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Il territorio comunale di Savignone è situato in gran parte sul versante destro dello Scrivia; sul versante sinistro per quasi tutto il tratto interessato dal comune, è collinare e si alza fino a raggiungere il versante spartiacque Appenninico. Savignone è attraversato dal fiume Scrivia, che nasce poco prima di Montoggio e prosegue nel territorio piemontese e lombardo, sfociando poi nel grande fiume padano. Nel comune di Savignone le zone pianeggianti sono poche e preziose (meno del 10%) e presenti nei pochi punti del fondovalle in cui lo Scrivia si allarga. SAVIGNONE - TERRITORIO E AMBIENTE

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Il territorio comunale di Savignone è situato in gran parte sul versante destro dello Scrivia; sul versante sinistro per quasi tutto il tratto interessato dal comune, è collinare e si alza fino a raggiungere il versante spartiacque Appenninico. Savignone è attraversato dal fiume Scrivia, che nasce poco prima di Montoggio e prosegue nel territorio piemontese e lombardo, sfociando poi nel grande fiume padano. Nel comune di Savignone le zone pianeggianti sono poche e preziose (meno del 10%) e presenti nei

pochi punti del fondovalle in cui lo Scrivia si allarga.

SAVIGNONE - TERRITORIO E AMBIENTE

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Il territorio di Savignone è montano e collinare; a causa di questo, lo sviluppo industriale è limitato rispetto a quello artigianale e commerciale. L’aria di gravitazione, sia ligure che piemontese ha determinato lo sviluppo storico che ha seguito le sorti di Genova con legami sociali, economici, culturali, linguistici e religiosi verso il basso Piemonte. L’importanza di base è il trasporto e la comunicazione. In un’ antica frana del monte Pianetto è nato e si è sviluppato il centro storico del capoluogo. Savignone ha un estensione di 21,75 kmq circa, distribuita tra colline e bassa montagna. Il turismo estivo è fiorente. La popolazione attuale è di 3060 abitanti circa.

FRAZIONI PRINCIPALI : Besolagno, S.Bartolomeo, Isorelle, Ponte di Savignone, Montemaggio, Vaccarezza, Sorrivi e Renesso.

COME ARRIVARCI:

Da uscita A7 di Busalla

Savignone alla fine dell’800in un quadro di

S.De Avendano

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La Chiesa di S.Pietro, da non confondere con l’antica abbazia ,esisteva già nel 1224. Nel 1253 era priore un certo Lanfranco. Bruciò ben tre volte e venne ricostruita. La Chiesa del XVIIsec. venne abbellita da Don Ernesto Mezzadra e contiene alcune statue di grande valore come quella in legno del Maragliano e il dipinto « L’apparizione del Cristo portacroce a S.Caterina da Genova » di G.B.Carlone ». Situata in fondo alla piazza, in stile barocco, è dotata di un campanile di notevole altezza, la cui copertura venne rifatta nel 1751,e vanta la presenza di tre sepolcri, di cui l’ultimo porta la data 1736.La chiesa di San Pietro presenta architettonicamente una pianta rettangolare a fondo absidato. Il pavimento, invece, tra il XVIII ed il XIX secolo doveva essere di mattoni rossi Oggi il pavimento si presenta a grandi rombi di marmo bianco bordati da listelli rettangolari di marmo nero a cui fanno da congiunzione quattro piccoli rombi di marmo rossi.

Chiesa di San Pietro

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Madonna del Maragliano

Savignone primi ‘900

Interno

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PALAZZO VERGAGNI

A lato della chiesa sta un grosso caseggiato che i signori conti Fieschi fondarono nel 1770: infatti il conte Gerolamo con proprio denaro e gli abitanti con le loro fatiche, nello spazio di sei anni, vi eressero un grande edificio ad uso di ospedale,capace di quaranta letti, con le abitazioni del medico, del farmacista, del sacerdote e di altri impiegati. Ma nel 1798 alla caduta dei Feudi l’ospedale rimase privo di rendite,di direzione e di padrone

e mai nessuno riuscì a riportarlo in funzione.

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Palazzo Fieschi risale al 1568 e fu costruito per ordine di Ettore Fieschi. Si possono ancora notare due garitte di guardia, sugli spigoli, ed il grandioso portale.Era circondato da orti e giardini ed era la dimora dei Signori del luogo Nel 1827 con la morte del Conte Agostino Fieschi ,divenne proprietà della figlia Carlotta sposata al Marchese Crosa di Vergagni.Il Palazzo è molto ampio e ricco di saloni e sotterranei, adesso è diventato un lussuoso Albergo.

