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La fe de di Abramo

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La fe de di Abramo

                                   

Nelle successive diapositive seguirò abbondantemente delle idee che si trovano nel libro di Fernando Ocáriz – Arturo Blanco, Rivelazione, Fede e credibilità, Ed. Pontificia Università della Santa Croce, Roma 2001.

La salvezza consiste nel riacquistare la comunione

con Dio

       

L’uomo col peccato originale spezzò l’unione con Dio.

   

Dio ha voluto salvare l’uomo ridandogliela di nuovo.

   

La Rivelazione ha la finalità d’invitare gli uomini e ammetterli alla comunione con Dio (cfr. Concilio Vaticano II, Costituzione Dogmatica Dei Verbum, n. 2).

   

Per questa finalità, la Rivelazione è stata fatta nella Storia della Salvezza, il che sta ad indicare che Storia della Rivelazione ed Storia della Salvezza coincidono.

Dopo la promessa di un Salvatore fatta ai nostri progenitori, Dio stabilisce una relazione, un’Alleanza o Testamento (un tipo di relazione comune tra gli uomini) con Noè dopo il diluvio e soprattutto con Abramo.

L’Alleanza voluta da Dio era un rapporto di unione con gli uomini.

     

Questo rapporto di unione con gli uomini non diminuiva

la trascendenza divina, la distinzione

tra Dio e l’uomo.      

L’Alleanza era un rapporto di amore che venne paragonata nell’Antico Testamento alla filiazione (Israele è adottato come figlio di Dio: cfr. Es 4, 22; Os 11, 1), oppure all’unione matrimoniale (cfr. Is 54, 5-8; Ez 16).

qqAlleanza o Testamento qquna relazione personale - Vocazione di Abram qqè obbedienza - lasciare Ur dei Caldei qqtrasforma chi crede – Faraone dell’Egitto qquna nuova dimensione – Separazione da Lot qqmi dice perché esisto – Nuove rivelazioni qqdono di Dio all’uomo – Melchisedek qqimita e partecipa – Dio conferma l’Alleanza qqchiamato a collaborare – Ismaele. Santità, Circonc. qqquel che Dio conosce – visita di 3 uomini qqconoscersi pienamente – Sara non ci crede qqso che Dio è Padre – intercessione per Sodoma qqnon risparmia fatiche – cacciata di Agar e Ismaele qqrisposta fiduciosa – sacrificio di Isacco qqMosè e la Legge qqIn Cristo un’Alleanza definitiva

     

La fede di Abramo          

Abramo era un pastore che viveva nella città di Ur con la propria famiglia di cui sua moglie era la sorellastra Sara.

Il politeismo in cui dilagava

l’umanità aveva anche

pervaso gli Antenati di

Abramo (Gs 24, 2).

 

Abramo e Sara non erano riusciti ad avere figli.

Un giorno Dio parlò ad Abramo (Genesi 12) ordinandogli di lasciare la sua terra e di dirigersi nel paese che Lui gli avrebbe indicato.  

Dio lo chiama per una missione concreta: fare di lui un grande popolo e perché in lui fossero benedette tutte le nazioni della terra.  

Abramo obbedì: radunò la carovana delle sue greggi e i suoi servi e partì con sua moglie e suo nipote Lot.

                                         

fede è quindi la personale e libe dell’uomo all’offerta che Dio gli fa

Una lezione che viene da questi fatti è che la fede è una relazione personale perché Dio è una realtà viva, personale.

                                           

L’atto di ra risposta nella Rivelazione.

Questo aiuta a comprendere la difficoltà delle scienze matematiche, fisico-chimiche, geologiche, biologiche, ecc., quando vogliono condurre a un sapere su Dio; infatti, possono dire molte cose sugli essere inanimati, ma nulla su come sono le persone.

   

E’ vero che l’intelligenza umana può giungere fino alla Causa prima e all’Essere necessario e provvidente attraverso le cose inanimate, seguendo un processo razionale; ma bisogna osservare che l’evidenza puramente concettuale della filosofia o quella empirica della scienza non sono misure adeguate alla verità divina, che si riferisce alla Trinità ed ha un carattere intrinsecamente personale.

