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Il Progetto LIFE PRATERIE è stato attuato dal Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Lagain qualità di unico beneficiario e coordinatore.

Nell'area geografica progettuale ricadono tre Regioni: Abruzzo, Lazio e Marchecinque Province (L'Aquila, Teramo, Pescara, Rieti ed Ascoli Piceno)e quarantaquattro Comuni.

Il progetto è iniziato il 1 novembre 2012e si è concluso il 15 dicembre 2017

Il budget complessivo è di € 1.680.262,00il Co-finanziamento EU ammonta a € 840.131,00

FotografieM. Anselmi, U. Di Nicola, G. Felli,O. Locasciulli, M. Maranella, L. Migliarini, A. Parisi,G. Pirocchi, V. Quartapelle, L. SchillaciFoto Archivio Ente Parco e Gran Sasso Sky Race

Testi Grazia Felli

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“Praterie” è un progetto cofinanziato dallaCommissione Europea attraverso il programmaLIFE ed attuato dal Parco Nazionale del GranSasso e Monti della Laga. Esso ha visto il Parcocome unico beneficiario coordinatore e ne hacoinvolto tutti i servizi operativi. Il progetto haottenuto di dimostrare la stretta relazione cheintercorre tra il pascolo e la tutela della biodi-versità in ambito montano, promuovendo buonepratiche di gestione dell'allevamento e dissemi-nando la consapevolezza che gli allevatori pos-sono essere degli alleati nelle strategie diconservazione.

Le praterie dell’area protetta, soprattuttosull’altipiano di Campo Imperatore, storica-mente sono legate all’allevamento estensivo diovini, caprini, bovini ed equini, pratica che in pas-sato ha apportato ricchezza alle comunità delGran Sasso e che rappresenta a tutt’oggi unadelle più significative realtà produttive. Presup-posto del progetto è che la sostenibilità ed ilmantenimento di tali pratiche secolari e la con-servazione della biodiversità e del buono statodelle praterie, non possono prescindere dall’ado-zione di adeguate modalità di utilizzo dei pascoli.

Alcune aree, infatti, possono subire gli effettidi un sovraccarico, a causa della concentrazionedel bestiame intorno ai punti di abbeverata,mentre i prati distanti dall’acqua evolvono natu-ralmente con aumento di alcune specie erbaceea discapito di altre. Nel contempo, la crisi dell’al-levamento estensivo e l’abbandono dei pascolicausano la riduzione degli habitat e una perditadi biodiversità.

Oltre che dal pascolo le praterie sono inte-ressate dal turismo e da una fitta rete di sentieriescursionistici. Spesso i sentieri maggiormentefrequentati presentano fenomeni di erosione e

in molti casi l’acqua, incanalandosi, trasporta laghiaia anche sulle praterie circostanti. In consi-derazione di tali criticità e dell’importanza dellenumerose tipologie di habitat presenti, il pro-getto ha puntato ad incoraggiare più adeguatemodalità di gestione del pascolo e delle infra-strutture turistiche, tramite azioni che, nel qua-dro di una strategia condivisa con gli attoriterritoriali, potranno influire positivamente sullaconservazione delle praterie, considerate comepatrimonio collettivo da bene amministrare e daconsegnare integro alle future generazioni.

Che cos’è LIFE PRATERIE

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Tra le maggiori criticità riscontrate nell’areadi progetto era una scarsa regolamentazionedei flussi di bestiame e un utilizzo non omogeneodel territorio, con concentrazione delle greggi edelle mandrie nelle aree vicine ai punti di abbe-verata mentre, di contro, altre aree più distantirisultavano poco o affatto utilizzate.

Le aree con sovrappascolo evidenziavano fe-nomeni erosivi con eliminazione del cotico er-boso e perdita di suolo, mentre le aree pocoutilizzate registravano una evoluzione dinamicadella vegetazione verso forme strutturalmentedifferenti e più omogenee in composizione flori-stica (arbusteti, soprattutto con Juniperus al-pina) e, conseguentemente, meno ricche dalpunto di vista della biodiversità.

