Letteratura Artistica o Storia Della Critica d'Arte

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Modulo 1 La sfiducia nella parola cresce come l’inflazione. Quando più se ne abusa in dibattiti, in tavole rotonde, in fiumi silenziosi di carta stampata, tanto meno le si crede. Ci si aspetta tanto poco dalla parola. Che essa finisce quasi sempre per darloGiuseppe Pontiggia, Il giardino delle esperidi , 2005 La verità dei nomi tocca il problema della definizione unitaria oltre le autodefinizioni dei diversi movimenti di questo secolo”. Franco Barnabei, Percorsi della critica d’arte, 1995 Ben Vautier Letteratura artistica o Storia della critica d’arte La disciplina è designata con termini diversi che in genere si riconducono a testi che hanno dato origine a questo indirizzo di studi. In particolare “letteratura artistica” o “storia della critica d’arte” hanno come riferimento la Künstliteratur di Julius von Schlosser, pubblicato nel 1924, e l’History of Art Criticism di Lionello Venturi del 1926 e sono ancora i termini di riferimento di Luigi Grassi (1990), l’attuale decano della disciplina in Italia e autore di un dizionario della critica d’arte. J. von Schlosser presenta la letteratura artistica non come storia, ma come repertorio ordinato cronologicamente delle fonti, dei documenti scritti relativi alle opere d’arte figurative, infatti prevale l’illustrazione dei testi sull’inquadramento storico critico. Il suo lavoro aveva un impianto erudito e filologico con l’interesse di fornire un indice ragionato degli scritti d’arte, delle opere, dei trattati, delle guide con una breve esposizione delle dottrine e delle informazioni presenti in questi scritti. Il contatto con la filosofia neo-idealistica di Benedetto Croce, lo spinge a scrivere un secondo trattato più snello in cui traccia le linee di una vicenda unitaria, Sull’antica storiografia italiana dell’arte(1925), e la storia è intesa come il luogo nel quale si svela la verità in forma

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  • Modulo 1

    La sfiducia nella parola cresce come linflazione. Quando pi se ne abusa in dibattiti, in

    tavole rotonde, in fiumi silenziosi di carta stampata, tanto meno le si crede. Ci si aspetta

    tanto poco dalla parola. Che essa finisce quasi sempre per darlo

    Giuseppe Pontiggia, Il giardino delle esperidi , 2005

    La verit dei nomi tocca il problema della definizione unitaria oltre le autodefinizioni dei

    diversi movimenti di questo secolo.

    Franco Barnabei, Percorsi della critica darte, 1995

    Ben Vautier Letteratura artistica o Storia della critica darte

    La disciplina designata con termini diversi che in genere si riconducono a testi che hanno

    dato origine a questo indirizzo di studi. In particolare letteratura artistica o storia della

    critica darte hanno come riferimento la Knstliteratur di Julius von Schlosser, pubblicato nel

    1924, e lHistory of Art Criticism di Lionello Venturi del 1926 e sono ancora i termini di

    riferimento di Luigi Grassi (1990), lattuale decano della disciplina in Italia e autore di un

    dizionario della critica darte.

    J. von Schlosser presenta la letteratura artistica non come storia, ma come repertorio

    ordinato cronologicamente delle fonti, dei documenti scritti relativi alle opere darte figurative,

    infatti prevale lillustrazione dei testi sullinquadramento storico critico. Il suo lavoro aveva un

    impianto erudito e filologico con linteresse di fornire un indice ragionato degli scritti darte,

    delle opere, dei trattati, delle guide con una breve esposizione delle dottrine e delle

    informazioni presenti in questi scritti.

    Il contatto con la filosofia neo-idealistica di Benedetto Croce, lo spinge a scrivere un secondo

    trattato pi snello in cui traccia le linee di una vicenda unitaria, Sullantica storiografia italiana

    dellarte(1925), e la storia intesa come il luogo nel quale si svela la verit in forma

  • consapevole rispetto alle formulazioni dogmatiche. Per Schlosser si tratta di mettere in ordine

    i testi, trattati, commenti, descrizioni, testimonianze, documenti, contratti, programmi che

    riguardano le arti figurative o raggrupparli secondo una certa tipologia con un impegno

    documentario.

    Venturi: nella storia della critica darte intende trovare un senso nellevoluzione del

    pensiero sullarte collegato con le diverse circostanze storiche; i testi, le fonti vengono

    subordinati al disegno dinsieme per comporre un veloce quadro della cultura estetica

    occidentale con diretto riferimento alla letteratura relativa alle arti figurative proiettate verso

    soluzioni e scelte del presente. Per Venturi si tratta di scegliere i testi pi convenienti ad una

    certa linea di pensiero, scelta che espone al rischio di fornire una griglia valutativa sviante o

    ingannevole. Si tratta di sapere in realt di che cosa si va facendo la storia, se le diverse

    denominazioni si riferiscono allo stesso oggetto, quale sia latteggiamento adottato di fronte

    alleterogeneit dei materiali storici o semplicemente documentari, quali i problemi dati da

    soluzioni espositive e la scelta dei criteri di organizzazione.