PALAZZO FIESCHI

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CASTELLO DEI FIESCHIIl castello fu costruito dal comune di Tortona nel 1207. La famiglia Fieschi entrò in suo possesso nel XIII secolo. Esso assolveva principalmente la funzione di vigilanza ed era un punto di riferimento anche amministrativo per i borghi adiacenti.Il castellano era un uomo di fiducia del feudatario, da lui stipendiato mensilmente, aveva alle dipendenze sei uomini, che venivano scelte come sentinelle direttamente dal

podestà. Le sue rovine sono situate su una collina rocciosa in posizione dominante del paese. Era costituito da una torre a due piani che avevano un caminetto ciascuno, e della casa padronale. C’era una piazza per i soldati dove arrivava una scala dai sotterranei. In essi era custodita una tavola di marmo che era larga due palmi con la faccia messa in rilievo di un agnello. Oggi si può vedere solo quello che la custodiva. Era considerato inespugnabile ed di aveva il compito di vigilare sulla valle

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SANTUARIO DI N.S. DELLA VITTORIA

Il santuario della Vittoria è sorto dopo il 1625,è stato costruito in ringraziamento per la vittoria di Genova e degli abitanti dell’alta Valpolcevera sui franco- savoiardi del duca Carlo Emanuele I di Savoia, che tentavano di invadere l’alta Valpolcevera. Nella chiesa Tardobarocca, creata dopo l’incendio appiccato dagli Austriaci in ritirata da Genova nel 1747,sono conservate importanti opere d’arte fra cui i dipinti di Luca Cambiaso provenienti dalla Chiesa di S. Bartolomeo e due grandi tele della scuola di Pietro da Cortona.

Ex-voto che rappresenta il santuario

N.S.della Vittoria

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Savignone ospita, in località San Bartolomeo, presso le scuole materne Stefano Garrè, la sezione archeologica del Museo Storico dell’Alta Valle Scrivia. Qui sono custoditi dei reperti tra i quali: oggetti ceramici, monete ed altri oggetti recuperati durante scavi archeologici.Il ritrovamento di queste suppellettili ha permesso di collocare a 6000 anni fa la presenza dell’uomo sui nostri monti.L’età della pietra è rappresentata dall’ascia del Reopasso. Questa è l’epoca dei castellari, colline unite da una sella al sistema montuoso principale adatte perciò alla difesa ed alla fuga.Dalla seconda età del ferro sono conservati nel museo frammenti di ceramica che provano la romanizzazione della valle.

SEZIONE ARCHEOLOGICA DEL MUSEO STORICO DELL’ALTA VALLE SCRIVIA

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LA CHIESA DI S.BARTOLOMERO di VALLE CALDA

La Chiesa è circondata da alberi, è più aperta verso la campagna a monte, sembra un’isola e lì passa la strada principale. Nella Chiesa , che è originaria del XII sec., si possono ammirare importanti dipinti, tra i quali l’Assunzione della Vergine del 1567 e l’artistica pala di” S. Agostino ed altri Santi” di Luca Cambiaso , e due dipinti di argomento bibblico.Tra le decorazioni interne si può inoltre osservare lo splendido organo ricevuto in dono dal convento dei Frati di San Nicolò di Borzoli. Attualmente, secondo gli studi più recenti ,sembra che alla chiesa fosse annesso un ospedale, inteso come centro di accoglienza e ricovero per i pellegrini. Sia la chiesa che l’ospedale probabilmente dovevano essere alle dipendenze del monastero di Precipiano a Vignole Borbera. Successivamente la parrocchia fu sotto la Pieve di S. Stefano di Casella (1523).

Nella seconda metà del XVI passò sotto la giurisdizione dell’Arcivescovo di Genova. Fin dall’origine la Chiesa venne dedicata a S. Bartolomeo Apostolo, ma fu grande la devozione per S. Biagio che fu scelto come Patrono della parrocchia. Sembrò il Patrono indicato dal cielo a difendere le famiglie dalla terribile malattia della difterite, perché aveva guarito da una insidia alla gola un bambino che la madre teneva in braccio moribondo. Ancora oggi a S. Bartolomeo il 3 febbraio si festeggia S. Biagio con una cerimonia a cui partecipano tanti bambini; durante la cerimonia il sacerdote incrocia due candele sulla gola, benedicendola. In questa occasione, viene donato un sacchettino di grano benedetto in ricordo del 2° miracolo.

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Il 24 agosto 1747 arrivò a S. Bartolomeo Don Benedetto Repetto che trovò miseria e distruzione. Dandosi subito da fare, restaurò la canonica e aggiustò il campanile, che venne più tardi demolito e ricostruito nel 1828. Un fatto interessante è quello legato alle campane. Nel 1746 alcuni abitanti di Pedemonte rubarono le due campane, la più piccola venne restituita, mentre per l’altra la popolazione dovette pagare £ 178. Nel 1769 tutta la popolazione partecipò alla costruzione della nuova Chiesa, a questo proposito il priore Grosso Bartolomeo nelle memorie dell’oratorio scrisse: “Di giorno si lavorava in campagna, di notte per la Chiesa, sembrava che Dio benedicesse il raccolto in proporzione al lavoro svolto”. La Chiesa venne inaugurata nel 1777. L’organo della Chiesa giunse dai Frati di S. Niccolò di Borzoli su richiesta del Card. Giuseppe Spina.

Storie di Giacobbe