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L. Coppola – Concretum – Gli effetti della temperatura sulle proprietà del calcestruzzo
“GLI EFFETTI DELLA TEMPERATURA SULLE PROPRIETA ’ DEL
CALCESTRUZZO: lavorazione in clima caldo e freddo ”
Prof. Ing. Luigi Coppola
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO
FACOLTA ’ DI INGEGNERIA
L. Coppola – Concretum – Gli effetti della temperatura sulle proprietà del calcestruzzo
PROVE DI LABORATORIO
La quasi totalità delle PROVE DI LABORATORIO finalizzate a valutare le prestazioni reologiche ed elasto -meccaniche del calcestruzzo vengono condotte in condizioni di temperatura controllate e solitamente comprese nell ’intervallo 17 ÷ 23 °C.
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STRUTTURE REALI
Il CONFEZIONAMENTO, la POSA IN OPERA e la MATURAZIONE DEL CALCESTRUZZO, invece, avvengono a temperature che possono oscillare, almeno nei nostri climi:
� periodo invernale tra 10 ÷ - 5 °C;
� periodo estivo tra 25 ÷ 40 °C.
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INFLUENZE
PROPRIETÀ DEL CALCESTRUZZO ALLO STATO FRESCO E INDURITO
TEMPERATURA DI RIFERIMENTO
DI 20°C
TEMPERATURA AMBIENTALE≠
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INFLUENZE
La temperatura ambientale riveste un ruolo significativo durante le fasi di lavorazione del conglomerato in clima caldo e freddo influenzando pesantemente:
1. SCELTA DEGLI INGREDIENTI;2. COMPOSIZIONE DEL CALCESTRUZZO;3. MODALITÀ DI LAVORAZIONE;4. TIPOLOGIA DI CASSERO;5. PROCEDURE DI MATURAZIONE E
PROTEZIONE UMIDA DEI GETTI.
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GETTI DI MASSA
TEMPERATURA DEL CALCESTRUZZO
TEMPERATURA AMBIENTALE
TEMPERATURA INGREDIENTI
SVILUPPO DI CALORE CONSEGUENTE ALLA
REAZIONE ESOTERMICA DEL CEMENTO CON
ACQUA
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TEMPERATURA AMBIENTALE
-TEMPERATURA DEL CALCESTRUZZO-MANTENIMENTO DELLA LAVORABILITÁ
-TEMPI DI PRESA-RITIRO PLASTICO-SVILUPPO DELLE RESISTENZE MECCANICHE
-TEMPERATURA MASSIMA DELL’ELEMENTO STRUTTURALE NEI PRIMI GIORNI SUCCESSIVI AL GETTO
DURANTE LA REALIZZAZIONE DELLA STRUTTURA STRUTTURA IN SERVIZIO
• GRADIENTI TERMICI DIURNI• GRADIENTI TERMICI STAGIONALI• GRADIENTI TERMICI ACCIDENTALI (INCENDIO)
• DEFORMAZIONI• QUADRI FESSURATIVI• COLLASSO ELEMENTI STRUTTURALI
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CINETICA DI IDRATAZIONE
La temperatura gioca un ruolo di fondamentale importanza sulla cinetica del processo di idratazione del cemento
TEMPERATURA
VELOCITÀ REAZIONI CHIMICHE DI TUTTI I COSTITUENTI MINERALOGICI
DEL CLINKER CON L ’ACQUA
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TEMPERATURA / CINETICA DI IDRATAZIONE
modifica di alcune importanti proprietà del calcestruzzo sia allo stato fresco
che indurito
PERDITA DI LAVORABILITÀ durante il trasporto del calcestruzzo dalla
centrale di betonaggio al cantiere
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PERDITA DI LAVORABILIT Á
TEMPERATURA PERDITA DI LAVORABILIT Á
TEMPERATURA PERDITA DI LAVORABILIT Á
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LAVORABILITÀ DEL CALCESTRUZZO (CE II/B-LL 32.5; a/c=0.60) in funzione del TEMPO e TEMPERATURA del conglomerato
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FASI ALLUMINATICHE
ACCELERAZIONE DELLA CINETICA DI IDRATAZIONE DELLE FASI
ALLUMINATICHE con il gesso e al conseguente effetto di coagulazione delle particelle di cemento che determina una
precoce perdita di plasticità dell ’impasto.
