Libera rielaborazione musicata di una leggenda popolare ...Baruni Don Antonio era u so nomi e tutti...

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PON 2013/2014 Obiettivo C Azione 1 “ Interventi per lo sviluppo delle competenze chiave” (cod. C-1-FSE-2013-814) Progetti Scuola Primaria “G.Mallamaci” di Motta S.Giovanni SULLE ALI DELLA MUSICA “INVITO ALL’OPERA TRA MUSICA E TEATRO” 2 Libera rielaborazione musicata di una leggenda popolare mottese

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PON 2013/2014 Obiettivo C Azione 1 “ Interventi per lo sviluppo delle competenze chiave”

(cod. C-1-FSE-2013-814)

Progetti Scuola Primaria “G.Mallamaci” di Motta S.Giovanni SULLE ALI DELLA MUSICA

“INVITO ALL’OPERA TRA MUSICA E TEATRO” 2

Libera rielaborazione musicata

di una leggenda popolare

mottese

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PRESENTAZIONE

Il presente lavoro nasce dalla realizzazione delle attività laboratoriali

previste dai Progetti PON “SULLE ALI DELLA MUSICA “

e “INVITO ALL’OPERA TRA MUSICA E TEATRO” 2.

Gli alunni delle classi III e IV della scuola primaria

” G. Mallamaci” di Motta San Giovanni, dimostrando un notevole livello di

coinvolgimento sia cognitivo, che emotivo e motivazionale, hanno scoperto

un “ pezzo “ di storia del loro territorio.

Guidati con competenza e professionalità dagli esperti maestro Gian Bru-

no Meduri e maestro Tonino Nunnari, hanno realizzato una rielaborazio-

ne sonora della “ Leggenda delle capre” legata alle origini dell’antico bor-

go di Motta San Giovanni.

L’uso della propria voce, di semplici strumenti, di oggetti sonori, ha of-

ferto agli alunni l’occasione opportuna per esplorare l’ambiente dal punto

di vista sonoro e per conoscere la storia locale e le tradizioni culturali.

Utilizzando il linguaggio musicale in maniera creativa e personale sono

riusciti, inoltre, a gestire, controllare ed esprimere le proprie emozioni,

interagendo positivamente con gli altri e partecipando in modo attivo e

costruttivo alla messa in scena della semplice drammatizzazione

“ UN CASTELLO PER … UN BORGO”.

Realizzando musiche, canti, coreografie ed azioni teatrali hanno esplici-

tato le proprie opinioni e ed i propri sentimenti ed hanno imparato ad

usare linguaggi diversi con consapevolezza e creatività, esercitando le

proprie capacità operative in un contesto di libertà espressiva.

Le docenti-tutor Angela Cogliandro e Serafina Spinella

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PRIMA SCENA

Sulla scena: caprette - cavallo - asinello - contadino - fabbro mugnaia

Il cavallo e l’asinello La mugnaia

Il fabbro Il contadino

Le caprette

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C’era una volta un borgo pittoresco che

sorgeva ai piedi di una collina dove la

vita scorreva tranquillamente.

Le caprette pascolavano libere sui verdi

e rigogliosi prati.

I cavalli e gli asinelli, trotterellando,

rendevano meno faticoso il duro lavoro

dei contadini.

Nel silenzio della natura si poteva

ascoltare il cinguettio degli uccelli, il

rumore del martello del fabbro, della zappa

del contadino e il crepitare del fuoco nel

forno a legna, acceso per cuocere il pane.

CANTASTORIE:

La storia chi oggi vegnu a cuntari

a tutti sti genti cà riuniti

tanti e tant’anni arretu avvinni

ma vali a pena di la ricurdari.

A menza strata tra muntagna e mari

c’era nu burgu ‘ntornu a la cullina

tra rugula e pedi di luvàra

cu òmini tutti ‘ntenti a travagghiari

VOCE FUORI CAMPO:

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I ragazzi dell’orchestrina , con semplici strumenti riproduco-no i suoni e i rumori della vita quotidiana del borgo.

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SECONDA SCENA

Sulla scena: comandante - soldati - barone - Gabbadio Sfondo: esterno e interno del castello

CANTASTORIE:

“Stu ‘nchjana e scindi a menza

sti muntagni

tra boschi di zappini e vecchi vigni,

e quandu lu Casteddhu cumpariu

a so bellizza giuru……. mi mutiu.

Pariva chi volava ‘ntà lu celu

mi parsi fantasia…….. ma era veru,

pensava a cu ‘ndeppi tantu ‘ngegnu

mi faci stu gioiellu ‘ntà dhu cugnu”.