    Numerose e diverse per intenzioni, spessore, accuratezza filologica e lingua sono le raccolte di

    scritti, di brani, di trattati, di testimonianze, pareri o giudizi, lettere, manifesti di poetica di

    artisti o di movimenti che esibiscono il corpo vivo su cui discutere e sono funzionali al

    progetto unitario di documentare la temperatura del dibattito sulle arti in un certo periodo

    Paola Barocchi un esempio celebre, ha pubblicato, nella loro interezza, un gruppo di

    trattati cinquecenteschi (1960), ordinati, storicizzati attraverso introduzioni appropriate,

    forniti di apparato filologico, note al testo e commenti interni. Pi avanti pubblica unantologia

    di brani di autori diversi, alcuni di non specialisti, raccolti con criterio tematico sul cinquecento

    (Scritti darte del Cinquecento,1971) e prosegue con analogo criterio per l ottocento e il

    novecento (Testimonianze e polemiche figurative in Italia,1972 e Storia moderna dellarte in

    Italia,1990).

    Chi utilizza unantologia cos ordinata si trova costretto a seguire la griglia valutativa

    dellautore e non libero di usare in completa libert il testo come per un trattato originale.

    In una prospetttiva analoga la raccolta di scritti di Elizabeth G. Holt (Storia documentaria

    dellarte,1957-1958) in cui sono presenti scritti dal Medioevo al Settecento, in una prospettiva

    europea.

    Roberto Salvini (La critica darte moderna,1949) realizza unantologia della pura visibilit e

    del formalismo compiendo un aggiornamento della cultura italiana dellepoca.

    Creighton Gilbert (Larte del quattrocento nelle testimonianze coeve,1988) pubblica

    unantologia in cui si mettono in luce i rapporti dellarte con la vita sociale che la circonda,

    riservata ai contratti, alle trattative e alle relazioni con i committenti, i testamenti, pieno di

    notizie ghiotte e stimolanti. Il materiale raccolto sembra studiare la libert dellartista sul

    piano iconografico e sul piano stilistico e accertarsi della sua personale cultura in conseguenza

    della dipendenza da signori e principi p o meno esigenti.

    Solitamente dibattiti e trattati servono allaccertamento delle qualit delle arti, della loro

    interna connessione e valutabilit.

  • In queste antologie la natura degli oggetti raggruppata varia e anche disomogenea e risulta

    problematico identificare in un unico termine ci che stato definito variamente Storia

    dellarte , critica darte, letteratura artistica. Le differenti denominazioni Letteratura artistica,

    Critica darte, Storia dellarte sono tali per motivi programmatici o casuali?

    Letteratura artistica un termine relativamente generico che in Schlosser

    giustifica unimpegno documentario pi che storico, un ventaglio di testimonianze e

    notizie dal quale ritagliare il campo della critica, contrapposta a critica darte perch

    meno direttamente rivolta al giudizio. Si differenzia dalla storia della critica darte ove si

    intenda riservarle un compito specifico di analisi filologica e edizione critica dei testi

    (F.Bernabei, 2005)

    Comprende anche la prosa di critici di particolare qualit, con lo scopo preciso di rendere

    presenti le qualit dellopera figurativa a cui dedicata, come Marco Boschini (1613-78),

    Luigi Lanzi (1731-1810), Roberto Longhi (1890-1970).

    Bisogna tenere sempre presente che a partire dalla fine del Settecento la storia dellarte volle

    chiudere la scissione tra storia e critica dichiarando che non poteva esistere storia che non

    fosse critica: cio valutazione qualitativa di opere, personaggi, scuole, per lindividuazione

    della loro originalit e del loro stesso sviluppo, ma, nello stesso tempo, non poteva sussistere

    critica tale da prescindere dalla comprensione e collocazione storica degli eventi studiati.

    Critica darte e Storia della critica darte

    Tra una trattazione biografica cio personalizzata e una prevalentemente problematica,

    sembra non esserci opposizione a prima vista per lidentit del materiale e per la vicinanza del

    metodo, perch incomprensibile una storia dellarte che non proceda con metodo valutativo

    nei confronti di artisti, movimenti, periodi in quanto deve conoscere esattamente il proprio

    oggetto che viene identificato solo criticamente, una critica a sua volta deve avere

    orientamento e riferimento storico per non cadere in un dogmatismo valutativo, di natura

    arbitraria per il pensiero attuale.

    La storia dellarte ha compiti prevalentemente ricostruttivi, con intenti documentari e deve

    usare il giudizio in modo subordinato, la critica dellopera o dellartista pu mettere da parte

    la resposabilit informativa generale pu dedicarsi ad un giudizio presunto uiversale e ad una

    lettura intrinseca, ma una separazione assoluta non possibile.