TEMPERATURA PERDITA DI LAVORABILIT Á
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PERIODO DORMIENTE
ACCORCIAMENTO DEL PERIODO DORMIENTEper effetto di una precoce rottura della pellicola
di ettringite che riveste i granuli di cemento anidro e, quindi, UN ’ACCELERAZIONE DEL
PROCESSO DI IDRATAZIONE DEI SILICATI DEL CLINKER che determina una rapida perdita di plasticità responsabile dell ’accorciamento dei
tempi di presa rispetto ad un impasto maturato a temperature più basse
TEMPERATURA
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Tempi di inizio e fine presa del calcestruzzo (CE II/B -LL 32.5; a/c=0.62; c=290 kg/m 3) in funzione della temperatura
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RESISTENZE MECCANICHE
TEMPERATURA
ACCELERAZIONE IDRATAZIONE SILICATI
ANTICIPO TEMPI DI INDURIMENTO
RESISTENZE MECCANICHE A COMPRESSIONE PIÙ ELEVATE ALLE BREVI STAGIONATURE
(1÷7gg)
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Resistenza meccanica a compressione in funzione del tempo di calcestruzzi maturati a temperature 5 ÷ 40 °C
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RESISTENZE MECCANICHE
TEMPERATURA
ACCELERAZIONE IDRATAZIONE SILICATI
ANTICIPO TEMPI DI INDURIMENTO
RESISTENZE MECCANICHE A COMPRESSIONE MINORI ALLE
LUNGHE STAGIONATURE
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Resistenza meccanica a compressione in funzione del tempo di calcestruzzi maturati a temperature 5 ÷ 40 °C
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RAPPORTO GEL/SPAZIO
STRUTTURA DEI SILICATI IDRATI DI CALCIO(responsabili della resistenza meccanica a
compressione del conglomerato) formatisi alle alte temperature risulta PIÙ SCADENTE in
quanto caratterizzata da una maggiore porosità rispetto ai prodotti di idratazione sviluppatisi
alle temperature più basse, che per la lentezza della reazione sono caratterizzati da un maggior
rapporto gel/spazio.
MAGGIORE VELOCITÀ DI FORMAZIONE DEI SILICATI IDRATI DI CALCIO
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GRADO DI IDRATAZIONE
� BREVI STAGIONATURE → mascherata dalla maggiore percentuale di cemento idratato;
� LUNGHE STAGIONATURE il grado di idratazione tra impasti maturati a basse ed alte temperature risulta sostanzialmente coincidente.
SCADENTE STRUTTURA DEI SILICATI IDRATI DI CALCIO
ALTE TEMPERATURE
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CLIMA CALDOLe principali problematiche che possono
presentarsi quando le operazioni di betonaggio vengono effettuate durante il periodo estivo sono rappresentate sostanzialmente da:
� una ECCESSIVA PERDITA DI LAVORABILITÀ durante il trasporto;
� un ACCORCIAMENTO DEI TEMPI DI INIZIO PRESA non compatibili con le operazioni di posa in opera e di compattazione dei getti.
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LAVORAZIONE DEL CALCESTRUZZO IN CLIMA CALDO
RIMEDI
- CEMENTI V/B, III/C, V/A, III/B, IV/A, II/B DI CLASSE 32.5 N/R;
- RITARDANTI DI PRESA (PR.8-EN 934/2);- SUPERFLUIDIFICANTI RITARDANTI A BASE DI NAFTALENSOLFONATO (PR.11-EN 934/2);
- SUPERFLUIDIFICANTI RITARDANTI DI TIPO ACRILICO.
