Letterari Linguistici ANNALI ESTRATTO · Manco, Rossella Pannain, Cristina Vallini . Segreteria di...

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ISSN 2281-6585 UNIOR Dipartimento di Studi Letterari Linguistici e Comparati ANNALI sezione linguistica 2016 N.S. 5 AI ΩN del Dipartimento di Studi Letterari, Linguistici e Comparati Sezione linguistica UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI NAPOLI “L’ORIENTALE” N.S. 5 2016 AIΩN ANNALI

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I S S N 2281-6585

U N I O RDipartimento

di StudiLetterari

Linguisticie

Comparati

A N N A L Isezione

linguistica

2016

N.S. 5A IN

del Dipartimento di StudiLetterari, Linguistici e Comparati

Sezione linguistica

UNIVERSIT D E G L I S T U D I D I N A P O L IL O R I E N TA L E

N.S. 5

2016

AIN

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QuagliaCasella di testoESTRATTO

ANNALI del Dipartimento di Studi

Letterari, Linguistici e Comparati

Sezione linguistica

AIN N.S. 5 2016

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Direttore/Editor-in-chief: Alberto Manco Comitato scientifico/Scientific committee: Ignasi-Xavier Adiego Lajara, Franoise Bader, Annalisa Baicchi, Philip Baldi, Giuliano Bernini, Carlo Consani, Pierluigi Cuzzolin, Paolo Di Giovine, Norbert Dittmar, Annarita Felici, Jos Luis Garca Ramn, Laura Gavioli, Nicola Grandi, Marco Mancini, Andrea Moro, Vincenzo Orioles, Max Pfister, Paolo Poccetti, Diego Poli, Ignazio Putzu, Velizar Sadovski, Domenico Silvestri, Francisco Villar Comitato di redazione/Editorial board: Anna De Meo, Lucia di Pace, Alberto Manco, Rossella Pannain, Cristina Vallini Segreteria di redazione/Editorial assistants: Valeria Caruso, Azzurra Mancini, Anna Riccio e-mail: [email protected] Annali-Sezione Linguistica, c/o Alberto Manco, Universit degli studi di Napoli LOrientale, Dipartimento di Studi Letterari, Linguistici e Comparati, Palazzo Santa Maria Porta Cli, Via Duomo 219, 80138 Napoli [email protected] ISSN 2281-6585 Registrazione presso il Tribunale di Napoli n. 2901 del 9-1-1980 Rivista fondata da Walter Belardi (1959 1970) e diretta da Domenico Silvestri (1979 2014) web: www.aionlinguistica.com e-mail: [email protected] Tutti i diritti riservati. Vietata la riproduzione anche parziale, con qualsiasi

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UNIVERSIT DEGLI STUDI DI NAPOLI LORIENTALE

6 Indice

PROPRIET RISERVATA

INDICE

Nota del Direttore 9

ARTICOLI, NOTE, SAGGI

F. ASPESI, Il labirinto allAmnisos 13

V. BRUGNATELLI, M. LAFKIOUI, La linguistica e sociolinguistica berbera

in Italia: il difficile compito di colmare una lacuna epistemologica 39

C. FABRIZIO, Edipo monopede? Unipotesi etimologica e un motivo

solare indoeuropeo 67

L. MASSETTI, Le ali del sole: una kenning artistica in Aesch. Suppl.

212-213 91

B. MOGARA, The Tjitswapong noun phrase 107

U. RAPALLO, Fra sostratismo, nostraticismo e glottogenesi. A proposito

di gr. nqrwpo 125

G. ROCCA, Argei 145

D. SILVESTRI, Momenti autobiografici nellopera di Ovidio. Prove di

lettura e di commento 167

Z. SIMON, The etymology of Hittite-Luwian Gurta- 189

M. ZABIELSKA, Doctor and patient positioning in narrative-based

publications from specialist medical journals 205

A. ZAVARONI, Liscrizione falisca su oinochoe EF 4 e i termini oschi

con base *puk- 223

BIBLIOGRAFIE, RECENSIONI, RASSEGNE

T. EMMI, La formazione delle parole nel siciliano, Centro di Studi

Filosofici e Linguistici siciliani, Materiali e ricerche

dellAtlante linguistico della Sicilia, 28, Palermo 2011, 513

pp. (F. Logozzo) 261

8 Indice

D. CACIA, E. PAPA, S. VERDIANI, Dal mondo alle parole, definizioni

spontanee e dizionari dapprendimento, Roma, Italiateneo,

2013, 247 pp. (M. Lamberti) 265

N. GRANDI (a cura di), La grammatica e lerrore. Le lingue naturali

tra regole, loro violazioni ed eccezioni, Bologna, Bononia Uni-

versity Press, 2015, 200 pp. (M. Lamberti) 269

O. PALUSCI, K. E. RUSSO (a cura di), Translating East and West,

Trento, Tangram edizioni scientifiche, 2016, 384 pp. (M.

