N° 2 Speciale dermatologia - giugno 2013...Dermatologia Animali da compagnia Virbacnews n° 2 -...

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virbac news www.virbac.it Speciale dermatologia - giugno 2013 N° 2 Da 25 anni amici per la pelle I.R.

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    Speciale dermatologia - giugno 2013N° 2

    Da 25 anni amiciper la pelle

    I.R.

  • 2 Virbacnews n° 2 - Speciale dermatologia - giugno 2013

    Editoriale

    Venticinque anni al servizio della dermatologia veterinaria...................................................................................................................... 3Flavio Zanellato

    Allerdem® spot-on

    Rinforzare la barriera cutanea ............................................................................................................................................................................ 4-5Nicoletta Rizzi

    La dermatite atopica canina

    Una delle più frequenti patologie dermatologiche del cane ............................................................................................................ 6-9Massimo Beccati

    Cortavance®

    Idrocortisone aceponato (HCA) spray, un dermocorticoide di nuova generazione ................................................. 10-11Stefania Rotondi

    Le Glicotecnologie 1

    Un nuovo approccio alla terapia topica ................................................................................................................................................ 12-14Anna Rondolotti

    Le Glicotecnologie 2

    Studi sull’attività antiadesiva e immunomodulatoria ...................................................................................................................... 15-16Nicoletta Rizzi

    Otiti e allergia

    Quando l’otite non è solo correlata a una malattia loco regionale ...................................................................................... 17-21Luisa Cornegliani

    EasOtic®

    Un innovativo approccio terapeutico per il trattamento dell’otite esterna del cane ........................................................... 22Stefania Rotondi

    Dermatologia nella pratica clinica

    Scienza, comunicazione e business .................................................................................................................................................................... 23Marco Maggi

    Soluzioni innovative

    Virbac da sempre al fianco del veterinario nella sua quotidiana attività ...................................................................................... 24Alessandra Tranquilli

    Sommario

    Pubblicazione a carattere non periodicodella Società Virbac e pertantonon soggetta a registrazione ai sensidegli Artt. 2 e 16 Legge n. 47/1948.

    Tipografia

    A.G.F. Italia

    Peschiera Borromeo (Mi)virbacnews

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    ■VirbacVenticinque anni al servizio della dermatologia veterinaria

    Editoriale

    Virbacnews n° 2 - Speciale dermatologia - giugno 2013

    Flavio Zanellato DMVAmministratore DelegatoVirbac Italia

    S ono ormai 25 anni che Virbac èpresente con prodotti, servizi esoluzioni innovative nell’ambitodella dermatologia veterinaria.La dermatologia rappresenta a livellomondiale uno dei primi motivi di inter-vento in campo veterinario in termini divisite, prestazioni diagnostiche e terapeu-tiche sull’animale.Rappresenta inoltre un importante motivodi fidelizzazione nel rapporto professionalee di comunicazione con il cliente stessoproprio in considerazione dell’evoluzionedelle conoscenze delle varie patologieche si presentano in questo ambito.Virbac è orgogliosa di contribuire ad ap-portare da sempre soluzioni nuove in

    questo campo, la prima con una gammacompleta di prodotti per la dermatologiaper migliorare le conoscenze, i servizi ele performances del medico veterinarioin termini professionali Non solo prodotti topici innovativi comeAllermyl, Pyoderm e Sebolytic, con nuovee innovative formulazioni come gli spherulitese le glicotecnologie che permettono diesaltare l’efficacia dei prodotti stessi, maanche farmaci da prescrizione come Cor-tavance ed Easotic a base di idrocortisoneaceponato: corticosteroide ad uso topicoche permette di annullare gli effetti negativisecondari legati all’uso dei corticosteroidi.Per essere sempre più vicini ai veterinarinell’espletamento della professione, Virbac

    mette a loro disposizione nuovi strumentidi comunicazione e di educazione per ilproprietario come VCC (Viso Care Con-sult) e l’applicazione Virbac-derm Diagper iPhone e iPad, per permettere aiprofessionisti di operare in modo semprepiù al passo coi tempi.Non solo prodotti e soluzioni, diagnostichee terapeutiche, ma anche proposte for-mative per supportare il medico veteri-nario nella sua preparazione, nel suo ser-vizio al cliente e nelle sue scelte strategichedal punto di vista professionale.Questo è Virbac, da sempre leader mon-diale in questo ambito.Lieto di celebrare con voi questo 25°anniversario, auguro buona lettura.

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    ■ Allerderm® spot-onRinforzare la barriera cutanea

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    Poiché l’alterazione della barriera cu-tanea è alla base della patogenesidi molte dermatosi, e rappresental’origine stessa della dermatite atopica, se-condo la teoria “outside-inside”, un ap-proccio che favorisca il rinforzo dellabarriera cutanea stessa sembra particolar-mente interessante nella gestione del cane“allergico” in senso lato.

    Deficit della barriera cutaneaAllerderm® spot-on rappresenta un ap-proccio topico innovativo in Medicina vete-rinaria, elaborato allo scopo di rimediare aideficit della barriera cutanea nel cane o nelgatto. L’obiettivo a medio termine è quellodi ridurre la progressione delle dermatosiallergiche, che sono malattie croniche perdefinizione, rompendo il circolo vizioso pro-dotto o mantenuto dalle alterazioni dellabarriera epidermica. L’impiego di agenti idra-tanti (che mirano a ristabilire la funzionedella barriera epidermica riducendo la perditadi acqua transepidermica e migliorandol’idratazione dello strato corneo) in asso-ciazione con un trattamento antinfiammatorio,viene raccomandato da molto tempo nellagestione delle dermatiti allergiche.

    Anomalie biochimicheGli agenti idratanti occlusivi tradizionali(come la vaselina), formando un film sullasuperficie cutanea, si comportano comedelle barriere artificiali che ostacolano laperdita idrica. Gli umettanti (come l’urea, ilglicole propilenico, la glicerina o l’acidolattico) sono sostanze igroscopiche checaptano l’acqua nell’epidermide. Tuttavia,nessuno di questi agenti corregge le ano-malie biochimiche sottostanti dei lipidi dellostrato corneo. In diversi modelli animali eumani, è stato dimostrato che una misceladi tre lipidi: ceramidi, colesterolo e acidi

    grassi liberi, presenti naturalmente nellostrato corneo, è estremamente efficaceper ripristinare la barriera epidermica,mentre le formulazioni lipidiche squilibrate,contenenti solo uno o due ingredienti, losono meno e anzi rischiano di rivelarsidannose.

    Tre lipidiAllerderm® spot-on (complesso di lipidicutanei) è costituito da una nanoemulsionebiomimetica di lipidi, la cui composizione siavvicina a quella dei lipidi intercellulari dellostrato corneo.Essa comprende tre tipi di lipidi presentinella barriera epidermica:- ceramidi (ceramide 1, ceramide 2, ceramide6 II);- colesterolo,- acidi grassi (poligliceril 4-laurato, dilaurilcitrato).Questi lipidi sono organizzati all’internodell’emulsione in strati multilamellari simili

    a quelli della cute(struttura a cristalli li-quidi). L’eccipiente èstato sviluppato spe-cialmente per preser-vare la struttura cri-stallina liquida.Quando viene appli-cato localmente, ilcomplesso di lipidi cu-tanei penetra nellostrato corneo per es-sere incorporato neglistrati cellulari anucleatidell’epidermide e au-mentare la loro ca-pacità di sintesi lipidica.Molti studi pubblicati,sperimentali e clinici,confermano la moda-

    lità d’azione e l’attività di questo prodotto.

    Studio sperimentale nel caneatopicoUno studio mediante microscopia elettronicadopo post-fissazione con tetrossido di ru-tenio è stato effettuato per valutare quan-titativamente l’impatto dell’applicazione to-pica del complesso di lipidi cutanei suideficit strutturali in lipidi della cute di caniatopici.Dieci cani sono stati inclusi nello studio.- gruppo trattato: cinque cani con dermatiteatopica (DAC) diagnosticata in base acriteri clinici;- gruppo controllo: cinque cani sani. Tutti i cani del gruppo trattato hannoricevuto applicazioni topiche di complessolipidico una volta ogni tre giorni, per 15giorni. Allerderm® spot-on è stato sommi-nistrato su una zona cutanea non sede dilesione da un lato del corpo soltanto (latotrattato), la zona simmetrica non sede di le-

    “Allerderm spot-on rappresenta un innovativo approccio topico in Medicina veterinacomposizione si avvicina a quella dei lipidi intercellulari dello strato corneo. Essa è c

    Nicoletta Rizzi, DMVTechnical ServiceVirbac Italia

    Allerderm® spot-on rappresenta una strategia innovativa per il ripristino dellabarriera epidermica.

  • sione controlaterale è rimasta privadi trattamento (lato controllo).I cani sani (non atopici) sonostati utilizzati per ottenere deivalori di riferimento.24 ore dopo la fine del tratta-mento, sono state effettuate dellebiopsie mediante un punch da 6mm sulle zone simmetriche trat-tate e non trattate del torace la-terale, dopo anestesia locale sot-tocutanea con xilocaina. L’esame al microscopio elettronicodelle zone trattate e non trattatenei cani atopici mostra un netto migliora-mento dell’ultrastruttura della cute nonsede di lesione, dopo un’applicazione dellapreparazione lipidica.

    Colmare le lacune negli spaziintercorneocitariGli spazi intercorneocitari si riducono osono quasi interamente occupati da lipidilamellari. Molti corpi lamellari voluminosivengono osservati nella parte apicale deicheratinociti dello strato granuloso. Negli spazi intercorneocitari profondi, dischidi lamelle lipidiche brevi si fondono e siosservano membrane lamellari lipidicheben organizzate negli strati superiori. Lavalutazione quantitativa mostra una diffe-renza significativa (P≤ 0,05) dell’espressionedei lipidi lamellari tra le zone trattate e lezone controllo.

    Risultati indiscutibiliNegli strati profondi dello strato corneodei cani sani, i lipidi lamellari occupanol’89,5% ± 6.8 (media ± scarto tipo) dellospazio intercellulare totale. Questo valorecrolla a 31,8% ± 16.7 a livello delle zonenon trattate dei cani atopici.Per contro, i lipidi lamellari rappresentanoil 74% ± 10.9 dello spazio intercorneocitarionelle zone trattate degli stessi cani, dopoapplicazione del complesso lipidico, questovalore non è significativamente diverso da

    quello dei controlli sani.Allerderm® spot-on consente dunque dicolmare le lacune all’interno degli spazi in-tercorneocitari nel cane atopico.Inoltre, uno studio clinico randomizzato, indoppio cieco, controllato vs placebo con-ferma l’attività di Allerderm® spot-on suisegni clinici e la funzione di barriera cutaneanel cane atopico.

