Lineamenti di Teoria della Misura e degli Errori · Omero - Libro XXVIII dell’Iliade: Cinque...

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Precisione Vs. Esattezza Università Mediterranea di Reggio Calabria – Facoltà di Architettura Corso di Formazione in Elementi di Edilizia - FEED Corso di DISEGNO – Modulo 2 Prof. Franco Prampolini Unità didattica n. 2.01 Riprendiamo, con questo secondo modulo del Corso il discorso sul “Disegno del Mondo”. Nella prima parte abbiamo esplorato le potenzialità e le convenzioni del Disegno, in molte delle sue varie forme. In questa seconda parte approfondiremo il discorso sui principi, i metodi e le tecniche del rilievo, iniziando con una “dissertazione” su due concetti che sembrano “contigui”, quasi dei sinonimi e che invece, come vedremo, potranno riservare interessanti sorprese. Prima, quindi, di esaminare le caratteristiche dei vari sistemi moderni di modellazione del territorio (dal GPS al Laser Scanner, dalle Imaging Station alla fotomodellazione) seguiamo il percorso che ci porterà ad un breve viaggio fra “Esattezza” e “Precisione”.

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  • Precisione Vs. Esattezza

    Università Mediterranea di Reggio Calabria – Facoltà di ArchitetturaCorso di Formazione in Elementi di Edilizia - FEED

    Corso di DISEGNO – Modulo 2Prof. Franco Prampolini

    Unità didattica n. 2.01

    Riprendiamo, con questo secondo modulo del Corso il discorso sul“Disegno del Mondo”.

    Nella prima parte abbiamo esplorato le potenzialità e le convenzionidel Disegno, in molte delle sue varie forme. In questa secondaparte approfondiremo il discorso sui principi, i metodi e le tecnichedel rilievo, iniziando con una “dissertazione” su due concetti chesembrano “contigui”, quasi dei sinonimi e che invece, comevedremo, potranno riservare interessanti sorprese.Prima, quindi, di esaminare le caratteristiche dei vari sistemimoderni di modellazione del territorio (dal GPS al Laser Scanner,dalle Imaging Station alla fotomodellazione) seguiamo il percorsoche ci porterà ad un breve viaggio fra “Esattezza” e “Precisione”.

  • Precisione Vs. Esattezza

    Fin dai primordi esistevano le carte geografiche. Nellacoscienza individuale è sempre esistito un impulso a metteresulla carta lo spazio.Sostituendo a uno spazio reale uno spazio analogico nelprocesso di tracciare una mappa, gli esseri umani hannoacquisito una padronanza dell'universo dalle conseguenzeincalcolabili.In molte società le carte geografiche precedettero sia lascrittura che i calcoli matematici.

    J. B. Harley

    Università Mediterranea di Reggio Calabria – Facoltà di ArchitetturaCorso di Formazione in Elementi di Edilizia - FEED

    Corso di DISEGNO – Modulo 2Prof. Franco Prampolini

    Unità didattica n. 2.01

  • Per cogliere appieno, o più modestamente, come conviene ai giochi,intravedere, la profondità semantica della contrapposizione di questidue termini, Precisione ed Esattezza, che nel senso comune sembranocosì vicini, proviamo fare un viaggio semiserio attraverso un problemache da sempre, e ancora oggi, attanaglia l’uomo(1):

    La terra è piatta o è una sfera ??? !!!

    1) E quando dico “da sempre” non lo dico per scherzo. William Carpenter (1830-1896) scrisse il libro Le100 prove che la Terra non è una sfera (Baltimore, 1885). Lo scienziato inglese Samuel Rowbotham (1816-1885), che scriveva con lo pseudonimo di "Parallasse", pubblicò i risultati di alcuni suoi esperimenti dimisura della curvatura della superficie di diversi laghi per dimostrare che non fosse curva. Nel 1956Samuel Shenton fondò la Flat Earth Society e pubblicò un articolo su Science Digest nel 1980 dovesostenne che «L'idea di un globo rotante è una cospirazione fallace contro cui Mosè e Colombo sibatterono...».