    La conflittualit tra critica e storia riguarda soprattutto la cultura italiana, per polemiche

    antiventuriane.

    Venturi identific il compito della disciplina nella storia del giudizo artistico sulle opere

    escludendo dalla trattazione tutta la quantit di notizie e eventi che non rientrassero in quella

    dimensione valutativa e il giudizo era immediato, puntuale , un giudizio di qualit basato su di

    un rapporto puro, intuitivo fra il critico e lopera che crea difficolt nella relazione fra latto del

    giudizio e il suo inserimento in una connessione temporale. Credette di appoggiare la storicit

    di cui sentiva bisogno su qualche cosa che fosse collegato al giudizio, ma sottratta alla sua

    immediatezza puntuale, usa a questo scopo la nozione di gusto, come terreno di cultura delle

  • opere e delle loro valutazioni, in collegamento fra prodotto e giudizio, fra questo atto ristretto

    e la vita spiritule dellepoca. Cerca un modello di storicizzazione risolutore dellinconciliabilit

    dei due mondi, reinserendo larte nella vita sociale e collegandola con una cultura nella quale

    trova le sue motivazioni nel riferire lastratta purezza del giudizio a questa cultura. Tante

    risultano le contraddizioni, contesta gli idealisti accusato di compromesso, i sucessori marxisti

    accusati di idealismo, gli storici dellarte puri per il racconto di vicende che poco riguardavano

    le caratteristiche essenziali della disciplna. La sua trattazine va conservato per lagilit, che

    non va a scapito della completezza, non annulla la dualit tra storia e critica, che uno dei

    punti cruciali su cui si realizza lunit, il senso, e porta direttamente attenzione alla disciplina.

    Gli storici dellarte di ambito tedesco, dove tradizionale labitudine alla discussione

    metodologica sulla disciplina hanno avuto momenti di autoriflessione e di analisi metodica che

    ha prodotto reazioni positive per la storia della critica; lanalisi delle sue strutture, del suo

    linguaggio pu trovare nel passato forme di pensiero e di interpretazioni analoghe anche

    contrarie , ma chiamate in causa dai nuovi sistemi.

    Tra loro Hans Tieze, discepolo di Alois Riegle(1858-1905) e Franz Wickhoff(1853-

    1909), studiosi della Scuola di Vienna, cos denominata da J. Von Schlosser, che scrisse

    Methode der Kunstgeschichte(1913), un altro, studioso di Riegle, Otto Pcht(1902-1988),

    con Methodisches zur kunsthistorischen Praxis(1977).

    Questo modo di rapportasi al mestiere dello storico dellarte cos indicato da Pcht

    chiunque sa per antica esperienza che la maggior o minore riuscita del nostro impegno di

    ricerca dipende, in misura spesso considerevole, dai nostri organi di ricezione psicofisica e

    dallarmamentario concettuale con cui ci accostiamo ai fenomeni in questione. Ci vero in

    modo particolare per la comprensione dei fenomeni musicali e figurativi, la cui fruizione

    immediata tende a eludere il controllo razionale, pur costituendo a un tempo il presupposto

    elementare di qualsiasi lavoro critico. Si pone il compito primario di individuare gli strumenti e

    i metodi pi adeguati , per affinare i nostri organi di ricezione e se vero che questi strumenti

    e metodi non si possono dedurre in astratto ma solo sul terreno concreto dellempiria sar

    necessario anche un atteggiamento di tipo riflesssivo: dovremo rivolgere lo sguardo al tempo

    stesso su di noi cio sullosservatore, e sulloggetto, cio lopera darte (O.Pcht, Metodi e

    prassi nella storia dellarte, 1994).

    Le produzioni di quellarea tedesca, presentando analiticamente la storia dellarte, elaborano

    una rete concettuale che provoca stimoli di riflessione naturalmente trasferibili alla

    campionatura passata e capace di ricomporre il quadro con ulteriori articolazioni, la

    disciplina si articola secondo vari aspetti, trattati da diversi autori, con laccertamento degli

    oggetti delle varie arti, i loro materiali, localizzazione, periodizzazione, identificazione, analisi

    formalistica, iconografica, ermeneutica, semiotica, psicologica, il punto di vista sociale, quello

    dellosservatore e cos via.

    In Italia dalla seconda met dellOttocento, il periodo in cui si situa la nascita di una vera

    professione storico-critica, li vede con sospetto, ma daltra parte saranno pi tardi ripresi per

    influsso dellarte contemporanea. Riflessioni sul metodo della propria attivit sono di Argan,

  • Ragghianti, Bettini, Salvini e altri, in particolare C. Brandi (Scritti sullarte contemporanea,

    1976) che affida nel dopoguerra alla forma preziosa del dialogo una sorta di sistema delle

    arti, delle prospettive estetiche ispirate ad una fenomenologia delle forme espressive,

    allepoca rara.