Il comandante

Le guardie

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All’ interno del castello viveva il barone Don Antonio

Centelles, il quale governava severamente il suo popolo. Esi-

geva le tasse e puniva duramente chiunque non rispettava i

suoi ordini. Era anche molto avaro ed egoista.

VOCE FUORI CAMPO:

A guardia di questo bellissimo luogo, chiamato San Niceto, si

ergeva, imponente e maestoso, un castello dalle mura inespu-

gnabili, la cui forma ricordava una nave con la poppa rivolta

verso il mare e la prua verso la montagna.

Interno del castello: stanza del barone Don Antonio Centelles

Il castello di San Niceto visto dall’alto

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BARONE: (con voce imperiosa): Allora Gabbadio, che no-

vità mi porti? Avete completato la riscossione delle tasse

presso i sudditi del borgo?

GABBADIO: - Sì, signor barone. Ecco, tutto il ricavato è

in questa cassa, ma è meno dell’anno scorso!

BARONE: (infuriato, rivolgendosi al comandante delle guardie): - Comandante delle guardie! Avevo ordinato che

tutti pagassero il dovuto!

COMANDANTE: - Signor barone, siamo andati presso

tutte le famiglie del borgo, ma molti non avevano denaro

sufficiente, il raccolto è stato scarso a causa della siccità

e i contadini sono alla fame!

Il monaco Gabbadio

Il barone

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BARONE (ancora più nervoso): - Non voglio sentire ragioni!

Mi serve sempre tanto denaro, altrimenti come potrei avere

tutti questi soldati per proteggere il castello e difendere il

territorio dagli invasori?

( Il barone prende la cassetta con il denaro e licenzia Gabba-dio e il comandante. ) BARONE: - Andate via!

( Gabbadio e il comandante si allontanano dopo un inchino. )

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TERZA SCENA

Sulla scena: baronessa - 2 ancelle

La baronessa Giovanna e le sue fidate ancelle

CANTASTORIE:

N’ta lu casteddhu stava nu signuri:

Baruni Don Antonio era u so nomi

e tutti i genti du paisi

a iddhu s’aviunu ‘a ssuggittari.

Aviva na figghia beddha comu u suli

e Giovanna era u so nomi

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Mentre la baronessa suona, le ancelle mettono in ordine la stanza e parlano fra loro) PRIMA ANCELLA: - Stasera verrai alla festa giù nel borgo?

SECONDA ANCELLA: - Certamente, dopo aver sistemato

per la notte la padroncina

PRIMA ANCELLA: - Ci vediamo giù in cucina e andiamo insie-

me

BARONESSA: - (smette di suonare e chiede) Ci sarà una fe-

sta in paese? Vorrei venirci anch’io, portatemi con voi!

LE DUE ANCELLE: (tremanti) : - Ma padrona, non possiamo …

se lo sapesse il barone …

BARONESSA: - Saremo prudenti, non lo verrà a sapere. Por-

tatemi uno dei vostri mantelli fingerò di essere una della ser-

vitù!

VOCE FUORI CAMPO:

Con un travestimento, la figlia del barone

riuscì ad uscire dal castello, in compagnia

delle ancelle, eludendo il controllo delle

guardie.

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VOCE FUORI CAMPO:

In una stanza del castello, alla flebile luce della lucerna, fra

cataste di libri e pergamene, una leggiadra figura, coltivava

la sua passione per il sapere e la musica. Era la bellissima

figlia del potente barone. Il suo sogno era quello di poter

uscire dal castello e vedere quel mondo che conosceva solo

attraverso i libri e magari insegnare a leggere e scrivere a

tutti gli abitanti del luogo,convinta che questo avrebbe po-

tuto migliorare la loro vita. Era sempre vissuta fra le mura

di quella fortezza, perché il padre le proibiva di uscire.

Interno del castello: stanza della baronessa Giovanna

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QUARTA SCENA

Sulla scena: contadini - pastori - popolo - baronessa - ancelle

’Ntrà chisti vigni bella eu ti portai

aundì li Greci fùru prima i nui,

guardu stu mari e guardu l’occhi toi

e poi moria…

CANTASTORIE:

Il contadino

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VOCE FUORI CAMPO:

Nella piazzetta del borgo tutti ballano e si divertono. Anche la baronessa Giovanna partecipa alle danze. Il princi-pe, dapprima in disparte, nota la ragazza, le si avvicina, si presenta con un inchino e, prendendola per mano, inizia a bal-lare anche lui.

