libro ok I · 2003. 11. 15. · Sul crinale, che divide il versante nord - occidentale boscoso e...

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12 MONTE LA COSTA, cartografato nel Foglio I.G.M.I. 405 Campobasso, ovvero nella Tavoletta I.G.M. 162, III N.O. BOJANO, è una propaggine del MASSICCIO DEL MATESE centro settentrionale che si sviluppa degradando per Km 4 circa lungo un arco orien- tato prima da Ovest verso Sud, poi da Sud verso Est. Sul crinale, che divide il versante nord - occidentale boscoso e scosceso dal versante sud - orientale privo in parte di vegetazione e alquanto declive, si rilevano a scalini 4 alture, la prima a q 650 da cui si dominano le SORGENTI DI RIOFREDDO a circa 100 metri sotto, le altre alle quote successive di 795; 828; 898. Sotto il Monte, con orientamento Nord - Sud, penetra da Riofreddo per circa 650 metri una galleria di captazione delle sorgenti suindicate e di servizio dell’ACQUEDOTTO MOLISANO-CAMPANO.

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    MONTE LA COSTA, cartografato nel Foglio I.G.M.I. 405 Campobasso, ovvero nellaTavoletta I.G.M. 162, III N.O. BOJANO, è una propaggine del MASSICCIO DEL MATESEcentro settentrionale che si sviluppa degradando per Km 4 circa lungo un arco orien-tato prima da Ovest verso Sud, poi da Sud verso Est.

    Sul crinale, che divide il versante nord - occidentale boscoso e scosceso dal versantesud - orientale privo in parte di vegetazione e alquanto declive, si rilevano a scalini 4alture, la prima a q 650 da cui si dominano le SORGENTI DI RIOFREDDO a circa 100metri sotto, le altre alle quote successive di 795; 828; 898.

    Sotto il Monte, con orientamento Nord - Sud, penetra da Riofreddo per circa 650 metriuna galleria di captazione delle sorgenti suindicate e di servizio dell’ACQUEDOTTOMOLISANO-CAMPANO.

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    MASSICCIO DEL MATESE.

    Matese, da Mathesium, è un toponimo probabilmente in uso già in età preromana, con-siderata la grande importanza economica e di difesa che il massiccio avevaprima dell'occupazione da parte dei Romani i quali lo chiamarono anche TifernusMons.

    Il Massiccio del Matese (Fogli 161 IS; 162 CB, 172 CE, 173 BN della CartaGeologica d'Italia) occupa una superficie di oltre 1000 chilometri quadrati; ècompreso tra le regioni Campania a sud-ovest, Molise a nord-est; è delimitato,nel suo complesso, dai fiumi Volturno, Biferno, Tammaro e Calore che gliscorrono attorno, racchiudendolo; presenta una serie di cime sullo spartiacque,confine tra le due regioni, le più alte delle quali sono Monte Miletto (m.2050), LaGallinola (m. 1923), Monte Mutria (m.1823); è sorretto da contrafforti impo-nenti, scoscesi sul versante Campano, declivi su quello Molisano; è descritto dauna sequenza di vallate a scalare verso i due versanti, vergenti da sud-est versonord-ovest.

    Veduta dall’alto del Massiccio del Matese

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    Il mondo nel Cretacico (J.Briden et alii, 1974, modificato).- A quadretti le terre emerse del Laurasia a nord, del Gondwana a sud.- In bianco l'oceano, il Pantalassa, che circonda le terre emerse.- In azzurro il Mare della Tetide, caratterizzato, tra l'altro, da un notevole sviluppo diPiattaforme Carbonatiche, alti strutturali in facies neritica, oggi rilevabili in genere, a seguitodell'evoluzione fisica della crosta terrestre, nelle terre emerse dell'area perimediterranea (sudEuropa, nord Africa, Medio Oriente); della Somalia, del sud Asia, del Pacifico, del Messico eGolfo del Messico.

    PIATTAFORMA CARBONATICA DEL MATESE.

    La Piattaforma, alto strutturale in facies neritico-carbonatica distinto in due unitàtettono-sedimentarie, il Matese Orientale e il Matese Nord-occidentale, facevaparte nel Mesozoico e nella maggior parte del Cenozoico, unitamenteall'Appennino centro-meridionale, del margine crostale della Tetide Africana, lacui evoluzione paleogeografica, determinata da movimenti di tipo trascorrente,rotazioni regionali e chiusura della Tetide, generati dalla pressione dell'Africa insenso N.E., ha condotto all'attuale morfologia.

