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    La pittura avviene ad esecuzione diretta sulla

    roccia, senza preparazione, sfruttando le

    irregolarit rocciose ai fini della resadell'immagine. Cio sporgenze, cavit e

    asperit rocciose venivano spesso sfruttate per

    far parte di una raffigurazione.

    In alcuni casi le incisioni o le pitture sono

    state eseguite nei pressi dell'ingressodelle caverne, dove la luce riusciva ailluminare linterno, ma nella maggior partedei casi, le opere venivano realizzateallinterno delle caverne, in luoghi bui e didifficile accesso. Gli artisti disponevano

    quindi di un'illuminazione artificiale(lucerne di pietra alimentate da grassoanimale con uno stoppino fatto di licheni,muschio, corteccia o ramoscelli).

    L' artista sceglieva il luogo dove

    dipingere le sue immagini tenendo

    conto della morfologia generale della

    caverna, sfruttando sporgenze o

    fessure che potessero ricordare forme

    animali o parti del corpo animale.

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    Per le incisioni veniva utilizzato un bulino di

    selce dalla punta robusta. Le immagini dipinte

    venivano realizzate solamente con il contorno,oppure con l'utilizzo di uno o due colori per

    riempire lo spazio all' interno della figura. A

    volte il contorno veniva tracciato prima a

    incisione, poi veniva colorata la figura. In altri

    casi si colorava prima l'immagine e poi veniva

    rifinita incidendo tutta la figura o solo alcuneparti. Un altro modo per dipingere le figure era

    l'utilizzo di un batuffolo di pelliccia, soprattutto

    quando si voleva sfumare il colore. A Lascaux

    ed Altamira stata utilizzata spesso questa

    tecnica.

    Incisione: Graffito nel

    Riparo Romito di

    Papasidero, 19.000-

    10.000 a.C.

    Uno dei bisonti di Altamira,

    15.000-11.000 a. C.

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    Col termine "a fresco" o "buon fresco" siintende la pittura murale nella quale i colorivengono stemperati in acqua e stesi sopra unintonaco fresco, ossia appena steso. Cosoperando, per reazione tra la calcedell'intonaco e il carbonio dell'aria, i colorivengono a fissarsi fino a divenire insolubili e

    acquistano una forte solidit.

    Giotto di Bondone

    La fuga in Egitto, 1303-1306 circa

    tecnica: affresco su muro

    Padova, Cappella degli Scrovegni

    Raffaello: La scuola di Atene

    Stanza della Segnatura in Vaticano.

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    L'affresco costituito da pi strati distinti : Primo strato, l'arricciato, costituito da unmisto di calce spenta e sabbia grossa (malta

    grezza composta di sabbia grossa, acqua e

    calce e stesa con la cazzuola) (rapporto

    legante/inerte = 1/3)

    Secondo strato, l'intonaco, costituito da calce

    spenta e sabbia fine ben setacciata (malta

    con sabbia fine acqua e calce steso sul

    rinzaffo asciutto) (rapporto legante/inerte

    = 1/2).

    Terzo strato, tonachino (malta con sabbiafine, polvere di marmo, calce e acqua) su cui

    veniva realizzato l'affresco vero e proprio,

    costituito da pigmenti diluiti in acqua pura

    applicati in pi strati con un pennello

    (rapporto legante/inerte=1/1).

    L'ultimo strato, la calcina (una crosta

    vetrosa), il risultato della carbonatazione

    della malta di calce che, disidratandosi

    produce un involucro protettore trasparente

    che ingloba i pigmenti e li fissa

    definitivamente.

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    E' malta di calce e sabbia fine (in particolare un impasto fatto con sabbia di fiume fine,

    polvere di marmo, o pozzolana setacciata, calce ed acqua) ed la parte su cui si dipinge.Il suo spessore di pochi millimetri. La superficie dell'intonaco deve essere spianata e

    levigata.

    Ai tempi di Vitruvio (ufficiale sotto Cesare ed architetto, scrive tra il 27 ed il 23 a.C. un

    trattato, il "De Architectura", in cui spiega dettagliatamente come realizzare intonaci di

    buona qualit, che garantiscano solidit, lucentezza e resistenza nel tempo) la

    preparazione per l'affresco era costituita da ben tre strati di arriccio e tre di intonaco con

    sabbia di granulazione sempre pi fina come per la lavorazione del marmorino. In

    seguito, dal II secolo d.C., si us un solo strato di arriccio ed uno di intonaco. Gli intonaci

    di Pompei erano molto spessi e raggiungevano i 7-8 cm. e cos essi trattenevano a lungo

    l'umidit e permettevano di dipingere grandi superfici che si mantenevano fresche per

    molto tempo.Per conservare ancora pi a lungo l'umidit, i pittori dell'antichit introducevano nell'impasto della

    paglia, o cocci o stoppa. Non si tratta mai, comunque, di regole fisse, perch le soluzioni cambiano a

    seconda delle disponibilit e delle necessit.