Perciò, il cammino di per sé più adatto per arrivare al Creatore è la conoscenza dell’uomo, imago Dei, essere personale.

     

Proprio per questo carattere di relazione personale della fede, sebbene a Dio vi possiamo giungere per molte vie, quelle che propriamente conducono a Dio sono gli incontri più svariati e dall’inattesa efficacia significativa che si compiono per mezzo di realtà spesso piccole e apparentemente insignificanti per alcuni, ma efficacissime per altri, come suole avvenire nella conoscenza delle persone.

La fede è conoscenza, ma non una conoscenza puramente intellettuale, speculativa e teorica, ma una conoscenza sempre affettiva ed innamorata propria di un intelligenza devota ed amante perché è l’aspetto intellettuale di una relazione di Alleanza.

       

 

 

E’ il sapere che nasce di una relazione di amicizia che si traduce in obbedienza, fedeltà e molte altre opere di donazione di sé.

     

Quando invece (accettando l’epistemologia kantiana) si concepisce la fede come un sentimento, o un senso di fiducia di tipo

esclusivamente pratico o morale, immediatamente emergono degli aspetti conflittuali.

La lettera agli Ebrei insiste particolarmente sulla risposta libera e obbediente di Abramo: “Per la fede, Abramo, chiamato da Dio, obbedì partendo per un luogo che doveva ricevere in eredità, e partì senza sapere dove andava” (Eb

11, 8).    

La libertà si manifesta già

nel ascolto.    

Abramo rimase sempre libero di accogliere

o meno tale parola.

In questo atto di obbedienza che è l’atto di fede, si manifesta in modo particolarmente chiaro che l’obbedienza a Dio non è contraria alla libertà, bensì l’atto di maggiore libertà, poiché “la libertà acquista il suo autentico significato quando viene esercitata al servizio della verità che redime, quando è spesa alla ricerca dell’Amore infinito di Dio, che ci scioglie di ogni schiavitù.” (San Josemaría Escrivá, Amici di Dio, 27)

   

L’atto di fede è l’esercizio radicale e fondamentale della libertà verso la verità che salva: la verità dell’infinito amore di Dio per ognuno di noi.

   

Tuttavia, mentre l’offerta della fede da parte di Dio è gratuita e non dovuta, la libera risposta dell’uomo a Dio è dovuta: l’atto di fede è un atto di obbedienza.

Quello che abbiamo visto in Abramo si può ritrovare anche nella vita di San Josemaría.

   

A 15 o 16 anni vide la chiamata di Dio, che si servì delle orme dei piedi nudi sulla neve lasciate da un carmelitano scalzo.

   

Vide che Dio gli chiedeva qualcosa di grande e che fosse Amore, ma non che cosa voleva in concreto.

   

Nonostante non lo conoscesse decise di diventare sacerdote, cambiando i suoi progetti.

   

Trascorsero 10 anni di preghiera e mortificazione insistente prima di sapere in concreto che Dio voleva che lui fondasse l’Opus Dei.

qqAlleanza o Testamento qquna relazione personale - vocazione di Abram qqè obbedienza - lasciare Ur dei Caldei

qqtrasforma chi crede – faraone dell’Egitto qquna nuova dimensione – separazione da Lot qqmi dice perché esisto – nuove rivelazioni qqdono di Dio all’uomo – Melchisedek qqimita e partecipa – Dio conferma l’Alleanza qqchiamato a collaborare – Ismaele; santità; circonc.

qqquel che Dio conosce – visita di 3 uomini qqconoscersi pienamente – Sara non ci crede qqso che Dio è Padre – intercessione per Sodoma qqnon risparmia fatiche – cacciata di Agar e Ismaele qqrisposta fiduciosa – sacrificio di Isacco qqMosè e la Legge qqin Cristo un’Alleanza definitiva

                                                         

A Betel Dio gli fece la promessa c

Quando Abramo arrivò nel paese di Canaan o Terra d'Israele innalza diversi altari a Dio (Genesi 12, 7-9).

                                                             

he quella terra sarebbe appartenuta alla sua discendenza.

È curioso notare come Abramo fece qualcosa che per un personaggio biblico può sembrare strana: a causa di una carestia, il patriarca fu costretto a recarsi in Egitto.