- ECCESSIVA PERDITA DI LAVORABILITÁ;
- ANTICIPO TEMPI DI PRESAINCONVENIENTI
•POSSIBILI RIAGGIUNTE DI ACQUA IN BETONIERA E CONSEGUENTE PENALIZZAZIONE DELLE PRESTAZIONI DEL CALCESTRUZZO IN OPERA
•DIFETTI DI COMPATTAZIONE DEL CONGLOMERATO CON ECCESSO DI ARIA INTRAPPOLATA E FORMAZIONE DI VESPAI
•FORMAZIONE DI GIUNTI FREDDI IN CORRISPONDENZA DELLE RIPRESE DI GETTO
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RIAGGIUNTE DI ACQUA
ELEVATO RISCHIO che al momento della consegna del calcestruzzo si AGGIUNGA
ACQUA IN BETONIERA per poter conseguire la lavorabilità necessaria per effettuare il getto
PERDITA DI LAVORABILIT Á
RAPPORTO a/c
RESISTENZA MECCANICHE A COMPRESSIONE
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RIAGGIUNTA D’ACQUA E LAVORABILITÀ FINALE CONSEGUITA IN FUNZIONE DELLA CLASSE DI CONSISTENZA INIZIALE DEL CONGLOMERATO
CLASSE DI CONSISTENZA
INIZIALE
RIAGGIUNTA DIACQUA (Kg/m 3)
CLASSE DI CONSISTENZA
FINALE
S2 15 ÷ 20 S3
S2 25 ÷ 30 S4
S3 6 ÷ 8 S4
S3 10 ÷ 15 S5
S4 4 ÷ 5 S5
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PENALIZZAZIONE RESISTENZA
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VESPAI E NIDI DI GHIAIA
RISCHIO che il cassero non venga completamente riempito o la compattazione
risulti difficile al punto da determinare un RESIDUO DI ARIA INTRAPPOLATA maggiore di
quello fisiologico
LAVORABILIT Á MINORE DELLA RICHIESTA
PRESTAZIONI MECCANICHE
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REALIZZAZIONE STRUTTURE CON ELEVATI VOLUMI DI CALCESTRUZZO c ’è
la possibilità che si CREINO GIUNTI FREDDI se intercorre troppo tempo tra
l’arrivo delle betoniere
PERDITA DI LAVORABILIT Á
RIPRESE DI GETTO
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PERDITA DI LAVORABILITÀ
TEMPO DI TRASPORTO
(min)
ΔL (cm di slump)
TEMPERATURA (°C )
0÷4 5÷9 10÷16 17÷23 24÷30 31÷37
< 15 0 1 2 2 4 616 ÷ 30 0 2 3 3 5 731 ÷ 45 1 3 4 4 7 1046 ÷ 75 2 4 5 6 9 1176 ÷ 105 3 5 6 8 11 13
106 ÷ 120 4 6 7 10 12 15
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CEMENTI LENTI
Per ovviare alla comparsa di questi inconvenienti È NECESSARIO IMPIEGARE CEMENTI CON UNA LENTA CINETICA DI IDRATAZIONE:� cementi di classe 32.5 N;� a parità di classe, i cementi poveri di clinker (cementi tipo III, V e IV)
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PERDITA DI LAVORABILITA ’Tipo di cemento Classe di cemento
Aumento della perdita di lavorabilità (in cm di slump)
V/B; III/C 32.5N; 32.5R -3
V/A; III/B 32.5N; 32.5R -2
IV/B; III/A 32.5N; 32.5R -1
IV/A; II/B 32.5N; 32.5R 0
II/A 32.5N; 32.5R 1
I 32.5N; 32.5R 1
V/B; III/C 42.5N; 42.5R -1
V/A; III/B 42.5N; 42.5R 0
IV/B; III/A 42.5N; 42.5R 1
IV/A; II/B 42.5N; 42.5R 2
II/A 42.5N; 42.5R 3
I 42.5N; 42.5R 3
I 52.5N; 52.5R 5
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ADDITIVI
In mancanza di questi cementi si può ricorrere:� all’impiego di ADDITIVI RITARDANTI DI PRESA o ai SUPERFLUIDIFICANTI RITARDANTI ed, in particolare, a quelli di TIPO ACRILICO� In particolari contesti impiegare nel confezionamento del conglomerato CHIPS DI GHIACCIO in parziale sostituzione dell ’acqua di impasto.