    Vi sono infatti anche dei casi in cui il rinzaffo e l'arriccio mancano del tutto e l'affresco eseguito su

    un sottilissimo strato di malta stesa sulla pietra: alcuni esempi ad Assisi nella basilica di S. Francesco

    (sec. Xlll), a Feltre nel santuario di S. Vittore (sec. XIII), a Firenze sulle colonne della ex chiesa di S.

    Pietro Scheraggio (sec. XIII) ora incorporata nell'ingresso della Galleria degli Uffizi, a Utrecht(cappella del vescovo Guy d'Avennes, sec. XVI).

    veniva steso giorno per giorno sulla superficie che il pittore riusciva a dipingere

    Per questo si parla di pittura a giornate

    Se il pittore non riusciva a dipingerlo tutto veniva rimosso

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    La calce viva (ossido di calcio CaO) viene preparata a per cottura (calcinazione

    o arrostimento) della pietra da calce (CaCO3). Essa si decompone liberando

    anidride carbonica e trasformandosi in calce viva.

    A contatto con acqua questa si trasforma con una reazione esotermica in calce

    spenta.

    Con una quantit di H2O pari a 1/2 il peso dellossido di calcio, si forma la

    di idrossido di calcio Ca(OH)2

    Se alla calce spenta in polvere aggiungiamo 3 o 4 parti di acqua, cio acqua ineccesso, otteniamo dalla consistenza fluida e colloidale.

    costituita da grassello e 2 o 3 parti di sabbia di fiume

    La calce fa presa in diverse fasi: inizialmente perde acqua per evaporazione,

    cio cristallizza, in seguito si ha la carbonatazione, che avviene solo negli strati

    pi esterni e richiede pi tempo, in questo processo si riforma carbonato di

    calcio (la calcina).

    CarbonicaAnidride

    2lcioOssidodica

    900

    3COCaOCaCO

    C

    icalcioCarbonatod

    calciodiIdrossido

    22lcioOssidodica

    OHCaOHCaO

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    cio l'idrato di calcio si combina con l'anidride carbonica e si ottiene carbonato di calcio

    + acqua che evapora. Nella fase di asciugamento della malta, l'acqua che va verso

    l'esterno porta alla superficie dipinta buona parte dell'idrossido della calce per formare

    quella pellicola che diventer carbonato di calcio colorato. La carbonatazione avviene

    entro tre ore dalla stesura dell'intonaco.

    E il risultato di una reazione chimica che prende il nome di "carbonatazione della calce:

    La calce mescolata ad acqua e sabbia si

    indurisce progressivamente formando

    carbonati a contatto con l'anidride carbonica

    dell'aria. L'indurimento ricostituisce in parte il

    calcare d'origine formando carbonato di

    calcio, che fissa i colori dell'affresco.

    Ca(OH)2 + CO2CaCO3 + H2O

    La carbonatazione un processo veloce in

    superficie ma lento nella massa perch

    ci vogliono mesi per permettere all'anidride

    carbonica atmosferica di penetrare nella

    preparazione e all'acqua dellinterno per

    arrivare all'esterno per evaporare.

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    Si compongono di due fasi: essiccamento e

    carbonatazione.

    Essiccamento va via gran parte dell'acqua

    contenuta nell'impasto.

    Carbonatazione una reazione chimica lenta tra la

    calce spenta e l'anidride carbonica atmosferica.

    Tale reazione avviene nella soluzione satura di

    Ca(OH)2, perch l'acqua che si produce stabilizza la

    calce: tale processo lento tanto pi interna la

    calce nel muro. Sempre parlando di

    carbonatazione, quando si forma CaCO3, precipita

    nella microgoccia contenente sabbia, e si formano

    reticoli, cosicch la massa di sabbia acquista

    coerenza e compattezza. Se c' del pigmento, tale

    processo coinvolge lo strato pittorico.Gli affreschi, in ambienti chiusi sono molto stabili,

    ed il processo di presa, nel tempo, non altera molto

    il colore dell'affresco, anche se chiaro che se

    siamo in presenza di un solido microsuddiviso, se

    questo umido acquista colori pi "vivi".

