Lezione 11 Caso industrie di rete Corso Politica economica europea Prof.ssa Sandrine Labory.

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Lezione 11Caso industrie di rete

Corso Politica economica europea

Prof.ssa Sandrine Labory

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Introduzione

Dalla metà degli anni 1980, l’UE ha introdotto progressivamente i principi del mercato unico e della concorrenza alle industrie di rete.

Queste industrie sono particolari, perché caratterizzate dalla presenza di un monopolio naturale: la rete o infrastruttura essenziale.

Esempi:Elettricità: rete = linee ad alta tensioneGas: rete = gasdottiAcqua: rete = sistema di distribuzione (canalizzazioni)Ferrovie: rete = ferroviaTelecomunicazioni: onde hertziane

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La rete è un monopolio naturale perché il costo fisso della sua costruzione è enorme. Allora i costi medi e marginali sono decrescenti per tutta la gamma dei suoi livelli produttivi, ed è più efficiente che una sola impresa serva il mercato.

Queste industrie di rete sono importanti nell’economia perché non solo contribuiscono direttamente al PIL con la loro produzione ma anche indirettamente perché gli altri produttori le usano per la loro produzione.

Hanno conosciuto una riforma della regolamentazione che spesso è chiamata “liberalizzazione”, un termine abusivo: infatti, anche se la concorrenza è introdotta in queste industrie, la regolamentazione rimane, come vedremo.

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Storicamente e fino alla riforma della regolamentazione queste industrie erano gestite, nella maggior parte dei paesi del mondo, da un monopolio a proprietà pubblica:

Esempi in Italia:Elettricità: ENELGas: ENITelecomunicazioni: Telecom ItaliaFerrovie: Ferrovie dello StatoAcqua: generalmente monopoli comunaliDue caratteristiche della regolamentazione tradizionale:- Fissazione del prezzo da parte del governo- Monopolio incaricato di fornire servizi pubblici: accesso al

bene o servizio a tutti e a prezzo ragionevole; sicurezza di fornitura; per il telefono, elenco telefonico gratuito e numeri d’emergenza gratuiti; francobollo a stesso prezzo qualsiasi sia la distanza, ecc.

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I. Industrie di rete e TrattatiLe imprese delle industrie di rete erano generalmente

di proprietà pubblica nei paesi UE prima degli anni 1980.

Nessun coordinamento delle politiche riguardo a queste industrie era previsto.

L’articolo 90 del TR (art 86 ora) dice: “le imprese pubbliche sono imprese alle quali gli Stati Membri accordano dei diritti speciali od esclusivi”

Il Trattato dell’UE è neutro sulla proprietà pubblica; un’impresa può rimanere pubblica, l’unica cosa è che non deve essere favorita dallo Stato a scapito di altre imprese.

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Secondo il Trattato, è possibile accordare diritti esclusivi se essi permettono di raggiungere degli “obiettivi nazionali legittimi” (sicurezza, stabilità sociale, ecc.)

Quindi gli Stati Membri hanno continuato ad avere delle imprese pubbliche che usavano per vari scopi: politica sociale, energetica, ecc.

La situazione cambia dagli anni 1980:1) Alcuni paesi privatizzano le imprese pubbliche

(esempio, Regno Unito dal 1984)2) Esperienze di riforma della regolamentazione di

queste industrie in vari paesi (USA, UK)3) La Commissione Europea comincia ad applicare

più rigorosamente le leggi antitrust, anche in casi in cui le imprese pubbliche sono coinvolte.

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II. La riforma della regolamentazione delle industrie di reteDagli anni 1970 in poi si sviluppa la letteratura sull’economia

dell’informazione, con modelli che mostrano l’orientamento che si può dare agli incentivi e quindi le azioni degli agenti pubblici agendo sulle loro ricompense. Questo viene applicato in particolare alla definizione della tariffa ottimale dei monopoli naturali.

Si sviluppa anche di seguito una letteratura che mostra la possibile apertura delle industrie di rete alla concorrenza (in particolare, economista Littlechild in UK).

Inoltre molti politici a tendenza liberale sono eletti e favoriscono queste idee di apertura alla concorrenza (Reagan, Thatcher in particolare)

La riforma della regolamentazione prende corpo e viene applicata

Che cos’è questa riforma della regolamentazione?

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1. Regolamentazione del monopolio naturale

Il monopolio naturale è una situazione in cui il costo minimo del bene è ottenuto quando solo un’impresa realizza la totalità della produzione.

Quindi si raccomanda il monopolio e non la concorrenza.

E’ il caso quando esistono rendimenti di scala crescenti: allora la fissazione del prezzo al costo marginale conduce a dei profitti negativi per il produttore

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Costo: C(Q) = F + Cm. Q

Cm = costo marginale, supposto costante e sempre inferiore al costo medio CM (perché CM = C(Q) / Q = F / Q + Cm, quindi Cm < CM quando F > 0)

F rettangolo ABCD

Se P = Cm:

Q = Q* allora П = Cm . Q* - F – Cm . Q* < 0: perdita

P, C

C

ED

CmCMD

A

Qo Q*QO

B

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Quindi

П 0 solo quando P CM

P = CM quando Q = Qo allora surplus produttore aumenta ma surplus consumatore Se l’impresa è un monopolio, fisserà un prezzo superiore a CM: la quantità totale offerta , e tutta la domanda on viene servita

Siccome tale situazione avviene nelle industrie di rete (telefono, energia, …) dove lo Stato vuole assicurare l’accesso al bene o servizio a tutti, esso interviene per l’offerta

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Lo Stato interviene anche per assicurare prezzi ragionevoli per i consumatori: determina la tariffa.