    L' Unità del Matese Orientale, definita all'incirca dall'area compresa da Bojano aMonte Miletto, Valle Agricola, Cerreto Sannita, Civita di Pietraroja, Guardieregia,S.Polo Matese, Bojano, è costituita da una successione carbonatica di oltre 3000metri di spessore, di età Triassico-Miocene, segnata da due lacune stratigraficheabbastanza estese, l'una medio-cretacica, l'altra rende il Miocene trasgressivo sulCretacico superiore.

    Il modello sedimentario di quasi tutta la successione è distinto dai seguenti siste-mi deposizionali principali:- Piattaforma aperta,- Bordo della Piattaforma, scogliere ecologiche,- Scarpata verso il mare aperto.

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    Il Matese, compreso neiFogli 161 IS; 162 CB;172 CE; 173 BN dellaCarta Geologicad'Italia, è qui distintoin due unità stratigra-fico-strutturali, l'Unitadel Matese Orientale el'Unità del MateseNor d -Occ iden ta l e ,derivanti (I.Sgrosso,1996) la prima dallaP i a t t a f o r m aCarbonatica Laziale-Abruzzese-Campana,la seconda dallaP i a t t a f o r m aC a r b o n a t i c aAbruzzese-Molisana,

    quest'ultima in via di riconiscimento.Il Massiccio, pertanto, viene considerato come la sintesi della deformazione di domini paleo-geografici.

    Nella Tetide del Cretacico l'area del Matese era occupata da un mare neritico tro-picale di piattaforma carbonatica con acque calde, limpide, bene ossigenate,colonizzato, tra l'altro, da comunità a Rudiste distinte secondo i paleoambienti.Le caratteristiche suindicate identificano in gran parte l'attuale Mare delleBahamas, qui raffigurato in una sua veduta per similitudine, le cui principaliunità morfologico-deposizionali sono:- la barriera marginale o esterna con scogliere organogene,- la zona interna, protetta, lagunare aperta.

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    LE SORGENTI DI RIOFREDDONEL BACINO IDROGRAFICO DELL'ALTO BIFERNO.

    Le sorgenti di Riofreddo fanno parte del bacino idrografico dell'alto Bifernoche comprende le risorse idriche superficiali e sotterranee sottese alla stazioneidrometrografica di Ripalimosani.

    Il bacino, che ha un'area di circa 300 kmq, e che si identifica in parte con laPiana di Bojano costituita in genere da formazioni plio-pleistoceniche di breccepoligeniche e depositi fluvio-lacustri, è delimitato all'incirca:

    - dallo spartiacque morfologico del Massiccio del Matese, versante nord-orien-tale da Monte Mutria alla Gallinola, Monte Miletto, Monte Patalecchia, MonteTotila, costituito da formazioni carbonatiche prevalenti del Triassico-Miocene;

    - dai rilievi di tipo collinare che si collocano a nord-est del bacino stesso, daMacchiagodena a Spinete, Colledanchise, Baranello, Vinchiaturo e Passo diVinchiaturo, formati in genere da sedimenti calcareo-marnosi di età Eocene-Miocene.

    Nel contesto l'interesse principale è rappresentato dalla unità idrogeologica delMassiccio del Matese, da cui si generano le sorgenti più importanti del Bacino,MAIELLA, PIETRECADUTE e RIOFREDDO, le quali hanno una portata media diacque pari a 4,6 mc/s, dei quali 1,6 mc/s utilizzati dall' ACQUEDOTTO MOLISA-NO-CAMPANO (Barazzuoli et alii, 1994).

    "Questi gruppi sorgivi costituiscono lo sfioro di un bacino idrico sotterraneocontenuto nella successione prevalentemente calcarea, relativa all’intervalloGiurassico-Miocene inferiore, affiorante nella parte nord-occidentale del Matese epermeabile in grande per fratturazione e carsismo. La base dell’acquifero è datadalle dolomie del Trias sup.-Giurassico inf., permeabili per fratturazione, che si rin-vengono raramente carsificate e quasi sempre molto tettonizzate; esse lo delimita-no anche verso SW e si comportano da impermeabile relativo rispetto alla sovra-stante serie calcarea, pur essendo un buon serbatoio quando affiorano estesamen-te.

    Il principale elemento di tamponamento di tutte queste strutture acquifere,delle quali costituisce la soglia di permeabilità, è dato dall’insieme flyschoide dilitologie marnose, calcareo-marnose, argillose ed arenacee che circonda il massic-cio carbonatico.

    E' importante sottolineare che l'area di alimentazione delle sorgenti di Bojano,stimabile in circa 117 kmq, anche se da un punto di vista morfologico apparten-gono al bacino del Volturno, non lo sono da quello idrogeologico in quanto leacque che vi si infiltrano contribuiscono al deflusso sotterraneo verso le suddettesorgenti e vanno, in definitiva, ad alimentare il deflusso del F.Biferno.

