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Simply. Grow. Together.E’ il modo in cui i nostri prodotti e servizi aiuteranno gli agricoltori e faranno avanzare l’agricoltura.

Questa parola rappresenta il massimo beneficio della semplicità, in ogni suo significato: aumento della produzione, crescita dell’agricoltura.

Per sviluppare e creare semplicità lavoriamo con le persone, gli agricoltori e tutto il mondo dell’agricoltura.

Simply.Grow.Together.

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La proTezione deLLe coLTure

erbicidi

insetticidi

Fungicidi

Speciali

Un sistema di colori e loghi differenti per semplificare e rendere più riconoscibili le famiglie dei prodotti.

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Le Linee prodoTTo

Un cambiamento importante a livello rivenditore e agricoltore. Per Adama creare semplicità in agricoltura si riflette in maniera

perfetta nella semplificazione del proprio portfolio a due linee prodotto: ADAMA e ADAMA ESSENTIALS.

Soft Brand a completamento della gamma.

ESSENTIALSLa linea dei prodotti che si integrano nella strategia di difesa delle colture.

La linea dei prodotti innovativi ideati per portare semplicità nel lavoro dell’agricoltore.

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Fungicidi

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La peronospora (Plasmopara viticola) è una delle più gravi micopatie della vite che colpisce quasi tutti gli organi erbacei della pianta penetrando nei tessuti dell’ospite attraverso le aperture stomatiche. Attacchi consistenti di questo oomicete, a danno di foglie e grappoli, causano una riduzione dell’attività fotosintetica con conseguente calo quali-quantitativo del raccolto. La peronospora sverna come spora sessuata (oospora) nei residui vegetali infetti. L’intervallo fondamentale per iniziare i trattamenti è compreso tra la fase di ripresa vegetativa e l’allegagione, corrispondente con l’inizio delle infezioni primarie. I potenziali danni provocati da questo patogeno dipendono dalla fase fenologica della coltura e dalla tipologia di tessuto vegetale colpito. Dopo l’infezione primaria ogni pioggia corrisponde ad un potenziale ciclo infettivo, in quanto, in presenza di un velo d’acqua, il patogeno emette un tubo micelico che penetra attraverso i tessuti. I tralci erbacei vengono attaccati soprattutto in prossimità dei nodi, generalmente a partire da infezioni su piccioli fogliari. La patologia porta alla formazione di aree clorotiche, solitamente traslucide, sulla pagina superiore delle foglie (denominate macchie d’olio), che in seguito possono imbrunirsi e poi necrotizzare. Su foglie vecchie, tendenzialmente dopo l’estate, tali macchie possono essere piccole e poligonali (peronospora a mosaico). Sulla pagina fogliare inferiore, in corrispondenza delle aree clorotiche, possono svilupparsi efflorescenze biancastre costituite dagli sporangiofori del micete. L’attacco di questo patogeno può determinare ipertrofia dei tessuti del grappolo e del tralcio che divengono contorti, curvati ad “S”. Inoltre, in caso di forti attacchi, il fungo può portare all’allessatura del grappolo. Dopo

peronoSporal’allegagione, il grappolo può manifestare diversi sintomi (marciumi grigi e marciumi bruni) che dipendono dall’epoca di attacco, dall’età dei tessuti e dall’umidità dell’ambiente. è infatti importante una strategia di difesa di tipo preventivo e curativo. Una buona strategia di lotta implica l’utilizzo di diversi principi attivi e la loro alternanza per la prevenzione di fenomeni di resistenza. La linea di difesa dalla peronospora Adama permette di avere un valido e affidabile insieme di soluzioni per contrastare ogni tipologia di attacco da parte della peronospora, malattia del vigneto più dannosa e diffusa sul territorio italiano. Adama propone una linea di difesa della peronospora che include l’impiego della sostanza attiva Folpet (Folpan 80 wDg, Vincare e Quantum F). Il meccanismo d’azione multi-sito di questa sostanza attiva non espone al rischio di insorgenza di ceppi resistenti. I principali patogeni controllati in vigneto sono: Plasmopara viticola (Peronospora), Phomopsis viticola (Escoriosi), Coniothyrum diplodiella (Carie Bianca), buona attività nei confronti di Botrytis cinerea, Mal dell’Esca (Stereum spp., Phaeoacremonium spp., Phellinus spp.) ed Eutipiosi (Eutypa lata). Attività collaterale nei confronti di Erysiphe necator (Oidio), di guignardia bidwellii, agente di Black-rot e dei funghi agenti di marciumi secondari (Aspergillus spp., Penicillium spp.).