Altra grave conseguenza era la perdita diambienti per la fauna selvatica (mammiferi, uc-

celli, insetti) che è adattata alla vita sulla prate-ria, come ad esempio la chiusura delle areeaperte di pascolo negli habitat a ginepro, en-trambi indispensabili per la sopravvivenza dellavipera dell’Orsini. Nello specifico, la scarsa rego-lamentazione del pascolo causava da un latoun’eccessiva pressione di carico di bestiame suglihabitat 6210*, 6230* e 3150 e dall’altra unascomparsa di tali habitat a causa di fenomeni diabbandono.

Contestualmente, gli eccessivi carichi di ab-beverata causano la distruzione dell’habitat3150, minacciando le popolazioni di Tritone cre-stato. D’altro canto, l’impatto del turismo causa,nelle zone circostanti i sentieri e le aree di ac-cesso degli autoveicoli, un forte degrado deglihabitat 6210*, 6230*, 5130, 8210, 6170, 8120 e7140.

Il problema ambientale

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Il progetto “Praterie” ha puntato alla conser-vazione a lungo termine degli habitat e delle spe-cie target legate all’ambiente delle praterie inquota. A tal proposito, secondo una scelta di con-divisione con i portatori d’interesse territoriali, ilprogetto ha perseguito l’obiettivo di eliminare o

mitigare le criticità e le minacce esistenti, tramitel’armonizzazione dei sistemi di pascolo in areeprevalentemente di uso civico e l’avvio di più ocu-late modalità di gestione dei servizi turistici, dis-seminando buone pratiche di conservazione eduna rinnovata cultura di utilizzo sostenibile.

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Obiettivi

Habitat e specie interessate L’area di progetto ricade nei due comprensori

principali del Parco: il massiccio del Gran Sassoe la catena dei Monti della Laga. Si tratta di ter-ritori caratterizzati da elevata naturalità, convarie tipologie di habitat e molte specie animalie vegetali di rilevante interesse. La ricchezza flo-ristica è notevole, con oltre 2.400 specie, tra lequali vari endemismi che interessano i pascoli dialta quota ed i ghiaioni calcarei.

Nel SIC IT7110202 del Gran Sasso, che perle criticità rilevate costituisce l’area di intervento

principale del progetto, sono rappresentate 26tipologie di habitat elencate nell’Allegato I dellaDirettiva Habitat, otto dei quali sono prioritari.

9i9L’area di progetto costituisce un territoriodi importanza significativa per i due habitat prio-ritari 6210* - Formazioni erbose secche semina-turali e facies coperte da cespugli su substratocalcareo (Festuco-Brometalia) con notevole fio-ritura di orchidee, e 6230* - Formazioni erbosea Nardus, ricche di specie, su substrato siliceodelle zone montane.

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Tra le specie animali che beneficeranno del progetto ed elencate nell’allegato II della DH, sono:

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la Vipera dell’Orsini (Vipera ursinii),presente in tutto l’altopiano diCampo Imperatore e sui versantidelle cime adiacenti; l’habitat di ele-zione è costituito dalle steppe, dallepraterie cespugliate e dai pascolimontani;

il Tritone crestato italiano (Triturus car-nifex), le cui principali cause di declinosono attribuite alla progressiva ridu-zione degli habitat riproduttivi;

il Camoscio appenninico (Rupicaprapyrenaica ornata) che, grazie ai pro-grammi di reintroduzione attuati dalParco nell’ambito di precedenti pro-getti LIFE, sulla catena del GranSasso conta oggi una popolazione dicirca 650 individui.

Le azioni di progetto si sono articolate in-torno ai due obiettivi strategici della regolamen-tazione del pascolo e del miglioramento della

fruizione turistica e sono state integrate da unacomplessa sezie di azioni preparatorie, di comu-nicazione, networking e disseminazione.

