-27 Question Should the association of Bortezomib Melphalan and Prednisone vs the association of Thalidomide Melphalan and Prednisone be used for multiple myeloma in patients aged 65 or older Settings Bibliography Kumar Am J Hematol 8618ndash24 2011
Quality assessment No of patients Effect
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Inconsistency Indirectness Imprecision Other considerations
The association of Bortezomib Melphalan and Prednisone
The association of Thalidomide Melphalan and Prednisone
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VERY LOW
CRITICAL
Quality of life (assessed with not reported)
CRITICAL
Haematological toxicity (assessed with not reported)
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LOW
IMPORTANT
Deep venous thrombosis
6 randomised trials
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1 serious
2 none
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351148 (3)
RR 027 (006 to 123)
3
22 fewer per 1000 (from 29 fewer to 7 more)
VERY LOW
IMPORTANT
1 Results from indirect comparison
2 The existing body of evidence is relatively insufficient due to limitation of the power of the analysis The supporting evidence is derived from one trial only as in case of MBT comparator
3 the estimate of the adjusted indirect comparison of intervention MPT versus MPB (MPBTad_indirect) (such as log HR or log RR etc) is estimated by MPBTad_indirect =MPTMA -MPBMA
4 Heterogeneity was found I-squared=72
5 Heterogeneity was found I-squared=61