Folpet è raccomandato anche per

il controllo di escoriosi. importante azione

collaterale su black rot e oidio.

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Linea diFeSa daLLa peronoSpora

gemma d’invernogemma cotonosa

Apertura gemme punta verde

Foglie distese grappoli visibili grappoli separatiPre fioritura

8

FoLpan 80 WdG: 1,5-2 kg/haQuanTum F: 1,8-2 kg/hamomenTum: 2 kg/haVincare: 1,6-2 kg/haQuanTum r: 3,5 kg/haduke idro: 180-270 g/hl

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Fioritura Allegagione Prechiusuragrappolo

Chiusuragrappolo

Invaiatura maturazione

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Prodotti a base folpet (FOLPAN 80 wDg, QUANTUM F e VINCARE) massimo 3 trattamenti da disciplinare nazionale.

Prodotti famiglia CAA (QUANTUM F, VINCARE e QUANTUM R) massimo 4 trattamenti da disciplinare nazionale.

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Erysiphe nacator Schw., agente dell’oidio (o mal bianco della vite), appartiene alla classe degli Ascomiceti, ed essendo un patogeno obbligato, compie interamente il proprio ciclo biologico sulla vite. Sverna soprattutto come micelio all’interno delle gemme infette, che successivamente rilascerà conidi (forma asessuata), ed attraverso corpi fruttiferi detti cleistoteci (forma sessuata).In primavera, l’infezione può essere originata da:- micelio latente svernante presente all’interno delle gemme infette, che può ricoprire interamente i giovani germogli, i quali assumono una colorazione biancastra ed un classico aspetto detto “bandiera”;- rilascio di ascospore da parte dei cleistoteci (tipo di infezione che avviene una sola volta durante il ciclo vegetativo della coltura). Entrambe le strutture danno origine a nuovo micelio che colonizza diversi organi vegetali della pianta e porta alla formazione di strutture dette “austori”, grazie ai quali il fungo perfora la cuticola vegetale e assorbe i succhi cellulari degli organi colpiti. La sintomatologia che si manifesta sulla pagina superiore ed inferiore della foglia, è caratterizzata dalla comparsa di macchie rotondeggianti bianco cenere che successivamente necrotizzano. In tarda estate-inizio autunno, il micelio presente sull’apparato fogliare, può infettare le gemme durante la loro formazione e rimanere latente fino alla primavera successiva. Sui grappoli la patologia si manifesta dall’inizio della fioritura sino all’invaiatura, portando alla comparsa di una muffa bianco cenere accompagnata da una reticolatura necrotica in corrispondenza della quale i tessuti arrestano la crescita, causando così gravi spaccature dell’acino. L’oidio manifesta sintomi anche su tralci erbaci, in corrispondenza dei quali compare inizialmente una muffa biancastra e, successivamente, delle macchie reticolate e superficiali, riconoscibili solo in seguito a lignificazione.