Lamberti) 273

G. PAULIS, I. PINTO (a cura di), Fra testi e culture, Milano, Fran-

coAngeli, 2013, 336 pp. (M. Lamberti) 281

D.BAKKER, M.HASPELMATH, (eds.) Languages across Boundaries,

Studies in Memory of Anna Siewierska, Berlin 2013, De Gruy-

ter-Mouton, 400 pp. ISBN 978-3-11-033103-5 Eur. 39,95

(P. Poccetti) 285

C. DENIZOT, E. DUPRAZ (sous la direction de), Latin quis/qui,

grec /: parcours et fonctionnements. tudes sur deux in-

terrogatifs-indfinis-relatifs, Cahiers dERIAC n5, 2014,

PURH Presses Universitaires de Rouen et du Havre ISBN

978-2-87775-583-2. Eur.19 (P. Poccetti) 293

P. MILIZIA, Lequilibrio nella codifica morfologica, Roma, Carocci,

2013, 204 pp. (D. Ricca) 299

M. PRANDI, Lanalisi del periodo, Roma, Carocci, 2013, 144 pp.

(V. Russo) 305

MARIA CLIA LIMA-HERNANDES, KATIA DE ABREU CHULATA (a cu-

ra di), Lngua portuguesa em foco: ensino-apredizagem, pesquisa e

traduo, Lecce, Pensa Multimedia editore s.r.l., 2010, 235 pp. (V.

Russo) 309

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GIOVANNA ROCCA *

ARGEI

Abstract

In this paper, we are going to discuss the various formal possibilities of the

word Argei, whose explanation is not easy because of the long vowel. Among the different hypotheses, a formation with the -aio- suffix, which would connote a proper noun with a special status, seems to be the most interesting one. This suggestion is proposed on the basis of the comparison with the South-Picene stock apaes, apais, apaus father/spiritual leader, in which the same modality of adding and not substituting the suffix to the base (as in Latin Appius) is applied; moreover, the lacking of agreement with loca and the use of the verb vocare seem to point in the same direction. These facts, together with other data, such as the attribution of the rite to Numa, indicate the Sabine language as an ideal candidate for the origin of the word, both for its chronology and its cultural sphere.

Keywords: Argei, Latin, Sabine. In questo lavoro vengono discusse le diverse possibilit formali del

termine Argei di non facile spiegazione a causa della vocale lunga: tra le diverse ipotesi la pi interessante pare quella di una formazione con il suffisso -aio- a connotare un nome proprio a statuto speciale, in base al confronto con lo stock sudpiceno apaes, apais, apaus, padre/guida spirituale in cui viene applicata la stessa modalit di aggiunta e non di sostituzione (come lat. Appius) del suffisso alla base, alla mancanza di accordo con loca e alluso del verbo vocare. Questo ed altri dati, tra cui lattribuzione del rito a Numa, mostrano come candidato linguistico ideale il sabino, sia come cronologia che come ambito culturale.

Parole chiave: Argei, suffisso -aio-, sp. apaus, Numa Pompilio, etimologia

Argei si trova nella descrizione di un rito che comprende due

momenti, uno il 16 e 17 marzo si svolge ai sacraria e laltro il 14 o il 15

Giovanna Rocca, IULM, Libera Universit di lingue e comunicazione - e-mail:

[email protected]

http://iulm.it/

146 Giovanna Rocca

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maggio culmina col lancio di scirpeae effigies nel Tevere. Sul tema

stato scritto tantissimo ma ancora non si arrivati a conclusioni

definitive, n credo si possano raggiungere, per le ragioni oggettive

che sappiamo tanto in dimensione per cos dire orizzontale ma ci

manca lo spessore verticale senza il quale ci troviamo, per restare in

tema, a quaerere nodum in scirpo. Il nostro obiettivo dunque sar quello

di fare il punto della situazione linguistica e non solo storico-

culturale-religiosa com stato fatto finora.

Il problema va affrontato su due piani: la forma Argei su cui si pu

dire qualcosa e letimologia di Argei che rimane ancora un nodo

insoluto; su questo punto ci limiteremo pertanto a mostrare una

panoramica ragionata.

Le fonti ci offrono le seguenti informazioni1:

Ennio, Ann. 114 Sk. (Numa) Mensas constituit idemque ancilia

s libaque, fictores, Argeos et tutulatos;

P. ex F. 14 L Argeos vocabant scirpeas effigies quae per virgines Vestales

annis singulis iaciebantur in Tiberim;

P. ex F. 18 L Argea loca Romae appellantur quod in his sepulti essent

quidam Argivorum inlustres viri;

Liv. I, 21 (Numa) Multa alia sacrificia locaque sacris faciendis quae

Argeos pontifices vocant dedicavit;

Varr. LL V, 45 Argeos dictos putant a principibus, qui cum Hercule

Argivo venerunt Romam et in Saturnia subsederunt;

Varr. LL V, 50 in Sacris Argeorum scriptum sic est;

Varr. LL VII, 44 Argei ab Argis; Argei fiunt e scirpeis, simulacra

hominum XXVII; ea quotannis de ponte Sublicio a sacerdotibus publice deici

solent in Tiberim;

Ovidio, Fasti III, 791-792 itur ad Argeos.

Gellio NA X, 15, 30: it ad Argeos.

Da cui ricaviamo che: Argei appare in relazione ai loca in cui si

svolge il rito omonimo, ai sacrificia e agli attori del rito; Ennio e

1 Per una raccolta completa vd. Rocca, 2015: 141-148.

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Livio lo attribuiscono a Numa, altri lo riferiscono ad Eracle; il rito

gode di una versione scritta citata da Varrone; si svolge alla

presenza di pontefici e Vestali2; 27 sono i simulacra hominum gettati

nel Tevere e 27 i sacraria3; al di l del riferimento agli Argivi, diretto

o indiretto, il perch si compia questo rito, che a un certo punto si

intreccia con altri racconti, non detto chiaramente4 n tantomeno

abbiamo una storia ideologica, che non sembri creata a posteriori,

sugli Argei.

1. La forma

Il genere maschile predominante: esiste in Paolo anche la forma

Argea che potrebbe essere stata normalizzata in qualche momento

della tradizione, anche da lui medesimo (non dimentichiamo che

Paolo dichiarava di aver omesso quanto gli appariva inutile e

soprattutto di aver chiarito a modo suo quanto gli appariva oscuro!)

dal momento che manca la versione di Festo; tra i due, riferita a loca, la

lectio difficilior di Livio prevale.

Ennio usa il plurale, come Ovidio e Gellio; Argei va con loca sacris

faciendis e sacrificia, dunque la mancanza di accordo potrebbe suggerire

un aggettivo sostantivato o un sostantivo che indica la denominazione,

cio il nome proprio (cfr. Romani oppidum Pisas capiunt) come potrebbe

mostrare luso di vocant; i pontifices vocant Argeos cos come in Dionigi

(AR I, 19, 38).

La forma stessa Argeus oggetto di discussione: Ceterum derivatio

nominis Argivos facit, non Argos, Servio, Aen. I, 245; Argeo pro Argivo

antique dicitur, Porph., Hor. Carm. II, 6, 5.

2 In Dionigi, AR I, 38, 3, anche della flaminica e dei cittadini cui compete assistere

con limportante aggiunta . 3 Vd. Coarelli, 2016: il numero 30 di Dionigi considerata una sistemazione in

riferimento alle curiae. 4 Ma la testimonianza di Plutarco, Quaest. Rom. 86, 284F che ne parla come di

induce a privilegiare lidea di un rito di purificazione. 5 La citazione completa si riferisce al nome della citt: Argos autem in numero

singulari generis neutri est, ut Horatius aptum dicet equis Argos ditesque Mycenas, in plurali numero masculini ut hi Argi.

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La disamina operata sullo spoglio del Thesaurus ci mostra che di

uso raro, praticamente limitato a questo solo ambito (vd. fonti). E

significativo che Ennio usi Argivi in un contesto proprio mostrando

cos di conoscere entrambi: Argo, quia Argivi in ea delecti viri (Medea,

250 V.) e cos Festo: adfecit ut / givos Aenean (55, 17-18 Moscadi6

= 288 L). Luso di Argeus, invece, nei versi di Ovidio (Tiburis Argei

spumifer arva rigas; Am. 3, 6, 46) e di Orazio (Tibur Argeo positum colono;

Carm. 2, 6, 5) probabilmente frutto di un accurato intreccio di pi

piani, mitologici per lorigine argiva di Tibur e linguistici per

lassonanza con il nome del fiume Tiber, scena del sacrificio degli

Argei. La forma argivus richiede invece pi pagine.

La metrica, per come appare in Ennio e Ovidio (Fasti, III, 791) che

dipende da Ennio, mostra una lunga:

Libaque, fictores, | Argeos, e t tutula tos (DSSS)

Itur ad A rgeo s | (qui sint, | sua pagina dicet) (DSSD)

Questo schema dellesametro con un dattilo seguito da tre spondei si

ritrova 37 volte nei frammenti riferiti a Ennio e 2 nei frammenti dubbi.

Una formazione in -us va per spiegata perch non ha riscontri

in latino al contrario di -us e questa la prima osservazione che

fanno tutti. Latte, 1960: 413, non esclude che Ennio abbia trattato

questa parola seguendo lesempio di prestiti del tipo Darus dal

momento che Argi in ogni caso non si poteva utilizzare

nellesametro. La forma Argus inoltre, aggiunge Latte, se fosse una

parola autenticamente latina, non sarebbe in linea con la regola

vocalis ante vocalem corripitur7. Notiamo per che ai tempi di Ennio

questo processo era ancora in fieri come mostrano adnit (Enn. Ann.

132 Sk.) vs. lat. classico adnuit, fer (Enn. Ann. 1. 11 Sk.) ma fier et

6 Moscadi, Alessandro, Il Festo farnesiano (Cod. Neapol. IV.A.3), Firenze, Universit

degli Studi di Firenze, 2001. 7 In Latte il fenomeno cos definito dai grammatici antichi semplicemente descritto

come Vokals in Hyatstellung.

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al.8 e che almeno in un caso, abbiamo una diversa scansione per

Hora che, lunga in Ennio, appare breve in Ovidio9.

Questo parrebbe deporre a favore della vocale lunga. Certo, dal

punto di vista morfologico, se si fosse trattato di una licenza metrica,

la presenza della breve mostrerebbe una situazione ideale: il suffisso -

us forma aggettivi di materia e nella classificazione di Leumann, si

ritrova nella formazione di antroponimi, nei prestiti e in alcuni

sostantivi definiti nicht einzuordnende10.

Chantal Kircher-Durand11 ha compilato una lista di aggettivi

formati con il suffisso -eus tenendo distinte le forme con vocale lunga

di derivazione greca: cronologicamente le prime attestazioni appaiono

nellOdusia di Livio Andronico: argenteus (fr. 4 Morel), aureus (fr. 4

Morel) e purpureus (fr. 30 Morel). Il dato che emerge dalle tabelle

cronologiche parla a favore di una bassa diffusione di aggettivi in -eus

in epoca arcaica: su un totale di 2155 occorrenze censite dalla studiosa,

solo 50 risalgono al periodo anteriore alla morte di Ennio. I dati

statistici offerti si giustificano per lampio numero di forme raccolte

ma non bisogna dimenticare che la letteratura delle origini ci giunta

in modo frammentario e parziale.

Dunque non ci resta che lavorare tenendo per buona la forma con

vocale lunga e cercare una spiegazione per un -us che ha preoccupato

generazioni di studiosi e che pu essere alcune cose, ma non infinite, e

definibili: 1) una vocale lunga originaria; 2) una vocale lunga per

apofonia; 2) una vocale lunga come esito da contrazione.

8 Baldi, Philip, The Foundations of Latin, Berlin-New York, Mouton de Gruyter 1999:

266, da cui traggo gli esempi, commenta: The exceptions require however that the rule be marked lexically.

9 Ennio Ann. 100 Sk. < v> v 5 v v g e Z v ; Ovidio, Met. 14, 851 5 = Z v = Z , b v5 5 t.

10 M. Leumann - J.B. Hofmann - A. Szantyr, Lateinische Grammatik, Mnchen, C.H. Beck, 1977: 287; interessante che tra questi ci siano termini come culleus e pilleus che appartengono ad un periodo antico. Il primo attiene alla pena capitale del paricidas, la cui legislazione viene fatta risalire a Romolo e il secondo di pertinenza dei Salii creati da Numa; per Ernout-Meillet, DELL s.v. sarebbero per prestiti dalletrusco.