Tariffa ottimale?1.Tariffa pari al costo marginaleAllora il prezzo è basso ma lo Stato deve sussidiare il debito del

monopolio2. Tariffa che rispetta il vincolo finanziarioEsempio: tariffa di Ramsey – Boiteux per monopoli multi-

prodottiOgni categoria di consumatore paga un prezzo diverso, che è

inversamente proporzionale all’elasticità-prezzo della domanda

Problema: difficile avere informazioni esatte sui costi dell’impresa (asimmetria informazioni) => l’impresa può nascondere informazioni per rendere la tariffa fissata più favorevole

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2. Altri soluzioni di regolamentazioneI monopoli naturali delle industrie di rete realizzano diverse attività e non tutte hanno dei rendimenti crescenti.

Quindi si può distinguere:Ci sono casi in cui la perdita netta di benessere sociale (triangolo BCE nel grafico precedente) non è così grande (domanda più piatta; differenza tra Cm e CM non troppo elevata)

Allora ci si può chiedere se la concorrenza non è possibile nel mercato. In quale forma?

- Concorrenza per il mercato e non concorrenza nel mercato (sistema di offerta pubblica per attribuire il diritto di monopolio)

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- Mercato contendibile: Spesso a monte e a valle del monopolio naturale le attività sono potenzialmente concorrenziali (esempio: produzione elettricità; fornitura servizi viaggiatori nelle ferrovie);

Problema: se si lascia entrare nuovi concorrenti è che andranno sui segmenti più rimunerativi (servizio viaggiatori solo sui tratti più richiesti, tra grandi città e non tra villaggi rurali): il monopolio storico non può più usare i guadagni nei segmenti più rimunerativi per sussidiare i segmenti meno rimunerativi

=> non tutti i consumatori saranno serviti (e.g. ferrovie: tratti in mezzo a campagna saranno chiusi; elettricità: case in mezzo a montagna dov’è costoso far arrivare l’elettricità non saranno servite)

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Come si realizza allora l’apertura alla concorrenza?Obiettivo: aumentare l’efficienza (ridurre il prezzo) e la

qualità del monopolio.Industrie: le infrastrutture rimangono in monopolio, ma le

attività a monte e a valle sono aperte alla concorrenza.Due modi:1. Contribuire attivamente all’entrata di nuovi concorrenti:

allora il monopolio storico deve essere smantellato.2. Togliere gli ostacoli giuridici all’entrata e lasciare il

mercato fare: se alcune imprese giudicano interessante entrare nel mercato, entreranno. In generale non si chiede lo smantellamento dell’operatore storico, solo l’ unbundling, cioè la separazione contabile delle attività nelle varie fasi (però asimmetria informazioni rende difficile controllare se l’impresa non si avvantaggia a scapito dei concorrenti)

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Generalmente, visto il grande potere di mercato del monopolio storico (vantaggi dei clienti fidelizzati, esperienza nel mercato, ecc.), la soluzione 2 non ha funzionato (esempi: UK, USA): il monopolio storico deve essere smantellato e la gestione della rete operata a parte delle altre attività più concorrenziali (se no, il proprietario della rete usa il potere di mercato derivato dal controllo della rete per avvantaggiarsi a scapito dei concorrenti)

Esempi:ATT smantellata nel 1982British Gas smantellata nel 1994 dopo 10 anni di

apertura inefficace alla concorrenza in BG Plc (produzione e distribuzione di gas) e Centrica (gestione rete).

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Nel mercato aperto alla concorrenza il proprietario della rete ha un potere di mercato enorme: gli altri operatori non possono vendere se non hanno accesso alla rete.

Quindi il gestore dell’infrastruttura può facilmente abusare della sua posizione dominante: tariffe di accesso alla rete molto alte, condizioni di accesso stringenti, ecc.

La regolamentazione è necessaria per risolvere questo problema: il regolatore fissa in particolare la tariffa di accesso alla rete. Come?

La tariffa non deve essere:- Troppo alta se no nessuna impresa troverà interessante

entrare nel mercato- Troppo bassa se no il gestore della rete non ha

abbastanza profitti per mantenere la qualità e aumentare la capacità della rete

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Metodi di determinazione della tariffa di accesso:1. Metodo dei costi totalmente distribuiti:Ripartizione di tutti i costi della rete tra gli utenti.Semplice, ma il monopolio naturale non ha incentivi a

ridurre i costi perché essi sono tutti rimborsati.2. ECPR (metodo dei componenti efficaci)Tariffa = costo incrementale diretto + costo opportunitàCosto incrementale diretto = indotto

dall’interconnessione (esempio: costo di circolazione di un treno addizionale)

Costo opportunità = perdita dell’operatore storico dovuta al non servire lui stesso il cliente finale

3. Metodo di Ramsey – Boiteux in asimmetria di informazione:

Tariffa = costo marginale + margine inversamente proporzionale all’elasticità (sofisticato ma efficace)