   

Temendo di essere ucciso e derubato dei suoi beni e di sua moglie dagli egiziani, fece credere alla corte del Faraone che si trattasse non della propria moglie ma di una sorella (Genesi 12, 14-20).

   

Il Faraone, per riguardo a Sara (che la Bibbia descrive come una donna di grande bellezza) fece trattare con ogni onore Abramo, invece di ucciderlo per sottrargli la moglie. Quando il fatto fu scoperto, il Faraone fece allontanare Abramo dall'Egitto.

Abramo tornò nel Neghev dall'Egitto (Genesi 13), dove si separò dal nipote Lot, poiché le rispettive mandrie non avevano abbastanza spazio.

   

Lot si trasferì nelle vicinanze della città di Sodoma.

         

Longanimità di Abramo che lascia che suo nipote Lot prenda la terra migliore

                           

a distinguere ciò che è imp

Con la fede il credente raggiunge una nuova dimensione, vede il mondo e la storia, le persone e se stesso con un’altra prospettiva, scopre le relazioni trascendenti che lo legano agli altri, il senso del dolore e della morte e, prima ancora, il senso e i valore della sua vita e del suo lavoro.

                                     

Impara ortante da ciò che non ha rilievo,

ciò che è passeggero da ciò che ha valore eterno.

                                   

7 volte Dio ripete la sua

Nello stesso luogo dove tempo prima Dio gli parlò, Abramo ebbe una nuova rivelazione da Dio: in lui sarebbero state benedette tutte le genti (cosa che trova il suo compimento nella futura nascita del Messia dai suoi stessi discendenti), gli avrebbe concesso una discendenza numerosa come le stelle del cielo e i granelli di sabbia del mare.

                                       

Per ben promessa.

Con la fede l’uomo sa perché è su questa terra, qual è il senso del suo pellegrinaggio quaggiù.

                                               

Un interpretazione profonda e sapienziale della realtà, che intenda identificare il ruolo di ogni cosa e le assegni un posto nell’insieme della vita e del mondo, è sempre in qualche modo un discorso di fede, in quanto sfugge all’evidenza immediata.

                                                 

uscì a sconfiggere in battaglia i n

Nella Bibbia è citata una campagna militare alla quale Abramo prese parte per salvare Lot, che era stato preso come prigioniero dai nemici di Sodoma e Gomorra.

                                                     

Abramo ri emici di Sodoma e recuperare il nipote.

La conoscenza solida dell’Onnipotenza e Fedeltà divine portò Abramo ad essere a sua volta fedele ed a permettere all’Onnipotenza di Dio di manifestarsi nella sua vita.

     

Si può affermare che per mezzo della sua fede egli abbia imitato e partecipato in qualche modo della Fedeltà e Onnipotenza divine.

     

Invece l’uomo senza fede è instabile, non ha peso, è vuoto, passa senza lasciare traccia; è come gli idoli che adora, vanità, apparenza, inganno.

In questa occasione appare la figura di Melchisedek, il primo sacerdote di Dio, re di Salem (Gerusalemme), che benedice Abramo al suo ritorno.

                                               

Molti padri della chiesa vedono in Melchisedek, che offre a Dio il pane e il vino, un presagio dell'Eucarestia istituita da Gesù.

La proposta della parola rivelata è accompagnata da qualcosa che sollecita dall’esterno, come

vv la constatazione dei miracoli o vv l’esortazione di chi induce alla fede, ecc.

         

Ma queste sono cause insufficienti, poiché tra i testimoni di uno stesso miracolo e tra gli ascoltatori di una stessa predicazione, alcuni credono e altri no.

Perciò bisogna

ammettere una

seconda causa che è interiore, e muove

interiormente l’uomo ad accettare le cose di

fede.

Secondo i pelagiani tale causa interiore è soltanto il libero arbitrio; e per questo affermavano che l’inizio della fede dipende da noi, in quanto siamo noi a predisporci ad assentire alle cose di fede; mentre il compimento dipenderebbe da Dio, il quale ci presenta la verità da credere.

