Life in Stile numero 2 anno 2010

132
anno due numero due aprile/maggio 2010 EURO 2,00 volley Ronca “delle” meraviglie Tennis in carrozzina International school of brescia La favola dell’apnea E poi... Amil Bui e “cosi aumento la mia fotogenia” Ohana. “Il sistema NO LINE”. Immersioni nel Lago d’Iseo. Ayurveda. Polarity. Yoga e maternità. Perchè adottare un cane. Val di genova. “Tracce d’Alaska” Internazionali di Mountain bike di Montichiari.

description

Life in Stile numero 2 anno 2010

Transcript of Life in Stile numero 2 anno 2010

Page 1: Life in Stile numero 2 anno 2010

1

anno due numero due aprile/maggio 2010EURO 2,00anno due numero due aprile/maggio 2010

volleyRonca “delle” meraviglie

Tennis in carrozzina

International school of brescia

La favoladell’apnea

E poi...

Amil Bui e “cosi aumentola mia fotogenia”Ohana.“Il sistema NO LINE”.Immersioni nelLago d’Iseo.Ayurveda.Polarity.Yoga e maternità.Perchè adottare un cane.Val di genova.“Tracce d’Alaska”Internazionali di Mountain bike di Montichiari.

Page 2: Life in Stile numero 2 anno 2010

2�8.#�BJSBOPJTTFDOP$ BDJNBOJ% ��� �"*$4&3#����������������MF5����� FWFS#�BJ7

IL PIACERE È SCOPRIRE LA CITTÀDA UN PUNTO DI VISTA DIVERSO.

IL PIACERE È LA NUOVA BMW X1.

Il piacere non fa calcoli, agisce d’impulso. Per questo ha trovato nella nuova BMW X1 il modo più versatile e funzionale per assecondare i propri desideri. Al vertice per prestazioni ed efficienza, la nuova BMW X1è perfettamente disegnata per andare dove ancora non siete stati. Scopritela su www.bmwx1.it

7&/*5&�"�1307"3-"�/&--"�/0453"�$0/$&44*0/"3*"�

. Incontro al vertice della tecnologia. Consumi ciclo urbano/extraurbano/misto (litri/100Km) da: 6,1/4,7/5,� (sDrive18d) a 13,0/7,3/9,4 (xDrive28i). Emissioni CO

2 (g/Km): da 136 (sDrive18d) a 219 (xDrive28i).

Nuova BMW X1T%SJWF��E

Y%SJWF��E�

sDrive20dxDrive20dxDrive23dxDrive28i�

www.bmw.it Piacere di guidare

Page 3: Life in Stile numero 2 anno 2010

3

Ohana Gold PeelingGold Terapy

Magic Honey MassageSpa Danza delle Emozioni

Peeling Yogurt e MuesliBeauty Farm

Massaggio Antistress

SoleDoccia alta pressioneDoccia bassa pressione Lettino alta pressioneViso alta pressione

BenessereHot Stone MassageMassaggio Olistico

Sole & Benessere

Via G. Marconi, 3 25050 Rodengo Saiano Brescia 030.68.10.416

La felicità stà nel gusto..non nelle cose

Page 4: Life in Stile numero 2 anno 2010

4

Page 5: Life in Stile numero 2 anno 2010

5

«Non c’è che una stagione: l’estate», diceva il grande Ennio Flaiano. «Tanto bella che le altre le girano attorno. L’autunno la ricorda, l’inverno la invoca, la primavera la invidia e tenta puerilmente di guastarla». Se il sonno è inverno e la primavera è rinascita, l’estate è la vita. Vita da vivere all’aria aperta, in compagnia di amori duraturi o appena sbocciati, di cari amici e nuove conoscenze. Cosa ci porterà l’estate 2010? Le occasioni di svago, di divertimento e di approfon-dimento non mancano. Anzi, la nostra cara provincia mette sul piatto un ventaglio di proposte davvero gustoso. Chi ancora non l’avesse vista (assolutamente obbligatorio porre rimedio a questa lacuna!) potrebbe programmare una visita alla mostra degli Inca in Santa Giulia, rassegna emozionante con i suoni, le musiche e gli oggetti che hanno caratterizzato questi popoli straordinari, un’immersione totale nella magia che tuttora avvolge le antiche civiltà precolombiane. C’è tempo fino al 17 giugno. Agli amanti della musica classica segnaliamo le proposte del Festival Pianistico Internazionale (fino al 12 giugno), dedicato quest’anno al tema «Water Music. I suoni della natura». E ancora: la stagione teatrale estiva del Vittoriale degli Italiani a Gardone Riviera, le mille rassegne enogastronomiche, i grandi eventi sportivi, i parchi naturali, storici e culturali, le mille sagre paesane che ci riportano indietro nel tempo. Il territorio bresciano, poi, con i suoi laghi, le sue montagne, i fiumi e i paesaggi orizzontali della bassa è un perfetto terreno di divertimento, da frequentare prati-cando decine di discipline sportive. Per tenersi in forma, per prepararsi all’estate e all’inesorabile “prova costume”, ma anche per dare un senso alla nostra estate, che reclama di essere “frequentata” con dinamismo e spensieratezza. Non parliamo di agonismo, ma di una pratica sportiva che è prima di tutto diver-timento, allegria, passione. Parliamo di corse in montagna, tennis, mountain bike, fitness, wellness, mantenimento… di tutte quelle attività fisiche, anche le più dolci, che giocano un ruolo importante per la nostra salute psicofisica.Di questo, e molto altro, parliamo in questo nuovo numero di Lifeinstile. Buona lettura.

Simone Bottura

Page 6: Life in Stile numero 2 anno 2010

6

LIFEINSTILEBimestrale di wellness, fitness, benesserre, shoppinganno due numero due aprile/maggio 2010www.lifeinstile.com

WizartVia Gabriele d’ Annunzio,7 -Villa Carcina - Brescia

Simone [email protected]

Via Canossi, 8/10 25030 Roncadelle BresciaTel. 030 2585976Fax 030 2585976Mauro [email protected]

Mauro [email protected]

Wizart Comunicazione

Paolo [email protected]

Wizart

[email protected]. 030 2585976 - Fax 030 2585976

Tipolitografia GAR srl Castrezzato Brescia

Simone Bottura, Mauro Zanardelli, Francesca Valenti, Amil Bui, Giancarlo Rondolotti,Veronica Del Punta, Ro.C.Ce,A.Russo, Dott. L. Parise, Fabrizio Perillo, Lorena Cazzoletti,Chiara Benuzzi, Angelo Miglioli, Anna Zanardelli, Riccardo Ghirardi, Anna Mazzoncini, Andrea Altini, Giovanni Terraroli,Maurizio Antonini, Stefano Govi, Rosalba Piarulli.

Fotografie: In Immaginabile studio, Giancarlo Rondolotti, shutterstock

Tutti i diritti riservati.Testi e fotografie contenuti in questo numeronon possono essere riprodotti, anche parzialmente, senza l’autorizzazione scritta dell’ editore.

Tutti i diritti di propietà letteraria e artistica sono riservati.

Manoscritti e foto anche se non pubblicati non si restituiscono.

Casa Editrice

Direttore responsabile

Redazione e Amministrazione

Capo Redattore

Art Director

Photo Editor

Progetto grafico ed impaginazione

Pubblicità

Stampa

Hanno collaborato a questo numero

6

Page 7: Life in Stile numero 2 anno 2010

7

39 Il mio nuovo amicoQuando arriva un nuovo cane in casa.

41 La relazione tra uomo e cane

sommario

lifeinstilelifeinstilesalute

68 PolarityIl magnete della vita.

75 Yoga e maternità

111 sicurezza e qualità in ospedale

24 Il mal di schiena

sportlifeinstile

11 VolleyRonca “delle” meraviglie.

15 la favola dell’apnea

34 Sky RaceL’esplosione negli anni 2000.

44 val di genovaTracce d’Alaska.49 Mountain bikeInternazionali di Montichiari.

52 immergersi e scoprireil lago d’iseo.

32 18 th golf clubIl resoconto della gara di Varese.

6 volley

21 il tennis in carrozzina

58 Andrea liberini 64 ohanaIl sistema No Line

newslifeinstile

95 la cantinaconti bettoni carzago.

102 Ro.C.ce.Il polittico Averoldi.

119 colore ed artedi. Angelo Miglioli.121 falegnameria il truciolo

97 Il telefoninoComunicare non ha età.

114 radio, dischi e canzonidurante il fascismo.

124 i racconti dei nostrilettori.

126 news dalla provincia di brescia.

106 barcelona

72 Amil buiCosì aumento la mia fotogenia.80 Le tue mani parlano di te

64 ohana

lifeinstileohana

lifeinstilebellezza

sommariolifeinstile

culturalifeinstile

90 international school of brescia

60 dalla parte del giardino

sportlifeinstile

volleyPallavolo, volleyball, o semplicemente volley,

forse l’unico sport che veramente tutti almeno

una volta hanno praticato, nelle scuole è

uno degli sport insegnati per primo, tra amici con un pallone è

uno degli sport più divertenti e facili da

praticare e le sue derivazioni e varianti

come il beachvolley od il footvolley stanno diventando molto

popolari tra i più giovani.

Immergersi per scoprire

il Lago d’Iseo...

una nuova emozionante esperienza proposta da Ysei Sub Diving Club...

sportlifeinstile

IL MAL DI SCHIENA (rachialgia)

Informazioni e consigli

per stare meglio

a cura di Giovanni TerraroliT.d.R. Fisioterapista

c/o Fisioter Center di Roncadelle (BS)

Il mal di schiena (rachialgia), per la sua enorme diffusione, che al giorno d’oggi ha raggiunto, fa assumere a questo disturbo un carattere di proporzioni quasi epidemiche. Secondo alcuni studiosi rappresenta il male del secolo, dove la vita sociale ed il benessere ne hanno favorito l’aumento. E’ il più comune disturbo muscolo scheletrico; praticamente la quasi totalità della popolazione (4 persone su 5) ha sofferto almeno una volta di mal di schiena e quasi sempre chi ne è colpito si sente molto limitato nelle proprie attività quotidiane e professionali, con gravi ripercussioni sulla qualità della vita. E’ divenuta una delle patologie più diffuse nei paesi industrializzati ed è una delle cause più frequenti di assenza dal lavoro, colpendo prevalente-mente soggetti in età produttiva. Il trattamento delle rachialgie assorbe una fetta importante della spesa pubblica e privata, senza contare che in molti casi il mal di schiena cronico costringe chi ne soffre al pensionamento anticipato. E’ fondamentale risalire alla causa del dolore per

24 Il mal di schienalifeinstilesalute

POLARITY E IL

MAGNETE DELLA VITA

Esistono diversi metodi di riequilibrio energetico, o di medicina energetica, come

viene spesso chiamata e cioè: agopuntura, shiatsu, reiki, polarity therapy,

guarigione spirituale e così via. La ragione per cui molte persone si recano da

un operatore di medicina energetica è perché hanno problemi di salute o sono

affetti da qualche dolore fisico specifico o patologia. Tutti i sistemi energetici

funzionano molto bene su problemi di natura fisica e in qualche modo

anche nel mitigare gli stress mentali ed emozionali.

A cura di: Anna Zanardelli

salutelifeinstile

INTERNATIONAL SCHOOL OF BRESCIA

moving onProsegue il nostro viaggio per il mondo in

lingua inglese, accompagnati da IS Brescia.Una scuola all’avanguardia,

attrezzata per vivere il futuro.

International School of Brescia continua a guidare i nostri lettori nel mondo anglofono e anche questo mese ci propone un viaggio in un paese nuovo, consentendoci al contempo di verificare il nostro inglese, grazie ad una delle sue insegnanti madrelingua. La cultura che IS offre alle fami-glie che affidano i loro bambini al percorso formativo, include l’im-pegno a rendere più vicini mondi che possono apparire lontani. Per questo motivo l’insegnamento non solo si avvale della filosofia pedagogica IBO (International Baccalaureate Organization) e della collaborazione continua della International School of Milan (fondata nel 1958), ma pone attenzione alle nuove tecnologie, favorendone l’accesso anche ai più piccoli. Ogni classe è dotata di una lavagna interattiva multimediale, in gergo definita LIM, che ha

le dimensioni dattica, ma sulla quale è possibile intervenire operando sia come se fosse una lavagna tradizionale, sia come personal computer, del quale riproduce lo schermo. Pertanto, accanto al classico paradigma didattico centrato sulla lavagna, è possibile estenderne uno proiettato al futuro e alle nuove generazioni, grazie all’integra-zione multimediale con accesso ad internet e software didattico condiviso. La lavagna LIM viene utilizzata per disegnare (con pennarelli virtuali), ma anche per apprendere la lingua inglese interattivamente e in maniera divertente, grazie – ad esempio - a filmati e canzoni in modalità karaoke!La crescita socio pedagogica integrata è proiettata al futuro e, rivolgendosi a bambini dai 30 mesi in su, sia italiani sia madre-lingua inglese, garantisce un per-corso forma Ovviamente

anche l’interazione con strumenti di nuova generazione avviene con l’ausilio di preparati insegnanti madrelingua, al cui quotidiano lavoro si affianca un’ora e mezza di lezione in italiano, per garantire una completa integrazione con il contesto locale. E’ ora il momento di viaggiare e di studiare! Buona lettura!Con l’anno scolastico 2010/2011 saranno attive la classi dai 3 ai 7 anni (kindergarten, transition, 1° grade, 2° grade).

International School of BresciaAbbott Academy Srl

Via Don Orione, 125082 Botticino (Brescia)

Tel. +39 030 2191182Fax +39 030 3369502

[email protected]

newslifeinstile

Polittico Averoldi di Tizianonella

Chiesa dei Santi Nazaro e CelsoOlio su tavola, cm 280 x 270

1520-1522, Bresciaa cura di Ro.c.Ce

newslifeinstile

LE TUE MANI

PARLANO di TEdi A. Russo comunicazione immagine Numani

Le mani sono il nostro biglietto da

visita e sono un aspetto importante

della femminilità. Per molti sono

anche veri e propri strumenti

di seduzione che trasmettono

molto, hanno un velato potere

emozionale.

Ebbene, oggi le donne non si accon-

tentano più di una manicure anche

se ben curata, ma desiderano

dedicare alle proprie unghie di

mani e piedi, le stesse cure riservate

prima al viso/corpo/capelli e

all’abbigliamento.

bellezzalifeinstile

Radio, dischi e canzoni durante il Fascismo

culturalifeinstile

Page 8: Life in Stile numero 2 anno 2010

8

Page 9: Life in Stile numero 2 anno 2010

9

sportlifeinstile

volleyPallavolo, volleyball, o semplicemente volley,

forse l’unico sport che veramente tutti almeno

una volta hanno praticato, nelle scuole è

uno degli sport piùinsegnati, tra amici con un pallone è uno degli

sport più divertenti e facili da

praticare e le sue derivazioni e varianti

come il beachvolley od il footvolley stanno diventando molto

popolari tra i più giovani.

Page 10: Life in Stile numero 2 anno 2010

10

Le regole del gioco sono semplici, è un gioco di squadra dove il gio-catore ha una grossa responsabilità nei confronti del gruppo ed è uno dei pochi sport dove non esiste il contatto fisico con l’avversario, si è separati da una rete.Faremo un piccolo viaggio nel tempo per capire come è nato e quali sono stati i cambiamenti di questo sport.6 febbraio 1895William Morgan, un istruttore d’educazione fisica, dell’college YMCA di Holyoke, nel Massachu-setts (USA) si trovò con il sindaco del paese, il capo dei vigili del fuo-co ed alcuni amici, formarono due squadre di cinque persone e mo-dificando le regole di un vecchio gioco di tradizioni tedesche chia-mato faustball, (lontano parente dell’attuale pallavolo ma con la possibilità di lasciar rimbalzare la palla una volta sul terreno e senza l’obbligo dei tre tocchi) giocarono la prima partita di Minonette, un gioco che non comprende il con-tatto con l’avversario, i riflessi e la concentrazione sono di prima-ria importanza e soprattutto gio-carono ad uno sport nuovo, molto diverso da qualunque altro gioco praticato in quei tempi nei college americani.Fu però un amico, Alfred T. Hal-stead, poco dopo a codificare le re-gole ed a cambiare il nome Mino-nette, giudicato troppo femminile

in Volleyball letteralmente palla sparata). Egli riuscì ad imporre questo sport nei college YMCA sparsi un po’ in tutti gli Stati Uniti. Due anni dopo la pallavolo si pra-ticava anche nella maggior parte dell’America del Sud (Brasile, Argentina, Uruguay). Nel 1898 la pallavolo giunse a Manila, nelle Filippine, grazie ad un insegnan-te d’educazione fisica americano; proprio ai filippini venne attribu-ita l’invenzione della “schiaccia-ta”. In Cina e in Giappone il gioco ottenne un successo strabiliante. In Europa arrivò durante la pri-ma guerra mondiale. Per un lun-go periodo è stata giocata in due modi differenti: all’occidentale e all’orientale, con la cosiddetta regola dei tre tocchi. Nel 1938 venne introdotto un fondamentale che rivoluzionò il modo di gioca-re: il «muro», furono soprattutto i paesi dell’Est che lo utilizzaro-no con sistematicità. Nel 1947 i rappresentanti di 15 federazioni si ritrovarono a Parigi e crearono la Federazione Internazionale di Volleyball (FIVB). Nello stesso anno in Italia fu creata la FIPAV ( Federazione Italiana Pallavo-lo). Nel 1949 si disputò il primo campionato del mondo, ma solo nel 1964, ai Giochi di Tokyo, la pallavolo entrò a far parte degli sport olimpici. Nel 1958 abbiamo l’introduzione del bagher.

Il giocoCampo di gioco

Le partite di pallavolo si disputano al coperto in impianti il cui unico limite è la distanza fra l’area di gioco e il soffitto che deve essere di almeno 7m; per le competizio-ni organizzate dalla FIVB tale di-stanza deve essere di almeno 12,5 m., l’area di gioco è di forma ret-tangolare e comprende il campo di gioco (diviso in due settori di 9 m per 9 m, in tutto 18 m, separa-ti dalla rete, e delimitato da linee

che fanno parte del campo stesso), e la zona libera (evidenziata con colori diversi), cioè la superficie esterna alle linee di delimitazione del campo, che deve essere larga fra 3 e 5 m dalle linee laterali e fra i 3 e gli 8 m dalle linee di fondo.La superficie di gioco, in legno o materiale sintetico, deve essere piana ed uniforme, così da non presentare pericoli per i giocatori.Il campo è diviso in due dalla li-nea di metà campo, tracciata sotto la rete; in ogni metà campo viene tracciata la linea d’attacco posta parallelamente a quella centrale, a 3 m di distanza da essa, per deli-mitare la zona d’attacco. Le linee d’attacco sono prolungate oltre le linee laterali con cinque tratti di 15 cm, larghi 5 cm, distanti 20 cm l’uno dall’altro, per una lun-ghezza totale di 1,75 m. Dal suo prolungamento ne viene tratteg-giata un’altra, parallela alla linea laterale dal lato delle panchine, distante 1,75 m da essa chiamata Linea dell’Allenatore, che è vieta-to oltrepassare.Tutte le linee devono essere lar-ghe 4 cm e devono avere un co-lore chiaro, contrastante con la superficie di gioco.

La rete La rete è disposta ad un’altezza nella sua parte superiore di 2,43m per gli uomini, 2,24m per le don-ne e 2,35 per la mista.La misura-zione deve essere effettuata nella parte centrale e in corrispondenza dei limiti laterali del campo: men-tre sopra le linee laterali la rete può variare di non più di 2 cm oltre l’altezza stabilita, al centro dev’essere esatta. Deve comun-que essere simmetrica. Le dimen-sioni della rete sono di un metro di larghezza e da 9,50 a 10 m di lunghezza. Due bande bianche verticali, larghe 5 cm e alte 1 me-tro, sono fissate nella rete esatta-mente al di sopra di ciascuna linea laterale. Al loro interno vengono

sportlifeinstile

Page 11: Life in Stile numero 2 anno 2010

11

inserite le antenne che sono due astine in fibra di vetro di 1,80 m di altezza e 10 mm di diametro, a strisce bianche e rosse, larghe 10 cm l’una: ogni antenna si esten-de 80 cm al di sopra della rete e servono a delimitare lo spazio di passaggio della palla.

Il gioco La gara viene disputata da due squadre con sei giocatori ciascuna. Ogni squadra ha a disposizione sei riserve, compreso il libero, che, gene-ralmente, è sempre in campo in sosti-tuzione solo di un giocatore di secon-da linea, di solito il centrale, che non può mai essere il capitano in gioco. Il numero massi-mo di sostituzioni è sei, con un vin-colo: se A sostitu-isce B nello stesso set, B può rientrare in campo solo al posto di A, e tale avvicendamento è conteggiato come due sostituzioni. Per il Libero, i suoi ingressi sono illimitati, ma ci deve essere sempre un’azione di gioco fra due di questi. Gradualmente si sta introducendo anche un Secondo Libero da potere aggiungere alla li-sta dei giocatori convocati (da do-dici a tredici).Lo scopo del gioco è far cadere la palla nel campo avversario (indi-pendentemente da chi l’ha toccata per ultimo) o nella zona libera o fuori dal campo dopo un tocco di

un avversario. Ogni singola azio-ne inizia con la battuta effettuata da una squadra dal fondo della sua parte di campo. Durante il gioco il diritto alla battuta spetta a chi ha vinto l’azione di gioco precedente; il sorteggio decide chi deve battere la prima azione della partita e poi, alternativamente dei set successivi, a meno che non si

arrivi al quinto set nel quale deve essere rieffettuato il sorteggio.La partita è divisa in set, i quali a partire dal 2000 con l’introduzio-ne del Rally Point System vengo-no vinti dalla prima squadra che arriva a 25 punti, con almeno due

punti di margine dall’altra; ogni pallone giocato assegna un punto, indipendentemente da chi è in bat-tuta. In caso di parità sul punteggio di 24-24 si va avanti ad oltranza finché il margine di una delle due squadre non raggiunge i due pun-ti. Precedentemente vinceva un set la squadra che conseguiva 15 punti, con uno scarto minimo di

2 punti e ogni pun-to veniva ottenuto solo se la squadra che lo conseguiva era alla battuta, al-trimenti si otteneva soltanto il diritto al servizio (cambio palla); in caso di parità sul 14-14 il set era vinto dal-la squadra che per prima acquisiva 2 punti di vantaggio sull’altra, sebbene col tempo questo limite era stato fis-sato a 17 (quindi era possibile vin-cere un set 17-16). Al termine di ogni frazione di gioco, vi sono 3 minuti di pausa e le squadre sono obbligate a cambiare campo. La motivazione principale al cam-bio delle regole fu la necessità (dovu-ta in gran parte a motivi di program-mazione televisiva) di porre un limite alla durata degli incontri. Infatti,

sebbene anche con le regole attua-li le partite possono avere durate piuttosto diverse a seconda della durata delle azioni di gioco, tutta-via è molto raro che una singola azione si protragga per più di 5-6 scambi di palla tra le due squadre

Page 12: Life in Stile numero 2 anno 2010

12

e comunque mediamente le azioni hanno durata inferiore. Viceversa con il vecchio sistema, in presen-za di squadre con abilità parago-nabili, era molto comune che si verificassero lunghissime sequen-ze di gioco in cui sistematicamen-te l’azione di gioco veniva vinta dalla squadra che non batteva la palla, facendo sì che per molti mi-nuti nessuna squadra realizzasse punti. Ciò derivava dal fatto che la squadra in ricezione si trova nelle condizioni di attaccare per prima dopo aver ri-cevuto la palla in battuta.La partita si disputa al me-glio dei 5 set, ossia vince la partita la squadra che ne conquista tre. Nel caso si arrivi ad un punteggio di 2 set pari, il quinto viene chiamato tie-break e viene giocato ai 15 punti, sempre con il vincolo dei due punti di scarto. Tale vincolo era subentrato in un secondo momento, ri-spetto all’in-n o v a z i o n e stessa del tie-break, laddove era ancora prevista la vittoria al tetto massimo di 17-16, poi modificato onde evitare che una sola azione di gioco risultasse decisiva per le sorti di entrambe le squadre. Nel tie-break si effettua il cambio di campo al raggiungimento dell’ot-tavo punto.Le zone del campo e la rotazione

dei giocatori

Il campo è suddiviso in due zone: la zona d’attacco e la zona di dife-sa (dalla linea dei tre metri a fondo campo). Vi è un’ulteriore suddivi-sione teorica di ogni metà campo in sei zone numerate. In pratica sia la zona d’attacco sia quella di difesa vengono suddivise ognuna in tre parti e numerate: si assegna il numero 1 alla zona di difesa a destra, il numero due alla zona d’attacco a destra e si prosegue in senso orario fino alla zona 6, cor-rispondente a quella centrale di

difesa. La rotazione dei giocatori per il turno di servizio comporta che ogni giocatore all’inizio di ogni azione occupi una determi-nata zona del campo: si avranno quindi tre giocatori di prima linea e tre giocatori di seconda linea. La rotazione iniziale di ogni set viene decisa dall’allenatore che la consegnerà all’arbitro il qua-le controllerà, prima del fischio

d’inizio, l’esatta disposizione dei giocatori.La squadra che parte con il posses-so di palla è la squadra al servizio, mentre l’altra è chiamata squadra in ricezione. Il giocatore di zona 1 della squadra al servizio si porta dietro la linea di fondocampo e, al fischio dell’arbitro, mette la palla in gioco (ha 8 secondi di tempo per farlo) effettuando il servizio; la palla deve oltrepassare la rete e giungere nel campo avversario. L’azione continua fino a che la

palla non toc-ca il campo, è inviata fuori dal campo o una squadra non la rinvia correttamen-te. La squa-dra che vince un’azione di gioco conqui-sta un punto. Se il punto è assegnato alla squadra già al servizio, essa continua a servire. Quan-do la squadra in ricezione vince l’azio-ne, conquista oltre al punto anche il diritto a servire ed i suoi giocatori ruotano di una posizione in

senso orario, in modo che chi si trovava in zona di battuta passerà in zona 6, mentre il giocatore che era in prima linea in zona 2 andrà a servire in zona 1.Questa è solo una piccola presen-tazione di questo sport, lasciamo ora spazio a chi gioca sul campo…

Page 13: Life in Stile numero 2 anno 2010

13

“RONCA”DELLE MERAVIGLIELa pallavolo femminile a Roncadelle

sportlifeinstile

“Il Ronca”: le chiamano tutte così. Minivolley, Under 12, Under 13 bianca, Under 13 blu, Under 14, Under 16, Under 18, Seconda Di-visione e Serie D. Può un paese alle porte di Brescia, dotato di una polisportiva comple-ta di tutte le principali (e anche di più) discipline sportive, schierare un battaglione di squadre di pal-lavolo femminile a tutti i livelli? Evidentemente si. Non solo ci ri-esce, ma a quanto pare togliendo-si anche delle soddisfazioni. Non ultimo il primo posto in classifica della Serie D e l’ingresso nel Tor-neo Eccellenza delle debuttanti in Under 16. Ma rallentiamo un attimo e guar-diamo questo mondo dall’alto. Esso si colloca all’interno del CSCR, Centro Sportivo Comuna-

le di Roncadelle, una polisportiva che racchiude al suo interno una quindicina di attività sportive che offrono un’ampia possibilità di scelta, sia per bambini che per ra-gazzi e adulti. Per quanto riguar-da l’organizzazione e la gestione di tali attività, dei relativi spa-zi e tempi e delle risorse da po-ter sfruttare al meglio si pensi di avere in mano e giocare con delle matrioske. Tali attività sono de-legate ad un consiglio, costituito da 3 portavoce di tutte le sezioni sportive. A loro volta ogni sezione fa capo ad un presidente affianca-to da dirigenti e altri collaborato-ri. L’organizzazione interna della sezione pallavolo è affidata ad un gruppo di dirigenti, i quali si av-valgono della preziosa collabora-zione del referente degli allenatori

e degli allenatori stessi, del prepa-ratore atletico e perché no, anche dei consigli di quei genitori che seguono la carriera delle proprie ragazze. A tale proposito viene sottolineata la sempre crescente esigenza di collaborazione dei ge-nitori, per quel che riguarda alcu-ni compiti che la FIPAV impone, come l’arbitraggio, fino all’under 16 e la compilazione del referto, per ogni gara giocata in casa. Quali sono gli obiettivi che questa società si prefigge? Aggregazio-ne, agonismo, divertimento, com-petizione? Dipende dall’età delle giovani atlete e ovviamente dalla loro relativa predisposizione ca-ratteriale a trasformare il gioco in una gara e ogni punto fatto in una vittoria, personale e di squadra. In accordo con le opinioni degli

Page 14: Life in Stile numero 2 anno 2010

14

allenatori, la dirigenza ritiene op-portuno prefissarsi degli obiettivi intermedi, così che si possa per-correre la strada del successo fa-cendo tanti piccoli passi. Partiamo dal minivolley. È adat-to a bambini piccoli, dall’ultimo anno di scuola materna fino alla fine della scuola primaria, ten-dendo sempre conto del “talento” che potrebbe spinge-re ognuna di loro a bruciare le tappe: non sono pochi gli esempi di bambine che già in terza elementare pos-sono entrare a far par-te di un’under 13. Le priorità di questo pro-getto sono relative a due obiettivi interme-di: la socializzazione con i pari ed il relativo “divertirsi e giocare in-sieme”, come anche il coinvolgimento emoti-vo, che supporta la mo-tivazione ad avere una costanza per imparare e migliorarsi sempre di più. In secondo luogo, vi è l’apprendimento di capacità coordi-native, condizionali e abilità motorie che preparano il corpo a ricevere ed a elaborare informazioni e assimi-lare tecniche più speci-fiche, per poi riuscire a controllarle e organiz-zarle in relazione alle richieste ambientali. Non dimentichiamo che tutto ciò va inserito in un contesto educa-tivo e formativo, nel quale le pic-cole atlete si vedono costrette a rispettare delle regole ben precise, quali l’orario dell’allenamento, un abbigliamento idoneo alla pratica sportiva e il rispetto e l’ascolto so-prattutto dell’allenatore, ma anche delle compagne di gioco.