Le ragazze arrivarono in paese, dove tutti gli abitanti del

borgo stavano festeggiando l’arrivo della primavera.

Tra essi c’era anche un principe proveniente da un villaggio

vicino che, notando la ragazza rimase affascinato dalla sua

bellezza.

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Nel frattempo il barone si accorse che

la figlia non era al castello e mandò le

guardie a cercarla.

I soldati arrivarono nel mezzo della fe-

sta, la riconobbero e la riportarono dal

padre.

VOCE FUORI CAMPO:

Arrivano le guardie e, trovata la principessa, esclamano: 1° GUARDIA: - Baronessa, dovete tornare immediatamente

al castello, il barone è assai adirato!

2° GUARDIA: - Non dovevate allontanarvi dalla fortezza, è

pericoloso!

BARONESSA: ( rivolta alle ancelle, lanciando uno sguardo al principe e sospirando ): - Ragazze, dobbiamo rientrare. Che

peccato! Non mi ero mai divertita così …

Scortate dalle guardie, la baronessa e le ancelle rientrano al castello.

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QUINTA SCENA

Sulla scena: barone - baronessa - principe

CANTASTORIE:

Innanzi a lu casteddu i San Nicetu

oggi vinni nu beddu cavaleri

cu l’occhi chiari comu u cielu

e i capiddi chi pariunu d’oro.

Quando a gioventù ncuntra a billizza

comu lu focu nasci a passioni.

Appena vitti la figghia du baruni

u so cori s’inchiu d’amuri.

Il principe

La baronessa

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VOCE FUORI CAMPO:

Il principe, rimasto folgorato da quella

visione si recò dal barone per chiedere

la mano della figlia, ma ricevette un

secco rifiuto.

PRINCIPE: - Signor barone, sono venuto a chiedere la mano

di vostra figlia, voglio sposarla!

BARONE: - Giovane sfrontato! Come vi permettete? Mia fi-

glia non vi vuole! Andatevene!

BARONESSA: - Ma...padre...non cacciate via questo giova-

ne...vi prego!!!

BARONE: - Deciderò io quando vi sposerete e con chi! (poi rivolto al principe) E ora...fuori di qui!

PRINCIPE: - Vedremo chi la vincerà! (si allontana verso la porta, poi si gira e comincia a recitare i primi versi della can-zone) - Ela ela mu condà, ti egò imme manachò.

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Prima di lasciare il castello, il princi-

pe dedica alla ragazza una canzone.

VOCE FUORI CAMPO:

CANZONE: Ela Ela Mu Kondà

Il coro

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Sulla scena: principe - vecchietta– amico del principe

SESTA SCENA

CANTASTORIE:

Amuri chi teni in pugnu lu me cori,

aundi mi purtasti, dimmi, aundi?

Fimmina tantu bedda mai non vitti,

senza iddha non pozzu chiù campari!

L’amico del principe

La vecchietta

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VOCE FUORI CAMPO:

Il principe non sapeva immaginare la sua

vita senza la bellissima Giovanna e, con la

tristezza negli occhi, si sedette su un

tronco, posto ai piedi del sentiero che por-

tava al castello.

Era una giornata cupa e ventosa, si sentiva

il sordo rumore dei tuoni e dal cielo cadeva

una pioggerella che rendeva il povero prin-

cipe ancora più triste.

Con la propria voce i ragazzi dell’orchestra producono il ru-more del vento e usano il bastone della pioggia ed il timpano per simulare il cattivo tempo. Il principe è seduto disperato su un tronco con la testa tra le mani. Il suo amico, che gli sta sempre accanto, cerca di con-solarlo.

AMICO DEL PRINCIPE: - Non ti disperare, vedrai che tutto

si aggiusterà e sposerai la bella Giovanna.

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VECCHIETTA: - Giovanotto, cosa ti è successo? Mi sembri

molto infelice!

PRINCIPE: - Oh, donna! Sono disperato! Voglio Giovanna in

sposa, ma il barone non vuole sentire ragioni. Cosa posso fa-

re?

VECCHIETTA: - Voglio aiutarti perché so che sei buono,

saggio e gentile. La gente è stanca della tirannia del barone.

Mi è venuta un’idea: con l’aiuto del monaco, Gabbadio, che è

mio amico, forse possiamo farcela. Andrò a parlare con lui e

ti farò sapere.

Riprendono i rumori di pioggia, vento e tuoni.