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Separazione tra governo, monopolio e regolatore:L’apertura alla concorrenza avviene generalmente con

una riorganizzazione delle autorità pubbliche:- Separazione governo – monopolio storico:Forma la più radicale = privatizzazione (scelta in Italia)Obiettivo è evitare che il monopolio storico sia troppo

legato alle questioni politicheSpesso c’è privatizzazione ma il governo mantiene una

quota di azioni significativa nell’impresa.- Creazione di autorità di regolamentazioneEsempi: Autorità per l’Energia, Autorità delle

TelecomunicazioniRuolo: regolamentazione di un settore specificoattore importanti delle industrie di rete perché le sue

decisioni determinano l’organizzazione dell’industria, le loro scelte d’investimento

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3. Il problema dei servizi pubbliciRappresentano un insieme ampio ed eterogeneo di

servizi collettivi regolamentati dallo Stato:- Servizi amministrativi: registro dello stato civile, carte

d’identità, …- Servizi sociali: ospedali, asili nido, …- Servizi industriali e commerciali: elettricità,

televisione pubblica, fornitura acqua, ecc.Tipologia:1. Consumo facoltativo e accesso da pagare: elettricità,

telefono, trasporti collettivi in città, …2. Consumo obbligatorio e accesso gratuito: scuola,

vaccinazioni, difesa nazionale, luce delle strade, …Come sono definiti?Nella realtà ogni governo decide se un servizio deve

essere pubblico o privato.

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Il diritto pubblico definisce un certo numero di principi che guidano tale scelta.

Il più importante è la nozione d’interesse generale:Nella legge europea, un servizio collettivo può essere

considerato servizio pubblico se risponde ad un bisogno d’interesse generale.

In quel caso il servizio deve rispondere a principi di:- Continuità: non si può interrompere il servizio (e.g.

servizio minimo dei treni in caso di sciopero)- Adattabilità: al progresso tecnico (alcuni servizi

pubblici diventano irrelevanti e sono abbandonati, altri sono creati)

- Uguaglianza: non discriminazione, trattamento uguale per tutti (non significa accesso gratuito a tutti)

=> l’apertura alla concorrenza delle industrie di rete ha un impatto profondo sui servizi pubblici

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Storicamente le industrie di rete erano utilizzate per la distribuzione del reddito: tariffa elettrica uguale su tutto il territorio, francobollo uguale qualsiasi sia la distanza, ecc.

Certi servizi poco redditizi erano sussidiati da quelli redditizi sussidi incrociati

L’apertura alla concorrenza rimette in questione questo sistema, perché i nuovi concorrenti vanno sui segmenti redditizi: meno sussidi per l’impresa che serve i segmenti non redditizi e costi addizionali per quest’ultima rispetto alla concorrenza.

Esempio: nel settore delle telecomunicazioni, quale impresa accetterà di fornire l’elenco telefonico gratuito e i numeri d’emergenza gratuiti?

Due possibilità: 1. Fondo speciale al quale contribuiscono tutti i concorrenti e

che finanzia il servizi pubblici che fornisce uno di loro;2. Aumento della tariffa d’accesso=> Generalmente soluzione 1 adottata.

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III. Creare il mercato unico per le industrie di retePelkmans definisce 6 fasi per creare il mercato unico delle

industrie di rete:Fase 1: definire la natura della concorrenza

Cioè concorrenza per il mercato o nel mercatoPer il mercato: livello adeguato è nazionaleNel mercato: allora le regole dei trattati si applicano

Fase 2: introdurre la concorrenza- vari tipi di accesso alla rete- regolamentazione del monopolio naturale al quale gli operatori devono accedere per servire il mercato si fa a livello nazionale- importanza avere autorità regolatori indipendenti (dal governo e dal business)

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Fase 3: definire le obbligazioni di servizio pubblico (OSP)E’ importante definirle precisamente di modo che non ci siano distorzioni sul mercato unico

Fase 4: definire il tipo di finanziamento delle OSPCon fondo comune al quale contribuiscono tutti gli operatore del settore oppure dal sistema di imposte.

Fase 5: definire l’accesso alla retecioè tariffe e condizioni d’accesso, definite essenzialmente a livello nazionale; però commercio intra-UE impone regole anche a livello europeo

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Fase 6: definire le regole della concorrenza sul mercato unico

Regole non prezzo: tecniche, capacità, …

abolire i prezzi alla frontiera (esempio: treno deve pagare prezzo addizionale perché passa una frontiera)

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Apertura alla concorrenza delle industrie di rete europee

Settore Monop naturale

servizio Modalità accesso

data

Trasporto aereo

Aeroporti

Linee aree

Servizio di trasporto

Sist. Prenot. slot di atterraggio e decollo

1 apr 1997

Telecom Satelliti

Rete di connessione

Servizi di telecom.

Accesso ai satelliti; tariffa d’intercon-nessione

1 gen 1998

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Settore Monop naturale

servizio Modalità accesso

data

Ferrovie Stazioni; rete ferroviaria

Servizio di trasp.

dip. dalle linee, dall’ingombro e dalle priorità

15/03/03 (trasp merce internaz; 2008 trasp merce naz)

Elett Linee alto voltaggio

Fornitura elett.

accesso a rete

01/07/04 (imprese)

01/07/07 (famiglie)

Gas gasdotti Forn. gas = =

Posta Rete di distribuzione

Servizi postali

Accesso con creaz nuova rete di distrib.