    Conseguenze clinicheIn uno studio, 32 cani colpiti da DAC sonostati divisi in due gruppi:- gruppo trattato: 16 cani hanno ricevutoAllerderm® spot-on tre volte alla settimanasu zone ben definite (padiglioni auricolari,regione ascellare, inguinale e antibrachiale)per 4 settimane;- gruppo controllo: 16 cani hanno ricevutouna soluzione di controllo, con la stessaposologia. Prima della prova e poi per tre volte, a 2settimane di intervallo, sono state eseguiteuna misurazione della perdita di acquatransepidermica (TEWL*) e dell’indice CA-DESI** (score di gravità ed estensionedelle lesioni atopiche canine).Il CADESI totale medio è stato significati-vamente ridotto (p 10 kg: 6pipette da 4 ml; cani di piccola taglia e gatti, < 10 kg: 6 pipette da 2 ml.

    TERAPIACasi lievi 1 pipetta a settimanaCasi moderati 2/3 pipette a settimanaCasi gravi o acuti 1 pipetta al giorno

    MANTENIMENTO 1 pipetta al mese

    Posologia

  • La dermatite atopica (DA) è unadelle più frequenti patologie der-matologiche della specie canina.Recentemente, per definirla in modo sin-tetico ma focale, l’International Task Forceon Canine Atopic Dermatitis (ITFCAD)l’ha descritta come una patologia infiam-matoria pruriginosa, con predisposizionegenetica e manifestazioni cliniche pecu-liari, associata nella maggior parte dei casialla presenza di IgE specifiche indotte daallergeni ambientali. A proposito della re-peribilità delle IgE, è sicuramente stata di-mostrata un’associazione tra anticorpi IgEe allergeni ambientali ma nonostante ciò,

    nel 10-20% dei cani sintomatici, seppurpresentino tutti i segni clinici tipici di der-matite atopica canina, non è dimostrabileuna presenza di IgE. Questi soggetti sonodimessi con diagnosi di dermatite simil-atopica paragonabile alla forma intrinsecadell’uomo. La prevalenza della DA dipende moltodalle aeree geografiche: per esempio negliStati Uniti è stimata dal 3,3% al 27%, men-tre in Gran Bretagna si aggira attorno al5%. Nell’uomo la prevalenza di DA è au-mentata nel corso degli anni ed è stimatatra il 10 e il 20%, soprattutto nelle per-sone che vivono in Paesi industrializzati.

    La causa di questo fenomeno va ricercatanel fatto che da un lato c’è meno esposi-zione a batteri e parassiti, dall’altro si at-tuano norme igieniche eccessive chepotrebbero alterare la normale funziona-lità protettiva della barriera cutanea. Unaltro studio riporta come cani abituati avivere all’esterno, specialmente in am-bienti rurali, oppure abituati a vivere conaltri cani sono meno predisposti a svilup-pare la DA.

    PatogenesiLa patogenesi a tutt’oggi non è comple-tamente chiara. L’ipotesi tradizionalesposa il concetto di ipersensibilità di tipoI indotta da allergeni ambientali (pollini,acari ecc), come causa scatenante. La teo-ria più recente sposta l’attenzione sueventuali deficit della barriera cutanea amonte della cascata di ipersensibilità. Contutta probabilità, la causa di DA è multi-fattoriale, infatti attualmente si ipotizzache un’alterata barriera epidermica nonpiù impermeabile e di conseguenza pro-tettiva, favorisca la penetrazione degli al-lergeni ambientali dal peso molecolareche varia da 20 a 200 kDa. Nei pazientiatopici la comprovata carenza di ceramidi(lipidi intercellulari), così come la ca-renza/difetto della fillagrina, proteina de-putata alla formazione dello stratocorneo sarebbero alla base dei difettidella barriera protettiva epidermica. Suc-cessivamente, le molecole penetrate at-traverso gli spazi intercellulari ”allargati”vengo a contatto con le cellule immuni-tarie epidermiche (cellule di Langerhans)dando inizio a un tortuoso processo im-munitario che coinvolge cute e linfonodiregionali. A livello linfonodale, nei pazienti atopicisi osserva un’eccessiva risposta umorale

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    ■ La dermatite atopica caninaUna delle più frequenti patologie dermatologiche del cane

    Con tutta probabilità, la causa di DA è multifattoriale: attualmente si ipotizza chpenetrazione degli allergeni ambientali.

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    Massimo Beccati DMV, PhDSpecializzato in medicinadei piccoli animali conindirizzo dermatologico

    Otite cronica e dermatite eritematosa, lichenificata facciale in uno Shitzu di 5 anni.

  • (Th2) con produzione di immunoglobu-line del tipo E (IgE) allergene specifiche,che successivamente si legheranno ai ma-stociti e alle cellule di Langerhans. In unsecondo tempo, quando si perpetua l’in-gresso degli allergeni, i mastociti delderma, rivestiti da immunoglobuline E de-granulano, rilasciando chemochine, cito-chine (IL4; IL13; IL31), istamina e proteasi.L’interleuchina 31, secondo recenti studi,è ritenuta uno dei mediatori del prurito.C’è anche un afflusso di granulociti neu-trofili ed eosinofili, questi ultimi incenti-vano il rilascio di proteine pro infiam matorie.Piccoli traumi autoindotti (grattamento -leccamento) e infezioni batteriche o daMalassezia, inoltre, contribuiscono allostato di persistente infiammazione dellapelle.

    Segnalamento e segni cliniciL’età d’insorgenza è tra i 6 mesi e i 3 anni;ci sono molti fattori che la possono in-fluenzare, tra cui la razza e l’area geogra-fica. Cani che vivono in zone dove i pollinisono presenti tutto l’anno sviluppano unmaggior rischio di manifestare precoce-mente i segni clinici. Questi ultimi pos-sono essere inizialmente stagionali, perpoi diventare persistenti. Circa l’80% deicani con segni clinici stagionali sono sin-tomatici in primavera ed estate, mentregli altri mostrano segni clinici nei mesifreddi. Ci sono pochi studi che riportanouna predisposizione di razza, tuttaviasembra che Beauceron, Boston terrier,Boxer, Cairn terrier, Chinese Shar Pei,Cocker spaniel, Dalmata, English bulldog,English setter, Fox setter, Irish setter, La-brador retriever, Lhasa Apso, Pug, Scottishterrier, West Highland white terrier e Yor-kshire terrier siano le razze più inclini asviluppare tale patologia. Non è stata ri-portata alcuna predisposizione di sesso.Le lesioni più tipiche si localizzano soprat-tutto a livello delle aree glabre del corpo,in particolar modo ascelle, area inguinale,

    area interdigitale. Altre aree che vengonocolpite sono rappresentate dalle labbra,dall’area perioculare e dal padiglione au-ricolare interno. Alcuni soggetti possonomostrare prurito nonostante non ci sianosegni clinici evidenti o eritema. Per lamaggior parte i segni clinici sono dovutiprincipalmente all’autotraumatismo e/o ainfezioni secondarie. Infatti le piccole pa-pule eritematose sono considerate la le-sione primaria in corso di DA, ma ilveterinario se consultato nel tempo, os-serverà soprattutto le conseguenze del-l’infiammazione e del prurito, cioèescoriazioni, alopecia autoindotta, segni diinfezione batterica secondaria (papule,pustole, croste, erosioni); e ancora iper-plasia dell’epidermide, iperpigmentazione,lichenificazione. Sembra che l’eruzione di

    queste papule primarie sia più marcatanei soggetti di giovane età quando incon-trano gli allergeni per la prima volta e chel’eritema invece diventa il segno clinicopiù importante o per la continua esposi-zione o per il progredire della patologia.Ecco perché la DA è una patologia dina-mica in quanto cambia gli aspetti clinicinel corso della vita del soggetto. È impor-tante sottolineare che cani che presen-tano DA sono più predisposti asviluppare sia altre tipologie di allergie,come per esempio quelle verso il cibo,pulci o da contatto, sia infezioni seconda-rie. Infatti è molto comune osservarenello stesso paziente la concomitantepresenza di diversi tipi di allergie e infe-zioni, che rendono l’approccio diagno-stico prima e terapeutico dopo moltocomplesso.

    DiagnosiLa diagnosi è basata sul segnalamento delpaziente, sui segni clinici e sulla storia cli-nica della patologia, ma non su esami dilaboratorio. Al fine di diagnosticare cor-rettamente la DA è fondamentale esclu-dere tutti gli altri segni clinici di altrepatologie che potrebbero mimare il com-portamento clinico pruriginoso della DA:è il caso di infezioni parassitarie, (rognasarcoptica, Cheyletiella, demodicosi) op-pure infezioni da Staphylococcus o daMalassezia. Solitamente i soggetti hannouna storia clinica di prurito associato omeno a infezioni ricorrenti della cute odei condotti auricolari.Anamnesi di lacrimazione o congestioneoculare oppure rinorrea possono essereindicative di congiuntiviti e riniti atopichema vengono considerati elementi aggiun-tivi e non diagnostici. I sintomi possonoessere stagionali e non e dipendono daitipi di allergeni presenti nell’ambiente.Per quanto riguarda la distribuzione dellelesioni, si può affermare che sia variabilee che dipenda dalla cronicità della pato-

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    he un’alterata barriera epidermica non più impermeabile e di conseguenza protettiva, favorisca la

    Pastore tedesco sofferente di dermatite atopica congrave dermatite iperpigmentata e lichenificata indottada Malassezia.