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    Nella tecnica del buon fresco, dei pigmentiminerali vengono stesi sullintonaco ancoraumido senza aggiunta di leganti. I pigmenti,stemperati in acqua, si applicano nel momento

    in cui lintonaco tira. Non il pigmento apenetrare nellintonaco (o nellintonachino),bens il carbonato di calcio che si formaalla superficie che lo ingloba.

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    La la fase dell'affresco consistente nel disegnare con della terra rossa (in

    origine proveniente da Sinope, sul Mar Nero) un abbozzo preparatorio per l'affresco

    eseguito subito dopo l'arriccio.

    Una volta completata questa fase, il disegno viene progressivamente ricoperto con

    l'ultimo strato di intonaco.

    Affresco che rappresenta la

    mezza figura della Madonna col

    bambino Ges in collo su fondo

    ovale - E' attribuito a Fra

    Giovanni Angelico

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    Della sinopia si fatto largo uso fino ai

    primi anni del Cinquecento, quando

    stata gradualmente sostituita dal

    graffito (segni ottenuti premendo sul

    contorno del disegno preparatorio) e

    dello spolvero (disegni eseguiti su

    cartoni poi forati lungo i contorni e

    spolverati con polvere di carbone in

    modo da far apparire linee

    punteggiate sulla parete).

    .

    Per questa particolare metodologia si ha bisogno di un foglio di

    carta, sul quale, disegnate le sagome, queste verranno ripassatetramite piccoli fori praticati con un ago.

    In seguito,creato un tampone con un panno e postovi allinterno

    della polvere di carbone, sul muro rimarr impresso un tracciato

    dell immagine che noi vogliamo riprodurre.

    http://it.wikipedia.org/wiki/Cartone_preparatoriohttp://www.lsgobetti.it/Attivit%C3%A0/Cenacolo4A/San_Salvi%20files/Glossario.htmhttp://www.lsgobetti.it/Attivit%C3%A0/Cenacolo4A/San_Salvi%20files/Glossario.htmhttp://it.wikipedia.org/wiki/Cartone_preparatorio
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    Un altro metodo molto utile per

    realizzare un affresco quello

    del . Infatti, disegnato ilsoggetto su un foglio di carta, si

    appoggia questultimo sulla

    parete e tramite una punta

    metallica o di legno si tracciano i

    contorni in modo che

    rimangano impressi, tramitepiccole incisioni, sull' intonaco

    ancora fresco.

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    I monaci Basiliani hanno sempre privilegiato la

    tecnica dell'affresco per meglio far comprendere

    il loro kerygma. Una delle caratteristiche tecniche

    dell'affresco bizantino il tracciamento delle

    linee principali del disegno sull'intonaco fresco,

    con l'ausilio di una punta di legno o d'osso,

    l'intonaco da affrescare levigato prima

    dell'applicazione dei colori, non dopo, comeavviene nelle tecniche pi recenti.

    La levigazione preliminare comporta una risalita

    dell'acqua della calce in superficie e costringe

    l'artista a un lavoro rapido ma, allo stesso tempo,

    garantisce una maggiore nitidezza dei tratti e

    potenza espressiva dei colori; per questo gliaffreschi realizzati dai monaci basiliani sono

    giunti sino a noi conservando colori brillanti e

    compatti.

    La Fuga in Egitto (XII secolo).

    San Vito dei Normanni, chiesa rupestre di San

    Biagio: Presentazione al Tempio (affresco del

    XII secolo).

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    Il supporto pittorico simile a quello dellaffresco

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    Mentre all'affresco viene attribuito un ruolo pi importante, la pittura murale a secco viene

    utilizzata per le decorazioni pi marginali o per ritoccare eventuali errori nelle stesure degli

    affreschi. Questo diverso ruolo dovuto al diverso grado di difficolt delle due tecniche;infatti, mentre l'affresco considerata, una tecnica di alto livello, la pittura murale a secco

    viene un po surclassata per la sua relativa semplicit di esecuzione.

    Il pigmento viene steso sullintonachino secco (cio carbonatato) e fissato

    mediante un legante (olii siccativi, proteine, acqua di calce [soluzione

    satura di Ca(OH)2

    allo 0.16% a 20C]

    Lintonaco deve essere preparato in modo tale che la superficie sia

    particolarmente liscia, compatta (si chiudono i pori del intonaco) e

    compatibile col legante organico del pigmento.

