Lez 5 - Espressionismo Astratto e Minimalismo

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Espressionismo astratto americano e minimalismo Università del Tempo Libero – Caravaggio Corso di Arte Moderna Anno Accademico 2012-13 Lez. N.5 Docente: Prof. Giuseppina D’Agostino

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Espressionismo astratto americano e minimalismo

Università del Tempo Libero – Caravaggio Corso di Arte Moderna

Anno Accademico 2012-13Lez. N.5

Docente: Prof. Giuseppina D’Agostino

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Questi quadri di Kand. diedero vita negli Usa alla corrente che venne poi chiamata ESPRESSIONISMO ASTRATTO

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Questi quadri di Mondrian vennero considerati negli Usa la massima espressione del MINIMALISMO in arte diedero vita all’omonima corrente

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Espressionismo astratto

Il termine "Espressionismo astratto" venne coniato dal critico Barr nel 1929 a commento di un quadro di

Kandinskji. Successivamente fu ripreso per essere applicato all'arte americana degli anni quaranta dal

critico Robert Coates nel 1946.

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L'Espressionismo astratto fu un movimento artistico statunitense successivo alla seconda guerra mondiale. Fu il primo fenomeno artistico tipicamente americano ad influenzare il resto del mondo e contribuì a spostare radicalmente la capitale artistica da Parigi a New york, spostando l’asse dall’Europa agli Stati Uniti d’America.Il New Deal americano, che coincise con la diffusione delle dittature europee (il fscismo in Italia, il nazismo in Germania e il franchismo in Spagna), aveva favorito l'immigrazione degli artisti in fuga dall'Europa che portarono negli Stati Uniti cellule di ogni tendenza: Il Cubismo muralista con Leger, il Dadaismo con Duchamp, Mondrian e Hans Hoffmann, l‘Astrattismo con Albers, il Realismo con Grosz, il Razionalismo architettonico con Ludwig Mies van de Rohem e soprattutto il Surrealismo, che viene spesso considerato il più importante predecessore dell'espressionismo astratto, grazie all'enfasi posta sulla creazione spontanea, atomatica o subcosciente. Il dripping (sgocciolatura) di Jackson Pollock su una tela di canpa stesa sul pavimento è infatti una tecnica che ha le sue radici proprio nel lavoro di Max Ernst.

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In pratica, il termine viene applicato a tutti quegli artisti operanti a New York nell'immediato dopoguerra con differenti stili, e il cui lavoro non è néparticolarmente astratto né espressionista.

L’ACTION PAINTING energica di Pollock, è tecnicamente ed esteticamente molto differente dalla violenta e grottesca serie di donne di Willelm De Kooning (che non è particolarmente astratta) e dai luccicanti blocchi di colore delle opere di MarkRotkho(che non sembrano particolarmente espressioniste) e le vedute malinconiche di Venezia di William Congdon, tuttavia tutti e quattro vengono considerati espressionisti astratti.

STILI DIFFERENTI

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Willem de KooningUntitled VIICollezione Privata, New York, 1981Dipinto, Dim:175 x 202 cm

Willem de KooningUntitled ICollezione Privata, New York, 1982Dipinto, Dim:175 x 202 cm

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Willem de Kooning è una delle figure fondamentali dell'arte americana dopo la seconda guerra mondiale.Assieme a Pollock è l'esponente di spicco dell’Espressionimo astratto e della cosiddetta New York School Ma mentre Pollock è riuscito meglio ad attirare su di sé l'attenzione dei media, de Kooning è stato il punto di riferimento per i colleghi artisti, al punto da costituire una sorta di mito.Le ragioni di questo prestigio si possono riassumere in pochi punti.Nato in Olanda e giunto in America nel 1926, de Kooning si è spogliato della mentalità europea, integrandosi in modo autonomo e autorevole nella vita americana del tempo. Sfuggendo alle influenze culturali dominanti, ha saputo interpretare meglio di chiunque altro l'aspirazione a un'arte libera da schemi prestabiliti e visioni del mondo consolidate.De Kooning ha lavorato attorno a pochi temi. Mai soddisfatto del risultato raggiunto, all'inizio degli anni '50 ha sconvolto l'opinione pubblica con quadri di una violenza espressiva mai vista. Quadri caratterizzati da pennellate aspre e poderose, espressione di un lavoro continuo di rielaborazione dell'opera sull'onda dell'impulso.In riferimento a questa pittura così istintiva e piena di energia, il critico Harold Rosenberg nel 1952 introdusse la definizione di Action Painting (Pittura d‘azione) "Azione" come affermazione di esistenza, come testimonianza di vita e di resistenza contro il caos della vita moderna.

