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1 Il linguaggio: produzione e comprensione Catina Feresin Catina Feresin Pola, 23 gennaio 2015 Pola, 23 gennaio 2015

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Il linguaggio:produzione e comprensione

Catina FeresinCatina FeresinPola, 23 gennaio 2015Pola, 23 gennaio 2015

Principali contenuti della lezioneLingue e linguaggi: caratteri universali del

linguaggio;

le basi neuroanatomiche e genetiche del linguaggio;

nascita del linguaggio: due ipotesi di spiegazione;

lo sviluppo del linguaggio dalla nascita all'età prescolare e scolare;

produzione e comprensione del linguaggio:il ruolo della memoria e del contesto.

I popoli della terra parlano un gran numero di lingue diverse. Accanto alle lingue vive, ve ne sono altre, adoperate da popoli in passato, come il latino o il greco antico.

Lingue e linguaggio

Tutte le lingue di ieri e di oggi si assomigliano, nel senso che hanno la stessa architettura e gli stessi principi di funzionamento.

Il linguaggio si può definire la struttura universale delle lingue naturali.

Gli universali linguistici

Le lingue umane hanno caratteristiche in comune;

le parole (entità simboliche) sono combinate per formare frasi complesse;

tutti i concetti possono essere espressi in tutte le lingue.

Architettura del linguaggio

LIVELLO ARCHITETTURA

Fonologico Fonemi

Morfologico Morfemi

Sintattico Parole

Testuale Frasi

Livello fonologico

I fonemi sono le unità base della struttura dei suoni del linguaggio parlato. Grossomodo i fonemi corrispondono alle lettere dell'alfabeto ed ogni lingua ne ha un numero preciso (i.e. italiano 30; inglese 44). I fonemi di per sé non hanno significato.

Livello morfologico

Il morfema è la più piccola unità linguistica dotata di significato.

Un morfema è composto da uno o più fonemi che si combinano a formare le parole. In alcuni casi ci sono parole composte da un solo morfema come: da, qui, tu.

Livello sintattico

Le parole vengono combinate in sintagmi secondo precise regole (i sintagmi fanno da soggetto o da predicato), proposizioni (unità logico-concettuali) e frasi (costituite da una o più proposizioni collegate).

Livello testuale

Le frasi vengono combinate in discorsi secondo principi di coesione (si mantiene lo stesso mondo di riferimento), di coerenza (c'è un'unità logica e di senso) e di continuità tematica (non si salta senza ragione da un argomento all'altro).

Il linguaggio possiede delle basi neuroanatomiche: l’area di Broca e l'area di Wernicke situate nell’emisfero sinistro. La prima area è legata alla produzione linguistica insieme alle aree motorie e premotorie; la seconda area è legata alla comprensione (anche quella grafica).

Basi neuroanatomiche e genetiche del linguaggio

Aree linguistiche

Sindromi afasiche classicheAfasia di Broca

Una lesione all'area di Broca provoca la diminuzione dell’eloquio spontaneo, ma con una buona comunicazione dei contenuti. Rimangono una corretta selezione lessicale ed una buona comprensione, ma con deficit sintattico-grammaticali.

Afasia di Wernicke

Eloquio spontaneo buono, ma con comunicazione confusa dei contenuti. Selezione lessicale non corretta e comprensione non corretta, ma senza importanti deficit sintattico-grammaticali.

Il gene FOXP2

Alcuni casi specifici di disprassia verbale dello sviluppo negli esseri umani sono collegati con mutazioni del gene FOXP2. Gli individui caratterizzati da questa particolare incapacità motoria sono incapaci di produrre i movimenti coordinati necessari per parlare.

Lo studio di questi individui con difficoltà di parola e di applicazione della grammatica mostra una ipo-attivazione dell'area di Broca e di altre zone cerebrali collegate al linguaggio (Enard et al., 2002).

L'analisi viene condotta attraverso l'uso della risonanza magnetica funzionale.

Risonanza magnetica funzionale

Nascita del linguaggio: due ipotesi di spiegazione

Come mai le tante lingue del mondo hanno la stessa architettura?Due ipotesi cercano di spiegare l'origine del linguaggio:

1-l'ipotesi del salto linguistico di Noam Chomsky;

2-l'ipotesi del protolinguaggio di Derek Bickerton.

L'ipotesi di Chomsky

Chomsky afferma che il linguaggio attinge a una dotazione biologica innata, appartenente al DNA umano (gene FOXP2 ?), non derivante da sistemi comunicativi precedenti. Egli ipotizza che alcuni elementi sconnessi si siano aggregati in modo imprevisto e abbiano formato la grammatica universale. Questa ipotesi è detta del salto linguistico.