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Dosaggio % sul CEM
RIDUZIONE di ΔL (%)
TIPO DI ADDITIVO
R FR SR SA SN
0.30-0.50 50-60 30-50 - - -
0.60 - - - 40 -
0.80 - - 35 50 10
1.00 - - 40 65 15
1.20 - - 45 80 20
1.50 - - - 85 -
1.80 - - - 90 -
RIDUZIONE PERDITA DI LAVORABILITA ’PER IMPIEGO DI ADDITIVI
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LAVORABILIT Á NEL TEMPO
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RITIRO PLASTICO
la velocità di evaporazione dell ’acqua dalla superfici non casserate può superare quella che si accumula per
effetto del bleeding
esasperazione dei fenomeni di ritiro ed assestamento plastico che possono produrre una intensa fessurazione del calcestruzzo
PERIODO CALDO GIORNATE VENTOSE E ASCIUTTE
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RITIRO PLASTICO
• applicare agenti stagionanti che formano film anti-evaporanti subito dopo il getto e la eventuale fini tura superficiale;
• proteggere con teli impermeabili subito dopo il get to e la eventuale finitura superficiale;
• proteggere con geotessili bagnati ad intermittenza ( ogni 24 ore circa)
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RITIRO PLASTICO
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RESISTENZE MECCANICHE
TEMPERATURA
RALLENTAMENTO PROCESSO DI IDRATAZIONE
DEL CEMENTO
ALLUNGAMENTO TEMPI DI PRESA
MANTENIMENTO DELLA LAVORABILITÀ DEL CALCESTRUZZO DURANTE IL
TRASPORTO
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FASE SUCCESSIVA ALLA POSA IN OPERA
NELLE FASI IMMEDIATAMENTE SUCCESSIVE ALLA POSA IN OPERA
DEL CALCESTRUZZO.
TEMPERATURA
PROBLEMATICHE
LAVORAZIONE DEL CALCESTRUZZO IN CLIMA FREDDO
ALLUNGAMENTO DEI TEMPI DI PRESA E DI INDURIMENTO
INCONVENIENTI
POSSIBILE DISGREGAZIONE DEL CALCESTRUZZO PER EFFETTO DELL’ABBASSAMENTO DELLA
TEMPERATURA AL DI SOTTO DI 0°C NELLE ORE IMMEDIATAMENTE
SUCCESSIVE ALLA POSA IN OPERA
POSTICIPO DELLE OPERAZIONI DI
SCASSERO E DISARMO
PROVVEDIMENTI:-RISCALDAMENTO DELL’ACQUA DI IMPASTO-IMPIEGO DI CASSERI E PROTEZIONI TERMOISOLANTI-GETTO NELLE ORE CENTRALI DEL GIORNO-IMPIEGO DI CE I o II/A DI CLASSE 42.5 R-ACCELERANTI DI INDURIMENTO-SUPERFLUIDIFICANTI ACCELERANTI A BASE NAFTALINICA, MELAMMINICA O ACRILICA
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ABBASSAMENTO DELLA TEMPERATURA AL DI SOTTO DI 0°C
INCONVENIENTE PIÙ GRAVE
TEMPERATURA < 0° C
NELLE ORE IMMEDIATAMENTE SUCCESSIVE AL GETTO
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DISINTEGRAZIONE
SI DISINTEGRA per effetto delle tensioni che insorgono a seguito della trasformazione in ghiaccio dell ’acqua contenuta all ’interno della matrice cementizia e degli aggregati.
TEMPERATURA < 0° C
CALCESTRUZZO NON HA SUFFICIENTE RESISTENZA
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MANIFESTAZIONI DEL DISSESTO
� rilevanti DEFORMAZIONI PLASTICHE del calcestruzzo (dell ’ordine dell ’1.5 ÷ 2.5%);
� fenomeni di SCAGLIATURA SUPERFICIALE (soprattutto sulle superfici non casserate di elementi a sviluppo orizzontale, quali solette e pavimenti);
� INTENSA FESSURAZIONE che interessa l’intimo degli elementi strutturali, soprattutto se di modesto spessore (inferiore a 30 cm) che non beneficiano del riscaldamento prodotto dallo sviluppo di calore a seguito della reazione esotermica del cemento con l ’acqua.