    E possibile avere una gamma cromatica pi ampia: si possono utilizzarepigmenti non utilizzabili nelle altre tecniche per lelevata causticit

    (basicit) dellidrato di calcio

    (orpimento, cinabro, azzurro della Magna, minio, verderame, biacca etc)

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    Alla tempera cosi ottenuta veniva aggiunto dell'aceto per

    diminuire la carica batterica e impedire che il collante irrancidisse

    perdendo la sua efficacia e comportando il distacco del pigmento

    dalla superficie murale.

    Nella pittura murale a secco i pigmenti vengono mescolati a delle sostanzecollanti per farli aderire all'intonaco asciutto e prendono il nome di tempera, adifferenza dell'affresco in cui i pigmenti vengono mescolati direttamente conacqua.

    La preparazione delle tempere un processo molto lungo che segue unaprocedura ben precisa: innanzitutto si deve mescolare il pigmento con acqua elasciarlo "marcire" per un periodo di qualche settimana, dopodich vieneaggiunta alla soluzione la sostanza collante.

    Fino ai primi anni del 1500 il collante era generalmente a base di uovo, cheveniva usato intero o solamente il rosso diluito in acqua, oppure si trattava dicolle naturali ottenute in vario modo (per esempio la colla di "carnicci"ottenuta facendo bollire dei ritagli di carta pecorina in acqua), invece dopoquesto periodo iniziano a nascere le prime tempere a olio, che usavano comecollante olio di lino che veniva aggiunto all'uovo o usato tal quale.

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    L'intonaco nella pittura murale a secco deve essere evidentemente

    asciutto prima di poter applicare il colore.Questo diverso tipo di modo di operare comporta un'altra conseguenza,infatti mentre nella pittura murale a secco la tempera aderisce grazie alcollante, nell'affresco i pigmenti vengono intrappolati dall'intonaco cheasciuga comportando una variazione cromatica del colore rendendo molto

    difficile il lavoro dell'artista.Comunque anche la pittura murale a secco richiede alcuni accorgimenti,infatti come si detto in precedenza, l'adesione della tempera avvienegrazie al collante, ma per permettere ci devono essere eliminate tuttele possibili fonti di assorbimento dalla superficie.

    A tale scopo viene steso sull'intonaco un primo strato di una soluzionecostituita dal medesimo collante della tempera a cui viene aggiunta un podi calce, sul quale viene steso un secondo strato di collante puro che halo scopo di isolante fra l'intonaco e la tempera.

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    L'encausto una tecnica pittorica di grande efficacia e molto antica che risale addirittura ai

    tempi delle prime civilt greche. Questa tecnica, che veniva adottata principalmente intutte le zone che si affacciavano sul bacino del Mediterraneo, consiste nell'impiego di

    . A dispetto dei suoi splendidi e pregevoli risultati, questa

    tecnica fu soppiantata dell'affresco e, a parte qualche testimonianza medievale, dovette

    attendere molti secoli prima di ottenere una parziale ma meritata rivalutazione. Ci

    finalmente stata trasmessa e talvolta viene confusa con l'affresco, poich quest'ultimo

    qualche volta veniva sottoposto, a fine lavoro e dopo l'essiccazione, ad una manipolazionecon cera vergine di api, che lo rendeva cos molto simile all'encausto.

    Ritratto dal Fayum, inizi del II secolo (Santa Monica, Getty

    Museum)

    La tecnica pittorica dell'encausto viene

    applicata, oltre che su muro, su marmo, legno,

    avorio e terracotta. I pigmenti dopo essere

    stati mescolati con la cera, vengono stesi sul

    supporto con la tecnica del pennello o della

    spatola, quindi fissati con procedimento a

    caldo con attrezzi di metallici (cauteri o cestri).

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    I pigmenti venivano mescolati con cera d'api, il

    composto veniva sciolto e, ancora caldo, steso

    su un supporto di legno (non di rado preparato

    con gesso o con lino indurito con colla animale);

    in base alle esigenze, si potevano aggiungere alcomposto resina (come il mastice di Chio), uovo

    o olio di semi di lino. Per stenderlo si

    utilizzavano sia pennelli (con la punta usata

    calda o fredda) sia spatole.

    L'effetto finale quello di una pellicola pittorica

    compatta e brillante; e anche piuttostoresistente.