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Nel caso di Willem de Kooning il concetto di "pittura d'azione" si applica in due sensi: nel ricorso a una gestualitàlibera e spontanea, e nell'assenza di premeditazione nel suo modo di dipingere.Il quadro non nasce sulla base di un progetto preordinato e non reca alcun messaggio. Si sviluppa autonomamente, nel corso del suo farsi. L'artista "scopre" l'immagine poco alla volta, tenendosi aperte tutte le possibilità, agendo in una condizione di incertezza.

Espressione di questa incertezza è il continuo fare e disfarel'immagine sulla spinta dell'impulso. De Kooning definiva il suo modo di guardare alle cose "slipping glimpses" (occhiate scivolose). Con ciò indicava la sua attitudine a seguire un pensiero, poi ad abbandonarlo per seguirne un altro, salvo cambiare completamente direzione. Un esempio di questo comportamento è la celebre sequenza fotografica che mostra sei diversi stadi dello stesso quadro: Woman I (1950-52). Tra uno stadio e l'altro si nota come l'artista, mediante energiche pennellate, abbia modificato completamente il quadro sull'onda dell'impulso.

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Sindrome di Stendhal

Come prima originale scuola in America, l'espressionismo astratto dimostrò la vitalità e la creatività del paese negli anni del dopoguerra, tanto quanto il suo bisogno (o abilità) di sviluppare un senso estetico che non fosse ristretto negli standard europei di bellezza.

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Jackson Pollock (1912-1956) è il rappresentante più emblematico dell’action painting, la corrente che rappresenta il contributo americano all’informale. La sua breve vita è segnata da eventi drammatici che ripropongono il prototipo dell’artista maledetto, tipico del panorama artistico europeo di fine Ottocento, e che nella cultura americana era stato incarnato maggiormente da divi cinematografici.Svolge un apprendistato artistico irregolare frequentando varie accademie e scuole d’arte applicata. All’età di 25 anni, per gravi problemi di alcolismo, si sottopone a diverse sedute psicanalitiche. Viene così a conoscenza del mondo della psicologia, scoprendo le dimensioni dell’inconscio e dell’irrazionalità, che determineranno la svolta decisiva verso l’arte informale.Prima opera di questo nuovo periodo è il murale realizzato nel 1943 per la casa di Peggy Guggenheim. Da questo momento diviene uno degli artisti americani più noti, acquistando tale fama da divenire quasi un mito.

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La chiave, 1946

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La donna luna, 1942

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Mette a punto la sua nota tecnica del «dripping» consistente nel far gocciolare il colore su una tela posta in orizzontale, determinando la colatura del colore con gesti rituali e coreografici in cui erano presenti reminescenze dei riti magico-propiziatori praticati dagli indiani d’America.

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Le opere così realizzate si presentano come un caotico intreccio di linee e macchie colorate, con una totale assenza di organizzazione razionale. In esse venivano ritrovate quelle tipiche istanze dell’esistenzialismo, caratterizzate da sfiducia nelle possibilità dell’uomo di realizzare le sue aspirazioni di un’armonia con il mondo esterno all’individuo. La sua opera si connota dunque per una carica drammatica ed angosciosa, che suggestionò soprattutto il mondo intellettuale di quegli anni.La sua ricerca, durata poco più di un decennio, si interruppe nel ’56, quando, all’età di 44 anni, morì in un incidente stradale.