oidioQuesto patogeno predilige andamenti stagionali caldo-umidi con ridotte precipitazioni ed elevata ventilazione. Il suo sviluppo infatti, viene influenzato molto dalle condizioni geopedologiche e climatiche della zona in cui si trova il vigneto. Il monitoraggio delle condizioni ambientali, l’impiego razionale dei prodotti disponibili e la corretta epoca e tecnica di esecuzione delle operazioni agronomiche, consentono di organizzare in modo efficace e sostenibile una strategia di difesa del vigneto. In questo contesto, considerato anche che negli ultimi anni la patologia ha dimostrato una particolare virulenza, l’ottima soluzione è l’impiego di una strategia integrata, che affianchi perciò all’azione curativa ed eradicante del prodotto, un’azione di tipo preventivo. Adama, propone una linea di difesa dall’oidio che include VINETO. VINETO è un fungicida specifico per il controllo dell’oidio della vite da vino e da tavola, caratterizzato dalla sinergia d’azione di Bupirimate (116 g/l) e Tebuconazolo (47 g/l), molecole dal diverso meccanismo d’azione, che ne permettono l’utilizzato in strategie anti resistenza. VINETO è un’emulsione concentrata che possiede attività curativa, preventiva ed eradicante sia sulla vegetazione in accrescimento che sul grappolo. è inoltre un prodotto utilizzabile all’interno dei disciplinari di produzione regionali e non necessita di patentino. Non comporta nessuna alterazione nei processi di vinificazione.

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Linea diFeSa daLL’oidio

gemma d’invernogemma cotonosa

Apertura gemme punta verde

Foglie distese grappoli visibili grappoli separatiPre fioritura

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nimrod 250 eW: 0,8-1 l/ha VineTo: 1,5 l/ha opinion ecna: 80-150 l/ha

no imporT ToLLerance

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Fioritura Allegagione Prechiusuragrappolo

Chiusuragrappolo

Invaiatura maturazione

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La botrite o muffa grigia è considerata una delle principali avversità della vite ed è presente in tutte le regioni italiane. L’agente causale Botrytis cinerea, appartiene alla classe degli ascomiceti ed è un fungo necrotrofo, in quanto non necessita di tessuti vegetali vivi per sopravvivere. Il fungo sverna grazie agli sclerozi (strutture di sopravvivenza) presenti nel tessuto corticale e al micelio (stadio vegetativo) annidato nel ritidoma o all’interno delle perule delle gemme. In primavera, entrambe queste strutture fungine, generano conidi che, mediante vento e pioggia, si diffondono sulla vegetazione. Questi, aderiscono alle superfici vegetali della pianta, germinano, ed emettono un tubetto germinativo che a sua volta sviluppa un appressorio che facilita la penetrazione della cuticola. Successivamente, il patogeno produce degli enzimi che degradano la parete cellulare, dando così avvio alla “penetrazione attiva”. L’infezione può avvenire anche attraverso ferite presenti sul tessuto vegetale, detta “penetrazione passiva”. Per lo sviluppo di quest’ultima tipologia di infezione però, si devono verificare contemporaneamente diverse condizioni: ferite fresche, conidi dispersi da poco tempo e acqua sulla superficie dell’ospite. Inoltre, non essendo in grado di sopravvivere a lungo sulla superficie vegetale, il conidio si deve depositare direttamente sulla ferita. Questo meccanismo viene spesso favorito dall’azione degli insetti, quali Lobesia botrana, che possono fungere sia da vettori, sia da fonte di inoculo. Botrytis cinerea attacca solo i tessuti verdi e ricchi d’acqua, non lignificati e la presenza di umidità elevata ha una correlazione positiva con l’insorgenza e la diffusione di questo micete. Questa patologia può attaccare acini, fiori e solo raramente foglie e tralci. La sintomatologia sulla foglia si manifesta solo in condizioni

