MORFOLOGIA DEI DIVERSI STADI DELL' ATEROMA Stria lipidica Placca fibrosa Lesione complicata.
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MORFOLOGIA DEI DIVERSI STADI DELL' ATEROMA
Stria Stria lipidicalipidica
Placca Placca fibrosafibrosa
Lesione Lesione complicatacomplicata
MORFOLOGIA DELL' ATEROMA
endotelio (integro)
cellulemiointimali
(poche)
cellule schiumose
macrofagi
stria lipidica
lipidi extracellulari, (pochi)
MORFOLOGIA DELL' ATEROMA
Compaiono nell'aorta di tutti i bambini dopo il primo anno d'età, senza differenze di sesso, razza o abitudini di vita,
possono coprire fino al 10% dell'intera superficie dell'aorta.
strie lipidiche:
Macroscopicamente appaiono come piatte macchie giallastre di circa 1 mm di diametro, crescendo poi a formare
delle "strie" lunghe fino ad 1 cm, ma senza mai protrudere nel lume per più di 1 mm.
All'istologia risultano costituite da cellule muscolari lisce allungate e da macrofagi rotondeggianti entrambi contenenti
numerosi vacuoli di grasso.
I lipidi extracellulari, così come i PGAG e il collagene sono scarsamente rappresentati.
MORFOLOGIA DELL' ATEROMA
strie lipidiche
placcafibrosa
lesionecomplicata
MORFOLOGIA DELL' ATEROMA
endotelio (integro)
cellulemiointimali
cellule schiumose (macrofagi)
placca fibrosa
"core" lipidico
capsula fibrosa (fibre collagene, PGAG)
neovascolarizzazione
MORFOLOGIA DELL' ATEROMA
Macroscopicamente appaiono come placche bianche o giallastre di 0.3-1.5 cm di diametro, che protrudono decisamente nel lume del vaso.
placca fibrosa:
Frequentemente più placche convergono a dare masse di dimensioni ancora maggiori.
In sezione bioptica si osserva la superficie luminale dura e bianca (capsula fibrosa) e la parte sottostante molle e giallastra. Il centro delle
placche più grandi contiene materia gialla granulosa.
All'istologia risultano costituite da: cellule endoteliali, che coprono interamente la placca; cellule muscolari lisce e macrofagi infarciti di
lipidi (cellule schiumose)
Sono inoltre presenti grandi quantità di tessuto connettivo, PGAG, fibre elastiche, lipidi extracellulari.
Alla periferia della lesione si osserva neovascolarizzazione della placca da parte di piccoli vasi sanguigni.
MORFOLOGIA DELL' ATEROMA
strie lipidiche
placcafibrosa
lesionecomplicata
MORFOLOGIA DELL' ATEROMA
ulcerazione dell'endotelio
lesione complicata
trombosi
sfiancamentodell'arteria ed emoraggia
calcificazioni
occlusione del vaso
MORFOLOGIA DELL' ATEROMA
La placca ateromatosa può andare incontro a una serie di modificazioni che risultano nella cosiddetta lesione complicata:
lesione complicata:
Si osserva la calcificazione: deposizione di cristalli di calcio a livello della capsula fibrosa.
Può avvenire l'ulcerazione della superficie luminale della placca, che determina l'entrata in circolo dei detriti cellulari del
"core lipidico", producendo microemboli.
Fessurazioni od ulcerazioni della superficie della placca determinano trombosi. I trombi possono essere incorporati nella
placca, occludendo il vaso in situ, oppure possono essere trasportati in circolo, andando ad occludere vasi distanti .
Si possono verificare emorragie per rottura del vaso interessato dall'ateroma o dei microvasi che irrorano la placca.
MORFOLOGIA DELL' ATEROMA
strie lipidiche
placcafibrosa
lesionecomplicata
MORFOLOGIA DELL' ATEROMA
Aorta normale
Occlusione parziale da
placca fibrosa
Trombosi in se-guito ad ulcera-
zione della lesio-ne complicata
MORFOLOGIA DELLA LESIONE COMPLICATA
tunica mediatunica media
ateroma
Core lipidico
Cristalli di colesterolo
calcificazioni
Cellule dell’ateroma
Ulcerazione dell’endotelio
tunica avventizziatunica avventizzia
PATOGENESI DELL'AS: TEORIA DEL DANNO ENDOTELIALE
Secondo questa teoria, la patogenesi dell'AS prende inizio da un piccolo danno endoteliale che compromette le normali
funzioni delle cellule endoteliali innescando una serie di fenomeni cellulari e molecolari che, amplificandosi nel corso degli anni, alterano la struttura (e quindi la funzione) dell'endotelio fino a
dare segni clinici evidenti.
cellule endoteliali
matrice extracellulare
lamina elastica interna
cellule muscolari lisce
Il "danno" endoteliale non è necessariamente di tipo anatomico, ma, dipendentemente dall'agente eziologico preso in
considerazione, può consistere anche solo in un'alterata funzionalità endoteliale (vedi oltre).
PATOGENESI DELL'AS: TEORIA DEL DANNO ENDOTELIALE
Elaborazione di molecole anti-trombotiche e anticoagulanti: prostacicline, trombomodulina, attivatori del plasmino-geno (PA), molecole simili all'eparina.
Elaborazione di molecole
protrombotiche: Fattore di Von Willebrand
fattore tissutale, inibitori dei PA
proprietà e funzioni delle cellule endoteliali:
Regolazione della crescita cellulare:stimolatori: inibitori:
PDGF, CSFs, FGFs eparina, TGF
L’endotelio può quindi dare effetti completamente opposti dipendentemente dalle richieste funzionali fisiologiche e/o
patologiche alle quali viene sottoposto
PATOGENESI DELL'AS: TEORIA DEL DANNO ENDOTELIALE
proprietà e funzioni delle cellule endoteliali:
Modulazione del flusso sanguigno e della reattività vascolare: prostacicline, ossido d'azoto
(vasodilatatore), endotelina (vasocostrittore), istamina.
Regolazione dell'infiammazione e dell'immunità: Interleuchine, molecole d'adesione.
produzione/degradazione componenti della matrice extracellulare:
Barriera di permeabilità selettiva
alterazioni funzionali dell'endotelio
a) permeabilità endoteliale incrementata
b) adesione leucocitaria aumentatac) proliferazione dell'endotelio.
danno anatomicocon desquamazione dell'intima.
Lo stimolo lesivo sull'endotelio che inizia lo sviluppo dell'ateroma può indifferentemente essere:
TEORIA DEL DANNO ENDOTELIALE
Ciò può essere dovuto a:
Ciò può essere dovuto a:
deposizione massiva di immuno-complessi (nelle malattie autoimmuni)
componenti del fumo di sigaretta diffusibili nel plasma
ipertensione ( stress meccanico)
ipercolesterolemia
componenti del fumo disigaretta diffusibili nel plasma
squilibri nell'attività delle citochine
Lo stimolo lesivo sull'endotelio, soprattutto nel caso esso sia anatomicamente evidente, determina l'innesco del fenomeno della
coagulazione:
TEORIA DEL DANNO ENDOTELIALE
Esposizione di fattori trombogenici sottointimale ai costituenti plasmatici, con conseguente innesco della
trombosi
Adesione ed aggregazione piastrinica
Attivazione delle piastrine con produzione di:
a) fattori chemiotattici (che determinano il richiamo di monociti circolanti e di cellule muscolari lisce dalla media)
b) fattori di crescita e altre citochine che determinano la proliferazione ed eventualmente differenziazione delle cellule arrivate nell’ateroma
c) malonaldeide e altre sostanze che modifica le LDL circolanti rendendole riconoscibili alle cellule scavenger, (macrofagi) che le fagocitano,
accumulandole al loro interno e trasformandosi in foam cells
Sempre nel caso di un danno anatomicamente evidente, sia la lesione propriamente detta, sia gli eventi innescati dall'attivazione
delle piastrine determinano:
TEORIA DEL DANNO ENDOTELIALE
Maggiore infiltrazione sottointimale delle LDL circolanti
Le LDL infiltrate si complessano con i componenti della matrice sottoendoteliale modificandosi e divenendo così riconoscibili dai
leucociti
Attivazione dell'endotelio da parte dello stimolo lesivo, con produzione fattori di crescita, chemiotattici, e di differenziamento Adesione dei monociti e loro migrazione al sottoendotelio dove si attivano a macrofagi fagocitanti e producenti fattori di crescita,
chemiotattici, e di differenziazione
Migrazione di cellule muscolari lisce dalla media all'intima. Differenziazione delle cellule muscolari lisce in cellule miointimali
TEORIA DEL DANNO ENDOTELIALE
L'attivazione piastrinica e la conseguente migrazione dei macro-fagi e delle cellule muscolari lisce determina l'iniziale accumulo di
cellule in quella che poi evolverà nella placca fibrosa. Pur non smettendo il richiamo/arrivo di cellule dall'esterno, a questo
punto prendono inizio una serie di importanti fenomeni in situ:
Le cellule miointimali proliferano. Anche questo fenomeno è dovuto alla stimolazione indotta dai fattori rilasciati dalle piastrine, dalle cellule endoteliali e dai macrofagi attivati.