Il raggiungimento di tali obiettivi e di tali consapevolezze da parte delle atlete permette loro di cre-scere e di introdurre nel gioco del-la pallavolo un elemento in più: la motivazione alla riuscita e quindi la competizione, sia interna alla squadra che esterna. Dall’under 14 in poi le atlete sono iscritte ad un campionato, alla fine del quale

verrà stilata una classifica per sa-pere quale squadra ha ottenuto i ri-sultati migliori. Questa situazione richiede alle ragazze un maggior impegno e costanza negli allena-menti e la capacità di mettere in pratica fin da subito gli accorgi-menti tecnici e tattici dettati dagli esperti, per riuscire a “vedere, va-lutare e agire di conseguenza”. Il

gioco della pallavolo diviene così completo di tutti quegli aspetti che lo caratterizzano: fisico, tec-nico, tattico e psicologico. A questo punto si inizia a intrave-dere la scritta “finish”, il traguar-do, l’obiettivo finale: costruire una squadra di livello regionale con delle ragazze che arrivano dal vivaio, che fanno già parte di

questa società, che qui sono cresciute, che qui hanno trovato la loro dimensione tecnica, emotiva e agonistica. La strada è lunga e in salita ma, attraverso l’automatizzazione dei fondamentali di gio-co, che portano ad una sempre maggior fidu-cia nei propri mezzi, la creazione delle più svariate situazioni di gioco indotte dagli al-lenatori, che permetto-no alle atlete di elabo-rare strategie adeguate, una moderata competi-zione, una giusta mo-tivazione basata su un coinvolgimento emoti-vo e la collaborazione tra compagne di squa-dra, si può arrivare ad ottenere una buona prestazione e in termi-ni tecnici “una buona giocatrice”. A livello societario il raggiungimento dell’obiettivo finale porta al massimo risul-

tato con il minimo sforzo in termi-ni di risorse economiche che, data la quantità di sezioni sportive, non sono tante e vanno razionalizzate.Si è parlato delle atlete, delle loro caratteristiche, degli obiettivi e delle difficoltà, ma in tutto ciò l’allenatore che tipo di ruolo ha? Che peculiarità dovrebbe posse-dere? “Io mi sento come una mo-

Page 15: Life in Stile numero 2 anno 2010

15

neta: a due facce, che sono diver-se, ma che fanno parte della stessa cosa e in questo caso, della stessa persona” sono le parole di un’alle-natrice della sezione di pallavolo del CSCR.Secondo questa persona, un alle-natore dovrebbe sapersi relaziona-re alle atlete con la “faccia” giusta, a seconda della situazione. Essere socievoli, ridere e scherzare con le ragazze come quando si va a man-giare una pizza tutte insieme (bere una birra no perché alcune sono ancora troppo piccole), ma saper anche essere duri e intransigenti, pretendendo il massimo impegno, soprattutto nei momenti dove l’al-lenamento si fa più intenso. Per esempio, quando si allenano delle ragazze in fase adolescen-ziale qualsiasi comportamento un

allenatore adotti sembra non fun-zionare: “Ti cadono le braccia”. Spesso le ragazze non ascoltano come si vorrebbe e preferiscono “fare ricreazione” tutto il tempo dell’allenamento. A quel punto viene a mancare quell’interesse che spingeva un allenatore a fare di tutto per tirare fuori il meglio dalle proprie allieve, per preparar-le e formarle sia dal punto di vista sportivo che personale. Poi però ci si ferma a riflettere e riaffiorano alla mente i bei momenti vissuti insieme a loro, per le grandi sod-disfazioni che danno, i chili persi per le partite sofferte, ma portate a casa, per i punti importanti du-rante i quali ci si trova talmente vicino alla linea laterale del cam-po che per poco l’arbitro non è costretto ad un richiamo, al loro

entusiasmo per una bella schiac-ciata, al loro battersi il cinque nei momenti difficili per incoraggiar-si, al loro urlare nello spogliatoio dopo una vittoria e soprattutto alla possibilità che ti danno di condi-videre con loro la loro gioia. Nei casi di momentanea delusione si potrebbe lavorare con calma e con molta pazienza sulla loro mo-tivazione; o forse sarebbe meglio fare la voce grossa e sottoporle a punizioni sensate? Forse la ripo-sta giusta è una sola o forse tutte e due. Chi lo sa. Ma forse la cosa più importante è ripensare a quan-to queste ragazze trasmettono e quanto rendono orgogliosi di es-sere il loro coach. Su queste basi, può non venire naturale la forza per non mollare mai?!

Page 16: Life in Stile numero 2 anno 2010

16

VORREI SFILARE, COME LEI.Le sfilate, le copertine delle riviste, i viaggi, la moda e’un mondo affascinante, e In Posa ti puo’ aiutare ad avvicinarlo. In Posa realizza book fotografici professionali, il tuo primo passo per proporti nel mondo che desideri.Visita il nostro sito internet.

www.inposa.com

Page 17: Life in Stile numero 2 anno 2010

17

La favola dell’apnea

Come tutte le favole che si rispettano anche questa comincia con…C’era una volta un ragazzino di nome Stefano, molto fortunato, anche se non era ricco e non abitava in una bella casa. Era fortunato perchè nato vicino ad un grande amico: Il mare!A quei tempi i parti in ospedale quasi non esistevano e Stefano nac-que con il solo aiuto della levatrice…a quei tempi si usava così.

sportlifeinstile

Page 18: Life in Stile numero 2 anno 2010

18

La sua casa era talmente vicina al mare che quando il Maestrale, il Ponente o il Libeccio soffiavano, scagliando grandi onde contro le rocce, il rumoroso frangere di queste montagne d’acqua faceva vibrare le finestre della sua came-retta. Fu cosi’ che sin dai primi vagiti, Stefano respiro’ salmastri profumi. Era successo sicuramen-te qualcosa in quel frugoletto, strane alchimie avevano probabil-mente intaccato indelebilmente la sua genesi, probabilmente anche il suo DNA si modificò al punto che, crescendo, il ragazzino prese ad amare sempre più un elemento, l’acqua.La mamma era disperata, passare i pomeriggi d’estate in riva a quel mare era sempre stata una piace-vole abitudine ma ora non lo era più. A soli tre anni Stefano non passava i pomeriggi come i suoi coetanei tra sabbia e secchielli, al contrario era sempre in acqua. Domenico il suo babbo, gli aveva re-galato una maschera subacquea e il suo miglior divertimento era guardare i picco-li pesci aggirarsi nel sottocosta. Mamma Carla era esasperata, erano finiti i pome-riggi di relax sotto al sole, quel figliolo la obbligava a passare i

momenti liberi sgolandosi gridan-do continuamente:”Non andare sott’acqua, non andare sott’ac-qua!”. Proprio a lei, poveretta, do-veva capitare un figlio così, pro-prio a lei pessima nuotatrice che andava in panico con l’acqua ai polpacci.Gli anni passavano e la passione per il mare e l’ apnea in Stefano crescevano sempre piu’. A sei anni, un pomeriggio di luglio, con la spiaggia affollata una grandiosa idea baleno’ nella sua mente; sa-lire su un piccolo scoglio con la maschera indossata e una grossa pietra in mano, prendere una bel-la boccata d’aria e poi giù, seduto sul fondo con in braccio la pietra ad osservare i pesci che passavano accanto. L’imperativo era arriva-re fino a cento, contando mental-mente. Che bello era li sotto, gli schiamazzi della spiaggia scom-parivano, Stefano cominciava a

capire perché lo chiamavano “il mondo del silenzio” i colori di quei pesci erano straordinari, uno scenario fantastico, molto meglio dei filmati di Cousteau o di Vailati in bianco e nero che il ragazzino divorava con gli occhi davanti alla vecchia tv.….sessantadue…sessantatre…sessantaquattro…sessantacinque, quando improvvisamente acca-de l’imponderabile…. qualcosa, qualcuno lo aveva afferrato per i capelli e lo stava trascinando in superficie spezzando il magico momento! Appena fuori dall’ac-qua l’incrocio di sguardi tra l’esterrefatto ragazzino e l’”eroi-co” salvatore fu imbarazzante. Si vide chiaro sulla gola dell’uomo il cuore pulsare per l’agitazione, mentre Stefano lo fissava interro-gandosi del perché di tutto ciò! “Ma stai bene?” chiese l’uomo, ”Certo!” rispose il bimbo, :”E’

così bello la sotto.” “Maremma ladra! esclamò l’omone in un tremante toscano, credevo stessi anne-gando!” Oggi quel ragazzi-no ha 52 anni, la sua passione ed il suo entusiasmo non sono cambiati anzi, van-no di pari passo con la sua ormai non più verde età, continua a scendere sott’acqua

Page 19: Life in Stile numero 2 anno 2010

19

in apnea ogni volta che il tempo libero gli concede di farlo. Vi chiedete perché vi ho raccon-tato questa storia…..semplice! Mi sembra un bel modo di introdurvi in quello che considero lo sport più bello del mondo; l’apnea.L’acqua è l’elemento più impor-tante dell’ universo e il bene più prezioso dell’umanità, da lei di-pende la vita, i luoghi ove scarseg-gia sono i meno popolati ed ospi-

tali, l’uomo, fin dalla preistoria ha edificato paesi e città in posti con abbondanza d’acqua per dissetarsi e mangiare, visto che velocemen-te, l’uomo ha imparato a pescare.Se a questo aggiungiamo che secondo molte teorie la vita sul nostro pianeta è nata proprio dall’acqua e che noi stessi passia-mo i primi nove mesi della nostra esistenza immersi in un liquido possiamo comprendere come al-cuni esseri umani sentano forte

il richiamo dell’acqua e delle sue profondità.Si tratta di uomini dalla natura non completamente terrestre e come figure mitologiche si potrebbero definire metà uomini, metà pe-sci, anzi……metà cetacei! Infatti come delfini e balene queste per-sone scendono in profondità trat-tenendo il respiro.Nel vocabolario la definizione di apnea è la seguente: ”Trattenere

volontariamente il respiro” ebbe-ne una persona normale riesce a interrompere volontariamente la respirazione per un periodo varia-bile dai trenta secondi al minuto, oggi, con le varie tecniche di al-lenamento, i campioni di questo sport arrivano a trattenere il respi-ro fino a otto, nove minuti.Con ogni probabilità l’uomo scen-de sott’acqua trattenendo il respi-ro fin dall’antichità però la storia di questa attività, stranamente, si

rispecchia maggiormente nei rac-conti più recenti riguardanti i pe-scatori polinesiani di perle, le mi-tiche pescatrici giapponesi Hama e i non meno famosi pescatori di spugne greci. E proprio uno di questi ultimi che, sconosciuto ai più, è invece famosissimo tra gli apneisti di tutto il mondo: Haggi Statti; passato alla storia del no-stro sport per un’impresa compiu-ta nel 1913. A quell’epoca la nave

italiana Regina Margherita stava manovrando per dare la fonda lungo le coste greche precisamen-te nella baia di Pegadia nel Mar Egeo, per un errore di manovra la grossa ancora si sganciò e precipi-tò su un fondale di circa settanta metri, nell’incidente morì il co-mandante e si ferirono alcune per-sone. La nave era impossibilitata a svolgere qualsiasi manovra, si decise quindi di recuperare l’an-cora, ma a quei tempi le possibi-

Page 20: Life in Stile numero 2 anno 2010

20

lità di recupero erano veramente difficili se non impossibili. In paese però si sparse la voce e un pescatore di spugne, Haggi Statti appunto, si presentò affermando di poter scendere in apnea a re-cuperare l’ancora. Il medico di bordo, come riportato dai libri di bordo, sottopose Statti ad una vi-sita medica dalla quale risultò che il pescatore di spugne aveva un fisico assolutamente normale, un enfisema polmonare, una ventina di atti respiratori e una frequen-za cardiaca di circa 80-90 battiti al minuto. Senza contare che a secco aveva un’apnea di soli 40-45 secondi. Il medico di bordo pensò di trovarsi di fronte ad un aspirante suicida ma davanti alle insistenze di Haggi, che sosteneva che sott’acqua era tutto diverso, il dottore si lasciò convincere a far-gli tentare il recupero dell’ancora.Vestito solo di una camicia e pan-taloni bianchi e trascinato verso il fondo da una grossa pietra pe-sante 14,5 chili Haggi Statti iniziò

una serie di discese a profondità prossime ai settanta metri con ap-nee sempre più lunghe, purtroppo durante un primo tentativo di re-cupero ancora e catena scivolaro-no ulteriormente franando su un fondale di addirittura 84 metri! Il medico cercò di far desistere il pescatore, lui però non volle assolutamente saperne ed il gior-no seguente dopo alcuni tuffi a quell’impressionante profondità riuscì ad assicurare l’ancora ad una cima e permettere all’equi-paggio di recuperarla! Una piccola ricompensa in dena-ro fu tutto ciò che Haggi Statti chiese, dopodichè tornò alle sue fantastiche immersioni a pesca di spugne.Altri nomi mitici anche se estre-mamente recenti hanno scritto la storia di questa affascinante attivi-tà, tra questi ricordiamo Raimon-do Bucher che conquistò nel 1958 il primo record di profondità in apnea: Trenta metri! Oggi questa quota è considerata ampiamente

alla portata di molti apneisti, na-turalmente ben preparati e allenati ma a quei tempi i medici misero in guardia l’uomo asserendo che alla profondità di cinquanta metri il fisico umano avrebbe ceduto alla pressione, purtroppo per loro non si avvicinarono neppure lontana-mente alla loro previsione, come vedremo tra poco.Indimenticabile il duello tra il no-stro Enzo Maiorca ed il francese Jaqhues Majol che si affrontarono a suon di record negli anni settan-ta. La particolarità di questi due formidabili atleti era un diverso modo di concepire le immersioni trattenendo il respiro: tutto fisico e di potenza quello di Maiorca, spi-rituale e di grande concentrazione interiore quello del francese. Sta di fatto che furono loro a far avvi-cinare il grande pubblico alle affa-scinanti imprese dell’apnea.Non meno mitica è stata la sfida tra il nostro Umberto Pellizza-ri ed il cubano Francisco Ferrera detto Pipin. In un certo senso que-

Page 21: Life in Stile numero 2 anno 2010

21

sto dualismo richiama quello dei due predecessori infatti Umberto si affidava molto alle tecniche di concentrazione, pur possedendo un fisico potente ma longilineo, massiccio e muscoloso invece quello del cubano, forgiato sin da bambino nelle acque della sua iso-la per procurarsi il cibo pescando in apnea.Oggi l’apnea ha molti atleti di spicco in tutto il mondo, grazie anche alle molteplici specialità in cui si è diramato questo sport, ma se dobbiamo fare un nome non possiamo non fare quello dell’”extraterrestre”come viene soprannominato nell’ambiente: l’austriaco Herbert Nisht. Un solo numero sui tanti ottenuti da Her-bert: 214 metri! Realizzati nella specialità del No-Limits…….come si sbagliavano i medici de-gli anni cinquanta!? Senza conta-re che secondo Nisht ben presto l’uomo in apnea potrebbe attacca-re i trecento metri!Credo che questo discorso intro-

duttivo a questo fantastico e affa-scinante sport sia stato sufficiente-mente lungo e spero, interessante e piacevole. Più concretamente possiamo dire che anche qui, nella nostra zona del bresciano e dei suoi laghi, l’apnea è praticata da un numero sempre crescente di persone di tutte le età, esistono infatti diverse società sportive che in collabora-zione con la F.I.P.S.A.S. (Fede-razione Italiana Pesca Sportiva e Attività Subacquee) organizzano corsi di apnea di vari gradi nelle varie piscine di città e paesi limi-trofi. Il Garda e l’Iseo, anche se non sono esattamente affascinanti come il mare, si prestano benis-simo anche alle immersioni in apnea e se passando per le sue sponde noterete una boa con ban-dierina rossa recante una striscia diagonale bianca e accanto a lei si alzeranno due lunghe pinne che scompariranno in silenzio verso il fondo, ebbene sappiate che avete

appena visto un apneista che sta vivendo la sua favola……..la fa-vola dell’apnea.

Nei prossimi numeri trattere-mo tutte le tematiche riguardanti l’apnea: Attrezzature, specialità, società bresciane, atleti brescia-ni, tecniche di allenamento e non mancheremo neanche di parlare dei nostri laghi e dei loro fonda-li…….indossate maschera, pinne e fate un bel respiro……..si scen-de!

Stefano Govi.

Page 22: Life in Stile numero 2 anno 2010

22

Mettiamolo a fuoco.

In Immaginabile studioVia Canossi, 8/10 25030 Roncadelle -BS-Tel. Fax 030 2585976 www.inimmaginabile.com

Realizziamo immagini fotografiche per la pubblicita. Sappiamo come mettere a fuoco i vostri prodotti. Provateci. Il tennisin carrozzina

Page 23: Life in Stile numero 2 anno 2010

23

Il tennisin carrozzina

intervista a Maurizio Antonini

sportlifeinstile

Page 24: Life in Stile numero 2 anno 2010

24

L’importante non è partecipare è vincere. Soprattutto se il vin-cere rappresenta già in sé una sfida contro

le avversità, ad esempio una sfi-da contro le limitazioni fisiche (e psicologiche) che una lesione mi-dollare può creare. Abbiamo par-lato dell’importanza della pratica sportiva per le persone medullo-lese con Maurizio Antonini, che porta la sua lunga esperienza di atleta in ActiveSport a.s.d. che si occupa di promuovere le attività sportive per disabili.Maurizio vive a Travagliato, sul-la sedia rotelle a causa di una lesione al midol-lo spinale, da vent’anni è attivo nella pratica e nella divulgazione del-la cultura sport disabili. Perché a parer tuo è così importante l’atti-vità sportiva?Lo sport è un mezzo in-dispensabile per il rein-tegro psicofisico di una persona disabile: chi soffre di disabilità di norma si avvicina alla pratica sportiva duran-te il periodo della ria-bilitazione, scoprendo che quella che potrebbe sembrare una semplice fase di recupero dalla lesione è in realtà un’at-tività ludica e socializ-zante, che favorisce il recupero di piaceri fisici e psicologici. In seguito alcune persone – ma mai abbastanza, secondo me – continuano a praticare attività sportiva in ma-

niera sempre più costante, fino a diventare veri e propri atleti e a cimentarsi in gare e/o esibizioni. Ma anche senza arrivare a queste punte di passione, attraverso la pratica sportiva tutti riescono a recuperare autostima, sicurezza e forza d’animo.Questo è stato anche il tuo per-corso?Sì, la mia storia – che non è affatto unica né originale, credetemi - è esattamente questa: pensate, pri-ma del mio incidente in auto ero una persona davvero poco interes-sata allo sport. Qualche partitella a calcio, un po’ di rugby e stop.

Ma in ospedale ho conosciuto un ragazzo che mi ha introdotto al mondo sportivo, prima parlando-mene (con una certa insistenza, pensavo allora) e in seguito coin-volgendomi come spettatore in una partita di basket in carrozzina. E’ stata una sorta di epifania: da lì è cresciuta la mia voglia di sport e in breve tempo ho iniziato a pra-ticare la pallacanestro. In seguito ho allargato i miei interessi anche ad altre discipline, come l’handbi-ke e il tennisQuale è stata la molla che ti ha fatto superare la ritrosia inizia-le?

Bhe, in primo luogo ha avuto molta importan-za il fatto di poter so-cializzare con persone che condividevano i miei stessi problemi e che avevano trovato il modo per gestirli all’in-terno di un modello di vita comunque attiva. Inoltre mi son reso con-to che giocare mi aiuta-va a recuperare il mio equilibrio: mi infonde-va sicurezza e mi resti-tuiva l’idea di poter es-sere competitivo. Poi ci sono, ovviamente, i be-nefici fisici: le braccia si rafforzano, si guada-gna in stabilità e quindi si recupera molta auto-nomia, affrancandosi dal pensiero molto de-moralizzante di dover sempre aver bisogno di aiuto da altri. Che sport consigliere-sti a chi ha acquisito da poco una disabilità

Page 25: Life in Stile numero 2 anno 2010

25

motoria? Mha, non c’è una vera regola, se non quello di fare lo sport che piace di più e che permette di distogliere il cervello dalle ine-vitabili angosce di quel periodo. Personalmente raccomanderei di avvicinarsi ad una societa come la nostra per un corretto avviamento allo sport.Lo sviluppo di nuovi ausili e atrezzature ha una grande in-fluenza sulla vita di uno sporti-vo? Assolutamente sì, è inevitabile: pensi solo agli spostamenti ne-cessari per giocare le partite, o ai tanti km percorsi dagli atleti nelle gare di handbike, però il consiglio è quello di evitare le atrezzature prima di averle potute provare, che noi mettiamo a disposizione di chi fosse interessato. Cosa fa ActiveSport?ActiveSport è nata nel 2009 con l’obiettivo di diffondere la cultura sportiva tra le persone disabili nel territorio del comune di Brescia e non solo, concentrandosi in parti-colare sulle discipline di tennis e handbike.ActiveSport ha raccolto l’ espe-rienza pluriennale mia e di altri atleti bresciani «pionieri» dello sport disabili. Il nostro impegno nelle varie discipline, sia a livello amatoriale che agonistico, è quello di portare il nome dell’associazio-

ne nelle competizioni a carattere Nazionale ed Internazionale, ma sopratutto quello di essere molto attivi sul territorio nella divulga-zione presso scuole, associazioni, oratori e altri luoghi d’aggrega-zione per diffondere e proporre l’attività sportiva a tutti i portatori di handicap.Parlando di sport, vuoi lanciare un messaggio a qualcuno?Sì, anzi si tratta di due messaggi. Uno è per chi, come me, ha deficit motori: provate lo sport, vi aute-rà tantissimo. Il secondo invece è per i cosiddetti normodotati: la cosa che fa più male a noi disabili, sportivi e non, è riconoscere nei vostri gesti una nota di pietà nei nostri confronti. Non la vogliamo e non la meritiamo. ActiveSport si sta proponendo nelle scuole pro-prio per evidenziare la «diversità» come valore. Educare i bambini, che sono gli adulti del futuro ad una vera integrazione delle diver-sità, superando qualsiasi barriera mentale al fine di vederci final-mente come persone e atleti, nien-te di più e niente di meno.

ACTIVE SPORT a.s.d. Disabili Sport Cultura Integrazione

Pres.Marco Colombo 333 67 20 944

E-Mail: [email protected]

Il TENNIS IN CARROZZINAIl tennis in carrozzina è molto vi-cino al suo analogo «in piedi». Ha le stesse regole, si gioca sullo stes-so campo ed è mosso dalle stesse logiche. Le regole sono identiche con l’unica eccezzione che è con-sentito colpire la palla anche dopo il secondo rimbalzo. Per il resto, punteggio, falli, racchette e fatica sono gli stessi.

Page 26: Life in Stile numero 2 anno 2010

26

lifeinstilesalute

Page 27: Life in Stile numero 2 anno 2010

27

IL MAL DI SCHIENA (rachialgia)

Informazioni e consigli

per stare meglio

a cura di Giovanni TerraroliT.d.R. Fisioterapista

c/o Fisioter Center di Roncadelle (BS)

Il mal di schiena (rachialgia), per la sua enorme diffusione, che al giorno d’oggi ha raggiun-to, fa assumere a questo disturbo un carattere di proporzioni qua-si epidemiche. Secondo alcuni studiosi rappresenta il male del secolo, dove la vita sociale ed il benessere ne hanno favorito l’au-mento. E’ il più comune disturbo muscolo scheletrico; praticamente la quasi totalità della popolazione (4 persone su 5) ha sofferto alme-no una volta di mal di schiena e quasi sempre chi ne è colpito si sente molto limitato nelle proprie attività quotidiane e professiona-li, con gravi ripercussioni sulla qualità della vita. E’ divenuta una delle patologie più diffuse nei pa-esi industrializzati ed è una delle cause più frequenti di assenza dal lavoro, colpendo prevalentemente soggetti in età produttiva. Il trat-tamento delle rachialgie assorbe una fetta importante della spesa pubblica e privata, senza contare che in molti casi il mal di schiena cronico costringe chi ne soffre al pensionamento anticipato. E’ fon-damentale risalire alla causa del dolore per poter definire una stra-tegia di intervento corretta.

Page 28: Life in Stile numero 2 anno 2010

28

La schiena è costituita da due par-ti principali: colonna vertebrale e muscoli. La colonna vertebrale è una delle strutture più forti del nostro corpo che deve assolvere numerosi ed importanti compiti: stabilità (sostiene il tronco, gli arti superiori ed il capo); mobilità (consente tutti gli spostamenti del tronco e della testa); protezione (del midollo spinale, contenuto al suo interno).I muscoli sono attaccati alla co-lonna che è costituita da ossa che sono chiamate vertebre (33), que-ste sono unite tra di loro grazie alle faccette articolari, coppie di piccole giunture collocate nella par-te posteriore della spina dorsale, una per lato; possono essere lesionate da sforzi o dall’usura e possono produr-re rigonfiamenti ossei (osteofiti), con conseguen-te pressione sui nervi, causando dolore. E’ divisa in colonna cervi-cale (7 vertebre), dorsale (12 verte-bre), lombare (5 vertebre), sacrale (5 vertebre) e coc-cigee (4 vertebre). Nel canale verte-brale, situato al suo interno, scorre il midollo spinale, un fascio di nervi che si estende dal cervello a tutta la

colonna. Le radici dei nervi emer-gono, a coppie, una per lato dalla colonna per raggiungere il tronco, le braccia e le gambe. Fra le verte-bre sono presenti i dischi, dei cu-scinetti flessibili con una struttura piatta ed elastica composti da una parte centrale gelatinosa (nucleo polposo) ed un rivestimento peri-ferico altamente resistente (anel-lo) che permettono alla colonna di sopportare carichi notevoli, as-sorbendo urti e vibrazioni che si producono quando si cammina e si corre. La colonna vertebrale ha quattro curve fisiologiche che le consen-tono carichi dieci volte superiori rispetto ad una struttura rettilinea. Il disco intervertebrale è formato da un nucleo polposo (molto ric-co di acqua, quasi il 90%) e da un anello fibroso esterno che contie-ne il nucleo. La struttura del disco funziona da ammortizzatore. La

pressione subita dai dischi dipen-de ovviamente dalla posizione: è minima in posizione orizzontale, intermedia in posizione verticale e massima quando si è seduti o si è piegati in avanti con un peso in mano che sposta ulteriormente il baricentro. I dischi sono pratica-mente privi di innervazione; ciò se da un lato consente di muover-si senza provare dolore, dall’al-tro non permette di accorgersi delle degenerazioni discali se non quando il quadro è diventato sufficientemente grave. Con l’età il disco si impoverisce di acqua (l’abbassamento della statura con l’invecchiamento è dovuto in gran parte alla diminuzione di volume dei dischi) a seguito di processi degenerativi. L’ernia del disco è la patologia classica dei dischi intervertebrali, rappresenta la fuoriuscita (ernia-zione) del nucleo polposo attra-

verso una lacera-zione dell’anello fibroso (anulus) che lo contiene. Se il nucleo pol-poso si rompe l’ernia non si ve-rifica, ma se è in-vece l’anello che si crepa a seguito della pressione del nucleo in-terno, si verifica il prolasso, cioè l’ernia costituita dai materiali ge-nerati dalla rot-tura. E’ un’eve-nienza patologica che si riscontra indifferentemen-te sia nei maschi che nelle femmi-ne, con una leg-gera prevalenza nei primi, in età compresa tra i 20 ed i 50 anni, an-

Page 29: Life in Stile numero 2 anno 2010

29

che se non sono rari i casi di ernia in soggetti più giovani. Può esse-re la conseguenza di sollecitazio-ni eccessive, di sforzi ripetuti,di una prolungata tensione imposta al disco, di alterazioni dell’anello fibroso e delle varie combinazio-ni di tutti questi fattori. A seguito della diminuzione del contenuto di acqua nel disco ( a 70 anni vi può essere una riduzione anche del 10% della sua quantità), le vertebre si avvicinano (il disco è meno elastico); per rispondere a questa nuova situazione il disco cerca di trattenere più acqua , si gonfia (protrusione discale), pur non avendo più le strutture per-fettamente integre per contenerla. Quando questi materiali toccano le innervazioni il paziente prova dolore. L’ernia del disco è molto frequente nella regione lombare, meno nella cervicale, rara nella dorsale. La sintomatologia dell’er-nia discale si riscontra con casi clinici che si ripetono e che sono classificati in tre stadi: irritazione (dolore suscitato da manovre di stira-mento ed i cambia-menti di postura), deficit (ipovalidità muscolare, riduzio-ne dei riflessi oste-otendinei e della sensibilità tattile), paralisi (scomparsa del dolore, assenza dei riflessi osteoten-dinei, riduzione del-la sensibilità molto evidente)Secondo la localiz-zazione vertebrale, il dolore può esse-re indicato in vari modi: Cervicalgia, (dolo-re nella zona cervi-cale), impedisce o limita i movimenti del collo: la flessio-

ne, l’estensione, le rotazioni verso destra e sinistra, può essere im-provvisa e violenta; il malessere può essere talora accompagnato da nausea, vertigini, ronzii alle orecchie e agitazione. La cervi-calgia cronica, se non viene cura-ta, può portare a forti mal di testa invalidanti. La cervicobrachial-gia, riguarda un dolore al collo ed all’arto superiore, a volte con formicolii, che può arrivare anche alla mano e può essere localizzato a destra o sinistra.Dorsalgia (dolore nella zona dor-sale), riguarda una percentuale molto ridotta di mal di schiena. In genere è in forma acuta e si irradia lungo le arcate costali, talora arri-vando anche allo sterno. In questi casi può creare problemi alla re-spirazione. Lombalgia (dolore nella zona lombare), è il mal di schiena più diffuso(quasi il 90% dei casi). Nella forma acuta si avverte quan-do si solleva un peso da terra. E’ il classico “colpo della strega”, che

provoca la sensazione di strappo o bruciore tanto violento da impedi-re al soggetto di rimettersi diritto (postura antalgica). Il dolore è “a sbarra”, cioè trasversale nella par-te lombare con possibile irradia-zione al nervo sciatico ( lombo-sciatalgia), con dolore al gluteo, alla coscia, alla gamba ed al piede e con la presenza di formicolii. Il trattamento conservativo è il presidio di scelta iniziale, a meno che specifiche indagini diagno-stiche (RX, TAC, RNM, EMG), l’anamnesi e un buon esame obiet-tivo non richiamino la necessità di un intervento chirurgico urgente. In questo caso si propende per un approccio di tipo microchirurgico, in cui sono ben evidenti i vantaggi di una limitazione del trauma ope-ratorio con conseguente riduzione dei tempi di degenza e di recupero.