BoTriTedi forte umidità, mediante la comparsa di macchie clorotiche che poi imbruniscono e necrotizzano e, in corrispondenza delle quali, compare poi la caratteristica muffa grigia. I sintomi su tralci si manifestano mediante la comparsa di imbrunimenti e disseccamenti apicali o lungo l’asse. L’attacco del patogeno in prefioritura, provoca il disseccamento e successiva caduta dei grappolini. Rilevante è l’attacco che il fungo esercita sui grappoli, in quanto si verifica una notevole perdita di quantità e di valore commerciale del prodotto. Dalla fase di invaiatura, gli acini perdono gradualmente acidità e inizia l’accumulo degli zuccheri, la buccia si assottiglia e aumenta la suscettibilità del grappolo all’attacco del patogeno (infezione favorita dalla presenza di ferite). Sull’area colpita compare poi la tipica muffa di colore grigio. Il peduncolo colpito invece, marcisce e si rompe, portando al distacco del grappolo. I danni maggiori si verificano soprattutto su grappoli di cultivar più tardive e nei vigneti coperti, a causa della presenza di elevata umidità. Le infezioni possono avvenire anche dopo la raccolta in quanto, B. cinerea può svilupparsi e infettare gli acini d’uva anche a basse temperature, come quelle impiegate per la frigoconservazione (sopravvivenza del patogeno anche a 0° C). Lo sviluppo del patogeno può essere contrastato in modo preventivo: favorendo una buona aereazione della vegetazione e dei grappoli; diminuendo l’umidità relativa presente orientando in modo oculato i filari; scegliendo una corretta forma di allevamento; eseguendo una potatura adeguata ed eliminando le foglie attorno ai grappoli; evitando la formazione di ferite o lesioni di diversa natura (grandine, tignola, oidio, ecc.) che costituiscono le principali vie di infezione per il patogeno.

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Botrite

La linea di difesa della vite Adama, permette di avere un valido e affidabile sistema di soluzioni per contrastare questa malattia. QUALY, fungicida a base di Cyprodinil (300 g/l), è impiegabile nelle strategie di difesa contro la botrite della vite da vino e da tavola. Data la sua buona affinità con la frazione lipidica, QUALY viene rapidamente assorbito dalla cuticola e dallo strato ceroso della foglia e del frutto, evitando l’effetto dilavamento causato dalle precipitazioni. La sua parziale mobilità all’interno dei tessuti vegetali, ne consente inoltre la redistribuzione all’interno della foglia.

è l’ideale per applicazioni durante la fase di pre-chiusura dei grappoli, ed impiegabile fino all’invaiatura. Non mostra alcuna interferenza con i processi di vinificazione delle uve ed è dotato di import tolerance verso USA, Canada, India, giappone e Russia. QUALY è quindi in grado di esplicare la sua attività preventiva già nella fase iniziale della stagione, inoltre, la sua attività curativa non viene influenzata dalla temperatura. Per evitare fenomeni di resistenza, Adama consiglia di alternare l’utilizzo di questo prodotto con BANJO (Fluazinam 500 g/l).

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Linea diFeSa daLLa BoTriTe

Fioritura Allegagione Prechiusuragrappolo

Chiusuragrappolo

Invaiatura maturazione

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oppure

QuaLy: 1-1,25 l/haBanJo: 1-1,5 l/ha

in strategia antiresistenza(solo per uva da vino)

L’utilizzo dei prodotti a base di FoLpeT (FoLpan 80 WdG,

Vincare e QuanTum F)garantisce un effetto

collaterale nei confronti della BoTriTe

Prodotti a base di FOLPET

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insetticidi

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Insetti ed acari minacciano la sanità delle uve e quella del vigneto stesso. La prevenzione dei danni da insetti ad apparato boccale masticatore, quali gli stadi giovanili delle tignole, ha un ruolo cruciale per evitare marciumi del grappolo. La tignoletta, Lobesia botrana, sverna come crisalide e compie tre generazioni all’anno. I danni più rilevanti sono quelli prodotti dalle larve sugli acini. Le lacerazioni provocate dalle larve favoriscono lo sviluppo di infezioni di botrite e di altri funghi, alcuni dei quali produttori di micotossine. Particolarmente sensibili sono i vitigni con grappolo compatto. La lotta alle cicaline, allo Scaphoideus titanus in particolare, è essenziale per il contenimento della flavescenza dorata. La cicalina americana compie una sola generazione e sverna come uovo. Le prime neanidi compaiono verso la metà di maggio e i primi adulti all’inizio di luglio.