    'ritratti funerari' scoperti in Egitto,

    dove le particolari condizioniclimatiche ne hanno permesso la

    conservazione. Molti di questi

    provengono dall'oasi del Fayum, che

    si trova a occidente della valle del

    Nilo (a circa cento km a sudovest del

    Cairo), per questo sono conosciuti

    come ritratti del Fayum.

    http://www.italipes.com/schedadidattica5.htmhttp://www.italipes.com/schedadidattica5.htm
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    La pittura ad encausto deve essere distinta dalla

    cosiddetta encausticazione, un procedimento

    molto usato, ad esempio, sulle pitture parietali

    di Pompei.Sembra, infatti, che quelli pompeiani non siano

    dei veri affreschi e che i colori venissero stesi

    sull'intonaco asciutto. L'eccezionale vivezza

    cromatica deriverebbe perci, oltre che dalla

    perizia nell'esecuzione del dipinto, dall'uso di

    stendere sulla pittura murale realizzata dellacera fusa stemperata con dell'olio (ecco perch

    'encausticazione'). Non solo. La superficie veniva

    lucidata con dei panni asciutti, ottenendo il

    duplice effetto di rendere lucenti i colori e di

    proteggerli.

    Pompei, Villa dei Misteri

    http://www.italipes.com/schedadidattica3.htmhttp://www.italipes.com/schedadidattica3.htm
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    Le pitture a tempera pi antiche di

    cui abbiamo traccia in Italia sono

    quelle risalenti al periodo etrusco (le

    decorazioni delle tombe etrusche).

    Purtroppo non ci sono giunte quelle

    di origine ellenica, ma sappiamo che

    in Grecia la tempera fu comunque

    usata, come fu usata la tecnicadellencausto (pigmenti mescolati a

    caldo con la cera). Anche i romani

    conoscevano la tempera, come

    dimostrano alcune pitture parietali

    pompeiane. Un esempio di raffinate

    pitture di epoca romana sia adencausto che a tempera costituito

    dagli splendidi ritratti su legno

    ritrovati in Egitto nelle necropoli

    della zona del Fayum (secoli I -

    III d.C.).

    Tutti gli affreschi romani erano realizzati "a

    secco", vale a dire che la tempera non veniva

    stesa sull'intonaco ancora umido, come oggi; la

    loro tecnica ancora oscura ed ancor pi lo il

    fatto che le opere cos realizzate si siano

    conservate fino a noi in quanto ogni tentativo

    di realizzare un affresco a secco dal

    Rinascimento in poi si rivelato catastrofico:

    infatti dopo pochi anni la pittura si screpola.

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    Per tempera - o come si diceva in italiano

    arcaico tmpra - si intende il modo con

    cui mescolare e far solidificare il colore

    attraverso luso di alcuni ingredienti. Il

    vocabolario della lingua italiana Zingarellicos definisce la tmpera o tmpra:

    mescolanza di colori nella colla o nella

    chiara duovo, per dipingere su legno,

    gesso, tela e pi specificatamente

    per le scene e decorazioni teatrali.

    Questa definizione indica come veicoliper il colore la colla e la chiara delluovo.

    In realt la chiara non affatto

    lelemento base della vera tempera

    alluovo, come fa ben notare anche Eric

    Hebborn nel suo libro Il manuale del

    falsario. La tempera alla chiara duovo fuinvece largamente usata per la miniatura

    e per i messali, nonch come vernice

    finale provvisoria, sfruttando la sua

    rapida capacit di essiccamento e

    indurimento.

    Francesco di Giorgio Martini

    miniatura a tempera su pergamena, 59 x 44

    Chiusi, Museo del Duomo

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    La pittura a tempera si riferisce a tutte le tecniche che utilizzano comemedium al posto dellolio, sostanze organiche quali colle animali e vegetalie leganti sintetici come per esempio gli acrilici.Pur non presentando la stabilit e la profondit di materiale colorato dell'affresco,ha il vantaggio, contrariamente ai colori ad olio, della stabilit delle tinte cheresteranno sempre uguali a se stesse variando solamente in maniera impercettibiledal momento della stesura alla piena asciugatura.

    ha avuto largo

    impiego in particolare nellambito

    della decorazione di pareti e pirecentemente per la scenografia

    sistema misto tra

    lencausto e la tempera. Una sorta di encausto

    a freddo. Nel Medio Evo fu sperimentata

    lintroduzione della cera e delle resine nella

    pittura a tempera. E certo che produce una

    pittura molto resistente anche allumidit. Perpoter utilizzare questa tempera si doveva

    rendere la cera miscibile con lacqua e per tale

    scopo veniva utilizzata la calce in funzione di

    alcale. In et moderna si utilizzata allo stesso

    scopo lammoniaca.