Le cause del dolore vertebrale sono numerose: artrosi, scolio-si, dismetrie degli arti inferio-ri, protrusioni o ernie del disco,

fratture vertebrali, traumi, infezio-ni, infiammazioni, tumori,ecc. ecc.Alcuni studi han-no evidenziato che solo il 20% delle rachialgie è provo-cato da un proble-ma specifico della colonna vertebrale (patologie rachi-dee); il restante 80% è provocato da cause non spe-cifiche, i fattori di rischio individuati da vari autori sono innumerevoli, ma schematicamente sono riassunti nella tabella 1.

Page 30: Life in Stile numero 2 anno 2010

30

Tabella 1

Fattori di rischio del dolore vertebraleCostituzionali• Patrimonio genetico• Età (il maggio rischio si riscontra tra i 25 e i 55 anni)• Sesso (il maggior rischio si evidenzia nel sesso maschile)• Statura (c’è maggior rischio nelle persone con alta statura)• Dimensione del canale spinale (c’è maggio rischio se il canale è stretto)Posturali• Atteggiamento rilassato• Alterazioni della lordosi fisiologica• Squilibrio frontale (asimmetria del bacino, scoliosi)Legati all’occupazione• Postura protratta, mantenuta per lungo tempo (seduta od eretta)• Movimentazione dei carichi (particolarmente se in flessione e rotazione contemporaneamente)• Lavori pesanti, vibrazioniLegati allo stile di vita• Fumo• Obesità, sovrappeso • Stress (fattori psicologici connessi al disagio personale o professionale)• Eccessivo esercizio fisico, forma fisica scadente, sedentarietà

Può insorgere in modo acuto (do-lore improvviso che si protrae per più giorni,) o cronico ( dolore che insorge in modo lento, in maniera subdola e che tende a recidivare). I sintomi sono: dolore sponta-neo o accentuato dai movimenti, contrattura delle masse muscolari delle zone circostanti, difficoltà o impossibilità ad eseguire i mo-vimenti, rigidità del tronco (lom-balgia) o del collo (cervicalgia) causato da una lesione muscolare, legamentosa, articolare e discale che si accompagna a fenomeni infiammatori. Il dolore acuto a livello del rachide è, quindi, un segnale di allarme per un’avvenu-ta lesione, una reazione di difesa, uno stimolo a cambiare posizione; ha un ruolo protettivo e adattati-vo, serve ad impedire i movimenti che possono danneggiare ulterior-mente la colonna vertebrale.Trattamento, informazioni e con-sigli per stare meglioPrevenzione generica

• Mediante attività fisiche adegua-te (es. passeggiate,corsa, ginnasti-ca, nuoto, bicicletta);Ovviamente da non fare durante le fasi di acutizzazione/riacutizza-zione del dolore!• Mediante il controllo del peso corporeo (ridurre il peso eccessi-vo).Adeguate abitudini alimentari, in associazione ad un aumenta-to esercizio fisico, rappresentano l’unico sistema razionale e valido per risolvere il problema anche se “costano” più fatica che ricorrere a farmaci per ridurre l’appetito oppure seguire diete stagionali che danno risultati transitori e che non esenti dal rischio di effetti ne-gativi collaterali.Prevenzione specificaDa attuare in ogni momento della giornata, in ogni gesto della vita quotidiana, nell’espletamento del-le attività, anche le più comuni.• Evitare di sollevare i pesi in modo scorretto;

• Evitare il mantenimento prolun-gato di posizioni scorrette, di par-ticolare impegno per i legamenti, i dischi, i muscoli;Terapia della fase acutaDipende dalla diagnosi formulata dal medico. • Il riposo (con astensione delle attività lavorative e/o sportive) e l’uso di un busto o corsetto semi-rigido che metta a riposo la mu-scolatura paravertebrale. E’ bene ricordare però che l’uso prolunga-to del busto provoca un disuso dei muscoli della colonna causato dal-lo scarso esercizio e ciò comporta, a sua volta una sempre maggiore dipendenza dal busto. L’impiego ideale, quindi, è quello di poche ore, fino a qualche giorno; la so-spensione deve essere realizzata in modo progressivo;• Terapia farmacologica: Farmaci Antiinfiammatori Non Steroidei (FANS), analgesici, miorilassanti, cortisonici);• Terapia fisica: Ultrasuoni, Raggi

Page 31: Life in Stile numero 2 anno 2010

31

Infrarossi, Ionoforesi, Elettrotera-pia, Magnetoterapia, Radar, Laser, Trazioni, ecc.;•Massoterapia (massaggi terapeu-tici decontratturanti);• Riabilitazione, rieducazione po-sturale e ginnastica medica I vari specialisti concordano sull’importanza della riabilitazio-

ne nel trattamento di questa pato-logia e la difficoltà consiste nello scegliere il metodo migliore da un menù piuttosto vario di tecni-che (Mezieres, Souchard, Pilates, Mc Kenzie, ecc.) che sono oggi a disposizione dei fisioterapisti: posture di scarico, esercizi in fles-

sione, esercizi in estensione, mobilizzazio-ni, esercizi di stretching, gin-nastica respira-toria, trazioni e tecniche di ri lassamento psicofisico.

Il paziente deve convincersi che il mal di schiena deve essere prevenuto e non su-bito, deve conoscerne le possibili cause per poterle evitare, quando possibile. I consigli che seguono sono per-ciò fondamentali, soprattutto per coloro che soffrono di attacchi di mal di schiena e vorrebbero cer-

care di preve-nirli:• Migliorare la postura: assu-mere una po-stura corretta è fondamentale per prevenire il mal di schiena• Usare le scarpe giuste: le donne non

dovrebbero usare scarpe alte, si raccomanda l’uso di scarpe da ginnastica, perché sono comode e minimizzano le onde d’urto allo scheletro• Sedere in modo corretto e gui-dare comodamente: preferire le sedie ed sedili rigidi, utilizzando un rotolo lombare o un piccolo

cuscino dietro la parte bassa della schiena per mantenere la naturale leg-gera curvatu-ra all’indietro della colonna lombare• Sollevare pesi nel modo cor-

retto: quando solleviamo i pesi piegare le gambe ed evitare di sol-levare carichi troppo pesanti• Dormire nella giusta posizione, usando un cuscino basso: accer-tarsi che il letto abbia un buon materasso, solido ma comodo, che non deve curvarsi sotto il proprio peso, ed evitare di dormire con più cuscini sotto la testa; è bene quindi usare un solo cuscino, in modo che quando si dorme di lato, il collo resti in linea con il resto del corpo.• Mantenersi in forma con una adeguata attività fisica: l’eserci-zio fisico aiuta a prevenire il mal di schiena aumentando le capacità del tronco di sostenere i carichi.I nostri corsi individuali e col-lettivi di Ginnastica Medica e Rieducazione Posturale nascono dall’esperienza acquisita dopo tanti anni di lavoro svolto in am-bito riabilitativo; sono tenuti da fisioterapisti specializzati, arti-colati in 8 lezioni di un’ora due volte alla settimana, lo scopo non è solo educativo, oltre ad insegna-re al paziente le posture corrette che dovrà mantenere durante le attività della vita quotidiana (la-voro e riposo), comprende anche programmi di esercizi e posture che potrà poi eseguire a domici-lio autonomamente, con lo sco-po di mantenere la funzionalità articolare e muscolare, evitare le recidive e ridurre la sintomatolo-gia dolorosa se presente. Vengono insegnati inoltre esercizi e posture da assumere in caso di riacutiz-zazione del dolore, in modo tale che sia in grado di autogestire, in parte la propria schiena. Le attivi-tà svolte sono diverse e compren-dono: posture di scarico, esercizi di mobilità, esercizi di stretching, esercizi di tonificazione ed allun-gamento, esercizi di rieducazione posturale, ginnastica respiratoria e rilassamento psico fisico.

Page 32: Life in Stile numero 2 anno 2010

32

Via Sergio Bresciani, 11 25124 Brescia 030.32.29.584 - 030.24.16.569

La NRG è nata dall’idea di presentare alle azien-de Bresciane un unico punto di riferimento per qualsiasi esigenza di trasporto nazionale ed in-ternazionale.Il nostro impegno è quello di assistere il cliente in ogni necessità, convinti che il rapporto umano diretto e continuativo sia la base fondamentale per garantire un’ efficiente servizio.Tuttavia come NRG non trascuriamo l’importan-za di poter proporre ai nostri clienti strumenti e tecnologie per facilitare ed accelerare il lavoro di gestione, ricerca e rintracciabilità delle spedizioni attraverso la costante ricerca di nuove tecnologie e allo sviluppo di software dedicati.

Andiamo lontano.Ti restiamo vicino

Page 33: Life in Stile numero 2 anno 2010

33

Via Sergio Bresciani, 11 25124 Brescia 030.32.29.584 - 030.24.16.569

La NRG è nata dall’idea di presentare alle azien-de Bresciane un unico punto di riferimento per qualsiasi esigenza di trasporto nazionale ed in-ternazionale.Il nostro impegno è quello di assistere il cliente in ogni necessità, convinti che il rapporto umano diretto e continuativo sia la base fondamentale per garantire un’ efficiente servizio.Tuttavia come NRG non trascuriamo l’importan-za di poter proporre ai nostri clienti strumenti e tecnologie per facilitare ed accelerare il lavoro di gestione, ricerca e rintracciabilità delle spedizioni attraverso la costante ricerca di nuove tecnologie e allo sviluppo di software dedicati.

Andiamo lontano.Ti restiamo vicino

Page 34: Life in Stile numero 2 anno 2010

34

A Varese per la prima gara del

18th Golf Cup 2010.

sportlifeinstile

Page 35: Life in Stile numero 2 anno 2010

35

Nella splendida cor-nice del Golf Club Varese, dove ogni buca offre scorci di incomparabile

bellezza sul Monte Rosa, i laghi Maggiore, di Varese e di Monate, sul Sacro Monte ed il Campo dei Fiori, che lo ripa-rano dai venti freddi del Nord, si è svolta la prima gara del 18th Golf Cup 2010, orga-nizzata quest’anno su 7 eventi. Nonostante il cattivo tempo dei giorni precedenti, sa-bato ci ha regalato bel tempo con sole e cielo azzurro durante tutto lo svolgimento del-la manifestazione. La gara, ha visto sul tee di partenza un nutrito gruppo di con-correnti. Il difficile percorso del Club è un par72, ampliato verso la metà degli anni ‘50 è stato di-segnato (Gannon, Blandford e in seguito rivisita-to da Baldovino Dassù) su un terreno natural-mente ondulato dove è molto difficile poter giocare una pal-la perfettamen-te in piano. Al campo, con il passare del tem-po, sono state apportate co-stanti migliorie, in particolare, nel 1992, gra-zie all’impianto di irrigazione computerizzato, si può garantire un terreno di gio-co ottimale in qualsiasi stagione. Ogni buca è completamente diffe-rente ed ha le sue specifiche carat-teristiche. Dal tee, essendoci molti

dogleg, bisogna sapere lavorare la palla in draw o in fade ed in al-cuni casi saper rinunciare al drive, per non incorrere nel rischio di non piazzare la palla nei punti più ampi del fairway. Anche i green

non sono facili, infatti presentano ondulazioni e doppie pendenze molto accentuate; fortunatamente, non essendo rapidi, difficilmente si incorrerà nei classici tre putts.

Tutte le buche sono circondate da un’incredibile varietà di alberi se-colari. La più suggestiva è la 10, par 4 in discesa, che offre una vista spettacolare sul lago e sulle Alpi. Altre buche da affrontare con ri-

spetto sono la 11, par 4 dogleg de-stro e la 16, par 4 dogleg sinistro, in salita. Il Green Fee va da 55 a 75 euro (feriale o festivo). Il golf a Varese nacque nel 1897 (quindi ha la bellezza di 113 anni) e si sta-

bilì definitivamente a Luvinate nel 1934. La Club House sorge in un antico monastero, edificato nel XII seco-lo dai “Magistri Co-smacini”, che ospitò le suore benedettine fino al XV secolo, quando San Carlo Borromeo ne decretò la chiusu-ra. Negli anni recenti, importanti lavori di re-stauro e ristrutturazio-ne, ne hanno migliora-to ricettività e comfort. Per la cronaca, la gara organizzata sulle 18

buche, con formula Stableford 3 categorie, ha premiato nella 1a Hcp, il 1° netto di Aldo Colla; il 1° lordo di Paolo Clerici; il 2° netto di Stefano Gadaldi. Nella 2a cate-

goria: il 1° netto Giuseppe Retto e il 2° di Gior-gio Nedo. Nella 3a categoria: il 1° netto di Vit-torio D’Alessio, il 2° di Federico Vanetti. Tra le Ladies ha vinto Giorgia Erbet-ta, tra i seniores Sergio Schinet-ti. Premi specia-li: nearest to the pin (buca 3) e Driving Contest (buca 6) rispet-

tivamente a Riccardo Cornacchia e Michele Mora.

Page 36: Life in Stile numero 2 anno 2010

36

Page 37: Life in Stile numero 2 anno 2010

37

L’ESPLOSIONE DELLE SKY-RACE

NEGLI ANNI 2000Negli ultimi anni c’è stato un

grande incremento del numero di atleti e di appassionati interessati ad avere esperienze in gare podistiche

ambientate in alta montagna, manifestazioni che gli addetti ai

lavori chiamano sky-race (cioè corse che prevedeno un tracciato che si

sviluppi in quote che tocchino almeno i 2500 metri di altitudine).

sportlifeinstile

Page 38: Life in Stile numero 2 anno 2010

38

Questo interessamento a praticare tali gare è dovuto a molteplici fat-tori i più importanti dei quali sono senza dubbio la possibilità di po-ter vivere in modo diverso un tipo di sport “classico” quale è l’atleti-ca, praticandola in ambienti che il più delle volte sono decisamente caratteristici e indimenticabili, dato che i tracciati quasi sempre toccano parchi naturali e zone protette e il poter mettere alla pro-va il proprio fisico in situazioni che non sono comuni nell’ambito cittadino.Per poter capire l’importanza as-sunta ultimamente da questo tipo di gare basti pensare che, solo in Italia a partire dal 2000 cal-

colando le varie edizioni di ogni singola manifestazione, sono state organizzate circa mille sky-race che, potendo contare su un minimo (restando bassi) di 200 concorrenti l’una, hanno attirato complessivamente quasi 200.000 atleti provenienti da tutte le re-gioni italiane e anche da vari al-tri stati europei. Per questo si può senza ombra di dubbio affermare che le sky-race sono state un feno-meno capace di consolidarsi in un tempo molto breve, visto anche la nascita di una federazione interna-zionale che si occupa di gestire un calendario mondiale con dei rego-lamenti specifici e di una italiana, la FISKY (Federazione Italiana

Skyrunning), che da anni ormai opera in Italia per ampliare il nu-mero di appassionati.Numerose sono poi le società sportive che cercano di offrire agli atleti manifestazioni impec-cabili dal punto di vista organiz-zativo e che possano lasciare un ricordo indelebile con tracciati dal fondo più vario (sentieri e mulat-tiere, ghiaia, roccette, tratti inne-vati, prati e passaggi con corde per esempio) e dai paesaggi che lasciano veramente qualcosa nel cuore di chi li può vedere.Tra queste società una delle più attive in questo decennio è stata senza dubbio la Promosport Valli Bresciane, che ha saputo coniuga-

Page 39: Life in Stile numero 2 anno 2010

39

re in modo esemplare la volontà di organizzare gare in alta quota con la finalità di far conoscere e apprezzare parti del territorio lom-bardo sconosciute al grande pub-blico. Le due gare più rinomate targate Promosport sono l’esem-pio sia di questa volontà che più in generale delle sky-race. La Blumon Marathon e il Gir de le Malghe hanno infatti percorsi che ben rapresentano le cosiddet-te “maratone del cielo”, in quanto si diramano lungo tracciati di più di venti chilometri, in una natura a tratti ancora selvaggia (come quando nella Blumon Marathon

si attraversa il Parco dell’Adamel-lo in alcuni tratti ancora innevati anche in luglio al momento del-la gara) e incontaminata, che per prima spinge l’atleta a cercare di mettersi alla prova, per capire quale sia il proprio limite in am-bienti allo stesso tempo inospitali ed eccitanti.Ormai il calendario italiano di sky-race è talmente fitto che è praticamente impossibile trovare un fine settimana da aprile a fine settembre senza di esse, lungo tut-to l’arco della penisola, con una logica prevalenza (vista la confor-mazione del territorio) dal punto

di vista numerico di quelle che si svolgono nella zona alpina.Per chi volesse saperne di più vi segnaliamo il sito della Promo-sport Valli Bresciane, www.pro-mosportvallibresciane.it, in cui oltre che ad essere presente una sezione dedicata alle gare da essa organizzate, vi è anche un forum molto attivo in cui atleti e appas-sionati si ritrovano per potersi scambiare opinioni e la possibilità di iscriversi ad una newsletter che consente a tutti di rimanere co-stantemente informati riguardo al mondo delle sky-race.

Page 40: Life in Stile numero 2 anno 2010

40

SAVOIR-FAIREProdotti e metodi professionali

di riconosciuta efficaciasviluppati e brevettatinei nostri laboratori.

EFFICACITÉ PLAISIRArmoniose texture e packaging raffinati per esaltare il piaceree i sensi delle vostre clienti.

Un marchio di prestigiocon manualità esclusiveper valorizzare il vostro

savoir-faire.

JDE ITALIA Importatore e Distributore esclusivo per l’Italiatel 0536 801554 - fax 0536 805626 - [email protected] - www.jean-destrees.it

Page 41: Life in Stile numero 2 anno 2010

41

l’arrivo di un nuovo amico

a cura di: Andrea Altini

Dopo aver analizzato (nello scorso numero) le riflessioni che ci porteranno a

decidere se adottare un cane oppure se non fa al caso nostro affrontiamo ora i

momenti successivi alla scelta di aumentare il nostro nucleo familiare inse-

rendo un amico quattrozampe. Per prima cosa, per una buona organizzazione,

pensiamo a cosa potrebbe servire nel momento in cui arriva a casa.

Se intendiamo tenere il nostro amico in giardino forse una buona idea non è

quella di farlo arrivare in pieno inverno in quanto un cucciolo di poco più di 2

mesi potrebbe rischiare di ammalarsi anche seriamente

salutelifeinstile

www.canamico.it

Page 42: Life in Stile numero 2 anno 2010

42

Ci saremo quindi preoccupati di preparare un piccolo “nido” ac-cogliente dove ad esempio po-tremmo inserire anche un sem-plice oggetto (straccio o altro) prelevato dal luogo dove fino a pochi istanti prima ha vissuto. Se la sua dimora sarà all’interno di una casa non scordiamoci di at-trezzarci di giornali o pannoloni appositi per i suoi bisogni perché inizialmente non vi chiederà an-cora di essere portato fuori per i suoi bisogni. Quindi mettiamo in conto di trovare delle belle “sor-presine” sparse per la casa. Per le sue passeggiate ci saremo pro-curati il necessario (guinzaglio, pettorina, sacchetti per raccoglie-re i bisogni). Per quanto riguarda l’alimentazione ricordiamoci di preparare due ciotole per acqua e cibo. Si suggerisce a questo pro-posito di non cambiare radical-mente le sue abitudini alimentari e una buona idea è quella di farsi dare una quantità di cibo che fino ad allora ha consumato per poi effettuare un eventuale graduale

cambio previa consultazione con il veterinario. E ora parliamo più in dettaglio di quest’ultima figura. Il “Dottore” sarà il garante della sua salute e preoccuparsi di sceglierne uno prima dell’arrivo di “Fido” è importante. Il primo approccio è consigliabile effettuarlo senza visita ma solo con un incontro di cortesia e abbondanti coccole (im-maginiamo uno sconosciuto con un bel camice bianco che la prima volta che si avvicina è per farci una bella iniezione nel nostro adorato posteriore). Probabilmente l’asso-ciazione negativa che farà di que-sta figura potrebbe compromette-re sereni incontri successivi. Ora è arrivato il momento emozionante di andare a prenderlo e finalmente portarlo a casa con noi. Pensiamo quindi a cosa può provare il cuc-ciolo nel momento in cui viene staccato dalla mamma ed even-tualmente anche dai suoi fratelli. Di colpo la sua vita cambia! Per-fetti sconosciuti lo prelevano dal suo “nido” e per lui ogni certez-za è di nuovo da ricostruire. Non

sottovalutiamo il viaggio verso la nuova dimora! Frequenti soste per i bisogni e nel caso di giornate calde anche di una buona ciotola di acqua fresca possono abituarlo all’auto in modo graduale. Maga-ri evitiamo, presi dalla felicità, di ascoltare musica ad alto volume e di riempire l’abitacolo di fumo con un “buon” toscano o sigaret-te. Se il nostro nuovo compagno non dovessere stare bene potreb-be associare questo malessere a quello strano oggetto metallico con 4 ruote che gli umani chia-mano automobile. E questo ci si ritorce contro… Potremmo avere in seguito un cane che ogni volta che lo vogliamo portare a spasso si ribelli non volendone sapere di salire. Il nostro compito in questa prima fase sarà proprio quello di diventare dei punti di riferimento positivi in modo da avere la base per iniziare un buon percorso edu-cativo.

Page 43: Life in Stile numero 2 anno 2010

43

Le relazioni tra uomo e cane

a cura di Anna Mazzoncini

Quando una famiglia decide di adottare un cucciolo, di qualsiasi specie esso sia, è molto importante che dietro a questa scelta ci sia un progetto. Spesso le aspettative

che i membri della famiglia hanno nei confronti del nuovo arrivato vengono disattese dai disagi che sin da subito un cucciolo provoca intorno a lui.

Psicologa

Page 44: Life in Stile numero 2 anno 2010

44

I bisogni in giro per casa, i pianti di notte se lasciato solo, i calzini rosicchiati se si tratta di un cagnolino e le tende tirate se si tratta di un

micetto… spesso poi i bambini di casa sono più interessati al gioco con il nuovo arrivato che all’accu-dimento dello stesso. L’arrivo di un nuovo amico è in-nanzi tutto un’ottima occasione per insegnare ai propri figli il sen-so di responsabilità, non soltanto nei confronti del nuovo arrivato ma anche e soprattutto nei con-fronti di chi ci circonda (inse-gnare ad esempio ai bambini che i bisogni del proprio cane vanno raccolti aiuta a fare comprende-re che un ambiente pulito senza carte e rifiuti fa stare meglio tutti, inclusi gli amici a quattro zampe) . Le regole sono molto importanti anche tra esseri umani e il rispet-

to delle stesse è garanzia di buone relazioni.Cosa vuol dire scegliere il cuccio-lo in base ad un progetto? Spes-so chi adotta un animale non si sofferma a leggere, come farebbe nel caso di acquisto di un elettro-domestico, le istruzioni per l’uso! Facendolo scoprirebbe che ogni animale, proprio come noi, ha at-titudini e sensibilità diverse e sco-prirebbe che è molto importante conoscerle per non restare delusi e per rispetto dell’amico a quattro zampe. Non è carino pretendere che un maltese nuoti per ore con noi o che un pastore tedesco resti per ore tranquillo in salotto…il fatto che un cane da guardia abbai in appartamento ad ogni rumore è un problema nostro non del cane che svolge in modo corretto il suo compito in base all’attitudine del-la razza!

Un buon veterinario comporta-mentalista e un buon educatore cinofilo sono fondamentali sia nella scelta del cane che nel per-corso per raggiungere al meglio gli obiettivi preposti.Il ruolo dello psicologo si inse-risce poi nel progetto per indivi-duare aree di azione che possono coinvolgere i membri della fa-miglia al fine di trovare qualche buona soluzione a problematiche psicosociali.Ad esempio una famiglia che si chiude intorno ad un problema legato alla diversità di un bimbo può usare il nuovo arrivato per aprire casa…qualsiasi bimbo alla presenza di un cucciolo si scioglie e fa gruppo intorno allo stesso e al suo proprietario.

Page 45: Life in Stile numero 2 anno 2010

45

IL diario di Chiara

Ciao, ben ritrovati! Sono Chiara e questa volta ho pensato di raccontarvi l’ar-rivo di Luna a casa mia.Quando mio fratello Andrea, mia mamma ed io siamo andati a prendere Luna provavo una fortissima emozione. Appena arrivati all’allevamento una signora ci ha fatto entrare in un ufficio dove c’era una piccola cassa con dentro della paglia: lì abbiamo trovato Luna. Io ero felicissima, avevo preso Luna in brac-cio e lei mi aveva subito leccata. In macchina non si era mossa dalle mie gam-be. Arrivati a casa abbiamo cercato subito di far sentire a proprio agio Luna che era un po’ spaesata dato che era la prima volta che vedeva un luogo così grande rispetto al cassone dove aveva vissuto fino ad allora. Luna non riusciva a camminare bene sul marmo perché scivolava in continuazione e così, invece che camminare, strisciava. Per ripararsi si nascondeva sotto al mobile vicino al portone d’ ingresso e guardava fuori facendo spuntare solo la testolina. Il primo giorno eravamo tutti emozionati compresa Luna. La prima notte non voleva restare sola e così, mamma e papà, dovevano restare con lei e coccolarla per tranquillizzarla. I primi mesi la mamma ha dovuto pulire i pavimenti pratica-mente tutti i giorni perché Luna non aveva ancora imparato ad uscire per fare i bisogni. Quando abbiamo portato Luna dal veterinario abbiamo scoperto che aveva la bronchite e così ogni giorno dovevamo farle l’aerosol mettendola in una gabbietta chiusa da un sacco nero e, attraverso un buco, far entrare il fumo. All’ inizio avevamo paura che Luna non imparasse mai le regole di casa, ma ci siamo resi conto che invece è una cagnolina molto intelligente e questo ci ren-de molto felici. Luna si è inserita in famiglia positivamente e si è affezionata a tutti. Per me Luna non ha molte paure, piuttosto, in certe occasioni, prova delle grandi emozioni. Arrivederci, vi aspetto nel prossimo numero di questa rivista per raccontarvi nuove cose!

Chiara Cherbaucich

Page 46: Life in Stile numero 2 anno 2010

46

Naturalmente bella

Aura Pura Bellezza e Benessere - P.le Europa 67 - 25068 Sarezzo (BS) - Tel. 030 8901412Zen Zero - Via Borgo Regio 10 - 25015 Desenzano del Garda (BS) - Tel 030 9127218

Annros Beauty and Wellness - Via Trieste 96/f - 26010 Camisano (CR) - Tel 0373 77174Nerone - Viale Repubblica 24 - 25049 Iseo (BS) - Tel 030 9822053

Monica Studio di Estetica - Via Divisione Acqui 76 - 25126 Brescia (BS) - Tel 030 3733028Studio Estetica La Perla - Via delle Tofane 10 - 25128 Brescia (BS) - Tel 030 383454

Jolie - Via Chiesa 67 - 25040 Camignone (BS) - Tel 030 6854493Filing Centro Estetico - Via Valgimigli 9 - 25100 Brescia (BS) - Tel 030 398895

JDE ITALIA Importatore e Distributore esclusivo per l’Italia - tel 0536 801554 - fax 0536 805626 - [email protected] - www.jean-destrees.it

Trattamentoal Cioccolato e Cocco

Trattamento con candela

Page 47: Life in Stile numero 2 anno 2010

47

Naturalmente bella

Aura Pura Bellezza e Benessere - P.le Europa 67 - 25068 Sarezzo (BS) - Tel. 030 8901412Zen Zero - Via Borgo Regio 10 - 25015 Desenzano del Garda (BS) - Tel 030 9127218

Annros Beauty and Wellness - Via Trieste 96/f - 26010 Camisano (CR) - Tel 0373 77174Nerone - Viale Repubblica 24 - 25049 Iseo (BS) - Tel 030 9822053

Monica Studio di Estetica - Via Divisione Acqui 76 - 25126 Brescia (BS) - Tel 030 3733028Studio Estetica La Perla - Via delle Tofane 10 - 25128 Brescia (BS) - Tel 030 383454

Jolie - Via Chiesa 67 - 25040 Camignone (BS) - Tel 030 6854493Filing Centro Estetico - Via Valgimigli 9 - 25100 Brescia (BS) - Tel 030 398895

JDE ITALIA Importatore e Distributore esclusivo per l’Italia - tel 0536 801554 - fax 0536 805626 - [email protected] - www.jean-destrees.it

Trattamentoal Cioccolato e Cocco

Trattamento con candela

Val di Genova Tracce d’Alaska

Di Riccardo Ghirardi

La neve fresca scesa negli ultimi giorni, l’aria fredda e pungente

che scende dalla valle mi ricorda il clima rigido che a febbraio ho

incontrato in Alaska, la temperatura oscilla intorno ai – 12° ma più

avanti arriverà anche a – 17°, sono le condizioni ideali per provare

il nuovo slittino che userò durante l’Iditarod, all’interno ho un

fornellino, qualcosa da mangiare ed alcuni indumenti di ricambio,

sulla schiena un camel-bag in modo che l’acqua stando a contatto

con il calore del corpo non si geli.