Le cellule miointimali, dotate di recettore per le LDL; iniziano un'intensa pinocitosi ed accumulo intracellulare di colesterolo,
trasformandosi in cellule schiumose (foam cells)
Le stesse cellule cominciano un'attiva deposizione dei componenti extracellulari dell'atreroma: collagene, PGAG,
elastina.
TEORIA DEL DANNO ENDOTELIALE
Inizia a questo punto una fase di amplificazione dei fenomeni des-critti precedentemente, che portano alla maturazione della placca
ateromatosa ed alla sua trasformazione in lesione complicata
I macrofagi in particolare, ma anche le cellule miointimali, endoteliali e piastrine elaborano e secernono fattori che inducono
adesione dei leucociti all'endotelio e fattori chemiotattici che agiscono coordinatamente richiamando altri leucociti
nell'ateroma.
I macrofagi, stimolati dall'elevata concentrazione di colesterolo e di altri lipidi modificati iniziano la loro funzione di cellule
scavenger, fagocitando attivamente LDL,accumulandole al loro interno e trasformandosi quindi in cellule schiumose (foam cells).
I leucociti producono metaboliti tossici dell' O2, che perossidano i lipidi delle LDL
TEORIA DEL DANNO ENDOTELIALE
Sono chemiotattici per monociti circolanti, ma esercitano inibi-zione del movimento dei macrofagi attivati, favorendo quindi
il richiamo e l'immobilizzazione di queste cellule nell'ateroma.
I lipidi modificati (perossidati, legati alla malonaldeide) determinano diversi effetti:
Come già asserito, i lipidi modificati sono captabili dalle cellule scavenger, aumentando così ulteriormente la formazione
di foam cells.
Sono tossici per le cellule miointimali, determinandone la morte (necrosi osservabile al centro della placca fibrosa)
Liberati dalle LDL possono o danneggiare direttamente l'endotelio o "attivarlo"
In conclusione, dipendentemente da quale sia l'agente eziologico, la formazione dell'ateroma conosce una patogenesi diversa, ma che con il
progredire e l'amplificarsi del fenomeno tende ad uniformarsi richiamando nel sito le stesse cellule e dando origine agli stessi
fenomeni
macrofagi
piastrine
alterazioni funzionali dell'endotelio:
TEORIA DEL DANNO ENDOTELIALE
danno anatomico
> VPB
LDLLDL
macrofagi
danno anatomico: fenomeni innescati dalle piastrine
TEORIA DEL DANNO ENDOTELIALE
sull'endotelio: aumenta vasopermeabilità aumenta adesività induce produzione di fattori chemiotattici per leucociti
2
sui macrofagi: chemiotassi aumenta adesività induce produzione di fattori chemiotattici per leucociti induce produzione di metaboliti tossici dell'O2
1
3
sulle LDL: modificazione
4
sulle cellule muscolari lisce: richiamo
LDLLDL
LDL:aumentata "insudazione". Ciò determina la loro modificazione con i
componenti sottoendoteliali.
MACROFAGI
attivazione dell'endotelio: fenomeni innescati
TEORIA DEL DANNO ENDOTELIALE
1
macrofagi: richiamo
aumenta diapedesi
LDLLDL2
3
cellule muscolari lisce: richiamo dalla media verso l'intima
4
captazione delle LDL da parte di macrofagi e cellule miointimali: formazione di foam cells
5
produzione di metaboliti tossici dell'O2
da parte dei macrofagi. Il loro accumulo determina
inoltre la formazione di cristalli di colesterolo che possono ledere
l'endotelio
Danneggiano l'endotelio e causano necrosi delle foam cells. Tale fenomenopotrebbe rendersi responsabile del dan-no endoteliale Inoltre i derivati dell'O2 ossidanole LDL rendendole riconoscibilidalle cellule scavenger
IL FENOMENO DELLA RIDONDANZA BIOCHIMICA NELL'AS
richiamo macrofagi:a) citochine prodotte dalle piastrine
b) LDL modificate dalle piastrinec) citochine prodotte da endotelio
attivatod) citochine/chemochine prodotte da
macrofagi in situe) LDL ossidate da macrofagi in situ
attivazione endotelio:a) danno endoteliale diretto
b) citochine prodotte da piastrinec) LDL (nell'ipercolesterolemia)d) LDL modificate da piastrine
e) LDL ossidate da macrofagi in situf) citochine infiammatorie prodotte
in risposta a infiammazione/ necrosi in situ
richiamo cellule muscolari lisce/differenziazione in cellule
miointimali:a) sostanze irritanti/dannose
b) citochine prodotte da piastrinec) citochine prodotte dall'endotelio
attivatod) LDL modificate da piastrine
e) LDL ossidate da macrofagi in situf) citochine infiammatorie prodotte in
risposta a infiammazione/necrosi in situ
modificazione LDL:a) malonaldeide ed altre sostanze
prodotte dalle piastrineb) complessazione con
componenti sottointimali (collagene, PGAG)
c) ossidazione con derivati tossici dell'O2 prodotti dai macrofagi
danno endoteliale
diretto
extravasazione
EFFETTI DEL FUMO DI SIGARETTA NELLA PATOGENESI DELL'ATEROMA
idro-carburi
policiclici vengono metabo-
lizzati dalle CE a composti
tossici
induce su CE l'es-
pressione di ICAM-1
ELAM-1 VCAM-1
induce sui l'espres-sione di CD18
induce in CML la produzio-ne di bFGF
prolifera-zione CML
induce in CML la di proteasi
angiogenesi
necrosi ateroma
radicali liberi
stress ossidativo
maggiore adesione macrofagi/endotelio
LDL OSSIDATE ED ATEROSCLEROSI
Sono chemiotattiche per linfociti e monociti.