    Il disegno del mondo

  • Le Origini

    La rappresentazione di se stesso e dell’ambientecircostante è un’attività tipica dell’uomo.Questi disegni riguardano tanto il mondo reale che ivari mondi virtuali che da sempre accompagnanol’umanità: dalla “caverna” platonica alle Cittàinvisibili di Italo Calvino, attraverso le infiniteavventure del pensiero. Spesso le creazioni della“fantasia” (filosofia, arte, letteratura, …) superano inverosimiglianza le figurazioni del mondo reale,anche perché, spesso, la fantasia è un ingredientefondamentale della riproduzione della realtà nondirettamente a portata della conoscenza.La geografia coincideva praticamente con la storia eil disegno del mondo era più spesso il disegno delpensiero stesso dell’uomo, piuttosto che la raccoltadelle sue conoscenze dirette

    Tolomeo(in uno dei suoi più riuscititravestimenti)

  • L'immaginario ha giocato un ruolo chiave nella storia della cartografia.Per gli Aztechi il mondo era composto da cinque quadrati, per i Peruviani era un cubo;per gli antichi Egizi una sfera ovale. Alcuni filosofi cinesi credevano inoltre che la Terrafosse simile a un uovo o a una palla. In Giappone, prima che i missionari gesuitiarrivassero, intorno al XVII secolo, portando la nozione della rotondità del mondo, sicredeva a una teoria che attribuiva alla Terra la forma di un cubo.

    Il paradiso secondo gli antichi egizi Mandala indiano con Universoantropomorfo

    Le Origini - 2

    Mandala Jain del XVII sec.con laRappresentazione dei Sette Oceani

  • Omero - Libro XXVIII dell'Iliade:

    Cinque dell'ampio scudo eran le zonee gl'intervalli che, con divin sapere,d'ammiranda scultura avea ripieni.Ivi ei fece la Terra, il mare, il cielo

    e il Sole infaticabile, e la tondaLuna, e gli astri diversi onde sfavilla

    incoronata la celeste volta,e le Pleiadi, e l'Iadi, e la stella

    d'Orion tempestosa, e la grand'Orsache pur Plaustro si noma. Intorno al polo

    ella si gira ed Orion riguarda,dai lavacri del mar sola divisa.

    . . . . . . . . . . . . . . . . .Il gran fiume Ocean l'orlo chiudea

    dell'ammirando scudo . . . . . . .

    Platone e Omero

    Platone – RepubblicaRaffigurazione del Mito della Caverna

    Lo scudo di Achille , specchio dellacosmologia omerica

  • Nel 1963 fu portata alla luce negli scavi archeologici di Catal Hùyùk, nella Turchiacentrale, quella che, forse, è la prima vera e propria “carta topografica”, datataapprossimativamente 6000 a.C.. La carta rappresentava appunto la città neolitica diCatal Hùyùk. Dipinta su di una parete, raffigurava le strade e le case poste sulprofilo della montagna di Hasan Dag con il suo vulcano in eruzione

    Catal Hùyùk

  • Altro reperto di notevole interessecartografico è la cosiddetta 'Pietra diJebel Amud', rinvenuta nell'omonimocomplesso di rilievi situato in Giordania.La pietra viene fatta risalire al periodoneolitico (oltre 6000 anni fa) e venneincisa con l'antica tecnica dellamartellina e ricoperta da una fitta rete dicoppelle (che rappresenterebbero gliinsediamenti abitativi) e canalini (cherappresentano i percorsi).

    La Pietra di Jebel Amud

  • Tavoletta Babilonese di Uruk(VII sec. a.C.)

    Mosaico di Madaba - Giordania 560 d.C.)

    Il Mosaico di Madaba

  • La “Sintesi Cratesiana”

    Nel medio evo era ben nota la sintesi biblico/cratesiana(dal filosofo e grammatico greco Cratete di Mallo, II sec.a.C.) grazie alle opere di Marziano Capella (scrittoredella tarda latinità, V sec.) e di Macrobio (erudito latinoIV-V sec.) e poi di Guglielmo di Conches (filosofofrancese che formulò dottrine cosmologiche, XII sec.) edi Goffredo di San Vittore (filosofo scolastico del XIIIsec.).

    Macrobio riprese le idee di Cratete; egli ipotizzava cifossero quattro aree terrestri ciascuna contenente unazona abitabile. Un insuperabile oceano le divideva unadall'altra.

    I primi cristiani trovarono queste teorie difficili daaccettare; se ciascuna di queste terre era abitata comeera possibile che ci fossero i discendenti di Adamo? Ecome era possibile realizzare la missione degli apostoli,convertire il mondo, se molta parte era irraggiungibile?(a dispetto di queste preoccupazioni gli scritti e la cartadi Macrobio circolarono per tutto il medioevo).

    Mappamondo di Macrobio, V sec.(secondo le teorie di Cratete di MalloII sec. a.C.)

  • Nel medioevo si sostenevainoltre la teoria delle zone diParmenide (filosofo greco diElea; V sec. a.C.); legato forsealla scuola pitagorica concepisceil mondo come una forma sfericaritenuta forma perfetta.