    Produce reazioni positive il momento di autoriflessione, lanalisi delle sue strutture ritrova nel

    passato forme di interpretazine e di pensiero analoghe. Ad es. W. Benjamin nel saggio sul

    dramma del barocco tedesco rispolvera la nozione del concetto di allegoria misurandola in

    rapporto con la produzione odierna.

    Questa articolazione fornisce strumenti di metodo comparati per lattuale ricerca, punti di

    vista differenziati per la valutazione dellopera, si presta ad essere ricondotta al passata

    di cui viene ad offrire una sorta di schermo interpretativo, secondo il criterio di unit

    necessario alla storia.

    Storia della critica darte

    La mappa dei percorsi della disciplina virtualmente inesauribile, i materiali in cui ci si

    imbatte sono eterogenei, si tratta di antologie fornite dai vari studiosi, la corrispondenza di

    artisti fra loro e con committenti e letterati, gli stessi documenti e le fonti su cui si basa

    possono essere rivalutate o dimenticate; per lorganizzazione di questo vasto materiale

    fornisce un orientamento la Enciclopedia universale dellarte che lo divide in tre voci la

    trattatistica, la storiografia, la critica darte, modello che ha un carattere elastico privo di

    separatezze, condiviso da Bernabei, in una finzione schematica che riconosce delle

    caratteristiche generali e tre diverse funzioni che non sacrificano la concretezza, lautonomia,

    loriginalit dei singoli testi.

    Questa identificazione astratta, questa finzione schematica serve a definire una specie di

    modello le cui caratteristiche generali permettono di articolare la variet dei testi e le

    connessioni multiple con le opere darte cui essi si riferiscono. Lacquisizione dei documenti,

    delle fonti su cui si basa la mappa dei percorsi della disciplina virtualmente inesauribile

    perch un nuovo metodo critico, una nuova proposta storiografca esibisce nuovi oggetti di

    ricerca, rivalutando testimonianze trascurate.

    Consente di individuare linee di forza relativamente indipendenti, se pur strettamente

    intrecciate, i tre filoni si definiscono reciprocamente, perch ognuno ha ripercorso la strda

    dellaltro, inconsapevolmente, in modo pi rispondente ai propri fini:

    c stata storiografia nella trattatistica per laspetto desemplarit rivestito dagli artisti o dalle

    scuole - c stata storiografia nella critica quando si rivolta al passato alla ricerca delle

    relazioni, connessioni, influenze, confronti utili alla formulazione del giudizio - c stato

    giudizio nella trattatistica nelle intenzioni normative, nelle valutazioni qualitative e nelle

    narrazioni di vicende personali o collettive Si rivalano come fonti o mezzi di informazione

    pi o meno immediati e veritieri, rispetto allatteggiamento che gli uomini hanno manifestato,

    nel corso dei secoli, nei confronti delle opere darte figurative, delle arti in se stesse, e degli

    artisti come loro rappresentanti. ( F.Bernabe,Percorsi della critica darte, 1995).

  • Gli atteggiamenti che gli scritti rivelano, quale tipo di interesse documentano e manifestano

    render pi facile il classificarne le intenzioni e attribuirvi un significato pi rispondente, in

    realt la storia della critica darte si occupa di tutte le fonti letterarie relative alle arti

    della visione classificabili in Storia dellarte , critica darte, letteratura artistica.

    Il materiale letterario o articolazione dei segni verbali, viene usato per una elaborazione

    storica delle opinioni e dei comportamenti, ma per qualsiaisi operazione storicizzante non

    sufficiente un confronto diacronico con scritti che seguono o che precedono, ma ne rivela uno

    sincronico che sta sullo sfondo, con due fondamentali campi di significazione il silenzio e

    linsieme dei sistemi non verbali.

    Lordine verbale indispensabile per la trasmissione di cultura, ma la sua priorit

    fieramente combattuta nel campo artistico che rivendica per s la forza delle

    immagini e questo motivo costituisce un filo conduttore dellautocoscienza culturale

    degli artisti e dei teorici che erano loro pi vicini.

    Le reticenze delle fonti, largomento e silentio nelle ricostruzioni delle vicende dellarte,

    spesso istruttivo, e cos lassenza di singoli personaggi, di categorie in genere e di interi

    periodi storici. Si tratta di identificare anche per questa via negativa il gusto, introdotto in

    campo critico da Lionello Venturi, che sta intorno alle opere darte, ne determina

    lapprezzamento e gioca un importantissimo ruolo pubblico. Il gusto, una delle pi ovvie e

    opportune cornici sociali e culturali, presente nel gioco fessibile della moda,

    nellarredamento, nellillustrazione documentaria delle opere, nella storia del collezionismo.