Apertura proggressiva dal 1999

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Esempio: mercato unico dell’energiaGas e elettricità a livello europeoA livello europeo la preoccupazione dei mercati interni dell’energia (ma anche delle telecomunicazioni, delle ferrovie, ecc.) comincia solo negli anni 90. Infatti queste industrie caratterizzate da un monopolio naturale non erano incluse nell’approccio originale del mercato unico. Tuttavia queste industrie furono affette da alcuni provvedimenti europei, come:

- l’apertura delle gare d’appalto pubbliche;- la regolamentazione comune in materia dell’ambiente o della protezione dei consumatori;

- le reti transeuropee;- il completamento del mercato unico dei servizi.

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La liberalizzazione è quindi cominciata nell’UE, prima con i trasporti aerei, poi le telecomunicazione (apertura effettiva il 1 gennaio 1998), e poi l’energia, con le Direttive del 96 per l’elettricità e del 98 per il gas.

Per far capire le questioni sollevate da tale liberalizzazione concentriamo l’attenzione sul caso del gas naturale.

Il gas naturale Questa energia condivide alcune caratteristiche con le altre

industrie di rete (vale a dire le industrie caratterizzate dalla presenza di un’infrastruttura essenziale):

- la produzione è potenzialmente concorrenziale;- la domanda è irregolare, con picchi in alcuni stagioni;- il monopolio naturale è costituito dal sistema di trasporto,

come nell’elettricità: il trasporto si fa attraverso i gasdotti per il gas, attraverso le linee ad alta tensione per l’elettricità.

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Le differenze principali tra il gas e l’elettricità sono:- Si può serbare il gas, l’elettricità no;- Bilancia export/import: la maggior parte dei paesi europei

producono il proprio fabbisogno di elettricità, senza necessità di importare, mentre per il gas la maggior parte dei paesi dipende dalle importazioni (dalla Russia, la Norvegia e l’Algeria principalmente).

Nell’Unione Europea, i paesi esportatori di gas metano sono la Danimarca, l’Olanda, il Regno Unito e la Norvegia (quest’ultimo paese non è nell’UE ma ha rapporti speciali). Il Belgio, La Finlandia e la Svezia importano il 100% del loro consumo di gas. Tutti i paesi provano e diversificare la fornitura di gas.

Le previsioni per il futuro sono un aumento notevole della domanda di gas, perché: il gas inquina poco ed è efficiente; nuove tecnologie di generazione dell’elettricità usano il gas (ad es, la cogenerazione). Le risorse europee di gas però sono limitate, e quindi l’UE dovrà contare sempre di più da fonti esterne come quelle della Russia, l’Algeria e la Norvegia.

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Caratteristiche della normativaIl mercato europeo del gas è ora regolato dalle Direttive del

1998 e seguenti. La normativa definisce le modalità della liberalizzazione, per la trasmissione, il stoccaggio, la distribuzione e la fornitura di gas. L’apertura alla concorrenza del mercato è definita in maniera progressiva: prima ai grandi consumatori (industria) e poi agli altri.

I punti principali della normativa sono i seguenti:1. Scelta dell’accessoPer entrare nel mercato, un produttore o importatore di gas

deve avere accesso alla rete, per arrivare poi ai clienti finali. L’accesso può essere regolamentato, in cui caso le autorità definiscono le condizioni dell’accesso, incluso la tariffa; oppure negoziato, in cui caso le autorità lasciano gli operatori negoziare le condizioni di accesso. Dato il potere di mercato del proprietario dell’infrastruttura, i paesi europei hanno generalmente scelto l’accesso regolamentato, per evitare abusi di potere.

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2. Obblighi di servizio pubblicoTutte le industrie di rete sono caratterizzate dagli

obblighi di servizio pubblico: ad esempio, la possibilità di chiamare gratuitamente i numeri di urgenza (polizia, pronto soccorso) nel settore delle telecomunicazioni; l'accesso alla risorsa energetica a costo basso per tutti (elettricità, gas), in qualsiasi posto (il costo dell’elettricità per un abitante di un villaggio in montagna e per un abitante di una grande città è lo stesso, anche se il costo di fornitura è molto più alto per il villaggio in mezzo alla montagna). Questi obblighi non sono abbandonati con l’apertura alla concorrenza, e la normativa stabilisce che i paesi possono imporre tali obblighi se dimostrano che non ostacola la libera circolazione nel mercato europeo.

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3. Contratti a lungo termineIl gas metano è generalmente comprato con contratti a

lungo termine (20 - 30 anni), perché gli investimenti sono estremamente costosi (il pozzo, i gasdotti su lunga distanza) e specifici (nel senso che il gasdotto collega due luoghi e non può essere spostato se il cliente cambia), quindi la lunga durata garantisce che il gas sarà effettivamente fornito e comprato. Spesso delle clausole “prende o paga” sono anche stabilite, che impongono al cliente di comprare un volume minimo di gas anche se un anno la domanda si abbassa e non ne richiede tanto.