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DEMOLIZIONE
Generalmente, a questi inconvenienti è difficile rimediare e nella maggior parte dei casi si deve procedere alla DEMOLIZIONE E RICOSTRUZIONE EX NOVO dell ’elemento dissestato.
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CRITERIO PRATICO
calcestruzzo DEVE POSSEDERE QUANDO T < 0°C una resistenza a
compressione di almeno Rc ≈ 3.5 N/mm2
PREVENIRE I FENOMENI DI DISSESTO
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DIMINUZIONE ACQUA CONGELABILE
Si impedisce il degrado del materiale perché:
1. la resistenza del calcestruzzo > tensioni indotte dalla formazione del ghiaccio
2. una buona aliquota dell ’acqua è stata impegnata nel processo di idratazione del cemento, pertanto si riduce la quantità di acqua libera potenzialmente congelabile .
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CEMENTI RAPIDI
Al fine di poter conseguire in tempi brevi la resistenza meccanica a compressione di 3.5 N/mm 2 occorre impiegare È NECESSARIO:� IMPIEGARE cementi di classe 42.5 R a rapido indurimento caratterizzati da un elevato contenuto di clinker;� AGGIUNGERE acceleranti di indurimento ;� adottare rapporti a/c relativamente bassi.
a/cAccelerante di indurimento
(p.7 / UNI-EN 934/2)
t (ore) per raggiungere
Rc ≈ 3.5 N/mm2
T = 5°C
t (ore) per raggiungere
Rc ≈ 3.5 N/mm2
T = 10°C
Rck(T=20°
C)
0.40 - 20 ÷ 22 9 ÷ 10 500.40 1.5% massa del cemento 10 ÷ 12 4 ÷ 5 500.50 - 28 ÷ 30 14 ÷ 15 400.50 1.5% massa del cemento 16 ÷ 18 8 ÷ 9 400.60 - 44 ÷ 46 20 ÷ 21 300.60 1.5% massa del cemento 24 ÷ 26 12 ÷ 13 30
Tempo necessario per raggiungere la resistenza a co mpressione di 3.5 N/mm2 al variare di a/c e della T per calcestruzzi confez ionati con
cemento CE II/A-LL 42.5R con e senza acceleranti di indurimento
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TEMPERATURA ESTERNA 10°C
t < 10 ore → Rc ≥ 3.5 N/mm 2
TEMPERATURA ≈ 10° C
CALCESTRUZZO con:1. a/c = 0.50;2. accelerante di indurimento
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TARDA MATTINATA
EFFETTUARE IL GETTO NELLA TARDA MATTINATA si può conseguire il valore della resistenza desiderato in tarda serata, prima che la temperatura si abbassi al di sotto di 0 °C.
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a/cAccelerante di indurimento
(p.7 / UNI-EN 934/2)
t (ore) per raggiungere
Rc ≈ 3.5 N/mm2
T = 5°C
t (ore) per raggiungere
Rc ≈ 3.5 N/mm2
T = 10°C
Rck(T=20°
C)
0.40 - 20 ÷ 22 9 ÷ 10 500.40 1.5% massa del cemento 10 ÷ 12 4 ÷ 5 500.50 - 28 ÷ 30 14 ÷ 15 400.50 1.5% massa del cemento 16 ÷ 18 8 ÷ 9 400.60 - 44 ÷ 46 20 ÷ 21 300.60 1.5% massa del cemento 24 ÷ 26 12 ÷ 13 30
Tempo necessario per raggiungere la resistenza a co mpressione di 3.5 N/mm2 al variare di a/c e della T per calcestruzzi confez ionati con
cemento CE II/A-LL 42.5R con e senza acceleranti di indurimento
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ECONOMICITÁ
Soluzione molto più costosa -per la maggiore resistenza caratteristica (C40/50)
t < 10 ore → Rc ≥ 3.5 N/mm 2
TEMPERATURA ≈ 10° C
CALCESTRUZZO con:1. a/c = 0.40;
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TEMPERATURA ESTERNA 5°C
l’impiego di un rapporto a/c molto basso (0.40) unitamente all’accelerante di indurimento richiede all’incirca 12 ore per conseguire una resistenza di 3.5 N/mm 2.