Nelle vicinanze del sentiero, una vecchietta raccoglieva delle

erbe curative. Vide il ragazzo disperato e, appreso il motivo

del suo sconforto, si offrì di aiutarlo.

VOCE FUORI CAMPO:

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SETTIMA SCENA

Sulla scena: vecchietta - principe - Gabbadio

CANTASTORIE:

Comu fussi ventu i boria

Vinni l’ura du destinu

nu monucu e na vecchia, cu l’ingannu

mi cangiunu u corsu di la storia.

VOCE FUORI CAMPO:

Il giorno dopo, il principe, la vecchietta e Gabbadio si incon-

trarono no in un posto isolato, in campagna, e la donna comin-

ciò a spiegare il suo piano al principe.

La vecchietta e Gabbadio vengono innanzi verso il principe. VECCHIETTA: - Principe questo uomo è Gabbadio, il monaco

di cui vi avevo parlato. Insieme a lui abbiamo ideato un piano

per aiutarvi.

PRINCIPE: - Parlate , vi ascolto!

GABBADIO: - Bene, principe...il castello ha due portoni, dai

lati opposti, che sono sorvegliati dalle guardie…

VECCHIETTA: - Durante la notte, io, d’ accordo con i pastori

del borgo, farò radunare da un lato del castello tutte le ca-

pre che abbiamo a disposizione, con dei fasci di erba resinosa

legati alle corna…

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PRINCIPE: - Ma...non capisco …

GABBADIO: - Mentre voi, principe, insieme agli abitanti del

borgo, sarete nascosto vicino all’ altro ingresso del castello VECCHIETTA: - A questo punto daremo fuoco ai fasci di er-

be resinose che portano le capre e le faremo avvicinare len-

tamente al castello. Nel buio della notte, le guardie penseran-

no che si tratti di un esercito che vuole attaccarli …

GABBADIO: - ...Allora tutti i soldati usciranno da quel lato

del castello ....

VECCHIETTA: - … Proprio per affrontare quelli che credono

siano degli invasori.

PRINCIPE:- Ho capito, finalmente! A questo punto il monaco

Gabbadio, che si trova dentro il castello, ci aprirà il portone

dalla parte opposta.

GABBADIO: - Esatto!

VECCHIETTA: - E voi potrete entrare facilmente insieme

agli abitanti del borgo!

PRINCIPE: - E’ geniale! Andiamo subito a preparare il piano,

servirà l’aiuto di tutti!

I tre escono di scena

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OTTAVA SCENA

CANTASTORIE:

Sulla scena: soldati nel castello, al centro; principe e popolo, nascosti sulla destra; pastori con le capre, in lontananza, sul-la sinistra.

Quantu è longa sta nuttata

pari non voli passari. Pensu sempri all’occhi toi mentri sugnu ccà mmucciatu.

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VOCE FUORI CAMPO:

E’ notte fonda e le guardie fanno la ronda

intorno e dentro al castello. Il principe,

insieme ad altri abitanti del borgo, è na-

scosto vicino al portone nord del castello.

I pastori, dalla parte opposta, hanno ra-

dunato centinaia e centinaia di capre e ad

ognuna di esse hanno legato un fascio di

erba resinosa. In silenzio stanno aspet-

tando il segnale del principe per mettere

in azione il piano.

PRINCIPE (rivolgendosi agli altri popolani nascosti): - Allo-

ra, siete tutti pronti?

POPOLO: (sottovoce) Sì, o principe!

PRINCIPE: (rivolgendosi alla vecchietta ) Adesso tu raggiun-

gerai i pastori dalla parte opposta del castello e vi terrete

pronti. Quando farò tre lunghi fischi voi darete fuoco alle fa-

scine delle capre e comincerete lentamente ad avvicinarvi al

castello. Vai!

La vecchietta annuisce e si dirige dalla parte opposta. Dopo una trentina di secondi di silenzio assoluto il Principe lancia i tre fischi.

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Le capre, molto lentamente, entrano in scena con le fascine accese e si fermano sul lato sinistro.

Dopo qualche istante ... COMANDANTE DELLE GUARDIE ( con voce tonante ) : - Soldati! Guardate laggiù, vedo centinaia di fiaccole! Sembra

un esercito di invasori! Chiamate gli altri soldati del castello

ed andiamo ad affrontarli!

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I soldati si dirigono verso quelli che credono siano degli inva-sori, lasciando sguarnito il castello. Gabbadio spalanca il portone ed il Principe, seguito dal popolo, entra nel castello. Una volta entrato si trova di fronte il ba-rone. PRINCIPE: - Barone, arrendetevi! Avete finito di angariare

il vostro popolo, siete mio prigioniero!