Le azioni principali

• la raccolta e l’analisi delle normative di pa-scolo comunali esistenti;

• la creazione di un geodatabase geograficoe fotografico relativo all’utilizzo del suolo;

• la valutazione delle problematiche gestio-nali negli allevamenti;

• la ridistribuzione dei punti d’acqua; • l’incoraggiamento di pratiche di pastorizia

omogenea sui pascoli; • attività di concertazione (processo parteci-

pativo) per l’armonizzazione delle norma-tive di pascolo;

• la diffusione di buone pratiche ed imput ge-stionali;

• l’apertura di Help Desk territoriali ;

Per quanto attiene al pascolo le principali azioni implementate hanno riguardato:

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Geodatabase dell’area progetto

• il ripristino e la rinaturalizzazione della retesentieristica;

• la creazione di aree di parcheggio; • la creazione di nuova segnaletica e cartel-

lonistica ad hoc.

Tutti gli interventi di progetto sono stati prelimi-narmente concordati con le comunità locali nelquadro di un processo partecipativo che hacoinvolto tutti gli attori socio-economici del ter-ritorio.

Per quanto riguarda il controllo dei flussi turistici gli interventi implementati sono:

La restituzione di un quadro esaustivo del-l’area di progetto, negli aspetti territoriali, natu-ralistici ed antropologici, è uno dei risultati piùsignificativi del progetto “Praterie”.

L’azione preliminare A4 ha riguardato, infatti,la creazione di una banca dati geografica e fo-tografica relativa all’uso del suolo, in cui sonoevidenziate le emergenze e le maggiori criticità.

La banca dati ha utilizzato come base infor-mativa i dati provenienti dal geoportale nazio-nale del Ministero dell’Ambiente e nel corso delprogetto è stata arricchita con i dati georeferen-ziati raccolti dai veterinari, nel corso delle visitedi monitoraggio alle aziende e agli allevamenti,

e dai tecnici impegnati in interventi sul territorio,integrandoli successivamente con i dati relativiai limiti amministrativi, ai toponimi, all’altimetria,all’idrografia e alla viabilità e, quindi, tramite lasovrapposizione della Rete Natura 2000, conquelli relativi alla zonazione, ai Siti di InteresseComunitario, alle Zone di Protezione Speciale eagli Habitat, oltre a quelli che derivano da cartedi dettaglio, come quella relativa agli Usi Civici.

Integrano il geodatabase i dati provenientidall’azione di monitoraggio D1, tesa a eviden-ziare il successo degli interventi di conservazioneeffettuati nell’ambito del progetto Life, e dai mo-nitoraggi pianificati nell’After Life Plan.

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Diffusione di buone pratiche di gestione

Gli interventi di assistenza, divulgazione dibuone pratiche e incoraggiamento del pascoloestensivo sulle praterie in quota sono stati im-plementati tramite le azioni A5 - Valutazionedelle problematiche gestionali legate all’alleva-mento estensivo di bovini ed equini su pascolimontani, C2 - Attuazione di interventi strutturaliper incoraggiare la pastorizia omogenea sui pa-scoli ed E1 - Diffusione itinerante di buone pra-tiche e di input gestionali.

È stata effettuata preliminarmente una va-lutazione approfondita delle modalità di ge-stione aziendale, per mettere in luce quellecriticità che, se legate alla mancata adozione dibuone pratiche di allevamento, potessero es-sere risolte con interventi diretti. Durante i so-pralluoghi sono state raccolte, inoltre, tutte leinformazioni utili a formulare i profili aziendali ea compilarne un data base: l’ubicazione degli al-levamenti e le aree di pascolo più utilizzate, lestrutture in uso e le modalità di conduzione delpascolo, la gestione delle categorie vulnerabilie degli aspetti sanitari, i fattori legati alla gene-tica e alla riproduzione, le necessità strutturalie dei punti di abbeverata.

Su queste basi sono stati assegnati agli alleva-tori strumenti ed infrastrutture per una gestionesostenibile del bestiame sulle aree di pascolo inquota e per la realizzazione di recinzioni, ricoveriper agnelli, recinti di parto e cani da guardiania dibovini ed equini.

I veterinari di progetto hanno effettuato centi-naia di visite aziendali che hanno consentito di raf-forzare il dialogo tra il Parco e le comunità locali.