    Egli divideva la sfera in 5 zoneorizzontali: 2 ghiacciate einabitabili ai poli, la zona torrida acavallo dell’equatore anch’essainabitabile e inospitale, 2 zonetemperate le sole capaci diospitare popolazioni.

    Il Medioevo: le Zone Climatiche

  • In ossequio all’idea dell’unicità dell’umanità, i padri della chiesae i dotti medievali si allinearono all’idea che l’umanità fosseconfinata in una sola di queste isole e che questa potevasembrare piatta.

    Nel VI sec. un monaco chiamato Cosma Indicopleustesosteneva che il mondo fosse piatto. La sua esperienza dimercante e la lettura della Bibbia lo convinsero che l'universofosse come una tenda o un tabernacolo con la terra piatta allabase. Scrisse (in greco) una "Topografia cristiana" in 12 libri incui sosteneva che la terra fosse piatta e di forma rettangolare.Per illustrare le sue idee Cosma produsse una carta del mondo.

    Il mondo era mostrato come un rettangolo con l'ecumene alcentro, circondato da un oceano rettangolare che gli uomini nonpotevano traversare. All'est (a destra) oltre l'oceano Cosmapose il Paradiso Terrestre. Da esso si dipartivano quattro fiumi:Nilo, Tigri, Eufrate e Gange (o Indo). Quattro mari uscivanodall'oceano entrando nell'ecumene. I primi 3: Caspio, Mar Rossoe Golfo Persico erano rappresentati da cerchi; il 4°, ilMediterraneo fu rappresentato in modo un po' più realistico. Lasua lunghezza da ovest a est è doppia rispetto quella da nord asud.

    L'Adriatico, l'Egeo e il Mar Nero erano presenti ma senza nomi.

    Il “Mondo” diCosma Indicopleuste (VI sec.)

    Cosma l’Indicopleuste

  • Il “Mondo” diCosma Indicopleuste (VI sec.)

    Cosma l’Indicopleuste - 2

  • Durante tutto il medioevocontinuarono a fiorirerappresentazioni di una terra“piatta”, i Mappamondi a “T” oa “T-O”, che costituiscono lasintesi di una determinatavisione del mondo fino adalcuni esiti di particolarevalore anche sul pianoartistico.

    Mappamondo di Beato di Liebana, XII sec.Torino, Biblioteca Nazionale Universitaria

    Il Mappamondo di S. Isidoro(vescovo di Siviglia – XII sec.)

    Mondo tripartitofra i figli di Noè

    Mappamondo di Facundus tratto da un commentariodell’Apocalisse – XII sec.

    I Mappamondi a “T”

  • Lo schema a T è stato adottato per laprima volta per illustrare segmentifluviali nel mappamondo babilonesedi Uruk (VII sec. A.C.).

    Il curioso schematismo, nato dallavisione cosmologica patristica, nelmedioevo assumerà gli stessi potentivalori del “Tau”, assumendo quindiun potente valore simbolico dievocazione di Cristo.

    Carta di Leida, XIII sec.

    Il Mappamondo merovingio di AlbiGand, codice 92 – VIII sec.

    Schema interpretativo delmappamondo di Uruk

    MappamondoGand, Codice 92, 1121

    I Mappamondi a “T”

  • Il Mappamondo di Hereford

    Il Mappamondo di Hereford

    Culmine della cartografia medievaledi questo tipo può essere consideratoil Mappamondo di Hereford, dal nomedella Cattedrale dove era conservato.

    Realizzato su pergamena attorno al1276, forse da Richard di Haldinghame Lafford (conosciuto anche comeRichard de Bello) misura circa 160 x130 cm.

    Ineffabile crogiolo di religione, storia,scienza, mitologia ed erudizionecontiene tutti gli elementi dellacartografia medievale cristiana.

  • Il Mappamondo di Hereford - 2

    Al centro c'è sempre Gerusalemme,sormontata da una immagine dellacrocifissione, i nomi dei luoghirievocano i quattro imperi della storiaumana, i viaggi degli apostoli e le viedei pellegrinaggi, ma anche storiemitologiche, come quella del Vellod'Oro. Sono raffigurati e nominatiprecisamente anche Alessandria colsuo faro, il delta del Nilo con lePiramidi, il Mar Rosso, l'India col fiumeGange e il solito Paradiso Terrestre inalto, a Est.

    Contiene anche l’intera storia diAlessandro Magno, la descrizione dipopoli e costumi, fino a strani esserimutanti a destra, nella zona cheprobabilmente è assegnata agli“antipodi” !!