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Rotko

Il quadro per Rothko è un tramite quasi mistico che mette in contatto con l’”altro” (il fruitore). Le sue creazioni cromatiche attraggono l’astante all’interno dei loro spazi pregni di luce interiore. Per questo si dichiara sempre violentemente contrario ad interpretare le sue creazioni. La loro spiegazione deve sorgere da una profonda esperienza tra immagine e osservatore. Rothko assume quindi una posizione diametralmente opposta alla Pittura d’Azione, centrata sull’espressione di sé.

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Rothko passa attraverso un’elaborazione formale e uno sviluppo stilistico che si snoda per circa 25 anni di attività molto intensi e con tappe importanti nella sua evoluzione, fino a che nel 1950 non raggiunge quella perfezione che caratterizzerà tutta la sua produzione matura. In quel momento nascono le composizioni della cosiddetta “fase classica”.

Bombacarta

Particolarmente rigorosa è la sua ricerca sulla qualità dei colori, purissimi e di incredibile intensità emozionale. Anche nelle opere dai cromatismi piùscuri, Rothko si concentra sul tema, per lui fondamentale, della “luce”, intesa come valore assoluto. La gloria della luce, in senso spirituale, è la protagonista della sua ricerca espressiva.

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I dipinti della maturità, tanto caratteristici da essere considerati sinonimi di Rothko, superano la pura astrazione. L’artista cerca di trasmettere tragedia ed estasi come condizioni essenziali dell’esistenza. La sua pittura dàespressione al dramma umano universale. Le composizioni “classiche” di Rothko sono sempre campiture di colore (solitamente 3 in ogni quadro) orizzontali su una superficie verticale. Ma i colori non hanno forme definite, i contorni sfumano e si sfrangiano, creano un’atmosfera, uno spazio vago, indefinito e estraneo alla realtà quotidiana.

Vivo in un sessantotto pigro

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Rothko usa le spugne per stendere il colore (solitamente a olio, più raramente, e soprattutto nella fase finale, usa l’acrilico), più che i pennelli. Diluisce molto il colore, per renderlo impalpabile, sostanza immateriale, per creare un effetto mistico, sentimentale, di trascendenza e di mistero. Realtà completamente “altra”, Il quadro diventa una finestra aperta su un mondo trascendente, catturandoci nelle sue inconfondibili e intense “rivelazioni di emozioni assolute”.Facendo riferimento alla sua origine russa e all’educazione religiosa ricevuta nell’infanzia, si ipotizza una sua concezione mistica della pittura, che risente, pur totalmente interiorizzata e rielaborata, della grande tradizione delle icone russe. La carriera artistica di Rothko copre 45 anni e si può dividere in 4 fasi principali:• Fase realista (dal 1924 al 1940). Dipinge paesaggi, interni, scene di vita urbana, nature morte e le prime scene della metropolitana. • Fase surrealista (dal 1940 al 1946). Dipinti simbolici con riferimenti alla mitologia greca e motivi religiosi.• Fase di transizione (dal 1946 al 1949). E’ il periodo dei suoi <multiforms>.• Fase classica (dal 1949 al 1970). Nascono le composizioni cromatiche rettangolari, sfumate che lo rendono celebre.

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Surrelart

L'espressionismo astratto ha delle caratteristiche comuni, ad esempio la predilezione per le ampie tele in canapa, l'enfasi per superfici particolarmente piatte, ed un approccio a tutto campo, nel quale ogni area della tela viene curata allo stesso modo (per esempio, al contrario, alcuni stili prediligono concentrare la raffigurazione nell'area centrale rispetto ai bordi).

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William Grosvenor Congdon scopre la vocazione alla pittura solo dopo la seconda guerra mondiale, dopo essere stato testimone degli orrori bellici, come arruolato nell'American Field Service, al seguito dell'esercito Americano , interviene nell'opera di soccorso al campo di concentramento di Bergen Belsen.Da quei mesi nasce una tormentata riflessione sul mistero del male, che lo accompagnerà per quasi tutta la vita.Tra il ’48 e il ’50 diventa pittore a stretto contatto con la nascente “Scuola di New York”, ove realizza le prime mostre, alla celebre Betty Parsons Gallery , le sue opere vengono esposte con Rothko, Pollock, Barnett Newman,Motherwell, Reinhardt e Pousette-Dart.