Azioni per il pascolo

I NUMERI DELL’AZIONE

751 visite alle aziende;22 recinti di parto per bovini;

3 recinti anti-dirupo per bovini e cavalli;105 stazzi elettrificati per ovini;

41 tendostrutture mobili per agnelli;22 cani per la guardiania degli ovini;

10 cani da guardiani per bovini.

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Il progetto ha sperimentato il prototipo delle

tendostrutture per il ricovero degli agnelli in

quota. Si tratta di ricoveri temporanei che ven-

gono montati in primavera negli alpeggi per es-

sere smontati in autunno, quando le greggi

ridiscendono a quote più basse. Le tendostrut-

ture hanno l’obiettivo di favorire il pascolo anche

nelle zone più remote e di destagionalizzare le

produzioni, ma anche di migliorare il benessere

animale, riducendo la mortalità degli agnelli e

assicurando una protezione dalle intemperie

oltre che dai lupi, con un incremento della qua-

lità delle produzioni e una facilitazione del lavoro

dei pastori.

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Pratiche innovative: le tendostrutture

Pratiche innovative: i cani da guardiania

L’affidamento agli allevatori dei cani daguardiania per la difesa del bestiame dai pre-datori si è rivelata di una delle migliori pratichediffuse dal progetto che ne ha sperimentato consuccesso l’utilizzo anche per la guardiania deibovini.

Un risultato eccezionale ottenuto attraversouna buona selezione ed una particolare formadi imprinting che incomincia dalla nascita,quando la femmina gravida viene posta inunbox all’interno della stalla con i bovini. In talmodo fin dai primi istanti di vita i cuccioli rice-vano un condizionamento olfattivo e sensorialeche li porta a riconoscere l’odore dei bovini alpari di quello materno.

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L’assenza di abbeverate sufficienti e diffusesulle praterie in quota scoraggia gli allevatoridal distribuire uniformemente i movimenti delbestiame, che tende a localizzarsi intorno apochi punti d’acqua con la conseguenza di un ec-cessivo calpestio e di un degrado, talvolta grave,del suolo. Inoltre, proprio a causa della scarsitàdi punti d’abbeverata, il bestiame si dissetapresso i laghetti d’alta quota che costiduisconol’habitat della specie target del Tritone crestato,inquinandone le acque e causandone l’eutrofiz-zazione. Il calpestio causa l’erosione dei margini

dei laghi e il conseguente riempimento di fango.Allo stesso tempo, l’assenza degli abbeveratoi,

sommata ad altre problematiche infrastrutturali,rende arduo il lavoro degli allevatori e scoraggia ilmantenimento delle attività pastorali tradizionali.

In considerazione di queste problematiche,l’azione ha previsto una più armonica ed effi-ciente distribuzione dei punti di abbeverata tra-mite opere di ristrutturazione e ricostruzione ela contestuale recinzione di alcuni laghetti d’ac-qua dolce per far fronte agli obiettivi di conser-vazione degli habitat.

Azioni per il pascolo: la ridistribuzione dei punti di abbeverata

I NUMERI DELL’AZIONE

5 recinzioni di laghetti in quota:Valle d’Ombra, Racollo, Pietranzoni

Sfondo e Fossa di Paganica.

8 ristrutturazioni/costruzionidi abbeveratoi:

Banconi (1800 m), Racollo, Pietranzoni,Monte Cristo, Le Fontari,

Fossa di Paganica (2), Lago Sfondo

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Il progetto ha adottato un approccio parteci-pativo (azione C3) per la mitigazione delle ten-sioni tra le comunità locali e il Parco sui temi digestione, utilizzo e conservazione dei pascoli.

A tal fine ha coinvolto i vari portatori d’inte-resse: attori istituzionali (Comuni, province, re-

gioni, ASBUC, Corpo forestale dello Stato, ASL,Parco), attori economici (allevatori e agricoltori)ed attori sociali (associazioni di categoria, ope-ratori turistici, organizzazioni territoriali e citta-dini) in un percorso di condivisione sui contenutie gli obiettivi di progetto.