    Gens sine auribus, Ambari dicti . Quibus adversis plantisGente senza orecchie, detti Ambari . Coi piedi a rovescio

  • Il Mappamondo di Hereford - 3

    Particolare delle Isole Britanniche (rifacimento)

    Originale

    Sul Mappamondo diHeredord vedi, inparticolare, NaomiReed Kline, Maps ofmedieval thought. TheHerefor paradigm, 2001

  • Aristotele

    Ma l’idea che la terra fosse in realtà una sfera, o qualcosa disimile, è tutt’altro che moderna. Già Pitagora pensa ad unaTerra sferica, anche se forse più per ragioni di “esteticamatematica” che per una reale visione del problema, ma inAristotele troviamo addirittura la dissertazione sulle provefisiche della sfericità del globo.

    Egli notò che i viaggiatori che vanno verso sud vedono lecostellazioni meridionali salire più in alto rispettoall'orizzonte: ciò è possibile solo se l'orizzonte di chi sta piùa sud formi un certo angolo con l'orizzonte di chi sta più anord. Pertanto la superficie della Terra non può esserepiatta. Notò inoltre che il bordo dell'ombra terrestre sullaLuna durante la fase parziale di un'eclissi lunare è semprecircolare, non importa quanto la Luna sia alta sopral'orizzonte.

    Solamente una sfera proietta sempre un'ombra circolare intutte le direzioni, mentre un disco proietta un'ombra ellitticanella maggior parte delle direzioni.

  • Eratostene

    La circonferenza terrestre fu misurataintorno al 240 a.C. da Eratostene. Eglisapeva che a Siene (oggi Assuan), nelgiorno del solstizio d'estate il Sole era allozenit ed i raggi risultavano verticali, mentread Alessandria formavano un angolo di 1/50di giro corrispondente a circa 7,2 gradisessagesimali. Poiché conosceva in modo“preciso” la distanza fra Siene eAlessandria - 5000 stadi egiziani, circa 890km -, moltiplicò questa distanza per 50ottenendo la lunghezza della circonferenzaterrestre e quindi del meridiano stesso

    Secondo il suo calcolo la circonferenza delglobo doveva quindi essere di 44.500 km..

    Una misura simile, riportata in un trattatomatematico cinese, lo Zhoubi suanjing (Isecolo a.C.), fu usata per calcolare ladistanza del Sole dalla Terra, assumendotuttavia che questa fosse piatta.

  • Tolomeo

    Bisogna però giungere sino a Claudio Tolomeo (astronomo egeografo greco, II sec. d.C.) per toccare il vertice delle conoscenzeastronomiche e geografiche dell’antichità.

    Tolomeo utilizzò sistemi di proiezione del globo sulla superficie pianasimili a quelli attuali; lasciò inoltre un elenco di 8000 località dandonele coordinate (stimate sui tempi di percorrenza). Tolomeo conl"'Almagesto" e la "Geografia" codificò la scienza geografica ecartografica dell'antichità.

    L’ecumene di Tolomeo si estende per 180° di larghezza a partire dalleisole Fortunate (le Canarie) e in altezza da 63° nord a 16° sud. Il suocentro è Siene luogo che già aveva visto le sperimentazioni diEratostene. Essendo un tutto non frammentato con un centro diriferimento, l’ecumene tolemaica somiglia alla rappresentazione delmondo medievale cristiano. Ma anche se ne discosta.

    Tolomeo la colloca su una sfera e la rappresenta con una proiezione.La sua è una rappresentazione matematica, rappresentazione nellaquale Gerusalemme non è più al centro della terra.

    Altro aspetto molto interessante è che Tolomeo racchiude i mari entrola terra, diversamente dalla tradizione omerica e biblico-aristotelica.

  • Tolomeo 2

    La Geographia di Tolomeo giunse in Europaall’inizio del XV secolo a seguito dellacaduta di Costantinopoli). L’impatto sullacultura europea fu enorme. La cartografiadel Geographia apparve subito comequalcosa di enormemente superiore allacartografia contemporanea europea. Ilcompito di tradurre il Geographia in latino fuintrapreso dallo studioso bizantinoEmanuele Chrysoloras e portato a termine,nel 1406, dal suo allievo toscano Jacopod’Angiolo.Questa traduzione fu distribuita inmanoscritti, dapprima senza le mappe e poicon 27 mappe, in quella che fu conosciutacome la Versione A.