    All’interno del bacino emerge anche un altro importante gruppo sorgivo (quel-lo di S.Maria del Molise), alimentato dalla circolazione idrogeologica di M.Totila...".(da Barazzuoli et alii, 1994).

    L'apporto di acque sotterranee nel Bacino del Biferno è stimato (Barazzuoli etalii, 1994) pari a 75,6.10 alla 6 mc/anno.

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    ACOUEDOTTO MOLISANO-CAMPANOSORGENTI DI RIOFREDDO

    Riofreddo: veduta della galleria per la captazione delle acque (Immagine e descrizione tratte daERIM Campobasso, 1998)

    Complesso dell'ACQUEDOTTO MOLISANO CAMPANO in uno schema pubblicato da ERIM -Campobasso, 1998.

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    Interscambi idrici sotterranei nel Massiccio del Matese in rapporto all'alimentazione delle sorgen-ti di Bojano:1)- unita del Matese,2)- sorgenti di Bojano,3)- spartiacque morfologico del Bacino del Biferno,4)- probabile limite dell' area di alimentazione delle sorgenti di Bojano.Freccia piena = movimento delle acque di infiltrazione verso l'esterno del Bacino;frecce vuote = movimento delle acque di infiltrazione verso 1' interno delBacino.I valori riportati accanto alle frecce sono espressi in 10.000.000 di mc/anno.(da Barazzuoli et alii, 1994)

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    Dal punto di vista tettono - sedimentario Monte La Costa viene distinto in due unità.

    L’una è definita da una successione di calcari e calcari a Rudiste di m 1130 circa, immer-sa 45 - 50° NNE, in facies neritica di piattaforma, datata Barremiano-Cenomanianosuperiore.

    L’altra si riconosce in una successione di calcareniti e marne che borda la zona pede-montana, di spessore variabile entro i 32 metri, trasgressiva sui calcari del Cretacicoinferiore-medio e dicordante con essi, di età Tortoniano, in facies dal batiale al tidale,identificabile nella Formazione Longano e nella Formazione Petraroja (R.Selli, 1957).

    Monte La Costa in una veduta degli anni ‘60 del secolo scorso.In colore rosa l’area della successione dei calcari e calcari a Rudiste del Barremiano-Cenomaniano.In colore giallo l’area pedemontana della successione silicomarnosa del Tortoniano.1) -Bojano,2) -Civita Superiore di Bojano,3) -S.Polo Matese,4) -Fosso Varriconi,5) -Rio Freddo,6) -Liponi

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    La successione carbonatica.

    Monte La Costa fa parte di una particolare ed interessante area fossilifera che si è gene-rata e sviluppata nel margine esterno nord-orientale della “Unità stratigrafico-struttu-rale del Matese Orientale” nella PIATTAFORMA CARBONATICA DEL MATESE, costi-tuita, questa, da una successione di calcari e calcari organogeni della potenza com-plessiva di oltre 3000 metri, di età Mesozoico-Cenozoica.

    L’area del Monte di grande interesse paleontologico comprende la maggior parte deidue versanti tra le Sorgenti di Riofreddo, Fosso Varriconi e Liponi, l’uno, il nord-occi-dentale, in territorio di Bojano, l’altro, il sud-orientale, in quello di S. Polo Matese.

    La serie:

    - è costituita da calcari e calcari organogeni dello spessore complessivo di m 1130circa, che, non interessati dalla lacuna stratigrafica del mediocretacico, sono datatiBarremiano-Cenomaniano ed erroneamente riferiti al Cretacico superiore nel Foglio162 della Carta Geologica d’Italia;

    - si sviluppa in una monoclinale i cui strati immergono Nord-Nord-Est con pendenzadi 40-50 gradi circa;

    - è bene esposta e segnata da brevi faglie che non pregiudicano la stessa naturale suc-cessione;

    - si distingue in 5 intervalli per precisi caratteri biostratigrafici, più che per caratteri lito-stratigrafici;

    - è limitata intorno alle sue falde da terreni trasgressivi del Tortoniano.

    Il limite inferiore della successione si pone in corrispondenza di una faglia che decor-re in parte lungo il Fosso Varriconi; il limite superiore si trova a q 640 circa sopra leSorgenti di Riofreddo, dove la serie si tronca per un’altra faglia.

    Oltre al rilevamento citato gli altri studi sull’area sono:

    - la nota di L.Capasso (1978) che descrive un nuovo Brachiopode rinvenuto in un livel-lo calcareo sopra l’ex Cava Comparini, attribuito erroneamente al Senoniano;

    - i pochi riferimenti che si leggono in F. Bassani (1892), M. Cassetti (1893), C.F.Parona(1900), E.U.Fittipaldi (1901), riguardanti, tuttavia, generalmente il Matese centro-orientale.