Sono opere sono volte a raffigurare l’ambiguità newyorkese, il continuo rimescolarsi di bene e malvagità, bellezza e corruzione nella città simbolo.

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La strada di William Congdon diverge, in seguito, da quella degli altri Espressionisti Astratti, soprattutto dopo la sua scelta di vivere in Italia fin dai primi anni ’50, quando matura la decisione di trasferirsi a Venezia Nonostante il successo negli Stati Uniti.La città lagunare sarà la sua dimora abituale e il soggetto preferito nelle sue opere per circa un decennio.A Venezia frequenta il Circolo di Peggy Guggenheim, entra in contatto con la nuova pittura italiana del dopoguerra, scopre il talento di Tancredi e nuove amicizie.Vive negli anni successivi un’esistenza da expatriate, viaggia molto e pratica una pittura originale ed irriducibile agli schemi della critica corrente tanto che la critica celebra le sue vedute paragonandole a quelle di Turner, (anche se in esse traspare un ‘evidente nota tragica, un demone che egli non riesce ad esorcizzare.)

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A metà di questi anni, risale il memorabile incontro con Stravinsky e quindi l'inizio di un'intensa amicizia destinata a durare negli anni, con l'auspicio di realizzare progetti artistici comuni.Ha una profonda crisi religiosa e spirituale che lo poeta a Vivere dal 1960 al 1979 ad Assisi, dopo essersi battezzato nel 1959, ma continua a viaggiare, in Africa, India, Medio Oriente e America Latina.Nel 1979 si trasferisce alla Cascinazza (Buccinasco), a pochi chilometri da Milano, nei pressi di una comunità monastica benedettina.Qui, cessati ormai i viaggi, vive e lavora sino alla sua morte, rinnovando profondamente il suo linguaggio pittorico a contatto con il paesaggio lombardo.

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Le sue opere, quasi tutti oli su tavola, sono presenti in varie collezioni pubbliche e private in Europa e negli Stati Uniti d’America.

Il corpus più consistente è conferito alla Fondazione William G. Congdon, insieme ai manoscritti che documentano il lungo e articolato percorso artistico.

William Grosvenor Congdon muore il 15 aprile 1998 giorno del suo 86 compleanno.

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Colosseo

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Santorini

Pieve di Soligo

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Caposcuola riconosciuto della corrente dell’Espressionismo Matematico, a differenza dei grandi Maestri dell’Espressionismo Astratto la sua è una pittura dall’accento informale, basata su una precisa architettura. Il segno non viene mai lasciato libero di agire, come è nel caso del dripping di Pollock, ma viene incanalato in precisi binari che lo conducono dinanzi la ‘stazione’ di una significazione quasi assoluta. La componente cromatica è parte integrante dell’opera stessa. Una cromia che fa da sfondo ad una simbologia aritmetica che è sempre alla ricerca di nuovi campi da invadere. Una simbologia che è la chiara essenza di come Agathos riesca nel difficile compito di far danzare armonicamente sapere scientifico e sentimento emozionale.

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Agathos, definito il ‘Caravaggio dell’Astratto’ è universalmente ritenuto il piùgrande innovatore di un’arte contemporanea ormai priva di altri importanti caposcuola. Agathos esplora le dimensioni più profonde e misteriose dell’esistenza, cerca di evadere dalla dottrina richiamando qualcosa di magico ed enigmatico. I suoi lavori ci pongono davanti ad una serie di paradossi: le opere sono caratterizzate da tratti liberi, anarchici, lontani dalle regole accademiche e ciò pare una sorta di ribellione agli schemi ed ai teoremi della matematica. Una contrapposizione fra la libertà espressiva e le forme geometriche, una lotta continua ed interiore fra razionale ed irrazionale, fra materiale e spirituale.

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Al tempo stesso il rapporto fra Arte e Scienza è osservato in termini non conflittuali, ma complementari, due versanti che sembrano incompatibili sono interdipendenti l’uno dall’altro, rappresentano due facce della stessa medaglia, frutto del medesimo impegno conoscitivo dell’Uomo. Agathos, toscano di adozione, non prende spunto dagli illustri suoi conterranei rinascimentali, non si fa influenzare dalla loro potenza ed assordante presenza, ma corre libero ed originale per la sua strada. L’artista usa il colore in chiave espressiva e psicologica. Il suo stile viene enfatizzato da una tavolozza accesa, febbrile, dalla stesura impetuosa di pennellate pastose. Tutto ciò confluisce in opere cariche di emotività e profondità interiore.

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Nel linguaggio artistico di Agathos si rivela una sorta di soggettivizzazionedella scienza matematica che per l’Autore, docente e studioso della materia, fornisce le leggi e la loro sintassi regolatrice dell’Universo, ma è l’Uomo che ha il potere di collocare gli enti matematici nel suo mondo soggettivo che diviene così perfettamente completo. Così come la dimensione degli spazi non è altro che mera percezione umana e non stato oggettivo: l’Universo di Agathos èdunque un ‘Universo Adimensionale’. Dopo aver perso tempo a raccontare la morte dell’arte nel secolo scorso, pensando che tutto fosse già stato detto, fatto, pensato e scritto, Agathos si propone nel doppio mondo della scienza e dell’arte in modo prorompente, quasi a destabilizzare uno stato consolidato di comode certezze.

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La Minimal Art è la principale tendenza che negli anni Sessanta fu protagonista del radicale cambiamento del clima artistico, caratterizzata da un processo di riduzione della realtà, dall'antiespressività, dall'impersonalità, dalla freddezza emozionale, dall'enfasi sull'oggettualità e fisicità dell'opera, dalla riduzione alle strutture elementari geometriche.Il termine fu coniato nel 1965 dal filosofo dell’arte inglese Richard Wollheimnell'articolo intitolato, appunto, Minimal Art,all'interno della rivista ArtsMagazine. Egli parla di "riduzione minimale", ma nel senso del contenuto artistico, relativamente a lavori dove entrano in gioco oggetti al limite indistinguibili dalla realtà quotidiana, oppure forme ed immagini con valenze anonime e impersonali, citando da un lato i ready made di Duchamp che sono un punto di riferimento fondamentale per quello che riguarda la componente concettuale di ogni operazione riduzionista e dall'altro Reinhardt, dal quale trae l'aspetto relativo alla riduzione purista della pittura e la sua concezione dell’”arte per l’arte", tesa all'eliminazione di tutto ciò che viene percepito come essenziale.

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Il minimalismo nelle arti plastiche Museo dell'arte di Bregenz di Peter Zumthar , esempio di architettura minimalista

I lavori sono costituiti da grandi volumi geometrici, da unità elementari primarie, monolitiche, con forme cubiche, rettangolari e simili, da elementi organizzati in strutture aperte e sequenze seriali; i materiali utilizzati sono di tipo industriale ed edilizio (pannelli di legno, lastre di metallo, formica, plexiglas, vetro, mattoni, travi, tubi fluorescenti al neon) strettamente connessi alla forma e ai colori che coincidono con quelli del materiale stesso oppure si riducono al bianco e al grigio; l'installazione degli elementi sul pavimento o sulle pareti è in diretto rapporto con lo spazio espositivo in modo da coinvolgerlo come componente stessa del lavoro artistico: all'assenza, o riduzione minimale delle relazioni interne, si contrappone l'esperienza delle relazioni esterne fra spazio e oggetti. Spesso le opere sono realizzate attraverso procedimenti industriali, a scapito dell'artigianalità. L'esecuzione è sottratta alla mano dell'artista e affidata alla precisione dello strumento meccanico.

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Sono considerati come i protagonisti della Minimal Art americana Carl Andre, Dan Flavin, Donald Judd, Sol Lewitt, Robert Morris, con sculture articolate per lo più in installazioni ambientali; dall'altro lato Frank Stella, Robert Ryman, Agnes Martin, e, come precursori riconosciuti nel campo della pittura, BarnettNewman (quadri caratterizzati da grandi campiture di colore che si espandono in modo uniforme sulla superficie della tela, scandite soltanto da qualche banda verticale di altro colore),Robert Rauschenberg (White Paintings): tele assolutamente bianche allo stesso tempo concettuali e minimalistiche) e Reinhardt.

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•Carl Andre nelle sue opere utilizza materiali prefabbricati (mattoni, travi da costruzione, lastre metalliche) e mette in atto procedimenti di costruzione e combinazione primari e seriali ripetibili da chiunque in modo da annullare ogni differenza tra operatività artistica e intervento comune. L'intenzione è quella di creare le condizioni per una rinnovata esperienza degli elementi costruttivi primari, sia per quanto riguarda la loro presenza fisica, sia per la loro collocazione nello spazio; ed è anche quella di definire il senso della scultura a partire da riflessioni su aspetti fondamentali quali la verticalità e l'orizzontalità, il peso e la gravità, il rapporto tra forma e materia, lo spazio dell'opera come installazione site specific .

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I primi lavori sono Exercise, piccole sculture in legno con variazioni sulle differenti tecniche di taglio; si rende poi conto che le travi di legno sono meglio in sé, senza interventi. Realizza così la Element Series, costruzioni dove grosse travi di legno, da una a quattro, vengono usate per combinazioni semplici che occupano lo spazio, che per lui consistono in dei veri e propri tagli nello spazio. Nel 1966-67 installa Equivalents, otto strutture rettangolari, ciascuna con 120 mattoni in differenti combinazioni e Cuts, dove tutto il pavimento è ricoperto, salvo otto rettangoli vuoti, intesi come sculture negative. Dal 1968 inizia a realizzare le sue sculture-pavimenti usando lastre quadrate standard di vari materiali; la scultura si presenta come "pura pavimentalità", come puro luogo-spazio; il fatto che il visitatore possa camminare sopra queste opere esalta una fruizione dell'arte in termini di diretta esperienza sensoriale.

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Dan Flavin, dopo aver realizzato quadri con lampadine elettriche sui bordi,a partire dal 1963, anno in cui colloca sul muro solo un tubo al neon in posizione diagonale (opera dedicata a Brancusi) esegue lavori luminosi fluorescenti che hanno tutti come elemento base tubi al neon a luce bianca o colorata di produzione industriale. Le sue opere sono costituite da combinazioni semplici e seriali di tubi al neon che danno vita a installazioni di spazio-luce di fredda ma intensa suggestività.

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Donald Judd è forse il più freddo e rigoroso degli artisti minimali. Le sue opere sono strutture tridimensionali elementari geometriche, principalmente rettangolari, per lo più organizzate nello spazio come moduli seriali, in sequenze semplici o in progressione geometrica, con una ritmata scansione tra pieni e i vuoti con una particolare accentuazione percettiva di quest'ultimi, realizzate con materiali di tipo industriale; colori, superfici e volumi sono strettamente connessi all'identità del lavoro in modo da rafforzare l'attenzione sull'oggettualità delle strutture, autonome e allo stesso tempo coerenti alla logica unitaria dell'insieme. Fondamentale è il rapporto a lungo studiato con lo spazio esterno. Giustificata è sia la scelta del tridimensionale, dato che Judd ritiene che non sia possibile annullare del tutto l'illusionismo spaziale, sia la decisione di far realizzare i lavori con procedimenti e tecniche industriali, per raggiungere la massima impersonalità e precisione nell'esecuzine.A partire dal 1964 produce grandi scatole di ferro e altri metalli, come pezzi unici o sequenze installate orizzontali sul pavimento o verticali sul muro.