 

Ma questo è falso perché è necessario che ci sia in lui un principio soprannaturale che lo muova interiormente quando si tratta di

• credere a verità di fede soprannaturale in cui l’uomo è elevato al di sopra della propria natura; • o davanti alle miserie di chi fa da strumento di Dio; • o quando trova difficoltà insormontabili umanamente parlando per fare la volontà di Dio…

Nel Nuovo Testamento troviamo molti passi che parlano della fede come dono di Dio all’uomo, per es. :

 

In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. (Mt 11, 25)  

Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: E tutti saranno istruiti da Dio. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene

                               

la volontà muova l’intel

Sebbene l’uomo abbia ricevuto il dono interiore (illuminazione), tuttavia questa non si impone all’intelletto necessariamente per via di evidenza.

 

Perciò l’atto di fede è un atto volontario, un atto libero.

                             

Ma perché letto all’assenso di verità che sono al di sopra della ragione, è anche necessario che la volontà sia aiutata da una mozione divina.

Perché è necessario che la volontà sia aiutata da una mozione divina?  

Perché l’uomo nell’aderire alle cose di fede lo fa con l’intera persona cioè con un atteggiamento globale di adesione non soltanto al contenuto che viene trasmesso, ma allo stesso Dio.  

L’atto di fede è un incontro personale tra l’uomo e Dio, incontro che proviene ed è fatto possibile dalla gratuita iniziativa divina.  

Questo incontro, realizzato nella fede, sollecita l’uomo ad un’opzione totale, che impegna tutta la sua vita, non soltanto intellettuale ma anche affettiva ed effettiva, poiché la fede è innanzitutto fede nell’amore di Dio per l’uomo.

                 

 

           

Questo dono di Dio che è la fede, manca in quelle spiritualità in cui è l’uomo che redime se stesso (per es. New Age).

Tutte le religioni hanno in comune la liberazione della persona umana ma le vie sono completamente opposte.

 

Nelle religioni monoteiste, il movimento principale è da Dio all’uomo; in quelle orientali, dall’uomo verso l’Assoluto.

 

Nelle prime Dio cerca e salva l’uomo; nell’altro è l’uomo che cerca la salvezza con il proprio sforzo.

La differenza si vede nel modo di concepire i rapporti tra grazia e natura, soprannaturale e naturale.

 

Sottolineiamo che i due ordini sono

distinti ma bisogna ricordare che

nemmeno vanno    

separati perché esiste uno stretto rapporto nel disegno divino.

   

Invece nelle religiosità orientali o realtà stile New Age vedono Gesù Cristo come un’evoluzione giunta a perfezione.

   

Questo comporta:  

ØØ il deprezzamento della teologia della Croce, e a sua volta ØØ la svalutazione della gravità del peccato ØØ della necessità della redenzione, ØØ il soprannaturale viene trasformato in una funzione della natura.

                                               

H.U. von Balthasar, Teologia della

storia, Vienna 1956, citato da Fernando

Ocáriz – Arturo Blanco,

Rivelazione, Fede e credibilità, p. 261.

Ed. Pontificia Università della

Santa Croce, Roma 2001

                                                             

Si può vedere filmato allegato, spezzone di un film molto noto, per confrontarlo con quello visto nella precedente lezione (Siddharta) e capire come tutto questo non sono soltanto idee per intellettuali ma viene veicolato in diversi modi ed entra nelle case.

A cosa non può crederci?

                           

Non a Dio, ma alla forza!

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riesci a contarle»; In una nuova visione

   

Abramo: “«a me non hai dato discendenza e un mio domestico sarà mio erede»

Il Signore: «Non sarà costui il tuo erede, ma uno nato da te sarà il tuo erede».

     

Poi lo condusse fuori e gli disse: «Guarda in cielo e conta le stelle, se e soggiunse: «Tale sarà la tua discendenza». Egli credette al Signore, che glielo accreditò come

Ha luogo anche il sacrificio che avviene secondo lo stile dei vecchi riti di alleanza in cui il forno fumante e la fiaccola ardente, passando in mezzo algi animali divisi, rappresentano il passo di Dio che accetta l’offerta.

 

Questa modalità è attestata nelle testimonianze della città di Mari: si divideva l’animale in due parti ed i contraenti passavano in mezzo alle parti squartate, pronunziando su di loro una maledizione nel caso non fosse stato adempiuto il patto stabilito

     

Sara era sterile ed avanti negli anni, quindi Abram ritenne opportuno avere un figlio con la propria schiava egiziana Agar, che chiamò Ismaele.