  • L’Europa dalla Geografia di Tolomeo – Codice Ambrosiano XV sec. Di straordinariamodernità è l’utilizzo della quadrettatura parametrica per l’inquadramento.

    L’Europa da Tolomeo

  • Al Idrisi

    Dopo Tolomeo, attraverso la mediazione araba di cartografi come Al Idrisi(che ancora oggi presta il nome a un noto software GIS), vennero prodottenumerose mappe e atlanti. Particolarmente fiorente è questa produzione neisecoli che vanno dal XIII al XVI.

    Lo sviluppo della navigazioneconsentì di accumularenotizie importanti sulle rotte.La scoperta della bussola e lasistematicità del rilevamentodei tempi di percorrenza delletraversate (annotate condiligenza dai capitani sui libridi bordo e quindi trasferitenei cosiddetti “portolani”)consentirono la realizzazionedi carte di grande dettaglio.

    Il Mappamondo di Al Idrisi (qui sopra in una rara foto d’epoca),realizzato nel 1154 per il Re di Sicilia Ruggero II. Si noti il sudin alto e le montagne della Luna, sorgenti del Nilo.

  • I Portolani

    Il portolano è comunemente inteso come una cartanautica medievale, con una ricca toponomastica deiluoghi costieri. In realtà i “portolani” sono i “Libri diBordo” delle navi, e sono nati prima delle carte chene costituiscono una sintetica traduzione grafica.Ogni capitano segnava sul diario di bordo le rotte, iventi, le correnti, gli approdi, gli ancoraggi, ma anchecenni sui popoli che incontrava, e altre curiosità. Ecosì questi documenti “tecnici” si trasformavano inuno straordinario affresco di usi e costumi. Ma suilibri di bordo venivano segnati anche, soprattutto, ledirezioni (determinate con la bussola) e le distanze,rilevate da un marinaio che, ad ogni ora, gettava inmare una corda dotata di un “freno idrodinamico”sulla quale erano segnati, a distanza regolare, deinodi (ancora oggi le distanze marine sono espressein “nodi”): per la durata di una clessidra la cordascorreva e il marinaio “contava” i nodi, annotandodistanze e direzioni.

  • Atlante Catalano – XIV sec..

    Atlante Catalano – XIV sec..

  • Carta pisana – seconda metà XIII sec. Conservata a Parigi

    La Carta pisana - XIII sec..

  • Carta pisana - XIV sec..

    La Carta pisana - XIV sec..

  • Piri ReisLa Mappa di Piri Reis - 1513

  • Al culmine della cartografiarinascimentale troviamo Mercatore(Gerard Kremer, 1512 - 1594). Eranato a Rupelmonde, nelle Fiandreorientali. La sua prima operaindipendente fu una mappa di seifogli della Palestina che apparve nel1537.Nel 1538 pubblicò una piccolamappa del mondo in proiezione adoppio cuore, e di seguito unagrande mappa delle Fiandre nel1540, un globo terrestre nel 1541 eun globo celeste nel 1551.Finalmente, subito dopo essersitrasferito da Lovanio a Duisburg,dove visse fino alla morte, completòla sua grande mappa d’Europa.

    Il Mercatore

  • Mappamondo di Mercatore - 1587

    Mercatore: mappamondo del 1587

  • Martin Waldeseemüller

  • Ma forse, a questo punto, abbiamo di fatto un po’ divagatoe, soprattutto, abbiamo lasciato da parte il punto dipartenza: Precisione ed Esattezza …

    Abbiamo visto di tutto, il mondo trasfigurato in tanti modidiversi, lo stesso mondo, negli stessi luoghi e negli stessitempi. Una contrapposizione fra visioni diverse delmondo e del cosmo, immanenti o trascendenti, ma tuttosommato contestuali e contemporanee, con mondi piatti otondi, sistemi geocentrici o eliocentrici, e così via.

    Alla metà del secolo XVII, per l’esattezza il 22 giugno del1633, accade tuttavia, qualcosa di molto strano e terribile,qualcosa che era già accaduto in passato, ma che inquesto caso assume un valore propriamente emblematico:Galileo fu costretto all’abiura dall’Inquisizione, negandoche la terra girasse attorno al sole, … e un’altra mezzadozzina di evidenti verità.

    Galileo Galilei

    Precisione ed Esattezza

  • L’Abiura di Galileo GalileiLetta il 22 giugno 1633

    Io Galileo, fìg.lo del q. Vinc.o Galileo di Fiorenza, dell'età mia d'anni 70, constitutopersonalmente in giudizio, e inginocchiato avanti di voi Emin.mi e Rev.mi Cardinali,in tutta la Republica Cristiana contro l'eretica pravità generali Inquisitori; avendodavanti gl'occhi miei li sacrosanti Vangeli, quali tocco con le proprie mani, giuroche sempre ho creduto, credo adesso, e con l'aiuto di Dio crederò per l'avvenire,tutto quello che tiene, predica e insegna la S.a Cattolica e Apostolica Chiesa.