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•Sol Lewitt è protagonista della Minimal Art" ma anche della Conceptual Art . Egli progetta infatti schemi di carattere sistematico seriale, la cui realizzazione è importante, ma relativamente secondaria rispetto alla concezione, tanto da potere essere affidata ad assistenti esecutori. Nei primi anni sessanta del Novecento Lewitt realizza dei dipinti tridimensionali, dei rilievi e delle costruzioni con volumi regolari, tra cui le strutture a forma di ziggurrat

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Dal 1965 decide di ridurre il suo linguaggio formale solo al quadrato e al cubo e al colore bianco, le sue costruzioni in legno o metallo. Il sistema generativo di queste strutture modulari cubiche aperte è semplice: lo scopo è di incentrare l'attenzione su di esse in quanto arte e non dimostrazioni matematiche. Nel 1968 pubblica la Drawing Series I, II, III, IV. Questo tipo di serie viene poi realizzato direttamente sulle pareti degli spazi espositivi dando vita ai WallDrawings.

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Robert Morris è protagonista della Minimal Art, ma anche, dal 1967, del suo superamento in chiave Antiform.Lavora inizialmente sul rapporto esistente tra oggetto, spazio e spettatore realizzando nel 1961 Passegeway, un lungo tunnel curvo e stretto e Column, un lungo parallelepipedo in compensato tinto di grigio. Nello stesso anno, influenzato dalla componente concettuale duchampiana, realizza Box withthe sound of its own making, una scatola cubica di legno, con all'interno un registratore che trasmette i rumori registrati durante la fabbricazione della scatola stessa..

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Egli produce però, per la maggior parte, elementi volumetrici che sembrano grossi oggetti di fabbricazione industriale, dove però l'apparente regolaritàgeometrica è messa in crisi da piccoli interventi irregolari, come un angoloarrotondato, un'inclinazione non ortogonale di un lato, ecc. Nel 1964 all'interno della Green Gallery mostra una serie di poliedri in compensato grigio le cui forme hanno una specifica relazione con le pareti, il soffitto, gli angoli e il pavimento, creando un'opera ambientale. Nel 1966, dello stesso materiale, sono le L-Beams, strutture a forma di L che, pur essendo uguali tra loro, si presentano come sculture diverse solo per il fatto di essere collocate in posizioni differenti.

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Il contesto culturale in cui si poté sviluppare il minimalismo ha i suoi prodromi dell'emancipazione dall'arte europea nell'astrattismo americano del dopoguerra. Artisti come Jackson Pollock, BarnettNewman, Mark Rothkorealizzarono in quel periodo opere astratte che segnarono un netto cambiamento nella produzione artistica statunitense e nel modo di concepire e percepire la pittura. Anche la critica dovette in quegli anni formarsi e sviluppare delle nuove categorie interpretative per l'analisi delle opere.

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L'artista rank Stella ebbe una rilevante importanza per lo sviluppo del minimalismo. Egli dipinse alla fine degli 50 i Black Paintings, dei quadri privi di cornice consistenti in strisce nere parallele divise da sottili linee bianche. La sua intenzione è quella di elaborare una nuova pittura, impersonale, di carattere oggettuale, di impatto diretto, il cui processo di realizzazione risulti evidente a prima vista, in assoluta opposizione a quella espressionista astratta. Egli arriva ad annullare ogni relazione interna ed esterna adottando schemi concentrici, simmetrici e ripetitivi nella stesura delle strisce nere sulla tela, dipinte con un grosso pennello da decoratore; la configurazione ripetitiva rettilinea o diagonale segue la forma della tela e la larghezza della striscia coincide con lo spessore del telaio; vi è una sostanziale identità tra rappresentazione e supporto. A partire dal 1960-61 incomincia a realizzare tele sagomate in cui la forma del supporto assume configurazionigeometriche variate. Successivamente entrano in gioco elementi curvilinei, colori vari e anche effetti ottici.

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Su Caravaggio

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Pittura in architettura

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Anche le opere di Jasper Johns sono da considerare come influenti per la formazione culturale del minimalismo. Egli introdusse nei suoi dipinti degli oggetti per affermare la negazione della soggettività dell'artista e della sua vanità. Vi fu nelle intenzione dell'artista una tensione ad un'arte impersonale espressa al limite tra pittura e scultura, tra pittura e oggetto.In ultimo, è degna di nota la produzione degli italiani Manzoni, capofila del movimento in Italia e massimo teorizzatore, e Piacentino, con le sue installazioni.

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