   

Conviene chiarire che il potere trasformante della fede non ottiene

davvero il suo effetto se l’uomo non realizza

le opere che da essa promanano e che non

è mai un’acquisizione statica, fissata una volta per sempre e priva di sviluppi.

   

Credere è sempre l’inizio e lo sviluppo di una relazione intima e assolutamente radicale con Dio che vuol essere il fondamento dell’intero modo di

essere del credente, del suo modo di vivere, di pensare, di amare, di stare sulla terra.

   

Ma Dio apparirà nuovamente ad Abramo tredici anni più tardi, confermando che Sara gli avrebbe dato un figlio legittimo nonostante l'età avanzata, e cambiò (Gen17,5) il nome da ָםְרַבא ("Abram") in ָםָהְרַבא ("Abramo") e quello di sua moglie (Gen17,15) Sarai in Sara.

                           

l precetto della circon

In questa occasione Dio si rivela come l’ONNIPOTENTE, che diventerà un nome proprio di Dio.

                             

Dettò anche i cisione, come segno di appartenenza al popolo di Israele.

 

L’esigenza fondamentale richiesta ad Abramo è di camminare davanti a Dio (alla presenza di Dio) e di essere integro (perfetto).

Vi è una differenza tra l’alleanza con Abramo e quella fatta precedentemente con Noè, in questa l’arcobaleno è un segno che dipende solo da Dio, nella relazione con Abramo -come sarà dopo con Mosè- l’uomo è chiamato a collaborare liberamente al disegno divino perché i piani si possano effettivamente realizzare.

     

In seguito, un giorno, Abramo vide davanti alla sua tenda tre uomini e li invitò a riposarsi.

                                           

Diede loro dell'acqua per lavarsi i piedi e Sara preparò delle focacce e del vitello da mangiare.

   

I padri della chiesa vedono in questi tre viandanti una rivelazione della Santissima Trinità.

Per la fede soprannaturale l’uomo conosce quel che Dio, e Lui solo, conosce, e così come Dio conosce.

   

La conoscenza di fede soprannaturale appartiene al genere di conoscenze che si collegano alla sapienza, vocabolo che in latino indicava il carattere gustoso del sapere (sapientia est quasi sapida scientia).

 

     

                             

anti risposero dicend

Essi si riposarono e mangiarono.    

Al momento di andare via, assicurarono che Sara, l'anno successivo, avrebbe avuto un figlio.

   

Sara, all'udire queste parole si mise a ridere, perché era troppo vecchia per avere un bambino.

                                 

Allora i viand o che niente è impossibile a Dio.

                                                           

Questo si accompagna dal

L’intima essenza di questa relazione personale con Dio si trova nel sapere che Dio è Onnipotente e Fedele all’Alleanza.

 

 

non sapere pienamente come sono io.

La fede è necessaria per arrivare a conoscere pienamente la persona, perché la persona nasconde aspetti che rimangono sempre aldilà della nostra osservazione sensibile e della nostra esperienza di essa.

 

                         

Il mio io è sempre una realtà da scoprire per l’altro che non sono io; e il tu che mi trovo davanti volta per volta è sempre per me una sfida che non si esaurisce.

Niente di più offensivo per il soggetto umano che sentirsi dire: “Ti conosco perfettamente”.  

E’ offensivo perché ognuno è consapevole di non essere conosciuto perfettamente da nessuno, di non riuscire a cogliersi pienamente neanche da sé.  

“Conosce te stesso”, ripetevano gli antichi; e lo ripetevano perché era sempre un compito per ogni uomo.  

Dunque solo mediante la fede si può arrivare a conoscere l’intimità della persona, la sua realtà ultima

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qqso che Dio è Padre – intercessione per Sodoma qqnon risparmia fatiche – cacciata di Agar e Ismaele qqrisposta fiduciosa – sacrificio di Isacco qqMosè e la Legge qqIn Cristo un’Alleanza definitiva

Sul punto di andarsene, i viandanti rivelarono ad Abraham la volontà di Dio di distruggere Sodoma e Gomorra.