    Ma perché da questo S. Off.o, per aver io, dopo d'essermi stato con precettodall'istesso giuridicamente intimato che omninamente dovessi lasciar la falsaopinione che il sole sia centro del mondo e che non si muova e che la terra non siacentro del mondo e che si muova, e che non potessi tenere, difendere ne insegnarein qualsivoglia modo, ne in voce ne in scritto, la detta falsa dottrina, e dopod'essermi notificato che detta dottrina è contraria alla Sacra Scrittura, scritto e datoalle stampe un libro nel quale tratto l'istessa dottrina già dannata e apporto ragionicon molta efficacia a favor di essa, senza apportar alcuna soluzione, sono statogiudicato veementemente sospetto d'eresia, cioè d'aver tenuto e creduto che il solesia centro del mondo e immobile e che la terra non sia centro e che si muova;

    Galileo Galilei: l’Abiura

  • Pertanto volendo io levar dalla mente delle Eminenze V.re e d'ogni fedel Cristianoquesta veemente sospizione, giustamente di me conceputa, con cuor sincero efede non fìnta abiuro, maledico e detesto li sudetti errori e eresie, e generalmenteogni e qualunque altro errore, eresia e setta contraria alla S.ta Chiesa; e giuro cheper l'avvenire non dirò mai più ne asserirò, in voce o in scritto, cose tali per le qualisi possa aver di me simil sospizione; ma se conoscerò alcun eretico o che siasospetto d'eresia lo denonziarò a questo S. Offizio, o vero all'Inquisitore oOrdinario del luogo, dove mi trovarò.

    Giuro anco e prometto d'adempire e osservare intieramente tutte le penitenze chemi sono state o mi saranno da questo S. Off.o imposte; e contravenendo ad alcunadelle dette mie promesse e giuramenti, il che Dio non voglia, mi sottometto a tuttele pene e castighi che sono da' sacri canoni e altre constituzioni generali eparticolari contro simili delinquenti imposte e promulgate.

    Così Dio m'aiuti e questi suoi santi Vangeli, che tocco con le proprie mani.

    Io Galileo Galilei sodetto ho abiurato, giurato, promesso e mi sono obligato comesopra; e in fede del vero, di mia propria mano ho sottoscritta la presente cedola dimia abiurazione e recitatala di parola in parola, in Roma, nel convento dellaMinerva, questo dì 22 giugno 1633.Io, Galileo Galilei ho abiurato come di sopra, mano propria.

    Galileo Galilei: l’Abiura

  • Ma perché tanta pervicacia? Perché negare l’evidenza. Da che mondo èmondo le visioni che sostengono questa o quella tipologia dirappresentazione di fatto convivono. Cosa spinge gli inquisitori ad agirecosì?

    A Galileo furono mostrati “gli instrumenti” (quelli di tortura, ovviamente,non quelli di misura), e davanti a quegli strumenti, meno precisi, ma piùefficaci dei propri, Galileo abiurò.

    Forse, quindi, quella conoscenza era stata perduta, dimenticata, nascosta …

    Galileo Galilei: l’Abiura

  • Dante, nella sua Commedia, ci induce però a pensare il contrario

    “… Tutte le stelle già dell’altro polovedea la notte, e il nostro tanto bassoche fuori non uscia dal marin suolo.”

    Così Ulisse, nel canto XXVI dell’Inferno. Di quale altro poloparlava? Forse dello stesso attorno a cui girava l’Orsa maggioredi Omero …?Ma Dante si spinge oltre, quando alla fine del percorso infernale,al cospetto di Lucifero, si accinge a lasciare … La gelida Palude

    Com'a lui piacque, il collo li avvinghiai;ed el prese di tempo e loco poste,

    e quando l'ali fuoro aperte assai,

    appigliò sé a le vellute coste;di vello in vello giù discese poscia

    tra 'l folto pelo e le gelate croste. …

    Dante …

  • Quando noi fummo là dove la cosciasi volge, a punto in sul grosso de l'anche,

    lo duca, con fatica e con angoscia,

    volse la testa ov'elli avea le zanche,e aggrappossi al pel com'om che sale,

    sì che 'n inferno i' credea tornar anche.