Inducono l'espressione di molecole d'adesione per linfociti e monociti sull'endotelio, favorendo così la diapedesi leucocitaria e
l'accumulo di cellule sottoendoteliale
Bloccano il ritorno dei monociti nel circolo sanguigno una volta che questi sono arrivati nell'ateroma
Agendo su diversi tipi cellulari inducono l'espressione ed il rilascio di chemochine quali MCP-1
Agendo su diversi tipi cellulari inducono l'espressione ed il rilascio di citochine quali il M-CSF ed IL-1
Sono immunogeniche, stimolano i linfociti B e Th a dare una risposta immunitaria (produzione di anticorpi specifici rilevabili)
Bloccano la risposta vascolare all'acetilcolina e all'NO
Stimolano il rilascio di tissue factor
EVIDENZE CHE SUGGERISCONO UN RUOLO DELLE LDL OSSIDATE ED AS
epidemiologia: Dimostrata una relazione inversa tra consumo con la dieta e/o livelli plasmatici di antiossidanti
(vitamina E e -carotene) e l'infatro miocardico
immunoistochimica: Presenza di epitopi caratteristici delle LDL ossidate nelle lesioni aterosclerotiche di topo, coniglio,
primati ed uomo
immunologia: Si sono dimostrati anticorpi anti-LDL ossidate nel siero di animali e in quello di uomini. In alcuni casi il titolo anticorpale correla con la presenza di lesioni aterosclerotiche
terapia sperimentale: Nove studi separati effettuati su conigli e primati hanno dimostrato che antiossidanti lipofili sono in
grado di inibire (dal 30 al 70%) la formazione di placche aterosclerotiche
CITOCHINE E FATTORI DI CRESCITANELL'ATEROSCLEROSI
macrofagi
PDGF TGFEGF TGF
IL-1 PGEPDGF bFGFTNF TGF
IL-1 VEGF bFGF TNF
TGF
piastrine
IL-1 PGI2
PDGF bFGFTNF MCP-1
NO (monossido d'azoto)M-CSF/GM-CSF
cellule muscolari lisce (miointimali)
cellule endoteliali
IL-1 (Interleukin-1)a) attività
procoagulanteb) induce adesione leucocitaria a CE
c) mitogeno per CMLd) induce CE a produrre altre
citochine
CITOCHINE E FATTORI DI CRESCITA NELL'AS
PDGF (plateled derived growth factor)
a) Chemotattico e b) mitogeno per cellule muscolari lisce (CML) e per
cellule endoteliali (CE)c) induce CE a produrre altre
citochine
M-CSF (Macrophage colony stimulating factor)
a) Chemotattico e b) mitogeno per monociti/macrofagi
bFGF (basic fibroblast growth factor)a) Chemotattico eb) mitogeno per CML
c) induce produzione di proteasi da parte di diverse cellule
d) induce CE a produrre altre citochinee) fattore angiogenetico
CITOCHINE E FATTORI DI CRESCITA NELL'AS
MCP-1 (Monocyte chemotactic protein-1)a) Chemotattico per
TNF (Tumor necrosis factor )a) attività procoagulante
b) induce adesione leucocitaria a CEc) mitogeno per CML
d) induce CE a produrre altre citochine
e) angiogenetico
PGE, PGI2
(Prostaglandine)a) vasodilatatori
b) vaso-permeabilizzanti
TGF (transforming growth factor)
a) inibisce crescita di CE e CMLb) induce sintesi e deposizione
di collagene da parte di fibroblasti e CML
c) induce CE a produrre altre citochine