11 Kircher-Durand, Chantal, Grammaire fondamentale du latin, Vol. 9. Cration lexicale: la formation des noms par drivation suffixale, Louvain, Peeters, 2002 : 85-108.

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a) prima ipotesi e la pi semplice: che sia veramente un prestito

greco per cui abbiamo una casistica di riferimento. Leumann, 1977: 78,

5, infatti inserisce anche Argus di Orazio, trattando la resa delle

vocali greche in latino, come sottocaso di gr. > avanti vocale, che si

trova in letteratura (Orades, Aenas) e nel suffisso -a, - us, - um. Solo

Maddoli, 1971: 164, sposa senza esitazioni questa tesi a favore della

sua interpretazione: avremmo dunque una forma intermedia *Arg-

oi, dalla quale ben si spiega lArgi, -orum della nostra tradizione e ad

nota 43 se si tiene conto dellepoca (VI secolo) in cui il termine greco

sarebbe entrato nel lessico dellurbs nova. In ogni caso il passaggio gr.

> lat. ben attestato in toponimi come Mantina < .

Questa ipotesi la meno costosa in termini di fonetica ma richiede

troppe spiegazioni in s e nei suoi rapporti con Argv soprattutto per

la cronologia, la semantica e la molteplicit di forme presenti nella

tradizione latina (Argeus, Argeius, Argius, Argivus) di fronte allunica

forma greca 12;

b) seconda ipotesi: si tratta di una voce latina. Il riferimento a

Ennio fondamentale come punto di arrivo per la cronologia tra fine

III inizi II secolo riguardo alle istituzioni di Numa. Anche questa

soluzione va esaminata in due direzioni possibili e con esiti dovuti a

diversi motivi. Se ipotizziamo una formazione originaria col suffisso -

us e pensiamo a un testo che ridefinisce il percorso dei sacelli (per

esempio in occasione della dedica dei templi di Salus e Quirinus, cio

nel 302 e 293 a.C., ma potrebbero esservene stati di precedenti)

abbiamo due possibili scenari: uno svecchiamento della forma

grafica o un aggiustamento della forma fonetica, senza escludere che

i due siano andati di pari passo. Si soliti porre un circa quem al 310

a.C. (riforma di Appio/Carvilio) come possibile momento innovatore

per la forma delle lettere su cui si espresso Prosdocimi13: riformare

12 Come sottolinea Chantraine in DELG s.v. , la struttura del derivato

presuppone un tema in -s per cui si richiama il confronto con ( + * ) e il nome di questa citt, che potrebbe essere collegata alla radice per chiaro, visibile, brillante o ad un toponimo di sostrato, presenta il genere neutro.

13 Del Tutto Loretta - Prosdocimi Aldo L. - Rocca, Giovanna, Lingua e Cultura intorno al 295 a.C.: tra Roma e gli Italici del Nord, in Poli D. (a cura di), La battaglia del Sentino.

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non sinonimo di innovare in assoluto ma in relativo, per esempio nel

regolarizzare e/o uniformare quanto preesisteva senza regola fissa;

in particolare penso ad e ed f come || e | : la forma non si pu

spiegare per evoluzione, ma solo come creazione, cio come

formazione = riforma in senso stretto. Cencetti, in un lavoro datato

ma ricco di ottimi spunti, riporta queste forme alfabetiche a prodotti

dellazione di tendenze corsive (per Mommsen invece dovute ad

influenza sabina) che appaiono nella produzione epigrafica nella

prima met del III secolo.14

Dunque || che rende sia e breve che lunga reinterpretata come

lunga alla luce del nucleo argivo che si sta formando in questo

periodo (vd. oltre).

Se invece fosse esito di un dittongo ei, si inserirebbe in quelle

forme proprie del linguaggio rustico, pi conservatore di quello

urbano. La pronuncia spca effettivamente attestata in Varrone RR I,

48, 2 Spica autem, quam rustici, ut acceperunt antiquitus, vocant specam

che la considera, in un inciso chiaro per lui, meno per noi, eredit

degli antiqui in una linea di successione contigua che Lazzeroni

traduce cos:

a mano a mano che si affermava la coscienza di un sermo urbanus distinto da un sermo rusticus, i tratti arcaici rifiutati dal latino urbano e rimasti nelle campagne si confondevano con i tratti rustici presenti nelle campagne: gli uni e gli altri assumevano lo stesso valore metalinguistico15.

Scontro fra nazioni e incontro in una nazione, Atti del Convegno, Camerino-Sassoferrato 10-13 giugno 1998, in Quaderni Linguistici e Filologici XIV, 2002, Universit di Macerata, Roma, Ed. Il Calamo, 2002, in particolare il 5Appio Claudio tra scrittura e politica, p. 181.

14 Cencetti, Giorgio, Ricerche sulla scrittura latina nellet arcaica, in Bullettino dellArchivio paleografico italiano, II-III, 1956-57: 175-205.

15 Lazzeroni, Romano, Liscrizione di Lucera (CIL, I2, 401) fra osco e latino, in Lingue e culture in contatto nel mondo antico e altomedievale, Atti dellVIII Convegno Internazionale dei linguisti, Milano 10-12 settembre 1992, Brescia 1993: 161-170, qui p. 166. Mancini, Marco Dilatandis litteris: uno studio su Cicerone e la pronunzia rustica, in Bombi R. - Cifoletti G. - Fusco F.- Innocente L. - Orioles V. (a cura di), Studi Linguistici in onore di Roberto Gusmani, Alessandria 2006: 1023-1046, ha reso ragione dei fenomeni di monottongazione /ey/ > /e:/ rustici cui allude Varrone, riflettendo su alcune affermazioni

http://www.intratext.com/IXT/LAT0056/BL.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/LAT0056/1/RB.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/LAT0056/4N.HTM

152 Giovanna Rocca

AIN-Linguistica n.5 n.s. DOI: 10.4410/AIONL.5.2016.006

Il fenomeno posto intorno al 200 a.C. da Leumann, 1977: 62, ma

anticipato al 300 a.C. da Prosdocimi, 2002: 152, che, sulla base di se =

si (< sei) nella sors di Fiesole, recupera un dato importante per questo

periodo che si caratterizza per rarit di documenti e per carenza di

informazioni sulla evoluzione del latino tra IV e III/II sec. a. C.16.

Fra le due ipotesi questa appare la meno probabile perch richiede

un esito ad hoc nella storia di un suffisso che appare sempre

saldamente come -eius;

c) ultima ipotesi: si tratta di altro. Il candidato ideale potrebbe

essere il sabino sia come cronologia che ambito culturale. Si

presentano due sottocasi: da -ei- (*Argeios) o da -ai- (*Argaios). Per il

primo caso si tratta solo di cambiare letichetta nominale (antiqui =

Sabini?) in quanto valgono le osservazioni viste al punto precedente e

di considerare sabina solo la base. Il comportamento del dittongo ei

in sabino non per del tutto chiaro: lunica testimonianza che si

potrebbe addurre, Feronia quasi Fidonia (Varr. ap. Serv. Aen. 8, 564) in

cui, secondo Peruzzi17, Varrone istituisce formalmente il rapporto tra

Fr- e Fd- (da *bheidh-) perch riconosce due caratteristiche per cui il

sabino si oppone al latino, cio il passaggio -ei- > rispetto ad -ei- > e

lesistenza di un suono simile al lat. /r/ (umbro ) per d intervocalico

con un trattamento simile agli antiqui di spca, non va presa in senso

assoluto, come rileva Prosdocimi18, che valuta diversamente le teorie

di Varrone come etimologista e come speculatore di etimologie.

Il secondo caso invece pi interessante anche se non privo di

difficolt. Il discorso si appunta su una diversa morfologia derivazionale

applicata ad una base in -a che il prius da cui partire e sulle

ciceroniane sulla pronunzia rustica di Lucio Cotta e del suo imitatore Sulpicio, viste in chiave di intreccio tra fonologia e ortografia latina e greca; /e:/, dopo un periodo di convivenza con /i:/, subisce una regressione ed stigmatizzato come dialettale.

16 Per Coarelli, Filippo, Ercole in Etruria e a Roma, in Gli Etruschi e Roma. Fasi monarchica e alto-repubblicana, Annali Faina, 16, Roma, 2009: 373-381 risalirebbe al III sec. la forma Hercole (dat.) delliscrizione dallagro pontino (Posta di Mesa) L. Albio.L. f. / Hercole /dono.dedet.

17 Peruzzi, Emilio, I romani di Pesaro e i sabini di Roma, Firenze, Olschki, 1990: 105-106. 18 Curia, Quirites e il sistema di Quirino (Populus Quiritium Quirites III), in Ostraka

V, 2, 1996: 270-271.