Chomsky propone quindi l’esistenza di Chomsky propone quindi l’esistenza di una disposizione interna biologica una disposizione interna biologica dell’uomo verso l’acquisizione dell’uomo verso l’acquisizione linguistica. Si parla, infatti, di un linguistica. Si parla, infatti, di un meccanismo di acquisizione linguistica meccanismo di acquisizione linguistica ((Language Acquisition Device–LAD) ) che orienta e determina lo sviluppo del che orienta e determina lo sviluppo del linguaggio.linguaggio.

Per esempio: un neonato è in grado di riprodurre tutti i fonemi di tutte le lingue parlate al mondo. Se però, egli vive in un ambiente mono-lingua, acquisirà presto la capacità di comprensione e riproduzione dei fonemi della madrelingua, ma perderà quelli delle altre lingue.

L'ipotesi di Bickerton

Bickerton (2000) propone invece che gli ominidi abbiano incominciato a parlare un linguaggio molto rudimentale, un prelinguaggio iniziale ed un protolinguaggio composto solo da parole e privo di grammatica la cui comprensibilità era affidata al contesto d'uso.

Secondo questo ricercatore ci sarebbero 3 fasi:

Fase 1: Comparsa di Prelinguaggi (Homo Habilis);

Fase 2: Comparsa di Protolinguaggi  (Homo Erectus).

Fase 3:  Comparsa ed evoluzione di lingue (Homo Sapiens).

Un'unica lingua che si diffonde in tutto il mondo?

All'ipotesi di Chomsky, proposta già negli anni '50 e rivista più volte dallo stesso autore (Chomsky, 2011) si unisce anche il linguista Cavalli Sforza (1993). Egli sostiene che, nonostante non vi sia accordo fra i linguisti sull’origine unica delle lingue,

la capacità di qualunque gruppo di uomini vivente di imparare egualmente bene qualsiasi linguaggio dei 6000 ancora parlati oggi prova che l’uomo moderno sapiens sapiens possedeva già i mezzi biologici quando è iniziata la prima delle sue migrazioni in tutto il mondo (si veda tabella tratta da Cavalli Sforza et. al, 1993).

Incremento del volume craniale

L'incremento del volume craniale degli ominidi inizia dall'homo habilis e accelera con l'homo erectus.

La capacità cerebrale passa dagli 800 cm3 dell'homo erectus ai circa 1350 cm3 dell'homo sapiens sapiens in circa 700.000 anni. La conseguenza è lo sviluppo del linguaggio ed in particolare della capacità simbolica.

Abbassamento della laringe

Nell'Australopiteco, la laringe, organo situato alla fine della trachea e contenente le corde vocali, si trovava, in una posizione più elevata nel canale respiratorio, permettendo così un maggiore spazio per la deglutizione del cibo ma impedendo l’articolazione dei suoni e, conseguentemente, il linguaggio.

L’emissione di suoni che un australopiteco poteva produrre era probabilmente molto simile a un latrato. Il processo evolutivo ha dato vita a un mutamento genetico grazie al quale la laringe si è abbassata, il canale fonatorio si è allargato, la lingua è arretrata diventando più mobile e flessibile favorendo così la modulazione dei suoni.

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Sviluppo del linguaggio dalla nascita al livello scolare

I bambini sviluppano la capacità di parlare secondo una sequenza ordinata di fasi: passando dalle emissioni sonore spontanee e dalle lallazioni alla costruzione di frasi complete nell’arco di pochissimi anni. Vediamo ora in sintesi queste tappe in un tempo che va da 25 giorni dalla nascita a 3 anni di vita.

• 0.25 Il bambino dà segni di risposta ai suoni• 1,25 Sorride in risposta alla stimolazione• 1,6 Emette suoni gutturali e lunghi suoni di tipo

vocalico• 4 Si gira verso chi parla; emette borbottii e

gorgoglii• 5 Si gira verso una campanella che suona• 6 Emette lallazioni (da-da-da; ma-ma-ma)• 7 Guarda lateralmente per cercare una

campanella che suona• 8 Dice “papà” e “mamma” indiscriminatamente

• 9 Fa giochi gestuali come il gioco del “cucù”; guarda direttamente una campanella che suona; comprende la parola “no”• 11 Usa “papà” e “mamma” come nomi; risponde

a comandi semplici e a gesti che indicano un’azione; pronuncia la prima parola• 12 Emette frasi inintelleggibili senza usare

parole esistenti; pronuncia la seconda parola• 13 Pronuncia la terza parola

• 14 Risponde a comandi semplici non accompagnati da un gesto• 15 Pronuncia dalla 4 alle 6 parole

• 17 Emette frasi inintelleggibili contenenti parole reali; sa indicare fino a 5 parti del corpo; pronunzia dalle 7 alle 20 parole• 19 Forma combinazioni di due parole• 21 Forma frasi di 2 parole; ha un vocabolario di

50 parole• 24 Usa pronomi (io, tu) indiscriminatamente.