LoTTa aGLi inSeTTi

La flavescenza dorata è una malattia da quarantena, per cui un decreto di lotta obbligatoria regola gli interventi contro l’insetto vettore. Particolare attenzione va posta anche nei confronti di cocciniglie ed eriofidi, con particolare attenzione a Calepitrimerus vitis, che stanno acquisendo maggiore aggressività. gli eriofidi si localizzano sulla pagina inferiore delle foglie in accrescimento che si deformano a coppa e manifestano areole decolorate. I tralci invece, presentano internodi raccorciati.

TIgNOLE

Lobesia botrana

CICALINE

Scaphoideus titanus

COCCINIgLIA Neopilvinaria spp.

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Linea diFeSa inSeTTi

pyrinex me: 160-210 ml/hlLaScar: 0,5-0,75 l/ha apoLLo Sc: 20-25 ml/hlzeTor: 0,75 l/ha

Tignole Cicaline Cocciniglie Acari

Si consiglia l’uso di BAYTEROID 25 EC (0,6 l/ha) per nottue defogliatrici e scafoideo in prossimità

della raccoltà.

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erbicidi

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Lo scenario viticolo Italiano è in continua evoluzione e, oggi, parlare di obiettivi di qualità nell’ambito del rispetto delle nuove esigenze di ordine sociale, economico ed ambientale è all’ordine del giorno. Infatti, non ci si limita a parlare di lotta integrata, ma si disegnano strategie di “produzione integrata”, dove tutti i fattori di produzione sono posti in gioco in modo articolato e complesso, e di “agricoltura sostenibile”, mirante a garantire uno sviluppo attento a tutte le problematiche citate. La gestione del suolo dei vigneti influenza in modo consistente gli aspetti agronomici ed ambientali e la scelta delle modalità operative continua ad evolversi per perseguire gli obiettivi di sostenibilità quali la qualità della produzione, la riduzione dei costi, la compatibilità ambientale.

Tecniche di diSerBo

Alla luce di tutto ciò non è più possibile parlare solo di lavorazioni tradizionali o solo di diserbo chimico, ma di una vera e propria integrazione tra le diverse pratiche:• Lavorazioni + diserbo sottofila;• Inerbimento naturale/artificiale + diserbo sottofila.Nel vigneto la presenza della vegetazione infestante può determinare danni alla produzione a causa della competizione per l’acqua e per gli elementi nutritivi e, limitatamente alle fasi giovanili delle piante, anche per la luce.La presenza delle erbe infestanti inoltre può:• Contribuire a creare un microclima favorevole allo sviluppo di alcune malattie;• Ospitare funghi, insetti, virus e nematodi;• Aumentare il rischio di danni da gelate;• Costituire un ostacolo per le operazioni colturali.

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Linea diSerBo

Alla luce di questi fattori, il diserbo da solo o integrato con altri sistemi colturali, ha una valenza importante nella gestione ottimale del vigneto, che può essere così riassunta:

Trattamento autunno - invernale: per questo tipo d’intervento lo stadio fenologico delle infestanti è il punto di riferimento fondamentale. Il trattamento non deve essere né troppo anticipato con infestanti piccole, onde evitare nuove emergenze, né troppo tardivo con infestanti eccessivamente sviluppate tali da compromettere la semplicità e l’efficacia del trattamento. Le basse temperature invernali limitano la capacità vegetativa delle infestanti germinate consentendo di avere un ampio periodo utile per il trattamento.

Trattamento primaverile: rimane l’epoca di applicazione più diffusa, soprattutto per coloro che da anni praticano la tecnica del diserbo. Anche in questo caso il suggerimento è quello di intervenire con infestanti non eccessivamente sviluppate, magari utilizzando anche prodotti con attività residuale. Nel trattamento primaverile è possibile controllare anche specie perenni quali: Stoppione, Romice, Tarassaco, Artemisia, Agropiro, Sorghetta.