    Dermatologia

  • logia e dagli allergeni coinvolti. Sicura-mente le aree più colpite sono la faccia,la superficie concava auricolare, l’areaventrale del collo, le ascelle, l’addome, ilperineo la superficie ventrale della codae le facce mediali degli arti. L’otite esternaè spesso osservata in caso di DA, cosìcome la pododermatite. Alcuni Autori(Favrot et al. A prospective study on theclinical features of chronic canine atopicdermatitis and its diagnosis. Veterinarydermatology 2010; 21:23-30) hanno sti-lato una sorta di linea guida da seguire alfine di diagnosticare correttamente la DA.Questi criteri non sono assoluti, ma for-niscono comunque una buona indica-zione, e sono:1) insorgenza dei segni clinici entro i 3anni di età;2) cani che soprattutto vivono in casa;3) prurito responsivo ai glucocorticoidi;4) insorgenza di prurito, senza le tipiche

    lesioni;5) interessamento della parte anterioredei piedi;6) interessamento delle pinne auricolari;7) non interessamento dei margini auri-colari;8) non interessamento dell’area lombo-dorsale.Se almeno 5 di questi criterivengono sod-disfatti durante la diagnosi di DA si ha unasensibilità dell’85% e una specificità del79%, mentre se i parametri diventano 6,la specificità diventa dell’89% ma la sensi-bilità diminuisce al 58%. È opinione comune che test allergeni-IgEspecifici o test intradermici non possanoessere impiegati per la diagnosi di DA, mapossano coadiuvare un iter diagnostico.Infatti molti cani, sia sani sia atopici, mo-strano reazioni positive a entrambi i test,riducendo, così, di molto la specificità; tut-tavia questi test possono essere impiegati

    per stabilire se la patologia è associata omeno a IgE, oppure per implementare lemisure di eliminazione dell’allergene, oancora, per selezionare gli allergeni chedevono essere inclusi per le preparazioniper l’immunoterapia.I test intradermici consistono nell’inie-zione di singoli allergeni per via intrader-mica che devono essere selezionati concura in base all’area geografica. Gli aller-geni che vengono più comunemente te-stati sono gli acari della polvere e dellederrate alimentari, i pollini di alberi, leerbe dei prati e le muffe. Tra tutti, quellipiù facilmente riscontrati sono gli acaridella polvere casalinga.I test sierologici di rilevamento delle IgEallergene-specifiche sono molto più uti-lizzati rispetto ai test intradermici, proba-bilmente per la facile esecuzione; quellipiù comuni utilizzati dai vari laboratori dianalisi comprendono i test macELISA™

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    Dermatologia

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    PosologiaProblemi dermatologici 1 sacchetto monodose al giornoMantenimento della salute di cute e mantello 1 sacchetto monodose ogni 2 giorni

    Pododermatite eritematosa in corso di dermatiteatopica.

  • (Greer) e Allercept™ (Heska). Tali testhanno metodica diversa ma attendibilitàparagonabile. Tecnicamente il siero delpaziente reagisce con l’allergene, gli anti-corpi che non si sono legati vengono eli-minati, mentre le IgE legate all’allergenesono rilevate usando uno specifico rea-gente per le IgE, tramite mezzi colorime-trici, fluorometrici o radiometrici.

    TrattamentoI pazienti colpiti da DA possono essereben gestiti cercando di ridurre al minimoi segni clinici che si ripercuotono sullaqualità di vita sia del cane sia del proprie-tario; tuttavia è importante sottolineareche questi soggetti non possono guariredefinitivamente. La terapia deve essereconsiderata a seconda del singolo caso.In relazione all’area geografica, alla gravitàe alla durata dei sintomi, all’età del pa-ziente e alle aspettative del proprietariopossono essere considerati diversi ap-procci. L’individuazione e la successiva esclusionedell’allergene dovrebbe essere sempreconsiderata, pur troppo però, ciò non èpossibile quando si tratta di allergia versopollini o polveri, in quanto l’evizione com-pleta non può essere impedita, nono-stante i frequenti bagni possano ridurrel’esposizione cutanea.In generale l’immunoterapia è la sceltad’elezione per soggetti giovani che pre-sentano segni clinici non stagionali. L’im-munoterapia consiste nel somministraredosi crescenti per via sottocutanea o su-blinguale di allergeni, sulla base dei risul-tati dei test allergici. All’immunoterapiaspesso vengono associati altri trattamentiche possono includere farmaci antipruri-ginosi e terapie topiche, in relazione allagravità dei segni clinici e alla risposta delpaziente. Fondamentale è anche la com-pliance del proprietario nell’attuarenorme preventive di esposizione all’aller-gene: evitare che il cane abbia accesso alprato appena falciato, aspirare quotidia-namente o rimuovere i tappeti, lavare fre-quentemente le zone dove il cane dormeper cercare soprattutto di controllare gli

    acari della polvere. Il successo di unabuona gestione della DA consiste proprionell’approccio multimodale, ricorrendoalle diverse strategie terapeutiche. In par-ticolare la terapia topica ha molteplici ef-fetti benefici, quali la riduzione degliallergeni presenti nel mantello, il miglio-ramento della funzionalità della barrieracutanea e il controllo delle infezioni se-condarie. Per quanto riguarda l’impiego difarmaci sistemici, è raccomandato l’uso diglucocorticoidi a breve azione (da abro-gare l’uso dei depot) esclusivamente perridurre immediatamente il prurito acuto;solitamente si impiega prednisone oprednisolone a 0,5 mg/kg sid. Una voltache il prurito è stato controllato, la dosedeve essere scalata fino a ottenere il giu-sto rapporto dose/efficacia.La terapia topica con cortisonici (idro-cortisone aceponato) è frequentemente

    applicata qualora l’area interessata sia li-mitata, spesso viene impiegata nella ge-stione delle otiti e/o delle pododermatiticon successo. Anche se l’utilizzo degli antistaminici nonsembra fondamentale nella terapia dellaDA, è stato comunque osservato in ma-niera aneddotica che, usati in associazionead altri farmaci, possono dare dei beneficinel 5-20% dei casi. L’impiego della ciclo-sporina A con dosaggi di 5 mg/kg per osuna volta al giorno per 6 settimane riducei segni di DA e i soggetti trattati con talefarmaco, spesso, non richiedono l’uso ag-giuntivo di altre terapie. Le terapie conacidi grassi rappresentano un ottimo au-silio delle terapie convenzionali farmaco-logiche, sia con somministrazione topica(migliora la qualità della barriera epider-mica), sia con somministrazione sistemica(azione antinfiammatoria).

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    Virbacnews n° 2 - Speciale dermatologia - giugno 2013

    • Bethlehem S. et al. - Patch testing and allergen-specific serum IgE and IgG antibodies in the diagnosis ofcanine adverse food reactions. Vet. Immunol. Immunopathol. 10.1016/j.vetimm.2012.01.003• Favrot C, Steffan J, Seewald W et al. - A prospective study on the clinical features of chronic canine atopicdermatitis and its diagnosis. Vet Dermatol 2010;21(1): 23–31.• Hillier A, Griffin CE. - The ACVD task force on canine atopic dermatitis (X): is there a relationship betweencanine atopic dermatitis and cutaneous adverse food reactions? Vet Immunol Immunopathol 2001;81, 227–231.• Olivry T, Deboer DJ, Prelaud P et al. - Food for thought: pondering the relationship between canine atopicdermatitis and cutaneous adverse food reactions. Vet Dermatol 2007;18(6):390–1.• Zimmer A, Jennifer B, Halliwell REW, Muller RS. - Food allergen-specific IgG and IgE before and afterelimination diets in allergic dogs. Vet Imm. Immunop. 2011;144, 442-447.• Halliwell REW and the members of the International Task Force on Canine Atopic Dermatitis. Revisednomenclature for veterinary allergy. Vet Immunol Immunopathol 2006; 114: 207-8. 8. • Jackson HA, Murphy KM, Tater KC et al. - The pattern of allergen hypersensitivity (dietary or environmental)of dogs with non-seasonal atopic dermatitis cannot be differentiated on the basis of historical or clinicalinformation: a prospective evaluation 2003-2004. Vet Dermatol 2005; 16: 200. • Carlotti DN, Costargent F. - Analysis of positive skin-tests in 449 dogs with allergic dermatitis. Eur JournalComp Anim Pract 1994; 4: 52-9. • Chesney CJ. - Food sensitivity in the dog: a quantitative study. J Small Anim Pract 2002; 43: 203-207. • Favrot C, Steffan J, Seewald W, Picco F: A prospective study on the clinical features of chronic atopic dermatitisand its diagnosis. Vet Dermatol 2010; 21: 23-31. • Griffin CE, DeBoer DJ. - The ACVD task force on canine atopic dermatitis (XIV): clinical manifestations ofcanine atopic dermatitis. Vet Immunol Immunopathol 2001; 81: 255-69. • Halliwell REW, Gorman NT. - Veterinary Clinical Immunology, Philadelphia: WB Saunders 1989 (Atopicdiseases, p 232-52). • Jaeger K, Linek M, Power HT, Bettenay SV, Zabel S, Rosychuk RA, Mueller RS. - Breed and site predispositionsof dogs with atopic dermatitis: a comparison of five locations in three continents. Vet Dermatol 2010; 21:118-22. • Olivry T, DeBoer DJ, Bensignor E, Prélaud P. for the International Task Force on Canine Atopic Dermatitis -Food for thought: pondering the relationship between canine atopic dermatitis and cutaneous adverse foodreactions. Vet Dermatol 2007; 18: 390-1.• Proverbio D, Perego R, Spada E, Ferro E. - Prevalence of adverse food reactions in 130 dogs in Italy withdermatological signs: a retrospective study. J Small Anim Pract 2010; 51: 370-• Wilhem S, Kovalik M, Favrot C. Breed-associated phenotypes in canine atopic dermatitis. Vet Dermatol2010; 22: 143-9.

    Bibliografia

    Dermatologia

  • Nel maggio del 2007 Virbac halanciato Cortavance®, un der-mocorticoide di nuova genera-zione indicato per il trattamentosintomatico delle dermatosi infiammato-rie e pruriginose del cane.Cortavance®, grazie alla struttura chimicadell’idrocortisone aceponato e alla for-mulazione in spray, presenta un’elevataconcentrazione attiva a livello cutaneoma anche un elevato profilo di tollerabi-lità sia locale che sistemica. Cortavance èin grado di controllare le reazioni cutaneeinfiammatorie e immunologiche, con unarapida remissione sia dei segni clinici (eri-tema, edema e infiltrazione cellulare) chedei sintomi (prurito e dolore).