Alcuni studiosi sostengono che la moltiplicazione delle interconnessioni tra reti di gasdotti dei vari paesi europei e l’uso crescente della liquefazione del gas per il trasporto permetteranno di ridurre la durata dei contratti, perché le interconnessioni permettono di trasportare il gas fino a clienti alternativi se il cliente abituale richiede improvvisamente meno gas.

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4. Separazione tra operatore e governo

Le Direttive non prevedono la privatizzazione degli operatori, visto che questa scelta non è competenza europea

Non si richiede nemmeno lo smantellamento degli operatori storici che continuano ad operare in tutte le fasi della produzione: le esperienze inglesi ed americane mostrano che non si riesce ad introdurre la concorrenza senza lo smantellamento (eg. British Gas in BG Plc e Centrica)

Si richiede solo la separazione contabile (‘unbundling’), ma visto l’asimmetria di informazione tra regulator e regulatee, e poco probabile che funzioni

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5. Autorità di regolamentazioneLa Direttiva del 1998 prevede la creazione di Autorità di

regolamentazione indipendenti dai governi.Tutti i paesi ne hanno creato e la Commissione Europea è

attiva nel promuovere il loro coordinamento a livello europeo

Ora (dalle Direttive del 2003) i settori del gas e dell’elettricità sono considerati insieme (Direttiva sulla creazione del mercato unico dell’energia), perché oltre ad essere due settori energetici hanno anche vari aspetti comuni

Italia: Autorità dell’Energia regge entrambi i settori(basata a Milano)

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6. Apertura progressivaIl mercato viene aperto progressivamente:Prima ai ‘grandi clienti’ (che consumano grandi quantità di

energia: esempio, grandi imprese)Poi ai più piccoli (alle PMI, poi alle famiglie)Il mercato elettrico dovrebbe essere totalmente aperto nel

2007 (tra il 2004 e il 2007 si apre anche ai clienti civili), quello del gas nel 2010.

Dall’inizio l’apertura progressiva così definita ha indotto un grado di apertura effettiva nell’UE molto variegato: dal 100% subito in alcuni paesi scandinavi (dove i consumatori di gas sono tutti grossi clienti) al 30% in altri paesi.

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Questioni aperteVerso un mercato unico del gas?La normativa di liberalizzazione del mercato europeo del

gas lascia aperte un certo numero di questioni. In primo luogo, la normativa definisce regole molto

generali, lasciando agli Stati Membri la libertà di scegliere il quadro regolamentare più soddisfacente.

Il risultato è che il mercato europeo del gas rimane frammentato, con vari gradi di liberalizzazione nei vari paesi, dalla liberalizzazione molto avanzata in paesi come il Regno Unito a poca liberalizzazione in paesi reticenti alla liberalizzazione come la Francia.

I paesi scelgono la modalità di accesso, la fissazione di obblighi di servizio pubblico o meno, anche la privatizzazione degli operatori storici o meno.

Quindi le condizioni di mercato sono molto diverse da un paese all’altro.

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Inoltre i paesi meno aperti alla liberalizzazione hanno vari modi per frenare l’apertura, perché la normativa gli permette di limitare l’accesso all’infrastruttura essenziale in vari casi: la presenza di contratti a lungo termine, gli obblighi di servizio pubblico oppure la limitata capacità dell’infrastruttura.

In secondo luogo, la liberalizzazione pone vari problemi, come ad esempio quello del potere di negoziazione degli operatori europei di fronte ai produttori russi, norvegesi oppure algerini. Questi ultimi sono generalmente monopoli, mentre la liberalizzazione in Europa rischia di indebolire gli operatori europei (che non hanno più un potere di mercato monopolistico sul loro mercato).

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IV. ConclusioniEvidenza empirica sull’effetto della riforma della

regolamentazione delle industrie di rete:generalmente, la riforma della regolamentazione non porta

ai risultati attesi di riduzione del prezzo e aumento qualità;

- Il processo di apertura è lungo e costoso- Eccezione: settore delle telecomunicazioni

Il progresso tecnologico in questo settore ha permesso di duplicare la rete: la voce e le immagini si possono ora trasportare via satelliti, onde hertziane, elettricità, sistema digitale, ecc.Le tecnologie per la telefonia mobile sono anch’esse numerose: GMS, UMTS, e così via…Quindi non esiste più il monopolio naturaleE la riforma della regolamentazione ha avuto effetti positivi

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Modello semplice:Abbiamo detto che su carta e nei modelli teorici l’aumento

del benessere dopo l’apertura è chiara, a condizione che si definisca una tariffa ottimale.

Ma un’analisi semplice nel cambiamento generato dall’apertura alla concorrenza solleva dubbi:

Denotiamo i prezzi p e la quantità x. La domanda èP = a – xIl costo marginale è c e i costi fissi F.Supponiamo che l’apertura alla concorrenza implica che il

monopolio è trasformato in oligopolio con n imprese.Si può calcolare che il surplus totale nel caso

dell’oligopolio (TSC) è:

TS

n n a c

nnFC

( )( )

( )

2 2

2

2

2 1

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Nel caso del monopolio, il surplus totale è:

TSM = [3 (a-c)2 / 8] - F

Facendo TSC - TSM , uno trova che il benessere sociale è maggiore con l’apertura alla concorrenza solo se

(n+3) / 2(n+1)2 > F

Vale a dire se n = 2 (duopolio), l’apertura è meglio del monopolio se i costi fissi sono maggiori del 27,7% del profitto del monopolio (enormi!)