    Le richieste sociali vengono a costituire il senso stesso della ricezione, del consumo delle arti,

    sono motivi capaci di caratterizzare la struttura e la logica intrinseca delle diverse espressioni

    artistiche (H. Dilly, Kunstgeschichte als Institution, 1979) . I motivi capaci di caratterizzare la

    struttura e la logica intrinseca delle diverse espressioni. emergono dalle organizzazioni sociali

    in cui si venne incanalando in Europa linteresse per le arti - scuole, accademie, insegnamento

    universitario, societ di amatori, collezionismo, musei, classificazioni enciclopediche delle arti

    e della critica.

    Le discussioni metodologiche, le necessarie relazioni interdisciplinari possono essere inserite

    in un tessuto civile riccamente motivante, come stimolo alle riflessioni e capace di introdurre

    elementi nuovi per una dialettica del significato.

    Arte: forma sine nomine disegno belle arti generi figura arte figurativa arte visiva

    Il termine arte determina le modalit dazione della storia e della critica, ne il principio

    ispiratore e simultaneamenete il prodotto di essa e quindi da definire.

    Lionello Venturi ( Per il nome di arte,1929) metteva in luce le diverse denominazioni

    assunte nel tempo dalle attivit formali, rendendosi conto che le variazioni lessicali

    corrispondono a profondi differenze teoriche e pratiche, a mutamenti di campo anche

    sostanziali, in un gioco di inclusioni e di esclusioni di ci che deve essere compreso o meno

    fra le arti in parola, non cambiano solo agli abiti o divise, ma cambiano i corpi che stanno

    sotto. Sono da tenere presenti le classificazioni delle arti, le relazioni delluna con

  • laltra, cio il laboratorio critico che il linguaggio delle descrizioni e delle

    valutazioni comparate.

    Forma sine nomine:

    - In greco , latino ars si riferisce ad una produzione artigianale, nella quale si mette in

    rilievo la capacit di chi agisce, una certa logica produttiva che non esclude trasmissibilit e

    apprendimento, non ha nulla a che vedere con il significato moderno e la valenza estetica che

    noi vi annettiamo poco presente ( Platone privilegia la semplice produzione di oggetti il

    falegname che produce un letto- rispetto alla produzione mimetica di un artista), non esiste

    una categoria generale artistica, che comprenda sotto di s un ventaglio di attivit

    diversificate dai mezzi di comunicazione. Gli antichi avevano un metro di riferimento diverso

    dal nostro: manca un nome generale per lattivit artistica complessiva, e un nome per

    quella connessa con la funzione visiva in generale, alla quale nella civilt classica va

    riconosciuta una forza conoscitiva eccezionale, documentata dalla storia delle forme plastiche,

    e confermata da derivazione dal linguaggio filosofico come i termini platonici e ,

    legato al vedere.

    - In greco significava pittura, un nome definito, si richiama alla delineazione e induce

    ad analogia con la scrittura,

    - il latino pictura da ricondurre alla simulazione per immagini, nella zona dattrazione della

    finzione (pingo-fingo),

    - sculptura subisce oscillazioni a seconda del materiale usato, sculptura-pietra, statuaria-

    creta, plastice o toreutica-metallo, nel mondo antico, dove pi forti sono altri sistemi di

    relazione manca un nome generale; quello che si raccoglie intorno al concetto di bello

    travalica il campo artistico e tocca la natura e il suo ordine, quello etico che analizza le

    attivit in rapporto a funzioni dellanima e a dimensioni specifiche dellagire.

    Il mondo medievale addirittura manca del nome generale e i sistemi di riferimento per le

    arti della visione si ritrovano nelle dottrine teologiche o cosmologiche, nei rapporti fra bello

    visibile e bello invisibile, nelle classificazioni enciclopediche frequenti e significative.

    Disegno il termine generale che per primo fa la sua comparsa ufficiale, con motivazioni

    ricche e durature, nel rinascimento con arti del disegno. Si trovano le premesse in

    Cennino Cennini, El fondamento dellarte, e di tutti questi lavorii di mano il principio, il

    disegno e l colorire ( C.Cennini, Il libro dellarte, 1370), ma viene utilizzato pienamente solo

    p tardi. Sotto questa sigla stanno scultura, pittura, architettura, le arti maggiori e le arti

    minori cos dette.

    Porre il disegno a fondamento delle tre arti maggiori e delle minori insieme significa rilevarne

    lo spessore e lalone semantico per farne emergere le reti di riferimenti, il quadro concettuale,

    i sottintesi non meno significativi (L.Grassi 1974 ). Significa:

    - riconoscere un principio unitario comune a una serie di attivit indipendentemente da fattori

    di variazione subordinati o commisurati ad esso,

    - considerarlo frutto di una condizione essenziale della natura umana,

    - presumere esigenze di comportamenti qualificati in quanto investe certe capacit,

  • - determinare dei criteri di valutazione in quanto la qualit dei prodotti sar giudicata per la

    pertinenza e fedelt a quel principio disegnativo che ne costituisce la pi forte motivazione di

    identit sociale e di distinzione professionale.