    Un corticosteroide differente einnovativoIl principio attivo di Cortavance® è l’idro-cortisone aceponato (HCA), un gluco-corticoide innovativo sviluppato

    specificamente per applicazioni dermato-logiche. L’HCA appartiene alla famigliadei diesteri (diestere dell’idrocortisone),impiegati in Medicina umana da oltre 15anni per il trattamento delle dermatosi ediventati molto popolari in vir tù del lorosuperiore rapporto efficacia-tollerabilità.L’HCA presenta un’elevata lipofilia che gliconsente di attraversare lo strato corneoe di raggiungere l’epidermide in concen-trazioni efficaci (Sillon e alt, 2006) concompleta penetrazione del principio at-tivo all’interno della cute del cane subitodopo l’applicazione. Tali proprietà sonocorrelate sia all’elevata lipofilia della mo-lecola, sia all’ottimale dispersione attivaattraverso lo spray che all’aumentata pe-netrazione indotta dal veicolo (glicole-metil-etere propilenico).Si evidenzia inoltre un effetto “riserva”nello strato corneo, con prolungato rila-scio delle molecole HCA dal suo com-partimento lipidico extracellulare verso

    gli strati vitali più profondi dell’epider-mide. Questa caratteristica ne consentela somministrazione una sola volta algiorno.L’HCA è un pro-farmaco che subisce unarapida bioattivazione da parte delle este-rasi cutanee (la cui attività viene incre-mentata proprio in corsod’infiammazione) così da manifestare lamassima attività anti-infiammatoria a li-vello cutaneo. Viene poi metabolizzatonegli strati cutanei profondi e i metabolitipiù deboli vengono rilasciati in circolo(biodisponibilità =0,2%) ed escreti per viarenale.Le particolari biotrasformazioni dell’HCAnegli strati cutanei sono pertanto respon-sabili sia degli aumentati effetti beneficinella cute sia della notevole riduzionedell’indesiderata attività ematica dei glu-cocorticoidi. L’HCA è quindi caratteriz-zato da una netta distinzione tra elevataefficacia locale e ridotti effetti collateralisistemici.

    Giusta formulazione e presen-tazione per la veterinariaLa cute è uno dei pochi organi che puòessere trattato direttamente e facilmente;il principio attivo può essere quindi appli-cato direttamente sulla zona malata. Cortavance® si presenta sotto forma dispray contenente 76 ml di soluzione diidrocortisone aceponato (0,584 mg/ml)da somministrare attivando l’erogatorealla distanza di 10 cm dalla zona cutaneainteressata del cane. Ogni getto eroga130 μl di soluzione.Efficacia e tollerabilità ottimali possonoessere raggiunte utilizzando 2 erogazioni,in modo da coprire una superficie qua-drata di 10x10 cm sulla cute del cane(equivalente al palmo della mano umana)

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    ■ Cortavance®Idrocortisone aceponato (HCA) spray, un dermocorticoide d

    Cortavance®, il più innovativo dermocorticoide topico sviluppato per laMedicina veterinaria.A

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    Virbacnews n° 2 - Speciale dermatologia - giugno 2013

    Stefania Rotondi DMVProduct manager Virbac Italia

    HCA Casi cliniciLa sicurezza ed efficacia dell’idrocortisone aceponato nelladermatite atopica e in altre condizioni, ne hanno incoraggiatol’uso improprio in altre dermatosi e in altre specie (gatto,coniglio, cavallo). Vi è una crescente evidenza dal campo chequesto prodotto sia utile in una serie di altre situazioni, tra iquali il pemfigo foliaceo in cani e gatti, la dermatite dacontatto nel cane, l’infiammazione post-radioterapia nel cane,la placca eosinofila, la dermatite della testa e del collo,l’alopecia autoindotta nei gatti, l’ipersensibilità da Culicoides ela dermatite idiopatica del pastorale nei cavalli. Anche relativamente alla sicurezza i dati in altre specie sonolimitati. Nei gatti, nei cavalli e in altre specie l’HCAsembrerebbe essere clinicamente attivo e metabolizzato nella

    cute in un modo simile a quello riscontrato negli esseri umani, nei roditori e nei cani. I datianeddotici fanno quindi ritenere che sia sicuro per l’uso in gatti e cavalli e altre specie, anche se ilprodotto non è stato ancora registrato per l’utilizzo in tali specie.

    Dermatologia

  • così da dosare il prodotto in relazioneall’estensione della superficie malata. Lo spray rilascia minuscole particelle (il90% delle goccioline ha un diametro

  • Ènoto da tempo che alcuni batteri(Pseudomonas spp) e certi lieviti(Candida spp) utilizzano degli zuc-cheri per aderire alla superficie delle cel-lule. Questi fenomeni di adesione hannoun ruolo fondamentale nella colonizza-zione e nell’infezione microbica. Studi piùrecenti suggeriscono che anche altre spe-cie microbiche possono utilizzare gli zuc-cheri per aderire alla superficie dellecellule. Gli zuccheri hanno sia un ruolo strutturale(condroitin solfato nella cartilagine, de-sossiribosio nel DNA, ribosio nell’RNA),sia si legano a proteine per formare gli-coproteine e ai lipidi per formare glicolipidisulla superficie di tutte le cellule; mahanno anche un ruolo essenziale per ilriconoscimento, l’interazione e la comu-nicazione tra cellule. Esistono sia zuccheri semplici, osi o mo-nosaccaridi come il glucosio, il galattosioo il mannosio, che sono costituiti da unasola catena carboniosa; sia zuccheri com-plessi: gli oligosaccaridi, composti da 2fino a 10 molecole di monosaccaridi, e ipolisaccaridi composti da oltre 10 mole-cole di monosaccaridi.

    Ruolo degli zuccherinell’adesione microbicaGli agenti microbici possiedono delle lec-tine: glicoproteine che riconoscono de-terminate strutture specifiche degli zuc-cheri e in grado di interagire con le gli-coproteine, i glicolipidi e gli zuccheri sullasuperficie delle cellule ospiti. Queste lectine rappresentano dei “sistemidi ancoraggio” che consentono l’adesionee la colonizzazione delle cellule ospiti daparte degli agenti microbici.

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    ■ Le Glicotecnologie 1Un nuovo approccio alla terapia topica

    Le glicotecnologie si avvalgono di zuccheri esogeni, utilizzati nei nostri prodottitopici per controllare le infezioni microbiche e per modulare i processiinfiammatori cutanei.

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    Saturazione delle lectine batteriche ad opera degli zuccheri esogenisulla superficie della cute

    Schema 2 - Ruolo del polisaccaride (APG) nella riduzione dell’adesione di Staphylococcus intermedius.

    Schema 1 - Ruolo dei monosaccaridi nella riduzione dell’adesione di Pseudomonas aeruginosa.

    Anna Rondolotti, DVM Marketing ManagerVirbac Italia

    Dermatologia

  • Ruolo degli zuccherinell’infiammazione cutaneaI cheratinociti attivati da fattori esogeni(ferite, patogeni, allergeni…) o endogeni(alterazione delle secrezioni o della com-posizione del film antimicrobico…) libe-rano un gran numero di citochine (IL1,TNFα…).Quella delle citochine è una famiglia dipiccole proteine che trasmettono segnaliquando si verificano fenomeni anomali alivello cutaneo o quando è in corso

    un’aggressione esterna. Le citochine proin-fiammatorie avviano e mantengono lacascata infiammatoria.Le citochine possiedono due siti di fissa-zione: uno per il recettore proteico spe-cifico per la citochina situato sulla mem-brana della cellula ospite e uno per la fis-

    sazione agli zuccheri.

    Le Glicotecnologie riduconol’adesione microbicaGli zuccheri specifici implicati nell’adesionedei batteri a determinati tessuti epitelialisono stati identificati diverso tempo fa. È

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    Virbacnews n° 2 - Speciale dermatologia - giugno 2013

    Staphylococcus intermedius è coinvolto in oltre il 90%dei casi di infezione cutanea d’origine batterica.(Foto: Dr. D.N. Carlotti - Virbac)

    Malassezia pachydermatis è un lievito lipofilo e unpatogeno opportunista. (Foto: Dr. D. Lloyd - Virbac)

    Dermatologia

    Saturazione del dominio di fissazione agli zuccheri delle citochine daparte degli zuccheri esogeni

    Schema 3 - Le Glicotecnologie esercitano un’azione modulatrice sull’infiammazione cutanea.Piodermite facciale: intertrigo

    Dermatite da Malassezia

    Zuccheri apportati dalle Glicotecnologie

    Schema 4 - Le Glicotecnologie associano 3 monosaccaridi e 1 polisaccaride.

  • possibile bloccare le lectine degli agentimicrobici utilizzando specifici zuccheri eso-geni (vedere schema 1 e 2). Le interazioni tra gli agenti microbici e lecellule ospiti avvengono in diversi punti,il che determina la necessità di utilizzarepiù zuccheri per bloccare l’adesione mi-crobica.

    Le Glicotecnologie modulanol’infiammazione cutanea In Medicina umana, è stato dimostratoche i monosaccaridi inibiscono la se-crezione di citochine proinfiammatorieda parte dei cheratinociti attivati; perquesto sono stati utilizzati nella formu-lazione di prodotti topici per la cute di

    pazienti atopici o per pelli reat-tive. È quindi possibile bloccarel’interazione del sito di fissazioneagli zuccheri delle citochine pro-dotte dai cheratinociti attivatiutilizzando specifici zuccheri eso-geni (vedere schema 3).

    Quali zuccheri per leGlicotecnologie?Le glicotecnologie utilizzano trezuccheri semplici, o monosacca-ridi (D-mannosio; L-ramnosio eD-galattosio) e uno zuccherocomplesso polisaccaride(APG=alchilpoliglicoside) (vedereschema 4).

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    Allermyl®, Sebolytic®, Pyoderm® con le innovative Glicotecnologie

    Allermyl®: shampoo dermatologico raccomandato come coadiuvantenel trattamento delle allergie cutanee di cane e gatto

    Le basi del prodotto- Piroctone olamina: attività antimicrobica (antibatterico, antifungino)- Basi lavanti dolicate (tensioattivi non ionici) = elevato poteredetergente- pH fisiologico: ottima tollerabilità - Microemulsione per una distribuzione e penetrazione ottimali neglistrati cutanei

    Le innovazioni- Glicotecnologie: completano l’attività antimicrobica del piroctoneolamina e contribuiscono alla riduzione dell’infiammazione cutanea.- Complesso di lipidi cutanei: ceramidi+ acidi grassi+colesterolo =ripristina e mantiene le funzioni della barriera cutanea

    Sebolytic: shampoo dermatologico raccomandato come coadiuvantenella gestione degli stati cheratoseborroici del cane e del gatto:

    Le basi del prodotto- Acido salicilico: attività cheratolitica- Acido linoleico e gamma-linolenico: cheratomodulazione- Zinco gluconato e vitamina B6: attività antiseborroica. Sotto forma liberaper un’azione immediata e in forma incapsulata Spherulites® non ionici peruna azione prolungata e in profondità a livello di ghiandola sebacea

    - Piroctone olamina: attività antimicrobica (antibatterico, antifungino)- Olio essenziale di Melaleuca alternifolia: essenza naturale senza aggiuntadi profumo, attività antinfiammatoria e antiprurito- Agenti lavanti delicati - pH fisiologico: ottima tollerabilità

    Le innovazioni- Glicotecnologie: completano l’attività antimicrobica del piroctoneolamina e contribuiscono alla riduzione dell’infiammazione cutanea.

    Pyoderm: shampoo dermatologico raccomandato come coadiuvanteper la gestione delle piodermiti, delle dermatiti da Malassezia e di tutte leproliferazioni batteriche del cane e del gatto:

    Le basi del prodotto- Clorexidina 3%: attività antimicrobica (antibatterico, antifungino). Informa libera per un’azione immediata e in forma incapsulataSpherulites® non ionici per una azione prolungata e in profondità - Agenti lavanti delicati - Chitosanide: agente filmogeno- pH fisiologico: ottima tollerabilità

    Le innovazioni- Glicotecnologie: completano l’attività antimicrobica della clorexidina econtribuiscono alla riduzione dell’infiammazione cutanea

  • Studio dell’attività antiadesivadelle glicotecnologieÈ stato realizzato uno studio in collaborazionecon N.A. McEwan e T. Nuttal del Dipartimentodi Scienze cliniche veterinarie dell’Universitàdi Liverpool (UK). Si tratta di un modello invitro validato dell’adesione batterica a corneociticanini. Le infezioni microbiche sono ottenute

    da casi clinici. I corneociti sono raccolti su 6cani sani, dalla faccia interna del padiglioneauricolare con dischetti adesivi D-Squame®.Questi corneociti sono poi messi in incuba-zione con i diversi agenti microbici e una so-luzione tampone (controlli) oppure una so-luzione tampone più zuccheri esogeni. I cor-neociti sono poi lavati, colorati al violetto di

    genziana e asciugati. Viene effettuata una rac-colta di 10 immagini analizzate al microscopiocomputer assistito per individuare la superficieoccupata dagli agenti microbici adesi e colo-rati.

    Potere antiadesivo deimonosaccaridi su PseudomonasaeruginosaLa combinazione di tre monosaccaridi (D-mannosio, L-ramnosio e D-galattosio) riducedel 53% l’adesione di Pseudomonas aeruginosaai corneociti canini (McEwan et al, 2005)(vedere schema 5).

    Potere antiadesivo delpolisaccaride su StaphyloccusintermediusIl polisaccaride (APG: alchilpoliglucoside)riduce del 52% l’adesione di Staphyloccus in-termedius ai corneociti canini (McEwan et al,2006) (vedere schema 6).

    Potere antiadesivo delpolisaccaride su MalasseziapachydermatisIl polisaccaride (APG: alchilpoliglucoside)riduce del 42% l’adesione di Malassezia pa-chydermatis ai corneociti canini (McEwan etal, NAVDF Hawai, 2007) (vedere schema 7).

    Studio sull’attivitàimmunomodulatoria delleglicotecnologieÈ stato realizzato uno studio in collaborazionecon l’equipe di Patrick Bourdeau (Unità diParassitologia, dermatologia e micologia, Ecolenationale vétérinaire di Nantes, Francia).Quando i cheratinociti sono attivati da estrattibatterici, producono una citochina proinfiam-matoria: il TNFα (Cadiol et al, 2000). Questostudio consiste nel monitoraggio della pro-duzione di questa citochina da parte dei

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    ■ Le Glicotecnologie 2Studi sull’attività antiadesiva e immunomodulatoria

    L’efficacia dell’attività antiadesiva e immunomodulatoria delle glicotecnologie èstata dimostrata in due studi realizzati uno in collaborazione con N.A. McEwane T. Nuttal dell’Università di Liverpool (UK) e l’altro in collaborazione conl’equipe di P. Bourdeau dell’Ecole nationale Vétérinaire di Nantes (Francia).

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    Nicoletta Rizzi, DMV Technical Service Virbac Italia

    Potere antiadesivo dei tre monosaccaridi su Pseudomonas aeruginosa

    Schema 5 - I 3 monosaccaridi riducono l’adesione di Pseudomonas aeruginosa ai corneociti canini del 53%

    Potere antiadesivo del polisaccaride APG su Staphylococcus intermedius

    Schema 6 - Il polisaccaride APG riduce l’adesione di Staphylococcus intermedius ai corneociti canini del 52%

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    Dermatologia

  • cheratinociti canini in coltura, in presenza omeno di zuccheri esogeni.Il protocollo è lo stesso dello studio prece-dente. Il ramnosio ha la stessa attività del de-sametasone (alla concentrazione d’impiegoper uso topico) nella riduzione della produ-zione di citochine infiammatorie da parte deicheratinociti canini (Ibisco et al, 2006) (vedereschema 8).

    ConclusioneLe glicotecnologie utilizzano la combinazionedi tre zuccheri semplici (D-mannosio, L-ram-nosio e D-galattosio) e di un polisaccaride(APG: alchilpoliglucoside) per inibire l’adesionebatterica (Pseudomonas aeruginosa, Staphy-lococcus intermedius, Malassezia pachyder-matis) sulla superficie del derma e per ridurrel’infiammazione cutanea.Le applicazioni nel cane e nel gatto sonomolteplici: coadiuvanti nella gestione delledermatiti allergiche, delle dermatiti da Malas-sezia, delle infezioni cutanee e dei disordinicheratoseborroici.Le glicotecnologie rappresentano una dellemaggiori innovazioni nel campo della der-matologia veterinaria e propongono un nuovoapproccio per controllare le infezioni micro-biche superficiali dell’epidermide e i fenomeniinfiammatori cutanei.

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    Potere antiadesivo del polisaccaride APG su Malassezia pachydermatis

    Schema 7 - Il polisaccaride APG riduce l’adesione di Malassezia pachydermatis ai corneociti canini del 42%

    Percentuale di secrezione residuale di TNFα

    Schema 8 - Il ramnosio ha un effetto inibitorio sulla liberazione di citochine proinfiammatorie da parte deicheratinociti canini attivati.

    • Mc Ewan NA, Rème CA, Gatto H, (2005). - Sugar inhibition of adherence by Pseudomonas to caninecorneocytes Veterinary Dermatology, 16, 204-205.

    • Mc Ewan NA, Reme CA, Gatto H, Nuttall TJ, (2006). - Sugar inhibition of adherence by Staphylococcusintermedius to canine corneocytes. Veterinary Dermatology, 17, 358.

    • McEwan NA, Kelly R, Wooley K., Rème CA, Gatto H., Nuttall JT (2007). - Sugar inhibition of adherence byMalassezia pachydermatis to canine corneocytes. Veterinary Dermatology, 18, 187.

    • Cadiot C, Ibisch C, Bourdeau P, Gatto H, (2000). - In vitro assays for detection of canine keratinocyte activation:preliminary results for pharmacological tests of activation/regulation. In: Proceedings 4th WCVD Congress, SanFrancisco, USA.

    • Ibisch C, Bourdeau P, Cadiot C, Viac J, Gatto H, (2006). - Upregulation of TNFα production by IFN and LPS incultured canine keratinocytes: application to monosaccharides effects. J. Vet. Research Communications.

    Bibliografia

  • L’otite esterna nel cane e nel gattonon rappresenta di per sé una dia-gnosi, ma una sindrome dove l’in-fiammazione del canale auricolare spessoè un processo aspecifico1. Da qui la ne-cessità di inquadrare il paziente nell’in-sieme e di valutare la presenza e/oassenza di altre manifestazioni sulla cute.Clinicamente le lesioni possono interes-sare un solo orecchio o essere bilaterali,acute, croniche, ricorrenti, gravi o lievi;possono essere anche classificate in baseal tipo di essudato presente nel canaleauricolare in eritematose-ceruminose,purulente, parassitarie o non parassita-rie1,2,3,4.

    Patogenesi e sintomi cliniciLe cause dell’otite vengono storicamentedistinte nei seguenti gruppi: fattori predi-sponenti, cause primarie, cause seconda-rie e fattori perpetuanti1,2,3,4,5. Fattoripredisponenti sono, per esempio, la con-formazione delle orecchie, l’eccessivaproduzione di cerume, la presenza diostruzioni nel canale auricolare, ecc. (ve-dere tabella 1). Di fatto, le alterazioni delnormale microclima nell’orecchio poten-zialmente consentono di avere una mag-giore proliferazione di lieviti e/o batteriche può in seguito evolvere in una verainfezione. Tra le cause primarie vengonoindicate in primis la presenza di corpi

    estranei, le malattie allergiche, i difetti dicheratinizzazione e i parassiti; meno fre-quenti le malattie immunitarie o virali (ve-dere tabella 1). Meno comuni sono lecause secondarie come batteri e lievitiche contribuiscono o causano la patolo-gia solo se vi sono già altre malattie nel-l’orecchio in combinazione o meno con ifattori predisponenti (es. cane da soc-corso in acqua con orecchio pen-dulo)1,2,3,4,5. In assenza dell’identificazionedella causa primaria e/o di una correttaterapia l’otite si cronicizza e si hanno pro-gressivamente cambiamenti patologici delcanale auricolare come iperplasia, fibrosie stenosi che diventano poi fattori per-

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    ■ Otiti e allergiaQuando l’otite non è solo correlata a una malattia locoregionale

    Le malattie del canale auricolare esterno e del padiglione spesso sonoconsiderate singolarmente dal medico veterinario. In realtà possonorappresentare un primo sintomo delle malattie allergiche canine, come peresempio la dermatite atopica.

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    Luisa Cornegliani DMVDiplomata ECVD

    Tabella 1. Cause di otite

    Dermatologia

    Fattori predisponenti1

    Conformazione dell’orecchio Peli nel canale, orecchio pendulo, canale stenoticoEccessiva umidità “Orecchio del cane nuotatore”Clima Umidità elevataOstruzione del canale auricolare Neoplasie, polipi rinofaringei nel gattoProduzione di cerume eccessiva Di solito idiopatica o associata a malattie seborroicheEccessiva pulizia Traumi da bastoncino cotonato, applicazione di prodotti topici irritantiMalattia sistemiche Febbre, immunosoppressione, eccCause primarie1

    Corpi estranei Ariste di graminacee, secrezioni, peliMalattie allergiche Dermatite atopica canina, reazione avversa al cibo, dermatite da contattoMalattie immunitarie Pemfigus complex, reazione da farmacoDisordini di cheratinizzazione Seborrea idiopatica, anomalie ormonaliParassitosi Otoacariasi, demodicosi, rogna sarcoptica e/o notoedricaDisordini ghiandolari Iperplasia delle ghiandole ceruminose e/o delle ghiandole apocrineInfezioni Dermatofitosi, altre malattie fungineMiscellanee Cellulite giovanile, virali Cause secondarie1

    Batteri Specie differenti, ma principalmente SIG (Staphylococcus intermedius group) e Pseudomonas spp.Lieviti Malassesia spp, Candida spp.Piccoli corpi estranei Di solito secrezioniFattori perpetuanti1

    Cambiamenti patologici Iperplasia, ipercheratosi, pliche, edema, fibrosi, calcificazione e stenosiOtite media Purulenta, proliferativa, associata ad ostiomielite, coleasteatomaAlterazioni della membrana timpanica Diverticoli, opacità, dilatazione

  • petuanti (vedere tabella 1). Questi ultimiincludono anche le alterazioni della mem-brana timpanica e l’otite media, associatao meno a osteomielite6,7. Di fronte aun’alterazione grave del canale auricolareesterno e/o interno, oltre a identificare lacausa primaria, devono essere eliminati ifattori perpetuanti: diversamente l’otitepermane nella sua cronicità, causando di-sagio e dolore al paziente1,2,3,4,5,6.Le manifestazioni e le lesioni cliniche va-riano secondo la causa e le alterazionipresenti nel canale auricolare e/o sullapinna. Tuttavia, i sintomi principali manife-stati dall’animale sono prurito, scuoti-mento del capo e dolore. Le lesionidermatologiche presenti sono general-mente rappresentate da eritema, alopeciaautoindotta, escoriazioni, croste ed ulce-razioni per quanto riguarda il padiglioneauricolare; il condotto uditivo esterno

    può presentare eritema, essudato ceru-minoso vs purulento, ulcerazioni ededema (vedere tabella 2)3,4,5.

    Approccio diagnosticoÈ importante considerare sempre l’ani-male nell’insieme ed eseguire a prioril’esame obiettivo generale (EOG), seguitopoi da quello particolare dermatologico(EOPD). L’EOG serve sempre per valu-tare le condizioni del paziente, eviden-ziare eventuali patologie concomitanti(es. malattie sistemiche) e consente, in se-guito, di scegliere la terapia farmacologicache meglio si adatta alla malattia aurico-lare e alle condizioni fisiche-cliniche del-l’animale esaminato. L’esame obiettivoparticolare inizia con la valutazione dellacute della pinna, seguito dall’ispezione tra-mite otoscopia del canale auricolareesterno. In sede di visita vanno identificate

    le lesioni primarie e secondarie, la sedetopografica (es. padiglione esterno o in-terno). La distribuzione topografica in al-cuni pazienti può essere suggestiva dellamalattia, indicare le diagnosi differenzialie i corrispettivi esami complementaridermatologici1,3,4,6. Per esempio, la pre-senza di croste giallastre sul margine e sulpadiglione auricolare esterno associate aprurito (riflesso oto-podalico positivo)possono essere compatibili con unaforma di rogna sarcoptica (vedere foto1), mentre l’eritema del padiglione auri-colare interno può suggerire la presenzadi una malattia allergica (vedere foto2)2,3,4.Gli esami complementari diagnostici utiliper la diagnosi delle malattie del padi-glione auricolare sono: esame con lentedi ingrandimento, esame tricoscopico, ra-schiato superficiale e profondo, esame

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    Virbacnews n° 2 - Speciale dermatologia - giugno 2013

    Dermatologia

    Tabella 2. Lesioni primarie e secondarie presenti in corso di otite su padiglione e canale auricolare esterno:correlazione del sintomo con le diagnosi differenziali1,3,4,5,6

    Lesione clinica Diagnosi differenziali principali PrognosiEritema padiglione, ipotricosi vs alopecia Reazione avversa al cibo; Buona per le prime due se identificata la causa;autoindotta da prurito Dermatite da contatto; diversa secondo la gravità vista la cronicità della Dermatite atopica canina. malattia Eritema padiglione, iperpigmentazione, alopecia Dermatite atopica canina; Variabile secondo identificazione e risoluzione Altre malattie allergiche in forma cronica della causa primaria e dei fattori perpetuanti non controllata. Scaglie e croste bianche/giallastre a localizzazione Ectoparassitosi quali rogna demodettica, Buona per le ectoparassitosi; da fausta aprincipale padiglione esterno sarcoptica e notoedrica (gatto); grave/infausta per le altre malattie. Leishmaniosi; Adenite sebacea e/o malattie seborroiche; Difetti di cheratinizzazione Croste giallastre e pustole sia sulla pinna auricolare Pemfigus complex (principalmente pemfigo Da riservata a graveesterna che interna foliaceo) Croste ematiche ed ulcere sulla punta Vasculiti; Da fausta a riservata secondo eziologiadel padiglione auricolare Morsi di insetti Ulcere nel padiglione auricolare interno Reazioni da farmaco; Da fausta ad infausta secondo eziologiae canale auricolare esterno Malattie immunitarie; Infezione da Pseudomonas spp. Eritema e presenza di materiale ceruminoso Dermatite atopica; Varia secondo eziologianel canale auricolare Reazione avversa al cibo; Otoacariasi; Otite da Malassezia spp. Eritema, essudato purulento, ulcere Infezione batterica (otite purulenta) Varia secondo eziologia e patogeno presenteEritema, edema e stenosi con o senza Malattie allergiche croniche; Varia secondo eziologia e patogeno presenteessudato purulento Malattie neoplastiche (meno frequente)

  • con lampada di Wood, esame citologico,esame istopatologico (meno fre-quente)1,3,4,6. Valutata la pinna, con l’otoscopio si ese-gue l’esame del canale auricolare checonsente di identificare la presenza dicorpi estranei, neoformazioni, edema, pa-rassiti, materiale ceruminoso e/o puru-lento, ecc. In alcuni casi questo esamepuò essere diagnostico del disturbo auri-colare, come per le otoacariasi, ma in altriconsente solo di valutare le condizioni delcanale auricolare esterno. Quando è presente materiale all’internodel condotto si procede al campiona-mento tramite esame con bastoncino co-tonato. Se presente cerume, par te diquesto materiale va stemperato con oliodi paraffina e/o idrossido di potassio peridentificare eventuali parassiti (Otodectescynotis, Demodex spp.)1,3,4,6. Campionisuccessivi dello stesso materiale possonoessere allestiti su vetrino bandato tramiterotolamento del tampone, per l’esame ci-tologico. Quest’ultima metodica si usaanche quando è presente materiale pu-rulento. L’allestimento del campione cito-logico può essere fatto tramitecolorazione rapida di Romanowsky mo-dificata, cristal violetto, Gram, ecc.L’esame citologico consente di identifi-care l’infezione presente e distinguere traun’otite purulenta e una da Malassezia. A fronte della diagnosi di otite purulenta,soprattutto nei casi in cui sono stati ese-guiti più trattamenti antibiotici sistemicie/o topici, è utile associare un esame col-turale batteriologico con relativo test disensibilità agli antibiotici (antibiogramma).Quest’ultimo va sempre eseguito se nellacitologia vengono identificati batteri ba-stoncellari, di solito Pseudomonas spp. edE. coli, che generalmente presentano mul-tiresistenza1,3,4,6. L’esame istopatologico è di ausilio dia-gnostico ogni volta che vi sono cambia-menti patologici del canale auricolare eviene generalmente eseguito tramitevideo-otoscopia. In questo caso l’allesti-mento del campione bioptico si può farecon metodo tradizionale fissandolo in for-

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    2. Cane West Highland white terrier con dermatite atopica: la parte concave della pinna è eritematosa con minutescaglie adese.

    1. Cane meticcio con una grave forma di rogna sarcoptica: sono presenti alopecia, croste, escoriazioni,iperpigmentazione ed ispessimento del padiglione auricolare.

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    Dermatologia

  • malina al 10% e inviandolo al laboratoriodi referenza per la refertazione; parte diesso però può essere impiegato perl’esame citologico, quello batteriologicoe/o micologico, o l’immunoistochimica (sevi sono le indicazioni cliniche)4.Gli esami sopra elencati sono tutti utili avalutare la presenza di infezioni o malattiespecifiche dell’orecchio, ma non sonocorrelabili direttamente alla diagnosi dellemalattie allergiche. Di fatto, l’orecchio èparte integrante dell’apparato tegumen-tario e in particolare della cute. La ricor-renza di otite eritematosa ceruminosacon prurito, se escluse le altre malattie(es. otoacariasi), può essere indicativa diuna malattia allergica come la reazioneavversa al cibo e la dermatite atopica ca-nina2,3,4,5,6,8,9,10. Alcuni autori stimano che più del 90%delle otiti esterne bilaterali croniche/ri-correnti siano il risultato di una concomi-tante dermatite atopica e/o reazioneavversa al cibo2. Spesso è sufficiente con-trollare altre sedi topografiche indicativedi queste malattie come muso, spazi in-terdigitali, ascelle e inguine, area perianale:eritema e prurito sono spesso presenti,ma non notati dal proprietario che si con-centra principalmente sul sintomo clinicodel prurito auricolare. Di fronte a un so-

    spetto clinico di malat-tia allergica si procede

    poi a terminare l’iter diagnostico ese-guendo gli esami che consentono peresclusione di giungere alla diagnosi defi-nitiva (dieta privativa, esclusione delle ec-toparassitosi occulte, ecc.)2,3,4,5,6,8,9,10.