Se n = 3, l’apertura è meglio del monopolio se i costi fissi sono maggiori del 18,8% del profitto del monopolio

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Visto che l’apertura alla concorrenza conduce a degli oligopoli con 2 a 4 concorrenti in generale, ecco che vengono dei dubbi.

(esempi:

Telefonia mobile in Italia: TIM, Wind, Vodaphone

Elettricità: ENEL, Edison)

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TelecomunicazioniNon esiste più il monopolio naturale e quindi la

regolamentazione è progressivamente sostituita con la politica per la concorrenza

00,10,20,30,40,50,60,70,80,9

1

1980

1982

1984

1986

1988

1990

1992

1994

1996

1998

2000

UK

FIN

D

ESP

AUSFRA

NZ

ITA

US

Privatisation

Liberalisation

■ Both

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L’apertura alla concorrenza si è realizzata generalmente molto velocemente: più lenta per i primi paesi a liberalizzare, come USA e UK, e più veloce per i secondi, come Finlandia (grafico) e Italia.

Market shares of entrants by country

0

10

20

30

40

50

60

70

Year

%

Australia

Finland

UK

New Zealand

USA

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Elettricità e gas:- Prezzi nell’UE sono bassi (ma forse risultato

dell’eccesso di capacità ereditato dal vecchio sistema di regolamentazione)

- L’aumento dell’offerta necessario per soddisfare la domanda sarà costoso visto che le imprese private hanno dei costi di capitale spesso 50% maggiori dei costi delle imprese pubbliche

- La capacità e l’affidabilità hanno un carattere di bene pubblico e quindi potrebbero essere forniti meno bene in un sistema completamente liberalizzato

- In questi settori è importante mantenere una capacità in eccesso visto la difficoltà di prevedere la domanda (che dipenda dalla meteo in particolare): i sistemi liberalizzati non mantengono questa capacità in eccesso, mentre il vecchio sistema sì, come dimostrato dai recenti casi di blackout…

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Caso di blackout famoso: California

Blackout molto lungo

Problema: mancanza di capacità e comportamento delle imprese come Enron (accusata di ritirare capacità a posta per far aumentare il prezzo)

Risultato:

Elettricità non fornita per periodi

Aumento prezzo tra il 2000 e il 2001 del 1000% !!!

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l’argomentazione a favore della riforma della regolamentazione si basa sulla riduzione del prezzo come fattore principale dell’aumento del benessere sociale

in questi settori sono anche importantissime le questioni di sicurezza di approvvigionamento; stabilità, continuità e affidabilità del servizio; e servizi pubblici che anche loro contribuiscono al benessere sociale.

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Il settore delle telecomunicazioni in Italia

Il caso di Telecom Italia

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Fino metà anni ‘80: settore caratterizzato da regimi monopolistici

protetti costante presenza dello Stato nel settore giustificato dalla

conformazione del mercato monopolio naturalemonopolio naturale.

Fase transitoria: ristrutturazione del settore processo di apertura

del mercato delle telecomunicazioni:

– la Commissione Europea costituisce un team di lavoro trasformato poi nella

“Direzione Generale per la regolamentazione del mercato delle telecomunicazioni” ;

– documento di riferimento “Green Paper”.

Dal 1998: avvio formale della liberalizzazione in seguito alla Direttiva

96/19/EC.

Novembre 1999: Commissione Europea pubblica il “Communications

Review” che propone una particolare struttura legislativa.

48

Dal monopolio alla liberalizzazione….Dal monopolio alla liberalizzazione….

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Fino a metà degli anni ’90: contesto ancora caratterizzato dalla presenza di un monopolio pubblico, che non trae vantaggio dalle opportunità introdotte con la liberalizzazione a livello europeo.

Dalla metà degli anni ’90, il Governo italiano ha assunto decisioni politiche importanti per promuovere la concorrenza: creazione di un contesto normativo, costituito principalmente:

- dalla legge 31 luglio 1997, n. 249 “Istituzione dell’Authority nel settore televisivo e delle telecomunicazioni” AgcomAgcom;

- dal DPR 19 settembre 1997, n. 318 “Attuazione di direttive comunitarie nel settore delle telecomunicazioni”.

Attuale contesto: fase d’integrazione la completa convergenza delle telecomunicazioni come obiettivo principale.

…….Il contesto italiano.Il contesto italiano

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50

Obiettivo: assicurare ai soggetti coinvolti nel settore un’adeguata tutela dei propri diritti.

AZIONI RIVOLTE A:

Assicurare l’ingresso di

nuovi operatori

Disciplinare le disuguaglianze

attraverso l’imposizione di

obblighi all’operatore dominante

Creare condizioni economiche utili al

conseguimento di un mercato realmente

competitivo

1) Modalità di accesso alla rete dei nuovi entrantiunbundling del local loop (accesso diretto), carrier selection e carrier preselection (accesso indiretto);

2) Creazione delle condizioni economiche per la concorrenzameccanismo del price cap.

