Lez

8
LEZIONE: “IL FUNZIONAMENTO INTELLETTIVO LIMITE(PRIMA PARTE) PROF. RENZO VIANELLO

Transcript of Lez

Page 1: Lez

LLEEZZIIOONNEE:: ““IILL FFUUNNZZIIOONNAAMMEENNTTOO IINNTTEELLLLEETTTTIIVVOO LLIIMMIITTEE””

((PPRRIIMMAA PPAARRTTEE))

PPRROOFF.. RREENNZZOO VVIIAANNEELLLLOO

Page 2: Lez

Il Funzionamento Intellettivo Limite (Prima parte)

Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633)

2 di 8

Indice

1  IL FUNZIONAMENTO INTELLETTIVO LIMITE ------------------------------------------------------------------- 3 

Page 3: Lez

Il Funzionamento Intellettivo Limite (Prima parte)

Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633)

3 di 8

1 Il Funzionamento Intellettivo Limite Preferirei partire, per introdurlo, da una premessa di base: se ci riferiamo all’insegnante di

sostegno, abbiamo ben presente che è l’insegnante della classe in cui l’allievo è inserito, anche se

poi può seguire in modo privilegiato l’allievo certificato, ma è comunque della classe. Quindi è

corresponsabile, coinvolto nell’attività di tutta la classe e nell’apprendimento degli allievi presenti

in quella classe. Bene, funzionamento intellettivo limite, si riferisce a quegli allievi che hanno

difficoltà di apprendimento, che ad un test di intelligenza hanno un punteggio che non è quello

proprio della normalità, né di sicuro quello del ritardo mentale; in termini quantitativi siamo fra

circa 71 di quoziente intellettuale e 84-85. Non sono pochi, come vedremo.

La ricerca sul funzionamento intellettivo limite (si parla anche di borderline cognitivo; è la

stessa cosa, sono espressioni equivalenti; borderline = ai bordi, confini), è molto scarsa. Si tratta di

un argomento abbastanza dimenticato. Una specie di limbo tra normalità e ritardo mentale.

Il manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, a cui ci siamo già riferiti nelle lezioni

precedenti, pur avendo un migliaio di pagine gli dedica sei righe in tutto.

Siamo davvero davanti ad una carenza di studi, eppure si trovano in questa situazione il 13-

14% degli allievi: vuol dire un allievo ogni sette; due, tre, quattro, a seconda delle situazioni, per

ogni classe.

Abbiamo già anticipato che il criterio base è un quoziente intellettuale fra 71 e 84-85.

Anche in questo caso sarebbe opportuna una diagnosi di questo tipo solo se ci sono anche problemi

di adattamento, difficoltà a livello scolastico e/o sociale.

Riprendiamo una figura già presentata, la curva normale della distribuzione delle persone

secondo il quoziente intellettuale. Potete osservare sulla sinistra quello spazio in celeste in cui noi

abbiamo 13,6% della popolazione. Per fare un confronto con il ritardo mentale: almeno dieci volte

il ritardo mentale.

Funzionamento intellettivo limite non dovuto a processi patologici biologici o a svantaggio

socioculturale.

Nessuna persona di buon senso dubita del fatto che un bambino nato da due persone

particolarmente intelligenti abbia maggiori probabilità (anche se non la sicurezza e ammettendo

varie eccezioni) di “ereditare” un buon livello di intelligenza. Analogamente (anche se al proposito

vi sono delle resistenze emotive ad accettare tale ragionamento, confermate dalla constatazione di

Page 4: Lez

Il Funzionamento Intellettivo Limite (Prima parte)

Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633)

4 di 8

eccezioni) si può pensare il contrario. In questo secondo caso possiamo avere situazioni “naturali”

di funzionamento intellettivo limite.

Situazioni prototipiche potrebbero essere quelle rappresentate da Saverio e da Ivano.

Saverio ha 10 anni e frequenta la quinta elementare. Egli ha sempre avuto difficoltà a

scuola. I suoi insegnanti dicono di lui che “è lento”, che “bisogna avere pazienza con lui e

spiegargli le cose più volte degli altri”. Anche in prima elementare ha imparato a leggere e a

scrivere più tardi degli altri e quando si è chiesto ai genitori se era opportuno fargli ripetere la

prima elementare, essi hanno detto che gli insegnanti decidessero pure ciò che ritenevano

opportuno. D’altra parte anche i due fratelli più grandi avevano ripetuto la prima e poi avevano

imparato a scrivere. Gli insegnanti decisero di promuoverlo, anche perché sul piano disciplinare

Saverio si comportava bene: obbediente, sempre disponibile ad accontentare gli insegnanti, mai

aggressivo (anzi, faceva fatica a difendersi quando sarebbe stato opportuno). Attualmente legge e

scrive come un bambino di terza elementare e notevoli sono le sue difficoltà nella risoluzione dei

problemi di matematica. Va un po’ meglio nelle operazioni scritte: è lento, ma si applica e alla fine,

usando meccanicamente le strategie apprese, ha risultati quasi a livello dei compagni. Proprio in

previsione del suo ingresso nella scuola secondaria si è ritenuta opportuna una visita da parte

degli operatori della AUSL. Alla WISC Saverio ha ottenuto un QI generale di 78, senza particolari

discrepanze. L’aspetto maggiormente evidenziato è stata l’omogeneità del suo profilo: intelligenza

verbale, visuospaziale, memoria, linguaggio recettivo e produttivo, adattamento sociale,

prestazioni scolastiche sono coerenti e “lievemente in ritardo”, senza particolari punti di forza e di

debolezza.

Lo psicologo dice che è opportuno aiutarlo il più possibile fino in terza media. Poi, con una

buona scuola regionale e l’apprendimento di un mestiere di artigiano o di qualcosa del genere,

potrà trovare una sua collocazione sociale. Insomma la “prognosi” non è pessimistica. I genitori

non sanno dire queste cose con le parole dello psicologo, ma sono proprio d’accordo.

Ivano ha 14 anni e frequenta la terza classe della scuola secondaria di primo grado. I

genitori da sempre hanno notato difficoltà nel figlio. Avendone le possibilità economiche, lo hanno

fatto seguire sempre da qualcuno. Quest’anno tuttavia, soprattutto in algebra, il ragazzo fa proprio

molta fatica. Fin da piccolo è stato seguito anche dagli operatori della ASL. Le sue prestazioni alle

scale WISC sono state più o meno sempre le stesse: QI generale oscillante fra 77 e 83, senza

Page 5: Lez

Il Funzionamento Intellettivo Limite (Prima parte)

Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633)

5 di 8

particolari discrepanze fra il QI verbale e quello di performance. A ben vedere le sue prestazioni

scolastiche sono buone rispetto a ciò che ci si potrebbe aspettare dal QI. Anche per questo sono

stati esclusi disturbi specifici di apprendimento.

Funzionamento intellettivo limite dovuto a svantaggio socioculturale.

In alcuni casi è evidente che la causa (almeno quella principale, anche se non unica) del

funzionamento intellettivo limite è un significativo svantaggio socioculturale, come si può vedere

anche dal caso seguente.

Artemio è un ragazzo di 12 anni che frequenta la prima classe della scuola secondaria di

primo grado. Il suo rendimento scolastico è insufficiente: temi poveri e con vari errori di

ortografia, risoluzione di problemi solo a livello di quarta elementare ecc. Sono inoltre presenti

difficoltà relazionali nei rapporti con i compagni. Dal test WISC risulta un QI globale di 80, con

prestazioni lievemente superiori nel QI di performance, ma in modo non significativo. È sufficiente

una breve anamnesi per capire che Artemio risente di un grave svantaggio socioculturale: proviene

da una famiglia povera, quinto di sette fratelli, i genitori sono senza istruzione e spesso

disoccupati, il ragazzo non è stato mai seguito o aiutato per i compiti scolastici, non vi sono

stimoli intellettuali a casa.

Anche in questo caso sono soddisfatti i tre criteri proposti per una diagnosi di

funzionamento intellettivo limite (QI circa fra 71 e 84, alcune carenze di adattamento, insorgenza

prima dei 18 anni). Nella formulazione della diagnosi funzionale è tuttavia essenziale evidenziare

che la causa è lo svantaggio socioculturale. Sono in particolare opportune tutte le informazioni che

evidenzino, a proposito della zona di sviluppo o di apprendimento prossimale, le differenze rispetto

a Saverio e Ivano. Di base Artemio aveva presumibilmente potenzialità di apprendimento superiori

a Saverio e Ivano. Anche se non sono a disposizione dati obiettivi al proposito tutto fa pensare che

valutazioni della sua intelligenza nei primi tre anni di vita avrebbero evidenziato una intelligenza

normale. Con il passare del tempo le carenze ambientali hanno agito negativamente e in parte

ridotto le potenzialità. Ma fino a qual punto? Adeguati interventi educativi e scolastici potrebbero

farle ancora emergere, almeno parzialmente? Questa è la domanda cruciale da porsi nei casi di

funzionamento intellettivo limite a causa di svantaggio socioculturale.

Page 6: Lez

Il Funzionamento Intellettivo Limite (Prima parte)

Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633)

6 di 8

Talvolta questi casi sono caratterizzati da una traiettoria discendente del QI: nella norma nei

primi anni di vita e a livello di funzionamento limite successivamente. In alcuni casi (non frequenti)

nella tarda adolescenza o nell’età giovanile e adulta si può avere un ulteriore abbassamento del QI e

una diagnosi di ritardo mentale lieve.

Funzionamento intellettivo limite e disturbi specifici di apprendimento

Consideriamo un caso esemplificativo di una fra le varie possibili interazioni fra disturbi

specifici di apprendimento e prestazioni a livello di funzionamento intellettivo limite.

Beatrice ha 9 anni e frequenta la quarta elementare. Gli insegnanti sono molto preoccupati

per il suo rendimento scolastico e in particolare per le difficoltà in lettura e scrittura (anche il suo

adattamento sociale non è buono: tende a ritirarsi, a non collaborare con i compagni, a

deprimersi) e hanno perciò consigliato i genitori di portarla dagli operatori della AUSL per una

“visita”. Dal test WISC risulta un QI globale di 76, con un QI verbale di 74 e un QI di performance

di 81. Ulteriori analisi (che hanno considerato anche i dati emersi nelle prove MT) hanno

evidenziato difficoltà notevoli a livello di lettura.

Quale diagnosi è opportuna?

Ci pare che una risposta sia possibile solo approfondendo ulteriormente il caso.

A seconda dei nuovi dati emersi potrebbe infatti risultare opportuno quanto segue.

1. Una diagnosi solo di disturbo di apprendimento (dislessia) con prestazioni

basse ai test non per carente funzionamento intellettivo, ma per interferenze

motivazionali (prodotto indiretto del disturbo di apprendimento).

2. Una diagnosi di funzionamento intellettivo limite a causa degli effetti indiretti

del disturbo di apprendimento (non più solo motivazionali, ma con effetti

consolidati a livello del funzionamento del pensiero).

3. Una doppia diagnosi di disturbo specifico di apprendimento e di

funzionamento intellettivo limite, nel caso si ritenga che le prestazioni

intellettive non siano carenti (o solo in minima parte) a causa dei riflessi

indiretti della dislessia (abbassamento della stima di sé, rifiuto della scuola

Page 7: Lez

Il Funzionamento Intellettivo Limite (Prima parte)

Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633)

7 di 8

ecc.), ma che ci sarebbero state anche in assenza del disturbo di

apprendimento.

La pratica clinica invita spesso (ma non sempre) a diagnosi come al punto 1 e cioè ad evitare

la diagnosi di funzionamento intellettivo limite in presenza di disturbi di apprendimento. Almeno

nei primi dieci - dodici anni di vita. Successivamente è maggiore la probabilità di un

impoverimento del funzionamento cognitivo che tenda a consolidarsi e autorizzi quindi anche la

diagnosi di funzionamento intellettivo limite.

Per evidenziare la complessità della problematica ci sembra opportuno presentare un altro

caso.

Giorgio ha 17 anni e frequenta la prima classe di un istituto agrario. Fin da piccolo gli è

stato diagnosticato un disturbo di attenzione. Alle scale di Wechsler risulta un QI globale di 78,

con un QI verbale di 81 e un QI di performance di 78. Egli è sempre stato molto ben seguito.

Dall’ultimo colloquio con lo psicologo (uno di noi) risulta evidente la consapevolezza delle sue

difficoltà. La sua verbalizzazione al proposito è chiara: “Ogni tanto la testa mi parte e va per conto

suo”. “A volte sento che per quanto mi sforzi non riesco a concentrarmi; allora smetto per un po’ e

poi ritorno a studiare. Ma non posso mai farlo per tanto tempo. Ho bisogno di pause.” Dal

colloquio con il ragazzo e da quelli con i familiari risulta che nonostante queste difficoltà il

ragazzo è abbastanza sereno e trova motivo di soddisfazione in campi diversi da quelli scolastici.

Notevole è ad esempio la sua passione per il basket (e complessivamente discreti i risultati). I

genitori sperano che, continuamente seguito, possa essere promosso, ma dicono anche che in ogni

caso confidano (e sembrano al proposito abbastanza sereni) che il proprio figlio, da adulto, possa

trovare un lavoro adeguato alle sue possibilità, che gli possa comunque dare soddisfazioni: un

lavoro in cui è più importante agire che concentrarsi a lungo, imparare con la pratica più che con

l’impegno intellettuale. Sia alcuni lavori nell’agricoltura (ad esempio in un vivaio) che alcuni

lavori artigianali (ad esempio di falegnameria) potrebbero essere adeguati, soprattutto in un

contesto in cui non si opera da soli.

Pur nella complessità della diagnosi sembra più opportuna una classificazione che evidenzi

sia il disturbo di attenzione che il funzionamento intellettivo limite. In un certo senso si può dire che

il disturbo ha ormai prodotto (o almeno produce costantemente) una qualche carenza strutturale

Page 8: Lez

Il Funzionamento Intellettivo Limite (Prima parte)

Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633)

8 di 8

nel funzionamento cognitivo del ragazzo, anche se, come anticipato, questo può non pregiudicare

un buon inserimento sociale e lavorativo futuro.