    Laspetto storico rende chiaro che il nome arte del disegno intende segnare una distanza

    dalle attivit meccaniche e conseguire un risultato indipendentemente dal sussidio della

    parola. Si tratta di un principio unitario, preliminare, una forza motivante che ne mette in

    luce laspetto non pratico non empirico da non confondere con gli strumenti materiali - il

    disegno operazione della mente pi che della mano, ed identificabile nella prospettiva

    plastico lineare dellAlberti, nella definizione dellorganismo naturale da parte della linea di

    Leonardo, nella tensione smaterializzante di Michelangelo.

    Michelangelo Buonarroti, Madonna con bambino, 1525 c,. matita nera, matita rossa, biacca e inchistro, 541x396 mm, Casa Buonarroti, Firenze. Leon Battista Alberti, locchio alato, emblema albertiano, 1450 c,. Biblioteca nazionale centrale, Firenze. Leonardo, Mischia di combattenti a cavallo e studi di pedoni, 1503-1504, penna, inchiostro marrone e nero, carta imbrunita, 160x152mm, Gallerie dellAccademia, Venezia.

    Lattenzione si sposta verso un impegno conoscitivo e etico di natura superiore, lartista

    intende intervenire in modo autonomo e autorevole sul mondo naturale, ordinandolo e

    organizzandolo con originalit, le tradizionali valutazioni legate alla bravura della manualit

    vengono ridotte e cos cade il principio di una mimesi stupefacente e un adattamento servile

    alle potenze della natura. Esemplificativo anche un passo di Benvenuto Cellini in una lettera

    a M. Benedetto Varchi vi accordo , e dico come sopra, che la scultura madre di tutte larti

    dove interviene disegno; e a quello che sar valente scultore e di buona maniera, sar

    facilissimo lesser buon prospettivo e architetto, maggior pittore, pi che a quelli che bene non

    posseggono la scultura (E. G. Holt, Storia documentaria dellarte, 1972.

    La parola intrattiene con le forme visive una contrastata e lunghissima relazione di cui si trova

    traccia nelllintero percorso della critica darte, dovuta a ragioni sociali di liberarsi da parte

    degli artisiti visuali da una sudditanza nei confronti di poeti e letterati, che in et umanistica

    erano stati loro tutori sempre meno tollerati con landar del tempo.

  • Il termine riconduce ad una parit originaria con la parola ,si riconosce laspetto

    intellettuale, progettuale dellattivit cos definita, spostando laccento dalla dichiarativit,

    capacit di dire e raccontare, che in un primo momento era stata invocata per fare della

    pittura unarte liberale.

    Lantica parificazione tra pittura e poesia sulla quale si era assestata una prima relazione fra

    le arti viene contestata quando le caratteristiche del disegno accampano diritti e competenze

    speciali. Leonardo rappresenta il caso esemplare nella violenta polemica contro i letterati,

    centrata sulla lucida condanna del sapere astratto e inconsistente delle parole a confronto

    della forza immediata di penetrazione nella natura da parte del disegno, in un suo passo si

    legge Per fingere parole la poesia supera la pittura, e per fingere fatti la pittura supera la

    poesia, e quella proporzione ch da fatti alle parole, tal dalla pittura ad essa poesia, perch

    i fatti sono subieto dellocchio, e le parole subieto dellorecchio, e cos li sensi hanno la

    medesima proporzione infra loro, quale hanno lo loro obbietti infra s medesimi; e per questo

    giudico la pittura essere superiore alla poesia (P. Barocchi, Scritti darte del Cinquecento II,

    1978).) Il rapporto con la parola resta insistente e ossessivo nelliconologia del Rinascimento,

    diventa elemento caratterizzante dellulteriore scontro fra pittura e scultura per unire o

    dividere le due attivit.

    Nel periodo successivo permane lattenzione, ma non la tensione del periodo precedente, ad

    esempio, Filippo Baldinucci (1681) parla ancora di arte del disegno secondo la tradizine

    toscana, ma chiama professori coloro che la esercitano.

    belle arti il termine si diffonde alla fine del seicento nellambito delle accademie, istituzioni

    culturali pubbliche, prima francesi poi italiane di derivazione politico-centralizzata che

    sfoceranno nelle moderne organizzazioni statali, nelle Scuole di Belle Arti, tuttora esistenti.

    La bellezza, termine per essenza qualitativo, esige valutazioni estetiche che troveranno

    la loro pienezza in manifestazioni pure, svincolate da elementi pratici e funzionali e costituisce

    il punto dunione delle tre arti maggiori, una bellezza di natura gerarchica, selettiva e

    aristocratica quanto pi sembra rinunciare alla ricchezza conoscitiva.