Utilizzo del linguaggio olofrastico.• 30 Usa pronomi (io, tu) in modo appropriato• 36 Usa tutti i pronomi in modo appropriato; ha

un vocabolario di 250 parole; usa i plurali; forma frasi di 3 parole, utilizzo del linguaggio telegrafico.

La lallazione

Ciò che si osserva è che i bambini di tutto il mondo iniziano a “parlare” con queste stesse lallazioni nella stessa epoca della vita, anche se essi sono sordi; quindi, questa fase pre-linguistica esprime un processo di maturazione e non è certo il frutto di un apprendimento.

Verso la metà del secondo anno il linguaggio olofrastico (cioè quel tipo di linguaggio per cui le parole singole vengono usate per comunicare idee complesse) comincia ad essere sostituito dal linguaggio telegrafico con frasi di due o tre parole.

Linguaggio olofrastico e telegrafico

Una volta in grado di padroneggiare gli enunciati a due/tre parole, i bambini sviluppano rapidamente l’apprendimento della sintassi della lingua e le regole della conversazione.

Tipicamente il bambino iper-regolarizza i morfemi irregolari (es.: “soddisfava” invece di “soddisfaceva”, “canone” invece di “cagnone”, etc.). Questa iper-regolarizzazione indica che il bambino ha appreso la regola e la logica di costruzione del morfema.

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Regole della conversazione

Massima della quantità:i partecipanti alla conversazione non devono dire più di quanto necessario; Massima della qualità:gli interlocutori devono fare affermazioni vere;

Massima della relazione:gli interlocutori devono essere

pertinenti;

Massima del modo:gli interlocutori devono essere chiari

ed evitare le ambiguità.

TaliTali schemi fissi sono presenti anche in schemi fissi sono presenti anche in bambini ipodotati ed a cambiare non è ed a cambiare non è la sequenza, ma soltanto la velocità di la sequenza, ma soltanto la velocità di progressione.progressione.

Sviluppo del linguaggio dall'etàprescolare all'età scolare

Dai 3 ai 5 anni, il lessico si arricchisce in media di 50 parole al mese.

Nel giro di una trentina di mesi il bambino acquista Nel giro di una trentina di mesi il bambino acquista la padronanza completa della struttura della la padronanza completa della struttura della propria lingua materna e ciò si riflette sia nella propria lingua materna e ciò si riflette sia nella comprensione che nella produzione di frasi.comprensione che nella produzione di frasi.

Durante l'età scolare il lessico aumenta in maniera Durante l'età scolare il lessico aumenta in maniera esponenziale: per esempio un bambino di 7 anni esponenziale: per esempio un bambino di 7 anni può possedere un lessico che va dalle 3000 alle può possedere un lessico che va dalle 3000 alle 10.000 parole.10.000 parole.

Produzione e comprensione del linguaggio: l'importanza della memoria a lungo termine e del

contestoNei processi di produzione e comprensione

del linguaggio sono implicati anche altri processi cognitivi: la memoria in particolare. Quando, per esempio, pianifichiamo una frase da pronunciare, cerchiamo nella nostra memoria i significati e le parole appropriate ai nostri scopi.

Quando decodifichiamo un messaggio orale e scritto di un altro parlante confrontiamo i suoni che percepiamo, o le parole che leggiamo, con i contenuti della nostra memoria a lungo termine. Queste operazioni in un parlante esperto sono generalmente automatiche.

Gran parte del significato di ciò che si dice dipende dal contesto, cioè il complesso degli elementi che definiscono la situazione contingente: chi sono i partecipanti alla conversazione; dove sono; quale momento psicologico stanno vivendo; che cosa stanno facendo; sono persone estranee o si conoscono.

Bibliografia essenziale

Bickerton, D. (2000). How protolanguage became language, pp.264-284; in Knight et al. eds. The evolutionary emergence of languange, Cambridge press.

Chomsky, N. (2011). Language and Other Cognitive Systems. What Is Special About Language?, Language Learning and Development, 7:4, 263-278.

Cavalli-Sforza, L.L., Menozzi, P., Piazza, A. (1993) Demic expansion and human evolution, in Science, 1993, 259, pp. 639-46.

Enard W, Przeworski M, Fisher S, Lai C, Wiebe V, Kitano T, Monaco A, Pääbo S. (2002). Molecular evolution of FOXP2, a gene involved in speech and language, Nature, vol. 418, n. 6900, 869-72.