BARONE: - Avete vinto, principe! Mi arrendo!

PRINCIPE:- Io sposerò Giovanna, amministrerò con saggezza

questo luogo e tutti i cittadini potranno vivere una vita miglio-

re!

A queste parole tutto il popolo comincia ad applaudire e fe-

steggiare ….

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NONA SCENA

SULLA SCENA: La scena si apre con tutti i personaggi disposti a

semicerchio, mentre inizia la canzone “Ela Elamu condà”

CANTASTORIE: Finiu la tirannia di lu baruni

Supra sti terri e supra chisti genti

Tant’anni di duluri e patimenti

Ora passaru, e vardamu avanti.

Tempu novu, tempu di speranza

Cantanu aniti figghi e patri

A Santu Nicetu si faci grandi festa

nta tutti li vineddhi e li cuntradi.

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VOCE FUORI CAMPO:

Così si conclude la nostra storia. Nel borgo di Santo Niceto

è tornata la serenità. Il barone, riconosciuti i suoi errori, si

riconcilia con il popolo. I soldati giurano fedeltà al principe,

divenuto nuovo governatore.

Nella piazza del borgo si festeggiano le nozze del principe e

di Giovanna che vengono accolti tra canti e balli.

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CLASSE III

ADORNATO MARIA : soldato

CALABRO’ FRANCESCO : fabbro

CALABRO’ GIADA: coro

DE STEFANO ALEX: comandante delle guardie

FALDUTO NICOLA: conte

FRANCO VINCENZO: monaco

GAVRILA SABINA: capretta e popolana

GIULIVO GIANDOMENICO: contadino

LEGATO MARIA PIA: coro

MALLAMACI ANTONIO: asinello e contadino

MALLAMACI GIOELE: cavallo e principe

PANSERA CARMEN: coro

RAICEVI ALESSANDRO: amico del principe

SQUILLACI FORTUNATA: baronessa

STILLITTANO SERENA: coro

VERDUCI MARIA CLARA: coro

PERSONAGGI ED INTERPRETI

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PERSONAGGI ED INTERPRETI

CLASSE IV

CALABRO’ GIOVANNA: capretta e ancella

CALABRO’ MANUELA: soldato

CORMACI MARIA: coro

CUZZOCREA ROBERTO: cantastorie

INFORTUNA ANITA: coro

LAVRENDI GIUSEPPE: cantastorie

MALASPINA ANTONINA: capretta e ancella

MALLAMACI AMALIA: Coro

MELIDONA FABIANA: coro

MINNITI MARTA: soldato

NUARA ELISA: voce fuori campo

PANSERA ILARIA: vecchietta

PORPIGLIA CHIARA: mugnaia

RIPEPI ROSA: coro

SGRO’ EMANUELA: coro

STILLITTANO CATERINA: soldato

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… abbiamo suonato, cantato

e recitato, ma soprattutto

siamo stati tutti insieme e ci

siamo divertiti tantissimo!

… tra grida, urla e rimproveri, questi

mesi sono volati in fretta, grazie alla

simpatia delle maestre e dei maestri

Tonino e Gian Bruno.

Ci siamo divertiti davvero!!!

… mi ha offerto un’op-portunità per stare con gli amici.

… mi hanno dato una parte

bellissima e i due maestri sono

grandiosi. E’ stato bellissimo!!! … abbiamo volato con la fantasia tra

principesse, principi e monaci. Ci

siamo divertiti con gli strumenti

formando una vera e propria orche-

stra. E’ stato un PON da 10 e lode!!!

… ci hanno insegnato a suonare,

abbiamo anche fatto la recita e

abbiamo inventato una storia.

… sono l’amico del principe

… è molto bella la storia che abbiamo inventato e i maestri Tonino e Gian Bruno sono stati molto bravi a inventarla con noi.

… lavoriamo tutti insieme e fac-ciamo tutti qualcosa di bello!!!

… tutti insieme abbiamo ridato vita

al castello di Santo Niceto e alle alle sue tradizioni.

… i maestri sono fantastici!. Ci hanno insegnato a usare gli stru-menti della scuola, recitare e can-tare. Sono stata molto felice!!!

… abbiamo imparato tante cose nuove ed anche a stare insieme.

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DOCENTI COINVOLTE:

Angela Cogliandro

Serafina Spinella

ESPERTI:

Maestro Gian Bruno Meduri

Maestro Tonino Nunnari