La Val di Genova è una valle laterale della Val Gardena che da

Carisolo s’inoltra tra l’Adamello e la Presanella, terminando dopo

17 km nella piana di Bedole ai piedi delle spettacolari vedrette delle

Lobbie e del Mandrone.

sportlifeinstile

Page 48: Life in Stile numero 2 anno 2010

48

Da ognuna delle val-li laterali, selvagge ed apparentemen-te impenetrabili, ricoperte da fitti

boschi di conifere si gettano delle spettacolari cascate, la più famo-sa è quella di Nardis che con un salto di oltre 100 metri convoglia le acque del torrente omonimo nel sarca che dal Mandrone percorre tutta la Val di Genova creando spettacolari angoli e strette gole.Durante il perio-do estivo la valle offre la possibilità di soddisfare ogni tipo d’esigenza dalle passeggiate ind imen t i cab i -li alle escursioni alpinistiche in un ambiente affa-scinante e protet-to grazie anche all’ente del Parco Naturale dell’Ada-mello Brenta che attraverso un pro-getto innovativo preserva un am-biente delicato e fragile, permet-tendo la mobilità nella valle nel pie-no rispetto della natura.L’accesso alle macchine è limita-to e l’importanza di mezzi alterna-tivi quali bus-na-vetta e biciclette permettono a tutti i turisti di tornare a godere di una natura straordinaria ed apprezzar-ne le bellezze.Il nuovo “sentiero delle cascate”, complessivamente facile e como-do segue l’intero fondovalle da Ponte Verde (960 m) sino al rifu-gio Bedole (1640m) permettendo

di ammirare le cascate più famose (Nardis e Lares) e quelle più na-scoste (Casina, Muta e Pedruc).Sembra che tutti gli elementi del paesaggio alpestre siano stati ra-dunati qui a formare un quadro unico, tanto d’estate la Val di Ge-nova è una valle per tutti, d’inver-no si trasforma e per assaporare la sua bellezza ed il suo silenzio bi-sogna esplorarla nella sua intimità e nella sua durezza stretta in una

morsa di freddo, neve e ghiaccio.Ho lasciato la macchina nelle vi-cinanze della Prisa, sono le 5 di una notte stellata, il debole chia-rore della luna fatica a schiarire la carreggiata ed i fitti pini colmi di neve nascondono le cime circo-stanti.

Solo il chiarore della mia lampada frontale schiarisce il sentiero se-gnato dal passaggio d’alcune mo-toslitte passate il giorno prima.Il vento che scende dalla valle è pungente e sono costretto ad in-filarmi una giacca in goro-tex e delle muffole pesanti per tenere le mani al caldo.Alle prime ore del mattino il sole fa la sua comparsa dalle vette dell’Adamello, davanti ai miei

occhi il paesaggio è semplicemente stupendo, l’azio-ne del vento sulla neve ha creato un leggero strato di nevischio che si confonde con il chiarore del sole che illumina le cime, maestose, dense di storia.Le montagne sono di tutti e non co-noscono confini, mi è difficile pen-sare che su queste creste l’esercito italiano e quello austriaco si af-frontarono duran-te la prima guerra mondiale e che centinaia di gio-vani coraggiosi perirono su queste montagne.La giornata pro-mette bene, il sole mi dovrebbe ac-compagnare per tutto il giorno, seguirò l’itinera-

rio classico lungo la carreggiabile che riesco a distinguere grazie alle molteplici varabili create dalla neve sul terreno.Il silenzio è immenso e Ë interrot-to solo dal rumore delle racchette che affondano nella neve fresca, la nube che il fiato crea davanti

Page 49: Life in Stile numero 2 anno 2010

49

ai miei occhi ha un qualcosa di mistico, la valle che d’estate ap-pare amico ora ti chiede rispetto e ti ridimensiona di fronte alla sua maestosità.Di tanto in tanto lascio la traccia per provare traiettorie diverse che lungo i pianori degli alpeggi mi portano nella vicinanza di baite sperdute in cui si può trovare rifu-gio in caso di necessità, più avan-ti, nelle piccole radure di quota si muovono numerosi i camosci, mentre nelle pareti rocciose nidi-ficano alcune coppie d’aquila re-ale, gli stambecchi, che qui erano scomparsi, sono stati recentemen-te reintrodotti nel parco ed ora si segnalano una quarantina d’esem-plari, sarà difficile avvistare qual-cuno di questi animali, spero in ogni caso di aver fortuna e di po-ter cogliere almeno un frangente della loro presenza.La strada comincia a salire ed il cammino inizia a farsi faticoso, in località Ponte Rosso l’aria che scende dalle vedrette sovrastanti si fa più rigida, questo è il punto più freddo dell’intera valle, qui la car-reggiabile che d’estate è transitata solo da bus navetta si fa più impe-gnativa ed attraverso una serie di tornanti mi porta nelle vicinanze della cascata Cascina Muta.La valle comincia ad allargarsi e tutto è coperto da una folta coltre di bianco uniforme, camminando affondo fino alle ginocchia.Giungo al rifugio Stella Alpina, alla mia destra si apre la Val Gab-biolo e sulla mia testa padroneg-gia la Presanella, più avanti nelle vicinanze della cascata Pedruc potrò ammirarla in tutta la sua bellezza.Prevedevo di arrivare al rifugio Bedole in 5 ore ma ho davanti a me ancora 5 km di neve fresca, il paesaggio Alaskano è molto simi-le in questo tratto, il “trail” passa attraverso fitti pini per poi allar-garsi improvvisamente in radure,

s’incontrano torrenti ghiacciati nascosti da una coltre di neve, pas-so dopo passo si entra in contatto con l’ambiente circostante, come spiegare certe sensazioni, come spiegare questa simbiosi con la natura ed il paesaggio….La piana e gli alpeggi mi fanno capire che sono finalmente vicino alla Malga Bedole ed al rifugio, ancora una serie di tornanti tra i pini che sovrastano il pianoro e sono arrivato, mi giro ad osser-vare, la valle si presenta nuda in tutta la sua bellezza, sullo sfon-do padroneggia il gruppo Brenta illuminato dal sole che ora è im-pegnato a riscaldare l’altra parte della Val Rendeva.Ho impiegato 5 ore per percorrere 16 km, l’accesso al Rifugio Bedo-le è impedito dalla neve che arri-va a coprire le finestre, continuo ancora per una mezz’ora lungo la valle Marot, il sentiero si fa sem-pre più stretto, la valle si chiude intorno a me e mi sento abbrac-ciato dalle vedrette delle Lobbie e dalle creste d’Ango Mingo.La temperatura e scesa a -15° ma il sole riscalda ancora la mia schiena, tra poco sarò al Ponte delle Cambiali ed in breve alla Malga Matarot dove mi riposerò alcuni minuti prima di incammi-narmi verso il ritorno.Alcuni cacciatori hanno parcheg-giato qua le loro motoslitte, mi auguro di tutto cuore che la loro caccia vada male.Per chi vuole assaporare un’av-ventura indimenticabile, consiglio di portare con se una canadese e di assaporare l’esperienza di una notte sotto il cielo stellato accanto ad un fuoco che ti riscalda.E’ l’ora di ritornare, per alcune ore il sole scalderà il mio viso ma in breve tempo sarà coperto dalle vette ed un’ombra scenderà sulla valle.Accendo la lampada frontale, la temperatura è scesa a -17° e man

mano discendo la valle scivola nell’oscurità, il chiarore della mia lampada illumina le mie tracce che ballano come dei folletti tra favola e realtà, mi piace pensare alle leggende ed alle storie che da queste parti parlano di spiriti diabolici imprigionati nei grandi massi solitari sparsi sul fondoval-le e che streghe burlone e dispet-tose vaghino tre le pareti rocciose nella parte alta della valle.La valle è un luogo ricco di tra-dizioni, di leggende con la natura che s’intreccia alla storia, dove il passato ed il presente convivono in piena armonia offrendo al visi-tatore scenari affascinanti ed indi-menticabili.Durante il ritorno le correnti di vento freddo che scendono dalle valli laterali sollevano un fine ne-vischio che mi punge la faccia, ma è un piacere sentire questa carez-za della natura sul viso mentre il resto del corpo è protetto da caldi indumenti.La cascata di Nardis mi appare ora in tutta la sua grandezza, tra-sformata dall’inverno in una ma-estosa ghiacciaia nell’attesa del risveglio primaverile, d’inverno le cascate della valle sono mete mol-to ambite dagli alpinisti così come il tratto che porta al Rifugio Stella Alpina è frequentato dagli amanti dello sci d’alpinismo.Superato il ponte verde ed aggira-ta la piccola galleria a destra giun-go alla fine del mio treaking.Non è stata un’impresa impossi-bile ma un viaggio attraverso un luogo che d’inverno si trasforma e che grazie alla sua metamorfosi riesce a trasmettere delle sensa-zioni indescrivibili.Con delle racchette da neve ai pie-di è possibile riscoprire il fascino dell’avventura in una natura silen-ziosa, solenne ed incontaminata.Per chi ama la natura, la soddisfa-zione è senz’altra assicurata.

Page 50: Life in Stile numero 2 anno 2010

50

Page 51: Life in Stile numero 2 anno 2010

51

Internazionali di

Montichiari di Cross Country

sportlifeinstile

Page 52: Life in Stile numero 2 anno 2010

52

Il 12-13-14 marzo sono an-dati di scena gli Interna-zionali di Montichiari di Cross Country, gara bre-sciana ormai storica per gli

appassionati e non solo.Si è gareggiato nel Cross Country, specialità olimpica, la più spetta-colare tra le gare della mountain bike in quanto si svolge lungo un circuito ripetuto più volte ed in cui il pubblico è a stretto contatto con i bikers.Il pubblico era infatti delle grandi occasioni e non è mancato di certo lo spettacolo tra le gare a squadre del venerdì, le gare amatoriali del sabato e quelle dei professionisti della domenica, con molti cam-pioni della disciplina presenti al via.Il percorso, davvero molto spetta-colare, ha visto tantissimi curiosi ad ammirare uno spettacolo che solo le due ruote da fuori strada riescono a trasmettere.Dossi, cunette, smottamenti, albe-ri e fango sono solo alcuni degli imprevisti da mettere in conto du-rante la corsa e rappresentano una sfida continua da superare.La città di Montichiari ha risposto davvero nel migliore dei modi, seguendo con interesse e ritrovato entusiasmo tutte e tre le giornate

di gare, incitando i molti bresciani presenti che hanno saputo coglie-re delle vittorie di prestigio come Cristian Cominelli, che ha vinto nella propria categoria, arrivando tra i primi nella classifica genera-le.Vero e proprio tifo da stadio è sta-to riservato per la gara regina della domenica che ha visto trionfare il favorito della vigilia, Marco Au-relio Fontana, arrivato a braccia al cielo e salutato da due ali di folla festante. Montichiari si rivela sempre più “capitale del ciclismo” con le nu-merose gare ospitate ed il nuovo Velodromo, tra i più grandi d’Ita-lia. Ruote da strada, da pista o da mountain bike non fa distinzione purché sia ciclismo divertente e soprattutto pulito.Una passione, quella ciclistica, che non riguarda solo lo sport, ma anche l’ambiente, la sicurezza e lo stile di vita. L’amministrazione comunale in-fatti, con in testa il sindaco Ele-na Zanola e l’assessore allo sport Gianantonio Rosa, è da sempre at-tenta allo sport ma soprattutto alla bicicletta come mezzo ecologico per migliorare la mobilità e rispet-tare l’ambiente.

“Sono davvero soddisfatta di que-sti tre giorni. I nostri concittadini hanno risposto come sempre con un affluenza di pubblico notevo-le su tutto il tracciato” – racconta il sindaco e gli fa eco l’assessore allo sport: “Montichiari si dimo-stra sempre più capitale del cicli-smo su strada, della mountain bike e per le piste ciclabili. Gli Inter-nazionali di Montichiari sono la prova tangibile che esistono alter-native allo sballo del sabato sera, alternative sane, che trasmettono la passione per lo sport e per la natura.”Gli internazionali di Montichia-ri hanno infatti dimostrato come un’ottima organizzazione, una particolare attenzione sia agli at-leti che al pubblico, possa offrire un evento per tutti e soprattutto di tutti, sdoganando uno sport troppo spesso lasciato in secondo piano e fuori dalla ribalta mediatica. A riprova della bontà di questa gara, oltre alla cornice di pubblico davvero notevole e i vari passaggi televisivi sulle reti Rai, è la richie-sta da parte dell’amministrazione locale di portare a Montichiari per il prossimo anno una gara di spes-sore mondiale ancora da svelare…

Page 53: Life in Stile numero 2 anno 2010

53

Stefy SposeVia Padana Superiore, 16125035 Ospitaletto (BS)Tel. 0306840699www.stefyspose.it

Esclusivista per Brescia e provinciaLINEA RAFFAELLI

Page 54: Life in Stile numero 2 anno 2010

54

una nuova emozionante esperienza proposta da Ysei Sub Diving Club...

Page 55: Life in Stile numero 2 anno 2010

55

Immergersi per scoprire

il Lago d’Iseo...

sportlifeinstile

Page 56: Life in Stile numero 2 anno 2010

56

L’immersione subacquea può essere un’esperienza unica ed indimenticabile che richiama im-mediatamente alla memoria im-magini di vacanze nei mari caldi dell’Egitto, o mete più ambite e pubblicizzate dai tour operator come: Maldive e Polinesia france-se. Ma anche qui nei mari di casa nostra e, addirittura, nei laghi del-la nostra Provincia sono molti gli appassionati di questo sport che ogni week end si ritrovano sulle sponde del Sebino e del Garda preparandosi ad una nuova emo-zionante avventura subacquea.LifeInStile ha incontrato una delle associazioni che propongono for-mazione ed immersio-ni subacquee sul Lago d’Iseo: l’Associazione Sportiva Dilettantistica Ysei Sub Diving Club. Nata nella primavera del 2005 l’associa-zione è stata creata da guide ed istruttori della Scuola Federale di Immersione di Bre-scia, affiliata FIPSAS, che si sono appassio-nati nella scoperta del mondo sommerso che si nasconde sotto la superficie del Sebino. L’associazione nasce con finalità formative di diffusione della didattica subacquea, propo-nendo corsi di avvicinamento alla pratica dell’immersione subac-quea, corsi per sommozzatori con

autorespiratore ad aria, la classi-che bombole, dal primo al terzo grado FIPSAS; con le specializ-zazioni proposte per vivere al me-glio le immersioni nei nostri laghi sono: muta stagna, biologia mari-na e d’acqua dolce, immersioni in notturna e scarsa visibilità, orien-tamento e navigazione, immersio-ne con miscele ad aria arricchita (Nitrox). Oltre alle immersioni con bombole l’associazione or-ganizza corsi di Apnea federale, corsi di acquaticità ed allenamenti sociali di apnea, per mantenersi in forma in compagnia dello staff dell’associazione. I corsi vengono organizzati nei mesi di giugno e

luglio negli impianti balneari di Sassabanek a Iseo; mentre nel pe-riodo autunnale l’attività didattica del club si sposta nella piscina Ac-quaSport di Provaglio d’Iseo.Non solo didattica ma anche ag-gregazione per i più di sessanta

soci del Club. Serate a tema con la proiezione di documentari, filmati ed immagini dal mondo sommerso. Seminari su attrezza-ture ed aggiornamenti sulla sicu-rezza nell’immersione subacquea, sono la scusa per ritrovarsi nell’ex casello Ferrovie di Via Mier 22, dove ha sede l’associazione e passare qualche ora in compagnia dello staff di Ysei Sub Diving Club scambiandosi esperienze subacquee ed idee per realizza-re qualche attività da proporre ai propri associati. Immersioni in tutto il periodo dell’anno per gli appassionati di questa pratica sportiva hanno por-

tato i subacquei dell’as-sociazione a perlustra-re gran parte del lago d’Iseo; rivisitando siti di immersione consi-gliati dalle associazioni subacquee operanti sul Sebino ed altre partico-larità nascoste dell’am-biente lacustre.Siamo andati a cono-scere i ragazzi dell’as-sociazione Ysei Sub Diving Club, per chie-dergli cosa significhi

immergersi nel Lago d’Iseo.Il Lago d’Iseo è un ambiente an-cora poco conosciuto ma nel qua-le si possono svolgere immersioni appassionanti ed effettuare incon-tri di tutto rispetto: grossi lucci nascosti nella foresta di piante

Page 57: Life in Stile numero 2 anno 2010

57

sommerse, pigre bottatrici a cac-cia sul fondale, banchi di persico reale, tinche e gamberi nascosti tra le fronde erbose o, ancora, gli spettacoli stagionali, come l’im-mersione notturna con le sardine, tanto per citarne una. Ma prima di conoscere questo ambiente, per apprezzarlo in pieno, si deve necessariamente essere padroni delle tecniche di immersione su-bacquea ed imparare a ben gestire gli assetti... e tutta l’attrezzatura subacquea.Cosa cercano gli iscritti ai corsi che oggi si avvicinano all’immer-sione subacquea e cosa propongono i vostri corsi? Negli ultimi anni il turi-smo ha promesso nuove frontiere a basso costo e numerose possibilità di vivere il mare sia per chi cerchi relax, sia per gli appassionati della vita in mare. Mari caldi ed accessibili, proposte sportive per vivere una nuova avventura, hanno avvicinato molti nuovi subacquei a questa nuo-va possibilità di vivere l’ambiente sommerso. E su questa loro voglia di accedere con facilità all’immersioni subac-quee abbiamo deciso di lavorare, con la filosofia di preparazione e sicu-rezza promosse dai corsi FIPSAS.I corsi proposti seguono i programmi didattici fe-derali e si integrano con proposte formative che accrescono le capaci-tà dei corsisti di anno in anno. Il corso di primo grado è la base di partenza per iniziare ad esplorare i fondali. In diverse immersioni si scende, accompagnati dall’istrut-tore, fino alla profondità max di 18mt. L’unica sforzo richiesto è

quello di imparare a gestire l’at-trezzatura subacquea, affiancare il proprio compagno e godersi l’im-mersione. I primi rudimenti ven-gono insegnati in piscina, come anche il montaggio dell’attrezza-tura e le tecniche di immersione. In semplici lezioni di teoria ven-gono apprese le nozioni base di fi-sica, gestione attrezzature e fisio-logia che governano l’immersione subacquea.Ma cosa spinge i vostri subacquei ad immergersi nelle acqua del Se-bino? E’ una domanda che molti si pongono.

Il lago d’Iseo costituisce una pale-stra ideale per i nostri corsisti, una volta appresi i primi rudimenti, per vivere al meglio un’immersio-ne subacquea. Purtroppo è opinione comune che il lago d’Iseo sia un bacino

freddo, buio e pericoloso. Ma in diversi anni di attività e centina-ia di immersioni, non abbiamo mai riscontrato pericoli maggiori di quelli di altri bacini lacustri. Come in tutti i laghi la visibilità è limitata in alcune stagioni dalla fioritura algale ed il fondale limo-so si solleva facilmente, se ci si avvicina troppo o lo si muove con colpi di pinne male assestati. Con-trollare il proprio assetto durante l’immersione, un comportamento in acqua corretto e tranquillo sono alla base per poter esplorare ed iniziare a conoscere un ambiente

particolare come quello dei nostri laghi. Cosa si trova sui fonda-li...? Beh... l’ambiente naturale offre distese di piante sommerse che si possono incontrare fino ai -7mt di profondità, per poi lasciare il posto a scarpate di sedimento, franate di roccia o pareti sommerse che continua-no in verticale nel lago...un po’ come i monti che lo coronano a nord. Le isole di San Paolo, Monte Isola e Loreto offrono ancora più pos-sibilità di ambienti som-mersi valorizzate dalla loro storia e bellezza.Purtroppo anni di incu-ria e l’abbandono del-le pratiche di pesca e dei “mestieri del lago” hanno fatto perdere la conoscenza di questo ambiente, pur essendo quotidianamente davan-ti agli occhi di molti,

trasformandolo in una possibile discarica libera fruibile a chi ha ben pensato di sbarazzarsi del su-perfluo, come: vecchie auto, mo-torini inutilizzati, residui di lavo-razioni plastiche, sanitari ed altro ancora... Ma da qualche anno, for-

Page 58: Life in Stile numero 2 anno 2010

58

tunatamente, si sta lavorando per riportare la conoscenza dei laghi all’interno delle scuole. I lungola-ghi sono ben attrezzati di cestini e contenitori in appoggio anche al turista più distratto. Le as-sociazioni subacquee ed il Consorzio di Gestione, oltre alle amministrazioni lacua-li, si stanno impegnando a valorizzare anche il nostro Lago d’Iseo per cui confi-diamo che comportamenti poco decorosi siano, ora-mai, un ricordo; e che quel-lo che troviamo sui fondali sia un deprecabile monito a comportamenti poco rispet-tosi del passato.Allora chi si immerge nel Lago d’Iseo può vedere qualche cosa o sono semplicemente immersioni di addestramento?La vita c’è, come in ogni ambien-te naturale. Per vederla ba-sta esserne a conoscenza e sapere come potersi avvi-cinare. Sulla conoscenza dell’ambiente stiamo la-vorando con pubblicazioni e serate di aggiornamento che permettano anche ai nostri soci di entrare in confidenza con il lago in cui ci immergiamo per gran parte dell’anno. Mentre per avvicinarsi agli organismi ed osservarli... questo è sempre un discorso di acquaticità e di cor-retto comportamento sott’acqua, parte essenziale dei nostri corsi.Abbiamo visto che tra attività di club, corsi e conoscenza dell’ambiente lacustre l’As-sociazione Subacquea Ysei Sub Diving Club ha molto da offrire ai suoi associati. Diciamo allora dove pos-sono incontre chi desidera avvicinarsi a questa nuova esperienza.La nostra associazione ha sede a Iseo (Bs) nell’ex ca-

sello ferrovie nord di Via Mier 22 che abbiamo recentemente ristrut-turato per dare ai nostri associati una base per incontrarsi e far cre-scere le proprie idee. Tutti i vener-

dì sera dalle ore 21,00 l’associa-zione è aperta a chi voglia passare a conoscerci. Mentre i nostri prossimi corsi si svolgeranno nei mesi di giugno e luglio presso gli impianti di Sassabanek, preceduti

da una presentazione venerdì 28 maggio. Le proposte saranno per corsi di immersione sportiva con bombole di primo e secondo gra-do FIPSAS, oltre ad allenamenti

di apnea ed acquaticità dedicati a chi voglia mantenersi in forma o voglia iniziare questa avventura gradualmente.Costi ed attrezzature necessarie?

I costi dei nostri corsi sono allineati con le quote decise dalla Scuola Federale di Im-mersione, sezione di Bre-scia, presente in tutta la Pro-vincia con la proposta dei corsi FIPSAS. Mentre per partecipare ai corsi basterà la normale attrezzatura da piscina. Bombole, giubbet-to equilibratore ed erogatori vengono dati in uso gratuito per tutta la durata del corso.

L’unica attrezzatura da acquistare sarà la muta, per le uscite in ac-qua libera la maschera e le pinne. Possiamo comunque consigliare negozi di fiducia e l’attrezzatura ideale per ogni allievo interessato

alle nostre proposte. L’esperienza non si conclu-de con i corsi però. A dif-ferenza dei corsi in località esotiche il nostro club è una realtà presente sul territo-rio che organizza iniziative tutto l’anno, ai nostri asso-ciati proponiamo aggrega-zione, immersioni al lago e al mare, uscite di gruppo, cene sociali, vacanze ed al-tro ancora per vivere que-

sta meravigliosa esperienza in un ambiente allegro e professionale.

ASD Ysei Sub Diving Club Via Mier 22 Iseo (Bs)

tel [email protected]

www.yseisub.it

Page 59: Life in Stile numero 2 anno 2010

59

ARREDO BAGNO

STUFE E CAMINI

FINITURE PER LA CASA

Via Don Bergomi, 48/50 25030 Castelmella (BS) Tel. 0302584988 Fax 030 2584975

Page 60: Life in Stile numero 2 anno 2010

60

Andrea liberini2010. quest’anno, rally

sportlifeinstile

Incontriamo, reduce da una dura prova al 2° Rally di Franciacorta, disputato il 18-19-20 Febbraio all’Autodromo di Franciacorta, Andrea Liberini, l’astro nascente della velocità della nostra città per scambiare quattro chiacchiere e parlare di futuro.“Questo anno, mi prendo un anno sabbatico dalle corse in moto”, ci rac-conta Andrea, “ho perciò deciso di correre alcuni Rally, tanto per rima-nere a contatto con il mondo della velocità, anche se le moto rimango-no il mio grande amore ho deciso che il 2010 lo dedicherò alle quattro ruote, voglio fare esperienza nel mondo dei rally e quale occasione migliore partecipare al 2° rally della Franciacorta, un Rally corso su circuito, una palestra perfetta per provare l’auto che vorrei usare in futuro”.

Page 61: Life in Stile numero 2 anno 2010

61

Raccontaci la tua esperienza, che auto hai utilizzato, quali sensazio-ni si provano a correre in pista e come è stato il rally?“La macchina era una Suzuki Swift S1600 della Scuderia Franciacor-ta Corse, a questo riguardo devo ringraziare il mio amico e maestro Stefano Botticini presidente della scuderia, che mi ha appoggiato ed aiutato in questa avventura. Il team d’appoggio era il Clacson Motor Sport, la macchina era una macchina molto competitiva nella sua categoria, un po’ vecchia ma ancora competitiva.Il rally corso in circuito non è un vero e proprio rally, i puristi di questo sport storcono il naso quando si parla di circuito, ma è comunque una corsa molto diver-tente e molto spettacolare, soprat-tutto per il pubblico. La gara si svolge in 3 giorni, il primo giorno c’è una prova spet-tacolo seguita da una prova ad in-seguimento 1 contro 1, il secondo giorno, il sabato, 4 prove, la do-menica 2 prove, invertendo senso di marcia nella seconda prova.

E’ una formula molto spettacola-re, il pubblico riesce a seguire tut-to quello che accade in gara e per i piloti è comunque sempre molto divertente guidare in sicurezza su un circuito.”Quale è stato il tuo piazzamento?“Il piazzamento non è importante, purtroppo dopo una bella parten-za abbiamo perso tutto il tempo guadagnato per colpa di un inci-dente che mi ha fatto perdere due minuti, per me l’importante era fare una bella esperienza e questa è stata un esperienza ricca d’inse-gnamento.”Raccontaci un po’ della tua mac-china.“Come vi ho gia detto l’auto era una Suzuki Swift S1600, è un au-tomobile che corre nella categoria super 1600, non è una macchina normale, ma come tutte le mac-chine preparate per le corse è una automobile particolare, tutto quel-lo che non è necessario e stato levato, i sedili sono anatomici, il cambio è sequenziale, è una mac-china che a bisogno di meccanici specializzati ed anche il pilota,

avendo possibilità di modifiche sull’assetto e sulle mappature del motore praticamente illimitate, ha una certa importanza, é per que-sto motivo che ho bisogno di fare molta esperienza, in questo mo-mento non corro per vincere ma per imparare”.Perciò anche se non hai vinto l’esperienza è comunque stata buona.“Sicuramente, mi sono divertito, ho fatto una bel test, ho consoli-dato il mio rapporto con il nuovo navigatore, Alessandro Guerra, che come me sta cercando di far-si un esperienza, insomma, finchè riesco a divertirmi, fare quello che mi piace con gli amici e ad andar veloce con un auto o una moto, non posso sicuramente lamentar-mi”.Lasciamo Andrea seduto alla sua scrivania, con i suoi nuovi proget-ti e le sue nuove avventure, conti-nueremo a seguire la sua carriera ed a fare il tifo per un giovane, amante della velocità che è ormai diventato un amico.Buona fortuna.

Page 62: Life in Stile numero 2 anno 2010

62

ci piace dire che creare giardini è creare un’opera d’arte“

Page 63: Life in Stile numero 2 anno 2010

63

DALLA PARTE DEL GIARDINOCome nasce un’opera d’arte verde.

a cura di: Cristina Sarti

responsabile della progettazione

Giambenini S.r.l.,

newslifeinstile

Page 64: Life in Stile numero 2 anno 2010

64

Progettare uno spazio verde signi-fica innanzitutto osservare lo sce-nario in cui si calerà, la storia del luogo, le potenzialità e i vincoli paesaggistici, ma soprattutto esse-re consci dei desideri del commit-tente, in particolare di quelli non espressi. Riposare sotto alte fron-de nella calura estiva, oppure go-dersi lo scorrere dell’acqua anche nelle fredde giornate invernali. Ascoltare il cliente è fondamen-tale e la sua immaginazione va sollecitata con esempi di realizza-zioni possibili e domande volte ad

indagare le abitudini quotidiane e l’uso principale per il quale – nei suoi sogni – verrà usato lo spazio a disposizione.Si passa poi a risolvere alcuni problemi tecnici, come l’approv-vigionamento e la distribuzione dell’acqua per l’irrigazione, la correzione della fertilità e della permeabilità del suolo, lo scarico delle acque piovane. Attività one-rose e poco visibili, ma determi-nanti per la crescita delle piante: terra e acqua per un giardino equi-valgono alle fondamenta di un edificio. La scelta delle specie di piante disponibili capaci di adat-tarsi al terreno sul quale stiamo la-vorando rappresenta uno dei primi step da affrontare, senza diventare però un problema insormontabile: un progetto organico e unitario non ha limiti reali. La fase successiva nel nostro lavo-ro è l’abbozzo di un layout o pro-getto di massima. Un passaggio fondante, in cui vengono studiate le relazioni tra le parti e le varie esigenze trovano un accordo.