                                 

Abraham intercede allora per i giusti che sarebbero morti insieme agli empi, e ottiene da Dio la promessa che se anche ci fosse stato un solo giusto in tutta Sodoma e Gomorra, egli si sarebbe salvato (Genesi 18-19).

La fede soprannaturale, come capita nelle altre relazioni, trasforma chi crede.

   

Così come umanamente le relazioni con gli altri si ripercuotono sulla propria vita (può portare a fare un affare insieme, ad affrontare il rischio di un viaggio, a condividere la vita mettendo su famiglia, ecc.), …anche la relazione soprannaturale della fede cambia la persona umana addirittura producendo un cambio nella costituzione ontologica, una radicale trasformazione: “Tutti voi siete figli di Dio per la fede in Cristo Gesù” (Gal 3, 26).

Con la fede scopre che Dio è Padre; non un essere lontano e irascibile, che aspetta

l’occasione per giudicare implacabilmente, ma un Essere vicino all’uomo, tenero e misericordioso

verso le sue creature (cfr. Prv 8, 31),

a cui nulla sfugge di quanto

succede e che tutto dispone per il bene di coloro che lo amano (cfr. Rm 8, 12-39).

Si comprende, dunque, che la relazione di fede con Dio non è solo personale ma anche personalizzante.

   

Detto con altre parole il suo essere persona cresce o diminuisce nella misura in cui cresce o diminuisce la sua relazionalità.

   

Anzi, la qualità della persona dipende dalla qualità delle sue relazioni con le altre persone.

Se c’è sostanza e peso nella vita di una persona è dovuto alla sua relazione con Dio, ad averlo ascoltato e avere cercato di fare la Sua Volontà…

L'anno dopo, a primavera, Sara ebbe un figlio e lo chiamò Isacco, cioè «sorriso di Dio» (Genesi 21).

   

In seguito alla nascita di Isacco scoppiò una violenta gelosia tra Sara e Agar al punto che Abramo decise di allontanare nel deserto Agar e suo figlio Ismaele dando loro un pane ed un otre d'acqua (Genesi 16).

La fede teologale non risparmia all’uomo il dolore e le

fatiche di questa vita… non lo libera dalle infermità… né lo salva dalla morte biologica,

   

eppure cancella della sua vita l’angoscia proveniente dalla mancanza di senso della propria esistenza e dall’incomprensione del senso del dolore e della morte.

Quando Isacco era già un ragazzo, Dio mise alla prova Abramo: gli disse di andare sul monte Moria e di sacrificare il suo unico figlio (Genesi 22).

   

 

Abramo accettò. Mentre legava Isacco per il sacrificio, però, apparve un angelo che disse ad Abramo di non far niente a suo figlio e che Dio aveva apprezzato la sua ubbidienza, benedicendolo "con ogni benedizione".

La fede è una alleanza, relazione o risposta fiduciosa.

Spera un figlio contro ogni logica umana.

Si accinge a sacrificarlo senza sapere come poi si realizzerà la promessa divina di dargli una discendenza numerosa.

L’acquisto del campo di Efron l’hittita per sé e per i suoi discendenti, per seppellire Sara, è la prima realizzazione della promessa della terra (Genesi 23).

                                       

Abramo venne seppellito vicino a sua moglie Sara nel campo di Macpela, vicino a Hebron, nel paese di Canaan, che egli stesso comprò dagli Ittiti come terreno sepolcrale molti anni prima.

La fede è una relazione fedele perché è stabile e perseverante nella decisione

di seguire le indicazioni divine.                                                      

Abramo rimane in una terra dove non c’era una città che egli potesse dire sua;

dove non aveva neppure una fissa dimora.

San Josemaría, come Abramo, nonostante abbia pregato e si sia mortificato molto per ottenere la configurazione giuridica adatta all’Opus Dei che rispecchiasse la sua fisionomia…

   

e si prodigò perché questa forma che prima non esisteva -la Prelatura Personale- venisse creata e regolata da un Concilio Ecumenico (più tardi fu promulgato un nuovo Codice di Diritto Canonico) …

   

su questa terra non arrivò a vedere l’Opus Dei eretto in Prelatura Personale.

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