TEMPERATURA ≈ 5° C
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a/cAccelerante di indurimento
(p.7 / UNI-EN 934/2)
t (ore) per raggiungere
Rc ≈ 3.5 N/mm2
T = 5°C
t (ore) per raggiungere
Rc ≈ 3.5 N/mm2
T = 10°C
Rck(T=20°
C)
0.40 - 20 ÷ 22 9 ÷ 10 500.40 1.5% massa del cemento 10 ÷ 12 4 ÷ 5 500.50 - 28 ÷ 30 14 ÷ 15 400.50 1.5% massa del cemento 16 ÷ 18 8 ÷ 9 400.60 - 44 ÷ 46 20 ÷ 21 300.60 1.5% massa del cemento 24 ÷ 26 12 ÷ 13 30
Tempo necessario per raggiungere la resistenza a co mpressione di 3.5 N/mm2 al variare di a/c e della T per calcestruzzi confez ionati con
cemento CE II/A-LL 42.5R con e senza acceleranti di indurimento
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RISCHIO DI GELATA
Il TEMPO che intercorre tra il getto del calcestruzzo (che non può avvenire nelle prime ore del mattino in qua nto la temperatura potrebbe risultare inferiore a 0 °C) e la
possibile gelata NON È SUFFICIENTE PER CONSEGUIRE IL VALORE MINIMO DELLA RESISTENZA
a compressione necessario per evitare il degrado de l conglomerato.
TEMPERATURA ≈ 5° C DURANTE IL GIORNO
la gelata può sopraggiungere nelle prime ore della sera
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CALORE GENERATO E DISSIPATO
1. Garantire che la temperatura del calcestruzzo all’interno del cassero subito dopo la posa in opera risulti di almeno 10 °C;
2. Ridurre la dissipazione del calore prodotto dall ’idratazione del cemento verso l’ambiente esterno;
UTILIZZO DI CASSERI TERMO-ISOLANTI E COPRENDO LE SUPERFICI NON
CASSERATE CON MATERASSINI DI POLISTIROLO O DI POLISTIRENE ESTRUSO
SOLUZIONE
L. Coppola – Concretum – Gli effetti della temperatura sulle proprietà del calcestruzzo
INDIPENDEZA DALLE CONDIZIONI AMBIENTALI
Il calcestruzzo all ’interno del cassero, maturando alla temperatura di 10 °C, non è interessato dal congelamento dell ’acqua e gli elementi strutturali possono essere scasserati e disarmati in tempi relativamente brevi (3 ÷7 giorni).
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GELO DURANTE L’ESECUZIONE E IN SERVIZIO
A conclusione è opportuno evidenziare come gli accorgimenti da adottare per i getti eseguiti in periodi dell ’anno con alto rischio che la temperatura si abbassi al di sotto di 0°C sono completamente diversi da quelli necessari per rendere la struttura resistente ai cicli alternati di gelo -disgelo quando l’opera, ormai ultimata (indipendentemente dal periodo in cui è stata realizzata), è già in servizio.
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CICLI DI GELO/DISGELO
IN SERVIZIO DURANTE L’ESECUZIONE DEI GETTI
PROVVEDIMENTI:
-BASSO a/c-ADDITIVI AERANTI-AGGREGATI NON GELIVI-SMALTIMENTO ACQUE
PROVVEDIMENTI:
-BASSO a/c-CEMENTI A RAPIDO INDURIMENTO-ADDITIVI ACCELERANTI-RISCALDAMENTO INGREDIENTI-ISOLAMENTO TERMICO DEI GETTI