Questo è il momento durante il quale viene effettuato lo studio urbanistico del giardino, ovvero la collocazione dei servizi, degli accessi, dei percorsi e dei punti di sosta, che faranno dello spazio un luogo comodamente abitabile.Prima di scegliere qualsiasi pianta, materiale o accessorio, il progetto deve acquisire uno stile proprio, da cui si genera quella riconosci-bile personalità che trasforma uno spazio in un luogo. Mi ispira sem-pre la personalità del committen-te, che deve sposarsi a quella del paesaggio circostante.

La realizzazione diviene una sorta di percorso, che intende valoriz-zare gli angoli più importanti, sot-tolineando – ad esempio – scorci di paesaggio o interventi botanici di rilievo, scegliendo come luogo finale una terrazza o la piscina. Ogni spazio dà il proprio contri-buto al risultato finale ed è impor-tante mantenere gli equilibri tra l’area circostante l’edificio e quel-le progressivamente più lontane.

Page 65: Life in Stile numero 2 anno 2010

65

Prima di inserire nuove specie di piante, si punta a valorizzare gli alberi già esistenti che, segnati dall’età e dalla mancanza di cure, vengono sottoposti a interventi di risanamento e conservazione. Quando si lavora su piante monu-mentali sopra i venticinque-trenta metri d’altezza si utilizzano anche tecniche di tree-climbing. Gli al-beri in effetti sono protagonisti nei grandi giardini, che spesso sono visti come un angolo protetto, quasi segreto. Per ottenere questo effetto inseriamo morbide e am-pie siepi. Personalmente prediligo piante scelte in parte tra quelle spontanee, quali corniolo, evoni-mo, biancospino, e in parte tra le varietà da giardino assimilabili a quelle spontanee, come viburni o filadelfi o quelle sorprendenti rose dette botaniche e antiche.Solo nel momento conclusivo dell’intervento si raggiungono

quei tocchi che il committente attendeva dal primo giorno: l’ac-qua riempie la piscina, dei fiori raffinati suggeriscono una prima-vera perenne, il prato ha una tes-situra più fine e morbida. Ed ecco quell’incantevole atmosfera tanto attesa.

Il risultato finale è determinato dalla professionalità e dall’armo-nia con cui operano i diversi re-parti. In Giambenini le unità di progettazione, realizzazione, ac-cessoristica, ricerca&sviluppo e manutenzione lavorano all’uniso-

no e lasciano un tocco ben ricono-scibile. In opere pubbliche (come il grande parco divertimenti di Gardaland), come nella progetta-zione e realizzazione di molte aree verdi private, puntiamo a trasferi-re la nostra filosofia e l’attenzione per il verde in tutta Italia.

Il principale sforzo da Giambenini è sempre quello di legare l’edificio al paesaggi, per renderlo partecipe di esso, con lo scopo di mantenere vivo il sogno della committenza che ci si potrà rispecchiare. Per questo ci piace dire che creare giardini è creare un’opera d’arte.

Page 66: Life in Stile numero 2 anno 2010

66

Page 67: Life in Stile numero 2 anno 2010

67

Ohana

il SistemaNo line

bellezzalifeinstile

Page 68: Life in Stile numero 2 anno 2010

68

L’arrivo dell’estate è per la mag-gior parte delle persone il momen-to migliore dell’anno, si progetta-no le meritate vacanze estive, le giornate oramai allungate ci per-mettono di godere del sole fino a tardi, usciti dal lavoro ci sono an-cora parecchie ore di luce che ci permettono di mantenere il nostro fisico in forma facendo footing o delle belle passeggiate.Le bilance, fino ad ora nascoste come il corpo coperto dagli spessi vestiti invernali, sono rimesse in opera, saranno le più fedeli alleate

per una dieta che ci permetterà di arrivare alla prova costume in for-ma smagliante.Le gonne delle ragazze si accor-ciano e mentre i gradi crescono, i centimetri quadrati di pelle coper-ta diminuiscono, questo che per molte persone è il momento più felice dell’anno per altri è un vero e proprio incubo.Le smagliature sono per molte persone un dramma, quando arri-va il momento di scoprirsi le strie sulla pelle diventano un nemico impossibile da sconfiggere, una

scollatura od una gonna corta per molte donne sono un tabù e l’esta-te da stagione del divertimento e del sole diventa la stagione più triste dell’anno.Fortunatamente la tecnologia ci viene in aiuto, da Ohana by Ab-bronzantissimi di Rodengo Saia-no, una nuova e fantastica appa-recchiatura può venire in soccorso a tutte le donne che per un dima-grimento improvviso, una gravi-danza che ha lasciato il segno o per fattori ormonali hanno le strie sula pelle, il sistema NO LINE,

Page 69: Life in Stile numero 2 anno 2010

69

Ohana

Via G. Marconi, 325050 Rodengo Saiano

Brescia030.68.10.416

una perfetta combinazione tra co-smesi e tecnologia, una macchina fantastica che riesce a sollevare, spianare e colorare in modo dura-turo le smagliature. L’apparecchio catalizza l’ossidazione del prodot-to cosmetico e lo fissa nella cute, il risultato è sorprendente ed evi-dente, in 6-8 settimane le smaglia-ture svaniscono dalla vista ed il risultato si mantiene per dei mesi, dopodichè una seduta di manteni-mento al bisogno terrà la vostra pelle liscia e perfetta alla vista.L’estate non sarà più un periodo in cui nascondersi, finalmente una scollatura profonda, una gonna corta od un bikini non saranno più un nemico ma un alleato del no-stro nuovo ritrovato fascino.Monica ed il suo staff di serie professioniste vi aspettano anche per presentarvi le altre incredibili apparecchiature, le macchine dei miracoli, come il “Wonder Body RF” una macchina in grado di ri-modellare e togliere l’effetto buc-cia d’arancio, il “QQN System”

un guscio che ti coccolerà e ti farà dimagrire o l’epilazione definitiva con il metodo “Dual Epil” .Ohana by Abbronzantissimi vi aspetta anche per i suoi famo-si massaggi come l’Hot Stone Massage, il Massaggio Olistico, il Massaggio Shirodara o il Gold Peeling, il massaggio Gold Terapy o il dolce Magic Honey Massage o la Spa Danza delle Emozioni, il Peeling Yogurt e Muesli, la Be-auty Farm od il Massaggio Anti-stress, oppure per una lampada od un lettino abbronzante o per una semplice pulizia del viso.Dal trattamento più innovativo fino alla più semplice depilazione Ohana by Abbronaztissimi sarà il miglior alleato per questa estate.Per Monica il benessere, la bellez-za e la felicità sono una missione. La felicità per il centro Ohana by Abbronzantissimi è poter offrire tante coccole, tanta serenità e tan-ta bellezza. La felicità è star bene con se stessi.

Page 70: Life in Stile numero 2 anno 2010

70

Page 71: Life in Stile numero 2 anno 2010

71

POLARITY E IL

MAGNETE DELLA VITA

Esistono diversi metodi di riequilibrio energetico, o di medicina energetica, come

viene spesso chiamata e cioè: agopuntura, shiatsu, reiki, polarity therapy,

guarigione spirituale e così via. La ragione per cui molte persone si recano da

un operatore di medicina energetica è perché hanno problemi di salute o sono

affetti da qualche dolore fisico specifico o patologia. Tutti i sistemi energetici

funzionano molto bene su problemi di natura fisica e in qualche modo anche nel mitigare gli stress mentali ed emozionali.

A cura di: Anna Zanardelli

salutelifeinstile

Page 72: Life in Stile numero 2 anno 2010

72

Quello che non viene ben com-preso è come una buona sessio-ne energetica di riequilibrio, che coinvolga completamente il siste-ma energetico del corpo umano, sia da un punto di vista elettro-magnetico o bio-magnetico, come pure eterico, possa cambiare l’in-tera vita di una persona. Con ciò non intendo solo lo stato di salute fisica, ma l’esperienza stessa di vita, nella quale trovare improvvi-samente un intero nuovo mondo.Ci sono diversi modi per creare la vita che si desidera e può sem-brare strano pensare che un siste-ma più comunemente conosciuto come medicina alternativa possa offrire la strada migliore per ap-portare cambiamenti alla propria esistenza. Il dott. Randolph Stone, fondatore della polarity therapy, è stato molto chiaro nella com-prensione dell’energia che agi-sce nel corpo umano come un magnete che attrae e respinge. Egli chiamò questo fenomeno “il magnete della vita”. Diver-samente da altri sistemi, pola-rity considera tutto quello che esiste come manifestazione di uno specifico livello di vibra-zione di energia. Uno dei con-cetti fondamentali di polarity è che “tutto è energia” e quin-di ogni esperienza che abbia-mo in vita è di natura energe-tica. Il movimento energetico è sempre pulsante, pertanto il sistema energetico umano

cambia polarità su base ritmica, e l’energia può essere polarizzata sia verso una fase di attività attrat-tiva che repulsiva.Molti sistemi di terapia e crescita personale affermano che noi cre-iamo la nostra vita, ma ci siamo mai chiesti come ciò possa acca-dere? Se pensiamo al corpo come ad un magnete allora è facile ca-pire come noi creiamo la vita che viviamo: attraverso l’energia. La consapevolezza umana è energia o se preferiamo “la mente è ener-gia”. La polarizzazione dell’ener-gia, che è la nostra consapevolez-za o mente, determinerà il genere d’esperienze di vita, le persone e gli eventi verso i quali saremo attratti o verso i quali avremo la reazione opposta, ossia di repul-sione.

Questo processo magnetico può essere facilmente illustrato facen-do un paragone con il consumare un abbondante pasto. Il desiderio di cibo, il processo di attrazione verso una particolare pietanza o la sensazione di repulsione verso un alimento, fa parte dell’esperienza di ognuno. Praticamente non c’è cibo che noi come esseri umani mangiamo che, anche in quantità normali, non possa essere tossico. Esistono infatti certi componenti del cibo che non sono utili al cor-po umano. Dopo aver assunto del cibo lo scomponiamo e lo digeria-mo e in tale processo di digestione il corpo assorbe quello che è utile ed elimina il materiale residuo che non serve. Altrimenti potremmo sviluppare dei problemi fisici, o come minimo un generale livello

di tossicità. Quando l’energia vitale nel corpo è polarizzata in modo corretto, si sviluppa in una fase motoria, o flusso energetico, verso l’esterno e poi verso una fase sensoria, o flusso energetico di ritorno, ed è in questo cambio di fase che giace il segreto di una vita salutare. Durante la fase ener-getica di attrazione, attraiamo quello che necessitiamo valu-tando selettivamente l’utilità e poi assorbiamo quello che è più importante e utile per noi. In seguito, poiché l’energia cambia polarità dall’attrazione alla repulsione, per utilizzare

Page 73: Life in Stile numero 2 anno 2010

73

la terminologia della polarity the-rapy, respingiamo o eliminiamo quello che non ci serve. Normalmente la maggior parte di noi è a conoscenza di questo fe-nomeno: siamo attratti da certe persone, ci piace un certo tipo di musica, desideriamo un partico-lare sapore, siamo impazienti di fare esperienza o di relazionarci a qualcuno ad un livello molto profondo. Sappiamo anche che ci allontaniamo da certe altre, alcuni tipi di alimenti ci disturbano, che abbiamo difficoltà a stare per un periodo di tempo con certe perso-ne. La maggior parte di noi ha avuto espe-rienze in passato che avrebbe voluto elimi-nare dalla sua coscien-za e forse anche traumi fisici, la cui memoria è difficile da soppor-tare e che si vorrebbe eliminare. La realtà della situazione è che non c’è una sola espe-rienza di vita che non abbia l’effetto della polarità e con questo intendo che anche le migliori esperienze spesso hanno aspetti negativi. Il segreto per avere una vita felice è essere ca-paci di aspettare il momento po-sitivo ed eliminare il negativo che ne è associato. Un vero e proprio processo di digestione, facciamo esperienze di vita che dobbiamo assimilare e nel momento in cui facciamo, dobbiamo trattenere tutto quello che è utile o vantaggioso per noi e eliminare le esperienze meno gradevoli. Anche nelle relazioni più felici ci sono aspetti dei nostri compagni che ci infastidiscono. La sola cosa che mantiene una relazione viva è avere l’energia polarizzata in maniera tale da eli-

minare dalla coscienza le difficol-tà che sorgono piuttosto che farsi intasare mentalmente e restarvi aggrappati.La difficoltà pratica che la mag-gior parte delle persone sperimen-ta è che la loro energia è polariz-zata in modo tale che le cose che desiderano maggiormente e che vorrebbero magnetizzare sono quelle che molto probabilmente non otterranno. La loro energia è polarizzata in modo tale da re-spingere proprio ciò che vogliono

di più. Questo non avviene ad un livello reale di cosciente consape-volezza ma come parte del totale equilibrio energetico di una perso-na. Il fatto che lo stato della no-stra energia controlli l’intera vita è forse il motivo principale del detto biblico “ uomo conosci te stesso”. Più conosciamo intima-mente l’energia del nostro corpo e facciamo in modo che sia con-sapevole della sua stessa essenza, più acquisiamo consapevolezza della possibilità di utilizzare que-sta funzione basica dell’energia per attrarre e respingere nel giusto modo.

Una volta che l’energia è pola-rizzata correttamente in modo da passare facilmente dall’attrazione alla repulsione a tutti i livelli, ri-usciamo a vedere grandi cambia-menti nella vita. Notiamo che non solo il corpo avrà percezioni di-verse ma anche i pensieri saranno diversi. Le risposte emotive cam-biano e nel giro di breve tempo i frutti si manifestano, magari in una famiglia e dei figli.L’energia è il fenomeno più pe-netrante e polarity therapy è vera-

mente uno dei nuovi sistemi che lo com-prende in profondità. Annovera tecniche che davvero possono produrre un grande effetto su tutti i livelli energetici dell’essere umano e quindi mo-dificare l’intero corso dell’esperienza di vita di una persona.Per concludere in modo umoristico : avete una personalità magnetica o respingente?

Articolo tratto dal manuale del corso di Polarity Therapy - scritto da Phil Young

insegnante e fondatore della Ma-sterworks International Irlanda- - www.polarity network.com

Traduzione dall’inglese a cura di :Anna Zanardelli

Operatrice di Polarity TherapyMentore per l’Italia della Master-

works International-IrlandaCell.: 3286938770

Page 74: Life in Stile numero 2 anno 2010

74

Così aumento

I consigli di Amil Bui

la miafotogenia !

Quante volte vi sarà capitato di dover realizzare delle foto tessera per un documento importante! O quante volte invitate a particolari eventi quali cerimonie, cene di lavoro, vi sarà capitato di dover “posare” per delle foto destinate ad album ricordo?!La fotografia è ormai divenuta “lo spauracchio” della maggior parte delle donne che immancabilmente alla richiesta rispondono: “no … non sono fotogenica!” Ma esiste veramente la fotogenia? Ed una persona che naturalmente non lo è, lo potrebbe diventare con degli “artifizi”? Intanto mi sento di voler sfatare un luogo comune la fotogenia o la telegenia non sono direttamente proporzionali alla bellezza di una persona! Ho incontrato nella mia carriera di Visagista molte belle donne che dietro una camera ed un obiettivo non rendevano asso-lutamente, mentre mi è capitato di conoscere donne che pur non essendo bellissime in foto, dietro un obiettivo risultavano assoluta-mente “stratosferiche”. Ma in tut-to ciò il trucco potrebbe aiutare a migliorare questo aspetto?Ovviamente si! Esistono dei pre-supposti imprescindibili che ren-dono un maquillage d’estrema va-lorizzazione cercando di “aiutare” e migliorare quello che general-

mente l’obiettivo tende a “distrug-gere” o “affievolire”! La prima cosa importantissima che non dovremmo mai dimenticare è che una macchina da presa o l’obietti-vo di una macchina fotografica ru-bano, mangiano al viso e al make up un buon 60% della sua inten-sità! Quindi non fatevi ingannare dalle campagne pubblicitarie che spesso vi propongono visi assolu-tamente perfetti, ciglia foltissime ed allungate, occhi impeccabili senza nemmeno un’imperfezione la maggior parte di quelle immagi-ni infatti è studiata ad hoc per quel tipo di effetto e soprattutto ritoc-cata con dei sofisticati programmi capaci di rendere il tutto molto più perfetto di come sarebbe in realtà! Mi permetto, senza scendere trop-po nel tecnico e nel dettaglio, di fornire degli spunti e soprattutto degli accorgimenti che aiuteranno il vostro trucco ad essere a prova di ogni obiettivo!Base Impeccabile: nello scorso articolo abbiamo accennato e par-lato dell’importanza dei cosiddet-ti correttori epiteliali da utilizzare prima del fondotinta. In questo caso l’uniformità al centro viso sarà determinante. Evitate, come avviene spesso, prodotti iridescen-ti, appesantirebbero e poi l’obiet-tivo li leggerebbe come un punto “lucido” e non un punto di luce,

soprattutto se verrà utilizzato un flash! Prediligete per questo tipo di situazioni dei fondotinta che abbiano una semi copertura come ad esempio i semiliquidi! Evitate di scurire troppo la pelle anzi ri-cordate che l’abbronzatura non è ne telegenica ne fotogenica!Viso Grintoso: Lo zigomo in tal caso avrà una determinante fun-zione. Sottolineatelo non soltanto con un fard ma soprattutto scolpi-telo e definitelo con un correttore universale testa di moro subito dopo il fondotinta. Utilizzate il fard anche come strumento da ri-tocco da tenere in borsetta affin-ché durante la giornata sia sempre fresco ed intenso!Opacità Assoluta: Prerogativa di un viso assolutamente fotogeni-co è l’assoluta opacità soprattutto della zona definita “T” fronte naso mento. A tal proposito tenete nel-la vostra borsetta una cipria com-patta che vi aiuterà a ritoccare il vostro maquillage durante la gior-nata!Occhio Sofisticato: mi raccoman-do non pensate alla sofisticazione in questo caso come ad un occhio super truccato! La sua intensità infatti partirà proprio dalla so-pracciglia! Se necessario epilatela e pulitela perfettamente da ogni pelo nella sua sola parte inferiore e nella zona gabellare. Qualora si

bellezzalifeinstile

Page 75: Life in Stile numero 2 anno 2010

75

verifichi la necessità di intervenire anche con il trucco non ritoccatele con una matita, perché essendo un prodotto in crema resterebbe luci-da ed in foto si potrebbe percepire troppo! Prediligete in questo caso degli specifici ombretti per ritoc-carle!Bocca Carnosa: cercate sempre di non esagerare e ricordate che bocca carnosa non è sinonimo di bocca rossa! Il rosso è un colore che pochissime donne possono permettersi! Utilizzate sempre una matita di contorno labbra leggermente più scura del rosset-to che avrete deciso di utilizzare. Utilizzando un pennellino adatto o

con la stessa matita sfumatela ver-so l’interno al fine di non lasciare un rigo netto che indurirebbe ed appesantirebbe. Applicate poi il rossetto ed al centro un gloss più luminoso e più chiaro. Mi racco-mando tenete il vostro rossetto ed il vostro gloss sempre a portata di mano il ritocco è dietro l’angolo!Se farete attenzione a queste pic-cole ma importantissime regole constaterete che le vostre foto ri-sulteranno migliori e che l’obiet-tivo di una macchina fotografica non è una cosa della quale aver paura, del resto le foto sono il ri-cordo migliore che abbiamo!

Propongo di seguito delle foto di prima e dopo realizzate da mie allieve di Ragusa proprio durante un corso che verteva su questo ar-gomento!

Prima

Prima

Prima

Dopo

Dopo

Dopo

Page 76: Life in Stile numero 2 anno 2010

76

Senza titolo-1 1 18-02-2010 22:27:06

...la qualità è nei piccoli particolari,tipografia artigiana Ruffini...

perché ci vuole occhio

Via Piave,38 25030 Castrezzato (Bs) 030 71.40.27

Page 77: Life in Stile numero 2 anno 2010

77

AFFRONTARE CON SERENITÀ TUTTE LE FASI DELLA GRAVIDANZA ED ARRIVARE AL PARTO IN PIENA FORMA.

Yoga e

Maternità

lifeinstilesalute

A cura di: Rosalba Piarulli

Page 78: Life in Stile numero 2 anno 2010

78

Recenti ricerche scientifiche con-fermano che la salute del corpo e l’armonia della mente sono indis-solubilmente legate e che, durante la gravidanza, questa unione del sistema corpo-mente è ancora più importante perché influenza con-cretamente lo sviluppo del bambi-no nell’utero della mamma.Lo Yoga dedicato alle future mam-me è sicuramente una buona pre-parazione alla nascita naturale.Yoga in gravi-danza NON si-gnifica assumere posture acrobati-che e spettacola-ri, bensì impara-re ad ascoltarsi, ad allentare le tensioni ed ancor prima imparare a percepire la dif-ferenza tra ten-sione e rilassa-mento, agevolare la “funzionalità” e acquisire fidu-cia nel proprio corpo, contat-tare il respiro ed imparare ad “u t i l i zza r lo” , creare profonda comunione tra la mamma e il pic-colo che porta in grembo.La pratica preve-

de esercizi fisici -asana-, tecniche respiratorie -pranayama- eserci-zi di rilassamento -yoga nidra- e tecniche di visualizzazione.Non esistono controindicazioni alla pratica del pranayama, una buona respirazione aiuta ad ossi-genare i tessuti, allenta le tensioni fisiche, emozionali e mentali.Lo yoga attribuisce importanza fondamentale alla respirazione e cura in modo accurato e preciso

questa funzione primaria vitale .Una respirazione corretta oltre ad assicurare nutrimento a tutti i tessuti ed apparati, rilassa e di-stende la colonna vertebrale e tutti i plessi nervosi ad essa collegati, migliora la circolazione del san-gue, aumenta il livello energetico e rilassa il diaframma.Se la madre non ha avuto modo di affrontare una preparazione alla corretta respirazione prima della

gravidanza o nei primi mesi di ge-stazione, l’innal-zamento del dia-framma, dovuto alla crescita del feto può creare disagi respira-tori e digestivi, le varie tecniche yogiche permet-tono di gestire al meglio questi cambiamenti.Durante la gra-vidanza le mo-dificazioni che si susseguono, sul piano fisico e psicologico, sono spesso cau-sa di malesseri ed indisposizio-ni. Mentre il feto cresce ed au-menta il peso, la mamma assume

Page 79: Life in Stile numero 2 anno 2010

79

spesso posture che alterano il na-turale assetto della colonna verte-brale, in particolar modo a livello lombo sacrale, creando difficoltà di movimento con conseguente dolore e possibilità di lombalgie, lombosciatalgie: lo Yoga tonifica la muscolatura di tutto il corpo e aiuta a mantenere una postura adeguata aiutando efficacemente a prevenire l’insorgere di dolori e patologie.

Il controllo naturale del peso rive-ste grande importanza: la pratica regolare permette di mantenere il peso forma, un giusto aumen-to per evitare carichi eccessivi, un buon equilibrio delle energie vitali che attenua la necessità di

cercare compensazioni nel cibo in eccesso o di cattiva qualità.La pratica costante dello yoga in gravidanza può alleviare gonfiori, ritenzione di liquidi, disturbi cir-colatori, nausea, insonnia, facilita il transito intestinale, allevia timo-ri e stati d’ansia.Al mantenimento della salute del corpo si unisce un equilibrio emo-zionale e mentale che trasmette pace e serenità, prepara il corpo al

travaglio, al parto e previene stati depressivi post parto.Per le neofite si consiglia di ini-ziare la pratica dopo il terzo mese e sempre con il consenso del me-dico che segue la gestazione, an-che alle donne che conoscono già

lo yoga di iniziare con una pratica graduale.Non esistono sequenze prestabi-lite, si adegua la pratica alla si-tuazione individuale e vengono sempre privilegiate posizioni che rilassano e tonificano la colonna vertebrale e il pavimento pel-vico, posizioni che rinforzino le caviglie e le ginocchia, sequenze di allungamenti muscolari decon-tratturanti, correzione di disalline-amenti posturali, esercizi di per-cezione del respiro clavicolare, toracico, addominale, armoniz-zazione tra respiro e movimento, semplici tecniche di rilassamento profondo. Insegnando la “consapevolezza” lo yoga aiuta a riconoscere le zone di tensione ed aumenta la capacità di rilassamento.

Page 80: Life in Stile numero 2 anno 2010

80VIA L. DA VINCI 24, 25020 FLERO - BS - TEL. 030.353.90.72 - FAX 030.358.67.91 www.iltruciolo.net e-mail: [email protected]

PROGETTAZIONE,CREATIVITÀ, NOZIONI MATEMATICHE E GEOMETRICHE,

COMPETENZA DEI MATERIALI,MANUALITÀ, SI FONDONO E SI INTEGRANO

L’UNA CON L’ALTRA CREANDO LE NOSTRE OPERE. OGNI OGGETTO

DIVIENE COSÌ UNICO ED IRRIPETIBILE. ORA CHE L’IDEA HA PRESO FORMA

E SI È SVELATA, TUTTO SI APRE AI SENSI, IL PROGETTO É COMPIUTO,

LE SENSAZIONI AVVOLGONO CHI GUARDA.

GENIALI, NELLA COMPOSIZIONE, PERFETTI NELL’ AMBIENTE

C R E S C E S T R O

F O R M E N U O V E P E R I L T U O A M B I E N T E

truciolo life3 ok.indd 1 29-04-2010 15:05:34

Page 81: Life in Stile numero 2 anno 2010

81

ILLUMINIAMO LA STORIA

IL RELITTO DELLA BIANCA C.

Il 22 ottobre del 1961, Bianca C. era ancorata al largo dell’isola di Grenada, mar dei Caraibi quando si verificò un’esplosione nella sala macchine nelle prime ore della mattina. Un uomo morì immedia-tamente, e altri otto furono feriti. Appena l’incendio scoppiò, circa 700 passeggeri più l’equipaggio abbandonarono la nave, mentre i pescatori e gli armatori di Grenada risvegliati dal rumore dell ‘esplosione vicino al porto di St Gorge si affrettarono per aiutare. I sopravvissuti furono portati nella capitale, dove ospedali furono frettolosamente istituiti per fornire riparo e cibo. Poiché a Grenada non c’erano le attrezzature per spegnere questo grande fuoco, una richiesta di aiuto venne inviata; tale richiesta venne ricevuta dalla fregata britannica HMS Londonderry a Puerto Rico. Ci vollero due giorni per arrivare, e da quel momento il Bianca C aveva cominciato ad affondare. La nave in fiamme si trovava nell’ancoraggio principale del porto e lo avrebbe bloccato la Londonnery allora cominciò le operazioni di traino. Le linee di ancoraggio di Bianca C. si bruciarono e oggi le ancore sono ancora alla foce del porto di St George. Ora la spedizione guidata da Lorenzo del Veneziano, e voluta dalla Gio’sub, ne ha esplorato il relitto, una grande avventura negli abissi. Gio’sub illumina le profondità.

www.giosub.com

Page 82: Life in Stile numero 2 anno 2010

82

LE TUE MANI

PARLANO di TEdi A. Russo

Le mani sono il nostro biglietto da

visita e sono un aspetto importante

della femminilità. Per molti sono

anche veri e propri strumenti di

seduzione che trasmettono molto,

hanno un velato potere emozionale.

Ebbene, oggi le donne non si

accontentano più di una manicure

anche se ben curata, ma desiderano

dedicare alle proprie unghie di

mani e piedi, le stesse cure riservate

prima al viso/corpo/capelli e

all’abbigliamento.

bellezzalifeinstile

Page 83: Life in Stile numero 2 anno 2010

83

Page 84: Life in Stile numero 2 anno 2010

84

La vita frenetica dà il suo bel con-tributo nell’avere sempre meno tempo da dedicare a se stesse, abbiamo tutti i minuti contati per qualsiasi cosa !Ecco quindi prendere piede anche in Italia, su modello americano e nord europeo, l’idea di trasforma-re la manicure in un trattamento cosmetico a largo raggio, con tan-to di scrub, maschere, sieri speci-fici e trucco delle unghie in gel o acrilico.È sempre più diffusa la moda di “vestire” le unghie di colori e di-segni personalizzati, un particola-re che negli ultimi anni ha avuto il sopravvento sul french manicu-re, cioè la righina bianca fatta sul bordo libero dell’unghia.Il problema è la durata breve dello smalto, per questo chi ama avere le mani in ordine sta preferendo

l’applicazione di gel fotoinduren-te o acrilico, che consente una ma-nicure impeccabile per tre /quattro settimane ( con un risparmio di tempo non indifferente, solo 1 ora al mese)Si procede alla preparazione del-la lamina ungueale/dell’unghia, quindi si applica un gel media-tore di aderenza che fa da collante tra l’unghia e gli altri gel, poi un altro che fa da costruzione, decori e strass a piacere in rilievo oppure no, infine si passa al gel lucidante. Tutti gli strati di gel, essendo foto indurenti, vengono polimerizzati nella lampada a raggi UV, mentre il sistema acrilico polvere e li-quido non ha bisogno di lampada fanno da “iniziatori” il calore cor-

poreo e dell’ambiente . In questo settore cosmetico le aziende che usano prodotti con notifica al Ministero della Sani-tà, rispettando i termini di legge, sono una rarità ed il consumato-re spesso non è consapevole del-le conseguenze che l’impiego di sostanze non soggette a controllo può avere sulla propria salute e non pretende la sicurezza dei pro-dotti ne in campo estetico tanto-meno in quello delle “unghie”Poche aziende che commercializ-zano i prodotti per le unghie no-tificano regolarmente i prodotti al Ministero della Sanità, avvalen-dosi della qualificata assistenza di laboratori o chimici abilitati in ambito cosmetico, che s’impegna-no come direttori tecnici a valuta-re la non tossicità di ogni singolo ingrediente impiegato, garanten-do la conformità dei prodotti ai requisiti di purezza e stabilità sta-biliti dalla legge.Diffidate delle aziende che non of-frono questa garanzia, che non as-sicurano esclusivamente la com-mercializzazione di prodotti con regolare notifica, conforme alla legge 713/86 ed alla Direttiva Co-munitaria 76/768 ECC. Oltre alle SDS (schede tecniche di sicurez-za) che vengono consegnate rego-larmente dalle aziende produttrici, richiedete sempre le certificazioni

Page 85: Life in Stile numero 2 anno 2010

85

dei prodotti usati, fatelo per voi e per la cliente che crede nella vo-stra professionalità.Una ricostruzione con Tip di al-lungamento o allungamento con formina gel o acrilico, indicativa-mente va dai settanta ai 150 euro, un rinforzo sull’unghia naturale dai quaranta ai sessanta, un re fil dai cinquanta agli 80 euro. Questo lavoro richiede molta for-mazione, preparazione e abilità tecnica, ed è fondamentale che sia eseguito in condizioni igieniche rigorose. Infatti, se il lavoro non è ben ese-guito, possono comparire muffe a seguito d’infiltrazioni di acqua. Peggiore ancora, se la superficie naturale dell’unghia è limata trop-po, può essere compromessa la salute oltre alla struttura dell’un-ghia stessa.Per questo consiglio di diffidare di chi lavora in casa senza licenza e di rivolgersi a una professionista riconosciuta e autorizzata che ha avuto una formazione specializ-zante, senza fermarsi a chi offre il prezzo più basso». Parliamo di moda: quali sono gli imperativi del momento? «Allun-gamenti trasparenti da decorare con fantasia: strass, brillantini, decori tridimensionali o metalle-scenti. Per l’autunno inverno va il verde a quattro tonalità diverse.Se torturarsi le unghie (o alla peggio mangiarsele proprio) è un modo alternativo per smaltire l’aggressività e la timidezza re-presse, è ora di smetterla. Ora il beauty trend, più con la stagione anche se di nicchia, ha contagiato le sfilate firmate Dior, Lagerfeld, Galliano, Richmond, Moschino, Tracey Reese, Paul Smith, Prada, ecc... Le esagerazioni: unghie ben af-filate in colori dark piuttosto ag-gressive. Ovviamente, nella vita di tutti i giorni, le tendenze vanno mediate per non farsi il vuoto in-

torno e per stare comode (digitare sul telefonino o computer non è il massimo della comodità). Così una buona ed esperta operatrice “onicotecnica “di applicazione e decorazione unghie fa delle crea-zioni esclusive e le unghie al nostro servizio e su misura, consiglia di scegliere le decorazioni più adatte alla personalità: piccoli cristalli e decori fatti a mano che nulla hanno a che fare con unghie artificiali già predecorate. E mai unghie troppo lunghe, sono volgari.