Adama offre un pacchetto di prodotti per rispondere a tutte le tipologie di trattamenti citati:LENNS, sospensione concentrata contenente glifosate (250g/l) e Diflufenican (40g/l) in miscela pronta, con effetto di contatto e residuale. LENNS è una novità 2014 per il diserbo sottofila di numerose arboree. è caratterizzato da ampia flessibilità d’impiego, è infatti utilizzabile in applicazioni autunnali, primaverili ed estive. La bassa mobilità in acqua di Diflufenican e la sua elevata adesione alla matrice colloidale del suolo fanno di LENNS un prodotto dalla notevole tenuta biologica e dall’ottimo profilo ambientale. TAIFUN MK CL, formulato a base di glifosate non classificato con ottima miscibilità e senza intervallo di pre-raccolta. Il prodotto non contiene tallowammine. Ideale in tutte le fasi, nei trattamenti estivi l’uso richiede attrezzature schermate. ZOOMER, formulato a base di glifosate + Oxyfluorfen ideale nei trattamenti di fine inverno inizio primavera in presenza di specie perenni a foglia larga.

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LennS: 6 l/ha (solo sotto fila)TaiFun mk cL: 3-4 l/ha zoomer: 1,5-2 l/ha

no

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Bre

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eLenco prodoTTi

nome compoSizione FormuLazione Qr coden. reG.

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Dimetomorph 6% (60g/kg) Rame (da ossicloruro) 40% (400g/kg)

Polvere bagnabile n. 13786 del 03-07-2007

Fosetil Alluminio 80% (800g/kg) n. 15235 del 12.09.2014

Rame idrossido 22% (220g/kg)Microgranuli

idrodispersibilin. 11711 del 23-07-2003

Fluazinam 40,2% (500 g/l)Sospensione concentrata

n. 13905 del 09-12-2010

Bupirimate puro 11,6% (116 g/l) Tebuconazolo puro 4,7% (47 g/l)

n. 15740 del 22-10-2013

Bentiavalicarb isopropile puro 1,75% (17,5g/kg) Folpet puro 50% (500g/kg)

granuli idrodispersibili

granuli idrodispersibili

granuli idrodispersibili

n. 11948 del 08-02-2008

Dimetomorph puro 11,3% (113 g/kg) Folpet puro 60% (600g/kg)

granuli idrodispersibili n. 13298 del 26-07-2011

Cyprodinil 30% (300g/l)Emulsione

concentratan. 15200 del 21-01-2013

Propiconazolo puro 23,1% (250 g/l) Emulsione

concentratan. 15041 del 23-03-2011

Bupirimate puro 23,8% (250 g/l) Emulsione acquosa n. 13771 del 02-04-2007

Folpet puro 80% (800g/kg) n. 8601 del 03-12-1994

Emulsione concentrata

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nome compoSizione FormuLazione Qr coden. reG.

nome compoSizione FormuLazione Qr coden. reG.

Clorpirifos etile puro 23% (250 g/l)Microcapsule in

pasta liquidan. 9131 del 14-02-1997

Pyriproxyfen 10,86 gr (100 g/l) n. 15596 del 11-12-2013

Abamectina 1,9% (18 g/l) n. 14166 del 28-04-2011

glifosate acido puro 30,8% (360 g/l) n. 15401 del 22-06-2012

glifosate puro (21,76%) 250 g/lDiflufenica puro (3,48%) 40 g/l

Sospensione concentrata

Soluzione concentrata

Sospensione concentrata

n. 16051 del 25-03-2014

glifosate acido puro 30% (360 g/l) Oxifluorfen 2,5% (30 g/l)

n. 10568 del 01-08-2000

Clofentezine puro 42% (500 g/l) Sospensione concentrata

n. 7541 del 06-10-1988

Beta-ciflutrin 2,6% (25 g/l)Concentrato

emulsionabile

Concentratoemulsionabile

Concentratoemulsionabile

n. 13820 del 25-05-2012

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Buone praTicheaGricoLe

SempLici indicazioni per non conTaminare Le acQuegli agrofarmaci non inquinano le acque, se manipolati correttamente. Poche gocce di agrofarmaco concentrato possono causare l’inquinamento delle acque potabili.

Fermati a pensare:• Almeno il 50 -70% della contaminazione delle acque superficiali da agrofarmaci è dovuta all’inquinamento puntiforme e può

essere evitata.• L’inquinamento puntiforme è costituito principalmente dalle perdite di prodotto durante le operazioni di riempimento e di

pulizia dell’irroratrice e durante la fase di gestione dei reflui del trattamento.• Queste perdite possono essere evitate adottando opportuni accorgimenti tecnici ed infrastrutture.

poche semplici regole di comportamento possono ridurre il fenomeno dell’inquinamento puntiforme da agrofarmaci. ogni volta che impieghi un agrofarmaco pensa anche alla salvaguardia dell’acqua.

- Salvaguarda la qualità delle acque. non inquinare.- proteggi la tua coltura. evita di fare danni.- difendi il tuo reddito. rispetta i regolamenti ambientali e fanne un punto di forza della tua azienda.- preserva le tue possibilità di proteggere le colture. conserva l’attuale disponibilità di gamma di agrofarmaci.

operare correttamente nelle seguenti fasi è fondamentale per prevenire l’inquinamento puntiforme delle acque.

Trasporto. organizza il trasporto degli agrofarmaci nella tua azienda.• Quando possibile, fatti consegnare direttamente gli agrofarmaci dal tuo rivenditore.• Utilizza un piano di carico in grado di contenere eventuali perdite di prodotto.• Tieni sempre un cellulare ed i numeri di emergenza a portata di mano.• Tieni a portata di mano del materiale assorbente per intervenire subito in caso di perdite.

Stoccaggio. conserva gli agrofarmaci in modo da evitare rischi di contaminazione per uomini, animali e ambiente• Conserva gli agrofarmaci in un locale chiuso a chiave, ben segnalato e dove sia possibile contenere le perdite.• Verifica che il magazzino sia dotato dei dispositivi di sicurezza: numeri di emergenza, estintore, materiale assorbente.• Tampona subito e smaltisci in modo appropriato le perdite di prodotto.

prima di iniziare il trattamento fermati a pensare prima di irrorare: pianifica il trattamento e tieni conto delle aree più sensibili all’inquinamento vicine al tuo campo.

prodotti e volumi di distribuzione• Decidi quale agrofarmaco distribuire.• Identifica le aree più sensibili all’inquinamento e rispetta le distanze di sicurezza.• Pianifica in anticipo le fasi di preparazione della miscela, riempimento dell’irroratrice e lavaggio dell’attrezzatura.• Leggi attentamente le etichette degli agrofarmaci.

Calcola esattamente il volume di miscela e la dose di agrofarmaco da distribuire. è molto importante per evitare di avere residui alla fine del trattamento!!

attrezzatura• Effettua la corretta taratura dell’irroratrice.• Controlla che non vi siano gocciolamentidall’irroratrice.

dal centro aziendale al campo• Scegli il tragitto più sicuro per non inquinare le acque.• Verifica che il veicolo utilizzato e l’irroratrice possano operare in sicurezza nel tragitto fino al campo.

acqua• A ssicurati che la miscela fitoiatrica non venga mai a contatto con le fonti di prelievo dell’acqua• Guarda la scala di lettura per introdurre il volume d’acqua necessario.• Evita il traboccamento del serbatoio.

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Stai attento quando prepari la miscela e riempi l’irroratrice. ci sono due modalità operative.

riempimento in azienda• È possibile solo se si osservano alcune precauzioni.• Utilizza un telo di plastica che consenta di raccogliere le fuoriuscite di prodotto.• Effettua il riempimento in un’area attrezzata dove le fuoriuscite di prodotto possano essere raccolte (es. area pavimentata

collegata ad un serbatoio di raccolta).• Tieni a disposizione del materiale assorbente per tamponare immediatamente le fuoriuscite di prodotto.

riempimento in campo• Utilizza un contenitore apposito per il trasporto degli agrofarmaci in campo.• Il contenitore deve essere ben fissato al telaio dell’irroratrice e chiuso a chiave in modo che sia accessibile solo al personale

autorizzato.• Cambia ogni volta l’area dove prepari la miscela e riempi l’irroratrice.• Le perdite di prodotto in campo verranno degradate biologicamente.

durante la distribuzione evita tutte le possibili forme di inquinamento.

evita la contaminazione diretta delle acque• Verifica che il liquido erogato non colpisca la macchina.• Non erogare la miscela fitoiatrica quando l’irroratrice è ferma.• Interrompi l’erogazione nelle fasi di svolta sulle testate.• Se ti accorgi di qualche gocciolamento o perdita dall’irroratrice interrompi immediatamente la distribuzione ed effettua le

riparazioni necessarie.• Non irrorare su corsi d‘acqua, pozzi e canali di scolo.

evita la deriva del prodotto fitoiatrico• Non irrorare nelle fasce di rispetto.• Scegli l’ugello appropriato in funzione delle condizioni meteorologiche e del vento.

evita il ruscellamento della miscela fitoiatrica distribuita• Non irrorare quando vi è un elevato rischio di ruscellamento.• Non irrorare su terreno gelato o allagato dalla pioggia.

n.B. Quando acquisti una nuova irroratrice verifica che la quantità di miscela non distribuibile sia minima. Questo dovrebbe essere uno dei criteri di scelta fondamentali!

dopo la distribuzione usa il serbatoio lavaimpianto per effettuarela pulizia dell’irroratrice e del serbatoio. pulisci anche l’interno del serbatoio: risciacqualo almeno tre volte.

Lavaggio interno• Diluisci con acqua la miscela residua nell’irroratrice e distribuiscila sul campo.• Diluisci la miscela residua altre due volte e distribuiscila nuovamente sul campo.• Riporta in azienda soltanto la porzione di miscela diluita che non può essere distribuita dall’irroratrice.

Lavaggio esterno• Utilizza una lancia per effettuare il lavaggio esterno dell’irroratrice in campo.• Cambia ogni volta l’area sulla quale effettui il lavaggio in campo.• Se lavi l’irroratrice in azienda scegli un’area dove le acque di lavaggio possano essere raccolte per poi essere smaltite correttamente.• Dopo l’utilizzo, ricovera l’irroratrice sotto una tettoia per proteggerla dalla pioggia.

Gestione dei prodotti residui.

Smaltimento dei contenitori di agrofarmaci• Segui le istruzioni in etichetta per le procedure di smaltimento.• Aderisci ai consorzi di raccolta dei contenitori vuoti di agrofarmaci.• Non bruciare e non interrare mai i contenitori di agrofarmaci.

prodotti scaduti• Smaltisci gli agrofarmaci scaduti o non più registrati tramite una ditta autorizzata.• Non versare mai gli agrofarmaci scaduti in fognatura.

residui liquidi• Riutilizza i residui diluiti di miscela fitoiatrica avanzati al termine del trattamento.• Conserva i residui di miscela fitoiatrica diluita in modo sicuro prima del loro smaltimento o riutilizzo.• Non scaricare mai liquidi o solidi contenenti agrofarmaci in prossimità di corpi idrici.• Residui solidi (possono derivare dalle operazioni di depurazione delle acque reflue, di pulizia dei filtri o di tamponamento delle

fuoriuscite accidentali).• I residui solidi contaminati biodegradabili (es. segatura) possono essere stoccati per una loro ulteriore degradazione in locali

sicuri.• I residui solidi contaminati non biodegradabili, (es. sabbia) devono essere smaltiti come rifiuti pericolosi.

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