Interventi per tutelare e Interventi per tutelare e sviluppare la concorrenzasviluppare la concorrenza

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Local Loop Unbundling (LLU o ULL) “accesso

disaggregato alla rete fissa locale”: l’utente telefonico è

collegato alla rete tramite un operatore ad accesso diretto

(tradizionalmente Telecom) possibilità di utilizzare l’ultimo

tratto della rete in cui il cavo raggiunge l’apparecchio

telefonico dell’utente (sostenendo quindi minor investimenti).

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1)1) Modalità di accesso alla Modalità di accesso alla rete dei nuovi entrantirete dei nuovi entranti

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72125

634

227

18

698

308

45

756

405

840

539

0

100

200

300

400

500

600

700

800

900

2002 2003 2004

Quadrimestri

Nu

mer

o d

i li

nee

UL

L

q1

q2

q3

q4

Fonte: Telecom Italia

Figura 3-Crescita delle linee in ULL in Italia (x1.000)

52

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Carrier Selection (CS): introdotta nel gennaio 1998 limitatamente alle chiamate interurbane e internazionali. Consente di scegliere se telefonare tramite l’operatore di accesso diretto (basta selezionare il numero dell’utente) o tramite l’operatore di CS (occorre digitare il codice d’accesso).

Carrier Preselection (CPS): introdotta nel gennaio 2000. Consente di instradare automaticamente le chiamate urbane, interurbane e internazionali verso il gestore telefonico scelto dall’utente, senza digitare il codice d’accesso.

Difficoltà nella fruibilità della CS e CPS riconducibili a Telecom che

detiene un significativo potere decisionale in materia di passaggio

sulla rete.

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Gli utenti hanno la possibilità di passare,

definitivamente, ad un nuovo operatore e

rescindere ogni rapporto contrattuale con

quello dominante. Il distacco dall’ex-

monopolista, però, è possibile solo per

alcune aree geografiche d’Italia (zone

ULL).

54

Le opportunità degli utentiLe opportunità degli utenti

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Problemi dei settori con monopolio naturale:

1. Assenza di reti concorrenziali l’incumbent può spingere i

prezzi limitando l’accesso dei nuovi entranti (problema

limitato per i telecom dove la rete si duplica)

2. Telecomunicazioni come attività d’interesse generale:

L’erogazione del servizio deve essere garantito anche in aree

geografiche non profittevoli dal punto di vista economico;

Necessità di vigilare sulla trasparenza dei prezzi e delle tariffe.

Regolamentazione delle tariffe d’accesso alla rete e delle

tariffe ai clienti finali55

2) Creazione delle condizioni 2) Creazione delle condizioni economiche per la concorrenzaeconomiche per la concorrenza

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• Meccanismo del controllo tariffario = Price Cap la variazione

annua della media pesata dei prezzi di un paniere di servizi non

deve superare la variazione dell’indice del costo dei fattori di

produzione esogeni all’impresa, diminuito di un coefficiente X,

atto ad esprimere l’incremento atteso di produttività

dell’operatore.

56

Pt = (1 + RPIt – X) Pt-1Pt= livello medio dei nuovi prezzi sottoposti a cap;RPIt (Retail price index)= variazione percentuale dell’indice corrente dei prezzi al consumo o, in alcuni casi, il tasso d’inflazione programmata;X= saggio di crescita dell’efficienza dell’impresa;Pt-1= media ponderata dei prezzi dei servizi offerti dall’impresa regolata nell’anno precedente.

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Introduzione: delibera 171/99;

Applicazioni: all’attivazione e al trasloco della linea, all’abbonamento del servizio telefonico, alla telefonia urbana, interurbana e internazionale;

Vantaggi: incentivazione dei gestori a evitare inutili dispersioni di risorse; superamento parziale asimmetria informativa tra il regolatore e l’azienda regolata, in quanto il primo fissa solo i limiti di prezzo lasciando poi piena discrezionalità al gestore nella fissazione delle tariffe.

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1) Lo sviluppo della tecnologia1) Lo sviluppo della tecnologia

2) La competizione tra carriers2) La competizione tra carriers

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Le innovazioni tecnologiche che interessano prevalentemente il settore sono le innovazioni di processo cambiamenti radicali nel modo di produrre le varie componenti del servizi (> output o variazioni nella dimensione degli impianti).

Le categorie di innovazioni più rilevanti nel moderno settore:- innovazioni per l’ampliamento delle reti servite e

l’incremento della flessibilità di fruizione del servizio;- innovazioni per l’aumento della velocità e della capacità

della rete;- innovazioni hardware e software per l’offerta di nuovi

servizi telefonici.

1) Lo sviluppo della tecnologia1) Lo sviluppo della tecnologia

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Telecom ItaliaTelecom Italia Nonostante il processo di liberalizzazione rappresenti oggi una realtà

concreta e tangibile, Telecom Italia detiene ancora una posizione

dominante nell’ambito del settore delle telecomunicazioni. Tale azienda,

quindi, si conferma il leader nazionale ed uno dei principali operatori a

livello internazionale, nel mercato della telefonia fissa.

Opera con brand conosciuti come

nei mercati delle telecomunicazioni fisse e mobili, internet e media, office

and system solutions, oltre che nel campo della ricerca e dell'innovazione

con Telecom Italia Lab.