A. Russo comunicazione immagine

NumaniVuoi saperne di più scrivi a:

[email protected]

Page 86: Life in Stile numero 2 anno 2010

86

e massaggio ayurvedico

salutelifeinstile

Page 87: Life in Stile numero 2 anno 2010

87

Ayurvedae massaggio ayurvedico

Nella “puntata”

precedente c’eravamo

lasciati dicendo che

nell’odierno numero

avremmo affrontato il

tema del massaggio in

generale e del

massaggio ayurvedico

in particolare.

Inizieremo con

alcuni cenni

storici per proseguire

poi sul significato e sul

valore del massaggio

addentrandoci man

mano in modo più

approfondito su questa

che più che una

tecnica e da

considerarsi un “arte”.

Page 88: Life in Stile numero 2 anno 2010

88

Il massaggio, la cui etimo-logia sembra derivare dalla parola araba “masso” che significa impastare, eserci-tare pressione, si può con-

siderare nato contemporaneamen-te alla cita stessa, o per lo meno alla vita degli animali superiori e dell’uomo.Esso è iniziato infatti come azione istintiva; l’uomo che avverte un dolore in qualunque arte del cor-po pone istintivamente la mano sulla parte dolente, la mantiene ferma esercitando una pressione o la muove eseguendo un fraziona-mento, a seconda dei casi.Nel corso dei secoli, i tabù, i di-vieti, le sovrastrutture connesse al progresso ed alla civiltà, hanno annullato o parzialmente bloc-cato molti atti naturali suggeriti dall’istinto, ma l’auto massaggio ora descritto, rappresenta un resi-duo di naturale istintività cui l’uo-mo tuttora ricorre come forma di autoterapia.L’azione terapeutica delle mani ha avuto una grande importanza nel mondo antico, essa era già am-pliamente praticata dagli Egizi, dagli Indiani, dai Cinesi, dai Su-meri e dai Babilonesi ed assunse agli onori di un vero e proprio rito nel periodo Greco-Romano.Gli orientali detengono un primato anticipativo; in India il massaggio venne codificato in alcuni testi che risalgono al 2° millennio A.C. ed in questo caso si tratta da un lato di tecniche da utilizzare all’inter-no di una coppia e dall’altro pra-tiche da utilizzare per la prepara-zione di guerrieri alla battaglia e per la cura e la riabilitazione.Il massaggio Ayurvedico propria-mente detto è stato descritto nei testi classici della “disciplina” nei “tre grandi”, scritti dopo il 1000 A.C., il Charaka Sammita, il Sushruta Sammita e l’Amstanga Hridaya.In Cina circa 3000 anni fa un

gruppo di sacerdoti formulava nell’opera “Cong Fou” le norme per il massaggio razionale che aveva l’obbiettivo di creare un’ar-monia più alta fra il corpo e l’ani-ma.I medici greci e romani tennero sempre in alto onore la pratica del massaggio riconoscendole pregi curativi notevoli ed inoltre virtù positive anche nell’ambito della sfera “psichica”.Gli atleti dell’antiche olimpiadi e degli altri giochi sportivi non scendevano nell’arena senza es-sere prima passati sotto le mani d’abili operatori di massaggio.Prima della competizione l’atle-ta veniva massaggiato con oli e

creme aromatiche per riscaldare i muscoli; nel corso delle gare, tra una competizione e l’altra, un as-sistente, che nella maggior parte dei casi era lo stesso massaggiato-re, lo detergeva dalla polvere, dal sudore, dal grasso, al termine l’at-leta faceva un bagno in acqua cal-da ed aromatizzata, quindi veniva massaggiato a lungo per espellere le sostanze tossiche accumulatesi nei muscoli affaticati.I patrizi greci prima e quelli roma-ni poi, passavano intere mattinate a curare il corpo in bagni di vapo-re e massaggi.Anche nei templi eretti in onore di Esculapio (nome romano del

Dio Greco Asclepio, patrono della medicina) si praticavano a scopo igienico terapie basate su diete, bagni ed esercizi ginnici nei qua-li il massaggio non rappresentava soltanto la naturale conclusione, bensì una parte integrante, condi-zione indispensabile per ottenere i massimi risultati.Nell’epoca di maggiore splendore della civiltà romana si fece strada il concetto di massaggio a scopo estetico, praticato da abili schiave alle nobili romane sul viso e sul corpo con l’impiego dei prodotti più raffinati dell’antica cosmesi.I romani che avevano il culto dell’igiene e della salute costrui-rono grandiose terme con piscine e bagni di vapore, cui poteva ac-cedere tutta la popolazione, senza distinzione di ceto o di classe.Nel medioevo l’oscurantismo che adombrò molti campi dell’esisten-za influenzò negativamente anche il concetto igienico della perso-na con l’inevitabile decadimento dell’arte del massaggio, seguirono periodi alterni in cui tale arte non ebbe la possibilità di affermarsi.Il massaggio, nel nostro contesto culturale e sociale è stato riporta-to in auge nella medicina moder-na con l’affermazione delle cure naturali avvenuta all’inizio del ventesimo secolo e ulteriormente decaduto, nella civiltà occidenta-le, a metà del secolo scorso con il dilagante affermarsi della terapia farmacologia a base di compresse, sciroppi, fiale, ecc.Tuttavia ci si è resi conto che trat-tare la malattia come un nemico di cui ci si deve liberare il prima pos-sibile perché ci fa star male, ci fa soffrire, ci deprime e debilita non è sempre l’approccio più funzio-nale alla guarigione.Intervenire sul sintomo cercando di neutralizzarlo è solo una delle possibilità e spesso è assoluta-mente sensato alleviare il dolore o un malessere per arrecare sollievo

Page 89: Life in Stile numero 2 anno 2010

89

o intervenire chirurgicamente pri-ma che un appendicite degeneri in peritonite e mette parzialmente in pericolo la vita della persona por-tatrice di tale patologia.Tuttavia si è perduta la consape-volezza che questo modo d’agire alimenta la cultura dell’interven-to dolo in caso d’emergenza, solo nel caso in cui la maggior parte del danno è già stato compiuto.Mi spiego meglio con un esempio: Se mentre stiamo andando in au-tomobile ci si accende la luce che segnala che l’olio per lubrificare i pistoni sta subendo un calo verti-ginoso, vi sembrerebbe sensato ri-solvere il problema smontando la spia e togliendo la lampadina così che vi togliete il fastidio di veder-la lampeggiare?Tutti risponderemmo che è un modo assai bizzarro o piuttosto inconsapevole per risolvere il pro-blema.Eppure con la malattia ci compor-tiamo con questa inconsapevolez-za, non utilizzandola come un’al-leata per capire cosa realmente ci sta comunicando, ma come un nemico da neutralizzare il prima possibile.Sia chiaro, questo non significa disconoscere o addirittura di-sprezzare tutte le significative e grandiose conquiste della medi-cina ad indirizzo “allopatico”, ma piuttosto utilizzarla ed integrarla con una visione più allargata, for-se più impegnativa, forse più fati-cosa, ma sicuramente più consona alla nostra dignità di persone che posseggono si un corpo, ma anche una struttura energetica, un mondo emotivo, una sfera mentale ed una dimensione animico-spirituale.Se è troppo “utopistico” per qual-cuno intraprendere un viaggio verso la guarigione secondo que-sta ottica non si può negare che l’uso, spesso l’abuso, di farmaci comporta l’assunzione di sostan-ze (principi attivi) che se da un

lato vanno a lenire sintomi sgra-devoli e dolori insorti in una spe-cifica parte del corpo, dall’altro ne fanno insorgere altrettanti in altre sedi del corpo stesso.Ci si è accorti che i così detti “ef-fetti collaterali” possono condurre a gravi danni degenerativi il cui prezzo più alto è pagato dall’ap-parato cardiovascolare, dal fegato e da altri importanti organi, con grave danno alla salute.Nell’odierna fase di rivalutazione delle terapie naturali il massaggio ha riconquistato molte delle po-sizioni perdute, sebbene ancora molta strada ci sia da fare perché esso abbia tra le persone la diffu-sione che merita.

Significato e valore del massag-gio.

Il tocco delle mani può assumere molti significati; vicinanza, calo-re, rassicurazione di non essere soli, affermazione del senso della propria esistenza e del proprio va-lore ecc.E’ un modo estremamente sem-plice di comunicare, cui tutti noi facciamo ricorso spontaneamente e con un po’ d’impegno possiamo trasformare questo talento natura-le in una capacità terapeutica cre-ativa attraverso l’apprendimento dei movimenti basilari del mas-

saggio.L’elemento recettore del senso del tatto è rappresentato dalla pelle, l’organo più esteso e fra i più sen-sibili del corpo.L’essere umano può vivere cieco e sordo, insensibile agli odori o ai sapori, ma non può sopravvivere senza pelle.Nell’adulto la pelle ha una super-ficie di oltre 1,8 metri quadrati e costituisce tra il 16% ed il 18 % del peso totale del corpo, proteg-ge gli organi interni dalle ferite e dall’intrusione di sostanze esterne, regola la temperatura ed è il sup-porto per il rinnovamento cellula-re, reagisce alle influenze esterne come luce, umidità e calore ed a quelle interne legate alle emozioni che ci pervadono, è quindi capace di percepire.La percezione tattile si estende a tutta la superficie della pelle, dal-la pianta dei piedi alla punta delle dita delle mani, che sono dotate di una sensibilità straordinaria.

…. Continueremo questo argo-mento nella prossima puntata.

A cura di:Chiara Benuzzi

Operatrice di massaggioAyurvedico 320.222.72.93

Bibliografia:MASSAGGIO AYURVEDICO di S.V. Govindan edizioni Mediter-raneeAYURVEDA MAHARISHI di Ernesto Iannacone edizioni Tec-niche NuoveMASSAGGIO E LINEA di Mar-cello Brunetti edizioni Mediterra-neeIL LIBRO DELLE COCCOLE di M. Barth, U. Markus Red edizio-ni.

Page 90: Life in Stile numero 2 anno 2010

90

ASPETTIAMO IL SUO RISVEGLIOE SPERIAMO SIA IL PIU’ SERENO POSSIBILE

RETRO GUSTO ENOTECA WINESHOP -VIA SAN CARLO- (VICOLO TOMACELLI) SALO’ BS TEL. 0365 20690

INDOVINATE COS’ E’.

E’ UN RADIATORE DI NUOVA CONCEZIONE. NEI NOSTRI RADIATORI CIRCOLA IL 90% IN MENO DI ACQUA

RISPETTO AI NORMALI RADIATORI, MENO ACQUA NELL’IMPIANTO DI RISCALDAMENTO, MENO COMBU-

STIBILE UTILIZZATO PER RISCALDARLA, MENO BOLLETTE PESANTI, E DI CONSEGUENZA MENO EMISSIONI

NELL’ ATMOSFERA.

SOLUZIONE

HOTECH DESIGN VIA G.DI VITTORIO, 36 25030 CASTEL MELLA - BS -TEL. +39 030 2583230 - FAX +39 030 2580644

www.hotech.it

Page 91: Life in Stile numero 2 anno 2010

91

INDOVINATE COS’ E’.

E’ UN RADIATORE DI NUOVA CONCEZIONE. NEI NOSTRI RADIATORI CIRCOLA IL 90% IN MENO DI ACQUA

RISPETTO AI NORMALI RADIATORI, MENO ACQUA NELL’IMPIANTO DI RISCALDAMENTO, MENO COMBU-

STIBILE UTILIZZATO PER RISCALDARLA, MENO BOLLETTE PESANTI, E DI CONSEGUENZA MENO EMISSIONI

NELL’ ATMOSFERA.

SOLUZIONE

HOTECH DESIGN VIA G.DI VITTORIO, 36 25030 CASTEL MELLA - BS -TEL. +39 030 2583230 - FAX +39 030 2580644

www.hotech.it

Page 92: Life in Stile numero 2 anno 2010

92

INTERNATIONAL SCHOOL OF BRESCIA

moving onProsegue il nostro viaggio per il mondo in

lingua inglese, accompagnati da IS Brescia.Una scuola all’avanguardia,

attrezzata per vivere il futuro.

newslifeinstile

Page 93: Life in Stile numero 2 anno 2010

93

International School of Brescia continua a guidare i nostri letto-ri nel mondo anglofono e anche questo mese ci propone un viag-gio in un paese nuovo, consenten-doci al contempo di verificare il nostro inglese, grazie ad una delle sue insegnanti madrelingua. La cultura che IS offre alle fami-glie che affidano i loro bambini al percorso formativo, include l’im-pegno a rendere più vicini mondi che possono apparire lontani. Per questo motivo l’insegnamento non solo si avvale della filoso-fia pedagogica IBO (Internatio-nal Baccalaureate Organization) e della collaborazione continua della International School of Mi-lan (fondata nel 1958), ma pone attenzione alle nuove tecnologie, favorendone l’accesso anche ai più piccoli. Ogni classe è dotata di una lavagna interattiva multimediale, in gergo definita LIM, che ha le dimensio-ni di una tradizionale lavagna di-

dattica, ma sulla quale è possibile intervenire operando sia come se fosse una lavagna tradizionale, sia come personal computer, del qua-le riproduce lo schermo. Pertanto, accanto al classico paradigma di-dattico centrato sulla lavagna, è possibile estenderne uno proietta-to al futuro e alle nuove genera-zioni, grazie all’integrazione mul-timediale con accesso ad internet e software didattico condiviso. La lavagna LIM viene utilizzata per disegnare (con pennarelli virtua-li), ma anche per apprendere la lingua inglese interattivamente e in maniera divertente, grazie – ad esempio - a filmati e canzoni in modalità karaoke!La crescita socio pedagogica in-tegrata è proiettata al futuro e ri-volgendosi a bambini dai 30 mesi in su, sia italiani sia madrelingua inglese, garantisce un percorso formativo fino ai 19 anni, che è estremamente attento allo scena-rio tecnologico internazionale.

Ovviamente anche l’interazione con strumenti di nuova genera-zione avviene con l’ausilio di pre-parati insegnanti madrelingua, al cui quotidiano lavoro si affianca un’ora e mezza di lezione in ita-liano, per garantire una completa integrazione con il contesto locale. E’ ora il momento di viaggiare e di studiare! Buona lettura!Con l’anno scolastico 2010/2011 saranno attive la classi dai 3 ai 7 anni (kindergarten, transition, 1° grade, 2° grade).

International School of BresciaAbbott Academy Srl

Via Don Orione, 125082 Botticino (Brescia)

Tel. +39 030 2191182Fax +39 030 3369502

[email protected]

Page 94: Life in Stile numero 2 anno 2010

94

My name is Kirstie McGill, I am twenty-six, and I originate from a small, coastal town in Scotland, which is called Gourock. My town is famous in Scotland, as during the mid part of the last century many people took trips ‘doon the water’ (1) . This was when factory workers from Glasgow boarded paddle steamers (2) and took we-ekend trips to Gourock. Here they enjoyed walks along the prome-nade and enjoyed the fresh sea air, which was a relief from the smog of the city.

I have wonderful memories from my hometown; however my fa-vourite is the beautiful view of the Argyll Peninsula. The tumbling green hills rolling into the Firth of Clyde is a sight not to be missed.I completed my Bachelors De-gree in Education at the Univer-sity of West Scotland. During my time there, I was fortunate to be chosen to participate in the Era-smus exchange programme. This allowed me to study and teach in Bordeaux. During my time there, I decided that my true passion was to teach in the International envi-ronment.After completing my training, I worked in a bilingual school in Scotland. There the children had

the opportunity to learn Scottish Gaelic. I enjoyed the challenge of supporting children whose first language was not necessarily En-glish.Following a year teaching English in Padova, I found my true calling teaching in the International Scho-ol of Brescia. Helping to set up a new school is an adventure, which I have found to be both exciting and enjoyable. I love coming into work every day and teaching my wonderful class. My students’ en-thusiasm to learn and their ability to speak English are exceptional. This is especially true considering that I am the Kindergarten teacher here. I am also very lucky to be sur-

Page 95: Life in Stile numero 2 anno 2010

95

rounded by such a hard-working and motivated staff as, in teaching, it is important to have a solid and friendly team. I have met collea-gues here that I can truly say will be friends for life.Working with small children, for me, is the most worthwhile job in the world. Like setting up a new school, every little step has to be thoroughly thought out, but the end result is nothing short of spec-tacular!

(1) Doon the water: espressio-ne colloquiale scozzese: “fare una gita al mare”(2) Paddle steamers: “barche a vapore”

Kirstie McGill

Page 96: Life in Stile numero 2 anno 2010

96

Page 97: Life in Stile numero 2 anno 2010

97

IL RILANCIO DI CONTI BETTONI CAZZAGO

Trecento anni di tradizione vitivinicola rinascono in un approccio di nuova generazione.

Nuovo approccio, nuove cuvée e un innovativo progetto di agricoltura biodinamica.

LIFEINSTILE A VINITALY 2010:

Quest’anno abbiamo deciso di portare con noi i nostri lettori alla più importante manifestazione della viticoltura, appuntamento imperdibile per gli amanti del set-tore, ma anche per tutti quelli che intendono approfondire un’antica arte, quella del fare vino.Ci siamo così imbattuti in una sto-rica cantina franciacortina, Conti Bettoni Cazzago, viticoltori dal 1701 e che quest’anno si sono presentati con una nuova gestione, la cui filosofia è molto attenta sia alla tradizione sia all’innovazio-ne. Mentre assaggiavamo le sue nuove cuvée, sviluppate in colla-borazione con gli enologi Cesare Ferrari e Alessandro Santini, ab-biamo scambiato due parole con l’amministratore unico, Matteo Ortalda e con il responsabile com-merciale, Alessandro Terragnoli.“Abbiamo investito molto in questi anni – sottolinea Matteo Ortalda – dando il via ad una pro-

fonda ristrutturazione aziendale. Abbiamo ottimi vigneti con uve Chardonnay e Pinot di alta qualità e crediamo che la nostra sia una realtà che debba ancora piena-mente esprimersi. Crediamo nella cultura del buon vino e miriamo alla massima efficienza in ogni processo interno, senza lesinare in tecnologia, ma ricordando la tra-dizione secolare che ci ricorda an-che la nostra sede, la settecentesca villa di Cazzago S. Martino, con i suoi 15 ha di vigneti”Un approccio innovativo, che ci incuriosisce e ne chiediamo di più ad Alessandro Terragnoli: “Siamo qui per presentare i nostri nuovi BRUT DOCG, SATEN DOCG e BRUT MILLESIMATO 2004 DOCG, ma credo che vi interessi sapere del nostro progetto destina-to al vigneto di 3,6 ha interamente cinto da mura originali dell’anno mille, che prende il nome di “Bro-lo” di Palazzo Cazzago. Un vero

gioiello in Franciacorta, che molti ci invidiano e con il quale intendia-mo reinterpretare il “Clos” Fran-cese in chiave Franciacortina. Lo abbiamo reimpiantato nel 2009, con una grandissima attenzione alle selezione dei cloni utilizzati ed alle tecniche di impianto. Non posso ancora dirvi quando, ma l’obiettivo è quello di un grande Franciacorta biodinamico”.Da cultori del benessere e dell’at-tenzione ai processi naturali, non potevamo non rimanere colpi-ti da questo incontro e da questi progetti, che certo danno ancor maggiore lustro alla tradizione franciacortina. Salutiamo Conti Bettoni Cazzago, felicitandoci del ritorno di una così grande cantina, e ci diamo appuntamento per una futura occasione. Sempre con il benestare di Bacco!

newslifeinstile

Page 98: Life in Stile numero 2 anno 2010

98

gruppoareatessile.it Via Brescia, 41/A Castenedolo -Brescia-Tel. 030.21.30.446 Fax 030.27.31.961

Page 99: Life in Stile numero 2 anno 2010

99

HM Senior Comunicare non ha etàIl cellulare semplice e sicuro per gli utenti senior

Con questo numero continuiamo una rubrica, quella sulla telefonia, prestando questa volta attenzione ad un prodotto più particolare e sicuramente utile: l’HM Senior di Hop Mobile,

il primo telefono facile e pratico studiato per la terza età. Il telefono cellulare è diventato ormai

strumento indispensabile per la nostra quotidianità, ampliando la nostra mobilità,

permettendoci di essere sempre raggiungibili. Paradossalmente la telefonia mobile si è imposta

anche su quelle categorie meno predisposte all’utilizzo della tecnologia. Così i nostri genitori e nonni si sono dovuti abituare a prefissi quali 333, 348, 320, a chiamarci sul telefonino e non a casa, a

sentire voci come “il cliente da lei chiamato non è raggiungibile”. Un cambiamento non indifferente per chi a volte ha vissuto parte della propria vita

senza telefono fisso, ma ormai indispensabile, anche e soprattutto per questioni di sicurezza.

newslifeinstile

Page 100: Life in Stile numero 2 anno 2010

100

La tecnologia mobile, infatti, ol-tre a servire per comunicazioni di lavoro, tenerci in contatto con amici vicini e lontani o alimentare i primi innamoramenti via SMS tra adolescenti, ci rende sempre (o quasi) raggiungibili e ci per-mette di raggiungere chiunque in ogni luogo e momento. Aspetto essenziale se si pensa ai moltissi-mi anziani che vivono da soli, che ancora indipendenti e in salute viaggiano, vanno a fare la spesa o dal dottore, a trovare il nipote o l’amico o che purtroppo indispo-sti fanno fatica a muo-versi, sono soggetti a ricoveri ospedalieri, a visite mediche o che semplicemente affrontano con nuova sensibilità e condizio-ne fisica anche i pic-coli-grandi problemi causati dall’influenza stagionale. Sono forse loro le persone ad ave-re più bisogno della telefonia mobile e allo stesso tempo quelle più lontane da questa. Fin’ora.Per loro e per la loro sicurezza e benessere Hop Mobile, azienda bresciana capitanata da Ermanno Dionisio, ha creato un semplice telefono cellulare, denominato HM Senior, in grado di rispondere ad ogni loro esigenza. Chiarezza. Tasti grandi con nume-ri ben visibili stampati in bianco su fondo nero. Display con sem-plice visualizzazione del numero che si sta componendo o che ci sta chiamando, con caratteri chiari e grandi.Semplicità. Un tasto verde per ef-fettuare la chiamata e rispondere alle chiamate entranti. Un tasto rosso per interrompere le comu-nicazioni. Un unico tasto laterale

per bloccare e sbloccare la tastie-ra. Comodità. Il telefono pesa solo 85gr e ha dimensioni contenute e comode anche per le mani meno sicure (104x49x12 mm) e ta-sti ben divisi al tatto per le mani meno sensibili. Sicurezza. Un unico tasto sul retro con funzione di SOS per le situa-zioni di emergenza o malessere. Per chiedere aiuto è sufficiente premerlo, il vivavoce si inserisce automaticamente in modo che l’anziano non sia costretto a tene-

re in mano l’apparecchio e questo chiama in automatico progressi-vamente i 4 numeri scelti dalla persona in caso di necessità. Completezza. Nonostante l’es-senzialità di questo prodotto, non manca uno strumento utilissimo che ne aumenta la sicurezza, qua-le la torcia, e per i più esigenti ed intraprendenti un tasto laterale che attiva la radio in vivavoce.Un apparecchio che garantisce dunque tranquillità e comfort all’utilizzatore, evitando ansie di confrontarsi con un oggetto nuo-vo, di dover imparare un linguag-

gio estraneo, di provare disagio nell’avere difficoltà a vedere nu-meri e display o a premere i tasti corretti. Un cambiamento dunque positivo da parte della tecnologia in rap-porto agli anziani, che nel nostro paese sono oltre 11 milioni (over 65), che dimostra qui di essere più attenta alle categorie “debo-li”, ai loro bisogni di comunicare, di socializzare, di sentirsi sicuri, impegnandosi a migliorare il loro benessere. E anche il nostro in qualità di figli e nipoti.

Potete trovare il tele-fono cellulare HM-Senior e gli altri pro-dotti Hop Mobile sul sito internet www.hopmobile.net oppure consultate la sezione Distribuzione per scorrere l’elenco dei negozi nella nostra provincia ed in tutta Italia.

Numero verde 800 71 40 10.

EurotelVia Gabriele Rosa 42 BresciaTelefono: 030.2808660Cellular Service Srl Via Cefalonia,70 BresciaTelefono: 030.2424018Conforama SS. Quinzanese, 1/ACastel Mella Telefono: 030.2689517Il giganteVia Rovato, 44 Rovato (BS)Telefono: 030.7703739

Page 101: Life in Stile numero 2 anno 2010

101

T R O P E A , C A L A B R I A

A P PA R TA M E N T I I N A F F I T T O - E S TAT E 2 0 1 0

INFOcell. 327.0442147 - mail: [email protected]

Page 102: Life in Stile numero 2 anno 2010

102

ABRACADABRA

magia della comunicazione

<<Le parole sono come pallottole.>>Wittgenstein

“La parola è un potente sovrano, ha il potere di troncare la paura, togliere il dolore, infondere gioia, aumentare la compassione”, Gor-gia. Per Protagora un “collega” di Gorgia: l’uomo è misura di tutte le cose. Vale a dire che non esiste una realtà indipendente dal modo in cui la si pensa.Il pensiero ha permesso agli esseri umani di costruire scenari mentali estremamente sofisticati, utili per

prevedere il futuro e per pianifi-carlo con efficacia. Questi scenari mentali possono non corrisponde-re alla realtà esistente fuori dalla mente, anzi, ad essere rigorosi, non vi corrispondono mai: non sono mai riproduzioni fedeli del mondo esterno bensì il risultato di rilevanti distorsioni, dovute ai li-miti intrinsechi della nostra fisio-logia: si pensi alle illusioni ottiche e ai processi di semplificazione

con cui il nostro cervello evita di analizzare minutamente ogni cosa come se non l’avesse mai incon-trata prima. Questo è lo scarto tra il mondo reale, fisico ed i modelli del mondo, cioè le rappresentazio-ni interne della realtà. Esiste den-tro di noi la tendenza a non vedere le cose che contraddicono l’idea che ci siamo fatti della realtà: da questo punto di vista siamo tutti pigri, al punto che ci siamo inven-

lifeinstilesalute

Page 103: Life in Stile numero 2 anno 2010

103

tati il detto “l’eccezione conferma la regola”.

Prendiamo in considerazione un esperimento di etologia, la scien-za che si occupa di studiare gli animali nel loro ambiente natura-le. Le tacchine sono buone madri, affettuose, protettive e attente. Tutto questo comportamento ma-terno viene messo in moto da una sola cosa: il “cip-cip” dei pioccoli. Se il piccolo fa “cip-cip” la madre si prende cura di lui, altrimenti lo ignora o addirittura lo aggredisce. Fino a che punto le tacchine si basano su questo unico suono lo ha messo in luce M.W. Fox ( Concepts in ethology: Animal and human behavior, University of Minesota Press, Minneapolis, 1974) in un esperimento con una mamma tacchina e una puzzola impagliata. Per una tacchina con i cuccioli la puzzola è un nemico naturale, accolta con beccate fu-riose: bastava avvicinarle con un filo l’animale impagliato, perché la tacchina lo aggredisse con vio-lenza. Ma se dentro la stessa puz-zola impagliata era nascosto un registratore che emetteva il “cip-cip” dei piccoli tacchini, ecco che la madre non solo l’accettava ma la prendeva sotto l’ala. Spegnen-do il registratore, l’attaccava di nuovo.