    TerapiaLa terapia è sempre eziologica e deve es-sere focalizzata sull’eliminazione dellacausa (es. ectoparassiti) o il controllo diessa (es. malattia allergica)1. Ogni tratta-mento va adattato al paziente secondocondizioni cliniche, gravità delle lesioni ecapacità del proprietario di eseguire le te-rapie. L’approccio migliore alla gestione del-l’otite si basa su: identificare i fattori pre-disponenti e primari, pulire il canaleauricolare, istituire una terapia topica, in-stituirne una sistemica dove necessario,educare il cliente, controllare il pazientedurante il decorso, prevenire le recidivese necessario con una terapia di mante-nimento1,4,6. Una corretta gestione della malattia auri-colare nelle fasi iniziali consente di nonarrivare alla cronicizzazione delle lesionie al conseguente intervento chirurgico.Per evitare questo si possono usare trat-tamenti topici, sistemici o una combina-zione di entrambi. La terapia topica permette di agire diret-tamente nella sede della lesione tramite

    uso di prodotti di pulizia, disinfezione e/oapplicazione diretta di principi attivi ad at-tività antibatterica, antimicotica, antinfiam-matoria (prodotti trifasici)1,3,4,6. Il lavaggioauricolare è il primo intervento per la te-rapia del canale auricolare esterno e con-sente di eliminare detriti, corpi estranei(es. cerume), materiale purulento, ecc. Seall’esame otoscopico la membrana timpa-nica è integra e le condizioni del canaleauricolare non sono gravi, con sola pre-senza di cerume e detriti si può eseguireil lavaggio con l’animale sveglio e inse-gnarlo direttamente al proprietario. I pro-dotti generalmente impiegati sonoceruminolitici come per es. dioctil-sodiosulfosuccinato, glicole propilenico, glice-rina1,3,6; se gli esami hanno mostratosovra crescita batterica o da lieviti si pos-sono usare prodotti di lavaggio a base diclorexidina, acido lattico e salicilico, ecc.Nei casi gravi, dove non vi è cer tezzadell’integrità del timpano, è utile eseguirela pulizia in sedazione tramite video-oto-endoscopia: in questo modo si risparmiaal paziente dolore e si consente all’ope-ratore di controllare tutte le porzionidella struttura auricolare per determinarela gravità dei danni presenti (es. timpanorotto, ulcerazioni, erosioni ecc). In questicasi si impiegano soluzione salina 0,9%,acido acetico, clorexidina (

  • meno frequentemente anche un antipa-rassitario1,3,4,6. L’antinfiammatorio steroi-deo è spesso fondamentale per ridurre ildolore e l’infiammazione locale: tuttaviava ricordato che con esclusione di pochemolecole, quali l’idrossicortisone acepo-nato, la maggiore parte ha assorbimentosistemico e può indurre potenzialmentealterazioni metaboliche gravi se abusate. La scelta dell’antibatterico topico va ese-guita seguendo le indicazioni dell’esamecitologico ed eventualmente dell’an ti bio -gramma, per evitare di incorrere in erroriterapeutici e favorire lo sviluppo di ceppiresistenti. Il trattamento va continuatofino a quando si ha la remissione dei sin-tomi e delle lesioni1,3,4,6. Per questo motivo è necessario control-lare il paziente prima e dopo aver termi-nato la terapia prescritta, visto che i tempidi guarigione sono differenti secondo gra-vità della malattia (come di conseguenzail trattamento farmacologico). La terapia sistemica è necessaria ognivolta che vi è rottura timpanica con otitemedia, quando le lesioni del canale auri-colare esterno sono gravi (es. otite proli-ferativa), se vi sono state reazioni avverseal trattamento topico e soprattuttoquando il proprietario non è in grado dieseguire la terapia locale adeguata-mente1,3,4,6. In questi casi, a maggiore ra-gione, è necessario valutare bene lecondizioni del paziente vista la necessitàdi somministrare, ove indicato, prodottiper via orale come glucocorticoidi, anti-batterici e antimicotici. Anche in questo

    caso, come per la terapia topica, la duratadel trattamento dipende dalla gravitàdella malattia e delle infezioni presenti. Ifallimenti terapeutici sono principalmentelegati alla mancata compliance, e l’educa-zione del proprietario resta fondamentaleper evitare recidive e cronicizzazionedella malattia.Questo punto è fondamentale soprat-tutto nei cani dove l’otite è associata aduna malattia allergica. In questi casi il pro-prietario va informato che l’otite è soloun sintomo clinico di una malattia siste-mica più importante ad andamento cro-nico, e che solo la gestione a lungotermine di quest’ultima garantirà l’assenzadi recidive. Diversamente si arriverà adavere animali con otite cronica e che nonrispondono alle terapia, se non a quellachirurgica (es. ablazione del canale auri-colare stenotico)1,3,7.

    Conclusione L’otite è raramente espressione di unamalattia localizzata solo all’apparato auri-colare e per questo è sempre necessariovalutare le singole lesioni dell’orecchio in-sieme a eventuali altre alterazioni presentisul paziente. In particolare questo è fondamentale perle malattie allergiche dove le infezioni ri-correnti dell’orecchio esterno sono unodei segni clinici importanti4,8,9,10, maspesso sottostimati dal medico veterina-rio e dal proprietario. La corretta gestione dalla malattia passaattraverso: l’identificazione della o dellecause primarie, degli eventuali fattori pre-disponenti/perpetuanti; l’impiego di tera-pie ad hoc ed una ottima compliance.Diversamente si giungerà solo al falli-mento terapeutico gestionale e alla cro-nicità della malattia.

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    Virbacnews n° 2 - Speciale dermatologia - giugno 2013

    1. Jacobson LS. - Diagnosis and medical treatment of otitis externa in dogs and cats. Tydskr S Afr Vet Ver 2002,73(4): 162–170.2. Rosser EJ. - Causes of otitis externa. Vet Clin Small Anim 2004, 34: 459-468.3. Ghibaudo G. - Principi di video-otoendoscopia nel cane e nel gatto. Poletto Editore, 2010.4. Noli C, Scarampella F. - Otite esterna. In Noli C. & Scarampella F. Dermatologia del cane e del gatto. PolettoEditore; 2004: 177-187.5. Saridomichelakis MN, Farmaki R, Leontides LS, Koutinas AF. - Aetiology of canine otitis externa: a retrospectivestudy of 100 cases. Vet Dermatol 2007, 18 (5): 341–347.6. Miller WH, Griffin CE, Campbell KL. - Muller & Kirk’s Small Animal Dermatology, 7th ed. WB Saunders 2013.7. Beckman SL, Henry WB, Cechner P. - Total ear canal ablation combining bulla osteotomy and curettage indogs with chronic otitis externa and media. J Am Vet Med Ass 1990, 196 (1): 84-90.8. DeBoer DJ, Hillier A. - The ACVD Task force on Canine Atopic Dermatitis (XV): fundamental concepts in clinicaldiagnosis. Vet Immunol Immunopathol 2001, 81: 271-276.9. Favrot C, Steffan J, Seewald W, Picco F. - A prospective study on the clinical features of chronic canine atopicdermatitis and its diagnosis. Vet Dermatol 2010, 21 (1): 23-30.10. Olivry T, DeBoer DJ, Favrot C, et al. - Treatment of canine atopic dermatitis: 2010 clinical practice guidelinesfrom the International Task Force on Canine Atopic Dermatitis. Vet Dermatol 2010, 21 (3):233-248.

    Bibliografia

    Dermatologia

  • Per un proprietario di cani, non èsemplice curare un’otite! Il doloreche l’animale prova con le conse-guenti reazioni di difesa, il problematicocontenimento del cane e l’oggettiva com-plessità nel dosare la quantità di prodotto,rendono difficile l’atto terapeutico. Lepossibili conseguenze sono demotivazionedei proprietari, applicazione meno assiduadei trattamenti e conseguente riduzionedella compliance e dell’efficacia della terapiastessa. Virbac ha raccolto questa sfida: mas-simizzare l’osservanza. E come? SviluppandoeasOtic®, un prodotto che garantisce effi-cacia, praticità d’uso e che facilita l’osservanzaterapeutica.

    Formulazione originaleSono stati definiti tre prerequisiti: principi attiviefficaci sia nei confronti dell’infiammazioneche degli agenti patogeni, concentrazioni talida limitare la frequenza e la durata del tratta-mento e una dose terapeutica unica da 1 ml,indipendente dal peso del cane.I principi attivi selezionati sono gentamicina,antibiotico battericida ad ampio spettro (che

    include Staphylococcus e Pseudomonas), mi-conazolo, antimicotico dall’azione ben rico-nosciuta nei confronti di Malassezia e idro-cortisone aceponato. I primi due sono noti inambito veterinario perla loro efficacia1,2,3,4, si-curezza e per il trascu-rabile assorbimento alivello cutaneo5. Quantoall’idrocortisone aceponato, è statoscelto per la sua potente attività antin-fiammatoria, per la caratteristica lipofiliache gli consente di penetrare rapida-mente nella cute e per l’assenza deglieffetti collaterali tipici dei corticosteroidi.La persistenza, le concentrazioni e ilvolume (1 ml) di questi tre principiattivi hanno permesso di limitare lasomministrazione ad una sola applica-zione quotidiana e di ridurre la duratadel trattamento a soli cinque giorni6,7.

    Packaging: il più innovativo del settoreAnche il packaging è stato oggetto di un’analisiapprofondita. Gli obiettivi? Prima di tutto, è

    stato pensato per contenere solo la quantitàdi prodotto necessaria per il trattamento diun’otite bilaterale in modo da evitare l’auto-medicazione. In secondo luogo il flacone è

    stato realizzato con una tecnologia bre-vettata “a tasca” , provvisto di un sistemaa pompa e di una cannula flessibileatraumatica di forma conica in un poli-mero morbido. Questa cannula, posi-zionata ad angolo retto, si adatta perfet-tamente alla forma ad L del canale auri-colare, consente una buona visibilità delprodotto durante la somministrazioneed è lunga abbastanza così da depositareil prodotto esclusivamente nel condottouditivo. La pompa dosatrice permettefinalmente di somministrare la correttadose di 1 ml per ogni erogazione e puòessere attivata in qualsiasi posizione peradattarsi ai movimenti della testa delcane. Inoltre il sistema a pompa cosiddettoairless impedisce la contaminazione re-trograda e garantisce l’igienicità della

    formulazione per tutto il periodo della som-ministrazione. Un cappuccio trasparente rigidoricopre la pompa per evitare attivazioni acci-dentali. Infine il flacone ha una forma ergonomicain modo da essere maneggiato con sicurezzae comodità.Sicuramente le caratteristiche di easOtic® lorendono particolarmente adatto come presidioterapeutico di prima scelta per le otiti esterneacute o per le riacutizzazioni delle otiti esternericorrenti. easOtic® presenta l’indiscutibile van-taggio di aiutare i proprietari a eseguire il trat-tamento nella sua totalità8, favorendo così ilsuccesso terapeutico. Il progetto di sviluppodi easOtic®, unico nel suo genere, ha inoltrepermesso a Virbac di vincere il premio Phar-mapack 2009 nella categoria Osservanza chepremia da più di 10 anni la capacità di innova-zione dei professionisti del confezionamentofarmaceutico a livello europeo.