    La concezione classicista esige una correzione idealizzante della natura, sembra insistere pi

    che sulla capacit, sulla regola, sulla scelta controllata e accortamenete guidata del materiale

    rappresentativo in una tecnica non prevaricante. LIdea la protagonista di questa

    operazione emendante e selettiva (Gian Pietro Bellori, 1672), lidea ripercorre i gradini

    delle gerarchie neoplatoniche rivitalizzate dal Rinascimento, con una intelligente depurazione

    degli aspetti grezzi della realt.

    La chiarezza e la distinzione di ascendenza cartesiana assegnano alle arti un campo definito,

    in parallelo compare un assestamento delle discipline scientifiche, che seguono schemi logici

    non pi riconducibili alla visibilit e portano alla separazione evidente delle funzioni sociali

    rispetto al periodo precedente. La funzione estetica si emancipa rispetto alle altre

    riconoscendo la propria dignit particolare nellambito di un sistema differenziato e multiplo,

    dando luogo ad una stabilt dei valori in confronto di quelli in continuo mutamento delle

    scienze con un richiamo ad un modello classico virtualmente perenne.

  • I generi e la divisone didattica delle discipline artistiche nascon in questo clima. Queste

    classificazioni e distinzioni rigorose, la sistematizzazione per materie - disegno, colore,

    chiaroscuro, costume etc. - in parte razionalmente distribuite, vuole comprendere, con un

    certo eclettismo, tutte le risorse della tecnica finora sperimentate, subordinandole allo scopo

    superiore, senza che nessuna prevalga con virtuosismo prepotente. Si pone uno sbarramento

    nei confronti delle arti minori, si stabiliscono relazioni con la letteratura, per la comune

    partecipazione a tale dimensione estetica, restaurando il vecchio e familiare principio

    connettivo dellimitazione. Motivo dominante di questa concezione il carattere sensibile

    della bellezza (C.Batteux, 1746) la sensibilit e perfino ledonismo sono necessari per

    la definizione del campo in cui regnano emozioni e sentimenti che non trovano pi

    spazio nella ragione (Cartesio tratta con una certa sufficenzza il regno della fantasia

    considerata come parte del mondo dei sensi, lilluminismo invece ne rivendicher i diritti con

    sfumature materialistiche).

    Il Gusto trionfa fino a sostituire la figura del Genio rinascimentale capace di superare le

    regole, e viene inteso come larga disponibilit culturale circolante nella societ, capace

    di apprezzare e promuovere la produzione degli artisti. Un pubblico vasto si fa partecipe

    mostrando attenzione e interesse per larte dando vita ad un mercato diverso da quello

    presupposto dal mecenatismo rinascimentale. Si stabiliscono le condizioni per opporsi, in una

    difesa accanita dello specifico estetico, alle irruzioni del Romanticismo, attraverso un corpus

    razionale di regole, la trasmissibilit didattica e il principio della scomponibilit e

    della classificazione.

    arti figurative la formula riconducibile al movimento settecentesco (Gotthold Ephreim

    Lessing, Laokoon, 1766) a cui si deve la separazione radicale tra le arti della parola e quelle

    della visione, si rompe la vecchia collaborazione tra posis e pictura con laffermazione per cui

    diverse sono le condizioni in cui agisce limmagine -immediatezza, contemporaneit,

    spazialit, rappresentazione diretta-, rispetto a quelle della parola -temporalit, distanza,

    mediatezza ,rappresentazione indiretta- , sposta lattenzione dal fine al mezzo delloperazione

    mimetica.

    Anzi se la rappresentazione visiva si fa concettosa come la parola, diventa pesante allegoria,

    se la parola si fa descrittiva al modo della pittura, diventa pedestre elencazione di dati mal

    accumulati. La figura diventa termine portante della nuova situazione ricollegabile ad una

    tradizione teologica molto solida definita nella pi ricca accezione del termine tedesco Bild e

    riassorbita come formazione o cultura nel pi laico e moderno Bildung (Hans Georg

    Gadamer, 1960). Giulio Carlo Argan (1971) ne ha mostrato il valore esemplare e tipologico

    nel riferimento diretto allambito culturale dellarte neoclassica e in particolare alla statuaria,

    in essa la fiura umana subisce una prmozione essenziale come portatrice di significati intrisi di

    moralit rinnovata.

    La svalutazione dei dati sensibili pi decorativi e discorsivi si accompagna al

    ridimensionamento delle arti minori, altrettanto incapaci di formulare il messaggio solenne e

    nudo che riservato soprattutto alla scultura. La statua e talora anche il quadro, ricerca

  • lessenzialit, rinuncia alla banalit di un racconto estrinseco, alle eleganze esteriori e

    scenografiche della tradizione barocca, alla petulante ricchezza di virtuosismi tecnici e

    mimetici. Concentra la propria azione su unidea di forma quasi kantiana, individua un

    principio dordine sul mondo fenomenico che ne respinge radicalmente la confusione in modo

    pi netto di quanto non accadesse ai correttivi eclettici e tolleranti delle belle arti. David,

    con la sua pittura, dimensiona la bellezza con la significativit e purezza della figura, il

    disegno strumentalizzato ad un fine che lo trascende, per cui la figura assume una

    connotazione simbolica.