    Poi uscì fuor per lo fóro d'un sasso,e puose me in su l'orlo a sedere;

    appresso porse a me l'accorto passo.…

    Io levai li occhi e credetti vedereLucifero com'io l'avea lasciato,e vidili le gambe in sù tenere;

    e s'io divenni allora travagliato,la gente grossa il pensi, che non vedequal è quel punto ch'io avea passato.

    Ed elli a me: «Tu imagini ancorad'esser di là dal centro, ov'io mi presi

    al pel del vermo reo che 'l mondo fóra.

    Di là fosti cotanto quant'io scesi;quand'io mi volsi, tu passasti 'l puntoal qual si traggon d'ogne parte i pesi.

    Dante Alighieri, Inferno, XXXIV

    La gente grossa il pensi …

  • “… la gente grossa il pensi, che non vede qual è quel puntoch'io avea passato”. Non solo la sfericità della Terra, ma lalegge di gravità, il Punto “… al qual si traggon d'ogne parte ipesi”, alla faccia del povero Galileo che, per capirci qualcosa,era costretto a far cadere palle dalla Torre di Pisa.

    Perché allora a Dante è concesso (sappiamo che la DivinaCommedia ebbe una vasta diffusione) ciò che a Galieosarebbe stato negato tre secoli dopo?

    Per raccapezzarci e tornare al nostro quesito inizialeesaminiamo due mappe praticamente coeve: il Mappamondodi Hereford e la Carta pisana.

    lo punto al qual si traggon …

  • Se confrontiamo queste notiamo come esse rappresentino lastessa porzione di territorio, ma è tutt’altro che immediatorendersene conto.

    La carta pisana disegna il mondo a partire dalle relazioni spazialitra i luoghi, il mappamondo di Hereford rappresenta ciò cheall’uomo di fede è dato di conoscere del mondo: la parola di Dio.

    Hereford Vs. Pisa …

  • Il Mappamondo di Hereford rappresenta la sintesi simbolica delpensiero medievale Cattolico, certo, integrato da tante altre fonti,ma tutte queste altre notizie sono “illuminate” dalla luce di Dio, ilsolo a poter dispensare, attraverso il dono della fede, la veraconoscenza.

    Questa mappa riproduce esattamente questo pensiero. Attorno allaparola di Dio si svolgono gli avvenimenti e stanno le cose. Nulla ciè dato conoscere al di fuori di questa.

    È una carta simbolica.

    La parola "simbolo" deriva dal latino symbolum ed a sua volta dalgreco Σύμβολον (súmbolon) dalle radici σύμ- (sym-, "insieme") eβολή (bolḗ, “lancio"), avente il significato approssimativo di"mettere insieme" due parti distinte. L'origine è curiosa eaffascinante: era uso nell’antica Grecia, per un gruppo di personeche dovevano separarsi per successivamente riunirsi, rompere unpiatto di terracotta; ognuno portava nel suo viaggio un frammento,e alla riunione tale piatto veniva ricomposto, "syn ballein" appunto.

    La carta come forma simbolica

  • In quanto “Simbolica” contiene uno e un solo numero: il numero“1”, declinato nella sua essenza trinaria. È una carta ESATTA,perché, come la parola di Dio, non può essere discussa, ma soloaccettata e ricevuta in dono. Racconta le cose come sono, noncome stanno, e non ha alcun bisogno di “verosimiglianza”.

    Non serve a nulla, nel senso che non ha un utilità immediataconcreta, né si pone questo problema: il rapporto spaziale tra glioggetti e i luoghi (e tra le idee che questi veicolano) è risolto,appunto, simbolicamente e il suo scopo è la celebrazione dellaparola divina e, attraverso questa, per il tramite della fede, la viadella salvezza.

    L’essenza del messaggio sta nelle parole della Vergine, a pettonudo, posta immediatamente sotto al Cristo in trono che, nel giornodel giudizio separa i giusti (posti a sinistra) dai rei (a destra), che,appellandosi al latte che Lui stesso ha succhiato da quellemammelle, implora il figlio per la salvezza del mondo.

    Non a caso è esposta nella cattedrale di Hereford.

    La natura dell’Esattezza

  • La carta pisana, al contrario, pone il mondo al centro dellarappresentazione e mostra con esso i modi e le tecniche dellapropria realizzazione. Questa mappa contiene una grande quantitàdi numeri, tutte le osservazioni trascritte dai marinai sui libri dibordo e raccolte dai cartografi, cifre che quantificano la direzione,indicata dalla bussola e materializzata dalla rosa dei venti, e ledistanze, ricavate dal procedere dei nodi di una corda legata ad unsecchio gettato in mare affinché, scorrendo, indicasse la quantitàdel movimento in un dato tempo, nel trascorrere di una clessidra.

