Linea Rossa “Ecco chi c’è dietro le Stragi” 1… · destra eversiva, leader di Avanguardia...

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14 Linea Rossa C i sono i nomi di perso- naggi potenti, ci sono le prove del loro coin- volgimento nella strategia del- la tensione. La verità sugli anni bui che hanno sconvolto l'Italia è contenuta in un memoriale. Un documento esplosivo cu- stodito in mani sicure in un luogo segreto. L'uomo che l' ha scritto è oggi un uomo vecchio e malato che chiede di essere dimenticato e lasciato in pace. Alberto Stefano Volo, ex estre- mista di destra, vive su una se- dia a rotelle. In quel memoriale ha scritto tutto ciò che sa. Se- greti inconfessabili che ancora oggi scuoterebbero i Palazzi del Potere. Se un giorno verrà ucciso il documento sarà con- segnato all'autorità giudiziaria. È questo il patto segreto che ha fatto per avere salva la vita. In questi anni Alberto Stefano Volo ha tentato di rifarsi una vita e di lasciarsi per sempre alle spalle queste vicende. Mai una parola o un semplice ac- cenno al passato, a ciò che ha scritto in quel memoriale. Ora però ha deciso di uscire allo scoperto e di parlare. Una deci- sione sofferta assunta alla vigi- lia di un anniversario impor- tante. Il 5 maggio di trentacin- que anni fa un aereo di linea precipitò sulle montagne di Pa- lermo pochi minuti prima del- l'atterraggio. Otto membri del- l'equipaggio e centoundici pas- seggeri persero la vita. Su quell'aereo avrebbe dovuto es- serci anche Alberto Stefano Volo. Il giorno dopo il disastro il suo nome figurava nella lista delle vittime. L'ex estremista però non salì mai su quell'ae- reo. Alcuni minuti prima del decollo decise di posticipare la partenza. Secondo Maria Eleo- nora Fais, sorella di una delle vittime, che da alcuni anni in- daga sulla vicenda, Alberto Stefano Volo sarebbe a cono- scenza di importanti segreti. "L'aereo è stato abbattuto", avrebbe rivelato l'ex estremista nel corso di un incontro riser- vato con la donna. Alberto Ste- fano Volo, però, nega. Dopo avere letto gli articoli pubbli- cati su questo settimanale ha deciso di rompere il proprio si- lenzio e di parlare. Vuole dire pubblicamente che non sa nul- la di questa storia. Tutto ciò che ha riferito non è il frutto di conoscenze dirette ma di sem- plici deduzioni. Tutto ciò sa è che quel maledetto aereo è pre- cipitato e che centoquindici persone hanno perduto la vita. "Non ho mai detto di conosce- re la verità", dice. Alberto Ste- fano Volo ha militato per lun- ghi anni in Gladio, la struttura paramilitare costituita negli an- ni Cinquanta dal governo ita- liano per impedire un'eventua- le presa del potere da parte dei comunisti. Ha fatto parte di gruppi dell'estrema destra par- tecipando anche ad attività sovversive. "Non mi sono mai sporcato le mani di sangue", puntualizzata orgoglioso. "So- no sempre stato tra i più mode- rati. Altro che attentati, stragi, morti. Sono stato ingiusta- mente coinvolto nel processo per la strage di Bologna. Un insulto alla mia intelligenza ed a ciò in cui credevo. Alla fine sono stato assolto. Alcuni miei ex compagni hanno tentato di uccidermi. Sono riuscito a so- pravvivere. Ho promesso che non avrei mai parlato e non in- tendo farlo ora. Ho deciso di intervenire pubblicamente solo per smentire che io sia a cono- scenza di importanti segreti ri- guardanti la vicenda di cui vi state occupando". La sera del 5 maggio del 1972 avrebbe dovuto imbar- carsi sull'aereo diretto a Pa- lermo. Perché alcuni minuti prima del decollo decise di non partire? "In quel periodo vivevo in Ligu- ria. Ogni venerdì tornavo a Pa- lermo per far visita ai miei figli che vivevano con la mia ex mo- glie. All'aeroporto di Roma co- nobbi una hostess. Facemmo amicizia. Lei mi chiese di tra- scorrere la serata assieme. Pen- sai che se anche fossi partito la mattina seguente sarei giunto in tempo per vedere i miei bambini e quindi decisi di trascorrere la notte nella Capitale. La mattina seguente appresi che l'aereo era precipitato". Nessuno le consigliò di non partire? Nessuno la informò che quell'aereo non sarebbe mai arrivato a destinazione? "Mi sono salvato solo per un caso. Credo che, se si è trattato realmente di un attentato, gli attentatori avevano tutto l'inte- resse a che io salissi su quel- l'aereo. Se il mio nome figura- va nell'elenco delle vittime si sarebbe affermato che questa era una strage fascista". Si è detto invece che è stato un incidente. L'ipotesi del- l'attentato non è mai stata neanche esaminata dagli in- quirenti. Secondo lei, quale è la verità? "Ho sempre pensato che si sia trattato di un attentato. Tutti i passeggeri furono trovati sen- za scarpe. Una procedura che viene adottata solo quando ci si prepara ad affrontare un at- terraggio di emergenza. Non si può continuare a sostenere, dopo trentacinque anni, che il pilota era ubriaco. Oggi vi so- no le tecnologie e gli strumenti attraverso i quali sarebbe pos- sibile accertare la verità. Cre- do che qualcuno prima o poi debba decidersi a riaprire que- sta indagine". Alcuni viaggiatori riferirono che la sera del 5 maggio c'era una particolare tensione in prossimità dei punti d'im- barco. Tutti i passeggeri ed i bagagli venivano sottoposti ad attente perquisizioni. Se- condo lei, sarebbe stato pos- sibile imbarcare una bomba a bordo dell'aereo senza es- sere scoperti? "Non c'era alcun controllo ser- rato. Credo che se qualcuno avesse voluto avrebbe potuto Il 5 maggio del 1972 un aereo precipitò sulle montagne di Palermo provocando 115 vittime. Alla vigilia del trentacinquesimo anniversario, l'ex estremista Alberto Stefano Volo ha deciso di uscire allo scoperto "L'aereo fu abbattuto. Tutti i passeggeri furono trovati senza scarpe. Una procedura che viene adottata solo quando ci si prepara ad affrontare un atterraggio di emergenza. Non si può continuare a sostenere ancora che il pilota era ubriaco" “Ecco chi c’è dietro le Stragi”

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L i n e a R o s s a

Ci sono i nomi di perso-naggi potenti, ci sonole prove del loro coin-

volgimento nella strategia del-la tensione. La verità sugli annibui che hanno sconvolto l'Italiaè contenuta in un memoriale.Un documento esplosivo cu-stodito in mani sicure in unluogo segreto. L'uomo che l' hascritto è oggi un uomo vecchioe malato che chiede di esseredimenticato e lasciato in pace.Alberto Stefano Volo, ex estre-mista di destra, vive su una se-dia a rotelle. In quel memorialeha scritto tutto ciò che sa. Se-greti inconfessabili che ancoraoggi scuoterebbero i Palazzidel Potere. Se un giorno verràucciso il documento sarà con-segnato all'autorità giudiziaria.È questo il patto segreto che hafatto per avere salva la vita. Inquesti anni Alberto Stefano

Volo ha tentato di rifarsi unavita e di lasciarsi per semprealle spalle queste vicende. Maiuna parola o un semplice ac-cenno al passato, a ciò che hascritto in quel memoriale. Oraperò ha deciso di uscire alloscoperto e di parlare. Una deci-sione sofferta assunta alla vigi-lia di un anniversario impor-tante. Il 5 maggio di trentacin-que anni fa un aereo di lineaprecipitò sulle montagne di Pa-lermo pochi minuti prima del-l'atterraggio. Otto membri del-l'equipaggio e centoundici pas-seggeri persero la vita. Suquell'aereo avrebbe dovuto es-serci anche Alberto StefanoVolo. Il giorno dopo il disastroil suo nome figurava nella listadelle vittime. L'ex estremistaperò non salì mai su quell'ae-reo. Alcuni minuti prima deldecollo decise di posticipare la

partenza. Secondo Maria Eleo-nora Fais, sorella di una dellevittime, che da alcuni anni in-daga sulla vicenda, AlbertoStefano Volo sarebbe a cono-scenza di importanti segreti."L'aereo è stato abbattuto",

avrebbe rivelato l'ex estremistanel corso di un incontro riser-vato con la donna. Alberto Ste-fano Volo, però, nega. Dopoavere letto gli articoli pubbli-cati su questo settimanale ha

deciso di rompere il proprio si-lenzio e di parlare. Vuole direpubblicamente che non sa nul-la di questa storia. Tutto ciòche ha riferito non è il frutto diconoscenze dirette ma di sem-plici deduzioni. Tutto ciò sa è

che quel maledetto aereo è pre-cipitato e che centoquindicipersone hanno perduto la vita."Non ho mai detto di conosce-re la verità", dice. Alberto Ste-fano Volo ha militato per lun-ghi anni in Gladio, la strutturaparamilitare costituita negli an-ni Cinquanta dal governo ita-liano per impedire un'eventua-le presa del potere da parte deicomunisti. Ha fatto parte digruppi dell'estrema destra par-tecipando anche ad attivitàsovversive. "Non mi sono maisporcato le mani di sangue",puntualizzata orgoglioso. "So-no sempre stato tra i più mode-rati. Altro che attentati, stragi,morti. Sono stato ingiusta-mente coinvolto nel processoper la strage di Bologna. Uninsulto alla mia intelligenza eda ciò in cui credevo. Alla finesono stato assolto. Alcuni mieiex compagni hanno tentato diuccidermi. Sono riuscito a so-pravvivere. Ho promesso chenon avrei mai parlato e non in-tendo farlo ora. Ho deciso diintervenire pubblicamente soloper smentire che io sia a cono-scenza di importanti segreti ri-guardanti la vicenda di cui vistate occupando".La sera del 5 maggio del1972 avrebbe dovuto imbar-carsi sull'aereo diretto a Pa-lermo. Perché alcuni minutiprima del decollo decise dinon partire?"In quel periodo vivevo in Ligu-ria. Ogni venerdì tornavo a Pa-lermo per far visita ai miei figliche vivevano con la mia ex mo-glie. All'aeroporto di Roma co-nobbi una hostess. Facemmoamicizia. Lei mi chiese di tra-scorrere la serata assieme. Pen-

sai che se anche fossi partito lamattina seguente sarei giunto intempo per vedere i miei bambinie quindi decisi di trascorrere lanotte nella Capitale. La mattinaseguente appresi che l'aereo eraprecipitato".

Nessuno le consigliò di nonpartire? Nessuno la informòche quell'aereo non sarebbemai arrivato a destinazione?"Mi sono salvato solo per uncaso. Credo che, se si è trattatorealmente di un attentato, gliattentatori avevano tutto l'inte-resse a che io salissi su quel-l'aereo. Se il mio nome figura-va nell'elenco delle vittime sisarebbe affermato che questaera una strage fascista".Si è detto invece che è statoun incidente. L'ipotesi del-l'attentato non è mai stataneanche esaminata dagli in-quirenti. Secondo lei, quale èla verità?"Ho sempre pensato che si siatrattato di un attentato. Tutti ipasseggeri furono trovati sen-za scarpe. Una procedura cheviene adottata solo quando cisi prepara ad affrontare un at-terraggio di emergenza. Non sipuò continuare a sostenere,dopo trentacinque anni, che ilpilota era ubriaco. Oggi vi so-no le tecnologie e gli strumentiattraverso i quali sarebbe pos-sibile accertare la verità. Cre-do che qualcuno prima o poidebba decidersi a riaprire que-sta indagine".Alcuni viaggiatori riferironoche la sera del 5 maggio c'erauna particolare tensione inprossimità dei punti d'im-barco. Tutti i passeggeri ed ibagagli venivano sottopostiad attente perquisizioni. Se-condo lei, sarebbe stato pos-sibile imbarcare una bombaa bordo dell'aereo senza es-sere scoperti?"Non c'era alcun controllo ser-rato. Credo che se qualcunoavesse voluto avrebbe potuto

Il 5 maggio del 1972 un aereo precipitò sulle montagne di Palermo provocando 115 vittime. Alla vigiliadel trentacinquesimo anniversario, l'ex estremista Alberto Stefano Volo ha deciso di uscire allo scoperto

"L'aereo fu abbattuto. Tutti i passeggeri furono trovati senza

scarpe. Una procedura che viene adottata solo quando ci si

prepara ad affrontare un atterraggio di emergenza. Non si può

continuare a sostenere ancora che il pilota era ubriaco"

“Ecco chi c’è dietro le Stragi”

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L i n e a R o s s a

portare sull'aereo anche unelefante". Secondo il commissario Giu-seppe Peri, un funzionario dipolizia di Trapani che neglianni Settanta indagò su que-sta ed altre vicende, l'aereosarebbe stato fatto esplodereda estremisti di destra che in-tendevano destabilizzare ilPaese alla vigilia delle elezio-ni politiche. "Credo che l'intuizione di Giu-seppe Peri fosse giusta. In que-gli anni era in corso la strate-gia della tensione. Non bisognaperò attribuire a queste vicendeun determinato colore politico.Non è una questione di destra odi sinistra ma di soldi e potere.L'obiettivo di coloro che ci ma-novravano non era certo quellodi destabilizzare il Paese. Vole-vano prendere il potere attra-verso la magistratura. Ho fatto

parte di un gruppo di estremistiche aveva la propria sede a Pa-lermo. Eravamo stati incaricatidi preparare, con altri gruppi,un golpe. Il mio capo in quelperiodo era un giudice. Non storivelando alcun segreto. È unanotizia ufficiale. Se va a rileg-gere i giornali dell'epoca trove-rà conferma di tutto ciò che lesto dicendo". Lei ha riferito a Maria Eleo-nora Fais che Stefano DelleChiaie, noto esponente delladestra eversiva, leader diAvanguardia Nazionale, è aconoscenza della verità suldisastro aereo di Palermo.Come può sostenere ciò se,come lei sostiene, non sa nul-la di questa vicenda?"La signora mi ha chiesto chipotrebbe essere a conoscenzadella verità. Io, basandomisulle mie conoscenze, le ho in-

dicato il nome di Stefano DelleChiaie, che, guardacaso, è li-bero, protetto e garantito".Nel suo memoriale non c'èalcun accenno a questa vi-cenda?"No. Cosa avrei potuto scrive-

re se non sono a conoscenza dinulla?".Lei però ha parlato, nel corsodell'incontro riservato con lasignora Maria Eleonora Faisanche della strage di Ustica

sostenendo che secondo lei sitratta di un attentato. Loconferma?"Marco Affatigato, noto espo-nente fascista, avrebbe dovutoimbarcarsi su quell'aereo. Al-cuni minuti prima del decollo

decise di non partire e l'aereoprecipitò. Nei primi giorni sidisse che era stata una stragefascista. Tutti se ne sono di-menticati".Ma chi c'era dietro queste

stragi?"I potenti. Coloro che gover-navano e che continuano a go-vernare. Se volete scoprire laverità non cercate me ed i mieicompagni. Andate nelle loroeleganti case e troverete le

prove di ciò che sto afferman-do. Ma state attenti. Questa ègente pericolosa che non guar-da in faccia nessuno".

Maurizio [email protected]

"Credo che l'intuizione di Giuseppe Peri fosse giusta. Non

bisogna attribuire a queste vicende un colore politico. Non è

una questione di destra o di sinistra ma di potere. L'obiettivo di

coloro che ci manovravano era quello di prendere il potere"

Il 12 giugno 1972 il ministro Oscar Luigi Scal-faro nomina una commissione d'inchiesta perchiarire le cause del disastro. La commissione,

presieduta dal generale Francesco Lino, impiegaappena cinque giorni per completare le indagini edarriva ad una conclusione clamorosa. Il disastro ae-reo non è stato frutto di una tragica fatalità ma delcomportamento sconsiderato dei piloti. Il coman-dante Roberto Bartoli ed il suo secondo eranoubriachi. A pagina quarantatré della relazione dellacommissione d'inchiesta si legge: "Il comandanteRoberto Bartoli, che assicurava il collegamentoradio con gli enti del traffico aereo, ha commessomolte imprecisioni sia nella forma che nel conte-nuto dei messaggi. Imprecisioni indicative di unapoca concentrazione nel disimpegno delle mansio-ni come se si fossero affievoliti, per motivi impreci-sabili, i normali processi della sfera intellettiva".E' una conclusione che scatena aspre polemiche.Roberto Bartoli era un pilota esperto con alle spal-le oltre novemila ore di volo. Aveva fatto scalo aPalermo altre cinquantasette volte senza mai com-

mettere errori. Dall'autopsia effettuata sul suo cor-po non erano emerse anomalie. Al momento deldecollo da Roma e durante tutto il volo si era com-portato normalmente svolgendo correttamente tut-te le operazioni. I familiari di Roberto Bartoli edelle altre vittime si mobilitano contestando aper-tamente le conclusioni della commissione. Ci sonotroppi punti oscuri che non sono stati chiariti. Lacommissione non ha tenuto conto delle condizionidella struttura aeroportuale e del sistema di radioassistenza, ritenuto assolutamente inattendibile.Scarso risalto è stato dato anche al cambio dei ra-diofari operato appena quattro mesi prima del disa-stro aereo. Numerosi piloti, dopo l'incidente, hanno

ammesso che non ne erano a conoscenza. E' possi-bile che anche Roberto Bartoli non sapesse che iradiofari erano stati sposati? E' possibile che il pi-lota romano abbia commesso questo errore provo-cando il terribile incidente? Ma si è trattato real-mente di un incidente? I primi dubbi emergono al-cune settimane dopo il disastro. Il 4 maggio del1972, appena ventiquattro ore prima della tragedia,il capo della ripartizione trasporti aveva inviatouna nota all'ufficio controllo traffico nazionale conla quale annunciava di sospendere tutti i controllieffettuati prima delle partenze degli aeromobili. Lavicenda viene denunciata il 30 maggio del 1972,con un'interrogazione, da undici parlamentari."Poiché nel citato ordine è detto che le autorizza-zioni alla partenza degli aeromobili debbono in-tendersi date unatantum - scrivonoi parlamentari -con tale disposi-zione, il capo ri-partizione ha au-

torizzato preventi-vamente tutte lepartenze dei voli,senza i prescritti esingoli controllida parte dell'aviazione civile, per cui, in seguito atale disposizione, la torre di controllo, che dipendecom'è noto dal Ministero della Difesa può disporrela partenza di tutti gli aerei senza l'autorizzazioneche veniva concessa in precedenza dopo i controlliprevisti dal codice di navigazione aerea. Conside-rato che tale ordine appare, palesemente, illegitti-mo e mina l'adempimento dei compiti istituzional-mente devoluti dal codice della navigazione al di-

rettore dell'aeroporto, a garanzia di un pubblicoservizio così delicato quale è il traffico aereo, nonconsentendo più il compimento dei controlli stabi-liti dalle legge prima dell'autorizzazione alla par-tenza degli aeromobili, controlli che sono fonda-mentali per la sicurezza della navigazione aerea eriguardanti l'aeromobile, l'equipaggio, il carico;stante il dettato e gli scopi di sicurezza voluti dallalegge per ogni partenza di aeromobile; ritenendoche non è assolutamente consentito ad una direzio-ne di aeroporto di ritenere autorizzate, una voltaper tutte, le partenze degli aerei; gli interrogantichiedono al ministro se non ritenga di disporrel'annullamento dell'ordine in questione ripristi-nando la piena legittimità dell'autorizzazione pri-ma della partenza dell'aeromobile da parte della

direzione dell'aeroporto di Fiumicino e curandoche i responsabili della ripartizione rispettino leleggi che regolano la navigazione aerea". Perchél'amministrazione dell'aviazione civile rinunciò,inspiegabilmente, ad effettuare i controlli previstidalla legge? Senza controlli chiunque avrebbe po-tuto salire su un aereo e collocare una bomba senzacorrere il pericolo di essere scoperto. Nessuno peròha mai parlato di bombe.

Quello stranoprovvedimento