Prima di ridere compiaciuti della facilità con cui gli animali si la-sciano ingannare da certi segnali scatenanti, mettendo in moto re-azioni del tutto inadatte alla si-tuazione, è bene che ci rendiamo conto di due cose.Primo gli schemi fissi di questi animali funzionano benissimo nelle grande maggioranza dei casi: ci vuole la malignità di uno scienziato per far sembrare stupi-da la sua risposta automatica. La seconda cosa importante da capire è che anche noi abbiamo i nostri

programmi preregistrati. Le se-quenze comportamentali automa-tiche umane sono generalmente apprese anziché innate, sono più flessibili e sono attivate da un maggior numero di segnali.Questa analogia di automatismo tra l’uomo e gli animali inferiori è dimostrata da un esperimento di Ellen Langer, psicologa a Har-vard. Un principio del compor-tamento umano noto a tutti dice che, se chiediamo a qualcuno di farci un favore, l’otterremmo più facilmente se forniamo una qual-che ragione: alla gente piace ave-re delle ragioni per quello che fa. Nell’esperimento della Langer, si chiedeva un piccolo favore a delle persone in coda alla fotocopiatri-ce di una biblioteca: “Scusi, ho 5 pagine. Posso usare la fotocopia-trice, perché ho una gran fretta?”. L’efficacia di questa richiesta con spiegazione è stata quasi totale: il 95% l’ha lasciata passare avanti nella fila. Mentre con la sempli-ce richiesta: “Scusi, ho 5 pagine. Posso usare la fotocopiatrice?”. In questa situazione acconsentiva solo il 60%. A prima vista sem-bra che la differenza decisiva fra le due formule sia l’informazione aggiuntiva contenuta nelle parole “perché ho una gran fretta”. Ma si è dimostrato con una terza formu-la che le cose non stanno esatta-mente così, “Scusi, ho 5 pagine. Posso usare la fotocopiatrice, perché devo fare delle copie?”, il risultato era ancora una volta del 93%. Quindi come il “cip-cip” dei pulcini mette in atto una risposta automatica della mamma tacchi-na, così la parola magica “per-ché”, faceva scattare una risposta automatica di acquiescenza da parte dei soggetti, anche se dopo il “perché” non seguiva nessuna ragione particolarmente decisiva.

Tutti noi, ogni giorno, per difen-derci dal continuo bombardamen-

to di stimoli provenienti dall’am-biente sempre più complesso e mutevole in cui ci muoviamo, ricorriamo ai nostri stereotipi, alle nostre regolette sommarie per classificare le cose in base a pochi elementi chiave e poi rispondere senza pensarci su, mettendo in atto un comportamento automatico.

Nella pubblicità ad esempio si sfruttano questi automatismi, uno dei più diffusi: “COSTOSO = BUONO”.La regola che sottende questo stereotipo? Si ha per quel che si paga, il prezzo diventa un segnale di qualità. Noi siamo adoratori di immagini, dediti ad atti impulsivi e com-pulsivi, rispondiamo a simboli, manipolati e reiterati e non alla razionalità: comperiamo bellezza, non sapone, vitalità, non arance, prestigio non automobili!

<<Tutto va imparato non per esibirlo, ma per utilizzarlo>>

G.Lichtenberg

Dott. Eros L. Parise

Page 104: Life in Stile numero 2 anno 2010

104

newslifeinstile

Page 105: Life in Stile numero 2 anno 2010

105

il Polittico Averoldi di Tizianonella

Chiesa dei Santi Nazaro e CelsoOlio su tavola, cm 280 x 270

1520-1522, Bresciaa cura di Ro.c.Ce

Page 106: Life in Stile numero 2 anno 2010

106

Come diverse chiese del-la città, anche la basili-ca di S. Nazaro, che si trova in via Matteotti,

custodisce diversi capolavori tra cui, sull’altare maggiore, il polit-tico raffigurante la “ Resurrezione di Cristo”, unica opera di Tiziano Vecellio (Pieve di Cadore 1480-’85 Venzia 1576) rimasta a Bre-scia.Commissionata per duecento du-cati da Altobello Averoldi, po-tente nunzio pontificio a Venezia, l’opera fu realizzata da Tiziano tra il 1520 e il 1522, in un arco di tempo segnato da altri due capolavori realizzati per la chiesa fran-cescana di S. Maria Gloriosa dei Frari a Venezia: “L’Assun-ta” (1516-18) e “La Pala Pesaro” (1519-26).Il Polittico, sistemato sull’altare maggiore, sembra in presenza dello stesso Tiziano, nonostante l’anacro-nistica divisione in scomparti (richiesta probabilmente dal comittente) è con-siderata un’opera di passaggio da una fase giovanile, più legata a Giovanni Bellini e Giorgione, verso una più com-piuta maturità e di-sinvolta autonomia nell’uso del mezzo pittorico.L’opera, in origine coperta da due ante che venivano aperte solo nei giorni fe-stivi, è attualmente impaginata in una cornice neoclassica disegna-ta da Rodolfo Vantini (noto tra l’altro per il progetto del cimite-

ro monumentale di via Milano a Brescia), frutto del primo impor-tante restauro effettuato alla fine del 1700. Lo stato attuale dell’opera è frutto dell’ultimo restauro terminato nel 1991, dove si è proceduto oltre che alla pulitura delle tavole, alla colmatura delle lacune dovute alle cadute della pellicola pittorica e alla disinfestazione da insetti xi-lofagi.Il dipinto, di forma pressoché quadrata, è strutturato su linee diagonali, dove tutte le figure rap-

presentate sono in rapporto con quella del Cristo. Questo schema compositivo sarà adottato da Tiziano in diverse ope-

re nel corso del tempo, così come il taglio dei personaggi nei riqua-dri che crea un effetto di espansio-ne nello spazio circostante.Il Polittico Averoldi sarà un punto di riferimento per artisti come Ro-manino e Moretto che rielabore-ranno in modo autonomo le novità linguistiche del grande maestro e che non resteranno, per i caratteri luministici e visionari, indifferenti nemmeno a un genio come Cara-vaggio.

LA PARTE CENTRALEIlluminato da una luce divina,

incongrua rispetto a quella del sole na-scente, il Cristo ri-sorto (simile nella fi-sionomia del volto a S. Sebastiano e, per alcuni, autoritratto dell’ artista stesso) si libra, lieve e forte, nell’aria. Mosso da un vento purificatore, in un’ ambientazione dal gusto visionario, con le guardie del sepol-cro come unici testi-moni della potenza del soprannaturale. Il Cristo dipinto da Tiziano è l’esalta-zione del messaggio teologico della re-surrezione.L’Annunciazione è l’unica scena del Po-littico ambientata in un interno.Orientata in una pri-ma stesura in modo opposto a quello at-tuale (visibile nelle radiografie dell’ul-timo restauro del 1991), è caratteriz-

zata dall’Arcangelo Gabriele che mostra il cartiglio con il divino annuncio, ambientato in un not-turno dove spicca il panneggio

Page 107: Life in Stile numero 2 anno 2010

107

bianco.La Vergine annunciata, simile nei tratti ad altre dipinte da Tiziano in quegli anni (forse con la stessa modella), è l’emblema dell’umile sottomissione della Madonna al disegno divino. Gli abiti, dai colori fortemente contra-stanti (rosso e ver-de), ne esaltano la luminosità. Il leggio di legno - ricordo della lettura brusca-mente interrotta - e la posizione della figura vista lateral-mente, contribuisco-no a creare una mag-giore profondità nella scena. GLI SCOMPARTI

LATERALINello scomparto di sinistra è ritratto il committente ingi-nocchiato in primo piano e i Santi a cui è consacrata la chiesa: San Celso con la corazza (forse un riferi-mento a san Liberale della “Pala di Castelfranco” di Giorgione) e San Nazaro.San Sebastiano, nello scomparto a destra dell’osservatore, si ritie-ne essere la prima tavola eseguita dall’artista. Colpito da un’unica freccia, con il corpo inerme e tragicamente trat-tenuto da una corda, per la posi-zione e la definizione anatomica è per molti storici una citazione di Tiziano ai “Prigioni” di Michelan-gelo, ora al Louvre. Sul frammento di colonna dove è appoggiato il piede del Santo, che sancisce la vittoria del cristiane-simo sul paganesimo, la firma di Tiziano e la data di esecuzione. In basso a sinistra, in lontananza e immerso nella natura, un angelo cura la gamba di San Rocco dalle

piaghe della peste.I SANTI

San Sebastiano: guardia pretoria-na dell’Imperatore, fu condannato a morte da Diocleziano (IV sec.

d.C.) dopo la sua conversione al cristianesimo. Generalmente rappresentato le-gato ad una colonna e con il cor-po crivellato da frecce, simbolo della peste fin dal paganesimo. Il

Santo, protettore dalle pestilenze, secondo la leggenda sopravvisse alle ferite infertegli dalle frecce e fu in seguito gettato, per ordine dell’Imperatore, nella Cloaca Ma-

xima.San Nazaro (37-76 d.c.): magistrato ro-mano convertitosi al cristianesimo, la-scerà Roma e andrà a predicare il Van-gelo per il mondo; a Ginevra gli verrà affidato il giovane Celso. Tornato in Italia, a Milano, sarà decapitato insieme al suo discepolo. I cor-pi, ancora incorrotti, furono ritrovati da Sant’ Ambrogio, tre secoli dopo.San Rocco (1348-1350 Montpellier – Voghera 1376-1379): dopo aver rinunciato ai beni paterni, di ritorno da

un pellegrinaggio a Roma, si am-mala di peste. Sarà curato da un angelo e nutrito da un cane che gli fornirà il cibo. Dopo la sua guarigione, cade vit-tima di un complotto, denunciato come spia e incarcerato. In seguito viene ritrovato morto nella sua cella.Il culto di San Rocco come pro-tettore dalle pestilenze si affermò solo nei primi decenni del XV se-colo.

RO. C CE. Aprile 2010

Page 108: Life in Stile numero 2 anno 2010

108

viaggilifeinstile

Page 109: Life in Stile numero 2 anno 2010

109

DOVE INIZIA LA PRIMAVERA

Di Veronica Del Punta

La capitale della Catalogna si esalta in questo periodo dell’anno:

respirate profondamente e lasciatevi trasportare nei suoi mille mondi.

Page 110: Life in Stile numero 2 anno 2010

110

Tra i principali porti del Mediterraneo oc-cidentale, Barcellona è punto di incontro tra il mondo ispanico

e quello continentale, quasi fosse una cerniera culturale che tutto raccoglie e tutto rielabora. Scelta dai romani, che fondarono l’an-tica Barcino ancora visitabile nel suggestivo Museu d’Historia de la Ciudad, accolse poi influssi della do-minazione araba e contribuì a formare personaggi fonda-mentali della sto-ria cristiana, come Gerberto d’Auril-lac, che divenne Papa Silvestro II, il Papa dell’anno Mille. Si dice che Colombo venne accolto da Isabella d’Aragona dopo i suoi viaggi nelle Americhe proprio a Barcellona e allora iniziamo la nostra visita nei pressi del monumento eretto a ricordo di quell’incontro, il “monumento a Co-lon”.Vi giungiamo dopo aver attraversato la famosa e sempre “movida” Rambla. E’ stata l’occasio-ne per rinfrescarci con del zumo tro-picale al mercato cittadino di St Jo-sep, la Boqueria, coloratissimo e ricco di ogni mer-canzia fresca: un reparto per frutta e verdura, uno per il pesce e uno per carni e salumi. Il tutto quoti-dianamente disposto in ordinate e sceniche bancarelle. Da non per-dere!

Proseguiamo quindi verso la nuo-vissima “Rambla del mar”, una piattaforma in legno che avvolge il porto vecchio della città e invi-ta a proseguire per il lungomare della Barceloneta. Saltimbanchi, artisti, musicisti: molti sono impe-gnati a rallegrare la stretta e lunga via che separa la zona urbana dal-la libera spiaggia, dove già si ac-calcano giocatori di beach volley,

ragazzi in cerca della tintarella e persino indomabili surfer. In ef-fetti, il vento non fa mai mancare buone onde fino a riva. Per quan-to ci riguarda, mentre centinaia di runners ci sfilano accanto, cer-chiamo uno Xiringuito, un locale

sul mare, dove assaggiare piatti di pesce freschissimo. Optiamo per un affollato e vivace ristoranti-no affacciato sul porto olimpico, non molto lontano dalla scultura a forma di pesce alato frangisole di Franck O.Ghery, che inonda la città con i colori del tramonto. Una tapa di polipo e una cerveza fresca e torniamo come nuovi!Il tiepido sole e la costante brez-

za dal mare aprono i pori della pelle, rinvigorendo in maniera naturale il nostro pomeriggio alla volta del Bar-rio Gotico, il cuore antico e medieva-le di Barcellona. Stretti e angusti vicoli nascondono angoli di immutata e silenziosa bellez-za, come la piazza di San Felipe Neri con la sua fontana arabeggiante, o la piazza del Pi con la sua chiesa me-dievale. Preamboli alla affascinante Cattedrale di San-ta Eustalia con un lussureggiante chiostro interno, capace di rispedir-ci indietro di secoli (fu costruita tra il XIII e il XV seco-lo). Appena fuori alzate gli occhi e scorgerete il co-siddetto “Ponte dei sospiri” che colle-ga le vecchie abita-

zioni dei canonici con il Palau de la Generalitat, simbolo dell’iden-tità politica catalana (il ponte è anche detto Arco Gotico e sta in calle Bisbe). E’ uno dei tanti luo-ghi in cui Ruiz Zafon ambienta i suoi romanzi. Altri se ne trovano

Page 111: Life in Stile numero 2 anno 2010

111

nella vicina Ribera: un quartiere vivo quanto il Barrio, che pulsa attorno alla stupenda Basilica de Santa Maria del Mar, che secoli addietro era bagnata dalle onde del mare. Questa è la Barcellona di un tempo, i cui pescatori consi-deravano il centro del mondo. Qui

stanno alcune delle botteghe più datate, come El Rey de la Magia, incredibile negozietto con trucchi e giochi di illusionismo che resiste da oltre 100 anni, ma anche alcu-ni dei palazzi più suggestivi. Tra questi la villa che ospita il Museo

Picasso o il cortile in cui ammirare i pezzi del Museo Sudamericano, nell’abbraccio continuo di palme e pietre secolari.Le vie della Ribera pullulano di locali. Per un aperitivo consiglia-mo lo storico e caratteristico El Xampanyet (in Calle Moncada al n°22) oppure il nuovissimo ri-storante del Museu Textil, la cui cucina abbiamo inaugurato come primi ospiti! Proseguendo verso il mare, prima di ricongiungerci con Barceloneta, incontriamo forse il miglior ristorante di pesce della città, ottimale per chiudere que-sta magica giornata: il Cafè de le 7 Portes, inaugurato nel 1836, con la sua superba paella catala-na. Domani sarà la volta di Gaudì, di casa Battlò, del Park Guell e di quella stupenda opera mai conclu-sa che è la Sagrada Familia. Ma ora ci sono solo le stelle che si ri-flettono sul mare, quasi a tenere il ritmo di una città tanto movimen-tata quanto struggente. Ce lo ri-corda Xavier Coll, con le sue note “toccate” su chitarre spagnole del XVI secolo, nella chiesa di Saint Jaume.Il weekend è finito, ma la prima-

vera è iniziata, grazie a Barcello-na.

Page 112: Life in Stile numero 2 anno 2010

112

Galleria dellÕ IncisioneVia Bezzecca 4 - 25128 Brescia Tel. 030-304690 - Fax 030-380490

www.incisione.com - email: [email protected]

COMUNICATO STAMPA

Ottavio Tomasini Lungo il Niger

INAUGURAZIONE

Gioved“ 20 maggio 2010, ore 18.00

DURATA

20 maggio 2010 Ð 8 giugno 2010

ORARI

Dalle 17:00 alle 20:00 - Chiuso il luned“

SEDE

Galleria dell!IncisioneVia Bezzecca, 4, Bresciawww.incisione.com

Una trentina di fotografie accuratamente selezionate documentano il viaggio che il fotografo

Ottavio Tomasini ha compiuto tra il dicembre 2009 e il gennaio 2010 con lo sportivo

bresciano Aldo Mazzocchi, navigando sul fiume Niger attraverso il Mali.

Questo tratto di fiume, che va dalla Guinea al Niger toccando Kangaba, Bamako, Koulikoro,

S• gou, Mopt“ , Niafounk• , la mitica Tombouctou, Gouma-Rharous, Ourem, Gao e Ansango,

snodandosi nella culla delle antiche civiltˆ del Mali, rappresenta la parte pi• affascinante e

magica dellÕ intero corso dÕ acqua.

Le immagini scelte rappresentano uno spaccato della vita delle trib• e dei villaggi che

vivono lungo le sponde del fiume, unica fonte vitale del paese, e riflettono l'aspetto

antropologico ed etnico di questo viaggio.

Con le sue fotografie Tomasini offre una serie di suggestive immagini i cui colori, volti, e

situazioni rappresentati restituiscono tutta la ricchezza e la feconda diversitˆ culturale delle

trib• del Mali.

Questa • la prima mostra del fotografo bresciano e fa parte di un progetto pi• ampio che

presenterà alla città il suo intero percorso fotografico.

Page 113: Life in Stile numero 2 anno 2010

113

“SICUREZZA E QUALITA”Il forte impegno dell’Azienda Ospedaliera

di Desenzano del GardaGrazie alla importante opportunità of-ferta dalla direzione di LIFEINSTILE, vogliamo portare a conoscenza dei letto-ri il forte e costante impegno intrapreso dall’Azienda Ospedaliera di Desenzano del Garda per garantire sicurezza e qua-lità nell’erogare le prestazioni richieste dai cittadini/pazienti.L’Azienda Ospedaliera nel quotidiano si trova a gestire processi di diagnosi e cura, che richiedono una articolata rete di protezione nei confronti dei pazienti seppur in un momento di risorse sempre minori, quindi efficacia ed efficienza devono essere gli obbiettivi di tutti gli operatori coinvolti nel processo.

E’ comunque giusto mettere in evidenza che il nostro Servizio Sanitario Nazionale/Regionale è il quinto al mondo ed eroga pre-stazioni Sanitarie di alto livello, in particolare la Regione Lombardia si distingue per l’eccellenza nel territorio nazionale, accogliendo un numero consistente di pazienti extra regione per le cure di patolo-gie meritevoli di alta specializza-zione clinica.L’Azienda Ospedaliera di De-senzano del Garda pone partico-lare attenzione nella gestione e nel controllo dei processi di cura orientati non solo al risultato fina-le, ma anche nelle varie fasi che lo compongono (accoglienza dei pa-zienti, fase diagnostica, fase tera-peutica, assistenziale, dimissione e follow-up).La nostra Azienda è formata da 3 Presidi; Desenzano/Lonato, Gavardo/Salò, Manerbio/Leno, coprendo cosi un ampio territo-rio, ma soprattutto viene offerta un’ampia scelta di specialità me-diche.La Direzione Generale diretta dal-la Dottoressa Mara Azzi ed il suo staff dell’alta direzione, ha punta-to negli ultimi anni ad incentivare attività chirurgiche innovative, ve-dasi Endoscopia, Chirurgia Baria-tica per pazienti obesi, oculistica, Chirurgia Senologica con annessa la Chirurgia ricostruttiva/plastica, Emodinamica interventistica per patologie Cardiovascolari.Importante l’investimento econo-mico e lo sviluppo strutturale, con ampliamento dei Presidi, realiz-zando e ammodernizzando Servi-zi e Unità Operative migliorando tutti gli standard di sicurezza e qualità.Reperire Medici Specialisti esper-ti nei settori in via di sviluppo ad integrare con quelli già in organi-co, è stato un grosso impegno da parte della Direzione motivato dalla Mission Aziendale “SVI-

lifeinstilesalute

Page 114: Life in Stile numero 2 anno 2010

114

LUPPO E CRESCITA”. Uno dei punti di forza è l’adesione al progetto Ospedale senza Dolore, con particolare riferimento al par-to analgesia praticato nell’oltre il 50% dei casi 24 ore su 24, motivo per il quale molte donne scelgono i nostri punti nascita , dove avven-gono circa 3500 parti anno nei 3 Presidi. Particolare attenzione è posta inoltre sempre nell’ambito della sicurezza, nel documentare tutte le prestazioni ( refertazioni, consulti e cartella clinica ) a ga-

ranzia dell’utente e dei profes-sionisti coinvolti nel processo di cura, questo è indice di qualità e appropriatezza .L’Unità Gestione Qualità e Ri-schio Clinico della Azienda Ospe-daliera di Desenzano del Garda, è una struttura semplice a cui fanno capo le seguenti funzioni: imple-mentazione e mantenimento del Sistema per la gestione della Qua-lità a livello Aziendale, opera per

la sensibilizzazione e formazione a tutti gli operatori ai temi qualità e prevenzione del rischio.Compito dell’Ufficio Qualità è inoltre la verifica ispettiva interna che costituisce uno dei principali strumenti di misura dello stato di salute del Sistema Gestione Qua-lità e fornisce informazioni sulla capacità dell’Azienda di rispettare gli standard qualitativi.Qualità significa inoltre operare in sicurezza per l’operatore, il citta-dino, la società, l’ambiente, evi-

tando gli errori. Competenza, buo-na organizzazione, prevengono e riducono il rischio clinico e otti-mizzando le risorse garantiscono la sostenibilità del sistema.Come garantiamo SICUREZZA e QUALITA’?Questa è la rete di protezione che opera a tutela delle prestazioni erogate nei confronti dei nostri utenti:Per i lettori è utile informarli che

a fronte di un singola prestazione per la cura del caso intervengono un numero elevato di professioni-sti, strutture e servizi a garanzia del processo di cura.Particolare attenzione e dato l’URP ( Ufficio Relazioni con il Pubblico ) che raccoglie le segna-lazioni dei cittadini che afferisco-no alla nostra Azienda.Tutte le segnalazioni vengono ac-colte e analizzate da personale de-dicato con particolari competenze nell’ascolto degli utenti, cercando

dove possibile di trovare un solu-zione rapida al problema.Va comunque evidenziato che le segnalazioni ricevute sono sog-gette ad analisi da parte della Di-rezione Aziendale, che per com-petenza destinerà alle strutture interessate. Per le situazioni che richiedono una risposta dedicata, la Direzione coinvolge diretta-mente il Medico Specialista inte-ressato.

Page 115: Life in Stile numero 2 anno 2010

115

La maggior parte dei reclami co-munque risulta essere legata a disguidi amministrativi sulle pre-notazioni, ticket e problemi di co-municazione con gli Specialisti, ma emerge anche che gli utenti in molti casi evidenziano encomi per le eccellenti cure ricevute e acco-glienza in Azienda.Altre situazioni di rilievo vengo-no gestite dall’Ufficio Affari lega-li che per competenza e attenzio-ne gestisce la pratica e la relativa istruttoria.Per concludere, vogliamo infor-mare tutti i nostri utenti che nulla viene lasciato al caso quando il paziente è assistito presso la no-stra Azienda, come identificato nella rete di protezione. Nel pro-cesso di cura è importante che il cittadino si rivolga all’Ospeda-le senza pregiudizi e fiducia nei confronti di tutto il personale, che eroga prestazioni di buon livello rispettando linee guida, protocol-li secondo evidenze scientifiche recenti e attendibili, disponibili a livello internazionale.Dati ufficiali pongono comun-que il nostro paese tra i primi per longevità, quindi il lavoro multi-disciplinare svolto nelle cure dei pazienti risulta efficace. Tutti i pazienti devono compren-dere che la nostra MISSION è migliorare e garantire lo stato di salute dei cittadini, coinvolgendo-li nel processo di miglioramento continuo della qualità che noi ci auspichiamo possa sempre cre-scere.

Fabrizio Perillo Coordinatore Sanitario Unità Ge-stione Qualità e Rischio Clinico/

S.I.T.R.A.Azienda Sanitaria di Desenzano

del GardaArticolo patrocinato dal Diret-tore Generale Mara Azzi, Dott. Antonio Rovere Responsabile U.G.Q.R., Dott. Aldo Lorenzini Direttore S.I.T.R.A.

Page 116: Life in Stile numero 2 anno 2010

116

culturalifeinstile

Page 117: Life in Stile numero 2 anno 2010

117

Radio, dischi e canzoni durante il Fascismo

Page 118: Life in Stile numero 2 anno 2010

118

Il 27 aprile 1945, dopo aver tentato la trattativa con i capi del Corpo di Libera-zione Nazionale, Benito Mussolini tenta di fuggi-

re da Milano verso la Germania, aggregato ad una colonna di tede-schi in ritirata. A Dongo, la colon-na incappa in un posto di blocco partigiano: per poter proseguire i militari germanici accettano di consegnare i fascisti. Mussolini e i suoi cadono prigionieri della resistenza. Parte a Dongo, parte a Giulino di Mezzegra vengono fu-cilati il giorno successivo. Per l’Italia la guerra è finita, e con essa il fascismo che, per un ventennio, aveva imposto all’Ita-lia - ed ai paesi occupati prima e durante la guerra - un clima di ter-rore e di discriminazione.Molti ormai l’hanno fatto di rac-contare la storia dell’Italia attra-verso le canzoni; in particolare il periodo che va dal primo al

secondo dopoguerra è particolar-mente ricco di testimonianze gra-zie al coevo sviluppo dei mezzi di registrazione e di propagazione del suono. Il Fascismo fu il pri-mo periodo storico ad avere nelle canzoni - grazie a dischi, radio e cinema proprio allora intervenuti quali potenti mezzi di diffusione di massa - una sorta di costante e universalmente significativa co-lonna sonora. Degli Anni Venti,

infatti, sono il perfezionamento della riproduzione fonografica, da acustica divenuta elettrica, l’inizio di regolari trasmissioni radiofoni-che e della produzione di apparec-chi riceventi di serie e l’invenzio-ne del cinema sonoro.Negli anni trenta radio e cinema diedero largo spazio alle canzoni, e i dischi si incaricarono di con-servarcene una preziosa testimo-nianza.In Italia la prima trasmissione ra-diofonica è del 24 ottobre 1924; Matteotti è stato assassinato il 10 giugno dello stesso anno dopo aver denunciato in parlamento il governo di Mussolini di brogli elettorali. Dapprima lentamente e dal ‘33 in modo esponenziale gli abbonamenti all’E.I.A.R. (Ente Italiano Audizioni Radiofoniche) arrivarono al milione di unità gra-zie anche a RarioRurale, un mo-dello di radio venduto a prezzo imposto per diffondere l’ascolto nelle zone rurali e nelle scuole seguito dalla Balilla, altro ricevi-tore prodotto dalla Radiomarelli che divenne l’aspirazione di tutte le coppie prossime al matrimonio. É infatti del 39’ la canzone che dice: La nostra radio un’amica fedele sarà / E con il mondo lon-tano riunirci potrà / La porta noi chiuderemo quando la sera verrà / Presso alla radio staremo, che fe-licità! Il ritornello non lascia dub-bi sull’obiettivo da raggiungere nella vita: E luminosi ci sembran perfino i fior / sposi siamo alfin mio dolce amor. Il titolo è C’è una casetta piccina.Molte sono le canzoni degli anni ‘30 che invitano gli italiani a far figli. Era indubbiamente il risul-tato della campagna demografica iniziata nel 1927 in attuazione del principio il numero è potenza, e che si era tradotta in provvedi-menti costruttivi, come l’istituzio-ne dell’ONMI (Opera Nazionale Maternità e Infanzia) e in altri un

po’ meno, come la tassa sul celi-bato, che colpiva gli scapoli, ma non le nubili, nella presunzione che non fossero tali volutamente. Matrimoni e prolificità vennero incoraggiati con assegni nuziali e prestiti con interessi bassissimi, comunque via via decurtati alla nascita dei figli, fino all’azzera-mento. Oltre a quello dell’incitamento al matrimonio e alla procreazione, alla metà degli anni ‘30 due temi diventano i prediletti dai parolieri nostrani: la campagna e la guerra.Il tema della campagna era legato al clima della battaglia del gra-no (nel 1933 il raccolto di grano aveva superato gli 81 milioni di quintali, rendendo praticamente nulla la necessità dell’importa-zione). A generare questo filone fu soprattutto un sintomo del ma-lessere diffuso in tutta la civiltà occidentale che si veniva via via inurbando. Queste canzoni tende-vano a manifestare sentimenti no-stalgici ed elogiativi nei confronti di quello che già cominciava ad apparire come un paradiso perdu-to. Il loro prototipo fu Reginella campagnola che nacque nel 1938 in una nebbiosa sera dell’autunno milanese. L’Abruzzo tutto d’or di cui si parla in questo brano era in realtà un insieme di montagne e di pietraie montagnose dove i pasto-ri facevano la vita dei loro greggi.Il tema della guerra si presentò a tutti gli italiani in occasione del-la impresa etiopica, realizzata dal fascismo prendendo a pretesto in particolare il grave incidente di Ual-Ual del dicembre del 1934, quando un forte gruppo di abis-sini, armato di mitragliatrici e di un cannone, attaccò un nostro presidio ai confini della Somalia. La campagna d’Etiopia segna un punto importante nella storia del fascismo italiano. Costituisce il primo segnale per tutti gli italia-ni (anche per quelli raggiunti solo