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    ■ EasOtic®Un innovativo approccio terapeutico per il trattamentodell’otite esterna del cane

    EasOtic: quattro anni di ricerche per sviluppare l’esclusivo sistema disomministrazione airless con l’obiettivo di favorire l’osservanza terapeutica.A

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    Virbacnews n° 2 - Speciale dermatologia - giugno 2013

    Stefania Rotondi DMVProduct Manager Virbac Italia

    • Rigaut D, Sanquer A, Maynard L, Reme CA. - Efficacy of a topical ear formulation with a pump delivery system for thetreatment of infectious otitis externa in dogs: a randomized controlled trial. Intern J Appl Res Vet Med (2011) 9:15-28• Rigaut D, Rousseau C, Maynard L. - Update on the susceptibility of bacterial strains isolated from otitis externa in dogsto gentamicin, polymyxin B and marbofloxacina (2004-2007). Journal of Veterinary Pharmacology and Therapeutics(2009) 32:140• Rigaut D, Maynard L. - Kinetics of bactericidal activity of gentamicin against Staphylococcus intermedius strainsisolated from cases of otitis externa in dogs. Journal of Veterinary Pharmacology and Therapeutics (2009) 32:156• Rigaut D, Maynard L. - Fungicidal activity in vitro of topical ear treatments against canine otic strains of Malasseziapachydermatis. Veterinary Dermatology (2009)• Rey-Grobellet X, Bree F, Lopez B, Birckel P, Bronnier S, Maynard L. - Lack of transcutaneous passage of gentamicin andmiconazole through the skin of the canine ear pinna. Journal of Veterinary Pharmacology and Therapeutics (2009)32:151-152.• Rey-Grobellet X, Rigaut D, Maynard L, Reme CA. - Persistence of antimicrobials in the ear canal of dogs treated oncedaily for 5 days with 1 ml of a topical ear formulation. ESVD-ECVD congress (2010) Florence, Italy• Rigaut D, Maynard L, Rousseau C. - Dose titration study of a new topical ear formulation in the field. VeterinaryDermatology (2010) 21:214-215• Boda C, Liege P, Reme C. - Evaluation of owner compliance with topical treatment of acute otitis externa in dogs: acomparative study of two auricular formulations. Intern J Appl Res vet Med (2011) 9:157-165

    Bibliografia

    Dermatologia

  • La dermatologia, come avviene inmolti altri Paesi europei ed extraeuropei, anche in Italia è diventatauna delle principali sfidediagnostiche che ognigiorno il veterinario deveaffrontare. Negli ultimi anni, la soladermatologia vale circail 25% dell’attività clinicain una struttura di mediedimensioni che svolgeprevalentemente attivitàmedica di base. Come dimostrato nellatabella (vedere grafico),su un campione di 1.300visite, il 24,69% dei pro-blemi presentati nella no-stra clinica è di naturadermatologica.Negli USA, la VIP Com-pany (Veterinary Pet In-surance), nota compagniaassicurativa, che dispone di una corposabanca dati, ha stilato la “top 10” dellemalattie che nel 2012 hanno richiesto unintervento assicurativo. Nel cane, i primitre posti, sono occupati da malattie di in-teresse dermatologico: allergie, infezione acarico della pelle e otiti. Troviamo invece ladermatologia all’ottavo posto nella classificadella top ten felina.Queste statistiche dimostrano come il ve-terinario italiano sia chiamato ad avere,nella quotidianità, una più che discreta co-noscenza clinica dei protocolli dermatologicidi base. Ma non basta. L’efficacia di una diagnosi corretta è filtrataanche dall’abilità comunicativa del clinico,che sovente si trova ad affrontare lunghipercorsi diagnostici, spesso complicati ecostosi.

    Fiducia e compliance possono dunque va-cillare e il rischio di interruzione precocedel percorso diagnostico è reale. Non solo

    diagnosi, quindi, ma anche fidelizzazione delproprietario. La dermatologia permette almedico veterinario di mantenere nel tempoun’alta frequenza di consulti e visite. A sup-porto delle personali e necessarie compe-tenze relazionali, sono necessari anche nuovisistemi comunicativi. È ormai opinione co-mune che il sistema “visivo” sia il più direttoed efficace, sia nella fase preliminare di spie-gazione della patologia, sia nei follow up.Recenti pubblicazioni della AAHA (AmericanAnimal Hospital Association) hanno dimo-strato come il grado di compliance nellapratica veterinaria sia salito dal 65% del2004 all’82% del 2011.Potremmo, in breve, riassumere tre fasi es-senziali nella gestione della visita dermato-logica.La prima è la visita iniziale che svolge un

    ruolo strategico per ottenere la compliancedel proprietario. Deve essere accurata edettagliata, ma non complicata. Deve forniretutte le informazioni necessarie sulle cause,l’evoluzione e la terapia, possibilmente uti-lizzando tutti i sistemi comunicativi visivi (di-segni, figure, fotografie, video…). Non importaquanto tempo richieda; in questa fase èmolto importante avere capacità relazionalisia nel parlare che nell’ascoltare.Secondo e successivo momento essenzialeè il coinvolgimento del proprietario. Lacompliance si realizza nella solitudine dellemura domestiche. Per avere un proprietariofocalizzato sulla patologia esistono vari si-stemi. Quello più utilizzato dalla maggior partedei dermatologi, è chiedere che vengacompilato un report quotidiano dove ri-portare tutte le informazioni ritenute im-portanti. Questo sistema è molto validosoprattutto nel decorso delle dermatitiatopiche. Terza e ultima fase è il follow up continuo.Nella valutazione del decorso del casoclinico non solo devono essere sono stabilitii controlli in clinica (con la frequenza che ilmedico riterrà più opportuna), ma ancheconcordati, con il proprietario, i tempi e lemodalità più utili per avere continue infor-mazioni. C’è chi preferisce il contatto tele-fonico, chi via mail, chi sms, Viper o WhatUP, chi direttamente sui Social (Facebook).Da una recente ricerca mediatica, si valutache entro il 2015 il 60% dei proprietari dipet utilizzerà queste piattaforme comuni-cative di nuova generazione. Ritengo siaquindi indispensabile avvicinare la nostradiagnostica ai sistemi comunicativi odierni.Scienza, comunicazione e business sono ipilastri portanti della nostra istituzione sa-nitaria, dove la dermatologia si proclamaregina.

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    ■ Dermatologia nella pratica clinicaScienza, comunicazione e business

    L’efficacia di una diagnosi corretta è filtrata anche dall’abilitàcomunicativa del clinico.

    StrategiaSviluppo

    Virbacnews n° 2 - Speciale dermatologia - giugno 2013

    Marco Maggi DMV Libero Professionista,Voghera

    Classificazione delle visite effettuate in un anno

  • L’attività del veterinario consiste an-che nel continuo confronto con iproprietari, è infatti sempre più in-dispensabile saper approcciare nel giustomodo i propri clienti.Con l’avvento di Internet e la possibilitàdi reperire facilmente notizie le più di-sparate in breve tempo, i proprietari ar-rivano alla visita già carichi di informazioninon sempre corrette e di non facile com-prensione per loro.Ecco perché Virbac ha pensato di metterea disposizione dei veterinari due strumentiche possano aiutarlo nell’approccio alproprietario.

    Visio Care ConsultSi tratta di un’applicazione fruibile sia suPC sia su iPad che rivoluziona il mondodelle vecchie tavole anatomiche cartaceee dei vecchi modelli in plastica. VisioCare Consult presenta infatti contenutidi Anatomia e Medicina veterinaria validatida un comitato scientifico di rinomatimedici veterinari del panorama interna-zionale.Visio Care Consult contiene oltre 600

    diverse animazioni (3D,radiografie, ecografie, vi-deo…) per il veterinarioe tramite questa appli-cazione si possono pre-sentare e spiegare ai pro-prietari le patologie, leopzioni terapeutiche egli eventuali interventichirurgici facendo vederesul computer o sull’iPadimmagini e filmati relativiall’argomento prescelto. Illustrando l’animazione,il veterinario ha la possi-bilità di chiarire nel dettaglio la patologiae la sua cura, soprattutto quando si parladi chirurgia, mostrando come si andrà adagire durante l’intervento.C’è anche la possibilità di inviare in temporeale l’animazione via mail, dando al clientela possibilità di riguardarsi il video e dipoterlo spiegare o mostrare agli altricomponenti della famiglia, così da poterdecidere in modo più consapevole ri-guardo l’opzione terapeutica consigliataper la salute del proprio animale.

    Visio Care Consultconferisce al veteri-nario un forte poterecomunicativo che va-lorizza e qualifica lesue prestazioni, conl’obiettivo primariodi migliorare il rap-porto con il clientee la compliance te-rapeutica.Visio Care Consultè un’applicazione apagamento che Vir-bac offre a un prezzomolto agevolato ri-

    spetto il normale prezzo dimercato.

    Virbac-Derm DiagUn valido supporto specificonella gestione di casi derma-tologici viene offerto da Virbaccon Virbac-Derm Diag: si trattadi un’applicazione per iPhonee iPad gratuita dedicata esclu-sivamente ai veterinari, chepermette di avere sempre adisposizione un prontuariodi dermatologia e strumentiinteressanti, innovativi e inte-

    rattivi per la diagnosi.Lo scopo di questa applicazione è quellodi supportare il veterinario nella gestionequotidiana dei casi clinici dermatologici. Virbac-Derm Diag consta di due parti: laprima offre un approccio alla diagnosidifferenziale, permettendo di creare ra-pidamente il dossier clinico del cane edando l’accesso ai punti chiave dell’anam-nesi, dell’esame dermatologico e dellaprocedura di diagnosi differenziale.La seconda parte consente un accessodiretto a numerosi “media on-line” inmodo da poter scaricare documenti inpdf sulle malattie cutanee del cane evideo professionali di alta qualità che de-scrivono i più comuni esami complementarinecessari nella pratica quotidiana in der-matologia canina.Questa app è completamente gratuitaper il veterinario e accessibile da Apple-store.

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    ■ Soluzioni innovativeVirbac da sempre al fianco del veterinario nella suaquotidiana attività

    Visio Care Consult e Virbac-Derm Diag: due applicazioni in esclusiva per ilveterinario

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    Virbacnews n° 2 - Speciale dermatologia - giugno 2013

    Alessandra TranquilliProduct Manager Virbac Italia

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    Per maggiori informazioni rivolgersi all’informatoredi zona o contattare direttamente Virbac.www.virbac.it – e-mail:[email protected]

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