    Distanze, direzioni, dunque Misure! Ed ogni misura rappresenta ilpunto di vista di un singolo, il giudizio di uno fra i tanti.

    Questa mappa è “verosimile” in senso moderno. Assomiglia a ciòche, oggi, abbiamo imparato a considerare “vero”.

    Verosimile, Precisa, ma non esatta, anzi pervasa dall’incertezzapropria della misura in quanto giudizio del singolo.

    L’avvento della Precisione

  • Non a caso la diffusione delle carte nautiche era severamente vietata.Non esatte, ma utilissime per la navigazione, e quindi anche per glieventuali “navigatori ostili” (nemici, pirati, o, più semplicemente,concorrenti in affari) costituivano spesso dei veri e propri segreti distato: ancora nel 1426 un editto nella città di Savona comminava lamorte a chiunque fosse stato sorpreso sotto le mura del porto con“pergamena e lapis”. Oggi come allora, sosteneva Massimo Quaini,“… la geografia serve a fare la guerra”.

    Se il simbolo è ciò che unifica, questa carta, che è l’opposto disimbolica”, cosa sarà? Qual è il contrario di “simbolo”? Possiamopensare che il contrario di unificare sia “dividere”, ma se riprendiamol’etimo otteniamo non più “σύμ” ma δια - βολή, ovvero διαβολον.(diabolon!). Il Diavolo è colui che divide, che non è neppure in gradodi darsi un nome a causa della sua natura molteplice.

    Se il mappamondo di Hereford, esatto ma inutile e non verosimile, è“simbolico”, allora la carta pisana, nella sua utile precisione, è“diabolica”.

    “Simbolico” e “Diabolico”

  • Per avviarci alla conclusione di questo tragitto un po’ contorto,proviamo a vedere un’altra mappa, anch’essa coeva delle altre due, undisegno di Opicinus De Canistris, chierico avignonese attivo all’epocadel trasferimento del Papato, appunto, ad Avignone (Clemente V, 1307).

    Si tratta di un personaggio assai controverso (E. Kris scrive su di lui nel1957 un saggio intitolato Un artista psicotico del Medioevo) ma la suaopera ebbe grande diffusione e risonanza.

    Le carte di Opicinus De Canistris sono caratterizzate da un incredibilericchezza figurativa. Sono perfettamente riconoscibili i confini noti delmediterraneo, intrecciati ad allegorie agiografiche che celebrano“politicamente” il papato.

    Opicinus De Canistris - 1

  • Opicinus De Canistris - Trascrizione

    Opicinus De Canistris - 2

  • L’Universo “simbolico” e quello “diabolico” si fondono qui in unquadro ineffabile i cui sono presenti i contenuti, ma scompaiono imetodi e le tecniche che hanno generato quel sapere.

    È lo stesso artista che coglie forse involontariamente questadicotomia firmandosi “… OpicinuS OS Domini” (ad Oriente) e“OpicinuS OS Inferni” (ad Occidente).

    Ancora più vicina al “vero” della carta pisana nell’accuratezza deltracciamento dei confini, questa mappa non acquisisce il carattere didirompente pericolosità sociale proprio perché (non importa qui seconsciamente o inconsciamente) nasconde i modi e le tecniche delfare. E la corrispondenza al vero viene sopraffatta dalla potenzadell’immaginario.

    Così Dante, Così Opicinus, … non così Galileo, che aveva il torto, neldimostrare mostrando, di rendere evidenti e generalizzare (comeaveva fatto un certo serpentello qualche tempo prima nel giardinodell’Eden) gli strumenti del suo sapere concedendo a tutti didistinguere il giusto e l’ingiusto, il bene dal male.

    Esattezza Vs. Precisione

  • L’arte del cartografo, più ancora della perizia tecnica, ha reso leantiche mappe punti di sintesi irripetibili fra scienza ed arte.

    A noi tocca occuparci delle cose concrete del mondo, di ciò che èmisurabile, nell’idea che la misura non sia una qualità delle cose dascoprire, ma il segno del rapporto mediato fra l’uomo e il mondo, eproveremo addirittura ad andare “oltre” Galileo arrivando persino aquantificare l’incertezza.

    La verosimiglianza apre oggi spazi all’immaginario praticamenteinfiniti. Speriamo che questo ci consenta di redimere la natura“diabolica” della nostra professione!!

    Conclusione …