    L t d i tt ti ti it li i t d t i

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    La tempera dei quattrocentisti italiani tramandata grazie

    al Libro dellarte del pittore e scrittore darte Cennino Cennini (1370-1440). In

    questo trattato lautore descrive come gli artisti del tempo preparavano i supporti

    sui quali dipingere, come dipingevano, e in particolare come si faceva la tempera

    (capitolo LXXII).

    Il Cennini spiega che ci sono due maniere di fare la tempera, una miglioredellaltra. La prima consiste nel battere il tuorlo duovo con le mozzature dei rami

    di fico. Il liquido che fuoriesce dai giovani ramoscelli tagliati va mescolato al

    tuorlo duovo in quanto ritarda lessiccazione dei colori sulla tavolozza, favorendo

    la coagulazione e la conservazione delluovo, pare inoltre che abbia unazione

    antisettica.

    Il secondo metodo indicato dal Cennini per fare la tempera quello di mescolareil solo rosso duovo con i colori, e questa tempera per lautore buona per

    dipingere su qualsiasi superficie: muro, tavola o ferro.

    Miniatura, tratta dalla Bibbia di Belbello da Pavia,Collezione privata, Tempera (all'uovo) su tavola 16.5x11 cm.

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    Con la tempera si pu dipingere su tutte le superfici tradizionali della pittura: tele,

    tavole e cartoni. Anticamente si dava preferenza alla pittura su tavola, che per la sua

    solidit il supporto pi indicato per questa pittura.

    La preparazione dei supporti detta imprimitura

    In genere consiste nello stendere sul supporto una miscela di idrato di gesso calcinato o

    solo gesso con un collante

    http://localhost/var/www/apps/conversion/tmp/scratch_10//upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/1/14/Birth_of_Venus_Botticelli.jpg
  • 7/28/2019 lezione_pigmenti 2b

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    Nei paesi del nord Europa si utilizzavano

    soprattutto il Rovere, un legno duro, e

    l'Abete. In Italia a partire dal XII secolo si feceun largo uso del Pioppo mentre erano meno

    utilizzati il Noce, il Salice, il Tiglio e l'Abete.

    In Spagna si usavano perlopi Pioppo,

    Quercia, Abete e Noce.

    Gli intarsi che decorano spesso questi dipinti

    erano ottenuti da alberi da frutto come il

    Pero ed il Ciliegio.

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    Primo periodo (Medioevo) la raffigurazione delle figure era resa

    per sovrapposizioni successive di colore. Una volta segnati i profilidelle figure, l'artista stendeva in maniera uniforme i colori,

    determinando in seguito le particolarit, i rilievi e le cavit delle

    figure con l'andamento delle pennellate: partendo quindi da una

    tinta base il pittore procedeva colore per colore, aggiunte su

    aggiunte alla resa del soggetto.

    Prima della stesura dei colori sulla tavola l'artista applicava un

    fondo in oroe cerano molteplici tecniche di doratura.

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    Alle tavole stuccate veniva applicata una lamina sottile, la foglia doro. Gli artigiani del

    medioevo, non vincolati da leggi a protezione della moneta, si fabbricavano

    la foglia doro battendo ripetutamente le monete, fino a renderle quasi senza peso.

    Gli artigiani specializzati in questo lavoro si chiamavano battiloro e fino al XX secolomisuravano il peso della foglia d'oro sulla base del ducato, moneta d'oro dell'Italia

    medievale: lo spessore era determinato dal numero di foglie (ognuna di circa 8,5 cm2)

    ricavate da un unico ducato.

    Albume, gomma, miele o succhi vegetali erano usati per far aderire la foglia doro alle

    pergamene, venivano chiamati mordenti allacqua, ovvero sostanze solubili in acqua

    che mordenzavano cio mordevano (fissavano) loro.

    Madonna con Bambino, Simone Martini, 1310-45, tempera su tavola,

    cm. 67,5 x 48,3, Metropolitan Museum, New York. Questo dipinto

    propone alcune caratteristiche comuni del periodo: fondo d'oro,

    Bambinello drappeggiato di rosso e la Vergine in blu

    Poich lumidit stacca i mordenti alacqua

    occorreva fissare con una vernice, in

    alternativa si usavano i mordenti allolio.

    La superficie veniva poi lisciata con un oggetto

    duro, per riacquistare lo splendore delmetallo.