Condivisa con i portatori d’interesse, la recin-zione di alcuni laghetti d’alta quota è stata ef-fettuata mediante l’utilizzo di recinti elettrificatiamovibili e si è accompagnata alla realizzazionedi abbeveratoi alimentati con le acque deglistessi laghetti tramite sistemi di pompaggio adenergia fotovoltaica.

Accanto agli aspetti migliorativi che hannoconsentito una più armonica ed efficiente distri-buzione dei punti di abbeverata, razionalizzandole risorse idriche ed evitando sprechi, si è ancheottenuto un sensibile miglioramento paesaggi-stico grazie all’utilizzo di materiali e tecnicheadeguate a ridurre l’impatto ambientale ed unapiena integrazione dei manufatti nel paesaggio.

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Pratiche innovative: la recinzione dei laghetti in quota

Azioni per il pascolo: il processo partecipativo per l’armonizzazione delle pratiche di pascolo

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Il processo partecipativo è stato avviato neldicembre 2012 e si è protratto per cinque anniprevedendo 25 incontri tra workshop plenarinelle sedi istituzionali e tavoli territoriali nellearee anche più remote dell’area protetta.

Allo scopo sono stati dislocati sul territoriodegli “Help Desk” che, con la formula “Qui ilParco è in ascolto”, hanno raccolto le necessitàe i punti di vista delle comunità locali.

Un processo laborioso e spesso faticoso cheha fatto emergere le tensioni ed i conflitti esi-stenti e che ha visto l’adesione di circa 250 par-tecipanti che hanno avuto l’opportunità diinteragire con il progetto e di evidenziare le loro

posizioni ed esigenze in tema di pascolo. Tra lecriticità emerse il problema delle predazioni,l’esigenza di abbeverate sufficienti e ben distri-buite, l’armonizzazione delle regole nell’assegna-zione del pascolo, la distanza delle istituzioni.

Oltre allo staff di progetto, il processo parte-cipativo ha impegnato consulenti per le norma-tive comunali e i beni di uso civico, facilitatori diprocessi partecipativi, esperte di dinamiche at-toriali in situazioni di conflitti ambientali, per lavalidazione scientifica del processo, e giuriste,per l’elaborazione dell’articolato delle LineeGuida. Tali contributi sono stati assicurati al pro-getto da prestigiose collaborazioni con profes-

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sionisti e docenti delle Università dell’Aquila e diPerugia.

La costruzione di una reciproca fiducia e ilgeneroso e convinto contributo di tutti gli attoricoinvolti ha portato alla stesura delle LineeGuida per la disciplina delle attività di pascoloche ben 11 comuni hanno recepito facendoleconfluire in altrettanti nuovi Regolamenti di pa-scolo. In tal modo il progetto ha potuto dimo-strare come il contributo delle realtà locali puòdiventare occasione di regole condivise e di cre-scita collettiva.

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I NUMERI DELL’AZIONE

25 incontri partecipativi250 portatori d’interesse11 Regolamenti di Pascolo

In considerazione delle conseguenze che il tu-rismo incontrollato esercita sugli habitat dellepraterie in quota e specialmente in alcune areee sentieri prediletti da escursionisti e grandepubblico, il progetto ha realizzato una serie ar-ticolata di interventi (azione C4 – Controllo deiflussi turistici) al fine di eliminare o mitigare leminacce di tale impatto, proponendo una piùoculata organizzazione e gestione delle infra-strutture turistiche.

Gli interventi hanno riguardato la riqualifica-zione di 90 km di rete sentieristica tramite operedi ingegneria naturalistica, con apposizione disegnavia e pannelli informativi, al fine di sensi-bilizzare sulla tutela della biodiversità ed aumen-tare la sicurezza degli stessi escursionisti. Sonostate inoltre delimitate delle aree di parcheggiotramite paletti in legno o pietre.

Allo scopo di far convergere il flusso turisticonelle aree designate, tali aree sono state provvi-

Azioni per il Turismo: il controllo dei flussi turistici

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I NUMERI DELL’AZIONE

90 km di rete sentieristica:100 D per il rifugio Duca degli Abruzzi,

215 A per Vado di Corno,212 per Fossa di Paganica e S. Maria del Monte,

225 per Lago Racollo e Fonte Macina,200 E per Fonte Vetica

8 aree parcheggio

ste di cartelli e bacheche informative che sugge-riscono ai turisti il comportamento corretto da te-nere per il rispetto degli habitat e la salvaguardiadei prati pascoli dalla minaccia di attraversa-mento, parcheggio non regolato e abbandono dirifiuti.

Il progetto “Praterie” ha attuato scambi diesperienze con diverse realtà del panorama na-zionale ed internazionale. In particolare ha col-laborato con il progetto Life+ “RI.CO.PRI”,partecipando all’evento internazionale “DryGrassland Meeting” (maggio 2013) e con l’Isti-tuto di ricerca forestale Metla - Università di

Oulu (Finlandia), partecipando alla EuropeanConference on Ecological Restoration (agosto2014). Scambi di esperienze sono state attuateanche con il Progetto LIFE Val.Ma.Co. (settem-bre 2014) e con la Coldiretti di Macerata (mag-gio 2015). Di particolare significato, per letematiche affrontate, la visita studio presso

Attività di networking

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Le attività di comunicazione hanno avuto unruolo centrale all’interno del progetto, che è statointensamente attivo in iniziative di informazione esensibilizzazione tramite il sito web, i social media,la stampa di dépliant e brochure, la newsletter e ilnotiziario annuale, la realizzazione di pannelli in-formativi e wall e l’invio massivo di sms a un indi-rizzario di oltre 800 stakeholder.

Oltre che da news e approfondimenti, tutte leazioni di progetto sono state documentate davideo professionali, molti dei quali sono stati tra-smessi da testate televisive nazionali e regionali.

È stata, inoltre, approntata una mostra multi-mediale, fruibile tramite un QR code collegato aspeciali pagine dedicate sul sito web di progetto.

Le azioni di comunicazione e di disseminazione

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l’Unione Montana Spettabile Reggenza dei SetteComuni di Asiago, che, oltre ai tecnici di pro-getto, ha coinvolto anche un gruppo di allevatori

e amministratori del Parco (settembre 2015),allo scopo di confrontare le pratiche di gestionedel pascolo nei rispettivi territori.

Attività di comunicazione e disseminazione

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sono state integrate dall’operatività dei CentriServizi e Informazione che, oltre a garantire lapresenza del progetto sul territorio attraverso ipunti di informazione (Help Desk) territoriali,hanno promosso attività di sensibilizzazione e dianimazione culturale sulle tematiche di progetto,workshop di approfondimento e iniziative didatti-che nelle scuole. Il qualificato personale degli helpdesk ha anche organizzato e gestito la partecipa-zione del progetto alle principali manifestazioni disettore.

Il progetto è stato, inoltre, presentato a inizia-tive nazionali come “Cheese” (Bra, 2015) e per ilprocesso partecipativo è stato coinvolto nelle at-tività di comunicazione della RAI per Expo 2015.

Nel 2016 ha interagito con la onlus CIWF

(Compassion In World Farming) il cui direttore Phi-lip Lymbery ha visitato l’area di progetto e realiz-zato interviste con lo staff che sono confluite nelsuo volume “Dead Zone” e nel filmato “A land wi-thout animals”. Significativa, ai fini della comuni-cazione dei valori e degli obiettivi di progetto, èstato anche la collaborazione avviata con la ma-nifestazione nazionale “Gran Sasso Skyrace”, chesi tiene annualmente sui sentieri in quota dell’areadi progetto, sulla base di un gemellaggio dedicatoalla Vipera dell’Orsini.

In coincidenza con gli eventi conclusivi, è statoorganizzato un Press Tour che ha aumentato la vi-sibilità del progetto sui media che hanno dedicatonumerosi e qualificati servizi su reti televisive e quo-tidiani nazionali e regionali.

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www.lifepraterie.it