Page 119: Life in Stile numero 2 anno 2010

119

dall’informazione ufficiale) che il fascismo è una ideologia dell’ag-gressione e di guerra. Per tutti la guerra d’Africa è le-gata a una canzoncina allegra e orecchiabile: Faccetta nera, scritta in romanesco nel 1935. Moretta ch’eri schiava tra le schiave dico-no i versi di Faccetta nera in quan-to era dimostrato che in alcune zone dell’Etiopia esisteva ancora la schiavitù. La stessa Etiopia si era rifiutata di sottoscrivere il patto fra le nazioni contro il commercio

degli schiavi. Faccetta nera venne inutilmente ostacolata dal Regime ufficiale, un po’ perché bonaria-mente romanesca anziché romana e imperiale e un po’ perché pre-vedeva una fraternizzazione fra italiani e indigene non del tutto gradita al Regime. Il testo infatti dichiara Faccetta nera sarai roma-na / e pe bandiera tu ciavrai quella italiana / noi marceremo insieme a te / e sfileremo avanti ar Duce e avanti al Re! Il regime, soprattut-to dopo le leggi razziali dell’apri-le del 1938, non poteva tollerare faccette nere che marciavano in camicia nera davanti al Duce e al Re al pari dei bianchi.Per gli italiani l’annuncio della II Guerra mondiale arriva dalla radio il 10 giugno del 1940 poco dopo le ore 16. A darlo è lo stesso Mussolini dal balcone di piazza Venezia a Roma. Subito la radio si mobilita per in-coraggiare il popolo alla battaglia

e per diffondere il credo unico racchiuso nella parola Vincere che diventa subito una canzone; il ri-tornello recita: Vincere! Vincere! Vincere! / E vinceremo in cielo in terra in mare! / E’ la parola d’ordi-ne / d’una suprema volontà / Vin-cere! Vincere! Vincere! ad ogni costo! nulla ci fermerà.! La trasmissione radiofonica de-putata alla diffusione delle can-zoni fu chiamata, senza troppa fantasia, Le canzoni del tempo di guerra e i titoli che hanno avuto maggior longevità sono stati La sagra di Giarabub, Camerata Ri-chard, Caro Papà, La canzone dei sommergibili. Nonostante il loro intento propagandistico, per lo meno fino a tutto il 1942, le can-zoni di guerra furono accolte dal pubblico favorevolmente e alcune ebbero addirittura grande succes-so. Ne fa fede il risultato ottenuto nel giugno di quell’anno dall’edi-tore Campi di Foligno (che nel dopoguerra avrebbe lanciato Sorrisi e canzoni) con la pubbli-cazione di una raccolta intitolata Le canzoni del tempo di guerra, come il programma radiofonico. La prima tiratura di 205.400 co-pie si esaurì in quattro giorni, ci fu una prima ristampa di 120.000 copie, anch’essa subito esaurita, una terza di 135.000 e una quarta di 50.000. Alle canzoni di guerra scritte dai nostri autori se ne aggiunse nel 1941 una tedesca, la celebre Lili Marlene. Composta da Norbert Schultze nel 1938, ispirandosi a una lirica che risaliva addirittura al primo conflitto mondiale e inci-sa nel 1939 dalla cantante e attrice di origine scandinava Lale Ander-sen, era rimasta praticamente sco-nosciuta fino a che non incomin-ciò a trasmetterla Radio Belgrado, dall’aprile del 1941 in mano ai tedeschi. La trasmissione della canzone iniziò il 18 agosto del 1941. Al suo successo mondiale

ha contribuito la grave crisi attra-versata dall’industria discografica americana dal maggio del ‘42 alla fine del ‘43 dovuta a imposizioni statali in favore dell’industria bel-lica, alla rivolta delle stazioni ra-dio contro la Società degli autori e ad uno sciopero ad oltranza degli orchestrali ordinato dal loro sin-dacato. Anche a causa di questo tutti gli eserciti si sintonizzarono su Radio Belgrado, la più potente antenna europea e la voce più atte-sa diventò per tutti quella di Lale Andersen. Venne immediatamen-te tradotta in tutte le lingue degli eserciti in guerra e rimane un raro esempio di canzone che unisce tutti gli uomini in conflitto.Impossibile non scrivere dell’In-no del Partito Nazionale Fascista. Giovinezza nasce quasi per caso nel 1909 quando un gruppo di stu-denti torinesi scrive versi per co-niugare la nostalgia per i conclusi anni di studio con annesse goliar-die sentimentali e temi guerreschi dal titolo Commiato. Attraverso ex studenti diventati prima sciato-ri, poi ufficiali del Regio Esercito Italiano, melodia e parole dell’in-no degli studenti nel 1917, duran-te la I Guerra mondiale diventano L’Inno degli Arditi.Terminata la guerra la canzone resta il cavallo di battaglia dei re-duci. Tornati alla vita civile essi rivendicano le promesse fatte dal-lo Stato durante il conflitto men-tre si trovano a fare i conti con

Page 120: Life in Stile numero 2 anno 2010

120

un vertiginoso aumento del tasso di disoccupazione e ancora con il problema della distribuzione del-le terre nel sud. Alle frange più estreme dei reduci che protestano aderiscono molti arditi, ex trince-risti e combattenti che, convenuti in adunata a Milano il 23 marzo del 1919, fondano il Movimen-to dei Fasci. Il loro malcontento non troverà altra speranza che nell’oratoria e nella risolutezza mussoliniana non è ancora il tem-po della camicia nera, del saluto romano, degli “alala” e del manganello e lo stesso neonato fascismo non ha an-cora un’identità ben preci-sa. Con l’appoggio di Mus-solini all’impresa di Fiume (settembre 1919) l’unità di intenti fra dannunziani e fa-scisti diviene totale. I versi dell’Inno degli Arditi passa-no agli squadristi. Dai primi raduni dell’estate del 1920 alla costituzione del Partito Nazionale Fa-scista nel ‘21 alla marcia su Roma del ‘22 Giovinez-za conosce una diffusione sempre più cospicua. Di-venuta inno ufficiale del Partito Nazionale Fascista già all’indomani della sua costituzione (4 novembre 1921), la versione definitiva di Giovinezza viene stesa solo nel 1925. A quella data il fascismo è ormai dittatura ed il romanziere piemon-tese Salvatore Gotta viene inca-ricato dalle alte sfere del regime di scriverne un testo più solenne. La musica rimane invece pratica-mente invariata rispetto alle pre-cedenti versioni. Il testo e la mu-sica di questa versione per oltre vent’anni entreranno nelle case di ogni famiglia italiana, verranno insegnati ai bambini, puntualmen-te saranno trasmessi ogni sera alla radio e suonati, dopo la Marcia

Reale, ad ogni parata o cerimonia ufficiale.Anche le canzoni, ovviamente, erano suscettibili di censura, ma non vi furono casi clamorosi, anche perché per aspirare al suc-cesso era indispensabile fossero trasmesse per radio e la radio era l’EIAR e non era pensabile che l’EIAR mandasse in onda testi in qualche modo riprovevoli. Gli au-tori, quindi, si auto-censurarono. Tuttavia talvolta, o involonta-

riamente, o per la malizia degli ascoltatori, alcune canzoni rivela-vano accenti frondisti. A chi alludeva Maramao perché sei morto? Comunque i suoi primi versi furono scritti da mano ignota sul basamento del monumento di Costanzo Ciano, padre di Galeaz-zo, morto nel 1939. Pippo non lo sa era considerata una trasparente presa in giro delle militaristiche pomposità volute soprattutto da

Achille Storace, segretario del PNF dal 1931 al 1939. Solenni tirate di orecchi si prese-ro gli autori de Il tamburo della banda d’Affori. Era difficile so-stenere che il tamburo principal che comandava cinquecentocin-quanta pifferi non avesse nulla a che fare con Mussolini, il Gran Consiglio del Fascismo e la Ca-mera dei Fasci e delle Corpora-zioni, e che in quella citazione dal Rigoletto “Bella figlia dell’amor,

schiavo son dei vezzi tuoi” non ci fosse il ben che mini-mo riferimento ad una certa Claretta Petacci, dall’autun-no 1936 amante fissa di un uomo che fino ad allora non si era certo privato di scap-patelle extraconiugali, ma sempre quanto mai fugaci.

Prof. Italo Froldi

Per chi volesse approfondi-re la rete offre molte infor-mazioni:• Sulle leggi raziali:http://it.wikipedia.org/wiki/La_difesa_della_razzahttp://it.wikipedia.org/wiki/Leggi_razziali_fasciste• Tutte le canzoni citate sono reperibili sul portale Youtube digitandone il tito-lo nell’apposita Ricerca:http://www.youtube.com/

• Raccolte di musiche e te-sti di canzoni citate potrete trovar-li in:http://www.antiwarsongs.org/in-dex.php?lang=ithttp://www.anpi.it/http://www.ilduce.net/mp3.htmhttp://www.inilossum.us/indexhttp://lyrics.wikia.com/Main_Page

Page 121: Life in Stile numero 2 anno 2010

121

Poter parlare del mio lavoro per me è sempre piacevole, sia pure con le dif-ficoltà intrinseche ad esprimere emozioni e sensazioni che ruotano attorno alla parola “arte”…Sottolineo questa parola poiché la vedo come un vasto mondo intriso di tante buone cose (per la maggior parte a me sconosciute) dove c’è chi crea e chi di ciò ne usufruisce, tutti a pari dignità; infatti per me non esiste artista minore o chi non se ne intende, ma solo diverse sensibilità personali.Certo è che l’arte, (nel mio caso la pittura) crea gratificazione sia per chi la produce , sia per chi la osserva.Ciò premesso per dire che è di questa gratificazione che è permeato il mio lavoro di decoratore; ribadisco con un esempio:Viene richiesto un mio intervento per ritinteggiare una sala da pranzo quan-do, sul posto giudico l’ambiente con le sue peculiarità, cerco usando l’im-maginazione di far sormontare questa immagine ad un’altra, assaporando come sia più calda e stimolante, ad esempio, una tinta alle pareti scelta in

Colore ed arte

newslifeinstile

Page 122: Life in Stile numero 2 anno 2010

122

armonia con i colori dei tendaggi, dei mobili, che leghi meglio con il pavimento ma, soprattutto sappia infondere luce e vitalità in un am-biente dove la famiglia vive, dia-loga, riceve ospiti, insomma, dove c’è movimento.A questo punto la mia “visione” va mediata e condivisa con il committente poiché, come ripeto l’arte porta gratificazione a tutti.Ora io parlo di una semplice scel-ta di un colore, ciò non è meno di-gnitoso della scelta di un decoro leggero ed appropriato sul soffit-to, di un ornamento sul caminetto, di un dipinto alla parete, è impor-tante che siano scelte ispirate e condivise.Quando, anni fa, conobbi il ma-estro Franco Rodella di Carpen-dolo, allievo di Graziotti, che mi trasmise l’abc del disegno ornato

fui onorato per aver trovato la congiunzione tra me ed i “vecchi decoratori”, felice di essere erede di quel bel “lavoro di una vol-ta” sopravvissuto alla bufera del “boom economico” che lo aveva polverizzato.Ma qualche briciola è rimasta.Per molto tempo considerai il me-stiere del decoratore gratificante …“lo faccio volentieri e quando mi pagano mi ringraziano”… mi dicevo, ma comunque un lavoro , con le sue fatiche, come tanti altri e nulla più.Ora, sotto la luce di un po’ d’espe-rienza, posso dire molto di più.Ora comprendo che l’uso della de-corazione è in grado di rispondere ad intimi bisogni, ad interiori esi-genze delle persone e lo fa spesso in modo inatteso e sbalorditivo.Se un semplice cambio di registro

di una tinta suscita nuove sensa-zioni, figuriamoci un ambiente ben decorato, dove tutto si può stravolgere, la stanza può sembra-re più alta, più ampia, più lumino-sa.Ma al di là degli effetti ottici (senz’altro utili) che questa nuova armonia di colori può creare, per-dura quella sensazione di benes-sere interiore frutto di emozioni positive che la decorazione può dare.

Angelo Miglioli Decoratore Laboratorio Via Cismondi 31,

25030 Roncadelle BsTel. 030 2585145 cell. 3381273630

[email protected]

Page 123: Life in Stile numero 2 anno 2010

123

Falegnameria il truciolo

Un’azienda che vanta sedici anni di anzianità lavorativa può sem-brare molto giovane ed inesperta, invece, proprio questa è probabil-mente la virtù principale del TRU-CIOLO, falegnameria artigiana di Flero.Poche parole col titolare Flavio ed uno sguardo d’insieme al la-boratorio sono sufficienti a sentire l’entusiasmo che permea questa attività.

newslifeinstile

Page 124: Life in Stile numero 2 anno 2010

124

E’ un entusiasmo che, unito alla professionalità ed alla creatività di chi dirige l’azienda, è in grado di offrire arredamenti su misura ca-librati sulle esigenze specifiche di ognuno ed è in grado di soddisfare ogni desiderio o capriccio che dir si voglia.Entrando in ufficio l’occhio cade inevitabilmente sullo schermo di un computer, dove linee colorate e forme geometriche si scompongo-no e si ricompongono in un instan-cabile lavoro di ricerca, ricerca finalizzata a valorizzare materiali, di per sé già pregiati, con un toc-co di novità, un cambio d’aspet-to, che producono nel mobile una vera e propria metamorfosi.E’ questo il caso, per esempio, delle “onde” monocromatiche o bicromatiche che danno alle su-perfici un notevole effetto ottico ed una calda e morbida sensazio-ne tattile.Oltrepassando la porta dell’ufficio per entrare nella falegnameria, un

altro dei cinque sensi viene stuzzi-cato e soddisfatto: l’odore del le-gno raggiunge le narici e d’istinto si respira il profumo, semplice e antico, fino a restarne inebriati.Dal laboratorio si accede al sop-palco dove ci aspetta una sorpre-sa: una serie di sculture geome-triche in legno che vanno oltre il comune mobile d’arredo.Sono delle vere e proprie opere d’arte, eleganti, possenti e piene di carattere; complementi che ben figurano in grandi spazi, accom-pagnate oppure da sole, che la-sciano a chi le possiede l’assoluto arbitrio dell’interpretazione.In questa cornice Flavio ha fatto della sua attività un’autentica sfi-da, con la sua creatività riesce a trasmettere il suo stile personale ad ogni mobile o oggetto creato, coniugato naturalmente con il gu-sto e le richieste del cliente.

Ma tutto questo Voi non lo sen-tite, le sensazioni vissute durante

la costruzione sono comunque ben presenti nel pezzo d’arredo e la vostra osservazione accurata le evidenzierà in tutta la loro pie-nezza.Una cosa certa è che il mobile che si è desiderato, pensato, aspettato, poi toccato per sentirne le forme morbide, annusato per aspirarne l’odore dell’olio che ne ricopre la superficie, guardato per gustarne il colore aprirà i tuoi sensi ad una sensazione unica e inappagabile.I particolari scaturiscono pian pia-no e si mostrano nella loro unicità contribuendo ad una lenta, conti-nua e gradevole sorpresa e consta-tazione di aver scelto bene un’in-solita idea in legno.

Il Truciolo di Flavio Pellegrini Via Leonardo Da Vinci 24 25020

Flero (BS) tel. 0303539072

fax. 0303586791

Page 125: Life in Stile numero 2 anno 2010

125

Coccola i tuoi clienti con un SMS

Coccolare i tuoi clienti con SMS?Dracma Service, software brescia-na con il suo innovativo servizio HUAO SMS SERVICE ti permette di informare, avvisare e fidelizzare i tuoi clienti. Questo servizio di SMS istantaneo permette di raggiungere tutti, in qualsiasi luogo ed in qualsiasi momento, inviando messaggi multipli direttamente da internet, offrendoti un servizio economico ed affidabile. HUAO SMS SERVICE ti offre gata-way di invio propio in Italia per una ricezione immediata sempre, nessun costo di interconnessione per l’Italia (prezzo per SMS chiaro), numero del mittente personabilizzabile con te-sto e numeri (chi riceve l’SMS vede come mittente un tuo testo a scelta). Con HUAO SMS SERVICE puoi in-teragire con i tuoi clienti informando-li e aggiornandoli sulle novità della tua azienda.Ti basta collegarti al sito www.huao.it ed accedere all’area ri-servata tramite username e password.Huao SMS SERVICE ha i prezzi piu’ competitivi del mercato sia se con-frontato con l’invio di SMS dal cel-lulare GSM che con altri strumenti di invio di SMS da internet garantendoti lo stesso velocita’ edi ricezione del messaggio.

porta un po’ di colore nella tua azienda

Page 126: Life in Stile numero 2 anno 2010

126

I racconti dei nostri lettoriDa questo numero Lifeinstile lascerà spazio ai lettori.

Piccoli racconti, poesie, storie, inviate a [email protected] i vostri scritti, i migliori verranno pubblicati.

UNA VICINA LONTANANZAdi: Lorena Cazzoletti

Andrea sta camminando nel parco in cerca di una panchina un po’ isola-ta e quando la trova, si siede, appoggia la schiena, allunga le gambe ed accavalla i piedi. Prende il libretto che ha con sé dalla tasca della giacca e legge il titolo:”Una vicina lontananza”.Un brivido gli percorre la schiena, respira profondamente una, due, tre volte; prova a rilassarsi per raggiungere una condizione simile all’ab-bandono: deve potersi dimenticare dell’involucro per focalizzare l’atten-zione sul fiume di emozioni che, dentro di lui, spingono per uscire.Rigira il piccolo volume tra le mani, senza aprirlo, ma continua a fissare le lettere rosse che compongono quelle tre parole e conclude che esatta-mente esattamente in questo modo lui esprimerebbe l’assenza di Elisa.Estrae dall’altra tasca carta e penna, per dare il via ad una conversazione a senso unico, un monologo per così dire ed inizia a scrivere.“Ciao amore, voglio provare a tirare fuori, da mille pensieri vorticosi, un discorso, uno dei tanti. Da quando te ne sei andata la mia vita è diventata un unico ed ininterrotto colloquio con te.E’ una giornata stupenda, il cielo è azzurrissimo, come ti piaceva dire, e dentro ci volano alcune rondini libere e leggere, proprio come vorrei lo

culturalifeinstile

Page 127: Life in Stile numero 2 anno 2010

127

fossero i miei pensieri.Nel mio portafoglio c’è una tua foto stupenda, una tra quelle scattate in Olanda , la conosco a memoria: dietro le tue spalle si vedono distese di tulipani colorati che tappezzano la campagna, il tuo viso raggiante e gli occhi sorridenti sono rivolti all’obbiettivo, a me! Ma la tua immagine più bella ce l’ho dentro.Sai, Elisa, i primi tempi dopo la tua morte ho avuto la tentazione fortissi-ma di abbandonare tutto e di seguirti; sarebbe stato facile, è stato invece molto più difficile vivere in tua assenza. La vita aveva perso ogni sapore e niente sembrava più degno di interesse; erano giorni in cui la dispe-razione era padrona assoluta, poi bastava il ricordo di una tua frase o di una tua espressione e, non so in quale modo, ma l’equilibrio momenta-neo si ristabiliva. Gli altri in certe occasioni non possono fare molto con le loro parole e il più delle volte una mano sulla spalla pesa troppo.Oh tesoro, non riuscivo neanche a parlare con te.Il lunedì eri qui vicino a me ed il martedì eri così lontana; per alcuni mesi mi sono aggrappato all’inutile ed infantile speranza che potesse sopraggiungere qualcosa a modificare lo stato delle cose, aspettavo di svegliarmi da un incubo.Nel frattempo ho corso un grave rischio: diventare apatico ed insensi-bile.Mi aggiravo nella mia vita con aria afflitta, sentendomi in colpa per es-sere vivo.Ma vivere è davvero una questione bizzarra e così, forse utilizzando quel briciolo di amor proprio che ancora mi restava, ho cominciato a pensare che anch’io dovevo essere in grado di reagire, come altri avevano già fatto prima di me.Mi son detto che se ci fossi riuscito sarei stato una persona nuova, più profonda e matura. Così prima che il mio spirito morisse completamente ne ho coltivato un piccolo brandello per farlo ricrescere.Ora, amore mio, mi muovo tranquillamente dentro la mia quotidianità, tu sei al mio fianco ed ogni volta mi stupisco e mi compiaccio della tua assidua vicinanza.Parlo con te e di te. Un collega un giorno mi ha detto che ricordare il prima rende insop-portabile il presente; io non sono d’accordo ed ora riesco a vivere bene proprio perchè ho la certezza del prima e lo ricordo, mentre la vita con-tinua. E’ immensa la mia gratitudine per la tua presenza nel mio passato, sicuramente più forte della tristezza per la tua assenza nel mio presente.Potrà sembrarti assurdo, ma capita che rattristi per coloro che hanno ciò che io non ho più e non riescono a goderne ed esserne felici.Sai, Elisa, in fondo però non sono tanto forte come voglio apparire. Quando guardo il cielo e mi capita di vederlo troppo basso e cupo, il mio cuore diventa stanco e centenario, allora una volta di più ti penso quan-do mi dicevi: ”Sfoga la tua anima su un foglio bianco”. Così seguendo il tuo consiglio cerco di districarmi nel guazzabuglio incomprensibile delle emozioni e ti scrivo, un po’ alla rinfusa, quello che mi rammarico di non averti mai detto di persona: ero certo di avere sempre tempo per farlo! Andrea solleva lo sguardo dal foglio e lo lascia correre lontano... una folata di vento lo fa rabbrividire...

Page 128: Life in Stile numero 2 anno 2010

128

n o v i t à , c u r i o s i t a , m o d a , d i v e r t i m e n t o , n o t i z i e d a b r e s c i a e p r o v i n c i a

ATHLETIC CULINARY BOOKdi Luca Barbieri

Lo chef bresciano Luca Barbie-ri firma un nuovo innovativo libro, “Athletic Culinary Book”. Il volume propone una serie di ricette dedicate agli atleti e a tutti coloro che vo-gliono recuperare e mantenere la forma fisica.Come già è stato per il suo ulti-mo lavoro (“Stilelibero: tecniche e ricette fra tradizione ed innovazione con il sottovuoto”, definito dalla cri-tica un “insostituibile manuale” della cucina), anche l’ultima fatica di Luca Barbieri ambisce a divenire un punto di riferimento per lo scenario culina-rio.Per la prima volta, in un lavoro di questo genere, un interprete della cu-cina internazionale più evoluta appli-ca alla sua arte degli studi scientifici e, in linea con le raccomandazioni nutrizionali delle più accreditate So-cietà Scientifiche (ADI, SID, SIO, ADA, EASD, AHA), propone un te-sto semplice per lo sportivo al quale offre un ricettario rivoluzionario, ri-goroso e semplice con 35 proposte.Approvato dalla Associazione Pro-fessionale Cuochi Italiani, vede la prestigiosa prefazione del Dott. Paroli (nutrizionista ed endo-crinologo), che sottolinea come questo libro fornisca finalmente uno strumento sano per chi ama stare in forma: “Athletic Culinary Book e’ un creativo esercizio gastronomico applicato alla scienza, unico nel pa-norama dell’alimentazione sportiva dove vigono regole mai scritte, ma

inveterate di diete approssimative, ipercaloriche, iperlipidiche, iperpro-teiche, totalmente prive di fondamen-to scientifico e soprattutto foriere di aumentato rischio cardiovascolare e tumorale”.Ogni ricetta è presentata con tutte le indicazioni utili per la sua realizzazio-ne (grammatura, valore nutrizionale e potenziale calorico di ogni ricetta) ed è seguita da istruzioni semplici e immediate, rivolte anche ai meno esperti. La cucina che inventa e crea Luca Barbieri è prevalentemente mediterranea, povera di grassi ani-mali, ricca di antiossidanti, frutta, verdura e grassi vegetali.

L’operazione editoriale nasce dall’incontro tra la cultura dell’ali-

mentazione e quella del benessere e per questo motivo ha l’appoggio di Millennium Sport&Fitness, che da dieci anni a Brescia si impegna per divulgare la cultura del fitness, com-battendo immobilità, improvvisazio-ne e incompetenza e ha il supporto

del comitato scientifico di Tec-nogym.

“Athletic Culinary Book” ha rac-colto il patrocinio del Comune di

Brescia e di due Assessorati Provin-ciali di Brescia: Agricoltura, Agri-turismo ed Alimentazione e Sport e Tempo Libero.

Page 129: Life in Stile numero 2 anno 2010

129

n o v i t à , c u r i o s i t a , m o d a , d i v e r t i m e n t o , n o t i z i e d a b r e s c i a e p r o v i n c i a

Domenica 18 aprile sarà inaugu-rata la sede di Flero.ABA è l’unico metodo certificato a livello internazionale per seguire bambini affetti da Disturbi Pervasivi dello Sviluppo. Sarà inaugurata domenica 18 aprile alle ore 17 la sede di Flero (BS) dell’As-sociazione Scuola-ba Onlus. Costituita a Brescia nel gennaio 2 0 0 9 per dare una risposta concreta nell’approccio all’Autismo e ai Disturbi Generalizzati dello Svi-luppo, Scuolaba fornisce servizi educativi e di formazione a livello nazionale e accoglie bambini af-fetti da Disturbi dello Spettro Au-tistico di età compresa tra i 3 e i 12 anni in un cammino intensivo, continuativo e di rete con la scuo-la e la famiglia.Sarà la stessa responsabile scienti-fica del Progetto Scuolaba, la dott.ssa Lucia D’Amato ad inaugurare la nuova struttura: “Scuolaba im-posta il suo intervento avvalendosi della metodologia ABA (Applied Behavior Analysis, ovvero Scien-za del Comportamento Applica-ta), tra le metodologie di interven-to maggiormente accreditate nella abilitazione ed educazione dei soggetti autistici, poiché basata su leggi comportamentali scientifica-mente validate. Siamo i primi in Italia ad offrire questa possibilità

e il progetto sta già raccogliendo un grande interesse in tutta Italia con molte richieste”.I l progetto Scuolaba Bre-

scia nasce come versio-ne italiana di una realtà già esistente e alta-mente funzionante nel mondo anglo-sassone da circa dieci anni. L’idea

di proporre questo progetto in Italia è venuta dopo la presa di coscienza di una situazione molto poco definita della realtà italiana a proposito di un approc- cio di tipo Comportamentale per disabilità quali i Disturbi dello spet-tro autistico e i Disturbi dell’Ap-prendimento . Con questo Pro-getto, l’Italia si pro-pone di avvicinarsi a quelli che sono gli standard ormai in uso da decenni nei Paesi anglosasso-ni, nell’Europa del Nord e negli USA. La stessa dott.ssa D’Amato ha supervisionato il primo pro-getto pilota italiano con metodo ABA, nato a Lodi nel 2009.Ad ogni bambino vengono of-ferte due ore di terapia al giorno, per cinque giorni a settimana, che vedono l’implementazione della Metodologia ABA come unico approccio all’insegnamento con la strutturazione di un curriculum di programmi personalizzato per

SI INAUGURA A BRESCIA LA SEDE DELLA PRIMA ONLUS ITALIANA CHE ACCOMPAGNA I BAMBINI AUTISTICI CON IL METODO ABA

l’insegnamento di abilità funzio-nali.Linguaggio, interazione sociale, immaginazione creativa, rapporto con i compagni ed il gioco nella sua mera essenza sono alcuni de-gli strumenti parte integrante del metodo ABA che prevede pro-grammi individualizzati per ogni alunno.Programmi per la famiglie e pro-grammi di formazione per nuovi operatori sono parte integrante del progetto, che sarà presentato do-menica 18 aprile.“Questo progetto vorrebbe essere al servizio di tutte le classi sociali

senza distinzioni di sorta. – tende a sottolineare la

Dott.ssa D’Amato - La partecipazio-

ne economica delle famiglie ai servizi

dovrà essere perfet-tamente accessibile. A

questo scopo, il proget-to si avvarrà di finanziamenti pubblici e privati, che permettano quindi una continuità nella vita del progetto, senza passare dalle tasche delle famiglie”. Per informazioni Scuolaba: Tel. 030 – 2541029 - Cell. 366 3417594

a livello internazionale per seguire bambini affetti da Disturbi Pervasivi dello

Sarà inaugurata domenica 18 aprile alle ore 17 la sede di Flero (BS) dell’As-sociazione Scuola-ba Onlus. Costituita a Brescia nel gennaio 2 0 0 9

I l progetto Scuolaba Bre-scia nasce come versio-ne italiana di una realtà già esistente e alta-mente funzionante nel mondo anglo-sassone da circa dieci anni. L’idea

di proporre questo progetto in Italia è venuta dopo la presa di coscienza di una situazione molto

proposito di un approc- cio di tipo Comportamentale per disabilità quali i Disturbi dello spet-tro autistico e i Disturbi dell’Ap-

getto, l’Italia si pro-pone di avvicinarsi a quelli che sono gli standard ormai in uso da decenni nei Paesi anglosasso-

“Questo progetto vorrebbe essere al servizio di tutte le classi sociali

senza distinzioni di sorta. – tende a sottolineare la

Dott.ssa D’Amato - La partecipazio-

ne economica delle famiglie ai servizi

dovrà essere perfet-tamente accessibile. A

questo scopo, il proget-to si avvarrà di finanziamenti

Page 130: Life in Stile numero 2 anno 2010

130

Questa pagina potrebbe essere tua.Lifeinstile è la rivista che parla di benessere e sport nella pro-vincia di Brescia.Lifeinstile è un progetto nato per dare la possibilità a tutte le imprese, i negozi ed i professionisti che sentono la necessità di fare comunicazione e pubblicità.Comunicare, far conoscere il proprio prodotto o le proprie ca-pacità è sempre più importante, l’informazione è essenziale per far sapere chi siamo e quello che facciamo. Chi non comunica non esiste!Lifeinstile è una rivista a distribuzione gratuita bimestrale e stà, sempre di più, diventando un appuntamento atteso da molti let-tori della nostra povincia.Lifeinstile vuole essere un veicolo per pubblicizzare la tua re-altà fatto con gusto e stile, la carta ecologica, l’impaginazione curata, i temi d’attualità, le interviste e le novità nel campo del benessere fanno di lifeinstile un media che può aiutare a far co-noscere le tue idee, i tuoi progetti ed i tuoi prodotti ad un’attenta platea di lettori attenti al benessere, all’ecologia ed al futuro.Se sei interessato a far parte del progetto Lifeinstile manda una e-mail a: [email protected]

Page 131: Life in Stile numero 2 anno 2010

131

BRESCIA

International

Schoolof

INTERNATIONAL SCHOOL OF BRESCIA

Page 132: Life in Stile numero 2 anno 2010

132Via Nazionale 45 bis. Raffa di Puegnago del Garda 0365.65.17.10

Benvenuto nel mondo del benessere