    Jacques-Louis David, Il giuramento degli Orazi, 1784-5, olio su ea, 330x425, Louvre , Parigi.

    Coesistono cronologicamente belle arti e arti figurative.

    Il Settecento inaugurando ci che si intende come et contemporanea il momento di

    maggior crisi della nozione tradizionale d arte, quello che anticipa termini e problemi sui

    quali il secolo seguente torner con forza eversiva senza potersene staccare. Anche

    larchitettura convogliata nel mondo della figura che convive con pari diritto con le arti

    sorelle, ma conferma una vocazione che ha sempre avuto di essere esemplare per una societ

    rinnovata, laica e funzionale che esige nuovi riti e nuovi miti.

    Le ricerche del purovisibilismo, riferite soprattutto allarte antica, spazzano via termini come

    figura a cui intrecciata la bellezza anche nel corso dellOttocento, per introdurre espressioni

    come arti visive, in inglese visual, o della visione, in tedesco Sichtbarkeit o arti plastiche

    come nellarea culturale francese e adottate comunemente per le arti contemporanee. In tali

    definizioni caduta ogni valutazione di merito, mancano allusioni alla bellezza che non pi

    un valore sufficiente a raccoglier sotto di s il mondo di significati e stimoli che larte sa

    produrre, mostra la volont di individuare un campo di azione che sembra voler abbracciare

    tutta la totalit dellesperienza radicando larte nella vita oltre la separatezza accademica.

    La figura non pi oggetto privilegiato e la spiegazione immediata pu ritrovarsi nelle

    ricerche che si chiamano appunto non figurative o astratte che pongono fine alla

    rappresentazione. Figura pu valere ancora per le forme geometricamente caratterizzate e

    sopravvive nel linguaggio contemporaneo nel composto configurazione.

  • Wassilj Kandinsky, Primo acquerello astratto, 1910, acquerello e inchiostro su carta, 49,6x64,8 cm, Muse Nationale dArt Moderne, Parigi.

    La caduta del termine sembra doversi spiegare con lo spostamento dellattenzione dalloggetto

    considerato in s, al processo genetico dal quale loggetto discende e alla struttura

    comunicativa nella quale si forma, come elementi deputati alla produzione del significato.

    Lo stesso disegno - design strumento di programmazione, schema di elaborazione, esteso alla

    nozione di progetto non sufficiente per garantire lo spazio dellattivit visiva che fa parte

    dellesperienza fondamentale del soggetto: i Greci ne esaltavano il valore conoscitivo, il

    Medioevo studi lottica dietro suggerimento degli arabi, Alberti teorizz i razzi centrici.

    Ora, in una direzione affermatasi nella cultura conteporanea, viene interpretata come un

    linguaggio, un insieme articolato nel quale collaborano elementi della percezione e

    della memoria, elementi culturali e intellettuali il cui funzionamento complesso

    favorisce ladattamento delluomo al mondo, la sua facolt di giudicarlo esaltando la

    sua possibilit di comunicare insieme con quella di esprimere. Locchio non pi

    separato dal cervello e trova nella lingua un campo di azione analogo e convergente, il

    deposito culturale delle informzioni acquisite, dei modelli assimilati o prodotti, orienta

    significativamente i dati della percezione.

    La divisone delle scienze e tra scienze e arti non ha pi modo di esitere si aprono orizzonti per

    una nuuova collaborazione.

    E una concezione del vedere come esperienza integrale, le arti fanno saltare le gerarchie

    qualitative, le etichette puramente fuzionali: il sogno del Gesamtkunstwerk passa dal

    melodramma wagneriano alle grammatiche visive delle avanguardie dove architettura, pittura

    e scultura si accostano al teatro, alla grafica, allarredamento, nella ricerca di un comune

    modo di progettare la vita. In questo nuovo linguaggio di stimoli, simboli, suggestioni, in

    questa costruzone di segnali e messaggi dellesperienza quotidiana lartista si insediato

    come produttore attivo e pi consapevole degli altri perch di quel linguaggio non solo

    depositario e fruitore ma anche creatore il termine pu aver perso lo smalto romantico,ma

    le illusioni non sono cadute anzi sono state pi prepotenti e totalitarie e radicate che altrove e

    destinate a un sonora caduta quando avevano abbracciato speranze rivoluzionarie e

    programmi di liberazione umana.

  • Questa nuova unit sotto la quale le arti si sono raccolte pu rifiutare la limitazine

    alla visione per cercare un piano di comunicazione ancora pi profondo dove siano

    coinvolti udito e tatto se non olfatto e gusto (F.Bernabei, 1995).

    Esercitazione

    Formulare in venti righe lanalisi di uno dei termini sopraindicati, mettendo a

    confronto varie fonti relative alla storia della critica darte.