In Europa l’attività è centrata soprattutto sul Progetto Broadband, per

diffondere servizi a banda larga in Francia, Germania e Olanda. In Sud

America l’attenzione è su TIM Brasil,  leader per linee GSM e secondo

operatore del paese. 6060

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……Evoluzione Storica…Evoluzione Storica… 30 giugno 1994: nasce dalla fusione di Sip, Iritel, Italcable,

Telespazio e Sirm; 1995: da atto di scissione parziale nasce Tim (Telecom Italia

Mobile) S.p.a.; 1997: il Consiglio dei Ministri vara il Decreto per avviare la

privatizzazione dell’operatore unico; 1998: mercato ormai liberalizzato e aperto alla concorrenza; Febbraio 1999: Olivetti lancia un’OPA sul capitale di TI; 2001: struttura finanziaria instabile e indebitamento

elevatoPirelli e Edizione Holding acquistano parte del capitale di OlivettiOlimpia S.p.a.(facente capo a Pirelli&C.) diventa l’azionista di riferimento di Olivetti che controlla TI, Tim e SEAT Pagine Gialle;

2003: fusione per incorporazione di TI in Olivetti; TI cede la “Nuova Seat Pagine Gialle”;

2005: il processo di integrazione porta alla fusione di Tim in TI; 2006: separazione da TI dei business di comunicazione mobile

nazionale e della rete di accesso wired; Marco Tronchetti Provera si dimette e al suo posto viene nuovamente nominato Presidente Guido Rossi;

2007: Pasquale Pistorio sostituisce Guido Rossi; Telco rileva la quota di Pirelli in Olimpia (ora controlla il 23% di TI).

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→Oggetto: l’istruttoria dovrà verificare se l’insieme dei comportamenti di TI nei mercati dei servizi di telefonia e di accesso ad Internet, costituiscano una strategia abusiva volta ad ostacolare i propri concorrenti.

→Cause: denunce presentate a partire da Febbraio 2006 da Fastweb e da Wind, che lamentavano una aggressiva politica commerciale con offerte mirate e particolarmente vantaggiose, volte a recuperare i clienti passati ai concorrenti o in fase di cambio dell’operatore. 62

Telecom nel mirino dell’AntitrustTelecom nel mirino dell’Antitrust24 Ottobre 2007: l’Antitrust avvia un’istruttoria per abuso di posizione dominante di Telecom nel settore della telefonia vocale e dei servizi di Internet a banda larga.

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→ 2 maggio 2006: la Corte d’Appello di Milano aveva già accolto la domanda di Fastweb e condanna Telecom a pagare una penale di 500 euro per ogni violazione riscontrata

→ Oggi Fastweb: chiede a Telecom 880 milioni di euro di risarcimento danni e 91 milioni come penalità di mora per le violazioni della prima sentenza

→ Termine finale: il procedimento deve concludersi entro il

31 Dicembre 2008.

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• Articolo 82 Trattato CE: “È incompatibile con il mercato comune e vietato, nella misura in cui possa essere pregiudizievole al commercio tra Stati membri, lo sfruttamento abusivo da parte di una o più imprese di una posizione dominante sul mercato comune o su una parte sostanziale di questo.”

• Legge 10 ottobre 1990 n.287 “Norme per la tutela della Concorrenza e del mercato” articoli 3 e 6

• Direttiva 2002/21/CE relativa alle autorizzazioni per le reti e i servizi di comunicazione elettronica

• Decreto legislativo 1°agosto 2003 n.259 “Codice delle comunicazioni elettroniche” articolo 4

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Quote di mercato degli operatori di telefonia fissa

Posizione dominante di TIPosizione dominante di TI

Fonte: Relazione annuale Agcom 2007

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Posizione dominante di TIPosizione dominante di TI Quote di mercato degli operatori per servizi a banda larga

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Titolarità esclusiva della rete pubblica commutata capillarmente diffusa sul territorio nazionale (fornitura di servizi di accesso wholesale e dei servizi di accesso disaggregato alla rete locale –ULL- agli operatori alternativi -OLO- per l’offerta di servizi voce e dati).

Facilità di accesso alle risorse finanziarie e significativa esperienza nella fornitura di prodotti/servizi.

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Confermata anche da altri aspetti di carattere generale, come:

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Il passaggio dal monopolio al binomio regolazione-concorrenza ha generato effetti positivi in termini di efficienza del servizio e di riduzione delle tariffe. Agcom giudica tendenzialmente positiva la condizione del mercato della telefonia fissa sia per quanto riguarda l’andamento dei prezzi sia per la crescita del settore.

Per raggiungere posizioni di forza all’interno del mercato gli operatori tendono a utilizzare come principale fattore di differenziazione il prezzo, poiché i servizi da loro offerti sono similari e si rivolgono principalmente ai medesimi target.

Le strategie competitive vertono su un crescente livello di convergenza tra fisso, mobile, Internet e TV.

Il ritardo nell’unbundlding della rete rappresenta un fattore che ostacola un completo processo di liberalizzazione della telefonia: quando questo ostacolo sarà rimosso, l’utente sarà libero di stipulare un contratto con un altro gestore e risparmiare l’esborso finanziario connesso al pagamento del canone a Telecom Italia

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ConclusioniConclusioni