Duchamp, Magritte, Dall Quando l'arte era eversiva

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Duchamp, Magritte, Dall Quando l'arte era eversiva PAOLA NALDI I L divanetto a forma di bocca di rosa invita ammiccante a rilassarsi. Dietro, ci sono le immagini di Parigi a far da occhi, e un naso dalle narici lampeggianti completa il volto della diva del cinema Mae West. Davanti, uno specchio invita a guardarsi e a scattarsi un selfie. Basta un clic e ci si trova immersi nell'irriverente mondo di Dalì. L'in- stallazione ricalca una stanza del museo di Figueres dell'artista catala- no ed è una delle attrazioni della mostra "Duchamp, Magritte, Dalì. I rivoluzionari del '900", allestita a Palazzo Albergati. A PA(;INA \/ `_- - no4 Fico Li etwis "Busctwisti Siarnopronl I rivoluzionari del Novecento. Pagina 13

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Duchamp, Magritte, DallQuando l'arte era eversiva

PAOLA NALDI

I L divanetto a forma di bocca di rosa invita ammiccante a rilassarsi.Dietro, ci sono le immagini di Parigi a far da occhi, e un naso dallenarici lampeggianti completa il volto della diva del cinema Mae

West. Davanti, uno specchio invita a guardarsi e a scattarsi un selfie.Basta un clic e ci si trova immersi nell'irriverente mondo di Dalì. L'in-stallazione ricalca una stanza del museo di Figueres dell'artista catala-no ed è una delle attrazioni della mostra "Duchamp, Magritte, Dalì. Irivoluzionari del '900", allestita a Palazzo Albergati.

A PA(;INA \/

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I rivoluzionari del Novecento. Pagina 13

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A Bologna i rivoluzionari del'900Palazzo Albergati inaugura oggi l'esposizione "Duchamp, Magritte, Dalì" dalla collezione di Arturo SchwarzIn cinque sezioni e 180 opere esposte l'iconografia di un secolo che ha cambiato persempre la storia dell'arte

PAOLA NALDI

SALVADOR DALICostume per "The Dream ofVenus", il padiglione creato daSalvador Dalì per l'EsposizioneUniversale del 1939 a New York

IL divanetto a forma di bocca dirosa invita ammiccante a rilas-sarsi. Dietro, appese alla parete,ci sono le immagini di Parigi a farda occhi, mentre un naso dallenarici lampeggianti di luce rossacompleta il volto della diva del ci-nema Mae West. Davanti, unospecchio invita a guardarsi e ascattarsi un selfie. Basta un clic eci si trova immersi nell'irriveren-te mondo di Dalì. L'installazionericalca una stanza del museo diFigueres dell'artista catalano edè una delle divertenti attrazionidella mostra "Duchamp, Magrit-te, Dalì. I rivoluzionari del '900",allestita fino all' 11 febbraio a Pa-lazzo Albergati, in via Saragozza28. Un nuovo evento organizzatoda Arthemisia che porta per laprima volta in città la collezionedi Arturo Schwarz, scrittore, poe-ta e collezionista milanese chetra il 1972 e il 1998 donò oltre700 opere di quel periodo all'I-srael Museum di Gerusalemme.

La curatrice Adina Kamien-Ka-zhdan ne ha selezionate 180, tradipinti, sculture, oggetti ready

Dipinti, sculture, oggettiready made, fotografie edisegni selezionati daAdina Kamien-Kazhdan

MARCEL DUCHAMP"LHOOQ" di Duchamp (1919): made, fotografie, disegni, colla-una riproduzione fotografica ge, assemblaggi, per raccontaredella Gioconda alla quale sono quel mondo esplosivoeirriveren-stati aggiunti baffi e pizzetto te che cambiò le sorti dell'arte

del Novecento, prendendo le di-stanze da tutto. Dall'arte, dallaguerra, dalla borghesia, dalla pit-

? tura, per essere contro il confor-mismo, ma pure contro il futuri-smo e la supremazia delle mac-chine. Essere dada, prima, e sur-

=,T realisti poi implicava liberare le, ,l i i l i ion corpo, prenders gpu s de o-

co delle apparenze e fare eserci-zio di ironia per trovare la bellez-za, forse, certamente un ineditosenso di godimento estetico.

Così è l'esperienza di questaI CURATORI mostra, che presenta lavori inte-L'architetto Oscar Tusquets ressanti e di indubbia bellezza,Bianca, autore dell'allestimento, e manifesto dei tratti salienti delleAdinaKamien-Kazhdancuratorof Avanguardie, divisi in cinque se-Modern Art at The Israel Museum zioni: Accostamenti sorprenden-

ti, Automatismo e subconscio,Biomorfismo e metamorfosi, De-siderio: musa e abuso, Paesaggioonirico. Pezzi del mondo reale, inuuu 11U. rCALI uei uiuuuu leale, i

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L'ALLESTIMENTOUna veduta dellamostra con dipinto"The Castle ofPyrenées" diMagritte; lariproduzione delquadro-simbolo delSurrealismo, "Viso diMae West comeappartamento"(1934-35) di Dalí

forma di biglietti del tram o digiornali, entrano nei collage diKurt Schwitters, Erwin Blumen-feld, Hannan Höch. Duchamp ir-rompe con la famosa "Ruota di bi-cicletta" (una replica del 1964) econ lo "Scolabottiglie", affianca-to dagli oggetti ironici di Man

Ray. La lezione freudiana sull'in-conscio si concretizza nei disegnidi André Masson, Jean (Hans)Arp, Joan Miró, ma anche nelle"rayografie" di Man Ray. Le don-ne sono muse e sono corpi a fortevalenza sensuale e sessuale, perfinir poi nel tritacarne dell'ironia

e del voyeurismo, al servizio del-la sperimentazione fotografica(vedi Halsman, Éluard, DoraMaar). La natura perde ogni rife-rimento realistico come nel dipin-to, copertina della mostra, "Il Ca-stello sui Pirenei" di Magritte. Iltocco finale è nell'allestimento di

L'INTERVISTA/ LO STUDIOSO VITTORIO BOARINI

Oscar Tusquets Blanca, architet-to che collaborò con Dalì e che haqui replicato due capolavori deltempo: la stanza "Mae West", ap-punto, e l'installazione "1.200sacks of coal" ideata da Du-champ nel 1938.

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"Era il surrealismo eterno, ora è avanguardia classica"EMANUELA GIAMPAOLI

«C'È chi l'ha definito "Surrealismoeterno": ed è vero, fra tutte le avan-guardie è quella che più ha lasciatotracce nel nostro tempo. Ormai però èdiventata un classico». A dirlo è Vitto-rio Boarini, ex direttore della Cinetecae studioso di avanguardie.

Boarini, cosa pensa di questa mo-stra che mette insieme Dadaismo eSurrealismo?

EXDIRETTORE «Il Surrealismo nasce dal Dadai-DELLA CINETECA smo, anche se ne prende le distanze.Lo studioso Con una differenza sostanziale, sem-Vittorio Boarini, plificabile in questo aneddoto. Tristanex direttore Tzara, padre del Dada, dice che per fa-della re una poesia basta ritagliare le paroleCineteca di un giornale e accostarle a caso. Un'o-

pera surrealista per Breton nascedall'idea che se liberiamo l'inconsciodai condizionamenti la poesia scaturi-sce da sé. In mezzo c'è Freud, anche selui i surrealisti non li volle mai incon-trare».

Duchamp , Magritte e Dali . Lei chipreferisce?«Max Ernst, che non essendo solo

surrealista, è stato il più grande di tut-ti. Poi Duchamp che col suo celebre ori-natoio rivoluzionò per sempre l'ideastessa dell'arte. È la prima volta cheviene sancito il principio che è la socie-tà a decidere cosa è un'opera d'arte.Poi Dalì, soprattutto il decennio daglianni Venti ai Trenta, con opere in cuil'inconscio è corruzione e perversione.Al contrario Magritte mostra già un

uomo nuovo, un inconscio positivo».Perché il Surrealismo è ancora cosìattuale?«Perché ha lasciato una traccia pro-

fonda. È stata l'ultima avanguardia, fi-nita con la Rivoluzione d'Ottobre,quindi l'idea che al Mambo in dicem-bre inauguri la mostra Revolutja creaun percorso molto coerente. Non biso-gna dimenticare che i Surrealisti, ne-gli anni Quaranta, emigrano negli Sta-ti Uniti dove influenzano la comunitàartistica, dalla Pop art in poi. Infine,credo abbiano aperto un varco nel no-stro modo di pensare. Anche nel pen-siero scientifico. È il caso dell'antropo-logo Levi Strauss e del suo pensiero sel-vaggio».

©RIPROOUZIONERISE-A

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